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IO ■■:..wam • e" • .1 è A èA ~..~>~~~,':«40i ts>, $ ANNO XIV Nubi. Pisa, '7 Agosto 188'7 3(1 Abbonamento Dostale Abbonamento postale • AVVERTENZE PREZZO D'ASSOCIAZIONE Il Giornale si pubblica ogni Domenica A domicilio in tutta l'Italia ; Anno L. 4,60 — Semestre L. 2,30 — Trii lesive L. 1,15 — All' I 'ftizio : Anno L 1,00 — Semestre L. 2,00 — Trimestre L. 1,00 — Per l' lestero aumento di spesa pos ale. Direzione e Amministrazione Via San Giuseppe N. 18 — Le lettere non francate si respingono — I manoscritti ancorche non pubblicati non si restituiscono — Si rende conto dei libri e giornali rimessi all' Uffizio, se conformi allo spirito del periodico. Un numero separato cent. Annunzi ed inserzioni Cent. 15 per linea ■111. ••■•■• PERIODICO SETTIMANALE 4, Benedico tutti gli associati alla CROCE PISANA coraggio. Deus Iros benedicat, dummodo Verttas praecedat, comitetur et sequatur. P. PP. IX Lvorta XIII al Direttore (16 Ottobre 1881). Croce Pisana) agli Scrittori della (Pio fx . La lEtten del Salito Pah AL CARDINALE RAMPOLLA 4 e [le li E rère Questa lettera di cui facemmo menzione nel nuniero decorso, veniva diretta a mò d'istruzione dal S. Padre all' Emo Rampolla al.lorchè lo nominava Segretario di Stato. Sua Santità comincia col parlare delle varie nazioni d'Europa e d'Amanica. Viene quindi a trattare dell' Italia, e noi crediamo opportuno di riportare tutto ciò che si riferisce alla patria nostra, non potendo per la ristrettezza del nostro giornale riprodurre la lettera per intiero. « Vi ha un altro punto, dice il Santo Padre, che richiama a sè di continuo la nostra attenzione, ed è per noi e per la nostra apostolica autorità del più alto interesse; intendiamo dire del!' attuale nostra condizione in Roma a cagione della funesta discordia tra l' Italia, qual'è ora officialmente costituita e il romano Pontificato — Vogliamo in argomento si grave aprirle pienamente il nostro pensiero. « Più volte abbiamo espresso il desiderio di vedere finalmente composto il dissidio: ed anche recentemente, nell' Allocuzione Concistoriale del 23 maggio decorso, abbiamo attestato l' animo nostro propenso ad estendere l'opera di pacificazione, come alle altre nazioni, cosi in modo speciale all'Italia per tanti titoli a noi cara e strettamente congiunta. — Qui però per giungere a stabilire la concordia non basta, come altrove, provvedere a qualche interesse religioso in particolare; modificareo abrogare leggi ostili, scongiurare disposizioni contrarie che si minaccino; ma si richiede inoltre e principalmente, che sia regolata come conviene la condizione del capo supremo della Chiesa, da molti anni per violenze ed ingiurie addivenuta indegna di lui, ed incompatibile colla libertà dell'Apostolico officio. — Per questo nella citata Allocuzione avemmo cura di mettere a base di questa pacificazione la giustizia, e la dignità della Sede Apostolica, e di reclamare per noi uno stato di cose, nel quale il romano Pontefice non debba essere soggetto a nessuno, ed abbia a godere di una piena e non illusoria libertà. Non v' era luogo a fraintendere le nostre parole e molto meno a snaturarle, torcendole ad un significato del tutto contrario al nostro pensiero. Da quelle usciva evidente il senso inteso da noi, essere cioè condizione indispensabile alla pacificazione in Italia, rendere al romano Pontefice una vera sovranità. Giacchè nello stato presente di cose è chiaro che noi siamo più che in potere nostro in potere di altri, dal cui volere dipende di variare, quando e come piaccia, secondo il mutar degli uomini e delle circostanze, le condizioni cn stesse della nostra esistenza. rerivs in aliena polestate sumus, tfitain nostra come più volte abbiamo ripetuto. E per ciò sempre, nel corso del nostro Pontificato, secondo che era debito nostro, abbiamo rivendicato pel romano Pontefice un'effettiva sovranità, non per ambizione, ne a scopo di terrena grandezza, ma come vera ed efficace tutela della sua indipendenza e libertà,. « Infatti l'autorità del sommo Pontificato istituita da Gesù Cristo e conferita a S. Pietro, e per esso ai suoi legittimi successori, i romani Pontefici, destinata a continuare nel mondo, fino alla consumazione d( i secoli, la missione riparatrice del Figlio di Dio, arricchita delle più nobili prerogative, dotata di poteri sublimi, propri e giuridici, quali si richiedono pel governo di una vera e perfettissima società, non può per la sua stessa natura e per espressa volontà del suo divin fondatore sottostare a veruna potestà terrena, deve anzi godere della più piena libertà, nell'esercizio delle sue eccelse funzioni. — E poiché da questo supremo potere e dal libero esercizio di esso dipende il bene di tutta quanta la Chiesa era della più alta importanza, che la nativa sua indipendenza e libertà fosse assicurata, garantita, difesa attraverso i secoli, nella persona di chi ne era investito, con quei mezzi che la divina provvidenza avesse riconosciuti acconci ed efficaci allo scopo. — E cosi, uscita la Chiesa vittoriosa dalle lunghe ed acerbe persecuzioni dei primi secoli, quasi a manifesto suggello della sua divinità; passata l' età,, che può dirsi di infanzia, e ginnto per essa il tempo di mostrarsi nel pieno sviluppo della sua vita, cominciò pei Pontefici di Roma una condizione speciale di cose, che a poco a poco, poi concorso di provvidenziali circostanze, fini collo stabilimento del loro Principato civile. Il quale con diversa forma ed estensione, si è conservato pur tra le infinite vicende di un lungo corso di secoli fino a' di nostri, recando all' Italia e a tutta l'Europa, anche nell'ordine politico e civile. i più segnalati vantaggi. — Sono glorie dei Papi e del loro Principato i barbari respinti od inciviliti; il despo tismo combattuto e frenato; le lettere le arti, -le scienze promosse; le libertà dei Comuni, le inprese contro i Musulmani quando erano essi i più temuti nemici non solo della Religione, ma della civiltà cristiana e della tranquillità dell'Europa. — Una istituzione sorta per vie si legittime e spontanee, che ha per se un possesso pacifico ed incontestato di dodici secoli, che contribuì potentemente alla propagazione della fede e della civiltà che si è acquistata tanti titoli alla riconoscenza dei popoli, ha più di ogni altra il diritto di essere rispettata e mantenuta: nè perché una serie di violenze e d' ingiustizie e giunta ad opprimerla, possono dirsi cambiati, riguardo ad essa, i disegni della Provvidenza. — Anzi se si considera che la tterra mossa al Principato civile TL-Xt:294:55555f•WiAg dei Papi, fu opera sempre dei nemici della Chiesa e in qu. se ultimo tempo opera principale delle sétte, che, coll'abbattere il dominio temporale, . intesero spianarsi la via ad assalire e combattere Io stesso spirituale potere dei Pontefici, questo stesso conferma chiaramente essere anche oggi, nei disegni della Provvidenza, la sovranità civile dei Papi ordinata, come mezzo al regolare esercizio del loro potere Apostolico, come quella che ne- tutela efficacemente la libertà e l' indipendenza. « Quanto si dice in generale del civil Principato dei Pontefici, vale a più forte ragione ed in modo speciale di Roma. I suoi destini si leggono chiaramente in tutta la sua storia; che, come nei consigli delle Provvidenza tutti gli umani avvenimenti furono ordinati a Cristo e alla Chiesa, così la Roma antica e il suo impero furono stabiliti per la Roma cristiana; e non senza speciale disposizione a quella metropoli del inondo pagano, rivolse i passi il Principe degli Apostoli S. Pietro per divenirne il Pastore e trasmetterle in perpetuo 1' autorità del supremo Apostolato. -- Per tal guisa le sorti di Roma furono legate, di una maniera sacra ed indissolubile. a quelle del vicario di Gesù Cristo; e quando, allo spuntare di tempi migliori, Costantino il grande volse l'anime a trasferire in Oriente la sede del romano impero con fondamento di verità può ritenersi, che la Mano della Provvidenza lo guidasse, perchè meglio si compissero sulla Roma dei Papi i nuovi destini. Certo è che dopo quell'epoca, col favore dei tempi e delle circostanze, spontaneamente, senza offesa e senza opposizione di alcuno, p:r le vie più legittime i Pontefici iie divennero anche civilmente signori, e come tali la tennero fino ai di nostri. — Non occorre qui ricordare gli immensi beneficii e le glorie procacciate dai Pontefici a questa loro prediletta città, glorie e benefici che sono scritti del resto a cifre indelebili, nei monumenti e nella storia di tutti i secoli. È pur superfluo notare, che questa Roma porta in ogni sua parte profondamente scolpita l' impronta Papale; e che essa appartiene ai Pontefici per tali e tanti titoli, quali nessun Principe ha mai avuto su qualsivoglia città del suo regno. — Importa però grandemente osservare, che la ragione della indipendenza e della libertà Pontificia nell'esercizio dell'apostolico ministero, piglia una forza maggiore e tutta propria quando si applica a Roma, sede naturale dei Sommi Pontefici, centro della vita della Chiesa, capitale del mondo cattolico. « Qui dove il Pontefice ordinariamente dimora, dirige, ammaestra, comanda affinché i fedeli di tutto il mondo possano con piena fiducia e sicurtà prestargli l'ossequio, la fede, l' obbedienza che in coscienza gli debbono, qui a preferenza, è necessario, che Egli sia posto in tale condizione d' indipendenza, nella quale non solo non sia menomamente impedita da chicchessia la sua libertà, ma sia pure No - . . . ! evidente a tutti che non lo il, e ciò non per una condizione transitoria e mutabili ad ogni evento ma di natura sua stabile e duratura. Qui più che altrove, deve essere pozsibile e senza timore d'impedimenti, il pieno esplicamento della vita cattolica, la solennità, del culto, il rispetto e la pubblica osservanza delle leggi della Chiesa, l' esistenza tranquilla e legale di tutte le istituzioni cattoliche. « Da tutto ciò é agevole comprendere, come s' imponga ai romani Pontefici, e quanto sia sacro per essi il difendere e mantenere la civile sovranità e le sue ragioni; dovere reso anche più sacro dalla religione del giuramento. Sarebbe follia pr:tendere, che essi consentissero a sacrificare colla sovranità civile, ciò che hanno di più caro e prezioso vogliam dire la propria libertà nel governo della Chiesa, per la quale i loro predecessori hanno in ogni occasione si gloriosamente combattuto. « Noi certo col divino aiuto non falliremo al nostro dovere, e fuori del ritorno ad una vera ed effettiva sovranità,' qual si richiede dalla Nostra indipendenza e dalla dignità del Seggio Apostolico, non veggiamo altro adito aperto agli accordi e alla pace. — La stessa cattolicità tutta quanta, sommamente gelosa della libertà (lei suo Capo, non Si acquieterà giammai finché non vegga farsi ragione ai giusti reclami di Lui. « Sappiamo che uomini politici, dalla evidenza delle cose costretti a riconoscere che la condizione presente non è quale si converrebbe al romano Pontificato, van ino escogitando altri progetti ed espedienti' per migliorarla. Ma sono questi vani ed li inutili tentativi ; e tali saranno tutti quellí i i ' di simil natura, che sotto speciose appal'` i ronzo lasciano di fatto il Pontefice in m istato di vera e reale dipendenza. Il difetto sta nella natura stessa delle cose, quali sono ora costituite, e nessun estrinseco temperamento o riguardo che si usì' può mai valere a rimuoverlo. — É ovvi invece prevedere dei casi, in cui la con• i • dizione del Pontefice diventi anche p2g .2-' !1 giore, sia per la prevalenza di elementi sovversivi e di uomini che noa dissimu- " I lano i loro propositi contro la persona l'autorità del Vicario di Cristo ; sia per' d avvenimenti guerreschi e per le molte-" plici complicazioni, che da questi potrebj" bere nascere a suo danno. — Fino ad ora . I' unico mezzo, di cui si è servita la Provvidenza per tutelare, conio si conveniva,* la libertà, dei Papi, é stata la loro teni-' porale sovranità; e quando questo mezzo'.1 ' 3 mancò, i Pontefici furono sempre o per-" 1 seguitati, o prigioni, o esuli, o certo condizione di dipendenza ed in continud" pericolo di vedersi respinti sopra l' una o l' altra di queste vie. — È la storia tutta la Chiesa che lo attesta. « Si spera pure e si fa assegnamento' sul tempo, quasi che, col prolungarsi pos- tu i' sa divenire accettabile la condizione prosente. — Ma la causa della loro libert;:ì . . wiris • • . • . . • • 1.--911k2 ~ '11W -41Pré7~- è pei Pontefici e per la cattolicità tutta quanta, interesse primo e vitale; e quindi si può esser certi, che essi la vorranno garantita sempre e nel modo più sicuro. Quei che la sentono diversamente, non conoscono o fingono di non conoscere di quale natura sia la Chiesa, quale e quanta la sua potenza, religiosa morale e sociale, cui né le ingiurie del tempo, né la prepotenza degli uomini varranno mai a fiaccare. Se di ciò si rendessero conto ed avessero senno veramente politico, essi non penserebbero solo al presente, nè si affiderebbei o a fallaci speranze per l' avvenire ; ma col dare essi stessi al Pontefice romano quello che Egli a buon dritto reclama, toglierebbero una condizione di cose piena d'incertezze e di pericoli, assicurando per tal guisa i grandi interessi e le sorti stesse dell' Italia. .8 Non é da sperare, che questa Nostra parola sia intesa da quegli uomini, che sono cresciuti nell' odio contro la Chiesa e il Pontificato: costoro, a dir vero, come odiano la religione, così non vogliono il vero bene della loro terra natale. Ma coloro, che non imbevuti da vieti pregiudizi, né animati da spirito irreligioso, giustamente apprezzano gl'insegnamenti della storia e le tradizioni italiane, e non disgiungono l'amore della Chiesa dall'amore della patria, debbono riconoscere con Noi che nella concordia col Papato sta appunto per l'Italia il principio più fecondo della sua prosperità, e grandezza. « Di che è conferma il presente stato di cose. — Ornai è fuori di dubbio, e gli stessi uomini politici italiani lo confessano, che la discordia con la S. Sede non giova ma nuoce all' Italia, creandole non poche né lievi difficoltà interne ed esterne. — All interno, disgusto dei cattolici, al vedere tenute in niun conto e spregiate le ragioni del Vicario di Gesù Cristo — turbamento delle coscienze — aumento d' irreligione e d' immoralità, elementi grandemente nocivi al pubblico bene. — All'estero, malcontento de' cattolici,. che sentono compromessi insieme colla libertà del Pontefice i più vitali interessi della cristianità: — difficoltà e pericoli, che anche nell' ordine politico possono da ciò derivare all' Italia, dai quali desideriamo con tutto animo sia preservata la pa.tria nostra. -- Si faccia cessare da chi può e deve il conflitto, ridonando al Papa il posto che g!i conviene, e tutte quelle difficoltà cesseramic d'un tratto. Anzi l'Italia se ne avvantaggierebbe grandemente in tutto ciò che forma la vera gloria e felicità, di un popolo, o che merita il nome di civiltà; giacchè com' ebbe dalla ji ovvidenza in sorte di essere la nazione più vicina al Papato, cosi è destinata a riceverne più copiosamente, se non lo combatte o vi si oppone, le benefiche influenze. « Si suole opporre, che per ristabilire la sovranità pontificia si dovrebbe rinunziare a grandi vantaggi già ottenuti, non tenere alcun conto dei progressi moderni tornare indietro fino al medio evo. Ma non sono questi motivi che valgono. « A quel bene infatti :che sia vero e reale, si opporeebbe la sovranità pontificia? indubitato, che le città e le regioni già soggette al principato civile dei Pontefici furono, per ciò stesso preservate più volte dal cadere sotto dominio straniero, e conservarono sempre indole e costumi schiettamente italiani. Nè potrebbe anche oggi essere diversamente; giacché il Pontificato se per l'altra sua missione, universale e perpetua, appartiene a tutte le genti, per ragione della Sede, qui assegnatagli dalla Provvidenza , è specialmente gloria italiana. — Che se . : t,r q. vorrebbe così a mancare l'unità di Stato, Noi senza entrare in considerazioni che tocchino il merito intriseco della cosa, e solo collocandoci per poco sul terreno degli oppositori, domandiamo, se quella condizione: di unità costituisca per le nazioni un bene così assoluto che senza di esso non vi sia per loro né prosperità nè grandezza; o cosi superiore, che debba prevalere a qualunque altro. Risponde per noi il fatto di nazioni floridissime, potenti e gloriose, che pur non ebbero hanno -quella specie di unità che qui si vuole: e risponde altresi la ragion naturale che, nel conflitto, riconosce dover prevalere il bene della giustizia, primo fondamento della felicità e stabilità degli Stati; e ciò specialmente quando esso sia collegato come qui avviene, Con l'interesse altissimo della religione e di tutta quanta la Chiesa. Dinanzi al quale non è punto da esitare; chè se da parte della Provvidenza divina fu tratto di speciale predilezione verso l' Italia averle posto nel seno la grande istituzione del Pontificato, di cui qualunque nazione si sentirebbbe altamente onorata, è giusto e doveroso, che gli italiani non guardino a difficoltà per tenerlo nella condizione che gli conviene. Tanto più che senza escludere in fatto altri utili ed opportuni temperamenti, senza parlare di altri beni preziosi, l' Italia dal vivere in pace col Pontificato vedrebbe potentemente cementata l'unità religiosa, fondamento di qualunque altra, e fonte d'immensi vantaggi anche sociali. « I nemici della Sovranità Pontificia fanno appello anche alla civiltà e al progresso — Ma a bene intendersi fin sulle prime, solamente ciò che mena al perfezionamento intellettuale e morale o almeno ad esso non si oppone, può costituire per l'uomo vero progresso: e di questo genere di Civiltà non v' ha sorgente più feconda della Chiesa, la quale ha la missione di promuovere sempre l'uomo alla verita e al retto vivere. Ogni altro genere di progresso, posto fuori di questa cerchia, non è in verità che regresso e non può che degradare l'uomo e respingerlo verso la barbarie: e di questo nè la Chiesa, nè i Pontefici, sia come Papi, sia come Principi civili, potrebbero, per buona sorte dell'umanitú., farsi mai i fautori. — Ma tutto ciò, che le scienze, le arti e l'industria umana hano trovato o possono trovar di nuovo per l' utilità e le comodità della vita, tutto ciò che favorisce l'onesto commercio e la prosperità delle pubbliche e private fortune; tutto ciò che è, non licenza, ma libertà vera e degna dell' uomo, tutto è benedetto dalla Chiesa e può avere larghissima parte nel principato civile dei Papi. E i Papi, quando ne fossero di nuovo in possesso, non lascerebbero di arricchirlo di tutti i perfezionamenti di cui è capace, facendo ragione alle esigenze dei tempi, e ai nuovi bisogni della società.. La stessa paterna sollecitudine, da cui furono sempre animati verso i loro sudditi, li consiglierebbe anche al presente a rendere miti le pubbliche gravezze ; a favorire colla più larga generosità le opere caritatevoli, e gl' istituti di beneficenza ; a prendere - cura speciale delle classi bisognose ed operaie migliorandone le sorti ; a fare, in una parola, del loro civil principato, anche adesso una delle istituzioni meglio acconcie a formare la prosperità dei sudditi. Contro la quale sarebbe vano accampare I' accusa di essere parto del medio evo. — Giacché avrebbe come si è detto, i sani ed utili miglioramenti voluti dai tempi nuovi : e se nella sua sostanza, sarebbe quello che fu nell'età di mezzo, cioè una . .1**1=1.:^ or.r.:"" , .. - . - ■•• ••• ih. •1.”,0 •.• sovranità ordinata a tutelare la libertà e l'indipendenza dei Romani Pontefici nell' esercizio della loro suprema autorità, che perciò? Il fine importantissimo, a cui essa serve, i vantaggi molteplici che ne ridondano per la tranquillità del mondo cattolico e la quiete degli Stati; la maniera mite con cui si esercita, l' impulso potente che sempre ha dato ad ogni genere di sapere e di civile coltura. sono elementi, che convengono mirabilmente a tutti i tempi, siano essi gentili e tranquilli, o siano barbari e fortunosi. Sarebbe stoltezza voler sopprimerla per ciò solo' che fiori nei secoli di mezzo. — I quali, per altro, se come tutte le epoche ebbero vizi e costumanze biasimevoli ebbero pure pregi così singolari, che sarebbe vera ingiustizia disconoscerli. E più di ogni altro dovrebbe sapere appezzarli l'Italia che appunto nel corso di quei secoli, nelle scienze, nelle lettere, nelle arti, heir imprese militari e navali, nel commercio, negli ordinamenti cittadini, raggiunse tanta altezza e celebrità che non potrà, esser mai distrutta né oscurata. « Vorremmo, Signor Cardinale, che queste idee, derivate da considerazioni sì alte e che tengono contro di tutti gli interessi legittimi, penetrassero sempre più nelle menti di tutti ; e che quanti sono veri cattolici non solo, ma anche quanti amano di verace amore Italia, entrassero apertamente in queste Nostre viste e le secondassero. — Ad ogni modo col promuovore la riconciliazione col Pontificato e coll'averne indicato le condizioni fondamentali, sentiamo di aver soddisfatto ad un Nostro dovere innanzi a Dio e agli uomini, qualunque siano gli avvenimenti che seguiranno. « Quanto a Lei, siamo certi, che vorrà sempre impiegare tutta la sua intelligente attività nell' esecuzione dei disegni che in questa lettera Le abbiamo manifestato. — Ed affinchè l'opera sua torni di gran vantaggio alla Chiesa e di onore alla S. Sede, imploriamo in abbondanza sopra di Lei i lumi e gli aiuti del cielo. A pegno dei quali, ed in attestato di specialissimo affetto. Le impartiamo di cuore .1' Apostolica Benedizione. Dal Vaticano, 15 giugno 1887 LEO PP. XIII AGOSTINO DEPRETIS •M■ MI ■•••■".. Confidiamo peraltro nella misericordia di Dio, che è infinita Agostino Depretis nacque il 21 gennaio 1813 in Mezzana-Corte-Barattani, comune su quel di Stradella da onesti mercanti dí campagna, divenuti agiati nella coltivazio • ne di terre avut3 in enfiteusi daoun convento. Studiò avvocatura all'Università di Pavia. Nel 1848 fu dagli elettori di Broni eletto a far parte del Parlamento Subalpino. In tutte le altre legislature fu il rappresentante del Collegio di Stradella, quan• tunque spesso eletto anche in altri collegi. Nella Camera subalpina sedeva a sinistra. Fu avversario di Cammino Cavour. Prese parte al moto di Milano il 6 febbraio 1853. Nel 1860 Garibaldi lo scelse a prodittatore di Sicilia. I radicali gli rimproverarono Aspromonte e Lissa perocchè nell'agosto del 1862 egli era ministro dei lavori pubblici, e nel 1866 era ministro della Marina. Morto Rattazzi nel 1873 il Depretis diventò il capo della sinistra e per le crisi parlamentari del 28 marzo 1876, succedette al Minghetti, e insieme alle presidenza del Consiglio assunse il portafogli delle finanze. In questa occasione si dichiarò progressista a tutta oltranza. In seguito cominciarono contro di lui le accuse di trasformisnio, di dedizione alla destra. Lo stato di sevizio mintsteriale di Agostino Depretis é questo: dodici volte ministro e otto volte presidente del Ministero — Ministro dei lavori Pubblici (dal 4 marzo 1862 all' 8 dicembre 1862). Ministro della marina ( dal 20 giugno 1806 al 17 febbraio 1867 ) — Ministro di finanze ( dal 17 febbraio 1867 al 4 aprile 1867 ) — Presidente del Consiglio, ministro di finanze dal 25 marzo 1876 al 26 d:cembre (1877)-7-- Presidente del Consiglio, ministro degli esteri (dal 27 dicembre 1877 al 7 marzo 1878) Presidente del Consiglio, ministro degli esteri (dal dicembre 1878 al luglio 1879 ) — Ministro dell' interno (dal luglio 1879 al maggio 1881) — Presidente del Consiglio (dal maggio 1881 al 29 luglio 1887). Fin qui sarebbero otto ma bisogna notare che in questa statistica sono compresi sotto un solo ministero, i passaggi diversi e le crisi parziali nelle quali Depretis rimaneva sempre al potere volgendosi dalla sinistra al trasformisnio, e sono le crisi parziali del 22 maggio 1883 al 30 maggio 1884 — del 29 giugno 1885 — del febbraio e marzo 1887. Computando questa crisi, finite tutte quante colla riconferma di Depretis a presidente del Consiglio egli fu ministro dodici volte. • Ecco scomparso ancora con Depretis, uno dei più validi campioni che prepararono e condussero la rivoluzione in Italia: è scomparso dopo che da rivoluzionario ardito era addivenuto quasi moderatore delle passioni politiche per la fortuna degli eventi e per la grande età. Pochi uomini come Depretis tennero così lungamente il timone del potere, e pochi come lui seppero imperterriti navigare in mezzo alle lotte e burrasche politiche con maggiore abilita e scaltrezza. Bisogna però dirlo a suo onore: per esser stato per tanto tempo a capo del governo non si valse della greppia governa. tiva per arricchire come certi suoi colleghi: egli lascia una fortuna modestissima che non arriverà neppure a qualche centinaio di migliaia di lire. Depretis era massone-carbonaro ma sarebbe stato pei credenti sommo conforto l'apprendere che mori riconciliato col ministro della Chiesa Cattolica e da buon cristiano, ma purtroppo dalle notizie che ci danno i giornali, tutto fa temere che ciò non sia accaduto. Pare ormai accertato che il R. Arciprete di Stradella, già amico personale di Depretis e della famiglia, scrivesse alla sua sigaora perchè provvedesse il malato dei conforti religiosi, ma non ebbe risposta. Dopo la morte fù ricercato il concorso dell' Arciprete e del clero ma inutilmente tanto più che Depretis non volle mai contrarre matrimonio religioso : anche Mons. Vescovo di Tortona diede un riciso rifiuto percui si ebbe ricorso a Roma. Dagli ultimi telegrammi però apprendiamo che il Clero si astenne dal partecipare al trasporto funebre. not. • -••49 Cfr:. • " • •a T « •i•t ‘f Cii • t. 5...Zar,. 225 Z":"1 CS.5„: 59« 5: ~i1Mett~ "WC Nea~1~1fflè• • iii~~11.11~11~1~ ',Akar ia tio ne di io-• n, 'a3 aIn- 32 e li- isi za Ile s- CRONACA Siena — Nelle elezioni amministrative i candidati cattolici hanno nella massima parte trionfato. Fra i Consiglieri comunali è il Sig. Bargagli Presidente della Società per gli interessi cattolici, e il viceLa diocesi di Monreale in Sicilia offrirà. presidente della stessa Società, fu eletto una stola riccamente ricamata in oro soConsigliere provinciale. pra drappo in tessuto d' argento. A priRimini — Le elezioni comunali riuscirema vista sembra questo un dono modesto intieramente sfavorevoli ai radicali e ma poi disegno è lavoro artistico vera- vinse la lista concordata fra i cattolici e mente meraviglioso e di grande valore. i moderati. Il disegno, opera del celebre artista Di Catania — Continua ad infierire. il elioGiovanni palermitano è di stile bizantino lera. Il clero con alla testa l' infaticabile a vari compartimenti in cui oltre le cro- Mons. Arcivescovo Dusmet fa prodigi di ci di rito e lo stemma del Papa :sono di- carità. Pochi i giornali liberali rendono ad pinti a olio, S. Pietro , e l' Arcangelo e3S0 l' omaggi del più largo e!ogio. Gabriele, S. Paolo e l' Arcang.Ao S. RafA Paternò gli abitanti son quasi tutti faello con simboli e ornati meraviglio- fuggiti con alla testa le autorità civili : same.ite eseguiti in pittura. cholera vi prende proporzioni enormi. X Stradella — Il 4 cori': alle 10 40 ani,. Mons. Vescovo coadiutore di Strasburgo ebbe luogo il trasporto della salma di presenterà al S. Padre come omaggio Depretis il corteo era lunghissimo. .Vi dell' Alsazia cattolica una meravigliosa prese parte il Principe Amedeo che rapimitazione del celebre orologio astronomipresentava il Re, tutti i Ministri, moltis co di quella cattedrale, eseguito con rara simi Senatori Deputati, e rappresentanse pazienza da un contadino strasburghese, di associazioni. Il Clero si astenne dal parnel quale son .riprodotti i minimi particoteciparvi. Le bande militari suonavano lari dell' originale, ed è alto non meno di marce funebri. La salma fù inumata nel tre metri e mezzo. cimitero del paese. Nessun discorso. X 1:3 confermato che al letto di DepreGià, oltre a duegento vescovi hanno cotis un prete pur troppo c' era ma senza municato al Comitato centrale per le fe- collare e sottana e che non dice più Messa ste del Giubileo di Leone XIII lettere ciresso è il prete spretato Paolo Ercole decolari e pastorali scritte per eccitare i putato al Parlamento. Così la Gazzella fedeli a celebrare questa festa del loro Piemontese. padre comune. Sono già cento ventitrè i vescovi che hanno mandato collezioni di reliquie per l' altare che offrirà in dono al Santo Padre il detto comitato. Le offerte per l' Obolo di S Pietro che il comitato centrale ha già inviato alla segreteria di Stato ascendono a L. 638,540,55. Prestito Comunale — La Getta ufficiaLe società delle ferrovie Adriatiche, le ha pubblicato il decreto per il prestito Mediterranee e Sicule hanno accordato al nostro Comune. Presto, dicesi sarà pubil ribasso del 25 per 100 sulla tariffa per blicato un manifesto della Giunta contegli oggetti da spedirsi all' esposizione va- nente le proposte di sistemaziono per il prestito 1871 e colle quali si offrirà ai ticana. • portatori delle cartelle un rimborso di viGli espositori poi godranno, per un poco inferiore al prezzo d' emissione. aggio a Roma, del ribasso consueto : crediamo che sia il 75 per 100: ma di queConsiglio Comunale — Il nostro Consiglio sto riparleremo. si adunò sabato 30 luglio in seduta pubApprendiamo che il Corpo Legislativo blica nella quale dopo aver preso atto della Repubblica dell' Equatore ha all' u- di alcune deliberazioni della giunta o delnanimità stabilito di erogare una cospi- l'elezione dell' Avv. Gualtierotti Morelli a cua somma allo scopo di presentare al consigliere per la frazione di S. Giovanni S. Padre un dono in occasione del suo al Gatano e della restituzione a consigliere Giubileo sacerdotale a nome del Governo della frazione di città dell'Avv. A. Moschini e del popolo della Repubblica dell 'Equa- approvò un ordine d 1 giorno proposto dal consigliere av v. Scalvanti esprimente gratore. titudine al Sindaco, alla giunta al prefetto X Dalle Indie francesi, dalla Cina, dal e al deputato Dini per il prestito ottenuto. ;Giappone e dalla Concincina giunsero già In seduta segreta trattò affari d'indole a Roma gran numero di doni ricchissimi personale. e svariati, in avorio, porcellana, ricami piante e altre curiosità indigene. Processo Wippern - Casa d' Este — Martedi comincerà al nostro Tribunale Correzionale il processo intentato al conte Wippern e all' agente Gruidotti imputati della famosa truffa a danno della Casa d' Este per la somma di 77 mila lire. Terremo dietro pur noi a questo processo che sta per assumere proporzioni imporITALIA -tanti. Ci dicono che fra i molti testimoni Roma Il Re ha dato incarico al CriSpi citati sieno anche S. E. il Card. Hohenloe di assumere ad intgrim il portafoglio de- e Mons. Arcivescovo nostro. gli esteri e la presidenza del Consiglio, che fu da Crispi accettato. Si assicura che DIARIO SACRO questa nomina non è troppo piaciuta alla diplomazia. AGOSTO Venezia — Nelle elezioni amministrative di Domenica, ha trionfato completamente 8 Lun. Ss. Ciriaco, Largo e Smeraldo Mm. Visita pastorale in S M. Maddalena. la lista cattolica pura. Vigilia con Digiuno. Invenzione di S. Ste9 Mart. L' egregio e carissimo amico nostro, fano Protornartire e S. Romano M. Avv. Paganuzzi fu eletto Consigliere proTriduo di s. Chiara alla sua Chiesa titolare. vinciale. Fra i liberali rimasti a terra ± 10 Merc. S. Lorenzo Levita e M. Visita Pastorale Zono due deputati. al Cavillino. del Giubileo Sacerdotale del S. Padre . ui ne di Ile ti • al al Ze fire ro 7 al al te 11- te e- o- te eei 30 te ai le amileeberlidoiMI 1 Festa titolare alla prioria dei santi Stefano e Lorenzo fuori di Porta a Lucca. Il Oiov. S. Gaetano C. e Sa. Triburzìo e Susanna Mm Visita pastorale in S. Sebastian°. Al Duomo circa ore 7 poin. Tritino votivo della Madonna di Sotto gli Oegani con processione. In R. Cecilia Novena della Madonna della Salute Nella chiesa delle Salesiane alle Novena tu s. Giovanna Chantal 12 Ven 5 Chiara d'assisi V. Visita pastorale in S. Domenico. Fe ta in s Giovacchino e in s Chiara , dei RR. Spedali. Ivi si canta la messa a ore 9 e la sera si fa analoga funzione. Indulgenza Il»aria. 13 Sal). Iìgilia ron Digifino Ss. Ippolito e CaSSi8110 Mm. Festa a R. Paolo a Ripadarno, alla prioria di Iti- glione e alla piove di s. Casciano. rk 14 Dom„ XI dopo la. Peni.. s. Emidio V. e M. protettore Contro i terremoti, e S. Eusebio C. Al Duomo ti ore 11 MerSil votiva del SS. Trinità e ringraziamenti per la salvazione fle!la no3tra città nel terribile teiremoto accaduto in questo gjor110 i anno 1846. L*4 sera vespro e mattutieo solenni, indi processione all'esterno della basilica in camposanto e nel battistero; e dopo si da a baciare al popolo l'antico e miracoloso Crorilimu dei Pisani aII ltsre di s, Ranieri. . DALI A DIOGESI - Vicarllo — Ci scrivono in data 4 corr: Per l ultimo anno che staranno in carica gli utfiziali di questa venerabile Compagnia com' è di consueto vollero festeggiare pià solennemente quest' anno ultimo del loro ufficio la titolare della Chiesa Est mirabilmente parata; alla mattina 40 fra fancinlli e fanciulle fecero la loro prima Comunione per mano dell' illumo. Signor Rettore del Seminario e Collegio di S. Caterina. Prof. P. Marcacci, che con il bel discorsetto di circostanza, Commosse quanti l' ascoltarono, La messa in musica diretta dal maestro Filidei lasciò nella popolazione un impressione ottima. La mia penna mal può dipingere l'esito della processione avvenuta alla ore 7. Ben 200 coppie la componevano ed era seguita dai corpi musicali di Na.vacchio, Collesalvetti e Vicarello. Non mai come in qua' momenti appare 'sublime la Religione di Cristo che egualmente tutti commuove ed affratella Dopo le funzioni religiose le bande di Nava,cchio e Collesalvetti sul piazzale della Chiesa, ci fecero gustare belli e svariati pezzi musicali, venendo intercalati da bellissimi fuochi artificiali, diretti dal distinto artista Signor Tincolini di 141vorno. Considerata adunque nel suo insie,me, la festa non poteva riuscire nè più splendida né più degna del paese e del sentimento che lo anima. Debbo adunque tributare lode sincera al nostro esimio Parroco signor Pucci, al Camarlingo Falaschi ed al governatore Paradossi poichè oltre alla iniziativa di una tale festa, contribulrono indiscutibilmente al miraleile resultato di - - tzunente dalla cassa per proprio conto o per conto dei soci — Amministrazione di beni agricoli per conto dei soci — Macchine agrarie a nolo o in vendita — Somministrazioni di derrate e generi alimentari agli agricoltori coloni, fittaioli e lavoratori — Servizio di cassa ed esattorie — Depositi a conto corrente, a scadenza fissa e di iisparmio — Depositi a custodia ed in amministrazione -Obbligazioni — Rappresentanza d'Istituti di credito e industriali.— Operazioni 41i crediti, fondiario (Prestiti con ipoteca). Le sottoscrizioni delle azioni si ricevono alla sede della cassa in. Pisa. 17' S. Ma rtino, n. 20, primo piano. Gli uffici della cassa sono aperti dalle ora 10 alt& alle ore 2 pont. di ciasenn giorno. ;4J . Depositi «li risparmio. Per il servi4i0 (lei depositi a riTarmiu C:Ma sarà aperta anche nei giorni resi ivi dallo ore O ant. 11l14t 12 iitt' i. ììgì Sii i depositi a risparmio la cassa corrisponde l'interesse del 4,25 por cento. Depositi in conto corrente. Sui depositi a conto corrente la cassa cor- risponde l'interesse del 3,25 per cento: Sonò pagabili a vista fino a L. 3900 con tre giorni di preavviso L. 5000. ; Depositi fruttiferi. Interesse 4,50 per cento ritiro con preavviso di 15 giorni. •til• Conti correnti vincolati. Per tre mesi, interesse 4,60 per cento. Disdetta 15 giorni prima della scadenza. Per sei mesi, interesse 4,75 per cento Di- sdetta 20 giorni prima della scadenza. Per un anno, interesse 5 per cento. Disdetta 30 giorni prima della scadenza. Buoni frutti I eri a scadenza fissa. A sei mesi, interesse 4,60 per cento. A un anno, interesse 4,75 per cento. Non si emettono buoni per somma inferiore a L. 2000. Firenze, 15 agosto 1585. Sigg ScoTT e BOWNE, Il sottoscritto dichiara di avere più volte prescritto l'uso dell' EmuLviose &o«, come medicamento ricustituente, e di aere riscontrato in genere esser niegho tollecata del solo Olio di fegato di merluzzo. Dott. MANASSE OTTOLEN0111. Via Presto N" I. essa, OCUSi0113 dll rue per sempre L' attraente speculazione che tanto profletta riuscì per il passato ai compratori dei biglietti della Lotteria di Verona e di quella di S Margherita non si può più tentare che una sola vola, acquistando cio i biglietti dell' Ultima Lotteria autorizzata dal Governo Ital. esente dalla tassa stabilita colla legge 2 aprile 1886. Ogni biglietto concorre per intero a tutti i premi di cui il massimo é di 100,00() lire e il minimo di 50. Con cinque biglietti si pui vincere da un premio massimo di 200,000 lire a uno minimo di 250, Con dieci biglietti premi minimi per L. 500 a un massimo di 250.000 Con cinquanta biglietti premi minimi per L. 2500 a un massimo di L. 297,500. Con cento biglietti premi minimi per L. 5000 a un massimo di L. 304,500. CASg W11,1(01A 1NDESTIIRLE SOCIETÀ ANONIMA POPOLARE COOPERATIVA 111,TIMA ILTE111,A ITALIANA_ AUTORIZZATA DAL REMO )V2RNO Esente dalla Tassa stabilita colla Lede Nain. 3754, Serie 3' 2 Agile 1836 Premi ufficiali pagabili in contanti senza alcuna ritenuta, da L. 100,000 50, 000, 20, 000, 15, 000 10, 000, 5,000,1,000, 500,100 e 50 minimo l' intero importo dei quali trovasi depositato presso la I3ANCA. SUBALPINA e di MILANO, Società. Anonima Capitale VENTI MILIONI Versati Ogni Biglietto costa UNA LIRA A CAPITALE ILLIMITATO costituita con atto 17 luglio 1886 Sede in Pisa, con succursali e agenzie a Calci, Rosignano Marittimo. Viareggio e Volterrs. corricicondenti della Banca Nazionale nel Regno d'Italia. Situazione al 16 Lnglio 1887. Capitale sottoscritto . . • . L. 410,900,00 » 287,238,00 Id. versato Viilore nominale dell'azione L. 100,00 Clpera,zioni della cassa. Sconti — Conti correnti con garanzia — Anticipazioni contro pegno — Anticipazione dei canoni d'affitto — Mutui per miglioramenti agricoli e trasformazioni di coltura Mi,glierameati agricoli e affitti eseguiti diret- — e concorre per intero a tutti i premi I GRUPPI da 5, IO, 50, e 100 Biglietti del prezzo di 5, 10, 50 e 100 lire possono vincere rispettivamente da L. 250 a 200000 500 a 250000 2500 a 297500 55 5000 a 304500 ì T: ......... .... .e••• • _ I Biglietti si Vendono In GENOVA presso la Banca Fratelli CASA RETO di Francesco incaricata dell'Emissione. In TORINO e MILANO presso la BANCA SUBALPINA e di MILANO. In PISA presso Simonelli e C. Nelle altre Città presso i principali BANCHIERI e CAMBIOVALUTE. p a VARIETÀ ARCHEOLOGIA. Antica città romama. — Il Governatore della Dalmazia ha assistito il 6 corrente all'apertura solenne degli scavi dell'antica città romana Aperia presso Benkovac, nel distretto di Zara. La viennese Deutsche Zeitung c'informa ora che il vero nome di questa città è Asseria, e non Aperia, e che di essa fecero menzione Ptolomeo e Plinio. Questa Le inserzioni sin ANTICA FONTE P.EJO città non deve essere stata di poca importanza, giacchè il poligono colle mura di cinta misura 3600 piedi in circuito. Le mura hanno uno spessore di oltre 3 metri e sorgono dal suolo in certi punti fino all'altezza di 8 metri. Si vedono ancora le vestigia di una porta di città. Plinio denominò gli abitanti di essa immunesque Asseriates. Si crede che essa sia stata distrutta dagli Avari nel tempo che vennero distrutte da loro Salona, Aenona ed altre città romane della Dalmazia. Il sepolcro dei duchi Riccardo e Bevino — Eseguendosi dei lavori nella cattedrale di Winchester si rinvenne un sepolcro contenente una cassa mortuaria di piombo. In questa cassa si trovarono gli scheletri del duca Riccardo, figlio del re Guglielmo I. detto il conquistatore, e lo scheletro del duca Bevino, nipote del re Kanuto di Danimarca. L'iscrizione ricorda che il duca Riccardo venne ucciso alla caccia da un cervo. U AQUA FERRUGINOSA, UNICA PER LA CURA A DOMICILIO gr< Medaglia alle Esposizioni di Milano, Francoforte s. l'i., Trieste, Nizza, I Torino e Accademia Nazionale di Parigi. Il signor Bellocari di Verona prese in affitto dal Comune di Pejo una Fonte, alla quale il Governo. a garanzia del pubblico, impose il nome di Fotaanino di Pejo per distinguerla dalla rinómata Antica Fonte di Pejo, dove da secoli vi sono gli Stabilimenti di cura e accorono migliaia di persone. Il Bellocari non avendo smercio della detta Acqua per la sua inferiorità e offrendola col suo vero nome, inventò di sostituire sulle etichette delle bottiglie e sui stampati quello di Unica vera Fonte di Pejo conservando, per la legalità, sulla capsula, il nome di Fontanino in carattere microscopico onde non sia veduto. Con questo cambiamento i suoi depositari si permet- rì tono di venderla per Acqua dell't«An ica Fonte di Pejo a chi domanda loro semplicemente Acqua Pejo avendone maggior guadagno. Onde togliere ai venditori del!' Aqua del Bellocari la possibilità d' ingannare il pubblico, la sottoscritta Direzione prega di chiedere sempre Aqua dell' Antica Fonte di Pejo ed esigere che ogni bottiglia abbia etichetta e capsula con sopra Antica Fonte F'ejo Borghetti. BURCHI Gerente responsabile gratuito - - - (12)La Direzione C. BORGHETTI Tipografia Ungher e Cc. b dalla Francia si ricevono solo presso l' Agence principale de Pubblicité E. E. 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Da lungo tempo oppresso da malattia nervosa, cattiva digestione, debolezza e vertigini, trovai un gran vantaggio con l'uso della vostra deliziosa e salutifera farina la Revalenta Arabira, non trovando altro rimedio più efficace di questo ai miei malori. Notaio PIETRO PORCHEDDU t presso l'Avv. Stefano Uscii, Sindaco di Sa seri Cura N.78,910.- Fossombrone (Marche) 1. aprile 1872. — Una donna di nostra famiglia, Agata Taroni, da molti anni soffriva forte tosse, con vomiti di sangue, debolezza per tutto il corpo, specialmente alle gambe, dolori alla testa ed nappetenza. I medici tentarono molti rimedi indaruo, ma :... .. :-. - i ' 0(12000(1)(D 3-- - - t) - :2 to 2.> 0 ...z 7.,_.- cQ ;-. z Na > -il . . -... G - O °: „, 2 b 1L-SATA2 - C2.. I O , -Ó ' 2 •••• — 5 5* kz . -- : „:2, > «. 4 g> t • 9 "S 04 .>: .2 Y = e••• c.i , Z 13 C '5 3 „ k 0 3. 3 rl o — 0 (D ■ 17 :2* -e; mi í7 r-9 E 3 e -.(í. o o ';.., o •1 .:8'o a = E > .. bee«, _eco 00g:. Fr, ` 1.7:' O ce -- —N >-W -23 ezI •ri ^2, ft - Z C-5 O M 1Y`'_ . P `. Z n'l e i a_. -"P"ffi J. . O SI i .•—• . 2,z,c - E .r.. :.-. 0 ,2):- a' ri:. ,.<. - ..-.3 . - n. 2P... s....,'. m a A. st CDDPil , " in CD ci, Zi CD f=t+ •• o ,E . r c N N CL: I I o ó == l7y 11~~1t001~11~11.1 \ - t'll't -i i ,„..„, ... r 1 - Ø°.ii1~~110-141~redl Esposizione 1878 Bossi Medaglia d'oro classe 52 — Diploma d' onore del 1859 e 1876. MAPHINA ORIZZONI ALE MACCHINA VERTICALE MACCHINA ORIZZONTALE Cura N. 46,260. — Sig. Roberts, da consunzione pohnonere, con tosse vomiti, costipazione e sordità di 25 anni. Cura N. 49,522. — Il sig. Baldwin, da estenuatezza, completa paralisia della vescica e delle membra per eccessi di gioventù. Cura N. 65,184. — Prunetto , 24 ottobre, 1866. — Le posso assicurare che da due aani, usando questa meravigliosa Revalenta, non sento più alcun incomodo della vecchiaia, ne il peso deiniiei 84 anni. Le mie gambe diventa nono forti, la mia vista non richiede più occhiali , il mio stomaco e robusto come ai 30 anni. Io mi sento insomma ringiovanito, e predico, confesso, visito amnialati, faccio e sentomi chiara la mente viaggi a piedi anche e fresca la memoria. . Locomobile o su pattini Caldaia a fiamma diretta da 3 a 30 cavalli Da 1 a 20 cavalli Locomobile o su pattini Caldaia.con fiamma di ritorno da 5 a 50 cavaili. lunghi, D. CASTE:LLI Toeled. Arcipr. di Pruneto. Cura N. 67,321. — Bologna 8 settembre 1869. — In seguito a febbre miliare caddi in stato di completo deperimento, soffrendo continuamente di infiammazione di ventre, colica d'utero, dolori per tutto il corpo, sudori terribili, tanto che scambiato avrei la mia età di venti anni con quelli di una vecchia di ottanta, pure di avere un po' dì salute. Per grazia di Dio la mia povera madre mi fece prendere la sua Revalenta Arabica, la quale mi ha ristabilita, e quindi ho creduto mio dovere ringraziarla per la recuperata salute che a lei debbo. Tutte queste Macchine sono prante per la consegna. - Invio di prospetti dettagliati DITTA J. HERMAN LACHAPELLE J. BOTJET & C., Successori ingegneri meccanici. - 31 32, rue Boinod (boulev. Ornano, 4-6), Parigi, già rue du Faub.-Poissonniére - GOTT E REU ATI 408 via, S. Isaia. Quattro volte più nutritiva che la carne, economizza anche 50 volte il suo prezzo in altri rimedii. CLEMENTINA SARTI, prezzo %.? go nrir - della FaC°Ita di Parigi. oilari•sce oli accessi comee per incanto. (2 O 3 cucchiaiate da catré bastano Per li. Liquore 2 togliere i oli violenti dolori.) Le Pillole, depurative, , revengono il ritorno degli acresst. Unisti' D' NÉLT Questa perfcaainente innocua. è ra .cottnnandata AON e dai principi della niedielin. 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