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ANNO XIV
Nubi.
Pisa, '7 Agosto 188'7
3(1
Abbonamento Dostale
Abbonamento postale
•
AVVERTENZE
PREZZO D'ASSOCIAZIONE
Il Giornale si pubblica ogni Domenica
A domicilio in tutta l'Italia ; Anno
L. 4,60 — Semestre L. 2,30 — Trii lesive
L. 1,15 — All' I 'ftizio : Anno L 1,00 —
Semestre L. 2,00 — Trimestre L. 1,00 —
Per l' lestero aumento di spesa pos ale.
Direzione e Amministrazione Via San
Giuseppe N. 18 — Le lettere non francate
si respingono — I manoscritti ancorche
non pubblicati non si restituiscono — Si
rende conto dei libri e giornali rimessi
all' Uffizio, se conformi allo spirito del
periodico.
Un numero separato cent.
Annunzi ed inserzioni Cent. 15 per linea
■111.
••■•■•
PERIODICO SETTIMANALE
4, Benedico tutti gli associati alla CROCE PISANA coraggio.
Deus Iros benedicat, dummodo Verttas praecedat, comitetur et sequatur. P. PP. IX
Lvorta XIII al Direttore (16 Ottobre 1881).
Croce
Pisana)
agli
Scrittori
della
(Pio fx
.
La lEtten del Salito Pah
AL CARDINALE RAMPOLLA
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Questa lettera di cui facemmo
menzione nel nuniero decorso, veniva diretta a mò d'istruzione dal
S. Padre all' Emo Rampolla al.lorchè lo nominava Segretario di Stato.
Sua Santità comincia col parlare
delle varie nazioni d'Europa e d'Amanica. Viene quindi a trattare dell' Italia, e noi crediamo opportuno
di riportare tutto ciò che si riferisce
alla patria nostra, non potendo per
la ristrettezza del nostro giornale
riprodurre la lettera per intiero.
« Vi ha un altro punto, dice il Santo
Padre, che richiama a sè di continuo la
nostra attenzione, ed è per noi e per la
nostra apostolica autorità del più alto interesse; intendiamo dire del!' attuale nostra condizione in Roma a cagione della
funesta discordia tra l' Italia, qual'è ora
officialmente costituita e il romano Pontificato — Vogliamo in argomento si grave
aprirle pienamente il nostro pensiero.
« Più volte abbiamo espresso il desiderio
di vedere finalmente composto il dissidio:
ed anche recentemente, nell' Allocuzione
Concistoriale del 23 maggio decorso, abbiamo attestato l' animo nostro propenso
ad estendere l'opera di pacificazione, come
alle altre nazioni, cosi in modo speciale
all'Italia per tanti titoli a noi cara e strettamente congiunta. — Qui però per giungere a stabilire la concordia non basta,
come altrove, provvedere a qualche interesse religioso in particolare; modificareo abrogare leggi ostili, scongiurare disposizioni contrarie che si minaccino; ma si
richiede inoltre e principalmente, che sia
regolata come conviene la condizione del
capo supremo della Chiesa, da molti anni
per violenze ed ingiurie addivenuta indegna di lui, ed incompatibile colla libertà
dell'Apostolico officio. — Per questo nella
citata Allocuzione avemmo cura di mettere a base di questa pacificazione la giustizia, e la dignità della Sede Apostolica,
e di reclamare per noi uno stato di cose,
nel quale il romano Pontefice non debba
essere soggetto a nessuno, ed abbia a godere di una piena e non illusoria libertà.
Non v' era luogo a fraintendere le nostre parole e molto meno a snaturarle,
torcendole ad un significato del tutto contrario al nostro pensiero. Da quelle usciva
evidente il senso inteso da noi, essere cioè
condizione indispensabile alla pacificazione
in Italia, rendere al romano Pontefice una
vera sovranità. Giacchè nello stato presente di cose è chiaro che noi siamo più
che in potere nostro in potere di altri,
dal cui volere dipende di variare, quando
e come piaccia, secondo il mutar degli
uomini e delle circostanze, le condizioni
cn
stesse della nostra esistenza. rerivs in
aliena polestate sumus, tfitain nostra come più volte abbiamo ripetuto. E per ciò
sempre, nel corso del nostro Pontificato,
secondo che era debito nostro, abbiamo
rivendicato pel romano Pontefice un'effettiva sovranità, non per ambizione, ne a
scopo di terrena grandezza, ma come vera
ed efficace tutela della sua indipendenza
e libertà,.
« Infatti l'autorità del sommo Pontificato
istituita da Gesù Cristo e conferita a S.
Pietro, e per esso ai suoi legittimi successori, i romani Pontefici, destinata a continuare nel mondo, fino alla consumazione
d( i secoli, la missione riparatrice del Figlio di Dio, arricchita delle più nobili
prerogative, dotata di poteri sublimi, propri e giuridici, quali si richiedono pel
governo di una vera e perfettissima società, non può per la sua stessa natura
e per espressa volontà del suo divin fondatore sottostare a veruna potestà terrena, deve anzi godere della più piena libertà, nell'esercizio delle sue eccelse funzioni.
— E poiché da questo supremo potere e
dal libero esercizio di esso dipende il bene
di tutta quanta la Chiesa era della più
alta importanza, che la nativa sua indipendenza e libertà fosse assicurata, garantita, difesa attraverso i secoli, nella
persona di chi ne era investito, con quei
mezzi che la divina provvidenza avesse
riconosciuti acconci ed efficaci allo scopo.
— E cosi, uscita la Chiesa vittoriosa dalle
lunghe ed acerbe persecuzioni dei primi
secoli, quasi a manifesto suggello della
sua divinità; passata l' età,, che può dirsi
di infanzia, e ginnto per essa il tempo di
mostrarsi nel pieno sviluppo della sua
vita, cominciò pei Pontefici di Roma una
condizione speciale di cose, che a poco a
poco, poi concorso di provvidenziali circostanze, fini collo stabilimento del loro
Principato civile. Il quale con diversa forma ed estensione, si è conservato pur tra
le infinite vicende di un lungo corso di
secoli fino a' di nostri, recando all' Italia
e a tutta l'Europa, anche nell'ordine politico e civile. i più segnalati vantaggi. —
Sono glorie dei Papi e del loro Principato
i barbari respinti od inciviliti; il despo tismo combattuto e frenato; le lettere le
arti, -le scienze promosse; le libertà dei
Comuni, le inprese contro i Musulmani
quando erano essi i più temuti nemici
non solo della Religione, ma della civiltà
cristiana e della tranquillità dell'Europa.
— Una istituzione sorta per vie si legittime e spontanee, che ha per se un possesso pacifico ed incontestato di dodici
secoli, che contribuì potentemente alla
propagazione della fede e della civiltà che
si è acquistata tanti titoli alla riconoscenza dei popoli, ha più di ogni altra il diritto di essere rispettata e mantenuta:
nè perché una serie di violenze e d' ingiustizie e giunta ad opprimerla, possono
dirsi cambiati, riguardo ad essa, i disegni
della Provvidenza. — Anzi se si considera
che la tterra mossa al Principato civile
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dei Papi, fu opera sempre dei nemici della
Chiesa e in qu. se ultimo tempo opera
principale delle sétte, che, coll'abbattere
il dominio temporale, . intesero spianarsi
la via ad assalire e combattere Io stesso
spirituale potere dei Pontefici, questo stesso conferma chiaramente essere anche
oggi, nei disegni della Provvidenza, la sovranità civile dei Papi ordinata, come
mezzo al regolare esercizio del loro potere Apostolico, come quella che ne- tutela
efficacemente la libertà e l' indipendenza.
« Quanto si dice in generale del civil
Principato dei Pontefici, vale a più forte
ragione ed in modo speciale di Roma. I
suoi destini si leggono chiaramente in
tutta la sua storia; che, come nei consigli delle Provvidenza tutti gli umani avvenimenti furono ordinati a Cristo e alla
Chiesa, così la Roma antica e il suo impero furono stabiliti per la Roma cristiana;
e non senza speciale disposizione a quella
metropoli del inondo pagano, rivolse i
passi il Principe degli Apostoli S. Pietro
per divenirne il Pastore e trasmetterle
in perpetuo 1' autorità del supremo Apostolato. -- Per tal guisa le sorti di Roma
furono legate, di una maniera sacra ed
indissolubile. a quelle del vicario di Gesù
Cristo; e quando, allo spuntare di tempi
migliori, Costantino il grande volse l'anime a trasferire in Oriente la sede del
romano impero con fondamento di verità
può ritenersi, che la Mano della Provvidenza lo guidasse, perchè meglio si compissero sulla Roma dei Papi i nuovi destini.
Certo è che dopo quell'epoca, col favore
dei tempi e delle circostanze, spontaneamente, senza offesa e senza opposizione
di alcuno, p:r le vie più legittime i Pontefici iie divennero anche civilmente signori, e come tali la tennero fino ai di
nostri. — Non occorre qui ricordare gli
immensi beneficii e le glorie procacciate
dai Pontefici a questa loro prediletta città,
glorie e benefici che sono scritti del resto
a cifre indelebili, nei monumenti e nella
storia di tutti i secoli. È pur superfluo
notare, che questa Roma porta in ogni
sua parte profondamente scolpita l' impronta Papale; e che essa appartiene ai
Pontefici per tali e tanti titoli, quali nessun Principe ha mai avuto su qualsivoglia
città del suo regno. — Importa però grandemente osservare, che la ragione della
indipendenza e della libertà Pontificia nell'esercizio dell'apostolico ministero, piglia
una forza maggiore e tutta propria quando si applica a Roma, sede naturale dei
Sommi Pontefici, centro della vita della
Chiesa, capitale del mondo cattolico.
« Qui dove il Pontefice ordinariamente
dimora, dirige, ammaestra, comanda affinché i fedeli di tutto il mondo possano
con piena fiducia e sicurtà prestargli l'ossequio, la fede, l' obbedienza che in coscienza gli debbono, qui a preferenza, è
necessario, che Egli sia posto in tale condizione d' indipendenza, nella quale non
solo non sia menomamente impedita da
chicchessia la sua libertà, ma sia pure
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evidente a tutti che non lo il, e ciò non
per una condizione transitoria e mutabili
ad ogni evento ma di natura sua stabile
e duratura. Qui più che altrove, deve
essere pozsibile e senza timore d'impedimenti, il pieno esplicamento della vita
cattolica, la solennità, del culto, il rispetto
e la pubblica osservanza delle leggi della
Chiesa, l' esistenza tranquilla e legale di
tutte le istituzioni cattoliche.
« Da tutto ciò é agevole comprendere,
come s' imponga ai romani Pontefici, e
quanto sia sacro per essi il difendere e
mantenere la civile sovranità e le sue
ragioni; dovere reso anche più sacro dalla
religione del giuramento. Sarebbe follia
pr:tendere, che essi consentissero a sacrificare colla sovranità civile, ciò che
hanno di più caro e prezioso vogliam
dire la propria libertà nel governo della
Chiesa, per la quale i loro predecessori
hanno in ogni occasione si gloriosamente
combattuto.
« Noi certo col divino aiuto non falliremo al nostro dovere, e fuori del ritorno
ad una vera ed effettiva sovranità,' qual
si richiede dalla Nostra indipendenza e
dalla dignità del Seggio Apostolico, non
veggiamo altro adito aperto agli accordi
e alla pace. — La stessa cattolicità tutta
quanta, sommamente gelosa della libertà
(lei suo Capo, non Si acquieterà giammai
finché non vegga farsi ragione ai giusti
reclami di Lui.
« Sappiamo che uomini politici, dalla
evidenza delle cose costretti a riconoscere
che la condizione presente non è quale
si converrebbe al romano Pontificato, van ino escogitando altri progetti ed espedienti'
per migliorarla. Ma sono questi vani ed li
inutili tentativi ; e tali saranno tutti quellí i i '
di simil natura, che sotto speciose appal'` i
ronzo lasciano di fatto il Pontefice in m
istato di vera e reale dipendenza. Il difetto sta nella natura stessa delle cose,
quali sono ora costituite, e nessun estrinseco temperamento o riguardo che si usì'
può mai valere a rimuoverlo. — É ovvi
invece prevedere dei casi, in cui la con• i •
dizione del Pontefice diventi anche p2g .2-' !1
giore, sia per la prevalenza di elementi
sovversivi e di uomini che noa dissimu- " I
lano i loro propositi contro la persona
l'autorità del Vicario di Cristo ; sia per' d
avvenimenti guerreschi e per le molte-"
plici complicazioni, che da questi potrebj"
bere nascere a suo danno. — Fino ad ora .
I' unico mezzo, di cui si è servita la Provvidenza per tutelare, conio si conveniva,*
la libertà, dei Papi, é stata la loro teni-'
porale sovranità; e quando questo mezzo'.1 ' 3
mancò, i Pontefici furono sempre o per-" 1
seguitati, o prigioni, o esuli, o certo
condizione di dipendenza ed in continud"
pericolo di vedersi respinti sopra l' una
o l' altra di queste vie. — È la storia
tutta la Chiesa che lo attesta.
« Si spera pure e si fa assegnamento'
sul tempo, quasi che, col prolungarsi pos- tu i'
sa divenire accettabile la condizione prosente. — Ma la causa della loro libert;:ì
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è pei Pontefici e per la cattolicità tutta
quanta, interesse primo e vitale; e quindi
si può esser certi, che essi la vorranno
garantita sempre e nel modo più sicuro.
Quei che la sentono diversamente, non
conoscono o fingono di non conoscere di
quale natura sia la Chiesa, quale e quanta
la sua potenza, religiosa morale e sociale,
cui né le ingiurie del tempo, né la prepotenza degli uomini varranno mai a fiaccare. Se di ciò si rendessero conto ed avessero
senno veramente politico, essi non penserebbero solo al presente, nè si affiderebbei o a fallaci speranze per l' avvenire ;
ma col dare essi stessi al Pontefice romano quello che Egli a buon dritto reclama,
toglierebbero una condizione di cose piena
d'incertezze e di pericoli, assicurando per
tal guisa i grandi interessi e le sorti stesse
dell' Italia.
.8 Non é da sperare, che questa Nostra
parola sia intesa da quegli uomini, che
sono cresciuti nell' odio contro la Chiesa
e il Pontificato: costoro, a dir vero, come
odiano la religione, così non vogliono il
vero bene della loro terra natale. Ma
coloro, che non imbevuti da vieti pregiudizi, né animati da spirito irreligioso, giustamente apprezzano gl'insegnamenti della
storia e le tradizioni italiane, e non disgiungono l'amore della Chiesa dall'amore
della patria, debbono riconoscere con Noi
che nella concordia col Papato sta appunto
per l'Italia il principio più fecondo della
sua prosperità, e grandezza.
« Di che è conferma il presente stato
di cose. — Ornai è fuori di dubbio, e gli
stessi uomini politici italiani lo confessano,
che la discordia con la S. Sede non giova
ma nuoce all' Italia, creandole non poche
né lievi difficoltà interne ed esterne. —
All interno, disgusto dei cattolici, al vedere tenute in niun conto e spregiate le
ragioni del Vicario di Gesù Cristo —
turbamento delle coscienze — aumento
d' irreligione e d' immoralità, elementi
grandemente nocivi al pubblico bene. —
All'estero, malcontento de' cattolici,. che
sentono compromessi insieme colla libertà
del Pontefice i più vitali interessi della
cristianità: — difficoltà e pericoli, che
anche nell' ordine politico possono da ciò
derivare all' Italia, dai quali desideriamo
con tutto animo sia preservata la pa.tria nostra. -- Si faccia cessare da chi
può e deve il conflitto, ridonando al Papa
il posto che g!i conviene, e tutte quelle
difficoltà cesseramic d'un tratto. Anzi l'Italia se ne avvantaggierebbe grandemente
in tutto ciò che forma la vera gloria e
felicità, di un popolo, o che merita il nome di civiltà; giacchè com' ebbe dalla
ji ovvidenza in sorte di essere la nazione
più vicina al Papato, cosi è destinata a
riceverne più copiosamente, se non lo
combatte o vi si oppone, le benefiche influenze.
« Si suole opporre, che per ristabilire
la sovranità pontificia si dovrebbe rinunziare a grandi vantaggi già ottenuti, non
tenere alcun conto dei progressi moderni
tornare indietro fino al medio evo. Ma
non sono questi motivi che valgono.
« A quel bene infatti :che sia vero e
reale, si opporeebbe la sovranità pontificia?
indubitato, che le città e le regioni
già soggette al principato civile dei Pontefici furono, per ciò stesso preservate
più volte dal cadere sotto dominio straniero, e conservarono sempre indole e
costumi schiettamente italiani. Nè potrebbe anche oggi essere diversamente; giacché il Pontificato se per l'altra sua missione, universale e perpetua, appartiene
a tutte le genti, per ragione della Sede,
qui assegnatagli dalla Provvidenza , è
specialmente gloria italiana. — Che se
.
:
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vorrebbe così a mancare l'unità di Stato,
Noi senza entrare in considerazioni che
tocchino il merito intriseco della cosa, e
solo collocandoci per poco sul terreno
degli oppositori, domandiamo, se quella
condizione: di unità costituisca per le
nazioni un bene così assoluto che senza
di esso non vi sia per loro né prosperità
nè grandezza; o cosi superiore, che debba
prevalere a qualunque altro. Risponde
per noi il fatto di nazioni floridissime,
potenti e gloriose, che pur non ebbero
hanno -quella specie di unità che qui si vuole: e risponde altresi la ragion naturale che, nel conflitto, riconosce dover
prevalere il bene della giustizia, primo
fondamento della felicità e stabilità degli
Stati; e ciò specialmente quando esso sia
collegato come qui avviene, Con l'interesse altissimo della religione e di tutta
quanta la Chiesa. Dinanzi al quale non è
punto da esitare; chè se da parte della
Provvidenza divina fu tratto di speciale
predilezione verso l' Italia averle posto
nel seno la grande istituzione del Pontificato, di cui qualunque nazione si sentirebbbe altamente onorata, è giusto e
doveroso, che gli italiani non guardino a
difficoltà per tenerlo nella condizione che
gli conviene. Tanto più che senza escludere in fatto altri utili ed opportuni temperamenti, senza parlare di altri beni
preziosi, l' Italia dal vivere in pace col
Pontificato vedrebbe potentemente cementata l'unità religiosa, fondamento di qualunque altra, e fonte d'immensi vantaggi
anche sociali.
« I nemici della Sovranità Pontificia
fanno appello anche alla civiltà e al progresso — Ma a bene intendersi fin sulle
prime, solamente ciò che mena al perfezionamento intellettuale e morale o almeno ad esso non si oppone, può costituire per
l'uomo vero progresso: e di questo genere
di Civiltà non v' ha sorgente più feconda
della Chiesa, la quale ha la missione di
promuovere sempre l'uomo alla verita e
al retto vivere. Ogni altro genere di
progresso, posto fuori di questa cerchia,
non è in verità che regresso e non può
che degradare l'uomo e respingerlo verso
la barbarie: e di questo nè la Chiesa, nè
i Pontefici, sia come Papi, sia come Principi civili, potrebbero, per buona sorte
dell'umanitú., farsi mai i fautori. — Ma
tutto ciò, che le scienze, le arti e l'industria umana hano trovato o possono trovar
di nuovo per l' utilità e le comodità della
vita, tutto ciò che favorisce l'onesto commercio e la prosperità delle pubbliche e
private fortune; tutto ciò che è, non
licenza, ma libertà vera e degna dell' uomo, tutto è benedetto dalla Chiesa e può
avere larghissima parte nel principato
civile dei Papi. E i Papi, quando ne fossero di nuovo in possesso, non lascerebbero
di arricchirlo di tutti i perfezionamenti
di cui è capace, facendo ragione alle esigenze dei tempi, e ai nuovi bisogni della
società.. La stessa paterna sollecitudine,
da cui furono sempre animati verso i
loro sudditi, li consiglierebbe anche al
presente a rendere miti le pubbliche gravezze ; a favorire colla più larga generosità le opere caritatevoli, e gl' istituti di
beneficenza ; a prendere - cura speciale
delle classi bisognose ed operaie migliorandone le sorti ; a fare, in una parola,
del loro civil principato, anche adesso
una delle istituzioni meglio acconcie a
formare la prosperità dei sudditi.
Contro la quale sarebbe vano accampare
I' accusa di essere parto del medio evo.
— Giacché avrebbe come si è detto, i
sani ed utili miglioramenti voluti dai tempi nuovi : e se nella sua sostanza, sarebbe
quello che fu nell'età di mezzo, cioè una
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sovranità ordinata a tutelare la libertà
e l'indipendenza dei Romani Pontefici nell' esercizio della loro suprema autorità,
che perciò? Il fine importantissimo, a cui
essa serve, i vantaggi molteplici che ne
ridondano per la tranquillità del mondo
cattolico e la quiete degli Stati; la maniera mite con cui si esercita, l' impulso
potente che sempre ha dato ad ogni genere di sapere e di civile coltura. sono
elementi, che convengono mirabilmente
a tutti i tempi, siano essi gentili e tranquilli, o siano barbari e fortunosi. Sarebbe
stoltezza voler sopprimerla per ciò solo'
che fiori nei secoli di mezzo. — I quali,
per altro, se come tutte le epoche ebbero
vizi e costumanze biasimevoli ebbero pure
pregi così singolari, che sarebbe vera
ingiustizia disconoscerli. E più di ogni
altro dovrebbe sapere appezzarli l'Italia
che appunto nel corso di quei secoli, nelle
scienze, nelle lettere, nelle arti, heir imprese militari e navali, nel commercio,
negli ordinamenti cittadini, raggiunse tanta altezza e celebrità che non potrà, esser
mai distrutta né oscurata.
« Vorremmo, Signor Cardinale, che
queste idee, derivate da considerazioni sì
alte e che tengono contro di tutti gli
interessi legittimi, penetrassero sempre
più nelle menti di tutti ; e che quanti
sono veri cattolici non solo, ma anche
quanti amano di verace amore Italia,
entrassero apertamente in queste Nostre
viste e le secondassero. — Ad ogni modo
col promuovore la riconciliazione col Pontificato e coll'averne indicato le condizioni
fondamentali, sentiamo di aver soddisfatto
ad un Nostro dovere innanzi a Dio e agli
uomini, qualunque siano gli avvenimenti
che seguiranno.
« Quanto a Lei, siamo certi, che vorrà
sempre impiegare tutta la sua intelligente
attività nell' esecuzione dei disegni che
in questa lettera Le abbiamo manifestato.
— Ed affinchè l'opera sua torni di gran
vantaggio alla Chiesa e di onore alla S.
Sede, imploriamo in abbondanza sopra di
Lei i lumi e gli aiuti del cielo. A pegno
dei quali, ed in attestato di specialissimo
affetto. Le impartiamo di cuore .1' Apostolica Benedizione.
Dal Vaticano, 15 giugno 1887
LEO PP. XIII
AGOSTINO DEPRETIS
•M■ MI
■•••■"..
Confidiamo peraltro nella misericordia
di Dio, che è infinita Agostino Depretis nacque il 21 gennaio
1813 in Mezzana-Corte-Barattani, comune
su quel di Stradella da onesti mercanti dí
campagna, divenuti agiati nella coltivazio •
ne di terre avut3 in enfiteusi daoun convento.
Studiò avvocatura all'Università di Pavia.
Nel 1848 fu dagli elettori di Broni eletto a far parte del Parlamento Subalpino.
In tutte le altre legislature fu il rappresentante del Collegio di Stradella, quan•
tunque spesso eletto anche in altri collegi.
Nella Camera subalpina sedeva a sinistra. Fu avversario di Cammino Cavour.
Prese parte al moto di Milano il 6 febbraio 1853.
Nel 1860 Garibaldi lo scelse a prodittatore di Sicilia.
I radicali gli rimproverarono Aspromonte e Lissa perocchè nell'agosto del 1862
egli era ministro dei lavori pubblici, e
nel 1866 era ministro della Marina.
Morto Rattazzi nel 1873 il Depretis diventò il capo della sinistra e per le crisi
parlamentari del 28 marzo 1876, succedette al Minghetti, e insieme alle presidenza
del Consiglio assunse il portafogli delle
finanze.
In questa occasione si dichiarò progressista a tutta oltranza.
In seguito cominciarono contro di lui
le accuse di trasformisnio, di dedizione
alla destra.
Lo stato di sevizio mintsteriale di
Agostino Depretis é questo: dodici volte
ministro e otto volte presidente del Ministero — Ministro dei lavori Pubblici (dal
4 marzo 1862 all' 8 dicembre 1862). Ministro della marina ( dal 20 giugno 1806 al
17 febbraio 1867 ) — Ministro di finanze
( dal 17 febbraio 1867 al 4 aprile 1867 )
— Presidente del Consiglio, ministro di finanze dal 25 marzo 1876 al 26 d:cembre
(1877)-7-- Presidente del Consiglio, ministro
degli esteri (dal 27 dicembre 1877 al 7
marzo 1878) Presidente del Consiglio, ministro degli esteri (dal dicembre 1878 al
luglio 1879 ) — Ministro dell' interno (dal
luglio 1879 al maggio 1881) — Presidente
del Consiglio (dal maggio 1881 al 29 luglio 1887).
Fin qui sarebbero otto ma bisogna notare che in questa statistica sono compresi sotto un solo ministero, i passaggi diversi e le crisi parziali nelle quali Depretis rimaneva sempre al potere volgendosi dalla sinistra al trasformisnio, e sono
le crisi parziali del 22 maggio 1883 al
30 maggio 1884 — del 29 giugno 1885 —
del febbraio e marzo 1887.
Computando questa crisi, finite tutte
quante colla riconferma di Depretis a presidente del Consiglio egli fu ministro dodici volte.
•
Ecco scomparso ancora con Depretis,
uno dei più validi campioni che prepararono e condussero la rivoluzione in Italia:
è scomparso dopo che da rivoluzionario
ardito era addivenuto quasi moderatore
delle passioni politiche per la fortuna
degli eventi e per la grande età.
Pochi uomini come Depretis tennero così lungamente il timone del potere, e pochi come lui seppero imperterriti navigare in mezzo alle lotte e burrasche politiche con maggiore abilita e scaltrezza.
Bisogna però dirlo a suo onore: per esser stato per tanto tempo a capo del governo non si valse della greppia governa.
tiva per arricchire come certi suoi colleghi: egli lascia una fortuna modestissima
che non arriverà neppure a qualche centinaio di migliaia di lire.
Depretis era massone-carbonaro ma sarebbe stato pei credenti sommo conforto
l'apprendere che mori riconciliato col ministro della Chiesa Cattolica e da buon
cristiano, ma purtroppo dalle notizie che
ci danno i giornali, tutto fa temere che
ciò non sia accaduto.
Pare ormai accertato che il R. Arciprete
di Stradella, già amico personale di Depretis e della famiglia, scrivesse alla sua
sigaora perchè provvedesse il malato dei
conforti religiosi, ma non ebbe risposta.
Dopo la morte fù ricercato il concorso
dell' Arciprete e del clero ma inutilmente
tanto più che Depretis non volle mai
contrarre matrimonio religioso : anche
Mons. Vescovo di Tortona diede un riciso
rifiuto percui si ebbe ricorso a Roma.
Dagli ultimi telegrammi però apprendiamo che il Clero si astenne dal partecipare al trasporto funebre.
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CRONACA
Siena — Nelle elezioni amministrative
i candidati cattolici hanno nella massima
parte trionfato. Fra i Consiglieri comunali è il Sig. Bargagli Presidente della Società per gli interessi cattolici, e il viceLa diocesi di Monreale in Sicilia offrirà.
presidente della stessa Società, fu eletto
una stola riccamente ricamata in oro soConsigliere provinciale.
pra drappo in tessuto d' argento. A priRimini — Le elezioni comunali riuscirema vista sembra questo un dono modesto
intieramente sfavorevoli ai radicali e
ma poi disegno è lavoro artistico vera- vinse la lista concordata fra i cattolici e
mente meraviglioso e di grande valore. i moderati.
Il disegno, opera del celebre artista Di
Catania — Continua ad infierire. il elioGiovanni palermitano è di stile bizantino lera. Il clero con alla testa l' infaticabile
a vari compartimenti in cui oltre le cro- Mons. Arcivescovo Dusmet fa prodigi di
ci di rito e lo stemma del Papa :sono di- carità. Pochi i giornali liberali rendono ad
pinti a olio, S. Pietro , e l' Arcangelo e3S0 l' omaggi del più largo e!ogio.
Gabriele, S. Paolo e l' Arcang.Ao S. RafA Paternò gli abitanti son quasi tutti
faello con simboli e ornati meraviglio- fuggiti con alla testa le autorità civili :
same.ite eseguiti in pittura.
cholera vi prende proporzioni enormi.
X
Stradella — Il 4 cori': alle 10 40 ani,.
Mons. Vescovo coadiutore di Strasburgo
ebbe luogo il trasporto della salma di
presenterà al S. Padre come omaggio Depretis il corteo era lunghissimo. .Vi
dell' Alsazia cattolica una meravigliosa
prese parte il Principe Amedeo che rapimitazione del celebre orologio astronomipresentava il Re, tutti i Ministri, moltis
co di quella cattedrale, eseguito con rara
simi Senatori Deputati, e rappresentanse
pazienza da un contadino strasburghese,
di associazioni. Il Clero si astenne dal parnel quale son .riprodotti i minimi particoteciparvi. Le bande militari suonavano
lari dell' originale, ed è alto non meno di marce funebri. La salma fù inumata
nel
tre metri e mezzo.
cimitero del paese. Nessun discorso.
X
1:3 confermato che al letto di DepreGià, oltre a duegento vescovi hanno cotis un prete pur troppo c' era ma senza
municato al Comitato centrale per le fe- collare
e sottana e che non dice più Messa
ste del Giubileo di Leone XIII lettere ciresso è il prete spretato Paolo Ercole decolari e pastorali scritte per eccitare i
putato al Parlamento. Così la Gazzella
fedeli a celebrare questa festa del loro
Piemontese.
padre comune. Sono già cento ventitrè i
vescovi che hanno mandato collezioni di
reliquie per l' altare che offrirà in dono
al Santo Padre il detto comitato. Le offerte per l' Obolo di S Pietro che il comitato centrale ha già inviato alla segreteria di Stato ascendono a L. 638,540,55.
Prestito Comunale — La Getta ufficiaLe società delle ferrovie Adriatiche, le ha pubblicato il decreto per il prestito
Mediterranee e Sicule hanno accordato al nostro Comune. Presto, dicesi sarà pubil ribasso del 25 per 100 sulla tariffa per blicato un manifesto della Giunta contegli oggetti da spedirsi all' esposizione va- nente le proposte di sistemaziono per il
prestito 1871 e colle quali si offrirà ai
ticana.
•
portatori delle cartelle un rimborso di
viGli espositori poi godranno, per un
poco inferiore al prezzo d' emissione.
aggio a Roma, del ribasso consueto : crediamo che sia il 75 per 100: ma di queConsiglio Comunale — Il nostro Consiglio
sto riparleremo.
si adunò sabato 30 luglio in seduta pubApprendiamo che il Corpo Legislativo blica nella quale dopo aver preso atto
della Repubblica dell' Equatore ha all' u- di alcune deliberazioni della giunta o delnanimità stabilito di erogare una cospi- l'elezione dell' Avv. Gualtierotti Morelli a
cua somma allo scopo di presentare al consigliere per la frazione di S. Giovanni
S. Padre un dono in occasione del suo al Gatano e della restituzione a consigliere
Giubileo sacerdotale a nome del Governo della frazione di città dell'Avv. A. Moschini
e del popolo della Repubblica dell 'Equa- approvò un ordine d 1 giorno proposto dal
consigliere av v. Scalvanti esprimente gratore.
titudine al Sindaco, alla giunta al prefetto
X
Dalle Indie francesi, dalla Cina, dal e al deputato Dini per il prestito ottenuto.
;Giappone e dalla Concincina giunsero già
In seduta segreta trattò affari d'indole
a Roma gran numero di doni ricchissimi personale.
e svariati, in avorio, porcellana, ricami
piante e altre curiosità indigene.
Processo Wippern - Casa d' Este — Martedi comincerà al nostro Tribunale Correzionale il processo intentato al conte
Wippern e all' agente Gruidotti imputati
della famosa truffa a danno della Casa
d' Este per la somma di 77 mila lire. Terremo dietro pur noi a questo processo
che
sta per assumere proporzioni imporITALIA
-tanti. Ci dicono che fra i molti testimoni
Roma Il Re ha dato incarico al CriSpi citati sieno anche S. E. il Card. Hohenloe
di assumere ad intgrim il portafoglio de- e Mons. Arcivescovo nostro.
gli esteri e la presidenza del Consiglio,
che fu da Crispi accettato. Si assicura che
DIARIO SACRO
questa nomina non è troppo piaciuta alla
diplomazia.
AGOSTO
Venezia — Nelle elezioni amministrative
di Domenica, ha trionfato completamente 8 Lun. Ss. Ciriaco, Largo e Smeraldo Mm. Visita
pastorale in S M. Maddalena.
la lista cattolica pura.
Vigilia con Digiuno. Invenzione di S. Ste9
Mart.
L' egregio e carissimo amico nostro,
fano Protornartire e S. Romano M.
Avv. Paganuzzi fu eletto Consigliere proTriduo di s. Chiara alla sua Chiesa titolare.
vinciale. Fra i liberali rimasti a terra ± 10 Merc. S. Lorenzo Levita e M. Visita Pastorale
Zono due deputati.
al Cavillino.
del Giubileo Sacerdotale del S. Padre
.
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amileeberlidoiMI
1
Festa titolare alla prioria dei santi Stefano e Lorenzo fuori di Porta a Lucca.
Il Oiov. S. Gaetano C. e Sa. Triburzìo e Susanna
Mm Visita pastorale in S. Sebastian°.
Al Duomo circa ore 7 poin. Tritino votivo della
Madonna di Sotto gli Oegani con processione.
In
R.
Cecilia Novena della
Madonna della Salute
Nella chiesa delle Salesiane alle Novena
tu s. Giovanna Chantal
12 Ven 5 Chiara d'assisi V. Visita pastorale in
S. Domenico. Fe ta in s Giovacchino e in s Chiara
,
dei RR. Spedali. Ivi si canta la messa a ore 9 e
la sera si fa analoga funzione. Indulgenza Il»aria.
13 Sal). Iìgilia ron Digifino Ss. Ippolito e CaSSi8110
Mm.
Festa a R. Paolo a Ripadarno, alla prioria di Iti-
glione e alla piove di s. Casciano.
rk 14 Dom„ XI dopo la. Peni.. s. Emidio V. e M.
protettore Contro i terremoti, e S. Eusebio C.
Al Duomo ti ore 11 MerSil votiva del SS. Trinità
e ringraziamenti per la salvazione fle!la no3tra città nel terribile teiremoto accaduto in questo gjor110 i anno 1846. L*4 sera vespro e mattutieo solenni, indi processione all'esterno della basilica
in camposanto e nel battistero; e dopo si da a
baciare al popolo l'antico e miracoloso Crorilimu
dei Pisani aII ltsre di s, Ranieri.
.
DALI A DIOGESI
-
Vicarllo — Ci scrivono in data 4 corr:
Per l ultimo anno che staranno in carica
gli utfiziali di questa venerabile Compagnia
com' è di consueto vollero festeggiare pià
solennemente quest' anno ultimo del loro
ufficio la titolare della Chiesa Est
mirabilmente parata; alla mattina 40 fra
fancinlli e fanciulle fecero la loro prima
Comunione per mano dell' illumo. Signor
Rettore del Seminario e Collegio di S.
Caterina. Prof. P. Marcacci, che con il bel
discorsetto di circostanza, Commosse quanti
l' ascoltarono,
La messa in musica diretta dal maestro
Filidei lasciò nella popolazione un impressione ottima. La mia penna mal può dipingere l'esito della processione avvenuta alla
ore 7. Ben 200 coppie la componevano ed
era seguita dai corpi musicali di Na.vacchio,
Collesalvetti e Vicarello. Non mai come in
qua' momenti appare 'sublime la Religione
di Cristo che egualmente tutti commuove
ed affratella Dopo le funzioni religiose
le bande di Nava,cchio e Collesalvetti sul
piazzale della Chiesa, ci fecero gustare belli
e svariati pezzi musicali, venendo intercalati da bellissimi fuochi artificiali, diretti
dal distinto artista Signor Tincolini di 141vorno. Considerata adunque nel suo insie,me, la festa non poteva riuscire nè più
splendida né più degna del paese e del
sentimento che lo anima. Debbo adunque
tributare lode sincera al nostro esimio Parroco signor Pucci, al Camarlingo Falaschi
ed al governatore Paradossi poichè oltre
alla iniziativa di una tale festa, contribulrono indiscutibilmente al miraleile resultato di
-
-
tzunente dalla cassa per proprio conto o per
conto dei soci — Amministrazione di beni
agricoli per conto dei soci — Macchine agrarie a nolo o in vendita — Somministrazioni
di derrate e generi alimentari agli agricoltori
coloni, fittaioli e lavoratori — Servizio di
cassa ed esattorie — Depositi a conto corrente, a scadenza fissa e di iisparmio — Depositi a custodia ed in amministrazione -Obbligazioni — Rappresentanza d'Istituti di
credito e industriali.— Operazioni 41i crediti,
fondiario (Prestiti con ipoteca).
Le sottoscrizioni delle azioni si ricevono
alla sede della cassa in. Pisa. 17' S. Ma rtino, n. 20, primo piano.
Gli uffici della cassa sono aperti dalle
ora 10 alt& alle ore 2 pont. di ciasenn giorno.
;4J
. Depositi «li risparmio.
Per il servi4i0 (lei depositi a riTarmiu
C:Ma sarà aperta anche nei giorni resi ivi dallo ore O ant. 11l14t 12 iitt' i.
ììgì
Sii i depositi a risparmio la cassa corrisponde l'interesse del 4,25 por cento.
Depositi in conto corrente.
Sui depositi a conto corrente la cassa cor-
risponde l'interesse del 3,25 per cento:
Sonò pagabili a vista fino a L. 3900 con
tre giorni di preavviso L. 5000.
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Depositi fruttiferi.
Interesse 4,50 per cento ritiro con preavviso di 15 giorni.
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Conti correnti vincolati.
Per tre mesi, interesse 4,60 per cento. Disdetta 15 giorni prima della scadenza.
Per sei mesi, interesse 4,75 per cento Di-
sdetta 20 giorni prima della scadenza.
Per un anno, interesse 5 per cento. Disdetta 30 giorni prima della scadenza.
Buoni frutti I eri
a scadenza fissa.
A sei mesi, interesse 4,60 per cento.
A un anno, interesse 4,75 per cento.
Non si emettono buoni per somma inferiore a L. 2000.
Firenze, 15 agosto 1585.
Sigg
ScoTT e BOWNE,
Il sottoscritto dichiara di avere più volte prescritto l'uso dell' EmuLviose &o«, come medicamento ricustituente, e di aere riscontrato in genere
esser niegho tollecata del solo Olio di fegato di
merluzzo.
Dott. MANASSE OTTOLEN0111.
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dei biglietti della Lotteria di Verona e di
quella di S Margherita non si può più
tentare che una sola vola, acquistando
cio i biglietti dell' Ultima Lotteria autorizzata dal Governo Ital. esente dalla tassa
stabilita colla legge 2 aprile 1886.
Ogni biglietto concorre per intero a
tutti i premi di cui il massimo é di 100,00()
lire e il minimo di 50.
Con cinque biglietti si pui vincere da
un premio massimo di 200,000 lire a uno
minimo di 250, Con dieci biglietti premi
minimi per L. 500 a un massimo di 250.000
Con cinquanta biglietti premi minimi per
L. 2500 a un massimo di L. 297,500. Con
cento biglietti premi minimi per L. 5000
a un massimo di L. 304,500.
CASg W11,1(01A 1NDESTIIRLE
SOCIETÀ ANONIMA POPOLARE COOPERATIVA
111,TIMA ILTE111,A
ITALIANA_
AUTORIZZATA DAL REMO )V2RNO
Esente dalla Tassa stabilita colla Lede
Nain. 3754, Serie 3'
2 Agile 1836
Premi ufficiali pagabili in contanti
senza alcuna ritenuta, da L. 100,000
50, 000, 20, 000, 15, 000 10, 000,
5,000,1,000, 500,100 e 50 minimo
l' intero importo dei quali trovasi
depositato presso la I3ANCA. SUBALPINA e di MILANO, Società.
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A CAPITALE ILLIMITATO
costituita con atto 17 luglio 1886
Sede in Pisa, con succursali e agenzie a Calci,
Rosignano Marittimo. Viareggio e Volterrs.
corricicondenti della Banca Nazionale nel Regno d'Italia.
Situazione al 16 Lnglio 1887.
Capitale sottoscritto . . • . L. 410,900,00
» 287,238,00
Id. versato
Viilore nominale dell'azione L. 100,00
Clpera,zioni della cassa.
Sconti — Conti correnti con garanzia —
Anticipazioni contro pegno — Anticipazione
dei canoni d'affitto — Mutui per miglioramenti agricoli e trasformazioni di coltura
Mi,glierameati agricoli e affitti eseguiti diret-
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e concorre per intero a tutti i premi
I GRUPPI
da 5, IO, 50, e 100 Biglietti
del prezzo di 5, 10, 50 e 100 lire
possono vincere rispettivamente
da L. 250 a 200000
500 a 250000
2500 a 297500
55
5000 a 304500
ì
T:
.........
....
.e•••
•
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I Biglietti si Vendono
In GENOVA presso la Banca Fratelli CASA RETO di Francesco incaricata dell'Emissione.
In TORINO e MILANO presso la BANCA
SUBALPINA e di MILANO.
In PISA presso Simonelli e C.
Nelle altre Città presso i principali
BANCHIERI e CAMBIOVALUTE.
p
a
VARIETÀ
ARCHEOLOGIA.
Antica città romama. — Il Governatore della Dalmazia ha assistito il 6 corrente all'apertura solenne degli scavi dell'antica
città romana Aperia presso Benkovac, nel
distretto di Zara.
La viennese Deutsche Zeitung c'informa
ora che il vero nome di questa città è
Asseria, e non Aperia, e che di essa fecero menzione Ptolomeo e Plinio. Questa
Le inserzioni
sin
ANTICA FONTE P.EJO città non deve essere stata di poca importanza, giacchè il poligono colle mura
di cinta misura 3600 piedi in circuito. Le
mura hanno uno spessore di oltre 3 metri
e sorgono dal suolo in certi punti fino
all'altezza di 8 metri. Si vedono ancora
le vestigia di una porta di città. Plinio
denominò gli abitanti di essa immunesque
Asseriates. Si crede che essa sia stata
distrutta dagli Avari nel tempo che vennero distrutte da loro Salona, Aenona ed
altre città romane della Dalmazia.
Il sepolcro dei duchi Riccardo e Bevino —
Eseguendosi dei lavori nella cattedrale di
Winchester si rinvenne un sepolcro contenente una cassa mortuaria di piombo.
In questa cassa si trovarono gli scheletri
del duca Riccardo, figlio del re Guglielmo
I. detto il conquistatore, e lo scheletro del
duca Bevino, nipote del re Kanuto di Danimarca. L'iscrizione ricorda che il duca
Riccardo venne ucciso alla caccia da un
cervo.
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Il signor Bellocari di Verona prese in affitto dal Comune di Pejo una
Fonte, alla quale il Governo. a garanzia del pubblico, impose il nome di
Fotaanino di Pejo per distinguerla dalla rinómata Antica Fonte di
Pejo, dove da secoli vi sono gli Stabilimenti di cura e accorono migliaia
di persone.
Il Bellocari non avendo smercio della detta Acqua per la sua inferiorità e
offrendola col suo vero nome, inventò di sostituire sulle etichette delle bottiglie e sui stampati quello di Unica vera Fonte di Pejo conservando, per
la legalità, sulla capsula, il nome di Fontanino in carattere microscopico
onde non sia veduto. Con questo cambiamento i suoi depositari si permet- rì
tono di venderla per Acqua dell't«An
ica Fonte di Pejo a chi domanda loro semplicemente Acqua Pejo avendone maggior guadagno.
Onde togliere ai venditori del!' Aqua del Bellocari la possibilità d' ingannare il pubblico, la sottoscritta Direzione prega di chiedere sempre Aqua
dell' Antica Fonte di Pejo ed esigere che ogni bottiglia abbia etichetta e capsula con sopra Antica Fonte F'ejo Borghetti.
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Estratto di N. 100,000 cure comprese quelle di S. M.
I imperatore Nicola di Russia, di S. S. il Papa Pio IX,
,
del dottore Bertini di Torino; della marchesa Castelstuart,
di molti Medici ; del duca di Pluskow, della marchesa di
Brehan. ecc.
Cura N. 67.324 — Sassari ( Sardegna ), 5 giugno, 1869.
Da lungo tempo oppresso da malattia nervosa, cattiva
digestione, debolezza e vertigini, trovai un gran vantaggio
con l'uso della vostra deliziosa e salutifera farina la Revalenta Arabira, non trovando altro rimedio più efficace di
questo ai miei malori.
Notaio PIETRO PORCHEDDU t
presso l'Avv. Stefano Uscii, Sindaco di Sa seri
Cura N.78,910.- Fossombrone (Marche) 1. aprile 1872. —
Una donna di nostra famiglia, Agata Taroni, da molti anni
soffriva forte tosse, con vomiti di sangue, debolezza per
tutto il corpo, specialmente alle gambe, dolori alla testa ed
nappetenza. I medici tentarono molti rimedi indaruo, ma
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Esposizione 1878
Bossi
Medaglia d'oro classe 52 — Diploma d' onore del 1859 e 1876.
MAPHINA ORIZZONI ALE MACCHINA VERTICALE MACCHINA ORIZZONTALE
Cura N. 46,260. — Sig. Roberts, da consunzione pohnonere, con tosse vomiti, costipazione e sordità di 25 anni.
Cura N. 49,522. — Il sig. Baldwin, da estenuatezza, completa paralisia della vescica e delle membra per eccessi di
gioventù.
Cura N. 65,184. — Prunetto , 24 ottobre, 1866. — Le
posso assicurare che da due aani, usando questa meravigliosa Revalenta, non sento più alcun incomodo della vecchiaia, ne il peso deiniiei 84 anni. Le mie gambe diventa
nono forti, la mia vista non richiede più occhiali , il mio
stomaco e robusto come ai 30 anni. Io mi sento insomma
ringiovanito, e predico, confesso, visito amnialati, faccio
e sentomi chiara la mente
viaggi a piedi anche
e fresca la memoria.
.
Locomobile o su pattini
Caldaia a fiamma diretta
da 3 a 30 cavalli
Da 1 a 20 cavalli
Locomobile o su pattini
Caldaia.con fiamma di ritorno
da 5 a 50 cavaili.
lunghi,
D. CASTE:LLI
Toeled. Arcipr. di Pruneto.
Cura N. 67,321. — Bologna 8 settembre 1869. — In seguito a febbre miliare caddi in stato di completo deperimento, soffrendo continuamente di infiammazione di ventre,
colica d'utero, dolori per tutto il corpo, sudori terribili, tanto
che scambiato avrei la mia età di venti anni con quelli di
una vecchia di ottanta, pure di avere un po' dì salute. Per
grazia di Dio la mia povera madre mi fece prendere la
sua Revalenta Arabica, la quale mi ha ristabilita, e quindi
ho creduto mio dovere ringraziarla per la recuperata salute
che a lei debbo.
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