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Chi ha ucciso la quindicenne Sarah Scazzi ? quale il movente? Una

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Chi ha ucciso la quindicenne Sarah Scazzi ? quale il movente? Una
1
Voci dal Sud
Anno VI° nr. 11 Novembre 2010
w w w . s o s e d . eu
Voci dal sud
... ai quattro venti
Periodico di attualità, storia e cultura
Rassegna stampa dai mass media regionali
Anno VI° - n. 11 Novembre
2010
OMAGG IO
Euro 1,55
Chi ha ucciso la quindicenne Sarah Scazzi ?
quale il movente?
Una serie di accuse scagliate fra padre e
figlia (zio e cugina della vittima) rendono
complicata la soluzione del caso che presenta
una serie di “anomalie”
leggi pagina 40
Voci dal Sud
... ai quattro venti
Periodico indipendente di Attualità, Storia
e Cultura
Rassegna stampa dai mass media
Reg. Tribunale di Palmi
nr. 01/05 (fasc. 183/05) del 28/4/2005-2/05/2005
Fromo Editore - Rosarno (RC)
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c.da Sella Badia 9 - 89025 ROSARNO
tel. 333 6793434 - fax 0966 444118
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Segretaria redazione,
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Impaginazione telematica
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coinvolgimento e responsabilità.
Foro competente: Palmi
S o m m a r i o Novembre 2010
E d i t o r i a l e : di Franz Rodi Morabito
Pag 5 - Ma come saranno “ospitati” a Rosarno quest’anno i migrantes e come faranno a lavorare?
Elezioni comunali a Rosarno
pag. 6 - La terza frangia dell’Udc : Cutrì terzo candidato a sindaco
pag. 7 - Ferrarini e Rao cercano l’accordo
pag. 8 - Il Pdl presenta ufficialmente il proprio candidato a Sindaco nella persona di Raimondo
Paparatti
pag. 9 - Idà esorta l’Udc: «Fuori i personaggi equivoci»
pag. 10 - Pare abortito l’accordo Nuovo Psi di Ferrarini con Cutrì che si ritirerebbe dalla
corsa a Sindaco
pag. 10 - Convegno organizzato dall’associazione “Emmaus”
pag. 11 - The Day After! presentate le liste elettorali a Rosarno
pag. 12 - Profili dei tre candidati a Sindaco
Agricoltura
pag. 13 - Rosarno, tempo di arance non di colore
pag. 14 - Per Rosarno il danno economico e morale per l’economia è enorme
pag. 15 - La Calabria è la capitale delle politiche per l’olio
pag. 16 - L’imprenditoria agricola calabrese si impoverisce con la scomparsa di
Giuseppe Fazari
pag. 17 - Polistena: Gli esercenti di via Trieste penalizzati dal nuovo piano della circolazione - Anche le
mamme degli scolari chiedono l’alt al Sindaco Tripodi
pag. 18 - Eolico, la Dda di Catanzaro “esplora” gli assetti societari - Attentati incendiari e intimidazioni
utilizzati come chiave di lettura
pag. 18 - ... passare dal vento al sole!
pag. 19 - Calabria elevata a pattumiera ! Calabresi e campani solidali nella “monnezza” pag. 20 - Oltre 200 relitti affondati da decenni in fondo al mare di Calabria e Basilicata !
pag. 21 - Anche Trenitalia considera la Calabria pattumiera d’Italia!
Alluvioni
pag. 22 - Appena un mese dall’altra emergenza alluvione e Reggio e Provincia sono nuovamente in
ginocchio!
pag. 23 - Anche la “Piana” flagellata dal maltempo
pag. 23 - Giffone ed altri importanti centri della Provincia sono isolati per le numerose frane
pag. 24 - Dopo Atlantide ecco le città che rischiano di sparire
Medicina : ... buona sanità
pag. 25 - Trapianto record di entrambe le mani ad una donna di 52 anni
pag. 25 - Arriva il test delle urine per scoprire il tumore alla prostata
... continua a pagina successiva
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Voci dal Sud
AnnoVI° nr. 11 Novembre 2010
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pag. 26 - La morte clinica è sicuramente morte definitiva?
pag. 27 - Nasce a Rizziconi la Fondazione “Francesco Inzitari”
pag. 28 - In difesa dei diritti dell’uomo : Codici inaugurata una sede a Laureana di Borrello
... perle di Burocrazia
pag. 30 - Nel 1996 sono stati ultimati i lavori della Diga sul Metramo, ma ancora non è
entrata in funzione!
.pag. 31 - ... la foto del giorno : Mozzarelle blu e mozzarelle azzurre!
Banche & usura
pag. 32 - De Masi ha denunciato di nuovo Bankitalia
pag. 33 - Nel 2006 inizia la battaglia contro gli istituti bancari
Siamo ancora un popolo civile?
pag. 34 - Accusa il marito di pedofilia con la propria figlia per distruggerne la reputazione!
pag. 35 - Roma, giovane donna rumena colpita da un pugno nella Metropolitana
La nostra storia
pag. 36 - La spedizione dei fratelli Bandiera! «Viva l’Italia» sulle labbra degli eroi
I grandi misteri italiani
pag. 38 - Riesumato dopo 60 anni il corpo del bandito Salvatore Giuliano
pag. 39 - Chi era Savatore Giuliano?
pag. 40 - Quindicenne sparisce ad Avetrana viene ritrovata in un pozzo dopo 46 giorni
il cinema e la Calabria
pag. 41 - In Calabria “si gira” sempre male!
Calabresi con la “C” maiuscola
pag. 43 - Angela Caparrotti, cuore d’attrice anima di Calabria
Notizie brevi o curiose
pag. 45 - I misteri del cervello!
pag. 45 - La Calabria esclusa dalle promozioni di Trenitalia
Arrivederci al prossimo mese
Voci dal Sud
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Anno VI° nr. 11 Novembre 2010
Editoriale
w w w . s o s e d . eu
Ma come saranno “ospitati” a
Rosarno quest’anno i migrantes e
come faranno a lavorare?
Fr a n z R o d i - M o r a b i t o
Questo interrogativo lo abbiamo riproposto all’inizio di settembre, ma nessuno ha inteso
dare risposta.
A Rosarno giungeranno circa 400 migrantes (come avranno fatto a stabilirlo è un mistero!)
in luogo dei 2500 degli scorsi anni, però nessuno sa dove andranno ad alloggiare.
Come detto nell’articolo riportato in altra pagina del giornale, non esiste più la ex Rognetta
perchè in un imput delendi-domostrativo è stata demolita con le ruspe in luogo di renderla
agibile, anche se momentaneamente, per questi lavoratori che giungeranno nella nostra Città e nel
nostro comprensorio; la ex raffineria dell’Ente Sila di contrada Spartimento non può accogliere nessuno dal momento che non esistono le condizioni (e non sono mai esistite, nemmeno quando è
stata scelta dalle Autorità per trasferire i migrantes dalla ex cartiera in quel luogo) di accogliere qualcuno ed è sugellata; la ex cartiera manco a parlarne; il centro di accolgienza della ex Beton
Medma non è stato, pare, nemmeno iniziato ... ed allora questi lavoratori dove alloggeranno? dovranno spargersi e disperdersi nelle campagne in diruti fabbricati rurali senza acqua, senza servizi
igienici, senza elettricità e molto spesso con tetti cadenti e pericolanti per cui vivranno in condizioni
peggiori di quando avevano posto nei tanto vituperati insediamenti di cui abbiamo detto e che hanno
fatto sbavare di gioia, all’epoca della sommossa, i mass media e gli speculatori sociali che si sono
potuti servire di essi per fare propaganda e damagogia a basso macello riducendo Rosarno e la sua
cittadinanza a livello di KuKuKux Clan regalandoci una nomea che addirittura fa rifiutare i nostri
prodotti in tutti i mercati del mondo ove sentire che la merce è di Rosarno equivale ormai a farsi
ritenere correi in questa manifestazione di razzismo e schiavismo.
Oggi le cooperative che tentano il difficile compito di inviare la frutta sui mercati debbono contrabbandare sedi legali in paesi limitrofi, ma sconosciuti, ma mai dire che risedono a Rosarno.
Infatti dopo quelle che non possiamo che definire “passerelle di politici” e strumentalizzazioni da
parte di ciceruacchi interessati e faziosi, niente è accaduto di nuovo perchè anche quest’anno dovranno ricominciare le assistenze delle Caritas, di Mamma Africa, di altre organizzazioni onlus al fine
di offrire un piatto caldo.
Peggiorata anche la condizione sanitaria dal momento che, pare ormai certo, “Medici Senza Frontiere” non torneranno quest’anno a Rosarno.
Ma dando per scontato che questi lavoratori saranno abbandonati a se stessi per quanto riguarda
la logistica, non va sottaciuto il pericolo di eventuai gesti inconsuti da parte di delinquentucci che,
profittando del fatto che vivono sparsi ed isolati nelle campagne, potrebbero mettere in essere azioni
delittuose contro di loro dando nuovamente il “la” a sommosse, rivolte e ... propaganda contraria
contro Rosarno e la sua ospitale popolazione.
Ma volendo dare per certo che saranno lasciati pacificamente vivere andiamo all’altro punto dolens
della faccenda : il lavoro.
E’ risaputo che la maggior parte di essi sono “irregolari” privi di permesso di soggiorno (anche se
molto bugiardamente i mass media a gennaio dopo la rivolta hanno detto che essi erano per la maggior parte “regolari”), come faranno a lavorare?
La Legge italiana in vigore non permette che essi vengano assunti regolarmente dai datori di lavoro
per cui soggiaceranno alle angherie di qualche mascalzone senza scrupoli.
Assumere un “irregolare” equivale ad assumere il miglior Boss della Mafia internazionale regolarmente corredato di mandati di cattura, magari facente parte della lista dei 100 latitanti più pericolosi
(n.d.r.: ma quanti sono sti 100? non si esaurisce mai il numero? eppure sono anni che sono
sempre 100 anche se vengono arrestati a carrettate ed Viminale continua afare presenze in TV
congratulandosi a destra ed a manca con chi ha fatto semplicemente il proprio dovere istituzionale!).
Ci sarebbero gli imprenditori onesti che non li vesserebbero e non li sfrutterebbero, ma non potendoli assumere regolarmente, sono costretti a farlo “in nero” o lasciarli marcire nella fame.
Ma è un rischio veramente alto dal momento che una “tolleranza zero” da parte degli Ispettorati del
Lavoro rende estremamente pericolosa l’assunzione.
Migliaia di euro di multa, denunce penali, arresti, addirittura casi di sequestro delle aziende.
Ed intanto tutto scivola nell’ignavia di chi sarebbe obbligato a sapere e che si risveglia SOLO
quando si deve dare in pasto al pubblico l’immagine di chi si interessa ed è presente nella vessatio
questio!
Voci dal Sud
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AnnoVI° nr. 11 Novembre 2010
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ROSARNO
elezioni
La terza frangia dell’Udc : Cutrì terzo candidato a sindaco
Giuseppe Lacquaniti - Gazzetta del Sud
Dopo le candidature a sindaco dell’avv. Giacomo Antimafia, Beppe Pisanu, che a proposito delle liste delle
Saccomanno per il “Patto di Solidarietà” e dell’avv. Elisa- ultime amministrative in Italia, parla «di candidati ed eletti
betta Tripodi per il Pd, arriva il terzo concorrente nella cor- diciamo “irregolari”, responsabili di reati diversi da quelli
sa per la conquista di Palazzo San Giovanni. È il dott. Pa- che il nostro Codice di autoregolamentazione prevedeva,
squale Cutrì, medico di base, indicato dai “Socialisti cattolici e moderati per le libertà”, una formazione composta da
Nuovo Psi, ex seguaci del PdL, consiglieri comunali e assessori sostenitori dell’ex sindaco Carlo Martelli. Lo rende noto Cosma Ferrarini, segretario provinciale del Nuovo Psi, che in un comunicato fa presente che Cutrì, «molto conosciuto e stimato, è stato più volte consigliere comunale e assessore della Dc prima e dell’Udc poi; nell’ultima consiliatura ha ricoperto la carica di capogruppo
dell’Udc». Ferrarini ritiene la presenza del movimento nella competizione elettorale «assai importante per la pluralità delle idee e del confronto franco aperto e leale su quanto successo a Rosarno e su quello che si è detto di Rosarno
e dei rosarnesi. Quando parliamo di verità nella libertà
intendiamo – riconoscendo gli errori, le mancanze e quanto altro commessi anche da noi –, fare una battaglia per il
riconoscimento dei meriti e della verità sulla passata gestione amministrativa. Lotteremo con tutte le nostre forze
affinché venga alla luce la verità su quella che ormai viene
definita la rivolta dei migranti e che tanto danno ha portato sia alla nostra città che ai suoi abitanti».
Guardando avanti, il leader del Nuovo Psi sottolinea
come «la città ha bisogno di recuperare prestigio e immagine, a tal fine lavoreremo senza sosta col sostegno di
quanti con noi hanno voluto fare questa battaglia, compiendo una scelta di campo difficile, ma doverosa; rompendo vecchi schemi e attirandoci le ire di chi era abituato
a dare le carte, a fare e disfare. Nel corso della campagna
elettorale che noi intendiamo affrontare con serenità e
civiltà – conclude Ferrarini – ci confronteremo con tutti,
senza schemi preconcetti, liberi e attenti ai bisogni della
città e ai suggerimenti dei suoi cittadini, con i quali intendiamo aprire da subito un confronto aperto».
Sugli altri fronti, c’è attesa per le decisioni che si appre- cosicché emergono liste gremite di persone che non sono
sta a prendere il circolo del PdL, guidato dal consigliere certo degne di rappresentare nessuno». «È proprio quello
provinciale Gaetano Rao a proposito del candidato a sin- – raccomanda Timpani – che non deve accadere a Rosarno,
daco, che dovrebbe essere un volto nuovo nel panorama città sotto i riflettori dell’intera nazione».
politico rosarnese. Così come c’è interesse per le scelte che
Nel Pd, con l’avv. Elisabetta Tripodi, si sta lavorando
andrà a compiere a breve il commissario dell’Udc, Mario per completare il quadro delle candidature e delle alleVersaci, intenzionato – si dice all’interno della sezione – «a anze, aperte al contributo del Gruppo della Sinistra, che
collocare il partito in un contesto politico congeniale al sta allestendo una lista capeggiata da Peppe Papasidero,
perseguimento degli obiettivi di legalità, trasparenza ammi- decano dei comunisti rosarnesi. Pare che si stia anche
nistrativa, intelligente e oculata gestione delle grandi risor- approntando una terza lista d’appoggio, diretta espresse di cui la città dispone».
sione della Tripodi, formata da giovani e donne. Infine, in
Da registrare la presa di posizione del circolo “Futuro e ambito “Patto di Solidarietà”, l’avv. Saccomanno comuLibertà per l’Italia”, coordinato da Aurelio Timpani. Dopo nica che, sotto la direzione del prof. Luciano Maria Delvari incontri con altre forze politiche, i finiani ritengono fino, dell’Università Bocconi, si terrà nella sede di via
meritevole di approfondimento il dialogo avviato con il Patto Nazionale un master formativo su “Amministrazione, fundi solidarietà, in quanto «il programma propugnato dal zionamento e gestione del Comune”, a beneficio di canmovimento dell’avv. Saccomanno risulta in sintonia con i didati, dirigenti e componenti il Patto, nonché dei cittaparametri di radicale rinnovamento indispensabile per fare dini che abbiano desiderio di parteciparvi.
uscire la città dal profondo buio che l’ha avvolta». Timpani
invita tutti i partiti e i movimenti a riflettere sul duro giudizio
pronunciato ieri dal presidente della Commissione
Voci dal Sud
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Anno VI° nr. 11 Novembre 2010
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ROSARNO
elezioni
Ferrarini e Rao
cercano l’accordo
Rosarno, incontro tra Pdl e Socialisti-cattolici per discutere dell’alleanza - il Pdl rompe con l’Udc di Idà
Calabria Ora
Il terremoto all’interno dell’Udc rosarnese, che ha
scelto di appoggiare la candidatura a sindaco di Giacomo Saccomanno, apre nuovi scenari nel
centrodestra cittadino.
Sfumato il ticket Pdl-Udc, il partito di Berlusconi
ha scelto di raccogliere le proprie forze, ma non ha
chiuso la porta in faccia ad alleanze strategiche.
Ieri sera, infatti, c’è stato un contatto tra il vertice
pidiellino, coordinato da Gaetano Rao, ed il gruppo “socialisti, cattolici e moderali per le libertà”,
guidato da Cosma Ferrarini.
Due segmenti del centrodestra che avevano deciso di andare separati, ieri erano più vicini, nel tentativo di ricostruire una coalizione che a livello nazionale governa con Berlusconi.
I termini per stare assieme potrebbero esserci,
ma l’incognita numero uno è legata alla candidatura
a sindaco.
Ebbene i catto-socialisti hanno già scelto Pasquale Curri come loro leader, e su questo difficilmente
recederanno, il Pdl potrebbe opporre qualche resistenza.
Non è escluso, però, che con una mossa a sorpresa, Rao non decida di far compiere un passo indietro al suo partito per agevolare l’accordo.
Rimarrebbe, inoltre, ancora da capire che ruolo
svolgerà il gruppo Udc guidato da Giuseppe Idà responsabile dei giovani Udc calabresi - e se stringerà anch’esso un’intesa con Pdl e socialisti. (n.d.r.:
Si è saputo in seguito l’intenzione di Ida, vedi
articolo pagina successiva).Una ipotetica nuova coalizione di centrodestra nel caso “socialisti”, Pdl e centristi di Ida stiano assieme - potrebbe far esplodere un’ennesima contraddizione nell’Udc.
I] partito sarebbe ufficialmente con Saccomanno,
con tanto di simbolo, ma un illustre esponente ed ex
capogruppo, Pasquale Cutrì, sarebbe candidato a
sindaco avversario con l’appoggio eventuale di una
altro gruppo di centristi.
Sul fronte delle alleanze, inoltre, ci sono ulteriori
novità.
Saccomanno, dopo l’apporto dell’Udc, ha messo in tasca l’adesione dei Socialisti, dell’Api e della
civica “Rosarno Svegliati - indipendenti Azzurri”, ma
si è visto declinare l’invito di Futuro e Libertà, il cui
leader Aurelio Timpani ha chiarito che «Fli non ha
siglato nessun accordo con nessuna formazione politica presente alla competizione elettorale».
Sull’altro fronte, invece, la “Lista Bosco di
Rosarno” è vicina all’intesa con il Pdl, ed i socialisti
hanno incassato anche l’adesione del movimento
“Noi Sud”, guidato dal deputato Elio Belcastro che
offrirà il suo sostegno a Ferrarini e compagni.
Il centrosinistra di Elisabetta Tripodi lavora in silenzio alla composizione delle liste, con gli ultimi dettagli per chiudere quella del Pd e della Sinistra, con
l’appoggio di una lista civica giovane e con esperienze esterne alla politica.
Voci dal Sud
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AnnoVI° nr. 11 Novembre 2010
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ROSARNO
elezioni
Il Pdl presenta ufficialmente il
proprio candidato a Sindaco nella
persona di Raimondo Paparatti
Dopo aver interrotto le trattative con il Nuovo Psi ecco presentare il
proprio candidato che dichiara “Coinvolgerò i giovani”
Domenico Mammola - Calabria Ora
L’operazione rinnovamento del Pdl di Rosarno
parte da Raimondo Paparatti.
Il giovane avvocato - neppure quarantenne - è il
candidato a sindaco del partito di Berlusconi, presentato alla stampa da Gaetano Rao, Consigliere
Provinciale e coordinatore del Pdl locale.
«Abbiamo compiuto questa scelta coraggiosa
- ha spiegato Rao - per attuare un radicale ricambio generazionale nella classe dirigente e politica di questa città.
Speriamo di giocarci la partita fino in fondo
con una squadra di alto profilo, giovane e motivata».
Il candidato, con un passato breve da moderato
del Pdm, ha esternato il suo entusiasmo per questo
progetto coinvolgente.
“E’ la prima volta che in questa città viene data
fiducia ad un gruppo di giovani, ed il Pdl ha
compreso la portata di questa rottura.
Proprio in ragione di ciò chiamo a raccolta tutte le energie positive della città, i ragazzi che vogliono impegnarsi per dare una svolta affinché
Rosarno possa ripartire con slancio.
Al centro del progetto ci sono l’esigenza di costruire una piattaforma di città competitiva che
offra possibilità di lavoro e di formazione alla
popolazione”.
Da più parti, inoltre, è stato rivendicato il fatto che
esiste un Governo nazionale e regionale di
centrodestra che può incoraggiare il cammino del Pdl.
Rao, ammiccando, ha indicato Paparatti come «il
nostro Scopelliti».
Alla conferenza è intervenuto anche Domenico
Ventre, leader dell’anima aennina del Pdl, che ha sottolineato che «il progetto di rinnovamento sente la
vocazione di agganciarsi alle esigenze reali della
popolazione».
Tra il pubblico, inoltre, Antonella Reitano, docente
universitario, di chiaro orientamento conservatore, che
è politicamente molto corteggiata dai dirigenti del Pdl.
Il progetto del partito di Berlusconi ha incassato
anche l’adesione convinta de La Destra, rappresentata da Rocco Dominici, ma, soprattutto, della Lista
Bosco, guidata da Francesco Ventre, che ha rotto gli
indugi schierandosi con il Pdl.
Altro “endorsement” importante è quello del movimento “Noi sud” di Elio Belcastro che era dato in un
primo momento vicino ai “socialisti e cattolici” del candidato Pasquale Cutrì.
«C’è stato una classe politica e istituzionale
- ha sottolineato Paparatti - che non ha saputo
sbloccare la città da una situazione di stallo.
Noi abbiamo l’ambizione di mettere le nostre competenze al servizio dei rosarnesi, coagulando energie giovani che finalmente diventano protagonisti».
La linea verde del Pdl è in rampa di lancio, adesso
la priorità è iniziare la campagna elettorale per colmare un ritardo di programmazione accumulato anche da trattative farraginose e inconcludenti con l’Udc.
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ROSARNO
elezioni
Idà esorta l’Udc: «Fuori i
personaggi equivoci»
do.ma. - Calabria Ora
L’Udc in Calabria punti sui giovani e, finalmente, si liberi dalle zavorre interne, facendo
anche pulizia rispetto a personaggi “equivoci”.
Giuseppe Ida, coordinatore regionale dei giovani Udc e organizzatore della visita
di Casini a Rosarno con tantissimi giovani calabresi, è un fiume in piena, ed
ha chiesto alle alte sfere del partito
centrista scelte coraggiose.
«A cosa servirebbe fare proclami
e poi scegliere di escludere i giovani, sono gli unici legittimati ad andare avanti».
Ida non si nasconde dietro un dito
anche rispetto alla questione di
Rosarno, Comune in cui si vota a novembre e l’Udc ha scelto di schierarsi con una lista civica, non puntando,
di fatto, sul suo nome, caldeggiato anche dal Pdl.
Ma non c’è solo la battaglia “pro-giovani”
ma anche l’esigenza di attuare la cosiddetta
“operazione partito pulito”.
« N o n s i p u ò e s s e re i m p e g n a t i
nell’antimafia di giorno e poi chiudere accordi occulti nel buio delle stanze del potere.
Lo voglio dire con forza e senza timore
alcuno.
La ‘ndrangheta, le lobby, gli affaristi senza scrupoli sono ancora tra di noi e se realmente vogliamo escluderli dalla vita pubblica e politica, dobbiamo dimostrare con i
fatti e non con le parole che essi nulla contano, né conteranno mai più.
Da oggi il movimento giovanile dell’Udc
calabrese condurrà una battaglia senza confini per una moralizzazione della politica, rispettando i principi e non solo le Leggi».
La ‘ndrangheta è il male del secolo, secondo
Ida, e allora chiede ai leader nazionali una lotta senza quartiere, buttando a mare anche i
chiacchierati padroni dei voti, «dimostrando
che se ci sono soggetti scomodi verranno
combattuti aspramente, perché ancora si
insinuano tra di noi, tentando di bloccare
quel processo democratico che parla di ricambio generazionale e di rinnovamento culturale.
Insieme alla soddisfazione dell’attenzione
dimostrata dai leader regionali e nazionali,
penso ad Occhiuto e Casini, chiediamo che
il partito abbia maggiore coraggio nelle
scelte, guardando ad un futuro che non si
limiti alla conta dei voti, ma che abbia in
mente un futuro diverso, che sappia costruire una classe dirigente autorevole e competente».
Voci dal Sud
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AnnoVI° nr. 11 Novembre 2010
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ROSARNO
elezioni
Pare abortito l’accordo Nuovo Psi di
Ferrarini con Cutrì che si ritirerebbe
dalla corsa a Sindaco
g.l. - Gazzetta del Sud
Rosarno - Pasquale Cutrì starebbe per ritirare la candidatura a sindaco, un’eventualità che porterebbe all’ implosione
del raggruppamento “Socialisti, cattolici e moderati
per la libertà”.
È la notizia che da quache giorno circola negli ambienti
politici, senza avere però il crisma dell’ufficialità.
La decisione del medico rosarnese sarebbe maturata nel
corso di una riunione dei responsabili del neo sodalizio,
guidato dal segretario provinciale del Psi, Cosma Ferrarini,
durante la quale pare siano emerse profonde diversità di
vedute tra le varie componenti, tali da impedire la prosecuzione di un cammino comune.
Contattato in merito, Ferrarini ha lasciato intendere che
la questione esiste, ma che ci sarebbero ancora margini per
ricomporre le frizioni, avendo il dott. Cutrì concordato con
i dirigenti del movimento di rimandare a lunedì sera la decisione definitiva.
Voci attendibili, più che boatos, danno già in partenza
verso altre coalizioni alcuni esponenti di spicco della formazione social-cattolica, preoccupati del fatto che, qualunque sarà la decisione di Cutrì, l’aria che tira al suo interno
abbia ormai compromesso la possibilità di proporre agli
elettori programmi e liste convincenti.
Se confermata, l’uscita dalla scena di Cutrì porterebbe a
tre i candidati a sindaco:
- l’avv. Giacomo Saccomanno, a capo di una coalizione
composta dal “Patto di Solidarietà”, Udc, Api, Socialisti,
Movimento giovanile “Rosarno svegliati indipendenti azzurri”;
- l’avv. Elisabetta Tripodi per il Pd e il Gruppo della Sinistra; e
- l’avv. Raimondo Paparatti per il Pdl.
Convegno organizzato dall’associazione “Emmaus”
Il tema era “Consorzi di bonifica ed agricoltura della Piana,: quale futuro?”
Molto concreto ed interessante il discorso del Predidente Emmaus, avv. Saccomanno
f.r.m.
Al convegno tenutosi a Rosarno si sono trattate molte tematiche relative a contingenze agricole concernenti l’agricoltura.
Tutti problemi importanti, ma che sono stati trattati in maniera alquanto superficiali e teorici sopratutto per quanto
riguarda le cause a monte di dette discrasie.
Il Presidente Coldiretti ha tenuto a sottolineare nel suo lungo discorso, che si deve operare in agricoltura in maniera
differente da come lo facevano i nostri padri dal momento che oggi, in epoca di globalizzazione, è necessario rispettare
alcuni canoni imprescindibili che sono la qualità.
Giusto, concordiamo, ma non si può non trattare anche le cause a monte.
Non si può fare qualità perchè i costi sono eccessivi ed i mercati non sono ricettivi anche a causa di alcune polarizzazioni
da parte di personaggi che monopolizzano il mercato.
Il prodotto buono in campagna non spunta prezzi remunerativi e si discosta da quello meno buono di pochissimi
centesimi.
Interessante ci è sembrato, ancora una volta, l’intervento dell’avv. Saccomanno che ha illustrato un piano per creare
un “polo” sia di produzione ma soprattutto di smercio e contatti diretti con i mercati.
Rompere in effetti un “cartello perverso” fra commercianti locali che si accordano per fissare il prezzo in campagna dei prodotti.
Questo era stato un suo progetto anche nella sua passata Amministrazione, ma poi tutto finì con le sue dimissioni da
Sindaco.
Che l’agricoltore debba vendere ottime arance naveline a 17/20 centesimi e poi la massaia li debba trovare sui banchi
dei markets a quasi DUE EURO ... è questo il vero inconveniente e la vera immoralità.
Che tutto aumenti vertiginosamente come i concimi, i prodotti antiparassitari, la mano d’opera, (addirittura lo Stato
ha aumentato da luglio scorso l’aliquota dei contributi assistenziali di quasi il 50% !) e che poi l’Italia sia invasa degli
stessi prodotti a prezzi stracciati (per i rivenditori all’atto dell’acquisto perchè la massaia li paga sempre agli stessi esosi
prezzi) è cosa assolutamente immorale.
Nel convegno dell’Emmaus, moderato dalla giornalista Govanna Tutino, hanno parlato ad una numerosa platea, oltre
al dott. Pietro Molinaro Presidente Coldiretti Calabria, anche il Parroco don Memè Ascone e Francesco Rao già Consigliere Nazionale Coldiretti e, come detto l’avv. Saccomanno.
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Voci dal Sud
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ROSARNO
elezioni
The Day After! presentate le liste
elettorali a Rosarno
Il 30 ottobre sono state depositate, come Legge prescrive, le liste elettorali per le
prossime elezioni comunali e , “finalmente” sono terminati i caroselli
di “... si dice” e “ ... sembra che “
Mariasole Dalmonte
Francamente, malgrado il dovere ci chiamasse a riportare gli eventi (ma soprattutto gli alisei ed i contro elisei) che
hanno caratterizzato, come non mai, questa tornata elettorale a Rosarno, eravamo alquanto stanchi (o stufi?) di riportare
qualcosa la sera per doverla smentire il giorno dopo!
Il 30 ottobre è stata posta la parola “fine” alla querelle come imposto dalla Legge elettorale italiana.
Le liste sono state presentate per cui ... alea iacta est!
Tre i candidati a Sindaco (Elisabetta Tripodi, Gianfranco Saccomanno e Raimondo Paparatti.
Per un caso strano tutti e tre sono laureati in legge per cui, comunque vada, il Comune della Città di Rosarno avrà un
Avvocato alla conduzione e, quindi, la legalità non potrà essere esclusa per incompetenza. Ecco i candidati ed il
Candidato Sindaco di riferimento:
Candidato di riferimento avv. Elisabetta Tripodi:
Lista Pd
Barone Giovanni
Borgese Maria
Brilli Michele
Bruzzese Francesco
Calarco Pasquale
Cannatà Carmelo
Comande Francesco
Cutrì Diego Giuseppe
D’Agata G. M. detta Grace
Fabrizio Michele
Foti Domenico Carmelo
Il Grande Andrea Giuseppe
Italiano M. F. detto Pippo
Lamalfa Antonio
Muratore Vincenzo
Panetta Michelangelo
Ventre Annamaria C.
Lista per Rosarno
Papasidero Giuseppe
Anastasio Agostino
Barbalace Giuseppina
Bottiglieri Antonio Cimato
Francesco Corrao Carmela
Corrao Rocco De Maria
Teodoro Fazzari Domenico
Mastruzzo Domenico
Pronestì Rocco Salamone
Giovanna Scandinaro
Debora Scarfò Maria
SofoElisabetta
Centro per Rosarno
Ascone A detto Toni
Cimato Emanuele
Costanzo Giovanni
Donato Salvatore
Figliuzzi Roberto F.
Fiumara Domenico
Garruzzo Giovanni
Larosa Gaetano
Luca’ Salvatore
Mosca Giuseppe
Occhiato Rocco
Palaia Giuseppe
Rachele Antonio
Scriva Domenico
Villa Gianfranco
Cicciù Maria Polsia
Candidato di riferimento avv. Saccomanno Gianfranco:
Nuovi orizzonti
Patto di solidarietà
Svegliati Rosarno
Pasquale Aldo Borgese
Antonino Albanese
Pasquale Cacciola
Salvatore Careri
Nicola Certo
Girolamo Falleti
Hassan Gezzar
Francesco Antonio Lanosa
Amedeo Simone Luciano
Francesco Mazzitelli
Fabio Napolitano
Lorenzo Oliverio
Leonardo Rao detto Leo
Donaldo Scarfò
Francesco Tramonte
Naso Francesco
Romeo Giuseppe
Antonio Carrozza
Paolo Francesco
Barbalace Antonio D.
Colace Salvatore
Celea Alberto
Cordi Giuseppe
Pisano Francesco
Denisi Antonino
Malvaso Rosario
Galati Giuseppe
Borgese Carmela M. R
Sciuto Giovanni
Caprino Adalgisa
Alessi Giuseppe
Barbieri Salvatore
Borgese Domenico
Cacciola Antonino
Callà Giuseppe
Condoleo Gaetano
D’Agostino Gabriele
Laganà Domenico
Maduli Vincenzo
Rao Antonino
Reitano Francesco
Restuccia Rocco
Rizzo Domenico
Sorrenti Tiberio
Sorrenti Girolamo
Varone Giuseppe
Scandinaro Carolina M.
Riganati Valentina
Lista Agorà
Bonelli Francesco
Camera Pasquale F.
Donato Francesca
Donnarumma Valentina
Ieraci Rosamaria
Lombardo Mirella
Mamone Inadia
Megna Vincenzo
Antonio Ortelio
Laura Pisano
Rita Scarfò
Massimo Fazio Antonio
Tavella Francesco
Varrà Domenica
La Città del Sole
Careri Rosanna
Amato Maria
Ascone Caterina detta Katia
Bono Concetta detta Ketty
Bruni Fiorella
Cannizzaro Alessandra
Calogero Maria
Caronte Caterina dettaKatia
D’Agostino Lorena
De Bartolo Marcella Maria
Gallo Cinzia
Lemma Giuseppina
Marrari Antonina M.R
Miglioranzi Ambra
Romano Fernanda
Varone Maria Orsola
Zungri G. detta Giusi
Zungri Maria Rosa
... s e g u e ----->>
Voci dal Sud
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AnnoVI° nr. 11 Novembre 2010
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ROSARNO
Candidato di riferimento avv. Paparatti Raimondo:
Pdl per Paparatti
Barone Agostino
Bono Roberto
Cordi Antonella
De Bartolo Rita
Dominici Rocco
Guerrisi Gaetano
Gullace Natashia
Italiano Rocco
Marasco Giuseppe
Mirenda Danhiel
Miserina Ivan
Oppedisano Michele
Politanò Francesco
Puntoriero Francesco
Tropeano Maria Polsi
Reitano Antonella
Rovere Michele
Ventre Federica
Zurzolo Angelo
Zurzolo Francesco
Elisabetta
Tripodi
Ha 44 anni laureata in giurisprudenza all’Università di
Pavia, segretario comunale dal
1994, abilitata all’esercizio della
professione di avvocato e per
l’insegnamento delle discipline
giuridiche ed economiche.
Segretario generale di seconda classe presso i comuni di
Rizziconi e San Ferdinando. Precedentemente ha operato in
Lombardia (1994-1999). È poi
rientrata in Calabria, svolgendo le funzioni di segretario comunale a Molochio, Terranova
S. M., Varapodio, San Pietro di
Caridà. Ha concluso il
praticantato notarile.
Gianfranco
Saccomanno
Avvocato, 55 anni patrocinante in Cassazione e dinanzi alla Corte Europea dei
Diritti dell’Uomo. Relatore in
oltre 160 convegni. Socio e
consigliere della Fondazione
antimafia
“Antonino
Scopelliti”, ha supportato
molteplici parti civili in processi di mafia e di difesa dell’ambiente. È vice presidente
del FIABA. Sindaco di
Rosarno dal 2003 al 2005. Tra
le varie onorificenze ricevute
per la sua vasta attività professionale e culturale spiccano quello conferitogli dalla
Corte
Suprema
della
Pennsylvania ed il “Paul Harris”,
importante riconoscimento del
Rotary Club International.
Raimondo
Paparatti
È nato l’11 aprile del 1971.
Nel 1997 ha conseguito la laurea in Giurisprudenza presso
l’Università degli Studi di Messina e, dopo avere superato
l’esame di abilitazione, dall’ottobre del 2000 esercita la professione forense. Fin da ragazzo si è impegnato nel sociale
anche quale componente di diverse associazioni (F.I.B.I.
Royal Club, Pro Loco). E’ stato
un giocatore di basket di discreto livello; attualmente ricopre l’incarico di dirigente della
A.S. Dil. Basket Rosarno, squadra militante nel campionato
nazionale di Serie C.
elezioni
Voci dal Sud
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Anno VI° nr. 11 Novembre 2010
Agricoltura
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Rosarno, tempo di arance
non di colore
laprimapagina.it
Un anno dopo gli scontri nel centro
calabrese di Rosarno, la polizia è in allerta
per combattere il lavoro nero, ma questo non
aiuta chi un lavoro non lo trova.
Oltre tutto l’agricoltura non va benissimo.
Ancora non si riesce a capire se la frutta
verrà raccolta o no.
Nessun progetto del governo in vista.
E’ passato quasi un anno ed a Rosarno
non è cambiato nulla.
Anzi ... “La situazione è peggiorata - dice
Don Pino De Masi, responsabile dell’associazione Libera - i ghetti non ci sono più, quindi non ci
sarà nemmeno un tetto dove i migranti potranno ripararsi dalla pioggia o prendere l’acqua potabile.
La polizia è in allerta perché deve evitare in ogni modo
il lavoro nero, il che è bene ma non aiuta di certo chi un
lavoro non lo trova e in più l’agricoltura non va benissimo.
Per quest’anno non siamo ancora riusciti a capire se le
arance si raccoglieranno o no.
Insomma, siamo al punto di partenza. L’inverno fa paura”.
Don Pino conosce bene la Piana di Gioia Tauro e si ricorda dell’anno scorso, quando i lavoratori stranieri impiegati
nella raccolta degli agrumi hanno ribaltato la città, bruciando macchine e cassonetti, hanno protestato contro l’indifferenza che aleggiava intorno alla loro posizione di braccianti schiavi, sfruttati nella raccolta delle arance dai caporali calabresi. Era guerra civile.
E per Libera, in vista del prossimo inverno, c’è il rischio
che le cose si metteranno anche peggio.
Forse non ci saranno uomini feriti e disordini nelle strade, ma questa volta, come l’altra volta,”l’emergenza è soprattutto umanitaria”.
Ne arriveranno solo 500. E aggiunge: “Infatti, l’unica
cosa che è cambiata dall’anno scorso è il numero degli
immigrati attesi per la raccolta.
Saranno 500 circa e non più 2500".
L’arrivo della stagione fredda a Rosarno fa paura. E anche dalla politica cominciano ad alzarsi alcune voci, isolate.
Ignazio Messina, deputato e commissario calabrese per
l’Idv, ha parlato in una riunione presieduta dal prefetto di
Reggio Calabria dove erano presenti alcuni sindaci della
piana di Gioia Tauro e le forze dell’ordine, per “mettere in
evidenza quello che è un rischio concreto che si può verificare anche quest’anno”.
Alla riunione c’era anche Don Pino. Lui sa che ogni anno
nella Piana di Gioia Tauro arrivano circa duemila immigrati,
mentre pare che il lavoro disponibile oggi sia soltanto per
poche centinaia di lavoratori.
E c’è di più. A far temere una Rosarno bis, ci si mette
anche il fallimento di vecchi progetti sociali iniziati, mai
finiti, naufragati o dai risultati irrisori.
Come quello inaugurato nel 2007, con il quale, con un
solenne protocollo alla Prefettura di Reggio Calabria, si
decise di trasformare la “Cartiera”, una delle fabbriche in
disuso dove vivevano gli immigrati, in un centro d’aggregazione sociale.
Non se ne fece nulla e per anni gli africani passarono gli
inverni dormendo tra i cartoni.
O come l’appalto pubblico vinto da una ditta privata per
costruire container che accogliessero gli immigrati senza
tetto.
Il progetto naufragò dopo meno di due mesi a causa del
ricorso dell’impresa arrivata seconda.
Poi, fu il momento del ministro Maroni che stanziò 200
mila euro per i box doccia dell’Opera Sila, l’altro lager-accampamento di Rosarno.
Per le associazioni di volontariato si trattò di una spesa
“irrisoria”, per nulla paragonabile a quella investita nell’ultimo progetto sociale inaugurato pochi mesi fa dal ministero dell’Interno nell’ambito del Pon Sicurezza.
Il progetto Obiettivo 2.51 è l’unica iniziativa sponsorizzata dallo Stato italiano, da quando si è scatenata la protesta, nel dicembre-gennaio dell’anno scorso.
Il piano prevede che la Beton Medma di Rosarno, il
cementificio confiscato al clan dei Bellocco, venga smantellato per fare posto ad un edificio da 60 posti letto con
uno spazio dedicato all’intrattenimento e supporto scolastico dei bambini, uno sportello sociale ed uno per la formazione professionale.
Per un costo di 2 milioni di euro stanziati da Stato e
Unione europea. Il cantiere è già stato aperto. Peccato però
che l’inverno sia già alle porte mentre, per completare i
lavori - spiega il Pon - ci vorrà più di un anno.
Ecco perché nella Piana si teme il peggio.
Ed ecco perché il mondo del volontariato ha già iniziato
a rimboccarsi le maniche.
Caritas, Tenda di Abramo, Rete Antirazzista Romana, Da
Sud e Action sono solo alcune delle associazioni e onlus
che per quest’inverno hanno avuto un’idea: fare rete e
monitorare le zone “a rischio” della Piana, seguendo gli
immigrati da vicino, verificando le condizioni abitative e
lavorative affinché, pur senza un tetto dove ripararsi, non
subiscano sfruttamenti.
L’associazione DaSud, per esempio, oltre alla sede romana dove ha aperto una sorta di assemblea permanente (con
associazioni, partiti, movimenti, centri sociali, artisti) per
tenere alta l’attenzione su Rosarno lavora attivamente nella Piana, combatte il lavoro nero e, attraverso il web, si
muove per valorizzare le vertenze dei migranti, trovare gli
alloggi e lavori dignitosi.
Ma DaSud non è sola.
Ma conosciutissimo in terra calabrese, l’Osservatorio
Voci dal Sud
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AnnoVI° nr. 11 Novembre 2010
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migranti Africalabria è il movimento di volontari che nella
Medici senza frontiere - conclude Pugliese - ha comuniPiana ha sempre fatto il lavoro sporco.
cato che non verrà. Contiamo invece di contattare
“Facciamo quello che dovrebbe fare lo Stato - spiega Emergency”.
Giuseppe Pugliese - rappresentante dell’associazione a
Intanto l’Osservatorio ha aperto da ormai quasi un anno
Rosarno.
un gruppo che sta registrando un boom di iscritti: “Gli
Portiamo la corrente elettrica nelle case accampamen- africani salveranno Rosarno” si propone soprattutto di
ti degli immigrati, li andiamo a prendere con le macchi- combattere il razzismo.
ne, forniamo acqua potabile, andiamo al discount e cerOn-line, infatti, sono tanti i “post” di solidarietà.
chiamo di fornirgli tutto il necessario.
Ma tra un messaggio e l’altro, compare anche qualche
L’abbiamo fatto l’anno scorso e lo rifaremo ma non testimonianza diretta.
solo in caso di scontri e guerriglia.
Come questa: “L’anno scorso ero lì.
Noi lo facciamo sempre”.
Io c’ero!
I primi migranti africani in cerca di lavoro sono già arrivaSe potessi me ne andrei in Francia.
ti.
Ho il permesso di soggiorno ma non ho i soldi per il
Ora dormono nelle macchine.
biglietto.
A Rosarno invece, quest’anno, tutto è ancora fermo.
Per questo, quest’anno forse tornerò a raccogliere manGli africani salveranno Rosarno.
darini.
“I prefetti se ne andranno perché a novembre il comuMa davvero per mangiare devo essere trattato da anine, sciolto per mafia dal 10 dicembre 2008 per due volte male?
consecutive, tornerà al voto.
Forse allora preferisco morire di fame”.
Per Rosarno il danno economico e
morale per l’economia è enorme
Nell’immaginario colletivo della gente di tutta Italia la Città ha assunto fisionomia di
città razzista e schiavista per cui si rifiutano di acquistare merce proveniente da
questa zona.
E’ stata una vera calamità la rivolta dei
migrantes sia per il deleterio episodio in se stesso, ma soprattutto per la speculazione politica
e commerciale dei mass media italiani ed internazionali.
Un “affaire” lucroso per i giornali che hanno
fatto di un episodio incidentale un casus belli
che è stato alimentato per settimana, anzi per
mesi, dipingendo la zona come un ghetto in cui
i poveri migrantes venivano rinchiusi, frustati,
costretti a lavori forzati.
Chiaro che l’argomento fosse lucroso e succulento ed i mass media non si sono fatti sfuggire l’occasione di intengere il pane in queso
succo falsando i reali termini del pur esistente
problema.
Lo hanno fatto i giornalisti delle TV e della
carta stampata rimpinguendo fior di puntate di
programmi-scandalistici, lo hanno fatto politici
senza scrupolo “in cerca di autore” e di platee,
lo ha fatto finanche il cinema con la pellicola
mono ottica che è stata realizzata a Rosarno
dal regista padovano che, sceso in Calabria,
ha creduto di aver capito tutto soprattutto
perchè i soggetti cui si è appoggiato sono sempre uguali e profondamente convinti di essere i
depositari della verità.
Tutta questa bagarre ha portato a creare un
clima di sdegno nazionale che oggi determina
lo stallo completo dell’economia dal momento
che dire prodotto a Rosarno fa sentire addirittura gli onesti cittadini di tutta Italia come conniventi e correi del reato di sfruttamento, razzismo, torturatori e quindi evitano di comprare
merce made in Rosarno!
Addirittura alcune ditte sono state costrette
a creare una fittizia sede legale in paesi limitrofi onde evitare di far comparire il nome della Città di Rosarno dalle proprie etichette!
Naturalmente in tutto questo chi ne guadagna sono alcuni soggetti disonesti che affondano le mani nella fame degli agricoltori rosarnesi
e comprano a prezzi stracciatissimi tanto sanno bene che o comprano loro oppure nessuno
oserà farlo.
Questa la realtà in questa Piana ove la maggior parte delle persone sono lavoratori onesti
e laboriosi.
Voci dal Sud
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Anno VI° nr. 11 Novembre 2010
Agricoltura
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La Calabria è la capitale
delle politiche per l’olio
Ad Altafiumara la 36ma sessione dell’agenzia mondiale
MARIA PONENTE - Calabria Ora
Il Coi (Consiglio Oleicolo Internazionale) è la più importante agenzia mondiale per le
problematiche e le politiche dell’olio di oliva, di cui fanno parte la stessa Unione Europea ed
altre trenta nazioni a vocazione olivicola del mondo.
La 36ma sessione di questa importante organizzazione si terrà proprio in Calabria, a
Villa San Giovanni,
dal 21 al 23 ottobre presso il
Grand Hotel de la Ville.
Alla conferenza di presentazione, il direttore del Coi,
Mohammed Sbirri ed il direttore
aggiunto, Jean-Louis Barjol
enunceranno gli obiettivi che la tre
giorni calabrese intende raggiungere con i tre momenti previsti: il 21 si terrà il “Seminario
internazionale sulle denominazioni geografiche degli oli di oliva”, il 22 si terrà la 36ma sessione consultiva del Coi ed il 23
infine si prevede la visita tecnica e conoscitiva dei dirigenti e dei funzionari
del Coi presso una serie di realtà aziendali e territoriali rappresentative dell’olivicoltura calabrese nella
Piana di Gioia Tauro.
Saranno presenti oltre ai numerosi relatori nazionali ed internazionali, l’assessore regionale all’agricoltura
Michele Trematemi, il dirigente generale del Dipartimento agricoltura, Giuseppe Zimbalatti, il preside della
facoltà di agraria dell’Università degli Studi “Mediterranea” di Reggio Calabria, Marcello Zimbone, la
rappresentanza della Provincia di Reggio Calabria, oltre alle rappresentanze dell’intera filiera olivicoloolearea nazionale e calabrese e delle organizzazioni professionali agricole.
L’evento nel suo complesso è stato promosso e coordinato dalla Conasco, tra le più grandi organizzazioni di produttori olivicoli del meridione, il cui presidente Carmelo Vazzana esprime soddisfazione per
l’importante consesso giunto alla 36ma edizione nell’anno in cui la definizione di olio “extravergine di
oliva” compie ben 50 anni.
Per la Calabria olivicola, la tre-giorni del Coi rappresenta l’occasione per confermare la storica e
straordinaria vocazione olivicola della nostra regione e per evidenziare la sua capacità di reazione innovativa
alle sfide del mercato.
Sfide che devono fare i conti con la crisi economica in atto anche attraverso iniziative concrete ed
innovative.
Verrà infatti presentata alle autorità del Coi, tra le altre, l’iniziativa atta alla creazione del marchio Igp
regionale denominata “Olio di Calabria”, un marchio atteso da anni e che finalmente vedrà la luce
consentendo alle produzioni di qualità di competere ulteriormente fuori dai confini nazionali.
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Voci dal Sud
AnnoVI° nr. 11 Novembre 2010
Agricoltura
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L’imprenditoria agricola
calabrese si impoverisce con la
scomparsa di Giuseppe Fazari
Franz Rodi-Morabito
San Giorgio Morgeto (RC).
PrimOlio è oggi in lutto per la morte
prematura ed improvvisa di Giu-
seppe Fazari, brillantissimo imprenditore
oleario ed artefice - con gli altri quattro fratelli
- del “miracolo” tutto calabrese chiamato
“Olearia San Giorgio” diretta dal nipote,
Mimmo Fazari, che sta conquistando i mercati
di tutta Europa facendo incetta di primi premi
fra centinaia di prodotti presentati.
Il “signor Giuseppe”, centro e catalizzatore
di tutte le attività del gruppo (in campo ed in
frantoio), lascia - e non sono mere parole di
circostanza - un vuoto incolmabile nella sua
famiglia, nel gruppo ed in tutti quanti hanno
avuto la fortuna ed il privilegio di conoscerlo.
Alla moglie, ai figli Domenico ed Antonio, ed
ai parenti tutti, voglio esprimere la mia vicinanza per questo grave lutto che li ha colpiti.
Ciao Giuseppe.
Voci dal Sud
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Anno VI° nr. 11 Novembre 2010
P o l i s t e n a
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Gli esercenti di via Trieste
penalizzati dal nuovo piano della
circolazione - Anche le mamme
degli scolari chiedono l’alt al
Sindaco Tripodi
an.co. - Calabria Ora
I commercianti che hanno
l a l o r o a t t i v i t à i n v i a Tr i e s t e
e alcuni genitori degli alunni
che frequentano il plesso scolastico
della stessa via, si appellano al sindac o , M i c h e l e Tr i p o d i , p e r c h é r i v a l u t i i
provvedimenti recenti relativi al Piano del traffico, che
h a n n o i n t e r e s s a t o v i a Tr i e s t e
a Polistena.
Fra le difficoltà riscontrate
da questi cittadini, così come
si apprende in un documento
indirizzato al primo cittadino,
«l’impossibilità del parc h e g g i o e d i s o s t a c h e re n de impraticabile la possibil i t à d i f e r m a r s i p e r p re n d e re i bambini a scuola - s i
legge nel documento - l’imp o s s i b i l i t à d i a c c e d e re a l
c e n t ro d i a n a l i s i S a l u s , l a d i f f i c o l t à
p e r u n p ro n t o i n t e r v e n t o m e d i c o o d i
u rg e n z a , i d i s a g i d e i c o r r i e r i c h e d e v o n o s c a r i c a re l a m e rc e p e r t u t t i i
c o m m e rc i a n t i s u q u e l l a v i a » .
Già nelle scorse settimane si era
registrata la protesta del titolare del
bar Italia che ha chiuso il suo esercizio commerciale polemizzando per il
Piano del traffico.
«I sottoscritti - si legge infine nella
nota - certi che sta sicuramente a
c u o re d i o g n i A m m i n i s t r a t o re l a p i e na e totale fruibilità del territorio
da parte dei cittadini, si appellano al
Sindaco e agli amministratori di que-
s t a c i t t à , i n v i t a n d o l i a r i c o n s i d e r a re
l a s i t u a z i o n e d e l t r a n s i t o v e i c o l a re
s u v i a Tr i e s t e p e r t ro v a r e u n a s o l u zione».
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Voci dal Sud
AnnoVI° nr. 11 Novembre 2010
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Eolico, la Dda di Catanzaro “esplora” gli
assetti societari - Attentati incendiari e
intimidazioni utilizzati come chiave di lettura
Giuseppe Lo Re - Gazzetta del Sud
Catanzaro - Elenchi di nomi e assetti societari affiancati alla cronistoria di attentati esplosivi, intimidazioni e
minacce di vario tipo.
La Direzione Distrettuale Antimafia batte la pista degli
interessi della ‘ndrangheta nel settore eolico, un business
nel quale certamente la criminalità organizzata ha le mani
in pasta.
Già ieri abbiamo dato la notizia delle verifiche sulla
compravendita dei cosiddetti “certificati verdi”; oggi
fonti ben informate aggiungono che gli accertamenti, ad
ampio raggio, riguardano la reale titolarità di tutte le società che hanno realizzato o gestiscono i parchi eolici nel
territorio di competenza della Dda catanzarese (quindi
tutta la regione ad accezione del Reggino) e tutte le intimidazioni verificatesi nel corso degli ultimi anni ai danni
degli impianti.
Al vaglio della Dda di Catanzaro, infatti, c’è tutto un
elenco d’intimidazioni e danneggiamenti subiti da alcune società che si sarebbero opposte ad avere una diretta
compartecipazione societaria da parte di esponenti della
‘ndrangheta.
Chiaro l’obiettivo dei controlli incrociati: verificare
come e dove la ‘ndrangheta si è infiltrata nel settore. E
dalle vittime d’intimidazioni gli inquirenti si aspettano
conferme o piste da seguire
Certamente, secondo gli investigatori, la ‘ndrangheta
è interessata a investire nell’eolico perché il settore consente senza grosse difficoltà la possibilità di riciclare
denaro e di avere ingenti guadagni.
Non a caso i controlli riguardano pure i cosiddetti
“certificati verdi”.
D’altra parte, la stessa Dia (Direzione Investigativa
Antimafia) nell’ultima relazione semestrale sulla criminalità organizzata nel Paese scrive che le ‘ndrine hanno già
«dimostrato la capacità di individuare avanzati settori
d’investimento, quale quello delle energie rinnovabili».
Si tratta, dunque, di «una crescente vocazione
affaristica delle organizzazioni criminali calabresi» che
«si espande verso multiformi settori imprenditoriali» tra
cui «le energie rinnovabili».
Finora l’attività della Distrettuale antimafia è in fase
esplorativa: non esiste un’inchiesta vera e propria nè ci
sono tantomeno indagati.
Discorso diverso, invece, per quanto riguarda la Procura ordinaria, dove i fascicoli aperti sono parecchi e gli
indagati esistono.
Qui non si scava tanto sulla criminalità organizzata
quanto sull’attività di personaggi, politici o burocrati,
che potrebbero aver fatto da “cerniera”.
Nel mirino ci sono quindi tutti i passaggi autorizzativi
preliminari alla costruzione di pali ed eliche.
... passare dal
vento al sole!
La “Seneca s.r.l” di Lametia Terme
presenta 21 istanze per istallazione
pannelli fotovoltaici
I legami sospetti
A chiedere di poter installare i
p a n n e l l i e r a s t a t a l a m o g l i e d i Vi t o
Nicastri, considerato un prestanome
dei Lo Piccolo.
Cosa nostra aveva spostato i suoi
interessi in Calabria.
E non solo a San Luca, Piatì e
Africo.
Ilda Manica, la moglie dell’imp r e n d i t o r e Vi t o N i c a s t r i , l ’ u o m o d i
Alcamo più volte finito in carcere
perché ritenuto il prestanome di
To t u c c i o L o P i c c o l o e M a t t e o M e s sina Denaro, era pronta ad investire quattrini anche a Isola Capo
Rizzuto.
La sua azienda, “Seneca srl” di
L a m e z i a Te r m e , c h i e s e a l C o m u n e i l
via libera per impiantare pannelli
fotovoltaici in località Sovereto.
E’ quanto emerge dalle carte dell’ufficio tecnico dell’ente, che lo
scorso gennaio, nel respingere le 21
istanze presentate dalla società
lametina, scrisse: «In ordine al rilascio dell’autorizzazione amministrativa per la costruzione degli interventi a margine indicati, con la
presente si comunica che è stato avviato il procedimento di rigetto».
Voci dal Sud
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Anno VI° nr. 11 Novembre 2010
w w w . s o s e d . eu
Calabria elevata a pattumiera !
Calabresi e campani solidali
nella “monnezza”
In arrivo a Pianopoli 10mila tonnellate di rifiuti
Francesco Ferro - Calabria Ora
Al termine della lavorazione rimane, quindi, solamente il
Se dalla Campania tendono a placare l’allarme creato dal
timore che i loro rifiuti vengano dirottati in Calabria, il pre- materiale organico che viene stabilizzato ed essiccato divesidente Scopelliti ammette di aver teso la mano ai napoleta- nendo molto simile a del terriccio.
Solo questi rifiuti non pericolosi verranno quindi manni per sollevarli da uno stato emergenziale che li sta mettendati in Calabria attraverso il consorzio Cite e saranno destido in ginocchio.
Il peso della solidarietà tra Scopelliti e Caldoro sarà di nati alla discarica privata della Daneco di Pianopoli.
In ogni caso, precisano dalla Regione Campania, questi
trecento tonnellate giornaliere di rifiuti non pericolosi che
finiranno nella discarica di Pianopoli fino ad esaurimento flussi di rifiuti sono stati disposti e gestiti in passato attraverso una gara d’appalto con la Presidenza del Consiglio
dello spazio per gli stoccaggi.
Circa diecimila tonnellate nel giro dei prossimi mesi in dei Ministri che ha individuato le ditte private idonee al
una logica gestionale che, secondo le Regioni, dovrebbe trasporto, conferimento in appositi siti e trattamento dei
rifiuti.
essere gestita nella normaIn particolare il Cite,
lità ma che continua a creaSe veramente sono innoqui perchè
attraverso il suo legale rapre preoccupazione sole altre Regioni e la stessa
presentante, ha chiarito che
prattutto fra i sindaci dei
Campania li rifiutano?
i conferimenti di rifiuti in
comuni del La-metino mesCalabria saranno di circa
La Calabria non è di Scopelliti per
si in allarme dalle carovane
diecimila tonnellate neldi Tir provenienti da Napocui chiediamo se è stata interpellata
l’arco di due mesi.
li.
la popolazione calabrese
Sullo stesso argomento
Il tam tam mediatico, caè intervenuto Giuseppe
valcando l’onda emotiva
del disastro campano, potrebbe estendere l’allarme anche Scopelliti, in qualità di Commissario delegato al superamento
dell’emergenza rifiuti della regione Calabria.
da noi creando una pericolosa psicosi collettiva.
Da Scopelliti si è appreso che è stata emessa un’apposiSituazione ancora poco chiara che sarà bene tenere sotto controllo per evitare che la nostra terra diventi il ridico ta ordinanza «per solidarizzare con la Regione Campania
relativamente al grave problema che stanno vivendo in
dei problemi altrui.
Eventualità questa, fermamente respinta dall’assessore queste ore le popolazioni di alcuni centri campani a cauregionale all’Ambiente della Campania Giovanni Romano sa dell’emergenza rifiuti.
Dopo un confronto con Protezione civile e Regione
che, contattato da CO, ha rispedito al mittente denunce e
allarmismi secondo lui immotivali. «Esiste - dichiara Roma- Campania - ha sottolineato invece l’assessore all’Ambiente
no - un’emergenza rifiuti in Campania che stiamo cercan- calabrese Francesco Pugliano - siamo giunti a questa ordo di affrontare fra mille difficoltà; approfittare di questa dinanza con la quale viene limitato il conferimento di
situazione per fare sciacallaggio mediatico ed estendere non oltre trecento tonnellate giornaliere di rifiuti, provenienti dalla vicina Campania, che non pregiudicherantimori ad altre regioni è inconcepibile.
Chi si presta a queste polemiche, evidentemente non è no, in alcun modo, il flusso ed i quantitativi disponibili
ben informato e scaglia attacchi pretestuosi solamente per i rifiuti calabresi verso una struttura privata nel territorio di Pianopoli».
per generare caos.
Inoltre la Regione Calabria si è affrettata a chiarire che
I calabresi possono stare tranquilli: la loro regione
l’impegno della Protezione civile nazionale sarà quello di
non diverrà la pattumiera di Napoli».
L’assessore della Giunta Caldoro ha spiegato che le mon- ridurre al minimo i quantitativi di rifiuti da conferire nella
tagne di rifiuti che si vedono oggi in televisione e che stan- nostra terra.
A differenza della Puglia che aveva detto no all’immonno provocando le proteste dei cittadini campani non verdizia, la Calabria accoglierà, quindi, attraverso il consorzio
ranno dirottate in Calabria.
«Quelli che giungono nella vostra regione - ha detto - Cite il materiale secco proveniente dalla Campania.
In questo modo sarà possibile liberare gli impianti
sono rifiuti urbani raccolti molto tempo fa e che sono già
passati attraverso uno specifico trattamento meccanico campani troppo congestionati.
Resta da capire perché Vendola non ha gradito i rifiuti
che prevede la separazione del materiale organico da
innocui mentre Scopelliti ha detto sì.
carta, vetro e plastica».
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Oltre 200 relitti affondati da
decenni in fondo al mare di
Calabria e Basilicata !
Le Autorità però concludono sempre, anche smentendo rei confessi pentiti, che è
tutta una favola e niente inquina i mari del Tirreno merifionale - Giusto non
allarmare l’opinione ubblica, ma criminale tacere
Domenico Marino - Gazzetta del Sud
Cosenza - Molte le navi e qualche mistero.
bio sul presunto traffico di rifiuti tossici e radioattivi.
La Direzione marittima di Reggio Calabria ha
È per questo che le ricerche vanno avanti, così
setacciato i fondali della Calabria e della Basilicata, come procede lo studio degli archivi per cercare di
lungo il Tirreno e navidare un nome anche ai
gando a largo dello
relitti che al momento riImprovvisamente
tutto
diviene
puro
Jonio.
sultano sconosciuti.
Giorni e giorni di lalindo e salùbre!
Un lavoro assai comvoro per appurare cosa
plesso, per il quale maLe navi che giacciono sui fondali
nascondono le acque
gistratura e forze dell’orsono tutte barche da pesca o pattini,
nostrane.
dine hanno bisogno
i rifiuti giunti in Caabria con
A cominciare dai red’aiuto.
autotreni spariti nel nulla (pare
litti di mercantili, navi da
La Dda di Catanzaro
sotterrati
assieme
al
carico)
una
guerra, imbarcazioni da
sta ancora indagando sul
diporto, carrette del
favoletta di Natale, le immondizie di
relitto individuato a larmare e chissà cos’altro
go di Cetraro grazie al
Napoli sono state trattate al profumo
affondati nei decenni se
racconto del pentito di
di Coty prima essere inviate in
non addirittura nei se‘ndrangheta, Francesco
gentile omaggio ai calabresi.
coli passati.
Fonti, il quale aveva diPerchè
la
Campania
si
priva
di
Ne hanno individuati
chiarato si trattasse delsimili preziosità ?
d u e c e n t o ,
la “Cunsky”, nave caricentosessanta già noti e
Il sindaco di Lametia Terme vieta
ca di veleni al cui
quaranta ancora coperti
affondamento avrebbe
il transito ai TIR carichi di rifiuti
da un singolare mistepartecipato lui personalproveniente dalla Campania :
ro.
mente.
sbaglia a non voler valorizzare
A differenza dei priGli accertamenti hanPianopoli?
mi, non si conosce né il
no poi dimostrato che
nome, né l’anno e la
invece si trattava della
causa dell’affondamento.
“Catania”, una nave passeggeri inabissata da un somLa relazione stilata al termine dei controlli è stata mergibile durante la prima guerra mondiale.
inviata alle Direzioni Distrettuali Antimafia di Reggio
La magistratura inquirente catanzarese ha chiesto
Calabria e Catanzaro che hanno indagato nei mesi a un laboratorio marino di Napoli una relazione su
passati e in parte indagano ancora sulle navi dei mi- alcuni microorganismi prelevati dal “Catania”, indisteri che tanto hanno fatto parlare e scrivere a ridosso viduato a 11 miglia dalla costa e a 500 metri di prodell’estate 2009 per il sospetto che le nostre acque fondità.
fossero diventato un cimitero di carrette del mare
I riscontri servono agli inquirenti per avere la conaffondate cariche di rifiuti tossici e radioattivi.
ferma che in quello specchio di Tirreno non c’è una
La ricerca della Direzione marittima reggina, in base presenza di radioattività superiore alla norma.
a quanto trapelato, è finalizzata ad avere un quadro
È probabile che, quando giungeranno questi dati,
completo di quelle che sono le navi affondate lungo l’inchiesta sarà definitivamente archiviata.
la costa calabrese e lucana per fugare qualsiasi dub-
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... il diavolo fa i le pentole ma non i coperchi!
Anche Trenitalia considera la
Calabria pattumiera d’Italia!
Una imperdonabile svista denuncia una bugia di Trenitalia - Il treno
Cosenza-Reggio spacciato per nuovo è in realtà un vecchio
convoglio della Lombardia - Ricordi della Cassa del Mezzogiorno?
Alessia Truzzolillo - Calabria Ora
LANETIA TERME - II treno è vetusto anche se tenuto
discretamente.
È il regionale 3686 che percorre la tratta Cosenza-Reggio
Calabria, frequentato
soprattutto da pendolari e studenti universitari.
Ma, prima di collegare le città ai due poli
della Calabria era un
treno della regione
Lombardia.
Come già anticipato
da Calabria Ora. Ecco
le prove.
La patente di treno
riciclato, il mezzo la contiene al suo interno: è la
cartina regionale del
Servizio ferroviario lombardo appesa alle pareti dei vagoni.
La mappa salta subito agli occhi con quella
scritta, Milano, a caratteri cubitali e, in alto a
sinistra, la rosa bianca
e verde, simbolo della
regione padana.
Insomma, oltre al danno labeffa.
Il convoglio, dicevamo, non è tenuto male, considerando, almeno, la media dei treni regionali.
Lo hanno ripulito e non presenta particolari segni di vandalismo, graffiti, strappi, chewingum appiccicate qua e là.
Non è la mano dell’uomo a dare quel senso di povertà e
malinconia che traspare al suo interno ma quella ineluttabile del tempo.
I sedili sono macchiati e bisunti, l’odore stantio e
dolciastro dei vecchi treni dove domina l’aria e la ruggine
segna un pò ovunque, ormai, le carrozze: dai bordi dei finestrini allo scorrimento delle porte dei vagoni.
L’andamento basculante del treno rende sgradevole
persino la lettura, una vettura è ridotta al buio e il sistema di
areazione aperto/chiuso, così come quello della frenata
d’emergenza ricordano tecnologie ormai da tempo supera-
te.
Ad ogni corsa, poi, una delle porte esterne sbatte rumorosamente e pericolosamente su cardini slabbrati.
I vecchi treni, dunque, vengono a morire nel Mezzogiorno, secondo la prassi ormai
consolidata che le regioni meridionali siano la pattumiera del
florido Nord.
... un sorta di “cimitero degli elefanti”!
Non possediamo industrie
ma occultiamo i rifiuti tossici
delle aziende settentrionali.
Non produciamo ma consumiamo, sopportiamo l’idea di
essere visti e trattati come gli straccioni d’Italia.
Non ci rendiamo conto, forse, delle differenze.
L’idea di miseria nel Sud è stata spesso tradotta dall’immagine di un treno. Da quello che porta, ancora oggi, gli
emigranti verso nuove, lontane fortune a quello rotto e
puzzolente, come un vestito smesso dato ai poveri e che le
Ferrovie dello Stato destina al Meridione.
Solo che, su questo vestito in particolare, c’è l’etichetta,
poco cortese, del mittente.
(n.d.r.: All’epoca della Cassa del Mezzogiorno le floride industrie del nord venivano in meridione per attingere
a ingenti fondi ed agevolazioni fiscali da sturbo, ma almeno avevano il buon senso di verniciare macchinari
vecchi e dismessi per contrabbandarli come nuovi, adesso Trenitalia non si prende più nemmeno questa briga!).
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Appena un mese dall’altra emergenza
alluvione e Reggio e Provincia sono
nuovamente in ginocchio!
Alessandro Crupi - Calabria Ora
Tutto il mondo è paese in Italia quando la pioggia imperversa con una certa violenza (n.d.r. e l’indifferenza delle
Istituzioni impera!)
Da nord a sud, passando per il centro.
E così, dopo gli effetti disastrosi del maltempo in Lombardia, Liguria, Campania e dopo il violento nubifragio di
inizio settembre a Reggio, ecco che la città dello Stretto è
stata messa nuovamente a soqquadro, ieri, da una nuova
ondata di piogge che ha imperversato poderosamente sull’intero comprensorio.
Bene inteso, nessuna conseguenza gravissima ma forti
disagi sì, eccome, con caratteristiche molto simili a quelle
del 3 settembre.
È ancora vivo nei reggini il violentissimo nubifragio di
quella sera abbattutosi per qualche ora che generò parecchi problemi, di cui oggi, ancora, sono visibili gli effetti.
Gli scrosci di pioggia torrenziali hanno investito, infatti, l’intero comprensorio urbano causando fastidi alla popolazione e il nubifragio non ha dato tregua fino al tardo
pomeriggio.
Pronto l’intervento dei vigili del fuoco che hanno risposto
alle numerose chiamate ricevute dai cittadini in difficoltà
con circa 40 addetti che sono intervenuti per far fronte alle
priorità, che, sostanzialmente, si sono manifestate in allagamenti, automobilisti intrappolati nelle loro macchine, strade fortemente danneggiate, tombini saltati, riversamenti di
terra e fango e, soprattutto, la linea ferroviaria inservibile
nel tratto tra Reggio e Villa San Giovanni.
A tal proposito, nel pomeriggio, è stata inviata l’idrovora
per liberare dall’acqua la stessa porzione di binari sommersa dal precedente nubifragio, quella situata in prossimità
del sottopassaggio dopo la stazione Centrale.
I punti più critici sul territorio dove si sono verificate le
maggiori emergenze alluvionali hanno interessato le zone
di Rosario Valanidi, in particolare la strada che collega quest’ultima località a Oliveta e, sempre per quanto concerne
la zona sud, la messa in sicurezza del torrente Menga-Calamizzi e il danneggiamento di alcune abitazioni.
Per quanto riguarda, invece, l’area nord della città, il
maltempo ha colpito maggiormente la collina di Pentìmele,
con il crollo di via Lupardini che ne ha bloccato l’accesso,
Gallico, conl’esondazionedei torrenti e la caduta del costone
di una collina, Rosalì e il lungomare di Catona.
In centro, invece, c’è stata l’ormai classico (purtroppo)
allagamento della parte finale del lungomare Falcomatà
(n.d.r.: ultimo tratto prima di sfociare in piazza Garibaldi
all’ingresso prncipale della Stazione FFSS “Teggio Centrale”), che, per questa ragione, è stata chiusa al traffico.
A ciò si aggiungono, infine, gli immancabili cedimenti di
interi nastri d’asfalto nella parte alta della città, la caduta di
alberi e di alcuni segnali stradali.
Situazioni a rischio non totalmente sanate dallo scorso
temporale di settembre, hanno subito un ulteriore
peggioramento con questo nuovo maltempo.
L’Anas, infine, ha comunicato che, per le intense precipitazioni, si sono registrati disagi sull’A3, nel tratto com-
preso tra Bagnara Calabra e Scilla con l’accumulo di materiale fangoso.
È stato disposto conseguentemente un senso unico alternato per consentire il ripristino della sicurezza della carreggiata con un’operazione di ripulitura.
«Il provvedimento - spiega l’Anas - ha creato disagi
con code e forti rallentamenti per alcuni chilometri sulla
carreggiata Sud» ma, successivamente, la transitabilità è
tornata regolare.
Tra Campo Calabro e Reggio sono stati istituiti dei restringimenti di carreggiata in direzione nord per operazioni di
pulizia di detriti.
Problemi anche sulla Ss 18 con la presenza di frane e la
chiusura, dal pomeriggio, del tratto di strada compreso tra
Favazzina e Scilla con relativa deviazione sull’A3.
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Anche la “Piana” flagellata dal
maltempo
Frana tra Gioia e Rosarno - Mesima minaccioso in
piena - Anche altri torrenti e finanche i ruscelli
interpoderali minacciano di uscire dall’alveo
Alfonso Naso - Calabria Ora
Una forte ondata di maltempo ha colpito l’intera Piana.
Piogge torrenziali, forte vento hanno messo in ginocchio tutto il comprensorio con danni a strade, ponti, edifici,
colture.
La pioggia è caduta ininterrotta da lunedì e per l’intera
settimana si è rovesciata sul territorio la cui terra non assorbe più le precitazioni che sono sempre più a arattere di
nubifragio provocando frane, smottamenti e cedimenti del
manto stradale su diverse arterie.
La più colpita è stata la Statale 18, allagata in più punti e
su cui abbattuta anche una frana in prossimità di Gioia
Tauro che ha occupato operai del comune e protezione
civile per alcune ore al fine di liberare il passaggio.
Nel tratto cittadino della stessa strada, il manto si è sbriciolato anche a causa delle enorme buche presenti sull’asfalto. Problemi anche in prossimità del ponte sul Budello di
“Vallomena” dove il livello dell’acqua ha raggiunto pericolosamente quasi il limite massimo degli argini.
Situazione critica nel fiume Mesima, l’acqua è fuoriusci-
ta in qualche punto senza, però, causare danni.
Gli argini del fiume non esistono più dal 2008 quando la
piena provocò l’esondazione e la caduta di parte del Ponte.
Anche il Fiume Vena è in piena ma non desta particolare
preoccupazione fino ad ora.
Nella strada Asi che costeggia il porto la situazione è
caotica con numerosi tratti ricoperti dall’acqua. Piogge battenti anche nell’entroterra con allagamenti e disagi alla circolazione soprattutto nei centri alti di montagna.
Disagi segnalati a Cittanova, comune questo con alto
indice di dissesto idro-geologico.
Nei comuni della costa Gioia, Ferdinando e Palmi, si sono
registrate violente mareggiate causate dal fortissimo vento
che ha raggiunto punte di oltre 70 chilometri orari.
Danneggiate le colture di mandarini che proprio in questo periodo fioriscono e sono pronti per il mercato
agrumicolo. La campagne sono inondate sia per la
esondazione dei corsi d’acqua che per i terreni che non
assobono più la pioggia.
Giffone ed altri importanti centri della
Provincia sono isolati per le numerose frane
Ancora una volta si parla di misure di emergenza, ma il
discorso data ormai a parecchi lustri!
Intere zone, popolatissime, rimangono isolate a causa di
frane che puntualmente si verificano durante l’inverno.
Parto gli appelli alle autorità, partono i politici che cavalcano la cavallina, partono le promesse di aiuti e, sopratutto
di adozione di provvedimenti definivi, ma finite le grandi
piogge tutto rimane come prima.
Ingenti danni alle persone ed alle abitazioni o alle strutture viarie, va ricodato che ogni calamità del genere porta
un danno enorme anche alle coltura che vanno letteralmente distrutte.
Salta il lavoro di un intero anno e con esso salta il reddito
futuro di parecchi anni.
Da sempre la importante strada che da Maropati conduce a Giffone è spesse volte interrotta da frane.
varapodio ed Oppido sono “tagliate” nei rapporti a causa dell’alluvione di qualche anno addietro.
Pizzo e le frazioni di Vibo Marina che hanno avuto anche
morti qualche anno addietro, attendono pazientemente riparazioni e risarcimenti.
La SS 18 nei pressi di Scilla è ormai considerata “la madre
delle frane” e questo data da anni, almeno 50 .
Da pensare che l’intero muraglione che costeggia lato
mare la SS 18 in entrata a Scilla è stato costruitointeramente
con i sassi caduti con le frane.
Non migliora la situazione verso Falerna e Paola, dove a
causa delle riccorrenti ostruzioni improvvise ed ivasione
della sede stradale di detriti, fango e massi ormai i morti in
incidenti stradali non si contano più.
Ed allora la domanda sorge spontanea: ma le Autorità
cosa fanno? possibile che tutte le “unità di crisi” che si
formano subito dopo gli eventi negativi, finiscano nel morire nell’inedia e l’ignavia generale?
Sarebbe proprio interessante quale la “filosofia” burocratica che governa le azioni ( o meglio le non azioni)
presso gli uffici regionali e proviniali della nostra povera
Calabria.
La sua “buona parola” l’ha messa anche l’ANAS che, a
causa dei lavori autostradali, ha creato situazioni di pericolosità in tutte le zone limitrofe la A3.-
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Dopo Atlantide ecco le città che
rischiano di sparire
Yahoo News
VENEZIA – Quando la città è stata fondata nel 421, il
Centimetro dopo centimetro, inesorabilmente il livello
livello del mar Adriatico era di circa 5 metri più basso di
dell’acqua sale: a rischio persino la Grande Mela
Secondo il mito Atlantide, isola situata nell’Oceano al quello attuale.
Per secoli l’acqua è cresciuta molto lentamente, ma negli
largo della Spagna, sarebbe stata una potenza in grado di
dominare buona parte di Europa e Africa prima di essere ultimi 100 anni il suo livello è aumentato in modo vistoso.
Ogni anno che passa il mare si avvicina sempre più all’alsommersa dalle acque.
Ma l’affondamento di aree costiere molto
popolose non appartiene solo alla leggenda.
Sette città turistiche moderne, di cui una
in Italia, rischiano di fare la stessa fine.
CITTA’ DEL MESSICO - Nella capitale
messicana la terra si apre all’improvviso inghiottendo le persone.
Soprattutto durante la stagione estiva
delle piogge, le centinaia di crepe lungo le
strade si spalancano di frequente, con gravi
rischi in un’area metropolitana dove vivono 20 milioni di persone.
In un caso un temporale ha allargato una
crepa della strada inghiottendo un’auto e
un curioso che stava a guardare, che si è
schiantato dopo un volo di 20 metri.
Costruita sul letto di un lago prosciugaVenezia: Piazza San Marco e l’acqua alta
to, negli ultimi 100 anni Città del Messico si
è abbassata di dieci metri.
NEW YORK – Della metropoli Usa abitata da 20 milioni tezza delle strade.
E la chiara tendenza, osservata nel corso dei secoli, pordi persone potrebbe rimanere solo l’Empire State Building.
Situata alla foce del fiume Hudson, nel punto in cui con- ta a concludere che presto Venezia sarà sommersa.
Se non si farà nulla per bloccare l’aggravarsi della situafluisce nell’Atlantico, la Grande Mela sarà una delle città
al mondo a soffrire di più per il riscaldamento climatico che zione, dal 2055 una significativa porzione dei percorsi pedonali, delle piazze e dei pavimenti delle case situati al pian
scatenerà nella zona delle tempeste tropicali.
E le inondazioni saranno solo una delle catastrofi che terreno saranno sommersi.
BANGKOK – Anche la capitale della Thailandia sta afdovrà affrontare New York.
In un primo momento sarà trasformata in una palude, fondando rapidamente.
A minacciarla è il fiume Chao Phraya, che confluisce
quindi sarà spazzata via dal mare.
SHANGAI – Le case del quartiere commerciale Bund, il nella baia di Bangkok a circa 48 chilometri dalla città.
La capitale e le sue dozzine di templi, patrimonio delpiù elegante della città, sono già sotto il livello del fiume
l’umanità, potrebbe ritrovarsi sotto l’acqua in soli sette anni.
Huangpu che le costeggia.
Secondo una ricerca dello scienziato thailandese Ajong
L’acqua, respinta dal mare, minaccia sempre più spesso
Chumsai na Ayudhya, a influire sull’innalzamento del Chao
di allagare alcuni dei palazzi più famosi della Cina.
Anche sull’altra sponda i grattacieli di Pudong, con l’al- Phraya è il riscaldamento globale.
NEW ORLEANS –Con il tempo il terreno che separava
ta marea, finiscono sott’acqua.
Altri 200 anni e il livello degli oceani aumenterà di cinque la città dal Golfo del Messico è stato eroso lentamente,
rendendola molto esposta alle tempeste tropicali.
metri: Shanghai è tre metri sopra il livello del mare.
Prima dell’uragano Katrina del 2005 però gli esperti non
HOUSTON – Anche il centro della Nasa, visitato ogni
si erano resi conto del fatto che New Orleans stava affonanno da migliaia di turisti, è a rischio.
Houston sorge infatti su un terreno completamente sab- dando.
Solo una ricerca del 2006 ha rivelato infatti che la città era
bioso che rischia in alcuni casi di sprofondare.
Ma a danneggiare le fondamenta della città, più della sprofondata di circa mezzo centimetro l’anno, mentre gli
sabbia, sono state soprattutto l’estrazione di petrolio e le argini costruiti per proteggerla si erano abbassati di quattro o cinque volte più rapidamente.
circa 300 faglie che corrono sotto la città.
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.. . e buona s a n i t à !
Trapianto record di entrambe le
mani ad una donna di 52 anni
Per la prima volta usate cellule staminali della paziente per evitare il rigetto
Lino Grossano - Gazzetta del Sud
Milano - Poter tornare ad accarezzare i suoi due figli e il marito, a lavarsi i denti o a mangiare con una semplice forchetta.
Gesti piccolissimi, che ora Carla, 52enne di Busto Arsizio (Varese) e da 3 anni senza mani per una grave malattia, potrà
compiere di nuovo grazie a un trapianto “record” di entrambe le estremità, effettuato all’ospedale San Gerardo di Monza.
Quella di Carla, casalinga, è una storia drammatica: nel 2007 le erano stati amputati sia le mani che i piedi, a causa di una
grave forma di setticemia sviluppata in seguito a una banale cistite.
Ma le protesi proprio non le sopportava: per questo già dal 2008 aveva chiesto di essere messa in lista per un
trapianto, e ieri finalmente ha visto realizzarsi il suo desiderio.
«Una decisione, quella del doppio trapianto, che abbiamo preso senza esitazione – spiega Massimo Del Bene,
direttore del reparto di Chirurgia plastica ricostruttiva e chirurgia della mano al San Gerardo.
Una persona senza mani né piedi non può alzarsi dal letto se non arriva qualcuno ad applicarle le protesi; ora
Carla potrà provvedere da sola, con un miglioramento incredibile della qualità della propria vita».
Nell’eccezionalità dell’intervento si nasconde però un altro record: per la prima volta, infatti, sono state usate cellule
staminali della stessa paziente per evitare il rigetto.
Questa tecnica, in particolare, già nota in teoria ma applicata solo ora, preleva le staminali dal midollo e le re-inietta
nelle prime 24 ore successive al trapianto.
«Si tratta di cellule che, per motivi che ancora non sappiamo, hanno una potente azione immunosoppressiva ,
spiega Andrea Biondi, direttore della Cell Factory del San Gerardo, una delle tre “officine di staminali” attive in Italia.
Sulle nuove mani della paziente verrà praticato in seguito un trapianto di tessuti adiposi, anche questi prelevati
dalla donna stessa, e un trapianto di epidermide sul dorso.
Questi due inserimenti di cellule della paziente su arti estranei – spiega Biondi – hanno la funzione di “depistare”
gli anticorpi che tendono ad aggredirli.
In questo modo viene depotenziata l’azione di rigetto dell’organismo».
L’intervento è avvenuto nella notte tra lunedì e martedì, ma reso noto solo ieri.
Lo stesso 11 ottobre era arrivata la notizia che all’ospedale di Cremona erano disponibili gli arti di una donna di 58 anni
appena deceduta.
In meno di 2 ore si è iniziato a trapiantare le nuove mani di Carla, con un intervento durato 6 ore, e già il giorno dopo
la donna ha mostrato i primi segni di mobilità alle dita.
Arriva il test delle urine per scoprire
il tumore alla prostata
Mariano Parise - Gazzetta del Sud
ROMA - La diagnosi del tumore alla prostata potrebbe diventare ancora più semplice: un test delle
urine per identificare gli uomini a rischio di ammalarsi, grazie alla scoperta di una proteina che subisce una
modifica genetica legata al cancro.
A segnalarlo è uno studio inglese pubblicato su PlosOne.
Il test inoltre avrebbe un costo assolutamente abbordabile, poco più di 5 euro. Gli scienziati inglesi
hanno scoperto che la proteina Msmb, questo il suo nome, è presente a livelli ridotti negli uomini cui è
stato diagnosticato il cancro alla prostata e che i livelli della proteina sono influenzati dall’aggressività del
tumore.
La tendenza nell’urologia a livello internazionale è quella di trovare nuovi marcatori specifici del cancro
alla prostata, come quello che sarebbe, appunto, alla base del test delle urine.
Tuttavia servirà ancora del tempo, almeno 2 anni, prima che questi marker arrivino in commercio, e
prima che possano bastare da soli a diagnosticare il tumore alla prostata, cosa su cui alcuni urologi sono
dubbiosi.
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La “morte clinica” è sicuramente
morte definitiva?
Dura e continua la disputa fra coloro che la dichiarano “certa” e coloro che
sostengono che in effetti il prelievo degli organi viene effettuato su soggetto
ancora vivo
Yahoo
Era stata dichiarata clinicamente morta, ma
si sveglia mentre le stavano per staccarle la
spina.
Non è l’unico caso (purtroppo) per cui si avvalorano le tesi di coloro che sostengono che
gli espianti di organi sono effettuati con soggetti ancora in vita.
Il confine tra la vita e la morte non sempre è
così netto come potrebbe sembrare. In alcuni
casi ci sono persone che sembrano averlo varcato per poi tornare indietro.
Emblematico quanto verificatosi a Bordeaux,
in Francia, dove una donna dichiarata clinicamente morta si è risvegliata poco prima che i
medici staccassero la spina.
«HO DORMITO BENE» - La protagonista della sconcertante vicenda è Lydia Paillard,
60 anni, le cui prime parole al suo risveglio sono
state: «Mi sento molto meglio. Ho dormito
molto bene».
Da 14 ore la donna non dava segni di vita ed
i medici l’avevano quindi dichiarata clinicamente morta, chiedendo alla famiglia il consenso
per staccare la spina.
La 60enne era entrata in un ospedale di
Bordeaux per una seduta di chemioterapia
quando all’improvviso ha perso i sensi e non si
è più ripresa.
Poco prima aveva preso delle medicine e
un’infermiera le aveva inserito una flebo con
un liquido per prevenire il vomito.
Un dottore ha raccontato la scena del risveglio: «Siamo stati al suo capezzale quando
all’improvviso ha aperto gli occhi, si è seduta sul letto e ha detto: “Mi sento molto
meglio; ho dormito molto bene”».
«UNA RICHIESTA TERRIBILE» - Uno
dei due figli della 60enne, Serge, ha rivelato
che i medici della clinica avevano chiesto alla
famiglia il consenso per staccare la spina.
«È stata una richiesta terribile - ha com-
mentato -. Naturalmente siamo contenti che
mia madre sia viva, ma abbiamo bisogno di
una spiegazione dettagliata di come questo
sia potuto accadere».
Yves Noel, Direttore dell’ospedale, ha sostenuto invece che la Paillard potrebbe avere
avuto una crisi epilettica tale da causare un
quadro clinico molto simile alla morte.
«I nostri medici più esperti l’hanno esaminata attentamente e tutti l’avevano dichiarata clinicamente morta.
Si tratta di un evento estremamente raro».
SUL TAVOLO DELL’AUTOPSIA - Ancora più inquietante la vicenda di cui è stato protagonista Carlos Camejo, del Venezuela. Il
malcapitato si è risvegliato sul tavolo dell’autopsia dopo essere stato dichiarato morto.
Ma al primo taglio sul volto di Camejo è subito sgorgato del sangue rosso vivo.
I dottori si sono accorti così che non era ancora morto.
SI RECA AL SUO FUNERALE - Molto
più buffa la vicenda verificatasi in Brasile.
Ademir Jorge Goncalves, un muratore di cui
era stato accertato il decesso a causa di un incidente d’auto, è apparso nel bel mezzo del suo
stesso funerale.
Goncalves in realtà aveva passato la notte a
bere in un autogrill (forse per festeggiare lo
scapato pericolo), e quando ha saputo del funerale è corso in chiesa per avvertire i suoi familiari del fatto che era ancora vivo.
Immaginabile il naturale terrore dei presenti,
che erano certi della sua morte.
Anche perché nella bara c’era un cadavere,
che tutti ritenevano fosse il suo.
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Nasce a Rizziconi la Fondazione
“Francesco Inzitari”
GIUSEPPE MUSTICA - Calabria Ora
RIZZICONI (RC) - Alla presentazione della fondazione “Francesco Maria Inzitari”, nata per ricordare il diciottenne di Rizziconi ucciso il 5 dicembre scorso, c’era anche il padre del ragazzo, Pasquale, l’imprenditore pianigiano arrestato nell’ambito dell’operazione “Saline” e attualmente agli arresti domiciliari.
Una presentazione molto commovente, aperta dalle parole della sorella di Francesco, Nicoletta, che è
anche Presidente dell’Associazione e che, con la
voce spezzata dall’emozione, ha spiegato che «oggi,
con la nascita di questa fondazione, mio fratello
rinasce».
Molto significativa anche la data, quella di ieri, per
presentare l’associazione che darà delle borse di studio a tre istituti scolastici della Piana di Gioia Tauro:
ieri Francesco Maria Inzitari avrebbe compiuto 19
anni.
Oltre a Nicoletta, figlia maggiore dell’imprenditore
rizziconese, fanno parte del Cda della fondazione anche Nadia Multari, in veste di vicepresidente, e i consiglieri don Pino De Masi (il referente dell’associazione libera e vicario della diocesi di Oppido-Palmi),
don Benedetto Ciardullo, parroco di Rizziconi, don
Bruno Cocolo, parroco di Delianuova, e Rosanna
Mazzaferro, docente.
Proprio Nadia Multari ha voluto spiegare che «la
fondazione nasce per tenere sempre vivo il ricordo
di Francesco.
Il suo sacrificio deve essere speranza per noi». Molto
significante è stato l’intervento di don De Masi il quale ha
spiegato che per sconfiggere il “male” «tutti dobbiamo
sporcarci le mani.
Bisogna prendere in maniera decisa le distanze dal
male - ha continuato - e, in questo momento, il male è la
zona grigia, che partecipa alle manifestazioni e che molto probabilmente è qui dentro e che appena uscirà, oppure lo già sta facendo, con i cellulari, riferendo tutto a chi
sta dall’altra parte».
L’intervento di De Masi s’è chiuso con un invito ai molti
giovani presenti alla cerimonia di presentazione: «Prendete in mano il vostro futuro e diventate protagonisti del
cambiamento».
Ha preso la parola anche il sindaco di Rizziconi
Antonino Bartuccio, sottolineando che l’Amministrazione sarà molto vicina alla fondazione».
Lo stesso sindaco rizziconese ha invitato gli altri primi
cittadini presenti ad avvicinarsi al tavolo dei relatori, per far
sentire la vicinanza alla famiglia Inzitari.
Gli stessi hanno accettato l’invito, alzandosi e facendo
vedere il proprio supporto.
E’ intervenuto anche Mario Congiusta, padre di Gianluca,
anche lui ammazzato dalla mafia nel 2005.
Congiusta, emozionato, ha ribadito: «L’unica cosa che
possiamo fare è ribellarci alla mafia.
Ogni volta che farete il nome di Francesco darete fastidio, per questo vi invito a dirlo tutti i giorni.
Nessun mafioso è morto nel suo letto e nessun capomafia
s’è goduto i soldi che ha fatto».
Sono intervenuti Nunzio Lacquaniti, Assessore al Comune di Palmi, Antonino De Masi, l’imprenditore rizziconese famoso per la sua battaglia contro l’usura delle banche,
e Ferdinando Iacopino, componente dei Lions di Polistena.
Erano presenti infine diversi altri sindaci della Piana: Bruno Barillaro (Oppido), Salvatore Vinci (Serrata), Rocco Corigliano (Delianuova), Giuseppe Zampogna (Scido), Alessandro Cannata (Cittanova) e Beniamino Alessio (Molochio).
Inoltre hanno presenziato Enzo Pisano, Consigliere d’opposizione al Comune di Polistena ed ex componente della
Commissione Regionale Antimafia, Giacomo Saccomanno,
candidato a sindaco di Rosarno e il vicesindaco di Cinquefrondi Maurizio Bellocco.
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Codici: inaugurata
inaugurata una
una sede
sede
Codici:
Laureana di
di Borrello
Borrello
aa Laureana
Il centro per la difesa dei diritti del cittadino è present
ormai anche nella “Piana” - la sede laureanense è stata
inaugurata alla presenxa dei maggiorenti della onlus
Comunicato Stampa
Si è tenuta questa mattina (6 Ottobre 2010) alle ore 11,30 presso la sede provinciale di Laureana di
Borrello, la conferenza stampa di inaugurazione della nuova delegazione provinciale di CODICI.
Hanno preso parte all’evento, la Segretaria Regione Calabria Codici,
Marcella Rosetta, il Responsabile della neo delegazione Giuseppe Salomone, il Segretario Nazionale Ivano Giacomelli, il
Dott. Rosario Mancuso, il Consigliere Antonio Di Giglio.
Il Centro per i Diritti del Cittadino - CODICI - e’ una formazione tesa alla promozione,
alla attuazione e alla tutela degli interessi del
cittadino consumatore e utente, con particolare riferimento a coloro che si trovano in
condizioni di debolezza.
L’associazione ha come unico obiettivo quello di promuovere la sicurezza, la legalità, la giustizia, la salute in ogni suo
aspetto, la qualità dei prodotti e dei servizi, una adeguata informazione e ad una corretta pubblicità, la correttezza e
trasparenza nei rapporti commerciali e nei rapporti contrattuali in genere, l’educazione al consumo e all’uso del denaro,
la prevenzione al sovraindebitamento e la lotta all’usura, l’erogazione di servizi pubblici secondo standard di qualità ed
efficienza, il razionale sfruttamento del territorio e delle risorse naturali.
L’attività del CODICI si concretizza in attività di controllo, osservatorio comunicazione e tutela dei diritti del cittadino
consumatore e utente. L’associazione agisce adottando la strategia dei diritti per affermare la centralità della persona, dei
quali pone come obiettivo la loro concreta attuazione.
In modo particolare si occupa di ogni violazione dei diritti della persona che determina situazioni di sofferenza.
CODICI come associazione tutela consumatori, insieme ad altre associazioni, è parte attiva e integrante del CNCU,
Consiglio Nazionale Utenti e Consumatori, pertanto riconosciuta a livello nazionale.
Da oggi la nuova delegazione di CODICI si avvarrà della collaborazione del personale messo a disposizione dal
CODICI, al fine di fornire ai cittadini un punto di riferimento e consulenza sui maggiori temi consumeristici, elargendo
consigli per affrontare, con i dovuti strumenti informativi, le varie problematiche che sorgono nel corso della vita
quotidiana.
Tali tematiche riguardano:
- Usura e sovra indebitamento
- Servizio Idrico
- Utenze
- Consumerismo
- Sicurezza dei prodotti alimentari e non alimentari
- Sanità e farmaci
- Diritti dei minori
- Diritti degli animali
- Diritti delle donne
Tra le varie tematiche, oggi abbiamo scelto di affrontare la scarsa qualità dell’assistenza prestata dal servizio sanitario
nel comprensorio reggino:
E’ ben noto come sul territorio provinciale, la riduzione degli interventi sanitari in ambito specialistico, ha creato non
pochi disagi ai cittadini: il ridimensionamento dei medici specialisti nei Poliambulatori delle città di Feroleto e Laureana
ha dirottato i pazienti, per effettuare alcuni esami medici specifici, verso l’Azienda ospedaliera della città di Reggio
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Calabria, con tempi di prenotazione lunghissimi, (fino a quattro mesi, ad esempio, per un elettrocardiogramma).
Ovviamente facile immaginare cosa possa fare un cittadino - dichiara Marcella Rosetta, che abbia bisogno di esami
urgenti.
Si va dalla richiesta di ricovero “improprio”, alla prestazione di pronto soccorso,dalla ricerca di una prenotazione più
veloce in altre città della regione, al pagamento della prestazione, oppure si attende e, anche se il complesso delle azioni
e degli interventi del Piano rientro dovessero portare nel 2013 l’equilibrio del sistema sanitario regionale,alla riduzione
delle spese corrisponderà l’ulteriore e pesante contrazione dei servizi.
Che la sanità sia una gestione completamente politica non c’è bisogno di alcuna
dimostrazione matematica- conclude
Marcella Rosetta è una evidenza empirica
che ciascuno può verificare ogni giorno
sulle inefficienze di qualsiasi ufficio sanitario del nostro territorio.
Né c’è tanto da meravigliarsi se sulla pelle dei cittadini si gioca da decenni una indegna partita per la conquista di posizioni di
potere, mentre la salute dei cittadini diventa
un optional.
Basta vedere i tanti casi di malasanità che
sono il fiore all’occhiello di questa nostra sfortunata terra.
Secondo i dati Aiom, Associazione italiana di oncologia medica, ogni anno tra le 14 mila e le 50mila persone morirebbero a causa di un errore medico, in pratica 90 decessi al giorno dovuti a una svista, all’interpretazione sbagliata di una
prescrizione, oppure all’ambiente ospedaliero.
Le cause pendenti nei confronti dei medici per presunti errori sono fra le 15 mila e le 12 mila l’anno, anche se si stima
che i 2/3 dei sanitari vengano alla fine assolti, mentre la richiesta di risarcimento danni (secondo i dati Ania, l’associazione che rappresenta le imprese assicuratrici) ammonta a 2,4 miliardi di euro l’anno.
Dai dati dell’ultimo triennio, è emerso che in Italia le cifre degli errori commessi dai medici o causati dalla cattiva
organizzazione dei servizi sanitari, provocano più vittime degli incidentistradali: tra 14 mila (secondo l’Associazione
anestesisti rianimatori ospedalieri) e i 50 mila decessi all’anno, secondo Assinform.
Il che vuole dire circa 80-90 morti al giorno (il 50% dei quali evitabile), 320 mila le
persone danneggiate.
Ma quali saranno le future e nefaste conseguenze di un deficit politico che ha portato al fallimento della sanità calabrese?
Auspichiamo che la politica locale si attivi.
E’ tempo che la sanità calabrese si
riappropri di un ruolo etico se non vogliamo
che questo sistema malato peggiori di anno
in anno danneggiando i pazienti; ogni azione risponde alla pura e semplice logica del
business, piuttosto che alla cura e alla tutela
del cittadino che chiede la restituzione del
servizio sanitario e un forte rilancio della sanità calabrese, ispirandosi ai valori dell’equità
e della solidarietà, come fondamenti di un
sistema pubblico di tutela della salute e che
sia riconosciuto, in primis, il principio del diritto alla salute come diritto di cittadinanza, lottando contro un sistema che,
fino ad oggi , ha prodotto una “voragine” nel bilancio della Regione Calabria penalizzando i cittadini .
Il “Codici” crede che l’apertura della nuova delegazione sia una soluzione finalizzata alla tutela del cittadino con
l’obiettivo di offrire maggiore trasparenza e informazione, nonché sostegno legale su tutte le questioni afferenti il
cittadino-consumatore.
La sede della nuova organizzazione di Laureana di Borrello è ubicata in Via Colletta n.13 e ,sarà operativa nei giorni
di Lunedì e Mercoledì dalle ore 08:30 alle ore 10:30, Tel: 0966 991983 - cell: 338 5352628
Reggio Calabria, 6 Ottobre 2010 Dipartimento Comunicazioni- Codici Giuseppina Giordano
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Perle di
Burocrazia
Nel 1996 sono stati ultimati i lavori della
Diga sul Metramo, ma ancora non è
entrata in funzione!
L’imponente opera è stata voluta dai Consorzi di Bonifica della Piana di Rosarno per
rendere irrigui molte milgiai di ettari di terreni agricoli - Oggi il sindaco Panetta ne
denuncia il «totale abbandono»
Umberto di Stilo - Gazzetta del Sud
GALATRO - Il sindaco Carmelo Panetta ha in- sendo canalizzate, provocano smottamenti e aperdirizzato agli Assessori Regionali Trematerra e Gen- ture di crepe nell’asfalto.
tile, al Presidente del Consiglio Regionale Talarico,
Il primo cittadino galatrese sottolinea poi che con
al vice Nicolò e all’avv. Giovanbattista Valenzise, le acque invasate dalla diga sul Metramo dovevano
commissario dei Consorzi di Bonifica raggruppati essere alimentate le turbine di una centrale idroeletdella provincia, una lettrica.
tera per denunciare «lo
Si disconosce che fine
Da considerare che essendo lo
stato di totale abbanabbia
fatto il progetto a
sbarramento realizzato con un
dono in cui versa la
suo tempo redatto dal
terrapieno, la mancanza di
diga sul fiume
Consorzio di Bonifica
manutenzione
potrebbe portare a
Metramo in contrada
mentre è a tutti noto che
smottamenti o cedimenti che
Castagnara».
nella Piana di Gioia conrappresenterebbero per la zona un
Questa diga, al centinuano a sorgere centro di diverse polemiche,
nuovo Vajont.
trali a turbogas e
è stata voluta e progetbiomasse, ma si trascuGrossi insediamenti abitativi,
tata dal Consorzio di
ra la produzione di enercome la stessa Città di Galatro, si
Bonifica per rendere
gia pulita e senza impattrovano a valle della diga e sono
irrigui diverse migliaia di
to ambientale con noteunbicati in una gola che farebbe
ettari, migliorare l’agrivoli ricadute occupazioda “condotta” alle acque se
coltura e, in concreto,
nali e finanziarie per le
malaguratamente dovessere
per agevolare la crescipiccole comunità, che
tracimare o dirompere per il
ta economica della vasoffrono di un continuo
sta zona.
cedimento dello sbarramento.
spopolamento.
Panetta ricorda che i
Fatte queste premesInteri paesi scomparirebbero
lavori del grande invaso
se,
Panetta fa appello
spazzati da questo tsunami che si
sono stati ultimati nel
agli
Amministratori reverrebbe a creare
1996 ma a tutt’oggi,
gionali perché, ognuno
dopo aver speso circa
per la parte di propria
180 miliardi di ex lire, l’opera malgrado sia finita è competenza, si voglia attivare per recuperare almeinutilizzata.
no i fondi per l’ordinaria manutenzione; all’assessoNon si capisce perché non si riescono a comple- re alle Politiche agricole si chiede un tavolo tecnico
tare le opere di canalizzazione delle acque per uso per sapere se risponde a vero che i fondi a suo temirriguo, pur avendo il Consorzio di Bonifica per ben po accantonati per la realizzazione delle opere di
due volte appaltato e iniziato i relativi lavori e altret- canalizzazione esistono e sono ancora disponibili o
tante volte gli stessi sono stati abbandonati».
se invece, come sostenuto in più ambienti, siano stati
Panetta denuncia quindi che «le case dei custodi, destinati ad altri scopi.
dove sono ubicate tutte le apparecchiature elettroMa non è finita. Il primo cittadino galatrese chiede
niche che controllano l’invaso, durante le abbondanti di conoscere anche “l’intendimento politico” della
piogge si allagano, mentre la strada d’accesso alla Regione ma soprattutto le intenzioni del Consorzio
diga, oltre ad essere abbondantemente invasa da sie- di Bonifica in merito al completamento totale delpi, versa in totale abbandono con le cunette com- l’opera.
pletamente ostruite e le acque piovane che, non es-
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... la foto del giorno
... stante i risultati in campo della
Nazionale Italiana di calcio ...
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Banche & usura --
De Masi ha denunciato di nuovo
Bankitalia
Il noto imprenditore di Rizziconi che nel 2006 aveva portato a Palmi,
sul banco degli imputati, i “big” del Ghota bancario italiano
ottenendo un verdetto a dir poco ... strabiliante, insiste nell’azione
contro le Banche
r.r. - Calabria Ora
L’imprenditore calabrese Antonino De Masi, che con le sue denunce ha portato ad una inchiesta contro i vertici di alcune banche per usura conclusasi con l’assoluzione in primo grado
ed in Appello degli imputati (pur se la Corte aveva riconosciuto esistesse il reato di usura
prepetrato dagli Istituti Bancari!), ha presentato una denuncia-querela contro la Banca d’Italia.
La denuncia, secondo quanto riporta il Sole 24 Ore, è stata presentata alle Procure di Roma,
Reggio Calabria e Catanzaro e si ipotizzano i reati di omessa vigilanza del sistema creditizio,
concorso in usura e in riciclaggio, falso in bilancio, appropriazione indebita, truffa ed estorsione, oltre che turbativa di libero mercato.
Le denunce presentate da De Masi alla Procura di Palmi contro la Banca di Roma, Bnl e
Banca Antonveneta hanno portato ad un processo conclusosi in primo grado con l’assoluzione
dei vertici dei tre istituti di credito per non aver commesso il fatto e successivamente, nel luglio
scorso, nel processo d’Appello la formula di assoluzione è stata addirittura “perché il fatto
non costituisce reato” (sic!).
Una seconda denuncia contro la Banca d’Italia è stata presentata sempre da De Masi il 29
giugno scorso sulla base di quanto era emerso nel processo d’Appello.
Alla luce delle motivazioni della sentenza di secondo grado l’imprenditore ha deciso di presentare una nuova denuncia contro Banca Italia.
Secondo De Masi dalle motivazioni è emersa la «sussistenza del reato di usura da parte
dei tre istituti di credito.
Credo che quanto riportato nella sentenza emessa dalla Corte di Appello di Reggio
contenga elementi gravi e drammatici.
Proprio gli elementi che emergono dalla sentenza d’Appello - aggiunge - hanno portato
ad alcune mie iniziative.
Intanto i Tribunali ai quali mi sono rivolto stanno lavorando alacremente ed a giorni
renderò pubblici una serie di nuovi provvedimenti emessi.
Questa vicenda è tutt’altro che una banale diatriba tra un cliente e la banca.
Le mie dure ed isolate battaglie hanno scalfito un muro e forse tante cose sono cambiate, ma la verità è ancora lontana».
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Banche & usura -Nel 2006 inizia la battaglia contro gli
istituti bancari
r.r. - Calabria Ora
PALMI (RC) Era il giugno del 2006 quando il
Gup del Tribunale di Palmi, Carlo Alberto Indellicati,
emise il decreto di rinvio a giudizio per il imputati nel
processo denominato “Banche e usura”, così
come richiesto dall’allora Pm Alberto Cianfarini.
La prima udienza del procedimento è datata 6 ottobre del 2006.
All’inizio sfilano in aula i periti di parte
e le seconde linee del sistema bancario.
Bisogna attendere, però, la primavera 2007 perché inizino le
escussioni più rilevanti.
Il 13 marzo tocca a Antonino De
Masi, l’accusatore degli istituti di credito ribadendo anche in sede
dibattimentale tutto quanto aveva già
sostenuto in fase istruttoria.
Il 24 aprile, invece, a comparire davanti al Collegio sono Luigi Abete e
Cesare Geronzi.
«Non conoscevamo la pratica De
Masi, né avevamo nessun controllo
diretta sui tassi di interessi», è la loro
difesa.
Dino Marchiorello viene sentito a
fine settembre e sostiene che la carica
di Presidente di Antonveneta era solo
simbolica e che non aveva ruolo di comando.
Infine, mercoledì 7 novembre 2007, la sentenza
di assoluzione del Tribunale.
Il 2 luglio 2008, invece, i giudici della sezione penale della Corte d’Appello di Reggio Calabria (Bruno
Finocchiaro Presidente, Iside Russo e Natina Prattìcò
Consiglieri) pronunciano la sentenza di secondo grado dopo una Camera di Consiglio di circa due ore
assolvendo nuovamente gli imputati Dino Marchiorello, Cesare Geronzi e Luigi Abete «perché il fatto
non sussiste», diversamente dalla formula «per non
aver commesso il fatto» usata in primo grado.
Una vera e propria battaglia, quella che ha ingag-
giato l’imprenditore Antonino De Masi nei riguardi
degli Istituti bancari italiani.
La tesi accusatoria (in secondo grado rappresentata dal Pg Francesco Neri), infatti, sostenuta anche
dalla parte civile (con gli avvocati Giacomo Saccomanno e Francesco Mazzone) prevedeva la com-
missione da parte di Banca di Roma, Bnl e
Antonveneta del reato di usura ai danni del gruppo
imprenditoriale facente capo a De Masi.
E se per i Presidenti in Appello è giunta l’assoluzione «perché il fatto non sussiste», per gli altri imputati (Domenico Cunsolo, Enzo Ortolan, Paolo Antonio Pirrotta, Giuseppe Falcone, Martino Bruno ed
Eduardo Catalano) è arrivata, invece, la conferma
della sentenza di primo grado con l’assoluzione «per
non aver commesso il fatto».
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Siamo ancora un popolo civile ?
Accusa il marito di pedofilia con
la propria figlia per distruggerne
la reputazione!
p.com - Calabria Ora
VIBO VALENTIA - Una vicenda dolorosa ed agghiacciante.
E’ la storia di una calunnia, dell’infame accusa per un
orrore mai compiuto.
La moglie che vuol distrugger vita e reputazione del marito, peraltro carabiniere esemplare, e di un amico e collega
di quest’ultimo; anche a costo di infliggere alla figlia - una
bimba di appena cinque anni - un’atroce violenza.
Come scrive il giudice del Tribunale di Vibo Valentia
Cristina De Luca, nei motivi della sentenza con la quale lo
scorso 12 luglio ha condannato la donna ad un anno e
otto mesi di reclusione, ancor prima del marito è quella
povera creatura la vera vittima di questa raccapricciante
vicenda giudiziaria, costretta com’era ad imparare un copione da recitare davanti a magistrati e poliziotti, raccontando i più perversi abusi sessuali che le indagini e,
soprattutto, la consulenza di un superperito hanno rivelato privi di fondamento.
I due uomini, ai quali erano stati falsamente attribuiti
dall’imputata anche rapporti di natura omosessuale consumati davanti agli occhi della bimba, escono dall’incubo grazie al Pm Fabrizio Garofalo (che alla luce delle reiterate denunce della donna li aveva inizialmente messi
sott’inchiesta), grazie ai loro legali - gli avvocati Giuseppe
CostaMe e Salvatore Pisani -, grazie poi alle perizie e ad un
giudice che in sentenza pone argomentazioni perentorie
nel motivare la condanna per calunnia.
Tutto ciò all’esito di un procedimento penale «allarmante e che inquieta - si legge nel dispositivo depositato
nei giorni scorsi - già per il fatto che la madre abbia messo
in bocca alla figlia di così tenera età parole non solo
volgari ma che soprattutto richiamano immagini di una
sessualità malata e distorta».
Ciò sarebbe avvenuto anche durante il viaggio a Pescara,
con i poliziotti della squadra mobile di Vibo Valentia, necessario per condurre madre e figlia innocente davanti allo
specialista che avrebbe offerto un contributo estremamente prezioso per risolvere il caso.
In tale iniziativa, volta a distruggere il marito e nella pretesa di accreditare agli occhi della figlia il suo nuovo compagno, la donna avrebbe coinvolto non solo l’ex coniuge
ma anche altri soggetti tra cui la propria madre, cioè la nonna materna, sulla quale in dibattimento l’imputata aveva
adombrato il sospetto di abusi sessuali sulla nipotina.
Il giudice De Luca evidenzia come la bambina ormai sapeva che veniva sgridata e menata se non diceva le cose
che la mamma le suggeriva, rimanendo così fedele al patto
stretto con l’imputata, ripetendo parole terribili sia nella
scelta linguistica che nel significato.
Palazzo di giustizia di Vibo Valentia
Così il magistrato ha disposto la trasmissione degli atti
alla Procura per quanto di competenza in ordine alla
ravvisabilità di ulteriori e diverse ipotesi di reato a carico
della madre nei confronti della piccola, per la quale il
superperito che ha seguito la vicenda ha ribadito la necessità di un trattamento psicoterapeutico adeguato per valutare se ed in che entità le suggestioni della madre possano
averle causato traumi.
Nel fascicolo trasmesso alla Procura anche i verbali dei
sopralluoghi effettuati dalle forze dell’ordine nella casa in
cui la donna costringeva la figlia a vivere.
Descrivono una condizione di degrado assolutamente
speculare a questa amara ed insopportabile vicenda ordita
dall’odio, dalla perversione e dalla calunnia.
«La casa - si legge in sentenza - era come quella dei
barboni, i materassi erano a terra, senza lenzuola, vi erano panni e scarpe ovunque.
La cucina era sporca, piena di pentole usate ed avanzi
di cibo... ».
In quella casa, adesso, difficilmente la piccola ci tornerà.
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Anno VI° nr. 11 Novembre 2010
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Siamo ancora un popolo civile ?
Roma, giovane donna rumena colpita da
un pugno nella Metropolitana
Una banale discussione per l’acquisto del biglietto sfocia in un pugno sferrato da
un ventenne italiano che fa stramazzare a terra priva di sensi l’ infermiera rumena
di 32 anni - Maricica in coma lotta fra la vita e la morte per una profonda lesione
al tronco encefalico
Marco Maffettone - Gazzetta del Sud
ROMA - È in fin di vita Maricica Hahaianu, l’infermiera
romena di 32 anni colpita con un pugno venerdì scorso al
termine di una lite alla stazione della metropolitana
Anagnina, a Roma.
Le sue condizioni si sono aggravate nel corso della giornata e ora, dicono i medici, lotta fra la vita e la morte nel
reparto di rianimazione del Policlinico Casilino.
Il quadro clinico si è fortemente complicato a causa di
una profonda lesione al tronco encefalico: la donna è di
nuovo in coma.
Una svolta drammatica che sembrava essere scongiurata, Maricica sembrava stesse reagendo bene alle terapie
ma il trauma causato dalla caduta dopo il pugno scagliatole in pieno volto da Alessio Burtone, 20 anni di Roma,
potrebbe risultarle fatale.
Di fatto, come spiega anche il suo legale, l’avvocato
Alessandro Di Giovanni, la donna colpita al mento dal
pugno ha perso subito i sensi ed è crollata a terra a corpo
morto sbattendo violentemente con la testa sul pavimento.
I suoi famigliari, il marito, non hanno mai lasciato l’ospedale.
Per loro, adesso, «non è il momento delle scuse». «Troppo facile, troppo comodo chiederlo adesso», hanno detto
commentando la lettera che Burtone ha scritto per chiedere perdono per quanto commesso.
L’avvocato poi aggiunge che, al momento, al marito della
donna non è stata consegnata nessuna missiva o alcun
messaggio da parte del giovane aggressore.
L’aggravarsi delle condizioni della donna potrebbero
incidere anche sul capo di imputazione che pende su
Buglione.
In caso di decesso dell’infermiera, il giovane potrebbe
essere accusato di omicidio preterintenzionale.
Al momento il reato ipotizzato nel fascicolo aperto dal
Pm Antonio Calaresu è di lesioni volontarie gravi.
Da piazzale Clodio arriva intanto la conferma che la Procura ha presentato ricorso al Tribunale del riesame per
chiedere l’emissione della custodia cautelare in carcere.
La donna giace svenuta in terra ed a
sinistra il giovane romano raccoglie le
proprie cose cadutegli e sta per
andarsene via
Viene però fermato da un ufficiale
della Marina in borghese che lo
accompagna al posto di polizia della
metropolitana Anagnina
Nel filmato si emerge ancora
l’indifferenza delle persone che
passano, scansando il corpo della
donna, senza soccorrerla
Purtroppo la giovane rumena,
infermiera presso una clinica
romana, madre di una bambina di
tre anni, è deceduta.
Il feritore che era agli arresti
domiciliari, è stato tradotto in
carcere con l’accusa di omicidio
preterintenzionale.
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AnnoVI° nr. 11 Novembre 2010
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L a nostra storia
La spedizione dei fratelli Bandiera!
«Viva l’Italia» sulle labbra degli eroi
di Gabriele Petrone
3° ed ultimo episodio
Il 23 giugno i prigionieri, compresi i cinque costituitosi a Castelsilano, partirono da San Giovanni in
Fiore legati e su muli per essere condotti a Cosenza
sotto una buona scorta di urbani e furono rinchiusi
nelle carceri della città che all’epoca erano allocate
nell’ex convento degli agostiniani nel quartiere della
Massa.
I fratelli Bandiera ed i loro compagni furono così
deferiti ad una commissione militare accusati di:
1 ° - Di cospirazione, ed attentato all’ordine pubblico, il cui oggetto era quello di far cambiare il Governo, e di eccitare i sudditi calabri
a sollevarsi con il Re (D.S.) Ferdinando 2° - Di
sbarco furtivo commesso a mano armata in questo
Regno con Bandiera tricolore, la notte dello e 17giugno ultimo scorso; 3° - D’infrazione alle leggi sanitarie del Regno 40 - Di resistenza aEa forza pubblica
del
Comune di Belvedere Spinelli (...). Parimenti di
attacco e resistenza alla forza
pubblica di S. Giovanni in Fiore (...) 5° - Finalmente per aver condotto seco loro, carte e libri contenenti organizzazioni repubblicane, Proclami, Statuti, e massime rivoluzionarie. La condanna a morte arrivò il 24 luglio per tutti, tranne il
Boccheciampe, condannato a cinque anni di prigionia in considerazione della sua «spontanea costituzione», mediante fucilazione col terzo grado
di pubblico esempio previsto dal Codice Penale
del Regno delle Due Sicilie da eseguirsi entro le
24 ore. La pena di morte, come previsto dalle
disposizioni preventive del ministro di Grazia e
Giustizia Parisio, fu sospesa per Luigi Nanni,
Pietro Biassoli, Giuseppe Tesei, Paolo Mariani e
Tommaso Massoli. Poche ore prima di essere
condotti davanti al plotone di esecuzione la sospensione della pena arrivò anche per Giovanni
Manessi, Giuseppe Pacchioni e Carlo Osmani.
Alla lettura della sentenza gridarono tutti: «Viva
l’Italia». I condannati vennero avviati alla
conforteria nelle prigioni di Cosenza. Qui furono inceppati, cioè ammanettati con pesanti ordigni di ferro alle mani ed ai piedi e poterono scrivere, con grande difficoltà, le loro ultime lettere.
Quella di Attilio al padre merita di essere citata,
almeno sommariamente:
«Mio caro padre, due sole righe perché sono impedito dal fare di più come vorrei perché i ferri mi
stringono le mani e m’impediscono di adoperarle in
nessuna maniera. Domani raccoglieremo Emilo edlo
le vele nel porto Supremo, entreremo nella Città
beata dove non sono tiranni, e là pregheremo per
Voi ed aspetteremo, perché Dio gode di unire ciò
che gli uomini vollero disgiungere. Conscii di aver
fatto più bene che ci era possibile, edinoltre di aver
più sofferto che goduto, noi siamo sereni e tranquilli
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e riguardiamo alla morte come al fine di unaprova pel modo come dai delinquenti si è incontrato il supdifficile. (...)La nostrapena può essere confessata plizio per la indifferenza mostrata nel sostenerlo, per
crudele, ma non mai infamante. Della nostra coscienza le grida di sedizione innalzate fino all’estremo moa nessuno quaggiù, ma a Dio soltanto eravamo mento, lo spirito pubblico è rimasto scosso e sorresponsabili, quindi per amore che portassimo a Voi preso anziché, depresso o atterrito: e forse gli emuli
nostri genitori, primi tra le persone da noi amate vagheggiatori delle medesime idee, deplorando da
quaggiù, non potemmo a questa affezione sacrifica- una parte il destino che li colpiva, hanno avuto arre il nostro dovere. Separiamoci dunque daforti ed gomento di rallegrarsi segretamente ne’ loro cuori,
in modo degno di noi».
per la energica maniera onde han dato fine alla vita».
Dopo essersi confessati passarono la notte e alAll’estero la notizia si era rapidamente diffusa sul’alba farono svegliati e condotti nella Chiesa di scitando ovunque commozione. Tutti gli esuli politiSant’Agostino dove assistettero
aUaloro ultima messa. Quindi il corteo
mosse verso il Vallone di Rovito in
mezzo ad una grande folla silenziosa di
cosentini e di tanti giunti anche dai paesi vicini. I nove procedevano spediti
sorridendo e salutando, gridando ai cittadini che li osservavano: «Viva l’Italia». Ad un certo punto si misero a cantare l’aria del coro di un’opera molto
popolare a quei tempi, la “Donna
Caritea Regina di Spagna” di Saverio
Il vallone di Rovito ove furono fucilati i patrioti
Mercadante.
Al posto del verso «sotto i tiranni» l’aria, inti- ci, e non solo italiani, fecero celebrare messe in suftolata “La baldanza”, recitava «per lunghi af- fragio, ovunque si tennero pubbliche commemorafanni». Giunsero così sulluogo dell’esecuzione e zioni.
nel silenzio rotto solo dagli ordini dell’ufficiale al
Furono coniate medaglie commemorative e la
plotone che formava il quadrato i nove, con le memoria dei fratelli veneziani fu onorata anche dal
mani legate dietro la schiena, si baciarono per deputato Duncombe nel Parlamento inglese. Era difdarsi l’ultimo saluto e gridarono ancora: «Viva ficile non provare simpatia per quei giovani andati a
l’Italia». Ma quell’atteggiamento così insolito morire in tale maniera così lontano dalla loro casa.
aveva sorpreso anche gli stessi soldati che semDopo quella serie di fucilazioni e di condanne a
bravano esitare.
Cosenza si respirava un’aria di grande disagio e lo
Ricciottì sorridendo gridò: «Tirate pure; siamo spirito pubblico, come raccontavano i rapporti di
soldati anche noi, e sappiamo che quando s’ha un polizia, era tutt’altro che favorevole al governo. A
ordine s’ha da eseguire». A quel punto partì la prima dimostrazione di ciò la grande folla accorsa ad assiscarica, ma i colpi non erano stati sparati contem- stere ad un concerto nel convento dei Paolotti (dove
poraneamente e non avevano prodotto la morte di c’è la Chiesa di San Francesco di Paola), durante il
tutti i condannati. Solo Ricciottì era caduto al primo quale fu cantato lo Stabat mater di Rossini. Narrano
colpo per effetto di una palla che gli aveva attraver- le cronache che nella Madre Dolorosa i cosentini
sato la bocca. Attilio, Lupatelli e Venerucci erano videro la loro città privata da tanti giovani figli e la
rimasti vivi e fu necessaria un’altra scarica. Fino al- rappresentazione si trasformò in una celebrazione
l’ultimo gridarono: «Viva l’Italia». Appena spenta funebre per i caduti e i fucilati tanto che le autorità
l’eco dell’ultimo colpo, la folla si precipitò suo corpi borboniche finirono per proibirne le successive rapdei caduti per raccogliere le palle insanguinate, la presentazioni.
parrucca di Attilio, i legacci delle corde che stringefine
vano loro i polsi, i veli, quasi alla ricerca di reliquie.
Scrisse lo stesso giorno il commissario di polizia Donadeo al ministro Del Carretto un preoccupato rapporto: «Per quella poi dell’esecuzione,
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Riesumato dopo 60 anni il corpo
del bandito Salvatore Giuliano
Si vorrebbe dissipare i dubbi che aleggiano intorno alla sua morte e che sono
tutt’oggi rimasti insoluti - La versione ufficiale che fa acqua per molti versi e le
varie supposizioni e deduzioni dalla foto ufficiale
fromor
Era il 5 luglio del 1950, io ero un
giovane di appena 16 anni (all’epoca
a 16 anni si era ... da poco usciti dalle
fasce!) e, come tutti rimasi fortemente impressionato dalla notizia data dai
mass media (all’epoca solo radio e
carta stampata ... Bruno Vespa era in
mens dei per fortuna!) che annunciava che il famoso bandito Salvatore
Giuliano era stato uccisio durante un
conflitto a fuoco con i Carabinieri nel
cortile di una casa appartenente
all’avv. De Maria (conosciuto nell’ambiente come “l’avvocaticchio”,
morto un paio di anni addietro a quasi 100 anni) nelle campagne di
Castelvetrano.
Alla notizia facvea bel corredo una
foto che mostrava il bandito in canottiera riverso per terra morto, freddato dai Carabinieri nel famoso ipotetico conflitto.
La foto fece il giro del mondo ma ... convinse molto
poco per una serie di ragioni.
La prima è che il cadavere, crivellato di colpi, non aveva
versato una sola goccia di sangue sul terreno.
Se il bandito fosse stato ucciso il conflitto avrebbe dovuto presentare il lato anteriore alle forze dell’ordine invece questo cadavera indossava era riverso bocconi, MA
aveva una maglietta inzuppata di sangue sulla schiena;
pare stranissimo che il sangue invece che scorrere e versarsi sul terriccio era “salito” verso la schiena.
Vero che Giuliano aveva poteri immensi sulla gente di
Montelepre e del suo interland ... ma ancora non credo
avesse il potere di sovvertire le leggi della gravitazione
universale.
Guardate bene la foto e noterete che il sangue sulla
canottiere tende a scolare verso il basso sui fianchi, ma
poicè dietro c’era la costruzione nessuno aveva potuto
sparare dal di dietro pentre era logico che i Carabinieri
stessero sparando d’avanti dove c’era, oltre ad una
banalissima recinzione, la piazza.
Altra “stranezza” era rappresentata dal fatto che la scena mostrava il bandito in una posizione strana se era in
conflitto, mentre sembrava essere stato raggiunto dai colpi mentre correva incontro ai Carabinieri e giaceva in una
posizione altamente plastica.
Il mitra che giaceva accanto al corpo era rivolto con la
canna verso Giuliano ed il calcio verso gli avversari, mentre
pare, che nell’imbacciare un mitra in corso di una sparatoria
lo si imbracci con il calcio rivolto verso se stessi e non con
la canna.
La pistola che si vedeva poco distante dalla mano del
Giuliano era perfettamente lucida e non impolverata come
avrebbe dovuto essere cadendo rovinosamente in un terreno polveroso e sconnesso.
Inoltre dalla foto era chiarso che stesse impugnando la
pistola con la destra, per cui c’è da domandarsi come facesse ad imbracciare anche il mitra dallo stesso lato?
Insomma tutto appariva come la attenta scenografia di un
grande scenografo per la realizzazione di un film e non la
scena in cui un uomo intento a sparare per rispondere ai
colpi dei Carabinieri tentava di sfuggire alla cattura o, peggio, alla morte.
Tuttavia nella scenografia, com4e detto furono commessi molti errori marchiani che, se li avesse commessi uno
scenografo di Cinecittà ... avrebbe finito di trovare lavoro!
La stampa mondiale si divise immediatamente, ma l’opinione pubblica ebbe immediatamente grossissimi dubbi.
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Chi era Savatore Giuliano?
da Italia Pupia TV
Nasce nel 1922 a Montelepre, paesino agricolo.
Aveva soli 21 anni quando lo ritroviamo invischiato
in un conflitto a fuoco con i Carabinieri, mentre trasporta dei sacchi di frumento di contrabbando, su di
un cavallo.
Il giovane tenta la fuga, ma viene ferito da due pallottole sparate dai Carabinieri, al fianco destro.
Un Carabiniere gli avvicina, lui teme di ricevere “il
colpo di grazia” ed uccide a sua volta il Carabiniere.
E’ l’inizio di una serie interminabile di azioni che
sono una mistura continua tra brigantaggio e imprese
indipendentiste.
In quell’epoca la Sicilia con alcuni grossi nomi della
politica emergente tenta di ottenere lo sganciamento
dallo Stato Italiano per cui pare viene contattato, ormai celebre bandito, dai big che lo volgiono dalla lo5o
parte per tenere vivo lo spirito indipendentistico con
azione cruente.
Entra a far parte del Mis (Movimento
Indipendentista Siciliano), poi sollecitato dai servizi
segreti americani, sempre “troppo” presenti in Sicilia,
fa parte dell’Evis (Esercito Volontario per la Indipendenza Siciliana), dove diventa subito colonnello e comincia le sue battaglie contro l’Esercito Italiano nel
periodo 1945-1946.
In quella veste di Bandito-Colonnello comincia a
frequentare alcuni Uffici strategici ed i salotti buoni di
Palermo ove si tesseva la maglia dell’indipentantismo.
Ma ad un certo punto il Governo Italiano stipula
degli accordi con il Mis (Movimento Indipendentista
Siciliano)m per cui i big politici dell’Isola hanno assicurazione, a patto di rinunciare alla separazione, su
molti punti ed ottendono glo Statuto Speciale e molti
posti nelle stanze de bottoni romani.
Intanto gli americani hanno smesso di supportare l’
Evis (Esercito Volontario per l’Indipendenza Siciliana) e pertanto tutti hanno interesse (e fretta) sdi sbarazzarsi dell’incomodo bandito-colonnello.
Giuliano si sente tradito e non accetta l’accordo e
contniua la sua lotta armata.
Il 1 maggio del 1947 partecipa attivamente alla strage di Portella della Ginestra, qui durante un’adunanza per la festa dei lavoratori vengono uccisi a seguito di un vile agguato 11 contadini, tra loro due bambini, e 27 sono i feriti gravi.
Il tentativo è quello di arginare la crescita della sinistra in Sicilia, massacro che servirà a poco visto che
proprio la Sinistra conquista nell’assemblea regionale
29 seggi, contro i 24 della Democrazia Cristiana.
Una versione della strage di Portella della Ginestra
garantisce che Giuliano era a più di 500 metri dallo
spiazzo del raduno e non avrebbe mai potuto colpire i
partecipanti.
Emerge prepotente poi il dubbio (pare molto fondato) che a sparare siano stati i militari dell’esercito regolare per scaricare la responsabilità su Giuliano e la
sua banda facendo trasformare il favore popolare da
amore (era ritenuto un vendicatore dei diritti calpestati della popolazione, in odio avverso al giustiziere
spietato.
Gli atti desecretati della Cia, parlano di responsabilità dirette nella fornitura di lancia granate agli uomini
di Salvatore Giuliano, ma forse proprio uomini dei servizi segreti americani ed
italiani
(battaglione Vega
della decima Mas)
partecipano direttamente all’azione.
Nomi
quali quello di Juno
Va l e r i o
Borghese,
Valerio Pignatelli, Nando di Nardo, tutti fascisti dell’epoca e poi legati ai servizi segreti Usa, fanno parte
di quel lungo elenco di colpevoli e fiancheggiatori di
tutto quanto accadde in quel cupo periodo.
Nel frattempo però Salvatore Giuliano diventa personaggio fortemente scomodo, tanto da dover sempre più chiudere il suo campo di azione.
Il 5 luglio del 1950 il suo corpo senza vita viene
ritrovato all’interno del cortile dell’avvocato De Maria a Castelvetrano in provincia di Trapani.
Dell’omicidio viene accusato Gaspare Pisciotta,
suo luogotenente e cugino di cui lui si fidava ciecamente.
Pare che lo stesso Pisciotta lo dovesse fare imbarcare su di un sommergibile della marina americana
per traghettarlo negli Usa.
Sulla sua morte, però, esiste il Segreto di Stato, che
potrà essere desecretato solo nel 2016, di certo anche in questo ebbero mano libera i servizi segreti sia
americani che italiani sotto la regia del ministro Mario
Scelba e ai probabili ordini del colonnello Ugo Luca.
A Gaspare Pisciotta e stata garantita una certa immunità e clemenza nel processo la qual cosa, pare
stesse venendo disattesa per cui Pisciotta, irritato e
deluso, aveva minacciato di spifferare fatti e misfatti
di molti uomini pliti (ormai) affermatissimi a livello romano.
Non ne ebbe il tempo di farlo perchè una mattina
nel carcere di Palermo, l’ucciardone, ove era recluso,
berrà un caffè che invece che con lo zucchero era ...
addolcito con la stricnina!
Morto Pisciotta, la strada della mensogna non temeva più falle!
Avremo lumi anche su questo episodio nel famoso
2016? lo speriamo.-
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Quindicenne sparisce ad Avetrana viene
ritrovata in un pozzo dopo 46 giorni
Parrebbe una ormai tristemente banale notizia di cronaca
Improvvisamente durante la trasmissione in diretta TV
nera cui i mass media ci hanno abituato, abbrutendoci.
dalla casa proprio degli zii Michele Misseri, di sua moglie,
Ed invece si scopre un “giallo” complicato da parecchi della cugina Sabrina, trasmissone messa in onda da Rai3
gialli interni ed assolutamente inediti.
“Chi l’ha visto?” cui partecipava ovviamente anche la
Andiamo per ordine.
mamma di Sara (sorella della molgie del
Sarah Scazzi esce di casa un pomeMisseri) la conduttrice (noi riteniamo
riggio ad Avetrana (Taranto) per recon scarsissimo senso di pietà umana
carsi a casa della cugina, posta a poe di etica professionale) interviene soche centinaia di metri, per andare asspendendo i discorsi in corso e comusieme ad una comune amica al mare.
nica in diretta alla mamma di Sarah che
Ma ... a casa della cugina non giunlo zio (e cognato) ha confessato l’omigerà mai e la giovanissima sembra spacidio della nipote e l’occultamento del
rita inghiottita dal nulla.
cadavere in un pozzo ricolmo di
Scattano le ricerche da parte della
fanghiglia!
cugina e amica-compagna Sabrina
Addirittura, particolare agghiacMisseri (figlia della sorella della Mamciante, comfessa di avere stuprato la
ma) e subito dopo da parte delle forze
ragazza quando erà già cadavere.
dell’ordine allertate dalla mamma di
Attimi di imbarazzo (accolti francaSarah.
mente con un certo distacco da parte
Inizia, oltre alle ricerche affannose
della mamma, ma molti dicono “era andelle Forze dell’ordine, anche la ridda
nichilita”) e la trasmissione viene indi notizie ed esibizioni mediatiche in
terrotta.
TV di amici, ma soprattutto parenti.
Effetivamente il corpo straziato vieE qui le prime stranezze: la mamma
ne recuperato nel pozzo presso cui il
di Sarah nell’ivitare le Autorità di PoliMisseri ha accompagnato le Autorità
zia a cercare sempre più intensamenInquirenti.
nelle foto
te (scrive anche al Presidente della
E qui inizian una serie infinite di
in alto: Sabrina Misseri
Repubblica) insiste su un punto :
stranezze che portano a risultati
sotto: Michele Misseri
cercate nell’ambito familiare.
stravolgenti dal momento che inizia
Tutti abbiamo dato a questa frail j’accuse di Michele Misseri conse la chiave di lettura di una mamma sconvolta e sola (il tro la propria figlia Sabrina (amica intima della cugina Sarah)
marito e l’altro figlio sono operai emigrati a Milano).
e il conseguente controattacco di Sabrina contro il proprio
Inizia in TV una passerella di parenti, ma soprattutto padre.
della cugina Sabrina e dello zio, padre di Sabrina, che si
Chiaro che ambedue vengono arrestati, ma appare chiaesibiscono in dichiarazioni, illazioni, supposizioni, pianti e ro che prima che la nebbia sia dissolta ... ne corre e tanto dal
disperazioni.
momento che tutta una serie di eventi e circostanze non
Tutti ci si era fatta l’idea, anche in base a frasi masticate collimano.
dalla ragazzina in facebook, che la giovanissima, insoffeAdesso Michele Misseri inizia a ritrattare e gli stessi
rente alla monotonia di Avetrana si fuggita volontariamen- accertamenti pare escludano la violenza sessuale sul cadate magari sollecitata ed aiutata da un qualcuno conosciuto vere.
nel blog.
Ed allora? perchè Michele Misseri si è autoaccusato
Improvvisamente lo zio Michele Misseri, un contadino (spontaneamente) della violenza sul cadavere? un reato
indicato da tutti come esclusivamente dedito al lavoro, tor- obbrobrioso e ripugnante.
na a casa e dice di aver trovato in campagna, semi bruciato
Un intreccio complicato dal momento che emergono
assieme alle stoppie, il telefonino senza scheda e senza reiteratamente nuovi elementi, ma tutti sembrano essere
batteria della giovane Sarah.
“aggravanti” per la posizione di Sabrina Misseri, la cugina.
Come detto la TV nazionale e le commerciali si sono toffate
Intanto l’amica delle due cugine che Sabrina portava a
in una serie di trasmissioni e tavole rotonde che se non testimone chiave in sua difesa, ha smentito con grande
hanno sforato nel cannibalismo mediatico, poco ci è man- precisione e, quindi, credibilità l’asserto di Sabrina.
cato.
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Il cinema e la Cala bria
In Calabria “si gira” sempre male!
I films ambientati nella nostra regione non sono mai in chiave
positiva, ignorano tutti la miriade lati buoni e trattano sempre i soliti
stereotipi negativi che, pur esistono, ma come altrove.
Ulderico Nisticò - Calabria Ora
Ho visto “Benvenuti al Sud” di Luca Miniero. Che
Per capire il Sud e i suoi abitanti, compreso chi scridire? Sappiamo che è il “remake” di un film francese,
ve, bisogna usare i criteri del Sud, non quelli di
adattato dal Nord della Francia al Meridione d’Italia.
Manchester, e nemmeno quelli di Milano.
Me ne sono uscito quasi commosso; ma il velo di
Massimo Gaudioso, lo sceneggiatore, ha compiuto
lacrimucce
non mi ha impedito di leggere che il film è
un’operazione di sottile intelligenza: evitare con cura
stato
voluto
e, immagino, in un modo o in un altro fiil vizio più meridionale che ci sia: l’intellettualismo e
non ha avuto remore a mettere assieme una storia nanziato, dalla Regione Campania, dalla relativa Film
prevedibile dall’inizio alla fine, e con il tocco geniale, Commission, eccetera.
E mi piacerà molto leggere le statistiche dell’estarisparmiarci una trita storiaccia sessuale!
te
turistica del paese di Castellabate e della Costiera
Anzi la bella del film, l’attrice Valentina Lodovini,
appare sempre decentemente vestita: un vero miracolo! Cilentana in genere, dopo che molte centinaia di miIl protagonista, il milanesissimo Claudio Bisio, è un gliaia di spettatori avranno visto i bei panorami
padre di famiglia senza grilli per la testa, che, come sapientemente collocati in sfondo a far da messaggio
tutti gli italiani dal Brennero a Sciacca, è disposto a subliminale, e il messaggio ancora più appetitoso - alla
lettera! - della succulenta cucina.
tutto, ma sempre per la famiglia.
La Campania ha dunque investito del denaro, e nemLa moglie, la misurata Angela Finocchiaro, incarna
bene le nevrosi delle donne di città con un figlio solo meno tantissimo, ma, a parte che lo avrà già recuperati la prima settimana di proiezione, potrà vantare
avuto in età avanzata.
Ma il tutto, anche i vizi del Sud il buono e triste di aver procurato alla sua gente incalcolabili benefici
Alessandro Siani affetto da mammismo, e le di immagine e, cosa ancora più importante, di
macchiette cilentane, è sempre contenuto, senza ec- autostima!
Che succede invece in Calabria? Che la nostra
cessi.
stimatissima
Regione di tutti i segni e le epoche - a
Non c’è ombra della questione meridionale, e nemquesta attuale diamo ancora un poco di tempo prima
meno della camorra eccetera.
Gaudioso è lo sceneggiatore di Gomorra, ma que- di giudicare, ma non un’eternità! - non si è mai sognata, e, fino a tutt’oggi che scrivo, non si sogna di mettesta è una commedia, e commedia sia!
E nemmeno è vero che il film sarebbe un omaggio re assieme qualcosa del genere.
Alcuni esempi: Girano “Gente di mare”, che poall’unità d’Italia e un’operazione antìlega: il tema del
trebbe
mostrare qualche bellezza della Calabria,
forestiero che arriva con i suoi pregiudizi e li cambia
qualcosa
della nostra storia ... macché, al volo tutti gli
di fronte alla realtà è tra i più antichi, dai tempi
spettatori d’Italia vengono informati che sulla costa
dell’Odissea.
del Tirreno c’è la mafia, così a quei pochi cui viene in
I pregiudizi, i luoghi comuni.
Gli spettatori del Nord scoprono un Sud certo molto mente di prenotare una vacanza da noi, disdicono subito
diverso dalla loro razionalizzata e spesso psicotica e se ne vanno ai Caraibi ... oppure a Castellabate!
Qualche altra rara volta che ci mette in scena qualesistenza; e che, alla prima apparenza, è selvaggio e
cosa
di calabrese, è sempre depressione, miseria,
degradato, e poi ci si accorge che è civile e persino
emigrazione, fame...
benestante, però a modo suo.
Vi ricordate “Ragazzo di Calabria”? Era la storia
Ecco, dopo tre secoli di quei famigerati “viaggiatori”
dell’atleta
Panetta, il quale, nella realtà storica, non
che venivano da Parigi e Londra per cercare Parigi e
solo
era
un
bel giovane, ma apparteneva a solida famiLondra anche nel Sannio e sulla Sila, e, non trovandole, se ne tornavano raccontando di essere stati in mezzo glia di secolare successo commerciale.
Eh, ti pareva? Ecco che diventa un pastore povea tribù di cannibali.
rissimo maltrattato da padre padrone!
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Davvero una bella immagine, e per di più fasulla!
Insomma, la Calabria paga per darsi la zappa sui
piedi!
Coglierei l’occasione per lanciare un appello alla
cultura calabrese in genere, e ai responsabili politici di
Regione, Province, Comuni eccetera, ed enti appositi. Proviamo anche noi, come la Campania (Campania,
roba meridionale; non sto dicendo Piemonte!) a giocarci la carta del cinema, della televisione, del teatro,
per vedere se niente niente recuperiamo un po’ d’immagine positiva di questa disgraziata Calabria che, tra
le sue disgrazie, ha la sola eredità che ci hanno lasciata i remotissimi coantenati greci: il pianto greco!
Ma come?
Prima regola: dichiarare la moratoria del piagnisteo per almeno dieci anni, con divieto di ripetere “sfasciume pendulo sul mare” e simili frasi fatte del tipo
“arretratezza secolare”.
Per carità, guai nella nostra storia ne abbiamo avuti, certo: ma leggete i romanzi inglesi e francesi e russi dell’Ottocento, se volete farvi un’idea che qui, al
confronto, era zucchero e miele!
Seconda regola: Niente soggetti buonisti, meschini, poveracci, malinconici, squalliducci, noiosi e pseudosociologici.
Abbiamo bisogno di cose epiche, tragiche, comiche; con rigorosa esclusione di quelle banali.
Corollario, e non solo calabrese: i film in cui l’eroe
antimafia muore ammazzato sono diseducanti; meglio uno da cui il nostro coraggioso esce più vivo e più
grasso di prima, e magari qualche criminale ci lascia
le penne.
Succede, sono gli incerti del mestiere!
Terza regola: se uno magari sa fare il regista o
l’attore, ma non sa scrivere una scenografia, nessun
medico gli ordina di provarci!
Anche se è amico di qualcuno.
I pochi soggetti e testi cinematografici che si girano
in Calabria sono, generalmente, banali e mediocri.
Cerchiamo chi ci sa fare. E se si tratta di storia, chi
conosce la storia un poco di più del libro di testo delle
elementari!
Quarta regola: è ora di finirla con gli annunzi
bisettimanali del “primo ciak del film X su san Francesco di Paola”, mai girato e mai visto da nessuno,
però pomposamente proclamato dal Tg3, e, magari,
finanziato dalla Regione!
Il 2007, centenario della morte del Santo, è passato
da tre anni senza alcun effetto.
Ora se ne parla nel 2107. Vengano assistiti solo
quelli che le cose le facciano sul serio!
Io ci ho provato.
Mi piacerebbe una risposta, ma con i fatti. Le parole non girano film, e non attirano turisti come a
Castellabate!
Caro collega Nisticò, se i tempi non
fossero così “incerti” ti bacerei per
quanto hai detto in questo tuo articolo!
Ma ... poichè oggi facilmente si viene
catalogati in categorie, rispettabili, ma a
me completamente estranee ... lascia che
ti stringa cordialmente e semplicemente
la mano con forza!
Ho sempre stigmatizzato questo piangersi
addosso, questo doverci eternamente
avvolgere negli sterotipi negativi che ci
affliggono da sempre, ma pare che
l’emorme bagaglio positivo che è
patrimonio del Sud e della Calabria in
gran parte, non interessi nessuno dei
cineasti e ... men che mai gli stessi
Amministratori calabresi!
Hai citato “Gente di mare” che ho visto
con piacere ma non mancando di rilevare
alla fine che tutto ruotava, come tu hai
detto giustamente, intorno ad un solito
nocciolo che era la delinquenza
organizzata.
E’ dato per certo che la Regione abbia
contribuito economicamente alla
realizzazione della fiction, mi chiedo
allora perchè non si è ribellata quando il
regista, facendo affacciare Crespi alla
finestra della casa della sua fidanzata a
Tropea mostrava sullo sfondo il Castello
di Scilla?
(è avvenuto parecchie volte).E quando il marinaio buono incontrava
il vecchio amico d’infanzia, purtroppo
ormai traviato, sotto una grotta in cui era
scavato uno spazio con un altare ed una
chiesetta facendo passare il tutto per les
environts di Tropea non ha obiettato
nessuno (nemmeno gli interessati
scillesi) visto che si trattava della
chiesetta sotto la Rocca di Scilla e
precisamente sotto al tunnel che unisce
Scilla mare a Scilla Porto e Chianalea?
Non mi pare di ricordare nessun film,
ambientato a Milano che faccia vedere
sullo sfondo il Colosseo!
Cordialmente
Franz Rodi-Morabito
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Calabresi con la “C” maiuscola---
Angela Caparrotti, cuore d’attrice
anima di Calabria
Da anni promuove il teatro italiano negli Usa - Le sue radici sono sparse tra
Cosenza e Maierato - A New York lavora con la famiglia di loto
Franco Vallone - Calabria Ora
Laura Caparrotti, protessione attrice, regista, produttrice, l’appuntamento è a Pizzo
Calabro. La incontriamo alla marina, in
una delle tante
rinomate gelatene
della
cittadina
tirrenica, Laura è bella e prorompente ma
la cosa che più colpisce sono i suoi
grandi occhi. Le origini di Laura sono rimaste incollate a soli
pochi chilometri da
Pizzo, a Maierato,
dove le strade, le case e le finestre chiuse dei
suoi avi si aprono ai suoi ricordi. Lei è nata a
Roma ma, da tanti anni, vive e lavora molto
più lontano, al di là dell’Oceano, a New York.
Laura Caparrotti nella Grande Mela è un’attrice molto conosciuta nell’ambiente culturale italiano, ma anche in quello americano. Afare l’attrice ha iniziato in Italia, prima si è laureata in
Lettere, Discipline dello Spettacolo, poi ha studiato e lavorato con il mitico Dario Fo, con i
grandi Peter Stein, Peter Brook, Eugenio Barba, con Ferruccio Soleri e tanti altri personaggi del mondo del teatro. Nella sua brillante attività artistica ha avuto la fortuna di recitare
anche con Mario Carotenuto e Giancarlo
Cobelli, tanta esperienza fatta di studi, di ga-
vetta, di prove e di tavole polverose di palcoscenico, poi il successo internazionale. Da anni
Laura promuove il teatro italiano in America.
Lo fa e lo ha fatto con tante importanti iniziative ricche di contenuti e creatività. Occhi
particolarmente luminosi dicevamo, ma anche
una bella voce, teatrale e impostata, una fisicità
forte, una raffinata dizione, silenzi che sono riflessione, una gestualità sinuosa, sensuale e
femminile, che la personalizzano sempre, come
persona che è, e come personaggio che cambia continuamente. Laura Caparrotti, a
Maierato vivono ancora i suoi parenti? «No a
Maierato no, i parenti li abbiamo a Cosenza,
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Calabresi con la “C” maiuscola--visto che mia nonna, Elvira Greco, era di lì.
AMaierato oggi abbiamo solo ricordi... parte
dei Caparrotti sono sparsi per la Calabria e i
parenti più strettì sono a Roma». Da quanti anni
è a New York? «Da 15 anni, più o meno... la
prima volta andai a New York in vacanza, nel
1993, mi innamorai subito di questa città, poi
mi trasferii per soli 9 mesi, nel 1996... e i nove
mesi durano ancora! Decisi di fare esperienza
in un teatro di New York per vedere come si
lavorava lì. Anche perché il teatro americano è
molto diverso dal nostro, sempre molto più legato alla tradizione. Fu il “The Kitchen” sulla
ad offrirmi questa possibilità di internship. Era
così diverso, si faceva un qualcosa che mi era
sconosciuto, ho iniziato a fare delle
rappresentazioni in italiano, anche con un certo successo».
Laura, in America mette in gioco tutto il suo
background italiano, recita sul palcoscenico,
organizza mostre, scrive, fa regia, insegna teatro... ci racconta delle sue attività più recenti... «”Tosca e le altre due” di Franca Valeri, lo
scorso febbraio. Lo spettacolo è stato presentato in italiano con sopratitoli in inglese. E stato accolto benissimo e spero di riproporlo. Poi c’è
statalalettura della trasposizione teatrale di
“Gomorra”, dal libro di Savia-no, adattata da
Mario Gelardi e Roberto Saviano. Il testo in
inglese è stato tradotto da me e da colleghi
americani: un granbellavoro, difficile perché
volevamo evitare riferimenti a film di mafia come
“Il Padrino” o “Go-od Fellas”. La lettura ha
avuto un tale successo che abbiamo dovuta replicarla più volte. Poi continuo a portare in giro
il mio spettacolo “Abc l’italiano s’impara così”,
un one woman show comico sugli stereotipi italiani di moda in America, a proporre serate di
lettura di libri di autori italiani in traduzione, il
tutto per diffondere la cultura italiana all’estero». Progetti futuri?
«Portare “Gomorra” sul palcoscenico americano, in inglese e tradurre e portare in scena
“Idroscalo 93” un testo sulla morte di Pasolini
e su tutto quello che c’è dietro di essa; organizzare la tournée di “Tosca e le altre due”».
Come produttrice cosa sta preparando?
«Gli spettacoli appena citati mi vedono coinvolta anche come produttrice... poi ho tanti altri progetti che vedremo di far diventare realtà! Vorrei portare dei testi americani in Italia».
E’ vero che è ufficialmente rappresentante della
famiglia De Curtis in America? «Direi proprio
di sì. Lavoro da 10 anni con la famiglia De
Curtis nel portare Totò in giro per il mondo. E’
una cosa nata nel 2002. In quel periodo c’era
una retrospettiva su Totò al Lin-con Center.
L’Istituto di Cultura di New York mi chiese di
curare una piccola mostra, realizzata con l’archivio della famiglia De Curtis, qui a New York.
E un onore, un piacere, un regalo che è sopraggiunto senza averlo cercato o sperato. Ogni
volta che presento la mostra, il documentario
o lo spettacolo da qualche parte del mondo,
trovo sempre qualcuno che ha un legame particolare con Totò... io li chiamo i miracoli di
Totò». Ha un sogno nel cassetto? «Sì, voglio
realizzare un evento, non so ancora se solo
spettacolo o altro, sulla Calabria, terra dimenticata che io amo profondamente e che sento
mia! In fondo ho un pò di dna calabrese in me».
Voci dal Sud
45
Anno VI° nr. 11 Novembre 2010
w w w . s o s e d . eu
Notizie in breve o curiose
I misteri del cervello!
Si corica di lingua serba si alza di lingua inglese
Questa è la storia incredibile di un bambino Serbo di nome Dimitrije Mitrovic
che una mattina quando aveva appena 3 anni si è svegliato ha iniziato a parlare inglese, nonostante non l’avesse mai studiato, sconvolgendo medici e familiari.
Dimitrij che ora ha 11 anni parla in modo talmente perfetto che i famigliari,
gli amici e perfino l’insegnante non riescono più a capirlo.
«Un giorno quando aveva solo 3 anni mio figlio è andato a letto e
quando si è svegliato ha iniziato a parlarmi in inglese.
All’inizio gli ho risposto con quel po’di inglese che conosco, ma presto
è diventato così bravo che ho dovuto chiamare un interprete», racconta
la madre Dragona.
La Calabria esclusa dalle promozioni di Trenitalia
Pino Toscano - Gazzetta del Sud
Reggio Calabria - Taglio selvaggio dei treni, materiabile rotabile sgangherato, carrozze sporche, stazioni abbandonate, scale mobili paralizzate, orari ballerini, corse regionali soppresse “a vista”, cancellazione del Tamburello a partire dal
prossimo 12 dicembre...
Basta? No. Ecco l’ultima notizia proveniente dal pensatoio delle Fs, dove si studia il modo per estromettere
definitivamente la nostra regione dal circuito ferroviario nazionale. La geniale trovata si trova sul sito della società.
Premesso che dal primo ottobre parte la campagna promozionale d’autunno, con agevolazioni tariffarie per i passeggeri della Penisola, dopo aver elencato una serie di condizioni favorevoli, Trenitalia arriva a quelle riguardanti Eurostar
Fast: prezzo del biglietto 29 euro.
Una bella convenienza, bisogna riconoscerlo. Ma c’è una piccola postilla: «L’offerta non è disponibile da e per la
Calabria».
Così, senza alcuna spiegazione; punto e basta!
A prima vista potrebbe sembrare uno dei soliti sgambetti delle Fs nei confronti di questo territorio.
Invece si tratta di un annuncio a suo modo storico.
Che, anche in vista delle celebrazioni per il 150, anniversario dell’Unità, assume un alto valore patriottico.
Per la prima volta, infatti, il Padrone delle Ferriere dichiara pubblicamente di considerare la Calabria un corpo estraneo
rispetto al Paese.
Una specie di accidente. Per Trenitalia, insomma, la Calabria è un binario morto.
Naturalmente, Moretti può fare ciò che vuole perché c’è chi glielo consente.
Il governo, innanzitutto. Ma anche una classe politica locale che non sa andare aldilà di uno sterile atteggiamento
piagnucoloso e che, per la parte ricadente sotto la sua competenza, produce solo chiacchiere e tabacchiere di legno.
Lo dimostra la mancanza, ancora oggi, di un Piano regionale dei trasporti verso il quale per la verità c’era stata, alla fine
della scorsa legislatura, una certa convergenza tra giunta, sindacati e partiti.
In sostanza, come ha ricordato Nino Costantino, segretario regionale della Fil-Cgil, durante un convegno nella sala
Giuditta Levato di Palazzo Campanella sul tema della mobilità, si era vicini alla definizione del nuovo progetto.
Sembrava quindi logico ripartire da lì, tanto più – ha osservato ancora Costantino – che alcuni consiglieri che allora
erano all’opposizione ora sono in maggioranza.
Neanche per sogno. Sempre secondo quanto denunziato dal sindacalista, adesso la coalizione di centrodestra vuole
prendersi altri diciotto mesi di tempo per meditare.
Chi non perde tempo, viceversa, è Trenitalia.
Da dicembre addio Tamburello (istituito per alleviare i disagi dell’A3!) e, intanto, fuori la Calabria dalla promozione per
gli Eurostar.
L’Unità d’Italia non corre sui binari. (n.d.r.: a nostro modestimmo avviso l’Unità d’Italia è un cadavere immbile che
non corre affatto!)
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