Chi ha ucciso la quindicenne Sarah Scazzi ? quale il movente? Una
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Chi ha ucciso la quindicenne Sarah Scazzi ? quale il movente? Una
1 Voci dal Sud Anno VI° nr. 11 Novembre 2010 w w w . s o s e d . eu Voci dal sud ... ai quattro venti Periodico di attualità, storia e cultura Rassegna stampa dai mass media regionali Anno VI° - n. 11 Novembre 2010 OMAGG IO Euro 1,55 Chi ha ucciso la quindicenne Sarah Scazzi ? quale il movente? Una serie di accuse scagliate fra padre e figlia (zio e cugina della vittima) rendono complicata la soluzione del caso che presenta una serie di “anomalie” leggi pagina 40 Voci dal Sud ... ai quattro venti Periodico indipendente di Attualità, Storia e Cultura Rassegna stampa dai mass media Reg. Tribunale di Palmi nr. 01/05 (fasc. 183/05) del 28/4/2005-2/05/2005 Fromo Editore - Rosarno (RC) casella postale 77 c.da Sella Badia 9 - 89025 ROSARNO tel. 333 6793434 - fax 0966 444118 Indirizzo Internet www.sosed.eu e-mail: [email protected] Direttore responsabile ed editoriale Franz Rodi-Morabito Segretaria redazione, Patrizia Rodi-Morabito Comitato redazione Mariasole Dalmonte e Michele Guardo Impaginazione telematica Mariasole Dalmonte __________________ ABBONAMENTI (momentaneamente Omaggio) ordinario euro 15.50 sostenitore euro 26.00 enti/associazioni euro 26.00 Amici Voci dal Sud euro 52.00 Versamento tramite: Conto Bancoposta n.19810555 ABI 07601 CAB 16300 intestato a: Fracesco Rodi-Morabito (RC) PUBBLICITA’ - Tariffe modulo cmq 36 b/neuro 13* modulo cmq 64 b/neuro 26* modulo cmq 128 b/n euro 39* 1/2 pagina interna b/n euro 52* Pagina intera interna euro 100* * A colori + 20% (I prezzi si intendono per ciascuna uscita) Altri moduli o posizioni di rigore (1.a ed ultima pagina, ecc.): da convenire. Le inserzioni appaiono su Internet e su eventuale edizione cartacea Tutte le collaborazioni sono a titolo gratuito a meno di diverso accordo. Testi, foto ed altro, anche se non pubblicati, non vengono restituiti e divengo proprietà dell’editore che potrà utilizzarli anche su altre testate senza ulteriore consenso. I pezzi firmati sono riconducibili per la responsabilità sia civile che penale al firmatario dell’articolo ed alla testata da cui sono stati rilevati L’Editore ed il Direttore vengono così liberati da qualsiasi coinvolgimento e responsabilità. Foro competente: Palmi S o m m a r i o Novembre 2010 E d i t o r i a l e : di Franz Rodi Morabito Pag 5 - Ma come saranno “ospitati” a Rosarno quest’anno i migrantes e come faranno a lavorare? Elezioni comunali a Rosarno pag. 6 - La terza frangia dell’Udc : Cutrì terzo candidato a sindaco pag. 7 - Ferrarini e Rao cercano l’accordo pag. 8 - Il Pdl presenta ufficialmente il proprio candidato a Sindaco nella persona di Raimondo Paparatti pag. 9 - Idà esorta l’Udc: «Fuori i personaggi equivoci» pag. 10 - Pare abortito l’accordo Nuovo Psi di Ferrarini con Cutrì che si ritirerebbe dalla corsa a Sindaco pag. 10 - Convegno organizzato dall’associazione “Emmaus” pag. 11 - The Day After! presentate le liste elettorali a Rosarno pag. 12 - Profili dei tre candidati a Sindaco Agricoltura pag. 13 - Rosarno, tempo di arance non di colore pag. 14 - Per Rosarno il danno economico e morale per l’economia è enorme pag. 15 - La Calabria è la capitale delle politiche per l’olio pag. 16 - L’imprenditoria agricola calabrese si impoverisce con la scomparsa di Giuseppe Fazari pag. 17 - Polistena: Gli esercenti di via Trieste penalizzati dal nuovo piano della circolazione - Anche le mamme degli scolari chiedono l’alt al Sindaco Tripodi pag. 18 - Eolico, la Dda di Catanzaro “esplora” gli assetti societari - Attentati incendiari e intimidazioni utilizzati come chiave di lettura pag. 18 - ... passare dal vento al sole! pag. 19 - Calabria elevata a pattumiera ! Calabresi e campani solidali nella “monnezza” pag. 20 - Oltre 200 relitti affondati da decenni in fondo al mare di Calabria e Basilicata ! pag. 21 - Anche Trenitalia considera la Calabria pattumiera d’Italia! Alluvioni pag. 22 - Appena un mese dall’altra emergenza alluvione e Reggio e Provincia sono nuovamente in ginocchio! pag. 23 - Anche la “Piana” flagellata dal maltempo pag. 23 - Giffone ed altri importanti centri della Provincia sono isolati per le numerose frane pag. 24 - Dopo Atlantide ecco le città che rischiano di sparire Medicina : ... buona sanità pag. 25 - Trapianto record di entrambe le mani ad una donna di 52 anni pag. 25 - Arriva il test delle urine per scoprire il tumore alla prostata ... continua a pagina successiva 4 Voci dal Sud AnnoVI° nr. 11 Novembre 2010 w w w . s o s e d . eu pag. 26 - La morte clinica è sicuramente morte definitiva? pag. 27 - Nasce a Rizziconi la Fondazione “Francesco Inzitari” pag. 28 - In difesa dei diritti dell’uomo : Codici inaugurata una sede a Laureana di Borrello ... perle di Burocrazia pag. 30 - Nel 1996 sono stati ultimati i lavori della Diga sul Metramo, ma ancora non è entrata in funzione! .pag. 31 - ... la foto del giorno : Mozzarelle blu e mozzarelle azzurre! Banche & usura pag. 32 - De Masi ha denunciato di nuovo Bankitalia pag. 33 - Nel 2006 inizia la battaglia contro gli istituti bancari Siamo ancora un popolo civile? pag. 34 - Accusa il marito di pedofilia con la propria figlia per distruggerne la reputazione! pag. 35 - Roma, giovane donna rumena colpita da un pugno nella Metropolitana La nostra storia pag. 36 - La spedizione dei fratelli Bandiera! «Viva l’Italia» sulle labbra degli eroi I grandi misteri italiani pag. 38 - Riesumato dopo 60 anni il corpo del bandito Salvatore Giuliano pag. 39 - Chi era Savatore Giuliano? pag. 40 - Quindicenne sparisce ad Avetrana viene ritrovata in un pozzo dopo 46 giorni il cinema e la Calabria pag. 41 - In Calabria “si gira” sempre male! Calabresi con la “C” maiuscola pag. 43 - Angela Caparrotti, cuore d’attrice anima di Calabria Notizie brevi o curiose pag. 45 - I misteri del cervello! pag. 45 - La Calabria esclusa dalle promozioni di Trenitalia Arrivederci al prossimo mese Voci dal Sud 5 Anno VI° nr. 11 Novembre 2010 Editoriale w w w . s o s e d . eu Ma come saranno “ospitati” a Rosarno quest’anno i migrantes e come faranno a lavorare? Fr a n z R o d i - M o r a b i t o Questo interrogativo lo abbiamo riproposto all’inizio di settembre, ma nessuno ha inteso dare risposta. A Rosarno giungeranno circa 400 migrantes (come avranno fatto a stabilirlo è un mistero!) in luogo dei 2500 degli scorsi anni, però nessuno sa dove andranno ad alloggiare. Come detto nell’articolo riportato in altra pagina del giornale, non esiste più la ex Rognetta perchè in un imput delendi-domostrativo è stata demolita con le ruspe in luogo di renderla agibile, anche se momentaneamente, per questi lavoratori che giungeranno nella nostra Città e nel nostro comprensorio; la ex raffineria dell’Ente Sila di contrada Spartimento non può accogliere nessuno dal momento che non esistono le condizioni (e non sono mai esistite, nemmeno quando è stata scelta dalle Autorità per trasferire i migrantes dalla ex cartiera in quel luogo) di accogliere qualcuno ed è sugellata; la ex cartiera manco a parlarne; il centro di accolgienza della ex Beton Medma non è stato, pare, nemmeno iniziato ... ed allora questi lavoratori dove alloggeranno? dovranno spargersi e disperdersi nelle campagne in diruti fabbricati rurali senza acqua, senza servizi igienici, senza elettricità e molto spesso con tetti cadenti e pericolanti per cui vivranno in condizioni peggiori di quando avevano posto nei tanto vituperati insediamenti di cui abbiamo detto e che hanno fatto sbavare di gioia, all’epoca della sommossa, i mass media e gli speculatori sociali che si sono potuti servire di essi per fare propaganda e damagogia a basso macello riducendo Rosarno e la sua cittadinanza a livello di KuKuKux Clan regalandoci una nomea che addirittura fa rifiutare i nostri prodotti in tutti i mercati del mondo ove sentire che la merce è di Rosarno equivale ormai a farsi ritenere correi in questa manifestazione di razzismo e schiavismo. Oggi le cooperative che tentano il difficile compito di inviare la frutta sui mercati debbono contrabbandare sedi legali in paesi limitrofi, ma sconosciuti, ma mai dire che risedono a Rosarno. Infatti dopo quelle che non possiamo che definire “passerelle di politici” e strumentalizzazioni da parte di ciceruacchi interessati e faziosi, niente è accaduto di nuovo perchè anche quest’anno dovranno ricominciare le assistenze delle Caritas, di Mamma Africa, di altre organizzazioni onlus al fine di offrire un piatto caldo. Peggiorata anche la condizione sanitaria dal momento che, pare ormai certo, “Medici Senza Frontiere” non torneranno quest’anno a Rosarno. Ma dando per scontato che questi lavoratori saranno abbandonati a se stessi per quanto riguarda la logistica, non va sottaciuto il pericolo di eventuai gesti inconsuti da parte di delinquentucci che, profittando del fatto che vivono sparsi ed isolati nelle campagne, potrebbero mettere in essere azioni delittuose contro di loro dando nuovamente il “la” a sommosse, rivolte e ... propaganda contraria contro Rosarno e la sua ospitale popolazione. Ma volendo dare per certo che saranno lasciati pacificamente vivere andiamo all’altro punto dolens della faccenda : il lavoro. E’ risaputo che la maggior parte di essi sono “irregolari” privi di permesso di soggiorno (anche se molto bugiardamente i mass media a gennaio dopo la rivolta hanno detto che essi erano per la maggior parte “regolari”), come faranno a lavorare? La Legge italiana in vigore non permette che essi vengano assunti regolarmente dai datori di lavoro per cui soggiaceranno alle angherie di qualche mascalzone senza scrupoli. Assumere un “irregolare” equivale ad assumere il miglior Boss della Mafia internazionale regolarmente corredato di mandati di cattura, magari facente parte della lista dei 100 latitanti più pericolosi (n.d.r.: ma quanti sono sti 100? non si esaurisce mai il numero? eppure sono anni che sono sempre 100 anche se vengono arrestati a carrettate ed Viminale continua afare presenze in TV congratulandosi a destra ed a manca con chi ha fatto semplicemente il proprio dovere istituzionale!). Ci sarebbero gli imprenditori onesti che non li vesserebbero e non li sfrutterebbero, ma non potendoli assumere regolarmente, sono costretti a farlo “in nero” o lasciarli marcire nella fame. Ma è un rischio veramente alto dal momento che una “tolleranza zero” da parte degli Ispettorati del Lavoro rende estremamente pericolosa l’assunzione. Migliaia di euro di multa, denunce penali, arresti, addirittura casi di sequestro delle aziende. Ed intanto tutto scivola nell’ignavia di chi sarebbe obbligato a sapere e che si risveglia SOLO quando si deve dare in pasto al pubblico l’immagine di chi si interessa ed è presente nella vessatio questio! Voci dal Sud 6 AnnoVI° nr. 11 Novembre 2010 w w w . s o s e d . eu ROSARNO elezioni La terza frangia dell’Udc : Cutrì terzo candidato a sindaco Giuseppe Lacquaniti - Gazzetta del Sud Dopo le candidature a sindaco dell’avv. Giacomo Antimafia, Beppe Pisanu, che a proposito delle liste delle Saccomanno per il “Patto di Solidarietà” e dell’avv. Elisa- ultime amministrative in Italia, parla «di candidati ed eletti betta Tripodi per il Pd, arriva il terzo concorrente nella cor- diciamo “irregolari”, responsabili di reati diversi da quelli sa per la conquista di Palazzo San Giovanni. È il dott. Pa- che il nostro Codice di autoregolamentazione prevedeva, squale Cutrì, medico di base, indicato dai “Socialisti cattolici e moderati per le libertà”, una formazione composta da Nuovo Psi, ex seguaci del PdL, consiglieri comunali e assessori sostenitori dell’ex sindaco Carlo Martelli. Lo rende noto Cosma Ferrarini, segretario provinciale del Nuovo Psi, che in un comunicato fa presente che Cutrì, «molto conosciuto e stimato, è stato più volte consigliere comunale e assessore della Dc prima e dell’Udc poi; nell’ultima consiliatura ha ricoperto la carica di capogruppo dell’Udc». Ferrarini ritiene la presenza del movimento nella competizione elettorale «assai importante per la pluralità delle idee e del confronto franco aperto e leale su quanto successo a Rosarno e su quello che si è detto di Rosarno e dei rosarnesi. Quando parliamo di verità nella libertà intendiamo – riconoscendo gli errori, le mancanze e quanto altro commessi anche da noi –, fare una battaglia per il riconoscimento dei meriti e della verità sulla passata gestione amministrativa. Lotteremo con tutte le nostre forze affinché venga alla luce la verità su quella che ormai viene definita la rivolta dei migranti e che tanto danno ha portato sia alla nostra città che ai suoi abitanti». Guardando avanti, il leader del Nuovo Psi sottolinea come «la città ha bisogno di recuperare prestigio e immagine, a tal fine lavoreremo senza sosta col sostegno di quanti con noi hanno voluto fare questa battaglia, compiendo una scelta di campo difficile, ma doverosa; rompendo vecchi schemi e attirandoci le ire di chi era abituato a dare le carte, a fare e disfare. Nel corso della campagna elettorale che noi intendiamo affrontare con serenità e civiltà – conclude Ferrarini – ci confronteremo con tutti, senza schemi preconcetti, liberi e attenti ai bisogni della città e ai suggerimenti dei suoi cittadini, con i quali intendiamo aprire da subito un confronto aperto». Sugli altri fronti, c’è attesa per le decisioni che si appre- cosicché emergono liste gremite di persone che non sono sta a prendere il circolo del PdL, guidato dal consigliere certo degne di rappresentare nessuno». «È proprio quello provinciale Gaetano Rao a proposito del candidato a sin- – raccomanda Timpani – che non deve accadere a Rosarno, daco, che dovrebbe essere un volto nuovo nel panorama città sotto i riflettori dell’intera nazione». politico rosarnese. Così come c’è interesse per le scelte che Nel Pd, con l’avv. Elisabetta Tripodi, si sta lavorando andrà a compiere a breve il commissario dell’Udc, Mario per completare il quadro delle candidature e delle alleVersaci, intenzionato – si dice all’interno della sezione – «a anze, aperte al contributo del Gruppo della Sinistra, che collocare il partito in un contesto politico congeniale al sta allestendo una lista capeggiata da Peppe Papasidero, perseguimento degli obiettivi di legalità, trasparenza ammi- decano dei comunisti rosarnesi. Pare che si stia anche nistrativa, intelligente e oculata gestione delle grandi risor- approntando una terza lista d’appoggio, diretta espresse di cui la città dispone». sione della Tripodi, formata da giovani e donne. Infine, in Da registrare la presa di posizione del circolo “Futuro e ambito “Patto di Solidarietà”, l’avv. Saccomanno comuLibertà per l’Italia”, coordinato da Aurelio Timpani. Dopo nica che, sotto la direzione del prof. Luciano Maria Delvari incontri con altre forze politiche, i finiani ritengono fino, dell’Università Bocconi, si terrà nella sede di via meritevole di approfondimento il dialogo avviato con il Patto Nazionale un master formativo su “Amministrazione, fundi solidarietà, in quanto «il programma propugnato dal zionamento e gestione del Comune”, a beneficio di canmovimento dell’avv. Saccomanno risulta in sintonia con i didati, dirigenti e componenti il Patto, nonché dei cittaparametri di radicale rinnovamento indispensabile per fare dini che abbiano desiderio di parteciparvi. uscire la città dal profondo buio che l’ha avvolta». Timpani invita tutti i partiti e i movimenti a riflettere sul duro giudizio pronunciato ieri dal presidente della Commissione Voci dal Sud 7 Anno VI° nr. 11 Novembre 2010 w w w . s o s e d . eu ROSARNO elezioni Ferrarini e Rao cercano l’accordo Rosarno, incontro tra Pdl e Socialisti-cattolici per discutere dell’alleanza - il Pdl rompe con l’Udc di Idà Calabria Ora Il terremoto all’interno dell’Udc rosarnese, che ha scelto di appoggiare la candidatura a sindaco di Giacomo Saccomanno, apre nuovi scenari nel centrodestra cittadino. Sfumato il ticket Pdl-Udc, il partito di Berlusconi ha scelto di raccogliere le proprie forze, ma non ha chiuso la porta in faccia ad alleanze strategiche. Ieri sera, infatti, c’è stato un contatto tra il vertice pidiellino, coordinato da Gaetano Rao, ed il gruppo “socialisti, cattolici e moderali per le libertà”, guidato da Cosma Ferrarini. Due segmenti del centrodestra che avevano deciso di andare separati, ieri erano più vicini, nel tentativo di ricostruire una coalizione che a livello nazionale governa con Berlusconi. I termini per stare assieme potrebbero esserci, ma l’incognita numero uno è legata alla candidatura a sindaco. Ebbene i catto-socialisti hanno già scelto Pasquale Curri come loro leader, e su questo difficilmente recederanno, il Pdl potrebbe opporre qualche resistenza. Non è escluso, però, che con una mossa a sorpresa, Rao non decida di far compiere un passo indietro al suo partito per agevolare l’accordo. Rimarrebbe, inoltre, ancora da capire che ruolo svolgerà il gruppo Udc guidato da Giuseppe Idà responsabile dei giovani Udc calabresi - e se stringerà anch’esso un’intesa con Pdl e socialisti. (n.d.r.: Si è saputo in seguito l’intenzione di Ida, vedi articolo pagina successiva).Una ipotetica nuova coalizione di centrodestra nel caso “socialisti”, Pdl e centristi di Ida stiano assieme - potrebbe far esplodere un’ennesima contraddizione nell’Udc. I] partito sarebbe ufficialmente con Saccomanno, con tanto di simbolo, ma un illustre esponente ed ex capogruppo, Pasquale Cutrì, sarebbe candidato a sindaco avversario con l’appoggio eventuale di una altro gruppo di centristi. Sul fronte delle alleanze, inoltre, ci sono ulteriori novità. Saccomanno, dopo l’apporto dell’Udc, ha messo in tasca l’adesione dei Socialisti, dell’Api e della civica “Rosarno Svegliati - indipendenti Azzurri”, ma si è visto declinare l’invito di Futuro e Libertà, il cui leader Aurelio Timpani ha chiarito che «Fli non ha siglato nessun accordo con nessuna formazione politica presente alla competizione elettorale». Sull’altro fronte, invece, la “Lista Bosco di Rosarno” è vicina all’intesa con il Pdl, ed i socialisti hanno incassato anche l’adesione del movimento “Noi Sud”, guidato dal deputato Elio Belcastro che offrirà il suo sostegno a Ferrarini e compagni. Il centrosinistra di Elisabetta Tripodi lavora in silenzio alla composizione delle liste, con gli ultimi dettagli per chiudere quella del Pd e della Sinistra, con l’appoggio di una lista civica giovane e con esperienze esterne alla politica. Voci dal Sud 8 AnnoVI° nr. 11 Novembre 2010 w w w . s o s e d . eu ROSARNO elezioni Il Pdl presenta ufficialmente il proprio candidato a Sindaco nella persona di Raimondo Paparatti Dopo aver interrotto le trattative con il Nuovo Psi ecco presentare il proprio candidato che dichiara “Coinvolgerò i giovani” Domenico Mammola - Calabria Ora L’operazione rinnovamento del Pdl di Rosarno parte da Raimondo Paparatti. Il giovane avvocato - neppure quarantenne - è il candidato a sindaco del partito di Berlusconi, presentato alla stampa da Gaetano Rao, Consigliere Provinciale e coordinatore del Pdl locale. «Abbiamo compiuto questa scelta coraggiosa - ha spiegato Rao - per attuare un radicale ricambio generazionale nella classe dirigente e politica di questa città. Speriamo di giocarci la partita fino in fondo con una squadra di alto profilo, giovane e motivata». Il candidato, con un passato breve da moderato del Pdm, ha esternato il suo entusiasmo per questo progetto coinvolgente. “E’ la prima volta che in questa città viene data fiducia ad un gruppo di giovani, ed il Pdl ha compreso la portata di questa rottura. Proprio in ragione di ciò chiamo a raccolta tutte le energie positive della città, i ragazzi che vogliono impegnarsi per dare una svolta affinché Rosarno possa ripartire con slancio. Al centro del progetto ci sono l’esigenza di costruire una piattaforma di città competitiva che offra possibilità di lavoro e di formazione alla popolazione”. Da più parti, inoltre, è stato rivendicato il fatto che esiste un Governo nazionale e regionale di centrodestra che può incoraggiare il cammino del Pdl. Rao, ammiccando, ha indicato Paparatti come «il nostro Scopelliti». Alla conferenza è intervenuto anche Domenico Ventre, leader dell’anima aennina del Pdl, che ha sottolineato che «il progetto di rinnovamento sente la vocazione di agganciarsi alle esigenze reali della popolazione». Tra il pubblico, inoltre, Antonella Reitano, docente universitario, di chiaro orientamento conservatore, che è politicamente molto corteggiata dai dirigenti del Pdl. Il progetto del partito di Berlusconi ha incassato anche l’adesione convinta de La Destra, rappresentata da Rocco Dominici, ma, soprattutto, della Lista Bosco, guidata da Francesco Ventre, che ha rotto gli indugi schierandosi con il Pdl. Altro “endorsement” importante è quello del movimento “Noi sud” di Elio Belcastro che era dato in un primo momento vicino ai “socialisti e cattolici” del candidato Pasquale Cutrì. «C’è stato una classe politica e istituzionale - ha sottolineato Paparatti - che non ha saputo sbloccare la città da una situazione di stallo. Noi abbiamo l’ambizione di mettere le nostre competenze al servizio dei rosarnesi, coagulando energie giovani che finalmente diventano protagonisti». La linea verde del Pdl è in rampa di lancio, adesso la priorità è iniziare la campagna elettorale per colmare un ritardo di programmazione accumulato anche da trattative farraginose e inconcludenti con l’Udc. Voci dal Sud 9 Anno VI° nr. 11 Novembre 2010 w w w . s o s e d . eu ROSARNO elezioni Idà esorta l’Udc: «Fuori i personaggi equivoci» do.ma. - Calabria Ora L’Udc in Calabria punti sui giovani e, finalmente, si liberi dalle zavorre interne, facendo anche pulizia rispetto a personaggi “equivoci”. Giuseppe Ida, coordinatore regionale dei giovani Udc e organizzatore della visita di Casini a Rosarno con tantissimi giovani calabresi, è un fiume in piena, ed ha chiesto alle alte sfere del partito centrista scelte coraggiose. «A cosa servirebbe fare proclami e poi scegliere di escludere i giovani, sono gli unici legittimati ad andare avanti». Ida non si nasconde dietro un dito anche rispetto alla questione di Rosarno, Comune in cui si vota a novembre e l’Udc ha scelto di schierarsi con una lista civica, non puntando, di fatto, sul suo nome, caldeggiato anche dal Pdl. Ma non c’è solo la battaglia “pro-giovani” ma anche l’esigenza di attuare la cosiddetta “operazione partito pulito”. « N o n s i p u ò e s s e re i m p e g n a t i nell’antimafia di giorno e poi chiudere accordi occulti nel buio delle stanze del potere. Lo voglio dire con forza e senza timore alcuno. La ‘ndrangheta, le lobby, gli affaristi senza scrupoli sono ancora tra di noi e se realmente vogliamo escluderli dalla vita pubblica e politica, dobbiamo dimostrare con i fatti e non con le parole che essi nulla contano, né conteranno mai più. Da oggi il movimento giovanile dell’Udc calabrese condurrà una battaglia senza confini per una moralizzazione della politica, rispettando i principi e non solo le Leggi». La ‘ndrangheta è il male del secolo, secondo Ida, e allora chiede ai leader nazionali una lotta senza quartiere, buttando a mare anche i chiacchierati padroni dei voti, «dimostrando che se ci sono soggetti scomodi verranno combattuti aspramente, perché ancora si insinuano tra di noi, tentando di bloccare quel processo democratico che parla di ricambio generazionale e di rinnovamento culturale. Insieme alla soddisfazione dell’attenzione dimostrata dai leader regionali e nazionali, penso ad Occhiuto e Casini, chiediamo che il partito abbia maggiore coraggio nelle scelte, guardando ad un futuro che non si limiti alla conta dei voti, ma che abbia in mente un futuro diverso, che sappia costruire una classe dirigente autorevole e competente». Voci dal Sud 10 AnnoVI° nr. 11 Novembre 2010 w w w . s o s e d . eu ROSARNO elezioni Pare abortito l’accordo Nuovo Psi di Ferrarini con Cutrì che si ritirerebbe dalla corsa a Sindaco g.l. - Gazzetta del Sud Rosarno - Pasquale Cutrì starebbe per ritirare la candidatura a sindaco, un’eventualità che porterebbe all’ implosione del raggruppamento “Socialisti, cattolici e moderati per la libertà”. È la notizia che da quache giorno circola negli ambienti politici, senza avere però il crisma dell’ufficialità. La decisione del medico rosarnese sarebbe maturata nel corso di una riunione dei responsabili del neo sodalizio, guidato dal segretario provinciale del Psi, Cosma Ferrarini, durante la quale pare siano emerse profonde diversità di vedute tra le varie componenti, tali da impedire la prosecuzione di un cammino comune. Contattato in merito, Ferrarini ha lasciato intendere che la questione esiste, ma che ci sarebbero ancora margini per ricomporre le frizioni, avendo il dott. Cutrì concordato con i dirigenti del movimento di rimandare a lunedì sera la decisione definitiva. Voci attendibili, più che boatos, danno già in partenza verso altre coalizioni alcuni esponenti di spicco della formazione social-cattolica, preoccupati del fatto che, qualunque sarà la decisione di Cutrì, l’aria che tira al suo interno abbia ormai compromesso la possibilità di proporre agli elettori programmi e liste convincenti. Se confermata, l’uscita dalla scena di Cutrì porterebbe a tre i candidati a sindaco: - l’avv. Giacomo Saccomanno, a capo di una coalizione composta dal “Patto di Solidarietà”, Udc, Api, Socialisti, Movimento giovanile “Rosarno svegliati indipendenti azzurri”; - l’avv. Elisabetta Tripodi per il Pd e il Gruppo della Sinistra; e - l’avv. Raimondo Paparatti per il Pdl. Convegno organizzato dall’associazione “Emmaus” Il tema era “Consorzi di bonifica ed agricoltura della Piana,: quale futuro?” Molto concreto ed interessante il discorso del Predidente Emmaus, avv. Saccomanno f.r.m. Al convegno tenutosi a Rosarno si sono trattate molte tematiche relative a contingenze agricole concernenti l’agricoltura. Tutti problemi importanti, ma che sono stati trattati in maniera alquanto superficiali e teorici sopratutto per quanto riguarda le cause a monte di dette discrasie. Il Presidente Coldiretti ha tenuto a sottolineare nel suo lungo discorso, che si deve operare in agricoltura in maniera differente da come lo facevano i nostri padri dal momento che oggi, in epoca di globalizzazione, è necessario rispettare alcuni canoni imprescindibili che sono la qualità. Giusto, concordiamo, ma non si può non trattare anche le cause a monte. Non si può fare qualità perchè i costi sono eccessivi ed i mercati non sono ricettivi anche a causa di alcune polarizzazioni da parte di personaggi che monopolizzano il mercato. Il prodotto buono in campagna non spunta prezzi remunerativi e si discosta da quello meno buono di pochissimi centesimi. Interessante ci è sembrato, ancora una volta, l’intervento dell’avv. Saccomanno che ha illustrato un piano per creare un “polo” sia di produzione ma soprattutto di smercio e contatti diretti con i mercati. Rompere in effetti un “cartello perverso” fra commercianti locali che si accordano per fissare il prezzo in campagna dei prodotti. Questo era stato un suo progetto anche nella sua passata Amministrazione, ma poi tutto finì con le sue dimissioni da Sindaco. Che l’agricoltore debba vendere ottime arance naveline a 17/20 centesimi e poi la massaia li debba trovare sui banchi dei markets a quasi DUE EURO ... è questo il vero inconveniente e la vera immoralità. Che tutto aumenti vertiginosamente come i concimi, i prodotti antiparassitari, la mano d’opera, (addirittura lo Stato ha aumentato da luglio scorso l’aliquota dei contributi assistenziali di quasi il 50% !) e che poi l’Italia sia invasa degli stessi prodotti a prezzi stracciati (per i rivenditori all’atto dell’acquisto perchè la massaia li paga sempre agli stessi esosi prezzi) è cosa assolutamente immorale. Nel convegno dell’Emmaus, moderato dalla giornalista Govanna Tutino, hanno parlato ad una numerosa platea, oltre al dott. Pietro Molinaro Presidente Coldiretti Calabria, anche il Parroco don Memè Ascone e Francesco Rao già Consigliere Nazionale Coldiretti e, come detto l’avv. Saccomanno. 11 Voci dal Sud Anno VI° nr. 11 Novembre 2010 w w w . s o s e d . eu ROSARNO elezioni The Day After! presentate le liste elettorali a Rosarno Il 30 ottobre sono state depositate, come Legge prescrive, le liste elettorali per le prossime elezioni comunali e , “finalmente” sono terminati i caroselli di “... si dice” e “ ... sembra che “ Mariasole Dalmonte Francamente, malgrado il dovere ci chiamasse a riportare gli eventi (ma soprattutto gli alisei ed i contro elisei) che hanno caratterizzato, come non mai, questa tornata elettorale a Rosarno, eravamo alquanto stanchi (o stufi?) di riportare qualcosa la sera per doverla smentire il giorno dopo! Il 30 ottobre è stata posta la parola “fine” alla querelle come imposto dalla Legge elettorale italiana. Le liste sono state presentate per cui ... alea iacta est! Tre i candidati a Sindaco (Elisabetta Tripodi, Gianfranco Saccomanno e Raimondo Paparatti. Per un caso strano tutti e tre sono laureati in legge per cui, comunque vada, il Comune della Città di Rosarno avrà un Avvocato alla conduzione e, quindi, la legalità non potrà essere esclusa per incompetenza. Ecco i candidati ed il Candidato Sindaco di riferimento: Candidato di riferimento avv. Elisabetta Tripodi: Lista Pd Barone Giovanni Borgese Maria Brilli Michele Bruzzese Francesco Calarco Pasquale Cannatà Carmelo Comande Francesco Cutrì Diego Giuseppe D’Agata G. M. detta Grace Fabrizio Michele Foti Domenico Carmelo Il Grande Andrea Giuseppe Italiano M. F. detto Pippo Lamalfa Antonio Muratore Vincenzo Panetta Michelangelo Ventre Annamaria C. Lista per Rosarno Papasidero Giuseppe Anastasio Agostino Barbalace Giuseppina Bottiglieri Antonio Cimato Francesco Corrao Carmela Corrao Rocco De Maria Teodoro Fazzari Domenico Mastruzzo Domenico Pronestì Rocco Salamone Giovanna Scandinaro Debora Scarfò Maria SofoElisabetta Centro per Rosarno Ascone A detto Toni Cimato Emanuele Costanzo Giovanni Donato Salvatore Figliuzzi Roberto F. Fiumara Domenico Garruzzo Giovanni Larosa Gaetano Luca’ Salvatore Mosca Giuseppe Occhiato Rocco Palaia Giuseppe Rachele Antonio Scriva Domenico Villa Gianfranco Cicciù Maria Polsia Candidato di riferimento avv. Saccomanno Gianfranco: Nuovi orizzonti Patto di solidarietà Svegliati Rosarno Pasquale Aldo Borgese Antonino Albanese Pasquale Cacciola Salvatore Careri Nicola Certo Girolamo Falleti Hassan Gezzar Francesco Antonio Lanosa Amedeo Simone Luciano Francesco Mazzitelli Fabio Napolitano Lorenzo Oliverio Leonardo Rao detto Leo Donaldo Scarfò Francesco Tramonte Naso Francesco Romeo Giuseppe Antonio Carrozza Paolo Francesco Barbalace Antonio D. Colace Salvatore Celea Alberto Cordi Giuseppe Pisano Francesco Denisi Antonino Malvaso Rosario Galati Giuseppe Borgese Carmela M. R Sciuto Giovanni Caprino Adalgisa Alessi Giuseppe Barbieri Salvatore Borgese Domenico Cacciola Antonino Callà Giuseppe Condoleo Gaetano D’Agostino Gabriele Laganà Domenico Maduli Vincenzo Rao Antonino Reitano Francesco Restuccia Rocco Rizzo Domenico Sorrenti Tiberio Sorrenti Girolamo Varone Giuseppe Scandinaro Carolina M. Riganati Valentina Lista Agorà Bonelli Francesco Camera Pasquale F. Donato Francesca Donnarumma Valentina Ieraci Rosamaria Lombardo Mirella Mamone Inadia Megna Vincenzo Antonio Ortelio Laura Pisano Rita Scarfò Massimo Fazio Antonio Tavella Francesco Varrà Domenica La Città del Sole Careri Rosanna Amato Maria Ascone Caterina detta Katia Bono Concetta detta Ketty Bruni Fiorella Cannizzaro Alessandra Calogero Maria Caronte Caterina dettaKatia D’Agostino Lorena De Bartolo Marcella Maria Gallo Cinzia Lemma Giuseppina Marrari Antonina M.R Miglioranzi Ambra Romano Fernanda Varone Maria Orsola Zungri G. detta Giusi Zungri Maria Rosa ... s e g u e ----->> Voci dal Sud 12 AnnoVI° nr. 11 Novembre 2010 w w w . s o s e d . eu ROSARNO Candidato di riferimento avv. Paparatti Raimondo: Pdl per Paparatti Barone Agostino Bono Roberto Cordi Antonella De Bartolo Rita Dominici Rocco Guerrisi Gaetano Gullace Natashia Italiano Rocco Marasco Giuseppe Mirenda Danhiel Miserina Ivan Oppedisano Michele Politanò Francesco Puntoriero Francesco Tropeano Maria Polsi Reitano Antonella Rovere Michele Ventre Federica Zurzolo Angelo Zurzolo Francesco Elisabetta Tripodi Ha 44 anni laureata in giurisprudenza all’Università di Pavia, segretario comunale dal 1994, abilitata all’esercizio della professione di avvocato e per l’insegnamento delle discipline giuridiche ed economiche. Segretario generale di seconda classe presso i comuni di Rizziconi e San Ferdinando. Precedentemente ha operato in Lombardia (1994-1999). È poi rientrata in Calabria, svolgendo le funzioni di segretario comunale a Molochio, Terranova S. M., Varapodio, San Pietro di Caridà. Ha concluso il praticantato notarile. Gianfranco Saccomanno Avvocato, 55 anni patrocinante in Cassazione e dinanzi alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. Relatore in oltre 160 convegni. Socio e consigliere della Fondazione antimafia “Antonino Scopelliti”, ha supportato molteplici parti civili in processi di mafia e di difesa dell’ambiente. È vice presidente del FIABA. Sindaco di Rosarno dal 2003 al 2005. Tra le varie onorificenze ricevute per la sua vasta attività professionale e culturale spiccano quello conferitogli dalla Corte Suprema della Pennsylvania ed il “Paul Harris”, importante riconoscimento del Rotary Club International. Raimondo Paparatti È nato l’11 aprile del 1971. Nel 1997 ha conseguito la laurea in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Messina e, dopo avere superato l’esame di abilitazione, dall’ottobre del 2000 esercita la professione forense. Fin da ragazzo si è impegnato nel sociale anche quale componente di diverse associazioni (F.I.B.I. Royal Club, Pro Loco). E’ stato un giocatore di basket di discreto livello; attualmente ricopre l’incarico di dirigente della A.S. Dil. Basket Rosarno, squadra militante nel campionato nazionale di Serie C. elezioni Voci dal Sud 13 Anno VI° nr. 11 Novembre 2010 Agricoltura w w w . s o s e d . eu Rosarno, tempo di arance non di colore laprimapagina.it Un anno dopo gli scontri nel centro calabrese di Rosarno, la polizia è in allerta per combattere il lavoro nero, ma questo non aiuta chi un lavoro non lo trova. Oltre tutto l’agricoltura non va benissimo. Ancora non si riesce a capire se la frutta verrà raccolta o no. Nessun progetto del governo in vista. E’ passato quasi un anno ed a Rosarno non è cambiato nulla. Anzi ... “La situazione è peggiorata - dice Don Pino De Masi, responsabile dell’associazione Libera - i ghetti non ci sono più, quindi non ci sarà nemmeno un tetto dove i migranti potranno ripararsi dalla pioggia o prendere l’acqua potabile. La polizia è in allerta perché deve evitare in ogni modo il lavoro nero, il che è bene ma non aiuta di certo chi un lavoro non lo trova e in più l’agricoltura non va benissimo. Per quest’anno non siamo ancora riusciti a capire se le arance si raccoglieranno o no. Insomma, siamo al punto di partenza. L’inverno fa paura”. Don Pino conosce bene la Piana di Gioia Tauro e si ricorda dell’anno scorso, quando i lavoratori stranieri impiegati nella raccolta degli agrumi hanno ribaltato la città, bruciando macchine e cassonetti, hanno protestato contro l’indifferenza che aleggiava intorno alla loro posizione di braccianti schiavi, sfruttati nella raccolta delle arance dai caporali calabresi. Era guerra civile. E per Libera, in vista del prossimo inverno, c’è il rischio che le cose si metteranno anche peggio. Forse non ci saranno uomini feriti e disordini nelle strade, ma questa volta, come l’altra volta,”l’emergenza è soprattutto umanitaria”. Ne arriveranno solo 500. E aggiunge: “Infatti, l’unica cosa che è cambiata dall’anno scorso è il numero degli immigrati attesi per la raccolta. Saranno 500 circa e non più 2500". L’arrivo della stagione fredda a Rosarno fa paura. E anche dalla politica cominciano ad alzarsi alcune voci, isolate. Ignazio Messina, deputato e commissario calabrese per l’Idv, ha parlato in una riunione presieduta dal prefetto di Reggio Calabria dove erano presenti alcuni sindaci della piana di Gioia Tauro e le forze dell’ordine, per “mettere in evidenza quello che è un rischio concreto che si può verificare anche quest’anno”. Alla riunione c’era anche Don Pino. Lui sa che ogni anno nella Piana di Gioia Tauro arrivano circa duemila immigrati, mentre pare che il lavoro disponibile oggi sia soltanto per poche centinaia di lavoratori. E c’è di più. A far temere una Rosarno bis, ci si mette anche il fallimento di vecchi progetti sociali iniziati, mai finiti, naufragati o dai risultati irrisori. Come quello inaugurato nel 2007, con il quale, con un solenne protocollo alla Prefettura di Reggio Calabria, si decise di trasformare la “Cartiera”, una delle fabbriche in disuso dove vivevano gli immigrati, in un centro d’aggregazione sociale. Non se ne fece nulla e per anni gli africani passarono gli inverni dormendo tra i cartoni. O come l’appalto pubblico vinto da una ditta privata per costruire container che accogliessero gli immigrati senza tetto. Il progetto naufragò dopo meno di due mesi a causa del ricorso dell’impresa arrivata seconda. Poi, fu il momento del ministro Maroni che stanziò 200 mila euro per i box doccia dell’Opera Sila, l’altro lager-accampamento di Rosarno. Per le associazioni di volontariato si trattò di una spesa “irrisoria”, per nulla paragonabile a quella investita nell’ultimo progetto sociale inaugurato pochi mesi fa dal ministero dell’Interno nell’ambito del Pon Sicurezza. Il progetto Obiettivo 2.51 è l’unica iniziativa sponsorizzata dallo Stato italiano, da quando si è scatenata la protesta, nel dicembre-gennaio dell’anno scorso. Il piano prevede che la Beton Medma di Rosarno, il cementificio confiscato al clan dei Bellocco, venga smantellato per fare posto ad un edificio da 60 posti letto con uno spazio dedicato all’intrattenimento e supporto scolastico dei bambini, uno sportello sociale ed uno per la formazione professionale. Per un costo di 2 milioni di euro stanziati da Stato e Unione europea. Il cantiere è già stato aperto. Peccato però che l’inverno sia già alle porte mentre, per completare i lavori - spiega il Pon - ci vorrà più di un anno. Ecco perché nella Piana si teme il peggio. Ed ecco perché il mondo del volontariato ha già iniziato a rimboccarsi le maniche. Caritas, Tenda di Abramo, Rete Antirazzista Romana, Da Sud e Action sono solo alcune delle associazioni e onlus che per quest’inverno hanno avuto un’idea: fare rete e monitorare le zone “a rischio” della Piana, seguendo gli immigrati da vicino, verificando le condizioni abitative e lavorative affinché, pur senza un tetto dove ripararsi, non subiscano sfruttamenti. L’associazione DaSud, per esempio, oltre alla sede romana dove ha aperto una sorta di assemblea permanente (con associazioni, partiti, movimenti, centri sociali, artisti) per tenere alta l’attenzione su Rosarno lavora attivamente nella Piana, combatte il lavoro nero e, attraverso il web, si muove per valorizzare le vertenze dei migranti, trovare gli alloggi e lavori dignitosi. Ma DaSud non è sola. Ma conosciutissimo in terra calabrese, l’Osservatorio Voci dal Sud 14 AnnoVI° nr. 11 Novembre 2010 w w w . s o s e d . eu migranti Africalabria è il movimento di volontari che nella Medici senza frontiere - conclude Pugliese - ha comuniPiana ha sempre fatto il lavoro sporco. cato che non verrà. Contiamo invece di contattare “Facciamo quello che dovrebbe fare lo Stato - spiega Emergency”. Giuseppe Pugliese - rappresentante dell’associazione a Intanto l’Osservatorio ha aperto da ormai quasi un anno Rosarno. un gruppo che sta registrando un boom di iscritti: “Gli Portiamo la corrente elettrica nelle case accampamen- africani salveranno Rosarno” si propone soprattutto di ti degli immigrati, li andiamo a prendere con le macchi- combattere il razzismo. ne, forniamo acqua potabile, andiamo al discount e cerOn-line, infatti, sono tanti i “post” di solidarietà. chiamo di fornirgli tutto il necessario. Ma tra un messaggio e l’altro, compare anche qualche L’abbiamo fatto l’anno scorso e lo rifaremo ma non testimonianza diretta. solo in caso di scontri e guerriglia. Come questa: “L’anno scorso ero lì. Noi lo facciamo sempre”. Io c’ero! I primi migranti africani in cerca di lavoro sono già arrivaSe potessi me ne andrei in Francia. ti. Ho il permesso di soggiorno ma non ho i soldi per il Ora dormono nelle macchine. biglietto. A Rosarno invece, quest’anno, tutto è ancora fermo. Per questo, quest’anno forse tornerò a raccogliere manGli africani salveranno Rosarno. darini. “I prefetti se ne andranno perché a novembre il comuMa davvero per mangiare devo essere trattato da anine, sciolto per mafia dal 10 dicembre 2008 per due volte male? consecutive, tornerà al voto. Forse allora preferisco morire di fame”. Per Rosarno il danno economico e morale per l’economia è enorme Nell’immaginario colletivo della gente di tutta Italia la Città ha assunto fisionomia di città razzista e schiavista per cui si rifiutano di acquistare merce proveniente da questa zona. E’ stata una vera calamità la rivolta dei migrantes sia per il deleterio episodio in se stesso, ma soprattutto per la speculazione politica e commerciale dei mass media italiani ed internazionali. Un “affaire” lucroso per i giornali che hanno fatto di un episodio incidentale un casus belli che è stato alimentato per settimana, anzi per mesi, dipingendo la zona come un ghetto in cui i poveri migrantes venivano rinchiusi, frustati, costretti a lavori forzati. Chiaro che l’argomento fosse lucroso e succulento ed i mass media non si sono fatti sfuggire l’occasione di intengere il pane in queso succo falsando i reali termini del pur esistente problema. Lo hanno fatto i giornalisti delle TV e della carta stampata rimpinguendo fior di puntate di programmi-scandalistici, lo hanno fatto politici senza scrupolo “in cerca di autore” e di platee, lo ha fatto finanche il cinema con la pellicola mono ottica che è stata realizzata a Rosarno dal regista padovano che, sceso in Calabria, ha creduto di aver capito tutto soprattutto perchè i soggetti cui si è appoggiato sono sempre uguali e profondamente convinti di essere i depositari della verità. Tutta questa bagarre ha portato a creare un clima di sdegno nazionale che oggi determina lo stallo completo dell’economia dal momento che dire prodotto a Rosarno fa sentire addirittura gli onesti cittadini di tutta Italia come conniventi e correi del reato di sfruttamento, razzismo, torturatori e quindi evitano di comprare merce made in Rosarno! Addirittura alcune ditte sono state costrette a creare una fittizia sede legale in paesi limitrofi onde evitare di far comparire il nome della Città di Rosarno dalle proprie etichette! Naturalmente in tutto questo chi ne guadagna sono alcuni soggetti disonesti che affondano le mani nella fame degli agricoltori rosarnesi e comprano a prezzi stracciatissimi tanto sanno bene che o comprano loro oppure nessuno oserà farlo. Questa la realtà in questa Piana ove la maggior parte delle persone sono lavoratori onesti e laboriosi. Voci dal Sud 15 Anno VI° nr. 11 Novembre 2010 Agricoltura w w w . s o s e d . eu La Calabria è la capitale delle politiche per l’olio Ad Altafiumara la 36ma sessione dell’agenzia mondiale MARIA PONENTE - Calabria Ora Il Coi (Consiglio Oleicolo Internazionale) è la più importante agenzia mondiale per le problematiche e le politiche dell’olio di oliva, di cui fanno parte la stessa Unione Europea ed altre trenta nazioni a vocazione olivicola del mondo. La 36ma sessione di questa importante organizzazione si terrà proprio in Calabria, a Villa San Giovanni, dal 21 al 23 ottobre presso il Grand Hotel de la Ville. Alla conferenza di presentazione, il direttore del Coi, Mohammed Sbirri ed il direttore aggiunto, Jean-Louis Barjol enunceranno gli obiettivi che la tre giorni calabrese intende raggiungere con i tre momenti previsti: il 21 si terrà il “Seminario internazionale sulle denominazioni geografiche degli oli di oliva”, il 22 si terrà la 36ma sessione consultiva del Coi ed il 23 infine si prevede la visita tecnica e conoscitiva dei dirigenti e dei funzionari del Coi presso una serie di realtà aziendali e territoriali rappresentative dell’olivicoltura calabrese nella Piana di Gioia Tauro. Saranno presenti oltre ai numerosi relatori nazionali ed internazionali, l’assessore regionale all’agricoltura Michele Trematemi, il dirigente generale del Dipartimento agricoltura, Giuseppe Zimbalatti, il preside della facoltà di agraria dell’Università degli Studi “Mediterranea” di Reggio Calabria, Marcello Zimbone, la rappresentanza della Provincia di Reggio Calabria, oltre alle rappresentanze dell’intera filiera olivicoloolearea nazionale e calabrese e delle organizzazioni professionali agricole. L’evento nel suo complesso è stato promosso e coordinato dalla Conasco, tra le più grandi organizzazioni di produttori olivicoli del meridione, il cui presidente Carmelo Vazzana esprime soddisfazione per l’importante consesso giunto alla 36ma edizione nell’anno in cui la definizione di olio “extravergine di oliva” compie ben 50 anni. Per la Calabria olivicola, la tre-giorni del Coi rappresenta l’occasione per confermare la storica e straordinaria vocazione olivicola della nostra regione e per evidenziare la sua capacità di reazione innovativa alle sfide del mercato. Sfide che devono fare i conti con la crisi economica in atto anche attraverso iniziative concrete ed innovative. Verrà infatti presentata alle autorità del Coi, tra le altre, l’iniziativa atta alla creazione del marchio Igp regionale denominata “Olio di Calabria”, un marchio atteso da anni e che finalmente vedrà la luce consentendo alle produzioni di qualità di competere ulteriormente fuori dai confini nazionali. 16 Voci dal Sud AnnoVI° nr. 11 Novembre 2010 Agricoltura w w w . s o s e d . eu L’imprenditoria agricola calabrese si impoverisce con la scomparsa di Giuseppe Fazari Franz Rodi-Morabito San Giorgio Morgeto (RC). PrimOlio è oggi in lutto per la morte prematura ed improvvisa di Giu- seppe Fazari, brillantissimo imprenditore oleario ed artefice - con gli altri quattro fratelli - del “miracolo” tutto calabrese chiamato “Olearia San Giorgio” diretta dal nipote, Mimmo Fazari, che sta conquistando i mercati di tutta Europa facendo incetta di primi premi fra centinaia di prodotti presentati. Il “signor Giuseppe”, centro e catalizzatore di tutte le attività del gruppo (in campo ed in frantoio), lascia - e non sono mere parole di circostanza - un vuoto incolmabile nella sua famiglia, nel gruppo ed in tutti quanti hanno avuto la fortuna ed il privilegio di conoscerlo. Alla moglie, ai figli Domenico ed Antonio, ed ai parenti tutti, voglio esprimere la mia vicinanza per questo grave lutto che li ha colpiti. Ciao Giuseppe. Voci dal Sud 17 Anno VI° nr. 11 Novembre 2010 P o l i s t e n a w w w . s o s e d . eu Gli esercenti di via Trieste penalizzati dal nuovo piano della circolazione - Anche le mamme degli scolari chiedono l’alt al Sindaco Tripodi an.co. - Calabria Ora I commercianti che hanno l a l o r o a t t i v i t à i n v i a Tr i e s t e e alcuni genitori degli alunni che frequentano il plesso scolastico della stessa via, si appellano al sindac o , M i c h e l e Tr i p o d i , p e r c h é r i v a l u t i i provvedimenti recenti relativi al Piano del traffico, che h a n n o i n t e r e s s a t o v i a Tr i e s t e a Polistena. Fra le difficoltà riscontrate da questi cittadini, così come si apprende in un documento indirizzato al primo cittadino, «l’impossibilità del parc h e g g i o e d i s o s t a c h e re n de impraticabile la possibil i t à d i f e r m a r s i p e r p re n d e re i bambini a scuola - s i legge nel documento - l’imp o s s i b i l i t à d i a c c e d e re a l c e n t ro d i a n a l i s i S a l u s , l a d i f f i c o l t à p e r u n p ro n t o i n t e r v e n t o m e d i c o o d i u rg e n z a , i d i s a g i d e i c o r r i e r i c h e d e v o n o s c a r i c a re l a m e rc e p e r t u t t i i c o m m e rc i a n t i s u q u e l l a v i a » . Già nelle scorse settimane si era registrata la protesta del titolare del bar Italia che ha chiuso il suo esercizio commerciale polemizzando per il Piano del traffico. «I sottoscritti - si legge infine nella nota - certi che sta sicuramente a c u o re d i o g n i A m m i n i s t r a t o re l a p i e na e totale fruibilità del territorio da parte dei cittadini, si appellano al Sindaco e agli amministratori di que- s t a c i t t à , i n v i t a n d o l i a r i c o n s i d e r a re l a s i t u a z i o n e d e l t r a n s i t o v e i c o l a re s u v i a Tr i e s t e p e r t ro v a r e u n a s o l u zione». 18 Voci dal Sud AnnoVI° nr. 11 Novembre 2010 w w w . s o s e d . eu Eolico, la Dda di Catanzaro “esplora” gli assetti societari - Attentati incendiari e intimidazioni utilizzati come chiave di lettura Giuseppe Lo Re - Gazzetta del Sud Catanzaro - Elenchi di nomi e assetti societari affiancati alla cronistoria di attentati esplosivi, intimidazioni e minacce di vario tipo. La Direzione Distrettuale Antimafia batte la pista degli interessi della ‘ndrangheta nel settore eolico, un business nel quale certamente la criminalità organizzata ha le mani in pasta. Già ieri abbiamo dato la notizia delle verifiche sulla compravendita dei cosiddetti “certificati verdi”; oggi fonti ben informate aggiungono che gli accertamenti, ad ampio raggio, riguardano la reale titolarità di tutte le società che hanno realizzato o gestiscono i parchi eolici nel territorio di competenza della Dda catanzarese (quindi tutta la regione ad accezione del Reggino) e tutte le intimidazioni verificatesi nel corso degli ultimi anni ai danni degli impianti. Al vaglio della Dda di Catanzaro, infatti, c’è tutto un elenco d’intimidazioni e danneggiamenti subiti da alcune società che si sarebbero opposte ad avere una diretta compartecipazione societaria da parte di esponenti della ‘ndrangheta. Chiaro l’obiettivo dei controlli incrociati: verificare come e dove la ‘ndrangheta si è infiltrata nel settore. E dalle vittime d’intimidazioni gli inquirenti si aspettano conferme o piste da seguire Certamente, secondo gli investigatori, la ‘ndrangheta è interessata a investire nell’eolico perché il settore consente senza grosse difficoltà la possibilità di riciclare denaro e di avere ingenti guadagni. Non a caso i controlli riguardano pure i cosiddetti “certificati verdi”. D’altra parte, la stessa Dia (Direzione Investigativa Antimafia) nell’ultima relazione semestrale sulla criminalità organizzata nel Paese scrive che le ‘ndrine hanno già «dimostrato la capacità di individuare avanzati settori d’investimento, quale quello delle energie rinnovabili». Si tratta, dunque, di «una crescente vocazione affaristica delle organizzazioni criminali calabresi» che «si espande verso multiformi settori imprenditoriali» tra cui «le energie rinnovabili». Finora l’attività della Distrettuale antimafia è in fase esplorativa: non esiste un’inchiesta vera e propria nè ci sono tantomeno indagati. Discorso diverso, invece, per quanto riguarda la Procura ordinaria, dove i fascicoli aperti sono parecchi e gli indagati esistono. Qui non si scava tanto sulla criminalità organizzata quanto sull’attività di personaggi, politici o burocrati, che potrebbero aver fatto da “cerniera”. Nel mirino ci sono quindi tutti i passaggi autorizzativi preliminari alla costruzione di pali ed eliche. ... passare dal vento al sole! La “Seneca s.r.l” di Lametia Terme presenta 21 istanze per istallazione pannelli fotovoltaici I legami sospetti A chiedere di poter installare i p a n n e l l i e r a s t a t a l a m o g l i e d i Vi t o Nicastri, considerato un prestanome dei Lo Piccolo. Cosa nostra aveva spostato i suoi interessi in Calabria. E non solo a San Luca, Piatì e Africo. Ilda Manica, la moglie dell’imp r e n d i t o r e Vi t o N i c a s t r i , l ’ u o m o d i Alcamo più volte finito in carcere perché ritenuto il prestanome di To t u c c i o L o P i c c o l o e M a t t e o M e s sina Denaro, era pronta ad investire quattrini anche a Isola Capo Rizzuto. La sua azienda, “Seneca srl” di L a m e z i a Te r m e , c h i e s e a l C o m u n e i l via libera per impiantare pannelli fotovoltaici in località Sovereto. E’ quanto emerge dalle carte dell’ufficio tecnico dell’ente, che lo scorso gennaio, nel respingere le 21 istanze presentate dalla società lametina, scrisse: «In ordine al rilascio dell’autorizzazione amministrativa per la costruzione degli interventi a margine indicati, con la presente si comunica che è stato avviato il procedimento di rigetto». Voci dal Sud 19 Anno VI° nr. 11 Novembre 2010 w w w . s o s e d . eu Calabria elevata a pattumiera ! Calabresi e campani solidali nella “monnezza” In arrivo a Pianopoli 10mila tonnellate di rifiuti Francesco Ferro - Calabria Ora Al termine della lavorazione rimane, quindi, solamente il Se dalla Campania tendono a placare l’allarme creato dal timore che i loro rifiuti vengano dirottati in Calabria, il pre- materiale organico che viene stabilizzato ed essiccato divesidente Scopelliti ammette di aver teso la mano ai napoleta- nendo molto simile a del terriccio. Solo questi rifiuti non pericolosi verranno quindi manni per sollevarli da uno stato emergenziale che li sta mettendati in Calabria attraverso il consorzio Cite e saranno destido in ginocchio. Il peso della solidarietà tra Scopelliti e Caldoro sarà di nati alla discarica privata della Daneco di Pianopoli. In ogni caso, precisano dalla Regione Campania, questi trecento tonnellate giornaliere di rifiuti non pericolosi che finiranno nella discarica di Pianopoli fino ad esaurimento flussi di rifiuti sono stati disposti e gestiti in passato attraverso una gara d’appalto con la Presidenza del Consiglio dello spazio per gli stoccaggi. Circa diecimila tonnellate nel giro dei prossimi mesi in dei Ministri che ha individuato le ditte private idonee al una logica gestionale che, secondo le Regioni, dovrebbe trasporto, conferimento in appositi siti e trattamento dei rifiuti. essere gestita nella normaIn particolare il Cite, lità ma che continua a creaSe veramente sono innoqui perchè attraverso il suo legale rapre preoccupazione sole altre Regioni e la stessa presentante, ha chiarito che prattutto fra i sindaci dei Campania li rifiutano? i conferimenti di rifiuti in comuni del La-metino mesCalabria saranno di circa La Calabria non è di Scopelliti per si in allarme dalle carovane diecimila tonnellate neldi Tir provenienti da Napocui chiediamo se è stata interpellata l’arco di due mesi. li. la popolazione calabrese Sullo stesso argomento Il tam tam mediatico, caè intervenuto Giuseppe valcando l’onda emotiva del disastro campano, potrebbe estendere l’allarme anche Scopelliti, in qualità di Commissario delegato al superamento dell’emergenza rifiuti della regione Calabria. da noi creando una pericolosa psicosi collettiva. Da Scopelliti si è appreso che è stata emessa un’apposiSituazione ancora poco chiara che sarà bene tenere sotto controllo per evitare che la nostra terra diventi il ridico ta ordinanza «per solidarizzare con la Regione Campania relativamente al grave problema che stanno vivendo in dei problemi altrui. Eventualità questa, fermamente respinta dall’assessore queste ore le popolazioni di alcuni centri campani a cauregionale all’Ambiente della Campania Giovanni Romano sa dell’emergenza rifiuti. Dopo un confronto con Protezione civile e Regione che, contattato da CO, ha rispedito al mittente denunce e allarmismi secondo lui immotivali. «Esiste - dichiara Roma- Campania - ha sottolineato invece l’assessore all’Ambiente no - un’emergenza rifiuti in Campania che stiamo cercan- calabrese Francesco Pugliano - siamo giunti a questa ordo di affrontare fra mille difficoltà; approfittare di questa dinanza con la quale viene limitato il conferimento di situazione per fare sciacallaggio mediatico ed estendere non oltre trecento tonnellate giornaliere di rifiuti, provenienti dalla vicina Campania, che non pregiudicherantimori ad altre regioni è inconcepibile. Chi si presta a queste polemiche, evidentemente non è no, in alcun modo, il flusso ed i quantitativi disponibili ben informato e scaglia attacchi pretestuosi solamente per i rifiuti calabresi verso una struttura privata nel territorio di Pianopoli». per generare caos. Inoltre la Regione Calabria si è affrettata a chiarire che I calabresi possono stare tranquilli: la loro regione l’impegno della Protezione civile nazionale sarà quello di non diverrà la pattumiera di Napoli». L’assessore della Giunta Caldoro ha spiegato che le mon- ridurre al minimo i quantitativi di rifiuti da conferire nella tagne di rifiuti che si vedono oggi in televisione e che stan- nostra terra. A differenza della Puglia che aveva detto no all’immonno provocando le proteste dei cittadini campani non verdizia, la Calabria accoglierà, quindi, attraverso il consorzio ranno dirottate in Calabria. «Quelli che giungono nella vostra regione - ha detto - Cite il materiale secco proveniente dalla Campania. In questo modo sarà possibile liberare gli impianti sono rifiuti urbani raccolti molto tempo fa e che sono già passati attraverso uno specifico trattamento meccanico campani troppo congestionati. Resta da capire perché Vendola non ha gradito i rifiuti che prevede la separazione del materiale organico da innocui mentre Scopelliti ha detto sì. carta, vetro e plastica». Voci dal Sud 20 AnnoVI° nr. 11 Novembre 2010 w w w . s o s e d . eu Oltre 200 relitti affondati da decenni in fondo al mare di Calabria e Basilicata ! Le Autorità però concludono sempre, anche smentendo rei confessi pentiti, che è tutta una favola e niente inquina i mari del Tirreno merifionale - Giusto non allarmare l’opinione ubblica, ma criminale tacere Domenico Marino - Gazzetta del Sud Cosenza - Molte le navi e qualche mistero. bio sul presunto traffico di rifiuti tossici e radioattivi. La Direzione marittima di Reggio Calabria ha È per questo che le ricerche vanno avanti, così setacciato i fondali della Calabria e della Basilicata, come procede lo studio degli archivi per cercare di lungo il Tirreno e navidare un nome anche ai gando a largo dello relitti che al momento riImprovvisamente tutto diviene puro Jonio. sultano sconosciuti. Giorni e giorni di lalindo e salùbre! Un lavoro assai comvoro per appurare cosa plesso, per il quale maLe navi che giacciono sui fondali nascondono le acque gistratura e forze dell’orsono tutte barche da pesca o pattini, nostrane. dine hanno bisogno i rifiuti giunti in Caabria con A cominciare dai red’aiuto. autotreni spariti nel nulla (pare litti di mercantili, navi da La Dda di Catanzaro sotterrati assieme al carico) una guerra, imbarcazioni da sta ancora indagando sul diporto, carrette del favoletta di Natale, le immondizie di relitto individuato a larmare e chissà cos’altro go di Cetraro grazie al Napoli sono state trattate al profumo affondati nei decenni se racconto del pentito di di Coty prima essere inviate in non addirittura nei se‘ndrangheta, Francesco gentile omaggio ai calabresi. coli passati. Fonti, il quale aveva diPerchè la Campania si priva di Ne hanno individuati chiarato si trattasse delsimili preziosità ? d u e c e n t o , la “Cunsky”, nave caricentosessanta già noti e Il sindaco di Lametia Terme vieta ca di veleni al cui quaranta ancora coperti affondamento avrebbe il transito ai TIR carichi di rifiuti da un singolare mistepartecipato lui personalproveniente dalla Campania : ro. mente. sbaglia a non voler valorizzare A differenza dei priGli accertamenti hanPianopoli? mi, non si conosce né il no poi dimostrato che nome, né l’anno e la invece si trattava della causa dell’affondamento. “Catania”, una nave passeggeri inabissata da un somLa relazione stilata al termine dei controlli è stata mergibile durante la prima guerra mondiale. inviata alle Direzioni Distrettuali Antimafia di Reggio La magistratura inquirente catanzarese ha chiesto Calabria e Catanzaro che hanno indagato nei mesi a un laboratorio marino di Napoli una relazione su passati e in parte indagano ancora sulle navi dei mi- alcuni microorganismi prelevati dal “Catania”, indisteri che tanto hanno fatto parlare e scrivere a ridosso viduato a 11 miglia dalla costa e a 500 metri di prodell’estate 2009 per il sospetto che le nostre acque fondità. fossero diventato un cimitero di carrette del mare I riscontri servono agli inquirenti per avere la conaffondate cariche di rifiuti tossici e radioattivi. ferma che in quello specchio di Tirreno non c’è una La ricerca della Direzione marittima reggina, in base presenza di radioattività superiore alla norma. a quanto trapelato, è finalizzata ad avere un quadro È probabile che, quando giungeranno questi dati, completo di quelle che sono le navi affondate lungo l’inchiesta sarà definitivamente archiviata. la costa calabrese e lucana per fugare qualsiasi dub- Voci dal Sud 21 Anno VI° nr. 11 Novembre 2010 w w w . s o s e d . eu ... il diavolo fa i le pentole ma non i coperchi! Anche Trenitalia considera la Calabria pattumiera d’Italia! Una imperdonabile svista denuncia una bugia di Trenitalia - Il treno Cosenza-Reggio spacciato per nuovo è in realtà un vecchio convoglio della Lombardia - Ricordi della Cassa del Mezzogiorno? Alessia Truzzolillo - Calabria Ora LANETIA TERME - II treno è vetusto anche se tenuto discretamente. È il regionale 3686 che percorre la tratta Cosenza-Reggio Calabria, frequentato soprattutto da pendolari e studenti universitari. Ma, prima di collegare le città ai due poli della Calabria era un treno della regione Lombardia. Come già anticipato da Calabria Ora. Ecco le prove. La patente di treno riciclato, il mezzo la contiene al suo interno: è la cartina regionale del Servizio ferroviario lombardo appesa alle pareti dei vagoni. La mappa salta subito agli occhi con quella scritta, Milano, a caratteri cubitali e, in alto a sinistra, la rosa bianca e verde, simbolo della regione padana. Insomma, oltre al danno labeffa. Il convoglio, dicevamo, non è tenuto male, considerando, almeno, la media dei treni regionali. Lo hanno ripulito e non presenta particolari segni di vandalismo, graffiti, strappi, chewingum appiccicate qua e là. Non è la mano dell’uomo a dare quel senso di povertà e malinconia che traspare al suo interno ma quella ineluttabile del tempo. I sedili sono macchiati e bisunti, l’odore stantio e dolciastro dei vecchi treni dove domina l’aria e la ruggine segna un pò ovunque, ormai, le carrozze: dai bordi dei finestrini allo scorrimento delle porte dei vagoni. L’andamento basculante del treno rende sgradevole persino la lettura, una vettura è ridotta al buio e il sistema di areazione aperto/chiuso, così come quello della frenata d’emergenza ricordano tecnologie ormai da tempo supera- te. Ad ogni corsa, poi, una delle porte esterne sbatte rumorosamente e pericolosamente su cardini slabbrati. I vecchi treni, dunque, vengono a morire nel Mezzogiorno, secondo la prassi ormai consolidata che le regioni meridionali siano la pattumiera del florido Nord. ... un sorta di “cimitero degli elefanti”! Non possediamo industrie ma occultiamo i rifiuti tossici delle aziende settentrionali. Non produciamo ma consumiamo, sopportiamo l’idea di essere visti e trattati come gli straccioni d’Italia. Non ci rendiamo conto, forse, delle differenze. L’idea di miseria nel Sud è stata spesso tradotta dall’immagine di un treno. Da quello che porta, ancora oggi, gli emigranti verso nuove, lontane fortune a quello rotto e puzzolente, come un vestito smesso dato ai poveri e che le Ferrovie dello Stato destina al Meridione. Solo che, su questo vestito in particolare, c’è l’etichetta, poco cortese, del mittente. (n.d.r.: All’epoca della Cassa del Mezzogiorno le floride industrie del nord venivano in meridione per attingere a ingenti fondi ed agevolazioni fiscali da sturbo, ma almeno avevano il buon senso di verniciare macchinari vecchi e dismessi per contrabbandarli come nuovi, adesso Trenitalia non si prende più nemmeno questa briga!). Voci dal Sud 22 AnnoVI° nr. 11 Novembre 2010 w w w . s o s e d . eu Appena un mese dall’altra emergenza alluvione e Reggio e Provincia sono nuovamente in ginocchio! Alessandro Crupi - Calabria Ora Tutto il mondo è paese in Italia quando la pioggia imperversa con una certa violenza (n.d.r. e l’indifferenza delle Istituzioni impera!) Da nord a sud, passando per il centro. E così, dopo gli effetti disastrosi del maltempo in Lombardia, Liguria, Campania e dopo il violento nubifragio di inizio settembre a Reggio, ecco che la città dello Stretto è stata messa nuovamente a soqquadro, ieri, da una nuova ondata di piogge che ha imperversato poderosamente sull’intero comprensorio. Bene inteso, nessuna conseguenza gravissima ma forti disagi sì, eccome, con caratteristiche molto simili a quelle del 3 settembre. È ancora vivo nei reggini il violentissimo nubifragio di quella sera abbattutosi per qualche ora che generò parecchi problemi, di cui oggi, ancora, sono visibili gli effetti. Gli scrosci di pioggia torrenziali hanno investito, infatti, l’intero comprensorio urbano causando fastidi alla popolazione e il nubifragio non ha dato tregua fino al tardo pomeriggio. Pronto l’intervento dei vigili del fuoco che hanno risposto alle numerose chiamate ricevute dai cittadini in difficoltà con circa 40 addetti che sono intervenuti per far fronte alle priorità, che, sostanzialmente, si sono manifestate in allagamenti, automobilisti intrappolati nelle loro macchine, strade fortemente danneggiate, tombini saltati, riversamenti di terra e fango e, soprattutto, la linea ferroviaria inservibile nel tratto tra Reggio e Villa San Giovanni. A tal proposito, nel pomeriggio, è stata inviata l’idrovora per liberare dall’acqua la stessa porzione di binari sommersa dal precedente nubifragio, quella situata in prossimità del sottopassaggio dopo la stazione Centrale. I punti più critici sul territorio dove si sono verificate le maggiori emergenze alluvionali hanno interessato le zone di Rosario Valanidi, in particolare la strada che collega quest’ultima località a Oliveta e, sempre per quanto concerne la zona sud, la messa in sicurezza del torrente Menga-Calamizzi e il danneggiamento di alcune abitazioni. Per quanto riguarda, invece, l’area nord della città, il maltempo ha colpito maggiormente la collina di Pentìmele, con il crollo di via Lupardini che ne ha bloccato l’accesso, Gallico, conl’esondazionedei torrenti e la caduta del costone di una collina, Rosalì e il lungomare di Catona. In centro, invece, c’è stata l’ormai classico (purtroppo) allagamento della parte finale del lungomare Falcomatà (n.d.r.: ultimo tratto prima di sfociare in piazza Garibaldi all’ingresso prncipale della Stazione FFSS “Teggio Centrale”), che, per questa ragione, è stata chiusa al traffico. A ciò si aggiungono, infine, gli immancabili cedimenti di interi nastri d’asfalto nella parte alta della città, la caduta di alberi e di alcuni segnali stradali. Situazioni a rischio non totalmente sanate dallo scorso temporale di settembre, hanno subito un ulteriore peggioramento con questo nuovo maltempo. L’Anas, infine, ha comunicato che, per le intense precipitazioni, si sono registrati disagi sull’A3, nel tratto com- preso tra Bagnara Calabra e Scilla con l’accumulo di materiale fangoso. È stato disposto conseguentemente un senso unico alternato per consentire il ripristino della sicurezza della carreggiata con un’operazione di ripulitura. «Il provvedimento - spiega l’Anas - ha creato disagi con code e forti rallentamenti per alcuni chilometri sulla carreggiata Sud» ma, successivamente, la transitabilità è tornata regolare. Tra Campo Calabro e Reggio sono stati istituiti dei restringimenti di carreggiata in direzione nord per operazioni di pulizia di detriti. Problemi anche sulla Ss 18 con la presenza di frane e la chiusura, dal pomeriggio, del tratto di strada compreso tra Favazzina e Scilla con relativa deviazione sull’A3. Voci dal Sud 23 Anno VI° nr. 11 Novembre 2010 w w w . s o s e d . eu Anche la “Piana” flagellata dal maltempo Frana tra Gioia e Rosarno - Mesima minaccioso in piena - Anche altri torrenti e finanche i ruscelli interpoderali minacciano di uscire dall’alveo Alfonso Naso - Calabria Ora Una forte ondata di maltempo ha colpito l’intera Piana. Piogge torrenziali, forte vento hanno messo in ginocchio tutto il comprensorio con danni a strade, ponti, edifici, colture. La pioggia è caduta ininterrotta da lunedì e per l’intera settimana si è rovesciata sul territorio la cui terra non assorbe più le precitazioni che sono sempre più a arattere di nubifragio provocando frane, smottamenti e cedimenti del manto stradale su diverse arterie. La più colpita è stata la Statale 18, allagata in più punti e su cui abbattuta anche una frana in prossimità di Gioia Tauro che ha occupato operai del comune e protezione civile per alcune ore al fine di liberare il passaggio. Nel tratto cittadino della stessa strada, il manto si è sbriciolato anche a causa delle enorme buche presenti sull’asfalto. Problemi anche in prossimità del ponte sul Budello di “Vallomena” dove il livello dell’acqua ha raggiunto pericolosamente quasi il limite massimo degli argini. Situazione critica nel fiume Mesima, l’acqua è fuoriusci- ta in qualche punto senza, però, causare danni. Gli argini del fiume non esistono più dal 2008 quando la piena provocò l’esondazione e la caduta di parte del Ponte. Anche il Fiume Vena è in piena ma non desta particolare preoccupazione fino ad ora. Nella strada Asi che costeggia il porto la situazione è caotica con numerosi tratti ricoperti dall’acqua. Piogge battenti anche nell’entroterra con allagamenti e disagi alla circolazione soprattutto nei centri alti di montagna. Disagi segnalati a Cittanova, comune questo con alto indice di dissesto idro-geologico. Nei comuni della costa Gioia, Ferdinando e Palmi, si sono registrate violente mareggiate causate dal fortissimo vento che ha raggiunto punte di oltre 70 chilometri orari. Danneggiate le colture di mandarini che proprio in questo periodo fioriscono e sono pronti per il mercato agrumicolo. La campagne sono inondate sia per la esondazione dei corsi d’acqua che per i terreni che non assobono più la pioggia. Giffone ed altri importanti centri della Provincia sono isolati per le numerose frane Ancora una volta si parla di misure di emergenza, ma il discorso data ormai a parecchi lustri! Intere zone, popolatissime, rimangono isolate a causa di frane che puntualmente si verificano durante l’inverno. Parto gli appelli alle autorità, partono i politici che cavalcano la cavallina, partono le promesse di aiuti e, sopratutto di adozione di provvedimenti definivi, ma finite le grandi piogge tutto rimane come prima. Ingenti danni alle persone ed alle abitazioni o alle strutture viarie, va ricodato che ogni calamità del genere porta un danno enorme anche alle coltura che vanno letteralmente distrutte. Salta il lavoro di un intero anno e con esso salta il reddito futuro di parecchi anni. Da sempre la importante strada che da Maropati conduce a Giffone è spesse volte interrotta da frane. varapodio ed Oppido sono “tagliate” nei rapporti a causa dell’alluvione di qualche anno addietro. Pizzo e le frazioni di Vibo Marina che hanno avuto anche morti qualche anno addietro, attendono pazientemente riparazioni e risarcimenti. La SS 18 nei pressi di Scilla è ormai considerata “la madre delle frane” e questo data da anni, almeno 50 . Da pensare che l’intero muraglione che costeggia lato mare la SS 18 in entrata a Scilla è stato costruitointeramente con i sassi caduti con le frane. Non migliora la situazione verso Falerna e Paola, dove a causa delle riccorrenti ostruzioni improvvise ed ivasione della sede stradale di detriti, fango e massi ormai i morti in incidenti stradali non si contano più. Ed allora la domanda sorge spontanea: ma le Autorità cosa fanno? possibile che tutte le “unità di crisi” che si formano subito dopo gli eventi negativi, finiscano nel morire nell’inedia e l’ignavia generale? Sarebbe proprio interessante quale la “filosofia” burocratica che governa le azioni ( o meglio le non azioni) presso gli uffici regionali e proviniali della nostra povera Calabria. La sua “buona parola” l’ha messa anche l’ANAS che, a causa dei lavori autostradali, ha creato situazioni di pericolosità in tutte le zone limitrofe la A3.- Voci dal Sud 24 AnnoVI° nr. 11 Novembre 2010 w w w . s o s e d . eu Dopo Atlantide ecco le città che rischiano di sparire Yahoo News VENEZIA – Quando la città è stata fondata nel 421, il Centimetro dopo centimetro, inesorabilmente il livello livello del mar Adriatico era di circa 5 metri più basso di dell’acqua sale: a rischio persino la Grande Mela Secondo il mito Atlantide, isola situata nell’Oceano al quello attuale. Per secoli l’acqua è cresciuta molto lentamente, ma negli largo della Spagna, sarebbe stata una potenza in grado di dominare buona parte di Europa e Africa prima di essere ultimi 100 anni il suo livello è aumentato in modo vistoso. Ogni anno che passa il mare si avvicina sempre più all’alsommersa dalle acque. Ma l’affondamento di aree costiere molto popolose non appartiene solo alla leggenda. Sette città turistiche moderne, di cui una in Italia, rischiano di fare la stessa fine. CITTA’ DEL MESSICO - Nella capitale messicana la terra si apre all’improvviso inghiottendo le persone. Soprattutto durante la stagione estiva delle piogge, le centinaia di crepe lungo le strade si spalancano di frequente, con gravi rischi in un’area metropolitana dove vivono 20 milioni di persone. In un caso un temporale ha allargato una crepa della strada inghiottendo un’auto e un curioso che stava a guardare, che si è schiantato dopo un volo di 20 metri. Costruita sul letto di un lago prosciugaVenezia: Piazza San Marco e l’acqua alta to, negli ultimi 100 anni Città del Messico si è abbassata di dieci metri. NEW YORK – Della metropoli Usa abitata da 20 milioni tezza delle strade. E la chiara tendenza, osservata nel corso dei secoli, pordi persone potrebbe rimanere solo l’Empire State Building. Situata alla foce del fiume Hudson, nel punto in cui con- ta a concludere che presto Venezia sarà sommersa. Se non si farà nulla per bloccare l’aggravarsi della situafluisce nell’Atlantico, la Grande Mela sarà una delle città al mondo a soffrire di più per il riscaldamento climatico che zione, dal 2055 una significativa porzione dei percorsi pedonali, delle piazze e dei pavimenti delle case situati al pian scatenerà nella zona delle tempeste tropicali. E le inondazioni saranno solo una delle catastrofi che terreno saranno sommersi. BANGKOK – Anche la capitale della Thailandia sta afdovrà affrontare New York. In un primo momento sarà trasformata in una palude, fondando rapidamente. A minacciarla è il fiume Chao Phraya, che confluisce quindi sarà spazzata via dal mare. SHANGAI – Le case del quartiere commerciale Bund, il nella baia di Bangkok a circa 48 chilometri dalla città. La capitale e le sue dozzine di templi, patrimonio delpiù elegante della città, sono già sotto il livello del fiume l’umanità, potrebbe ritrovarsi sotto l’acqua in soli sette anni. Huangpu che le costeggia. Secondo una ricerca dello scienziato thailandese Ajong L’acqua, respinta dal mare, minaccia sempre più spesso Chumsai na Ayudhya, a influire sull’innalzamento del Chao di allagare alcuni dei palazzi più famosi della Cina. Anche sull’altra sponda i grattacieli di Pudong, con l’al- Phraya è il riscaldamento globale. NEW ORLEANS –Con il tempo il terreno che separava ta marea, finiscono sott’acqua. Altri 200 anni e il livello degli oceani aumenterà di cinque la città dal Golfo del Messico è stato eroso lentamente, rendendola molto esposta alle tempeste tropicali. metri: Shanghai è tre metri sopra il livello del mare. Prima dell’uragano Katrina del 2005 però gli esperti non HOUSTON – Anche il centro della Nasa, visitato ogni si erano resi conto del fatto che New Orleans stava affonanno da migliaia di turisti, è a rischio. Houston sorge infatti su un terreno completamente sab- dando. Solo una ricerca del 2006 ha rivelato infatti che la città era bioso che rischia in alcuni casi di sprofondare. Ma a danneggiare le fondamenta della città, più della sprofondata di circa mezzo centimetro l’anno, mentre gli sabbia, sono state soprattutto l’estrazione di petrolio e le argini costruiti per proteggerla si erano abbassati di quattro o cinque volte più rapidamente. circa 300 faglie che corrono sotto la città. Voci dal Sud 25 Anno VI° nr. 11 Novembre 2010 w w w . s o s e d . eu .. . e buona s a n i t à ! Trapianto record di entrambe le mani ad una donna di 52 anni Per la prima volta usate cellule staminali della paziente per evitare il rigetto Lino Grossano - Gazzetta del Sud Milano - Poter tornare ad accarezzare i suoi due figli e il marito, a lavarsi i denti o a mangiare con una semplice forchetta. Gesti piccolissimi, che ora Carla, 52enne di Busto Arsizio (Varese) e da 3 anni senza mani per una grave malattia, potrà compiere di nuovo grazie a un trapianto “record” di entrambe le estremità, effettuato all’ospedale San Gerardo di Monza. Quella di Carla, casalinga, è una storia drammatica: nel 2007 le erano stati amputati sia le mani che i piedi, a causa di una grave forma di setticemia sviluppata in seguito a una banale cistite. Ma le protesi proprio non le sopportava: per questo già dal 2008 aveva chiesto di essere messa in lista per un trapianto, e ieri finalmente ha visto realizzarsi il suo desiderio. «Una decisione, quella del doppio trapianto, che abbiamo preso senza esitazione – spiega Massimo Del Bene, direttore del reparto di Chirurgia plastica ricostruttiva e chirurgia della mano al San Gerardo. Una persona senza mani né piedi non può alzarsi dal letto se non arriva qualcuno ad applicarle le protesi; ora Carla potrà provvedere da sola, con un miglioramento incredibile della qualità della propria vita». Nell’eccezionalità dell’intervento si nasconde però un altro record: per la prima volta, infatti, sono state usate cellule staminali della stessa paziente per evitare il rigetto. Questa tecnica, in particolare, già nota in teoria ma applicata solo ora, preleva le staminali dal midollo e le re-inietta nelle prime 24 ore successive al trapianto. «Si tratta di cellule che, per motivi che ancora non sappiamo, hanno una potente azione immunosoppressiva , spiega Andrea Biondi, direttore della Cell Factory del San Gerardo, una delle tre “officine di staminali” attive in Italia. Sulle nuove mani della paziente verrà praticato in seguito un trapianto di tessuti adiposi, anche questi prelevati dalla donna stessa, e un trapianto di epidermide sul dorso. Questi due inserimenti di cellule della paziente su arti estranei – spiega Biondi – hanno la funzione di “depistare” gli anticorpi che tendono ad aggredirli. In questo modo viene depotenziata l’azione di rigetto dell’organismo». L’intervento è avvenuto nella notte tra lunedì e martedì, ma reso noto solo ieri. Lo stesso 11 ottobre era arrivata la notizia che all’ospedale di Cremona erano disponibili gli arti di una donna di 58 anni appena deceduta. In meno di 2 ore si è iniziato a trapiantare le nuove mani di Carla, con un intervento durato 6 ore, e già il giorno dopo la donna ha mostrato i primi segni di mobilità alle dita. Arriva il test delle urine per scoprire il tumore alla prostata Mariano Parise - Gazzetta del Sud ROMA - La diagnosi del tumore alla prostata potrebbe diventare ancora più semplice: un test delle urine per identificare gli uomini a rischio di ammalarsi, grazie alla scoperta di una proteina che subisce una modifica genetica legata al cancro. A segnalarlo è uno studio inglese pubblicato su PlosOne. Il test inoltre avrebbe un costo assolutamente abbordabile, poco più di 5 euro. Gli scienziati inglesi hanno scoperto che la proteina Msmb, questo il suo nome, è presente a livelli ridotti negli uomini cui è stato diagnosticato il cancro alla prostata e che i livelli della proteina sono influenzati dall’aggressività del tumore. La tendenza nell’urologia a livello internazionale è quella di trovare nuovi marcatori specifici del cancro alla prostata, come quello che sarebbe, appunto, alla base del test delle urine. Tuttavia servirà ancora del tempo, almeno 2 anni, prima che questi marker arrivino in commercio, e prima che possano bastare da soli a diagnosticare il tumore alla prostata, cosa su cui alcuni urologi sono dubbiosi. Voci dal Sud 26 AnnoVI° nr. 11 Novembre 2010 w w w . s o s e d . eu La “morte clinica” è sicuramente morte definitiva? Dura e continua la disputa fra coloro che la dichiarano “certa” e coloro che sostengono che in effetti il prelievo degli organi viene effettuato su soggetto ancora vivo Yahoo Era stata dichiarata clinicamente morta, ma si sveglia mentre le stavano per staccarle la spina. Non è l’unico caso (purtroppo) per cui si avvalorano le tesi di coloro che sostengono che gli espianti di organi sono effettuati con soggetti ancora in vita. Il confine tra la vita e la morte non sempre è così netto come potrebbe sembrare. In alcuni casi ci sono persone che sembrano averlo varcato per poi tornare indietro. Emblematico quanto verificatosi a Bordeaux, in Francia, dove una donna dichiarata clinicamente morta si è risvegliata poco prima che i medici staccassero la spina. «HO DORMITO BENE» - La protagonista della sconcertante vicenda è Lydia Paillard, 60 anni, le cui prime parole al suo risveglio sono state: «Mi sento molto meglio. Ho dormito molto bene». Da 14 ore la donna non dava segni di vita ed i medici l’avevano quindi dichiarata clinicamente morta, chiedendo alla famiglia il consenso per staccare la spina. La 60enne era entrata in un ospedale di Bordeaux per una seduta di chemioterapia quando all’improvviso ha perso i sensi e non si è più ripresa. Poco prima aveva preso delle medicine e un’infermiera le aveva inserito una flebo con un liquido per prevenire il vomito. Un dottore ha raccontato la scena del risveglio: «Siamo stati al suo capezzale quando all’improvviso ha aperto gli occhi, si è seduta sul letto e ha detto: “Mi sento molto meglio; ho dormito molto bene”». «UNA RICHIESTA TERRIBILE» - Uno dei due figli della 60enne, Serge, ha rivelato che i medici della clinica avevano chiesto alla famiglia il consenso per staccare la spina. «È stata una richiesta terribile - ha com- mentato -. Naturalmente siamo contenti che mia madre sia viva, ma abbiamo bisogno di una spiegazione dettagliata di come questo sia potuto accadere». Yves Noel, Direttore dell’ospedale, ha sostenuto invece che la Paillard potrebbe avere avuto una crisi epilettica tale da causare un quadro clinico molto simile alla morte. «I nostri medici più esperti l’hanno esaminata attentamente e tutti l’avevano dichiarata clinicamente morta. Si tratta di un evento estremamente raro». SUL TAVOLO DELL’AUTOPSIA - Ancora più inquietante la vicenda di cui è stato protagonista Carlos Camejo, del Venezuela. Il malcapitato si è risvegliato sul tavolo dell’autopsia dopo essere stato dichiarato morto. Ma al primo taglio sul volto di Camejo è subito sgorgato del sangue rosso vivo. I dottori si sono accorti così che non era ancora morto. SI RECA AL SUO FUNERALE - Molto più buffa la vicenda verificatasi in Brasile. Ademir Jorge Goncalves, un muratore di cui era stato accertato il decesso a causa di un incidente d’auto, è apparso nel bel mezzo del suo stesso funerale. Goncalves in realtà aveva passato la notte a bere in un autogrill (forse per festeggiare lo scapato pericolo), e quando ha saputo del funerale è corso in chiesa per avvertire i suoi familiari del fatto che era ancora vivo. Immaginabile il naturale terrore dei presenti, che erano certi della sua morte. Anche perché nella bara c’era un cadavere, che tutti ritenevano fosse il suo. Voci dal Sud 27 Anno VI° nr. 11 Novembre 2010 w w w . s o s e d . eu Nasce a Rizziconi la Fondazione “Francesco Inzitari” GIUSEPPE MUSTICA - Calabria Ora RIZZICONI (RC) - Alla presentazione della fondazione “Francesco Maria Inzitari”, nata per ricordare il diciottenne di Rizziconi ucciso il 5 dicembre scorso, c’era anche il padre del ragazzo, Pasquale, l’imprenditore pianigiano arrestato nell’ambito dell’operazione “Saline” e attualmente agli arresti domiciliari. Una presentazione molto commovente, aperta dalle parole della sorella di Francesco, Nicoletta, che è anche Presidente dell’Associazione e che, con la voce spezzata dall’emozione, ha spiegato che «oggi, con la nascita di questa fondazione, mio fratello rinasce». Molto significativa anche la data, quella di ieri, per presentare l’associazione che darà delle borse di studio a tre istituti scolastici della Piana di Gioia Tauro: ieri Francesco Maria Inzitari avrebbe compiuto 19 anni. Oltre a Nicoletta, figlia maggiore dell’imprenditore rizziconese, fanno parte del Cda della fondazione anche Nadia Multari, in veste di vicepresidente, e i consiglieri don Pino De Masi (il referente dell’associazione libera e vicario della diocesi di Oppido-Palmi), don Benedetto Ciardullo, parroco di Rizziconi, don Bruno Cocolo, parroco di Delianuova, e Rosanna Mazzaferro, docente. Proprio Nadia Multari ha voluto spiegare che «la fondazione nasce per tenere sempre vivo il ricordo di Francesco. Il suo sacrificio deve essere speranza per noi». Molto significante è stato l’intervento di don De Masi il quale ha spiegato che per sconfiggere il “male” «tutti dobbiamo sporcarci le mani. Bisogna prendere in maniera decisa le distanze dal male - ha continuato - e, in questo momento, il male è la zona grigia, che partecipa alle manifestazioni e che molto probabilmente è qui dentro e che appena uscirà, oppure lo già sta facendo, con i cellulari, riferendo tutto a chi sta dall’altra parte». L’intervento di De Masi s’è chiuso con un invito ai molti giovani presenti alla cerimonia di presentazione: «Prendete in mano il vostro futuro e diventate protagonisti del cambiamento». Ha preso la parola anche il sindaco di Rizziconi Antonino Bartuccio, sottolineando che l’Amministrazione sarà molto vicina alla fondazione». Lo stesso sindaco rizziconese ha invitato gli altri primi cittadini presenti ad avvicinarsi al tavolo dei relatori, per far sentire la vicinanza alla famiglia Inzitari. Gli stessi hanno accettato l’invito, alzandosi e facendo vedere il proprio supporto. E’ intervenuto anche Mario Congiusta, padre di Gianluca, anche lui ammazzato dalla mafia nel 2005. Congiusta, emozionato, ha ribadito: «L’unica cosa che possiamo fare è ribellarci alla mafia. Ogni volta che farete il nome di Francesco darete fastidio, per questo vi invito a dirlo tutti i giorni. Nessun mafioso è morto nel suo letto e nessun capomafia s’è goduto i soldi che ha fatto». Sono intervenuti Nunzio Lacquaniti, Assessore al Comune di Palmi, Antonino De Masi, l’imprenditore rizziconese famoso per la sua battaglia contro l’usura delle banche, e Ferdinando Iacopino, componente dei Lions di Polistena. Erano presenti infine diversi altri sindaci della Piana: Bruno Barillaro (Oppido), Salvatore Vinci (Serrata), Rocco Corigliano (Delianuova), Giuseppe Zampogna (Scido), Alessandro Cannata (Cittanova) e Beniamino Alessio (Molochio). Inoltre hanno presenziato Enzo Pisano, Consigliere d’opposizione al Comune di Polistena ed ex componente della Commissione Regionale Antimafia, Giacomo Saccomanno, candidato a sindaco di Rosarno e il vicesindaco di Cinquefrondi Maurizio Bellocco. Voci dal Sud 28 AnnoVI° nr. 11 Novembre 2010 w w w . s o s e d . eu Codici: inaugurata inaugurata una una sede sede Codici: Laureana di di Borrello Borrello aa Laureana Il centro per la difesa dei diritti del cittadino è present ormai anche nella “Piana” - la sede laureanense è stata inaugurata alla presenxa dei maggiorenti della onlus Comunicato Stampa Si è tenuta questa mattina (6 Ottobre 2010) alle ore 11,30 presso la sede provinciale di Laureana di Borrello, la conferenza stampa di inaugurazione della nuova delegazione provinciale di CODICI. Hanno preso parte all’evento, la Segretaria Regione Calabria Codici, Marcella Rosetta, il Responsabile della neo delegazione Giuseppe Salomone, il Segretario Nazionale Ivano Giacomelli, il Dott. Rosario Mancuso, il Consigliere Antonio Di Giglio. Il Centro per i Diritti del Cittadino - CODICI - e’ una formazione tesa alla promozione, alla attuazione e alla tutela degli interessi del cittadino consumatore e utente, con particolare riferimento a coloro che si trovano in condizioni di debolezza. L’associazione ha come unico obiettivo quello di promuovere la sicurezza, la legalità, la giustizia, la salute in ogni suo aspetto, la qualità dei prodotti e dei servizi, una adeguata informazione e ad una corretta pubblicità, la correttezza e trasparenza nei rapporti commerciali e nei rapporti contrattuali in genere, l’educazione al consumo e all’uso del denaro, la prevenzione al sovraindebitamento e la lotta all’usura, l’erogazione di servizi pubblici secondo standard di qualità ed efficienza, il razionale sfruttamento del territorio e delle risorse naturali. L’attività del CODICI si concretizza in attività di controllo, osservatorio comunicazione e tutela dei diritti del cittadino consumatore e utente. L’associazione agisce adottando la strategia dei diritti per affermare la centralità della persona, dei quali pone come obiettivo la loro concreta attuazione. In modo particolare si occupa di ogni violazione dei diritti della persona che determina situazioni di sofferenza. CODICI come associazione tutela consumatori, insieme ad altre associazioni, è parte attiva e integrante del CNCU, Consiglio Nazionale Utenti e Consumatori, pertanto riconosciuta a livello nazionale. Da oggi la nuova delegazione di CODICI si avvarrà della collaborazione del personale messo a disposizione dal CODICI, al fine di fornire ai cittadini un punto di riferimento e consulenza sui maggiori temi consumeristici, elargendo consigli per affrontare, con i dovuti strumenti informativi, le varie problematiche che sorgono nel corso della vita quotidiana. Tali tematiche riguardano: - Usura e sovra indebitamento - Servizio Idrico - Utenze - Consumerismo - Sicurezza dei prodotti alimentari e non alimentari - Sanità e farmaci - Diritti dei minori - Diritti degli animali - Diritti delle donne Tra le varie tematiche, oggi abbiamo scelto di affrontare la scarsa qualità dell’assistenza prestata dal servizio sanitario nel comprensorio reggino: E’ ben noto come sul territorio provinciale, la riduzione degli interventi sanitari in ambito specialistico, ha creato non pochi disagi ai cittadini: il ridimensionamento dei medici specialisti nei Poliambulatori delle città di Feroleto e Laureana ha dirottato i pazienti, per effettuare alcuni esami medici specifici, verso l’Azienda ospedaliera della città di Reggio Voci dal Sud 29 Anno VI° nr. 11 Novembre 2010 w w w . s o s e d . eu Calabria, con tempi di prenotazione lunghissimi, (fino a quattro mesi, ad esempio, per un elettrocardiogramma). Ovviamente facile immaginare cosa possa fare un cittadino - dichiara Marcella Rosetta, che abbia bisogno di esami urgenti. Si va dalla richiesta di ricovero “improprio”, alla prestazione di pronto soccorso,dalla ricerca di una prenotazione più veloce in altre città della regione, al pagamento della prestazione, oppure si attende e, anche se il complesso delle azioni e degli interventi del Piano rientro dovessero portare nel 2013 l’equilibrio del sistema sanitario regionale,alla riduzione delle spese corrisponderà l’ulteriore e pesante contrazione dei servizi. Che la sanità sia una gestione completamente politica non c’è bisogno di alcuna dimostrazione matematica- conclude Marcella Rosetta è una evidenza empirica che ciascuno può verificare ogni giorno sulle inefficienze di qualsiasi ufficio sanitario del nostro territorio. Né c’è tanto da meravigliarsi se sulla pelle dei cittadini si gioca da decenni una indegna partita per la conquista di posizioni di potere, mentre la salute dei cittadini diventa un optional. Basta vedere i tanti casi di malasanità che sono il fiore all’occhiello di questa nostra sfortunata terra. Secondo i dati Aiom, Associazione italiana di oncologia medica, ogni anno tra le 14 mila e le 50mila persone morirebbero a causa di un errore medico, in pratica 90 decessi al giorno dovuti a una svista, all’interpretazione sbagliata di una prescrizione, oppure all’ambiente ospedaliero. Le cause pendenti nei confronti dei medici per presunti errori sono fra le 15 mila e le 12 mila l’anno, anche se si stima che i 2/3 dei sanitari vengano alla fine assolti, mentre la richiesta di risarcimento danni (secondo i dati Ania, l’associazione che rappresenta le imprese assicuratrici) ammonta a 2,4 miliardi di euro l’anno. Dai dati dell’ultimo triennio, è emerso che in Italia le cifre degli errori commessi dai medici o causati dalla cattiva organizzazione dei servizi sanitari, provocano più vittime degli incidentistradali: tra 14 mila (secondo l’Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri) e i 50 mila decessi all’anno, secondo Assinform. Il che vuole dire circa 80-90 morti al giorno (il 50% dei quali evitabile), 320 mila le persone danneggiate. Ma quali saranno le future e nefaste conseguenze di un deficit politico che ha portato al fallimento della sanità calabrese? Auspichiamo che la politica locale si attivi. E’ tempo che la sanità calabrese si riappropri di un ruolo etico se non vogliamo che questo sistema malato peggiori di anno in anno danneggiando i pazienti; ogni azione risponde alla pura e semplice logica del business, piuttosto che alla cura e alla tutela del cittadino che chiede la restituzione del servizio sanitario e un forte rilancio della sanità calabrese, ispirandosi ai valori dell’equità e della solidarietà, come fondamenti di un sistema pubblico di tutela della salute e che sia riconosciuto, in primis, il principio del diritto alla salute come diritto di cittadinanza, lottando contro un sistema che, fino ad oggi , ha prodotto una “voragine” nel bilancio della Regione Calabria penalizzando i cittadini . Il “Codici” crede che l’apertura della nuova delegazione sia una soluzione finalizzata alla tutela del cittadino con l’obiettivo di offrire maggiore trasparenza e informazione, nonché sostegno legale su tutte le questioni afferenti il cittadino-consumatore. La sede della nuova organizzazione di Laureana di Borrello è ubicata in Via Colletta n.13 e ,sarà operativa nei giorni di Lunedì e Mercoledì dalle ore 08:30 alle ore 10:30, Tel: 0966 991983 - cell: 338 5352628 Reggio Calabria, 6 Ottobre 2010 Dipartimento Comunicazioni- Codici Giuseppina Giordano 30 Voci dal Sud AnnoVI° nr. 11 Novembre 2010 w w w . s o s e d . eu Perle di Burocrazia Nel 1996 sono stati ultimati i lavori della Diga sul Metramo, ma ancora non è entrata in funzione! L’imponente opera è stata voluta dai Consorzi di Bonifica della Piana di Rosarno per rendere irrigui molte milgiai di ettari di terreni agricoli - Oggi il sindaco Panetta ne denuncia il «totale abbandono» Umberto di Stilo - Gazzetta del Sud GALATRO - Il sindaco Carmelo Panetta ha in- sendo canalizzate, provocano smottamenti e aperdirizzato agli Assessori Regionali Trematerra e Gen- ture di crepe nell’asfalto. tile, al Presidente del Consiglio Regionale Talarico, Il primo cittadino galatrese sottolinea poi che con al vice Nicolò e all’avv. Giovanbattista Valenzise, le acque invasate dalla diga sul Metramo dovevano commissario dei Consorzi di Bonifica raggruppati essere alimentate le turbine di una centrale idroeletdella provincia, una lettrica. tera per denunciare «lo Si disconosce che fine Da considerare che essendo lo stato di totale abbanabbia fatto il progetto a sbarramento realizzato con un dono in cui versa la suo tempo redatto dal terrapieno, la mancanza di diga sul fiume Consorzio di Bonifica manutenzione potrebbe portare a Metramo in contrada mentre è a tutti noto che smottamenti o cedimenti che Castagnara». nella Piana di Gioia conrappresenterebbero per la zona un Questa diga, al centinuano a sorgere centro di diverse polemiche, nuovo Vajont. trali a turbogas e è stata voluta e progetbiomasse, ma si trascuGrossi insediamenti abitativi, tata dal Consorzio di ra la produzione di enercome la stessa Città di Galatro, si Bonifica per rendere gia pulita e senza impattrovano a valle della diga e sono irrigui diverse migliaia di to ambientale con noteunbicati in una gola che farebbe ettari, migliorare l’agrivoli ricadute occupazioda “condotta” alle acque se coltura e, in concreto, nali e finanziarie per le malaguratamente dovessere per agevolare la crescipiccole comunità, che tracimare o dirompere per il ta economica della vasoffrono di un continuo sta zona. cedimento dello sbarramento. spopolamento. Panetta ricorda che i Fatte queste premesInteri paesi scomparirebbero lavori del grande invaso se, Panetta fa appello spazzati da questo tsunami che si sono stati ultimati nel agli Amministratori reverrebbe a creare 1996 ma a tutt’oggi, gionali perché, ognuno dopo aver speso circa per la parte di propria 180 miliardi di ex lire, l’opera malgrado sia finita è competenza, si voglia attivare per recuperare almeinutilizzata. no i fondi per l’ordinaria manutenzione; all’assessoNon si capisce perché non si riescono a comple- re alle Politiche agricole si chiede un tavolo tecnico tare le opere di canalizzazione delle acque per uso per sapere se risponde a vero che i fondi a suo temirriguo, pur avendo il Consorzio di Bonifica per ben po accantonati per la realizzazione delle opere di due volte appaltato e iniziato i relativi lavori e altret- canalizzazione esistono e sono ancora disponibili o tante volte gli stessi sono stati abbandonati». se invece, come sostenuto in più ambienti, siano stati Panetta denuncia quindi che «le case dei custodi, destinati ad altri scopi. dove sono ubicate tutte le apparecchiature elettroMa non è finita. Il primo cittadino galatrese chiede niche che controllano l’invaso, durante le abbondanti di conoscere anche “l’intendimento politico” della piogge si allagano, mentre la strada d’accesso alla Regione ma soprattutto le intenzioni del Consorzio diga, oltre ad essere abbondantemente invasa da sie- di Bonifica in merito al completamento totale delpi, versa in totale abbandono con le cunette com- l’opera. pletamente ostruite e le acque piovane che, non es- Voci dal Sud 31 Anno VI° nr. 11 Novembre 2010 w w w . s o s e d . eu ... la foto del giorno ... stante i risultati in campo della Nazionale Italiana di calcio ... Voci dal Sud 32 AnnoVI° nr. 11 Novembre 2010 w w w . s o s e d . eu Banche & usura -- De Masi ha denunciato di nuovo Bankitalia Il noto imprenditore di Rizziconi che nel 2006 aveva portato a Palmi, sul banco degli imputati, i “big” del Ghota bancario italiano ottenendo un verdetto a dir poco ... strabiliante, insiste nell’azione contro le Banche r.r. - Calabria Ora L’imprenditore calabrese Antonino De Masi, che con le sue denunce ha portato ad una inchiesta contro i vertici di alcune banche per usura conclusasi con l’assoluzione in primo grado ed in Appello degli imputati (pur se la Corte aveva riconosciuto esistesse il reato di usura prepetrato dagli Istituti Bancari!), ha presentato una denuncia-querela contro la Banca d’Italia. La denuncia, secondo quanto riporta il Sole 24 Ore, è stata presentata alle Procure di Roma, Reggio Calabria e Catanzaro e si ipotizzano i reati di omessa vigilanza del sistema creditizio, concorso in usura e in riciclaggio, falso in bilancio, appropriazione indebita, truffa ed estorsione, oltre che turbativa di libero mercato. Le denunce presentate da De Masi alla Procura di Palmi contro la Banca di Roma, Bnl e Banca Antonveneta hanno portato ad un processo conclusosi in primo grado con l’assoluzione dei vertici dei tre istituti di credito per non aver commesso il fatto e successivamente, nel luglio scorso, nel processo d’Appello la formula di assoluzione è stata addirittura “perché il fatto non costituisce reato” (sic!). Una seconda denuncia contro la Banca d’Italia è stata presentata sempre da De Masi il 29 giugno scorso sulla base di quanto era emerso nel processo d’Appello. Alla luce delle motivazioni della sentenza di secondo grado l’imprenditore ha deciso di presentare una nuova denuncia contro Banca Italia. Secondo De Masi dalle motivazioni è emersa la «sussistenza del reato di usura da parte dei tre istituti di credito. Credo che quanto riportato nella sentenza emessa dalla Corte di Appello di Reggio contenga elementi gravi e drammatici. Proprio gli elementi che emergono dalla sentenza d’Appello - aggiunge - hanno portato ad alcune mie iniziative. Intanto i Tribunali ai quali mi sono rivolto stanno lavorando alacremente ed a giorni renderò pubblici una serie di nuovi provvedimenti emessi. Questa vicenda è tutt’altro che una banale diatriba tra un cliente e la banca. Le mie dure ed isolate battaglie hanno scalfito un muro e forse tante cose sono cambiate, ma la verità è ancora lontana». Voci dal Sud 33 Anno VI° nr. 11 Novembre 2010 w w w . s o s e d . eu Banche & usura -Nel 2006 inizia la battaglia contro gli istituti bancari r.r. - Calabria Ora PALMI (RC) Era il giugno del 2006 quando il Gup del Tribunale di Palmi, Carlo Alberto Indellicati, emise il decreto di rinvio a giudizio per il imputati nel processo denominato “Banche e usura”, così come richiesto dall’allora Pm Alberto Cianfarini. La prima udienza del procedimento è datata 6 ottobre del 2006. All’inizio sfilano in aula i periti di parte e le seconde linee del sistema bancario. Bisogna attendere, però, la primavera 2007 perché inizino le escussioni più rilevanti. Il 13 marzo tocca a Antonino De Masi, l’accusatore degli istituti di credito ribadendo anche in sede dibattimentale tutto quanto aveva già sostenuto in fase istruttoria. Il 24 aprile, invece, a comparire davanti al Collegio sono Luigi Abete e Cesare Geronzi. «Non conoscevamo la pratica De Masi, né avevamo nessun controllo diretta sui tassi di interessi», è la loro difesa. Dino Marchiorello viene sentito a fine settembre e sostiene che la carica di Presidente di Antonveneta era solo simbolica e che non aveva ruolo di comando. Infine, mercoledì 7 novembre 2007, la sentenza di assoluzione del Tribunale. Il 2 luglio 2008, invece, i giudici della sezione penale della Corte d’Appello di Reggio Calabria (Bruno Finocchiaro Presidente, Iside Russo e Natina Prattìcò Consiglieri) pronunciano la sentenza di secondo grado dopo una Camera di Consiglio di circa due ore assolvendo nuovamente gli imputati Dino Marchiorello, Cesare Geronzi e Luigi Abete «perché il fatto non sussiste», diversamente dalla formula «per non aver commesso il fatto» usata in primo grado. Una vera e propria battaglia, quella che ha ingag- giato l’imprenditore Antonino De Masi nei riguardi degli Istituti bancari italiani. La tesi accusatoria (in secondo grado rappresentata dal Pg Francesco Neri), infatti, sostenuta anche dalla parte civile (con gli avvocati Giacomo Saccomanno e Francesco Mazzone) prevedeva la com- missione da parte di Banca di Roma, Bnl e Antonveneta del reato di usura ai danni del gruppo imprenditoriale facente capo a De Masi. E se per i Presidenti in Appello è giunta l’assoluzione «perché il fatto non sussiste», per gli altri imputati (Domenico Cunsolo, Enzo Ortolan, Paolo Antonio Pirrotta, Giuseppe Falcone, Martino Bruno ed Eduardo Catalano) è arrivata, invece, la conferma della sentenza di primo grado con l’assoluzione «per non aver commesso il fatto». Voci dal Sud 34 AnnoVI° nr. 11 Novembre 2010 w w w . s o s e d . eu Siamo ancora un popolo civile ? Accusa il marito di pedofilia con la propria figlia per distruggerne la reputazione! p.com - Calabria Ora VIBO VALENTIA - Una vicenda dolorosa ed agghiacciante. E’ la storia di una calunnia, dell’infame accusa per un orrore mai compiuto. La moglie che vuol distrugger vita e reputazione del marito, peraltro carabiniere esemplare, e di un amico e collega di quest’ultimo; anche a costo di infliggere alla figlia - una bimba di appena cinque anni - un’atroce violenza. Come scrive il giudice del Tribunale di Vibo Valentia Cristina De Luca, nei motivi della sentenza con la quale lo scorso 12 luglio ha condannato la donna ad un anno e otto mesi di reclusione, ancor prima del marito è quella povera creatura la vera vittima di questa raccapricciante vicenda giudiziaria, costretta com’era ad imparare un copione da recitare davanti a magistrati e poliziotti, raccontando i più perversi abusi sessuali che le indagini e, soprattutto, la consulenza di un superperito hanno rivelato privi di fondamento. I due uomini, ai quali erano stati falsamente attribuiti dall’imputata anche rapporti di natura omosessuale consumati davanti agli occhi della bimba, escono dall’incubo grazie al Pm Fabrizio Garofalo (che alla luce delle reiterate denunce della donna li aveva inizialmente messi sott’inchiesta), grazie ai loro legali - gli avvocati Giuseppe CostaMe e Salvatore Pisani -, grazie poi alle perizie e ad un giudice che in sentenza pone argomentazioni perentorie nel motivare la condanna per calunnia. Tutto ciò all’esito di un procedimento penale «allarmante e che inquieta - si legge nel dispositivo depositato nei giorni scorsi - già per il fatto che la madre abbia messo in bocca alla figlia di così tenera età parole non solo volgari ma che soprattutto richiamano immagini di una sessualità malata e distorta». Ciò sarebbe avvenuto anche durante il viaggio a Pescara, con i poliziotti della squadra mobile di Vibo Valentia, necessario per condurre madre e figlia innocente davanti allo specialista che avrebbe offerto un contributo estremamente prezioso per risolvere il caso. In tale iniziativa, volta a distruggere il marito e nella pretesa di accreditare agli occhi della figlia il suo nuovo compagno, la donna avrebbe coinvolto non solo l’ex coniuge ma anche altri soggetti tra cui la propria madre, cioè la nonna materna, sulla quale in dibattimento l’imputata aveva adombrato il sospetto di abusi sessuali sulla nipotina. Il giudice De Luca evidenzia come la bambina ormai sapeva che veniva sgridata e menata se non diceva le cose che la mamma le suggeriva, rimanendo così fedele al patto stretto con l’imputata, ripetendo parole terribili sia nella scelta linguistica che nel significato. Palazzo di giustizia di Vibo Valentia Così il magistrato ha disposto la trasmissione degli atti alla Procura per quanto di competenza in ordine alla ravvisabilità di ulteriori e diverse ipotesi di reato a carico della madre nei confronti della piccola, per la quale il superperito che ha seguito la vicenda ha ribadito la necessità di un trattamento psicoterapeutico adeguato per valutare se ed in che entità le suggestioni della madre possano averle causato traumi. Nel fascicolo trasmesso alla Procura anche i verbali dei sopralluoghi effettuati dalle forze dell’ordine nella casa in cui la donna costringeva la figlia a vivere. Descrivono una condizione di degrado assolutamente speculare a questa amara ed insopportabile vicenda ordita dall’odio, dalla perversione e dalla calunnia. «La casa - si legge in sentenza - era come quella dei barboni, i materassi erano a terra, senza lenzuola, vi erano panni e scarpe ovunque. La cucina era sporca, piena di pentole usate ed avanzi di cibo... ». In quella casa, adesso, difficilmente la piccola ci tornerà. Voci dal Sud 35 Anno VI° nr. 11 Novembre 2010 w w w . s o s e d . eu Siamo ancora un popolo civile ? Roma, giovane donna rumena colpita da un pugno nella Metropolitana Una banale discussione per l’acquisto del biglietto sfocia in un pugno sferrato da un ventenne italiano che fa stramazzare a terra priva di sensi l’ infermiera rumena di 32 anni - Maricica in coma lotta fra la vita e la morte per una profonda lesione al tronco encefalico Marco Maffettone - Gazzetta del Sud ROMA - È in fin di vita Maricica Hahaianu, l’infermiera romena di 32 anni colpita con un pugno venerdì scorso al termine di una lite alla stazione della metropolitana Anagnina, a Roma. Le sue condizioni si sono aggravate nel corso della giornata e ora, dicono i medici, lotta fra la vita e la morte nel reparto di rianimazione del Policlinico Casilino. Il quadro clinico si è fortemente complicato a causa di una profonda lesione al tronco encefalico: la donna è di nuovo in coma. Una svolta drammatica che sembrava essere scongiurata, Maricica sembrava stesse reagendo bene alle terapie ma il trauma causato dalla caduta dopo il pugno scagliatole in pieno volto da Alessio Burtone, 20 anni di Roma, potrebbe risultarle fatale. Di fatto, come spiega anche il suo legale, l’avvocato Alessandro Di Giovanni, la donna colpita al mento dal pugno ha perso subito i sensi ed è crollata a terra a corpo morto sbattendo violentemente con la testa sul pavimento. I suoi famigliari, il marito, non hanno mai lasciato l’ospedale. Per loro, adesso, «non è il momento delle scuse». «Troppo facile, troppo comodo chiederlo adesso», hanno detto commentando la lettera che Burtone ha scritto per chiedere perdono per quanto commesso. L’avvocato poi aggiunge che, al momento, al marito della donna non è stata consegnata nessuna missiva o alcun messaggio da parte del giovane aggressore. L’aggravarsi delle condizioni della donna potrebbero incidere anche sul capo di imputazione che pende su Buglione. In caso di decesso dell’infermiera, il giovane potrebbe essere accusato di omicidio preterintenzionale. Al momento il reato ipotizzato nel fascicolo aperto dal Pm Antonio Calaresu è di lesioni volontarie gravi. Da piazzale Clodio arriva intanto la conferma che la Procura ha presentato ricorso al Tribunale del riesame per chiedere l’emissione della custodia cautelare in carcere. La donna giace svenuta in terra ed a sinistra il giovane romano raccoglie le proprie cose cadutegli e sta per andarsene via Viene però fermato da un ufficiale della Marina in borghese che lo accompagna al posto di polizia della metropolitana Anagnina Nel filmato si emerge ancora l’indifferenza delle persone che passano, scansando il corpo della donna, senza soccorrerla Purtroppo la giovane rumena, infermiera presso una clinica romana, madre di una bambina di tre anni, è deceduta. Il feritore che era agli arresti domiciliari, è stato tradotto in carcere con l’accusa di omicidio preterintenzionale. Voci dal Sud 36 AnnoVI° nr. 11 Novembre 2010 w w w . s o s e d . eu L a nostra storia La spedizione dei fratelli Bandiera! «Viva l’Italia» sulle labbra degli eroi di Gabriele Petrone 3° ed ultimo episodio Il 23 giugno i prigionieri, compresi i cinque costituitosi a Castelsilano, partirono da San Giovanni in Fiore legati e su muli per essere condotti a Cosenza sotto una buona scorta di urbani e furono rinchiusi nelle carceri della città che all’epoca erano allocate nell’ex convento degli agostiniani nel quartiere della Massa. I fratelli Bandiera ed i loro compagni furono così deferiti ad una commissione militare accusati di: 1 ° - Di cospirazione, ed attentato all’ordine pubblico, il cui oggetto era quello di far cambiare il Governo, e di eccitare i sudditi calabri a sollevarsi con il Re (D.S.) Ferdinando 2° - Di sbarco furtivo commesso a mano armata in questo Regno con Bandiera tricolore, la notte dello e 17giugno ultimo scorso; 3° - D’infrazione alle leggi sanitarie del Regno 40 - Di resistenza aEa forza pubblica del Comune di Belvedere Spinelli (...). Parimenti di attacco e resistenza alla forza pubblica di S. Giovanni in Fiore (...) 5° - Finalmente per aver condotto seco loro, carte e libri contenenti organizzazioni repubblicane, Proclami, Statuti, e massime rivoluzionarie. La condanna a morte arrivò il 24 luglio per tutti, tranne il Boccheciampe, condannato a cinque anni di prigionia in considerazione della sua «spontanea costituzione», mediante fucilazione col terzo grado di pubblico esempio previsto dal Codice Penale del Regno delle Due Sicilie da eseguirsi entro le 24 ore. La pena di morte, come previsto dalle disposizioni preventive del ministro di Grazia e Giustizia Parisio, fu sospesa per Luigi Nanni, Pietro Biassoli, Giuseppe Tesei, Paolo Mariani e Tommaso Massoli. Poche ore prima di essere condotti davanti al plotone di esecuzione la sospensione della pena arrivò anche per Giovanni Manessi, Giuseppe Pacchioni e Carlo Osmani. Alla lettura della sentenza gridarono tutti: «Viva l’Italia». I condannati vennero avviati alla conforteria nelle prigioni di Cosenza. Qui furono inceppati, cioè ammanettati con pesanti ordigni di ferro alle mani ed ai piedi e poterono scrivere, con grande difficoltà, le loro ultime lettere. Quella di Attilio al padre merita di essere citata, almeno sommariamente: «Mio caro padre, due sole righe perché sono impedito dal fare di più come vorrei perché i ferri mi stringono le mani e m’impediscono di adoperarle in nessuna maniera. Domani raccoglieremo Emilo edlo le vele nel porto Supremo, entreremo nella Città beata dove non sono tiranni, e là pregheremo per Voi ed aspetteremo, perché Dio gode di unire ciò che gli uomini vollero disgiungere. Conscii di aver fatto più bene che ci era possibile, edinoltre di aver più sofferto che goduto, noi siamo sereni e tranquilli Voci dal Sud 37 Anno VI° nr. 11 Novembre 2010 w w w . s o s e d . eu e riguardiamo alla morte come al fine di unaprova pel modo come dai delinquenti si è incontrato il supdifficile. (...)La nostrapena può essere confessata plizio per la indifferenza mostrata nel sostenerlo, per crudele, ma non mai infamante. Della nostra coscienza le grida di sedizione innalzate fino all’estremo moa nessuno quaggiù, ma a Dio soltanto eravamo mento, lo spirito pubblico è rimasto scosso e sorresponsabili, quindi per amore che portassimo a Voi preso anziché, depresso o atterrito: e forse gli emuli nostri genitori, primi tra le persone da noi amate vagheggiatori delle medesime idee, deplorando da quaggiù, non potemmo a questa affezione sacrifica- una parte il destino che li colpiva, hanno avuto arre il nostro dovere. Separiamoci dunque daforti ed gomento di rallegrarsi segretamente ne’ loro cuori, in modo degno di noi». per la energica maniera onde han dato fine alla vita». Dopo essersi confessati passarono la notte e alAll’estero la notizia si era rapidamente diffusa sul’alba farono svegliati e condotti nella Chiesa di scitando ovunque commozione. Tutti gli esuli politiSant’Agostino dove assistettero aUaloro ultima messa. Quindi il corteo mosse verso il Vallone di Rovito in mezzo ad una grande folla silenziosa di cosentini e di tanti giunti anche dai paesi vicini. I nove procedevano spediti sorridendo e salutando, gridando ai cittadini che li osservavano: «Viva l’Italia». Ad un certo punto si misero a cantare l’aria del coro di un’opera molto popolare a quei tempi, la “Donna Caritea Regina di Spagna” di Saverio Il vallone di Rovito ove furono fucilati i patrioti Mercadante. Al posto del verso «sotto i tiranni» l’aria, inti- ci, e non solo italiani, fecero celebrare messe in suftolata “La baldanza”, recitava «per lunghi af- fragio, ovunque si tennero pubbliche commemorafanni». Giunsero così sulluogo dell’esecuzione e zioni. nel silenzio rotto solo dagli ordini dell’ufficiale al Furono coniate medaglie commemorative e la plotone che formava il quadrato i nove, con le memoria dei fratelli veneziani fu onorata anche dal mani legate dietro la schiena, si baciarono per deputato Duncombe nel Parlamento inglese. Era difdarsi l’ultimo saluto e gridarono ancora: «Viva ficile non provare simpatia per quei giovani andati a l’Italia». Ma quell’atteggiamento così insolito morire in tale maniera così lontano dalla loro casa. aveva sorpreso anche gli stessi soldati che semDopo quella serie di fucilazioni e di condanne a bravano esitare. Cosenza si respirava un’aria di grande disagio e lo Ricciottì sorridendo gridò: «Tirate pure; siamo spirito pubblico, come raccontavano i rapporti di soldati anche noi, e sappiamo che quando s’ha un polizia, era tutt’altro che favorevole al governo. A ordine s’ha da eseguire». A quel punto partì la prima dimostrazione di ciò la grande folla accorsa ad assiscarica, ma i colpi non erano stati sparati contem- stere ad un concerto nel convento dei Paolotti (dove poraneamente e non avevano prodotto la morte di c’è la Chiesa di San Francesco di Paola), durante il tutti i condannati. Solo Ricciottì era caduto al primo quale fu cantato lo Stabat mater di Rossini. Narrano colpo per effetto di una palla che gli aveva attraver- le cronache che nella Madre Dolorosa i cosentini sato la bocca. Attilio, Lupatelli e Venerucci erano videro la loro città privata da tanti giovani figli e la rimasti vivi e fu necessaria un’altra scarica. Fino al- rappresentazione si trasformò in una celebrazione l’ultimo gridarono: «Viva l’Italia». Appena spenta funebre per i caduti e i fucilati tanto che le autorità l’eco dell’ultimo colpo, la folla si precipitò suo corpi borboniche finirono per proibirne le successive rapdei caduti per raccogliere le palle insanguinate, la presentazioni. parrucca di Attilio, i legacci delle corde che stringefine vano loro i polsi, i veli, quasi alla ricerca di reliquie. Scrisse lo stesso giorno il commissario di polizia Donadeo al ministro Del Carretto un preoccupato rapporto: «Per quella poi dell’esecuzione, Voci dal Sud 38 AnnoVI° nr. 11 Novembre 2010 w w w . s o s e d . eu i G r a n d i M i s t e r i italiani Riesumato dopo 60 anni il corpo del bandito Salvatore Giuliano Si vorrebbe dissipare i dubbi che aleggiano intorno alla sua morte e che sono tutt’oggi rimasti insoluti - La versione ufficiale che fa acqua per molti versi e le varie supposizioni e deduzioni dalla foto ufficiale fromor Era il 5 luglio del 1950, io ero un giovane di appena 16 anni (all’epoca a 16 anni si era ... da poco usciti dalle fasce!) e, come tutti rimasi fortemente impressionato dalla notizia data dai mass media (all’epoca solo radio e carta stampata ... Bruno Vespa era in mens dei per fortuna!) che annunciava che il famoso bandito Salvatore Giuliano era stato uccisio durante un conflitto a fuoco con i Carabinieri nel cortile di una casa appartenente all’avv. De Maria (conosciuto nell’ambiente come “l’avvocaticchio”, morto un paio di anni addietro a quasi 100 anni) nelle campagne di Castelvetrano. Alla notizia facvea bel corredo una foto che mostrava il bandito in canottiera riverso per terra morto, freddato dai Carabinieri nel famoso ipotetico conflitto. La foto fece il giro del mondo ma ... convinse molto poco per una serie di ragioni. La prima è che il cadavere, crivellato di colpi, non aveva versato una sola goccia di sangue sul terreno. Se il bandito fosse stato ucciso il conflitto avrebbe dovuto presentare il lato anteriore alle forze dell’ordine invece questo cadavera indossava era riverso bocconi, MA aveva una maglietta inzuppata di sangue sulla schiena; pare stranissimo che il sangue invece che scorrere e versarsi sul terriccio era “salito” verso la schiena. Vero che Giuliano aveva poteri immensi sulla gente di Montelepre e del suo interland ... ma ancora non credo avesse il potere di sovvertire le leggi della gravitazione universale. Guardate bene la foto e noterete che il sangue sulla canottiere tende a scolare verso il basso sui fianchi, ma poicè dietro c’era la costruzione nessuno aveva potuto sparare dal di dietro pentre era logico che i Carabinieri stessero sparando d’avanti dove c’era, oltre ad una banalissima recinzione, la piazza. Altra “stranezza” era rappresentata dal fatto che la scena mostrava il bandito in una posizione strana se era in conflitto, mentre sembrava essere stato raggiunto dai colpi mentre correva incontro ai Carabinieri e giaceva in una posizione altamente plastica. Il mitra che giaceva accanto al corpo era rivolto con la canna verso Giuliano ed il calcio verso gli avversari, mentre pare, che nell’imbacciare un mitra in corso di una sparatoria lo si imbracci con il calcio rivolto verso se stessi e non con la canna. La pistola che si vedeva poco distante dalla mano del Giuliano era perfettamente lucida e non impolverata come avrebbe dovuto essere cadendo rovinosamente in un terreno polveroso e sconnesso. Inoltre dalla foto era chiarso che stesse impugnando la pistola con la destra, per cui c’è da domandarsi come facesse ad imbracciare anche il mitra dallo stesso lato? Insomma tutto appariva come la attenta scenografia di un grande scenografo per la realizzazione di un film e non la scena in cui un uomo intento a sparare per rispondere ai colpi dei Carabinieri tentava di sfuggire alla cattura o, peggio, alla morte. Tuttavia nella scenografia, com4e detto furono commessi molti errori marchiani che, se li avesse commessi uno scenografo di Cinecittà ... avrebbe finito di trovare lavoro! La stampa mondiale si divise immediatamente, ma l’opinione pubblica ebbe immediatamente grossissimi dubbi. Voci dal Sud 39 Anno VI° nr. 11 Novembre 2010 w w w . s o s e d . eu i G r a n d i M i s t e r i italiani Chi era Savatore Giuliano? da Italia Pupia TV Nasce nel 1922 a Montelepre, paesino agricolo. Aveva soli 21 anni quando lo ritroviamo invischiato in un conflitto a fuoco con i Carabinieri, mentre trasporta dei sacchi di frumento di contrabbando, su di un cavallo. Il giovane tenta la fuga, ma viene ferito da due pallottole sparate dai Carabinieri, al fianco destro. Un Carabiniere gli avvicina, lui teme di ricevere “il colpo di grazia” ed uccide a sua volta il Carabiniere. E’ l’inizio di una serie interminabile di azioni che sono una mistura continua tra brigantaggio e imprese indipendentiste. In quell’epoca la Sicilia con alcuni grossi nomi della politica emergente tenta di ottenere lo sganciamento dallo Stato Italiano per cui pare viene contattato, ormai celebre bandito, dai big che lo volgiono dalla lo5o parte per tenere vivo lo spirito indipendentistico con azione cruente. Entra a far parte del Mis (Movimento Indipendentista Siciliano), poi sollecitato dai servizi segreti americani, sempre “troppo” presenti in Sicilia, fa parte dell’Evis (Esercito Volontario per la Indipendenza Siciliana), dove diventa subito colonnello e comincia le sue battaglie contro l’Esercito Italiano nel periodo 1945-1946. In quella veste di Bandito-Colonnello comincia a frequentare alcuni Uffici strategici ed i salotti buoni di Palermo ove si tesseva la maglia dell’indipentantismo. Ma ad un certo punto il Governo Italiano stipula degli accordi con il Mis (Movimento Indipendentista Siciliano)m per cui i big politici dell’Isola hanno assicurazione, a patto di rinunciare alla separazione, su molti punti ed ottendono glo Statuto Speciale e molti posti nelle stanze de bottoni romani. Intanto gli americani hanno smesso di supportare l’ Evis (Esercito Volontario per l’Indipendenza Siciliana) e pertanto tutti hanno interesse (e fretta) sdi sbarazzarsi dell’incomodo bandito-colonnello. Giuliano si sente tradito e non accetta l’accordo e contniua la sua lotta armata. Il 1 maggio del 1947 partecipa attivamente alla strage di Portella della Ginestra, qui durante un’adunanza per la festa dei lavoratori vengono uccisi a seguito di un vile agguato 11 contadini, tra loro due bambini, e 27 sono i feriti gravi. Il tentativo è quello di arginare la crescita della sinistra in Sicilia, massacro che servirà a poco visto che proprio la Sinistra conquista nell’assemblea regionale 29 seggi, contro i 24 della Democrazia Cristiana. Una versione della strage di Portella della Ginestra garantisce che Giuliano era a più di 500 metri dallo spiazzo del raduno e non avrebbe mai potuto colpire i partecipanti. Emerge prepotente poi il dubbio (pare molto fondato) che a sparare siano stati i militari dell’esercito regolare per scaricare la responsabilità su Giuliano e la sua banda facendo trasformare il favore popolare da amore (era ritenuto un vendicatore dei diritti calpestati della popolazione, in odio avverso al giustiziere spietato. Gli atti desecretati della Cia, parlano di responsabilità dirette nella fornitura di lancia granate agli uomini di Salvatore Giuliano, ma forse proprio uomini dei servizi segreti americani ed italiani (battaglione Vega della decima Mas) partecipano direttamente all’azione. Nomi quali quello di Juno Va l e r i o Borghese, Valerio Pignatelli, Nando di Nardo, tutti fascisti dell’epoca e poi legati ai servizi segreti Usa, fanno parte di quel lungo elenco di colpevoli e fiancheggiatori di tutto quanto accadde in quel cupo periodo. Nel frattempo però Salvatore Giuliano diventa personaggio fortemente scomodo, tanto da dover sempre più chiudere il suo campo di azione. Il 5 luglio del 1950 il suo corpo senza vita viene ritrovato all’interno del cortile dell’avvocato De Maria a Castelvetrano in provincia di Trapani. Dell’omicidio viene accusato Gaspare Pisciotta, suo luogotenente e cugino di cui lui si fidava ciecamente. Pare che lo stesso Pisciotta lo dovesse fare imbarcare su di un sommergibile della marina americana per traghettarlo negli Usa. Sulla sua morte, però, esiste il Segreto di Stato, che potrà essere desecretato solo nel 2016, di certo anche in questo ebbero mano libera i servizi segreti sia americani che italiani sotto la regia del ministro Mario Scelba e ai probabili ordini del colonnello Ugo Luca. A Gaspare Pisciotta e stata garantita una certa immunità e clemenza nel processo la qual cosa, pare stesse venendo disattesa per cui Pisciotta, irritato e deluso, aveva minacciato di spifferare fatti e misfatti di molti uomini pliti (ormai) affermatissimi a livello romano. Non ne ebbe il tempo di farlo perchè una mattina nel carcere di Palermo, l’ucciardone, ove era recluso, berrà un caffè che invece che con lo zucchero era ... addolcito con la stricnina! Morto Pisciotta, la strada della mensogna non temeva più falle! Avremo lumi anche su questo episodio nel famoso 2016? lo speriamo.- Voci dal Sud 40 AnnoVI° nr. 11 Novembre 2010 w w w . s o s e d . eu i G r a n d i M i s t e r i italiani Quindicenne sparisce ad Avetrana viene ritrovata in un pozzo dopo 46 giorni Parrebbe una ormai tristemente banale notizia di cronaca Improvvisamente durante la trasmissione in diretta TV nera cui i mass media ci hanno abituato, abbrutendoci. dalla casa proprio degli zii Michele Misseri, di sua moglie, Ed invece si scopre un “giallo” complicato da parecchi della cugina Sabrina, trasmissone messa in onda da Rai3 gialli interni ed assolutamente inediti. “Chi l’ha visto?” cui partecipava ovviamente anche la Andiamo per ordine. mamma di Sara (sorella della molgie del Sarah Scazzi esce di casa un pomeMisseri) la conduttrice (noi riteniamo riggio ad Avetrana (Taranto) per recon scarsissimo senso di pietà umana carsi a casa della cugina, posta a poe di etica professionale) interviene soche centinaia di metri, per andare asspendendo i discorsi in corso e comusieme ad una comune amica al mare. nica in diretta alla mamma di Sarah che Ma ... a casa della cugina non giunlo zio (e cognato) ha confessato l’omigerà mai e la giovanissima sembra spacidio della nipote e l’occultamento del rita inghiottita dal nulla. cadavere in un pozzo ricolmo di Scattano le ricerche da parte della fanghiglia! cugina e amica-compagna Sabrina Addirittura, particolare agghiacMisseri (figlia della sorella della Mamciante, comfessa di avere stuprato la ma) e subito dopo da parte delle forze ragazza quando erà già cadavere. dell’ordine allertate dalla mamma di Attimi di imbarazzo (accolti francaSarah. mente con un certo distacco da parte Inizia, oltre alle ricerche affannose della mamma, ma molti dicono “era andelle Forze dell’ordine, anche la ridda nichilita”) e la trasmissione viene indi notizie ed esibizioni mediatiche in terrotta. TV di amici, ma soprattutto parenti. Effetivamente il corpo straziato vieE qui le prime stranezze: la mamma ne recuperato nel pozzo presso cui il di Sarah nell’ivitare le Autorità di PoliMisseri ha accompagnato le Autorità zia a cercare sempre più intensamenInquirenti. nelle foto te (scrive anche al Presidente della E qui inizian una serie infinite di in alto: Sabrina Misseri Repubblica) insiste su un punto : stranezze che portano a risultati sotto: Michele Misseri cercate nell’ambito familiare. stravolgenti dal momento che inizia Tutti abbiamo dato a questa frail j’accuse di Michele Misseri conse la chiave di lettura di una mamma sconvolta e sola (il tro la propria figlia Sabrina (amica intima della cugina Sarah) marito e l’altro figlio sono operai emigrati a Milano). e il conseguente controattacco di Sabrina contro il proprio Inizia in TV una passerella di parenti, ma soprattutto padre. della cugina Sabrina e dello zio, padre di Sabrina, che si Chiaro che ambedue vengono arrestati, ma appare chiaesibiscono in dichiarazioni, illazioni, supposizioni, pianti e ro che prima che la nebbia sia dissolta ... ne corre e tanto dal disperazioni. momento che tutta una serie di eventi e circostanze non Tutti ci si era fatta l’idea, anche in base a frasi masticate collimano. dalla ragazzina in facebook, che la giovanissima, insoffeAdesso Michele Misseri inizia a ritrattare e gli stessi rente alla monotonia di Avetrana si fuggita volontariamen- accertamenti pare escludano la violenza sessuale sul cadate magari sollecitata ed aiutata da un qualcuno conosciuto vere. nel blog. Ed allora? perchè Michele Misseri si è autoaccusato Improvvisamente lo zio Michele Misseri, un contadino (spontaneamente) della violenza sul cadavere? un reato indicato da tutti come esclusivamente dedito al lavoro, tor- obbrobrioso e ripugnante. na a casa e dice di aver trovato in campagna, semi bruciato Un intreccio complicato dal momento che emergono assieme alle stoppie, il telefonino senza scheda e senza reiteratamente nuovi elementi, ma tutti sembrano essere batteria della giovane Sarah. “aggravanti” per la posizione di Sabrina Misseri, la cugina. Come detto la TV nazionale e le commerciali si sono toffate Intanto l’amica delle due cugine che Sabrina portava a in una serie di trasmissioni e tavole rotonde che se non testimone chiave in sua difesa, ha smentito con grande hanno sforato nel cannibalismo mediatico, poco ci è man- precisione e, quindi, credibilità l’asserto di Sabrina. cato. Voci dal Sud 41 Anno VI° nr. 11 Novembre 2010 w w w . s o s e d . eu Il cinema e la Cala bria In Calabria “si gira” sempre male! I films ambientati nella nostra regione non sono mai in chiave positiva, ignorano tutti la miriade lati buoni e trattano sempre i soliti stereotipi negativi che, pur esistono, ma come altrove. Ulderico Nisticò - Calabria Ora Ho visto “Benvenuti al Sud” di Luca Miniero. Che Per capire il Sud e i suoi abitanti, compreso chi scridire? Sappiamo che è il “remake” di un film francese, ve, bisogna usare i criteri del Sud, non quelli di adattato dal Nord della Francia al Meridione d’Italia. Manchester, e nemmeno quelli di Milano. Me ne sono uscito quasi commosso; ma il velo di Massimo Gaudioso, lo sceneggiatore, ha compiuto lacrimucce non mi ha impedito di leggere che il film è un’operazione di sottile intelligenza: evitare con cura stato voluto e, immagino, in un modo o in un altro fiil vizio più meridionale che ci sia: l’intellettualismo e non ha avuto remore a mettere assieme una storia nanziato, dalla Regione Campania, dalla relativa Film prevedibile dall’inizio alla fine, e con il tocco geniale, Commission, eccetera. E mi piacerà molto leggere le statistiche dell’estarisparmiarci una trita storiaccia sessuale! te turistica del paese di Castellabate e della Costiera Anzi la bella del film, l’attrice Valentina Lodovini, appare sempre decentemente vestita: un vero miracolo! Cilentana in genere, dopo che molte centinaia di miIl protagonista, il milanesissimo Claudio Bisio, è un gliaia di spettatori avranno visto i bei panorami padre di famiglia senza grilli per la testa, che, come sapientemente collocati in sfondo a far da messaggio tutti gli italiani dal Brennero a Sciacca, è disposto a subliminale, e il messaggio ancora più appetitoso - alla lettera! - della succulenta cucina. tutto, ma sempre per la famiglia. La Campania ha dunque investito del denaro, e nemLa moglie, la misurata Angela Finocchiaro, incarna bene le nevrosi delle donne di città con un figlio solo meno tantissimo, ma, a parte che lo avrà già recuperati la prima settimana di proiezione, potrà vantare avuto in età avanzata. Ma il tutto, anche i vizi del Sud il buono e triste di aver procurato alla sua gente incalcolabili benefici Alessandro Siani affetto da mammismo, e le di immagine e, cosa ancora più importante, di macchiette cilentane, è sempre contenuto, senza ec- autostima! Che succede invece in Calabria? Che la nostra cessi. stimatissima Regione di tutti i segni e le epoche - a Non c’è ombra della questione meridionale, e nemquesta attuale diamo ancora un poco di tempo prima meno della camorra eccetera. Gaudioso è lo sceneggiatore di Gomorra, ma que- di giudicare, ma non un’eternità! - non si è mai sognata, e, fino a tutt’oggi che scrivo, non si sogna di mettesta è una commedia, e commedia sia! E nemmeno è vero che il film sarebbe un omaggio re assieme qualcosa del genere. Alcuni esempi: Girano “Gente di mare”, che poall’unità d’Italia e un’operazione antìlega: il tema del trebbe mostrare qualche bellezza della Calabria, forestiero che arriva con i suoi pregiudizi e li cambia qualcosa della nostra storia ... macché, al volo tutti gli di fronte alla realtà è tra i più antichi, dai tempi spettatori d’Italia vengono informati che sulla costa dell’Odissea. del Tirreno c’è la mafia, così a quei pochi cui viene in I pregiudizi, i luoghi comuni. Gli spettatori del Nord scoprono un Sud certo molto mente di prenotare una vacanza da noi, disdicono subito diverso dalla loro razionalizzata e spesso psicotica e se ne vanno ai Caraibi ... oppure a Castellabate! Qualche altra rara volta che ci mette in scena qualesistenza; e che, alla prima apparenza, è selvaggio e cosa di calabrese, è sempre depressione, miseria, degradato, e poi ci si accorge che è civile e persino emigrazione, fame... benestante, però a modo suo. Vi ricordate “Ragazzo di Calabria”? Era la storia Ecco, dopo tre secoli di quei famigerati “viaggiatori” dell’atleta Panetta, il quale, nella realtà storica, non che venivano da Parigi e Londra per cercare Parigi e solo era un bel giovane, ma apparteneva a solida famiLondra anche nel Sannio e sulla Sila, e, non trovandole, se ne tornavano raccontando di essere stati in mezzo glia di secolare successo commerciale. Eh, ti pareva? Ecco che diventa un pastore povea tribù di cannibali. rissimo maltrattato da padre padrone! Voci dal Sud 42 AnnoVI° nr. 11 Novembre 2010 w w w . s o s e d . eu Davvero una bella immagine, e per di più fasulla! Insomma, la Calabria paga per darsi la zappa sui piedi! Coglierei l’occasione per lanciare un appello alla cultura calabrese in genere, e ai responsabili politici di Regione, Province, Comuni eccetera, ed enti appositi. Proviamo anche noi, come la Campania (Campania, roba meridionale; non sto dicendo Piemonte!) a giocarci la carta del cinema, della televisione, del teatro, per vedere se niente niente recuperiamo un po’ d’immagine positiva di questa disgraziata Calabria che, tra le sue disgrazie, ha la sola eredità che ci hanno lasciata i remotissimi coantenati greci: il pianto greco! Ma come? Prima regola: dichiarare la moratoria del piagnisteo per almeno dieci anni, con divieto di ripetere “sfasciume pendulo sul mare” e simili frasi fatte del tipo “arretratezza secolare”. Per carità, guai nella nostra storia ne abbiamo avuti, certo: ma leggete i romanzi inglesi e francesi e russi dell’Ottocento, se volete farvi un’idea che qui, al confronto, era zucchero e miele! Seconda regola: Niente soggetti buonisti, meschini, poveracci, malinconici, squalliducci, noiosi e pseudosociologici. Abbiamo bisogno di cose epiche, tragiche, comiche; con rigorosa esclusione di quelle banali. Corollario, e non solo calabrese: i film in cui l’eroe antimafia muore ammazzato sono diseducanti; meglio uno da cui il nostro coraggioso esce più vivo e più grasso di prima, e magari qualche criminale ci lascia le penne. Succede, sono gli incerti del mestiere! Terza regola: se uno magari sa fare il regista o l’attore, ma non sa scrivere una scenografia, nessun medico gli ordina di provarci! Anche se è amico di qualcuno. I pochi soggetti e testi cinematografici che si girano in Calabria sono, generalmente, banali e mediocri. Cerchiamo chi ci sa fare. E se si tratta di storia, chi conosce la storia un poco di più del libro di testo delle elementari! Quarta regola: è ora di finirla con gli annunzi bisettimanali del “primo ciak del film X su san Francesco di Paola”, mai girato e mai visto da nessuno, però pomposamente proclamato dal Tg3, e, magari, finanziato dalla Regione! Il 2007, centenario della morte del Santo, è passato da tre anni senza alcun effetto. Ora se ne parla nel 2107. Vengano assistiti solo quelli che le cose le facciano sul serio! Io ci ho provato. Mi piacerebbe una risposta, ma con i fatti. Le parole non girano film, e non attirano turisti come a Castellabate! Caro collega Nisticò, se i tempi non fossero così “incerti” ti bacerei per quanto hai detto in questo tuo articolo! Ma ... poichè oggi facilmente si viene catalogati in categorie, rispettabili, ma a me completamente estranee ... lascia che ti stringa cordialmente e semplicemente la mano con forza! Ho sempre stigmatizzato questo piangersi addosso, questo doverci eternamente avvolgere negli sterotipi negativi che ci affliggono da sempre, ma pare che l’emorme bagaglio positivo che è patrimonio del Sud e della Calabria in gran parte, non interessi nessuno dei cineasti e ... men che mai gli stessi Amministratori calabresi! Hai citato “Gente di mare” che ho visto con piacere ma non mancando di rilevare alla fine che tutto ruotava, come tu hai detto giustamente, intorno ad un solito nocciolo che era la delinquenza organizzata. E’ dato per certo che la Regione abbia contribuito economicamente alla realizzazione della fiction, mi chiedo allora perchè non si è ribellata quando il regista, facendo affacciare Crespi alla finestra della casa della sua fidanzata a Tropea mostrava sullo sfondo il Castello di Scilla? (è avvenuto parecchie volte).E quando il marinaio buono incontrava il vecchio amico d’infanzia, purtroppo ormai traviato, sotto una grotta in cui era scavato uno spazio con un altare ed una chiesetta facendo passare il tutto per les environts di Tropea non ha obiettato nessuno (nemmeno gli interessati scillesi) visto che si trattava della chiesetta sotto la Rocca di Scilla e precisamente sotto al tunnel che unisce Scilla mare a Scilla Porto e Chianalea? Non mi pare di ricordare nessun film, ambientato a Milano che faccia vedere sullo sfondo il Colosseo! Cordialmente Franz Rodi-Morabito Voci dal Sud 43 Anno VI° nr. 11 Novembre 2010 w w w . s o s e d . eu Calabresi con la “C” maiuscola--- Angela Caparrotti, cuore d’attrice anima di Calabria Da anni promuove il teatro italiano negli Usa - Le sue radici sono sparse tra Cosenza e Maierato - A New York lavora con la famiglia di loto Franco Vallone - Calabria Ora Laura Caparrotti, protessione attrice, regista, produttrice, l’appuntamento è a Pizzo Calabro. La incontriamo alla marina, in una delle tante rinomate gelatene della cittadina tirrenica, Laura è bella e prorompente ma la cosa che più colpisce sono i suoi grandi occhi. Le origini di Laura sono rimaste incollate a soli pochi chilometri da Pizzo, a Maierato, dove le strade, le case e le finestre chiuse dei suoi avi si aprono ai suoi ricordi. Lei è nata a Roma ma, da tanti anni, vive e lavora molto più lontano, al di là dell’Oceano, a New York. Laura Caparrotti nella Grande Mela è un’attrice molto conosciuta nell’ambiente culturale italiano, ma anche in quello americano. Afare l’attrice ha iniziato in Italia, prima si è laureata in Lettere, Discipline dello Spettacolo, poi ha studiato e lavorato con il mitico Dario Fo, con i grandi Peter Stein, Peter Brook, Eugenio Barba, con Ferruccio Soleri e tanti altri personaggi del mondo del teatro. Nella sua brillante attività artistica ha avuto la fortuna di recitare anche con Mario Carotenuto e Giancarlo Cobelli, tanta esperienza fatta di studi, di ga- vetta, di prove e di tavole polverose di palcoscenico, poi il successo internazionale. Da anni Laura promuove il teatro italiano in America. Lo fa e lo ha fatto con tante importanti iniziative ricche di contenuti e creatività. Occhi particolarmente luminosi dicevamo, ma anche una bella voce, teatrale e impostata, una fisicità forte, una raffinata dizione, silenzi che sono riflessione, una gestualità sinuosa, sensuale e femminile, che la personalizzano sempre, come persona che è, e come personaggio che cambia continuamente. Laura Caparrotti, a Maierato vivono ancora i suoi parenti? «No a Maierato no, i parenti li abbiamo a Cosenza, Voci dal Sud 44 AnnoVI° nr. 11 Novembre 2010 w w w . s o s e d . eu Calabresi con la “C” maiuscola--visto che mia nonna, Elvira Greco, era di lì. AMaierato oggi abbiamo solo ricordi... parte dei Caparrotti sono sparsi per la Calabria e i parenti più strettì sono a Roma». Da quanti anni è a New York? «Da 15 anni, più o meno... la prima volta andai a New York in vacanza, nel 1993, mi innamorai subito di questa città, poi mi trasferii per soli 9 mesi, nel 1996... e i nove mesi durano ancora! Decisi di fare esperienza in un teatro di New York per vedere come si lavorava lì. Anche perché il teatro americano è molto diverso dal nostro, sempre molto più legato alla tradizione. Fu il “The Kitchen” sulla ad offrirmi questa possibilità di internship. Era così diverso, si faceva un qualcosa che mi era sconosciuto, ho iniziato a fare delle rappresentazioni in italiano, anche con un certo successo». Laura, in America mette in gioco tutto il suo background italiano, recita sul palcoscenico, organizza mostre, scrive, fa regia, insegna teatro... ci racconta delle sue attività più recenti... «”Tosca e le altre due” di Franca Valeri, lo scorso febbraio. Lo spettacolo è stato presentato in italiano con sopratitoli in inglese. E stato accolto benissimo e spero di riproporlo. Poi c’è statalalettura della trasposizione teatrale di “Gomorra”, dal libro di Savia-no, adattata da Mario Gelardi e Roberto Saviano. Il testo in inglese è stato tradotto da me e da colleghi americani: un granbellavoro, difficile perché volevamo evitare riferimenti a film di mafia come “Il Padrino” o “Go-od Fellas”. La lettura ha avuto un tale successo che abbiamo dovuta replicarla più volte. Poi continuo a portare in giro il mio spettacolo “Abc l’italiano s’impara così”, un one woman show comico sugli stereotipi italiani di moda in America, a proporre serate di lettura di libri di autori italiani in traduzione, il tutto per diffondere la cultura italiana all’estero». Progetti futuri? «Portare “Gomorra” sul palcoscenico americano, in inglese e tradurre e portare in scena “Idroscalo 93” un testo sulla morte di Pasolini e su tutto quello che c’è dietro di essa; organizzare la tournée di “Tosca e le altre due”». Come produttrice cosa sta preparando? «Gli spettacoli appena citati mi vedono coinvolta anche come produttrice... poi ho tanti altri progetti che vedremo di far diventare realtà! Vorrei portare dei testi americani in Italia». E’ vero che è ufficialmente rappresentante della famiglia De Curtis in America? «Direi proprio di sì. Lavoro da 10 anni con la famiglia De Curtis nel portare Totò in giro per il mondo. E’ una cosa nata nel 2002. In quel periodo c’era una retrospettiva su Totò al Lin-con Center. L’Istituto di Cultura di New York mi chiese di curare una piccola mostra, realizzata con l’archivio della famiglia De Curtis, qui a New York. E un onore, un piacere, un regalo che è sopraggiunto senza averlo cercato o sperato. Ogni volta che presento la mostra, il documentario o lo spettacolo da qualche parte del mondo, trovo sempre qualcuno che ha un legame particolare con Totò... io li chiamo i miracoli di Totò». Ha un sogno nel cassetto? «Sì, voglio realizzare un evento, non so ancora se solo spettacolo o altro, sulla Calabria, terra dimenticata che io amo profondamente e che sento mia! In fondo ho un pò di dna calabrese in me». Voci dal Sud 45 Anno VI° nr. 11 Novembre 2010 w w w . s o s e d . eu Notizie in breve o curiose I misteri del cervello! Si corica di lingua serba si alza di lingua inglese Questa è la storia incredibile di un bambino Serbo di nome Dimitrije Mitrovic che una mattina quando aveva appena 3 anni si è svegliato ha iniziato a parlare inglese, nonostante non l’avesse mai studiato, sconvolgendo medici e familiari. Dimitrij che ora ha 11 anni parla in modo talmente perfetto che i famigliari, gli amici e perfino l’insegnante non riescono più a capirlo. «Un giorno quando aveva solo 3 anni mio figlio è andato a letto e quando si è svegliato ha iniziato a parlarmi in inglese. All’inizio gli ho risposto con quel po’di inglese che conosco, ma presto è diventato così bravo che ho dovuto chiamare un interprete», racconta la madre Dragona. La Calabria esclusa dalle promozioni di Trenitalia Pino Toscano - Gazzetta del Sud Reggio Calabria - Taglio selvaggio dei treni, materiabile rotabile sgangherato, carrozze sporche, stazioni abbandonate, scale mobili paralizzate, orari ballerini, corse regionali soppresse “a vista”, cancellazione del Tamburello a partire dal prossimo 12 dicembre... Basta? No. Ecco l’ultima notizia proveniente dal pensatoio delle Fs, dove si studia il modo per estromettere definitivamente la nostra regione dal circuito ferroviario nazionale. La geniale trovata si trova sul sito della società. Premesso che dal primo ottobre parte la campagna promozionale d’autunno, con agevolazioni tariffarie per i passeggeri della Penisola, dopo aver elencato una serie di condizioni favorevoli, Trenitalia arriva a quelle riguardanti Eurostar Fast: prezzo del biglietto 29 euro. Una bella convenienza, bisogna riconoscerlo. Ma c’è una piccola postilla: «L’offerta non è disponibile da e per la Calabria». Così, senza alcuna spiegazione; punto e basta! A prima vista potrebbe sembrare uno dei soliti sgambetti delle Fs nei confronti di questo territorio. Invece si tratta di un annuncio a suo modo storico. Che, anche in vista delle celebrazioni per il 150, anniversario dell’Unità, assume un alto valore patriottico. Per la prima volta, infatti, il Padrone delle Ferriere dichiara pubblicamente di considerare la Calabria un corpo estraneo rispetto al Paese. Una specie di accidente. Per Trenitalia, insomma, la Calabria è un binario morto. Naturalmente, Moretti può fare ciò che vuole perché c’è chi glielo consente. Il governo, innanzitutto. Ma anche una classe politica locale che non sa andare aldilà di uno sterile atteggiamento piagnucoloso e che, per la parte ricadente sotto la sua competenza, produce solo chiacchiere e tabacchiere di legno. Lo dimostra la mancanza, ancora oggi, di un Piano regionale dei trasporti verso il quale per la verità c’era stata, alla fine della scorsa legislatura, una certa convergenza tra giunta, sindacati e partiti. In sostanza, come ha ricordato Nino Costantino, segretario regionale della Fil-Cgil, durante un convegno nella sala Giuditta Levato di Palazzo Campanella sul tema della mobilità, si era vicini alla definizione del nuovo progetto. Sembrava quindi logico ripartire da lì, tanto più – ha osservato ancora Costantino – che alcuni consiglieri che allora erano all’opposizione ora sono in maggioranza. Neanche per sogno. Sempre secondo quanto denunziato dal sindacalista, adesso la coalizione di centrodestra vuole prendersi altri diciotto mesi di tempo per meditare. Chi non perde tempo, viceversa, è Trenitalia. Da dicembre addio Tamburello (istituito per alleviare i disagi dell’A3!) e, intanto, fuori la Calabria dalla promozione per gli Eurostar. L’Unità d’Italia non corre sui binari. (n.d.r.: a nostro modestimmo avviso l’Unità d’Italia è un cadavere immbile che non corre affatto!)