«Si prepari una nuova dirigenza» Monfalcone, la targa alle vittime
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«Si prepari una nuova dirigenza» Monfalcone, la targa alle vittime
La Redazione risponde Pensioni INPS, un commento alla sentenza della Corte Costituzionale XIX Spec ia Con le gres so A cura dell’Avv. Vipsania Andreicich A pagina 5 periodico mensile dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia anno XV - n° 12 Dicembre 2009 Centro Studi padre Flaminio Rocchi Poste Italiane SpA - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L.353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 2 DCB - Roma Il nuovo Consiglio Nazionale espresso dalle candidature convenute nella lista «Il futuro che vogliamo» Dal XIX Congresso le persone, i programmi, le sfide. Un’assise all’insegna dell’unità, della compattezza e del rinnovato impegno sui temi di interesse generale degli Esuli Presenti Licia Cossetto ed Ottavio Missoni Intenso e serrato il dibattito sviluppatosi al XIX Congresso dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia, conclusosi domenica 29 novembre nella cornice di Villa Recalcati, sede della Provincia e della Prefettura di Varese. L’assise, dedicata in gran parte il giorno precedente al dibattito interno, ha visto alternarsi ben 34 interventi di altrettanti Delegati provenienti da tutta Italia: un confronto aperto ed articolato che ha testimoniato, da un lato, la vivacità delle rappresentanze territoriali dell’Anvgd, e dall’altra la complessità delle questioni ancora sul tappeto. Da tutti gli interventi, pur nelle loro diverse accentuazioni, sono emerse le priorità dell’azione cui l’ Anvgd è chia- mata: la tutela dei diritti soggettivi degli esuli giuliano-dalmati (indennizzi per i beni espropriati dall’ex regime jugoslavo), il riscatto agevolato degli immobili di edilizia popolare edificati per i profughi, la corretta indicazione dei luoghi di nascita nelle anagrafi, la restituzione dei beni espropriati da parte di Croazia e Slovenia. E, per altro verso, il compito di promuovere una qualificata divulgazione della storia e della memoria, in concorso con Università, istituzioni culturali, scuole, non limitata ai tragici eventi della Seconda guerra mondiale, del’esodo e delle Foibe, ma intesa a recuperare le testimonianze della millenaria presenza latino-veneta nell’Adriatico orientale. Segue alle pagine 6-7-8-9-10 «Si prepari una nuova dirigenza» Toth: «la vicepresidenza affidata alla generazione di mezzo» «Considero la mia rielezione un mandato di transizione che prepari una nuova dirigenza dell’Anvgd», afferma l’on. Lucio Toth, all’indomani della sua elezione a Presidente dell’Anvgd al XIX Congresso dell’Associazione svoltosi a Varese. «È la naturale conseguenza dell’andamento del dibattito – continua Toth – che ha rilevato la necessità di portare avanti, nella continuità, le istanze degli Esuli ma in una situazione politica profondamente mutata rispetto al passato e in una realtà europea di cui non bisogna lasciarsi sfuggire le opportunità per dare concretezza ai diritti degli esuli e sviluppare una presenza italiana moderna nelle terre d’origine». La vicepresidenza data a tre personaggi della generazione di mezzo è «un segnale positivo, espressione della compattezza della maggioranza che ha puntato su Rodolfo Ziberna (di famiglia di Pola, vive a Gorizia), Renzo Codarin (di famiglia di Capodistria, vive a Trieste) e Marino Segnan (di famiglia di Fiume, vive a Bologna)». Ma non soltanto: «Sono stati eletti – dichiara il Presidente Toth – 31 consiglieri espressi dai vari Comitati e Delegazioni di tutta Italia (Cuneo, Imperia, Genova, la Spezia, Varese, Bergamo, Monza, Milano, Cremona, Trento, Verona, Vicenza, Treviso, Padova, Belluno, Venezia, Pordenone, Udine, Gorizia, Trieste, Ferrara, Bologna, Pisa, Livorno, Massa Carrara, Pescara, L’Aquila, Roma e Latina) . Durante le sedute dedicate al dibattito congressuale si è verificato uno scontro molto duro tra una posizione maggioritaria, convinta che la strada intrapresa dall’Associazione e dalla FederEsuli vada perseguita con costanza se si vogliono ottenere risultati più concreti nei rapporti con il Governo e il Parlamento, e una minoranza, in rappresentanza dei Comitati di Torino, Alessandria, Sassari, Brescia e Como che accusa la dirigenza di non sapersi imporre con il Governo e considera pertanto il Tavolo istituito dalla FederEsuli presso la Presidenza del Consiglio un’inutile perdita di tempo» (si veda la sintesi degli interventi alle pagine 6-8, ndr). In alto: nell’intervento della signora Licia Cossetto, sorella di Norma, tutto il dolore di un’esperienza indicibile. Una voce che denuncia instancabilmente, con estrema dignità e profondissima sofferenza, da quel lontano 1943, l’offesa arrecata alla dignità umana individuale e universale con la tortura e l’infoibamento di una giovane innocente Il tavolo dell’Ufficio di Presidenza del Congresso. Da sin., G. Brazzoduro (mentre svolge il suo intervento), C. Fagarazzi (vicepresidente del Congresso), Rodolfo Ziberna (presidente del Congresso), F. Briani (vicepresidente del Congresso), P. C. Hansen (segretario verbalizzante) A destra: uno scorcio della platea dei delegati Monfalcone, la targa alle vittime delle Foibe ostaggio delle nostalgie vetero-ideologiche La ferma presa di posizione di Ziberna (Anvgd Gorizia) Straulino, a vele spiegate en la historia della marineria Ma alla cerimonia si è arriInfine, dopo innumerevoli vati al termine di un contrastato resistenze e rinvii, la targa dedie spiacevole percorso, carattecata alle vittime delle Foibe, rizzato dalla contrarietà di amcollocata tra le due pietre bienti della sinistra estrema recarsiche nel giardino del nuovo frattari all’evoluzione della stoParco La Rocca, in via dell’Istria, ria e nostalgici dei miti totalitari. è stata inaugurata a metà noDi un monumento alle vittime vembre: «Il Comune di delle Foibe si è parlato a Monfalcone in memoria delle Monfalcone sin da almeno il Vittime delle foibe». Eliminata 2007, ma appena nel febbraio la citazione dal discorso del Pre2009 si è addivenuti alla coragsidente Ciampi, che estrapolata giosa (!) decisione di intitolare Monfalcone, 10 febbraio 2009. dal contesto in cui fu pronunViene inaugurato il piccolo monumento all’Istria la nuova strada di colciata suggeriva, degli eccidi, alle vittime delle Foibe, rimasto legamento tra via Rossini e via un’interpretazione inaccettabiAquileia e alla posa del cippo le, stigmatizzata dall’Anvgd senza iscrizione sino allo scorso novembre (foto www.clapa-ifd.ch) in memoria di quegli eventi. Poi, goriziana con un duro comunicato del suo presidente Rodolfo Ziberna, il vicesindaco per 9 mesi le pietre poste nel parco sono rimaste, appunSilvia Altran ha voluto nel suo intervento «onorare i tanti to, solo delle pietre, senza una iscrizione che ne chiarisse esuli istriani costretti a lasciare le loro terre e le loro case», il senso. Ora la targa è stata collocata, è in plexiglass e ricorrendo a concetti espressi negli anni scorsi da Clau- coperta in buona parte da una striscia adesiva nera per dio Magris: «Per molti anni sono state ignorate le foibe. È oscurare la contestata frase di Ciampi che vi era già stata giusto parlare di quei drammi, ricordarne le vittime, col- incisa. Non esattamente un bel vedere. Un mini monumento, con una mini targa, per di più pressoché nera. pevoli di essere solo italiani, per superarli». En lengua española en la página 15 Segue a pagina 2 Straulino: Sails Unfurled in Nautical History In english language to page 14 2 DIFESA ADRIATICA Dicembre 2009 fatti e commenti continua dalla prima pagina Monfalcone, la targa alle vittime delle Foibe ostaggio delle nostalgie vetero-ideologiche La ferma presa di posizione di Ziberna (Anvgd Gorizia) Ecco di seguito il comunicato che il presidente dell’Anvgd isontina Ziberna ha diffuso ai media appena appreso del testo scelto dal Comune per la iscrizione. L’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia di Gorizia ha appreso con addolorato stupore e sconcerto la scelta del Comune di Monfalcone di collocare una targa in Via dell’Istria, riportante alcune parole del Presidente emerito della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi che, estrapolate dal loro contesto, sono strumentalmente usate per giustificare gli orrori delle foibe con quanto accaduto sul confine orientale nel corso del Ventennio. Per lungo tempo si sono volute negare le foibe e le migliaia di vittime innocenti che lì trovarono una orribile fine. Dopo l’approvazione bipartisan della legge istitutiva del Giorno del Ricordo, solo alcuni gruppuscoli di estrema sinistra sono rimasti ad infierire sulle vittime e sui loro discendenti, minimizzando le foibe o addirittura giustificandole come conseguenza di quanto compiuto dal Fascismo nel Ventennio. Non ci sono nemmeno nella sinistra più politici o storici che vogliano negare quanto unanimemente riconosciuto e storicamente acclarato, ed anche la sinistra della Venezia Giulia, a cominciare dal triestino Stelio Spadaro (allora segretario provinciale del Pds ed assessore provinciale alla cultura) ha grandi meriti. […] Voler artificiosamente giustificare le migliaia di vittime inermi delle foibe – come fanno pericolose falangi altamente Fini, «Onorare il Tricolore rispettando la legge, gli altri, il senso di appartenenza» Roma, 9 novembre. Onorare il Tricolore nei comportamenti quotidiani e lo si può fare «rispettando la legge, gli altri, il senso di appartenenza» ha dichiarato il Presidente della Camera Gianfranco Fini nel corso del suo intervento al Convitto Nazionale di Roma, dove ha preso parte all’Alzabandiera.«Oggi dovete onorare questa bandiera con buon esempio: rispettare la Patria e la bandiera significa studiare, rispettare i genitori, gli insegnanti e la comunità perché si è buoni italiani ogni momento della giornata». Ecco la targa, listata a lutto dalla banda nera che oscura la citazione contestata politicizzate dell’estrema sinistra – con le responsabilità del Fascismo è gravido di conseguenza, tra le quali quella di istigare all’odio ed alla violenza […]. Le colpe del Fascismo sul confine orientale vanno riconosciute: sono state commesse azioni violente che hanno generato sofferenza alle popolazioni di lingua ed etnia slovena. Queste azioni vanno condannate senza giustificazioni. Parimenti va riconosciuta l’efferatezza delle violenze perpetrate a mezzo foibe ed annegamento nei confronti della popolazione italiana delle terre d’Istria, Fiume e Dalmazia al fine di avviare una vera e propria “pulizia etnica”, di cui hanno pagato le conseguenze anche molti dei canterini che andarono nel dopoguerra a lavorare nei cantieri di Tito. […] Molto è ancora da fare se addirittura un’Amministrazione municipale di rilievo, come quella di Monfalcone, accetta di piegarsi ad esigenze di piccoli gruppi di estrema sinistra. Nessuno si deve permettere di negare la memoria dei crimini, perché questo significa condannare di nuovo le vittime al ruolo di reietti, di colpevoli da seppellire nella indifferenza e nella inesistenza. Gorizia che ha pagato, con centinaia di Suoi figli, il prezzo dell’odio e del sangue, non può ammettere che il bene della libertà, si trasformi nella negazione della Liberta della Memoria. La nostra Associazione naturalmente non presenzierà alla manifestazione di propaganda della deposizione della targa, ma volgerà una preghiera in memoria delle vittime, nuovamente oggetto di violenza con questa targa. Rodolfo Ziberna Confini marittimi tra Slovenia e Croazia, accordo sull’arbitrato internazionale ma una parola rischia di riaprire il contenzioso È stato firmato il 4 novembre scorso, a Stoccolma, l’accordo fra Croazia e Slovenia che affida ad un arbitrato internazionale la disputa sui confini marittimi. Il commissario Ue all’allargamento, Olli Rehn, ha incoraggiato Zagabria e Lubiana a procedere «senza alcun ritardo» alla ratifica della convenzione. La convenzione di arbitrato dovrà essere sottoposta ad entrambi i parlamenti nazionali, per arrivare alla sua ratifica entro dicembre 2009. L’accordo siglato dal premier croato Kosor doveva, prima della firma, ottenere il via libera dei due terzi del Parlamento. Il 2 novembre il Parlamento di Zagabria ha votato a favore della firma, che peraltro garantisce alla Slovenia «un contatto con le acque internazionali nel nord Adriatico». Proprio il termine «contatto» – «junction» nella versione inglese e ufficiale – è stato oggetto di forte contrarietà da parte dell’opinione pubblica croata. Secondo gli oppositori dell’accordo, la formulazione costringerebbe la Croazia a cedere alla Slovenia quasi l’intero Golfo di Pirano e parte del bacino nord Adriatico, perché solo così Lubiana avrebbe un contatto diretto con le acque internazionali. E contro la firma si sono pronunciati la Chiesa cattolica croata, esperti locali di diritto internazionale, gruppi di intellettuali e l’opposizione della destra nazionalista. Secondo questi, la Croazia «comprerebbe l’adesione all’Ue con la vendita del proprio territorio nazionale». Dal canto suo il presidente croato Mesic ha manifestato il suo appoggio all’accordo sull’arbitrato, ma ha espresso preoccupazione circa le conseguenze sui rapporti con l’Italia: «Nel caso la Croazia dovesse cedere 64 km quadrati di mare nel nord Adriatico perderebbe il contatto con la acque territoriali italiane, non sarebbe più un Paese confinante con l’Italia e gli Accordi di Osimo cesserebbero di valere per la Croazia. Noi abbiamo interesse a continuare a confinare con l’Italia», ha rimarcato. Il governo di Zagabria presenterà anche una dichiarazione unilaterale con la quale escluderà che quanto scritto nell’Accordo arbitrale possa essere letto come un assenso al «collegamento territoriale» della Slovenia alle acque internazionali. In realtà questa dichiarazione suona come una precauzione ad uso interno. Di contro, il premier sloveno Pahor ha rimarcato: «Senza quella clausola salta tutto». Slovenia, prossimo il referendum sull’accordo I deputati della maggioranza di centro-sinistra al Parlamento sloveno hanno firmato a favore di un referendum consultivo sull’accordo arbitrale. L’iniziativa gode del consenso del primo ministro Pahor e del presidente DaniloTürk. Un eventuale esito positivo del referendum darebbe legittimità popolare alla politica sinora perseguita da Lubiana. Seguiranno altre puntate? Red. Il golfo di Pirano, oggetto di una decennale disputa tra Slovenia e Croazia Roma, dicembre 2006. Il Tricolore del 1° Reggimento bersaglieri e quello del contingente militare italiano di «Antica Babilonia» sbarcano dall’aereo militare atterrato a Ciampino (foto www.repubblica.it) Trattato di Osimo nullo se la Croazia non dovesse confinare più con l’Italia Un commento del Presidente Anvgd Toth Sulle dichiarazioni del Presidente croato Mesic – riportate in questa pagina – circa l’interesse di Zagabria a mantenere la linea di confine con l’Italia – pena il decadimento del trattato di Osimo – il Presidente Anvgd Toth ha dato alle agenzie di stampa il 4 novembre scorso un comunicato a commento (Si intorbidano le acque croato-slovene mentre Clinton annuncia il diluvio sull’Adriatico. Sommersi i beni degli Esuli giuliano-dalmati?), nel quale si legge tra l’altro: «[…] In questi giorni il presidente croato Mesic, in visita a Zara, ha minacciato di porre nel nulla il trattato di Osimo se le acque territoriali croate non confineranno, per colpa della Slovenia, con quelle italiane al largo di Punta Salvore. Per gli esuli giuliano-dalmati andrebbe benissimo perché rimetterebbe tutto in discussione. A cominciare dai 35 milioni di dollari di oltre trent’anni fa che la Croazia riconosce all’Italia come unica forma di risarcimento delle propietà private degli esuli italiani espropriate e incamerate dalla ex Iugoslavia, di cui Zagabria rifiuta la restituzione. Il presidente sloveno Pahor a sua volta minaccia le sue dimissioni se il negoziato con la Croazia dovesse fallire, per colpa di un codicillo aggiuntivo che Zagabria avrebbe incollato alla bozza di accordo. Questa dei codicilli non concordati è un’altra costante nelle trattative condotte con metodi non trasparenti. Per colmare la misura, l’ex presidente americano Clinton, in visita a Lubiana per combattere il global warming, ha annunciato che comunque tra quarant’anni tutte le coste istriane saranno sommerse dall’Adriatico e cesserà così ogni materia del contendere!». Jasenovac, la prima visita al lager ustascia di un presule croato L’arcivescovo di Zagabria, card. Josip Bozanic, si è recato in visita Jasenovac, a circa 100 km da Zagabria, dove durante la Seconda guerra mondiale fu allestito il più grande campo di concentramento del regime filonazista croato. Una visita storica, giacché è la prima di un presule alla «Auschwitz croata», come Jasenovac viene indicato dalla stampa. Molta parte dell’opinione pubblica e della storiografia croate ritengono che le gerarchie cattoliche, guidate allora dal cardinale Alojzije Stepinac, abbiano in parte collaborato con il regime degli ustascia di Ante Pavelic e non abbiano mai preso le distanze dai crimini commessi contro serbi, ebrei, avversari politici e minoranze etniche. Secondo stime ritenute attendibili, dal 1941 al 1945 nel campo di Jasenovac morirono circa 80 mila persone. Gli esponenti delle comunità serba ed ebraica hanno accolto positivamente l’annuncio della visita del cardinale Bozanic a Jasenovac. Nella stessa giornata Bozanic ha visitato anche Stara Gradiska, dove nel 1948 il regime titoista ordinò la distruzione di una chiesa e costringendovi alcuni preti, detenuti per presunto collaborazionismo con gli ustascia. Dopo Jasenovac, il cardinale si è recato a Petrinja, cittadina che durante il conflitto degli anni Novanta fu controllata dai secessionisti serbi. Il fatto che Bozanic non si sia recato soltanto a Jasenovac, è stato oggetto di critiche da alcuni settori dei media nazionali. Dicembre 2009 In «rete» i fondi documentali di Istria e Dalmazia L’iniziativa della Società Dalmata di Storia Patria presentata Trieste Una sala dell’Archivio di Stato di Zara in una fotografia dei primissimi anni Trenta. La ricognizione degli Archivi italiani fu commissionata allora dall’Ufficio centrale degli Archivi di Stato (foto da www.fida-sida.it) Sono stati presentati a Trieste, il 12 novembre, i «Progetti archivistici europei della Società Dalmata di Storia Patria di Roma», dei quali è coordinatore Bruno Crevato-Selvaggi e realizzati in collaborazione con l’Archivio di Stato di Trieste con il contributo del Governo italiano e della Regione del Veneto. La presentazione, indicati come Fida (Fiume Istria Dalmazia Archivi) e Sida (Serenissima Istria Dalmazia Archivi) e svoltasi nella sede dell’Archivio di Stato, ha avuto inizio con l’intervento di Crevato-Selvaggi, cui è stata affidata l’illustrazione dei progetti e del sito www.fida-sida.it; sono seguiti gli interventi di Grazia Tatò, direttore dell’Archivio di Stato, sulle Caratteristiche scientifiche dei progetti; di Peter Pavel Klasinc, direttore Istituto internazionale di scienze archivistiche; di Laura Fortunato, William Klinger, Alessandra Massagrande, Snezana Pejovicv, Valentina Petaros su Il lavoro di ricerca sul campo in Slovenia,in Croazia, in Montenegro, in Serbia; di Danilo Massagrande sulla Centralità dei fondi Fida e Sida per lo studio della storia d’Istria, Fiume e Dalmazia; di Carlo C. Cipriani su La scuola italiana a Spalato dal 1941 al 1943; di Donatella Schürzel e Maria Grazia Chiappori su La documentazione culturale negli archivi dell’Istria e di Fiume. Ma vediamo meglio nel dettaglio quale notevole importanza rivestano questi due progetti per lo studio, la conservazione e la fruizione delle fonti documentali della cultura italiana dell’Adriatico orientale oggi conservate in un territorio molto ampio e per di più attraversato da diverse frontiere e in archivi statali, privati, ecclesiastici. Un patrimonio enorme che risulterebbe difficilmente consultabile se i due progetti della Società Dalmata di Storia Patria non avessero inteso renderlo disponibile in un unico spazio virtuale, il sito www.fida-sida.it, nel quale convergono i fondi conservati in Slovenia, Croazia, Serbia e Montenegro, scritti in latino o in italiano nel corso di molti secoli, e dunque veneziani, francesi, austriaci, ungheresi, italiani. Il censimento degli archivi è stato effettuato da archivisti italiani e studiosi della Comunità italiana e non. All’incontro hanno preso parte anche il Sottosegretario Giovanardi, primo firmatario della Legge 72/2001 a favore della conservazione del patrimonio storico e il presidente Anvgd Lucio Toth, che è anche vicepresidente della Società Dalmata di Storia Patria: «Ora le società degli esuli – ha dichiarato – devono fare della storia e della ricerca la loro priorità, altrimenti rischiano di perAlcuni volumi degli Atti di Zara dere significato». conservati nel locale Archivio Red. (foto da www.fida-sida.it) Fiume: dalla redenzione all’esodo In un convegno la storia di un secolo Nel 90° anniversario dell’Impresa fiumana, la Regione Lazio - Assessorato Cultura, Spettacolo e Sport e il Comune di Leonessa (Rieti) hanno patrocinato il convegno Fiume: dalla redenzione all’esodo, svoltosi il 7 novembre scorso nel centro reatino. Presiedeva l’incontro il prof. Andrea Ungari (Università Luiss-Guido Carli, Roma), alla cui prolusione sono seguiti gli interventi di Marino Micich (presidente Associazione per la Cultura fiumana, istriana e dalmata nel Lazio) L’identità culturale italiana a Fiume nel ’900; di Luciano Monzali (Università degli Studi di Bari), Fiume nella politica estera italiana (1914-1919); di Massimo Bucarelli (Università degli Studi di Roma “La Sapienza”), Fiume, l’Italia e le questioni nazionali nei Balcani occidentali (1919-1920); ed infine di Amleto Ballarini (presidente Società di Studi Fiumani), Fiume, Istria e Dalmazia l’esodo taciuto. 3 DIFESA ADRIATICA «Viaggio nella civiltà Istriano-Dalmata», una storia per studenti e docenti La Giornata di formazione promossa dal Comune di Roma e dall’Associazione per la Cultura Fiumana, Istriana e Dalmata nel Lazio «Viaggio nella civiltà IstrianoDalmata» è il titolo dato alla Giornata di formazione per i Docenti delle classi aderenti al Progetto «Ripercorrendo la storia del XX secolo. Viaggi nella memoria. Per non dimenticare le tragedie del ‘900» svoltasi il 21 ottobre a Roma nella bella Limonaia di Villa Torlonia e promossa dall’Assessorato e Dipartimento XI Politiche Educative Scolastiche capitolino. Con questo progetto i promotori intendono promuovere un percorso di studio e di ricerca, al fine di recuperare alla memoria degli Italiani il dramma dell’esodo della popolazione italiana dalle terre d’Istria e Dalmazia e ricordare la realtà delle Foibe. Il progetto è rivolto agli studenti degli Istituti di Istruzione secondaria di II grado e le classi terze degli Istituti di Istruzione secondaria di I grado. L’obiettivo didattico-formativo, educativo e culturale - si legge nella nota di presentazione del Campidoglio – è quello di guidare i giovani delle scuole romane a conoscere e comprendere la storia per conservare la memoria di quelle vicende. La Giornata si è dunque aperta con il saluto dell’Assessore alle Politiche Educative, Scolastiche, della Famiglia e della Gioventù Laura Marsilio ed è stata introdotta da Marino Micich, presidente dell’Associazione per la Cultura Fiumana, Istriana e Dalmata nel Lazio e segretario della Società di Studi Fiumani in Roma. La prima lezione – L’Italia e il confine orientale: un quadro storico – è stata tenuta dal prof. Giovanni Sabbatucci , ordinario di Storia Contemporanea nella presso la Facoltà di Lettere dell’Università “La Sapienza” di Roma. È seguita la relazione della prof.ssa Antonella Ercolani, ordinario di Storia dell’Europa Orientale nella Facoltà di Scienze Politiche della Libera Università “S. Pio V”, La questione fiumana e la sistemazione dei confini orientali col trattato di Rapallo (1920) e Trattato di Roma (1924). Terzo intervento della mattina, quello del prof. Andrea Ungari, docente di Storia dell’Europa Contemporanea nella Facoltà di Scienze Politiche della Luiss– Guido Carli: La II guerra mondiale, la guerra in Jugoslavia e sue conseguenze in Venezia Giulia (1941-1945). I lavori sono ripresi nel pomerig- gio con la relazione del prof. Luca Micheletta, docente di Storia delle Relazioni internazionali nella Facoltà di Scienze Politiche della “Sapienza” dedicata alla Questione delle foibe istriane nel contesto internazionale. Quindi l’intervento di Adriano Monti Buzzetti, giornalista Rai, su Le terre istriane e dalmate tra storia e futuro europeo. Infine, la Giornata è stata chiusa dal presidente della Società di Studi Fiumani, Amleto Ballarini, con la riflessione sul Diritto alla memoria. Numerosi ed attenti gli insegnanti aderenti al Progetto sulla storia del XX secolo. p.c.h. Roma, Villa Torlonia, la Limonaia. In questa cornice si è svolta la Giornata didattica sulla storia giuliana e dalmata nel XX secolo (foto www.zetema.it) La Società Dalmata di Storia Patria si presenta a Venezia L’Ateneo Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, storica istituzione culturale veneziana, ha ospitato nella sua sede, il 20 novembre 2009, la Società Dalmata di Storia patria, rappresentata per l’occasione al massimo livello. L’incontro è stato aperto dal suo presidente, prof. Marino Zorzi, che ha illustrato le recenti pubblicazioni della Società Dalmata: La Dalmazia nelle relazioni dei viaggiatori e pellegrini da Venezia tra Quattro e Seicento, a cura di Sante Graciotti, e Notizie di Ragusa, a cura di Rita Tolomeo. È seguita la prof.ssa Rita Tolomeo, segretaria scientifica della Sdsp e docente nell’Università di Roma “La Sapienza”, che ha incentrato l’intervento sulla collana degli “Atti e memorie della Società Dalmata di Storia Patria” e l’attività scientifica della Società. Alla storia della stessa il consigliere Carlo Cetteo Cipriani, ha dedicato la relazione sulla Storia della Società Dalmata di Storia Patria. Infine, Bruno Crevato-Selvaggi, consigliere e membro della Commissione filatelica nazionale ha illustrato i recenti progetti di ricerca della Società. Venezia, la sede dell’Ateneo Veneto, la ex Chiesa di San Fantin. Qui la Società Dalmata di Storia Patria ha illustrato la sua attività scientifica Grado, Edda Serra cittadina onoraria Suoi i più autorevoli studi sulla poesia di Biagio Marin «Per aver instaurato un proficuo rapporto culturale con la città di Grado, eleggendola a patria di adozione. I gradesi le sono grati per il prezioso e autorevole contributo profuso nello studio dell’opera mariniana, della parlata di Grado e nella diffusione della poesia di Biagio Marin, patrimonio culturale inestimabile della nostra isola, proiettandolo nei circuiti culturali nazionali e internazionali con passione e instancabile dedizione». Questa la motivazione con la quale il sindaco Silvana Olivotto, a seguito della deliberazione del Consiglio comunale, ha conferito alla prof.ssa Edda Serra la cittadinanza onoraria di Grado. Alla studiosa è stato consegnato anche il sigillo della Città. Grado, Sala Consiliare. Alla prof.ssa Edda Serra è stata conferita la cittadinanza onoraria per i meriti acquisiti nello studio e nella divulgazione della poesia di Biagio Marin (foto www.bioagiomarin.it - studioimaginis Trieste) 4 DIFESA ADRIATICA Dicembre 2009 Personaggi dalmati, una galleria attraverso i secoli Tullio Vallery, Guardian Grande della Scuola Dalmata di Venezia, è l’autore di una puntuale e curiosa galleria di ritratti contenuta nel volume Personaggi dalmati benemeriti, noti o meno noti, edita dalla stessa Scuola Dalmata nella collana di ricerche storiche “Jolanda Maria Trèveri”. Dalla Famiglia Alberti, originaria dellaToscana e trasferitasi in Dalmazia nel XIII secolo, ai Tassovich-Dudan, passando per il pittore Giovanni Squarcina, il filosofo Giorgio Politeo, padre Alfonso Maria Orlini e diversi altri,Vallery compone una silloge di vicende e di figure che in epoche anche lontane hanno lasciato un segno, seppure tenue o transitorio ma nel quale comunque si riconosce l’origine. Undici sono i personaggi rievocati nel libro di Vallery. Di questi, proponiamo un’ampio stralcio del capitolo dedicato ai Tassovich-Dudan, il più noto esponente della quale è certamente Alessandro Dudan, autore di una voluminosa storia dell’arte italiana in Dalmazia ricca di note e di bibliografie. Una famiglia dalle lontane origini, che dalle regioni balcaniche dell’interno si è progressivamente portata sul mare per assumere nuovi connotati, lungo le rive di Traù e di Spalato. La famiglia Tassovich - Dudan Fra le numerose famiglie comitali che caratterizzarono nei secoli la civiltà e la cultura del Regno di Dalmazia va giustamente annoverata quella dei conti Tassovich-Dudan che seppe esprimere non pochi personaggi di rilievo nel campo religioso, nel settore della pubblica amministrazione e nel mondo delle lettere e delle arti. La Farniglia Tassovich apparteneva all’antica nobiltà bosnese originaria delIa zona di Banialuka ove pare possedesse fin dal X secolo il feudo di Tassovaz. I discendenti del conte Branislavo, Grande del Regno di Bosnia, verso la fine del XIV secolo si trasferirono verso la costa dalmata stabilendosi inizialmente nella contea della Poglizza. Nel tratto finale della vallata del Cetina, alle spalle di Almissa, città sulla costa a sud di Spalato, si erano da tempo insediate varie famiglie nobili dall’entroterra bosnese che avevano costituito fra di loro una specie di «universitas» possedendo ville e terreni alle falde del monte Aureo (Mosor, m. 1330) ed erano riuscite a godere di una certa autonomia governata da leggi proprie e ricono- Il Leone di San Marco in un codice miniato del XV sec. sciuta nel tempo sia dal governo centrale ungherese che nei rapporti con i municipi dalmati della costa, che poi dalla Repubblica di Venezia. Nel 1443 il Consiglio nobiliare della Poglizza aveva fatto atto di dedizione aVenezia concludendo un analogo processo perfezionato dalle principali città della costa dalmata nella prima metà del XV secolo. La Serenissima con diploma del 3 marzo 1444 aveva approvato i capitali della dedizione riconoscendo i nobili poglizzani, a condizione che un nobile spalatino con il titolo di conte potesse esercitare, itinerando fra essi, la «giudicatura» in base all’antico statuto. Gli abitanti della contea della Poglizza furono in seguito fra i più decisi e valorosi nel contrapporsi alle pericolose e devastanti incursioni turchesche e nel fronteggiare la loro invasione. I privilegi accordati a suo tempo ai nobili Poglizzani vennero ulteriormente confermati dal decreto del 6 maggio 1570 del Doge Aloysius Mocenigo dando inoltre loro facoltà di potersi stabilire anche fuori della contea, il che poi avvenne sia nella stessa Almissa che a Spalato, Traù e nell’isola della Brazza. I discendenti della nobile famiglia dei Tassovich, fecero sempre parte del Consiglio nobiliare della Poglizza ed anche quando si trasferirono a Spalato vennero equiparati ai nobili della città godendo dei privilegi inerenti. Un ramo della famiglia nel 1793 venne aggregata al corpo nobile della città di Traù. In seguito a varie vicissitudini, non ultima l’invasione turca e le guerre che ne seguirono, i componenti la famiglia deiTassovich si divisero in vari rami secondo il luogo del loro definitivo insediamento lungo la costa dalmata. Alcuni si sistemarono a Traù, lungo la Riviera dei Castelli e nel Borgo Grande di Spalato e vennero in seguito chiamati con il soprannome di Dudan che col tempo si sostituì del tutto al nome Albrecht Altdorfer, Trionfo dell’imperatore Massimiliano I (part.), prima metà del XVI sec., Vienna, Graphische Sammlung Albertina. Vi figurano gli stendardi della Dalmazia (a sin.) e dell’Ungheria originario; altri si insediarono a Ragusa e Slano mantenendo a lungo il cognome Tassovich. […] Alla famiglia fu riconosciuta la nobiltà dalla Repubblica Veneta con Ducale del 1774, confermata dall’Austria nel 1825 e dall’Italia nel 1925. Federico Heyer von Rosenfeld nella sua opera intitolata «La nobiltà dalmata» descrive gli stemmi dei vari rami dei Dudan e dei Tassovich che recano fra loro alcune varianti: i due più importanti hanno il campo blu con stelle, mezzaluna e pesce in argento oppure campo in argento con stelle, mezzaluna e pesce in blu. Numerosi furono i membri di questa famiglia che si distinsero nel corso dei secoli. Dagli Acta Graduum Academicorum Gymnasii Patavini (Atti dei Gradi Accademici dell’Università di Padova) troviamo che diversi membri di questa Famiglia sia dei rami di Slano e Ragusa, con il nome di Tassovich, che di Traù e Spalato, individuati come Dudan, conseguirono il dottorato sia nelle facoltà di filosofia, medicina e chirurgia che in teologia, giurisprudenza e scienze politiche. L’Università di Padova era per i Dalmati riuniti in una delle ventidue Nationes, la Natio dalmata, il naturale centro di studi universitari ancor prima che nel 1405 questa città entrasse con il suo territorio a far parte della Repubblica Veneta. Mentre, dopo il 1866, quando il Veneto si unì al Regno d’Italia, i Dalmati furono costretti a frequentare le Università di Vienna e Graz. […] Seguono sintetiche note biografiche di alcuni personaggi della casata Tassovich-Dudan: […] Conte Oscar Dudan (Macarsca 1867-Venezia 1929). Anche il dott. Oscar entro nel Consiglio della Scuola Dalmata nel 1912 assumendo la carica di Cancelliere. Lo scoppio della prima guerra mondiale significò per Venezia un periodo particolarmente difficile, specie dopo la rotta di Caporetto, quando il fronte si stabilizzò sulle sponde del Piave e la città divenne zona di retrovie con la conseguente minaccia di canno- Almissa in una litografia a colori di M. & N. Hanhart [1870 circa] neggiamenti e bombardamenti per i quali anche la Scuola ebbe a subire non lievi inconvenienti. Tocco così al conte Oscar, nominato Guardian Grande nel primo Convocato dopo la guerra nel 1919, di sovraintendere al radicale, impegnativo restauro dell’edificio resosi necessario, che comportò la demolizione e ricostruzione dell’intera parete sui rio. I lavori iniziati il 9 novembre 1919 si conclusero nel corso del 1921 dopo che il conte Oscar era riuscito ad ottenere dal Ministro dell’Istruzione, Benedetto Croce, un ulteriore contributo riuscendo così a riaprire al culto la Scuola e riprendere l’attività sociale. II 29 settembre 1924 accompagnò il dott. Aurelio Bianchini d’Alberigo alla solenne cerimonia avvenuta nella Piazza dei Signori di Zara per la consegna della bandiera di San Marco offerta dalla Municipalità di Venezia al Comune di Zara. Prof. Bruno Dudan (Venezia 1905Zara 1943), figlio del conte Oscar, conseguì brillantemente le lauree in Giurisprudenza e Scienze Politiche presso l’Università di Padova, specializzandosi nella Storia del Diritto, con particolare interesse verso le istituzioni giuridiche della Repubblica di Venezia e della Dalmazia. Fu eminente e stimato giurista, professore incaricato di Diritto nelle Università di Cagliari, Camerino e Trieste. Numerosi i suoi scritti in varie riviste specializzate nella materia. Fra le sue opere principali: «II diritto coloniale veneziano e le sue basi economiche», Roma, 1933; «Sindacato d’oltremare e di terraferma: contributo alla storia di una magistratura e del processo sindacale della Repubblica Veneta», Roma, 1933; «Il dominio veneziano del Levante», Bologna, 1938 (ristampato nel 2006 dall’Editore Filippi di Venezia); «Studi e note sugli statuti delle città dalmate»,Trieste, 1939. […] Dott. Alessandro Dudan (Verlicca 1883-Roma 1957). Laureato in Giurisprudenza a Vienna fu brillante giornalista e cultore di storia. Fervente irredentista fu volontario nell’esercito italiano durante la prima guerra mondiale. Nel 1915 scrisse «La Monarchia degli Asburgo. Origine, grandezza e decadenza» e nel 1920-’21 in due volumi «La Dalmazia nell’arte italiana», (nel 1998 e 2000 ristampata a cura della Società Dalmata di Storia Patria di Venezia). Uomo politico, fu deputato e poi senatore del Regno d’Italia dal 1926 al 1943. Tullio Vallery Spalato in una cartolina degli anni Novanta dell’Ottocento La costa di Poglizza, centro dalmato dal quale provenivano i TassovichDudan Dicembre 2009 5 DIFESA ADRIATICA La Redazione risponde Pensioni Inps, un commento alla sentenza della Corte Costituzionale A cura dell’Avv. Vipsania Andreicich La sentenza della Corte Costituzionale n. 401/2008, il cui contenuto abbiamo riportato nel precedente numero di “Difesa Adriatica”, ha respinto tutte le questioni di legittimità che erano state sollevate in merito all’art. 2 comma 505 della Legge Finanziaria del 2008 mediante il quale, in contrasto con le costante giurisprudenza di merito e di legittimità, ha statuito che: «L’art. 6, comma 3, della legge 15 aprile 1985, n. 140, si interpreta nel senso che la maggiorazione prevista dal comma 1 del medesimo articolo si perequa a partire dal momento della concessione della maggiorazione medesima agli aventi diritto». Tale norma era intervenuta al fine di dirimere i contrasti interpretativi sorti a seguito dell’emanazione della Legge 140/85, avvalorando l’interpretazione di maggior svantaggio per gli esuli. L’emanazione della Legge 15 aprile 1985 n. 140 aveva, infatti, determinato grandi contrasti in relazione alla sua interpretazione ed in special modo in merito all’interpretazione della perequazione automatica prevista dall’art. 6, comma 3 della legge stessa. A seguito dei predetti contrasti interpretativi, era stato chiesto l’intervento dell’Inps, che con il parere n. 8590 del 27 ottobre 2003 ave- va affermato: «[omissis] Come previsto dal comma 4, le disposizioni dell’articolo 6 – ivi compresa quella relativa agli aumenti di perequazione – hanno effetti economici dal 1° gennaio 1985 per le pensioni in godimento e dal primo giorno del mese successivo alla presentazione della domanda per i futuri pensionati. In coerenza con la normativa in questione, in caso di pensioni liquidate o da liquidare con decorrenza anteriore alla data di entrata in vigore della legge (4 maggio 1985), la maggiorazione decorre dal 1° gennaio 1985 (o dalla data di decorrenza della pensione se successiva al primo gennaio 1985 e anteriore al 1° giugno 1985), mentre in caso di pensioni con decorrenza dal 1° giugno 1985 la maggiorazione decorre dal primo giorno del mese successivo alla presentazione della rela- tiva domanda. Alla maggiorazione stessa, spettante alla decorrenza nella misura di lire 30.000, vengono successivamente attribuiti gli aumenti di perequazione». Contro tale interpretazione, enormemente svantaggiosa per gli esuli, si pronunciò la giurisprudenza sia di merito che di legittimità la quale affermò che: «l’interpretazione proposta dall’Inps, secondo cui la maggiorazione delle Lire 30.000 si perequa a partire dal momento della concessione della maggiorazione medesima agli aventi diritto, condurrebbe a risultati irrazionali e manifestamente lesivi del principio di uguaglianza di cui all’art. 3 della Costituzione, poiché la maggiorazione pensionistica sarebbe corrisposta nello stesso anno in misura diversa ai vari pensionati a seconda dell’anno del pensionamento» (Corte Cass. n. 14285 del 2005). Tale interpretazione non fu mai recepita dall’Inps, in quanto contraria ai propri interessi di tipo unicamente economico. Proprio a seguito dell’uniformarsi della giurisprudenza sull’interpretazione della norma in questione, che attribuiva agli esuli il diritto della maggiorazione perequata dall’emanazione della legge, è intervenuto l’art. 2, comma 505 della L. 244/2007 a totale sfregio di quanto affermato dalla Corte di Cassazione ed a discapito di una categoria di persone che ha già dovuto subire grandi ingiustizie nella propria vita. Commissione per gli indennizzi, la sintesi delle sedute di ottobre 2009 Sono proseguite, presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze, le sedute della “Commissione sugli indennizzi dei beni perduti”, che tratta sia i beni degli italiani di Istria e Dalmazia che quelli di altre zone già sotto la sovranità italiana o comunque detenuti da cittadini italiani all’estero. Diamo di seguito una sintesi delle delibere. La sintesi delle sedute di novembre sarà pubblicata sul prossimo numero di “Difesa”. Seduta dell’8 ottobre 2009 Pos. n. 18670/TC Zupcich concesso avviamento commerciale Pos. n. 11071/TC Menegaldo concessi integrazione indennizzo e avviamento commerciale Pos. n. 11421/TC Penko delibera rettificata Pos. nn. 9736-11866/TC Cerlon concesso indennizzo Pos. n. 2697/TC Svircich confermato rigetto istanza avviamento commerciale Pos. n. 3507/TC Lanfredi istruttoria Pos. n. 11389/TC Prischich rinviata Pos. n. 1846/ZB Tulliach Giovanna (eredi) concesso indennizzo Pos. n. 8140/TC Rossi istruttoria Pos. n. 9736/ZB Salich caterina ved. Trani concesso indennizzo Seduta del 22 ottobre 2009 Pos. n. 4833/ZB Morgan Giustina (eredi) istruttoria Pos. n. 21327/TC Poropat concesso indennizzo Pos. n. 48/ZB Petronio Luigi (eredi) concesso indennizzo Pos. n. 7707/TC Gorenjscek concessi indennizzo e avviamento commerciale Pos. n. 9129/ZB Fifaco Franco concesso indennizzo Pos. n. 11310/TC Dessanti concesso indennizzo La sentenza della Corte Costituzionale, che ha confermato la legittimità costituzionale della norma sopra citata, non merita commenti, in quanto sembra enormemente difficile riuscire a non immaginare la violazione del diritto di uguaglianza, quando a soggetti, tutti aventi la qualifica di profugo, debba essere riconosciuto un importo di maggiorazione della pensione diverso a seconda dell’anno in cui raggiungono l’età pensionabile. Di certo possiamo immaginare che una diversa interpretazione da parte della Corte Costituzionale sarebbe costata molti soldi allo Stato, il quale molto probabilmente ritiene più giusto utilizzare le proprie risorse per altri scopi. Pos. n. 6507/ZB Corrente Giovanni ed altri concesso indennizzo Pos. n. 1947/ZB Russignan Giovanni (eredi) respinta domanda indennizzo di una particella tavolare Pos. n. 264/ZB Marzari Giovanni (eredi) integrata precedente delibera concesso indennizzo Pos. n. 3903/ZB Apollonio Regina respinta domanda indennizzo Pos. n. 18617/TC Basilisco concesso indennizzo Pos. n. 856/TC Peretti concessa integrazione indennizzo Pos. n. 7924/TC Samsa concesso indennizzo Pos. n. 19285/TC Rampas concessa rivalutazione indennizzo Pos. n. 23120/TC Smokovich rettificata delibera ELARGIZIONI E ABBONAMENTI Pos. n. 21210/TC Codiglia delibera rettificata Pos. n. 19207/TC Demrin istruttoria Pos. n. 21669/TC Bozicevich rinviata in istruttoria Pos. n. 5937/TC Cherubini rettifica indennizzo Un anno di abbonamento gratuito a “Difesa”: prosegue l’offerta per il 2010 Continua l’offerta promozionale di un anno di abbonamento gratuito a “Difesa Adriatica”, destinata sia ai nuovi soci che a quelli vecchi che non sono mai stati abbonati al nostro mensile. Per i nominativi che vorrete inviarci in questo periodo, l’abbonamento gratuito avrà durata fino a tutto il 2010. È possibile offrire l’abbonamento gratuito di un anno anche a persone esterne all’Associazione, che riterrete meritevoli di tale offerta e che, in prospettiva, potrebbero poi sottoscrivere l’abbonamento ordinario. Anche per loro l’omaggio sarà valido fino a tutto il 2010. Ricordiamo anche che l’art. 50 del Regolamento nazionale di applicazione del nostro Statuto, per sottolinearne l’importanza, indica che «L’organo di Stampa dell’Associazione è il periodico “Difesa Adriatica”» e che «i Comitati Provinciali sono tenuti a curare la massima diffusione del periodico». Questa rubrica riporta: - le elargizioni a “Difesa Adriatica” di importo superiore all’abbonamento ordinario; - le elargizioni dirette alla Sede nazionale Anvgd; - gli abbonamenti ordinari sottoscritti a “Difesa Adriatica”; All’interno di ogni gruppo, i nominativi sono elencati in ordine alfabetico. In rispetto della normativa sulla privacy non vengono citate le località di residenza degli offerenti. Ringraziamo da queste pagine tutti coloro che, con il loro riconoscimento, ci inviano il segno del loro apprezzamento e del loro sostegno. Le offerte qui indicate non comprendono le elargizioni ricevute dai singoli Comitati provinciali dell’Anvgd. Segue dal numero precedente. ABBONAMENTI ORDINARI A “DIFESA ADRIATICA” (ccp 32888000) APRILE Persurich Nello, Petricca Maria Grazia, Prete Adalgisa, Ricci Clapci Adriana, Rolli Annamaria, Roselli Zita, Saba Nerina, Saggini Nereo, Savini Pos. n. 9110/ZB Hervatin Vittorio, Pietro e Giovanni rettifica precedente delibera Savina, Scavello Ugo, Schilke Enrico, Tavelli Giovanni, Tenci Carlo, Travas Rosaria, Vidulich Gianni, Zanelli Gigliola. MAGGIO Amadi Fulvia, Andreani Lucio, ANVGD Modena, Beziar Gherbaz Giovanna, Bonifacio Furio, Bressan Giuliana, Callovich Giuseppe, Camalich Milena, Carlin Guido, Celin Vanda Cantù, Copetti Anna Maria, Coslovich Aurelio, Dantignana Giuliano, De Grassi Marcella, Del Fabbro Tito, Devescovi Luciano, Distaso Arcangelo, Diviacchi Marcella, Dobran Pietro, Fioretti Mario, Fonda Nerina, Fornasaro Antonio, Forza Paolo, Froglia Erio, Gasperini Vittorino, Gherbaz Roberto, Gortan Anita, Gropuzzo Luigi, Justin Ester Visentin, Klein David Antonio, Legovich Ricioti, Lombardi Bruno, Lughi Silvia, Marcheluzzo InesToth, Marcozzi Keller Anna Maria, Monfalcon Germana, Oberti di Valnera Roberto, Paoletti Rita, Pappafava Marta, Piazzese Carmelo, Poliaghi Aldo, Prettegiani Antonio, Quarantotto Albina, Ramella Sonia, Resaz Carmen Clapci, Ricciardi Livio, Rocchi Giulio, Rude Mario, Salvagno Lucia, Tromba Giuseppe, Valcini Maria Luisa, Valle Ferruccio, Vatavuk Roma, Vio Giovanna, Zanella Maddalena ved. De Faveri, Zuccheri Annamaria. GIUGNO Ballarin Norberto, Biasoletto Mario, Calebotta Lorena, Camboni Maurizio, Coslovich Cristina, Dassovich Mario, Di Pasquale Wottava Anna, Fossati Marino, Gembressi Claudio, Giorgolo Lauro, Giuricich Mario, Lorenzini Giovanni, Lupi Giuseppe, Lupieri Pietro, Marangoni Falcioni Gemma, Migliorini Erica, Monteneri Erica, Morelli Valeria, Mulitsch Caterina e Paolo, Nunini Neria, Pauletti Zappador Vilma, Rihar Arnaldo, Riosa Maria, Sandorfi Francesco, Sandri Giovanni, Spizzamizzamiglio Dario,Tenze Fausto. LUGLIO Bandera Albina Maria, Becich Stefano, Bertotto Iginia, Cossio Adriano, Curri Virgilio, Fonovich Lucia, Nizzoli Vitaliano, Santoro Francesco, Sebeni Sergio, Sterzi Barolo Angiolo, Sviben Ileana, Treccani Mario, Varesco Carolina, Vatta Alida, Zvietich Benito. AGOSTO Calegari Ferruccio, Casalino Corrado, Cipeletti Gianfranco, Clauti Bruno, Lorenzini Giulia, Matulich Walter, Pavazza Benito. 6 DIFESA ADRIATICA continua dalla prima pagina Speciale XIX Congresso Nella giornata conclusiva, il nuovo Consiglio nazionale ha rinnovato i vertici dell’Associazione: Presidente nazionale Lucio Toth; Vicepresidenti nazionali Renzo Codarin, Marino Segnan e Rodolfo Ziberna (Vicepresidente vicario). Sulla base dello spoglio dei voti era stato eletto poco prima il nuovo Consiglio Nazionale, nelle persone di: Antonio Ballarin (Roma), Guido Brazzoduro (Milano), Francesca Briani (Verona), Pietro Antonio Cerlienco (Monza), Pietro Chersola (Imperia), Renzo Codarin (Trieste), Arduino Copettari (Verona), Sissy Corsi (Varese), Luigi Costanzo (Treviso), Alessandro Cuk (Venezia), Maria Elena Depetroni (Bergamo), Mario Diracca (Pescara), Coriolano Fagarazzi (Vicenza), Italia Giacca (Padova), Anna Maria Marcozzi Keller (Trento), Pier Maria Morresi (Varese), Franco Papetti (Perugia), Simone Vicky Michelle Peri (Trieste), Giuliano Piccini (Ancona), Roberto Predolin (Milano), Flavio Rabar (Ferrara), Elio Ricciardi (Padova), Davide Rossi (Verona), Donatella Schürzel (Roma), Marino Segnan (Bologna), Sergio Tabanelli (Massa Carrara), Lucio Toth (Roma), Silvano Varin (Pordenone), Orazio Zanetti Monterubbianesi (Fermo), Antonio Zett (Venezia), Rodolfo Ziberna (Gorizia). Sono stati eletti all’unanimità Consiglieri onorari per i meriti acquisiti Miriam Andreatini Sfilli (preziosa Delegata per Firenze dell’Anvgd) e Bernardo Gissi, per lunghi anni competente Delegato all’Amministrazione e guida del Comitato di Cuneo. Un Consiglio decisamente rinnovato nel quale entrano diversi giovani impegnati e nel quale sono ben rappresentate le articolazioni territoriali Dicembre 2009 Il nuovo Consiglio Nazionale espresso dalle candidature convenute nella lista «Il futuro che vogliamo» Dal XIX Congresso le persone, i programmi, le sfide Un’assise all’insegna dell’unità, della compattezza e del rinnovato impegno sui temi di interesse generale degli Esuli Presenti Licia Cossetto ed Ottavio Missoni dell’Associazione, la cui crescita numerica comprova la sua vivacità e la sua capacità di esprimere, ad oltre sessant’anni dall’esodo, persone e risorse nuove. Il Congresso si era aperto venerdì 27 con la cerimonia ufficiale alla quale avevano partecipato il Prefetto e il Sindaco di Varese, i sindaci e i rappresentanti della Provincia e della Regione, le più alte autorità militari. Di grande valenza simbolica gli interventi di due ospiti d’onore nella giornata di apertura, la signora Licia Cossetto e Ottavio Missoni: di entrambi il commosso intervento ha dato luce e significato più intensi ancora all’essere presenti in quella sede e all’impegno associativo. Al lato del palco della Presidenza congressuale, l’immagine di Norma Cossetto, alla cui memoria tutti i Delegati e i dirigenti si sono idealmente richiamati. Numerosissimi i messaggi di saluto delle istituzioni, che riportiamo in altra pagina. Alle pagine 6 - 7- 8 - 9 - 10 un’ampia sintesi degli interventi e una selezione di immagini dal Congresso, anche alla pagina 16. Tutte le news e una bella selezione di fotografie sono contenute nella sezione speciale del sito www.anvgd.it interamente dedicata al XIX Congresso nazionale. Confronto e progettualità Sono molti e tutti rilevanti i temi sui quali hanno dibattuto i cento delegati dell’Anvgd riuniti a Congresso. L’adempimento congressuale non si è esaurito nella nomina della nuova Presidenza e della nuova dirigenza, ma è stato nutrito di contenuti forti e strategici per consolidare e rilanciare il programma già avviato nel triennio precedente e che procederà lungo due grandi direttrici: il «Tavolo di coordinamento» con il Governo, le Amministrazioni e le Istituzioni sulle questioni giuridiche ed economiche ancora aperte e la conservazione e la promozione qualificata della memoria storica dell’Esodo degli italiani autoctoni dalla Venezia Giulia e da Zara e delle vicende del confine orientale nel Novecento. Il «Tavolo di coordinamento», insediato presso la Presidenza del Consiglio al quale sono interessati diversi Dicasteri, tra cui Economia, Esteri, Interni e Istruzione, vede impegnata l’Anvgd in seno alla Federazione delle Associazioni degli Esuli su diversi fronti: dagli indennizzi per i beni perduti dagli Esuli nei territori ceduti ai provvedimenti per l’edilizia destinata ai profughi, dalla corretta indicazione dei luoghi di nascita come previsto dalla normativa ad hoc alle restituzioni dei beni liberi nell’Istria oggi slovena e croata, alla tutela dei beni monumentali. Tutti argomenti di grande peso specifico. Per altro verso tutti gli interventi uditi nel corso dell’assise hanno insistito su nuovi progetti e nuove sinergie con le istituzioni della cultura, della scuola, dell’università e dell’editoria, per il corretto inserimento della storia dell’Adriatico orientale nella coscienza e nel dibattito pubblici. Interlocutore essenziale dell’Anvgd, oltre alle istituzioni culturali ed universitarie con le quali già collabora da tempo nella direzione della divulgazione qualificata, sarà il Ministero dell’Istruzione, della Università e della Ricerca, al quale è chiesto un serio impegno nel sensibilizzare autori, editori, dirigenti e docenti ad aggiornare le categorie concettuali e gli strumenti didattici. Uno scorcoi della sala congressi Il dibattito congressuale Interventi in sintesi Della assise nazionale e del dibattito che si è svolto diamo di seguito una necessaria sintesi, determinata dalla necessità di fornire ai nostri Lettori un’informazione più tempestiva possibile. Come si leggerà, non sono mancate critiche anche aspre all’operato del triennio che questo Congresso ha chiuso, che hanno condotto alcuni esponenti provinciali a radicali e polemiche prese di distanza. In termini comuni si può parlare di una «maggioranza» e di una «minoranza», presenti in ogni consesso democratico. Alla nuova compagine scaturita dall’assise di Varese e alle rappresentanze dell’Anvgd che tornano ad operare sul territorio, non sfuggirà l’onere e l’onore di custodire e trasmettere valori comuni che trascendono le singole posizioni, consapevoli tutti del dovere di incarnare, ciascuno in sé, una porzione di storia di cui dare testimonianza. p. c. h. La “tre giorni” congressuale è aperta nel pomeriggio del 27 dal presidente Lucio Toth. Sono presenti in prima fila la signora Licia Cossetto e Ottavio Missoni , ai quali il congresso tributa un caloroso applauso. Il primo intervento in programma è di Antonio Ballarin, delegato uscente all’Amministrazione. Nella sua ampia e articolata esposizione tocca con passione diversi argomenti, di ordine economico-finanziario e più latamente politico-associativo. Affidandosi al concet- Il presidente uscente, poi riconfermato, Toth svolge il suo intervento di apertura del Congresso to di «memoria attiva», per significare l’attenzione al presente e soprattutto al futuro, esprime, tra l’altro, la convinzione che si debba giungere a creare una Fondazione «panfederativa» aperta a tutte le anime della Diaspora, in gradi di promuovere «azioni e progetti unificanti a tutela dei nostri interessi, della nostra storia e della nostra cultura». Il secondo intervento – che inaugura il Congresso – è del presidente Lucio Toth, che tra l’altro rimarca la necessità di ringiovanire le fila dei dirigenti, che proseguano l’impegno associativo e si assumano l’onere di dare battaglia sui tanti problemi ereditati dal passato, ma con lo sguardo rivolto anche verso il futuro. Si rivolge anche agli ospiti istituzionali presenti, e cita la prossima ricorrenza dell’Unità d’Italia ricordando il sacrificio dei volontari giuliani e dalmati al Risorgimento. Ricorda Norma Cossetto, che defini- Dicembre 2009 7 DIFESA ADRIATICA Speciale XIX Congresso Il dibattito congressuale Interventi in sintesi nea, Gianantonio Godeas (delegato di Brescia, già Esecutivo di Milano), che esprime la sua valutazione sul commissariamento dell’Esecutivo di Milano, deciso dall’Esecutivo nazionale e che ritiene immotivato e risibile; e Trevisan (consigliere uscente Anvgd e del Comitato di Milano), il quale trova inaudita l’ostilità espressa dalla Presidenza nazionale, con grave nocumento dell’immagine dell’Anvgd, e del ruolo del Comitato di Milano e di una figura importante come Piero Tarticchio, che ne è stato presidente. Linee direttrici per il futuro Da sin., S. Corsi (presidente Comitato di Varese), R. Codarin e R. Predolin sce un simbolo del sacrificio dell’italianità istriana. Invita a coltivare la ricerca storica ed a incentivarne la conoscenza presso le giovani generazioni. Prende la parola l’avv. Sissi Corsi, presidente del Comitato Anvgd ospite. Nel ringraziare le autorità presenti, che hanno permesso l’utilizzo della prestigiosa sede di Villa Recalcati, ricorda il suo arrivo da bambina a Varese, dove trovarono rifugio il provveditore agli studi di Pola, e tutto lo staff delle Poste di Pola, e la fraterna accoglienza avuta nel capoluogo lombardo. Seguono i saluti delle tante autorità invitate. Interviene quindi Ottavio Missoni, che ricorda la sua Zara, distrutta dai bombardamenti, e riflette con dolore sull’impossibilità, per l’esule, di avere un luogo ove tornare. Sottolinea tra l’altro la dignità con la quale si sono comportati gli esuli ovunque fossero nel mondo. La signora Licia Cossetto, dal canto suo, sottolinea come tutti i suo ricordi siano stati segnati dal lutto e dal dolore, che nessuna successiva circostanza della sua vita è stata in grado di lenire, e stigmatizza come sia ancora scarso lo spazio riservato sui libri di testo alle foibe e dell’esodo. Richiama tutti i presenti all’impegno di tenere desta la memoria, a custodire il ricordo vivo delle sofferenze patite. Il dibattito congressuale La discussione entra nel vivo il 28, giorno interamente dedicato agli interventi dei delegati. Effettuati gli adempimenti di rito, prende la parola il Presidente Toth. Egli riprende il concetto della responsabilità che ha l’Anvgd nei confronti di tutti gli Esuli, una responsabilità che ne fa l’asso portante non solo della FederEsuli ma di tutta la costellazione di associazioni ed espressioni culturali del mondo dell’esodo. Ripercorre gli eventi susseguitisi dal penultimo Congresso, nel 2006, a partire dalla uscita di alcune associazioni dalla FederEsuli, che in ogni caso ha proseguito nel suo lavoro al «Tavolo di coordinamento» con il Governo insediato presso la Presidenza del Consiglio. Certamente, sottolinea Lucio Toth, le divisioni non giovano, e danno adito ai politici meno sensibili di temporeggiare. Bisogna lavorare, insiste, seriamente e non trincerarsi dietro atteggiamenti di protesta, che danno soltanto effimera visibilità. La forza di pressione che si può esercitare è morale e giuridica, si tratta di diritti soggettivi riconosciuti che vanno tuttavia sempre aggiornati per i grandi problemi della Nazione e per le disparità economico-sociali, rimarca Toth. Relativamente alla questione perequazione pensione, secondo Toth bisognerà valutare nuove azioni in difesa del diritto negato ai profughi dalla sentenza della Corte Costituzionale. Terminato l’intervento di Toth, prende la parola il Segretario nazionale, Rocchi. Efficienza e trasparenza i punti di riferimento della Sede nazionale, alla quale esuli di prima e seconda generazione si rivolgono quotidianamente e costantemente. Dissensi e dichiarazioni di voto Al momento dell’apertura del dibattito, e dopo gli adempimenti formali di rito, i consiglieri uscenti Trevisan (Milano) e Perini (Como) presentano due mozioni d’ordine urgenti: la prima, di Trevisan, denuncia l’irregolarità della nomina dei delegati del Comitato di Milano, in quanto indicati dal Commissario che secondo questa interpretazione non ne avrebbe diritto. La seconda, di Perini, chiede che il Congresso sia aperto alla stampa ed al pubblico, anche nella fase di dibattimento congressuale. Le mozioni non vengono accolte. Di seguito Perini (Como) interviene lamentando che dopo sessant’anni dall’esodo tanti problemi non siano stati ancora risolti e la gestione che definisce centralista dell’Associazione. Contesta metodi e direttive relativamente ai rapporti con le Comunità italiane oltreconfine e la trasformazione, che gli sembra di cogliere, dell’Anvgd in associazione meramente assistenziale e culturale. Il secondo intervento è della sig.ra Marisa Brugna, presidente uscente del Comitato di Sassari, la quale comunica le dimissioni in massa dei suoi componenti per insanabile contrasto con le linee generali seguite nel triennio dall’Anvgd, che ritiene responsabile di omissioni nella gestione di situazioni e circostanze particolari riguardanti il borgo di Fertilia. A seguire interviene Antonio Vatta (presidente Consulta Anvgd Piemonte). Ricorrendo ad un’immagine, lamenta che i politici abbiano preparato per gli esuli una bella tavola imbandita, sulla quale i piatti sono tuttavia vuoti. Ricorda l’apporto dato dal Comitato di Torino e dalla Consulta Piemonte all’intera Associazione.Vatta e gli altri delegati di Torino (Fulvio Aquilante, Luciano Valenta, Antonio Pastrovicchio, Eugenio Maisani) esprimono per iscritto la volontà di non partecipare al voto, che ritengono «inutile, anzi dannoso». Allo stesso modo si esprime la delegata di Sassari, Marisa Brugna). Prende la parola Fulvio Aquilante (presidente Comitato di Torino). Si definisce un uomo «del fare», che ha portato in Anvgd il sentire del suo Comitato. Ricorda il lavoro in comune svolto con la dirigenza nazionale ed invoca immediata modifica di Statuto e Regolamento, che venga approvato da un Congresso straordinario, entro due mesi. Seguono Luigi D’Agostini (Comitato di Venezia), che deplora le consuete dichiarazioni d’intenti del mondo politico, cui non corrispondono concrete azioni; Roberto Stanzione (Comitato di Como), che lamenta il parere negativo dato dall’Esecutivo nazionale Anvgd alla costituzione del Comitato di Lecco con pretesti che definisce puramente formali e contesta che le risorse destinate ai cosiddetti «rimasti» possano sottrarre il dovuto agli esuli. Luciano Rubessa (presidente del Comitato di Brescia) considera negativamente il bilancio del triennio 20062009 per quanto riguarda strategie e obiettivi e ritiene fallito il «Tavolo di coordinamento» aperto dalla Federazione delle Associazioni con il Governo in quanto non concordata, a suo avviso, una «strategia preventiva» e «senza incalzare la controparte con richieste e proposte». Ritiene che l’attuale dirigenza sia «distante dagli esuli e dalle loro esigenze e aspettative» e la accusa di «immobilismo» e di carente comunicazione. Sulla stessa li- Secondo Rodolfo Ziberna (presidente Comitato di Gorizia) due sono le grandi sfide per il prossimo triennio: gli indennizzi per i «beni abbandonati» e la conservazione del patrimonio latino e veneziano nelle regioni adriatiche. Ritiene che alzare insensatamente la posta, come ad esempio nel contenzioso per gli indennizzi, è totalmente controproducente. Si dovrebbe avere, in tal caso, il coraggio di non accettare la controfferta dei governi ove la si ritenga inaccettabile. Dopo oltre 60 anni, prosegue Ziberna, sarebbe opportuno ragionare sull’offerta che venisse avanzata dal Governo, che certo non sarà mai pienamente soddisfacente. Sul versante interno, Ziberna insiste sulla necessità di impegnarsi nella divulgazione dell’italianità dei territori ceduti anche attraverso il rapporto con le Comunità italiane. Considera infine ingenerose le critiche piovute sui dirigenti: la critica, chiosa, dev’essere uno stimolo, non un ingiuria carica di acredine. Un altro aspetto che Ziberna rileva è la necessità di andare verso una progressiva unità delle associazioni e dei loro organi informativi. Evoca un «raduno degli esuli», occasioni di incontro e di confronto al di là di ogni appartenenza. Conclude con un appello alla condivisione. L’intervento successivo è di Pietro Chersola (presidente Comitato di Imperia). «La nostra storia – dice tra l’altro – a pieno titolo può essere considerata pienamente paradigmatica quanto a diritto calpestato». Invita pertanto a rafforzare i rapporti con «tutte le istituzioni di governo» e a perseguire «un maggiore impegno della scuola e della cultura verso la [..] storia dell’Adriatico orientale, per una vera divulgazione culturale qualificata». Franco Papetti (delegato Anvgd di Perugia) nel suo intervento ricorda le origini fiumane, e narra brevemente del suo inserimento nella società perugina. Illustra l’intento sul quale ha lavorato e lavora nel capoluogo umbro per ricordare le vicende del confine orientale, e i progressivi rapporti avviati con le autorità locali, con conferenze, lezioni e dibattiti in particolare nelle scuole. Grazie alla serietà del lavoro svolto, la Regione Umbria dà ora supporto alle attività della Delegazione nella divulgazione di quei temi. Sui rapporti con i «rimasti» ritiene siano da incentivare e conclude con un appello all’unitarietà di intenti e a proiettarsi nel futuro. I lavori congressuali riprendono nel pomeriggio dello stesso 28 novembre, con un’altra serie di interventi. Ad aprire la sessione pomeridiana Walter Matulich (vicepresidente Comitato di Brescia), il quale tra l’altro esprime la convinzione che lo Statuto dovrebbe dare maggiore autonomia ai Comitati, che conoscono la realtà territoriale, senza con ciò sminuire il ruolo della Sede centrale. Secondo intervento del consigliere uscente Roberto Predolin (Comitato di Milano). Si esprime sulle critiche o, peggio, sugli insulti di cui ripetutamente è stata fatta oggetto la Presidenza nazionale, che ritiene ingenerosi e ingiusti. Il vero dovere, afferma, cui questo Congresso deve sentirsi chiamato è il programma per il futuro. È arrivato il momento, sottolinea Predolin, di difendere con forza la memoria e di trasmetterla nel modo più consono, e di investire sul salto generazionale. Un’istantanea delle operazioni di voto. A ciascun delegato al Congresso viene assegnato un numero di voti da esprimere in relazione al numero di iscritti al Comitato da cui proviene 8 DIFESA ADRIATICA Il dibattito congressuale Speciale XIX Congresso Segue l’intervento di Guido Brazzoduro (vicepresidente uscente Anvgd e Commissario del Comitato di Milano). Deplora le fratture createsi, che comportano inevitabilmente scarsa considerazione presso gli interlocutori istituzionali. Chiunque voglia sostenere una tesi, soggiunge, e non sia in grado di gestirle all’interno nelle sedi deputate, porta all’esterno critiche e calunnie, non può aiutare a costruire il bene dell’Associazione, che ne viene indebolita. Le buone regole democratiche non significa soltanto dare giusta parola a tutti, ma, che ci sia maggioranza od opposizione, all’esterno l’atteggiamento deve conformarsi ad un comportamento unitario. Riferisce sul commissariamento del Comitato di Milano, i cui presupposti poggiano sulle prese di posizione aprioristicamente contrastanti con la scelta e con le opzioni generali assunte dall’Associazione. Ciascuno, chiosa, diventerà responsabile di ciò che dirà o dichiarerà. È quindi la volta di Paolo Jelich (Consulta Regionale Emilia Romagna). Rimarca l’importanza di testimoniare la storia e i sacrifici di quanti ci hanno preceduto, grazie anche alla legge sul Giorno del Ricordo. Due le priorità a suo giudizio: il ricambio generazionale e il mantenimento del «Tavolo di coordinamento», presso il quale tocca all’Anvgd formulare proposte utili a giungere ad un risultato, tenendo comunque presenti le condizioni economiche generali . Anche a suo avviso è indispensabile formulare una piattaforma credibile di richieste, e con ciò identificare una cifra attendibile per gli indennizzi. Marino Segnan (presidente Comitato di Bologna), rivendica alla Consulta Emilia Romagna e al suo Comitato l’aver concepito un programma articolato in 14 punti a l’aver raccolto intorno ad esso una lista credibile di candidature. Il programma della lista «Il futuro che vogliamo» è pubblicato alla pag. 13. Anna Maria Fagarazzi (Comitato di Vicenza) rileva come ai giovani, ai quali ci si deve rivolgere, non si possano offrire visioni vetuste e superate: i tempi richiedono lo sforzo di adeguarsi all’evoluzione della storia pur mantenendo fermi i valori fondanti. Ai giovani, aggiunge, non bisogna parlare in termini che definisce “politichese”, ma trasmettere l’esperienza esistenziale. Segue l’intervento di Renzo Codarin (vicepresidente nazionale, presidente del Comitato diTrieste), che interviene in primo luogo come presidente della FederEsuli. Tra l’altro, dà Interventi in sintesi notizia della proposta avanzata dai Sottosegretari Mantica e Menia alla FederEsuli nel corso della più recente riunione del «Tavolo di coordinamento», durante la quale i rappresentanti del Governo hanno ventilato la possibilità di attingere ai fondi versati su in particolare dalla Slovenia, fondi che, nell’attuale contingenza economicofinanziaria del Paese, potrebbero altrimenti venire assimilati dallo Stato. Anna Maria Marcozzi Keller (presidente Comitato di Trento) sottolinea dal canto suo l’impegno nel tessuto socio-culturale trentino, nel quale tuttavia ritiene che l’elemento giulianodalmata sembra accettato «con riserva». Si deve anche tenere conto, aggiunge, delle componenti etniche presenti aTrento e Bolzano. Esprime l’auspicio che i diversi Comitati che hanno espresso dissensi anche forti convergano nell’intento comune e sia loro ridata fiducia, nell’interesse di tutti gli esuli e a tutela della loro dignità. È quindi il turno di Lino Vivoda (consigliere onorario), che rievoca i tempi dei campi profughi e dell’isolamento patito. Sottolinea come in quei difficili frangenti l’Anvgd sia stata un’àncora. Sui beni abbandonati ritiene si debba esigere dalla Croazia l’eguale trattamento rispetto agli altri cittadini europei. Sulle relazioni con le Comunità italiane oltreconfine, conclude, se un tempo egli stesso è stato contrario, ora ritiene si debbano necessariamente coltivare in sinergia di intenti. Parla di seguito Donatella Schürzel (presidente Comitato di Roma). Comunica con piacere che il Comitato romano è composto in buona parte da «seconde generazioni» di esuli. Sui contrasti interni, ritiene che posizioni diverse possono ritrovarsi nei momenti necessari, come nei rapporti con le istituzioni. L’assunzione della carica di presidente del Comitato romano, assicura, la obbliga a sentire una maggiore responsabilità nei confronti degli esuli e della memoria. Su esuli e «rimasti» si richiama alla comune origine e ai comuni sentimenti di appartenenza. Definisce inutili e disonorevoli i contrasti interni. Dichiara rammarico per l’atteggiamento di rinuncia di alcuni rappresentanti ed auspica che la lista unica annunciata possa dare compattezza all’Anvgd. La parola è poi data al delegato Anvgd di Fermo Orazio Zanetti, che auspica convergano nell’Associazione i contributi fattivi di tutti, ciascuno con le proprie competenze e conoscenze, e si riesca a «perfezionare ulteriormente gli aspetti politici […] con lo spirito di ieri e l’incisività di oggi» e Periodico mensile dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia Centro studi padre Flaminio Rocchi DIRETTORE RESPONSABILE Patrizia C. Hansen Editrice: ASSOCIAZIONE NAZIONALE VENEZIA GIULIA E DALMAZIA Via Leopoldo Serra, 32 00153 Roma - 06.5816852 Con il contributo della legge 72/2001 Redazione e amministrazione Via Leopoldo Serra, 32 00153 Roma Tel./Fax 06.5816852 Grafica e impianti: CATERINI EDITORE (Roma) Servizi Integrati per l’Editoria e la Comunicazione Tel. 06.58332424 Fax 06.97255609 E-mail: [email protected] Dicembre 2009 Abbonamenti: Annuo 30 euro Sostenitore 50 euro Solidarietà a piacere Estero omaggio Una copia 2 euro - Arretrati 3 euro C/c postale n° 32888000 Intestato a “Difesa Adriatica” Autorizzazione del Tribunale di Roma n° 91/94 dell’11 marzo 1994 Spedizione in abbonamento Postale di ROMA Stampa: Romana Editrice Srl - S. Cesareo (RM) Finito di stampare il 23 dicembre 2009 tenendo presenti «due macro obiettivi, i Tavoli di coordinamento […] e la crescita dell’Associazione». Mario Diracca (Comitato di Pescara) deplora a sua volta gli episodi di conflittualità interna, che pone in cattiva luce in Italia e all’estero le stesse associazioni della Diaspora. Considera pertanto necessario che si pervenga a candidature tale da avere strumenti validi per interloquire con tutti. Maria Elena Depetroni (presidente Comitato di Bergamo) e Arduino Copettari (delegato Comitato di Verona) richiamano il dovere di portare avanti l’eredità di ideali. Con diverse accentuazioni sottolineano l’importanza della relazione con le istituzioni e i governi, manifestano stupore e dolore per le polemiche in atto. Bisogna, sostengono nei loro interventi, far convergere le forze verso comuni obiettivi, bisogna portare avanti la memoria e la storia. Sulla stessa linea d’onda Flavio Rabar (presidente Comitato di Ferrara), il quale stigmatizza il livello cui si è giunti nei rapporti interni, e la natura di lamentazione di molti atteggiamenti, non utile e sterile. Il giovane Pietro Cerlienco (presidente Comitato di Monza) trasmette i saluti dell’Associazione Paracadutisti d’Italia e del suo presidente Crippa. Annuncia il nutrito programma che il Comitato monzese ha in calendario in vista del Giorno del Ricordo 2010 e non solo, e si dice onorato di rappresentare sul territorio gli esuli. Sollecita la ricomposizione nell’unità di intenti. Simone Peri (consigliere nazionale Anvgd e presidente Famiglia Montonese), forte della sua esperienza di giovane di seconda generazione nata all’estero, individua alcuni settori strategici per il breve e medio termine: il coinvolgimento delle nuove generazioni che vivono in altri Paesi, avvalendosi delle tecnologie di comunicazione rapida; far loro conoscere il patrimonio di storia e di cultura dalle regioni di provenienza; la promozione della civiltà giuliano-dalmata in tutti i suoi molteplici aspetti, non limitandosi a trattare della storia del Novecento e cooptando autorevoli testimonial della società e della cultura giuliano-dalmata. Esprime il caldo auspicio che quanto oggi, certo meno di ieri, sembra ancora distante possa con adeguato e rinnovato impegno farsi «presente». Silvio Cattalini (consigliere nazionale uscente e presidente Comitato di Udine) ricorda di aver subìto come zaratino due profuganze, nel 1941, al momento dell’invasione della Jugoslavia, smistato con i giovanissimi e con le donne ad Ancona; e successivamente, con l’esodo del secondo dopoguerra. Se ancora oggi, sottolinea, sia possibile ritrovarsi in una sede congressuale lo si deve ai dirigenti che hanno “fatto” l’Anvgd e dà loro il dovuto merito. Rivolge un appello all’unità e all’esperienza degli anziani. Francesca Briani (consigliere nazionale uscente e presidente Comitato di Verona). Riconosce di aver acquisito in questi anni una certa esperienza associativa, e informa della positiva situazione del Comitato veronese, e si dice lieta di partecipare all’attività dell’Anvgd. Rassicura dell’importanza degli esuli di prima generazio- ne. Si rammarica degli attacchi personali percepiti. Ritiene che chi dissente in maniera così dura ha il dovere di presentarsi, e di presentare una lista, come invece non è accaduto. Bisogna avere la buona volontà di proseguire. Dichiara di non comprendere perché associazioni minori e locali debbano e possano rivolgere accuse continue, cui elementi interni danno supporto e di cui sono veicolo. Invita a commisurare le richieste alle effettive, ben note condizioni generali del Paese. Invita ad un ragionamento concreto anche in ordine alle richieste alle istituzioni e al Governo. Il XIX Congresso si chiude con la replica di Lucio Toth e la prima convocazione del Consiglio nazionale appena eletto sulla base delle risultanze delle elezioni, che provvede ai primi adempimenti normativi e tornerà a riunirsi a breve per eleggere il nuovo Esecutivo nazionale. p. c. h. Bilancio di un triennio, i dati della Sede nazionale Nella massa di documenti forniti dalla Sede di Roma ai Delegati Anvgd e alla stampa in occasione della XIX assise generale, è compreso un bilancio sintetico delle funzioni svolte nell’arco del triennio 2006-2009. La voce «Assistenza» risulta così suddivisa: 20.000 telefonate in entrata; 2.000 fax ricevuti; 50.000 e-mail pervenute; 4.500 comunicazioni cartacee giunte; 1.500 visitatori in Sede. Per quanto riguarda la voce «Organizzazione» questi sono gli elementi forniti: 42.000 mail inviate ai propri rappresentanti; 2.500 lettere scritte; 18.000 comunicazioni inviate via posta; 6.500 kg di materiale spedito; 11.000 telefonate effettuate. Per quanto riguarda le celebrazioni del Giorno del Ricordo, questa è la sintesi: 800 le località italiane censite nelle quali si sono svolte commemorazioni; 500 le località nelle quali è stata presente la rappresentanza Anvgd; 1.400 gli eventi registrati. Su “Difesa Adriatica”: 750 gli articoli originali pubblicati; 200 le «firme» ospitate; 400 le cronache locali riportate; 600 gli articoli tratti da altre testate; 2.200.000 le pagine complessive stampate. Infine, ecco i dati relativi al sito Internet www.anvgd.it: 7.000 le notizie pubblicate; 75.000 i visitatori; 710.000 le pagine visualizzate. Dicembre 2009 Speciale XIX Congresso Numerosi i messaggi pervenuti dagli esponenti delle istituzioni in occasione del XIX Congresso. Ne diamo una selezione. Il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, scrive: «Apprezzo l’impegno dell’Associazione per coltivare la memoria delle tragiche vicende storiche del secolo scorso al confine nord orientale d’Italia». «Ritengo non meno importante il vostro obiettivo statutario di guardare al futuro sensibilizzando il più largo pubblico italiano su questo importante ruolo politico, economico e culturale». Il Presidente del Senato, Renato Schifani, esprime la «ideale adesione a questa iniziativa che, nel ricordare una pagina durissima e purtroppo dimenticata della nostra storia, riunisce tanti protagonisti di eventi epocali e drammatici, che rappresentano oggi i migliori testimoni della necessità, soprattutto fra le nuove generazioni, di una cultura della pace e del rispetto fra i popoli, ma al tempo stesso di profondo attaccamento alle proprie radici». Il Presidente della Camera, Gianfranco Fini, nel suo messaggio definisce il XIX Congresso «un’importante occasione per ricordare la tragedia degli esuli giuliani, istriani, fiumani e dalmati, costretti ad abbandonare le loro terre nel 1947. Si tratta di una pagina buia della storia che un Paese democratico come l’Italia non deve Il saluto delle istituzioni Le autorità presenti alla giornata di apertura aver paura di illuminare». E prosegue: «le attività svolte dalla vostra Associazione rappresentano, in questo senso, un prezioso contributo per la nostra coscienza di italiani ed europei. […] È dovere delle Istituzioni promuovere il ricordo della nostra vicenda collettiva da trasmettere ai giovani, al fine di dar loro la possibilità di acquisire una consapevolezza autentica del passato del proprio Paese». Il Presidente del Consiglio, Berlusconi, definisce l’assemblea generale «un’occasione significativa per la comunità di esuli di Istria, Fiume e Dalmazia, per rafforzare l’identità nazionale, che la loro triste vicenda storica ha lacerato». Il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, ha inviato ai congressisti «un caloroso saluto» ed ha espresso «il vivo apprezzamento per le attività che l’Associazione svolge con grande impegno a tutela dei valori e memorie che costituiscono un patrimonio comune dell’Unione Europea». Letta ha ribadito che «il Governo segue con attenzione le tematiche e le istanze che provengono dagli Esuli istriani, fiumani e dalmati. È questa sensibilità – prosegue – che ci ha indotto a riattivare il Tavolo di coordinamento che mi onoro di presiedere a Palazzo Chigi. Nel corso delle riunioni degli scorsi mesi abbiamo avuto modo di esaminare insieme e costruttivamente le problematiche che permangono aperte, registrando puntualmente le aspettative del mondo associativo degli Esuli per una loro soluzione definitiva». «Conosco bene – scrive all’Anvgd il Ministro degli Esteri Frattini – la passione e la dedizione con cui svolgete il Vostro incarico ed il ruolo dell’Associazione per la conservazione di una storia, di memorie e di sentimenti che meritano rispetto […]». Frattini esprime «vivo apprezzamento per la meritoria attività svolta dall’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia» ed assicura «la dovuta attenzione e la sensibilità del governo italiano e mia personale verso le problematiche e le aspettative degli Esuli istriani, fiumani e dalmati. Continueremo a lavorare insieme nell’apposito Tavolo di coordinamento istituito presso il Ministero degli Esteri, con spirito di dialogo costruttivo e di comune impegno». Il Ministro della Difesa, Ignazio La Russa, esprime «il più vivo apprezzamento per tutte le attività che l’Associazione porta avanti a tutela dei valori e della memoria degli italiani esuli dall’Istria, da Fiume e dalla Dalmazia» ed apprezza la funzione svolta dall’Anvgd «attraverso iniziative volte alla valorizzazione del patrimonio culturale, storico, letterario e artistico di questa grande comunità rappresentata da chi ha vissuto una terribile pa- I nuovi Consiglieri nazionali Ecco un breve profilo dei nei eletti al Consiglio nazionale Anvgd. Il presidente Lucio Toth è al suo sesto mandato triennale. Il nuovo vicepresidente vicario Rodolfo Ziberna è presidente del Comitato Provinciale di Gorizia. Il vicepresidente Renzo Codarin è presidente del Comitato Provinciale di Trieste, oltre ad essere presidente della Federazione delle Associazioni degli Esuli Istriani Fiumani e Dalmati. Il nuovo vicepresidente Marino Segnan è presidente del Comitato Provinciale di Bologna. I consiglieri: Antonio Ballarin, Delegato all’Amministrazione dell’Associazione e consigliere Provinciale del Comitato di Roma; Guido Brazzoduro, commissario straordinario del Comitato di Milano; Francesca Briani, presidente del Comitato Provinciale di Verona; Pietro Antonio Cerlienco, presidente del Comitato Provinciale di MonzaBrianza; Pietro Chersola, presidente del Comitato Provinciale di Imperia; Arduino Copettari , vicepresidente del Comitato Provinciale di Verona; Sissy Corsi, presidente del Comitato Provinciale di Varese; Luigi Costanzo, presidente del Comitato Provinciale di Treviso; Alessandro Cuk, presidente del Comitato Provinciale di Venezia e della Consulta regionale del Veneto; Maria Elena Depetroni, presidente del Comitato Provinciale di Bergamo; Mario Diracca, presidente del Comitato Provinciale di Pescara; Coriolano Fagarazzi, presidente del Comitato Provinciale di Vicenza; Italia Giacca, presidente del Comitato Provinciale di Padova; Anna Maria Marcozzi Keller, presidente del Comitato Provinciale di Trento; Pier Maria Morresi , vicepresidente del Comitato Provinciale di Varese; Franco Papetti, delegato provinciale di Perugia; Simone Vicky Michelle Peri, consi- 9 DIFESA ADRIATICA gliere del Comitato Provinciale di Trieste; Giuliano Piccini, segretario del Comitato Provinciale di Ancona; Roberto Predolin, consigliere nazionale uscente; Flavio Rabar, presidente del Comitato Provinciale di Ferrara; Elio Ricciardi, vicepresidente del Comitato Provinciale di Padova; Davide Rossi, consigliere nazionale uscente; Donatella Schürzel, presidente del Comitato Provinciale di Roma; Sergio Tabanelli, presidente del Comitato Provinciale di Massa Carrara; Silvano Varin, presidente del Comitato Provinciale di Pordenone; Orazio Zanetti Monterubbianesi, delegato Provinciale di Fermo; Antonio Zett vicepresidente del Comitato Provinciale di Venezia. Confermato e nominato il nuovo Collegio dei Revisori dei Conti: titolari Stefano Nedoh, Giampaolo Miglierini e Attilio Raimondi; sup- plenti Gianfranco Serravallo e Azaleo Cergnul. Nominati consiglieri onorari Miriam Andreatini Sfilli (delegata di Firenze) e Bernardo Gissi (già delegato all’Amministrazione, presidente Comitato di Cuneo). Nel Consiglio nazionale hanno voto deliberativo anche i presidenti delle Consulte regionali, ovvero: Plinio Martinuzzi (Lazio), Paolo Jelich (Emilia Romagna), Silvio Cattalini (Friuli Venezia Giulia), Fulvio Mohoratz (Liguria), Antonio Vatta (Piemonte), Luciano Rubessa (Lombardia). Hanno un seggio in Consiglio nazionale, pur senza voto deliberativo, il presidente nazionale onorario Paolo Barbi, i consiglieri onorari Mario Ive , Luigi Tomaz, Argeo Benco, Tullio Vallery, Lino Vivoda, Marzia Vodopia, Miriam Andreatini, Bernardo Gissi, oltre al direttore di “Difesa Adriatica” Patrizia C. Hansen. gina della storia con il dramma dell’esilio». Il Ministro della Gioventù, Giorgia Meloni: «La Venezia Giulia ha dovuto subire eccidi di stampo etnico e discriminazioni da parte di altri italiani di fronte alle quali tutti devono chinare il capo.La meritoria attività di gelosa preservazione della memoria di associazioni come la Vostra, ha spesso supplito a carenze ed omissioni indecenti, perpetrate perfino nella redazione dei programmi scolastici. Sono orgogliosa che le mie radici italiane comprendano anche quelle giulianodalmate, radici profonde, salde, di gente pronta ad aprirsi al futuro perché ben conosce il proprio passato». Il Sottosegretario agli Esteri, Alfredo Mantica, che ha presieduto alcuni dei recenti incontri del Tavolo di coordinamento Governo-Esuli, nel suo messaggio di saluto si dice «certo che il vostro Congresso costituirà un momento significativo di memoria e di impegno per gli Esuli istriani, fiumani e dalmati, che costituiscono una componente importante dell’identità nazionale». Il Sottosegretario all’Ambiente, Roberto Menia, pur impegnato nella concomitante Conferenza internazionale sull’Ambiente a Ragusa di Dalmazia, ha voluto inviare un caloroso saluto ai congressisti, esprimendo loro «la consueta e mai sufficiente gratitudine» Tra i capigruppo parlamentari, uno dei primi messaggi è stato di Maurizio Gasparri, presidente del Gruppo parlamentare al Senato del PdL. Sono seguiti quelli di Massimo Donadi , capogruppo IdV alla Camera, il quale ha rimarcato come «L’Italia è in mora verso gli obblighi che deve tributare agli esuli istriani, fiumani e dalmati: […] atteso che con i Vostri beni materiali vennero, di fatto, pagati i debiti contratti dall’intero Paese […]alla Yugoslavia con il secondo conflitto mondiale». Le autorità presenti: Vogliamo ricordare le autorità civili e militari presenti nel pomeriggio del 27 novembre, all’apertura ufficiale del XIX Congresso. Hanno portato il loro saluto: il Prefetto di Varese, Simonetta Vaccaro; il Sindaco di Varese Attilio Fontana; il Presidente della Commissione Cultura della Provincia di Varese, Franco Binaghi; l’Assessore della Regione Lombardia, Raffaele Cattaneo; il Sindaco di Busto Arsizio, Gianluigi Fairoli; Annalisa Wagner in rappresentanza del Dirigente scolastico provinciale. Quindi il Questore di Varese, Marcello Cardona; il Comandante provinciale dei Carabinieri Col. Maurizio Delli Santi; il Comandante provinciale della Guardia di Finanza, Gen. Antonio Maggiore; il Comandante della Polizia locale, Gen. Gianni De Gaudenz. A tutti, così come alla signora Licia Cossetto e a Ottavio Missoni, è stata consegnata una targa ricordo del Congresso. I 14 punti il programma della lista «Il futuro che vogliamo» Il programma articolato in 14 punti proposto dalla Consulta Emilia Romagna – presieduta da Paolo Jelich – e dal Comitato di Bologna – di cui è presidente Marino Segnan –, quale piattaforma di riflessione e di dibattito, ha via via ottenuto consenso e adesioni che si sono infine concretizzate in una lista di candidati: coloro che oggi compongono il Consiglio nazionale. Ecco il testo del programma, sul quale l’Anvgd è chiamata da oggi ad impegnarsi. 1) ampliare e incentivare il ruolo dei figli e nipoti degli Esuli nella prospettiva della continuità associativa, anche con motivazioni di carattere storico; 2) proseguire nella linea associativa e federativa per la definizione dei problemi ancora aperti (indennizzi, riscatti agevolati, restituzioni, anagrafe ecc.); 3) procedere alla revisione dello Statuto per renderlo più adatto alle attuali esigenze; 4) snellire e riformare la composizione degli organi nazionali e locali; 5) valorizzare risorse umane e competenze all’interno dell’Associazione, utilizzando anche l’esperienza di dirigenti di prima generazione; confrontarsi con altre realtà sociali per studiarne le strategie organizzative; 6) ribadire l’equidistanza dell’Associazione dai partiti politici, tenendo sempre aperti i rapporti con le tutte istituzioni a qualsiasi livello; 7) incentivare le attività culturali e sociali quali fondamenti del futuro associativo, anche con gemellaggi con le comunità dei rimasti e le associazioni consorelle; istituire una “carta” dei valori storici e culturali che ci appartengono; recuperare la storia della nostra Associazione; sviluppare i contatti con le associazioni giuliano-dalmate nel mondo; 8) necessità di rivitalizzare da protagonisti i rapporti con il mondo della scuola; 9) programmare visibilità e iniziative non solo intorno al Giorno del Ricordo; istituire un forum di discussione su internet per il confronto di idee e proposte; strutturare in maniera costante e organizzata i rapporti con i media; creare un ruolo per la nostra comunità all’interno delle celebrazioni del 150° dell’unità d’Italia (2011); 10) organizzare annualmente convention tra i dirigenti nazionali o tra comitati provinciali, sia a livello nazionale che per regione, al fine di aumentare la coesione interna anche con contatti ed esperienze non istituzionali; 11) organizzare un raduno periodico per tutti i soci; 12) studiare la possibilità di accorpare, col tempo, le diverse realtà rappresentative degli Esuli; 13) riorganizzare la Sede nazionale; 14) studiare nuove strategie per il reperimento di fondi (fondazione) e risorse umane per le attività associative, al fine di mantenerle e migliorarle. 10 DIFESA ADRIATICA “Il Piccolo” 8 ottobre 2009 Punta Salvore che ispirò Tintoretto Punta Salvore, il punto più occidentale dell’Istria, s’identifica, per chi naviga nel golfo diTrieste, come il luogo da cui, da quasi due secoli, si diffonde la luce dello storico faro. Progettato da Pietro Nobile su commissione e a spese della Deputazione della Borsa di Trieste, l’odierna Camera del Commercio, fu inaugurato nel 1818 alla presenza dello stesso imperatore Francesco I. […] Salvore è ricca di storia, ma l’episodio forse più importante, è la battaglia navale che ebbe luogo nel 1177 nei pressi della costa. In quelle acque infide avvenne, infatti, lo scontro tra 40 galere veneziane, allestite anche grazie all’aiuto delle cittadine istriane e sostenute da papa Alessandro III, e ben 75 genovesi e pisane schieratesi dalla parte dell’imperatore Federico Barbarossa. La flotta comandata dal doge Sebastiano Ziani e Nicolò Contarini, nascosta nel vallone di Pirano colse di sorpresa gli avversari, catturò 45 navi, ne affondò altre e fece prigioniero lo stesso comandante, il futuro Ottone IV, figlio del Barbarossa. La vittoria ebbe vasta eco tanto che a Venezia, nella sala del Gran Consiglio, fu esposta una grande tela dell’evento dipinta da Domenico Tintoretto e ogni anno, per perpetuarne il ricordo, si ripete in Canal Grande la suggestiva cerimonia dello “sposalizio del mare”. […] Niki Orciuolo La battaglia di Punta Salvore (1177) in un’incisione su rame di Domenico Rossetti, dal quadro del Tintoretto “La Voce del Popolo” 10 ottobre 2009 Per i dalmati di cultura latina la lingua è tutto La Dalmazia, «un regno immaginario, sempre presente nell’araldica dei reami europei. Nella realtà inesistente. Espressione di volontà di potenza e di rappresentazione di qualcosa che non c’è e vorrebbe essere. E così un po’ siamo anche noi. “Patria vera non ha chi da te è nato”. Dura sentenza quella del Tommaseo. Perché questa è la verità che dobbiamo accettare: che chi nasce in Dalmazia può avere tante patrie». Sono questi alcuni estratti dell’intervento del leader dell’Anvgd, lo zaratino Lucio Toth, al raduno nazionale dei Dalmati a Trieste […]. «Molti in Dalmazia pensano ancora oggi che la nazionalità sia un fatto di sangue», e che «noi, italiani di Dalmazia, saremmo soltanto dei ‘croati italofoni’, traditori e collaborazionisti, come si legge nelle sentenze jugoslave». E tirano fuori «la tesi che non siamo italiani – visti tanti nostri cognomi che italiani non sono – ma Traù, le antiche mura Dicembre 2009 RASSEGNA soltanto italofoni». È la «premessa pseudo-scientifica della discriminazione e della negazione di identità», come se «la lingua, le canzoni, le filastrocche infantili, i canti delle processioni non fossero niente! Sono l’anima di un popolo. La forma del suo pensiero, della comunicazione agli altri dei propri sentimenti, delle proprie idee, delle proprie emozioni. […] Per noi, di cultura latina, la lingua è tutto». […] Come rileva sempre Lucio Toth, la vicenda dalmata e l’insegnamento che se ne trae non rappresentano un angolo marginale della storia europea, una storia locale tra le tante che hanno segnato il Novecento. Sono al contrario un crocevia di problemi attualissimi come la definizione di una identità nazionale italiana in rapporto a una comune identità europea […]. «Noi siamo stati un esempio straordinario di integrazione e di condivisione di valori comuni». Per questo, nonostante tutto le difficoltà i dalmati «non temono il futuro». Dai fecondi intrecci del passato emerge anche la strada da seguire nel futuro: l’obiettivo culturale qui si rivela primario. «Essere strumento di conciliazione nell’Adriatico e nell’Europa che si va unificando, adoperando il processo di allargamento della Ue non per arroccarci su battaglie di retroguardia – che sono la vocazione dei perdenti – ma per inserirci attivamente in questo processo» […]. Dario Saftich Un’incantevole immagine di Ragusa di Dalmazia, l’antica Repubblica di San Biagio “Avvenire” 14 ottobre 2009 Pirjevec: sulle foibe idee togliattiane Sulle foibe idee di stampo togliattiano, tutti in un unico calderone, quello di un nazionalismo italiano. È la tesi di Joze Pirjevec, di cui esce da Einaudi «Foibe. Una storia d’Italia». Sconcertante, la definisce Giuseppe Parlato, nella recensione apparsa ieri nelle pagine culturali di «Libero», notando che Pirjevec «si muove su un’unica tesi di fondo: le foibe sono un’operazione politica che ha consentito all’Italia, dopo la caduta del Muro di Berlino e dopo la crisi politica di Tangentopoli, di recuperare destra e sinistra in nome del vecchio nazionalismo che aveva gli stessi connotati di quello fascista». Su questa linea Pirjevec accusa il presidente Giorgio Napolitano, che nel 2007 parlò di «congiura del silenzio», di aver dato «un’apertura politica alla destra italiana». L’equazione sloveni=buoni contro italiani=cattivi, è una costante del libro, secondo Parlato. Uno stile veterotogliattiano che sembrava superato dalla revisione storica avviata a sinistra da Violante e Fassino “Rinascita” 15 ottobre 2009 Tommaseo e l’italianità dimenticata […] Dopo la Grande Guerra, […] Giolitti, proprio lui, si concentrò sulla questione di Fiume, prese contatti con la Jugoslavia, Stato effimero come la La fotografia, senza datazione e del quale si ignora l’autore, rappresenta presumibilmente Fiume verso Susak nel primo decennio del Novecento storia ha dimostrato ampiamente, e firma così il trattato di Rapallo nel novembre 1920, dove si decise che Fiume sarebbe diventata città libera e l’Italia avrebbe rinunciato ad ogni pretesa sulla Dalmazia a parte Zara (102 kmq anziché i 12.000 circa del Trattato di Londra, senza parlare dei compensi territoriali importanti su l’Impero Ottomano). Zara diveniva municipio del Regno d’Italia […]. Ci mise una “pezza” la Reggenza repubblicana instaurata da Gabriele D’Annunzio sulla città di Fiume a nome dell’Italia intera che non voleva riconoscere il trattato di Rapallo. A Fiume venne redatta anche una Costituzione forse la più bella di tutti i tempi, che meriterebbe essere studiata ed approfondita per i suoi aspetti di autodeterminazione della Donna, di “fantasia al potere” e di “estetica della bellezza e delle arti”, la tutela delle libertà dell’individuo, una spinta verso “l’amore libero”, i centri Yoga, i manifesti sui muri dei liberi pensieri […]. Ecco, questa Italia dov’è? […] Ad esempio, sentiamo Niccolò Tommaseo […]. Dai pensieri – scrisse Tommaseo – vengono preparate le rivoluzioni, e dalle passioni degli uomini le rivoluzioni vengono messe in moto. […] Tra le grandi leggi della storia ricorda questa, e sostiene, essere la più importante: «le sconfitte nel mondo sensibile, si convertano in vittorie nel mondo interiore». […] È solo uno squarcio, ma l’Italia è molto più grande nei pensieri e nei gesti in tanti secoli di storia, soprattutto negli uomini nati in terre oggi perdute della Patria. Raffaele Panico “Il Piccolo” 26 ottobre 2009 A Zara l’ambasciatore sblocca l’apertura dell’asilo Asilo italiano a Zara: l’obiettivo è di aprirlo per l’anno scolastico 20102011. È la conclusione a cui sono giunti a Zara, nel corso di un cordiale incontro, l’ambasciatore d’Italia in Croazia Alessandro Pignatti Morano di Custoza, il sindaco della città dalmata Zvonimir Vrancic e il presidente della Contea (Regione) zaratina Stipe Zrilic. […] L’incontro fra il diplomatico italiano e le massime autorità cittadine e regionali pare avere infatti sbloccato l’annosa e antipatica questione legata alla mancata apertura di un giardino d’infanzia italiano a Zara, penalizzata da cavilli burocratici e interpretazioni assurde, che stanno facendo tardare il progetto oltre ogni misura. Si tratterebbe della prima istituzione prescolare italiana a Zara, a ben 65 anni dalla drammatica e traumatica chiusura in città di tutti gli asili e le scuole che insegnavano nella lingua di Dante. […] Il condizionale è comunque d’obbligo, visto che già diverse volte in passato la Comunità nazionale italiana […] si è vista tradire le proprie attese dall’atteggiamento ostruzionistico e dilatorio delle autorità zaratine. […] Tornando alla visita dell’ambasciato- re Pignatti, va detto che ha deposto una corona al Sacrario militare italiano, facendo tappa alla Comunità degli italiani (la prima visita di un ambasciatore nel sodalizio dei connazionali zaratini), al Dipartimento d’italianistica dell’Ateneo di Zara, all’Archivio di Stato, alla Biblioteca scientifica ex Paravia e al nuovo Museo del vetro antico. Da aggiungere che nell’incontro con le autorità municipali e conteali, si è parlato pure del restauro dell’effige in rilievo raffigurante un leone marciano, posizionata sulle mura della città, progetto che sarà finanziato dalla Regione Veneto. (a.m.) “Secolo XIX” 26 ottobre 2009 Zoagli ha reso onore ai Martiri delle Foibe Zoagli dedica la scalinata di piazza XXVII Dicembre al Martiri delle Foibe. Alla cerimonia di ieri mattina, presieduta dal sindaco, Rita Nichel, hanno partecipato il presidente della Consulta ligure dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, Fulvio Mohoratz, il consigliere regionale e comunale Franco Rocca, vicepresidente della commissione giuliano-dalmata, rappresentante del consiglio ligure. Tra gli ospiti, Claudio Eva, direttore del Gruppo nazionale per la difesa dal terremoti e presidente del Comitato Anvgd di Genova. […] Esodo dalla Zona B “Vita Nova” 2 novembre 2009 Don Bonifacio: intervista a don Luka Pranjic Siamo seduti sulla terrazza della Comunità degli Italiani di Grisignana […]; dalla parte opposta, arroccata sul suo colle, c’è Montona. «Il paesaggio più bello del mondo», sostiene don Luka Pranjic. È un prete giovane, ha 26 anni; dopo il liceo cattolico a Pisino ed il seminario a Fiume, è stato ordinato un anno e mezzo fa e questo è il suo primo incarico: parroco di Grisignana, Castagna e Crassiza. […] A don Luka piacerebbe fosse possibile ritrovare il corpo di don Francesco Bonifacio, assassinato proprio su queste strade polverose. […] La comunità l’ha accolto con tanta disponibilità e gioia […]. Confessa che non gli è congeniale tenere il catechismo, affrontare discorsi spirituali in italiano; benché nato a Parenzo, i suoi genitori vengono dalla Bosnia e la sua lingua materna è il croato. Non nasconde nemmeno un certo orgoglio nazionale: «In fin dei conti, la Chiesa è sempre “nazionalista”, nel senso che Luoghi di Don Bonifacio, la piccola Crassiza è vicina al popolo». Ma, in quanto servo di Dio, è bene che parli anche la lingua del gregge che gli è stato affidato, che è in buona parte ancora italiano. Lui predica per un trenta per cento circa in italiano e per il resto in croato […]. Tuttavia, gli riesce difficile soprattutto comprendere il dialetto istroveneto, che è la lingua comunemente usata. […] Nel tragitto incontriamo la siora Maria Reganzin, malferma sulle gambe, sdentata, un po’ sorda. Don Luka la saluta, lei risponde affettuosa sciorinando tutti i suoi malanni, chiedendo una Messa, cercherà i soldi; il sacerdote dice che non ce n’è bisogno, lei insiste per pagare, finché può, vuol far del bene. Per tutta la vita ha fatto la perpetua, per questa dedizione alla Chiesa ne ha passate, vien fuori. Per molti anni dopo la guerra, quando la vedevano che spazzava il sagrato, le negavano anche il saluto. […] «Cossa la vol che ghe conto, de la mia vita? Oh, ma la xè ‘ssai longa, no ghe bastassi un giorno. Longa come la fame...». […] Andrea Dessardo caserta24ore.it 8 novembre 2009 A Caserta si studia l’Adriatico orientale La Libera Facoltà di Scienze Turistiche di Caserta è un’Istituzione culturale privata che da quaranta anni opera nel campo degli studi e della preparazione scientifica degli operatori e manager del settore turistico. La più antica in Italia in questo campo, con tre Corsi di Laurea in Scienze Turistiche: “Naturalistico-ambientale”, “Economico-aziendale” e “Croceristico-navigazione”, fruibili anche online. Per la prima volta, nel nuovo piano di studi dell’anno accademico 2009/2010 è stata inserita come materia di esame “Storia, Cultura e Turismo delle Regioni Adriatiche Orientali”. Ad introdurla ed insegnarla, un neodocente della Facoltà Vittorio Giorgi, avvocato civilista studioso delle questioni storiche-giuridiche dell’Istria, Fiume-Quarnaro e Dalmazia, che ha pubblicato numerosi articoli e tenuto vari convegni sul tema. Il Rettore Pietro Michele Farina non ha esitato ad inserirla nel nuovo piano di studi, considerato il forte spessore culturale di queste splendide regioni storiche europee […] ricche di testimonianze artistiche ed architettoniche latine e venete, divenute importanti mete del turismo internazionale. La presenza di una forte Comunità Italiana autoctona (30.000 in Istria, 6.000 a Fiume e 2.000 in Dalmazia) rappresenta poi un valido elemento di riferimento per gli scambi culturali con l’Italia. Archivi storici, la conservazione e la fruizione dei documenti antichi al forum di Trieste www.arcipelagoadriatico.it 10 novembre 2009 Codarin al 19esimo Archival Day Il 19° International Archival Day è stato inaugurato ieri mattina ed è proseguito con una lunga giornata di appuntamenti e approfondimenti […]. Nell’occasione ha portato un suo indirizzo di saluto anche Renzo Codarin, presidente della Federazione degli Esuli […]. «Una catalogazione scientifica di qualità, che contribuisce a creare Dicembre 2009 quel clima di collaborazione e di serio lavoro con l’intento di ampliare gli orizzonti della cultura locale» ha dichiarato Codarin. L’ampio respiro è stato poi garantito dall’incontro tra gli operatori del settore provenienti da Italia, Croazia e Slovenia, ma anche Finlandia, Bulgaria Germania, Bosnia ed Erzegovina, Polonia, Canada, Austria, Grecia, Israele, Gran Bretagna, Bielorussia, Spagna, Francia, Russia, Montenegro, Malesia, Serbia e Kossovo che si sono occupati degli aspetti tecnici della materia. […] (e.m.) “Osservatore Romano” 14 novembre 2009 S. Pietro e S. Marco nell’iconografia adriatica Il direttore dei Musei Vaticani ha presentato, nell’Aula del Sinodo in Vaticano, il volume San Pietro e San Marco. Arte e iconografia in area adriatica curato da Letìzia Caselli (Roma, Gangemì, 2009, pagine 219). Pubblichiamo il suo intervento. «[…] San Marco […] è diventato fin da subito l’emblema di uno Stato. […] Dire San Marco voleva dire Venezia. Il leone alato con il libro e la spada stava al centro della piazza principale in ogni città del Dominio diTerra o da mar; da Spalato a Verona, da RASSEGNA Corfù a Crema. Il leone issato sulle galere da combattimento terrorizzava, al suo solo apparire, i pirati uscocchi e i corsari magrebini; e sbaragliò il Turco, a Lepanto, nel 1571. […] Fra la fine del primo e l’inizio del secondo millennio l’agiografia e l’iconografia dell’evangelista sono ormai definite e Il Leone marciano in un bassorilievo ispirato al bronzo di Donatello per l’altare maggiore della Basilica di S. Antonio a Padova consolidate, almeno in area adriatica. […] Ci sono la linea narrativa grecoorientale e quella latino-occidentale. Per la prima Marco fonda la Chiesa di Alessandria, ne diventa vescovo, viene martirizzato sotto Nerone nell’anno di Cristo 68 e sepolto nella località egiziana di Boucoli. Per il leggendario latino invece, Marco ha un destino prevalentemente romano e veneto. Arriva a Roma con Pietro nel 42, viene incaricato di evangelizzare Aquileia e le terre circostanti, muore ad Alessandria, ma da Alessandria i suoi resti mortali vengono trafugati dai veneziani nell’anno 828. Da questo momento in poi san Marco diventa il segno identitario di una città e di uno Stato. E il patrono di Venezia sostituendo nel ruolo il greco Teodoro, è titolare della basilica che porta il suo nome, è l’emblema della Repubblica. […] Il «ritratto» più antico di Marco è affidato a una tavoletta del Fayyum (VI secolo) conservata nella Biblioteca Nazionale di Francia. È un uomo robusto, barbato e stempiato, che ci Contributi della Regione Veneto per i beni culturali in Istria e Dalmazia Scrive un lettore Scrive il Sig. Severino Bergamo, nostro Lettore, riguardo i contributi che la Regione Veneto stanzia dal 1994 in forza della Legge regionale 7 aprile 1994 n. 15 (nota anche come «Legge Beggiato»), a favore della conservazione del patrimonio architettonico, artistico, archivistico e culturale veneziano in Istria e in Dalmazia. «Questo evento – annota il Sig. Bergamo – stride e non poco offende moralmente noi esuli […], dal momento che tali terre non ci appartengono più, non capisco […] perché siamo obbligati a tali oneri […]». La riflessione del nostro Lettore è più lunga, ma in sostanza ribadisce la sua opinione su un provvedimento che, a suo parere, depaupera gli esuli a favore di iniziative che favorirebbero luoghi e comunità oggi diversi. Vediamo di fare un po’ di chiarezza, e ringraziamo il Sig, Bergamo di avercene offerta l’occasione. La legge in questione è, come accennato, regionale, concepita ed attuata nell’ambito delle prerogative riconosciute dalla normativa generale dello Stato alle singole Regioni. Ora, l’Istria e la Dalmazia, come noto, conservano un numero altissimo e impareggiabile di memorie storiche ed artistiche di matrice latina e veneta, plasmate come sono state dall’antichità classica sino all’epoca moderna dalla grande civiltà romana prima e veneziana poi. L’intero volto dell’Adriatico orientale è stato così disegnato, inconfondibilmente, in quello che per secoli è stato chiamato, non a caso, anche «Golfo di Venezia». La conservazione dei beni culturali, siano essi architettonici, artistici e documentali, richiede come tutti sanno ingenti risorse economiche e competenze specifiche. La preservazione di quell’ingente patrimonio rischiava di venire irrimediabilmente compromessa dall’assenza o dalla scarsità, oltre confine, sia delle risorse che delle competenze tecniche e tecnologiche, nelle quali peraltro l’Italia eccel- 11 DIFESA ADRIATICA le. L’iniziativa della Regione Veneto, che in quanto appunto regionale utilizza risorse proprie e non destinate allo Stato centrale, è venuta in soccorso del degrado e del rischio di abbandono di quelle evidenti testimonianze storico-artistiche che ai turisti contemporanei parlano di latinità e di venezianità, e che sono alla radice anche delle scelte della popolazione italiana autoctona nel drammatico frangente dell’esodo. Dunque, i contributi che meritoriamente la Regione Veneto elargisce sulla base di progetti di volta in volta approvati da sue apposite commissioni che ne valutano merito e fattibilità e ne hanno il controllo, non sottraggono capitali agli indennizzi per i «beni abbandonati», gestiti dallo Stato per tramite del Ministero dell’Economia e delle Finanze, e non sono diretti a favorire situazioni e comunità diverse o, ancor peggio, ostili. Vengono invece destinate alla conservazione e alla fruizione di quell’immenso “capitale” di civiltà che da Capodistria a Sebenico, da Parenzo a Zara, da Pola a Fiume e incluse tutte le isole e i piccolo borghi, tramandano ai contemporanei la memoria storica e l’identità vera di quel territorio. Penso che tutti dovremmo avere cara la preoccupazione di preservare quelle testimonianze, che parlano durature nei secoli. Patrizia C. Hansen guarda frontalmente con grandi occhi neri. […] Ma la costa orientale dell’Adriatico — la Dalmazia insieme all’entroterra croato e bosniaco — entrarono presto nell’orbita politica e culturale di Venezia. […]» Antonio Paolucci “Il Piccolo” 19 novembre 2009 Fiume: mostra storica sulla lingua italiana Dopo Pordenone la mostra dal titolo «Dove il sì suona» dedicata alla storia della lingua italiana, è stata inau- gurata alla Comunità degli italiani di Fiume. L’esposizione è stata promossa dal comitato fiumano della Società Dante Alighieri in collaborazione con il sodalizio di Palazzo Modello, la sede centrale della Società predetta, i comitati della “Dante Alighieri” di Pordenone, Albona e Pola e con il contributo del Dipartimento cittadino alla cultura. La mostra si propone d’illustrare nei suoi diversi aspetti l’evoluzione della lingua italiana nei secoli, dalle origini fino a oggi. In visione anche il vocabolario degli accademici della Crusca e altri volumi grazie ai quali sarà possibile compiere un viaggio interessante sul percorso della lingua italiana. La mostra a carattere itinerante verrà allestita anche in altre città della Croazia. (v.b.) Notizie liete L’istriana Anna Bursich: 109 anni e una fede, la Triestina Trieste. “Il Piccolo” ha dato recentemente notizia di un traguardo d’eccezione, quello della signora Anna Bursich, nata in Istria, nei pressi di Salvore, il 31 ottobre del 1900, madre di cinque figli, cresciuti nella campagna istriana, in località Monte Rosso. Ha festeggiato dunque nelle scorse settimane i 109 anni, attorniata dai famigliari e dagli amici, ai quali si è voluto unire il sindaco, Roberto Dipiazza. Ma la sua vigile attenzione è stata rivolta alla delegazione della Triestina calcio, la grande passione della sua vita: «Amo i colori rossoalabardati da sempre – ha detto con vivacità poco prima della partita della Triestina, vinta per 2-0 sul Torino – e spero di portare sempre fortuna alla squadra della città». Nel corso della visita del sindaco Dipiazza, la signora Anna ha anche rievocato i momenti difficili delle guerre che ha vissuto e che hanno devastato la sua amata Istria. Ora, la signora Bursich intende puntare ai 110 e ad una nuova maglia della Triestina già regalatale dai giocatori quando ha compiuto i 107: «Nel 2007 – ha detto – mi donarono quella col 107, spero che la tradizione continui!». Nozze d’oro Martinuzzi Il 24 ottobre scorso gli esuli di Albona Plinio e Mirella Martinuzzi (nella foto) hanno celebrato il 50° anniversario di matrimonio nella Chiesa di San Marco Evangelista nel quartiere Giuliano Dalmata di Roma alla presenza di numerosi parenti ed amici convenuti per l’occasione. Al presidente della Consulta Lazio dell’Anvgd ed alla Sua gentile Signora, i più vivi rallegramenti e i più fervidi auguri. La laurea di Alice Bertinotti Alice Bertinotti di Savigliano (Cuneo), nipote degli Esuli polesani Maria Madrusan e Michele Zuccon, ha conseguito il 14 luglio 2009 la Laurea di primo livello presso la Facoltà di Lingue e Culture Straniere Moderne dell’Università di Trieste (Relatori Proff. Laura Pelaschiar e Monica Randaccio), discutendo la tesi dal titolo «Sins of impurity», James Joyce, Sexuality and social acceptability e ottenendo la votazione di 110 e lode. I nonni Maria e Michele, gli zii Luciana ed Ego, la mamma Flavia e i fratelli Denis e Lisa Le augurano con affetto un brillante e felice futuro, sempre animata dal suo “spirito istriano” che la porterà ad essere “cittadina del mondo”, custodendo nel cuore il ricordo del nostro “bel mar”. La laurea di Valentina Bobbio Parenzo, finestre veneziane Ennio Celli, «fiuman de Fiume che vive a Busalla» ha il grande piacere di comunicare che la nipote, figlia di Claudia e Giuliano, Valentina Bobbio, si è brillantemente laureata il 25 settembre 2009 in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche presso la facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Genova.Votazione 110 e Lode. 12 DIFESA ADRIATICA Dicembre 2009 dai comitati DELEGAZIONE DI BARLETTA Presentato a Corato il libro Nato in rifugio di Giuseppe Dicuonzo «Dite ai Dalmati ed ai Croati che sarà breve la lotta; che né secoli né violenza potranno slavizzare le terre e gli uomini sui quali la natura pose una impronta italiana». Questo breve pensiero di Matteo Renato Imbriani, evidenzia l’assoluta priorità data al concetto di italianità e agli italiani stessi vissuti in quelle terre fino al secolo scorso. A lui è stata dedicata la centralissima piazza del centro storico del Comune di Corato dove, tra l’altro, ha sede la biblioteca comunale. Il giorno 30 ottobre 2009, grazie al fattivo impegno dell’Istituto nazionale per la Guardia d’Onore alle reali tombe del Pantheon, con il patrocinio del Comune di Corato, si è svolta all’interno della biblioteca comunale la presentazione del libro Nato in rifugio di Giuseppe Dicuonzo, edito dalla casa editrice Uni Service. Il libro può considerarsi una ricerca di carattere storico geografico dell’Istria. L’autore non vuole suscitare polemiche ma conferire chiarezza alle vicissitudini di un popolo non note ma mantenute volutamente per 60 anni nell’oblio. Ad introdurre l’evento è stato Maurizio Caterino delegato provinciale dell’Ingo.rr.tt.p. di Bari e referente di zona dell’Associazione del Nastro Azzurro, premiato nel corso dell’incontro con una targa ricordo per i 25 anni di militanza nell’Istituto delle Guardie Reali alle Rr.Tt del Pantheon. Egli, dopo aver illustrato la biografia dell’autore, ha passato la parola a Tommaso Bucci, ispettore per l’Italia meridionale dell’Ingo.rr.tt.p. che, dopo aver ringraziato l’amministrazione comunale per la collaborazione e l’ospitalità concessa si è soffermato breve- mente sul concetto e sui valori di patria per la quale gli italiani d’Istria e di tutta la Venezia Giulia e Dalmazia hanno dato un grande tributo di sangue e di sofferenze. È seguito l’intervento dell’autore che ha riscosso un grande successo per le sue riflessioni su una terra di confine quale l’Istria. L’evento si è concluso con la proiezione del cortometraggio della settimana Incom «Pola Addio» con immagini dell’esodo da Pola. * * * Il volume è stato quindi presentato anche a Castellaneta (Taranto), il 14 novembre scorso. L’evento, organizzato dalla sede locale del Circolo Culturale “Agorà” presieduta dal col. Annibali, è stato introdotto dall’Aiutante di Marina Violi, Guardia d’Onore alle reali tombe del Pantheon, che ha introdotto gli interventi del dott. Tommaso Bucci, Ispettore dell’Italia meridionale per dell’Ingo.rr.tt.p. È seguito un minuto di silenzio in onore delle vittime delle foibe. Ha preso poi la parola l’autore del libro che ha mantenuto viva l’attenzione dell’uditorio composto da iscritti e simpatizzanti del Circolo. M. D. * * * Il Delegato provinciale Anvgd di Barletta-Andria-Trani ha partecipato in qualità di Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon alla cerimonia svoltasi presso il Sacrario dei Caduti d’Oltremare di Bari in occasione della traslazione nelle loro città d’origine dei resti mortali di 10 soldati italiani caduti sui vari fronti di guerra (jugoslavo, greco ecc.) durante la Seconda guerra mondiale. Dopo la S. Messa sono stati resi gli onori ai caduti da parte di un picchetto armato del X Reggimento Trasporti di Bari alla presenza del direttore del Sacrario, ten. col. Amodio, del gen. Picca, responsabile provinciale del Regione Lombardia, il nuovo bando del concorso a tema rivolto alle scuole Il Consiglio Regionale della Lombardia indice il Concorso regionale per gli studenti dellle scuole secondarie di primo e secondo grado lombarde, ai sensi dell’art. 3 della L.R. 14 Febbraio 2008, n. 2: «L’esodo degli italiani dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia e l’accoglienza in Lombardia». Ne riproduciamo un significativo estratto. Per la versione integrale si possono contatare: il Consiglio Regionale della Lombardia, Ufficio Relazioni con il pubblico - presso SpazioRegione, Via Fabio Filzi 22, Milano, tel. 02.674 82 777-778 - fax 02. 674 82 779 - e-mail [email protected] Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo l’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, Via Leopoldo Serra 32 - 00153 Roma tel. 06.581 68 52, e-mail [email protected] Indirizzo e-mail protetto dal bots spam, deve abilitare Javascript per vederlo ARTICOLO 1 Oggetto del concorso Ai sensi dell’art. 3 della legge regionale 14 febbraio 2008, n. 2 “Attività della Regione Lombardia per l’affermazione dei valori del ricordo del martirio e dell’esodo giuliano-dalmata- istriano”, l’Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale della Lombardia indice un concorso per ricordare “il sacrificio degli italiani dell’Istria di Fiume e della Dalmazia: mantenere la memoria, rispettare la verità, impegnarsi per garantire il diritto dei popoli“ e testimoniare che ogni persona ha diritto di vivere in pace, nella terra natia, con la propria famiglia. Per l’anno scolastico 2009/2010 il tema del concorso è “L’esodo degli italiani dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia e l’accoglienza in Lombardia”. ARTICOLO 2 Modalità di partecipazione al concorso La partecipazione al concorso è aperta a tutti gli allievi degli Istituti Scolastici secondari di primo e secondo grado della Lombardia. La partecipazione può essere individuale oppure di classe. Agli effetti del concorso, una classe di concorrenti avrà gli stessi diritti di un singolo partecipante. A tutti i componenti della classe sarà riconosciuta la paternità delle idee proposte e il premio verrà conferito alla classe nel suo insieme, in numero non superiore a 40 alunni. Nastro Azzurro di Bari, di Tommaso Bucci socio Anvgd e ispettore per l’Italia Meridionale dell’Istituto Naz.le per la Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon oltre che numerose Associazioni Combattentistiche e d’Arma e familiari dei Caduti. COMITATO DI GORIZIA COMITATO DI MILANO Il 4 novembre 2009 si è tenuta al Cimitero Monumentale di Milano una sentita cerimonia per ricordare tutti i Defunti, i Caduti nella Prima guerra mondiale e i legionari di D’Annunzio. Una qualificata rappresentanza di iscritti e di componenti del Comitato milanese che a suo tempo volle realizzare la lapide, ha deposto una corona sotto la targa posta nel Famedio del Cimitero Monumentale. Si è voluta così ricordare sia la ricorrenza del 2 Novembre che la vittoria nella Grande Guerra del 4 novembre 1918. Il Comitato goriziano dell’Anvgd, in collaborazione con la Skgz, Unione Culturale Economica Slovena di Gorizia ed il quotidiano “Il Piccolo” ha promosso venerdì 20 novembre, nella Sala Conferenze di Palazzo Strassoldo, un incontro-dibattito pubblico con i due noti giornalisti e già parlamentari Jas Gawronski e Demetrio Volcic sul tema «La caduta dei Muri», a 20 anni dalla caduta del Muro di Berlino. L’incontro ha avuto per moderatore il direttore de “Il Piccolo”, Paolo Possamai. Due momenti della deposizione, a cura della delegazione del Comitato Anvgd milanese, della corona in onore degli esuli defunti, nel Cimitero monumentale del capoluogo lombardo. Si riconoscono a sin. delle immagini Guido Brazzoduro e Roberto Predolin ARTICOLO 3 Elaborati ammessi È ammesso al concorso ogni tipo di elaborato, in qualsiasi forma (poesia, tema, ricerca, spot, musica, canto, disegno, manifesto, striscione, sito web, musical, cortometraggio, ecc..) purché pertinente al tema.In ogni caso, gli elaborati dovranno essere presentati con una delle seguenti modalità:Supporto cartaceo;- Supporto informatico (floppy, cd-rom, Dvd);Video (Vhs). ARTICOLO 4 Termini e modalità per la presentazione dei lavori Gli elaborati dovranno pervenire per mezzo di raccomandata o essere consegnati a mano a entro e non oltre il 22 gennaio 2010 a: Consiglio regionale della LombardiaUfficio Relazioni con il pubblicopresso SpazioRegione, Via Fabio Filzi, 22 – MilanoI plichi dovranno recare all’esterno la dizione specifica: “Concorso ex L.R. 14 FEBBRAIO 2008, N. 2. La memoria del 4 Novembre nel presente dei giuliano-dalmati In occasione della festività del 4 novembre, il Presidente nazionale Anvgd Lucio Toth ha indirizzato al Presidente della Repubblica Napolitano, ai Presidenti delle Camere Fini e Schifani e al Ministro della Difesa La Russa il seguente messaggio: Nella ricorrenza del 4 Novembre iscritti e dirigenti di questa associazione si uniscono ai sentimenti dell’intera Nazione nell’affetto e nella stima per le nostre forze armate, oggi impegnate in patria per assicurare l’ordine e la legalità e all’estero in missioni di pace, ove si distinguono per la loro efficienza operativa sul piano militare e per la loro capacità di dialogo e di cooperazione con le popolazioni. Il 4 novembre ricorda agli italiani e a noi, esuli e figli di esuli giulianodalmati, la vittoria nella prima guerra mondiale, che portò a compimento l’unificazione nazionale, congiungendo all’Italia le nostre terre natali, che l’infausta guerra 1941-45 ci ha poi ingiustamente strappato. Trieste e Gorizia sono rimaste il simbolo di quell’immane sacrificio di tutto un popolo, come possono diventare il simbolo di una nuova collaborazione nell’Europa unita superando isterici e anacronistici nazionalismi da una parte e dall’altra. In quelle giornate di 91 anni fa anche Rovigno, Parenzo, Pola, Zara e le altre città dell’Istria e della Dalmazia salutarono l’arrivo del Tricolore. Anche adesso molti giovani delle nostre famiglie militano volontari nelle forze armate, per quell’antico attaccamento alla Bandiera che ci è stato trasmesso dalle generazioni che ci hanno preceduto. Lucio Toth Scuola secondaria di primo oppure secondo grado Elaborato individuale oppure Elaborato di classe” Ai lavori dovrà essere allegata obbligatoriamente una scheda in busta chiusa , sottoscritta dall’insegnante coordinatore e dall’autore/i se maggiorenne/i, contenente:- nome e cognome dell’autore/i- denominazione, indirizzo e telefono della scuola - nome e cognome dell’insegnante/i coordinatore dei lavori, e suo recapito telefonico- liberatoria all’utilizzo del lavoro da parte della Regione Lombardia e dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (Anvgd). […] ARTICOLO 6 Premio Gli autori dei migliori elaborati individuale e di classe – questi ultimi in numero non superiore a 40 - e i loro accompagnatori avranno la possibilità di partecipare ad un viaggio nelle Dicembre 2009 13 DIFESA ADRIATICA dai comitati Fiumani, Amleto Ballarini per arricchire ulteriormente il Museo di cimeli preziosi attestanti la ricchezza della cultura fiumana. COMITATO DI MONZA-BRIANZA COMITATO DI TORINO Ci perviene e pubblichiamo il testo dell’intervento del presidente del Comitato Cerlienco tenuto il 20 settembre scorso, su invito dell’Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italiasezione di Monza, al Sacrario Militare di Tradate (Varese), ufficialmente riconosciuto dal Ministero della Difesa. Proprio in queste ore, le salme dei nostri militari caduti a Kabul stanno rientrando in Italia avvolte nel Tricolore. A nome dei membri del direttivo Anvgd-Monza Brianza, a nome di tutti i nostri iscritti e mio, desidero esprimere i sensi del nostro più profondo cordoglio in memoria di questi sei Valorosi e di tutti i Paracadutisti caduti nell’adempimento del loro dovere. Desideriamo ringraziare il presidente Crippa dell’Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia-sezione di Monza, per l’invito ufficiale a presenziare alVostro fianco a questa cerimonia in questo Sacrario; luoghi come Tradate, El Alamein e Redipuglia ci aiutano a mantenere vivi nella nostra memoria il ricordo e l’esempio di quanti hanno amato la nostra Patria e la nostra bandiera sopra ogni cosa. Tra costoro, qui riposa il fondatore della scuola di paracadutismo di Tradate, il tenente colonnello Medaglia d’Argento al Valor Militare Edvino Dalmas, Zaratino, Dalmato a cui noi del Comitato Anvgd Monza Brianza desideriamo rivolgere un pensiero di gratitudine; un vero Italiano che con la determinazione tipica della nostra gente ha contribuito a dare lustro ai valori per noi sacri di Patria ed alla gloriosa tradizione del paracadutismo italiano. Grazie, Fratello Dalmas, a nome terre della Venezia Giulia, dell’Istria e della Dalmazia. ARTICOLO 7 Pubblicazione dei lavori Il Consiglio Regionale della Lombardia e la Anvgd si riservano la facoltà di esporre e/o pubblicare in tutto o in parte i lavori presentati senza nulla dovere ai concorrenti, rispettando la paternità dei lavori e impegnandosi a citare gli autori.Il Consiglio Regionale Monza, il presidente del Comitato Anvgd, Cerlienco (al centro), intervenuto con i suoi diretti collaboratori alla cerimonia svoltasi al Sacrario Militare di Tradate (Varese) di tutti i Dalmati in Patria ed in esilio. COMITATO DI PESCARA Visita all’Archivio Museo Storico di Fiume in Roma Il 24 ottobre 2009 un qualificato gruppo del Comitato Anvgd di Pescara si è recato a Roma in visita all’Archivio Museo Storico di Fiume. La comitiva pescarese era guidata dal fiumano Mario Diracca, presidente del Comitato, e dal segretario prof. Antonio Fares. Questa iniziativa è stata voluta fortemente dal signor Diracca che ha voluto donare al Museo fiumano una bellissima e preziosa opera in legno raffigurante la Torre civica di Fiume. Il cimelio apparteneva al dott. Mario Blasich, che come è noto fu assassinato la notte del 4 maggio 1945 da partigiani jugoslavi. La famiglia di Blasich volle donarlo ai Diracca, che lo hanno conservato nella propria casa fino ad oggi. La comitiva è stata ricevuta da della Lombardia e la Anvgd si riservano altresì il diritto di utilizzare il materiale consegnato per eventuali pubblicazioni, cartacee o on line, per trasmissioni radiofoniche e televisive ed ogni altra forma di diffusione.I lavori resteranno di esclusiva proprietà del Consiglio regionale della Lombardia che ne disporrà liberamente per gli usi e secondo le modalità definite successivamente dallo stesso. […] Marino Micich, direttore del Museo e dal consigliere Massimo Gustincich. In quella stessa giornata è avvenuta la consegna dell’opera del conte Luciano Wiederhofer (esule fiumano residente a Latina): uno sbalzo in bronzo raffigurante l’aquila bicipite fiumana. Tale opera è stata commissionata dal presidente della Società di Studi Venerdì 30 ottobre, presso il Circolo Culturale Unione Regionale Profughi e Rimpatriati Italiani dall’Estero, si è tenuta la presentazione del romanzo Fiume. La saga dei legionari di Gabriele d’Annunzio di Luigi Vatta, Edizioni Spoon River. Con l’autore, erano presenti in veste di relatori l’assessore regionale Gianni Oliva, l’assessore comunale Alessandro Altamura, Marco Ansaldo (giornalista de “La Stampa”). Ha coordinato Antonio Vatta, presidente Consulta Regionale Piemonte Anvgd. COMITATO DI TRENTO DELEGAZIONE DI ROVERETO Incontro con Sergio Tazzer Il 6 ottobre il giornalista Sergio Tazzer ha tenuto una conferen- Roma, sede dell’Archivio Museo Storico di Fiume. La delegazione del Comitato pescarese con il direttore, Marino Micich (a destra della foto) za a Rovereto, nella Sala degli Specchi di Palazzo Rosmini. Il tema era dato dal titolo del suo libro Tito e i rimasti. La difesa dell’identità italiana dell’Istria, Fiume e Dalmazia. Un folto pubblico, costituito da Esuli e, soprattutto da roveretani e da trentini, ha ascoltato con attenzione l’esposizione del giornalista, esperto in storia passata e recente della mitteleuropa ex asburgica. Sergio Tazzer ha delineato le difficoltà degli Esuli in Italia e dei rimasti nell’ex Jugoslavia, non esodati per convinzione ideologica o per timore di affrontare la difficile via dell’esilio, diventando presto ostaggi della politica comunista nazionalista di Tito, gestita da jugoslavi ma anche da militanti italiani. L’abolizione immediata delle scuole italiane, la croatizzazione forzata, espropri e collettivizzazione delle proprietà, congiunte alle limitazioni della libertà personale e di pensiero, crearono situazioni difficili nel pubblico e nel privato.Lentamente, a rischio della loro incolumità personale, un gruppo d’intellettuali difese lingua e cultura italiane a tutela dello sparuto gruppo etnico italiano. La conversazione del giornalista ha toccato le attuali realtà dell’Europa dell’Est, i rapporti politici e culturali fra le nazioni stesse e queste con l’Italia. Estremamente interessante il dibattito svoltosi con il pubblico in sala, presenti anche giornalisti della Rai in quanto Sergio Tazzer è stato caporedattore anche della sede di Trento. La presidente del Comitato Provinciale di Trento ha ringraziato l’oratore, i presenti ed il Comune di Rovereto che ha offerto agli Esuli locali questa opportunità. Anna Maria Marcozzi Keller COMITATO DI VENEZIA Si è svolta a Marghera, con un’ampia partecipazione di soci, l’Assemblea del Comitato Anvgd veneziano convocata per rinnovare le cariche sociali per il triennio 2009-2012. Il successivo Direttivo provinciale ha eletto presidente onorario Tullio Vallery, presidente Alessandro Cuk, vicepresidente Antonio Zett, segretario Piero Gazzari, tesoriere Eneo Sponza. I consiglieri sono Luigi Tomaz, Irma Sandri Ubizzo, Luciano Toncetti, Claudio Chiappetta, Mario Cocolet, Aldo Sigovini, Luigi D’Agostini, Ida Cernecca, Roma Terdi, Gianmarco Valli e Giancarlo Stival. La foiba di Basovizza, emblema degli eccidi nella Venezia Giulia Il giornalista Rai Sergio Tazzer, direttore della trasmissione Est Ovest. Ha presentato il suo libro recentemente edito nel corso di un incontro coordinato dalla presidente del Comitato Anvgd di Trento, Anna Maria Marcozzi Keller 14 DIFESA ADRIATICA Dicembre 2009 Istria through Time: history on dvd, and in four languages An inter-disciplinary and multimedia history of Istria in six documentaries produced in four languages (Italian, Croatian, Slovenian and English): this is Istria nel Tempo (Istria through Time), a series of dvds produced as a joint venture between the Italian language program of Tv Capodistria, the Historical Research Center of Rovigno, the Italian Union, and the Popular University of Trieste, coordinated by Professor Giuseppe Parlato. This series, product of collaboration between experts from various fields, was able to be carried out through Italian funding for the defence of Italian cultural heritage in Istria which is now Slovenia, and Dalmatia which is now Croatia. The series also makes use of music by Istrian composers such as Andrea Antico da Montona (15th Century) and don Filippo da Laurana (14th Century) performed by the “Solisti Istriani” Baroque ensemble. The documentary research, clearly a huge undertaking, was entrusted to Italian, Slovenian and Croatia experts of various scientific fields, and coming from the La Sapienza University of Rome, the “Coastland” University, the University of Lubiana, the Saint Pius V University of Rome, major universities in Trieste, Udine and Padua, local government societies for cultural heritage, and the Archaeological Museum of Istria. The series is divided into six parts: the origins and the Istria of the second half of the twentieth century. The melancholy image of a burgh, abandoned in the exodus of Italians in 1947 “castellieri” civilization; the Roman age and the late ancient period; the Medieval period; the Venetian Republic and the Hapsburgs; the 1800s; and the 1900s. The authors intended to show the life of the Istrian peoples by means of the cultural material preserved in Istrian museums, archaeological sites, and historical and artistic monuments of importance in the upper Adriatic region, as, for example, Venetian works of art, or churches of the early Christian and Medieval eras. The visual material come from important European archives, such as the Filmarchiv of Vienna and the Historical Archive of Rome’s “Istituto Luce”. The 1900s are welldocumented in images from the First World War, the land reclamation and other public works projects of the Twenties and Thirties, and the Second World War, with the “rush for Trieste” by Tito’s partisans, who tried to capture Trieste before the Allies arrived, the exodus of the Italians from VeneziaGiulia in 1947 and beyond, the communities of Italians who remained under Tito’s regime, and on to the break-up of Yugoslavia. Ed. Pola, the Venetian divisional governor’s palace, finished in 1296. With Romanesque foundations, it was successively transformed along Gothic lines. Today it is the seat of the city government Prehistoric Istria. An example of the “casita”, an ancient peasant shelter whose form and building techniques are common to the entire Mediterranean area and can trace its origins to remotest times: from the Treasure of Atreus in Mycenae to the “nuraghe” of Sardinia, as well as the “trulli” of Puglia The Brioni archipelago, off the coast of Pola, preserves splendid vestiges of Roman villas built at the sea line Straulino: Sails Unfurled in Nautical History The greatest sailor of all time was born on the island of Lussino Augusto Straulino is considered the greatest sailor of the nineteenhundreds: an authentic legend. Olympic champion, four time world champion, ten time European champion, and thirteen time Italian champion. His path to success started when he was still very young, and his father and uncle built him a small boat, christened “Sogliola” (“Sole”). He studied at the naval academy, and during the war he enlisted in the “Gamma” division of “Decima Mas”. He was captured twice, first by Tito’s partisans and later by the Germans. After the war, he went back to the Navy, of course, where he was given the command of the “AmerigoVespucci”. The City of Trieste has honoured this famous son of Lussino with an exhibit at the Civic Maritime Museum, entitled Straulino and Olympic Sailing. “He was a man born with medals already hanging around his neck, and his personal history along with his sporting side constitute a typical story of the Adriatic”, states Massimo Greco, Culture Secretary for the City of Trieste. The exhibit includes photos, documents, medals, trophies, captains’ logs, newspaper clippings, and neverbefore-seen film footage, much of which was provided by the Admiral’s daughter, Marzia Straulino. Agostino Straulino was born in Lussinpiccolo on the tenth of October, Pola was an important navy base for the Austrian military until 1918. In this photo, taken by Alois Beer in 1900, Austro-Hungarian warships can be seen Eating History: authentic Istrian cuisine in a New Book by Chiara Vigini Straulino on the “Merope”, in the early 1950s 1914. He graduated from the Nautical Institute of Lussino, the alma mater of generations of captains of the highest calibre, and at the age of twenty he entered the Academy of Livorno to complete his officer training. The Academy recognized his prowess and confidence, and assigned him the role of helmsman in the regattas. Racing to victory time and time again, he was assured of a place on the team that competed in the Berlin 1936 Olympics. In 1938, Straulino won the To our Istriani, Fiumani and Dalmati subscribers in North America, Great Britain, Australia and New Zealand: our most sincere and fraternal best wishes for a serene 2010, from all of us at the National Headquarters of the Anvgd and the staff of “Difesa Adriatica” In this curious photo we can see the training ship of the Italian Navy, the “Amerigo Vespucci”, under Straulino’s command, as it exits the port of Taranto, in 1965 European championships at Kiel, as well as the national championships, together with Nico Rode. It was the beginning of a long friendship. In 1943, when he left the Decimo Mas, he tried to return to Lussino, but he was taken prisoner by the Yugoslav partisans. He managed to escape, onlt to be captured by the Germans soon after, and sentenced to death. Incredibly, he was recognized by a Nazi officer who had competed against him at Kiel, who, unable to allow Straulino to go free, commuted his sentence to forced labor. After the war, he returned to the Navy, and he was assigned the difficult task of removing mines from the nation’s ports. In 1965, he became commander of the prestigious schooling ship, the “Amerigo Vespucci”. As late as 1973, he won the One Ton Cup in Porto Cervo. He died in Rome, at the Celio military hospital, on the 14th of December, 2004. He was buried in his native Lussino. Ed. Cuisine as a sign of identity, a treasure chest of memories passed down from one generation to the next: this is the key to Chiara Vigini’s Mangiar Memoria (Eating History), published by the Association of Istrian Communities of Trieste and recently presented by the Historical and Geographical Society of Pirano in its Italian Community headquarters, in Casa Tartini: the author was present, as well as Lorenzo Rovis, president of the Istrian Communities of Trieste. The new book is completely dedicated to the flavours of authentic Istrian cuisine, in which, naturally, fish reigns supreme. Rovis stated that “The identity of a people is based on certain parameters, and its culinary traditions are a major part of this. A region’s cuisine acquires the dignity of being a cultural treasure, reflecting that region’s history, lifestyle, and social organization.” Along with images provided by Gianfranco Abrami, Chiara Vigini illustrates recipes and preparation techniques that have been passed along for decades, if not centuries. More than 200 pages long, the book gives its readers typical Istrian dishes based on meat, fish, cheese, pasta, and vegetables, and never forgets to include information on wine. The book proposes not only food, but civilization, focusing on two important aspects: one, the degeneration brought about by fast food and junk food from the global market; and two, the falsification of Istrian cuisine, proposed today in many parts of the peninsula to uninformed or unaware tourists: Balkan sheep shish-kebabs and other non-native foods are made to be seen as authentic Istrian food. Chiara Vigini’s research was preceded by two editions, in 1996 and 2001, titled Mangiamoci l’Istria (Let’s Eat Istria), by Rosanna Turcinovich Giuricin and Stefano De Franceschi. D. A. Dicembre 2009 15 DIFESA ADRIATICA Istria en el tiempo, la historia en Dvd y en cuatro idiomas Una historia multidisciplinar y multimedial de Istria en seis documentales producidos en cuatro idiomas (italiano, croata, esloveno, ingles): es Istria en el tiempo, la serie de Dvd, realizada gracias a una joint venture entre el Programa Italiano de Tv Capodistria, el Centro de Investigación Histórica de Rovigno, la Unión Italiana y la Universidad Popular de Trieste coordinados por el Prof. Giuseppe Parlato. La serie, fruto de la colaboración entre estudiosos de las diversas disciplinas, ha podido ver la luz gracias a las contribuciones económicas erogadas por Italia para la tutela y la divulgación del patrimonio histórico y cultural italiano en la Istria hoy eslovena y en Dalmazia hoy croata, y se sirve de músicas de autores istrianos como Andrea Antico da Montona (siglo XV) y don Filippo da Laurana (siglo XVI) ejecutadas por el ensemble barroco «Solisti Istriani». Las investigaciones documentales, que se pueden imaginar laboriosas, han sido encomendadas a estudiosos italianos, croatas y eslovenos de distinta formación científica, provenientes de la Universidad “La Sapienza” de Roma, de la Universidad del Litorale, de la Universidad de Lubiana, de la Universidad “S. Pio V” de Roma, de los Ateneos de Trieste, de Udine y Padova, de las sobreintendencias locales de los Bienes Culturales y del Museo Arqueológico de Istria. Istria nel tempo esta dividida en seis partes: los orígenes y la civilización de los castilleros, la edad romana y el tardíoantiguo; el Medievo; la Republica de Venecia y los Augsburgo; el Ochocientos y al final el Novecientos. En las películas los autores han querido documentar la vida de las gentes istrianas através de las imágenes de la cultura material conservada en los museos istrianos, de los lugares los con nacionales permanecidos bajo el régimen titista, hasta la disolución de Yugoslavia. Red. Primera guerra mundial. Militares italianos posando (foto www.gri.it) Istria entre Ravenna y Bizancio. En la foto el tabernáculo y los mosaicos de la cúpula de la Basilica Eufrasiana, que remonta al siglo V ampliada en el siglo VI por voluntad del obispo Eufrasio. Fue eregida sobre un edificio de edad romana arqueológicos y de los monumentos de relevancia histórico-artística en el área alto-adriática, como las obras de arte venecianas o los edificios sacros de época paleocristiana y medieval. Los materiales visivos provienen de las más importantes recopilaciones europeas, como el Filmarchiv de Viena y el Archivo histórico del Instituto Luce de Roma. El Novecientos esta bien documentado por las imágenes de época relativas a la Primera guerra mundial, a las mejoras y a las obras publicas istrianas de los años Veinte y Treinta, y a la Segunda guerra mundial, con la «lucha por Trieste» de parte de los partidarios comunistas de Tito para tomar posesión de la ciudad antes de la llegada de los Aliados, el éxodo de los italianos de Venecia Giulia en el 1947 y después, las comunidades de Comer memoria, la verdadera cocina istriana en el libro de Chiara Vigini La cocina como signo de identidad, custodia de memorias transmitidas de generación en generación: esta es la clave de lectura del volumen de Chiara Vigini Mangiar memoria, editado por la Asociación de las Comunidades Istrianas de Trieste y presentado recientemente por la Sociedad de estudios históricos y geográficos de Pirano en la sede de la Comunidad de los Italianos, Casa Tartini, en presencia de la autora y del presidente de las Comunidades Istrianas de Trieste, Lorenzo Rovis. Todo dedicado a los sabores de la autentica cocina istriana, de la que es naturalmente soberano el pescado, este volumen sobre el que Rovis se ha expresado así: «La identidad de un pueblo se basa en varios parámetros, entre los cuales las tradiciones y su educación en la mesa, que son de los más apreciados. La cocina toma así dignidad de patrimonio cultural de una tierra, como corolario de la historia, del estilo de vida, de la organización social». Chiara Vigini ilustra por tanto – con la ayuda de las imágenes de Gianfranco Abrami – recetas y modalidades de preparación transmitidas durante decenios si no durante siglos. En las más de 200 páginas están escritos platos típicamente istrianos a base de carne, pescado, quesos, pasta, verdura, naturalmente sin excluir los vinos. Una propuesta no solo culinaria, esta, sino de educación, tanto de cara a la degeneración del fast y trash food globales como de la falsificación de la misma cocina presentada hoy a los ignaros turistas por muchos locales en Istria, que hacen pasar a los asados de oveja del interior balcánico por auténticos sabores autóctonos. La investigación de Chiara Vigini ha sido precedida algunos años antes por el volumen de Rosanna Turcinovich Giuricin y Stefano De Franceschi, Mangiamoci l’Istria, que tuvo dos ediciones, en el 1996 y en el 2001. D.A. (traduzioni di Marta Cobian) Isla de Istria, la puertecilla en una postal de finales del Ochocientos. La autentica cocina istriana es marinera. Pescados, platos e instrumenos del oficio tienen denominaciones venetas Montona (Istria), la puerta de acceso a la ciudad antigua (dicha un tiempo «torrione») esta presidida por el León de S. Marco, emblema de Venecia a la que la ciuda d perteneció del 1278 al 1797 Straulino, a toda vela en la historia de la marina El más grande campeón de vela de la historia era natural de la isla de Lussino Esta considerado como el mejor navegante de vela italiano del Novecientos, Agostino Straulino: una autentica leyenda. Campeón olímpico, cuatro veces campeón del mundo, diez veces campeón europeo, trece veces campeón italiano. Un camino de sucesos en realidad iniciado de niño, cuando el padre y el tío le construyeron una pequeña barca, que llamó “Sogliola (lenguado)”. Alumno de la Academia naval, durante la guerra se alistó con los hombres Gamma de la Décima Mas, fue capturado por los partidarios de Tito primero y por los alemanes después. Acabado el conflicto, volvió obviamente a la Marina, al mando de la “Amerigo Vespucci (Américo Vespucio)”. Al lussignano Straulino el Ayuntamiento de Trieste ha querido rendir homenaje con la muestra preparada en el Cívico Museo del Mar «Straulino, la vela olímpica». «Un hombre nacido con las medallas, del que su historia humana y deportiva representa una típica historia adriática», glosa Massimo Greco, asesor de la Cultura de Trieste. La publicación se sirve de fotografías, documentos, medallas, trofeos, diarios de abordo, publicaciones de prensa de la época, películas inéditas, provenientes en conspicua parte del archivo de la hija del almirante, Marzia Straulino. Agostino Straulino nació en Lussinpiccolo el 10 de octubre de 1914. Se diplomó en el Instituto Náutico de Lussino, fragua de grandes marineros y capitanes de largo recorrido, a los veinte años Straulino entró en la Academia de Livorno, curso oficiales de complemento. Reconocidas su particular destreza e confianza con el mar, la Academia le confió el papel de timonero en las regatas; fueron tantas las victorias conseguidas, que le consintieron cualificarse en la rosa de los atletas destinados a las Olimpiadas de Berlín del 1936. En el 1938 Straulino ganó el campeonato europeo de Kiel, y el campeonato nacional, emparejado con Nico Rode en proa. Fue el inicio de una compañía y de una amistad de larga duración. En el 1943, habiendo dejado la Décima Mas, intentó volver a Lussino, pero cayó prisionero de los partidarios yugoslavos. Consiguió huir, pero fue capturado por los alemanes que lo condenaron a muerte. Gracias a una increíble coincidencia, fue reconocido Straulino controlaba personalmente la eficiencia de cada parte de las embarcaciones por un oficial nazi, adversario suyo en la regata de Kiel, que no pudiendo naturalmente liberarlo conmutó la pena capital en trabajos forzados. Terminada la guerra, y vuelto a la Marina, fue destinado a las difíciles operaciones de remoción de minas los puertos nacionales. En el 1965 le fue asignado el mando de la prestigiosa nave-escuela “Amerigo Vespucci”. Todavía en el 1973 Straulino ganó la One Ton Cup de Puerto Cervo. Falleció en Roma, en el Hospital militar del Celio, el 14 de diciembre del 2004. Descansa en su Lussino. Red. ¡Feliz año nuevo! A nuestros Lectores, istrianos fiumanos y dalmatas de Centro y Sudamérica, deseos fervientes y fraternos de la Sede nacional de la Anvgd y de la Redacción de “Difesa Adriatica” para un sereno 2010 16 DIFESA ADRIATICA Dicembre 2009 Speciale XIX Congresso Immagini dal Congresso Il Congresso è ovviamente animato da presenze e da persone. Vogliamo darne prova con queste immagini, che ci auguriamo possano trasmettere la partecipazione e l’entusiasmo dei delegati e il clima di consapevole responsabilità, ma anche di gioia, nel ritrovarsi insieme nell’ambito associativo. Le immagini sono della Sede nazionale di Roma dell’Anvgd e del Cdm di Trieste. Da sin., L. Toth e R. Ziberna Nello scatto del fotografo, la presidente Corsi “zittisce” la platea dei delegati che si gode l’intervento di Ottavio Missoni Anche le pause sono utili a confrontarsi e a documentarsi Le «quote rosa» nell’Anvgd sono spontanee. Ecco un gruppo di delegate I Lettori permettano in via eccezionale una…autocitazione. Ecco lo staff organizzativo, orgoglioso del lavoro svolto e dell’ottima riuscita di questo Congresso. Da sin., Fabio Rocchi (Segretario nazionale), Patrizia C. Hansen (direttore “Difesa Adriatica”) e Serena Parisi (Segreteria organizzativa)