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«Si prepari una nuova dirigenza» Monfalcone, la targa alle vittime

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«Si prepari una nuova dirigenza» Monfalcone, la targa alle vittime
La Redazione risponde
Pensioni INPS,
un commento
alla sentenza della
Corte Costituzionale
XIX
Spec
ia
Con le
gres
so
A cura dell’Avv.
Vipsania Andreicich
A pagina 5
periodico mensile dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia
anno XV - n° 12
Dicembre 2009
Centro Studi padre Flaminio Rocchi
Poste Italiane SpA - Spedizione in
Abbonamento Postale - D.L.353/2003 (conv. in
L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 2 DCB - Roma
Il nuovo Consiglio Nazionale espresso dalle candidature convenute nella lista «Il futuro che vogliamo»
Dal XIX Congresso le persone, i programmi, le sfide.
Un’assise all’insegna dell’unità, della compattezza
e del rinnovato impegno sui temi di interesse generale degli Esuli
Presenti Licia Cossetto ed Ottavio Missoni
Intenso e serrato il dibattito
sviluppatosi al XIX Congresso dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia,
conclusosi domenica 29 novembre
nella cornice di Villa Recalcati, sede
della Provincia e della Prefettura di
Varese. L’assise, dedicata in gran parte
il giorno precedente al dibattito interno, ha visto alternarsi ben 34 interventi
di altrettanti Delegati provenienti da
tutta Italia: un confronto aperto ed articolato che ha testimoniato, da un lato,
la vivacità delle rappresentanze territoriali dell’Anvgd, e dall’altra la complessità delle questioni ancora sul tappeto.
Da tutti gli interventi, pur nelle loro
diverse accentuazioni, sono emerse le
priorità dell’azione cui l’ Anvgd è chia-
mata: la tutela dei diritti soggettivi degli esuli giuliano-dalmati (indennizzi
per i beni espropriati dall’ex regime
jugoslavo), il riscatto agevolato degli
immobili di edilizia popolare edificati
per i profughi, la corretta indicazione
dei luoghi di nascita nelle anagrafi, la
restituzione dei beni espropriati da
parte di Croazia e Slovenia. E, per altro verso, il compito di promuovere
una qualificata divulgazione della storia e della memoria, in concorso con
Università, istituzioni culturali, scuole, non limitata ai tragici eventi della
Seconda guerra mondiale, del’esodo
e delle Foibe, ma intesa a recuperare
le testimonianze della millenaria presenza latino-veneta nell’Adriatico
orientale.
Segue alle pagine 6-7-8-9-10
«Si prepari una nuova dirigenza»
Toth: «la vicepresidenza affidata
alla generazione di mezzo»
«Considero la mia rielezione un mandato di transizione che prepari una
nuova dirigenza dell’Anvgd», afferma l’on. Lucio Toth, all’indomani della
sua elezione a Presidente dell’Anvgd al XIX Congresso dell’Associazione
svoltosi a Varese.
«È la naturale conseguenza dell’andamento del dibattito – continua Toth
– che ha rilevato la necessità di portare avanti, nella continuità, le istanze
degli Esuli ma in una situazione politica profondamente mutata rispetto al
passato e in una realtà europea di cui non bisogna lasciarsi sfuggire le opportunità per dare concretezza ai diritti degli esuli e sviluppare una presenza
italiana moderna nelle terre d’origine».
La vicepresidenza data a tre personaggi della generazione di mezzo è
«un segnale positivo, espressione della compattezza della maggioranza che
ha puntato su Rodolfo Ziberna (di famiglia di Pola, vive a Gorizia), Renzo
Codarin (di famiglia di Capodistria, vive a Trieste) e Marino Segnan (di famiglia di Fiume, vive a Bologna)».
Ma non soltanto: «Sono stati eletti – dichiara il Presidente Toth – 31 consiglieri espressi dai vari Comitati e Delegazioni di tutta Italia (Cuneo, Imperia,
Genova, la Spezia, Varese, Bergamo, Monza, Milano, Cremona, Trento, Verona, Vicenza, Treviso, Padova, Belluno, Venezia, Pordenone, Udine, Gorizia,
Trieste, Ferrara, Bologna, Pisa, Livorno, Massa Carrara, Pescara, L’Aquila, Roma
e Latina) . Durante le sedute dedicate al dibattito congressuale si è verificato
uno scontro molto duro tra una posizione maggioritaria, convinta che la
strada intrapresa dall’Associazione e dalla FederEsuli vada perseguita con
costanza se si vogliono ottenere risultati più concreti nei rapporti con il Governo e il Parlamento, e una minoranza, in rappresentanza dei Comitati di
Torino, Alessandria, Sassari, Brescia e Como che accusa la dirigenza di non
sapersi imporre con il Governo e considera pertanto il Tavolo istituito dalla
FederEsuli presso la Presidenza del Consiglio un’inutile perdita di tempo» (si
veda la sintesi degli interventi alle pagine 6-8, ndr).
In alto: nell’intervento
della signora Licia Cossetto,
sorella di Norma, tutto il dolore
di un’esperienza indicibile.
Una voce che denuncia
instancabilmente, con estrema
dignità e profondissima sofferenza,
da quel lontano 1943, l’offesa
arrecata alla dignità umana
individuale e universale
con la tortura e l’infoibamento
di una giovane innocente
Il tavolo dell’Ufficio di Presidenza del Congresso.
Da sin., G. Brazzoduro (mentre svolge il suo intervento),
C. Fagarazzi (vicepresidente del Congresso), Rodolfo Ziberna
(presidente del Congresso), F. Briani (vicepresidente del Congresso),
P. C. Hansen (segretario verbalizzante)
A destra: uno scorcio
della platea dei delegati
Monfalcone, la targa alle vittime delle Foibe
ostaggio delle nostalgie vetero-ideologiche
La ferma presa di posizione di Ziberna (Anvgd Gorizia)
Straulino,
a vele spiegate en la historia della marineria
Ma alla cerimonia si è arriInfine, dopo innumerevoli
vati al termine di un contrastato
resistenze e rinvii, la targa dedie spiacevole percorso, carattecata alle vittime delle Foibe,
rizzato dalla contrarietà di amcollocata tra le due pietre
bienti della sinistra estrema recarsiche nel giardino del nuovo
frattari all’evoluzione della stoParco La Rocca, in via dell’Istria,
ria e nostalgici dei miti totalitari.
è stata inaugurata a metà noDi un monumento alle vittime
vembre: «Il Comune di
delle Foibe si è parlato a
Monfalcone in memoria delle
Monfalcone sin da almeno il
Vittime delle foibe». Eliminata
2007, ma appena nel febbraio
la citazione dal discorso del Pre2009 si è addivenuti alla coragsidente Ciampi, che estrapolata
giosa (!) decisione di intitolare
Monfalcone, 10 febbraio 2009.
dal contesto in cui fu pronunViene inaugurato il piccolo monumento
all’Istria la nuova strada di colciata suggeriva, degli eccidi,
alle vittime delle Foibe, rimasto
legamento tra via Rossini e via
un’interpretazione inaccettabiAquileia e alla posa del cippo
le, stigmatizzata dall’Anvgd senza iscrizione sino allo scorso novembre
(foto www.clapa-ifd.ch)
in memoria di quegli eventi. Poi,
goriziana con un duro comunicato del suo presidente Rodolfo Ziberna, il vicesindaco per 9 mesi le pietre poste nel parco sono rimaste, appunSilvia Altran ha voluto nel suo intervento «onorare i tanti to, solo delle pietre, senza una iscrizione che ne chiarisse
esuli istriani costretti a lasciare le loro terre e le loro case», il senso. Ora la targa è stata collocata, è in plexiglass e
ricorrendo a concetti espressi negli anni scorsi da Clau- coperta in buona parte da una striscia adesiva nera per
dio Magris: «Per molti anni sono state ignorate le foibe. È oscurare la contestata frase di Ciampi che vi era già stata
giusto parlare di quei drammi, ricordarne le vittime, col- incisa. Non esattamente un bel vedere. Un mini monumento, con una mini targa, per di più pressoché nera.
pevoli di essere solo italiani, per superarli».
En lengua española en la página 15
Segue a pagina 2
Straulino:
Sails Unfurled in Nautical History
In english language to page 14
2
DIFESA ADRIATICA
Dicembre 2009
fatti e commenti
continua dalla prima pagina
Monfalcone, la targa alle vittime delle Foibe
ostaggio delle nostalgie vetero-ideologiche
La ferma presa di posizione di Ziberna (Anvgd Gorizia)
Ecco di seguito il comunicato che
il presidente dell’Anvgd isontina
Ziberna ha diffuso ai media appena
appreso del testo scelto dal Comune
per la iscrizione.
L’Associazione Nazionale Venezia
Giulia e Dalmazia di Gorizia ha appreso con addolorato stupore e sconcerto la scelta del Comune di
Monfalcone di collocare una targa in
Via dell’Istria, riportante alcune parole del Presidente emerito della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi che,
estrapolate dal loro contesto, sono strumentalmente usate per giustificare gli
orrori delle foibe con quanto accaduto sul confine orientale nel corso del
Ventennio.
Per lungo tempo si sono volute
negare le foibe e le migliaia di vittime
innocenti che lì trovarono una orribile
fine. Dopo l’approvazione bipartisan
della legge istitutiva del Giorno del
Ricordo, solo alcuni gruppuscoli di
estrema sinistra sono rimasti ad infierire sulle vittime e sui loro discendenti, minimizzando le foibe o addirittura
giustificandole come conseguenza di
quanto compiuto dal Fascismo nel
Ventennio.
Non ci sono nemmeno nella sinistra più politici o storici che vogliano
negare quanto unanimemente riconosciuto e storicamente acclarato, ed
anche la sinistra della Venezia Giulia,
a cominciare dal triestino Stelio
Spadaro (allora segretario provinciale
del Pds ed assessore provinciale alla
cultura) ha grandi meriti. […] Voler
artificiosamente giustificare le migliaia di vittime inermi delle foibe – come
fanno pericolose falangi altamente
Fini, «Onorare il Tricolore
rispettando la legge, gli altri,
il senso di appartenenza»
Roma, 9 novembre. Onorare il Tricolore nei comportamenti quotidiani e lo
si può fare «rispettando la legge, gli altri, il senso di appartenenza» ha dichiarato
il Presidente della Camera Gianfranco Fini nel corso del suo intervento al Convitto Nazionale di Roma, dove ha preso parte all’Alzabandiera.«Oggi dovete
onorare questa bandiera con buon esempio: rispettare la Patria e la bandiera
significa studiare, rispettare i genitori, gli insegnanti e la comunità perché si è
buoni italiani ogni momento della giornata».
Ecco la targa, listata a lutto dalla banda nera
che oscura la citazione contestata
politicizzate dell’estrema sinistra – con
le responsabilità del Fascismo è gravido di conseguenza, tra le quali quella
di istigare all’odio ed alla violenza […].
Le colpe del Fascismo sul confine
orientale vanno riconosciute: sono state commesse azioni violente che hanno generato sofferenza alle popolazioni di lingua ed etnia slovena. Queste
azioni vanno condannate senza giustificazioni. Parimenti va riconosciuta
l’efferatezza delle violenze perpetrate
a mezzo foibe ed annegamento nei
confronti della popolazione italiana
delle terre d’Istria, Fiume e Dalmazia
al fine di avviare una vera e propria
“pulizia etnica”, di cui hanno pagato
le conseguenze anche molti dei
canterini che andarono nel dopoguerra
a lavorare nei cantieri di Tito. […]
Molto è ancora da fare se addirittura un’Amministrazione municipale
di rilievo, come quella di Monfalcone,
accetta di piegarsi ad esigenze di piccoli gruppi di estrema sinistra.
Nessuno si deve permettere di negare la memoria dei crimini, perché
questo significa condannare di nuovo
le vittime al ruolo di reietti, di colpevoli da seppellire nella indifferenza e
nella inesistenza. Gorizia che ha pagato, con centinaia di Suoi figli, il prezzo dell’odio e del sangue, non può
ammettere che il bene della libertà, si
trasformi nella negazione della Liberta
della Memoria.
La nostra Associazione naturalmente non presenzierà alla manifestazione di propaganda della deposizione della targa, ma volgerà una preghiera in memoria delle vittime, nuovamente oggetto di violenza con questa
targa.
Rodolfo Ziberna
Confini marittimi tra Slovenia e Croazia,
accordo sull’arbitrato internazionale
ma una parola rischia di riaprire il contenzioso
È stato firmato il 4 novembre scorso, a Stoccolma, l’accordo fra Croazia e Slovenia che affida ad un arbitrato internazionale la disputa sui confini marittimi. Il commissario
Ue all’allargamento, Olli Rehn, ha incoraggiato Zagabria e
Lubiana a procedere «senza alcun ritardo» alla ratifica della convenzione. La convenzione di arbitrato dovrà essere
sottoposta ad entrambi i parlamenti nazionali, per arrivare
alla sua ratifica entro dicembre 2009.
L’accordo siglato dal premier croato Kosor doveva, prima della firma, ottenere il via libera dei due terzi del Parlamento. Il 2 novembre il Parlamento di Zagabria ha votato a
favore della firma, che peraltro garantisce alla Slovenia «un
contatto con le acque internazionali nel nord Adriatico».
Proprio il termine «contatto» – «junction» nella versione
inglese e ufficiale – è stato oggetto di forte contrarietà da
parte dell’opinione pubblica croata. Secondo gli oppositori
dell’accordo, la formulazione costringerebbe la Croazia a
cedere alla Slovenia quasi l’intero Golfo di Pirano e parte
del bacino nord Adriatico, perché solo così Lubiana avrebbe un contatto diretto con le acque internazionali. E contro
la firma si sono pronunciati la Chiesa cattolica croata, esperti
locali di diritto internazionale, gruppi di intellettuali e l’opposizione della destra nazionalista. Secondo questi, la
Croazia «comprerebbe l’adesione all’Ue con la vendita del
proprio territorio nazionale».
Dal canto suo il presidente croato Mesic ha manifestato
il suo appoggio all’accordo sull’arbitrato, ma ha espresso
preoccupazione circa le conseguenze sui rapporti con l’Italia: «Nel caso la Croazia dovesse cedere 64 km quadrati di
mare nel nord Adriatico perderebbe il contatto con la acque territoriali italiane, non sarebbe più un Paese confinante con l’Italia e gli Accordi di Osimo cesserebbero di valere
per la Croazia. Noi abbiamo interesse a continuare a confinare con l’Italia», ha rimarcato.
Il governo di Zagabria presenterà anche una dichiarazione unilaterale con la quale escluderà che quanto scritto
nell’Accordo arbitrale possa essere letto come un assenso
al «collegamento territoriale» della Slovenia alle acque internazionali. In realtà questa dichiarazione suona come una
precauzione ad uso interno. Di contro, il premier sloveno
Pahor ha rimarcato: «Senza quella clausola salta tutto».
Slovenia, prossimo il referendum sull’accordo
I deputati della maggioranza di centro-sinistra al Parlamento sloveno hanno firmato a favore di un referendum
consultivo sull’accordo arbitrale. L’iniziativa gode del consenso del primo ministro Pahor e del presidente DaniloTürk.
Un eventuale esito positivo del referendum darebbe legittimità popolare alla politica sinora perseguita da Lubiana.
Seguiranno altre puntate?
Red.
Il golfo di Pirano, oggetto di una decennale disputa tra Slovenia e Croazia
Roma, dicembre 2006. Il Tricolore del 1° Reggimento bersaglieri
e quello del contingente militare italiano di «Antica Babilonia» sbarcano
dall’aereo militare atterrato a Ciampino (foto www.repubblica.it)
Trattato di Osimo nullo
se la Croazia non dovesse
confinare più con l’Italia
Un commento del Presidente Anvgd Toth
Sulle dichiarazioni del Presidente croato Mesic – riportate in questa
pagina – circa l’interesse di Zagabria a mantenere la linea di confine con
l’Italia – pena il decadimento del trattato di Osimo – il Presidente Anvgd
Toth ha dato alle agenzie di stampa il 4 novembre scorso un comunicato a
commento (Si intorbidano le acque croato-slovene mentre Clinton annuncia il diluvio sull’Adriatico. Sommersi i beni degli Esuli giuliano-dalmati?),
nel quale si legge tra l’altro:
«[…] In questi giorni il presidente croato Mesic, in visita a Zara, ha
minacciato di porre nel nulla il trattato di Osimo se le acque territoriali
croate non confineranno, per colpa della Slovenia, con quelle italiane al
largo di Punta Salvore. Per gli esuli giuliano-dalmati andrebbe benissimo
perché rimetterebbe tutto in discussione. A cominciare dai 35 milioni di
dollari di oltre trent’anni fa che la Croazia riconosce all’Italia come unica
forma di risarcimento delle propietà private degli esuli italiani espropriate e
incamerate dalla ex Iugoslavia, di cui Zagabria rifiuta la restituzione.
Il presidente sloveno Pahor a sua volta minaccia le sue dimissioni se il
negoziato con la Croazia dovesse fallire, per colpa di un codicillo aggiuntivo
che Zagabria avrebbe incollato alla bozza di accordo. Questa dei codicilli
non concordati è un’altra costante nelle trattative condotte con metodi non
trasparenti.
Per colmare la misura, l’ex presidente americano Clinton, in visita a
Lubiana per combattere il global warming, ha annunciato che comunque
tra quarant’anni tutte le coste istriane saranno sommerse dall’Adriatico e
cesserà così ogni materia del contendere!».
Jasenovac, la prima visita
al lager ustascia di un presule croato
L’arcivescovo di Zagabria, card. Josip Bozanic, si è recato in visita Jasenovac,
a circa 100 km da Zagabria, dove durante la Seconda guerra mondiale fu allestito il più grande campo di concentramento del regime filonazista croato. Una
visita storica, giacché è la prima di un presule alla «Auschwitz croata», come
Jasenovac viene indicato dalla stampa.
Molta parte dell’opinione pubblica e della storiografia croate ritengono che
le gerarchie cattoliche, guidate allora dal cardinale Alojzije Stepinac, abbiano in
parte collaborato con il regime degli ustascia di Ante Pavelic e non abbiano mai
preso le distanze dai crimini commessi contro serbi, ebrei, avversari politici e
minoranze etniche. Secondo stime ritenute attendibili, dal 1941 al 1945 nel
campo di Jasenovac morirono circa 80 mila persone.
Gli esponenti delle comunità serba ed ebraica hanno accolto positivamente
l’annuncio della visita del cardinale Bozanic a Jasenovac. Nella stessa giornata
Bozanic ha visitato anche Stara Gradiska, dove nel 1948 il regime titoista ordinò
la distruzione di una chiesa e costringendovi alcuni preti, detenuti per presunto
collaborazionismo con gli ustascia.
Dopo Jasenovac, il cardinale si è recato a Petrinja, cittadina che durante il
conflitto degli anni Novanta fu controllata dai secessionisti serbi. Il fatto che
Bozanic non si sia recato soltanto a Jasenovac, è stato oggetto di critiche da
alcuni settori dei media nazionali.
Dicembre 2009
In «rete» i fondi documentali
di Istria e Dalmazia
L’iniziativa della Società Dalmata di Storia Patria presentata Trieste
Una sala dell’Archivio di Stato di Zara in una fotografia dei primissimi anni Trenta.
La ricognizione degli Archivi italiani fu commissionata allora dall’Ufficio centrale
degli Archivi di Stato (foto da www.fida-sida.it)
Sono stati presentati a Trieste, il 12 novembre, i «Progetti archivistici
europei della Società Dalmata di Storia Patria di Roma», dei quali è coordinatore Bruno Crevato-Selvaggi e realizzati in collaborazione con l’Archivio
di Stato di Trieste con il contributo del Governo italiano e della Regione del
Veneto.
La presentazione, indicati come Fida (Fiume Istria Dalmazia Archivi) e
Sida (Serenissima Istria Dalmazia Archivi) e svoltasi nella sede dell’Archivio
di Stato, ha avuto inizio con l’intervento di Crevato-Selvaggi, cui è stata
affidata l’illustrazione dei progetti e del sito www.fida-sida.it; sono seguiti
gli interventi di Grazia Tatò, direttore dell’Archivio di Stato, sulle Caratteristiche scientifiche dei progetti; di Peter Pavel Klasinc, direttore Istituto internazionale di scienze archivistiche; di Laura Fortunato, William Klinger, Alessandra Massagrande, Snezana Pejovicv, Valentina Petaros su Il lavoro di
ricerca sul campo in Slovenia,in Croazia, in Montenegro, in Serbia; di Danilo
Massagrande sulla Centralità dei fondi Fida e Sida per lo studio della storia
d’Istria, Fiume e Dalmazia; di Carlo C. Cipriani su La scuola italiana a
Spalato dal 1941 al 1943; di Donatella Schürzel e Maria Grazia Chiappori
su La documentazione culturale negli archivi dell’Istria e di Fiume.
Ma vediamo meglio nel dettaglio quale notevole importanza rivestano questi due progetti per lo studio, la conservazione e la fruizione delle
fonti documentali della cultura italiana dell’Adriatico orientale oggi conservate in un territorio molto ampio e per di più attraversato da diverse frontiere e in archivi statali, privati, ecclesiastici. Un patrimonio enorme che risulterebbe difficilmente consultabile se i due progetti della Società Dalmata di
Storia Patria non avessero inteso renderlo disponibile in un unico spazio
virtuale, il sito www.fida-sida.it, nel quale convergono i fondi conservati in
Slovenia, Croazia, Serbia e Montenegro, scritti in latino o in italiano nel
corso di molti secoli, e dunque veneziani, francesi, austriaci, ungheresi,
italiani.
Il censimento degli archivi è stato effettuato da archivisti italiani e studiosi della Comunità italiana e non. All’incontro hanno preso parte anche il
Sottosegretario
Giovanardi, primo
firmatario della Legge
72/2001 a favore della
conservazione del patrimonio storico e il
presidente Anvgd
Lucio Toth, che è anche
vicepresidente della
Società Dalmata di Storia Patria: «Ora le società degli esuli – ha dichiarato – devono fare
della storia e della ricerca la loro priorità, altrimenti rischiano di perAlcuni volumi degli Atti di Zara
dere significato».
conservati nel locale Archivio
Red.
(foto da www.fida-sida.it)
Fiume: dalla redenzione all’esodo
In un convegno la storia di un secolo
Nel 90° anniversario dell’Impresa fiumana, la Regione Lazio - Assessorato
Cultura, Spettacolo e Sport e il Comune di Leonessa (Rieti) hanno patrocinato il
convegno Fiume: dalla redenzione all’esodo, svoltosi il 7 novembre scorso nel
centro reatino.
Presiedeva l’incontro il prof. Andrea Ungari (Università Luiss-Guido Carli,
Roma), alla cui prolusione sono seguiti gli interventi di Marino Micich (presidente Associazione per la Cultura fiumana, istriana e dalmata nel Lazio) L’identità culturale italiana a Fiume nel ’900; di Luciano Monzali (Università degli
Studi di Bari), Fiume nella politica estera italiana (1914-1919); di Massimo
Bucarelli (Università degli Studi di Roma “La Sapienza”), Fiume, l’Italia e le
questioni nazionali nei Balcani occidentali (1919-1920); ed infine di Amleto
Ballarini (presidente Società di Studi Fiumani), Fiume, Istria e Dalmazia l’esodo
taciuto.
3
DIFESA ADRIATICA
«Viaggio nella civiltà Istriano-Dalmata»,
una storia per studenti e docenti
La Giornata di formazione promossa dal Comune di Roma
e dall’Associazione per la Cultura Fiumana, Istriana e Dalmata nel Lazio
«Viaggio nella civiltà IstrianoDalmata» è il titolo dato alla Giornata
di formazione per i Docenti delle classi
aderenti al Progetto «Ripercorrendo la
storia del XX secolo. Viaggi nella memoria. Per non dimenticare le tragedie del ‘900» svoltasi il 21 ottobre a
Roma nella bella Limonaia di Villa
Torlonia e promossa dall’Assessorato
e Dipartimento XI Politiche Educative
Scolastiche capitolino.
Con questo progetto i promotori
intendono promuovere un percorso di
studio e di ricerca, al fine di recuperare alla memoria degli Italiani il dramma dell’esodo della popolazione italiana dalle terre d’Istria e Dalmazia e
ricordare la realtà delle Foibe. Il progetto è rivolto agli studenti degli Istituti
di Istruzione secondaria di II grado e
le classi terze degli Istituti di Istruzione
secondaria di I grado. L’obiettivo didattico-formativo, educativo e culturale - si legge nella nota di presentazione del Campidoglio – è quello di
guidare i giovani delle scuole romane
a conoscere e comprendere la storia
per conservare la memoria di quelle
vicende.
La Giornata si è dunque aperta con
il saluto dell’Assessore alle Politiche
Educative, Scolastiche, della Famiglia
e della Gioventù Laura Marsilio ed è
stata introdotta da Marino Micich, presidente dell’Associazione per la Cultura Fiumana, Istriana e Dalmata nel
Lazio e segretario della Società di Studi Fiumani in Roma.
La prima lezione – L’Italia e il confine orientale: un quadro storico – è
stata tenuta dal prof. Giovanni
Sabbatucci , ordinario di Storia Contemporanea nella presso la Facoltà di
Lettere dell’Università “La Sapienza”
di Roma. È seguita la relazione della
prof.ssa Antonella Ercolani, ordinario
di Storia dell’Europa Orientale nella
Facoltà di Scienze Politiche della Libera Università “S. Pio V”, La questione fiumana e la sistemazione dei confini orientali col trattato di Rapallo
(1920) e Trattato di Roma (1924). Terzo intervento della mattina, quello del
prof. Andrea Ungari, docente di Storia dell’Europa Contemporanea nella
Facoltà di Scienze Politiche della Luiss–
Guido Carli: La II guerra mondiale, la
guerra in Jugoslavia e sue conseguenze in Venezia Giulia (1941-1945).
I lavori sono ripresi nel pomerig-
gio con la relazione del prof. Luca
Micheletta, docente di Storia delle
Relazioni internazionali nella Facoltà
di Scienze Politiche della “Sapienza”
dedicata alla Questione delle foibe
istriane nel contesto internazionale.
Quindi l’intervento di Adriano Monti
Buzzetti, giornalista Rai, su Le terre
istriane e dalmate tra storia e futuro
europeo. Infine, la Giornata è stata
chiusa dal presidente della Società di
Studi Fiumani, Amleto Ballarini, con
la riflessione sul Diritto alla memoria.
Numerosi ed attenti gli insegnanti
aderenti al Progetto sulla storia del XX
secolo.
p.c.h.
Roma, Villa Torlonia, la Limonaia.
In questa cornice si è svolta la Giornata didattica sulla storia giuliana
e dalmata nel XX secolo (foto www.zetema.it)
La Società Dalmata di Storia Patria
si presenta a Venezia
L’Ateneo Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, storica istituzione culturale veneziana, ha ospitato nella sua sede, il 20 novembre 2009, la Società Dalmata di
Storia patria, rappresentata per l’occasione al massimo livello. L’incontro è stato
aperto dal suo presidente, prof. Marino Zorzi, che ha illustrato le recenti pubblicazioni della Società Dalmata: La Dalmazia nelle relazioni dei viaggiatori e
pellegrini da Venezia tra Quattro e Seicento, a cura di Sante Graciotti, e Notizie
di Ragusa, a cura di Rita Tolomeo. È seguita la prof.ssa Rita Tolomeo, segretaria
scientifica della Sdsp e docente nell’Università di Roma “La Sapienza”, che ha
incentrato l’intervento sulla collana degli “Atti e memorie della Società Dalmata
di Storia Patria” e l’attività scientifica della Società. Alla storia della stessa il
consigliere Carlo Cetteo Cipriani, ha dedicato la relazione sulla Storia della
Società Dalmata di Storia Patria. Infine,
Bruno Crevato-Selvaggi, consigliere e membro della Commissione filatelica
nazionale ha illustrato i recenti progetti di ricerca della Società.
Venezia, la sede dell’Ateneo
Veneto, la ex Chiesa
di San Fantin. Qui la Società
Dalmata di Storia Patria ha
illustrato la sua attività scientifica
Grado, Edda Serra cittadina onoraria
Suoi i più autorevoli studi sulla poesia di Biagio Marin
«Per aver instaurato un proficuo
rapporto culturale con la città di Grado, eleggendola a patria di adozione.
I gradesi le sono grati per il prezioso e
autorevole contributo profuso nello
studio dell’opera mariniana, della parlata di Grado e nella diffusione della
poesia di Biagio Marin, patrimonio culturale inestimabile della nostra isola,
proiettandolo nei circuiti culturali nazionali e internazionali con passione
e instancabile dedizione». Questa la
motivazione con la quale il sindaco
Silvana Olivotto, a seguito della deliberazione del Consiglio comunale, ha
conferito alla prof.ssa Edda Serra la
cittadinanza onoraria di Grado. Alla
studiosa è stato consegnato anche il
sigillo della Città.
Grado,
Sala Consiliare.
Alla prof.ssa
Edda Serra
è stata conferita
la cittadinanza
onoraria
per i meriti
acquisiti
nello studio
e nella divulgazione
della poesia
di Biagio Marin
(foto
www.bioagiomarin.it
- studioimaginis
Trieste)
4
DIFESA ADRIATICA
Dicembre 2009
Personaggi dalmati,
una galleria attraverso i secoli
Tullio Vallery, Guardian Grande
della Scuola Dalmata di Venezia, è
l’autore di una puntuale e curiosa galleria di ritratti contenuta nel volume
Personaggi dalmati benemeriti, noti o
meno noti, edita dalla stessa Scuola
Dalmata nella collana di ricerche storiche “Jolanda Maria Trèveri”. Dalla
Famiglia Alberti, originaria dellaToscana e trasferitasi in Dalmazia nel XIII
secolo, ai Tassovich-Dudan, passando
per il pittore Giovanni Squarcina, il filosofo Giorgio Politeo, padre Alfonso
Maria Orlini e diversi altri,Vallery compone una silloge di vicende e di figure
che in epoche anche lontane hanno
lasciato un segno, seppure tenue o
transitorio ma nel quale comunque si
riconosce l’origine.
Undici sono i personaggi rievocati nel libro di Vallery. Di questi, proponiamo un’ampio stralcio del capitolo
dedicato ai Tassovich-Dudan, il più
noto esponente della quale è certamente Alessandro Dudan, autore di
una voluminosa storia dell’arte italiana in Dalmazia ricca di note e di
bibliografie. Una famiglia dalle lontane origini, che dalle regioni balcaniche dell’interno si è progressivamente
portata sul mare per assumere nuovi
connotati, lungo le rive di Traù e di
Spalato.
La famiglia Tassovich - Dudan
Fra le numerose famiglie comitali
che caratterizzarono nei secoli la civiltà e la cultura del Regno di Dalmazia
va giustamente annoverata quella dei
conti Tassovich-Dudan che seppe
esprimere non pochi personaggi di rilievo nel campo religioso, nel settore
della pubblica amministrazione e nel
mondo delle lettere e delle arti.
La Farniglia Tassovich apparteneva all’antica nobiltà bosnese originaria delIa zona di Banialuka ove pare
possedesse fin dal X secolo il feudo di
Tassovaz. I discendenti del conte
Branislavo, Grande del Regno di
Bosnia, verso la fine del XIV secolo si
trasferirono verso la costa dalmata stabilendosi inizialmente nella contea
della Poglizza. Nel tratto finale della
vallata del Cetina, alle spalle di
Almissa, città sulla costa a sud di Spalato, si erano da tempo insediate varie
famiglie nobili dall’entroterra bosnese
che avevano costituito fra di loro una
specie di «universitas» possedendo
ville e terreni alle falde del monte Aureo (Mosor, m. 1330) ed erano riuscite a godere di una certa autonomia
governata da leggi proprie e ricono-
Il Leone di San Marco in un codice miniato del XV sec.
sciuta nel tempo sia dal governo centrale ungherese che nei rapporti con i
municipi dalmati della costa, che poi
dalla Repubblica di Venezia.
Nel 1443 il Consiglio nobiliare
della Poglizza aveva fatto atto di dedizione aVenezia concludendo un analogo processo perfezionato dalle principali città della costa dalmata nella
prima metà del XV secolo.
La Serenissima con diploma del 3
marzo 1444 aveva approvato i capitali della dedizione riconoscendo i nobili poglizzani, a condizione che un
nobile spalatino con il titolo di conte
potesse esercitare, itinerando fra essi,
la «giudicatura» in base all’antico statuto.
Gli abitanti della contea della
Poglizza furono in seguito fra i più
decisi e valorosi nel contrapporsi alle
pericolose e devastanti incursioni
turchesche e nel fronteggiare la loro
invasione. I privilegi accordati a suo
tempo ai nobili Poglizzani vennero
ulteriormente confermati dal decreto
del 6 maggio 1570 del Doge Aloysius
Mocenigo dando inoltre loro facoltà
di potersi stabilire anche fuori della
contea, il che poi avvenne sia nella
stessa Almissa che a Spalato, Traù e
nell’isola della Brazza.
I discendenti della nobile famiglia
dei Tassovich, fecero sempre parte del
Consiglio nobiliare della Poglizza ed
anche quando si trasferirono a Spalato vennero equiparati ai nobili della
città godendo dei privilegi inerenti. Un
ramo della famiglia nel 1793 venne
aggregata al corpo nobile della città
di Traù.
In seguito a varie vicissitudini, non
ultima l’invasione turca e le guerre che
ne seguirono, i componenti la famiglia deiTassovich si divisero in vari rami
secondo il luogo del loro definitivo
insediamento lungo la costa dalmata.
Alcuni si sistemarono a Traù, lungo la
Riviera dei Castelli e nel Borgo Grande di Spalato e vennero in seguito chiamati con il soprannome di Dudan che
col tempo si sostituì del tutto al nome
Albrecht Altdorfer, Trionfo dell’imperatore Massimiliano I (part.), prima
metà del XVI sec., Vienna, Graphische Sammlung Albertina. Vi figurano
gli stendardi della Dalmazia (a sin.) e dell’Ungheria
originario; altri si insediarono a Ragusa
e Slano mantenendo a lungo il cognome Tassovich.
[…] Alla famiglia fu riconosciuta
la nobiltà dalla Repubblica Veneta con
Ducale del 1774, confermata dall’Austria nel 1825 e dall’Italia nel 1925.
Federico Heyer von Rosenfeld nella sua opera intitolata «La nobiltà
dalmata» descrive gli stemmi dei vari
rami dei Dudan e dei Tassovich che
recano fra loro alcune varianti: i due
più importanti hanno il campo blu con
stelle, mezzaluna e pesce in argento
oppure campo in argento con stelle,
mezzaluna e pesce in blu.
Numerosi furono i membri di questa famiglia che si distinsero nel corso
dei secoli.
Dagli Acta Graduum Academicorum Gymnasii Patavini (Atti dei Gradi
Accademici dell’Università di Padova)
troviamo che diversi membri di questa Famiglia sia dei rami di Slano e
Ragusa, con il nome di Tassovich, che
di Traù e Spalato, individuati come
Dudan, conseguirono il dottorato sia
nelle facoltà di filosofia, medicina e
chirurgia che in teologia, giurisprudenza e scienze politiche.
L’Università di Padova era per i
Dalmati riuniti in una delle ventidue
Nationes, la Natio dalmata, il naturale
centro di studi universitari ancor prima che nel 1405 questa città entrasse
con il suo territorio a far parte della
Repubblica Veneta. Mentre, dopo il
1866, quando il Veneto si unì al Regno d’Italia, i Dalmati furono costretti
a frequentare le Università di Vienna e
Graz.
[…] Seguono sintetiche note biografiche di alcuni personaggi della
casata Tassovich-Dudan:
[…] Conte Oscar Dudan
(Macarsca 1867-Venezia 1929). Anche il dott. Oscar entro nel Consiglio
della Scuola Dalmata nel 1912 assumendo la carica di Cancelliere. Lo
scoppio della prima guerra mondiale
significò per Venezia un periodo particolarmente difficile, specie dopo la
rotta di Caporetto, quando il fronte si
stabilizzò sulle sponde del Piave e la
città divenne zona di retrovie con la
conseguente minaccia di canno-
Almissa in una litografia a colori di M. & N. Hanhart [1870 circa]
neggiamenti e bombardamenti per i
quali anche la Scuola ebbe a subire
non lievi inconvenienti. Tocco così al
conte Oscar, nominato Guardian
Grande nel primo Convocato dopo la
guerra nel 1919, di sovraintendere al
radicale, impegnativo restauro dell’edificio resosi necessario, che comportò
la demolizione e ricostruzione dell’intera parete sui rio.
I lavori iniziati il 9 novembre 1919
si conclusero nel corso del 1921 dopo
che il conte Oscar era riuscito ad ottenere dal Ministro dell’Istruzione, Benedetto Croce, un ulteriore contributo riuscendo così a riaprire al culto la
Scuola e riprendere l’attività sociale. II
29 settembre 1924 accompagnò il
dott. Aurelio Bianchini d’Alberigo alla
solenne cerimonia avvenuta nella
Piazza dei Signori di Zara per la consegna della bandiera di San Marco
offerta dalla Municipalità di Venezia
al Comune di Zara.
Prof. Bruno Dudan (Venezia 1905Zara 1943), figlio del conte Oscar,
conseguì brillantemente le lauree in
Giurisprudenza e Scienze Politiche
presso l’Università di Padova, specializzandosi nella Storia del Diritto, con
particolare interesse verso le istituzioni giuridiche della Repubblica di Venezia e della Dalmazia.
Fu eminente e stimato giurista, professore incaricato di Diritto nelle Università di Cagliari, Camerino e Trieste.
Numerosi i suoi scritti in varie riviste
specializzate nella materia. Fra le sue
opere principali: «II diritto coloniale
veneziano e le sue basi economiche»,
Roma, 1933; «Sindacato d’oltremare
e di terraferma: contributo alla storia
di una magistratura e del processo sindacale della Repubblica Veneta»,
Roma, 1933; «Il dominio veneziano
del Levante», Bologna, 1938 (ristampato nel 2006 dall’Editore Filippi di
Venezia); «Studi e note sugli statuti
delle città dalmate»,Trieste, 1939. […]
Dott. Alessandro Dudan (Verlicca
1883-Roma 1957). Laureato in Giurisprudenza a Vienna fu brillante giornalista e cultore di storia. Fervente
irredentista fu volontario nell’esercito
italiano durante la prima guerra mondiale. Nel 1915 scrisse «La Monarchia
degli Asburgo. Origine, grandezza e
decadenza» e nel 1920-’21 in due
volumi «La Dalmazia nell’arte italiana», (nel 1998 e 2000 ristampata a
cura della Società Dalmata di Storia
Patria di Venezia). Uomo politico, fu
deputato e poi senatore del Regno
d’Italia dal 1926 al 1943.
Tullio Vallery
Spalato in una cartolina degli anni Novanta dell’Ottocento
La costa
di Poglizza,
centro
dalmato
dal quale
provenivano
i TassovichDudan
Dicembre 2009
5
DIFESA ADRIATICA
La Redazione risponde
Pensioni Inps, un commento alla sentenza
della Corte Costituzionale
A cura dell’Avv.
Vipsania Andreicich
La sentenza della Corte Costituzionale n.
401/2008, il cui contenuto abbiamo riportato
nel precedente numero di “Difesa Adriatica”,
ha respinto tutte le questioni di legittimità che
erano state sollevate in merito all’art. 2 comma
505 della Legge Finanziaria del 2008 mediante il quale, in contrasto con le costante giurisprudenza di merito e di legittimità, ha statuito
che: «L’art. 6, comma 3, della legge 15 aprile
1985, n. 140, si interpreta nel senso che la
maggiorazione prevista dal comma 1 del medesimo articolo si perequa a partire dal momento della concessione della maggiorazione
medesima agli aventi diritto».
Tale norma era intervenuta al fine di
dirimere i contrasti interpretativi sorti a seguito
dell’emanazione della Legge 140/85, avvalorando l’interpretazione di maggior svantaggio
per gli esuli.
L’emanazione della Legge 15 aprile 1985
n. 140 aveva, infatti, determinato grandi contrasti in relazione alla sua interpretazione ed in
special modo in merito all’interpretazione della perequazione automatica prevista dall’art.
6, comma 3 della legge stessa.
A seguito dei predetti contrasti interpretativi, era stato chiesto l’intervento dell’Inps, che
con il parere n. 8590 del 27 ottobre 2003 ave-
va affermato: «[omissis] Come previsto dal
comma 4, le disposizioni dell’articolo 6 – ivi
compresa quella relativa agli aumenti di
perequazione – hanno effetti economici dal 1°
gennaio 1985 per le pensioni in godimento e
dal primo giorno del mese successivo alla presentazione della domanda per i futuri pensionati. In coerenza con la normativa in questione, in caso di pensioni liquidate o da liquidare
con decorrenza anteriore alla data di entrata in
vigore della legge (4 maggio 1985), la
maggiorazione decorre dal 1° gennaio 1985
(o dalla data di decorrenza della pensione se
successiva al primo gennaio 1985 e anteriore
al 1° giugno 1985), mentre in caso di pensioni
con decorrenza dal 1° giugno 1985 la
maggiorazione decorre dal primo giorno del
mese successivo alla presentazione della rela-
tiva domanda. Alla maggiorazione stessa, spettante alla decorrenza nella misura di lire 30.000,
vengono successivamente attribuiti gli aumenti di perequazione».
Contro tale interpretazione, enormemente
svantaggiosa per gli esuli, si pronunciò la giurisprudenza sia di merito che di legittimità la
quale affermò che: «l’interpretazione proposta
dall’Inps, secondo cui la maggiorazione delle
Lire 30.000 si perequa a partire dal momento
della concessione della maggiorazione medesima agli aventi diritto, condurrebbe a risultati
irrazionali e manifestamente lesivi del principio di uguaglianza di cui all’art. 3 della Costituzione, poiché la maggiorazione pensionistica
sarebbe corrisposta nello stesso anno in misura diversa ai vari pensionati a seconda dell’anno del pensionamento» (Corte Cass. n. 14285
del 2005).
Tale interpretazione non fu mai recepita
dall’Inps, in quanto contraria ai propri interessi
di tipo unicamente economico. Proprio a seguito dell’uniformarsi della giurisprudenza sull’interpretazione della norma in questione, che
attribuiva agli esuli il diritto della maggiorazione
perequata dall’emanazione della legge, è intervenuto l’art. 2, comma 505 della L. 244/2007
a totale sfregio di quanto affermato dalla Corte
di Cassazione ed a discapito di una categoria
di persone che ha già dovuto subire grandi ingiustizie nella propria vita.
Commissione per gli indennizzi,
la sintesi delle sedute di ottobre 2009
Sono proseguite, presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze, le
sedute della “Commissione sugli indennizzi dei beni perduti”, che tratta
sia i beni degli italiani di Istria e
Dalmazia che quelli di altre zone già
sotto la sovranità italiana o comunque
detenuti da cittadini italiani all’estero.
Diamo di seguito una sintesi delle
delibere. La sintesi delle sedute di novembre sarà pubblicata sul prossimo
numero di “Difesa”.
Seduta dell’8 ottobre 2009
Pos. n. 18670/TC
Zupcich
concesso avviamento commerciale
Pos. n. 11071/TC
Menegaldo
concessi integrazione indennizzo
e avviamento commerciale
Pos. n. 11421/TC
Penko
delibera rettificata
Pos. nn. 9736-11866/TC
Cerlon
concesso indennizzo
Pos. n. 2697/TC
Svircich
confermato rigetto istanza
avviamento commerciale
Pos. n. 3507/TC
Lanfredi
istruttoria
Pos. n. 11389/TC
Prischich
rinviata
Pos. n. 1846/ZB
Tulliach Giovanna (eredi)
concesso indennizzo
Pos. n. 8140/TC
Rossi
istruttoria
Pos. n. 9736/ZB
Salich caterina ved. Trani
concesso indennizzo
Seduta del 22 ottobre 2009
Pos. n. 4833/ZB
Morgan Giustina (eredi)
istruttoria
Pos. n. 21327/TC
Poropat
concesso indennizzo
Pos. n. 48/ZB
Petronio Luigi (eredi)
concesso indennizzo
Pos. n. 7707/TC
Gorenjscek
concessi indennizzo
e avviamento commerciale
Pos. n. 9129/ZB
Fifaco Franco
concesso indennizzo
Pos. n. 11310/TC
Dessanti
concesso indennizzo
La sentenza della Corte Costituzionale, che
ha confermato la legittimità costituzionale della norma sopra citata, non merita commenti,
in quanto sembra enormemente difficile riuscire a non immaginare la violazione del diritto di uguaglianza, quando a soggetti, tutti aventi
la qualifica di profugo, debba essere riconosciuto un importo di maggiorazione della pensione diverso a seconda dell’anno in cui raggiungono l’età pensionabile. Di certo possiamo immaginare che una diversa interpretazione da parte della Corte Costituzionale sarebbe
costata molti soldi allo Stato, il quale molto
probabilmente ritiene più giusto utilizzare le
proprie risorse per altri scopi.
Pos. n. 6507/ZB
Corrente Giovanni ed altri
concesso indennizzo
Pos. n. 1947/ZB
Russignan Giovanni (eredi)
respinta domanda indennizzo
di una particella tavolare
Pos. n. 264/ZB
Marzari Giovanni (eredi)
integrata precedente delibera
concesso indennizzo
Pos. n. 3903/ZB
Apollonio Regina
respinta
domanda indennizzo
Pos. n. 18617/TC
Basilisco
concesso indennizzo
Pos. n. 856/TC
Peretti
concessa
integrazione indennizzo
Pos. n. 7924/TC
Samsa
concesso indennizzo
Pos. n. 19285/TC
Rampas
concessa rivalutazione indennizzo
Pos. n. 23120/TC
Smokovich
rettificata delibera
ELARGIZIONI E ABBONAMENTI
Pos. n. 21210/TC
Codiglia
delibera rettificata
Pos. n. 19207/TC
Demrin
istruttoria
Pos. n. 21669/TC
Bozicevich
rinviata in istruttoria
Pos. n. 5937/TC
Cherubini
rettifica indennizzo
Un anno di abbonamento gratuito a “Difesa”:
prosegue l’offerta per il 2010
Continua l’offerta promozionale di un anno di abbonamento gratuito a
“Difesa Adriatica”, destinata sia ai nuovi soci che a quelli vecchi che non sono
mai stati abbonati al nostro mensile.
Per i nominativi che vorrete inviarci in questo periodo, l’abbonamento
gratuito avrà durata fino a tutto il 2010.
È possibile offrire l’abbonamento gratuito di un anno anche a persone
esterne all’Associazione, che riterrete meritevoli di tale offerta e che, in prospettiva, potrebbero poi sottoscrivere l’abbonamento ordinario. Anche per loro
l’omaggio sarà valido fino a tutto il 2010.
Ricordiamo anche che l’art. 50 del Regolamento nazionale di applicazione del nostro Statuto, per sottolinearne l’importanza, indica che «L’organo di
Stampa dell’Associazione è il periodico “Difesa Adriatica”» e che «i Comitati
Provinciali sono tenuti a curare la massima diffusione del periodico».
Questa rubrica riporta:
- le elargizioni a “Difesa Adriatica”
di importo superiore all’abbonamento ordinario;
- le elargizioni dirette alla Sede nazionale Anvgd;
- gli abbonamenti ordinari sottoscritti
a “Difesa Adriatica”;
All’interno di ogni gruppo, i nominativi sono elencati in ordine alfabetico.
In rispetto della normativa sulla privacy
non vengono citate le località di residenza degli offerenti. Ringraziamo da
queste pagine tutti coloro che, con il loro
riconoscimento, ci inviano il segno del
loro apprezzamento e del loro sostegno.
Le offerte qui indicate non comprendono le elargizioni ricevute dai singoli Comitati provinciali dell’Anvgd.
Segue dal numero precedente.
ABBONAMENTI ORDINARI A
“DIFESA ADRIATICA” (ccp 32888000)
APRILE Persurich Nello, Petricca
Maria Grazia, Prete Adalgisa, Ricci
Clapci Adriana, Rolli Annamaria, Roselli
Zita, Saba Nerina, Saggini Nereo, Savini
Pos. n. 9110/ZB
Hervatin Vittorio, Pietro e Giovanni
rettifica precedente delibera
Savina, Scavello Ugo, Schilke Enrico,
Tavelli Giovanni, Tenci Carlo, Travas
Rosaria, Vidulich Gianni, Zanelli
Gigliola.
MAGGIO Amadi Fulvia, Andreani
Lucio, ANVGD Modena, Beziar
Gherbaz Giovanna, Bonifacio Furio,
Bressan Giuliana, Callovich Giuseppe,
Camalich Milena, Carlin Guido, Celin
Vanda Cantù, Copetti Anna Maria,
Coslovich Aurelio, Dantignana Giuliano, De Grassi Marcella, Del Fabbro Tito,
Devescovi Luciano, Distaso Arcangelo,
Diviacchi Marcella, Dobran Pietro, Fioretti Mario, Fonda Nerina, Fornasaro
Antonio, Forza Paolo, Froglia Erio,
Gasperini Vittorino, Gherbaz Roberto,
Gortan Anita, Gropuzzo Luigi, Justin
Ester Visentin, Klein David Antonio,
Legovich Ricioti, Lombardi Bruno, Lughi
Silvia, Marcheluzzo InesToth, Marcozzi
Keller Anna Maria, Monfalcon
Germana, Oberti di Valnera Roberto,
Paoletti Rita, Pappafava Marta, Piazzese
Carmelo, Poliaghi Aldo, Prettegiani Antonio, Quarantotto Albina, Ramella
Sonia, Resaz Carmen Clapci, Ricciardi
Livio, Rocchi Giulio, Rude Mario,
Salvagno Lucia, Tromba Giuseppe,
Valcini Maria Luisa, Valle Ferruccio,
Vatavuk Roma, Vio Giovanna, Zanella
Maddalena ved. De Faveri, Zuccheri
Annamaria.
GIUGNO Ballarin Norberto,
Biasoletto Mario, Calebotta Lorena,
Camboni Maurizio, Coslovich Cristina,
Dassovich Mario, Di Pasquale Wottava
Anna, Fossati Marino, Gembressi Claudio, Giorgolo Lauro, Giuricich Mario,
Lorenzini Giovanni, Lupi Giuseppe,
Lupieri Pietro, Marangoni Falcioni Gemma, Migliorini Erica, Monteneri Erica,
Morelli Valeria, Mulitsch Caterina e Paolo, Nunini Neria, Pauletti Zappador
Vilma, Rihar Arnaldo, Riosa Maria,
Sandorfi Francesco, Sandri Giovanni,
Spizzamizzamiglio Dario,Tenze Fausto.
LUGLIO Bandera Albina Maria,
Becich Stefano, Bertotto Iginia, Cossio
Adriano, Curri Virgilio, Fonovich Lucia,
Nizzoli Vitaliano, Santoro Francesco,
Sebeni Sergio, Sterzi Barolo Angiolo,
Sviben Ileana, Treccani Mario, Varesco
Carolina, Vatta Alida, Zvietich Benito.
AGOSTO Calegari Ferruccio,
Casalino Corrado, Cipeletti Gianfranco,
Clauti Bruno, Lorenzini Giulia, Matulich
Walter, Pavazza Benito.
6
DIFESA ADRIATICA
continua dalla prima pagina
Speciale
XIX Congresso
Nella giornata conclusiva, il nuovo Consiglio nazionale ha rinnovato i
vertici dell’Associazione: Presidente
nazionale Lucio Toth; Vicepresidenti
nazionali Renzo Codarin, Marino
Segnan e Rodolfo Ziberna (Vicepresidente vicario).
Sulla base dello spoglio dei voti era
stato eletto poco prima il nuovo Consiglio Nazionale, nelle persone di:
Antonio Ballarin (Roma), Guido
Brazzoduro (Milano), Francesca Briani
(Verona), Pietro Antonio Cerlienco
(Monza), Pietro Chersola (Imperia),
Renzo Codarin (Trieste), Arduino
Copettari (Verona), Sissy Corsi (Varese),
Luigi Costanzo (Treviso), Alessandro
Cuk (Venezia), Maria Elena Depetroni
(Bergamo), Mario Diracca (Pescara),
Coriolano Fagarazzi (Vicenza), Italia
Giacca (Padova), Anna Maria
Marcozzi Keller (Trento), Pier Maria
Morresi (Varese), Franco Papetti
(Perugia), Simone Vicky Michelle Peri
(Trieste), Giuliano Piccini (Ancona),
Roberto Predolin (Milano), Flavio
Rabar (Ferrara), Elio Ricciardi (Padova), Davide Rossi (Verona), Donatella
Schürzel (Roma), Marino Segnan (Bologna), Sergio Tabanelli (Massa
Carrara), Lucio Toth (Roma), Silvano
Varin (Pordenone), Orazio Zanetti
Monterubbianesi (Fermo), Antonio Zett
(Venezia), Rodolfo Ziberna (Gorizia).
Sono stati eletti all’unanimità Consiglieri onorari per i meriti acquisiti
Miriam Andreatini Sfilli (preziosa Delegata per Firenze dell’Anvgd) e
Bernardo Gissi, per lunghi anni competente Delegato all’Amministrazione
e guida del Comitato di Cuneo.
Un Consiglio decisamente rinnovato nel quale entrano diversi giovani
impegnati e nel quale sono ben rappresentate le articolazioni territoriali
Dicembre 2009
Il nuovo Consiglio Nazionale espresso dalle candidature convenute nella lista «Il futuro che vogliamo»
Dal XIX Congresso le persone, i programmi, le sfide
Un’assise all’insegna dell’unità, della compattezza
e del rinnovato impegno sui temi di interesse generale degli Esuli
Presenti Licia Cossetto ed Ottavio Missoni
dell’Associazione, la cui crescita numerica comprova la sua vivacità e la
sua capacità di esprimere, ad oltre sessant’anni dall’esodo, persone e risorse nuove.
Il Congresso si era aperto venerdì
27 con la cerimonia ufficiale alla quale avevano partecipato il Prefetto e il
Sindaco di Varese, i sindaci e i rappresentanti della Provincia e della Regione, le più alte autorità militari. Di grande valenza simbolica gli interventi di
due ospiti d’onore nella giornata di
apertura, la signora Licia Cossetto e
Ottavio Missoni: di entrambi il commosso intervento ha dato luce e significato più intensi ancora all’essere presenti in quella sede e all’impegno associativo. Al lato del palco della Presidenza congressuale, l’immagine di
Norma Cossetto, alla cui memoria tutti
i Delegati e i dirigenti si sono idealmente richiamati.
Numerosissimi i messaggi di saluto delle istituzioni, che riportiamo in
altra pagina.
Alle pagine 6 - 7- 8 - 9 - 10 un’ampia sintesi degli interventi e una selezione di immagini dal Congresso, anche alla pagina 16.
Tutte le news e una bella selezione di fotografie sono contenute nella
sezione speciale del sito www.anvgd.it
interamente dedicata al XIX Congresso nazionale.
Confronto
e progettualità
Sono molti e tutti rilevanti i temi sui quali hanno dibattuto i cento delegati dell’Anvgd riuniti a
Congresso. L’adempimento congressuale non si è
esaurito nella nomina della nuova Presidenza e della nuova dirigenza, ma è
stato nutrito di contenuti
forti e strategici per consolidare e rilanciare il programma già avviato nel
triennio precedente e che
procederà lungo due
grandi direttrici: il «Tavolo di coordinamento» con il Governo, le Amministrazioni e le Istituzioni sulle questioni giuridiche ed economiche ancora
aperte e la conservazione e la promozione qualificata della memoria storica dell’Esodo degli italiani autoctoni dalla Venezia Giulia e da Zara e
delle vicende del confine orientale nel Novecento.
Il «Tavolo di coordinamento», insediato presso la Presidenza del Consiglio al quale sono interessati diversi Dicasteri, tra cui Economia, Esteri,
Interni e Istruzione, vede impegnata l’Anvgd in seno alla Federazione
delle Associazioni degli Esuli su diversi fronti: dagli indennizzi per i beni
perduti dagli Esuli nei territori ceduti ai provvedimenti per l’edilizia destinata ai profughi, dalla corretta indicazione dei luoghi di nascita come
previsto dalla normativa ad hoc alle restituzioni dei beni liberi nell’Istria
oggi slovena e croata, alla tutela dei beni monumentali. Tutti argomenti di
grande peso specifico.
Per altro verso tutti gli interventi uditi nel corso dell’assise hanno insistito su nuovi progetti e nuove sinergie con le istituzioni della cultura,
della scuola, dell’università e dell’editoria, per il corretto inserimento della storia dell’Adriatico orientale nella coscienza e nel dibattito pubblici.
Interlocutore essenziale dell’Anvgd, oltre alle istituzioni culturali ed universitarie con le quali già collabora da tempo nella direzione della divulgazione qualificata, sarà il Ministero dell’Istruzione, della Università e della
Ricerca, al quale è chiesto un serio impegno nel sensibilizzare autori,
editori, dirigenti e docenti ad aggiornare le categorie concettuali e gli
strumenti didattici.
Uno scorcoi della sala congressi
Il dibattito congressuale
Interventi in sintesi
Della assise nazionale e del dibattito che si è svolto diamo di seguito
una necessaria sintesi, determinata
dalla necessità di fornire ai nostri Lettori un’informazione più tempestiva
possibile.
Come si leggerà, non sono mancate critiche anche aspre all’operato
del triennio che questo Congresso ha
chiuso, che hanno condotto alcuni
esponenti provinciali a radicali e polemiche prese di distanza. In termini
comuni si può parlare di una «maggioranza» e di una «minoranza», presenti in ogni consesso democratico.
Alla nuova compagine scaturita dall’assise di Varese e alle rappresentanze dell’Anvgd che tornano ad operare
sul territorio, non sfuggirà l’onere e
l’onore di custodire e trasmettere valori comuni che trascendono le singole posizioni, consapevoli tutti del dovere di incarnare, ciascuno in sé, una
porzione di storia di cui dare testimonianza.
p. c. h.
La “tre giorni” congressuale è aperta nel pomeriggio del 27 dal presidente Lucio Toth. Sono presenti in prima
fila la signora Licia Cossetto e Ottavio
Missoni , ai quali il congresso tributa
un caloroso applauso. Il primo intervento in programma è di Antonio
Ballarin, delegato uscente all’Amministrazione. Nella sua ampia e articolata esposizione tocca con passione
diversi argomenti, di ordine economico-finanziario e più latamente politico-associativo. Affidandosi al concet-
Il presidente uscente, poi riconfermato, Toth
svolge il suo intervento di apertura del Congresso
to di «memoria attiva», per significare
l’attenzione al presente e soprattutto
al futuro, esprime, tra l’altro, la convinzione che si debba giungere a creare una Fondazione «panfederativa»
aperta a tutte le anime della Diaspora,
in gradi di promuovere «azioni e progetti unificanti a tutela dei nostri interessi, della nostra storia e della nostra
cultura».
Il secondo intervento – che inaugura il Congresso – è del presidente
Lucio Toth, che tra l’altro rimarca la
necessità di ringiovanire le fila dei dirigenti, che proseguano l’impegno associativo e si assumano l’onere di dare
battaglia sui tanti problemi ereditati dal
passato, ma con lo sguardo rivolto
anche verso il futuro. Si rivolge anche
agli ospiti istituzionali presenti, e cita
la prossima ricorrenza dell’Unità d’Italia ricordando il sacrificio dei volontari giuliani e dalmati al Risorgimento.
Ricorda Norma Cossetto, che defini-
Dicembre 2009
7
DIFESA ADRIATICA
Speciale
XIX Congresso
Il dibattito congressuale
Interventi in sintesi
nea, Gianantonio Godeas (delegato di
Brescia, già Esecutivo di Milano), che
esprime la sua valutazione sul
commissariamento dell’Esecutivo di
Milano, deciso dall’Esecutivo nazionale e che ritiene immotivato e risibile;
e Trevisan (consigliere uscente Anvgd
e del Comitato di Milano), il quale trova inaudita l’ostilità espressa dalla Presidenza nazionale, con grave
nocumento dell’immagine dell’Anvgd,
e del ruolo del Comitato di Milano e
di una figura importante come Piero
Tarticchio, che ne è stato presidente.
Linee direttrici per il futuro
Da sin., S. Corsi (presidente Comitato di Varese), R. Codarin e R. Predolin
sce un simbolo del sacrificio
dell’italianità istriana. Invita a coltivare la ricerca storica ed a incentivarne
la conoscenza presso le giovani generazioni.
Prende la parola l’avv. Sissi Corsi,
presidente del Comitato Anvgd ospite. Nel ringraziare le autorità presenti,
che hanno permesso l’utilizzo della
prestigiosa sede di Villa Recalcati, ricorda il suo arrivo da bambina a
Varese, dove trovarono rifugio il provveditore agli studi di Pola, e tutto lo
staff delle Poste di Pola, e la fraterna
accoglienza avuta nel capoluogo lombardo. Seguono i saluti delle tante
autorità invitate. Interviene quindi
Ottavio Missoni, che ricorda la sua
Zara, distrutta dai bombardamenti, e
riflette con dolore sull’impossibilità, per
l’esule, di avere un luogo ove tornare.
Sottolinea tra l’altro la dignità con la
quale si sono comportati gli esuli ovunque fossero nel mondo.
La signora Licia Cossetto, dal canto suo, sottolinea come tutti i suo ricordi siano stati segnati dal lutto e dal
dolore, che nessuna successiva circostanza della sua vita è stata in grado di
lenire, e stigmatizza come sia ancora
scarso lo spazio riservato sui libri di
testo alle foibe e dell’esodo. Richiama
tutti i presenti all’impegno di tenere
desta la memoria, a custodire il ricordo vivo delle sofferenze patite.
Il dibattito congressuale
La discussione entra nel vivo il 28,
giorno interamente dedicato agli interventi dei delegati. Effettuati gli
adempimenti di rito, prende la parola
il Presidente Toth. Egli riprende il concetto della responsabilità che ha
l’Anvgd nei confronti di tutti gli Esuli,
una responsabilità che ne fa l’asso
portante non solo della FederEsuli ma
di tutta la costellazione di associazioni ed espressioni culturali del mondo
dell’esodo. Ripercorre gli eventi susseguitisi dal penultimo Congresso, nel
2006, a partire dalla uscita di alcune
associazioni dalla FederEsuli, che in
ogni caso ha proseguito nel suo lavoro al «Tavolo di coordinamento» con
il Governo insediato presso la Presidenza del Consiglio. Certamente, sottolinea Lucio Toth, le divisioni non
giovano, e danno adito ai politici meno
sensibili di temporeggiare. Bisogna
lavorare, insiste, seriamente e non trincerarsi dietro atteggiamenti di protesta, che danno soltanto effimera visibilità. La forza di pressione che si può
esercitare è morale e giuridica, si tratta di diritti soggettivi riconosciuti che
vanno tuttavia sempre aggiornati per i
grandi problemi della Nazione e per
le disparità economico-sociali, rimarca
Toth.
Relativamente alla questione
perequazione pensione, secondo Toth
bisognerà valutare nuove azioni in difesa del diritto negato ai profughi dalla
sentenza della Corte Costituzionale.
Terminato l’intervento di Toth,
prende la parola il Segretario nazionale, Rocchi. Efficienza e trasparenza
i punti di riferimento della Sede nazionale, alla quale esuli di prima e seconda generazione si rivolgono quotidianamente e costantemente.
Dissensi e dichiarazioni di voto
Al momento dell’apertura del dibattito, e dopo gli adempimenti formali di rito, i consiglieri uscenti
Trevisan (Milano) e Perini (Como) presentano due mozioni d’ordine urgenti: la prima, di Trevisan, denuncia l’irregolarità della nomina dei delegati del
Comitato di Milano, in quanto indicati dal Commissario che secondo questa interpretazione non ne avrebbe
diritto. La seconda, di Perini, chiede
che il Congresso sia aperto alla stampa ed al pubblico, anche nella fase di
dibattimento congressuale. Le mozioni non vengono accolte.
Di seguito Perini (Como) interviene lamentando che dopo sessant’anni
dall’esodo tanti problemi non siano
stati ancora risolti e la gestione che
definisce centralista dell’Associazione.
Contesta metodi e direttive relativamente ai rapporti con le Comunità italiane oltreconfine e la trasformazione,
che gli sembra di cogliere, dell’Anvgd
in associazione meramente assistenziale e culturale. Il secondo intervento
è della sig.ra Marisa Brugna, presidente uscente del Comitato di Sassari, la
quale comunica le dimissioni in massa dei suoi componenti per insanabile
contrasto con le linee generali seguite
nel triennio dall’Anvgd, che ritiene responsabile di omissioni nella gestione
di situazioni e circostanze particolari
riguardanti il borgo di Fertilia.
A seguire interviene Antonio Vatta
(presidente Consulta Anvgd Piemonte). Ricorrendo ad un’immagine, lamenta che i politici abbiano preparato per gli esuli una bella tavola
imbandita, sulla quale i piatti sono tuttavia vuoti. Ricorda l’apporto dato dal
Comitato di Torino e dalla Consulta
Piemonte all’intera Associazione.Vatta
e gli altri delegati di Torino (Fulvio
Aquilante, Luciano Valenta, Antonio
Pastrovicchio, Eugenio Maisani) esprimono per iscritto la volontà di non
partecipare al voto, che ritengono «inutile, anzi dannoso». Allo stesso modo
si esprime la delegata di Sassari, Marisa
Brugna).
Prende la parola Fulvio Aquilante
(presidente Comitato di Torino). Si definisce un uomo «del fare», che ha
portato in Anvgd il sentire del suo Comitato. Ricorda il lavoro in comune
svolto con la dirigenza nazionale ed
invoca immediata modifica di Statuto
e Regolamento, che venga approvato
da un Congresso straordinario, entro
due mesi. Seguono Luigi D’Agostini
(Comitato di Venezia), che deplora le
consuete dichiarazioni d’intenti del
mondo politico, cui non corrispondono concrete azioni; Roberto Stanzione
(Comitato di Como), che lamenta il
parere negativo dato dall’Esecutivo
nazionale Anvgd alla costituzione del
Comitato di Lecco con pretesti che
definisce puramente formali e contesta che le risorse destinate ai cosiddetti «rimasti» possano sottrarre il dovuto
agli esuli.
Luciano Rubessa (presidente del
Comitato di Brescia) considera negativamente il bilancio del triennio 20062009 per quanto riguarda strategie e
obiettivi e ritiene fallito il «Tavolo di
coordinamento» aperto dalla Federazione delle Associazioni con il Governo in quanto non concordata, a suo
avviso, una «strategia preventiva» e
«senza incalzare la controparte con
richieste e proposte». Ritiene che l’attuale dirigenza sia «distante dagli esuli e dalle loro esigenze e aspettative» e
la accusa di «immobilismo» e di carente comunicazione. Sulla stessa li-
Secondo Rodolfo Ziberna (presidente Comitato di Gorizia) due sono
le grandi sfide per il prossimo triennio:
gli indennizzi per i «beni abbandonati» e la conservazione del patrimonio
latino e veneziano nelle regioni adriatiche. Ritiene che alzare insensatamente la posta, come ad esempio nel
contenzioso per gli indennizzi, è totalmente controproducente. Si dovrebbe avere, in tal caso, il coraggio di non
accettare la controfferta dei governi ove
la si ritenga inaccettabile. Dopo oltre
60 anni, prosegue Ziberna, sarebbe
opportuno ragionare sull’offerta che
venisse avanzata dal Governo, che
certo non sarà mai pienamente soddisfacente. Sul versante interno, Ziberna
insiste sulla necessità di impegnarsi
nella divulgazione dell’italianità dei
territori ceduti anche attraverso il rapporto con le Comunità italiane. Considera infine ingenerose le critiche piovute sui dirigenti: la critica, chiosa,
dev’essere uno stimolo, non un ingiuria carica di acredine.
Un altro aspetto che Ziberna rileva è la necessità di andare verso una
progressiva unità delle associazioni e
dei loro organi informativi. Evoca un
«raduno degli esuli», occasioni di incontro e di confronto al di là di ogni
appartenenza. Conclude con un appello alla condivisione.
L’intervento successivo è di Pietro
Chersola (presidente Comitato di
Imperia). «La nostra storia – dice tra
l’altro – a pieno titolo può essere considerata pienamente paradigmatica
quanto a diritto calpestato». Invita pertanto a rafforzare i rapporti con «tutte
le istituzioni di governo» e a perseguire «un maggiore impegno della scuola e della cultura verso la [..] storia
dell’Adriatico orientale, per una vera
divulgazione culturale qualificata».
Franco Papetti (delegato Anvgd di
Perugia) nel suo intervento ricorda le
origini fiumane, e narra brevemente
del suo inserimento nella società
perugina. Illustra l’intento sul quale ha
lavorato e lavora nel capoluogo umbro
per ricordare le vicende del confine
orientale, e i progressivi rapporti avviati con le autorità locali, con conferenze, lezioni e dibattiti in particolare
nelle scuole. Grazie alla serietà del
lavoro svolto, la Regione Umbria dà
ora supporto alle attività della Delegazione nella divulgazione di quei temi.
Sui rapporti con i «rimasti» ritiene siano da incentivare e conclude con un
appello all’unitarietà di intenti e a proiettarsi nel futuro.
I lavori congressuali riprendono nel
pomeriggio dello stesso 28 novembre,
con un’altra serie di interventi. Ad aprire la sessione pomeridiana Walter
Matulich (vicepresidente Comitato di
Brescia), il quale tra l’altro esprime la
convinzione che lo Statuto dovrebbe
dare maggiore autonomia ai Comitati, che conoscono la realtà territoriale,
senza con ciò sminuire il ruolo della
Sede centrale.
Secondo intervento del consigliere uscente Roberto Predolin (Comitato di Milano). Si esprime sulle critiche
o, peggio, sugli insulti di cui
ripetutamente è stata fatta oggetto la
Presidenza nazionale, che ritiene
ingenerosi e ingiusti. Il vero dovere,
afferma, cui questo Congresso deve
sentirsi chiamato è il programma per
il futuro. È arrivato il momento, sottolinea Predolin, di difendere con forza
la memoria e di trasmetterla nel modo
più consono, e di investire sul salto
generazionale.
Un’istantanea delle operazioni di voto.
A ciascun delegato al Congresso
viene assegnato un numero di voti da esprimere in relazione
al numero di iscritti al Comitato da cui proviene
8
DIFESA ADRIATICA
Il dibattito congressuale
Speciale
XIX Congresso
Segue l’intervento di Guido
Brazzoduro (vicepresidente uscente
Anvgd e Commissario del Comitato
di Milano). Deplora le fratture createsi, che comportano inevitabilmente
scarsa considerazione presso gli
interlocutori istituzionali. Chiunque
voglia sostenere una tesi, soggiunge, e
non sia in grado di gestirle all’interno
nelle sedi deputate, porta all’esterno
critiche e calunnie, non può aiutare a
costruire il bene dell’Associazione, che
ne viene indebolita. Le buone regole
democratiche non significa soltanto
dare giusta parola a tutti, ma, che ci
sia maggioranza od opposizione, all’esterno l’atteggiamento deve conformarsi ad un comportamento unitario.
Riferisce sul commissariamento del
Comitato di Milano, i cui presupposti
poggiano sulle prese di posizione
aprioristicamente contrastanti con la
scelta e con le opzioni generali assunte dall’Associazione. Ciascuno, chiosa,
diventerà responsabile di ciò che dirà
o dichiarerà.
È quindi la volta di Paolo Jelich
(Consulta Regionale Emilia Romagna).
Rimarca l’importanza di testimoniare
la storia e i sacrifici di quanti ci hanno
preceduto, grazie anche alla legge sul
Giorno del Ricordo. Due le priorità a
suo giudizio: il ricambio generazionale
e il mantenimento del «Tavolo di coordinamento», presso il quale tocca
all’Anvgd formulare proposte utili a
giungere ad un risultato, tenendo comunque presenti le condizioni economiche generali . Anche a suo avviso è
indispensabile formulare una piattaforma credibile di richieste, e con ciò
identificare una cifra attendibile per gli
indennizzi.
Marino Segnan (presidente Comitato di Bologna), rivendica alla Consulta Emilia Romagna e al suo Comitato l’aver concepito un programma
articolato in 14 punti a l’aver raccolto
intorno ad esso una lista credibile di
candidature. Il programma della lista
«Il futuro che vogliamo» è pubblicato
alla pag. 13.
Anna Maria Fagarazzi (Comitato di
Vicenza) rileva come ai giovani, ai
quali ci si deve rivolgere, non si possano offrire visioni vetuste e superate:
i tempi richiedono lo sforzo di adeguarsi all’evoluzione della storia pur
mantenendo fermi i valori fondanti. Ai
giovani, aggiunge, non bisogna parlare in termini che definisce
“politichese”, ma trasmettere l’esperienza esistenziale.
Segue l’intervento di Renzo
Codarin (vicepresidente nazionale,
presidente del Comitato diTrieste), che
interviene in primo luogo come presidente della FederEsuli. Tra l’altro, dà
Interventi in sintesi
notizia della proposta avanzata dai Sottosegretari Mantica e Menia alla
FederEsuli nel corso della più recente
riunione del «Tavolo di coordinamento», durante la quale i rappresentanti
del Governo hanno ventilato la possibilità di attingere ai fondi versati su in
particolare dalla Slovenia, fondi che,
nell’attuale contingenza economicofinanziaria del Paese, potrebbero altrimenti venire assimilati dallo Stato.
Anna Maria Marcozzi Keller (presidente Comitato di Trento) sottolinea
dal canto suo l’impegno nel tessuto
socio-culturale trentino, nel quale tuttavia ritiene che l’elemento giulianodalmata sembra accettato «con riserva». Si deve anche tenere conto, aggiunge, delle componenti etniche presenti aTrento e Bolzano. Esprime l’auspicio che i diversi Comitati che hanno espresso dissensi anche forti convergano nell’intento comune e sia loro
ridata fiducia, nell’interesse di tutti gli
esuli e a tutela della loro dignità.
È quindi il turno di Lino Vivoda
(consigliere onorario), che rievoca i
tempi dei campi profughi e dell’isolamento patito. Sottolinea come in quei
difficili frangenti l’Anvgd sia stata
un’àncora. Sui beni abbandonati ritiene si debba esigere dalla Croazia
l’eguale trattamento rispetto agli altri
cittadini europei. Sulle relazioni con
le Comunità italiane oltreconfine, conclude, se un tempo egli stesso è stato
contrario, ora ritiene si debbano necessariamente coltivare in sinergia di
intenti.
Parla di seguito Donatella Schürzel
(presidente Comitato di Roma). Comunica con piacere che il Comitato romano è composto in buona parte da
«seconde generazioni» di esuli. Sui
contrasti interni, ritiene che posizioni
diverse possono ritrovarsi nei momenti
necessari, come nei rapporti con le istituzioni. L’assunzione della carica di
presidente del Comitato romano, assicura, la obbliga a sentire una maggiore responsabilità nei confronti degli esuli e della memoria. Su esuli e
«rimasti» si richiama alla comune origine e ai comuni sentimenti di appartenenza. Definisce inutili e
disonorevoli i contrasti interni. Dichiara rammarico per l’atteggiamento di
rinuncia di alcuni rappresentanti ed
auspica che la lista unica annunciata
possa dare compattezza all’Anvgd.
La parola è poi data al delegato
Anvgd di Fermo Orazio Zanetti, che
auspica convergano nell’Associazione i contributi fattivi di tutti, ciascuno
con le proprie competenze e conoscenze, e si riesca a «perfezionare ulteriormente gli aspetti politici […] con
lo spirito di ieri e l’incisività di oggi» e
Periodico mensile dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia
Centro studi padre Flaminio Rocchi
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Dicembre 2009
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Finito di stampare il 23 dicembre 2009
tenendo presenti «due macro obiettivi, i Tavoli di coordinamento […] e la
crescita dell’Associazione».
Mario Diracca (Comitato di
Pescara) deplora a sua volta gli episodi di conflittualità interna, che pone in
cattiva luce in Italia e all’estero le stesse associazioni della Diaspora. Considera pertanto necessario che si pervenga a candidature tale da avere strumenti validi per interloquire con tutti. Maria Elena Depetroni (presidente Comitato di Bergamo) e Arduino Copettari
(delegato Comitato di Verona) richiamano il dovere di portare avanti l’eredità di ideali. Con diverse
accentuazioni sottolineano l’importanza della relazione con le istituzioni e i
governi, manifestano stupore e dolore
per le polemiche in atto. Bisogna, sostengono nei loro interventi, far convergere le forze verso comuni obiettivi, bisogna portare avanti la memoria
e la storia. Sulla stessa linea d’onda
Flavio Rabar (presidente Comitato di
Ferrara), il quale stigmatizza il livello
cui si è giunti nei rapporti interni, e la
natura di lamentazione di molti atteggiamenti, non utile e sterile.
Il giovane Pietro Cerlienco (presidente Comitato di Monza) trasmette i
saluti dell’Associazione Paracadutisti
d’Italia e del suo presidente Crippa.
Annuncia il nutrito programma che il
Comitato monzese ha in calendario
in vista del Giorno del Ricordo 2010
e non solo, e si dice onorato di rappresentare sul territorio gli esuli. Sollecita la ricomposizione nell’unità di
intenti.
Simone Peri (consigliere nazionale Anvgd e presidente Famiglia
Montonese), forte della sua esperienza di giovane di seconda generazione
nata all’estero, individua alcuni settori
strategici per il breve e medio termine: il coinvolgimento delle nuove generazioni che vivono in altri Paesi,
avvalendosi delle tecnologie di comunicazione rapida; far loro conoscere il
patrimonio di storia e di cultura dalle
regioni di provenienza; la promozione della civiltà giuliano-dalmata in tutti
i suoi molteplici aspetti, non limitandosi a trattare della storia del Novecento e cooptando autorevoli
testimonial della società e della cultura giuliano-dalmata. Esprime il caldo
auspicio che quanto oggi, certo meno
di ieri, sembra ancora distante possa
con adeguato e rinnovato impegno
farsi «presente».
Silvio Cattalini (consigliere nazionale uscente e presidente Comitato di
Udine) ricorda di aver subìto come
zaratino due profuganze, nel 1941, al
momento dell’invasione della Jugoslavia, smistato con i giovanissimi e con
le donne ad Ancona; e successivamente, con l’esodo del secondo dopoguerra. Se ancora oggi, sottolinea, sia possibile ritrovarsi in una sede
congressuale lo si deve ai dirigenti che
hanno “fatto” l’Anvgd e dà loro il dovuto merito. Rivolge un appello all’unità e all’esperienza degli anziani.
Francesca Briani (consigliere nazionale uscente e presidente Comitato di Verona). Riconosce di aver acquisito in questi anni una certa esperienza associativa, e informa della positiva situazione del Comitato veronese, e si dice lieta di partecipare all’attività dell’Anvgd. Rassicura dell’importanza degli esuli di prima generazio-
ne. Si rammarica degli attacchi personali percepiti.
Ritiene che chi dissente in maniera così dura ha il dovere di presentarsi, e di presentare una lista, come invece non è accaduto. Bisogna avere
la buona volontà di proseguire. Dichiara di non comprendere perché associazioni minori e locali debbano e
possano rivolgere accuse continue, cui
elementi interni danno supporto e di
cui sono veicolo. Invita a commisurare
le richieste alle effettive, ben note condizioni generali del Paese. Invita ad un
ragionamento concreto anche in ordine alle richieste alle istituzioni e al
Governo.
Il XIX Congresso si chiude con la
replica di Lucio Toth e la prima convocazione del Consiglio nazionale
appena eletto sulla base delle
risultanze delle elezioni, che provvede ai primi adempimenti normativi e
tornerà a riunirsi a breve per eleggere
il nuovo Esecutivo nazionale.
p. c. h.
Bilancio di un triennio,
i dati della Sede nazionale
Nella massa di documenti forniti dalla Sede di Roma ai Delegati Anvgd
e alla stampa in occasione della XIX assise generale, è compreso un bilancio sintetico delle funzioni svolte nell’arco del triennio 2006-2009. La
voce «Assistenza» risulta così suddivisa:
20.000 telefonate in entrata; 2.000 fax ricevuti; 50.000 e-mail pervenute; 4.500 comunicazioni cartacee giunte; 1.500 visitatori in Sede.
Per quanto riguarda la voce «Organizzazione» questi sono gli elementi forniti:
42.000 mail inviate ai propri rappresentanti; 2.500 lettere scritte; 18.000
comunicazioni inviate via posta; 6.500 kg di materiale spedito; 11.000
telefonate effettuate.
Per quanto riguarda le celebrazioni del Giorno del Ricordo, questa è
la sintesi:
800 le località italiane censite nelle quali si sono svolte commemorazioni; 500 le località nelle quali è stata presente la rappresentanza Anvgd;
1.400 gli eventi registrati.
Su “Difesa Adriatica”:
750 gli articoli originali pubblicati; 200 le «firme» ospitate; 400 le
cronache locali riportate; 600 gli articoli tratti da altre testate; 2.200.000 le
pagine complessive stampate.
Infine, ecco i dati relativi al sito Internet www.anvgd.it:
7.000 le notizie pubblicate; 75.000 i visitatori; 710.000 le pagine
visualizzate.
Dicembre 2009
Speciale
XIX Congresso
Numerosi i messaggi pervenuti
dagli esponenti delle istituzioni in occasione del XIX Congresso. Ne diamo
una selezione.
Il Capo dello Stato, Giorgio
Napolitano, scrive: «Apprezzo l’impegno dell’Associazione per coltivare la
memoria delle tragiche vicende storiche del secolo scorso al confine nord
orientale d’Italia». «Ritengo non meno
importante il vostro obiettivo statutario
di guardare al futuro sensibilizzando
il più largo pubblico italiano su questo importante ruolo politico, economico e culturale».
Il Presidente del Senato, Renato
Schifani, esprime la «ideale adesione a
questa iniziativa che, nel ricordare una
pagina durissima e purtroppo dimenticata della nostra storia, riunisce tanti
protagonisti di eventi epocali e drammatici, che rappresentano oggi i migliori testimoni della necessità, soprattutto
fra le nuove generazioni, di una cultura della pace e del rispetto fra i popoli,
ma al tempo stesso di profondo attaccamento alle proprie radici».
Il Presidente della Camera,
Gianfranco Fini, nel suo messaggio
definisce il XIX Congresso «un’importante occasione per ricordare la tragedia degli esuli giuliani, istriani, fiumani
e dalmati, costretti ad abbandonare le
loro terre nel 1947. Si tratta di una
pagina buia della storia che un Paese
democratico come l’Italia non deve
Il saluto delle istituzioni
Le autorità presenti alla giornata di apertura
aver paura di illuminare». E prosegue:
«le attività svolte dalla vostra Associazione rappresentano, in questo senso,
un prezioso contributo per la nostra
coscienza di italiani ed europei. […] È
dovere delle Istituzioni promuovere il
ricordo della nostra vicenda collettiva
da trasmettere ai giovani, al fine di dar
loro la possibilità di acquisire una consapevolezza autentica del passato del
proprio Paese».
Il Presidente del Consiglio,
Berlusconi, definisce l’assemblea generale «un’occasione significativa per
la comunità di esuli di Istria, Fiume e
Dalmazia, per rafforzare l’identità nazionale, che la loro triste vicenda storica ha lacerato». Il Sottosegretario alla
Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, ha inviato ai congressisti «un caloroso saluto» ed ha espresso «il vivo
apprezzamento per le attività che l’Associazione svolge con grande impegno a tutela dei valori e memorie che
costituiscono un patrimonio comune
dell’Unione Europea». Letta ha ribadito che «il Governo segue con attenzione le tematiche e le istanze che provengono dagli Esuli istriani, fiumani e
dalmati. È questa sensibilità – prosegue – che ci ha indotto a riattivare il
Tavolo di coordinamento che mi onoro di presiedere a Palazzo Chigi. Nel
corso delle riunioni degli scorsi mesi
abbiamo avuto modo di esaminare
insieme e costruttivamente le
problematiche che permangono aperte, registrando puntualmente le aspettative del mondo associativo degli Esuli
per una loro soluzione definitiva».
«Conosco bene – scrive all’Anvgd
il Ministro degli Esteri Frattini – la passione e la dedizione con cui svolgete
il Vostro incarico ed il ruolo dell’Associazione per la conservazione di una
storia, di memorie e di sentimenti che
meritano rispetto […]». Frattini esprime «vivo apprezzamento per la meritoria attività svolta dall’Associazione
Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia»
ed assicura «la dovuta attenzione e la
sensibilità del governo italiano e mia
personale verso le problematiche e le
aspettative degli Esuli istriani, fiumani
e dalmati. Continueremo a lavorare
insieme nell’apposito
Tavolo di coordinamento istituito
presso il Ministero degli Esteri, con
spirito di dialogo costruttivo e di comune impegno».
Il Ministro della Difesa, Ignazio La
Russa, esprime «il più vivo apprezzamento per tutte le attività che l’Associazione porta avanti a tutela dei valori e della memoria degli italiani esuli
dall’Istria, da Fiume e dalla Dalmazia»
ed apprezza la funzione svolta
dall’Anvgd «attraverso iniziative volte
alla valorizzazione del patrimonio
culturale, storico, letterario e artistico
di questa grande comunità rappresentata da chi ha vissuto una terribile pa-
I nuovi Consiglieri nazionali
Ecco un breve profilo dei nei
eletti al Consiglio nazionale Anvgd.
Il presidente Lucio Toth è al suo
sesto mandato triennale.
Il nuovo vicepresidente vicario
Rodolfo Ziberna è presidente del
Comitato Provinciale di Gorizia. Il
vicepresidente Renzo Codarin è presidente del Comitato Provinciale di
Trieste, oltre ad essere presidente
della Federazione delle Associazioni degli Esuli Istriani Fiumani e
Dalmati. Il nuovo vicepresidente
Marino Segnan è presidente del
Comitato Provinciale di Bologna.
I consiglieri: Antonio Ballarin,
Delegato all’Amministrazione dell’Associazione e consigliere Provinciale del Comitato di Roma; Guido
Brazzoduro, commissario straordinario del Comitato di Milano; Francesca Briani, presidente del Comitato Provinciale di Verona; Pietro
Antonio Cerlienco, presidente del
Comitato Provinciale di MonzaBrianza; Pietro Chersola, presidente del Comitato Provinciale di
Imperia; Arduino Copettari ,
vicepresidente del Comitato Provinciale di Verona; Sissy Corsi, presidente del Comitato Provinciale di
Varese; Luigi Costanzo, presidente
del Comitato Provinciale di Treviso;
Alessandro Cuk, presidente del Comitato Provinciale di Venezia e della Consulta regionale del Veneto;
Maria Elena Depetroni, presidente
del Comitato Provinciale di
Bergamo; Mario Diracca, presidente del Comitato Provinciale di
Pescara; Coriolano Fagarazzi, presidente del Comitato Provinciale di
Vicenza; Italia Giacca, presidente
del Comitato Provinciale di Padova;
Anna Maria Marcozzi Keller, presidente del Comitato Provinciale di
Trento; Pier Maria Morresi ,
vicepresidente del Comitato Provinciale di Varese; Franco Papetti, delegato provinciale di Perugia;
Simone Vicky Michelle Peri, consi-
9
DIFESA ADRIATICA
gliere del Comitato Provinciale di
Trieste; Giuliano Piccini, segretario
del Comitato Provinciale di Ancona;
Roberto Predolin, consigliere nazionale uscente; Flavio Rabar, presidente del Comitato Provinciale di
Ferrara; Elio Ricciardi, vicepresidente del Comitato Provinciale di Padova;
Davide Rossi, consigliere nazionale uscente; Donatella Schürzel,
presidente del Comitato Provinciale di Roma; Sergio Tabanelli, presidente del Comitato Provinciale di
Massa Carrara;
Silvano Varin, presidente del Comitato Provinciale di Pordenone;
Orazio Zanetti Monterubbianesi,
delegato Provinciale di Fermo; Antonio Zett vicepresidente del Comitato Provinciale di Venezia.
Confermato e nominato il nuovo Collegio dei Revisori dei Conti:
titolari Stefano Nedoh, Giampaolo
Miglierini e Attilio Raimondi; sup-
plenti Gianfranco Serravallo e
Azaleo Cergnul.
Nominati consiglieri onorari
Miriam Andreatini Sfilli (delegata di
Firenze) e Bernardo Gissi (già delegato all’Amministrazione, presidente Comitato di Cuneo).
Nel Consiglio nazionale hanno
voto deliberativo anche i presidenti
delle Consulte regionali, ovvero: Plinio Martinuzzi (Lazio), Paolo Jelich
(Emilia Romagna), Silvio Cattalini
(Friuli Venezia Giulia), Fulvio
Mohoratz (Liguria), Antonio Vatta (Piemonte), Luciano Rubessa (Lombardia).
Hanno un seggio in Consiglio
nazionale, pur senza voto
deliberativo, il presidente nazionale onorario Paolo Barbi, i consiglieri
onorari Mario Ive , Luigi Tomaz,
Argeo Benco, Tullio Vallery, Lino
Vivoda, Marzia Vodopia, Miriam
Andreatini, Bernardo Gissi, oltre al
direttore di “Difesa Adriatica” Patrizia C. Hansen.
gina della storia con il dramma dell’esilio».
Il Ministro della Gioventù, Giorgia
Meloni: «La Venezia Giulia ha dovuto
subire eccidi di stampo etnico e
discriminazioni da parte di altri italiani di fronte alle quali tutti devono chinare il capo.La meritoria attività di gelosa preservazione della memoria di
associazioni come la Vostra, ha spesso supplito a carenze ed omissioni indecenti, perpetrate perfino nella redazione dei programmi scolastici. Sono
orgogliosa che le mie radici italiane
comprendano anche quelle giulianodalmate, radici profonde, salde, di gente pronta ad aprirsi al futuro perché
ben conosce il proprio passato».
Il Sottosegretario agli Esteri, Alfredo
Mantica, che ha presieduto alcuni dei
recenti incontri del Tavolo di coordinamento Governo-Esuli, nel suo messaggio di saluto si dice «certo che il vostro
Congresso costituirà un momento significativo di memoria e di impegno per
gli Esuli istriani, fiumani e dalmati, che
costituiscono una componente importante dell’identità nazionale».
Il Sottosegretario all’Ambiente,
Roberto Menia, pur impegnato nella
concomitante Conferenza internazionale sull’Ambiente a Ragusa di
Dalmazia, ha voluto inviare un caloroso saluto ai congressisti, esprimendo loro «la consueta e mai sufficiente
gratitudine»
Tra i capigruppo parlamentari, uno
dei primi messaggi è stato di Maurizio
Gasparri, presidente del Gruppo parlamentare al Senato del PdL. Sono seguiti quelli di Massimo Donadi ,
capogruppo IdV alla Camera, il quale
ha rimarcato come «L’Italia è in mora
verso gli obblighi che deve tributare
agli esuli istriani, fiumani e dalmati:
[…] atteso che con i Vostri beni materiali vennero, di fatto, pagati i debiti
contratti dall’intero Paese […]alla
Yugoslavia con il secondo conflitto
mondiale».
Le autorità presenti:
Vogliamo ricordare le autorità civili e militari presenti nel pomeriggio
del 27 novembre, all’apertura ufficiale del XIX Congresso. Hanno portato
il loro saluto:
il Prefetto di Varese, Simonetta
Vaccaro; il Sindaco di Varese Attilio
Fontana; il Presidente della Commissione Cultura della Provincia di Varese,
Franco Binaghi; l’Assessore della Regione Lombardia, Raffaele Cattaneo;
il Sindaco di Busto Arsizio, Gianluigi
Fairoli; Annalisa Wagner in rappresentanza del Dirigente scolastico provinciale.
Quindi il Questore di Varese,
Marcello Cardona; il Comandante provinciale dei Carabinieri Col. Maurizio
Delli Santi; il Comandante provinciale della Guardia di Finanza, Gen. Antonio Maggiore; il Comandante della
Polizia locale, Gen. Gianni De
Gaudenz.
A tutti, così come alla signora Licia
Cossetto e a Ottavio Missoni, è stata
consegnata una targa ricordo del Congresso.
I 14 punti
il programma della lista
«Il futuro che vogliamo»
Il programma articolato in 14 punti proposto dalla Consulta Emilia
Romagna – presieduta da Paolo Jelich – e dal Comitato di Bologna – di cui
è presidente Marino Segnan –, quale piattaforma di riflessione e di dibattito,
ha via via ottenuto consenso e adesioni che si sono infine concretizzate in
una lista di candidati: coloro che oggi compongono il Consiglio nazionale.
Ecco il testo del programma, sul quale l’Anvgd è chiamata da oggi ad
impegnarsi.
1) ampliare e incentivare il ruolo dei figli e nipoti degli Esuli nella prospettiva della continuità associativa, anche con motivazioni di carattere storico;
2) proseguire nella linea associativa e federativa per la definizione dei
problemi ancora aperti (indennizzi, riscatti agevolati, restituzioni, anagrafe
ecc.);
3) procedere alla revisione dello Statuto per renderlo più adatto alle
attuali esigenze;
4) snellire e riformare la composizione degli organi nazionali e locali;
5) valorizzare risorse umane e competenze all’interno dell’Associazione, utilizzando anche l’esperienza di dirigenti di prima generazione;
confrontarsi con altre realtà sociali per studiarne le strategie organizzative;
6) ribadire l’equidistanza dell’Associazione dai partiti politici, tenendo
sempre aperti i rapporti con le tutte istituzioni a qualsiasi livello;
7) incentivare le attività culturali e sociali quali fondamenti del futuro
associativo, anche con gemellaggi con le comunità dei rimasti e le associazioni consorelle; istituire una “carta” dei valori storici e culturali che ci
appartengono; recuperare la storia della nostra Associazione; sviluppare
i contatti con le associazioni giuliano-dalmate nel mondo;
8) necessità di rivitalizzare da protagonisti i rapporti con il mondo della scuola;
9) programmare visibilità e iniziative non solo intorno al Giorno del
Ricordo; istituire un forum di discussione su internet per il confronto di
idee e proposte; strutturare in maniera costante e organizzata i rapporti con
i media; creare un ruolo per la nostra comunità all’interno delle celebrazioni del 150° dell’unità d’Italia (2011);
10) organizzare annualmente convention tra i dirigenti nazionali o tra
comitati provinciali, sia a livello nazionale che per regione, al fine di aumentare la coesione interna anche con contatti ed esperienze non istituzionali;
11) organizzare un raduno periodico per tutti i soci;
12) studiare la possibilità di accorpare, col tempo, le diverse realtà rappresentative degli Esuli;
13) riorganizzare la Sede nazionale;
14) studiare nuove strategie per il reperimento di fondi (fondazione) e
risorse umane per le attività associative, al fine di mantenerle e migliorarle.
10
DIFESA ADRIATICA
“Il Piccolo”
8 ottobre 2009
Punta Salvore che
ispirò Tintoretto
Punta Salvore, il punto più occidentale dell’Istria, s’identifica, per chi
naviga nel golfo diTrieste, come il luogo da cui, da quasi due secoli, si diffonde la luce dello storico faro. Progettato da Pietro Nobile su commissione e a spese della Deputazione
della Borsa di Trieste, l’odierna Camera del Commercio, fu inaugurato nel
1818 alla presenza dello stesso imperatore Francesco I. […]
Salvore è ricca di storia, ma l’episodio forse più importante, è la battaglia navale che ebbe luogo nel 1177
nei pressi della costa. In quelle acque
infide avvenne, infatti, lo scontro tra
40 galere veneziane, allestite anche
grazie all’aiuto delle cittadine istriane
e sostenute da papa Alessandro III, e
ben 75 genovesi e pisane schieratesi
dalla parte dell’imperatore Federico
Barbarossa. La flotta comandata dal
doge Sebastiano Ziani e Nicolò
Contarini, nascosta nel vallone di
Pirano colse di sorpresa gli avversari,
catturò 45 navi, ne affondò altre e fece
prigioniero lo stesso comandante, il
futuro Ottone IV, figlio del Barbarossa.
La vittoria ebbe vasta eco tanto che a
Venezia, nella sala del Gran Consiglio,
fu esposta una grande tela dell’evento
dipinta da Domenico Tintoretto e ogni
anno, per perpetuarne il ricordo, si ripete in Canal Grande la suggestiva
cerimonia dello “sposalizio del mare”.
[…]
Niki Orciuolo
La battaglia di Punta Salvore
(1177) in un’incisione su rame
di Domenico Rossetti,
dal quadro del Tintoretto
“La Voce del Popolo”
10 ottobre 2009
Per i dalmati di cultura latina
la lingua è tutto
La Dalmazia, «un regno immaginario, sempre presente nell’araldica
dei reami europei. Nella realtà inesistente. Espressione di volontà di potenza e di rappresentazione di qualcosa che non c’è e vorrebbe essere. E
così un po’ siamo anche noi. “Patria
vera non ha chi da te è nato”. Dura
sentenza quella del Tommaseo. Perché questa è la verità che dobbiamo
accettare: che chi nasce in Dalmazia
può avere tante patrie». Sono questi
alcuni estratti dell’intervento del leader dell’Anvgd, lo zaratino Lucio Toth,
al raduno nazionale dei Dalmati a Trieste […].
«Molti in Dalmazia pensano ancora oggi che la nazionalità sia un fatto di sangue», e che «noi, italiani di
Dalmazia, saremmo soltanto dei
‘croati italofoni’, traditori e collaborazionisti, come si legge nelle sentenze
jugoslave». E tirano fuori «la tesi che
non siamo italiani – visti tanti nostri
cognomi che italiani non sono – ma
Traù, le antiche mura
Dicembre 2009
RASSEGNA
soltanto italofoni». È la «premessa
pseudo-scientifica della discriminazione e della negazione di identità», come
se «la lingua, le canzoni, le filastrocche infantili, i canti delle processioni
non fossero niente! Sono l’anima di
un popolo. La forma del suo pensiero,
della comunicazione agli altri dei propri sentimenti, delle proprie idee, delle proprie emozioni. […] Per noi, di
cultura latina, la lingua è tutto».
[…] Come rileva sempre Lucio
Toth, la vicenda dalmata e l’insegnamento che se ne trae non rappresentano un angolo marginale della storia
europea, una storia locale tra le tante
che hanno segnato il Novecento. Sono
al contrario un crocevia di problemi
attualissimi come la definizione di una
identità nazionale italiana in rapporto
a una comune identità europea […].
«Noi siamo stati un esempio straordinario di integrazione e di condivisione
di valori comuni».
Per questo, nonostante tutto le difficoltà i dalmati «non temono il futuro». Dai fecondi intrecci del passato
emerge anche la strada da seguire nel
futuro: l’obiettivo culturale qui si rivela primario. «Essere strumento di conciliazione nell’Adriatico e nell’Europa
che si va unificando, adoperando il
processo di allargamento della Ue non
per arroccarci su battaglie di retroguardia – che sono la vocazione dei perdenti – ma per inserirci attivamente in
questo processo» […].
Dario Saftich
Un’incantevole immagine
di Ragusa di Dalmazia, l’antica
Repubblica di San Biagio
“Avvenire”
14 ottobre 2009
Pirjevec: sulle foibe
idee togliattiane
Sulle foibe idee di stampo
togliattiano, tutti in un unico calderone,
quello di un nazionalismo italiano. È
la tesi di Joze Pirjevec, di cui esce da
Einaudi «Foibe. Una storia d’Italia».
Sconcertante, la definisce Giuseppe
Parlato, nella recensione apparsa ieri
nelle pagine culturali di «Libero», notando che Pirjevec «si muove su
un’unica tesi di fondo: le foibe sono
un’operazione politica che ha consentito all’Italia, dopo la caduta del Muro
di Berlino e dopo la crisi politica di
Tangentopoli, di recuperare destra e
sinistra in nome del vecchio nazionalismo che aveva gli stessi connotati di
quello fascista». Su questa linea
Pirjevec accusa il presidente Giorgio
Napolitano, che nel 2007 parlò di
«congiura del silenzio», di aver dato
«un’apertura politica alla destra italiana». L’equazione sloveni=buoni contro italiani=cattivi, è una costante del
libro, secondo Parlato. Uno stile veterotogliattiano che sembrava superato
dalla revisione storica avviata a sinistra da Violante e Fassino
“Rinascita”
15 ottobre 2009
Tommaseo
e l’italianità dimenticata
[…] Dopo la Grande Guerra, […]
Giolitti, proprio lui, si concentrò sulla
questione di Fiume, prese contatti con
la Jugoslavia, Stato effimero come la
La fotografia, senza datazione
e del quale si ignora l’autore,
rappresenta presumibilmente
Fiume verso Susak nel primo
decennio del Novecento
storia ha dimostrato ampiamente, e firma così il trattato di Rapallo nel novembre 1920, dove si decise che Fiume sarebbe diventata città libera e l’Italia avrebbe rinunciato ad ogni pretesa
sulla Dalmazia a parte Zara (102 kmq
anziché i 12.000 circa del Trattato di
Londra, senza parlare dei compensi
territoriali importanti su l’Impero
Ottomano). Zara diveniva municipio
del Regno d’Italia […].
Ci mise una “pezza” la Reggenza
repubblicana instaurata da Gabriele
D’Annunzio sulla città di Fiume a
nome dell’Italia intera che non voleva
riconoscere il trattato di Rapallo. A Fiume venne redatta anche una Costituzione forse la più bella di tutti i tempi,
che meriterebbe essere studiata ed
approfondita per i suoi aspetti di
autodeterminazione della Donna, di
“fantasia al potere” e di “estetica della
bellezza e delle arti”, la tutela delle
libertà dell’individuo, una spinta verso “l’amore libero”, i centri Yoga, i
manifesti sui muri dei liberi pensieri
[…]. Ecco, questa Italia dov’è? […] Ad
esempio, sentiamo Niccolò
Tommaseo […]. Dai pensieri – scrisse
Tommaseo – vengono preparate le rivoluzioni, e dalle passioni degli uomini le rivoluzioni vengono messe in
moto. […] Tra le grandi leggi della storia ricorda questa, e sostiene, essere la
più importante: «le sconfitte nel mondo sensibile, si convertano in vittorie
nel mondo interiore». […] È solo uno
squarcio, ma l’Italia è molto più grande nei pensieri e nei gesti in tanti secoli di storia, soprattutto negli uomini
nati in terre oggi perdute della Patria.
Raffaele Panico
“Il Piccolo”
26 ottobre 2009
A Zara l’ambasciatore
sblocca l’apertura dell’asilo
Asilo italiano a Zara: l’obiettivo è
di aprirlo per l’anno scolastico 20102011. È la conclusione a cui sono giunti a Zara, nel corso di un cordiale incontro, l’ambasciatore d’Italia in
Croazia Alessandro Pignatti Morano di
Custoza, il sindaco della città dalmata
Zvonimir Vrancic e il presidente della
Contea (Regione) zaratina Stipe Zrilic.
[…] L’incontro fra il diplomatico italiano e le massime autorità cittadine e
regionali pare avere infatti sbloccato
l’annosa e antipatica questione legata
alla mancata apertura di un giardino
d’infanzia italiano a Zara, penalizzata
da cavilli burocratici e interpretazioni
assurde, che stanno facendo tardare il
progetto oltre ogni misura. Si tratterebbe della prima istituzione prescolare
italiana a Zara, a ben 65 anni dalla
drammatica e traumatica chiusura in
città di tutti gli asili e le scuole che insegnavano nella lingua di Dante. […]
Il condizionale è comunque d’obbligo, visto che già diverse volte in
passato la Comunità nazionale italiana […] si è vista tradire le proprie attese dall’atteggiamento ostruzionistico e
dilatorio delle autorità zaratine. […]
Tornando alla visita dell’ambasciato-
re Pignatti, va detto che ha deposto una
corona al Sacrario militare italiano,
facendo tappa alla Comunità degli italiani (la prima visita di un ambasciatore nel sodalizio dei connazionali
zaratini), al Dipartimento d’italianistica
dell’Ateneo di Zara, all’Archivio di Stato, alla Biblioteca scientifica ex Paravia
e al nuovo Museo del vetro antico. Da
aggiungere che nell’incontro con le
autorità municipali e conteali, si è parlato pure del restauro dell’effige in rilievo raffigurante un leone marciano,
posizionata sulle mura della città, progetto che sarà finanziato dalla Regione Veneto.
(a.m.)
“Secolo XIX”
26 ottobre 2009
Zoagli ha reso onore
ai Martiri delle Foibe
Zoagli dedica la scalinata di piazza XXVII Dicembre al Martiri delle
Foibe. Alla cerimonia di ieri mattina,
presieduta dal sindaco, Rita Nichel,
hanno partecipato il presidente della
Consulta ligure dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia,
Fulvio Mohoratz, il consigliere regionale e comunale Franco Rocca,
vicepresidente della commissione
giuliano-dalmata, rappresentante del
consiglio ligure. Tra gli ospiti, Claudio
Eva, direttore del Gruppo nazionale
per la difesa dal terremoti e presidente
del Comitato Anvgd di Genova. […]
Esodo dalla Zona B
“Vita Nova”
2 novembre 2009
Don Bonifacio:
intervista a don Luka Pranjic
Siamo seduti sulla terrazza della
Comunità degli Italiani di Grisignana
[…]; dalla parte opposta, arroccata sul
suo colle, c’è Montona. «Il paesaggio
più bello del mondo», sostiene don
Luka Pranjic. È un prete giovane, ha
26 anni; dopo il liceo cattolico a Pisino
ed il seminario a Fiume, è stato ordinato un anno e mezzo fa e questo è il
suo primo incarico: parroco di
Grisignana, Castagna e Crassiza. […]
A don Luka piacerebbe fosse possibile ritrovare il corpo di don Francesco
Bonifacio, assassinato proprio su queste strade polverose. […]
La comunità l’ha accolto con tanta disponibilità e gioia […]. Confessa
che non gli è congeniale tenere il catechismo, affrontare discorsi spirituali
in italiano; benché nato a Parenzo, i
suoi genitori vengono dalla Bosnia e
la sua lingua materna è il croato. Non
nasconde nemmeno un certo orgoglio
nazionale: «In fin dei conti, la Chiesa
è sempre “nazionalista”, nel senso che
Luoghi di Don Bonifacio,
la piccola Crassiza
è vicina al popolo». Ma, in quanto
servo di Dio, è bene che parli anche
la lingua del gregge che gli è stato affidato, che è in buona parte ancora italiano.
Lui predica per un trenta per cento circa in italiano e per il resto in croato
[…]. Tuttavia, gli riesce difficile soprattutto comprendere il dialetto istroveneto, che è la lingua comunemente
usata. […] Nel tragitto incontriamo la
siora Maria Reganzin, malferma sulle
gambe, sdentata, un po’ sorda. Don
Luka la saluta, lei risponde affettuosa
sciorinando tutti i suoi malanni, chiedendo una Messa, cercherà i soldi; il
sacerdote dice che non ce n’è bisogno, lei insiste per pagare, finché può,
vuol far del bene. Per tutta la vita ha
fatto la perpetua, per questa dedizione alla Chiesa ne ha passate, vien fuori. Per molti anni dopo la guerra, quando la vedevano che spazzava il sagrato,
le negavano anche il saluto. […]
«Cossa la vol che ghe conto, de la mia
vita? Oh, ma la xè ‘ssai longa, no ghe
bastassi un giorno. Longa come la
fame...». […]
Andrea Dessardo
caserta24ore.it
8 novembre 2009
A Caserta si studia
l’Adriatico orientale
La Libera Facoltà di Scienze Turistiche di Caserta è un’Istituzione culturale privata che da quaranta anni
opera nel campo degli studi e della
preparazione scientifica degli operatori e manager del settore turistico. La
più antica in Italia in questo campo,
con tre Corsi di Laurea in Scienze Turistiche: “Naturalistico-ambientale”,
“Economico-aziendale” e “Croceristico-navigazione”, fruibili anche online. Per la prima volta, nel nuovo piano di studi dell’anno accademico
2009/2010 è stata inserita come materia di esame “Storia, Cultura e Turismo delle Regioni Adriatiche Orientali”. Ad introdurla ed insegnarla, un
neodocente della Facoltà Vittorio
Giorgi, avvocato civilista studioso delle
questioni storiche-giuridiche dell’Istria,
Fiume-Quarnaro e Dalmazia, che ha
pubblicato numerosi articoli e tenuto
vari convegni sul tema. Il Rettore Pietro Michele Farina non ha esitato ad
inserirla nel nuovo piano di studi, considerato il forte spessore culturale di
queste splendide regioni storiche europee […] ricche di testimonianze artistiche ed architettoniche latine e
venete, divenute importanti mete del
turismo internazionale. La presenza di
una forte Comunità Italiana autoctona
(30.000 in Istria, 6.000 a Fiume e 2.000
in Dalmazia) rappresenta poi un valido elemento di riferimento per gli
scambi culturali con l’Italia.
Archivi storici, la conservazione e
la fruizione dei documenti antichi
al forum di Trieste
www.arcipelagoadriatico.it
10 novembre 2009
Codarin al 19esimo Archival Day
Il 19° International Archival Day è
stato inaugurato ieri mattina ed è
proseguito con una lunga giornata di
appuntamenti e approfondimenti […].
Nell’occasione ha portato un suo indirizzo di saluto anche Renzo Codarin,
presidente della Federazione degli Esuli […]. «Una catalogazione scientifica
di qualità, che contribuisce a creare
Dicembre 2009
quel clima di collaborazione e di serio lavoro con l’intento di ampliare gli
orizzonti della cultura locale» ha dichiarato Codarin.
L’ampio respiro è stato poi garantito dall’incontro tra gli operatori del
settore provenienti da Italia, Croazia e
Slovenia, ma anche Finlandia, Bulgaria Germania, Bosnia ed Erzegovina,
Polonia, Canada, Austria, Grecia, Israele, Gran Bretagna, Bielorussia, Spagna, Francia, Russia, Montenegro,
Malesia, Serbia e Kossovo che si sono
occupati degli aspetti tecnici della
materia. […]
(e.m.)
“Osservatore Romano”
14 novembre 2009
S. Pietro e S. Marco
nell’iconografia adriatica
Il direttore dei Musei Vaticani ha
presentato, nell’Aula del Sinodo in
Vaticano, il volume San Pietro e San
Marco. Arte e iconografia in area adriatica curato da Letìzia Caselli (Roma,
Gangemì, 2009, pagine 219). Pubblichiamo il suo intervento.
«[…] San Marco […] è diventato
fin da subito l’emblema di uno Stato.
[…] Dire San Marco voleva dire Venezia. Il leone alato con il libro e la
spada stava al centro della piazza principale in ogni città del Dominio diTerra o da mar; da Spalato a Verona, da
RASSEGNA
Corfù a Crema. Il leone issato sulle
galere da combattimento terrorizzava,
al suo solo apparire, i pirati uscocchi e
i corsari magrebini; e sbaragliò il Turco, a Lepanto, nel 1571. […] Fra la
fine del primo e l’inizio del secondo
millennio l’agiografia e l’iconografia
dell’evangelista sono ormai definite e
Il Leone marciano
in un bassorilievo
ispirato al bronzo
di Donatello
per l’altare maggiore
della Basilica
di S. Antonio a Padova
consolidate, almeno in area adriatica.
[…]
Ci sono la linea narrativa grecoorientale e quella latino-occidentale.
Per la prima Marco fonda la Chiesa di
Alessandria, ne diventa vescovo, viene martirizzato sotto Nerone nell’anno di Cristo 68 e sepolto nella località
egiziana di Boucoli.
Per il leggendario latino invece,
Marco ha un destino prevalentemente romano e veneto. Arriva a Roma con
Pietro nel 42, viene incaricato di
evangelizzare Aquileia e le terre circostanti, muore ad Alessandria, ma da
Alessandria i suoi resti mortali vengono trafugati dai veneziani nell’anno
828.
Da questo momento in poi san
Marco diventa il segno identitario di
una città e di uno Stato. E il patrono di
Venezia sostituendo nel ruolo il greco
Teodoro, è titolare della basilica che
porta il suo nome, è l’emblema della
Repubblica.
[…] Il «ritratto» più antico di Marco è affidato a una tavoletta del Fayyum
(VI secolo) conservata nella Biblioteca Nazionale di Francia. È un uomo
robusto, barbato e stempiato, che ci
Contributi della Regione Veneto
per i beni culturali in Istria e Dalmazia
Scrive un lettore
Scrive il Sig. Severino Bergamo,
nostro Lettore, riguardo i contributi che
la Regione Veneto stanzia dal 1994 in
forza della Legge regionale 7 aprile
1994 n. 15 (nota anche come «Legge
Beggiato»), a favore della conservazione del patrimonio architettonico, artistico, archivistico e culturale veneziano in Istria e in Dalmazia. «Questo
evento – annota il Sig. Bergamo – stride e non poco offende moralmente
noi esuli […], dal momento che tali
terre non ci appartengono più, non
capisco […] perché siamo obbligati a
tali oneri […]».
La riflessione del nostro Lettore è
più lunga, ma in sostanza ribadisce la
sua opinione su un provvedimento
che, a suo parere, depaupera gli esuli
a favore di iniziative che favorirebbero luoghi e comunità oggi diversi. Vediamo di fare un po’ di chiarezza, e
ringraziamo il Sig, Bergamo di avercene offerta l’occasione.
La legge in questione è, come accennato, regionale, concepita ed attuata nell’ambito delle prerogative riconosciute dalla normativa generale
dello Stato alle singole Regioni. Ora,
l’Istria e la Dalmazia, come noto, conservano un numero altissimo e impareggiabile di memorie storiche ed artistiche di matrice latina e veneta, plasmate come sono state dall’antichità
classica sino all’epoca moderna dalla
grande civiltà romana prima e veneziana poi. L’intero volto dell’Adriatico
orientale è stato così disegnato,
inconfondibilmente, in quello che per
secoli è stato chiamato, non a caso,
anche «Golfo di Venezia».
La conservazione dei beni culturali, siano essi architettonici, artistici e
documentali, richiede come tutti sanno ingenti risorse economiche e competenze specifiche. La preservazione
di quell’ingente patrimonio rischiava
di venire irrimediabilmente compromessa dall’assenza o dalla scarsità,
oltre confine, sia delle risorse che delle competenze tecniche e tecnologiche, nelle quali peraltro l’Italia eccel-
11
DIFESA ADRIATICA
le. L’iniziativa della Regione Veneto,
che in quanto appunto regionale utilizza risorse proprie e non destinate
allo Stato centrale, è venuta in soccorso del degrado e del rischio di abbandono di quelle evidenti testimonianze
storico-artistiche che ai turisti contemporanei parlano di latinità e di
venezianità, e che sono alla radice
anche delle scelte della popolazione
italiana autoctona nel drammatico
frangente dell’esodo.
Dunque, i contributi che
meritoriamente la Regione Veneto
elargisce sulla base di progetti di volta
in volta approvati da sue apposite commissioni che ne valutano merito e
fattibilità e ne hanno il controllo, non
sottraggono capitali agli indennizzi per
i «beni abbandonati», gestiti dallo Stato
per tramite del Ministero dell’Economia e delle Finanze, e non sono diretti
a favorire situazioni e comunità diverse o, ancor peggio, ostili. Vengono invece destinate alla conservazione e alla
fruizione di quell’immenso “capitale”
di civiltà che da Capodistria a
Sebenico, da Parenzo a Zara, da Pola
a Fiume e incluse tutte le isole e i piccolo borghi, tramandano ai contemporanei la memoria storica e l’identità
vera di quel territorio. Penso che tutti
dovremmo avere cara la preoccupazione di preservare quelle testimonianze, che parlano durature nei secoli.
Patrizia C. Hansen
guarda frontalmente con grandi occhi
neri. […]
Ma la costa orientale dell’Adriatico — la Dalmazia insieme
all’entroterra croato e bosniaco —
entrarono presto nell’orbita politica e
culturale di Venezia. […]»
Antonio Paolucci
“Il Piccolo”
19 novembre 2009
Fiume: mostra storica
sulla lingua italiana
Dopo Pordenone la mostra dal titolo «Dove il sì suona» dedicata alla
storia della lingua italiana, è stata inau-
gurata alla Comunità degli italiani di
Fiume. L’esposizione è stata promossa dal comitato fiumano della Società
Dante Alighieri in collaborazione con
il sodalizio di Palazzo Modello, la sede
centrale della Società predetta, i comitati della “Dante Alighieri” di
Pordenone, Albona e Pola e con il
contributo del Dipartimento cittadino
alla cultura. La mostra si propone d’illustrare nei suoi diversi aspetti l’evoluzione della lingua italiana nei secoli,
dalle origini fino a oggi. In visione anche il vocabolario degli accademici
della Crusca e altri volumi grazie ai
quali sarà possibile compiere un viaggio interessante sul percorso della lingua italiana. La mostra a carattere
itinerante verrà allestita anche in altre
città della Croazia.
(v.b.)
Notizie liete
L’istriana Anna Bursich:
109 anni e una fede, la Triestina
Trieste. “Il Piccolo” ha dato recentemente notizia di un traguardo d’eccezione, quello della signora Anna Bursich, nata in Istria, nei pressi di Salvore, il 31
ottobre del 1900, madre di cinque figli, cresciuti nella campagna istriana, in
località Monte Rosso.
Ha festeggiato dunque nelle scorse settimane i 109 anni, attorniata dai
famigliari e dagli amici, ai quali si è voluto unire il sindaco, Roberto Dipiazza.
Ma la sua vigile attenzione è stata rivolta alla delegazione della Triestina calcio,
la grande passione della sua vita: «Amo i colori rossoalabardati da sempre – ha
detto con vivacità poco prima della partita della Triestina, vinta per 2-0 sul
Torino – e spero di portare sempre fortuna alla squadra della città».
Nel corso della visita del sindaco Dipiazza, la signora Anna ha anche rievocato i momenti difficili delle guerre che ha vissuto e che hanno devastato la sua
amata Istria.
Ora, la signora Bursich intende puntare ai 110 e ad una nuova maglia della
Triestina già regalatale dai giocatori quando ha compiuto i 107: «Nel 2007 – ha
detto – mi donarono quella col 107, spero che la tradizione continui!».
Nozze d’oro Martinuzzi
Il 24 ottobre scorso gli esuli di Albona
Plinio e Mirella Martinuzzi (nella foto)
hanno celebrato il 50° anniversario di
matrimonio nella Chiesa di San Marco
Evangelista nel quartiere Giuliano
Dalmata di Roma alla presenza di numerosi parenti ed amici convenuti per
l’occasione. Al presidente della Consulta Lazio dell’Anvgd ed alla Sua gentile
Signora, i più vivi rallegramenti e i più
fervidi auguri.
La laurea di Alice Bertinotti
Alice Bertinotti di Savigliano (Cuneo), nipote degli Esuli polesani Maria Madrusan e Michele Zuccon,
ha conseguito il 14 luglio 2009 la Laurea di primo
livello presso la Facoltà di Lingue e Culture Straniere
Moderne dell’Università di Trieste (Relatori Proff.
Laura Pelaschiar e Monica Randaccio), discutendo
la tesi dal titolo «Sins of impurity», James Joyce,
Sexuality and social acceptability e ottenendo la votazione di 110 e lode.
I nonni Maria e Michele, gli zii Luciana ed Ego,
la mamma Flavia e i fratelli Denis e Lisa Le augurano
con affetto un brillante e felice futuro, sempre animata dal suo “spirito istriano” che la porterà ad essere “cittadina del mondo”, custodendo nel cuore il
ricordo del nostro “bel mar”.
La laurea
di Valentina Bobbio
Parenzo,
finestre
veneziane
Ennio Celli, «fiuman de Fiume che vive a
Busalla» ha il grande piacere di comunicare che
la nipote, figlia di Claudia e Giuliano, Valentina
Bobbio, si è brillantemente laureata il 25 settembre 2009 in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche
presso la facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Genova.Votazione 110 e Lode.
12
DIFESA ADRIATICA
Dicembre 2009
dai comitati
DELEGAZIONE
DI BARLETTA
Presentato a Corato il libro
Nato in rifugio
di Giuseppe Dicuonzo
«Dite ai Dalmati ed ai Croati che
sarà breve la lotta; che né secoli né
violenza potranno slavizzare le terre e
gli uomini sui quali la natura pose una
impronta italiana». Questo breve pensiero di Matteo Renato Imbriani,
evidenzia l’assoluta priorità data al
concetto di italianità e agli italiani stessi
vissuti in quelle terre fino al secolo scorso. A lui è stata dedicata la
centralissima piazza del centro storico del Comune di Corato dove, tra l’altro, ha sede la biblioteca comunale. Il
giorno 30 ottobre 2009, grazie al fattivo
impegno dell’Istituto nazionale per la
Guardia d’Onore alle reali tombe del
Pantheon, con il patrocinio del Comune di Corato, si è svolta all’interno della biblioteca comunale la presentazione del libro Nato in rifugio di Giuseppe Dicuonzo, edito dalla casa editrice
Uni Service. Il libro può considerarsi
una ricerca di carattere storico geografico dell’Istria. L’autore non vuole suscitare polemiche ma conferire chiarezza alle vicissitudini di un popolo
non note ma mantenute volutamente
per 60 anni nell’oblio.
Ad introdurre l’evento è stato Maurizio Caterino delegato provinciale
dell’Ingo.rr.tt.p. di Bari e referente di
zona dell’Associazione del Nastro
Azzurro, premiato nel corso dell’incontro con una targa ricordo per i 25
anni di militanza nell’Istituto delle
Guardie Reali alle Rr.Tt del Pantheon.
Egli, dopo aver illustrato la biografia
dell’autore, ha passato la parola a
Tommaso Bucci, ispettore per l’Italia
meridionale dell’Ingo.rr.tt.p. che, dopo
aver ringraziato l’amministrazione comunale per la collaborazione e l’ospitalità concessa si è soffermato breve-
mente sul concetto e sui valori di patria per la quale gli italiani d’Istria e di
tutta la Venezia Giulia e Dalmazia
hanno dato un grande tributo di sangue e di sofferenze. È seguito l’intervento dell’autore che ha riscosso un
grande successo per le sue riflessioni
su una terra di confine quale l’Istria.
L’evento si è concluso con la proiezione del cortometraggio della settimana Incom «Pola Addio» con immagini dell’esodo da Pola.
* * *
Il volume è stato quindi presentato anche a Castellaneta (Taranto), il 14
novembre scorso. L’evento, organizzato dalla sede locale del Circolo Culturale “Agorà” presieduta dal col.
Annibali, è stato introdotto dall’Aiutante di Marina Violi, Guardia d’Onore alle reali tombe del Pantheon, che
ha introdotto gli interventi del dott.
Tommaso Bucci, Ispettore dell’Italia
meridionale per dell’Ingo.rr.tt.p. È seguito un minuto di silenzio in onore
delle vittime delle foibe. Ha preso poi
la parola l’autore del libro che ha mantenuto viva l’attenzione dell’uditorio
composto da iscritti e simpatizzanti del
Circolo.
M. D.
* * *
Il Delegato provinciale Anvgd di
Barletta-Andria-Trani ha partecipato in
qualità di Guardia d’Onore alle Reali
Tombe del Pantheon alla cerimonia
svoltasi presso il Sacrario dei Caduti
d’Oltremare di Bari in occasione della traslazione nelle loro città d’origine
dei resti mortali di 10 soldati italiani
caduti sui vari fronti di guerra (jugoslavo, greco ecc.) durante la Seconda
guerra mondiale.
Dopo la S. Messa sono stati resi gli
onori ai caduti da parte di un picchetto armato del X Reggimento Trasporti
di Bari alla presenza del direttore del
Sacrario, ten. col. Amodio, del gen.
Picca, responsabile provinciale del
Regione Lombardia,
il nuovo bando del concorso
a tema rivolto alle scuole
Il Consiglio Regionale della Lombardia indice il Concorso regionale per
gli studenti dellle scuole secondarie di
primo e secondo grado lombarde, ai
sensi dell’art. 3 della L.R. 14 Febbraio
2008, n. 2: «L’esodo degli italiani
dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia
e l’accoglienza in Lombardia». Ne riproduciamo un significativo estratto.
Per la versione integrale si possono
contatare:
il Consiglio Regionale della Lombardia, Ufficio Relazioni con il pubblico - presso SpazioRegione, Via Fabio Filzi 22, Milano, tel. 02.674 82
777-778 - fax 02. 674 82 779 - e-mail
[email protected]
Indirizzo e-mail protetto dal bots
spam , deve abilitare Javascript per
vederlo l’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, Via
Leopoldo Serra 32 - 00153 Roma tel.
06.581 68 52, e-mail [email protected]
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ARTICOLO 1
Oggetto del concorso
Ai sensi dell’art. 3 della legge regionale 14 febbraio 2008, n. 2 “Attività della Regione Lombardia per l’affermazione dei valori del ricordo del
martirio e dell’esodo giuliano-dalmata-
istriano”, l’Ufficio di Presidenza del
Consiglio Regionale della Lombardia
indice un concorso per ricordare “il
sacrificio degli italiani dell’Istria di Fiume e della Dalmazia: mantenere la
memoria, rispettare la verità, impegnarsi per garantire il diritto dei popoli“ e
testimoniare che ogni persona ha diritto di vivere in pace, nella terra natia,
con la propria famiglia.
Per l’anno scolastico 2009/2010 il
tema del concorso è “L’esodo degli italiani dell’Istria, di Fiume e della
Dalmazia e l’accoglienza in Lombardia”.
ARTICOLO 2
Modalità di partecipazione
al concorso
La partecipazione al concorso è
aperta a tutti gli allievi degli Istituti Scolastici secondari di primo e secondo
grado della Lombardia. La partecipazione può essere individuale oppure
di classe.
Agli effetti del concorso, una classe di concorrenti avrà gli stessi diritti
di un singolo partecipante. A tutti i
componenti della classe sarà riconosciuta la paternità delle idee proposte
e il premio verrà conferito alla classe
nel suo insieme, in numero non superiore a 40 alunni.
Nastro Azzurro di Bari, di Tommaso
Bucci socio Anvgd e ispettore per l’Italia Meridionale dell’Istituto Naz.le per
la Guardia d’Onore alle Reali Tombe
del Pantheon oltre che numerose Associazioni Combattentistiche e d’Arma e familiari dei Caduti.
COMITATO DI GORIZIA
COMITATO DI MILANO
Il 4 novembre 2009 si è tenuta al
Cimitero Monumentale di Milano una
sentita cerimonia per ricordare tutti i
Defunti, i Caduti nella Prima guerra
mondiale e i legionari di D’Annunzio.
Una qualificata rappresentanza di
iscritti e di componenti del Comitato
milanese che a suo tempo volle realizzare la lapide, ha deposto una corona sotto la targa posta nel Famedio
del Cimitero Monumentale.
Si è voluta così ricordare sia la ricorrenza del 2 Novembre che la vittoria nella Grande Guerra del 4 novembre 1918.
Il Comitato goriziano dell’Anvgd,
in collaborazione con la Skgz, Unione Culturale Economica Slovena di
Gorizia ed il quotidiano “Il Piccolo”
ha promosso venerdì 20 novembre,
nella Sala Conferenze di Palazzo
Strassoldo, un incontro-dibattito pubblico con i due noti giornalisti e già
parlamentari Jas Gawronski e
Demetrio Volcic sul tema «La caduta
dei Muri», a 20 anni dalla caduta del
Muro di Berlino.
L’incontro ha avuto per moderatore il direttore de “Il Piccolo”, Paolo
Possamai.
Due momenti
della deposizione,
a cura
della delegazione
del Comitato
Anvgd milanese,
della corona
in onore
degli esuli
defunti,
nel Cimitero
monumentale
del capoluogo
lombardo.
Si riconoscono
a sin. delle immagini
Guido Brazzoduro
e Roberto Predolin
ARTICOLO 3
Elaborati ammessi
È ammesso al concorso ogni tipo
di elaborato, in qualsiasi forma (poesia, tema, ricerca, spot, musica, canto, disegno, manifesto, striscione, sito
web, musical, cortometraggio, ecc..)
purché pertinente al tema.In ogni caso,
gli elaborati dovranno essere presentati con una delle seguenti modalità:Supporto cartaceo;- Supporto
informatico (floppy, cd-rom, Dvd);Video (Vhs).
ARTICOLO 4
Termini e modalità
per la presentazione dei lavori
Gli elaborati dovranno pervenire
per mezzo di raccomandata o essere
consegnati a mano a entro e non oltre il 22 gennaio 2010 a: Consiglio
regionale della LombardiaUfficio Relazioni con il pubblicopresso
SpazioRegione, Via Fabio Filzi, 22 –
MilanoI plichi dovranno recare all’esterno la dizione specifica: “Concorso ex L.R. 14 FEBBRAIO 2008, N. 2.
La memoria del 4 Novembre
nel presente dei giuliano-dalmati
In occasione della festività del 4 novembre, il Presidente nazionale Anvgd
Lucio Toth ha indirizzato al Presidente della Repubblica Napolitano, ai Presidenti delle Camere Fini e Schifani e al Ministro della Difesa La Russa il
seguente messaggio:
Nella ricorrenza del 4 Novembre iscritti e dirigenti di questa associazione si uniscono ai sentimenti dell’intera Nazione nell’affetto e nella stima
per le nostre forze armate, oggi impegnate in patria per assicurare l’ordine e
la legalità e all’estero in missioni di pace, ove si distinguono per la loro
efficienza operativa sul piano militare e per la loro capacità di dialogo e di
cooperazione con le popolazioni.
Il 4 novembre ricorda agli italiani e a noi, esuli e figli di esuli giulianodalmati, la vittoria nella prima guerra mondiale, che portò a compimento
l’unificazione nazionale, congiungendo all’Italia le nostre terre natali, che
l’infausta guerra 1941-45 ci ha poi ingiustamente strappato.
Trieste e Gorizia sono rimaste il simbolo di quell’immane sacrificio di
tutto un popolo, come possono diventare il simbolo di una nuova collaborazione nell’Europa unita superando isterici e anacronistici nazionalismi da
una parte e dall’altra.
In quelle giornate di 91 anni fa anche Rovigno, Parenzo, Pola, Zara e le
altre città dell’Istria e della Dalmazia salutarono l’arrivo del Tricolore.
Anche adesso molti giovani delle nostre famiglie militano volontari nelle forze armate, per quell’antico attaccamento alla Bandiera che ci è stato
trasmesso dalle generazioni che ci hanno preceduto.
Lucio Toth
Scuola secondaria di primo oppure
secondo grado Elaborato individuale
oppure Elaborato di classe”
Ai lavori dovrà essere allegata obbligatoriamente una scheda in busta
chiusa , sottoscritta dall’insegnante
coordinatore e dall’autore/i se maggiorenne/i, contenente:- nome e cognome dell’autore/i- denominazione, indirizzo e telefono della scuola - nome
e cognome dell’insegnante/i coordinatore dei lavori, e suo recapito telefonico- liberatoria all’utilizzo del lavoro da
parte della Regione Lombardia e dell’Associazione Nazionale Venezia
Giulia e Dalmazia (Anvgd). […]
ARTICOLO 6
Premio
Gli autori dei migliori elaborati individuale e di classe – questi ultimi in
numero non superiore a 40 - e i loro
accompagnatori avranno la possibilità di partecipare ad un viaggio nelle
Dicembre 2009
13
DIFESA ADRIATICA
dai comitati
Fiumani, Amleto Ballarini per arricchire ulteriormente il Museo di cimeli
preziosi attestanti la ricchezza della
cultura fiumana.
COMITATO
DI MONZA-BRIANZA
COMITATO DI TORINO
Ci perviene e pubblichiamo il testo dell’intervento del presidente del
Comitato Cerlienco tenuto il 20 settembre scorso, su invito dell’Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italiasezione di Monza, al Sacrario Militare
di Tradate (Varese), ufficialmente riconosciuto dal Ministero della Difesa.
Proprio in queste ore, le salme dei
nostri militari caduti a Kabul stanno
rientrando in Italia avvolte nel Tricolore. A nome dei membri del direttivo
Anvgd-Monza Brianza, a nome di tutti i nostri iscritti e mio, desidero esprimere i sensi del nostro più profondo
cordoglio in memoria di questi sei
Valorosi e di tutti i Paracadutisti caduti
nell’adempimento del loro dovere.
Desideriamo ringraziare il presidente Crippa dell’Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia-sezione di
Monza, per l’invito ufficiale a presenziare alVostro fianco a questa cerimonia in questo Sacrario; luoghi come
Tradate, El Alamein e Redipuglia ci
aiutano a mantenere vivi nella nostra
memoria il ricordo e l’esempio di
quanti hanno amato la nostra Patria e
la nostra bandiera sopra ogni cosa.
Tra costoro, qui riposa il fondatore
della scuola di paracadutismo di
Tradate, il tenente colonnello Medaglia d’Argento al Valor Militare Edvino
Dalmas, Zaratino, Dalmato a cui noi
del Comitato Anvgd Monza Brianza
desideriamo rivolgere un pensiero di
gratitudine; un vero Italiano che con
la determinazione tipica della nostra
gente ha contribuito a dare lustro ai
valori per noi sacri di Patria ed alla gloriosa tradizione del paracadutismo italiano.
Grazie, Fratello Dalmas, a nome
terre della Venezia Giulia, dell’Istria e
della Dalmazia.
ARTICOLO 7
Pubblicazione dei lavori
Il Consiglio Regionale della Lombardia e la Anvgd si riservano la facoltà di esporre e/o pubblicare in tutto o
in parte i lavori presentati senza nulla
dovere ai concorrenti, rispettando la
paternità dei lavori e impegnandosi a
citare gli autori.Il Consiglio Regionale
Monza, il presidente del Comitato Anvgd, Cerlienco (al centro),
intervenuto con i suoi diretti collaboratori alla cerimonia
svoltasi al Sacrario Militare di Tradate (Varese)
di tutti i Dalmati in Patria ed in esilio.
COMITATO
DI PESCARA
Visita all’Archivio Museo Storico
di Fiume in Roma
Il 24 ottobre 2009 un qualificato
gruppo del Comitato Anvgd di Pescara
si è recato a Roma in visita all’Archivio Museo Storico di Fiume. La comitiva pescarese era guidata dal fiumano
Mario Diracca, presidente del Comitato, e dal segretario prof. Antonio
Fares. Questa iniziativa è stata voluta
fortemente dal signor Diracca che ha
voluto donare al Museo fiumano una
bellissima e preziosa opera in legno
raffigurante la Torre civica di Fiume. Il
cimelio apparteneva al dott. Mario
Blasich, che come è noto fu assassinato la notte del 4 maggio 1945 da partigiani jugoslavi. La famiglia di Blasich
volle donarlo ai Diracca, che lo hanno conservato nella propria casa fino
ad oggi.
La comitiva è stata ricevuta da
della Lombardia e la Anvgd si riservano altresì il diritto di utilizzare il materiale consegnato per eventuali pubblicazioni, cartacee o on line, per trasmissioni radiofoniche e televisive ed ogni
altra forma di diffusione.I lavori resteranno di esclusiva proprietà del Consiglio regionale della Lombardia che
ne disporrà liberamente per gli usi e
secondo le modalità definite successivamente dallo stesso.
[…]
Marino Micich, direttore del Museo e
dal consigliere Massimo Gustincich.
In quella stessa giornata è avvenuta la
consegna dell’opera del conte Luciano Wiederhofer (esule fiumano residente a Latina): uno sbalzo in bronzo
raffigurante l’aquila bicipite fiumana.
Tale opera è stata commissionata dal
presidente della Società di Studi
Venerdì 30 ottobre, presso il Circolo Culturale Unione Regionale Profughi e Rimpatriati Italiani dall’Estero,
si è tenuta la presentazione del romanzo Fiume. La saga dei legionari di
Gabriele d’Annunzio di Luigi Vatta,
Edizioni Spoon River.
Con l’autore, erano presenti in veste di relatori l’assessore regionale
Gianni Oliva, l’assessore comunale
Alessandro Altamura, Marco Ansaldo
(giornalista de “La Stampa”). Ha coordinato Antonio Vatta, presidente Consulta Regionale Piemonte Anvgd.
COMITATO DI TRENTO
DELEGAZIONE
DI ROVERETO
Incontro con Sergio Tazzer
Il 6 ottobre il giornalista
Sergio Tazzer ha tenuto una conferen-
Roma, sede dell’Archivio Museo Storico di Fiume. La delegazione
del Comitato pescarese con il direttore, Marino Micich (a destra della foto)
za a Rovereto, nella Sala degli Specchi di Palazzo Rosmini. Il tema era dato
dal titolo del suo libro Tito e i rimasti.
La difesa dell’identità italiana dell’Istria,
Fiume e Dalmazia.
Un folto pubblico, costituito da
Esuli e, soprattutto da roveretani e da
trentini, ha ascoltato con attenzione
l’esposizione del giornalista, esperto
in storia passata e recente della
mitteleuropa ex asburgica.
Sergio Tazzer ha delineato le difficoltà degli Esuli in Italia e dei rimasti
nell’ex Jugoslavia, non esodati per
convinzione ideologica o per timore
di affrontare la difficile via dell’esilio,
diventando presto ostaggi della politica comunista nazionalista di Tito, gestita da jugoslavi ma anche da militanti italiani. L’abolizione immediata
delle scuole italiane, la croatizzazione
forzata, espropri e collettivizzazione
delle proprietà, congiunte alle limitazioni della libertà personale e di
pensiero, crearono situazioni difficili
nel pubblico e nel privato.Lentamente,
a rischio della loro incolumità personale, un gruppo d’intellettuali difese
lingua e cultura italiane a tutela dello
sparuto gruppo etnico italiano.
La conversazione del giornalista ha
toccato le attuali realtà dell’Europa
dell’Est, i rapporti politici e culturali fra
le nazioni stesse e queste con l’Italia.
Estremamente interessante il dibattito
svoltosi con il pubblico in sala, presenti anche giornalisti della Rai in
quanto Sergio Tazzer è stato
caporedattore anche della sede di
Trento.
La presidente del Comitato Provinciale di Trento ha ringraziato l’oratore,
i presenti ed il Comune di Rovereto
che ha offerto agli Esuli locali questa
opportunità.
Anna Maria Marcozzi Keller
COMITATO DI VENEZIA
Si è svolta a Marghera, con un’ampia partecipazione di soci, l’Assemblea
del Comitato Anvgd veneziano convocata per rinnovare le cariche sociali
per il triennio 2009-2012.
Il successivo Direttivo provinciale
ha eletto presidente onorario Tullio
Vallery, presidente Alessandro Cuk,
vicepresidente Antonio Zett, segretario Piero Gazzari, tesoriere Eneo
Sponza. I consiglieri sono Luigi Tomaz,
Irma Sandri Ubizzo, Luciano Toncetti,
Claudio Chiappetta, Mario Cocolet,
Aldo Sigovini, Luigi D’Agostini, Ida
Cernecca, Roma Terdi, Gianmarco
Valli e Giancarlo Stival.
La foiba di Basovizza,
emblema degli eccidi nella Venezia Giulia
Il giornalista Rai
Sergio Tazzer, direttore
della trasmissione Est Ovest.
Ha presentato il suo libro
recentemente edito
nel corso di un incontro
coordinato dalla presidente
del Comitato Anvgd di Trento,
Anna Maria Marcozzi Keller
14
DIFESA ADRIATICA
Dicembre 2009
Istria through Time:
history on dvd, and in four languages
An inter-disciplinary and
multimedia history of Istria in six
documentaries produced in four
languages (Italian, Croatian, Slovenian
and English): this is Istria nel Tempo
(Istria through Time), a series of dvds
produced as a joint venture between
the Italian language program of Tv
Capodistria, the Historical Research
Center of Rovigno, the Italian Union,
and the Popular University of Trieste,
coordinated by Professor Giuseppe
Parlato. This series, product of
collaboration between experts from
various fields, was able to be carried
out through Italian funding for the
defence of Italian cultural heritage in
Istria which is now Slovenia, and
Dalmatia which is now Croatia. The
series also makes use of music by
Istrian composers such as Andrea Antico da Montona (15th Century) and
don Filippo da Laurana (14th Century)
performed by the “Solisti Istriani”
Baroque ensemble.
The documentary research, clearly
a huge undertaking, was entrusted to
Italian, Slovenian and Croatia experts
of various scientific fields, and coming
from the La Sapienza University of
Rome, the “Coastland” University, the
University of Lubiana, the Saint Pius V
University of Rome, major universities
in Trieste, Udine and Padua, local
government societies for cultural
heritage, and the Archaeological
Museum of Istria. The series is divided
into six parts: the origins and the
Istria of the second half
of the twentieth century.
The melancholy image of a burgh,
abandoned in the exodus of
Italians in 1947
“castellieri” civilization; the Roman
age and the late ancient period; the
Medieval period; the Venetian
Republic and the Hapsburgs; the
1800s; and the 1900s. The authors
intended to show the life of the Istrian
peoples by means of the cultural
material preserved in Istrian museums,
archaeological sites, and historical and
artistic monuments of importance in
the upper Adriatic region, as, for
example, Venetian works of art, or
churches of the early Christian and
Medieval eras.
The visual material come from
important European archives, such as
the Filmarchiv of Vienna and the
Historical Archive of Rome’s “Istituto
Luce”. The 1900s are welldocumented in images from the First
World War, the land reclamation and
other public works projects of the
Twenties and Thirties, and the Second
World War, with the “rush for Trieste”
by Tito’s partisans, who tried to capture
Trieste before the Allies arrived, the
exodus of the Italians from VeneziaGiulia in 1947 and beyond, the
communities of Italians who remained
under Tito’s regime, and on to the break-up of Yugoslavia.
Ed.
Pola,
the Venetian
divisional
governor’s palace,
finished in 1296.
With Romanesque
foundations, it was
successively
transformed along
Gothic lines. Today
it is the seat of the
city government
Prehistoric Istria. An example of the “casita”, an ancient peasant shelter
whose form and building techniques are common to the entire
Mediterranean area and can trace its origins to remotest times:
from the Treasure of Atreus in Mycenae to the “nuraghe” of Sardinia,
as well as the “trulli” of Puglia
The Brioni archipelago, off the coast of Pola,
preserves splendid vestiges of Roman villas built at the sea line
Straulino: Sails Unfurled in Nautical History
The greatest sailor of all time was born on the island of Lussino
Augusto Straulino is considered the
greatest sailor of the nineteenhundreds: an authentic legend.
Olympic champion, four time world
champion, ten time European
champion, and thirteen time Italian
champion. His path to success started
when he was still very young, and his
father and uncle built him a small boat,
christened “Sogliola” (“Sole”). He
studied at the naval academy, and
during the war he enlisted in the “Gamma” division of “Decima Mas”. He
was captured twice, first by Tito’s
partisans and later by the Germans.
After the war, he went back to the Navy,
of course, where he was given the
command of the “AmerigoVespucci”.
The City of Trieste has honoured
this famous son of Lussino with an
exhibit at the Civic Maritime Museum,
entitled Straulino and Olympic Sailing.
“He was a man born with medals
already hanging around his neck, and
his personal history along with his
sporting side constitute a typical story
of the Adriatic”, states Massimo Greco, Culture Secretary for the City of
Trieste. The exhibit includes photos,
documents, medals, trophies, captains’
logs, newspaper clippings, and neverbefore-seen film footage, much of
which was provided by the Admiral’s
daughter, Marzia Straulino.
Agostino Straulino was born in
Lussinpiccolo on the tenth of October,
Pola was an important navy base for the Austrian military until 1918. In this
photo, taken by Alois Beer in 1900, Austro-Hungarian warships can be seen
Eating History: authentic Istrian cuisine
in a New Book by Chiara Vigini
Straulino
on the “Merope”,
in the early 1950s
1914. He graduated from the Nautical
Institute of Lussino, the alma mater of
generations of captains of the highest
calibre, and at the age of twenty he
entered the Academy of Livorno to
complete his officer training. The
Academy recognized his prowess and
confidence, and assigned him the role
of helmsman in the regattas. Racing to
victory time and time again, he was
assured of a place on the team that
competed in the Berlin 1936
Olympics.
In 1938, Straulino won the
To our Istriani, Fiumani
and Dalmati subscribers in North America,
Great Britain, Australia and New Zealand:
our most sincere and fraternal best wishes
for a serene 2010, from all of us
at the National Headquarters of the Anvgd
and the staff of “Difesa Adriatica”
In this curious photo we can see
the training ship of the Italian
Navy, the “Amerigo Vespucci”,
under Straulino’s command, as it
exits the port of Taranto, in 1965
European championships at Kiel, as
well as the national championships,
together with Nico Rode. It was the
beginning of a long friendship. In 1943,
when he left the Decimo Mas, he tried
to return to Lussino, but he was taken
prisoner by the Yugoslav partisans. He
managed to escape, onlt to be
captured by the Germans soon after,
and sentenced to death. Incredibly, he
was recognized by a Nazi officer who
had competed against him at Kiel,
who, unable to allow Straulino to go
free, commuted his sentence to forced
labor. After the war, he returned to the
Navy, and he was assigned the difficult
task of removing mines from the
nation’s ports. In 1965, he became
commander of the prestigious
schooling ship, the “Amerigo
Vespucci”.
As late as 1973, he won the One
Ton Cup in Porto Cervo. He died in
Rome, at the Celio military hospital,
on the 14th of December, 2004. He
was buried in his native Lussino.
Ed.
Cuisine as a sign of identity, a treasure chest of
memories passed down from one generation to
the next: this is the key to Chiara Vigini’s Mangiar
Memoria (Eating History), published by the
Association of Istrian Communities of Trieste and
recently presented by the Historical and
Geographical Society of Pirano in its Italian
Community headquarters, in Casa Tartini: the
author was present, as well as Lorenzo Rovis,
president of the Istrian Communities of Trieste.
The new book is completely dedicated to the
flavours of authentic Istrian cuisine, in which,
naturally, fish reigns supreme. Rovis stated that “The identity of a people is
based on certain parameters, and its culinary traditions are a major part of
this. A region’s cuisine acquires the dignity of being a cultural treasure,
reflecting that region’s history, lifestyle, and social organization.”
Along with images provided by Gianfranco
Abrami, Chiara Vigini illustrates recipes and
preparation techniques that have been passed
along for decades, if not centuries. More than
200 pages long, the book gives its readers typical
Istrian dishes based on meat, fish, cheese, pasta, and vegetables, and never forgets to include information on wine. The book proposes not
only food, but civilization, focusing on two
important aspects: one, the degeneration
brought about by fast food and junk food from the global market; and two,
the falsification of Istrian cuisine, proposed today in many parts of the
peninsula to uninformed or unaware tourists: Balkan sheep shish-kebabs
and other non-native foods are made
to be seen as authentic Istrian food.
Chiara Vigini’s research was
preceded by two editions, in 1996 and
2001, titled Mangiamoci l’Istria (Let’s
Eat Istria), by Rosanna Turcinovich
Giuricin and Stefano De Franceschi.
D. A.
Dicembre 2009
15
DIFESA ADRIATICA
Istria en el tiempo, la historia
en Dvd y en cuatro idiomas
Una historia multidisciplinar y
multimedial de Istria en seis
documentales producidos en cuatro
idiomas (italiano, croata, esloveno,
ingles): es Istria en el tiempo, la serie
de Dvd, realizada gracias a una joint
venture entre el Programa Italiano de
Tv Capodistria, el Centro de
Investigación Histórica de Rovigno, la
Unión Italiana y la Universidad
Popular de Trieste coordinados por el
Prof. Giuseppe Parlato. La serie, fruto
de la colaboración entre estudiosos de
las diversas disciplinas, ha podido ver
la luz gracias a las contribuciones
económicas erogadas por Italia para
la tutela y la divulgación del patrimonio histórico y cultural italiano en la
Istria hoy eslovena y en Dalmazia hoy
croata, y se sirve de músicas de autores
istrianos como Andrea Antico da
Montona (siglo XV) y don Filippo da
Laurana (siglo XVI) ejecutadas por el
ensemble barroco «Solisti Istriani».
Las investigaciones documentales,
que se pueden imaginar laboriosas,
han sido encomendadas a estudiosos
italianos, croatas y eslovenos de distinta formación científica, provenientes
de la Universidad “La Sapienza” de
Roma, de la Universidad del Litorale,
de la Universidad de Lubiana, de la
Universidad “S. Pio V” de Roma, de
los Ateneos de Trieste, de Udine y Padova, de las sobreintendencias locales
de los Bienes Culturales y del Museo
Arqueológico de Istria. Istria nel tempo esta dividida en seis partes: los
orígenes y la civilización de los
castilleros, la edad romana y el tardíoantiguo; el Medievo; la Republica de
Venecia y los Augsburgo; el
Ochocientos y al final el Novecientos.
En las películas los autores han querido
documentar la vida de las gentes
istrianas através de las imágenes de la
cultura material conservada en los
museos istrianos, de los lugares
los con nacionales permanecidos bajo
el régimen titista, hasta la disolución
de Yugoslavia.
Red.
Primera guerra mundial.
Militares italianos posando
(foto www.gri.it)
Istria entre Ravenna y Bizancio.
En la foto el tabernáculo y los
mosaicos de la cúpula de la
Basilica Eufrasiana, que remonta
al siglo V ampliada en el siglo VI
por voluntad del obispo Eufrasio.
Fue eregida sobre un edificio de
edad romana
arqueológicos y de los monumentos
de relevancia histórico-artística en el
área alto-adriática, como las obras de
arte venecianas o los edificios sacros
de época paleocristiana y medieval.
Los materiales visivos provienen de
las más importantes recopilaciones
europeas, como el Filmarchiv de Viena
y el Archivo histórico del Instituto Luce
de Roma. El Novecientos esta bien
documentado por las imágenes de
época relativas a la Primera guerra
mundial, a las mejoras y a las obras
publicas istrianas de los años Veinte y
Treinta, y a la Segunda guerra mundial,
con la «lucha por Trieste» de parte de
los partidarios comunistas de Tito para
tomar posesión de la ciudad antes de
la llegada de los Aliados, el éxodo de
los italianos de Venecia Giulia en el
1947 y después, las comunidades de
Comer memoria, la verdadera cocina
istriana en el libro de Chiara Vigini
La cocina como signo de identidad, custodia de memorias transmitidas
de generación en generación: esta es la clave de lectura del volumen de
Chiara Vigini Mangiar memoria, editado por la Asociación de las
Comunidades Istrianas de Trieste y presentado recientemente por la Sociedad
de estudios históricos y geográficos de Pirano en la sede de la Comunidad
de los Italianos, Casa Tartini, en presencia de la autora y del presidente de
las Comunidades Istrianas de Trieste, Lorenzo Rovis. Todo dedicado a los
sabores de la autentica cocina istriana, de la que es naturalmente soberano
el pescado, este volumen sobre el que Rovis se ha expresado así: «La
identidad de un pueblo se basa en varios parámetros, entre los cuales las
tradiciones y su educación en la mesa, que son de los más apreciados. La
cocina toma así dignidad de patrimonio cultural de una tierra, como corolario
de la historia, del estilo de vida, de la organización social».
Chiara Vigini ilustra por tanto – con la ayuda de las imágenes de
Gianfranco Abrami – recetas y modalidades de preparación transmitidas
durante decenios si no durante siglos. En las más de 200 páginas están
escritos platos típicamente istrianos a base de carne, pescado, quesos, pasta, verdura, naturalmente sin excluir los vinos. Una propuesta no solo
culinaria, esta, sino de educación, tanto de cara a la degeneración del fast
y trash food globales como de la falsificación de la misma cocina presentada
hoy a los ignaros turistas por muchos locales en Istria, que hacen pasar a los
asados de oveja del interior balcánico por auténticos sabores autóctonos.
La investigación de Chiara Vigini ha sido precedida algunos años antes
por el volumen de Rosanna Turcinovich Giuricin y Stefano De Franceschi,
Mangiamoci l’Istria, que tuvo dos ediciones, en el 1996 y en el 2001.
D.A.
(traduzioni di Marta Cobian)
Isla de Istria,
la puertecilla en una
postal de finales
del Ochocientos.
La autentica cocina
istriana es marinera.
Pescados, platos
e instrumenos
del oficio tienen
denominaciones
venetas
Montona
(Istria),
la puerta
de acceso
a la ciudad
antigua
(dicha un tiempo
«torrione»)
esta presidida
por el León
de S. Marco,
emblema
de Venecia
a la que la ciuda
d perteneció
del 1278 al 1797
Straulino, a toda vela
en la historia de la marina
El más grande campeón de vela de la historia era natural de la isla de Lussino
Esta considerado como el mejor
navegante de vela italiano del
Novecientos, Agostino Straulino: una
autentica leyenda. Campeón
olímpico, cuatro veces campeón del
mundo, diez veces campeón europeo,
trece veces campeón italiano. Un camino de sucesos en realidad iniciado
de niño, cuando el padre y el tío le
construyeron una pequeña barca, que
llamó “Sogliola (lenguado)”. Alumno
de la Academia naval, durante la guerra se alistó con los hombres Gamma
de la Décima Mas, fue capturado por
los partidarios de Tito primero y por
los alemanes después. Acabado el
conflicto, volvió obviamente a la Marina, al mando de la “Amerigo
Vespucci (Américo Vespucio)”.
Al lussignano Straulino el
Ayuntamiento de Trieste ha querido
rendir homenaje con la muestra
preparada en el Cívico Museo del Mar
«Straulino, la vela olímpica». «Un
hombre nacido con las medallas, del
que su historia humana y deportiva
representa una típica historia
adriática», glosa Massimo Greco,
asesor de la Cultura de Trieste. La
publicación se sirve de fotografías,
documentos, medallas, trofeos, diarios
de abordo, publicaciones de prensa
de la época, películas inéditas,
provenientes en conspicua parte del
archivo de la hija del almirante, Marzia
Straulino.
Agostino Straulino nació en
Lussinpiccolo el 10 de octubre de
1914. Se diplomó en el Instituto
Náutico de Lussino, fragua de grandes
marineros y capitanes de largo
recorrido, a los veinte años Straulino
entró en la Academia de Livorno, curso
oficiales de complemento. Reconocidas su particular destreza e confianza
con el mar, la Academia le confió el
papel de timonero en las regatas;
fueron tantas las victorias conseguidas,
que le consintieron cualificarse en la
rosa de los atletas destinados a las
Olimpiadas de Berlín del 1936.
En el 1938 Straulino ganó el
campeonato europeo de Kiel, y el
campeonato nacional, emparejado
con Nico Rode en proa. Fue el inicio
de una compañía y de una amistad
de larga duración. En el 1943,
habiendo dejado la Décima Mas,
intentó volver a Lussino, pero cayó
prisionero de los partidarios
yugoslavos. Consiguió huir, pero fue
capturado por los alemanes que lo
condenaron a muerte. Gracias a una
increíble coincidencia, fue reconocido
Straulino controlaba personalmente la eficiencia
de cada parte de las embarcaciones
por un oficial nazi, adversario suyo en
la regata de Kiel, que no pudiendo
naturalmente liberarlo conmutó la
pena capital en trabajos forzados.
Terminada la guerra, y vuelto a la
Marina, fue destinado a las difíciles
operaciones de remoción de minas los
puertos nacionales. En el 1965 le fue
asignado el mando de la prestigiosa
nave-escuela “Amerigo Vespucci”.
Todavía en el 1973 Straulino ganó
la One Ton Cup de Puerto Cervo.
Falleció en Roma, en el Hospital militar del Celio, el 14 de diciembre del
2004. Descansa en su Lussino.
Red.
¡Feliz año nuevo!
A nuestros Lectores, istrianos fiumanos y dalmatas
de Centro y Sudamérica, deseos fervientes
y fraternos de la Sede nacional de la Anvgd
y de la Redacción de “Difesa Adriatica”
para un sereno 2010
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DIFESA ADRIATICA
Dicembre 2009
Speciale
XIX Congresso
Immagini dal Congresso
Il Congresso è ovviamente animato da presenze e da persone.
Vogliamo darne prova con queste immagini, che ci auguriamo possano trasmettere la
partecipazione e l’entusiasmo dei delegati e il clima di consapevole responsabilità, ma anche
di gioia, nel ritrovarsi insieme nell’ambito associativo. Le immagini sono della Sede nazionale
di Roma dell’Anvgd e del Cdm di Trieste.
Da sin., L. Toth e R. Ziberna
Nello scatto del fotografo, la presidente Corsi “zittisce”
la platea dei delegati che si gode l’intervento di Ottavio Missoni
Anche le pause sono utili a confrontarsi e a documentarsi
Le «quote rosa» nell’Anvgd sono spontanee. Ecco un gruppo di delegate
I Lettori permettano
in via eccezionale
una…autocitazione.
Ecco lo staff organizzativo,
orgoglioso del lavoro svolto
e dell’ottima riuscita
di questo Congresso.
Da sin., Fabio Rocchi
(Segretario nazionale),
Patrizia C. Hansen
(direttore “Difesa Adriatica”)
e Serena Parisi
(Segreteria organizzativa)
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