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9 Nona lezione: Spazi di Sobolev (continuazione)

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9 Nona lezione: Spazi di Sobolev (continuazione)
9
Nona lezione:
Spazi di Sobolev (continuazione)
Alla dimostrazione del teorema 8.12 premetteremo un paio di lemmi. Cominciamo
con l’osservare che esistono funzioni f ∈ L1loc (I) tali che
A) f è derivabile quasi ovunque con derivata nulla;
B) f 0 6= 0 in D 0 (I).
Tra gli esempi più semplici vi sono le funzioni costanti a tratti non costanti. In
particolare A) non implica che f = costante quasi ovunque, come invece accadrebbe
se f fosse derivabile in ogni punto di I e non solo quasi ovunque. Il seguente lemma
mostra che, viceversa, se f ∈ L1loc (I) e f 0 = 0 in D 0 (I) allora f è costante quasi
ovunque.
Lemma 9.1 Sia f ∈ L1loc (I) tale che f 0 = 0 in D 0 (I). Allora esiste una costante C
tale che f = C quasi ovunque in I.
Dimostrazione Poiché f 0 = 0 in D 0 (I) allora
Z
f ϕ0 = 0 ∀ ϕ ∈ D(I).
I
Basta provare che esiste C tale che
Z
(f − C)ψ = 0 ∀ ψ ∈ D(I).
I
Fissiamo una funzione w ∈ D(I) tale che
R
I
w = 1. Per ogni ψ ∈ D(I) sia
Z
h := ψ − ( ψ)w.
I
Chiaramente si ha h ∈ D(I) e I h = 0. Allora esiste ϕ ∈ D(I) tale che ϕ0 = h (basta
prendere la funzione integrale con primo estremo di integrazione coincidente con uno
dei due estremi di I). Ne consegue che
Z
Z
Z
Z
Z
0 = f h = f ψ − ( ψ)w =
f − ( f w)]ψ.
R
I
I
I
I
I
Poiché quest’ultima vale per ogni ψ ∈ D segue la tesi con C =
R
I
f w.
Quando la derivabilità è intesa in senso distribuzionale il teorema fondamentale
del calcolo integrale, che vale classicamente per le funzioni continue, si generalizza
alle funzioni L1loc come stabilito dal seguente lemma, che si applica ad esempio anche
alla funzione segno (che mostra che la continuità è essenziale quando le derivabilità
è classica).
54
Lemma 9.2 (Teorema fondamentale del calcolo integrale) Sia f ∈ L1loc (I).
Fissato x0 ∈ I consideriamo la funzione integrale
Z x
f (t) dt, x ∈ I.
F (x) =
x0
¯ se f ∈ L1 (I)) e si ha F 0 = f in D 0 (I).
Allora F ∈ C(I) (F ∈ C(I)
Dimostrazione La dimostrazione della continuità di F è una semplice applicazione del teorema di Lebesgue della convergenza dominata.13 Proviamo la formula
di derivazione. Per ogni ϕ ∈ D(I), e supponendo che I = (a, b), si ha
Z bZ x
Z
0
0
0
f (t) dt ϕ0 (x) dx
hF , ϕi = −hF, ϕ i = − F (x)ϕ (x) dx = −
a
x
I
0
Z bZ x
Z x0 Z x0
0
f (t) dt ϕ (x) dx −
f (t) dt ϕ0 (x) dx
=+
x
x
x
a
Z x0 Z t
Z b 0Z b 0
0
=+
ϕ (x) dx f (t) dt −
ϕ0 (x) dx f (t) dt
a
a
x
t
0
Z x0
Z b
ϕ(t)f (t) dt = hf, ϕi,
=+
ϕ(t)f (t) dt +
a
x0
dove l’ordine di derivazione è stato scambiato usando il teorema di Fubini. Segue la
tesi.
Osservazione 9.4 Il teorema ora provato dice che la primitiva di una funzione
f ∈ Lp (I) è in W 1,p (I) purché sia noto che F ∈ Lp (I). Ciò accade sempre se I è
limitato (per la disuguaglianza di Hölder14 ).
Dimostrazione del teorema 8.12 Fissato x0 ∈ I poniamo
Z x
ū(x) =
u0 (t) dt.
x0
¯ e ū0 = u0 in D 0 (I), cioè (ū − u)0 = 0 in D 0 (I), da cui,
Per il lemma 9.2 si ha ū ∈ C(I)
per il lemma 9.1 segue che ū − u = C quasi ovunque e la tesi segue allora prendendo
u
e := ū − C.
13
Teorema 9.3 (Lebesgue) Sia (fh ) una successione di funzioni integrabili su Ω e tali che
1. lim fh (x) = f (x) q.o. x ∈ Ω,
h→∞
2. ∃ ϕ ∈ L1 (Ω) tale che |fh (x)| ≤ ϕ(x) q.o. x ∈ Ω.
Z
Allora
lim
h→∞
Z
fh (x) dx =
E
f (x) dx.
E
14
0
Teorema 9.5 Se f ∈ Lp (Ω) e g ∈ Lp (Ω) con p, p0 ∈ [1, +∞] esponenti coniugati, allora f g ∈ L1 (Ω)
e vale la disuguaglianza di Hölder kf gk1 ≤ kf kp kgkp0 .
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Convergenza debole
Dalla caratterizzazione del duale di W01,p e dalla compattezza delle immersioni segue
che la convergenza debole negli spazi W 1,p è caratterizzabile nel modo seguente quando Ω è un aperto limitato di Rn con ∂Ω localmente lipschtziana se n > 1 oppure un
intervallo nel caso n = 1
• caso 1 ≤ p < ∞:
un * u in W 1,p (Ω) ⇐⇒ un → u e Dun * Du in Lp ;
• caso p = ∞:
un * u in W 1,p (Ω) ⇐⇒ un → u e Dun * Du in L∞ .
∗
∗
Dimnostrarlo per esercizio nel caso 1 < p ≤ ∞.
Riferimenti bibliografici
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1973.
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1989.
[5] V. Checcucci, A. Tognoli, and E. Vesentini, Lezioni di topologia generale,
Feltrinelli, Milano, 1977.
[6] G. Dal Maso, An introduction to Γ-convergence, Birkhäuser, Boston, 1993.
[7] N. Dunford and J.T. Schwartz, Linear operators, vol. 1, general theory,
Interscience Publ. Ltd. N.Y., 1958.
[8] E. Giusti, Analisi matematica 2, Boringhieri.
[9] N. Meyers and J. Serrin, H=w, Proc. Nat. Acad. Sci. USA 51 (1964).
[10] F. Riesz and B. Sz.-Nagy, Functional analysis, Frederick Ungar Publishing, New
York, 1955.
[11] W. Rudin, Analisi reale e complessa, Boringhieri.
[12] S.V. Vladimirov, Le distribuzioni nella fisica matematica, Edizioni Mir, Mosca,
1981.
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