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Gli esplosivi per uso civile

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Gli esplosivi per uso civile
Comando Provinciale dei Vigili del
Fuoco di Ascoli Piceno
Gli esplosivi per uso
civile
Ing. Mauro Malizia
Nella dispensa sono esaminate le varie disposizioni
riguardanti l'uso civile degli esplosivi, dal testo unico
delle leggi di PS fino ai recenti aggiornamenti apportati
dalle norme sui rischi di incidente rilevante .
Comando Provinciale dei Vigili del
Fuoco di Ascoli Piceno
Via del Commercio, 48
[email protected]
0736 353223
2010
Ing. Mauro Malizia - Gli esplosivi per uso civile - Comando di Ascoli Piceno
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GLI ESPLOSIVI
Gli esplosivi sono sostanze che contengono nella loro molecola un quantità di
ossigeno sufficiente a determinare una combustione (a differenza dei
combustibili "tradizionali" in cui il comburente necessario per la combustione è
costituito dall’ossigeno contenuto nell'aria).
Sono sostanze o miscugli di sostanze capaci di trasformarsi, molto
rapidamente, in gas ad alta temperatura sotto l’influenza di azioni esterne
(urto, attrito, fiamma o altre forme d’ignizione), raggiungendo un volume
molto maggiore di quello iniziale.
La reazione veloce e violenta (esplosione) a cui danno luogo genera
particolari e caratteristici fenomeni fisici (luce, suono, spostamento di
materiali ecc.).
L'ESPLOSIONE
L'esplosione è un fenomeno di trasformazione chimica o
chimico-fisica che avviene in un tempo rapidissimo,
accompagnata da sviluppo di energia (per buona parte
termica) e, in genere, da sviluppo di gas.
Qualsiasi sistema che per somministrazione di piccolissime
quantità di energia termica o meccanica è capace di
trasformarsi chimicamente, in un tempo brevissimo, con
sviluppo di energia, di gas e di vapori, costituisce un sistema esplosivo.
Un sistema esplosivo è omogeneo se costituito da una sola specie chimica
definita e invece eterogeneo quando è costituito da più sostanze chimiche.
Gli esplosivi sono quindi sostanze ad alto contenuto energetico, che, attraverso
l'esplosione, si trasformano in sostanze stabili, a contenuto energetico molto
inferiore.
Gli esplosivi solidi sono miscele o combinazioni solide suscettibili di assumere il
regime di detonazione; si riserva il nome di polveri agli esplosivi che assumono
il regime di deflagrazione.
I gas prodotti dalla reazione, a causa delle altissime temperature raggiunte
nell'esplosione, tendono ad occupare volumi enormemente superiori a quelli
corrispondenti alle sostanze di partenza.
Se quindi una certa quantità di esplosivo esplode quando è racchiusa in un
ambiente ristretto, i gas provocano sulle pareti una pressione istantanea ed
elevatissima che, qualora la resistenza delle pareti non sia adeguata, ne
provocherà la rottura: su questo principio è basato il funzionamento delle
mine.
DEFLAGRAZIONE E DETONAZIONE
I primi combustibili usati sono stati carbonio e zolfo; di recente insieme al
carbonio è stato introdotto anche idrogeno attraverso sostanze organiche
(vasellina, paraffina, amido, zucchero, segatura di legno, farina di cereali,
ecc.).
All'atto dell'esplosione il carbonio si combina con l'ossigeno per formare CO2 e
CO, entrambi gassosi; l'idrogeno si combina con l'ossigeno per formare vapore
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d'acqua, che l'azoto si libera come tale o che si combina a NO e NO 2 ; nei gas
possono trovarsi ancora (a seconda della formula degli esplosivi) Cl, HCl, H 2 S,
ecc.
Alcune sostanze possono bruciare semplicemente od esplodere a seconda di
come sono costrette nell'ambiente; basta pensare alla benzina, la quale brucia
in una lampada da saldatore e invece esplode nei cilindri delle macchine a
scoppio.
Così pure molte reazioni chimiche si sviluppano con velocità differenti in
conseguenza di vari fattori: temperatura, concentrazione dei reattivi, presenza
di adatti catalizzatori.
In conseguenza alcune reazioni possono verificarsi in forma normale o in forma
esplosiva.
Si chiamano velocità esplosive quelle corrispondenti a tempi brevissimi,
inferiori a quelli necessari affinché il calore di reazione possa trasmettersi al
mezzo circostante per conduttività e irraggiamento e che quindi si accumula
nei gas prodotti, allo stato di energia cinetica.
Le velocità esplosive sono sempre alte ma possono variare fra loro anche di
molto.
Le esplosioni che avvengono alle velocità inferiori si chiamano deflagrazioni
(dette anche esplosioni di primo grado), quelle corrispondenti alle velocità alte
si chiamano detonazioni (o esplosioni di secondo grado).
Però la differenza fra deflagrazione e detonazione non risiede solo nella
velocità con cui procede il fenomeno, bensì si tratta di due sistemi di
propagazione sostanzialmente diversi.
La deflagrazione è un fenomeno esplosivo che si propaga per conduttività
termica iniziando alla superficie esterna della massa (in genere dei granuli) e
procedendo verso l'interno.
La durata della reazione è inferiore per polveri a graniture fini (che hanno
maggior superficie per unità di peso) per cui alle diverse graniture
corrispondono diverse velocità di deflagrazione.
Queste velocità sono però sempre molto inferiori di quelle di detonazione e in
conseguenza sono meno importanti gli effetti distruttori (naturalmente a parità
di massa).
La detonazione è un fenomeno così violento che non può essere spiegato solo
con il meccanismo della combustione ed infatti essa si propaga con il
meccanismo dell'onda esplosiva o detonazione cui sono associati un fenomeno
fisico (onda di pressione o onda d'urto) e un fenomeno chimico (reazione di
combustione, detta anche onda di combustione); i due fenomeni si sostengono
a vicenda per cui sulla fronte dell'onda esplosiva coesistono l'onda d'urto e la
reazione chimica.
La detonazione non è necessariamente un fenomeno di combustione: ad
esempio l'azotidrato di piombo nella detonazione non segue un meccanismo di
ossidazione, ma una reazione di decomposizione.
Nell'esplosione di miscele gassose si definisce periodo d'inizio o inizio della
detonazione l'intervallo di tempo compreso fra l'istante in cui la miscela si
accende e l'istante in cui ha inizio l'onda esplosiva.
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Durante questo periodo la velocità della fiamma cresce molto rapidamente fino
a raggiungere la velocità dell'onda esplosiva; un periodo di inizio analogo si
presenta nella detonazione degli esplosivi solidi.
Le velocità di deflagrazione sono in
genere dell'ordine delle centinaia di
metri al secondo, le velocità di
detonazione sono comprese fra più di
1000 e circa 9000 m/s.
Si precisa che i limiti di velocità di
deflagrazione non sono bene precisabili
perché dipendono da vari fattori
(granitura delle polveri, entità dell'innesco, densità della carica, diametro della
carica, ecc.).
In dipendenza di alcuni fattori, primo fra i quali la violenza dell'urto iniziatore,
la deflagrazione può tramutarsi in detonazione e così un esplosivo
normalmente deflagrante, come è la polvere nera, può detonare quando è
fortemente innescato.
Viceversa la dinamite (detonante) può deflagrare se stimolata con un innesco
troppo debole.
È pericoloso che un esplosivo deflagrante detoni, ma lo è anche che un
esplosivo detonante deflagri, perché in questo caso avvengono anomalie nel
funzionamento delle mine. Può infatti aversi in quest'ultimo caso:
 accensione ritardata - al momento del brillamento non si sente il colpo
dell'esplosione, che infatti si verifica con un certo ritardo;
 detonazione doppia - al momento del brillamento si ode un colpo, seguito
da un altro con un certo ritardo;
 fiammata o fuoco - il colpo non è partito e la mina non ha provocato
caduta di materiale, ma dal foro esce fumo e talvolta anche fiamma.
Questi inconvenienti sembrano dovuti al fatto che tutta la carica, o una parte di
essa, non avrebbe raggiunto il regime di detonazione, ma avrebbe preso il
regime della deflagrazione, bruciando con velocità relativamente lenta.
La capacità distruttiva delle sostanze esplodenti non sta nel fatto che
provocano reazioni fortemente esoergoniche (un esplosivo come la
nitroglicerina libera 6,4 MJ/kg , rispetto all’olio combustibile che libera ben 41,9
MJ/kg) quanto piuttosto nell’estrema rapidità con cui tale energia viene
liberata, cioè nell’estrema velocità delle reazioni.
La velocità delle esplosioni è dovuta al fatto che gli esplosivi contengono
nelle loro molecole ossigeno sufficiente all’ossidazione parziale o totale dei
reagenti.
Non sempre le sostanze esplosive si manifestano come tali; molte di esse in
determinate condizioni (al di fuori dei limiti di esplosività) possono anche
bruciare tranquillamente.
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Caratteristiche degli esplosivi

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
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Densità di caricamento
Sensibilità (all’urto, allo sfregamento, all’inneseco)
Calore di esplosione (liberato dall’unità di massa)
Stabilità
Pressione specifica o forza specifica
Temperatura d’esplosione
Volume specifico
Classificazione degli esplosivi in base alla velocità di reazione
 esplosivi deflagranti o propellenti
 esplosivi dirompenti
 esplosivi detonanti o innescanti.
Classificazione degli esplosivi dal punto di vista chimico
miscugli esplosivi gassosi
Sono formati da più sostanze (che in
generale da sole non hanno proprietà
esplosive), alcune delle quali agiscono
come comburenti ed altre come
combustibili.
esplosivi chimici
Si dividono in inorganici (es. clorato di
potassio) ed organici (es. tritolo, nitroglicerine).
Quelli organici contengono nella stessa molecola tutti gli elementi necessari per
una combustione più o meno completa.
L’ossigeno in essi contenuto ossida nella reazione esplosiva il carbonio e
l’idrogeno che nella stessa molecola sono presenti. Per queste ragioni la
reazione di esplosione dei composti chimici organici è più violenta che nel caso
dei miscugli.
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PRINCIPALI TIPI DI ESPLOSIVI
Tritolo
(Trinitrotoluene, TNT)
Nitroglicerina
Nitroglicerina
È il miglior esplosivo militare da scoppio, mentre è poco
adatto all’uso in miniera in quanto dalla sua combustione si
libera molta CO che inquinerebbe l’aria delle gallerie.
Acceso con una fiamma brucia lentamente senza esplodere.
È stabile all’urto.
Il Trinitrotoluene, noto come tritolo e spesso abbreviato in
TNT, è un nitrocomposto aromatico ottenuto per nitrazione
del toluene.
A temperatura ambiente si presenta come un solido
cristallino color giallo pallido, insolubile in acqua,
abbastanza solubile nei più comuni solventi organici (etere
etilico, acetone, benzene).
Come la maggior parte dei nitrocomposti, è esplosivo e
pertanto impiegato nella preparazione di miscele esplosive
come ad esempio l'amatol, in miscela con il nitrato
d'ammonio.
In forma pura è molto stabile e contrariamente alla
nitroglicerina è insensibile agli urti ed alle sollecitazioni,
esposto ad una fiamma libera non esplode, ma brucia con
una fiamma rossastra e fumosa.
Esplode solo se viene innescato da un detonatore.
È poco igroscopico e non reagisce con i metalli e può
quindi essere conservato per molti anni.
Va però protetto dall'esposizione agli alcali, che formano
con esso composti instabili, sensibili al calore a agli urti.
Il TNT è preso a unità di misura empirica dell'energia
liberata dalle esplosioni basando il calcolo sulla sua
entalpia di combustione, pari a circa 4,184 × 106 J/Kg.
Fu scoperta nel 1847 da Ascanio Sobrero, ma la sua
pericolosità non ne fece intravedere le possibilità di utilizzo.
Soltanto dopo il 1863 Nobel risolse il problema di diminuirne
il pericolo, dovuto all’elevata sensibilità all’urto, facendola
assorbire a farina fossile e ottenendo così la dinamite.
La nitroglicerina, detta anche trinitrina, è un potente
esplosivo, e a temperatura ambiente è un liquido oleoso da
incolore a giallo (quando è poco pura) che si decompone
facilmente esplodendo all'urto e per riscaldamento oltre i 50
°C, detonando verso i 200 °C.
Anche
a
temperatura
ambiente
può
detonare
spontaneamente.
È assai instabile, e per motivi di sicurezza non viene mai
usata pura, ma
sempre
mescolata
con
sostanze
stabilizzanti e costituisce la base delle varie dinamiti.
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Il nitrato d'ammonio è un composto chimico che viene
utilizzato come fertilizzante, ma anche per produrre
l'ammonal e l'ANFO, due esplosivi.
È il sale dell'ammoniaca con l'acido nitrico. Si presenta in
forma di cristalli incolori e inodori. È molto solubile in acqua
(1920 g/l a 20 °C) e mediamente solubile in etanolo (38 g/l
a 20°C). Una soluzione di 100 g/l in acqua ha un pH di 5,5;
lievemente acido.
Il composto è stabile a temperature ordinarie, se riscaldato
progressivamente all'interno di una provetta su becco
Bunsen svolge N2O (protossido d'azoto, gas esilarante) più
NO e NO2 come sottoprodotti.
Nitrato d'ammonio Dato il suo bilancio di ossigeno positivo, e il costo poco
elevato, costituisce la base per numerose miscele esplosive,
(NH4NO3)
inoltre la sua bassissima sensibilità all'innesco rende gli
esplosivi che lo contengono adatti a usi civili o dove sia
richiesta una grande sicurezza d'uso. Dà luogo ad
un'esplosione relativamente poco esotermica e questo rende
il loro utilizzo sicuro nelle miniere, in quanto il calore
liberato nell'esplosione non è sufficiente ad innescare un
eventuale fuoriuscita di gas "grisoù". Generalmente le
miscele esplosive che lo contengono si dividono in due
categorie, quelle cosidette "cap sensitive" e "non cap
sensitive" cioè sensibili o insensibili all'innesco di un
detonatore N° 8. Quelle insensibili necessitano di inneschi
che possono arrivare anche al mezzo chilo di alto esplosivo:
generalmente contenente T4 o PETN.
Buon esplosivo, la sua fabbricazione non richiede tutte quelle
precauzioni necessarie per la glicerina essendo relativamente
stabile.
Il tetranitrato di pentaeritrite, è uno degli esplosivi più
potenti finora prodotti, paragonabile all’RDX e all'HMX.
È noto anche come pentrite, pentaeritritolo tetranitrato e
PETN.
Il PETN è più sensibile del TNT e non viene mai utilizzato
Pentrite
come
carica secondaria, ma sempre come carica primaria in
(Pentaeritritolo tetra
detonatori o nelle “corde detonanti” e come carica di
nitrato)
rinforzo nelle munizioni delle armi di piccolo calibro. Come
la nitroglicerina, ha anche funzioni mediche: come questa
viene usato per le proprietà di coronarodilatatore.
È dimostrato che il PETN danneggia l’ambiente, infatti non è
velocemente biodegradabile e, se gettato nei corsi d’acqua
provoca l’inquinamento della stessa che può proseguire fino
ad inquinare le falde acquifere.
Viene usato anche in miscele esplosive con la nitroglicerina,
dette pentriniti e usate come esplosivi da mina, con il
dinitrotoluene e con tritolo (pentritolo).
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ANFO
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ANFO è l'acronimo inglese di Ammonium Nitrate Fuel Oil.
Sono miscele esplosive di grande sicurezza costituite da
nitrato d'ammonio, gasolio e altri additivi minori, impiegate
in grossi quantitativi per usi civili in cave e miniere, data la
loro bassissima sensibilità e il loro bassissimo costo.
Per ANFO si intende il nitrato d'ammonio e il gasolio e non
le emulsioni di ANFO (slurry), cioè senza prodotti che lo
rendano impermeabile all'acqua o altri acceleranti di
combustione.
È considerato come un potente esplosivo, infatti quando si
decompone non avviene una deflagrazione ma una
detonazione ad alta potenza con una velocità compresa fra
3500 m/s e un massimo di 4200 m/s (il valore dipende
molto dalla densità, diametro e grado di confinamento della
È un esplosivo secondario e per la sua preparazione occorre
un rapporto ottimale combustibile – comburente che ne
assicura la perfetta detonazione, con le seguenti percentuali:
94% di nitrato ammonico e 6% di olio minerale (anche
gasolio).
La sua sensibilità è relativamente bassa, infatti richiede
generalmente un ripetitore (booster) per accertarsi che la
detonazione sia stata compiuta.
Dinamite
La dinamite è un esplosivo inventato da Alfred Nobel nel
1866. Si tratta di un preparato, destinato a causare
deflagrazione ed esplosione, considerato più sicuro (poiché
più stabile) degli altri esplosivi in uso all'epoca della sua
scoperta. Al tempo era infatti in uso la nitroglicerina, un
liquido estremamente sensibile alle scosse ed alle variazioni
termiche, e la dinamite era in realtà un trattamento della
pericolosissima nitroglicerina, che veniva miscelata con
sostanze assorbenti a base di silicio, onde ottenerne un
composto granulare stabile.
Nel tempo, però, si riscontrò un'elevata probabilità di
rilascio della nitroglicerina, che riassumeva la forma
liquida e ripresentava quindi i detti problemi di pericolosità,
infatti se la dinamite veniva esposta a temperature basse la
nitroglicerina fuoriusciva, dato che si dilatava con il freddo
(come l'acqua) e, fuoriuscendo dai candelotti di dinamite,
le persone che la prendevano dalle casse con cui veniva
trasportata, bastava che toccassero la dinamite che la
nitroglicerina fuoriuscita scoppiasse data la sua altissima
sensibilità.
Dopo che fu evidenziato questo problema lo studio si volse
poi alla ricerca di altre materie esplodenti. Nel tempo,
comunque, in cui la dinamite fu l'esplosivo migliore in
commercio, il brevetto registrato da Nobel si accrebbe di
valore e fu arricchito da una serie di brevetti minori di cui il
gruppo dello scienziato ne raccolse circa 350. Le rendite
consentirono a Nobel l'ideazione e la sovvenzione del
celebre Premio Nobel.
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Polvere nera
Slurry/Watergel
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È il primo esplosivo impiegato nella storia.
È costituito da un miscuglio di carbone di legna, zolfo e
nitrato di potassio. Viene ora impiegato nella fabbricazione di
micce a lenta combustione.
La polvere nera è una sostanza che brucia in maniera
esplosiva, usata come propellente per le armi da fuoco.
La polvere nera produce un'onda di deflagrazione subsonica,
in opposizione alla detonazione supersonica degli alti
esplosivi; appartiene quindi alla categoria degli esplosivi
deflagranti. Questo riduce le punte di pressione sulle
camere di scoppio delle armi, ma la rende meno idonea per
la demolizione delle rocce e delle fortificazioni. Fino al 1870
è stato l'unico esplosivo da lancio e da scoppio.
Gli slurry (o watergel) sono esplosivi dalla consistenza
plastica e gelatinosa.
Sono miscele esplodenti a base di nitrato d'ammonio,
metilammina nitrata ed additivi sensibilizzanti (polveri di
alluminio) dispersi in un gel a base acquosa (10% circa del
composto) prodotto utilizzando farina di semi di Guar.
Tale gel viene stabilizzato (reticolato) per ottenere un
composto plastico, gelatinoso ed impermeabile. Vengono
vantaggiosamente usati al posto degli ANFO in quelle
situazioni dove è possibile trovare acqua nei fori da mina,
acqua che inattiverebbe gli ANFO.
I watergel commerciali sono generalmente confezionati in
cartucce. Principali parametri:
densità: 1,1 - 1,4 g/cm3, velocità di detonazione: 1800 3500 m/sec, temperatura di esplosione 2200 -2500°C,
volume gas alla temperatura di esplosione: 6000 - 8000
l/kg, energia specifica 600 - 700 kJ/kg.
Sono insensibili alla frizione e all'urto e bruciano fintantoché
sono esposti ad una fiamma: come ne vengono allontanati
si spengono. A fronte di tutto ciò rientrano nel ristretto
novero degli "esplosivi di sicurezza".
ESPLOSIVI – ATTIVITÀ SOGGETTE A CONTROLLO VV.F.
Gli stabilimenti, i depositi, gli esercizi di vendita di sostanze esplodenti sono
annoverate tra le attività soggette a controllo VV.F. ai sensi del DM
16/2/1982, in particolare per quanto concerne i seguenti codici dell'elenco
allegato al decreto:
Att. 24: Stabilimenti ed impianti ove si producono, impiegano o detengono
sostanze esplodenti classificate come tali dal regolamento di esecuzione del
TULPS approvato con RD 6 maggio 1940 n. 635, s.m.i., nonché perossidi
organici.
(Con circolare n. 17 del 28 giugno 1986, sono state apportate modifiche
all'elenco delle attività soggette, escludendo i perossidi organici dall'att. 24)
Att. 25: Esercizi di minuta vendita sostanze esplodenti di cui ai DM 18 ottobre
1973 e DM 18 settembre 1975 e s.m.i.
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NORMATIVA DI RIFERIMENTO
 Produzione, commercializzazione, trasporto ed impiego degli
esplosivi ai fini della sicurezza pubblica e della lotta al terrorismo:
-
"Testo Unico delle leggi di Pubblica Sicurezza" (T.U.L.P.S.): R.D.
18/06/31 n. 773 ed il "Regolamento per l'esecuzione del Testo Unico
18/06/31 n. 773 delle leggi di Pubblica Sicurezza": R.D. 06.05.40, n.
635 (più volte aggiornati e modificati in molti articoli);
-
"Norme per il rilascio dell’idoneità di prodotti esplodenti ed accessori di
tiro all’impiego estrattivo, ai sensi dell’art. 687 del D.P.R. 128/59" D.
M. Industria 01.07.1997.
 Prevenzione degli infortuni (soprattutto in materia di miniere e cave,
settori, nei quali sono impiegati i maggiori volumi di esplosivi.
- "Prevenzione degli infortuni nella produzione e nell'impiego degli
esplosivi": DPR 19/03/56 n.302;
- "Prevenzione degli infortuni ed igiene dei lavori in sotterraneo": DPR
20/03/56 n. 230;
- "Norme di Polizia Mineraria": DPR 09/04/59 n. 128;
- "Attuazione delle direttive 92/91/CEE e 92/104/CEE riguardanti il
miglioramento della salute e della sicurezza dei lavoratori nelle
industrie estrattive": D.Lgs. 25.11.1996 n. 624.
A questi due corpi legislativi si sono recentemente sovrapposti il:
 D.Lgs. 2 Gennaio 1997, n. 7, emanato in recepimento della direttiva
93/15/CEE sopra citata: "Armonizzazione delle disposizioni in materia di
immissione sul mercato e controllo degli esplosivi per uso civile" (decreto
che ha profondamente innovato in materia di esplosivi ed ha costretto
l’Amministrazione ad avviare un processo di adeguamento delle precedenti
normative);
 D.Lgs. 17.08.1999 n. 334: "Attuazione della direttiva 96/82/CE relativa al
controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze
pericolose".
Tra i riferimenti normativi senz’altro in più utilizzati sono:
-
UNI 9614: "Misura delle vibrazioni negli edifici e criteri di valutazione del
disturbo".
-
UNI 9916: "Criteri di misura e valutazione degli effetti delle vibrazioni sugli
edifici";
-
DIN 4150 parte terza "Le vibrazioni nelle costruzioni: effetti sui manufatti".
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GLI ESPLOSIVI E LE NORME SUI RISCHI DI INCIDENTI RILEVANTI
Il D.lgs 21 settembre 2005 n. 238,
di
recepimento
della
direttiva
2003/105/CE
ha
introdotto
significative
modifiche
al D.Lgs.
334/99 (Attuazione della direttiva
96/82/CE relativa al controllo dei
pericoli di incidenti rilevanti connessi
con determinate sostanze pericolose).
Tra le varie modifiche si annovera
l'ampliamento
del
campo
di
applicazione
del
decreto
con
l'inserimento di nuove sostanze e la
modifica dei quantitativi di altre già presenti.
Per quanto concerne le sostanze esplosive è stata prevista una nuova
definizione per le stesse in base al sistema di classificazione UN/ADR (allegato
I Parte 2 - righe 4 e 5).
In tal modo, a seguito dell'entrata in vigore del D.Lgs. n. 238/05,
numerose attività di depositi e fabbriche di esplosivi in precedenza
non soggette, sono entrate a far parte del campo di applicazione della
normativa sui rischi di incidenti rilevanti secondo lo schema di seguito
riportato:
Allegato I - Parte 2 del decreto
SOSTANZE SPECIFICATE O
CATEGORIE DI SOSTANZE E PREPARATI
4 ESPLOSIVE
Sostanze, preparati o articoli assegnati alla UN/ADR 1.4
Soglia
art. 6
Soglia
art. 8
50 t
200 t
10 t
50 t
5 ESPLOSIVE
Sostanze, preparati o articoli assegnati alle divisioni
UN/ADR 1.1, 1.2, 1.3, 1.5, o 1.6 ovvero classificati con
frase di rischio R2 o R3
Ai fini dell'applicazione del D.Lgs n. 334/99 e s.m.i si intende per “esplosivo”:
 una sostanza o un preparato che crea un pericolo di esplosione per effetto
di urto, attrito, fiamma o altre fonti di ignizione (frase di rischio R2);
 una sostanza o un preparato che crea un pericolo gravissimo di esplosione
per effetto di urto, attrito, fiamma o altre fonti di ignizione (frase di rischio
R3);
 una sostanza, preparato o articolo che rientra nella classe 1 dell’accordo
europeo relativo al trasporto internazionale di merci pericolose su strada
(UN/ADR) concluso il 30 settembre 1957, modificato e recepito nella
direttiva 94/55/CE del Consiglio, modificata, del 21 novembre 1994,
concernente il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative
al trasporto di merci pericolose su strada.
In questa definizione sono inclusi le sostanze e i preparati pirotecnici, che ai
fini del presente decreto, sono definiti come sostanze (o miscele di sostanze)
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destinate a produrre un effetto calorifico, luminoso, sonoro, gassoso o
fumogeno o una combinazione di tali effetti grazie a reazioni chimiche
esotermiche automantenute. Se una sostanza o preparato è classificato sia con
UN/ADR che con le frasi di rischio R2 o R3, la classificazione UN/ADR ha la
precedenza su quella delle frasi di rischio.
Le sostanze e gli articoli della Classe 1 sono assegnati a una qualsiasi delle
divisioni 1.1-1.6 a norma del sistema di classificazione UN/ADR.
Le divisioni e le frasi di rischio pertinenti sono:
 Divisione 1.1: Sostanze e articoli comportanti un rischio di esplosione in
massa. (Una esplosione in massa è una esplosione che interessa in modo
praticamente istantaneo la quasi totalità del carico).
 Divisione 1.2: Sostanze e articoli comportanti un rischio di proiezione senza
rischio di esplosione in massa.
 Divisione 1.3: Sostanze e articoli comportanti un rischio di
incendio con leggero rischio di spostamento di aria o di
proiezione o dell’uno e dell’altro, ma senza rischio di
esplosione di massa,
a) la cui combustione dà luogo ad un considerevole
irraggiamento termico, oppure
b) che bruciano gli uni dopo gli altri con effetti minimi di
spostamento di aria o di proiezione o di entrambi.
 Divisione 1.4: Sostanze e articoli che presentano solo un
leggero pericolo in caso di accensione o innesco durante il
trasporto. gli effetti sono essenzialmente limitati al collo e
non danno luogo normalmente alla proiezione di frammenti
di dimensioni significative o a distanza significativa. Un
incendio esterno non deve comportare l’esplosione
praticamente istantanea della quasi totalità del contenuto del
collo.
 Divisione 1.5: Sostanze molto poco sensibili comportanti un
rischio di esplosione in massa la cui sensibilità è tale che,
nelle normali condizioni di trasporto, non vi sia che una
molto lieve probabilità di innesco o di passaggio dalla
combustione alla detonazione. La prescrizione minima è che
esse non devono esplodere durante la prova al fuoco
esterno.
 Divisione 1.6: Articoli estremamente poco sensibili non
comportanti un rischio di esplosione in massa. Questi articoli
contengono solo sostanze detonanti estremamente poco
sensibili e presentano una trascurabile probabilità di innesco
o di propagazione accidentale. Il rischio è limitato
all’esplosione di un unico articolo. In questa definizione sono
incluse anche le sostanze o i preparati esplosivi o pirotecnici
contenuti negli articoli. Nel caso di articoli contenenti
sostanze o preparati esplosivi o pirotecnici, se la quantità
della sostanza o del preparato contenuto nell’articolo è nota, ai fini del presente
decreto, si tiene conto di tale quantità. Se la quantità non è nota, ai fini del
decreto, l’intero articolo è considerato esplosivo.
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TULPS - Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza e Regolamento
Nel nostro paese, i prodotti esplosivi sono soggetti alle disposizioni del TULPS
"Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza", approvato con Regio Decreto 18
giugno 1931, n. 773.
Il TULPS contiene, al titolo II, le disposizioni relative all'ordine pubblico e
all'incolumità pubblica, ed in particolare il capo V del titolo II tratta, in 12
articoli (dal 46 al 57), la prevenzione di infortuni e disastri.
Sono soggetti alle disposizioni del TULPS tutti i prodotti esplodenti, comunque
composti, sia che possano agire da soli o uniti ad altre sostanze, sia che
possano essere impiegati in macchine o congegni (o in qualsiasi altro modo
disposti o adoperati).
Il Testo unico stabilisce il divieto di fabbricare, tenere in deposito, vendere o
trasportare esplosivi senza licenza del Ministro dell'Interno o senza licenza
del Prefetto e di fabbricare, detenere, trasportare o vendere prodotti
esplodenti non riconosciuti e classificati dallo stesso Ministero, sentito il parere
di una commissione tecnica nominata a livello centrale (ora C.C.C.C.A.:
Commissione Consultiva Centrale per il Controllo delle Armi).
A livello locale viene prevista l'istituzione di una commissione tecnica nominata
dal Prefetto (ora C.T.P.M.E.: Commissione Tecnica Provinciale per le
Materie Esplodenti) ai fini del controllo e della verifica delle condizioni di
sicurezza che i locali destinati alla fabbricazione o al deposito di materie
esplodenti devono rispettare.
Alle disposizioni del testo unico si è data regolamentazione con il Regio
Decreto 6/5/1940 n. 635 (Regolamento di attuazione del TULPS).
I 30 articoli del Regolamento che riguardano gli esplosivi (artt. 81/110)
possono essere così riassunti:
 Tutti i prodotti esplodenti, comunque composti (sia che possano agire da
soli o uniti ad altre sostanze, sia che possano essere impiegati in macchine
o congegni, o in qualsiasi altro modo disposti o adoperati) sono soggetti
alle disposizioni degli articoli da 46 a 57 del TULPS.
 La Commissione Consultiva Centrale per il Controllo delle Armi –
C.C.C.C.A. dà parere sopra tutte le questioni riguardanti la natura, la
composizione e la potenzialità delle materie esplosive ed infiammabili e le
misure da adottare nei riguardi della sicurezza ed incolumità pubblica
per quanto concerne la fabbricazione, il deposito, le vendite, il trasporto e
l'uso di dette materie.
 Sono definite la composizione e le competenze delle Commissioni
Tecniche Provinciali, che determinano le condizioni alle quali debbono
soddisfare i locali destinati alla fabbricazione o al deposito di materie
esplodenti.
 È disciplinato il rilascio di licenze per la fabbricazione, il deposito, la
vendita, l'importazione e il trasporto di materie esplodenti.
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 In base all'art. 82 del Regolamento, i prodotti esplosivi sono classificati
nelle seguenti 5 categorie:
-
1^ Categoria - Polveri e prodotti affini negli effetti esplodenti;
"Esplosivi deflagranti" (lenti); velocità di detonazione ≅ 100-1000 m/s
(polvere nera, polveri senza fumo, cartucce cariche per fucili, ecc.)
-
2^ Categoria - Dinamiti e prodotti affini negli effetti esplodenti;
"Esplosivi detonanti secondari"; (dinamiti, tritolo (velocità di detonazione ≅
7000 m/s), slurries, pulverulenti, AN/FO, micce detonanti con esplosivo ≤ 15
gr/m, ecc.)
-
-
3^ Categoria - Detonanti e prodotti affini negli effetti esplodenti;
"Esplosivi detonanti primari" o da innesco; (detonatori, micce detonanti con
esplosivo >15 gr/m, ecc.)
4^ Categoria - Artifici e prodotti affini negli effetti esplodenti;
(Artifici, fuochi artificiali, razzi da segnalazione, ecc.)
-
5^ Categoria - Munizioni di sicurezza e giocattoli pirici
(Micce a lenta combustione, bossoli innescati per cartucce, giocattoli pirici,
ecc.)
Alcune norme integrative alla disciplina per il controllo degli esplosivi sono
state emanante negli anni successivi.
Tra queste figura la Legge 18/4/1975, n. 110, la quale stabilisce (artt. 28 e
29) le responsabilità dei titolari della varie licenze nell'impiego di esplosivi, con
le relative sanzioni, nonché le cautele e le precauzioni da osservare per evitare
la distrazione o la sottrazione di esplosivi, con le relative sanzioni.
Viene altresì ribadito (art. 25) l'obbligo del registro delle operazioni giornaliere
(già previsto dall'art. 55 del T.U.L.P.S.) per coloro che fanno abituale impiego
di esplosivi di qualsiasi genere e sono stabilite le relative sanzioni per i
contravventori.
Il Regolamento è inoltre costituito dai seguenti 4 allegati:
 Allegato A: elenco dei prodotti riconosciuti e classificati dal Ministero
dell'Interno; tale allegato è integrato con i nuovi riconoscimenti.
 Allegato B: norme per l'impianto delle fabbriche e dei depositi delle
materie esplodenti per ognuna delle 5 categorie definite dall'art. 82,
nonché norme per l'impianto di cantieri civili di scaricamento, ripristino e
caricamento proietti e per la lavorazione di materiale da guerra.
 Allegato C: norme per il trasporto degli esplosivi per via ordinaria e
ferrata, per mare, per laghi, per fiumi e canali navigabili.
 Allegato D: norme per la protezione contro le scariche elettriche
atmosferiche degli edifici in cui si lavorano, si manipolano o si conservano
sostanze infiammabili o esplosive.
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I depositi di esplosivi sono classificati in: depositi di fabbrica e di cantiere;
depositi di vendita; depositi di consumo permanenti; depositi di consumo
temporanei; depositi giornalieri.
locale adibito a deposito di esplosivi
Depositi di fabbrica:
Locale, magazzino o gruppo di locali, situato entro il recinto della fabbrica,
destinato a contenere gli esplosivi fabbricati e destinati alla vendita.
Caratteristiche dei locali: sono indicate nell’allegato B al Regolamento, per
ognuna delle 5 categorie definite dall’art. 82.
Distanze di sicurezza:
d = k √ C distanza in metri tra depositi, tra depositi e abitati, strade ferrate,
strade pubbliche, centri abitati in relazione al numero di abitanti, ecc.
dove C è il carico di esplosivo in Kg contenuto nell’elemento pericoloso.
I valori del coefficiente K dipendono dalla natura dell'esplosivo e dalla tipologia
dell'elemento da proteggere (canali navigabili, strade pubbliche, case isolate o
in gruppi, opifici industriali, centri abitati in relazione al numero abitanti, ecc.).
Depositi di vendita e depositi di consumo permanenti:
Sono costituiti da locali isolati o gruppi di locali, che sono autorizzati con
licenza della competente Autorità, a contenere esplosivi in quantità superiori a
200 Kg per la fornitura di lavori continuativi e diversi.
Divieti: non si possono collocare nello stesso deposito esplosivi di diversa
categoria; dovranno essere immagazzinati in locali distinti a distanza di
sicurezza.
Distanze di sicurezza:
d = k √ C distanza (metri) tra depositi, tra depositi e abitati, strade ferrate,
strade pubbliche, ecc.
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dove C = carico di esplosivo in Kg contenuto nell’elemento pericoloso.
Nel Regolamento vengono forniti una serie di prospetti che però risultano
compilati in maniera non molto chiara in quanto sono riportati i valori come
intervallo "da" "a", che potrebbe indurre a pensare che esista una possibilità di
interpolazione dei risultati.
In reatà l'uso della formula restituisce valori ben precisi.
L'uso dei prospetti (pensati a suo tempo per facilitare l'individuazione di alcuni
valori) è da intendere che ai quantitativi indicati nella prima colonna
corrispondano i primi valori delle colonne successive, così come ai quantitativi
indicati nella seconda colonna corrispondano i secondi valori delle colonne
successive.
I valori intermedi devono essere calcolati applicando la formula e non per
interpolazione.
In ogni caso si ritiene preferibile, per evitare errori di interpretazione,
ricavare i valori esatti mediante l'applicazione della formula d = k √ C.
Depositi di consumo temporanei:
Sono i depositi di esplosivi, in quantità non superiore a 10 t, da impiegarsi per
l'esecuzione di un determinato lavoro, che ne seguono lo sviluppo e che sono
destinati a scomparire quando il lavoro sia ultimato.
Devono essere autorizzati per la durata presunta del lavoro e devono sorgere
isolati da altri edifici.
In tali depositi si possono immagazzinare anche mezzi detonanti (III
categoria), fino ad un massimo di 5.000 pezzi, ma in un locale distinto, non
comunicante con gli altri e diviso da un tagliafuoco in muratura.
Depositi giornalieri:
Servono per i bisogni giornalieri di un determinato lavoro a carattere
temporaneo, che non comportino la necessità di depositarvi più di 200 kg di
esplosivi della I o della II categoria, o più di 200 kg delle due categorie
complessivamente.
Possono contenere contemporaneamente fino a 1000 detonatori, ma essi
devono essere chiusi in apposite casse con lucchetto a chiave mentre gli
esplosivi devono essere conservati nelle confezioni originali di fabbricazione.
Possono contenere anche le micce e gli inneschi privi di detonatore.
ESERCIZI DI MINUTA VENDITA
Con il DM 23 settembre 1999 sono state apportate modifiche agli allegati A e B
al regolamento per l'esecuzione del TULPS per gli esercizi di minuta vendita.
Il decreto persegue l'intento di assicurare una più razionale collocazione degli
esplosivi nelle categorie di legge ai sensi dell'art. 53 TULPS e, attraverso la
modifica del Capitolo VI dell'allegato B al regolamento TULPS, di snellire le
procedure autorizzatorie e di controllo degli esercizi di minuta vendita degli
esplosivi, fornendo inequivoche disposizioni circa le tipologie ed i quantitativi
detenibili per la vendita al dettaglio.
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FUOCHI D’ARTIFICIO E GIOCATTOLI
PIRICI (Fabbriche di IV e V categoria)
I fuochi d'artificio sono sostanze chimiche
in grado di dar luogo a reazioni di
esplosione; essi vengono lanciati da terra in
aria e sono accompagnati da fenomeni
luminosi e sonori e, in genere, da produzione
di fumo.
Normalmente i fuochi artificiali producono 4
"effetti primari": luce, rumore, fumo,
materiale solido in combustione che cade lentamente.
La pirotecnica è l'arte e lo studio della fabbricazione dei fuochi d'artificio a fini
di divertimento e spettacolo. La storia della pirotecnica affonda le sue origini in
epoca remota, addirittura nell'VIII secolo in Cina.
I fuochi pirotecnici sono generalmente impiegati per intrattenimento, eventi e
feste, soprattutto per l'effetto visivo/sonoro che spesso viene amplificato
dall'ambiente, come accade nello spazio antistante ad uno specchio d'acqua o
nei pressi di monumenti, anfiteatri, piazze, vallate o particolari conformazioni
naturali.
Il materiale pirotecnico è generalmente classificato come esplosivo e la sua
produzione, trasporto e uso sono regolati dalla legge italiana e soggetto a
severe normative di sicurezza.
La composizione degli esplosivi dei fuochi artificiali vari a seconda dell'utilizzo:
 esplosivi di lancio, costituiti essenzialmente da polvere nera per cariche
di lancio e razzi, per inneschi, micce e spolette;
 esplosivi "fulminanti", destinati alla confezione di tutti i fuochi che
producono scoppi violenti accompagnati o no da lampi di luce;
 esplosivi di "spaccata", usati per i fuochi che, raggiunta una carica di
lancio, debbono spaccarsi proiettando violentemente una rosa di colori.
La colorazione dei fuochi artificiali è ottenuta aggiungendo alla miscela
combustibile un ossidante e un sale che, sublimando, colorano la fiamma del
fuoco.
Il rosso è ottenuto grazie ai composti dello stronzio, mentre il verde è prodotto
dai composti del bario, il viola dalla combinazione dei cloruri di stronzio e di
rame, il blu dal cloruro di rame.
I fuochi d'artificio sono detti "da terra", "aerei" o "d'acqua" a seconda dove
di dove vengono usati.
La realizzazione e l’esercizio delle fabbriche di IV e V categoria deve avvenire
secondo quanto disposto dal Capitolo II e III dell’allegato B del Regolamento di
esecuzione del TULPS, comprese le norme di carattere generale.
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ESEMPI APPLICATIVI
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SICUREZZA CONTRO GLI INCENDI
Nelle fabbriche o depositi di fuochi artificiali sembrerebbe non prescritto
l’impianto antincendio.
Infatti, il cap. X dell'allegato B prescrive che solo se si considera la predetta
tipologia come cantiere permanente dovrà essere dotato di impianto ad idranti
in maniera da disporre, in qualunque punto, di getti d’acqua aventi una
pressione utile di 4 atmosfere alla lancia.
L’impianto antincendio è indispensabile esclusivamente per eventuali
incendi esterni al deposito e principi d’incendio nelle zone di pertinenza al
deposito stesso dovrebbero essere fronteggiati efficacemente solo con l’ausilio
di idonei estintori, dal momento che l’area attorno ai depositi dovrebbe
essere costantemente tenuta pulita.
Nei laboratori di fabbrica di miscele infiammabili è consigliato l’impianto
antincendio automatico.
In caso d’incendio o di esplosione parziale l’unica azione idonea è quella di
evacuare immediatamente l’area, nonché dare l’allarme e attivare le
procedure d’emergenza, permettere l’intervento delle squadre di vigili del fuoco
affinchè la zona di sicurezza venga mantenuta sgombra.
l’area attorno ai depositi di esplosivi deve essere costantemente tenuta pulita e sgombra da vegetazione
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