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Appendice A - Associazione Navigli Live
Interventi urgenti relativi al consolidamento strutturale per il ripristino conservativo dei muri spondali dei Navigli Grande e Pavese in Milano – Punti Critici – APPENDICE A - documento allegato alla RGS MASTER PLAN NAVIGLI Fase B – Provvedimenti urgenti da tradurre in immediati interventi operativi da assumere di intesa con il Comune di Milano G.L.: Prof. A. Migliacci, Prof. P. Ronca - Politecnico di Milano - Dip. Ing. Strutturale Dott. P. Balestrieri - Tecnoser, Mantova Documento Finale della Fase B Premessa L’oggetto di questo documento riguarda essenzialmente l’anamnesi, cioè il rilievo visivo e fotografico, e relative ipotesi di schemi e calcoli di verifica nonché suggerimenti di intervento per i “muri spondali” dei tre Navigli (Naviglio Grande, naviglio Pavese , Naviglio Martesana e Darsena) compresi nell’area del comune di Milano. Il “Rapporto BR1”, presentato e approvato nella riunione del 16-05-02 fa cenno a diversi manufatti relativi ai Navigli, e cioè: 1 – opere di presa 2 – infrastrutture di recapito 3 – attraversamenti (ponti e passarelle) 4 – muri spondali 5 – conche di navigazione ma sottolinea che l’urgenza dei provvedimenti deve essere rivolta primariamente ai muri spondabili. Nel presente documento viene anche sviluppato un paragrafo di documentazione sul rilievo fotografico di particolari e dettagli strutturali di alcuni ponti e passarelle, evidenziando chiare situazioni di ammaloramento anche per tali manufatti, anche se per essi non viene ancora proposta nessuna linea guida per l’intervento. Per quanto riguarda le schede di rilevamento, ne viene spiegata la logica, la modalità di compilazione e di lettura e vengono acquisiti su supporto informatico solo quelle che si riferiscono a zone ben precise e limitate in estensione (e perciò identificate prevalentemente con numeri civici) e direttamente inserite nel testo principale con specifico riferimento e documentazione fotografica. Si vuole sottolineare che le proposte riportate in questo rapporto si basano su rilievi direttamente eseguiti nel breve lasso di tempo in cui si è deciso di attivare questa fase di “provvedimenti urgenti”, e cioè da fine maggio a fine ottobre 2002. E’ ovvia l’importanza e l’aiuto alla completezza conoscitiva e progettuale, anche ai fini di formulare proposte di provvedimenti urgenti, che potrebbe derivare dalla attenta e circostanziata rilettura degli studi e proposte citate nel documento “FASE A: Sistemazione delle ricerche e dei progetti già prodotti” del MASTER PLAN NAVIGLI, così come anche degli spunti contenuti nel documento “Schedatura tecnico-critica delle principali ricerche e progetti in tema di Navigli”. Anche se molti di tali lavori riguardano aspetti, problemi e progetti urbanistico-territoriali, i documenti riguardanti il censimento di manufatti direttamente attinenti le zone spondali dei Navigli (es.: “I ponti di Milano – Tutti gli attraversamenti dei Navigli, milanesi e pavesi”, o anche “L’ammaloramento delle strutture della fossa interna della città di Milano”) riportano ricostruzioni storiche e schede progettuali della costruzione di tali manufatti che, se anche non direttamente, ma per analogia potrebbero fornire alcune indicazioni sulla tipologia strutturale dei muri spondali, oggetto di questo documento. Tale lavoro, più di tipo interdisciplinare non ha potuto essere inserito in questa fase di “provvedimenti d’urgenza”. 2 DATA:____/_____/______ RILEVATORE:_____________________ NAVIGLIO: SPONDA: SCHEDA NUMERO:________ £ destra orografica £ sinistra orografica PROGRESSIVA: da:________ RILIEVO FOTOGRAFICO: FOTO N. ___________________ PRESENZA DISSESTO £ £ NO SI a:_______ POSIZIONAMENTO £ FUORI PIOMBO da:_________a:________ £ £ £ £ SPANCIAMENTO da:_________a:________ VEGETAZIONE SUL PARAMENTO da:_________a:________ DISTACCHI DI BLOCCHI da:_________a:________ FESSURAZIONI NEL RIVESTIMENTO IN MALTA £ AVVALLAMENTO DEL TERRENO DI MONTE da:_________a:________ da:_________a:________ £ FESSURAZIONE NEL TERRENO D MONTE da:_________a:________ £ ALTRO: _________________________________ da:_________a:________ TIPOLOGIA SPONDA: ALTOFUSTO £ SCARPATA £ CON VEGETAZIONE £ £ ARBUSTIVA £ VERTICALE ALTOFUSTO £ SENZA VEGETAZIONE £ CON VEGETAZIONE £ £ ARBUSTIVA £ SENZA VEGETAZIONE MATERIALE SPONDALE: £ £ £ £ £ MATTONI MATTONI SOVRASTATO DA CORDOLO CLS PIETRA CSL ARMATO ALTRO: _________________________________________________________________ PRESENZA STRADA £ £ £ £ DOPPIO SENSO SENSO UNICO PISTA CICLABILE INTERDETTA AL TRAFFICO PRESENZA EDIFICI £ NO £ SI £ AREA URBANA £ AREA AGRICOLA £ ALTRO :__________________________________________________ distanza dalla sponda: ___________ m £ £ £ C.I. S.I. C.S. CLASSIFICAZIONE TRATTO NECESSITA INTERVENTO NON NECESSITA INTERVENTO NECESSITA SORVEGLIANZA Commento:_______________________________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________ 3 Figura 1. Scheda tipo di rilevamento. I paragrafi secondo cui si articola il documento sono i seguenti: parag. 1) Illustrazione critica, come da ispezioni visive, della situazione attuale dei muri spondali dei tre Navigli; parag. 2) Modelli di verifica di stabilità dei muri in esame; parag. 3) Individuazione dei tratti a “maggior rischio statico”; parag. 4) Interventi immediati e operativi. PARAGRAFO 1 – Illustrazione, come da ispezioni visive, della situazione attuale dei muri spondali dei tre Navigli L’operazione di rilievo visivo e fotografico è stata condotta con diverse visite e sopralluoghi direttamente da Balistreri e Petri (studio Tecnoser, Mantova), e Ronca (Dipartimento di Ingegneria Strutturale Politecnico di Milano), i quali con alcune riunioni preliminari hanno messo a punto un formato tipo di “scheda di rilevamento” (fig. 1). Il punto qualificante di tale scheda è quello di fornire ampie informazioni (tipologie materiche, dissesti localizzati o diffusi sul tratto di competenza della scheda, ecc) in modo progressivo e identificabile col numero civico per tutti e tre i Navigli. La lunghezza massima di competenza di ciascuna scheda è di metri 100. Come verrà sottolineato e commentato attraverso la documentazione fotografica, il formato della scheda di rilevamento è pertinente con le informazioni che si hanno sui muri a Navigli pieni, e cioè con le ispezioni fatte a giugno e luglio. Come si deduce dalle fotografie di figg. 2, 3 e 4 riportate come esempi utili di paragone delle stesse sponde fotografate in settembre e ottobre a Navigli asciutti (figg 5,6 e 7), le discontinuità tipologiche, sia come materiale sia come tecnica costruttiva e soprattutto la presenza di danneggiamento, sono molto più frequenti nella parte di muro sotto il pelo dell’acqua rispetto a quello sopra il pelo dell’acqua . Si sottolinea il significato della documentazione riportata nelle appendici, che chiaramente evidenzia che ogni eventuale indagine sulla situazione statica dei manufatti relativi ai Navigli risulta estremamente incompleta, e quindi falsata, se eseguita a Navigli in esercizio. 4 Figura 2 e 3. Esempi di danneggiamento per presenza di ceppaia, Naviglio Grande (pieno). 5 Figura 4 Naviglio Grande ( Sponda sx tra Corsico e Casale) Figura 5 Naviglio Grande in asciutta ( Sponda sx pressi Via Corsico) 6 Figura 6 Naviglio Grande in asciutta ( Sponda sx pressi via Corsico) Figura 7 Naviglio Grande in asciutta ( Sponda sx pressi via Corsico) 7 Questa situazione è particolarmente accentuata per il Naviglio Grande, meno per il Naviglio Pavese, dove sono stati eseguiti recenti lavori di ripristino dopo i crolli avvenuti (figg.8,9,10) e quasi inesistente per il Naviglio Martesana dove, come anche riportato nei documenti citati nella premessa risalgono a pochi anni fa lavori di sistemazione della sponda sinistra e dell’alzaia (figg. 11,12). In questa fase di urgenza, e quindi nel presente rapporto, tali schede sono state completate solo per alcuni tratti; si è preferito individuare puntualmente le zone a “rischio-statico” e rimandare la revisione del formato, la stesura e compilazione definitiva delle schede, eventualmente utili come archivio o per successivi monitoraggi, con informazioni da acquisire in una II fase, alla luce delle risultanze che deriveranno dagli interventi di cui al paragrafo 4. Figura 8. Naviglio Pavese 8 Figure 9 e 10. Naviglio Pavese. 9 Figure 11 e 12. Naviglio Marchesana. 10 La documentazione fotografica delle figure 13,14,15,16,17 (Naviglio Grande), della figura 18 (Naviglio Pavese) mostra una situazione di discontinuità di presenza di materiale del muro (sia esso in blocchi di ceppo, in pietrame non squadrato o in mattone) diffusa, con frequenza molto rilevante, su entrambe le sponde, soprattutto, come già detto, del Naviglio Grande. Particolarmente frequente è la mancanza totale del blocco e di corsi di mattoni con la messa in evidenza di terreno disciolto. In rare situazioni si possono riconoscere interventi relativamente recenti di cuci-scuci (fig 19,. Naviglio Pavese); più frequentemente si notano interventi superficiali di finiture o forse anche di rinforzo, ma non se ne conosce la tipologia (fig. 20, Naviglio Grande). Ancora molto diffusa è la situazione di mancanza di malta nei letti orizzontali e verticali, sia nel caso di paramento di mattoni, sia nel caso di muratura in pietra naturale, tranne in alcuni limitati tratti in cui sono visibili interventi di ristilatura o di rinzaffo. Figura 13. Esempio di muro spondale della Darsena Figura 14. Naviglio Grande. 11 Figura 15. Naviglio Grande. Figura 16. Naviglio Grande. 12 Figura 17. Naviglio Grande. Figura 18. Naviglio Pavese 13 Figura 19. Intervento di cuci-scuci (Naviglio Pavese) Figura 20 Naviglio Grande: interventi recenti 14 PARAGRAFO 2 – Modelli di verifica di stabilità dei muri Potendo conoscere le geometrie costruttive, o comunque quelle attuali, dei muri in esame, i criteri per la valutazione della misura di stabilità muro-terreno si possono brevemente riassumere nei seguenti modelli, ed esposti nella forma SL (Stati Limite). Con riferimento all’unità di lunghezza di fuga del muro: SL di ribaltamento (fig. 21) Figura 21. Verifica della stabilità dei muri. 15 La misura di sicurezza è più sfavorevole a Naviglio vuoto. Nell’ipotesi di una geometria come quella di figura, ed avendo indicato con bi (i = m,t,h,v,q) le distanze delle rette d’azione delle diverse azioni in gioco dell’estremo O della suola verso valle, per la misura positiva della sicurezza a livello 1 deve essere: Msd ≤ MRd, ove: Msd = Htd⋅bhd + Hqd⋅bqd, momento sollecitante, o ribaltante, di progetto MRd = Gmk⋅bm + Gtk⋅bt + Vtd·bv + Vqd⋅bv, momento resistente, o stabilizzante, di progetto, avendo trascurato l’eventuale benefico contributo del terreno esistente a valle (spinta passiva). Nelle relazioni precedenti si può assumere: H td = γ t · 1/2γ tk sup ·h 2 tg 2 (45° − ϕ tk,inf / 2) ·cos δ tk,inf Vtd = γ t · 1/2γ tk sup ·h 2 tg 2 (45° − ϕ tk,inf / 2) ·sen δ tk,inf H qtd = γ t · qk sup ·h 2 tg 2 (45° − ϕ tk,inf / 2) ·cos δ tk,inf Vqtd = γ t · qk sup ·h 2 tg 2 (45° − ϕ tk,inf / 2) ·sen δ tk,inf GmK ≡ peso del muro valutato con γmk,inf. Gtk ≡= peso del terreno sul parametro a monte con γtk,sup. * Quali valori caratteristici K,sup per il peso specifico del terreno γt e k, inf. per l’angolo d’attrito interno ϕt e per l’inclinazione δt si possono assumere ragionevoli incrementi o riduzioni rispetto ai valori nominali (o deterministici), ad esempio: γtk,sup =1,15·γt (nominale) ϕtk,inf=0,90 ϕt (nominale); δk,inf = 0,90 δk (nominale). Analogamente, per il peso del muro si può assumere δmk,inf = 0,95·δt (nominale). E similmente, per le distanze bh e bq si possono assumere i seguenti valori di progetto: bhd = 1,333·h/3 bqd = 1,167·h/2, per tener conto di una dislocazione verso l’alto delle spinte, rispetto alla teoria di Rankine. Poichè a sfavore della sicurezza conviene maggiorare il peso proprio del terreno γt, minorare il suo angolo di attrito ϕt e l’inclinazione δt della spinta, i relativi valori caratteristici sup. o inf. vengono assunti tali in tutte le grandezze che dipendono da essi (poiché tutte tali grandezze sono “figlie” dello stesso fatto fisico. Similmente dicasi per l’applicazione del γF). * 16 Analogamente, per il peso del muro si può assumere γmk,inf = 0,95. γm (nominale). l Il fattore γt deve risultare non minore di 1,5. • SL di slittamento La misura di sicurezza è sempre più sfavorevole a Naviglio vuoto. Con riferimento alle ipotesi e ai simboli assunti nella misura precedente, per la sicurezza positiva deve essere: Vsd ≤ VRd, ove Vsd = γt· (Htd+Hqd), (forza di taglio sollecitante sul piano della suola) VRd = µd· (Gmk+Gtk+Vtd+Vqd), (forza di taglio resistente sul piano della suola), essendo µd il valore di progetto del coefficiente d’attrito sul piano di appoggio della suola. Con µd = 0,75 deve sempre risultare γt non minore di 1,5. • SL di pressione sul piano di appoggio della suola Si ricordi che le misure si riferiscono all’unità di lunghezza di fuga di muro (ad esempio, lm). In tal modo, il dominio resistente di progetto (N,M)Rd = ΓRd è quello di figura 21. Sempre a Naviglio vuoto, la sollecitazione di progetto Sd più sfavorevole ha componenti: NSd =Gmk+Gtk+Vtd +Vqd Msd= Htd · btd + Hqd bqd , ove, a sfavore della stabilità, il peso del muro va valutato questa volta con riferimento ad un γmk,sup = 1,05 γm (nominale), dando luogo alla forza normale G’mk Tale sollecitazione di progetto deve risultare interna a ΓRd. 17 Come accennato, la conoscenza della geometria, anzi più vero similmente delle probabili diverse tipologie geometriche dei muri spondali, unitamente alle caratteristiche del terreno, rappresentano i parametri fondamentali per la corretta verifica di stabilità. Come suggerito negli esempi dei disegni di figura 22 per geometria non si vuole intendere solo le dimensioni della sezione, ma presenza e forme di tutte le componenti resistenti del muro. Figura 22. Tipologie di muri Si ricorda, come già accennato nella premessa, che un lavoro di ricostruzione storica potrebbe essere di grande aiuto. Per i muri spondali non si conoscono con precisione nè le forme, nè le dimensioni. Si è cercato quindi, con simulazioni numeriche, di applicare ad un modello di “muro a gravità” diversi valori dei coefficienti più significativi, come indicati in figura 23, supponendo il caso più sfavorevole di ribaltamento al piede del muro (non sapendo se esiste scarpa di fondazione). Con tale modello di muro a gravità senza fondazione e con riferimento ai carichi di figura 23 si ha: Il momento resistente dato da: Mres = (b/2)γmbH e il momento ribaltante: Mrib = Pat(H/3) + Paq(H/2) La condizione di stabilità dovrebbe almeno garantire: Mrib < Mres (*) 18 Figura 23. Ipotesi geometriche e di carico. Si sottolinea che tali ipotesi sono state assunte in quanto mancano i dati di possibili tipologie geometrico costruttive di tali muri. In un unico caso, documentato dalla figura 24, si può ipotizzare uno spessore del muro di 50 cm in superficie (contemplato nella penultima riga della Tabella 1). La Tabella 1 riassume il lavoro illustrato in questo paragrafo e nelle due ultime colonne della tabella si leggono i valori di Mres Mrib al variare dei parametri più significati per i muri in esame. La condizione (*) non risulta mai soddisfatta, se non per il valore dello spessore b=100 cm, assolutamente non realistico e mai riscontraro nelle visite e rilievi effettuati. 19 Queste osservazioni portano a ipotizzare che le strutture spondali devono essere più complesse (visto anche lo stato estremamente precario dei muri, come illustrato nelle figure del paragrafo 1), o che comunque la struttura resistente a monte del muro è diversa da quella ipotizzata, o che il terrapieno a monte risulti in una situazione geostatica di sovraconsolidamento, e pertanto autoportante. Figura 24. Possibile spessore del muro. Tabella 1 Muri di sostegno alzaie navigli Tabella confronto momenti sollecitanti e resistenti b [m] 0.20 0.30 0.40 0.50 0.60 1.00 1.20 0.30 0.50 1.00 0.30 0.50 1.00 H γm γt [m] [kg/m3] [kg/m3] 3,00 2000 1800 3,00 2000 1800 3,00 2000 1800 3,00 2000 1800 3,00 2000 1800 3,00 2000 1800 3,00 2000 1800 3,00 2000 1800 3,00 2000 1800 3,00 2000 1800 2,50 2000 1800 2,50 2000 1800 2,50 2000 1800 ϕt Ka [°] 26 26 26 26 26 26 26 33 33 33 33 33 33 0,3905 0,3905 0,3905 0,3905 0,3905 0,3905 0,3905 0,2948 0,2948 0,2948 0,2948 0,2948 0,2948 q [kg/m2] 900 900 900 900 900 900 900 900 900 900 900 900 900 W [kg/m] 1200 1800 2400 3000 3600 6000 7200 1800 3000 6000 1500 2500 5000 St [kg/m] 3163 3163 3163 3163 3163 3163 3163 2388 2388 2388 1658 1658 1658 Sq Mres Mrib [kg/m] [kgm/m] [kgm/m] 1054 120 4744 1054 270 4744 1054 480 4744 1054 750 4744 1054 1080 4744 1054 3000 4744 1054 4320 4744 796 270 3582 796 750 3582 796 3000 3582 663 225 2211 663 625 2211 663 2500 2211 20 PARAGRAFO 3 – Individuazione dei tratti a “maggior rischio statico” Gli interventi operativi che scaturiscono dalla indagine fin qui condotta e dalle applicazioni numeriche eseguite sono essenzialmente di due tipi: a – interventi operativi per approfondire la conoscenza della morfologia e tipologia muro-terreno b – interventi operativi di prevenzione e consolidamento di alcuni tratti che, dalla presente indagine si ritengono particolarmente a rischio. Mentre il punto a) viene trattato nel paragrafo 4, in questo paragrafo si tratta il punto b). Prima di passare all’elencazione e descrizione di tali punti, è bene comunque esplicitare che è convinzione degli scriventi che la “firmitas” dei muri in oggetto si presenta (in particolare per il Naviglio Grande) pressoché dovunque compromessa. La compromissione statica dovuta alla presenza di ceppaie (esempio di figura 25), è apparsa minimale di fronte al quadro che si presenta a Navigli in secca. Si segue il criterio comunque di indicazione di “pericolo immediato” nei casi di vistosi fuori piombo, più o meno accompagnati da evidenti fessure verticali di distacco, pericolo aggravato da passaggio frequente di traffico automobilistico, e, in alcuni casi, anche tranviario. Figura 25.Naviglio Grande: cedimenti e disassamenti da presenza di ceppaia 21 Naviglio Grande: (riferimento al particolare contrassegnato in rosso nelle mappe catastali) • Passerella via Casale: vistoso fuori piombo con disassamento della balaustra di protezione (sponda sinistra, n. civico 48 - fig.26a,b). • Ponte via Valenza: fuori piombo e spanciamento del muro (di altezza di ≈6 metri) con fessura nella parte a maggiore spanciamento (sponda destra - fig.27a,b). • Passarella ingresso canottieri Milano: incipiente fenomeno di smottamento della zona lavatoio in corrispondenza dell’imposta dell’arco della parallela (sponda destra n. civico 160 - fig.28). Figura 26 a, b. 22 Figura 27 a, b. Figura 28. 23 • • Vicinanze canottieri Milano: vistoso fuori piombo con accentuata inclinazione dell’alzaia (sponda sinistra, n. civico 156, - fig.29). Via Ludovico il Moro: fessura verticale continua su tutta l’altezza del muro (sponda sinistra, n. civico 3, nei pressi del ponte ferrovia, - fig.30). Figura 29. Spanciamento dell’alzaia. Figura 30 Naviglio Grande : Via Lodovico il Moro N. 3 24 25 26 27 28 29 Naviglio Pavese: • Abbassamento del piano dell’alzaia pressoché continuo dal tratto iniziale fino a via Sforza (scritta “corsia pericolante” ormai non ben identificabile per i lavori fatti questa estate di ripristino del manto stradale - sponda destra) • Passerella di via Gola: distacco in blocco del muro evidenziato da fessura verticale e profonda (sponda sinistra - fig.31). Naviglio Martesana: • Impossibilità di leggere la tipologia del muro spondale di destra per presenza di folta vegetazione; la sponda si presenta comunque con tipologia totalmente diversa dalle altre esaminate, con terreno leggermente degradante verso l’alveo del canale. Figura 31. Naviglio Pavese cedimento verticale del muro 30 PARAGRAFO 4 – Interventi immediati e operativi Come accennato nel paragrafo 3, sicuramente per i punti critici elencati i provvedimenti hanno carattere di urgenza e riguardano veri e propri interventi di messa in sicurezza, che richiederanno progetti appropriati di intervento e consolidamento, sia sul terreno a monte che sul muro stesso. Si sottolinea che in questi casi difficilmente potrà essere pienamente rispettata la richiesta espressa nella lettera della Sovraintendenza per i Beni Architettonici per il Paesaggio di Milano. La sequenza delle fotografie riportata nel Paragrafo 1) suggerisce chiaramente che, anche se nel presente rapporto vengono individuati (paragrafo 3) solo alcuni tratti ben limitati in estensione di particolare precarietà per la sicurezza statica, in realtà la mancanza di continuità del materiale costituente il muro è molto frequentemente ed interessa tratti molto estesi dei muri spondabili, in particolare del Naviglio Grande (vedi fotografie paragrafo 1). Questo aspetto, unitamente all’impossibilità, dimostrata nel paragrafo 2, di soddisfare la richiesta di sicurezza statica del muro così come appare ad alveo vuoto, richiede, al fine di poter opportunamente affrontare una fase di progettazione o comunque di individuazione dei possibili interventi per la messa in sicurezza strutturale e la conservazione come elemento pregnante del paesaggio urbano, la programmazione di una campagna d’indagini, che consenta di conoscere l’elemento di contenimento non solo nei sui caratteri geometrici e materici ma che permetta anche di meglio definire i parametri fisico meccanici del terreno sostenuto e responsabile del trasferimento delle spinte ai manufatti. Le necessità di conoscenza possono essere assolte mediante la programmazione di una campagna di indagine composta dalle seguenti attività cui compete un specifico obiettivo: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. SONDAGGIO DEL TERRENO DI MONTE PROVE PENETROMETRICHE STATICHE PRELIEVO DI CAMPIONI DALLE CAROTE VERTICALI CAROTATURA DELLA MURATURA CON PRELIEVO DI CAMPIONI PROVE MECCANICHE SUI CAMPIONI DI TERRENO E DI MURATURA PROVE CHIMICHE E/O ELETTRO OTTICHE SUI CAMPIONI DI MURATURA SCAVO DI SONDAGGIO SONDAGGIO CON PRELIEVO DI CAMPIONI Il Sondaggio geognostico a rotazione dovrà essere esteso fino alla profondità media di 5 m dal piano d’imposta al fine di verificare la conformazione, l’andamento e lo spessore dello strato di riempimento a tergo del muro a sostegno della strada e del substrato naturale nonchè le relative caratteristiche stratigrafiche e geomeccaniche. Il sondaggio dovrà essere eseguito con carotiere di diametro compreso tra 40 ed 80 mm a seconda della risposta meccanica che daranno i terreni incontrati e sarà completato dal prelievo e relativa selezione di campioni per l’esecuzione di prove meccaniche, chimiche e/o elettroottiche in laboratorio, avendo in ogni caso cura che le carote vengano estratte e conservate nelle migliori condizioni possibili. PROVE PENETROMETRICHE STATICHE Le CPT serviranno per conoscere per via speditivi la tipologia del terreno costituente il sottosuolo. Dalla misura della resistenza all’avanzamento della punta potranno essere dedotti i parametri fisico meccanici del terreno, individuandone l’omogeneità fornendo una radiografia degli strati attraversati. CAROTATURA DELLA MURATURA CON PRELIEVO DI CAMPIONI La carotatura dell’apparato murario dei muri di sponda eseguita a rotazione a mezzo di carotatrice ad acqua, di profondità variabile e spinta fino al rinvenimento del terreno in posto o comunque di riporto, di diametro compreso tra i 50 e 100 mm, sarà realizzata nelle posizioni e con le direzioni tali rispetto alla superficie muraria utili a definire il reale spessore del manufatto e la sua consistenza materica (come 31 esempio si fa riferimento al preventivo richiesto al Laboratorio Prove Materiali del Dipartimento di Ingegneria Strutturale del Politecnico di Milano). L’operazione dovrà avvenire con la massima cura, controllando la velocità di avanzamento ed arrestando l’operazione nel caso dovessero verificarsi anomalie, quali velocità eccessivamente basse o elevate. Si dovrà in ogni caso avere cura che le carote vengano estratte e conservate nelle migliori condizioni possibili ai fini della successiva selezione dei campioni per l’esecuzione delle prove meccaniche e chimiche in laboratorio. PROVE MECCANICHE SUI CAMPIONI DI TERRENO Le prove meccaniche di laboratorio sui campioni di terreno estratti sono finalizzate a determinarne le caratteristiche geotecniche. PROVE CHIMICHE SUI CAMPIONI DI MURATURA Le Prove chimiche di laboratorio sui campioni di muratura estratti, comprensivi delle eventuali malte mirano ad individuarne le caratteristiche chimico - fisiche ed in particolare il contenuto in sali delle malte ai fini di determinare l’ottimale composizione delle malte per le iniezioni, le rasature e le sigillature dell’apparato murario che si andranno ad eseguire nel successivo e eventuale intervento di risanamento. SCAVO DI SONDAGGIO Dai sopralluoghi effettuati non è stato possibile determinare l’esistenza di una scarpa di fondazione. Lo scavo di sondaggio effettuato con escavatore o mini escavatore, fino alla profondità massima di m 2 del piano d’imposta si prefigge quindi l’obiettivo di determinare la consistenza e la profondità del piano di posa dei muri spondali posti a sostegno delle strada comunale. INTERVENTI Le possibili metodologie di intervento consistono essenzialmente in due tipologie, in alternativa fra di loro: Tipologia A: Ricostruzione del paramento murario Tipologia B: Jet-grouting Ricostruzione del paramento murario Lo stato di ammaloramento delle attuali strutture di sostegno spondale non garantiscono come detto le sufficienti garanzie di sicurezza. La ricostruzione del muro appare, nell’immediato, di più facile esecuzione così come peraltro testimoniato dai recenti interventi da parte del Genio Civile della Regione Lombardia. Le modalità costruttive possono essere di varia natura ma risulta di più difficile interpretazione la volontà di mantenere in essere l’attuale aspetto ai fini paesaggistici coniugando le esigenze di restauro con le dovute funzioni statiche. La tipologia B percorre una via alternativa a quella fin qui seguita, che è stata quella di considerare i muri spondali dei Navigli come “strutture di sostegno del terreno a monte”. Se si pensa ai muri spondali come strutture solamente atte a limitare l’alveo del canale e non a sostenere il terreno, si può pensare agli interventi sui muri esclusivamente come interventi di ripristino delle parti mancanti (come in alcuni casi è già stato fatto), e rivolgere l’attenzione al consolidamento solo sul terreno a monte. 32 Jet Grouting La tecnologia si inserisce nel settore del consolidamento dei terreni anche coesivi teneri mediante una miscelazione meccanica. La tecnica del trattamento jet-grouting consiste nella disgregazione del terreno e nella miscelazione dello stesso con miscele cementizie mediante getti ad alta o bassa pressione proiettati attraverso uno o più ugelli posti al fondo della batteria di iniezione. Tale tecnica, che prevede diverse tipologie di trattamento consente di operare in una gamma di terreni estremamente ampia ed offre una notevole flessibilità di applicazioni. Il terreno viene disgregato, in fase di perforazione, da un apposito “mixer” rotante e viene miscelato con il cemento in polvere, iniettato a bassa pressione mediante un getto di aria, durante la risalita del mixer stesso. Il terreno e il cemento, miscelati tra loro in presenza di acqua, formano in breve tempo un ammasso rinforzato stabile a seguito di una reazione pozzolanica di idratazione. Alcune miscele commerciali fondate sulla qualità dei leganti idraulici caratterizzati da dimensioni dei grani estremamente ridotte (D50 pari rispettivamente a 5 e 3 microns) consentono di estendere il campo di applicazione, tradizionalmente limitato alle ghiaie ed alle sabbie grossolane, anche ai terreni più fini. Ad oggi risulta estremamente importante disporre di informazioni precise sui terreni che verranno trattati al fine di ottenere un efficace effetto di consolidamento parimenti alla velocità di esecuzione alle economie del processo e al diametro ottenibile. Una buona conoscenza del terreno e delle sue condizioni risulta quindi fondamentale e i fattori di conoscenza possono riassumersi come di seguito riportato: 1. classificazione del terreno 2. consistenza, grado di addensamento 3. distribuzione granulometrica 4. permeabilità 5. contenuto d’acqua 6. limiti di Atterberg La procedura di esecuzione del consolidamento segue poi i passi descritti: 1. determinazione del grado finale di tensione all’interno del terreno trattato e in base a dei grafici di correlazione definire il quantitativo di cemento da impiegare e che può essere iniettata; 2. determinazione del diametro della colonna da trattare; 3. determinazione della composizione del binder avendo cura di garantirne la pompabilità; 4. calcolo del quantitativo di binder che deve essere iniettato per metro di colonna di trattato; 5. determinazione della pressione di iniezione (comunemente 40-50 MPa). Tale valore è determinato sulla scorta delle prove in sito per la caratterizzazione del terreno. L’intervento di consolidazione del terreno verrebbe realizzato a monte dei paramenti e pertanto andrebbe a rinforzare gli strati sottostanti le sedi stradali. Particolare cura dovrà essere posta nella individuazione dei sottoservizi, se presenti, che potrebbero essere compromessi dalla realizzazione della nuvola di colonne consolidate. Dimensioni delle colonne e distribuzione risultano subordinate alla tipologia del terreno la cui conoscenza è legata tuttavia ad una campagna di indagini geognostica. 33 Iniezioni di jet grouting Naviglio PARAGRAFO 5: CONCLUSIONI Alla luce di quanto sopra esposto emerge la necessità di una conoscenza più approfondita tanto degli elementi strutturali quanto delle caratteristiche fisico meccaniche del terreno sostenuto. Oltre alle prove sopra esposte si auspica pertanto che molte informazioni possano essere ricavate e discusse all’interno di una strategia di combinazione delle discipline come di seguito descritto: • coordinamento di azione congiunta con il gruppo di lavoro del prof. Boriani per quanto riguarda una prima fase di sperimentazione degli interventi richiesti nel paragrafo 4 direttamente nella zona del futuro cantiere “pilota” suggerendo un suo collocamento presso una delle zone di cui al paragrafo 3. Viste le precarie garanzie di sicurezza attualmente fornite dalle strutture di sostegno dei navigli si rende necessario quale misura urgente, in attesa di maggiori approfondimenti, una nuova organizzazione della viabilità lungo i Navigli: • • • • • limitazione del traffico a solo senso unico in via Ludovico il Moro in corrispondenza del Ponte di via Valenza (divieto del parcheggio auto lungo tale sponda sia a monte che a valle del ponte); interdizione del traffico automobilistico in corrispondenza della Alzaia Naviglio da Passerella via Corsica fino al Ponte di via Valenza; limitazione del traffico a solo senso unico in corrispondenza della Ripa di Porta Ticinese; interdizione al traffico in corrispondenza della via Alzaia Naviglio dalla chiesetta di S.Cristoforo fino alla fine della Competenza Urbana; interdizione al traffico in corrispondenza di Alzaia Naviglio Pavese da via Sala sino a via Magolfa. Milano, 30 ottobre 2002 34