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Tuta absoluta - SSA Basilicata

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Tuta absoluta - SSA Basilicata
MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE
ALIMENTARI E FORESTALI
SERVIZIO FITOSANITARIO NAZIONALE
COMITATO FITOSANITARIO NAZIONALE
RINVENIMENTO IN ITALIA DELL'ORGANISMO NOCIVO TUTA ABSOLUTA
DOCUMENTO TECNICO PER LA CONOSCENZA E IL CONTENIMENTO DEL FITOFAGO
Documento redatto dal Gruppo di Lavoro specifico
costituito dal Comitato Fitosanitario Nazionale il 26 febbraio 2009
Giugno 2009
1
1. PREMESSA
Tuta absoluta è un lepidottero gelechide di origine neotropicale di recente introduzione in Europa, segnalato
per la prima volta in Italia nel 2008. Comunemente denominato tignola del pomodoro, è incluso nella lista di
Azione A1 dell'OEPP (Organizzazione Europea e Mediterranea per la Protezione delle Piante), che
raccomanda misure di quarantena per le specie a rischio di introduzione.
Causa gravi danni alla coltura del pomodoro (Lycopersicon lycopersicum), ma risulta dannoso anche per
patata (Solanum tuberosum), tabacco (Nicotiana tabacum), melanzana (Solanum melongena) e peperone
(Capsicum annum), oltre che per altre solanacee coltivate e spontanee.
In Italia, in questi mesi, sono stati riscontrati attacchi anche su vegetali appartenenti ad altre famiglie
botaniche (leguminose, poligonacee).
2.
DISTRIBUZIONE
Sino a qualche anno fa Tuta absoluta era presente in Sud America, ad eccezione delle aree andine con
altezze superiori ai 1.000 metri. Il primo ritrovamento in Europa è stato riscontrato in Spagna (Valencia e
Isole Baleari); da allora si sta velocemente diffondendo nel bacino del Mediterraneo. L'EPPO Reporting
Service fornisce le seguenti notizie relative ai report su Tuta absoluta:
2008/001 – Spagna
2008/135 – Algeria
2008/174 – Marocco
2009/003 – Francia
2009/023 – Italia
2009/042 – Tunisia
Ciò che emerge in maniera evidente è che il gelechide sta dimostrando una capacità molto elevata di
diffusione nel nuovo areale europeo.
Nel gennaio 2009, in Olanda, in una stazione di imballaggio specializzata, sono stati catturati con delle
trappole a feromoni tre esemplari di T. absoluta durante il condizionamento di pomodori di origine spagnola.
Il Servizio Fitosanitario olandese ha considerato tale ritrovamento un fatto incidentale e, visto il ridotto
numero di insetti catturati e la scarsa probabilità che in pieno inverno l'insetto potesse trasferirsi nelle serre
in coltivazione, ha confermato l'assenza di T. absoluta nei Paesi Bassi. (EPPO reporting service 2009/024).
Nel mese di maggio 2009, comunque, il Nederlands Plant Protection Service ha comunicato alla
Commissione Europea il primo rinvenimento in Olanda di Tuta absoluta su pomodoro in serra. Il focolaio è
sotto osservazione ed eradicazione: sarà quindi possibile verificare a breve termine la capacità di diffusione
dell'insetto anche alle latitudini del nord Europeo.
Nel mese di aprile 2009 è stata ritrovata per la prima volta anche a Malta, in una serra nel sud-ovest
dell'Isola. (Ministry for Resources and Rural Affairs, Plant Health Departement, Malta).
Nel corso del 41° meeting del Panel sulle Misure Fi tosanitarie svoltosi a Parigi dal 16 al 20 febbraio 2009, in
considerazione della sua capacità di diffusione e di insediamento nei nuovi territori colonizzati, è stato
proposto lo spostamento di Tuta absoluta dalla lista A1 alla Lista A2 dell'OEPP.
Per ciò che concerne l'Italia, al mese di maggio 2009, risulta presente in Calabria (primavera 2008, prima
segnalazione), Sardegna, Sicilia, Campania, Liguria e Lazio (marzo e aprile 2009). In Emilia Romagna
sono stati riscontrati nel mese di maggio 2009 dei focolai in mercati all'ingrosso su pomodoro da mensa di
provenienza extra-regionale e sono stati catturati, nel mese di giugno, adulti maschi con trappole a feromoni
2
posizionate presso alcune aziende di produzione in serra e in pieno campo.
I Servizi Fitosanitari della Basilicata, del Veneto, della Provincia di Bolzano, dell'Umbria hanno informato
il GdL che al momento non vi sono riscontri sulla presenza del parassita. Non sono giunte segnalazioni dalla
Provincia di Trento, né dalle regioni Valle d'Aosta, Piemonte, Lombardia, Friuli Venezia Giulia,
Toscana, Marche, Abruzzo, Molise, Puglia, dove si può ritenere che allo stato Tuta absoluta sia assente.
3. DESCRIZIONE
L' adulto ha una lunghezza di 5-7 mm ed un'apertura alare di 9-11. Le ali anteriori sono di colore grigio –
argentato con punti neri, le posteriori grigie con bordi frangiati. Le antenne sono filiformi con anelli di squame
scure e chiare alternate. Le uova hanno forma di barilotto, lunghe 0,38 mm e larghe 0,22. Le larve misurano
0,4 – 0,6 mm alla nascita e 7-8 mm alla maturità, che raggiungono attraversando 4 stadi di sviluppo. La
crisalide, inizialmente verdastra diventa marrone scuro alla maturità, misura 4,2 mm nel maschio e 4,8 mm
nella femmina.
Uovo
Larva
Danni su foglie di pomodoro
Attacco su Solanum nigrum
Adulto
Danni su frutti
Fonte foto: www.sardegnaagricoltura.it
3
4. BIOLOGIA
L'insetto ha un elevato potenziale riproduttivo, può svolgere fino a 10-12 generazioni all'anno a seconda
delle zone geografiche e delle condizioni ambientali.
Gli adulti hanno abitudini crepuscolari e notturne, e hanno una longevità che può arrivare fino a 36 giorni. Le
femmine dopo l'accoppiamento possono deporre fino a 260 uova dislocate in forma isolata, prevalentemente
sulle foglie ma anche su altri organi come steli, piccioli fogliari e sepali.
A 30 °C le uova schiudono dopo circa 4 giorni. Le l arve si evolvono attraverso 4 stadi di sviluppo che si
compiono in circa 11 giorni per poi incrisalidarsi nel terreno, sulle foglie o all'interno dei tessuti vegetali. Gli
adulti sfarfallano dopo circa 5 giorni.
L'intero ciclo si compie in un mese con temperature di 30° C e in 3 mesi a temperature di 15 °C.
In serra è quindi possibile riscontrare infestazioni durante tutto l'anno.
5. DANNI
I danni sono causati dall'attività trofica delle larve su tutta la parte aerea delle piante.
Sulle foglie causa mine fogliari, da prima serpentiformi per poi allargarsi in forma di chiazze molto ampie ed
evidenti. Talvolta, l’attività minatoria può interessare anche il picciolo fogliare.
Nel fusto il punto di penetrazione delle larve è in genere all’ascella delle foglie e nei racemi, le larve quindi
scavano delle piccole gallerie discendenti verso il basso che causano molto spesso la perdita della cima o
comunque il disseccamento della vegetazione soprastante.
I frutti possono essere attaccati in qualunque stadio di sviluppo; in quelli più sviluppati le larve penetrano
preferibilmente nella zona del peduncolo provocandone il distacco e quindi la caduta, o comunque scavano
delle gallerie all’interno del frutto anche in punti diversi rendendolo non commerciabile.
6. SITUAZIONE IN SARDEGNA
La presenza in Sardegna T. absoluta è stata accertata nel mese di novembre del 2008 su campioni di
pomodoro provenienti dalla Provincia di Oristano.
La determinazione ufficiale della specie è stata eseguita dai ricercatori dell'Università di Agraria di Sassari,
attraverso l'esame dell'armatura genitale maschile. L'adulto, infatti, può essere facilmente confuso, a causa
delle forti analogie biomorfologiche, con la comune tignola della patata (Phthorimaea opercuella), ed è
verosimile quindi che, nei diversi ambienti, all'atto delle prime infestazioni, l'insetto venga scambiato per la
tignola della patata e come tale considerato, precludendo, di fatto, ogni possibile tempestivo intervento di
eradicazione.
L'Agenzia Regionale di assistenza tecnica LAORE ha quindi eseguito, su indicazione del SFR, un'indagine
sulla distribuzione e sulla consistenza degli attacchi del questo fitofago su tutte le aree dell'Isola a maggiore
densità orticola.
L'indagine ha interessato inizialmente un campione di 305 aziende, e ha confermato la presenza del
fillominatore negli areali orticoli del Sulcis, Iglesiente, Campidano di Cagliari e Oristano, Parteolla, Trexenta,
Ogliastra, Sinis, Romangia, Nurra e Anglona.
Le infestazioni sono state rinvenute nelle colture di pomodoro da mensa in coltura protetta, stante l'assenza
durante il periodo del monitoraggio di coltivazioni in pieno campo e sono riassunte nella tabella che segue:
4
Riepilogo monitoraggio Sardegna (dicembre 2008)
Areali in cui l'insetto
è presente
N° di aziende rilevate
Aziende con presenza
di infestazioni (%)
Anglona
13
100%
Capoterra
77
20%
Campidano
4
100%
Campidano di Cagliari
95
90%
Campidano di Oristano
10
100%
Iglesiente
2
100%
Nurra
4
100%
Ogliastra
6
16%
Parteolla
51
100%
Romangia
20
20%
Sinis
10
100%
Sulcis
10
70%
Trexenta
3
100%
Totale
305
Il danno causato è stato molto variabile essendo in dipendenza di numerosi fattori: tempestività delle azioni
di lotta, presenza/assenza di reti antinsetto a protezione delle aperture delle serre, grado di isolamento
dell'azienda, ecc.. In alcuni casi, il 3% del campione, il danno è stato tale da portare all'espianto della coltura.
Per quanto riguarda la campagna 2008 di coltivazione del pomodoro in pieno campo, non sono pervenute
segnalazioni della presenza dell'insetto.
A partire dal mese di dicembre 2008, l'Agenzia Regionale di ricerca in agricoltura AGRIS, ha avviato una
linea ricerca in laboratorio e di indagine in pieno campo avente lo scopo di individuare le tecniche di
contenimento biologico e chimico più idonee per gli areali di coltivazione dell'Isola.
Nel corso della primavera del 2009 le indagini e i monitoraggi eseguiti dai tecnici dell'Agenzia LAORE hanno
confermato le infestazioni e i danni in coltura protetta nei diversi areali di coltivazione del pomodoro in
Sardegna. Nell'ambito degli interventi di informazione e divulgazione ai tecnici e agli operatori interessati
sono stati inoltre predisposti:
− un opuscolo divulgativo scaricabile dal sito internet www.sardegnaagricoltura.it;
−
incontri informativi con tecnici ed operatori del settore nei comuni dove la coltura è maggiormente
praticata;
−
prove tecniche condotte dall'Agenzia LAORE di cattura massale in serra e di uso di trappole luminose;
−
indagini condotte dall'Agenzia AGRIS aventi lo scopo di:
•
studiare la dinamica di popolazione in colture di pomodoro da mensa;
•
valutare l'efficacia di alcuni prodotti insetticidi;
•
valutare l'efficacia del miride predatore Macrolophus pygmaeus
5
7. SITUAZIONE IN CALABRIA
La Calabria è stata la prima regione italiana dove nella primavera del 2008, in provincia di Cosenza, è stata
riscontrata ufficialmente la presenza di Tuta absoluta (EPPO reporting Service 2009/023). Al momento in
regione proseguono le osservazioni delle infestazioni su solanacee coltivate e spontanee (Datura
stramonium, Solanum nigrum) nel comune di Amantea e San Marco Argentano in provincia di Cosenza,
dove è stato notato che il fitofago si sta diffondendo con molta facilità. Il pomodoro risulta la specie preferita
seguita dalla melanzana.
Dalle osservazioni effettuate nel corso del 2009, le prime mine con larve di prima età si sono manifestate in
serra nei primi giorni di marzo, e già nel mese di maggio si sono notati voli consistenti di adulti, con presenza
di tutti gli stadi di sviluppo.
Già dalle prime analisi, si è riscontrata essere una specie molto dannosa e resistente alla maggior parte dei
prodotti attualmente registrati sulla coltura, che attacca i frutti in ogni stadio di sviluppo deprezzandoli o
rendendoli incommerciabili.
In alcune aziende colpite si sta verificando l'efficacia di alcuni agrofarmaci e la possibilità di eseguire delle
prove sperimentali sia con fitofarmaci, sia con il lancio di insetti utili.
Alcuni principi attivi usati per il controllo ordinario di altri fitofagi chiave del pomodoro hanno dimostrato un
controllo più evidente ma non duraturo, in quanto il fitofago già dopo una o due settimane è in grado di
arrecare nuovi danni alle colture.
Sui mercati locali di vendita si osservano frutti gravemente infestati da Tuta absoluta e le interviste fatte
confermano la diffusione del microlepidottero in diversi altri comuni del territorio regionale.
È in corso di valutazione la possibilità di approfondire l’azione di monitoraggio con l'utilizzo di trappole per la
cattura massale, per avere un quadro dello stato di diffusione attuale e potenziale nonché effettuare
un’adeguata opera di divulgazione ed informazione agli agricoltori, commercianti e tecnici.
I nemici naturali ancora non si sono manifestati in modo attivo, e non sono stati in grado, al momento, di
limitare i danni del fitofago.
8. SITUAZIONE IN SICILIA
In Sicilia T. absoluta è stata segnalata nel Novembre 2008 dall’U.O. 21 – Osservatorio per le Malattie delle
Piante di Acireale (OMP) - in coltivazioni di pomodoro e melanzana in ambiente protetto; le infestazioni
hanno interessato diverse aziende site lungo la fascia costiera sud orientale che si estende da Gela (CL) a
Scicli (RG).
L’identificazione della specie è stata effettuata da ricercatori del Dipartimento di Scienze e Tecnologie
Fitosanitarie dell’Università di Catania (Di.S.Te.F.), tramite l’analisi degli stadi preimmaginali e il successivo
esame microscopico dell’apparato genitale maschile di numerosi individui.
Dopo tale conferma, si è costituito il gruppo di lavoro sull’emergenza “Tuta absoluta”, comprendente la
sezione di Entomologia del Di.S.Te.F. e le UU.OO. 21 e 54 dell’OMP, allo scopo di avviare attività territoriali
per il contenimento del fitofago.
Il Servizio Fitosanitario della Regione Sicilia (SFR) ha avviato una serie di indagini preliminari per valutare la
diffusione dell’insetto in Sicilia. La presenza è stata segnalata in aziende ricadenti nei comuni elencati nella
tabella successiva, sia in aree ad elevata densità serricola sia in altre con modeste superfici coltivate in
condizioni protette (situazione aggiornata a Maggio 2009).
6
Provincia
Produzione provinciale di
pomodoro in serra (%)
Comuni
Ragusa
Acate, Ispica, Ragusa, Santa
Camerina, Scicli, Pozzallo, Vittoria
Croce
67,55
Caltanissetta
Gela
14,50
Siracusa
Pachino, Portopalo di CP, Siracusa
10,54
Agrigento
Licata
5,62
Messina
Milazzo, Castell’Umberto, Torrenova
0,33
Catania
Fiumefreddo di Sicilia
0,07
Trapani
Marsala
0,06
Inoltre, durante l’indagine, la specie è stata ritrovata anche su peperone, fagiolo, in una serra di alchechengi
e su diverse infestanti presenti nelle aree circostanti le strutture serricole. Non sono pervenute segnalazioni
certe circa il rinvenimento del fitofago su patata.
Si è evidenziata una rapida e notevole capacità di diffusione dell’insetto, legata anche al suo elevato
potenziale riproduttivo.
Inizialmente i primi danni fogliari sono stati scambiati dagli operatori agricoli con quelli prodotti da ditteri
fillominatori e quindi sono stati utilizzati agrofarmaci inefficaci nei confronti di T. absoluta.
Nel corso dei diversi sopralluoghi aziendali condotti, sono state constatate percentuali diverse di perdite
produttive, in relazione alle fasi fenologiche del ciclo colturale. Tutte le aziende interessate dal fenomeno
hanno messo in atto interventi insetticidi, con singoli formulati o in miscela, con risultati più o meno efficaci.
E’ stata inoltre osservata una larga adozione, da parte degli agricoltori, di trappole a feromone sessuale
specifico.
Gli interventi del SFR, di concerto con gli altri soggetti facenti parte del Gruppo di lavoro Sicilia
sull’emergenza “Tuta absoluta”, hanno riguardato:
1. Osservazioni di campo e indagini di laboratorio;
2. Realizzazione di una nota tecnica divulgativa;
3. Costituzione e attività GdL Sicilia (Acireale, 4 febbraio 2009; Catania, 30 marzo 2009; Acireale, 14 maggio
2009);
4. Incontri divulgativi con tecnici e operatori agricoli (Vittoria, 26 febbraio 2009; Scicli, 5 marzo 2009; Ragusa,
2 aprile 2009; Pachino, 24 aprile 2009; Gela, 19 maggio 2009);
5. Messa a punto di stazioni di monitoraggio mediante trappole a feromone sessuale per la raccolta e
l’elaborazione di dati sulla densità di popolazione;
6. Indagini territoriali sulla diffusione delle infestazioni;
7. Individuazione di strategie di profilassi e di controllo diretto (efficacia di sostanze attive e loro
combinazioni; ricerche e studio sugli ausiliari e sui loro effetti).
8. Azioni di sensibilizzazione presso il Mi.P.A.A.F. finalizzate alla possibile estensione d’impiego di sostanze
attive già autorizzate sulle solanacee interessate e risultate efficaci nei confronti di Tuta, anche attraverso le
attività del gruppo di lavoro “Colture minori” del Programma interregionale Agricoltura e Qualità.
7
9. SITUAZIONE IN CAMPANIA
In regione Campania la Tuta absoluta è stata rinvenuta nelle provincie di Napoli, Caserta e Salerno, con
diversi gradi di attacco, in funzione della coltura e delle località; maggiori infestazioni sono state riscontrate
sulla coltura del pomodoro, seguita dalla melanzana, nonché in località dove l’annata precedente era già
stata notata dai produttori che disconoscevano il fitofago. In provincia di Caserta lo STAPA CEPICA (ex
Ispettorato Provinciale Agrario) di competenza ha avviato un’attività sistematica di monitoraggio con
l’individuazione di stazioni di osservazione con l’ausilio di trappole a feromoni, nonché un’attività di
divulgazione presso i vivaisti e i produttori. E’ da rilevare che il Servizio Fitosanitario Regionale della
Campania di Caserta, ha già prescritto ad un vivaio una serie di misure obbligatorie avendo rinvenuta
presenza di Tuta absoluta nel mese di marzo 2009 su piantine di melanzana e pomodoro.
10. SITUAZIONE IN LIGURIA
L’insetto è stato segnalato a fine novembre 2008 in un’azienda in provincia di Genova da tecnici di una
Cooperativa locale.
La determinazione esatta della specie è stata eseguita dall’Università di agraria di Portici e dal C.R.A. Unità
di ricerca per le colture alternative al tabacco di Scafati (Sa); nella coltura interessata, pomodoro da mensa
in pieno campo, sono stati riscontrati danni estremamente consistenti.
Il Gelechide è stato rinvenuto in popolazione mista con Keiferia lycopersicella con una netta predominanza
numerica di quest’ultima, nuova specie per la fauna europea.
Il rinvenimento di Tuta absoluta in popolazioni miste con Keiferia lycopersicella costituisce un’assoluta novità
nel panorama entomologico comunitario, e pone seri interrogativi sull’evoluzione futura delle popolazioni dei
gelechidi nei territori a vocazione orticola ligure.
Le colture interessate sono state prontamente distrutte e il Servizio Fitosanitario sta attentamente
monitorando il territorio per studiare l’evoluzione della situazione.
11. SITUAZIONE NEL LAZIO
L’insetto è stato ritrovato il 23 aprile 2009 da ispettori del Servizio Fitosanitario Regionale in colture protette
di pomodoro in agro di Fondi (LT); inoltre è stato segnalato -tra marzo ed aprile 2009- dall’entomologo dr. S.
Speranza dell’Università della Tuscia, in coltivazioni in serra fredda di pomodoro e melanzana, sempre a
Fondi (LT) ed anche a Terracina (LT) e Fiumicino (RM), con ipotesi di presenza di Tuta absoluta già da fine
2008-inizio 2009. In particolare, dato il tempo e le generazioni trascorse, e la presenza pregressa in altre
regioni italiane, si ritiene che non possa essere più possibile l’eradicazione del lepidottero dal territorio
laziale. Sono in corso ulteriori monitoraggi nell’ambito delle lotte obbligatorie e delle attività del SFR Lazio.
12. SITUAZIONE IN EMILIA-ROMAGNA
In Emilia-Romagna l’insetto è stato intercettato nel maggio del 2009 presso il Mercato Ortofrutticolo di
Bologna in partite di pomodori freschi provenienti dalla Sicilia. Dopo l’identificazione le partite sono state
distrutte. Successivamente l'adulto è stato catturato con trappole a feromoni posizionate anche nelle
provincie di Parma, Piacenza e Forlì-Cesena. Sono in corso di svolgimento ulteriori indagini ed accertamenti.
8
Di seguito è evidenziata, su base cartografica provinciale, la diffusione di Tuta absoluta nel territorio
nazionale al 15 giugno 2009.
aree con presenza di infestazioni negli areali coltivati
I monitoraggi consistono in ispezioni visive e uso di specifiche trappole a feromoni sessuali.
Nel monitoraggio con le trappole a feromoni le finalità e le metodologie sono diversificate a seconda della
presenza già accertata o meno della specie nelle diverse aree:
a) aree con presenza accertata di Tuta absoluta.
In queste zone il monitoraggio ha lo scopo di valutare l’evoluzione delle popolazioni nel tempo e nello spazio
e quindi di stimare l’efficacia delle azioni di contenimento intraprese.
Le trappole vanno collocate in punti “fissi” in modo da garantire una copertura uniforme del territorio e
verificare l'evoluzione delle infestazioni nel tempo. I controlli devono essere settimanali e la sostituzione del
feromone mensile.
b) aree esenti da Tuta absoluta.
In queste zone occorre individuare i punti ove è più probabile l’introduzione di esemplari di T. absoluta
dall’esterno suddivise tra:
- aree a elevato rischio di introduzione accidentale: rappresentate dai punti d'ingresso doganale, dalle
zone con coltivazioni di pomodoro ed altre solanacee limitrofe ai mercati ortofrutticoli e agli stabilimenti di
lavorazione;
- aree a rischio di espansione naturale: rappresentate dalle zone con coltivazioni limitrofe alle zone
infestate e le aree agricole indenni con importanti coltivazioni di piante ospiti.
In entrambe le aree sopra elencate, devono essere posizionate le trappole in un numero ritenuto congruo dal
SFR. I controlli devono essere settimanali e la sostituzione del feromone mensile. I Servizi Fitosanitari
Regionali comunicano al Servizio Fitosanitario Centrale gli esiti dei monitoraggi svolti.
Misure fitosanitarie da adottare nelle aree in cui non è nota la presenza di Tuta absoluta.
Al primo ritrovamento dell'organismo nocivo in aree in cui non è nota la presenza di Tuta absoluta, si ritiene
opportuno siano adottate da parte dei Servizi Fitosanitari Regionali le opportune misure di eradicazione del
fitofago.
Misure fitosanitarie raccomandate ai produttori e commercianti di materiali di moltiplicazione di
pomodoro ed altre solanacee (si intendono le piantine, con esclusione delle sementi) in aree con
accertata presenza di Tuta absoluta.
Per l'ottenimento di materiale vivaistico sano, devono essere eseguite fin dal principio le misure igienico
sanitarie di carattere generale, quali l’eliminazione totale delle erbe infestanti intorno e dentro le serre, la
scrupolosa eliminazione dei residui della coltivazione precedente, l’uso di barriere fisiche nelle strutture
produttive quali le reti a maglie strette 20x10/cmq e le doppie porte, fondamentali per evitare l’introduzione di
fitofagi all’interno delle serre. Le piantine di pomodoro e delle altre solanacee sensibili, devono essere
adeguatamente protette anche durante il trasporto e la messa a dimora, nonché nelle strutture protette dove
saranno coltivate per la produzione. Queste strutture, dovrebbero avere le stesse caratteristiche dei vivai per
le ragioni sopra esposte.
Le ditte che coltivano o commercializzano piante ospiti dell'insetto devono effettuare sistematici controlli
fitosanitari al fine di rilevare tempestivamente sintomi ascrivibili a T. absoluta.
10
A riguardo, oltre ai controlli visivi sulle piantine deve essere installata almeno una trappola a feromoni per
ciascuna serra coltivata. Alla comparsa degli insetti o dei primi sintomi di attacco ed in ogni caso prima
dell'immissione in commercio, le piantine delle specie sensibili devono essere preventivamente trattate con
prodotti specifici.
Misure fitosanitarie raccomandate ai produttori e commercianti di pomodoro fresco e di altre
solanacee suscettibili, coltivate in coltura protetta e in pieno campo, in aree con accertata presenza di
Tuta absoluta.
Esperienze di lotta condotte in altri Paesi
Di seguito sono riportate le esperienze condotte in aree dove l'insetto è presente da diversi anni e dove,
verificate le caratteristiche del fitofago e considerati i punti critici riscontrati nelle strategie della difesa, il
controllo della Tuta absoluta è affrontato con l'approccio integrato, ovvero con l’IPM (Integrated Pest
Management).
Il concetto dell’IPM prevede due approcci metodologici:
1. il primo è quello della coscienza dell'impossibilità della totale eliminazione della popolazione del
fitofago, cioè della consapevolezza che si deve convivere con essa. Esiste infatti una soglia del
livello di popolazione per ogni insetto, al disotto del quale il potenziale danno alle coltivazioni che lo
stesso può causare non giustifica economicamente il ricorso a misure di contenimento.
2. il secondo è nel controllo chimico, il quale sebbene risulti essere un mezzo importante di
contenimento dell'insetto, non è l’unico. Infatti, fattori preventivi e prioritari come la rotazione delle
colture, l’abbassamento dei fattori di stress alle piante, l’adozione di misure agronomiche, possono
persino rendere superfluo l'uso di agrofarmaci.
Su questa base in paesi come Argentina e Spagna, sono state predisposte diverse azioni a carattere sia
preventivo che curativo, per il contenimento delle infestazioni, per mantenere cioè la soglia di attacco al di
sotto del danno economico causato da Tuta absoluta, ed assicurare allo stesso tempo produzioni con residui
di agrofarmaci nella norma.
Prima azione: monitoraggio visivo e livello del danno. Esperienza argentina.
Esperienze sviluppate in Argentina, dove la Tuta absoluta è un insetto chiave per la coltura del pomodoro, ci
segnalano che fin dal trapianto è necessario monitorare la coltivazione con osservazioni settimanali, e che il
metodo più efficiente per rilevare la presenza della minatrice del pomodoro in un appezzamento è quello di
osservare non meno di 20 piante/1000 mq di serra e non meno di 10 piante in superfici inferiori a 500 mq. Si
deve quindi registrare per ogni pianta il numero di “foglioline” (non l’intera foglia composta) con danno
“fresco”, intendendosi per danno “fresco” quelle mine con larve vive all’interno. Dette mine si caratterizzano
dall’avere escrementi freschi con tessuto fogliare “vivo”, a differenza delle mine vecchie dove il tessuto è
necrotizzato e appare come bruciato. É quindi relativamente semplice riconoscere un danno “fresco” da un
danno “vecchio”.
11
Le piante vanno esaminate interamente se alte fino ad 1 metro, se alte fra 1 e 1,70 m. viene osservata la
metà superiore, oltre 1,70 m. è consigliabile esaminare il terzo superiore. E’ possibile considerare il
momento opportuno per un intervento con prodotti fitosanitari quando dal monitoraggio scaturisce un valore
medio superiore a due “foglioline” con danno “fresco” per pianta.
In alternativa possono contarsi 100 piante, da cui si estraggono le possibili mine nuove. Se vi si rilevano da 8
a 12 individui preimmaginali di Tuta absoluta (larve + pupe) vivi in 100 foglioline si può considerare superata
la soglia d’intervento.
Seconda azione: uso di trappole a feromoni. Esperienza spagnola.
In Spagna è comune l'uso di trappole a feromoni per il monitoraggio delle popolazioni, ma anche per la
cattura massale degli adulti, pratica utilizzata per abbassare il livello della popolazione maschile, e che
consente quindi di ridurre le possibilità di accoppiamento con conseguente riduzione delle ovideposizioni.
Uno schema di lotta allo scopo predisposto prevede da un lato la valutazione del rischio con l’ausilio di
trappole a feromoni per il monitoraggio (si tratta di comuni trappole a delta con l’uso del feromone specifico)
e dall’altro l’eventuale uso di trappole per la cattura massale (costituite da comuni contenitori riempiti d'acqua
con aggiunta di sapone o sostanze oleose, e aggiunta in posizione centrale di una capsula a feromoni),
nonché il ricorso a prodotti fitosanitari a basso impatto ambientale.
Le trappole per il monitoraggio vanno posizionate tra 40 e 120 cm di altezza dal suolo (range di massima
cattura) nell’ordine di 1 trappola/3.500 mq di serra o di due-quattro/ettaro se la superficie è maggiore di
3.500 mq. I feromoni hanno una durata di 5-6 settimane.
Di seguito è riportata una tabella relativa al livello di rischio con le modalità di intervento adottate in Spagna
in funzione del numero di catture con le trappole a feromoni.
N° catture
Livello di rischio
0
Nullo
< 10 catture/mese
Nessuno
Molto basso
- Collocazione di trappole ad acqua (in n° di 15 – 20 ha)
per la cattura massale.
Moderato
- Collocazione di trappole ad acqua (in n° di 15 – 20 ha)
per la cattura massale.
< 3 catture/settimana
3 -30 catture/settimana
Interventi
- Trattamenti (ogni 10 -15 giorni) con Azadiractina, Olio
Minerale, Bacillus thuringiensis.
> 30 catture/settimana
Alto
- Collocazione di trappole ad acqua (in n° di 15 – 20 ha)
per la cattura massale.
- Trattamenti (ogni 7 giorni) con Azadiractina, Olio
Minerale, Bacillus thuringiensis.
- Trattamento (previa verifica da parte di un tecnico
qualificato) con altri principi attivi: Indoxacarb,
Abamectina, Spinosad, Metaflumizone ecc
Terza azione: controllo con l’uso di prodotti fitosanitari. Esperienza argentina e spagnola.
In Argentina e Spagna i trattamenti fitosanitari contro la Tuta absoluta, come complemento ad altre strategie,
sono necessari ed adottati in molte situazioni. La convenienza o meno degli interventi, la cadenza e il tipo di
prodotto utilizzato sono condizionati da numerosi fattori, tra i quali vi sono il livello di rischio stabilito da
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parametri provenienti da catture con trappole a feromoni, le ispezioni sulla coltura e l’eventuale presenza di
entomofauna utile.
La gestione della lotta nei confronti della tignola del pomodoro prevede l’uso razionale di prodotti ritenuti a
basso impatto ambientale quali: Bacillus thuringiensis, Abamecitna, Azadiractina, Spinosad, Indoxacarb, Olio
minerale o di colza, Metaflumizone.
In Argentina e Spagna la lotta chimica viene effettuata con diversi insetticidi, nel rispetto di protocolli
d'intervento che tengono conto del numero di adulti catturati e del livello di rischio conseguente, così come
da esempio nella tabella che segue:
N° catture
Livello di rischio
3 -30 catture/settimana
Moderato
> 30 catture/settimana
Alto
N° Interventi
Impieghi
di
prodotti
“leggeri”
ma
non
inefficaci:
Azadiractina e Bacillus thuringensis (2 Aza + 2 B t)
2 Indoxacarb – 1 Spinosad – 2 Azadiractina -2 B t
Un’impostazione della lotta in questa direzione può non dare successivi problemi fino alla fine del ciclo
produttivo della coltura.
In assenza di sintomi sulla coltivazione, ma con indice medio di catture (3-30/settimana) vengono eseguiti
trattamenti preventivi con prodotti di origine biologica (Bacillus thuringensis. o Azadiractina). La cadenza dei
trattamenti dipende dal livello di rischio rilevato dalle catture delle trappole. Si può cioè trattare con un
intervallo che va dai 6-7 ai 14-20 gg.
Con presenza di larve sulla coltura, anche se vi sono bassi livelli di catture, vengono eseguiti trattamenti
specifici con Indoxacarb e/o Spinosad, da due a tre applicazioni, per poi ritornare ai prodotti a base di
Bacillus thuringensis, e Azadiractina.
Inoltre in alcuni Paesi, Argentina e Brasile in particolare, sono utilizzati prodotti fitosanitari a base di chitino
inibitori (Triflumuron e altri), applicati quando nella coltura vi è la maggiore presenza di ovideposizioni. Nel
Sud America sono poi usate altre sostanze attive come Clorfluazuron e Cartap, oggi revocate in Unione
Europea, ma che hanno una buona azione nei confronti di Tuta absoluta.
Ipotesi di misure di contenimento diretto applicabili in Italia
Per l'adozione delle misure fitosanitarie dirette vanno preliminarmente considerate le caratteristiche
del
fitofago e le criticità nell'attuazione della difesa:
Caratteristiche del fitofago
•
Larve ad habitat nel mesofillo fogliare.
•
Alta densità di popolazione.
•
Attacco interno ai germogli.
•
Capacità di impupare in maniera alternativa nel terreno
•
Incidenza diretta sui frutti.
Criticità nell’attuazione della difesa
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•
Uso di agrofarmaci in momenti ed in luoghi non ottimali.
•
Numero di applicazioni elevate, senza risultati soddisfacenti.
•
Rischi di resistenza agli insetticidi.
•
Potenziali livelli crescenti di contaminazione: residui di agrofarmaci su frutti e ambiente .
•
Scarsa conoscenza dell’evoluzione che può avere l’infestazione.
Le caratteristiche biologiche del fitofago lo rendono particolarmente dannoso per l’elevato potenziale
riproduttivo, per la sua velocità di diffusione territoriale e per la mancanza di entomofagi specifici nei nuovi
areali di insediamento, tanto da rendere necessari i trattamenti fitosanitari in molte situazioni. In Italia una
problematica aggiuntiva è rappresentata dal fatto che, essendo una specie di recente introduzione, non
esistono ancora agrofarmaci registrati per il suo contenimento. Riscontri di letteratura internazionale
evidenziano l’efficacia di certe sostanze attive, alcune delle quali, già autorizzate in Italia su pomodoro,
melanzana e peperone contro altri fitofagi, questi insetticidi si confermano validi, in base alle prime verifiche
di campo in alcune regioni (Sicilia, Sardegna), anche nei confronti di Tuta absoluta.
La gestione della lotta alla minatrice fogliare del pomodoro dovrebbe prevedere, pertanto, l’impiego razionale
di sostanze attive a basso o moderato impatto ambientale, nell’ambito delle quali risulta opportuno effettuare
uno screening scegliendo quelle più efficaci e che sono già in uso in altri Paesi (Spagna, Argentina), quali
Abamectina, Indoxacarb, Metaflumizone fra i prodotti convenzionali; Azadiractina, Bacillus thuringiensis e
Spinosad fra quelli di estrazione naturale.
La convenienza o meno degli interventi, la cadenza e il tipo di prodotto di possibile impiego sono condizionati
da numerosi fattori, tra i quali si evidenziano il livello di rischio stabilito da parametri provenienti da catture
con trappole a feromoni, le ispezioni sulla coltura e l’eventuale presenza di entomofauna utile.
Al fine di prevenire rischi di resistenza incrociata, inoltre, risulta fondamentale tenere conto della
classificazione IRAC degli insetticidi, per evitare ripetute applicazioni di gruppi chimici con uguale
meccanismo d’azione.
L’attività insetticida va indirizzata fondamentalmente agli stadi larvali, che possono essere trattati nelle fasi
vaganti con prodotti di contatto e, quando si trovano all’interno delle mine, con sostanze ad azione
citotropica o translaminare che agiscono per ingestione. E’ auspicabile l’impiego di insetticidi ad azione
ovicida e adulticida. Inoltre, con il sovrapporsi delle sue generazioni nell’ambito di uno stesso ciclo colturale
si rende necessaria un’attenta modulazione degli interventi fitosanitari quali scelta del principio attivo e il
momento di applicazione.
Dalle prime catture nelle trappole possono trascorrere 2-3 settimane affinché si riescano ad osservare i primi
sintomi sulle piante. Nell’applicazione di una strategia di difesa integrata bisogna tenere conto che:
• allo stato attuale in Italia risultano autorizzati solo alcuni insetticidi a base di clorpirifos, piretrine e olio
minerale che possono essere impiegati genericamente contro i lepidotteri;
• alcune sostanze attive autorizzate nei confronti di altri fitofagi in serra possono avere efficacia
collaterale nei confronti di Tuta absoluta (es.: azadiractina, spinosad, indoxacarb, metaflumizone, Bacillus
thuringiensis);
• nell’area di origine l’80% della mortalità delle larve di Tuta absoluta è dovuta a nemici naturali generalisti
(Antocoridi, Coccinellidi, Fleotripidi, Pentatomidi). Nei nostri ambienti si possono utilizzare Nesidiocoris
tenuis e Macrolophus caliginosus segnalati come attivi predatori di uova e larve giovani e Amblyseius
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swirskii, predatore di uova.
Esistono anche parassitoidi larvali (Imenotteri Braconidi e Calcidoidei) che possono raggiungere il 5% di
parassitizzazione e parassitoidi oofagi, quali Trichogramma pretiosum, che invece arrivano fino al 30%
circa. Nelle esperienze spagnole i lanci di Nesidiocoris tenuis si effettuano fin dal trapianto (1-2 individui/
mq) al fine di consentire un adeguato sviluppo delle popolazioni.
CONCLUSIONI
Tuta absoluta (lepidottero gelechide di origine neotropicale recentemente introdotto nell'Unione Europea), è
un fitofago riscontrato in Italia a partire dalla primavera del 2008 in Calabria e successivamente in nelle
regioni Sardegna, Sicilia, Liguria, Campania, Lazio ed Emilia Romagna.
Comunemente denominato tignola del pomodoro, sta risultando anche in Italia estremamente polifago, in
grado di attaccare altre solanacee, sia coltivate sia spontanee, ma anche specie appartenenti ad altre
famiglie botaniche (leguminose, poligonacee).
Questo insetto sta confermando, come già dimostrato in altri Paesi europei (Spagna) la sua elevata capacità
di diffusione in tempi molto rapidi e con forti e dannose infestazioni nei nuovi areali di colonizzazione.
È indubbio che, soprattutto in coltura protetta, Tuta absoluta stia arrecando notevoli danni alle colture. Nelle
diverse regioni interessate, nell'ambito della ricerca sperimentale e dell'applicazione pratica, si stanno
verificando le possibili strategie a cui fare affidamento sia nelle misure di profilassi che di contenimento
diretto.
A questo riguardo, dalle verifiche sperimentali già in parte condotte a livello regionale, così come dai riscontri
verificati in letteratura internazionale, è emerso che nei confronti di quest'insetto risultano efficaci alcune
sostanze attive già autorizzate nei confronti di altri lepidotteri su pomodoro, melanzana e peperone. È quindi
auspicabile che per tali molecole sia prevista l'estensione d'impiego anche su Tuta absoluta sia in serra che
in piena aria, nel rispetto delle preesistenti limitazioni d'uso.
In conclusione questo documento ha voluto dare indicazioni sullo stato di diffusione del parassita in Italia
sulla base delle informazioni fornite dai Servizi Fitosanitari Regionali, sui danni arrecati alle colture, e sulle
eventuali misure di emergenza o di contenimento da adottare nei vivai e negli impianti di produzione, sia in
serra che in pieno campo, anche alla luce delle esperienze maturate in altri Paesi, Argentina e Spagna in
particolare, dove la problematica è stata affrontata già da diversi anni e dove vi è un livello di conoscenze e
sperimentazioni più avanzato.
Emerge in maniera evidente che le infestazioni e i livelli di danno sono in continua evoluzione nelle regioni
nel cui territorio l'insetto è da considerarsi ormai insediato, così come è in rapida evoluzione la diffusione o il
rinvenimento di nuovi focolai in aree precedentemente indenni.
Lo stato di diffusione del fitofago in Italia e nel Bacino del Mediterraneo riportato è la rappresentazione dei
dati conosciuti alla metà di giugno 2009. Non è escluso, anzi è molto probabile che già dai prossimi mesi la
situazione relativa alla diffusione, ai danni, alle tecniche e ai mezzi di contenimento avrà subito una notevole
e profonda evoluzione.
Il Gruppo di Lavoro su “Tuta absoluta”
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SERVIZIO FITOSANITARIO NAZIONALE
COMITATO FITOSANITARIO NAZIONALE
GRUPPO DI LAVORO SU TUTA ABSOLUTA
Data costituzione GdL: 26 febbraio 2009.
Composizione del GdL:
Davide Serra – SFR Sardegna – referente
Eduardo Ucciero – SFR Campania
Massimo Bariselli – SFR Emilia Romagna
Emanuele Buonocore – SFR Sicilia
Giancarlo Martini – SFR Veneto
Luciano Nuccitelli – SFR Lazio
Roberto Cavicchini – SFR Liguria
Valentino Testi – SFR Emilia Romagna
Moreno Guefi - SFR Liguria
Nunzio Esposito – SFR Lazio
Andrea Sintini – SFR Lazio
Obiettivi del GdL
predisporre un documento da sottoporre all'attenzione del Comitato Fitosanitari Nazionale, che dia
indicazione sullo stato di diffusione del parassita in Italia, sui danni arrecati, e sulle eventuali misure di
emergenza o di contenimento da adottare nei vivai e negli impianti di produzione, sia in serra che in pieno
campo.
Riunioni del GdL
1. Roma 05/03/2009
La riunione si è tenuta presso la sede regionale della Regione Sardegna, Via Lucullo 24.
Si è iniziato ad analizzare il problema e ad individuare le modalità di lavoro. I colleghi partecipanti alla
riunione -Serra D (Sardegna), Ucciero E.(Campania) e Bariselli M. (Emilia Romagna)-, si sono assunti
l'impegno di stilare una bozza di documento che potesse servire come base di partenza per le riunioni
successive del GdL.
A tale data il parassita risulta presente nelle Regioni Calabria, Sardegna, Sicilia, Campania e Liguria.
2. Roma 12/05/2009
La riunione si è tenuta presso la sede regionale della Regione Sardegna, Via Lucullo 24.
Presenti: Bariselli M (E.R.); Buonocore E (Sic); Guelfi Moreno (Lig); Testi V. (E.R.); Serra D. (Sar); Sintini A
(Laz); Ucciero E (Camp).
Si è provveduto a lavorare sulla bozza di documento predisposta da Serra D, Ucciero E. e Bariselli M.
Sono state raccolte le osservazioni e le integrazioni proposte dai partecipanti al G.d.L.. Serra D assume
l'impegno di integrarle nel documento iniziale che sarà successivamente trasmesso a tutti i componenti il
GdL.
A tale data il parassita risulta presente, oltre che nelle Regioni Calabria, Sardegna, Sicilia, Campania e
Liguria, anche nel Lazio.
3. Roma 11/06/2009
La riunione si è tenuta presso la sede regionale della Regione Sardegna, Via Lucullo 24.
Presenti: Bariselli M (E.R.); Buonocore E (Sic); Testi V. (E.R.); Serra D. (Sar); Sintini A (Laz); Ucciero E
(Camp).
Si è provveduto ulteriormente ad elaborare, aggiornare ed integrare il documento di lavoro. Serra D assume
l'impegno di integrare il documento col le nuove proposte e di trasmetterlo a tutti i componenti il GdL. per la
stesura finale e la successiva trasmissione al CFN.
A tale data il parassita risulta presente, oltre che nelle Regioni Calabria, Sardegna, Sicilia, Campania e
Liguria e Lazio, anche nella Regione Emilia Romagna.
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