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Compositori sconosciuti di romanze vocali da
Compositori sconosciuti di romanze vocali da camera nella
Biblioteca "S. Cecilia" di Roma
di
Alberto Iesuè
___________________________
L‟indagine che stiamo conducendo sul materiale conservato presso la biblioteca del
Conservatorio “S. Cecilia” di Roma, ci conferma che il periodo più fecondo per la romanza
vocale da camera fu quello compreso fra gli ultimi decenni del 1800 ed i primi tre del nuovo secolo. “La pubblicazione di nuove romanze, essendo favorita dalla recente legislazione
del diritto d‟autore1, era diventata lucrativa. Si apriva un mercato di massa – intendendo per
„massa‟, in questo caso, i ceti sociali acculturati e benestanti che regnavano nei salotti e dai
salotti”2. Quanto questo mercato fosse vasto e quanto numerosi i compositori in esso presenti è difficile immaginare. Che la richiesta e il consumo fosse altissimo lo dimostrano anche le numerose case editrici in attività: oltre alla Ricordi, che, si sa, fagocitava gran parte
del mercato, sono presenti case editrici importanti come quella di F. Lucca, prima di essere
assorbita dalla stessa Ricordi, Sonzogno, Carisch & Jänichen (poi Carisch), F. Bongiovanni
(Bologna), e anche G. Venturini (Firenze), Lucchesi (Firenze), Fiamma (Milano), F.lli Cocchi (Bologna), E. Perino (Roma), Giudici & Strada3 ecc. La quasi totalità di questo sterminato patrimonio musicale è stata da anni ormai abbandonata e, nelle occasioni in cui viene
riproposta la romanza vocale da camera, si continua ad offrire al pubblico Musica Proibita4,
Ideale, Reginella5 e così via. Il perché di questo abbandono ci rimane oscuro, proprio in virtù
della considerazione che fra queste migliaia e migliaia di romanze si annidano innumerevoli
pregevoli composizioni. Per fortuna qualcosa comincia a muoversi e oltre al lavoro indiUna legge sui diritti d‟autore è del 25 giugno 1865.
R. Allorto, La romanza da salotto in Italia nel tempo e nel clima della Bella Époque, prefazione a Le più belle romanze
della Bella Époque, Ricordi, Milano 1995.
3 Riuniti Stabilimenti Musicali Giudici & Strada-A.Demachi-A. Tedeschi, di Paolo Mariani fu Carlo, MilanoBologna.
4
L‟autore delle parole di questa celebre romanza di Gastaldon, nascosto sotto lo pseudonimo di Flick-Flock,
come ancora oggi troviamo scritto nei programmi, è lo stesso compositore. A titolo di curiosità segnaliamo
che “nel 1870 l‟impresario romano Cencio Jacovacci faceva eseguire al Teatro Apollo la coreografia Flik-flok
di Filippo Taglioni che già aveva trionfato a Milano” (G. Micheli, Storia della canzone romana, Roma 1989, pag.
172).
5 Oltre alla Reginella più eseguita, musicata da Gaetano Lama su parole di L. Bovio, ne esiste un‟altra, con musica di Giuseppe Pistilli e testo di Salvatore Di Giacomo.
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spensabile del musicologo-ricercatore6 è in atto un fattivo procedere da parte di cantanti e
musicisti per la riproposta di tanti piccoli sconosciuti capolavori.
In attesa che questo movimento di risveglio diventi costante, però, dobbiamo constatare
che oltre alle più celebrate canzoni napoletane ed al miglior Tosti, ben poco viene eseguito.
Di Gaetano Braga (1829-1907), violoncellista ma soprattutto noto per le sue romanze, continua ad essere riproposta solamente la “Serenata” Leggenda Valacca; di Gastandon, autore di
circa 300 romanze e non tutte da dimenticare, solo e sempre Musica proibita; Leoncavallo
non compose solo Mattinata, per canto e pianoforte; di Mercadante si conosce solo La rosa;
di Augusto Rotoli, rinomatissimo compositore di romanze, conosciamo eseguita solo La
mia bandiera; di Enrico Toselli (1883-1926), altro musicista lodato per le sue melodie, solo
Rimpianto. E ciò tanto per citare quel poco che viene eseguito. Di altri compositori, che
hanno fatto in sostanza la storia della romanza vocale da camera, non viene in pratica eseguito nulla, e citiamo Giuseppe Blangini (1781-1841), Vincenzo Gabussi (1800-1846), Fabio Campana (1819-1882), Vincenzo Robaudi, Ciro Pinsuti (1829-1888), Leopoldo Mililotti
(1835-1911), Nicola van Westerhout (1857-1898), Pier Adolfo Tirindelli (1858-1937), Francesco Paolo Frontini (1860-1939), Alfredo Cuscinà (1881-1955), Alceo Toni (1884-1969),
Pietro Cimara (1887-1967), Vincenzo Davico (1889-1969), ecc. ecc.
A fianco di questi compositori ve ne sono altri, nell‟Ottocento e nel Novecento, i quali,
se non possono essere ricordati come autori di romanze, hanno dato al genere un apporto
notevole, notevole in quanto almeno parte delle loro liriche meriterebbe miglior fortuna e
conoscenza. E quindi troviamo i nomi degli operisti Nicola De Giosa, Umberto Giordano,
Pietro Mascagni, Riccardo Zandonai, di direttori d‟orchestra – Toscanini e Gavazzeni -, di
Vincenzo Tommasini (1878-1950), Francesco Balilla Pratella (1880-1955), Giovanni Sgambati, Vito Frazzi (1888-1975), di storici della musica come Francesco Florimo (1800-1888),
Giovanni Tebaldini (1864-1952), Domenico Alaleona (1881-1928), e quindi ancora Alfredo
Casella, Mario Castelnuovo-Tedesco, Luciano Bettarini, Ottorino Respighi, Giorgio Federico Ghedini ecc. C‟è da rimanere frastornati. Ma è una realtà della quale bisogna rendersi
conto, non solo perché ci troviamo di fronte ad un panorama sterminato ma proprio perché in questo panorama sterminato sono presenti ingenti quantitativi di buona musica che
sarebbe un vero delitto abbandonare nei sempre più polverosi archivi o, nella migliore delle
ipotesi, a fredde elencazioni di cataloghi. Giacché non ci stancheremo mai di ripetere che
Che da qualche anno sia in movimento la ricerca nel settore della romanza vocale si può vedere chiaramente
dalle numerose tesi di laurea commissionate sull‟argomento.
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fine ultimo e principale della ricerca musicologica dovrebbe esser sempre quello di scovare
buona musica da offrire all‟ascolto, musica che possa essere gustata da un pubblico più vasto della ristretta schiera degli addetti ai lavori.
Nel corso della nostra ricerca abbiamo catalogato circa 3200 compositori che, a partire
dalla prima metà dell‟Ottocento fino ai nostri giorni, hanno composto liriche o romanze o
canzoni che dir si voglia. Compositori in gran parte del tutto sconosciuti o conosciuti per
altri meriti musicali ma non anche come autori di musica vocale da camera7. Tale ricerca
potrebbe un domani estendersi anche fuori S. Cecilia. Ad esempio: sappiamo che Salvatore
Agnelli (Palermo 1817-Marsiglia 1874) scrisse 33 liriche per baritono e pianoforte su versi
della Divina Commedia, ma il suo nome non appare a S. Cecilia. Dove sono queste liriche?
Sappiamo che Ruggero Maghini (Sesto Calende, Varese, 1913-Torino 1977) compose circa
100 liriche, ma di lui a S. Cecilia è presente solo musica strumentale. Dove sono queste liriche? Sappiamo che Mario Castelnuovo-Tedesco compose circa 140 liriche, ma a S. Cecilia
ne abbiamo trovate circa 50. Sappiamo che Gastaldon compose circa 300 romanze, ma a S.
Cecilia ce ne sono una settantina; Davico compose circa 120 liriche, ma a S. Cecilia ce ne
sono meno di 40; delle 230 romanze di Ciro Pinsuti, S. Cecilia ne conserva solo una trentina8.
Le nostre ricerche sono confluite in alcuni saggi, basati sempre sulle musiche rinvenute a
S. Cecilia: Avviamento alla storia della romanza vocale da camera italiana (Rassegna Musicale Italiana,
1996, n. 2), Un poeta e molti compositori. Giovanni Pascoli e la musica9 (Rassegna Musicale Italiana,
1997, n. 8), La musica e Leopardi (Rassegna Musicale Italiana, 1998, n. 12), Un „monumento‟ musicale a Giovanni Pascoli 10 (Musicaaa!, 1999, 14), La canzone romana (Rassegna Musicale Italiana,
1999, n. 15), Taciti ed invisibili. Le canzoni del „deprecato‟ ventennio (Rassegna Musicale Italiana,
2000, n. 19), Beatrice in musica11 (Musicaaa!, 2000, n. 17), Saffo: poesia e musica (Musicaaa!, 2001,
n. 20)12. Queste citazioni non per adulare me stesso ma a dimostrazione di quanto possa estendersi la ricerca in un campo ancora molto sconosciuto. Altro stimolo di ricerca potrà
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Abbiamo completato il catalogo, diviso in tre parti: per autori, per titolo della romanza, per autori dei testi.
Siamo in attesa di un editore generoso.
8 Ci riferiamo sempre a romanze composte su testo italiano. Di Pinsuti, ad esempio, S. Cecilia conserva numerose romanze su testo inglese. Ci sembra doveroso precisare però che le indicazioni relative al numero di
romanze composte da Pinsuti e compagni è tratto dalle relative voci enciclopediche e che alle volte tali indicazioni non rappresentano il massimo della precisione. Nel corso del convegno è stato accertato, per dirne una,
che Gordigiani non scrisse la bellezza di 300 romanze, come indicano i repertori, ma „solamente‟ 75.
9 Vengono analizzati i risultati ottenuti da una decina di compositori nel musicare la medesima poesia di Pascoli: Orfano.
10 Luciano Bettarini ha musicato circa 150 poesie di Pascoli.
11 Si parla del sonetto di Dante Tanto gentile e tanto onesta pare, musicato da diversi compositori.
12 Altri due saggi sono in preparazione: sulle romanze di D. Alaleona e di F. Florimo.
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essere quello delle liriche composte, oltre che sulla poesia romanesca, sulla poesia dialettale
di altre zone d‟Italia, giacché non esiste solo la canzone napoletana, ma anche dell‟Istria, di
Venezia e del Veneto, di Lombardia, della Sicilia, dell‟Emilia, del Sud in genere, del Friuli,
dell‟Umbria, a coprire praticamente tutto il territorio nazionale. Perché non dare
un‟occhiata approfondita a questo patrimonio? Le possibilità di indagini in un siffatto patrimonio sono molteplici. E per quanto possa sembrare scontato, non ci sembra inutile ripetere che uno dei punti chiave della ricerca sarà proprio quello di riportare alla luce autori
e romanze sconosciute ogniqualvolta riterremo gli uni e le altre meritevoli di attenzione.
Veniamo quindi ad autori completamente sconosciuti, tanto sconosciuti da non apparire
neppure sull‟aggiornatissimo Dizionario Encicopedico Universale della Musica e dei Musicisti della UTET13.
Mario Cotogni, nipote del celebre baritono Antonio14, fu musicista di una certa importanza per la sua presenza nella società musicale romana di fine Ottocento e dei primi decenni del Novecento. Come maestro sostituto è presente alla rappresentazione del Fidelio
data al teatro Apollo il 4 febbraio 1886. Si sa inoltre che con lui aveva studiato il soprano
Graziella Valle-Gazzera, nata a Roma nel 1905 e morta a Torino il 14 aprile 1975. Una lunga attività di compositore e di insegnante quella di Cotogni, che è documentata dal 1886 al
1936, anno in cui compose Conseguenze, per canto e pianoforte su parole di C. Moscucci. Di
Cotogni abbiamo rinvenuto presso la biblioteca del Conservatorio “S. Cecilia” di Roma 41
romanze15, scritte su testi di vari autori, fra i quali dobbiamo almeno citare Carmelo Errico
ed Enrico Panzacchi, due fra i più illustri „parolieri‟ dell‟epoca, nonché la poetessa Ada Negri e la celebre scrittrice Annie Vivanti (Londra 1868-Torino 1942), oggetto di passione da
parte di Carducci che scrisse la prefazione al volume di versi Lirica pubblicato nel 1890.
Che Cotogni non fosse uno dei consueti compositori di canzoni di facile consumo lo si de13
D‟altro canto possiamo considerare „sconosciuti‟ – pur se citati nelle enciclopedie – anche altri compositori
presenti a S.Cecilia con un buon numero di romanze da camera: Paolo Maggi (1850-1928), con 29 brani, Tito
Mattei (1841-1914), ancora 29 brani, Francesco Quaranta (1848-1897), 41 brani, Marco Sala (1842-1901), 21
brani, ecc. ecc.
14 Cfr.: M. G. Genesi, La produzione poetica negriana attraverso le trasposizioni musicali di compositori italiani da camera
epigonici romantico-impressionisti, in «Archivio Storico Lodigiano», CXV, 1996, Lodi 1998, pag.67. In questo saggio viene analizzata dettagliatamente Portami via di Ada Negri, musicata da Cotogni.
15
A te (G. Basso), Alba di maggio (C. Francisi), Aurette (O. Cotogni), Ave Maria (A. Bergamini), Marinaro. Barcarola (G. Smith), Bella fata (F. Maradea), Cadon le foglie (L. Farnese), Canzone (O. Cotogni), Cavalcata (M. Pettini),
Core di ghiaccio (E. Piacentini Rinaldi), Cullando, Dormi, È tornato (L. G. Mancini), Erba odorosa, Fedeltà (L. Farnese), Finestre aperte (F. Salvatori), Fior dell‟Alpi (A. Bignotti), Fioriscono le rose, Fulgidi tramonti (C. Ricci), Fuori di
porta (F. d‟Ambra), In riva al mare (G. F.), Incontro (A. Vivanti), Invidierò (O. Cotogni), Lasciati carezzar, Maggio (C.
Errico), M‟ha tradito (C. Francisi), Marina, Mi vuol lasciare (F. De Luca), Non c‟intendiamo (C. Francisi), Notturnino
(E. Panzacchi), Nun m‟aricordo più (A. Giaquinto), Parlate o fiori, Partenza, Portami via (A. Negri), Presentimenti,
Senti che olezzi, Senza amore (E. Lais), Serenata (L. G. Mancini), Stella d‟amore, Temo d‟amarti, Le voci della notte
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duce dall‟analisi delle armonie che sostengono la linea melodica: sono armonie tutt‟altro che
banali che il compositore arricchiva continuamente con frequenti passaggi dalla tonalità
minore a quella maggiore e viceversa e conseguenti modulazioni. Dall‟esame delle romanze
rinvenute si nota la predilezione di Cotogni per le tonalità ricche di alterazioni in bemolle,
da quelle più consuete di mi bemolle e la bemolle a quelle meno usate di sol bemolle e addirittura do bemolle. Fra le più belle melodie che abbiamo avuto l‟opportunità di leggere, citiamo la canzone Maggio, su parole di Carmelo Errico, dall‟andamento oseremmo dire tipicamente „tostiano‟, con l‟accompagnamento al canto che indulge nell‟uso delle note armoniche fondamentali alternate con accordi di quinta e di terza. Altra melodia assai orecchiabile, tanto da poter sembrare già nota al nostro ascolto, è quella di Marinaro.Barcarola, su parole di un Giacomo Smith – come dire „Mario Rossi‟ – sotto il cui nome, come spesso usavasi
al tempo, potrebbe celarsi lo stesso Cotogni. Perla di pregevole struttura armonica è il Notturnino, per “Mezzosoprano, o Contralto o Basso”, su parole di Panzacchi, brano premiato
con medaglia d‟oro al Concorso della Musique Populaire a Parigi, una testimonianza questa
che avvalora la convinzione di una posizione tutt‟altro che marginale ed anonima di Mario
Cotogni nell‟ambiente musicale del suo tempo. Il nome di Cotogni era caro ai romani anche per le sue non certo casuali incursioni nel musicare poesie romanesche. Vale la pena di
ricordare Quanto sei scema, del 1891 su versi di Umberto Persichetti, Nun m‟aricordo più, del
1893, poesia di Adolfo Giaquinto, “che ebbe un successone anche per il suo testo piuttosto
audace”16, e che è l‟unica canzone romanesca di Cotogni conservata a S. Cecilia, La fongara,
versi di Ettore Terribili, del 1904, La ciociara, del 1909. Ad eccezione delle canzoni romanesche, tutte le romanze di Cotogni da noi esaminate furono pubblicate da Ricordi.
Di alcuni anni precedente è l‟attività di Andrea Doria, del quale abbiamo rinvenuto a S.
Cecilia 30 romanze17, molte delle quali su versi di Enrico Panzacchi. Alcune furono composte nel 1881 e una buona parte prima del 1888: la casa editrice infatti è quella di Francesco
Lucca, che in quell‟anno venne assorbita da Ricordi, che pubblicherà poi le altre romanze di
Doria. Il sostegno armonico delle sue romanze non è così ricco e vario come in quelle di
16
G. Micheli, Storia della canzone romana, Roma 1989, pag. 234: Nina bella, da quer giorno/che venissi a la vignata/nun me guardi, stai ammusata/che t‟ho fatto? Ma perché./Me ricordo come un sogno/d‟un canneto...
d‟un bacetto.../Ma che vòi co‟ quer vinetto/nun me posso ricordà./So che te detti un fiore,/te dissi: Tiè, lo
voi?/tu lo pijassi e... poi/nun m‟aricordo più:
17 Starnuti d‟amore (A. Ghislanzoni), Abbandonata (E. Panzacchi), Ad una stella, Il Vespro, Al passeggio (E. Panzacchi), Amore e neve, Ave Maria, Canzone, Dormi qui a me vicino, Forse (C. Imperiale), Incertezze d‟amore (G. V.), La
lontananza, Occhi (E. Fava), Piove! (N. Ragni Caporizzi), Povera angioletta (P. Cossa), In riva al mare (E. Panzacchi),
In fuga (E. Panzacchi), M‟amasti mai? (E. Panzacchi), Chiamatelo destino (E. Panzacchi), Mmiezzo „o mare (C. Cosenza), Famme campà cuntento (V. Russo), Chitarrata a mmare (V. Volino), Piscanno (C. Cosenza), Se..., Serenata,
Storia di due anime, Sulla laguna, Un po‟ di carità, La vaporiera, Vorrei.
5
Cotogni, ma il più delle volte semplice ed essenziale, d‟altro canto la linea melodica di almeno una parte di queste composizioni è indubbiamente bella e piacevole. In sostanza un
altro caso di composizioni sconosciute da recuperare e far conoscere. “Quell‟esimio dilettante che è il nostro concittadino marchese A. Doria, ha testè pubblicato coi tipi RicordiLucca una melodia per canto e pianoforte: Starnuti d‟amore, su parole di Ghislanzoni. Tal
melodia è, come tutti i lavori del Doria, rimarchevole per l‟eleganza delle frasi e per la giusta
tessitura della voce; v‟è, oltre a ciò, brio e semplicità, pur nell‟accompagnamento, che è alla
portata anche dei più modesti pianisti”18.
Altre composizioni che forse potrebbero essere degnamente tolte dall‟oblio sono quelle
di Pier Giovanni Pistone, del quale abbiamo esaminato le dieci liriche conservate a S. Cecilia19. Furono pubblicate tutte da Carisch & Jänichen nel 1914. Pubblicate insieme, sono
comunque una scelta fra la produzione di Pistone, come si può rilevare dal numero d‟opera
riportato: Op. 20 n. 1, Op. 21 n. 4, Op. 22 n. 3 ecc.
Di Sebastiano Augusto Margaria a S. Cecilia sono conservate 18 romanze20. Ne abbiamo
lette sei, pubblicate insieme con il titolo «6 Pezzi da Camera per mezzosoprano con Pianoforte». L‟editore è lo stesso Margaria (il frontespizio indica «proprietà dell‟autore-editore»),
la data della stampa non è indicata.
Di Emilia Pistoni S. Cecilia conserva due sole liriche, con parole della stessa compositrice: Visione e Primavera. Furono pubblicate da G. Venturini, casa editrice di Firenze, che nel
1905 venne assorbita dalla Carisch.
Di Maria Ponzone sono presenti 11 liriche21, di Gualtiero Sarti tre: Myosotis, Donna vorrei
morire (L. Stecchetti), Vieni fanciulla mia (N. Fioretti). Le ultime due furono pubblicate postume, come indica la stampa dell‟editore Lucchesi & C. di Firenze, ma non c‟è data.
Di Guido Carlo Visconti abbiamo letto tre delle 14 liriche conservate a S. Cecilia22: Sole e
amore, Visione e La signora bionda, pubblicate da Ricordi nel 1921. Tutte e tre queste liriche
recano l‟indicazione «per canto e orchestra – riduzione per canto e pianoforte».
Dal Corriere Mercantile di Genova, riportato nella Gazzetta Musicale di Milano, 1890, n. 10, pag. 160.
Lontana (G. Pascoli), Adorazione (E. Praga), Alle rondini (P. P. Parzanese), Uccello e cuore (Delvig), Serenata (N.
Minski), La Sunamite (A. Peretti), I diavoli bianchi (P. P. Parzanese), Il soldato (P. P. Parzanese), Desiderio (M. Lessona), Ne parle pas (Ch. Füster).
20 Ad ospite Antico (A. Galateo), Il consulto medico (A. Ghislanzoni), Moto e pensiero (M. Creonti), Non fai per me (G.
Pardini), M‟amasti mai? (E.Panzacchi), Rondò (G. Marradi), Mio povero amor! (E. Panzacchi), Abbandonata (E.
Panzacchi), In alto mare (E. Panzacchi), Ave Maria, Piccola cantata a due voci (M. Creonti), Piccola scena fantastica,
Orgia, Ad una fanciulla, Preghiera, Vieni al mar!, Pietà, Il vessillo d‟Italia (F. Dall‟Ongaro).
21 Glicine (D. Valeri), Viole (D. Valeri), Rondini (D. Valeri), Canzonetta senza parole (D. Valeri), Ave Maria, Offerta
(A. Negri), Piccolo fior de l‟Alpe, Lontana (G. Pascoli), Solcando silenzi di pace (T. Gallarati Scotti), Un organetto suona
per la via (L. Stecchetti), Al vento (J. Gallarati Scotti).
18
19
6
Questi sono solo alcuni dei compositori sconosciuti che stiamo esaminando, ma possiamo citarne altri presenti con romanze nella biblioteca di S. Cecilia, come Giuseppe Faini e
Luigi Angelo Luzzi23, per la canzone romanesca, Giulio Mascanzoni, Giuseppe Mascardi,
Giuseppe Massa, Gregorio Massaruti, Giuliano Mauroner, presente con 49 liriche, alcune
delle quali su versi di Corazzini, Ada Negri, Carducci, Annie Vivanti, Luigi Salina (29 liriche), Giuseppe Salzano, Silvia Baroni-Pasolini, Giuseppe Calamosca, Sabino Falconi, Gennaro Masulli, Rodolfo Mattiozzi, Virginia di Sambonifacio, ecc. ecc.
Alcune precisazioni sullo schedario della biblioteca
A parte le piccole raccolte di melodie («Ricordi di Londra», «cinque melodie per soprano
e pianoforte» ecc.), numerose sono le pubblicazioni che possiamo considerare di rilevanza
storica per la loro presenza quantitativa e qualitativa nella diffusione della romanza vocale
da camera. Citiamo: «Album della Regina», «Il bel Canto», «Piedigrotta», «Il Trovatore»,
«Passatempi musicali», «La Lira Italiana», «Eco del Vesuvio», «Eco di Napoli», «Eco
d‟Italia». Diciamo subito che molti sono gli autori e le loro relative composizioni presenti
nelle raccolte ma non nello schedario generale della biblioteca. Così ora sappiamo che in
realtà compositori ben noti che stranamente non avevamo rinvenuto nello schedario sono
„nascosti‟ nelle raccolte generiche. Per fare un esempio: la scheda può indicare «Piedigrotta
1911» e basta, ma possiamo verificare che in «Piedigrotta 1911» sono presenti decine di
compositori e di brani non schedati. Le numerose raccolte che abbiamo sciolto hanno
quindi portato alla luce molti nomi che non appaiono nello schedario: Armando Gill, Gaetano Lama, Fortunato Lay, Giuseppe Cioffi sono solo alcuni dei tanti nomi oscurati nelle
raccolte. Lo stesso E. A. Mario24 è presente in una sola scheda (Cuor leggero), mentre „nascoste‟ nelle raccolte sono altre 74 sue canzoni! Le oltre 80 raccolte di «Piedigrotta» da noi
sciolte e catalogate possono essere considerate un piccolo catalogo nel catalogo.
Circa 140 canzoni sono schedate senza l‟indicazione del nome del compositore e quindi
le abbiamo classificate sotto „Anonimo‟. Come è facile controllare, molte appartengono alla
La cavalcata lungo il mare (C. F. Zanelli), C‟era una volta (C. F. Zanelli), Guarda la bianca luna (C. Vittorelli),
Tramonto in mare, Effluvio d‟Aprile, Montagne e vallate, Bufera di neve, Nuvole notturne, Cantico d‟amore, La signora bionda
(F. Sassone), Passa la nave mia (G. Carducci), Sole e amore (G. Carducci), Visione (G. Carducci), Ninna-nanna (L.
Schwarz).
23
Bocca de baci (U. Persichetti), Ched‟è l‟amore? (U. Persichetti), Lo fanno pe‟ sbafà (A. Giaquinto), La machinetta
(G. Bacigalupi), Occhietti belli (U. Persichetti), Ricordo de Roma (A. Giaquinto), Uocchie de fata.
24
Per alcune notizie su E.A. Mario cfr.: Luciano Burburan, Una canzone per la riscossa italiana dopo Caporetto, in
«Il Tempo», Anno LIV, N. 312, 12 novembre 1997, pag. 16.
22
7
schiera dei canti popolari e catalogate quindi anche sotto tale veste. Altre sono schedate anche sotto il nome di specifici compositori: è il caso di I‟ te voglio bene assaje, attribuita a Donizetti, o di Fenesta che lucive e Fenesta vascia, entrambe attribuite a Guglielmo Cottrau. Fra le
attribuizioni ripetute un tipico esempio è quello dell‟Inno di Mameli, che troviamo nelle raccolte «Inni e canti patriottici», «Canti popolari del 1848», «Canti popolari italiani», nonché,
ovviamente, sotto il nome di Novaro Michele, autore della musica.
Di rilevante interesse riteniamo essere la catalogazione di tutte le raccolte contenenti canti
popolari («I canti della filanda», «I canti della mamma» ecc.), nonché canti e canzoni in rappresentanza di pressoché tutte le regioni d‟Italia.
Segnaliamo infine alcune curiosità. Cospicua è la presenza di quelli che al giorno d‟oggi
chiameremmo cantautori (autori sia della musica sia delle parole), così come notevole è il
numero di compositrici e poetesse. Come ultima curiosità citiamo fra gli autori dei testi i
nomi del basso Nicola Rossi Lemeni (pochi sanno che fu anche poeta), di Enrico Caruso,
della regina Margherita di Savoia e di Benito Mussolini.
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- G. Grasso - Riccardo Casalaina, Messina 1994, “Quaderni dell'Accademia
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