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Poca inclusione, stop ai docenti di sostegno

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Poca inclusione, stop ai docenti di sostegno
c’è la festa
TRENTO — Musica, giochi
e cibo. Sono gli ingredienti
che non mancano mai nelle
feste popolari e così sarà
anche per le Feste di S.
Apollinare, nel sobborgo di
Piedicastello, che si
svolgeranno da giovedì a
domenica.
Il via sarà sul sagrato della
chiesa (ore 21) con una
mostra «1914...Piedicastello
un secolo fa» che raccoglie
immagini del quartiere nel
corso del secolo. Quindi il
concerto in stile
rinascimentale dei due
arpisti, Michele Valcanover
e Marianna Fornasa.
L’apertura vera e propria
delle celebrazioni festose è
prevista per venerdì alle 19
con musica, dolci e vino.
Sabato sera si balla con
l’orchestra romagnola
«Alex Malossi», domenica il
pranzo di comunità.
(la delibera, che ha incrinato la
maggioranza cittadina, è stata
approvata mercoledì sera). Ma
il sindaco di Trento Alessandro Andreatta ammette di non
aver ancora capito del tutto i
motivi delle perplessità avanzate in consiglio. «Personalmente — dice — non sono intervenuto perché su questo tema
non c’era nulla di nuovo da dire».
Sindaco Andreatta, eppure, nonostante il vertice di
maggioranza convocato per
cercare di appianare le divergenze, sulla delibera di esternalizzazione dei tre nidi sono
emerse posizioni dure anche
da parte di alcuni esponenti
del centrosinistra. Come se
lo spiega?
«Voglio ricordare innanzitutto il percorso relativo alle esternalizzazioni degli asili nido. Il
primo affidamento a terzi di
un nido comunale risale al
1996. Erano gli anni del Comune "leggero" invocato da Prodi. In questo senso, l’interrogativo che ci si era posti e che ci
qualità? Bene, rispetto a questa
domanda il mio invito è quello
di non confondere i significati:
pubblico non è necessariamente ciò che è erogato solo da Comune, Provincia e Stato, ma anche un servizio garantito da un
ente terzo, anch’esso pubblico».
Alcuni consiglieri, penso a
Marco Patton (Upt) e Fabio
Armellini (Patt), non la pensano così.
«Chi era presente al vertice
di maggioranza ha ripercorso
le tappe dal 1996 ad oggi e ha
capito la scelta. Chi ha espresso critiche non si è confrontato con la maggioranza. Nel
Patt, ad esempio, Paolo Monti,
che era presente all’incontro
del centrosinistra, ha votato a
favore dell’esternalizzazione».
Le obiezioni in aula sono
state parecchie: dalla preoccupazione per i posti di lavoro alla qualità del servizio. Cosa risponde?
«Che nessuno rimarrà senza
posto di lavoro. Per quanto riguarda la qualità del servizio,
Primo cittadino Il sindaco del capoluogo Alessandro Andreatta (Rensi)
chi vuole insinuare che esiste
una qualità diversa tra pubblico e privato prende un grosso
abbaglio, è rimasto indietro di
vent’anni. Esiste il pubblico e
basta. Tra l’altro, in cinque anni non ho mai ricevuto alcuna
lamentela sugli asili nido. È un
servizio che funziona. Di più:
direi che in questo campo siamo all’eccellenza».
Qualche scintilla, mercoledì, si è vista anche sulla toponomastica, in particolare sul
cambio del nome del parco
Data: 13/07/2014 | Testata: Corriere del Trentino | Pagina: 7
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Santa Chiara in giardino
Solženicyn.
«In tema di toponomastica
la giunta rispetta il lavoro della
commissione, essendo una materia non di nostra competenza. Dico solo una cosa: tutti i
nomi avanzati, da Solženicyn a
Langer, ma anche Maria Teresa d’Austria, hanno un valore.
Nessuno di questi è contestato. Per questo credo sia sbagliato parlare di lottizzazione».
ria Cristina Osele, ora dovrà pagare 3.000 euro di ammenda, ma già
annuncia appello. «È una situazione surreale — spiega uno dei titolari dell’azienda — i forestali ci
hanno chiesto mozzarella e noi
abbiamo consegnato quella di latte vaccino, invece loro, che sono
campani di origini, intendevano
quella di bufala. Io non sapevo
che loro intendevano bufala. È assurdo, gli stessi forestali hanno capito che si è trattato di un errore,
ma il giudice purtroppo no».
La vicenda risale al 22 maggio
del 2013 quando nell’azienda si Contestata La mozzarella
erano presentati gli ispettori del
ministero, due forestali, che hanno chiesto di poter avere delle mozzarelle per effettuare le consuete analisi. L’azienda ha consegnato le
mozzarelle, ma non quelle di bufala e così le analisi effettuate presso il laboratorio di Modena hanno rilevato che si trattava di una miscela in gran parte di latte vaccino e solo in minima percentuale di
bufala. Da qui l’accusa e il decreto penale di condanna da 1.500 euro, a cui l’azienda si è opposta. Venerdì il processo. «È nato tutto da
un’incomprensione — spiega ancora il titolare — lavoriamo a Trento da nove anni, non abbiamo mai avuto un problema, quello che è
successo è pazzesco». Il problema sarebbe nato dal verbale sul quale era specificato mozzarella di bufala. «Quando abbiamo firmato il
verbale non ci siamo accorti della dicitura di mozzarella di bufala e
da qui è nato il problema. Spero di poter chiarire tutto in appello».
Marika Giovannini
D. R.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Scuola L’ultimo libro di Dario Ianes affronta il paradosso dell’area «speciale»: «Utilizziamo figure curriculari»
«Poca inclusione, stop ai docenti di sostegno»
TRENTO — Basta docenti di sostegno. È la proposta choc che Dario Ianes propone nel suo ultimo libro, «L’evoluzione dell’insegnante di sostegno. Verso una didattica inclusiva», appena edito
da Erickson. Ianes, docente di pedagogia e didattica speciale all’università di Bolzano e co-fondatore del Centro studi Erickson, è uno dei maggiori
esperti (non solo) italiani sui temi delle difficoltà
di apprendimento.
Ianes parte da due premesse, una negativa
(l’insoddisfazione di famiglie e docenti verso l’attuale modalità di inclusione) e una positiva (le risorse «latenti» presenti nelle scuole). La proposta
è semplice quanto dirompente: non affidare più
agli insegnanti specializzati il sostegno agli alunni in difficoltà, ma utilizzare i docenti curriculari
aiutati da un limitato numero di specialisti che
ruotano in tutte le classi. In questa maniera l’inclusione sarà reale.
Professor Ianes, partiamo da un dato di fat-
to, l’aumento del numero di alunni certificati:
cosa sta accadendo?
«Certamente l’allargamento delle condizioni
considerate Bes (bisogni educativi speciali) e dunque con qualche ufficiale diritto a varie forme di
individualizzazione/personalizzazione porta a un
aumento nei numeri, perché accanto alle disabilità vi sono oggi gli alunni diagnosticati con Dsa
(disturbi specifici di apprendimento), altri disturbi e poi quel numero di alunni che per motivi diversi hanno bisogni educativi speciali. Questo aumento non sarebbe in sé negativo se rispondesse
a esigenze di equità. Una parte dell’aumento dei
numeri va imputata ad un allungamento della frequenza scolastica alle superiori, un elemento positivo. Dall’altro lato, è altrettanto chiaro che se la
certificazione di disabilità è l’unico strumento
per avere organico aggiuntivo, in una scuola sempre più sotto pressione questa leva genererà un
effetto perverso».
Esperto Dario Ianes è l’autore de «L’evoluzione dell’insegnante di sostegno»
Perché cresce l’insoddisfazione di famiglie e
di insegnanti verso l’attuale modello di integrazione?
«L’integrazione degli alunni con disabilità a
mio parere soffre e l’inclusione di tutti gli altri,
con o senza Bes, non sta affatto meglio. La principale sofferenza sta nella delega dei "casi" di disabilità, ma spesso anche Dsa, solo agli insegnanti di
sostegno, che spesso sono oggetto (ma talvolta
anche protagonisti attivi) di processi di micro
esclusione, quei processi che chiamiamo di push/pull out e che stiamo studiando in vari paesi
europei, trovando purtroppo un trend di peggioramento. Insegnanti di sostegno delegati, spinti
o tirati fuori nelle aule di sostegno: che integrazione è?».
Qual è la sua proposta?
«Credo che uno dei motivi strutturali di questa lenta degenerazione, che va chiarita e affrontata laicamente, sia nella presenza di 110.000 inse-
gnanti "speciali" per alunni "speciali", che strutturano un’area speciale. Dunque se un 80% diventassero curricolari in compresenza didattica reale
e completa e un 20% specialisti che girino per le
scuole a dare un supporto tecnico concreto, in
classe, lavorando con i curricolari si modificherebbe questa "istituzione" speciale che distorce i
processi, legittima la delega, mantiene la deresponsabilizzazione e l’impreparazione dei curricolari e spesso diventa corporazione e scorciatoia
per il ruolo».
Crede praticabile questa ipotesi?
«Sono molto ottimista sulle risorse latenti, che
ci sono negli alunni, nei curricolari e in tanti
aspetti dell’organizzazione scuola, ma vanno
estratte a suon di piccone».
La sua proposta viene già sperimentata in alcune scuole; a quando i risultati?
«Le classi che stanno sperimentando questo
approccio mi sembra abbiano cambiato qualcosa
della loro didattica normale in senso più inclusivo, ma aspetto i dati oggettivi che raccoglieremo
con la ricerca. L’inizio, pur con le difficoltà della
Provincia di partenza, mi sembra promettente».
Paolo Bari
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Tribunale A processo padre violento. La lite scoppiata per il pagamento delle bollette
Burocrazia L’indagine della Cgia di Mestre. Calabria e Lazio ultime
«Minaccia il figlio con le forbici»
Sportelli veloci, Trentino ok
Quel giorno la violenta lite sarebbe
scoppiata dopo un banale diverbio per le
bollette del gas. L’uomo avrebbe intimato
al figlio di andarsene insieme alla madre.
Il giovane, di fronte alle richieste del pa-
Giustizia Un padre violento è stato
condannato dal giudice Guglielmo
Avolio per aver minacciato il figlio con
un paio di forbici
dre, gli avrebbe risposto a tono dicendo
che quella era anche casa sua. A quel punto il sessataquattrenne avrebbe perso completamente la testa e in preda a una rabbia
cieca avrebbe afferrato le forbici che erano su un mobile vicino al corridoio
e le ha puntate contro il figlio, minacciandolo pesantemente. Spaventato il giovane ha cercato il cellulare per chiamare i carabinieri,
ma a quel punto le minacce del padre sarebbero diventate ancora più
pesanti. Solo l’intervento del cugino, alla fine, ha scongiurato il peggio. I militari, subito allertati, sono
intervenuti e hanno cercato di calmare gli animi. Nei giorni scorsi il
sessantenne è stato processato per
minacce ed è stato condannato dal giudice Guglielmo Avolio al pagamento di una
multa.
D. R.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
TRENTO — Buone notizie per
i cittadini trentini e altoatesini.
L’attesa agli sportelli pubblici è
tra le più basse d’Italia, o almeno
è quanto sostengono i diretti interessati rispetto ai servizi ricevuti.
L’indagine sui tempi di attesa
è stata compilata dalla Cgia di Mestre. E questi sono alcuni dei risultati: negli ultimi 10 anni, il numero di persone che attendono più
di 20 minuti agli sportelli dell’ufficio anagrafe è cresciuto del
43,7%. Infatti, nel 2003 12,6 persone su 100 lamentavano tempi di
attesa superiori ai 20 minuti: 10
anni dopo, la coda all’anagrafe è
arrivata a durare più di 20 minuti
per ben 18,1 persone su 100.
Il trend è simile anche in regione: nel 2007 il 18,3% dei trentini e
altoatesini dichiarava di aver atte-
so più di venti minuti alla Asl, nel
2013 sono lievitati al 22,9%. Idem
di fronte allo sportello dell’ufficio
anagrafe (dal 2,5 all’8,7%). Poco
male perchè il Trentino-Alto Adi-
Azienda Provinciale
ge resta il più virtuoso con la Valle d’Aosta. In fondo alle attese nella Asl c’è la Calabria, l’ufficio anagrafe peggiore è invece nel Lazio.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
per i Servizi Sanitari
Provincia Autonoma di Trento - Via Degasperi n. 79 - 38123 Trento
Quest’Azienda ha indetto un’asta pubblica per la concessione in uso per
nove anni del terreno a pertinenza del presidio ospedaliero di Arco iden
tificato dalle particelle fondiarie 2138/11 e 2165 in C.C. Arco – P.T. 916 II.
La gara sarà esperita ai sensi dell’art. 19 della Legge provinciale del
19.07.1990, n. 23. Importo a base d’asta: €./anno =270,00=. Sono ammesse
offerte pari o superiori al valore di partenza. Oneri fiscali a carico dell’ac
quirente. Le offerte, corredate della necessaria documentazione e indiriz
zate all’Ufficio Protocollo dell’APSS, Via Degasperi, 79 – Trento, dovranno
pervenire entro le ore 12.00 del 30 luglio 2014, temine perentorio. La docu
mentazione di gara è liberamente accessibile all’indirizzo Internet
www.apss.tn.it sezione “Bandi di gara”. Eventuali chiarimenti al n. tel.
0461/902568 – fax 0461/904830 Nucleo operativo Patrimonio.
G4071203
IL DIRETTORE SERVIZIO IMMOBILI E SERVIZI TECNICI: ing. Mauro Trentinaglia
Ritaglio stampa ad esclusivo uso del destinatario, non riproducibile
TRENTO — Questa volta la lite sarebbe
scoppiata per le bollette del gas. Ma la vera ragione non sarebbe questa e le rassicurazioni del figlio, che gli ha promesso di
dividere la spesa, non sono bastate a placarlo.
L’uomo avrebbe afferrato un paio di forbici da elettricista e, puntandole contro il
figlio, lo avrebbe minacciato e gli avrebbe
intimato di andare via di casa. Un triste
episodio che purtroppo si sarebbe ripetuto nel tempo. Il tutto è accaduto il 27 luglio del 2012, ma, stando al racconto del
giovane, trent’anni, quella non era la prima volta che il padre si mostrava aggressivo nei suoi confronti. Da dieci anni, secondo quanto denunciato dal trentenne, il padre si mostra insofferente al figlio, ma le
ire dell’uomo sarebbero indirizzate anche
alla moglie. L’uomo, 64 anni, in più occasioni avrebbe assunto comportamenti minacciosi e aggressivi nei confronti dei familiari, in particolare del figlio maggiore.
Documento generato da Philip Santa (unibz) il 14/07/2014 alle 09:16:07
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