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Sottovoce 135

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Sottovoce 135
NOTIZIARIO TRIMESTRALE
DELL’ ASSOCIAZIONE
ONCOLOGICA ITALIANA
M.d.V. - ONLUS
Formazione di volontariato
per la tutela e la riabilitazione
dei laringectomizzati
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(D.L. 460 del 04/12/1997)
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EDITORIALE
Caro Professore
PRIMO PIANO
SVO passaggio
di consegne
CONOSCERE
L’Orologio della Torre
Padova e i suoi simboli
LETTURE
Il disagio come risorsa
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SOMMARIO
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Notiziario trimestrale
dell’Associazione
Oncologica Italiana
M.d.V. Onlus
Direttore Editoriale
Caporedattore
O. Adriano Zanolli
Direttore Responsabile
Marta Camerotto
Redazione
Impaginazione
R. Cattellani
P. L. Tornatore
G. Zanuso
Amministrazione
sede AOI MdV Onlus
Via Fratelli Rosselli, 11
37138 Verona
Tel-Fax 045.561789
ccp n° 16702375
Stampa
Grafiche SIZ spa - Verona
divisione Novastampa
Nel rispetto del D.L. 196/2003 si comunica che i dati in possesso dell’Ass. Onc. Ital.
M.d.V. saranno usati con la massima riservatezza e non verranno ceduti a terzi ma
utilizzati solamente per l’invio del nostro
giornale “Sottovoce”. Comunque chi lo
desidera può esercitare i suoi diritti previsti dall’art. 7 del D.L. 196/03 chiedendo
le modalità del trattamento o chiedere
informazioni sull’origine, l’aggiornamento o la cancellazione immediata degli
stessi. Il programma indirizzi viene trattato su supporti cartacei con i requisiti
minimi di sicurezza previsti dalla legge.
Autorizzazione Tribunale di Verona
n. 1691 del 20/01/2006
© Edizioni AOI Onlus
www.aoionlus.it
info@ arvmdv.it
Federata alla Favo-Roma
Federata alla Fialpo-Verona
Foto in copertina:
Padova - Palazzo del Capitanio
con Torre dell’Orologio
EDITORIALE
Caro Professore
3
PRIMO PIANO
Convocazione Assemblea - Premessa al Corso
Verona 6 - 7 maggio 2011
Un prestigioso passaggio di consegne
Scienza e coscienza
FIALPO nel rinnovamento
4
5
7
8
10
SANITÀ & SALUTE
Verso una sanità sostenibile
Lettera aperta
La "cattiva" comunicazione
I dolcificanti
Indagine e iter diagnostico nelle prime V.A.D.S
11
12
13
14
16
"SPECIALE" PER VOI
"Tanto lo so che non sono solo"
Quando l'ansia diventa paura
La tracheoaspirazione
Botta e risposta
17
17
18
19
INFORMAREGIONE
Agevolazioni fiscali
Gli uomini della Sanità
21
22
LE "RUBRICHE"
23
INFORMASEZIONI
Belluno: S.O.S. antifumo
Padova: Festa di San Biagio
Rovigo: Sotto il segno di San Biagio
Rovigo: Consiglio straordinario
Treviso: La ricorrenza di San Biagio
Venezia: Quando i consiglieri... consigliano
Verona: San Biagio… allargato
Vicenza: Benvenuto 2011
24
24
25
26
27
28
29
30
INTERMEZZO
Coriandoli di Carnevale
32
CONOSCERE
L'orologio della Torre
Padova e I suoi simboli
I colli Euganei
Sorelle d'Italia
I romanzi di Salgàri
33
34
36
39
40
LETTURE
Testimonianze
Il decalogo della felicità
La "Gnaga"
La nebia
Poesie
41
43
44
44
45
Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero
Don Cristiano Arduini, Elia Battagin, Erio Bernard, Efrem Carraro, Giada Cerminara, Monica Cielo, Giuseppe Costa, Sergio De Stefani, Eva Draghi, Duca Massimo, Saturnino Frittelli,
Armando Lenotti, Maria Cristina Da Mosto, Maurizio Magnani, Luciano Olivo, Severino
Pastore, Antida Pavanello, Grazia Pisano, Alberto Rondanin, Walter Segala, Pietro Serraiotto, Pier Luigi Tornatore, Roberto Valandro, Eusebio Vivian, O. Adriano Zanolli, Giò Zanuso
EDITORIALE
Caro professore
Un grande esempio di professionalità
e di amore per gli ammalati
Caro Professor Marchiori,
mi permetta di
iniziare con un
aggettivo forse
un po’ troppo
confidenziale, questa mia lettera
aperta. Aperta, perché penso
sia giusto ricordare attraverso
il megafono virtuale di “Sottovoce” il 16 dicembre 2010.
Quel giorno ha fissato nella
nostra memoria il “fine corsa”
della Sua missione professionale, una delle più belle pagine
scritte e spese a favore degli ammalati. A Treviso, nell’elegante
cornice della Sala delle Riunioni di Palazzo dei Carraresi,
ho partecipato al momento del
Suo “saluto” e al passaggio del
testimone all’attuale responsabile del Reparto di ORL del Ca’
Foncello, la Professoressa Maria
Cristina Da Mosto. Ho ascoltato
con particolare condivisione le
molte “testimonianze”, tutte colme di palpabile gratitudine per
le cure, l’assistenza, le premure
dell’Uomo e la lungimiranza del
Medico che ha formato un’équipe
di eccellenza nel panorama ospedaliero veneto. Io stesso, nel
mio intervento, ho sentito il dovere, a nome dell’Associazione
M.d.V. che rappresento e mio
personale, di ringraziarLa per
quanto ha donato agli ammalati
durante il Suo lungo, impegnativo incarico. Ho sottolineato
come il Suo Reparto sia stato
promotore nel creare un ambulatorio aperto 24 ore su 24, per
assistere il paziente, evitando-
gli inutili attese al Pronto Soccorso. Ne è seguita una nostra
richiesta tramite la SVO che ci
ha permesso di ottenere lo stesso
trattamento in tutti gli ospedali
veneti. Un riconoscimento incondizionato Le è dovuto per
aver dato ai nostri associati la
possibilità di fruire della gratuità dei vari Presidi medici, prima
esclusi. Tutto è iniziato con una
sua lettera che mi consegnò e
che mi permise di inoltrare alla
Regione–Sanità la nostra istanza. E l’esito postivo è oggi sotto
gli occhi di tutti. Caro Professore, anche la Sua commozione
ha dato all’evento una toccante
atmosfera che si è stemperata
in un lungo, sentito applauso di
tutti i partecipanti.
Nell’augurarLe buona continuazione e tanta salute, sono sicuro
che ci sarà sempre vicino offrendo la sua collaborazione.
Sono, inoltre, fiero di iscrivere il
Suo nome nell’elenco dei nostri
“Soci Benemeriti” e di inviarLe
la tessera tramite la Sezione di
Treviso. Nella vita è importante
rag-giungere i risultati sia sul
piano professionale che economico, ma io sono convinto
che Lei abbia aperto un grande
conto corrente dove ha depositato l’amore per gli ammalati
ricevendo un riconoscimento
che le darà lustro per i tanti anni
che Le auguriamo ancora.
Un abbraccio.
Con affetto e stima.
O. Adriano Zanolli
Per la prossima ricorrenza festiva la nostra
Associazione porge agli associati, ai loro
familiari e ai “nostri” medici l'augurio di una
Pasqua serena e foriera di pace e salute.
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3
PRIMO PIANO
ASSOCIAZIONE ONCOLOGICA ITALIANA M. D. V.
Formazione di volontariato per la tutela e la riabilitazione dei laringectomizzati
Cod. Fisc. 80025880230 Legge quadro del volontariato N. 266 del 11.o8.1991 e successive modifiche
Sede Regionale: Verona - Via F.lli Rosselli 11 Cap 37138 - Tel/Fax 045/5617789
email: [email protected]
Il giorno 29 aprile alle ore 15 presso la Sede Della Sezione di Padova, in via Montà, 368
È convocata l’Assemblea
Degli iscritti per discutere e deliberare sul seguente
Ordine del giorno
1
2
3
4
Approvazione bilancio 2010
Programma 2011
Marchio Merita Fiducia
Varie
Verona 10 marzo 2011
Il Presidente
O. Adriano Zanolli
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Premessa al corso
Desidero ringraziare il Primario ORL Dott. Francesco Barbieri, il Direttore Geneale Dott.
Sandro Caffi e la sua impareggiabile segretaria Sig.ra Umberta, per averci offerto questa
occasione di organizzare il
Corso, offrendo l’opportunità
di partecipare, oltre al Veneto,
anche al Friuli V. G., al Trentino, AILAR Lombardia, ecc.
La nostra Associazione mette
a disposizione tutte le proprie
risorse umane, impegnandosi
sulla larga partecipazione e
sulla sicura buona riuscita
dell’evento.
Le formalità e le istruzioni per
partecipare (vedi anche per i
crediti formativi E.C.M.),
le potete trovare visitando il
nostro sito web :
www.aoionlus.it
PER DONAZIONI CON BONIFICO BANCARIO
IBAN: IT51P0518811729000000300000
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PRIMO PIANO
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PRIMO PIANO
PRIMO PIANO
Unprestigiosopassaggiodiconsegne
Come circumnavigare il pianeta professionale di
un chirurgo ad "alta definizione"
Il Dott. Prof. Roberto Spinato,
un “padre” storico della Scuola
Veneta Ospedaliera di Discipline Otorinolaringoiatriche
e Chirurgia Cervico facciale,
più brevemente con acronimo
S.V.O., ha ricevuto da un altro
“padre “ storico il Dott. Francesco Lunghi, il testimone della
Presidenza. Il “curriculum vitae” del Dott. Spinato è scandito
da innumerevoli tappe, ciascuna
pietra miliare di un percorso
sempre in salita, nel costante impegno professionale, scientifico
e umano. È un’impresa anche
solamente sintetizzarlo. Dalla
laurea in Medicina-Chirurgia
presso l’Università di Padova
nel 1974, alle innumerevoli specializzazioni in otorinolaringoiatria, comprese le patologie di
confine; da un fitto alternarsi di
incarichi sempre più prestigiosi,
convegni, congressi, conferenze
in ambito nazionale e internazionale, alle numerose pubblicazioni, corsi di formazione, master,
seminari, campagne di prevenzione e diagnosi precoce; dalla
realizzazione di un video sulla
storia dei tumori, all’attività
di Docente presso l’Università
di Trieste e di Co-Direttore a
vari corsi in collaborazione con
l’Istituto di Anatomia Umana
Normale, presso le Università
di Cluj-Napoca (Romania) e
Sophia Antipolis (Nizza) e la
Mayo Clinic–Scottdale Arizona
(USA).
Preso atto del numero notevole
di interventi chirurgici e sorvolando (e me ne scuso caldamente...) molte altre ragguardevoli tappe, è doveroso dare il
massimo risalto al suo incarico,
dal Settembre del 2008, quale
Direttore Responsabile del Dipartimento Chirurgico del P.O.
di Mirano e dal Gennaio 2009,
quale Direttore Responsabile
anche del U.O. di ORL del P.O.
di Dolo.
Nel ricco medagliere del Dott.
4055070$&
Prof. Spinato spicca un evento
di peculiare rilievo: aver dato
vita nel 1996, con un gruppo di
primari del Veneto, per volontà
del Prof. Gregorio Babighian,
alla S.V.O. La “Scuola”, con la
presidenza del Dott. Francesco
Lunghi e la vicepresidenza del
Dott. Spinato, è nata con precise finalità. In primis: promuovere l’aggiornamento continuativo professionale, teorico e pratico dei medici ospedalieri, e
non, nell’ambito di tutte le discipline otorinolaringoiatriche.
Altre priorità: creare una rete
di interscambi culturali tra
reparti O.R.L. del Triveneto e
con i medici specialisti di altre
discipline; definire linee guida
comuni offrendo qualificati supporti di aggiornamento mediante
t53*.&453&*
7
PRIMO PIANO
l’organizzazione di workshop,
corsi teorico pratici, conferenze
internazionali. Nel giugno 2010
l’abbinata Spinato-Lunghi ha
curato la realizzazione, presso il
Laguna Palace Hotel (VeneziaMes tre), della 9TH INTERNATIONAL SVO CONFERENCE
ON HEAD & NECK CANCER.
È stata una “vetrina” di eccezionale importanza, la “summa”
dell’intenso impegno e della
superlativa valenza scientifica
di un’istituzione, vero “fiore all’occhiello” della Sanità. Termina così la mia “circumnavigazione” del pianeta professionale
di Roberto Spinato e si torna al
punto di partenza dell’articolo:
la sua nomima a Presidente
della S.V.O. è un passaggio che
all’insegna della più coerente
alternanza corona il sodalizio
umano e professionale, la profonda, tenace, mirata intesa di
obiettivi nella “guerra santa"
contro il nemico cancro. Al Dott.
Francesco Lunghi è doverosa
una corale, grata riconoscenza.
Al nuovo “nocchiero , giunga
l'augurio di una lunga soddisfacente navigazione.
Pier Luigi Tornatore
Scienza e coscienza
Zenit professionali
di un medico autorevole e umano
Nato a Venezia
nel 1938, il Prof.
Carlo Marchiori
ha frequentato i
corsi della Facoltà di Medicina e Chirurgia
dell’Università di Padova lau-reandosi nel 1963. La sua apprezzatissima attività di chirurgo e di
docente presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’ateneo
patavino si è svolta inizialmente
nella prestigiosa Scuola Padovana diretta dal Prof. Michele
Arslan in qualità di assistente
di ruolo e libero docente di Clinica Otorinolaringoiatrica e successivamente, dal 1982, come
Professore Associato. Nel 1986
raggiunge l’apice della carriera
accademica diventando Professore Ordinario e ottenendo la
8
t 5 3 * . & 4 5 3 & *
Cattedra di Otorinolaringoiatria
all’Università di Padova, ruolo
mantenuto fino al settembre ultimo scorso.
L’attività clinico-assistenziale
del Prof. Marchiori ha quindi
raggiunto ruoli apicali a partire
dal 1986, sia in qualità di Diret-
tore dell’Istituto di Clinica Otorinolaringoiatrica dell’Università
di Padova sia della Divisione
Clinicizzata di Otorinolaringoia4055070$&
tria dell’Ospedale Regionale di
Treviso.
Coniugando l’amore per l’atto
operatorio con la ricerca scientifica e l’attività didattica, nel
corso della sua carriera professionale il Prof. Marchiori ha
abbracciato pressoché tutti gli
aspetti dell’Otorinolaringologia,
dallo studio della fisiopatologia
del sistema vestibolare a quello
delle neoplasie testa-collo, offrendo un particolare contributo
all’oncologia cervico-facciale
da lui considerata la più “nobile”
delle discipline otorinolaringoiatriche, non tralasciando mai la
dedizione al paziente e trasmettendo questi insegnamenti ai
suoi collaboratori.
La sua lunga attività didattica
è stata sempre caratterizzata da
PRIMO PIANO
un costante impegno teso alla
sintesi e alla chiarezza espositiva senza mai scindere gli
aspetti teorici da quelli clinici.
In ambito scientifico, il Prof.
Marchiori ha affrontato e continua tuttora a coltivare numerosi filoni di ricerca: fisiologia
dell’apparato vestibolare, fisiopatologia delle flogosi dell’o-
recchio medio nel bambino, riabilitazione fonatoria nel paziente
laringectomizzato, studio delle
metastasi laterocervicali, eziopatogenesi dei tumori testa-collo,
sono solo alcune delle tematiche
da lui affrontate, nell’ambito
delle quali egli ha diretto progetti di ricerca e ha prodotto
significativi lavori scientifici
pubblicati su autorevoli riviste nazionali e internazionali.
Ci auguriamo che il Prof. Marchiori continui ad essere una
guida per i suoi collaboratori
e un punto di riferimento per i
pazienti.
Prof.ssa M.C. Da Mosto
Le “brevi”
Nel sangue la "firma" del tumore
È una vera rivoluzione nel campo delle indagini oncologiche ed
è una vittoria tutta italiana. La
scoperta, frutto di cinque anni di
lavoro, è dell’équipe dell’Istituto
Nazionale dei tumori di Milano
guidata da Grabiella Sozzi e
Ugo Pastorino. Superando la
dipendenza dalla Tac spirale, il
più avanzato sistema di screening radiologico, i ricercatori
hanno rintracciato direttamente
nel sangue i marcatori molecolari che innescano i processi
del tumore al polmone. Con un
semplice prelievo del sangue
sarebbe possibile diagnosticare
la malattia in fase pre-clinica
con due anni d’anticipo. Entro
l’estate 2011 prenderà il via una
campagna con volontari per
avere la conferma alla scoperta.
La prima risposta definitiva è
prevista nel 2014.
Il trapianto completo di laringe e trachea
Non è fantascienza, ma
un concreto
passo avanti
della chirurgia ricostruttiva ORL.
Nel 1999 alla signora californiana Brenda Jensen un intervento sbagliato le aveva paralizzato
le corde vocali, costringendola
a parlare attraverso un dispositivo elettronico e a respirare at-
traverso lo stoma alla base del
collo. Nell’ottobre 2010, presso
il David Medical Centre di Sacramento, un’équipe di chirurghi
internazionali, tra cui l’italiano
Paolo Macchiarini, pioniere nei
trapianti di trachea, l’ha sottoposta allo straordinario trapianto
completo di laringe e trachea.
La signora, naturalmente dopo
un periodo di esercizi di riabilitazione per rafforzare le corde
vocali, ha recuperato la voce.
4055070$&
Sta imparando a deglutire di
nuovo e recuperando i sensi del
gusto e dell’olfatto.
Finalmente, quando le sarà tolta
la cannula, tornerà alla più completa normalità.
Particolare curioso: benchè l’apparato vocale impiantato sia di
una donatrice, perita in un incidente, la signora parla con la
“sua” voce e non con quella della donatrice.
La Redazione
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9
PRIMO PIANO
Fialpo nel rinnovamento
Verona 5 marzo 2011
Aggiornamenti e conferme
Il 5 marzo 2011 si
è riunita a Verona
l’Assemblea per discutere e deliberare
quanto segue:
t" In via Straordinaria, in occasione
del rinnovo triennale delle cariche,
a seguito richiesta
della Regione, sono
stati aggiornati alcuni articoli dello
Statuto, con ampia e
qualificata delibera.
t# In via Ordinaria il Tesoriere ha
presentato il Bilancio
2010 relazionando
sull’attività svolta e
commentando le varie
poste Attivo/Passivo e
Conto Economico. Si
è inoltre provveduto
al rinnovo triennale delle cariche e più precisamente:
Presidente:
Dott. Maurizio Magnani
V. Presidente:
Arch. Pierluigi Tornatore
Segretario/Tesoriere:
Rag. O. Adriano Zanolli
Consiglieri:
Silvio Cuman
Sergio Rivoltella
Giorgio Saiani
Walter Segala
Vengono, inoltre, riconfermati i
10
t 5 3 * . & 4 5 3 & *
Revisori Contabili.
Ma il punto focale è stata la
relazione del Presidente Dott.
Maurizio Magnani il quale ha
presentato una serie di iniziative
da concretizzarsi nel triennio.
Per raggiungere tale obiettivo si
è deciso di costituire il “Centro
Studi” che avrà lo scopo di analizzare, gestire e trasferire alle
Associazioni Federate le opportune sinergie sulle comuni problematiche:
Rapporti con Sanità – Enti –
Regioni – Corsi Formazione –
cura norme e tutela Laringectomizzato – autorizzazioni per
gratuità Presidi – convenzioni
termali, ecc.
4055070$&
A presiedere, in qualità di coordinatore il
Centro Studi è stato
chiamato il Dr. Umberto Tassini, al quale
spetterà il compito di
individuare le professionalità e presentare
alla Direzione un articolato piano di lavoro.
Ci auguriamo che
cammin facendo ed
alla luce di positivi
risultati, la Federazione possa aggregare
altre consorelle.
Le esperienze sul territorio in tanti anni di
lavoro, confermano
che le Istituzioni desiderano dialogare
con pochi interlocutori preparati e affidabili; solo così potremo in futuro sperare di essere
chiamati al Tavolo per risolvere
i veri problemi dei nostri Associati portando il nostro contributo
di esperienze, eliminando spese
superflue e concentrandoci a risolvere i veri problemi attinenti
alla nostra patologia.
Se è vero che l’unione fa la forza,
mi permetto di aggiungere che le
battaglie si possono vincere con
l’impegno costante e con un pizzico di umiltà da parte di tutti.
La speranza è l’ultima a morire.
Il Presidente A.O.I. M.d.V.
Segretario FIALPO
O. Adriano Zanolli
SANITÀ & SALUTE
Verso una sanità sostenibile
Alla presenza di varie Autorità
e dei Rappresentanti la Sanità
Regionale, si è tenuto a Verona Palazzo Gran Guardia - il giorno
11 Marzo - un Convegno organizzato da "Cittadinanzattiva"
rappresentata da Flavio Magarini, e dalla Fondazione Lilly rappresentata da Concetto Vasta.
L’OBIETTIVO:
t Allargamento e qualità dei Servizi
tMeno spese
tospedale solo per le fasi acute
t Medici di base disponibili 24
ore su 24
tInfermieri a domicilio
Per raggiungere la “Mission” è
indispensabile aumentare e riqualificare i servizi sanitari con
economie di scala.
PROBLEMI:
tLa previsione del CERN (Centro
di Ricerca Indipendente) stima
che entro il 2050, a causa aumento malattie croniche, a pari investimenti alla Sanità si potrà offrire
circa ½ dei servizi richiesti.
OSPEDALI DEL FUTURO
t Dovremo affrontare una stagione sempre più critica a seguito aumento anziani con malattie
croniche e affetti da pluripatologie – ci sarà sempre più bisogno
di Equipe multidisciplinari con
cambio di rotta nelle strutture
ospedaliere. Viene suggerito di
introdurre due nuove figure: il
Medico e l’Infermiere Tutor garanti dell’intero percorso terapeutico di ogni paziente.
MEDICI DI BASE
tIn Veneto sono 3.356 con una
media di 1160 assistiti ciascuno; il dott. Lorenzo Adami, segretario Regionale della Fim-mg
(Federazione Medici di medicina generale) propone di costituire un gruppo di 15/20 Medici
di famiglia su una popolazione
di 30.000 abitanti allo scopo di
riequilibrare i servizi sul territorio.
4055070$&
Si dovrebbe istituire un nuovo
numero di pronto intervento, il
119, per reperire sempre un ambulatorio aperto con assistenza
24 ore al giorno.
Si dovrebbe creare una rete informatica orizzontale tra i colleghi sul territorio, allo scopo
di accedere alle schede dei pazienti, oltre ad una rete verticale
in posta elettronica per i referti
ospedalieri degli assistiti.
Certo che superare vecchie incrostazioni non sarà facile né
semplice.
Riteniamo già positivo che i
Responsabili della Sanità abbiano iniziato a discuterne, ma
se vogliamo abbattere i costi ospedalieri dovremo tutti insieme
collaborare: Medici / Associazioni / Pazienti.
Auguri, se son rose prima o poi
fioriranno.
Il Presidente
O. Adriano Zanolli
t53*.&453&*
11
SANITÀ & SALUTE
Lettera aperta
agli Assessori Regionali - Provinciali - Comunali
per: - Sanità - Politiche sociali - Istruzione
- Centro Servizio di Volontariato
A seguito delle esperienze acquisite sul territorio,
frutto degli incontri in molte scuole, abbiamo riscontrato un positivo impatto con i ragazzzi e gli
insegnanti. Nel gestire, invece, i vari appuntamenti con i responsabili dei plessi scolastici, abbiamo
notato una insufficiente collaborazione. Noi siamo sempre più convinti che il problema del fumo,
alcol, droga, alimentazione e fattori inquinanti,
vada affrontato seriamente in sinergia con i Responsabili degli Enti preposti, Assessorati competenti in primis, allo scopo di rafforzare e guidare il percorso con in testa la Regione che deve
confrontarsi con le varie Associazioni impegnate
sul territorio. Benché il ritardo sia notevole, siamo dell’avviso che la collaborazione e l’impegno
dei succitati organismi, possa evitare che il fiume
dell’indifferenza sfoci nel mare dell’immobilismo.
La nostra associazione A.O.I.M.d.V. ha individuato una corsia preferenziale nel mondo della
scuola, dei giovani e dei loro genitori. Ha affidato
all’opuscolo “AIUTIAMOCI A CRESCERE” una serie di “input” (chiamiamoli valori morali?), mirati
ad attivare la responsabilità nei confronti di una
piaga sociale che troppo spesso si consuma nel
rumoroso silenzio della morte. Voglio sperare che
questo “grido” d’allerta colga nel segno e che in
tempi brevi venga istituita una tavola rotonda tra
le Associazioni operanti nel settore socio-sanitario, interessate alla patologia provocata particolarmente dagli assodati fattori di rischio: fumo, alcol,
droga. Lo sforzo trainante anche di poche persone
serie, motivate, competenti può aprire la breccia
verso una piena presa di coscienza della gravità
del problema.
Con fiducia.
Cordialità
Il Presidente
Rag. O. Adriano Zanolli
12
t 5 3 * . & 4 5 3 & *
4055070$&
Alla realizzazione dell’opuscolo hanno collaborato:
Gaetano Bragantini
Armando Lenotti
Carlo Mocci
Luisa Nadalini
P. Giorgio Pellegrini
Attilio Rossi
Carlo Venturi
I nostri testimonial:
Giuseppe Magagna
Giacarlo Morbioli
Walter Segala
Il vignettista
Giorgio Martini
SANITÀ & SALUTE
La “cattiva” comunicazione
Può influire negativamente sul percorso riabilitativo
psico-fisico del malato oncologico
La comunicazione è la dinamica
della vita dell’uomo che permette agli individui di mettersi in
comunicazione tra loro. L’uomo
è un animale sociale e, di conseguenza, la comunicazione è
estremamente importante. Per
comunicazione intendiamo uno
scambio di messaggi tra un individuo e l’altro per desiderio o
necessità secondo determinati
canali comunicativi e secondo
particolari modalità. La comunicazione, se è ben condotta, assume un valore molto positivo perché può risolvere contrasti e può
creare affetti, ma quando non è
ben condotta può assumere valore estremamente negativo e diventare così una “cattiva” comunicazione. Per quanto riguarda il
malato oncologico della testa e
del collo, si possono individuare
vari momenti che possono essere suscettibili di cattiva comunicazione:
t*OPDDBTJPOFEFMMBOPUJ[JBEPMProsa da parte del medico al paziente oncologico sul suo stato di
salute e sulle possibilità terapeutiche. Abbiamo ricevuto diverse
rimostranze da parte di pazienti
che sono stati informati di essere
affetti da carcinoma della testa e
del collo in tutta fretta, con poca
attenzione, magari in un corridoio. Va sottolineato che occorre
spesso depurare queste affermazioni che il paziente riferisce, ricordando la sua brutta esperienza di vita, ma è anche vero che
occorre, da parte del medico, la
massima attenzione ed una maggior sensibilità nel dare la “catti-
va” notizia. È certamente meno
traumatico comunicarlo in un
ambiente tranquillo, alla presenza di un familiare e di personale
assistenziale infermieristico che
sarà coinvolto successivamente
nel percorso diagnostico terapeutico. In tal modo il paziente
si sentirebbe più coinvolto come
“persona” e non come “portatore di malattia”. Con questo tipo
di comportamento si può ottenere un valore aggiunto al semplice consenso informato che si
è obbligati a far sottoscrivere al
paziente. Il malato si sentirebbe
così coinvolto a pieno titolo nel
processo terapeutico e, inoltre,
sarà più semplice fargli affrontare i momenti difficili.
t-BTTFO[BEFJiDBSHJWFSTwNBF
stri rieducatori) al momento della comunicazione della “cattiva”
notizia al paziente, spesso non
permette di far vedere la fine del
tunnel. Infatti un maestro rieducatore preparato e che ha già superato l’handicap, è sicuramente fonte di speranza e di pensieri
positivi.
Nel periodo post-operatorio, al
momento riabilitativo, è determinante un buon impatto con
il maestro-rieducatore che deve
farsi carico della riabilitazione
in modo globale sia dal punto
di vista fonetico ma soprattutto
psico-sociale, con il fine ultimo
del completo reinserimento del
paziente nella vita civile.
Talvolta questo percorso virtuoso è compromesso da antipatie
personali e da prese di posizione
evitabili. Perciò abbiamo sempre
4055070$&
creduto nel voler investire sulla
formazione dei nostri maestri
perché l’approccio con il malato
avvenga nel miglior modo possibile senza condizionamenti e
con il solo scopo di stimolare la
collaborazione efficace del paziente.
t %BJ OPTUSJ RVFTUJPOBSJ QTJDPlogici è emerso che i pazienti
oncologici della testa e del collo
vedono al primo punto delle loro
necessità la famiglia. È ovvio
che quando “l’animale uomo” è
ferito si ritiri nella propria tana
per trovare nuova energia. Occorre quindi che la comunicazione diventi efficace, anche e
soprattutto, per i familiari, sia da
parte della classe medica che del
maestro-rieducatore. Se il momento terapeutico ospedaliero
si riduce al minimo indispensabile, è ovvio che il “vuoto” comunicativo-assistenzale debba
essere colmato dal terzo settore
con i suoi volontari preparati e
con i suoi opuscoli didascalici
come “Il ritorno a casa”. Ci risulta che in alcuni centri questo
non accada e che l’approccio
al paziente avvenga in maniera
spontaneistica e non codificata
secondo i parametri della corretta comunicazione. Ricordo a tale
scopo che è patrimonio di ailar
l’aver messo a punto un protocollo di corretta comunicazione
tra maestro-rieducatore, paziente laringectomizzato e familiari.
Quando l’impatto è negativo in
partenza, si corre il rischio che il
paziente si isoli, che non riesca
a sviluppare la spinta volitiva
t53*.&453&*
13
SANITÀ & SALUTE
necessaria e che venga emarginato in famiglia. Sono note
delle situazioni dove il laringectomizzato è stato abbandonato
dai propri familiari e sono note
anche morti per suicidio.
La nostra associazione non può
tollerare più questo. Anzi sarà
chiamata a vigilare maggiormente su queste tristezze e a cercare di poterle prevenire facendo presente che il “cancro non
è contagioso” e che il paziente
può essere completamente riabi-
litato alla vita.
Il futuro ci vedrà coinvolti in prima linea in un momento storico
dove alla famiglia tradizionale
si sono affiancate delle unioni di
fatto di tipo debole.
Dott. Maurizio Magnani
I dolcificanti
Naturali o artificiali
purché con cautela
Il saccarosio (zucchero comune)
è il dolcificante più utilizzato e
il suo consumo nei paesi occidentali è cresciuto notevolmente
a partire dal secolo scorso. Ha
un notevole potere calorico (4
kcal/g) e un uso eccessivo può
favorire l’insorgenza di alcune
patologie quali l’obesità e il
diabete mellito, oltre che essere la causa principale della
carie dentaria. Il saccarosio è la
sostanza che costituisce, quasi
interamente, sia lo zucchero di
barbabietola che quello di canna. Quest’ultimo non viene raffinato, ha un caratteristico color
miele e sapore aromatico e il suo
potere calorico è uguale a quello
dello zucchero di barbabietola.
Negli ultimi decenni si sono resi
disponibili dei dolcificanti alternativi allo zucchero; possono essere naturali o di sintesi.
CARATTERISTICHE DEL
DOLCIFICANTE OTTIMALE
t1PUFSFEPMDJmDBOUFTPWSBQQPOJbile a quello dello zucchero,
rapidamente percepibile e persistente
t"TTFO[BEJSFUSPHVTUP
t*ODPMPSFFJOPEPSFJOTPMV[JPOF
t4UBCJMFEBMQVOUPEJWJTUBDIJNJco e termico
14
t 5 3 * . & 4 5 3 & *
t/POUPTTJDP
TIPI DI EDULCORANTI
Naturali: fruttosio (levulosio),
destrosio, polialcoli (sorbitolo, xilitolo, mannitolo), miele,
sciroppi di amido.
Artificiali: aspartame, saccarina, ciclamati, acesulfame, sucralosio.
Gli edulcoranti naturali hanno
un potere dolcificante simile
a quello del saccarosio e favoriscono la carie dentaria (ad
eccezione dello xilitolo) anche
se in misura inferiore rispetto
allo zucchero.
Gli edulcoranti sintetici o semisintetici hanno, rispetto al saccarosio, un potere dolcificante
molto maggiore e vengono quindi impiegati in quantità molto
basse; il loro apporto energetico
è quasi nullo.
L’Istituto nazionale di ricerca
per gli alimenti e la nutrizione
sconsiglia l’uso dei dolcificanti
artificiali fino al terzo anno di
età e durante la gravidanza e
l’allattamento. Particolare attenzione va riservata ai bambini di età superiore ai tre anni:
l’eventuale somministrazione di
prodotti contenenti dolcificanti
deve avvenire con cautela.
4055070$&
Per quanto riguarda la possibile
tossicità delle sostanze edulcoranti, viene definita la DGA
(dose giornaliera accettabile che
si misura in mg di sostanza/kg
di peso corporeo/die). La DGA
indica la quantità massima di
dolcificante che può essere assunta con sicurezza nelle 24 ore:
per garantire la massima sicurezza di questi prodotti la DGA
è molto inferiore rispetto alla
minima dose che può dare effetti
tossici nell’uomo. Per calcolare
la quantità di dolcificante che
si assume nel corso della giornata bisogna considerare tutti i
prodotti assunti contenenti quel
tipo di edulcorante (es. prodotti
“light”).
Il fruttosio (o levulosio)
È uno zucchero contenuto nella
frutta. Ha una bassa cariogenicità. L’apporto calorico è di
4 kcal/g e il suo potere dolcificante è circa 1,5 volte superiore a quello del saccarosio: ciò
consente un risparmio calorico
minimo.
Il fruttosio è del tutto innocuo
(per questo non è stata stabilita
la DGA) ma in quantità elevate
può causare disturbi gastrointestinali. E’ presente in molti ali-
SANITÀ & SALUTE
menti specifici per diabetici, dato
che il suo metabolismo è indipendente dall’insulina. Tuttavia
va considerato che oltre i 40 g/
die anche questo zucchero viene
trasformato in glucosio. È bene
che le persone diabetiche non
oltrepassino questo limite massimo di assunzione giornaliera.
La sua resistenza al calore ne
permette l’utilizzo in alimenti di
cottura.
I polialcoli
Fra i più utilizzati nell’industria
alimentare sono: mannitolo, sorbitolo, xilitolo.
Hanno un potere dolcificante
uguale o di poco superiore al
saccarosio ma non sono generalmente cariogeni e vengono
pertanto utilizzati in caramelle e
chewing-gum “senza zucchero”.
Il loro metabolismo è indipendente dall’insulina: sono quindi
indicati nelle persone diabetiche.
L’assunzione di queste sostanze,
soprattutto in quantità elevate
può determinare un effetto lassativo.
Il mannitolo ha una scarso potere edulcorante ed è utilizzato
per lo più come lassativo. Ha
una DGA di 50 mg/kg/die.
Il sorbitolo ha un potere edulcorante inferiore al saccarosio e
generalmente non viene utilizzato da solo, ma in associazione
alla saccarina per mascherarne il
retrogusto metallico. Ha le stesse
calorie per grammo del saccarosio ma, non essendo assorbito
dal tratto digerente, risulta ipocalorico. Possiede bassa cariogenicità e presenta effetto lassativo (alla dose di 50 mg/die).
Non è stata fissata la DGA.
Lo xilitolo è impiegato nei prodotti per l’igiene e la salute dei
denti grazie alla sua completa
acariogenicità. Ha un potere
dolcificante pari a quello del
saccarosio.
L’aspartame (E951)
È il dolcificante, alternativo al
saccarosio, più noto e utilizzato
grazie al suo elevato potere edulcorante (200 volte superiore al
saccarosio) e all’assenza di retrogusto amaro. Non è cariogeno e non influenza la glicemia (è
indicato nei diabetici). Il potere
calorico è pari a quello del saccarosio (4 kcal/g) ma, poiché è
consumato in quantità bassissime, non incide sulle calorie
ingerite. Tuttavia non può essere
impiegato nei cibi che richiedono cottura dato che a temperature elevate si altera e perde il
potere edulcorante. È controindicato nelle persone affette da
fenilchetonuria poiché contiene
l’aminoacido L-fenilalanina.
L’aspartame è stato oggetto di
numerose controversie.
Diversi studi sull’aspartame in
animali da laboratorio hanno
evidenziato la comparsa di tumori a seguito dell’assunzione
orale di questo dolcificante, ma
nessuno studio ha dimostrato un
rapporto causa-effetto tra questi
fenomeni, né ha potuto definire
il meccanismo d’azione di una
eventuale tossicità. Anche studi
epidemiologici su persone utilizzatrici di questo dolcificante
non hanno evidenziato problemi
di tossicità.
È dunque considerato un dolcificante sicuro e ha una DGA
piuttosto elevata (40 mg/kg peso
corporeo/die).
La saccarina
Ha un potere edulcorante circa
500 volte superiore al saccarosio, non viene metabolizzata
dall’organismo e quindi non
4055070$&
fornisce calorie. Può essere
utilizzata nei cibi che vengono
sottoposti a cottura, poiché è
stabile al calore. È caratterizzata
tuttavia da un retrogusto metallico e amaro poco gradevole; per
ovviare a questo inconveniente,
nei prodotti commerciali viene
spesso associata ad altri dolcificanti. La DGA della saccarina
è 2,5 mg/kg/die. È controindicato l’uso nei bambini e nelle
donne in gravidanza. Negli anni
‘70 studi negli animali avevano
fatto sorgere il dubbio che la
saccarina fosse cancerogena,
ma a tutt’oggi nessuno studio
nell’uomo ha confermato questa
ipotesi.
L’acesulfame(E950)
L’acesulfame potassico dolcifica circa 200 volte più dello
zucchero ed è privo di retrogusto amaro. Essendo stabile alle
temperature elevate può essere
utilizzato in cibi che vanno cotti.
Poiché non viene metabolizzato
dall’organismo non fornisce
calorie; è inoltre aca-riogeno.
La DGA è di 9 mg/kg/die e,
nell’ambito delle dosi raccomandate, è considerato sicuro
dal punto di vista tossicologico.
I ciclamati
Si utilizzano il ciclamato di
sodio e il ciclamato di calcio.
Queste sostanze sono dalle 25
alle 50 volte più dolci dello zucchero, sono stabili al calore e
sono acariogene.
I ciclamati sono generalmente
impiegati in associazione ad
altri edulcoranti in particolare
nei prodotti “light”. Il ciclamato di sodio è da evitare se si
sta seguendo una dieta a basso
tenore di sodio e può interagire
con alcuni antibiotici riducendone l’assorbimento. La DGA
t53*.&453&*
15
SANITÀ & SALUTE
è di 7 mg/kg/die. Alcuni paesi,
come gli Stati Uniti e la Gran
Bretagna, hanno vietato l’uso di
questi prodotti, dato che vi sono
alcuni dubbi sulla assenza di tossicità nel loro uso.
Il sucralosio (E955).
È 320–1000 volte più dolce del
saccarosio. È termostabile e
insensibile ad un ampio range
di pH. Può quindi essere usato
per i dolci da forno o in prodotti
che richiedono di conservarsi a
lungo. Il sucralosio viene quasi
sempre venduto in confezioni in
cui viene addizionato con altri
dolcificanti in modo di ottenere
un prodotto che abbia, a parità di
potere dolcificante, all’incirca lo
stesso volume e la stessa consistenza dello zucchero.
Questo perché il sucralosio è
quasi 600 volte più dolce dello
zucchero da tavola. Inoltre in
forma di prodotto puro e asciutto
il sucralosio è meno stabile alle
alte temperature di quanto non
sia in miscuglio o in soluzione
con le maltodestrine.
La DGA è di 9 mg/kg/die.
Dr.ssa Eva Draghi
Farmacista
Unità Operativa Assistenza
Farmaceutica Territoriale
Azienda Ulss 17 Monselice
Indagine e iter diagnostico nelle prime vie V.A.D.S.
La storia dell’otorinolaringoiatria
non ha radici molto lontane; la
sua origine come specialità ha
circa un secolo.
Il ritardo nello studio e nell’apprendimento di questa disciplina è stato determinato da
diversi fattori tra cui:
t-BOBUPNJBEJRVFTUJEJTUSFUUJÒ
complessa in quanto irregolare e
situata in cavità prive di luce.
t -B NBODBO[B EJ BQQSPQSJBUJ
strumenti di indagine e di facile
impiego nella pratica clinica quotidiana.
t -BEFHVBUB GPOUF MVNJnosa (fino il 1850-1900
veniva utilizzata solo la
luce solare o quella delle
candele, solo più tardi
venne introdotta la luce
da corrente elettrica).
I primi studi anatomici
di questi distretti sono
databili intorno al 1600
ma poi furono interrotti
e proibiti per motivi politici. Si
deve attendere fino circa il 18501860 per una indagine più approfondita delle fosse nasali, dei
seni paranasali, del rinofaringe,
dell’orofaringe, dell’ipofaringe,
della laringe e del collo.
Queste strutture anatomiche
16
t 5 3 * . & 4 5 3 & *
sono morfologicamente irregolari e anfrattuose, situate profondamente in cavità non illuminate naturalmente ed escluse
dalla possibili-tà di una corretta
visione diretta per vie naturali.
In queste condizioni, in cui
l’esame clinico risulta disagevole non solo per fattori anatomici, ma anche per componenti
reattive funzionali, l’adozione di
tecniche strumentali rappresenta
una prima necessità.
L’iter diagnostico terapeutico di
un qualunque paziente è costituito di tre momenti di fondamentale importanza.
1. ANAMNESI
È il momento iniziale durante il
quale si raccolgono il maggior
numero di informazioni sul
4055070$&
paziente; si interroga il paziente
sulla sua condizione di salute
recente e passata e sullo stato di
salute della famiglia.
In questo ramo della medicina,
ascoltando la voce del paziente
è già possibile avere delle indicazioni riguardanti il problema
del soggetto, quindi è molto importante usare l’udito come strumento per l’anamnesi.
2. ESAME OBIETTIVO
Cioè la visione del cavo orale:
è importante farlo con
cura e senza fretta (far
alzare e spostare a destra
e a sinistra la lingua, invitare il paziente a dire
“aaaaa…....”, palpare il
collo bimanualmente...)
per poter individuare
anche le lesioni più piccole e nascoste.
3. ESAME STRUMENTALE
L’utilizzazione di strumentazione per la diagnosi e la
cura.
Dott. Grazia Pisano
Dirigente Medico
U.O. di ORL
Presidio Operativo
di Cremona
“SPECIALE” PER VOI
w5BOUP*PTPDIFOPOTPOPTPMPw
Le parole del medico
possono essere una terapia
Quante volte
mi sono sentito ripetere
di fronte alla
proposta di
una terapia
chirurgica o
medica: «Per me è finita! Così
non mi accetterò mai. Non voglio respirare dal buco in gola».
È indubbio che le persone colpite da patologia tumorale della testa e del collo e sottoposte
a interventi mutilanti o trattamenti chemioterapici invalidanti, possano sentirsi emarginati,
esclusi dalle dinamiche sociali.
I pazienti si confrontano con la
propria fragilità, ma soprattutto
con la paura del giudizio degli
altri. E quando improvvisamente, dopo una vita di buona salute, ha l’impatto con il tumore,
in quel preciso momento, l’uomo moderno si rivela “uguale”
all’uomo delle caverne: debole e
indifeso. La debolezza porta ad
un calo di autostima che a sua
volta conduce ad un isolamento
emotivo e ad evitare o alterare i
rapporti interpersonali. Si possono spiegare così certi atteggiamenti di abbandono dei centri di
rieducazione alla parola. «Sono
vecchio… Sono debole… Ormai », sento ripetere da quei pazienti che si emarginano da soli.
Ma sono luoghi comuni, da sfatare, ai quali ribatto che la vita,
comunque sia, è pur sempre una
sfida che vale la pena di essere
vissuta in tutti i suoi momenti,
tenendo sempre accesa la fiammella della speranza. “E quando
penso sia finita è proprio allora
che comincia la salita” ci ricorda Antonello Venditti e conclude
“Che fantastica storia è la vita”.
I cantautori sono come i poeti
trovatori di un tempo lontano;
sanno raccontare le sensazioni
e dare corpo ai pensieri di molti
di noi. Jovanotti, un altro cantautore “moderno”, afferma la
propria fiducia e la speranza di
fronte alle avversità: “…tanto lo
so che non sono solo…”. Ecco,
quindi, ritornare prepotentemente la necessità di poter contare
su un’associazione di volontariato matura, capace di offrire
rieducatori preparati, nel gestire
percorsi di recupero culturale e
dissipare i pregiudizi sull’handicap, figli dell’ignoranza. Ricordate Cochi e Renato: “E, la
vita la vita / e la vita l’è bela,
l’è bela / basta avere l’ombrela….”? Giusto: basta ripararsi. Il
vostro riparo potete trovarlo con
l’ailar di Milano, l’A.O.I.M.d.V.
del Veneto e la FIALPO nazionale. Non fate della solitudine
un’arma di difesa, parlate al “futuro”, pensate “positivo”: la vita
è un miracolo che non deve mai
finire di stupire.
Dott. Maurizio Magnani
Quando l'ansia diventa paura
Attenti alle sfumature: ansia o depressione?
Come ho anticipato nel precedente articolo,
quando in un
soggetto ansioso si aggiunge
la variante di un evento stressante (lutto, separazione, malattia),
scatta la paura. Ovvero l’ansia
trova un oggetto responsabile
e che aumenta la gravità dello
stato psicologico. Nel caso della paura, a differenza dell’ansia,
si deve ragionare sul dato reale.
Ecco perché la paura dell’intervento è più che logica: l’oggetto
responsabile diventa l’intervento che è un dato reale. Tanto
maggiore è lo stato di malattia,
tanto più aumenta la paura, vista l’incognita dei risultati. La
paura è anche contagiosa sia a
livello di macro sistemi-relazione sociale, sia a livello di micro
sistemi-organico. Con ciò si intende: sia su grande scala, sia su
4055070$&
scala individuale. Per capirsi, in
una ressa qualcuno comincia a
gridare, per uno strano “effetto
domino”, si scatenano reazioni
esagerate. Ne sia esempio negli
stadi, ai concerti, ecc. Sul piano organico, del corpo, è stato
dimostrato con esperimenti che
la paura abbassa le difese del
sistema immunitario, compromettendo o complicando il proprio benessere. Ne deriva che
la motivazione alla guarigione
t53*.&453&*
17
“SPECIALE” PER VOI
e alla ripresa della quotidianità ritarderanno, rallenteranno e
diminuiranno la qualità di vita.
Basti pensare come una caduta
del tono fisico abbia come riflesso un abbassamento della motivazione. A questa considerazione ben si associa una ricerca
di Cooper L. C. (1986) in cui è
dimostrato che i soggetti affetti
da patologie oncologiche, sul
piano emozionale hanno una
ridotta abilitità a far fronte
all’evento stressante. Si intende così, che il piano emotivo, in
una condizione di malattia del
genere, non sia più sufficiente
a gestire un evento stressante
che si assommi alla già precaria
condizione esistenziale. È fondamentale capire che non esiste
un evento stressante di per sé.
Esiste piuttosto il modo soggettivo di percepirlo, ossia il modo
cambia da individuo a indivi-
duo. Gli uomini sono disturbati
non dalle cose, ma da come le
vedono! Così, per alcuni il livello dell’evento stressante pare devastante, per altri invece appare
sopportabile! Per completare il
quadro vi posso mostrare come
gli aspetti depressivi rendano gli
individui più sensibili all’ansia. In questo caso le persone si
perdono nei propri pensieri. Si
tratta di tipi di pensiero particolari: oziosi, di elucubrazione,
con scarso interesse per gli altri
ed elevata preoccupazione per se
stessi. Questo particolare aspetto
deve essere ben considerato da
coloro che si occupano della misurazione attraverso test, poiché
può dar luogo a mal interpretazioni rispetto al problema: sembra ansia invece è depressione!
In conclusione chiunque valuti o
sia interessato a questo particolare aspetto deve porre massima
attenzione alle sfumature. Qualora ad un paziente sia richiesto
di descrivere come si sente dopo
la diagnosi, prima dell’intervento o quando inizia la riabilitazione, va capito a quale categoria
sia riconoscibile. Questo serve
a facilitare gli operatori nel processo di cura. Infatti, inquadrare
o valutare correttamente lo stato psicofisiologico del paziente
sarà utile nell’adesione al trattamento (“compliance”).
Per ora si può iniziare ad intuire
quanto accade ad un sistema personale o familiare quando domina l’ansia. Suppongo che per il
processo di identificazione qualche lettore ritrovi modi passati o
presenti di reagire al “male”. Mi
riservo di spiegare quali soni gli
strumenti per poter organizzare
emozioni tanto potenti da spingere verso il danno.
Dott.ssa Monica Cielo
-BUSBDIFPBTQJSB[JPOF
Consigli per una corretta procedura
Ho accolto
con molto
piacere la
proposta di
“bypassare” le mie
conoscenze di infermiera. Ho ripensato
alle domande che mi rivolgete
più spesso, ma soprattutto ho rivisto i vostri sguardi smarriti in
molte occasioni. In base alla mia
esperienza cercherò di aiutarvi a risolvere le incertezze e di
appianare le ansie, spesso ingigantite dal “non sapere”. Come
primo argomento parlerò di:
TRACHEOASPIRAZIONE.
Ma cos’è la tracheoaspirazio-
18
t 5 3 * . & 4 5 3 & *
ne? È la procedura che serve a
liberare dalle secrezioni la tracheostomia (collegamento della
trachea con l’esterno) e le vie
aeree. Gli studi condotti nei vari
anni, hanno rilevato che per i
pazienti questa procedura può
essere dolorosa e provocare,
quindi, un senso di ansia. Dato
che, in particolare i neo operati, hanno copiose secrezioni, di
conseguenza le aspirazioni sono
frequenti. C’è da premettere che
la tracheoaspirazione va eseguita
solo se lo stoma è evidentemente ostruito o se la respirazione è
difficoltosa.
Ecco alcuni consigli pratici per
una corretta procedura.
4055070$&
t µ JOOBO[JUVUUP JOEJTQFOTBCJMF
l’aspiratore, dato in dotazione gratuita dall’Ufficio Protesi
e Ausili dell’USL al momento
della dimissione dall’ospedale.
t1SJNBEJQSPDFEFSFBMMBTQJSB
zione è bene provocare dei colpi
di tosse allo scopo di smuovere
le secrezioni.
t -B NJTVSB EFM EJBNFUSP EFM
sondino deve essere la metà del
diametro della cannula. Se non
siete in grado di capire con esattezza o avete qualche dubbio sul
diametro che dovete utilizzare,
chiedete al vostro medico o a chi
ne ha competenza e, solo dopo
aver stabilito qual è, procedete
all’aspirazione.
“SPECIALE” PER VOI
t µ PQQPSUVOP OPO JOUSPEVSSF
troppo il sondino per evitare
possibili traumi alla trachea; una
volta inserito, estrarlo aspirando
contemporaneamente le secrezioni.
t 0HOJ BTQJSB[JPOF OPO EFWF
du-rare più di 10-15 secondi;
questo perché è una procedura
che non permette di respirare e
potrebbe causare un’ipossiemia
(riduzione di ossigeno). Per ovviare a ciò si rende necessaria
una iperossigenazione (aumento
di ossigeno) utilizzando prima e
dopo l’aspirazione un’apposita
mascherina per tracheostomia.
t6OBMUSPQSPCBCJMFSJTDIJPEF
rivante da frequenti tracheoaspirazioni, è una aumentata probabilità di infezione.
t1FSVOBOFDFTTBSJBFTDSVQPMP
sa igiene preventiva, consiglio
alcune istruzioni valide sia per il
paziente stesso che per il fami-
liare che lo assiste nella procedura: lavare le mani con acqua e
sapone neutro, asciugandole con
cura; se necessario raccogliere
i capelli; se si ha il raffreddore non avvicinarsi troppo al pa-
ziente e se possibile mettere una
mascherina di protezione; utilizzare il sondino il più possibile
pulito o togliendolo dalla custodia solo al momento dell’uso. È
opportuno posizionarsi al fianco
del paziente per evitare le secre-
zioni che potrebbe espellere involontariamente con un colpo di
tosse. Una domanda che spesso
mi viene rivolta, riguarda quali
sono i momenti più opportuni
per eseguire la procedura.
Rispondo che non c’è una regola ben precisa e valida per tutti
e che va eseguita secondo necessità. Un’altra domanda è per
quanto tempo sarà necessario
continuare l’aspirazione.
Rispondo che la necessità di dover eseguire la tracheoaspirazione è variabile. In alcuni casi la
durata può essere non più di due
/tre mesi, in altri può richiedere
più tempo, in altri rari casi, può
protrarsi piuttosto a lungo. Comunque, una volta acquisita la
procedura, tutto diventa più facile, apprezzando certamente il
sollievo che vi procura.
Giada Cerminara
Botta e risposta
Le domande più frequenti e le risposte più corrette
per la vita di tutti i giorni
t Il tracheostoma deve essere
sempre protetto?
Certamente! Va sempre tenuto
protetto con bavaglino integrato
da un filtro (naso artificiale) che
svolge l’importantissima funzione di filtraggio dell’aria e
nello stesso tempo ne consente
il passaggio. È bene indossarlo
giorno e notte. Ricordarsi di risciaquare molto bene il bavaglino, perchè la presenza di detersivo potrebbe irritare la cute.
tÈ possibile abbronzarsi?
Si ma con precauzione. Ricordiamoci che il tracheostoma
espone direttamente la mucosa
agli agenti esterni, aria, acqua,
granelli di sabbia oppure polveri, ma anche fonti di calore,
come il sole, che asciugano la
mucosa stessa. È pertanto consigliabile tenere il tracheostoma
sempre protetto; è sufficiente il
bavaglino, che impregnato di
acqua e poi strizzato, fungerà
da ottimo naso aggiunto. Particolare attenzione è rivolta a chi
è stato sottoposto a terapia radiante: l’esposizione diretta ai
raggi solari finirebbe per riaccendere il fuoco appena sopito
delle radiazioni. In questo caso
l’esposizione diretta al sole
4055070$&
sarebbe dannosissima, quindi
servono maggiori precauzioni
per il collo e per il tracheostoma.
tCome regolarsi quando si fa
la doccia o il bagno?
In linea di massima è preferibile
la doccia con il soffione staccabile e orientabile (“a telefono”).
Per il bagno nella vasca: stare
seduti, mai sdraiati. È distensivo
e salutare per i vapori caldoumidi, in particolare se si aggiungono sostanze balsamiche.
t Come meglio comportarsi,
quando ci si rade?
Se si usa il rasoio elettrico, è
t53*.&453&*
19
“SPECIALE” PER VOI
bene munirsi di un asciugamano
per evitare che i peli finiscano
in trachea. Se si utilizza il sapone da barba passa partire dal
basso tenendo sempre protetto il
tracheostoma.
tE quando laviamo i capelli?
Si tiene la testa abbassata in
avanti proteggendo il tracheostoma con una salvietta di spugna.
t Si sa che “camminare” fa
bene, ma come?
Meglio canminare con passo
tranquillo e comunque evitando
di ansimare.
tSi puà mangiare di tutto?
Tenendo ben presente di non eccedere, si può mangiare di tutto.
L’importante è che gli alimenti
o le bevande non siano troppo
calde o troppo fredde.
t L’intervento condiziona la
posizione del capo?
Si, dopo l’intervento si apprezza una proiezione in avanti del
capo e del rachide cervicale,
prevale il tono muscolare dei
piccoli pettorali che proiettano
in avanti le spalle; ne risulta
un atteggiamento posturale di
tipo cifotico che predispone al
dolore in prossimità della ferita
chirurgica.
t È normale una impotenza
funzionale del braccio?
Sì: l’intervento dal lato sottoposto a svuotamento latero cervicale, residua una impotenza
funzionale dell’arto più o meno
accentuata.
tCome si recupera la funzionalità del braccio e della spalla?
Con un adatto trattameto fisiatrico per scongiurare l’evoluzione
verso la periartrite o una cervicalgia cronica.
tQuando è più opportuno iniziare la rieducazione fonetica?
Solo se o quando si è superato lo
stato di angoscia che segue alla
presa di coscienza della mutata
situazione. Il laringectomizzato
deve prendersi tutto il tempo che
gli è necessario. Sappia che sarà
sempre ben accolto nella scuola
di rieducazione.
t Esiste un termine entro il
quale si impara a parlare?
Assolutamente no. Non esistono
scadenze e soprattutto non bisogna demoralizzarsi se non si
parla già dai primi giorni. È
importante non lasciarsi condizionare dalle difficoltà incontrate; l’eruttazione rappresenta
l’ultimo anello di una catena
che inizia con il rilassamento
e la ginnastica e che richiede
calma e pazienza. Se mi viene richiesto un parere, sconsiglierei
il più possibile di bisbigliare, è
molto meglio scrivere. Occorre
tempo e disponibilità d’animo;
ogni precipitazione ha effetti
negativi, talvolta persistenti e
difficili da correggere più il tempo passa.
t Sono utili degli esercizi di
preparazione?
Non solo sono utili, ma necessari. Alcuni esercizi riguardano
la respirazione diaframmatica,
altri sono volti a elasticizzare il
più possibile i tessuti del collo,
soprattutto se all’intervento è
stata associata la radioterapia,
altri ancora servono a tonificare
la lingua, le labbra, le guance e
il volto.
Elaborazione da
“Dopo la laringectomia”
Dott. Massimo Duca
riguarda la conoscenza dell’uso
corretto e degli effetti secondari.
t-BiNBQQBUVSBwDPOUSPMMP
EFJ
nei da parte del dermatologo,
valutando anche le parti meno
esposte come, ad esempio. le
piante dei piedi, è fondamentale.
La dovrebbero fare tutti; in particolare è obbligatoria per chi ha
la pelle chiara, molti nei e famiMJBSJUË DPO JM UVNPSF t i%JNNJ
come scrivi e ti dirò come stai”.
Da una singolare ricerca è emerso che l’alterazione della consueta grafia potrebbe evidenziare
disturbi cardiaci o addirittura anticipare le malattie di Alzheimer
e il morbo di Parkinson. E ciò
sarebbe riscontrabile nelle vocali “a” e “o”. Nel mondo medico
si prendono le dovute distanze,
tuttavia si ammette che la teoria
potrebbe essere la base per la
pre diagnosi. Si è riscontrato, ad
esempio, che gli alcolisti hanno
una grafia più ampia rispetto alla
normalità.
Le “brevi”
t -B DMPXOUFSBQJB GPSUFNFOUF
sostenuta dal Primario Roberto Spinato e dal collaboratore
Alessandro Abramo, è attiva nel
reparto di ORL dell’Ospedale di
Mirano. La presenza del “doctor
clown” in corsia, facilita il processo di guarigione post-operatoria sia nei bambini che negli
BEVMUJ t (MJ *UBMJBOJ EB VOJOdagine effettuata sui cittadini di
varie età ed estrazione sociale di
27 paesi europei, sono risultati i
maggiori consumatori di antibiotici, ma al 17° posto per quanto
20
t 5 3 * . & 4 5 3 & *
4055070$&
La Redazione
INFORMAREGIONE
Agevolazioni fiscali
Come usufruire della riduzione dell'aliquota IVA al 4%
Fac-simile di prescrizione autorizzativa e certificazione che il medico specialista dell’Azienda USL
deve redigere ai fini dell’agevolazione IVA.
Azienda USL n°……
Azienda USL n°……
Data, ………
Data, ……….
Si certifica che il Sig. ……………………………,
affetto da disabilità del linguaggio, può avvalersi di
…………………………………………………
per il miglioramento della comunicazione e delle
relazioni interpersonali.
Timbro e firma
del medico specialista
Prot. :……….
Oggetto: Prescrizione autorizzativa ai sensi
dell’articolo 2 comma 2 del Decreto 14 marzo
1998 (pubblicato sulla Gazzeta Ufficiale n° 77
del 2 aprile 1998) ai fini dell’applicazione dell’aliquota IVA ridotta su cessioni e importazioni dei
NOTA BENE
sussidi tecnici ed informatici rivolti a facilitare
l’autosufficienza e l’integrazione dei soggetti por- Per attivare l’autorizzazione alla richiesta, oltre alla
prescrizione e alla certificazione, devono essere
tatori di handicap.
allegati il verbale di invalidità civile o il certificato
Si certifica che …………………….. nato a …….. di situazione di handicap, copia del documento
provincia di…….……………….il…...………….. di identità e codice fiscale. Sulla fattura rilasciata
affetto da………………presenta una invalidità dal rivenditore, va indicato “Aliquota IVA al 4%
ai sensi dell’art. 2, comma 9, del D.L. 31/12/96
funzionale permanente caratterizzata da :
n° 669 convertito dalla legge 28/2/97 n° 30”. Inmenomazione motoria
oltre è possibile scalare dalle imposte dovute allo
menomazione sensoriale
Stato, il 19% della somma pagata per l’acquisto di
menomazione del linguaggio
e necessita di utilizzare i seguenti dispositivi o ap- sussidi tecnici informatici (art. 2 comma 1 D.M.
parecchiature quali sussidi tecnici ed informatici 14/3/98).
rivolti a facilitarne l’autosufficienza e l’integrazi
one:………………………………………………
…………………………………………
Tali sussidi sono finalizzati:
assistere la riabilitazione
facilitare la comunicazione interpersonale
l’elaborazione scritta o grafica
il controllo dell’ambiente
l’accesso alla informazione e alla cultura
Visto il collegamento funzionale fra la tipologia
della menomazione e il sussidio tecnico, si rilascia
la presente prescrizione autorizzativa su richiesta
dell’interessato e per gli usi consentiti.
Medico specialista …………………………….
Azienda USL n° ……
4055070$&
t53*.&453&*
21
INFORMAREGIONE
Gli uomini della sanità
Può essere utile conoscere il nome
di chi è al vertice della propria USL
Direttori generali
Antonio Campostella (Usl 1 Belluno)
Bortolo Simoni (Usl 2 Feltre)
Valerio Alberti (Usl 3 Bassano)
Ermanno Angonese (Usl 4 Thiene)
Renzo Alessi (Usl 5 Arzignano)
Antonio Alessandri (Usl 6 Vicenza)
Angelo del Favero (Usl 7 Pieve di Soligo)
Renato Mason (Usl 8 Asolo)
Claudio Dario (Usl 9 Treviso)
Paolo Stocco (Usl 10 San Donà)
Antonio Padoan (Usl 12 Venezia e 14 Chioggia)
Arturi Orsini (Usl 13 Mirano)
Francesco Benazzi (Usl 15 Cittadella)
Fortunato Rao (Usl 16 Padova)
Giovanni Pavesi (Usl 17 Este)
Adriano Marcolongo (Usl 18 Rovigo)
Giuseppe Dal Ben (Usl 19 Adria)
Maria Giuseppina Bonavina (Usl 20 Verona)
Daniela Carraro (Usl 21 Legnago
Alessandro Dall’Ora (Usl 22 Bussolengo)
Adriano Cestrone (Az. Osp. Padova)
Sandro Caffi (Az. Osp. Verona)
Pier Carlo Muzzio (Ist. Oncologico Veneto)
Da “CORRIERE di VERONA” 03-02-2011
22
t 5 3 * . & 4 5 3 & *
4055070$&
RUBRICHE
Pensioni
Requisiti per la totalizzazione
t 65 anni di età o 40 anni di contributi
tAver versato minimo 20 anni di contributi
tFacoltà di cumulo in tutte le assicurazioni obbligatorie con minimo versamento di 3 anni
A) PER DIPENDENTI
Anno di pensionamento
Dall' 1/1/2008
Al 30/6/2009
Dall'1/7/2009
Al 31/12/2010
Dall'1/1/2011
Al 31/12/2012
Dall'1/1/2013
Minimo di contributi
più età
35+ 58 anni
Anni di contributi
senza età
40
Quota 95
(età minima 59 anni)
Quota 96
(età minima 60 anni)
Quota 97
(età minima 61 anni)
40
40
40
B) PER AUTONOMI
Anno di pensionamento
Dall' 1/1/2008
Al 30/6/2009
Dall'1/7/2009
Al 31/12/2010
Dall'1/1/2011
Al 31/12/2012
Dall'1/1/2013
Minimo di contributi
più età
35+ 58 anni
Anni di contributi
senza età
40
Quota 95
(età minima 59 anni)
Quota 96
(età minima 60 anni)
Quota 97
(età minima 61 anni)
40
40
40
Immobili
Ristrutturazioni
Spesa max 48.000 - 36% di recupero fiscale con richiesta al-l'
Ufficio Entrate di Pescara.
Non sono ammessi gli ampliamenti. Bonus 55% per risparmio
energetico tetto max spesa:
60.000. Per ambedue i bonus
il beneficio fiscale va recuperato
in 10 anni tramite Dichiarazioni
Fiscali.
Ampliamento
È ammesso il 20% max della
superficie esistente, elevabile al
30% con recupero energie alternative.
Condominio
La variazione millesimale è deliberata col 51% dei condomini
(prima era necessaria l' unanimità)
Eredità
Gli eredi hanno 10 anni per rivendicare i loro diritti. Le donazioni non possono superare la
quota disponibile (25-30%) per
4055070$&
non ledere la legittima.
Nomina Amministratore di sostegno
L'autorizzazione viene rilasciata
dal Giudice del Tribunale competente su istanza della parte interessata, a tutela spesso di minori, anziani, handicappati ecc.
allo scopo di evitare, in caso di
litigi spesso nelle successioni,
comportamenti in contrasto con
le leggi vigenti.
t53*.&453&*
23
INFORMASEZIONI - BELLUNO - PADOVA
S.O.S. antifumo
Smettere di fumare si può, anzi si deve
sensibilizzare già dalle scuole elementari
Il Primario dell’Unità Operativa
di pneumologia del San Martino,
il Dott. Gianmarcello D’Ambros,
richiama l’attenzione sul corso
dell’ULSS 1 che da dieci anni
svolge, con positivi risultati,
l’importante servizio sociale di
far smettere di fumare. Il vizio/
dipendenza del fumo - affermarappresenta un notevole aggravio sul sistema sanitario
nazionale per i costi necessari
alla cura di chi si ammala di
cancro ai polmoni, al distretto
testa e collo e di insufficienza
respiratoria, tutte patologie
legate all’eccesso di fumo.
Un aspetto particolarmente
preoccupante è l’abbassarsi dell’età media di ragazzi e ragazze
che iniziano a fumare. Il Dott.
D’Ambros individua un’interessante via comunicativa con i
giovani: utilizzare i loro stessi
modelli generazionali, compreso quello estetico, in quanto
il fumo rende la pelle brutta e
opaca.
Sottolinea i risvolti più
drammatici causati dal fumo:
patologie gravi e invalidanti
che costringono ad assumere
farmaci costosi e a sottoporsi
a continue terapie. La guerra
al fumo, come pure all’alcol e
all’obesità – raccomanda – deve
partire il più presto possibile,
già dalle scuole elementari. È un
bene per la salute e un risparmio
per il sistema sanitario.
Saturnino Frittelli
1BEPWBGFTUBEJ4BO#JBHJP
Mercoledì 16 febbraio, presso
l’Ospedale Sant’Antonio di Padova, si è svolta la festa di San
Biagio, organizzata dalla nostra
associazione in collaborazione con l’ULSS 16 di Padova e
l’unità Operativa Semplice di
Otorinolaringoiatria diretta dalla
dott.ssa Antonella Fede.
Prima di tutto abbiamo voluto
ricordare il Nostro Santo protet-
24
t 5 3 * . & 4 5 3 & *
tore con una Santa Messa, concelebrata da don Massenzio e da
don Cristiano Arduini, seguita
dalla benedizione della candelora.
La giornata è proseguita poi con
una conferenza svoltasi presso
l’aula della Direzione Sanitario
dal titolo “DISAGIO E DISABILITÀ COME RISORSA” il
cui relatore Don Cristiano Ar-
4055070$&
duini, Professore di Bioetica e
Direttore dell’Ufficio Diocesano per la Famiglia ci ha inviato
l’ampia sintesi che pubblichiamo alla pagina 41.
Alla nostra dottoressa FEDE, ed
alle sue collaboratrici, porgiamo
un ringraziamento particolare e,
a tutti, un arrivederci all’anno
prossimo.
Severino Pastore
INFORMASEZIONI - ROVIGO
Sotto il segno di San Biagio
Con rinnovato entusiasmo
In attesa di una “mano - voce”
Dopo un giustificato
“smarrimento” per un
vuoto che si era creato con la perdita di
Mario, l’Associazione
Oncologica Italiana
M.d.V. di Rovigo ha
voluto essere presente
alla “Festa” di San
Biagio 2011 a Verona, proprio come un
tempo, e con la graditissima occasione di
ritrovarci insieme.
Giovedì 3 febbraio,
per la ricorrenza del
nostro Patrono, Rovigo, con i suoi sedici
amici, durante la Santa
Messa presso la bella
chiesa di S.S. Nazaro
e Celso, si è sentita
accolta con particolare calore da Mons.
Giuseppe Vesentini,
Vicario del Vescovo.
Quale onore! Ci sembrava di rappresentare
anche quelle tante
care persone “assenti”, ma presenti e vive in altre “dimensioni”. La preghiera alla fine della
cerimonia, mi dava ragione: lo
sguardo di Amelia diceva tutto.
Ma, come in ogni incontro conviviale che si rispetti, il pranzo
ufficiale non poteva mancare.
Ci siamo ritrovati al ristorante
“Grappolo d’oro” di S. Pietro
Incariano in Valpolicella con
un menù davvero accattivante
che abbiamo molto apprezzato
nelle varie portate. In questa
aria di festa si sono instaurate
nuove conoscenze e rinsaldate
care amicizie, soprattutto fra
signore o mogli di operati: la
famiglia si stava allargando, ed
il nostro stimato Presidente ha
voluto pubblicamente sottolineare ancora una volta, qualora
ci fosse stato bisogno, il delicato
e importante ruolo delle mogli
per i nostri amici laringectomizzati... La sottoscritta modestamente ne andava orgogliosa. Il
terzo momento della giornata ha
4055070$&
visto protagonista
proprio la nostra
Rovigo con i suoi
maestri riabilitatori, insigniti di
una targa di riconoscenza per il
generoso contributo che continuano a dare nelle
relative
scuole:
per Trecenta al
maestro
Luigi
Cibin, per Porto
Viro al maestro
Ivano Casotto e al
maestro Alberto
Pellegrinelli, per
Rovigo al maestro Guido Candiani. Al Presidente
Sergio De Stefani
è stato donato un
segno di riconoscimento per aver
accettato con tanta
abnegazione l’onere della presidenza provinciale.
Complimenti a tutti! Rinvigoriti
dall’entusiasmo infuso così a
larghe braccia dal nostro Presidente regionale Adriano Zanolli,
al quale non deve mancare la
nostra infinita riconoscenza per
quanto ci continua a dare, ci
siamo sentiti tutti pronti ad affrontare il rinnovato cammino
per offrire il nostro contributo,
sempre e comunque, a chi si troverà al nostro fianco in attesa di
una "mano - voce” amica.
Antida Pavanello
t53*.&453&*
25
INFORMASEZIONI - ROVIGO
Consiglio Straordinario
Per eleggere il nuovo Presidente
e poter dire “ancora”
Tempo fa, nel ritrovarci e scambiarci le nostre riflessioni fra
amici e soci dei Mutilati della
voce, si finiva per premettere
quasi sempre la parola ”ormai”:
- ormai non c’è più lui (Mario),
- ormai non ci sono operati,
- ormai la sede non è più accogliente,..
Ormai .. ormai … Era una amarezza che ci rattristava e ci si
augurava che qualche “segno”
potesse accadere per “darci una
mossa”.
A stimolarci a ripartire con rinnovato entusiasmo è stato il
Presidente Adriano Zanolli. E
piano piano la parola ”ormai”
è stata sostituita dall’avverbio
“ancora”.
E così:
- ancora riusciamo a promuovere gite,
- ancora si iscrivono nuovi soci,
26
t 5 3 * . & 4 5 3 & *
- ancora le scuole di riabilitazione si reggono,
- la sede di Rovigo gode ora
di un nuovo bellissimo arredamento offerto da Verona, grazie
al “Progetto Coge” con il nostro
doveroso ringraziamento!
- ancora è stato eletto un nuovo
e degno Presidente da un Consiglio che vuole ripartire con
slancio e motivata passione .....
forse ereditati da Mario.
Le votazioni si sono svolte
sabato 5 febbraio 2011 con il se-
4055070$&
guente risultato:
PRESIDENTE SEGRETARIO
- De Stefani Sergio
V. PRESIDENTE TESORIERE
- Candiani Guido
CONSIGLIERI
- Cibin Luigi
- Salvan Gino
- Venturella Romano
REVISORI
- Casotto Ivano
- Pellegrinelli Alberto
“PROBIVIRI”
- Andretto Adriana
#BMMBSJO"OUJEB1BWBOFMMP
Agli eletti i nostri complimenti
e tanti auguri affinché la nostra
Associazione proceda sempre
per il meglio e contribuisca a
garantire una vita più serena agli
amici operati.
Sergio De Stefani
INFORMASEZIONI - TREVISO
La ricorrenza di San Biagio
In ospedale e al Santuario
per incontrare il nostro Patrono
Treviso 3 febbraio 2011
Anche quest’anno per il 3 febbraio ci siamo ritrovati per festeggiare San Biagio, "il nostro
Santo protettore di noi laringectomizzati". Presso il reparto
O.R.L. dell’ospedale di Treviso è stato allestito tutto
l’occorrente per poter celebrare una messa a favore
di tutti i presenti. Alle otto
di mattina ci siamo quindi
trovati in un buon numero
di laringectomizzati, e con
la presenza del Prof. Marchiori, della Prof.ssa Da
Mosto e dell’équipe medico
infermieristica dell’O.R.L.
abbiamo assistito alla Santa
Messa officiata dal parroco dell’Ospedale. Al termine,
prima della Benedizione, la signora Wanda una nostra amica
laringectomizzata, ha letto la
nostra preghiera. Alla fine il parroco ci ha benedetto la gola con
il rito delle candele incrociate.
Finito tutto questo, un piccolo
ristoro a base di cioccolata calda, caffè e the con un bel assortimento di pasticcini, ha concluso
il nostro ritrovo, e con i saluti
generali ci siamo lasciati tutti in
buona armonia e un po’ più ricchi spiritualmente.
Luciano Olivo
Montebelluna 3 febbraio 2011
Anche quest’anno il giorno 3 di
febbraio abbiamo celebrato la
ricorrenza di San Biagio, nostro
protettore. Devo partire da un
po’ di giorni prima in quanto a
Montebelluna, dove vado tutte
le settimane a fare scuola ai
nostri amici laringectomizzati,
parlando con il Sacerdote che opera presso il predetto Ospedale
ci siamo messi d’accordo di
andare al Santuario della Madonna del Covolo in comune
di Crespano del Grappa con
l’intenzione di partecipare a
una messa. Don Piero, questo è
il nome del Sacerdote, mi spiegava che la ricorrenza veniva
seguita da diverso tempo sempre dai laringectomizzati e dai
loro familiari che avevano a che
fare con l’Ospedale di Montebelluna. Lui riusciva a contattare Don Egidio, prenotando la
Messa. Don Egidio ha superato
brillantemente la laringectomia
totale adottando una valvola
fonatoria che gli permette di
officiare la Santa Messa. Altro contatto e invito, Don Piero
l’ha fatto al sacerdote che opera
presso l’Ospedale di Castelfranco Veneto Don Claudio, anche
lui conoscitore di noi laringectomizzati. Hanno concelebrato
4055070$&
la messa in modo semplice ma
molto significativo con parole
di comprensione e affetto verso
di noi. Sul finire della Messa
Don Egidio ha letto la no-stra
preghiera e sinceramente mi
ha fatto un effetto molto bello. L’avevo sentita in diverse
occasioni ma mai recitata da
un sacerdote, specialmente
se questi è un laringectomizzato.
Ben contenti, dopo la Messa, siamo andati al vicino
ristorante dove in buona
armonia abbiamo pranzato.
Alla fine ci siamo lasciati
con un arrivederci all’anno
prossimo. Non so se l’anno
prossimo ritorneremo o se
la ricorrenza la faremo presso il nuovo reparto di ORL
dell’Ospedale di Montebelluna,
in ogni modo ci ricorderemo
sempre del “Nostro” Santo
Protettore, S. Biagio.
PROMEMORIA
In occasione del ritrovo del
27 marzo p.v. ricordiamo ai
soci non ancora in regola con
il tesseramento per l’anno
2011, la possibilità di poterlo
fare presso gli appositi banchetti allestiti appositamente.
Nell’occasione dell’incontro
farò un breve resoconto della
gestione dell’anno 2010.
Vi attendiamo numerosi.
Variazione al programma 2011
La gita in programma l’8 maggio, viene spostata al 15 maggio.
Efrem Carraro
t53*.&453&*
27
INFORMASEZIONI - VENEZIA
Quando i Consiglieri... consigliano
Stare insieme fa bene
a noi e all'Associazione
3 Febbraio 2011 - Abbiamo
pregato e onorato il nostro protettore S. Biagio nella Cappella
dell’Ospedale all’Angelo di Mestre. È stato poi offerto ai soci il
pranzo in un accogliente agriturismo, dove molti hanno acquistato le specialità del posto.
4 Febbraio - Si è svolta presso la
sede una riunione di Consiglieri
per individuare alcune iniziative
di socializzazione. Il compito
di redigere il verbale è stato affidato al Consigliere Mario De
Marchi. Ecco le iniziative che vi
coinvolgono più direttamente e
che realizzeremo presso la sede:
t QSPJF[JPOJ EJ mMNDPNNFEJF
documentari, partite a carte,
tombolate, ballo, ecc. Auspicabile l’ascolto di musica. Il primo
incontro è previsto entro aprile
t FTQPTJ[JPOF EJ QSPCMFNBUJDIF
personali anche con la presenza
di un medico e/o psicologa; in
mancanza della figura professionale, il Presidente (o un suo
incaricato) si farà portavoce con
JMNFEJDPEJDPNQFUFO[BtTPOP
stati inoltre previsti incontri con
le due figure portanti della rieducazione fonetica: logopedista
FNBFTUSPSJFEVDBUPSFtJODPOUSP
ogni 20/30 giorni di solo “soce”
volontarie al fine di rinsaldare
ancor più lo spirito di socializzazione e di cogliere attraverso
loro difficoltà o proposte.
16 - 17 - 19 - 28 Febbraio e 2
Marzo - Queste le tappe della nostra campagna antifumo
“Non bruciarti la vita” presso le
scuole medie “Giulio Cesare” a
Mestre e “De’ Conti” a Chiog-
28
t 5 3 * . & 4 5 3 & *
gia, con un totale di 15 classi.
21 Febbraio - Assisto al previsto
incontro, tutto al femminile, per
valutare le proposte di socializzazione esposte dai Consiglieri.
Tra i passatempi è scelto il gioco
alle carte. Bruna si offre come
4055070$&
“insegnante” di burraco. Fra le
proiezioni, la preferenza va al
genere “commedia”, meglio se
in dialetto veneziano. Marilena
D.M. propone di abbinare alla
proiezione un breve saggio recitativo o di lettura di alcuni “nostri” volonterosi operati. Secondo me è una proposta dal duplice
interesse: la socializzazione e
un simpatico esercizio fonetico.
Per l’ascolto della musica lirica,
i pareri sono discordi. Riguardo
gli incontri più impegnativi, dimostrano particolare interesse
per quelli che prevedono la partecipazione delle figure professionali specialistiche più vicine
al percorso pre e post operatorio. Ovviamente non mancano le
“quattro ciacole”. L’incontro risulta interessante anche dal mio
punto di vista. Dal gentil sesso
c’è sempre qualcolsa da imparare. Detto questo, invito fin da ora
chi è interessato a segnalare telefonicamente (041-950026) la
propria adesione agli incontri.
20 marzo - Segnalo la gita sociale al Delta del Po.
- La nostra Sezione porge le
più vive felicitazioni al Dott.
Prof. Roberto Spinato per la
sua nomina a Presidente della
SVO, Scuola Veneta Ospedaliera di discipline otorinolaringoiatriche.
Al valente chirurgo esprimo
ancora una volta la mia riconoscenza per avermi “miracolato”. Grazie, Dott. Spinato e,
naturalmente, le mie più sincere, personali congratulazioni.
Pier Luigi Tornatore
INFORMASEZIONI - VERONA
San Biagio... allargato
Partecipanti soddisfatti
gite ed incontri
16 Dicembre 2010
Presso la Sede Regionale, alla
presenza di soci amici e familiari, abbiamo avuto il tradizionale scambio di auguri di buone
feste di fine ed inizio anno. È
stato fatto il punto del lavoro
svolto nel 2010 ed illustrato il
programma del 2011.
17 Dicembre
Consiglio Provinciale alla
presenza di tutti i maestri e consiglieri: si è fatto il punto sul
2010 e il programma 2011.
Abbiamo concordato la festa
Provinciale di San Biagio 2011,
programmato giorni di socializzazione da trascorrere con soci,
amici e familiari, organizzando
anche delle gite.
#VTTPMFOHP ha organizzato per
il 27 marzo una gita a Chiampo, nel Vicentino, per visitare
il Santuario della Madonna di
Lourdes. Poi tutti da “Piero”,
un noto ristorante nelle vicinanze, dove la specialità è pesce
di mare.
Legnago. La gita di primavera
sarà per la metà di maggio, ma
il programma non è definito.
piena con la presenza di alcune
autorità, tra queste l’Assessore
del Comune di Verona dott. Alberto Benetti, amico della nostra
Associazione.
La funzione è stata officiata dal
Vicario del Vescovo Mons. Vesentini, mentre il Parroco Don
Massalongo ci ha intrattenuto
alla fine del rito illustrandoci la
ricchezza dei vari dipinti che abbelliscono la cappella.
Poi il gruppo si è trasferito in
Valpolicella presso il Ristorante
“Grappolo d’Oro”. Abbiamo
passato, in sana compagnia un
lieto pomeriggio, dove si è toccato con mano la soddisfazione
Gli incontri di fine anno con di tutti i partecipanti.
pranzo sociale, si svolgeranno 20 febbraio
per Bussolengo la seconda do- Continuano gli incontri del promenica di ottobre, per Legnago getto “Non Bruciarti la Vita” con
i ragazzi delle medie.
la terza domenica di ottobre.
3 Febbraio 2011 o4BO#JBHJP A breve saranno coinvolti anche
i genitori per sensibilizzare il
a Verona
Grande partecipazione di Asso- gravissimo problema di alcolciati e simpatizzanti, oltre a una fumo–droga e fattori ambienampia presenza di amici di Rovi- tali.
go. La chiesa di San Nazzaro e
Celso, che conserva le relique
Walter Segala
del nostro Santo protettore, era
4055070$&
t53*.&453&*
29
INFORMASEZIONI - VICENZA
#FOWFOVUP
Fitto di programmi e proposte allettanti
Qualche apprezzamento retroattivo
Infatti "Il Giornale di Vicenza",
dopo la nostra festa di chiusura
anno, ha pubblicato un articolo
sull’attività della nostra Sezione
intitolato “Poca voce, ma tanto cuore”. Ecco alcuni stralci:
“Della sezione di Vicenza fanno parte anche la sottosezione
di Bassano del Grappa ed i tre
centri di Montecchio Maggiore,
Schio e Valdagno dove, ogni settimana, vengono impartite lezioni per la riabilitazione della voce.
Nell’aprire i lavori, il presidente
Pietro Serraiotto ha fatto un bilancio dell’attività svolta. Oltre
alla partecipazione alle
Giornate del Volontariato merita sicuramente
di essere sottolineato il
grosso risultato ottenuto
dall’Associazione nel
corso della campagna
contro il fumo, alcol e
droghe, condotta in diverse scuole medie e superiori e che proseguirà
fino alla fine dell’anno
scolastico. Pensieri ,foto,
riflessioni e disegni sono
stati raccolti da Serraiotto nel libro pubblicato da Grafiche Novesi,
con il patrocinio della
provincia di Vicenza.
L’Associazione si appresta ora ad iniziare con
speranza ed entusiasmo
il 2011; come vuole la
tradizione il primo appuntamento sarà la giornata votiva di S. Biagio
che il prossimo anno si
terrà negli ospedali di
30
t 5 3 * . & 4 5 3 & *
Bassano , Vicenza e Schio. Tra
gli altri appuntamenti in calendario un soggiorno da trascorrere
sulla spiaggia di Rimini, mentre
a giugno è in programma una
gita-pellegrinaggio a Fatima.”
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dai nostri iscritti, la pubblicazione del Calendario per il 2011,
che riporta splendide foto inerenti alle nostre attività. In copertina il nostro Santo Protettore S. Biagio, nell’atto famoso
di compiere il miracolo sul
bambino. Riproduzione di un
quadro antico e molto raro.
4055070$&
L"'&45"%*4#*"(*0 celebra
antichi riti. Il 2 febbraio, a VICENZA, presso l’Ospedale Civile nel reparto di otorino e alla
presenza del nuovo Primario,
dr. Roberto Saetti, della dr.ssa
Cristoferi, di tutto lo Staff del
reparto e di una folta rappresentanza della nostra Associazione,
è stata celebrata una S. Messa
con, a seguire, la benedizione
della frutta e un rinfresco gentilmente organizzato dal personale
del Reparto. Questa cerimonia,
con i numerosi partecipanti, è
stata particolarmente gradita e
da qualche anno è diventato un appuntamento
al quale molti vogliono
partecipare.
Il 3 febbraio l’appuntamento era nella Chiesa
dell’ospedale di #ASSANO, con grande partecipazione di fedeli, di
personale medico e di
volontari che si sono dati
da fare anche per offrire
dolci e bevande. Il sacerdote, don Silvio, ha
avuto sentite e commoventi parole per tutti gli
ammalati e in particolare
per la nostra patologia.
Molto commovente, come sempre, la lettura
della preghiera del laringectomizzato e la esibizione di canti sacri.
Il 4 febbraio incontro a
Schio. “BIAGIO = parola greca che significa
"balbuziente",
perché
il nostro Santo in que-
INFORMASEZIONI - VICENZA
stione, evidentemente, lo era.
Quindi anche lui aveva il problema della parola come voi laringectomizzati, sia pure in modo
diverso. Ciononostante Biagio
diventò medico, vescovo, operatore di miracoli e martire. Quindi non disperate mai, anche voi
nella vostra vita!”. Con queste
parole da parte del Sacerdote è
iniziata la cerimonia di ricorrenza presso l’Ospedale di SCHIO ,
con la presenza di molti operati,
dei loro famigliari, tanti amici,
tanti devoti, ma soprattutto del
Corpo Medico, che ha voluto
dedicare a coloro che purtroppo
hanno incontrato la malattia,
una frase significativa: “Non vi
lasciamo mai soli”. E in questo
progetto il primario dr. Bonato,
ha coinvolto anche la nostra Associazione e tutti coloro che vi
collaborano. Un grazie di cuore.
tSono aperte le iscrizioni per
il Pellegrinaggio a FATIMA e a
SANTIAGO DE COMPOSTELA e
così anche per il SOGGIORNO A
RIMINI che ripetiamo a luglio.
t$POUJOVBMBOPTUSBcampagna
contro il fumo nelle scuole, con
un significativo apprezzamento
dei docenti che lo testimoniano
prenotandoci fin da ora anche
4055070$&
per i prossimi anni. Inutile dire
quanto sia considerata importante questa iniziativa anche
presso i Comuni. Specialmente
gli Assessori alla Cultura dimostrano un particolare coinvolgimento, interessandosi per
organizzare questi incontri con i
Presidi delle scuole.
t'SBQPDPTBSËPasqua. Vi proponiamo come augurio, la foto
del Papa Benedetto XVI, inviata
alla nostra Sezione, con la Sua
speciale benedizione.
Anche il Papa ci conosce e ci è
vicino.
Pietro Serraiotto
t53*.&453&*
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INTERMEZZO
“Coriandoli” di Carnevale
Quando la denuncia era in maschera
e i coriandoli erano di gesso
(G.Z.)
Il Carnevale ha origine dai Saturnali, antiche feste
pagane. Il popolo, nascondendo il volto con delle maschere, si abbandonava a scherzi
di ogni tipo e accusava pubblicamente nobili e autorità.
Nell’antichità si indossava
la maschera anche nei riti religiosi, nel teatro tragico e comico e in guerra. I Carnevali più lunghi: a Milano, detto
Ambrosiano o Carnevalone e a
Putignano (Puglia).
Il primo Carnevale in Italia: Fano
lo fa risalire al 1347 e Venezia
al 1162, quando la Serenissima istituì la “festa del giovedì
grasso” in onore del Doge Vitale Michiel.
Il primo carro
allegorico è stato costruito a
Viareggio (Toscana) nel 1873
da operai portuali. Ispirandosi alle tecniche di costruzione
delle navi, fabbricarono strutture metalliche che sostenevano pesantissimi mascheroni
in gesso.
I primi carri con
Cosa vuole da me?
Sono quarantanni
che mi segue!
“pupi” in movimento, risalI coriandoli,
gono al 1923.
sembra siano l’invenzione di
un milanese, stanco di beccarsi
in testa i carnevaleschi semi di
pianta di coriandolo ricoperti di
gesso.
La “bauta” e “Pantalon” sono le maschere simbolo
di Venezia. La prima, in gran
voga nel 1700, è caratterizzata
da un naso adunco e dal mento
scoperto, con o senza “xendal”
di pizzo. “Pantalon”, maschera nata intorno alla metà del
1500, rappresenta un vecchio
mercante avaro e borioso.
Il Carnevale di Verona ha un
sombolico Re: il “papà del
gnoco”, nominato con regolari
elezioni. Sfila in testa al corteo
di tutte le contrade della città e
arriva in piazza San Zeno, dove
si distribuiscono quintalate di
succulenti, fumanti gnocchi.
A Sappada, nell’alto bellunese, gli abitanti in costumi che
rappresentano i tre stati sociali
(i poveri, i contadini, i signori)
Quarantadue, Gino.
Ci siamo sposati
nel giugno del ‘38.
sfilano accompagnati dal “Rollate”, una specie di orso con
una maschera di legno e due
grossi campanacci. A Motta
di Livenza (TV) e in altri luoghi del Veneto, sopravvivono la
“Sagra della renga”, la “Festa
delle pute magre” e la “ Festa
delle pute grasse” con elezione
della miss. A Cento (Fe), gemellato con il carnevale di Rio
de Janeiro, ballerine e percussionisti brasiliani di samba si
mescolano a gruppi folk locali
e ad artisti di strada. Il Carnevale si conclude spesso con
il rito del “testamento” o del
“funerale”. Un omaccione o un
fantoccio vestito da re, dichiara pubblicamente ingiustizie
e ruberie.
Carnevale, dolce
Carnevale!: cenci, chiacchiere,
frappe, galani, sossole, crostoli, bugie; frittelle a base di pastella ripiene (crema, zabaione,
uvetta), castagnole, frittelle di
riso, crema fritta, cicerchiata,
ciccioli, tortelli ecc.
È in gran
voga l’amore.
Figurarsi
se non fosse
in voga.
Da “TINELLO ITALIANO” - ALTAN
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t 5 3 * . & 4 5 3 & *
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CONOSCERE
-0SPMPHJPEFMMB5PSSF
Risuonano ancora
i rintocchi più antichi d’Europa
A conclusione del restauro durato oltre due anni,
da venerdì 28 gennaio la Torre e l’Orologio astronomico di Piazza dei Signori a Padova, saranno
aperti gratuitamente al pubblico dai volontari di
Legambiente Salvalarte, grazie ad una convenzione con l’Assessorato alla Cultura - Settore Musei
e Biblioteche del Comune di Padova.
‹‹La Torre dell’orologio rappresenta uno dei simboli dell’epopea
carrarese - spiega
l'Assessore
alla
Cultura
Andrea
Colasio - Si trattava, infatti, dell’antica porta di
ingresso alla Reggia di Piazza Capitaniato. L’astrario
del Dondi rappresenta uno degli
elementi che hanno fatto dire alla
grande storiografia francese che la Padova del
‘300 non solo è stata una grande capitale artistica
con Giotto, Guariento, Giusto de' Menabuoi, Altichiero, ma ha rappresentato anche un momento
di svolta nella storia della scienza e della tecnologia. Aprire questi luoghi, grazie alla collaborazione con Salvalarte, significa avvicinare i Padovani
tutti alla conoscenza della nostra storia più profonda ovvero della nostra stessa identità cittadina››.
Ogni venerdì e sabato per tutto il 2011 sarà quindi
possibile avvicinarsi ai meccanismi dell’Orologio,
che ha ripreso a funzionare dopo circa trent’anni
di inattività. Gruppi di massimo dieci persone
saranno accompagnati all’interno della Torre alle
10.00, 10.30, 11.00 e 11.30. ‹‹Il servizio di apertura ai monumenti e di accompagnamento durante le
visite – spiega Teresa Griggio, vice presidente di
Legambiente Padova - che i volontari di Legambiente Salvalarte svolgono per la città si contraddistingue, come sempre, per la totale gratuità delle ore
che mettono a disposizione nei siti autogesti-ti e la
gratuità del biglietto d’ingresso, un buon esempio
di dedizione e senso civico e di come ci si possa
riappropriare dei luoghi della città in cui si vive.
Grazie all’accordo con l’Assessorato alla Cultura
si amplia così il carnet di monumenti che i volontari di Legambiente Salvalarte aprono alla città:
la Scuola della
Carità, l’oratorio
di Santa Margherita la Reggia
carrarese, la Loggia di Palazzo
della
Ragione,
ed ora la Torre
dell’Orologio con
il suo meccanismo.›› Il Palazzo
dell’Orologio,
con annessa Torre
del' l’Orologio, si
affaccia su Piazza
dei Signori. La
Torre fu costruita nel 1428 sulla base della porta orientale della
reggia Carrarese. La facciata fu rifatta in pietra
d’Istria da Giovanni Maria Falconetto nel 1532.
L’orologio astronomico che domina la piazza è la
ricostruzione dell’originale costruito da Jacopo
Dondi nel 1344 e distrutto da un incendio. ‹‹L'orologio con la teca architettonica che lo contiene dice il Presidente del gruppo astrofili Euganeo - è
una mostra permanente della scienza meccanica e
dell'astrologia offerta alla città. È scienza, la più
avanzata nel tempo, è finissima tecnologia. Il più
famoso orologio di Praga, quello di Strasburgo
con la processione di sculture, stupefacente epifania d'arte, lo stesso orologio di piazza San Marco
con i due mori martellanti, fanno spettacolo, suscitano ammirazione, ma questo di Padova fornisce una serie di informazioni decise e importanti
che emergono dai secoli passati››.
Per informazioni e prenotazioni: 049 8561212.
A cura del Comune di Padova
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CONOSCERE
Padova e i suoi simboli
Fede, cultura, svago: la Cappella degli Scrovegni,
l'Università, il Caffè Pedrocchi
LA CAPPELLA DEGLI SCROVEGNI.
Questo mirabile monumento alto e stretto, affrescato da Giotto tra il 1303 e il 1306, ha la facciata lineare in laterizio con un portale a lunetta
e un’elegante trifora. La semplicità dell’esterno,
l’ambiente unico della navata, chiusa dalla volta
stellata del soffitto, creano intimità e accentuano
la bellezza degli affreschi. Giotto “racconta” in
trentotto episodi disposti in tre fasce sovrapposte,
le storie della Vergine e di Gesù, rappresenta i
Vizi e le Virtù, illustra il “Giudizio Universale”.
Per la prima volta nella pittura sacra “va in scena”
l’uomo, anzi l’umano, l’ambientazione (da non
dimenticare che Giotto è anche architetto), il dolore, la gioia, lo sdegno, la tenerezza di un casto
bacio, il primo nella storia dell’arte e l’ultimo
per tutto il 1300. Giotto studia ogni minimo particolare degli atteggiamenti, delle espressioni,
dell’abbigliamento; accorda la luce delle scene
con la luce proveniente dall’esterno. Per realizzare
la sua opera esige i preziosissimi pigmenti che da
tutto il Mediterraneo sbarcano a Venezia. Il ciclo
pittorico costituisce il più alto capolavoro del pittore fiorentino e della storia dell’arte occidentale,
paragonabile solo agli affreschi di Michelangelo
nella Cappella Sistina. E poco o niente deve importare se possiamo ammirarli grazie all’offerta di
una Cappella in suffragio dell’anima di Reginaldo Scrovegni: ricco banchiere usuraio che Dante
nella “Divina Commedia”, giustamente, mette
all’Inferno
L’UNIVERSITÀ
È la più antica d’Italia dopo quella di Bologna.
L’insegnamento universitario inizia nel 1222 in
varie sedi sparse in città. Nel 1493 vengono riunite nel palazzo del Bò, così chiamato perché costruito demolendo un albergo che ha come insegna
un bue (in veneto: bò). Attualmente il suo complesso è articolato in un’Ala Antica e in un’Ala
Nuova realizzata nel 1942. Dietro l’austera facciata dell’edificio antico, si apre un bellissimo
cortile cinquecentesco con doppio loggiato. Questa ala che ospita le aule delle varie facoltà è impreziosita da innumerevoli decorazioni, affreschi,
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mosaici, stemmi e ha nel “Teatro Anatomico”
(1594) il suo fulcro di interesse storico, primo assoluto in Europa, disposto a più livelli, a forma
CONOSCERE
di imbuto. Tra i tanti cimeli conserva la cattedra
lignea da cui insegnava Galileo Galilei. L’Ala
Nuova ospita aule di rappresentanza, uffici, il Rettorato ed è caratterizzata dal monumento “il partigiano Masaccio” che idealmente rappresenta la
partecipazione attiva del mondo universitario alla
Resistenza. Ai piedi della scalinata che conduce
alle logge, una statua celebra una studentessa illustre: Lucrezia Cornaro Piscopia, la nobile veneziana prima donna al mondo laureata in filosofia il
26 giugno 1678.
IL CAFFÈ PEDROCCHI
Tra il 1700 e il 1800 si diffonde in Italia il consumo del caffè in ambienti pubblici in contrapposizione ai “salotti” privati dei nobili. Nel 1772 il
bergamasco Francesco Pedrocchi apre una “bot-tega” per la torrefazione e la preparazione del caffè,
la mescita di bevande e la “conserva del ghiaccio”.
Sceglie un punto strategico: vicino all’Università,
al Municipio, ai mercati, al teatro, alle Poste e alla
stazione delle diligenze. La “bottega” diventa ben
presto un ritrovo di intellettuali, studenti, artisti,
politici, commercianti e militari. Il figlio Antonio
eredita, con la fiorente attività, anche un buon fiuto
per gli affari.
Nel giro di un ventennio acquista l’intero isolato,
amplia l’edificio esistente e nel 1831 affida il nuovo
progetto, dall’insolita pianta a forma di pianoforte, all’architetto veneziano Giuseppe Jappelli. Nel
1838 accosta il “Pedrocchino”, un edificio destinato alla offelleria (pasticceria). Da Antonio, il
complesso passa al figlio adottivo e nel 1891 al
Comune di Padova. La storia del caffè patavino
si intreccia con le vicende risorgimentali, teatro
di scontri tra patrioti, studenti e polizia austriaca;
subisce periodi di degrado, di restauri discutibili
e di chiusura per buona parte degli anni ’80 e ’90.
Ironia della sorte, per un “caffè” soprannominato
“dalle porte sempre aperte”! Nel 1994 si dà avvio
al restauro per riportarlo agli antichi splendori. Ritorna ai Padovani, e non solo, il 22 dicembre 1998.
Diamo ora una sbirciatina all’interno. Il piano terra
ospita, oltre alla caffetteria vera e propria, la “Sala
Verde”, la “Sala Bianca” e la “Sala Rossa”, dette
così per i colori “patriottici” delle tappezzerie. Il
piano superiore o Piano Nobile ospita saloni di
raffinata eleganza e una successione di otto sale,
ciascuna in stile diverso: egizio, romano, mediedivale ecc. Al Piano Nobile il “Museo del Risor-
TEATRO ANATOMICO
gimento” documenta un secolo e mezzo di fatti e
protagonisti della storia padovana e nazionale.
In chiusura qualche piccola curiosità. La “Sala
Bianca” conserva su una parete il foro di un proiettile sparato nel 1848 dai soldati austriaci contro
gli studenti in rivolta. Il detto “essere al verde”,
almeno per i Padovani, sembra derivare dalla “Sala Verde”, dove si riunivano studenti ed artisti notoriamente squattrinati. Circola tutt’ora una superstizione: alla vigilia della laurea gli studenti non
devono entrare al Pedrocchi, pena non laurearsi
mai più.
Giò Zanuso
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CONOSCERE
I Colli Euganei
Dal sonno dei vulcani
un inestimabile patrimonio storico-naturalistico
ORIGINE
I paesaggi dei Colli Euganei, così vari, a volte
aspri e rocciosi a volte dolci e ricchi di verde,
hanno sattirato sin dai tempi antichi l’attenzione
degli studiosi. La loro origine vulcanica è ormai
da molto tempo provata. Nell’area affiorano rocce
di diversa origine e litologia: rocce sedimentarie
e rocce magmatiche. Le prime, più antiche, sono
state in gran parte fratturate e/o dislocate dagli
eventi vulcanici che hanno dato origine alle rocce
magmatiche. Per quanto riguarda il meccanismo di
formazione di queste ultime sono stati riconosciuti
due cicli vulcanici. Un primo ciclo è stato caratterizzato da vulcane-simo sia esplosivo che eruttivo avvenuto in am-biente subacqueo; gli aspetti
più appariscenti sono dati dalle lave a cuscino con
la loro caratteristica esfogliazione cipollare. L’età
di queste rocce è di 40-50 milioni di anni. Sono
rocce facilmente alterabili dagli agenti atmosferici
e danno luogo a strati di terreno scuro e fertile.
Dopo un periodo di relativa quiete inizia un secondo ciclo vulcanico che risale a circa 30-35 milioni di anni. I magmi fuoriusciti in questo secondo ciclo sono più vischiosi, indici di temperatura
più bassa e composizione più ricca di silice. Le
rocce rappresentative sono: rioliti, trachiti, lattiti.
L’ambiente di formazione è ancora sottomarino,
anche se meno profondo e in taluni casi diviene
subaereo. I corpi vulacanici originati nel secondo
ciclo sono tuttora i più appariscenti anche perchè
costituiti da rocce più resistenti agli agenti atmosferici.
QUANDO E COME DIVENTARONO IL PRIMO PARCO REGIONALE ITALIANO
Alla fine degli anni sessanta la chiusura delle
cave, che stavano dilaniando gli Euganei, specie
nell’area pedecollinare e nella fascia meridionale
più antropizzata, contraddistinte da scorci paesaggistici in cui la mano dell’uomo aveva agito in
accettabile armonia con la Natura, suscitò accesi
dibattiti e prese di posizione contrastanti, sommuovendo un’opinione pubblica locale in genere
passiva o indifferente. Col senno di poi ora tutti
sono disposti ad ammettere che fu misura neces-
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t 5 3 * . & 4 5 3 & *
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saria e indilazionabile, digerita, dopo l’inutile iniziale disorientamento, senza traumi irreparabili,
riconsegnando alla popolazione e alla società civile
un patrimonio storico-naturalistico d’inestimabile
ricchezza e di straordinarie potenzialità turisticoeconomiche.
Uno dei protagonisti di quella avventura intrapresa fu Gianni Sandon, l’intrepido battagliense
che nel dicembre 1968 fondò il primo “Comitato per la difesa dei Colli Euganei” e a cui ho
offerto, quando mi è stato possibile, il modesto
ausilio della divulgazione giornalistica di idee e
progetti. All’inizio degli anni sessanta, per merito
di Carlo Semenzato, compariva per la prima volta
sulla stampa quotidiana un’esplicita denuncia del
degrado naturalistico in atto e all’ormai obsoleto
Ente Colli si sostituì nel ’62 con decreto prefettizio
il “Consorzio per la valorizzazione dei Colli Euganei” formato dai sindaci di Padova, dei 15 comuni
collinari e da 6 rappresentanti della Provincia più
altri enti. Nel ’63 la cronaca registrava intanto la
prima interrogazione parlamentare sulla delicata
problematica, mentre al ’67-’68 risalgono le prime
proteste di gruppi spontanei che si vedevano danneggiare case e campi, come gli abitatori di via
Solana a Monselice o di Casette di Baone. Nonostante i convegni d’Italia Nostra e i ripetuti interventi della stampa nazionale, la situazione stava
peggiorando di mese in mese, con l’escavazione
del '68 e nel '69 di quasi 6 milioni di tonnellate
di materiale. Il 1970 si presentò finalmente come
lìanno risolutivo, apertosi col sopralluogo del ministro della Pubblica Istruzione Mario Ferrari Aggradi e la promessa di interventi decisivi per fermare l’attività estrattiva.
La reazione dei cavatori fu pronta e tumultuosa;
il 3 marzo organizzarono una poderosa “marcia”
su Padova con centinaia di automezzi confluiti in
Prato della Valle e mentre i provvedimenti auspicati tardavano a concretizzarsi, i Comitati Difesa
Colli Euganei si fecero promotori di un secondo
sopralluogo, effettuato questa volta dalla Commissione Pubblica Istruzione della Camera guidata dal
presidente, il rodigino on. Giuseppe Romanato.
CONOSCERE
al diacono San Daniele. Fu soppresso per
decreto della Repubblica di Venezia nel
1771 e, venduto a privati, venne trasformato in villa. Dal 1948
ospita nuovamente una comunità di religiose, le
monache benedettine esuli da Fiume.
Eremo Camaldolese Monte Rua (Torreglia) è
sorto nel 1334. dal 1537 il piccolo eremo iniziale
si ampliò e divenne un polo spirituale per tutto il
Veneto. Fu soppresso nel 1806 in base alle leggi
napoleoniche e riaperto solo nel 1863 grazie a Padre Emiliano
Sette Chiesette (Monselice) la Via delle Sette
Chiesette di Moneselice costituisce un particolarissimo e suggestivo percorso votivo, attraversata
la Porta Romana si accede al Santuario Giubilare
delle Sette Chiesette: sei cappelline intitolate ad
altrettante basiliche romane alle quali il papa Paolo
V, nel 1605, concesse il privilegio dell’”Indulgenza
Plenaria”, com etestimonia l’iscrizione “Romanis
Basilicis Pares” sulla Porta Romana
Santuario di Monteortone (Abano Terme) la
sua fama trasse origine da un evento miracoloso.
Il fatto avvenne nel 1428, quandi il soldato Pietro
Falco avrebbe trovato, per ispirazione divina, una
immagine della Madonna nella pozza d’acqua che
si trovava ai piedi del colle
Santuario del Tresto (Ospedaletto Euganeo) il
EUGANEI
21 settembre 1468 la vergine apparve a Giovanni
Da vedere nei Colli Euganei ci sono diversi monu- Zelo, un barcaiolo di Ponso che da Padova stava
menti, ville, castelli, abbazie, ecc. Vediamo i più ritornando a casa, l’uomo s’era fermato a dormire
noti ed interessanti:
sotto il ponte dei Borini e verso mezzanotte fu
"CCB[JB #FOFEFUUJOB 1SBHMJB
immersa nel svegliato dalla voce delle Vergine.
verde del Colli Euganei, $BTUFMMPEFM$BUBKP#BUUBHMJB5FSNF
imponente
rappresenta uno dei cap- costruzione risalente al 1570, edificata per volere
isaldi medievali dell’opera di Pio Enea degli Obizzi (inventore dell’Obice):
di colonizzazione agricola il palazzo, quasi un maniero medievale con il suo
benedettina. Fondata del ponte a più archi e le pareti esterne merlate, conta
IX secolo venne eretta 350 stanze e fu affrescato pregevolmente nel piano
a feudo dell’Imperatore nobile dalla Zelotti, allievo di Paolo Veronese.
Federico II nel XIII secolo. Successivamente au- Castello di Valbona (Lozzo Atestino) è uno dei
tonoma e infine unita a S. Giustina, l’Abazia com- castelli più imponenti del territorio. Si dice che il
prende un vasto complesso architettonico di cui fa castello sia stato costruito dal Comune di Padova
parte la grande chiesa.
nel XIII secolo a presidio della stada per Vicenza
.POBTUFSP#FOFEFUUJOPEJ4BO%BOJFMF"CBOP e che i Carraresi nel 1338 lo restaurarono e lo forTerme) costruito attorno al 1076-1078 dedicato tificarono.
Era il 30 ottobre e dopo soli due mesi venne presentata un’incisiva proposta di legge firmata da 27
parlamentari di ogni gruppo politico e, tra questi,
dall’estense on. Carlo Fracanzani secondo firmatario. Nel novembre ’71 la legge fu approvata e
delle settanta cave attive più della metà chiusero
subito, adottando un regime di regolamentazione
le altre. Il Consorzio si rianimò ed elaborò un Piano intercomunale che la Regione assunse poi, sia
pure senza i crismi dell’ufficialità, quale strumento
di riferimento nell’esame delle singole pianificazioni comunali; inoltre il Consorzio stesso cominciò ad acquisire la proprietà e la gestione di aree o
complessi architettonici di interesse naturalisticoambientale e culturale, permettendo fra l’altro il
salvataggio insperato delle cappelle monseliciane
del Carmine e di San Tommaso (un evento degno
di una colorata brochure in grande formato e su
carta patinata, a cui collaborai con i testi), mentre
la regione Veneto acquistava buona parte del colle
Rocca con incastonate le gemme di Cà Marcello,
Villa Duodo e Torrione sommitale (1981). Nell’89
ecco l’atteso coronamento: l’istituzione del Parco
regionale dei Colli Euganei, il primo a vent’anni
quasi dalla nascita dell’ente regionale, promotore
del Piano ambientale che tra il ’94 e il ’98 fu adottato e approvato, superando prevedibili resistenze
e accese discussioni, ma ponendo un punto fermo
nella storia recente di uno spazio veneto unico e
invidiabile.
MONUMENTI , VILLE E CASTELLI SUI COLLI
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CONOSCERE
Castello San Martino della Vaneza (Cervarese
Santa Croce) la bella torre merlata del castello
svetta nel parco che la circonda e si riflette sulle
acque del fiume Bacchiglione creando una suggestiva visione da racconto fiabesco
Villa Nani Mocenigo (Monselice) palazzo patrizio
del ‘700, recentemente restaurato. Si presenta con
un muro di cinta dal quale fanno capolino sculture
grottesche raffiguranti dei nani con chiara allusione al nome di famiglia
7JMMB #BSCBSJHP 7BMTBO[JCJP EJ (BM[JHOBOP
Terme) uno dei maggiori giardini d’epoca esistenti, fu portato all’attuale splendore nella seconda
metà del seicento, dal nobile veneziano Zuane
Francesco Barbarigo, aiutato dal figlio Antonio.
7JMMB #FBUSJDF %&TUF #BPOF
porta il nome di
una Santa, la Beata Beatrice, qui vissuta tra il
1221 e il 1226. Sul posto dell’attuale villa sorgeva
allora un piccolo cenobio, in precedenza abitato
da eremiti.
Villa Contarini (Cinto Euganeo) collocata nel
parco che ricopre
una superficie di
circa 316.000 mq
è localizzata su di
un poggio a mezza
costa del Monte
Alto nella cittadina
termale di Montegrotto Terme. Venne edificata in
stile eclettico tra il 1848 e 1850.
Villa dei Vescovi (Luvigliano di Torreglia) fu
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t 5 3 * . & 4 5 3 & *
4055070$&
costruita nei cinquecento, come luogo di ritiro dei
vescovi di Padova. Alvise Cornaro, amministratore del vescovado, sovraintese alla costruzione
iniziata nel 1474 su progetto di Bartolomeo Bon.
Villa Duodo Valier (Monselice) a metà costa del
colle della rocca di Monselice è collocato il complesso architettonico denominato Villa Duodo, costruito dalla nobile famiglia veneziana Duodo sulla
base dell’antico castello detto di San Giorgio.
Villa Emo-Capodilista (Montecchia-Selvazzano) questa originale villa, animata dalla fantasia mondana del tardomanierismo, venne costruita a partire dal 1560 su commissione della
famiglia Capodilista, la quale affidò il progetto
all’architetto-pittore Dario Varotari, discepolo di
Paolo Veronese.
Casa del Petrarca
(Arquà
Petrarca)
Arquà Petrarca è un
borgo medievale che
conserva immutato il
fascino di un tempo ed
è considerato la perla
dei Colli Euganei,
Abitato fin dai tempi
romani, acquistò importanza dopo che Francesco Petrarca desiderò
trascorrere gli ultimi anni della suo vita nella caratteristica stupenda quiete del luogo. Il paese ne
conserva la casa e la tomba con le spoglie.
Roberto Valandro
CONOSCERE
Sorelle d'italia
Torino 17 marzo 1861: proclamato il regno Unito d'Italia
Titolo di Re a Vittorio Emanuele II di Savoia e ai suoi eredi
Non di soli uomini è fatta l’Unità d’Italia. È realtà storica indiscutibile. Storia però con silenzi. È
legittimo chiedersi quando e come si sarebbe realizzata senza l’abnegazione, la capacità di tessere
relazioni e la psicologia proprie delle donne, che
hanno rivendicato un ruolo attivo e determinante.
L’icona a cui guardare veniva dal lontano Brasile
e morì stremata nella pineta di Ravenna: Anita Ribeiro Da Silva, sposa di Giuseppe Garibaldi. La
loro presenza in un primo tempo cercò di sradicare
con scritti, letture, attitudini nuove, relazioni interpersonali, l’ostile supponenza del “sesso dei forti che s’addormenta in vano
torpore” (Mina Bardi – 1857). Poi,
il tam-tam all’azione attraversò tutta
l’Italia, da Genova a Palermo. Eccole,
scialle sulle spalle, schioppi e carabine caricati,
sulle barricate a confezionare cartucce, a fare da
vivandiere, ad allestire infermerie, a gridare “Viva
l’Italia!”. Battagliere sulle pagine dei primi giornali di donne (a Venezia si stampa “Il circolo delle
donne italiane”, a Napoli “Un comitato di donne”), scaltre nel nascondere messaggi all’occorrenza sotto
le ampie crinoline, sferzanti nei proclami, convincenti nelle suppliche a
Re e governati. Il 10 aprile 1848 Maria Grazziani affigge l’invito: ”Alle
mie Concittadine di Venezia”. Trascrivo alcuni passaggi: “La sicurezza della patria,
l’amore della libertà sono forse sentimenti esclusivi soltanto degli uomini? Che cosa siamo noi?
Incapaci forse di questi nobilissimi sentimenti?
(….) Accorrano dunque alla pronta iscrizione tutte quelle cittadine che sentono la carità della patria ed offrano le loro fatiche e le loro vigilie onde
conservare l’ordine e la sicurezza pubblica (….)
Io sono autorizzata a ricevere queste iscrizioni. La
mia casa a’ SS Gio e Paolo, Calle dell’ospedaletto
al N° 6371, sarà aperta col giorno 11 aprile dalle
ore 11 alle ore 2 pomeridiane. Diamo anche noi
un saggio di patriottismo e di fratellanza (….),
e si smentisca l’assurdo principio che le donne
sono nate per la canocchia e l’ago”. Ora la casa
è luogo di impegno civile. Dalle 11 alle 2, non il
desco pronto o da riordinare, ma una lista civica da
compilare. A Milano nel “salotto” della contessa
Clara Maffei, amica di Manzoni e Verdi, sotto l’apparenza di conversazioni letterarie, si cospira per
un’Italia libera e unita. A Venezia
Elisabetta Michiel e Teresa Perissinotto fondano una pia associazione di supporto ai militari. A Roma
un triunvirato di donne, voluto da
Giuseppe Mazzini, arruola centinaia di infermiere, che Papa Pio IX
definisce “sfacciate meretrici”.... La coltissima,
generosa, intrepida principessa milanese Cristina
Trivulzio di Belgioioso, finanzia azioni carbonare, fonda scuole professionali, combatte a cavallo,
capeggia un battaglione di 200 insorti napoletani.
Donne e Italia unita. Donne come
la fornaia perugina Colomba Antonietti che a soli 24 anni preferisce la
libertà di morire all’oppressione nemica; donne come la milanese Adelaide Cairoli che offre orgogliosa in
sacrificio quattro figli; donne come
le napoletane “camicie rosse” Antonietta De Pace
ed Emma Ferretti che sfilano a fianco di Garibaldi
nel settembre del 1860. E una moltitudine di donne senza nome, esiliate, ridotte in miseria, torturate, costrette a travestirsi da uomini, “usate” nei
postriboli da campo. Per non fare santificazioni a
tutti i costi, anche donne che abbandonano marito e figli o che sfruttano le loro grazie abbinando
l’utile della giusta causa al dilettevole di nobili
frequentazioni. Certamente non tutte eroine, patriote, filantrope o votate al martirio o pervase da
sacro fuoco socio-politico. È comunque innegabile che la donna ha fecondato con energie nuove,
intuitive, controcorrente, il percorso storico verso
l’unificazione. E l’Italia unificata camminò con
la monarchia Sabauda fino al 1945. Ma questa è
un’altra storia.
Giò Zanuso
Fonti: Ricerca Internet
Testo: 1848-49 La rivoluzione e la difesa
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t53*.&453&*
39
CONOSCERE
I Romanzi di Salgàri
I viaggi della fantasia
del “Verne italiano”
Ricorre nel 2011 il centenario della scomparsa
di Emilio Salgàri (Verona 1862 – Torino 1911),
certo il più grande scrittore italiano nel genere dei
romanzi d’avventura per ragazzi. A ricordare degnamente il celebre romanziere si preannunciano
quest’anno la ristampa integrale dei
suoi libri ed inoltre convegni, incontri, seminari che ne tratteggeranno la figura di scrittore. Salgari
in gioventù studiò al Regio Istituto
Tecnico e Nautico di Venezia, ma
non riuscì a diventare capitano di
marina e non viaggiò mai nei luoghi
pieni di magia dell’Oriente, in cui
sono ambientate le sue storie. La
lettura dei maestri del genere come
Verne e Reid, unita ad una prolifica
fantasia, diedero vita al mondo e ai
personaggi, che lo hanno reso famoso. Salgàri scrisse un’ottantina di
romanzi, che sono raggruppati in cicli, fra i quali i
più celebri sono quelli di “Sandokan e i pirati della
Malesia” e “I corsari delle Antille”.
La critica non fu mai generosa verso di lui: lo stile
rimase quello di un autodidatta, la psicologia di
molti protagonisti è poco definita, specie in raffronto ad alcuni personaggi di Verne (pensiamo
ad esempio al Capitano Nemo, che vive in un sottomarino - di cui l’autore francese nel 1874 anticipava la realizzazione - e vendica gli oppressi e
gli sfruttati, avversando il colonialismo).
Gli eroi di Salgàri hanno una forte colorazione
epica, incarnano i sentimenti più veri e popolari,
che avevano per questo facile presa nei cuori dei
giovani lettori: l’amore, l’amicizia, l’onore, la
giustizia, la difesa dei deboli. Si aggiunga che le avventure hanno anche il mare come protagonista, con
storie meravigliose di battaglie con
indomiti capitani e corsari, oppure la
giungla e le atmosfere esotiche dei
palazzi orientali, dove i protagonisti
sono coraggiosi esploratori, prìncipi e affascinanti principesse. I libri
erano poi arricchiti da illustrazioni
di rara bellezza, che rendevano ancora più preziose le indimenticabili
avventure raccontate. Si può capire
pertanto come i romanzi di Salgari
abbiano ancora oggi molti estimatori
e abbiano avuto molte riduzioni cinematografiche
e televisive. Una nota di tristezza accompagna la
sua fine nell’aprile del 1911.
Nonostante il grande successo commerciale, Salgàri viveva in ristrettezze economiche, debilitato
da una profonda crisi psicologia. Morì suicida…
Sandokan, Yanez, Tremal-Naik, gli eroi usciti dalla sua penna in mille vittoriose avventure, non arrivarono quella volta in tempo per salvarlo.
Armando Lenotti
Le “Brevi”
t /FM SPNBO[P i-F NFSBWJHMJF EFM w TDSJUUP
nel 1907, Salgàri anticipò: l’invenzione della TV,
i cibi precotti, una specie di bomba atomica, il
sovraffollamento della Terra, le ferrovie sotterranee, l’utilizzo delle onde marine, il robot, la fine
dell’Impero Britannico, la divisione della Russia e
la creazione di una corte internazionale all’Aia.
t*O.BMFTJBQFSiMBOOPEFMMBUJHSFwÒTUBUPUSBdotto per la prima volta in malese il romanzo
i4BOEPLBOFQJSBUJEFMMB.BMFTJBwtµJOMJCSFSJB
la riedizione di “Emilio Salgàri il padre degli eroi”
di Arpino e Antonetto.
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un faraonico canale sotterraneo costruito nel 1300
dai Genovesi per sorprendere la Serenissima, si
ispirò all'idea di due ingegneri veneziani che progettarono un canale che dalla Giudecca arrivava
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editori fino a 12.000 lire. Eppure nel suo estremo
saluto scrisse:‹‹A voi che vi siete arricchiti con
la mia pelle mantenendo me e la mia famiglia in
una semi miseria (...) pensiate ai miei funerali. Vi
saluto spezzando la penna››.
La Redazione
LETTURE
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Due esperienze diverse che hanno in comune
un valore aggiunto: non arrendersi
DISAGIO E DISABILITÀ COME RISORSA.
frase liberante e rasserenante: io intuii guardando
Per poter tentare un affondo in questo tema, peral- il volto disteso e rassicurato di mia madre. Perché
tro a me molto caro, permettetemi la narrazione di la narrazione di questa esperienza familiare? Anziuna vicenda familiare. Nell’estate del 2006, a mia tutto, perché credo che alcuni tratti, stati d’animo,
madre venne diagnosticato un carcinoma epider- sentimenti descritti in questa vicenda siano stati un
moide latero-cervicale in fase metapo’ anche ciò che avete vissuto voi
statica. Questa diagnosi inaspettata,
e i vostri cari nel momento in cui
impietosa, gettò mia madre e noi faavete fatto esperienza inaspettata
In
ciascuno
miliari e figli in uno stato di profondella malattia. E così avete probada ansia e sgomento. Vi lascio intenbilmente provato la passione del
di
noi
dere poi come la parola “metastasi”
male, la prostrazione, l’impotenza
abbia amplificato oltremodo la diagche vi ha costretti a prendere coè stata posta
nosi visto che noi tutti, la stessa mia
scienza di una difficoltà, se non
una
scintilla
so-rella infermiera, siamo soliti asanche di una impossibilità reale,
sociare a metastasi la sentenza “non
a compiere il vostro destino da
di
eternità
c’è più nulla da fare!”. Di lì a poco
voi stessi: magari c’era qualche
venne il ricovero, l’operazione, lo
desiderio, sogno e progetto; tutto
svuotamento di linfonodi e l’inizio
filava liscio, ma ora non si può
di una radioterapia precauzionale senza tuttavia più! C’è stato poi lo spazio dell’affidamento, il
essere certi di dove si trovasse la sede primitiva del mettersi nelle mani di un medico, del personale
tumore. Tutto aveva trovato un nuovo equilibrio se ospedaliero, di un otorinolaringoiatra nella fiducia
non che la PET-TAC rivelò ancora una volta che la che potessero in qualche modo aiutarvi a guarire
sede del male era proprio a livello di gola, di vie grazie alla loro scienza, arte, prudenza e fortezrespiratorie.
za. Del resto, cos’è il bene medico se non questo
Il radioterapista non esitò per una terapia più potente prendersi cura del vostro principio vitale capace
combinata con la chemioterapia. Per mia madre, fu di una funzionalità e finalismo propri? Quanto deil crollo psichico; per noi, per me, fu la prima volta terminante è stata poi la prossimità di un familiare
che si pensò realmente di poterla perdere. Ricordo o più amici che permettono di nutrire speranza e
ancora quel primo viaggio impastato di pensieri consolazione: quanto ci si sente vulnerabili e fralugubri e lacrime e tutto rinchiuso dentro un frul- gili, soli, in queste situazioni anche se magari in
latore del cui rumore, ronzio, non riuscivo proprio reparto, in corsia, c’è un pullulare di personale
a liberarmi. Furono giorni carichi di tensione, di assai preparato! Ma, forse, poi è venuto il disinconsulti medici, di preghiera intensa e accorata canto, la delusione, e la speranza di guarigione è
(ricordo ancora il trasporto e l’affetto con cui pre- stata mortificata dalla tracheostomia o laringostogavo il rosario presso l’altare della Madonna del mia con riduzione della voce e della capacità di
Carmelo durante la veglia dell’Assunta). Accanto esprimersi fluidamente. Così è l’umiliazione, la
alla severità del radioterapista, ricordo l’estrema vergogna, a prendere il sopravvento per una concalma e dolcezza del chemioterapista il quale, tinua esposizione pubblica segnata dal disagio,
visitando mia madre e quindi nel contatto fisico dall’imbarazzo e dall’impossibilità di esprimersi
in cui tastava le ghiandole del collo e i linfonodi, come prima. Superato tutto questo vi è, tuttavia,
se ne uscì con un’affermazione di questo tenore: un ricentrarsi saggiamente e sapientemente su ciò
“Signora, non abbia timore, ci facciamo un po’ di che è essenziale e che conta nella vita. E così, avechemioterapia!” mettendosi affettivamente dalla te maturato una nuova sintesi per la vita, una saparte della paziente che gli stava innanzi. Fu una pienza del cuore che punta sulla vita come dono
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LETTURE
e come affidamento e su un cammino fatto di amicizia e comunione con gli altri: più importante di
uno scambio di prestazioni è quanto tu sei prezioso per me! Allora, la tua disabilità e il tuo disagio possono diventare una risorsa, essere elemento
positivo e tonificante per il tuo vivere e il vivere
altrui, ma come e a che condizioni? Il tuo disagio,
la tua feriita, la tua malattia sono per se stessi testimonianza tangibile della precarietà esistenziale
di ciascuno, della fragilità che contraddistingue
ogni soggetto umano, della sua dipendenza da altri. Questo dato di realtà restituisce a tutti, medici
compresi, le giuste proporzioni del nostro essere.
Ci dice di che natura sia la nostra libertà, non assoluta e dispotica, ma creaturale, relazionale, ragionevole. Ogni uomo ha bisogno di abitare in altri per venire alla luce realmente! La tua disabilità
costringe tutti ad interrogarsi su ciò che realmente
conta ed è essenziale nella vita, a maturare nella
sofferenza, secondo la logica del chicco di grano,
una sapienza per la vita. Aristotele sostiene che
la sapienza è la conoscenza delle cause prime, è
la risposta alle sempiterne domande “Chi sono,
donde vengo, dove vado?” e la conoscenza stabile di come la vita è dono che ci anticipa, che si
compie in tante comunioni, lavoro ed affetti, tra i
quali la comunione medica in cui, nello scambio di
prestazioni, ci si scambia quanto l’uno sia prezioso per l’altro, e di uno spegnimento naturale del
principio vitale. Dietro la domanda di salute poi ci
si appropria di una domanda più profonda, vale a
dire la domanda di salvezza. In ciascuno di noi è
stata posta una scintilla di eternità (libro del Qoelet), un desiderio di infinito che solo un essere trascendente può colmare: si guarisce fino al giorno in
cui avviene l’affidamento nell’abbraccio provvido
e paterno di Dio per un corpo e una vita trasfigurati in Cristo. In una calda e palpitante alleanza tra
medici, pazienti e familiari si diventa segno visibile di una pienezza e di una sapienza che attrae
e per la quale si avverte che la propria esistenza
ha un valore immenso, anche se sfregiata. Allora,
nella malattia e, timidamente, grazie alla malattia,
la vita fuoriesce dall’illusione di essere una vita
scontata, un tutto dovuto: essa comincia a risplendere come un’esperienza grata!
Don Cristiano Arduini
Docente di bioetica presso la
Facoltà Teologica del Triveneto
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DISAGIO E DISABILITÀ COME "MESSAGGIO"
Ho insegnato nel Veneto per trentacinque anni, di
cui ventuno al Liceo Scientifico “Messedaglia” di
Verona. L’istituto scolastico ha sede in un palazzo
storico del Rinascimento, con aule alte e grandi,
dove per farsi sentire e ascoltare è necessario forzare la voce per ottenere un suono alto.
Questa situazione mi ha procurato abbassamenti
di volume e tavolta afonie anche totali. Comunque
ce l’ho fatta a gestire il mio lavoro fino all’età della pensione, che iniziai a 61 anni. Gli ultimi due
anni d’insegnamento ho sofferto perché ai problemi sopra descritti si è aggiunto quello delle difficoltà respiratorie. Il pneumologo ha capito subito che l’ostacolo al passaggio dell’aria si trovava
all’altezza della laringe.
Mi sono sottoposto quindi ad esami diagnostici
sturmentali e ad analisi biochimiche.
Il tumore c’era ed ha un nome strano: condrosarcoma cricoideo alla laringe, praticamente un
tumore sulla cartilagine di origine traumatica. In
effetti l’uso continuo e forzato della voce hanno
prodotto frequenti infiammazioni e infezioni e, in
definitiva, il tumore.
Anch’io ho fumato per circa 40 anni, con lunghe
sospensioni, dalle tre alle cinque sigarette al giorno e alcuni anni prima dell’intervento ho smesso.
E meno male, altrimenti il tumore si sarebbe formato prima e con l’intervento chirurgico conseguente avrei lasciato la scuola molto prima con
frustrazione professionale e con un senso di colpa
nei confronti dell’erario, che avrebbe dovuto anticiparmi la pensione.
Ho avuto la prova che gli ultimi dieci anni
d’insegnamento sono belli, i migliori, perché
l’insegnante matura una tale professionalità culturale e didattica che gli studenti lo ascoltano più volentieri e gli esprimono apprezzamento per quello
che egli fa.
Il mio messaggio è: non fumate, non bevete alcolici; potrete bere il vino da una certa età, ma il
solito bicchiere ai pasti. Solo così svilupperete
un’efficiente forza fisica e mentale, riuscirete
meglio nello studio e nel lavoro, e potrete godervi
i sani piaceri della vita.
Giuseppe Costa (Verona)
LETTURE
Il decalogo della felicità
Da “viva la curiosità”
ai bagliori di un tramonto
Una psicologa californiana ricercatrice universitaria (vi risparmio il nome, difficile perfino da scrivere…), sostiene che la felicità dipende per il 50%
dal nostro patrimonio genetico, ossia dall’ereditarietà, per il 10%
dagli eventi della
vita e per il 40%
dalla volontà. Sul
fattore volontà, si
potrebbe ribattere che a sua volta
dipende di quale
pasta siamo fatti, ossia dai nostri
geni; quindi l’ereditarietà
influirebbe per un buon
90% nella conquista della felicità.
Comunque, ecco
il decalogo della
felicità, secondo
la psicologa californiana.
I° Viva la curiosità - Tieni la mente
sempre in attività
di servizio con la curiosità; non quella del “ficcanaso”, ma quella sollecitata dagli interessi.
II° Fatti notare - L’egocentrismo è un difetto ma
di tanto in tanto sentirsi al centro dell’attenzione,
non ti può far che bene.
III° Ringrazia di cuore - Esterna con sincera gioia la tua gratitudine.
IV° Fa’ una buona azione - Sentirti utile e solidale gratifica e ti fa sentire meno solo.
V° Non rimuginare - Il continuo “pensa che ti
ripensa”, paralizza la mente e oscura qualsiasi stimolo esterno.
VI° Non vedere solo in negativo - Se un bicchiere è riempito a metà, non è mezzo vuoto ma è mezzo pieno.
VII° Sorridi - L’espressione di un viso sorridente
predispone favorevolmente gli altri e si riflette po-
sitivamente su di te.
VIII° Non isolarti - Se gli amici che credevi amici, non sono veri amici… guardati attorno e cerca
nuove amicizie.
IX° Cammina,
cammina - L’attività fisica è importante. Non è
indispensabile
frequentare una
palestra.
Sono
sufficienti delle
passeggiate.
Il
movimento aumenta le endorfine, gli ormoni
strettamente legati alla sensazione
di benessere.
X° Ascolta il
profondo legame con la natura
- La scenografia
di un tramonto, il
respiro del mare,
il frusciare delle
fronde, regalano
al tuo cuore e alla tua mente una dolce quiete.
FINALINO
- Seneca, un grande saggio dell’antica Grecia, affermava: ‹‹Ogni felicità è incerta ed instabile››. E
purtroppo è vero. È altrettanto vero il consiglio di
un proverbio: “alla felicità serve la ragione”“. In
un suo aforisma, lo scrittore inglese Oscar Wilde,
cinico per definizione, dichiarava: ‹‹La felicità dipende dalle donne che non hai sposato››. Non è
solo divertente questa battuta del funambolico "comico" bolognese Alessandro Bergonzoni: ‹‹Quando vedo un uomo piangere da solo al buio, mi domando cosa lo spinge a non accendere la luce››.
Ma torniamo al decalogo: certamente non svela il
segreto della felicità, ma suggerisce come regalare
ai nostri giorni scampoli di serenità.
Giò Zanuso
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LETTURE
La “Gnaga”
Nin di Rosa:
dalla Svizzera con... allegria
Sul finire dell’Ottocento, dopo
un lungo periodo di grande
carestia e dolorose emigrazioni, iniziò anche nel bellunese
una certa ripresa economica.
I morsi della fame si affievolirono e ritornò la voglia di
divertimento. Un certo Toldo
Valentino, detto Nin di Rosa,
valente scalpellino emigrante, spirito allegro e
burlone, “importò” dalla Svizzera alcune tradizioni folcloristiche che sicuramente lo ispirarono per
creare la “Gnaga”. Una mattina del 1897, indossò
il “nuzial” (il vestito delle grandi occasioni), prese
dalla culla il figlioletto e attraversò gli stretti vicoli
del piccolo borgo di Forsenighe, seguito da amici,
anche loro in “nuzial”, e qualche musicante. Da
quella festosa passeggiata iniziò la tradizione della
sfilata dei cortei mascherati con la “Gnaga”, tut-
tora protagonista assoluta del carnevale zoldano.
La “Gnaga” è una originalissima maschera, un
tantino inquietante, dotata di doppio corpo in cui
è difficile distinguere le parti umane da quelle aggiuntive. Un uomo (parecchio forzuto!) s’infila in
una gerla sfondata, coperta da un’ampia gonna,
sulla quale aggiunge un finto busto di donna con
le braccia; indossa una vecchia giacca, in testa un
cappellaccio, ai piedi le “dambre”, pesantissimi
zoccoli abbelliti con corna di capra e lustrini vari,
lunghi fino a mezzo metro e si copre il volto con
una maschera di pelle di capra. Il risultato finale
è di una vecchia che porta sulle spalle un giovane
sorridente e giulivo. È simbolo che l’inverno porta
sempre la primavera ma nella pensosa spensieratezza montanara, forse questa antica maschera
suggerisce una riflessione incredibilmente attuale.
I “bamboccioni” sono sempre esistiti?
Saturnino Frittelli (Belluno)
La Nebia
Governo ladro anche sta ano la se rivà la se umida
e freda e non se vede squasi gnente par quanto che
te te vestisi a te che sempre fredo, la casa la se
umida e bisogna sempre butar su legna nea stua
a te che paura de andare in giro anche de giorno
e in bicicleta, figuremose da sera. Meio stare in
casa farse quatro castagne roste, na ombra de vin e
contarse quatro monade par tirar l’ora de andare in
leto con la munega bea calda par i zitei e la moiere par quiei sposa. Mi a sono sposa, ma qualche
volta avoia andare in leto con ea munega, chisà
parchè. Figuremose quanto odià che la se par quei
ca deve andare distante. Oltre al pericolo la se anche la stagion dei rafredori e influenze varie e tuto
par sta maedia che la te bagna anca i osi però, sabo
matina che gero a casa da lavorare, insieme a ea
moiere, a son ’da in campagna a fare un gireto.
El tempo el gera soegià e nebia non ghe ne gera.
Improvisamente verso sera i campi i ga tacà a fumare. In scuminzio a se vedeva na fumaroea qua
e una la ma dopo poco la ga querto tuto e pian
pian la ga tacà a cresare. La tera la pareva na gran
pignata de fasoi in boiore a fogo baso. I albori non
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ghea piu albore a spuntava soeo i rami. Sti rami
sechi, a diverse alteze, che i me pareva e man tacà
ai reticoeati de chei pori cristi sarà nei campi de
concentramento. E piu la cresea e manco se vedeva
tanto che pian pian spariva anche i rami e avedevo
soeo la ponta del ramo seco, senza foie, ca sporgea verso de mi, come on deo chel me puntase par
darme dee colpe non mie, tanto che me sono quasi
impresionà e me son vardà in giro par vedare se i
puntava n’altro o se qualcun vedese che i puntava
mi. Par fortuna non ghe gera estranei ma soeo la
moiere. me sono tranquiizà parchè, forse, i puntava ea. Non so de che colpe, ma a sono certo che
ea la savarà el parchè. par discrezion e non tacare
da dire, al momento non go dite gnente, ma saria
rivà chel giorno che ghe gavaria dito el fato e domandà dee spiegazion, e magari chel di a ciaparò
del mona parchè a go domandà quando che ormai
a non podaria contare più gnante, parchè xe pasà
masa tempo e queo che xe fato xe fato. La n’dara’
a finire che, pal chieto vivare, a me convegnara’
continuare a tasere.
Alberto Rondanin (Rovigo)
LETTURE
Poesie
Quando le parole
hanno l'eco della propria terra
#0-"%&4"¾/
AL AMOR DE 'NA MARE
Concepirte, portarte in ela e farte,
dal primo momento la à continuà a amarte.
Toltovia da tanto sòno
in piena note e menà a spasso,
tegnù par man da on sogno.
On sogno longo lomgo
fin so la corte de casa mia
de na volta,
co mi, tosèto, me dasèa sagra
a fare bole de saòn.
Bole e bole. Tante bole...
'Na bola tanto granda
m'à ciapà drento intiero
e vestio de sole a colori
de arcobalen.
No me sirìa mai stufà de starghe!
Gnanca pì ''nti sogni
no ghe xe creansa.
So sta spentonà dosso
a 'na gamba de osmarin
e so ponta de so foja
la me bola de saòn xe s-ciopà.
&MJB#BUUBHJO (Padova)
La te à dat al fià, nutrì co le so tete,
ancora ades, vesin al to let, la sistema le piete.
Te gnen pì grandet, an bel tosatel che cres sot i oci,
to mare te varda, te insegna le oražion e la te cen sui
denoci.
Se la se acorde che te se an cin pì ros,
no le pì asei le premure se te fa an colpo de tos.
La pomata tel stomego e 'na scudela de lat cald,
e la matina l'é pasà, te pol 'ndar a scola e a far quatro salt.
Te se gnest grant, al temp l'é pasà e 'ndat,
solo to mare la sa quant amore che la te à dat.
Ti te era tut, ades te se mancà,
oci sgionfi de lagreme, 'na mare che fa pecà.
La te žerca co la mente, co 'n genocio te la tomba,
ede tante lagreme al so fažolet al se imbomba.
La sa che la é sola, so fiol no l'é pì,
Ma la continua a amarte, parchè l'amor de 'na mare no
l'é mai finì.
*-*#3*%&4"-(®3*
Quando sera malà da buteleto
a farme compagnia vegnea i corsari,
dal comodin i me sbrissiava in leto
saltando for dai libri de Salgàri.
E l'era Sandokan quel predileto
con I so amici a bataliar sui mari,
me se giassava el cor drento nel peto
ai lampi dei canoni, ai boti, ai sbari.
E fra "I misteri de la giungla nera"
la febre la cresseva e mi tremava
e po scotava più de la caldera
piena de legna quando che fiocava.
Caro Salgari, te gh'è colpa ti,
se mi del tuto no sòn mai guarì!
&SJP#FSOBSE (Belluno)
Armando Lenotti (Verona)
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LETTURE
Eusebio Vivian poeta bassanese, con spiccato
filone vernacolo. Fondatore del “Premio Triveneto per Poesia e Satira Aque Slosse”, del Gruppo
“Amissi dea Poesia” e di vari altri gruppi culturali. Nel 2007 ha ricevuto ’L’ALFIERE D’ORO’
prestigioso premio per la poesia, la ricerca e la
Cultura Popolare.
DE FIO DAL FUMO
Al tenpo dei me tinpi
Pipava el pare mio,
ma la domenega
vedissi che roba,
par tegnerse in bon
via co'l sigaro toscan
E in giro, ma sòeo omini,
la sigarèta in boca,
tuti a on gran fumare
sensa mai pensar
che no jera saeùtare.
Cussì ogni tanto
magari prima del tenpo
e sensa renderse conto,
qualcun tirava on s' cioco.
E qua, ve conto la mia:
bociassa, 5° elementar,
da on conpagneto traditor
la prima sigarèta: ècoea!
De scondon, po' miodì
dadrio del monteséo
come in cucia ai ulivari
i fuminanti in man ... –ciacla go consumà de gusto;
e via de fio al fumo! Ma,
ciari, pì no iera i pensieri
e ciuco ciuco pena alsà
xo a ròdoeon par la scarpà:
go rimesso fin l' anema.
Che fortuna,
la prima, xe sta, l'ultima.
Po' via a xugar la vita
tra beésse che fa corona
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godendome ogni atimo
che me xe vegnùo in regàlia.
E, el fumo? L'è restà
e resta ... nibia ... lontana.
Ma el fumo, el fumo intondo
come la droga, el bévar
inbrassa e strossa el mondo,
el te brinca e intòrcoea
i rabuti fin da céi, vardéi,
e sensa far rumore
el semena doeòr e pianti.
Ciamemose tuti quanti
dai, a darse na mossa
pontare a la riscossa:
justa informassion
e cultura so misura
pa' rispetarse e goderse
-ospia, Omo-:
Comandamento de'a Natura.
Eusebio "berna" vivian
SOTTOVOSSE A MESA VOSSE
I dise:
"el ga na vosse argentina
che tintina in girotondo,"
e ancora:
"la paròea xe de argento
el sienssio xe de oro",
ma se la vosse vien lesiera
- che scarogna de mejo no se pol
la xe na "lega" che te liga
a scoltare con decoro
quel che dal core salta fora
de on fradéo che te parla,
che vol darte le so storie
par restare rento al giro
e ancor vivare con ti.
Eusebio "berna" vivian
soluzioni per il benessere
delle persone laringectomizzate
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