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Sottovoce 135
NOTIZIARIO TRIMESTRALE DELL’ ASSOCIAZIONE ONCOLOGICA ITALIANA M.d.V. - ONLUS Formazione di volontariato per la tutela e la riabilitazione dei laringectomizzati 1PTUF*UBMJBOFTQB4QFEJ[JOBCCPOQPTUBMF%-DPOWJO-O BSUDPNNB%$#7FSPOB (D.L. 460 del 04/12/1997) "//09997**tOt*53*.&453& EDITORIALE Caro Professore PRIMO PIANO SVO passaggio di consegne CONOSCERE L’Orologio della Torre Padova e i suoi simboli LETTURE Il disagio come risorsa €*ODBTPEJNBODBUPSFDBQJUPSFTUJUVJSF BMM6GmDJPEJ73$.1EFUFOUPSFEFMDPOUPQFSMB SFTUJUV[JPOFBMNJUUFOUFQSFWJPQBHBNFOUPSFTJ SOMMARIO t*53*.&453& Notiziario trimestrale dell’Associazione Oncologica Italiana M.d.V. Onlus Direttore Editoriale Caporedattore O. Adriano Zanolli Direttore Responsabile Marta Camerotto Redazione Impaginazione R. Cattellani P. L. Tornatore G. Zanuso Amministrazione sede AOI MdV Onlus Via Fratelli Rosselli, 11 37138 Verona Tel-Fax 045.561789 ccp n° 16702375 Stampa Grafiche SIZ spa - Verona divisione Novastampa Nel rispetto del D.L. 196/2003 si comunica che i dati in possesso dell’Ass. Onc. Ital. M.d.V. saranno usati con la massima riservatezza e non verranno ceduti a terzi ma utilizzati solamente per l’invio del nostro giornale “Sottovoce”. Comunque chi lo desidera può esercitare i suoi diritti previsti dall’art. 7 del D.L. 196/03 chiedendo le modalità del trattamento o chiedere informazioni sull’origine, l’aggiornamento o la cancellazione immediata degli stessi. Il programma indirizzi viene trattato su supporti cartacei con i requisiti minimi di sicurezza previsti dalla legge. Autorizzazione Tribunale di Verona n. 1691 del 20/01/2006 © Edizioni AOI Onlus www.aoionlus.it info@ arvmdv.it Federata alla Favo-Roma Federata alla Fialpo-Verona Foto in copertina: Padova - Palazzo del Capitanio con Torre dell’Orologio EDITORIALE Caro Professore 3 PRIMO PIANO Convocazione Assemblea - Premessa al Corso Verona 6 - 7 maggio 2011 Un prestigioso passaggio di consegne Scienza e coscienza FIALPO nel rinnovamento 4 5 7 8 10 SANITÀ & SALUTE Verso una sanità sostenibile Lettera aperta La "cattiva" comunicazione I dolcificanti Indagine e iter diagnostico nelle prime V.A.D.S 11 12 13 14 16 "SPECIALE" PER VOI "Tanto lo so che non sono solo" Quando l'ansia diventa paura La tracheoaspirazione Botta e risposta 17 17 18 19 INFORMAREGIONE Agevolazioni fiscali Gli uomini della Sanità 21 22 LE "RUBRICHE" 23 INFORMASEZIONI Belluno: S.O.S. antifumo Padova: Festa di San Biagio Rovigo: Sotto il segno di San Biagio Rovigo: Consiglio straordinario Treviso: La ricorrenza di San Biagio Venezia: Quando i consiglieri... consigliano Verona: San Biagio… allargato Vicenza: Benvenuto 2011 24 24 25 26 27 28 29 30 INTERMEZZO Coriandoli di Carnevale 32 CONOSCERE L'orologio della Torre Padova e I suoi simboli I colli Euganei Sorelle d'Italia I romanzi di Salgàri 33 34 36 39 40 LETTURE Testimonianze Il decalogo della felicità La "Gnaga" La nebia Poesie 41 43 44 44 45 Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero Don Cristiano Arduini, Elia Battagin, Erio Bernard, Efrem Carraro, Giada Cerminara, Monica Cielo, Giuseppe Costa, Sergio De Stefani, Eva Draghi, Duca Massimo, Saturnino Frittelli, Armando Lenotti, Maria Cristina Da Mosto, Maurizio Magnani, Luciano Olivo, Severino Pastore, Antida Pavanello, Grazia Pisano, Alberto Rondanin, Walter Segala, Pietro Serraiotto, Pier Luigi Tornatore, Roberto Valandro, Eusebio Vivian, O. Adriano Zanolli, Giò Zanuso EDITORIALE Caro professore Un grande esempio di professionalità e di amore per gli ammalati Caro Professor Marchiori, mi permetta di iniziare con un aggettivo forse un po’ troppo confidenziale, questa mia lettera aperta. Aperta, perché penso sia giusto ricordare attraverso il megafono virtuale di “Sottovoce” il 16 dicembre 2010. Quel giorno ha fissato nella nostra memoria il “fine corsa” della Sua missione professionale, una delle più belle pagine scritte e spese a favore degli ammalati. A Treviso, nell’elegante cornice della Sala delle Riunioni di Palazzo dei Carraresi, ho partecipato al momento del Suo “saluto” e al passaggio del testimone all’attuale responsabile del Reparto di ORL del Ca’ Foncello, la Professoressa Maria Cristina Da Mosto. Ho ascoltato con particolare condivisione le molte “testimonianze”, tutte colme di palpabile gratitudine per le cure, l’assistenza, le premure dell’Uomo e la lungimiranza del Medico che ha formato un’équipe di eccellenza nel panorama ospedaliero veneto. Io stesso, nel mio intervento, ho sentito il dovere, a nome dell’Associazione M.d.V. che rappresento e mio personale, di ringraziarLa per quanto ha donato agli ammalati durante il Suo lungo, impegnativo incarico. Ho sottolineato come il Suo Reparto sia stato promotore nel creare un ambulatorio aperto 24 ore su 24, per assistere il paziente, evitando- gli inutili attese al Pronto Soccorso. Ne è seguita una nostra richiesta tramite la SVO che ci ha permesso di ottenere lo stesso trattamento in tutti gli ospedali veneti. Un riconoscimento incondizionato Le è dovuto per aver dato ai nostri associati la possibilità di fruire della gratuità dei vari Presidi medici, prima esclusi. Tutto è iniziato con una sua lettera che mi consegnò e che mi permise di inoltrare alla Regione–Sanità la nostra istanza. E l’esito postivo è oggi sotto gli occhi di tutti. Caro Professore, anche la Sua commozione ha dato all’evento una toccante atmosfera che si è stemperata in un lungo, sentito applauso di tutti i partecipanti. Nell’augurarLe buona continuazione e tanta salute, sono sicuro che ci sarà sempre vicino offrendo la sua collaborazione. Sono, inoltre, fiero di iscrivere il Suo nome nell’elenco dei nostri “Soci Benemeriti” e di inviarLe la tessera tramite la Sezione di Treviso. Nella vita è importante rag-giungere i risultati sia sul piano professionale che economico, ma io sono convinto che Lei abbia aperto un grande conto corrente dove ha depositato l’amore per gli ammalati ricevendo un riconoscimento che le darà lustro per i tanti anni che Le auguriamo ancora. Un abbraccio. Con affetto e stima. O. Adriano Zanolli Per la prossima ricorrenza festiva la nostra Associazione porge agli associati, ai loro familiari e ai “nostri” medici l'augurio di una Pasqua serena e foriera di pace e salute. 4055070$& t53*.&453&* 3 PRIMO PIANO ASSOCIAZIONE ONCOLOGICA ITALIANA M. D. V. Formazione di volontariato per la tutela e la riabilitazione dei laringectomizzati Cod. Fisc. 80025880230 Legge quadro del volontariato N. 266 del 11.o8.1991 e successive modifiche Sede Regionale: Verona - Via F.lli Rosselli 11 Cap 37138 - Tel/Fax 045/5617789 email: [email protected] Il giorno 29 aprile alle ore 15 presso la Sede Della Sezione di Padova, in via Montà, 368 È convocata l’Assemblea Degli iscritti per discutere e deliberare sul seguente Ordine del giorno 1 2 3 4 Approvazione bilancio 2010 Programma 2011 Marchio Merita Fiducia Varie Verona 10 marzo 2011 Il Presidente O. Adriano Zanolli 7FSPOB.BHHJP Premessa al corso Desidero ringraziare il Primario ORL Dott. Francesco Barbieri, il Direttore Geneale Dott. Sandro Caffi e la sua impareggiabile segretaria Sig.ra Umberta, per averci offerto questa occasione di organizzare il Corso, offrendo l’opportunità di partecipare, oltre al Veneto, anche al Friuli V. G., al Trentino, AILAR Lombardia, ecc. La nostra Associazione mette a disposizione tutte le proprie risorse umane, impegnandosi sulla larga partecipazione e sulla sicura buona riuscita dell’evento. Le formalità e le istruzioni per partecipare (vedi anche per i crediti formativi E.C.M.), le potete trovare visitando il nostro sito web : www.aoionlus.it PER DONAZIONI CON BONIFICO BANCARIO IBAN: IT51P0518811729000000300000 4 t 5 3 * . & 4 5 3 & * 4055070$& ! " !"#$ #$ % $ & "' " $# %& (" " ) * ) + $ , -$ ./ & .0 $)* -0 ++$ ', $ ./ & .0 $*$ -0 ,* ( 1 # $ 2 $ !-.- 2 3 4 0 5 0 5 6 7 1 7 136819*.4*.!!..:-2 &+0:-.. 4055070$& t53*.&453&* -!62+, )"/$ $ 4 $4, / "D%;0*2D! -!69#$> " 6; 0 $ A 7 39 0'.6-- 03 $ 8 739 0'." & $ - $ ,+$.-2$./ A 48" " 48& -!622, )"0 0 0/$ $ 4 $ % !6" A7 !! 66/6! 05@$.. 9;**+.:!0;*!..2+2 5<;**+.:! 0& = A & 94 @6C 22*+.!2*:; B" +*2$++ & @ 06A 4 0 7 1 " 6 7 1 7 516477 0 05@$.. A & &.6464! 7 & 686'- >?77@ 739 6$;*02:.-; 9;*.*!::05<;*!2.- = !!5!67 /,012$++ 3'/ &4 PRIMO PIANO 5 6 t 5 3 * . & 4 5 3 & * 4055070$& ! " " #$ %& &'%(&#&#)! #'" $ *&& #'" *&+& (!**,%& & ) (&#&#)! #'" %&)& %&& #)!#'" %&&+ (&#&) #'" %&& (&#&#)! # %&!&. ) # #'" %&+&! #'" %&$& (&#&# #'" %&+&&% #)! #'" *&&(!**,%&)&* #)! $ *&!&##$# * " *&*&$ % #'" )&&/ ) # $# $ PRIMO PIANO PRIMO PIANO Unprestigiosopassaggiodiconsegne Come circumnavigare il pianeta professionale di un chirurgo ad "alta definizione" Il Dott. Prof. Roberto Spinato, un “padre” storico della Scuola Veneta Ospedaliera di Discipline Otorinolaringoiatriche e Chirurgia Cervico facciale, più brevemente con acronimo S.V.O., ha ricevuto da un altro “padre “ storico il Dott. Francesco Lunghi, il testimone della Presidenza. Il “curriculum vitae” del Dott. Spinato è scandito da innumerevoli tappe, ciascuna pietra miliare di un percorso sempre in salita, nel costante impegno professionale, scientifico e umano. È un’impresa anche solamente sintetizzarlo. Dalla laurea in Medicina-Chirurgia presso l’Università di Padova nel 1974, alle innumerevoli specializzazioni in otorinolaringoiatria, comprese le patologie di confine; da un fitto alternarsi di incarichi sempre più prestigiosi, convegni, congressi, conferenze in ambito nazionale e internazionale, alle numerose pubblicazioni, corsi di formazione, master, seminari, campagne di prevenzione e diagnosi precoce; dalla realizzazione di un video sulla storia dei tumori, all’attività di Docente presso l’Università di Trieste e di Co-Direttore a vari corsi in collaborazione con l’Istituto di Anatomia Umana Normale, presso le Università di Cluj-Napoca (Romania) e Sophia Antipolis (Nizza) e la Mayo Clinic–Scottdale Arizona (USA). Preso atto del numero notevole di interventi chirurgici e sorvolando (e me ne scuso caldamente...) molte altre ragguardevoli tappe, è doveroso dare il massimo risalto al suo incarico, dal Settembre del 2008, quale Direttore Responsabile del Dipartimento Chirurgico del P.O. di Mirano e dal Gennaio 2009, quale Direttore Responsabile anche del U.O. di ORL del P.O. di Dolo. Nel ricco medagliere del Dott. 4055070$& Prof. Spinato spicca un evento di peculiare rilievo: aver dato vita nel 1996, con un gruppo di primari del Veneto, per volontà del Prof. Gregorio Babighian, alla S.V.O. La “Scuola”, con la presidenza del Dott. Francesco Lunghi e la vicepresidenza del Dott. Spinato, è nata con precise finalità. In primis: promuovere l’aggiornamento continuativo professionale, teorico e pratico dei medici ospedalieri, e non, nell’ambito di tutte le discipline otorinolaringoiatriche. Altre priorità: creare una rete di interscambi culturali tra reparti O.R.L. del Triveneto e con i medici specialisti di altre discipline; definire linee guida comuni offrendo qualificati supporti di aggiornamento mediante t53*.&453&* 7 PRIMO PIANO l’organizzazione di workshop, corsi teorico pratici, conferenze internazionali. Nel giugno 2010 l’abbinata Spinato-Lunghi ha curato la realizzazione, presso il Laguna Palace Hotel (VeneziaMes tre), della 9TH INTERNATIONAL SVO CONFERENCE ON HEAD & NECK CANCER. È stata una “vetrina” di eccezionale importanza, la “summa” dell’intenso impegno e della superlativa valenza scientifica di un’istituzione, vero “fiore all’occhiello” della Sanità. Termina così la mia “circumnavigazione” del pianeta professionale di Roberto Spinato e si torna al punto di partenza dell’articolo: la sua nomima a Presidente della S.V.O. è un passaggio che all’insegna della più coerente alternanza corona il sodalizio umano e professionale, la profonda, tenace, mirata intesa di obiettivi nella “guerra santa" contro il nemico cancro. Al Dott. Francesco Lunghi è doverosa una corale, grata riconoscenza. Al nuovo “nocchiero , giunga l'augurio di una lunga soddisfacente navigazione. Pier Luigi Tornatore Scienza e coscienza Zenit professionali di un medico autorevole e umano Nato a Venezia nel 1938, il Prof. Carlo Marchiori ha frequentato i corsi della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Padova lau-reandosi nel 1963. La sua apprezzatissima attività di chirurgo e di docente presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’ateneo patavino si è svolta inizialmente nella prestigiosa Scuola Padovana diretta dal Prof. Michele Arslan in qualità di assistente di ruolo e libero docente di Clinica Otorinolaringoiatrica e successivamente, dal 1982, come Professore Associato. Nel 1986 raggiunge l’apice della carriera accademica diventando Professore Ordinario e ottenendo la 8 t 5 3 * . & 4 5 3 & * Cattedra di Otorinolaringoiatria all’Università di Padova, ruolo mantenuto fino al settembre ultimo scorso. L’attività clinico-assistenziale del Prof. Marchiori ha quindi raggiunto ruoli apicali a partire dal 1986, sia in qualità di Diret- tore dell’Istituto di Clinica Otorinolaringoiatrica dell’Università di Padova sia della Divisione Clinicizzata di Otorinolaringoia4055070$& tria dell’Ospedale Regionale di Treviso. Coniugando l’amore per l’atto operatorio con la ricerca scientifica e l’attività didattica, nel corso della sua carriera professionale il Prof. Marchiori ha abbracciato pressoché tutti gli aspetti dell’Otorinolaringologia, dallo studio della fisiopatologia del sistema vestibolare a quello delle neoplasie testa-collo, offrendo un particolare contributo all’oncologia cervico-facciale da lui considerata la più “nobile” delle discipline otorinolaringoiatriche, non tralasciando mai la dedizione al paziente e trasmettendo questi insegnamenti ai suoi collaboratori. La sua lunga attività didattica è stata sempre caratterizzata da PRIMO PIANO un costante impegno teso alla sintesi e alla chiarezza espositiva senza mai scindere gli aspetti teorici da quelli clinici. In ambito scientifico, il Prof. Marchiori ha affrontato e continua tuttora a coltivare numerosi filoni di ricerca: fisiologia dell’apparato vestibolare, fisiopatologia delle flogosi dell’o- recchio medio nel bambino, riabilitazione fonatoria nel paziente laringectomizzato, studio delle metastasi laterocervicali, eziopatogenesi dei tumori testa-collo, sono solo alcune delle tematiche da lui affrontate, nell’ambito delle quali egli ha diretto progetti di ricerca e ha prodotto significativi lavori scientifici pubblicati su autorevoli riviste nazionali e internazionali. Ci auguriamo che il Prof. Marchiori continui ad essere una guida per i suoi collaboratori e un punto di riferimento per i pazienti. Prof.ssa M.C. Da Mosto Le “brevi” Nel sangue la "firma" del tumore È una vera rivoluzione nel campo delle indagini oncologiche ed è una vittoria tutta italiana. La scoperta, frutto di cinque anni di lavoro, è dell’équipe dell’Istituto Nazionale dei tumori di Milano guidata da Grabiella Sozzi e Ugo Pastorino. Superando la dipendenza dalla Tac spirale, il più avanzato sistema di screening radiologico, i ricercatori hanno rintracciato direttamente nel sangue i marcatori molecolari che innescano i processi del tumore al polmone. Con un semplice prelievo del sangue sarebbe possibile diagnosticare la malattia in fase pre-clinica con due anni d’anticipo. Entro l’estate 2011 prenderà il via una campagna con volontari per avere la conferma alla scoperta. La prima risposta definitiva è prevista nel 2014. Il trapianto completo di laringe e trachea Non è fantascienza, ma un concreto passo avanti della chirurgia ricostruttiva ORL. Nel 1999 alla signora californiana Brenda Jensen un intervento sbagliato le aveva paralizzato le corde vocali, costringendola a parlare attraverso un dispositivo elettronico e a respirare at- traverso lo stoma alla base del collo. Nell’ottobre 2010, presso il David Medical Centre di Sacramento, un’équipe di chirurghi internazionali, tra cui l’italiano Paolo Macchiarini, pioniere nei trapianti di trachea, l’ha sottoposta allo straordinario trapianto completo di laringe e trachea. La signora, naturalmente dopo un periodo di esercizi di riabilitazione per rafforzare le corde vocali, ha recuperato la voce. 4055070$& Sta imparando a deglutire di nuovo e recuperando i sensi del gusto e dell’olfatto. Finalmente, quando le sarà tolta la cannula, tornerà alla più completa normalità. Particolare curioso: benchè l’apparato vocale impiantato sia di una donatrice, perita in un incidente, la signora parla con la “sua” voce e non con quella della donatrice. La Redazione t53*.&453&* 9 PRIMO PIANO Fialpo nel rinnovamento Verona 5 marzo 2011 Aggiornamenti e conferme Il 5 marzo 2011 si è riunita a Verona l’Assemblea per discutere e deliberare quanto segue: t" In via Straordinaria, in occasione del rinnovo triennale delle cariche, a seguito richiesta della Regione, sono stati aggiornati alcuni articoli dello Statuto, con ampia e qualificata delibera. t# In via Ordinaria il Tesoriere ha presentato il Bilancio 2010 relazionando sull’attività svolta e commentando le varie poste Attivo/Passivo e Conto Economico. Si è inoltre provveduto al rinnovo triennale delle cariche e più precisamente: Presidente: Dott. Maurizio Magnani V. Presidente: Arch. Pierluigi Tornatore Segretario/Tesoriere: Rag. O. Adriano Zanolli Consiglieri: Silvio Cuman Sergio Rivoltella Giorgio Saiani Walter Segala Vengono, inoltre, riconfermati i 10 t 5 3 * . & 4 5 3 & * Revisori Contabili. Ma il punto focale è stata la relazione del Presidente Dott. Maurizio Magnani il quale ha presentato una serie di iniziative da concretizzarsi nel triennio. Per raggiungere tale obiettivo si è deciso di costituire il “Centro Studi” che avrà lo scopo di analizzare, gestire e trasferire alle Associazioni Federate le opportune sinergie sulle comuni problematiche: Rapporti con Sanità – Enti – Regioni – Corsi Formazione – cura norme e tutela Laringectomizzato – autorizzazioni per gratuità Presidi – convenzioni termali, ecc. 4055070$& A presiedere, in qualità di coordinatore il Centro Studi è stato chiamato il Dr. Umberto Tassini, al quale spetterà il compito di individuare le professionalità e presentare alla Direzione un articolato piano di lavoro. Ci auguriamo che cammin facendo ed alla luce di positivi risultati, la Federazione possa aggregare altre consorelle. Le esperienze sul territorio in tanti anni di lavoro, confermano che le Istituzioni desiderano dialogare con pochi interlocutori preparati e affidabili; solo così potremo in futuro sperare di essere chiamati al Tavolo per risolvere i veri problemi dei nostri Associati portando il nostro contributo di esperienze, eliminando spese superflue e concentrandoci a risolvere i veri problemi attinenti alla nostra patologia. Se è vero che l’unione fa la forza, mi permetto di aggiungere che le battaglie si possono vincere con l’impegno costante e con un pizzico di umiltà da parte di tutti. La speranza è l’ultima a morire. Il Presidente A.O.I. M.d.V. Segretario FIALPO O. Adriano Zanolli SANITÀ & SALUTE Verso una sanità sostenibile Alla presenza di varie Autorità e dei Rappresentanti la Sanità Regionale, si è tenuto a Verona Palazzo Gran Guardia - il giorno 11 Marzo - un Convegno organizzato da "Cittadinanzattiva" rappresentata da Flavio Magarini, e dalla Fondazione Lilly rappresentata da Concetto Vasta. L’OBIETTIVO: t Allargamento e qualità dei Servizi tMeno spese tospedale solo per le fasi acute t Medici di base disponibili 24 ore su 24 tInfermieri a domicilio Per raggiungere la “Mission” è indispensabile aumentare e riqualificare i servizi sanitari con economie di scala. PROBLEMI: tLa previsione del CERN (Centro di Ricerca Indipendente) stima che entro il 2050, a causa aumento malattie croniche, a pari investimenti alla Sanità si potrà offrire circa ½ dei servizi richiesti. OSPEDALI DEL FUTURO t Dovremo affrontare una stagione sempre più critica a seguito aumento anziani con malattie croniche e affetti da pluripatologie – ci sarà sempre più bisogno di Equipe multidisciplinari con cambio di rotta nelle strutture ospedaliere. Viene suggerito di introdurre due nuove figure: il Medico e l’Infermiere Tutor garanti dell’intero percorso terapeutico di ogni paziente. MEDICI DI BASE tIn Veneto sono 3.356 con una media di 1160 assistiti ciascuno; il dott. Lorenzo Adami, segretario Regionale della Fim-mg (Federazione Medici di medicina generale) propone di costituire un gruppo di 15/20 Medici di famiglia su una popolazione di 30.000 abitanti allo scopo di riequilibrare i servizi sul territorio. 4055070$& Si dovrebbe istituire un nuovo numero di pronto intervento, il 119, per reperire sempre un ambulatorio aperto con assistenza 24 ore al giorno. Si dovrebbe creare una rete informatica orizzontale tra i colleghi sul territorio, allo scopo di accedere alle schede dei pazienti, oltre ad una rete verticale in posta elettronica per i referti ospedalieri degli assistiti. Certo che superare vecchie incrostazioni non sarà facile né semplice. Riteniamo già positivo che i Responsabili della Sanità abbiano iniziato a discuterne, ma se vogliamo abbattere i costi ospedalieri dovremo tutti insieme collaborare: Medici / Associazioni / Pazienti. Auguri, se son rose prima o poi fioriranno. Il Presidente O. Adriano Zanolli t53*.&453&* 11 SANITÀ & SALUTE Lettera aperta agli Assessori Regionali - Provinciali - Comunali per: - Sanità - Politiche sociali - Istruzione - Centro Servizio di Volontariato A seguito delle esperienze acquisite sul territorio, frutto degli incontri in molte scuole, abbiamo riscontrato un positivo impatto con i ragazzzi e gli insegnanti. Nel gestire, invece, i vari appuntamenti con i responsabili dei plessi scolastici, abbiamo notato una insufficiente collaborazione. Noi siamo sempre più convinti che il problema del fumo, alcol, droga, alimentazione e fattori inquinanti, vada affrontato seriamente in sinergia con i Responsabili degli Enti preposti, Assessorati competenti in primis, allo scopo di rafforzare e guidare il percorso con in testa la Regione che deve confrontarsi con le varie Associazioni impegnate sul territorio. Benché il ritardo sia notevole, siamo dell’avviso che la collaborazione e l’impegno dei succitati organismi, possa evitare che il fiume dell’indifferenza sfoci nel mare dell’immobilismo. La nostra associazione A.O.I.M.d.V. ha individuato una corsia preferenziale nel mondo della scuola, dei giovani e dei loro genitori. Ha affidato all’opuscolo “AIUTIAMOCI A CRESCERE” una serie di “input” (chiamiamoli valori morali?), mirati ad attivare la responsabilità nei confronti di una piaga sociale che troppo spesso si consuma nel rumoroso silenzio della morte. Voglio sperare che questo “grido” d’allerta colga nel segno e che in tempi brevi venga istituita una tavola rotonda tra le Associazioni operanti nel settore socio-sanitario, interessate alla patologia provocata particolarmente dagli assodati fattori di rischio: fumo, alcol, droga. Lo sforzo trainante anche di poche persone serie, motivate, competenti può aprire la breccia verso una piena presa di coscienza della gravità del problema. Con fiducia. Cordialità Il Presidente Rag. O. Adriano Zanolli 12 t 5 3 * . & 4 5 3 & * 4055070$& Alla realizzazione dell’opuscolo hanno collaborato: Gaetano Bragantini Armando Lenotti Carlo Mocci Luisa Nadalini P. Giorgio Pellegrini Attilio Rossi Carlo Venturi I nostri testimonial: Giuseppe Magagna Giacarlo Morbioli Walter Segala Il vignettista Giorgio Martini SANITÀ & SALUTE La “cattiva” comunicazione Può influire negativamente sul percorso riabilitativo psico-fisico del malato oncologico La comunicazione è la dinamica della vita dell’uomo che permette agli individui di mettersi in comunicazione tra loro. L’uomo è un animale sociale e, di conseguenza, la comunicazione è estremamente importante. Per comunicazione intendiamo uno scambio di messaggi tra un individuo e l’altro per desiderio o necessità secondo determinati canali comunicativi e secondo particolari modalità. La comunicazione, se è ben condotta, assume un valore molto positivo perché può risolvere contrasti e può creare affetti, ma quando non è ben condotta può assumere valore estremamente negativo e diventare così una “cattiva” comunicazione. Per quanto riguarda il malato oncologico della testa e del collo, si possono individuare vari momenti che possono essere suscettibili di cattiva comunicazione: t*OPDDBTJPOFEFMMBOPUJ[JBEPMProsa da parte del medico al paziente oncologico sul suo stato di salute e sulle possibilità terapeutiche. Abbiamo ricevuto diverse rimostranze da parte di pazienti che sono stati informati di essere affetti da carcinoma della testa e del collo in tutta fretta, con poca attenzione, magari in un corridoio. Va sottolineato che occorre spesso depurare queste affermazioni che il paziente riferisce, ricordando la sua brutta esperienza di vita, ma è anche vero che occorre, da parte del medico, la massima attenzione ed una maggior sensibilità nel dare la “catti- va” notizia. È certamente meno traumatico comunicarlo in un ambiente tranquillo, alla presenza di un familiare e di personale assistenziale infermieristico che sarà coinvolto successivamente nel percorso diagnostico terapeutico. In tal modo il paziente si sentirebbe più coinvolto come “persona” e non come “portatore di malattia”. Con questo tipo di comportamento si può ottenere un valore aggiunto al semplice consenso informato che si è obbligati a far sottoscrivere al paziente. Il malato si sentirebbe così coinvolto a pieno titolo nel processo terapeutico e, inoltre, sarà più semplice fargli affrontare i momenti difficili. t-BTTFO[BEFJiDBSHJWFSTwNBF stri rieducatori) al momento della comunicazione della “cattiva” notizia al paziente, spesso non permette di far vedere la fine del tunnel. Infatti un maestro rieducatore preparato e che ha già superato l’handicap, è sicuramente fonte di speranza e di pensieri positivi. Nel periodo post-operatorio, al momento riabilitativo, è determinante un buon impatto con il maestro-rieducatore che deve farsi carico della riabilitazione in modo globale sia dal punto di vista fonetico ma soprattutto psico-sociale, con il fine ultimo del completo reinserimento del paziente nella vita civile. Talvolta questo percorso virtuoso è compromesso da antipatie personali e da prese di posizione evitabili. Perciò abbiamo sempre 4055070$& creduto nel voler investire sulla formazione dei nostri maestri perché l’approccio con il malato avvenga nel miglior modo possibile senza condizionamenti e con il solo scopo di stimolare la collaborazione efficace del paziente. t %BJ OPTUSJ RVFTUJPOBSJ QTJDPlogici è emerso che i pazienti oncologici della testa e del collo vedono al primo punto delle loro necessità la famiglia. È ovvio che quando “l’animale uomo” è ferito si ritiri nella propria tana per trovare nuova energia. Occorre quindi che la comunicazione diventi efficace, anche e soprattutto, per i familiari, sia da parte della classe medica che del maestro-rieducatore. Se il momento terapeutico ospedaliero si riduce al minimo indispensabile, è ovvio che il “vuoto” comunicativo-assistenzale debba essere colmato dal terzo settore con i suoi volontari preparati e con i suoi opuscoli didascalici come “Il ritorno a casa”. Ci risulta che in alcuni centri questo non accada e che l’approccio al paziente avvenga in maniera spontaneistica e non codificata secondo i parametri della corretta comunicazione. Ricordo a tale scopo che è patrimonio di ailar l’aver messo a punto un protocollo di corretta comunicazione tra maestro-rieducatore, paziente laringectomizzato e familiari. Quando l’impatto è negativo in partenza, si corre il rischio che il paziente si isoli, che non riesca a sviluppare la spinta volitiva t53*.&453&* 13 SANITÀ & SALUTE necessaria e che venga emarginato in famiglia. Sono note delle situazioni dove il laringectomizzato è stato abbandonato dai propri familiari e sono note anche morti per suicidio. La nostra associazione non può tollerare più questo. Anzi sarà chiamata a vigilare maggiormente su queste tristezze e a cercare di poterle prevenire facendo presente che il “cancro non è contagioso” e che il paziente può essere completamente riabi- litato alla vita. Il futuro ci vedrà coinvolti in prima linea in un momento storico dove alla famiglia tradizionale si sono affiancate delle unioni di fatto di tipo debole. Dott. Maurizio Magnani I dolcificanti Naturali o artificiali purché con cautela Il saccarosio (zucchero comune) è il dolcificante più utilizzato e il suo consumo nei paesi occidentali è cresciuto notevolmente a partire dal secolo scorso. Ha un notevole potere calorico (4 kcal/g) e un uso eccessivo può favorire l’insorgenza di alcune patologie quali l’obesità e il diabete mellito, oltre che essere la causa principale della carie dentaria. Il saccarosio è la sostanza che costituisce, quasi interamente, sia lo zucchero di barbabietola che quello di canna. Quest’ultimo non viene raffinato, ha un caratteristico color miele e sapore aromatico e il suo potere calorico è uguale a quello dello zucchero di barbabietola. Negli ultimi decenni si sono resi disponibili dei dolcificanti alternativi allo zucchero; possono essere naturali o di sintesi. CARATTERISTICHE DEL DOLCIFICANTE OTTIMALE t1PUFSFEPMDJmDBOUFTPWSBQQPOJbile a quello dello zucchero, rapidamente percepibile e persistente t"TTFO[BEJSFUSPHVTUP t*ODPMPSFFJOPEPSFJOTPMV[JPOF t4UBCJMFEBMQVOUPEJWJTUBDIJNJco e termico 14 t 5 3 * . & 4 5 3 & * t/POUPTTJDP TIPI DI EDULCORANTI Naturali: fruttosio (levulosio), destrosio, polialcoli (sorbitolo, xilitolo, mannitolo), miele, sciroppi di amido. Artificiali: aspartame, saccarina, ciclamati, acesulfame, sucralosio. Gli edulcoranti naturali hanno un potere dolcificante simile a quello del saccarosio e favoriscono la carie dentaria (ad eccezione dello xilitolo) anche se in misura inferiore rispetto allo zucchero. Gli edulcoranti sintetici o semisintetici hanno, rispetto al saccarosio, un potere dolcificante molto maggiore e vengono quindi impiegati in quantità molto basse; il loro apporto energetico è quasi nullo. L’Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione sconsiglia l’uso dei dolcificanti artificiali fino al terzo anno di età e durante la gravidanza e l’allattamento. Particolare attenzione va riservata ai bambini di età superiore ai tre anni: l’eventuale somministrazione di prodotti contenenti dolcificanti deve avvenire con cautela. 4055070$& Per quanto riguarda la possibile tossicità delle sostanze edulcoranti, viene definita la DGA (dose giornaliera accettabile che si misura in mg di sostanza/kg di peso corporeo/die). La DGA indica la quantità massima di dolcificante che può essere assunta con sicurezza nelle 24 ore: per garantire la massima sicurezza di questi prodotti la DGA è molto inferiore rispetto alla minima dose che può dare effetti tossici nell’uomo. Per calcolare la quantità di dolcificante che si assume nel corso della giornata bisogna considerare tutti i prodotti assunti contenenti quel tipo di edulcorante (es. prodotti “light”). Il fruttosio (o levulosio) È uno zucchero contenuto nella frutta. Ha una bassa cariogenicità. L’apporto calorico è di 4 kcal/g e il suo potere dolcificante è circa 1,5 volte superiore a quello del saccarosio: ciò consente un risparmio calorico minimo. Il fruttosio è del tutto innocuo (per questo non è stata stabilita la DGA) ma in quantità elevate può causare disturbi gastrointestinali. E’ presente in molti ali- SANITÀ & SALUTE menti specifici per diabetici, dato che il suo metabolismo è indipendente dall’insulina. Tuttavia va considerato che oltre i 40 g/ die anche questo zucchero viene trasformato in glucosio. È bene che le persone diabetiche non oltrepassino questo limite massimo di assunzione giornaliera. La sua resistenza al calore ne permette l’utilizzo in alimenti di cottura. I polialcoli Fra i più utilizzati nell’industria alimentare sono: mannitolo, sorbitolo, xilitolo. Hanno un potere dolcificante uguale o di poco superiore al saccarosio ma non sono generalmente cariogeni e vengono pertanto utilizzati in caramelle e chewing-gum “senza zucchero”. Il loro metabolismo è indipendente dall’insulina: sono quindi indicati nelle persone diabetiche. L’assunzione di queste sostanze, soprattutto in quantità elevate può determinare un effetto lassativo. Il mannitolo ha una scarso potere edulcorante ed è utilizzato per lo più come lassativo. Ha una DGA di 50 mg/kg/die. Il sorbitolo ha un potere edulcorante inferiore al saccarosio e generalmente non viene utilizzato da solo, ma in associazione alla saccarina per mascherarne il retrogusto metallico. Ha le stesse calorie per grammo del saccarosio ma, non essendo assorbito dal tratto digerente, risulta ipocalorico. Possiede bassa cariogenicità e presenta effetto lassativo (alla dose di 50 mg/die). Non è stata fissata la DGA. Lo xilitolo è impiegato nei prodotti per l’igiene e la salute dei denti grazie alla sua completa acariogenicità. Ha un potere dolcificante pari a quello del saccarosio. L’aspartame (E951) È il dolcificante, alternativo al saccarosio, più noto e utilizzato grazie al suo elevato potere edulcorante (200 volte superiore al saccarosio) e all’assenza di retrogusto amaro. Non è cariogeno e non influenza la glicemia (è indicato nei diabetici). Il potere calorico è pari a quello del saccarosio (4 kcal/g) ma, poiché è consumato in quantità bassissime, non incide sulle calorie ingerite. Tuttavia non può essere impiegato nei cibi che richiedono cottura dato che a temperature elevate si altera e perde il potere edulcorante. È controindicato nelle persone affette da fenilchetonuria poiché contiene l’aminoacido L-fenilalanina. L’aspartame è stato oggetto di numerose controversie. Diversi studi sull’aspartame in animali da laboratorio hanno evidenziato la comparsa di tumori a seguito dell’assunzione orale di questo dolcificante, ma nessuno studio ha dimostrato un rapporto causa-effetto tra questi fenomeni, né ha potuto definire il meccanismo d’azione di una eventuale tossicità. Anche studi epidemiologici su persone utilizzatrici di questo dolcificante non hanno evidenziato problemi di tossicità. È dunque considerato un dolcificante sicuro e ha una DGA piuttosto elevata (40 mg/kg peso corporeo/die). La saccarina Ha un potere edulcorante circa 500 volte superiore al saccarosio, non viene metabolizzata dall’organismo e quindi non 4055070$& fornisce calorie. Può essere utilizzata nei cibi che vengono sottoposti a cottura, poiché è stabile al calore. È caratterizzata tuttavia da un retrogusto metallico e amaro poco gradevole; per ovviare a questo inconveniente, nei prodotti commerciali viene spesso associata ad altri dolcificanti. La DGA della saccarina è 2,5 mg/kg/die. È controindicato l’uso nei bambini e nelle donne in gravidanza. Negli anni ‘70 studi negli animali avevano fatto sorgere il dubbio che la saccarina fosse cancerogena, ma a tutt’oggi nessuno studio nell’uomo ha confermato questa ipotesi. L’acesulfame(E950) L’acesulfame potassico dolcifica circa 200 volte più dello zucchero ed è privo di retrogusto amaro. Essendo stabile alle temperature elevate può essere utilizzato in cibi che vanno cotti. Poiché non viene metabolizzato dall’organismo non fornisce calorie; è inoltre aca-riogeno. La DGA è di 9 mg/kg/die e, nell’ambito delle dosi raccomandate, è considerato sicuro dal punto di vista tossicologico. I ciclamati Si utilizzano il ciclamato di sodio e il ciclamato di calcio. Queste sostanze sono dalle 25 alle 50 volte più dolci dello zucchero, sono stabili al calore e sono acariogene. I ciclamati sono generalmente impiegati in associazione ad altri edulcoranti in particolare nei prodotti “light”. Il ciclamato di sodio è da evitare se si sta seguendo una dieta a basso tenore di sodio e può interagire con alcuni antibiotici riducendone l’assorbimento. La DGA t53*.&453&* 15 SANITÀ & SALUTE è di 7 mg/kg/die. Alcuni paesi, come gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, hanno vietato l’uso di questi prodotti, dato che vi sono alcuni dubbi sulla assenza di tossicità nel loro uso. Il sucralosio (E955). È 320–1000 volte più dolce del saccarosio. È termostabile e insensibile ad un ampio range di pH. Può quindi essere usato per i dolci da forno o in prodotti che richiedono di conservarsi a lungo. Il sucralosio viene quasi sempre venduto in confezioni in cui viene addizionato con altri dolcificanti in modo di ottenere un prodotto che abbia, a parità di potere dolcificante, all’incirca lo stesso volume e la stessa consistenza dello zucchero. Questo perché il sucralosio è quasi 600 volte più dolce dello zucchero da tavola. Inoltre in forma di prodotto puro e asciutto il sucralosio è meno stabile alle alte temperature di quanto non sia in miscuglio o in soluzione con le maltodestrine. La DGA è di 9 mg/kg/die. Dr.ssa Eva Draghi Farmacista Unità Operativa Assistenza Farmaceutica Territoriale Azienda Ulss 17 Monselice Indagine e iter diagnostico nelle prime vie V.A.D.S. La storia dell’otorinolaringoiatria non ha radici molto lontane; la sua origine come specialità ha circa un secolo. Il ritardo nello studio e nell’apprendimento di questa disciplina è stato determinato da diversi fattori tra cui: t-BOBUPNJBEJRVFTUJEJTUSFUUJÒ complessa in quanto irregolare e situata in cavità prive di luce. t -B NBODBO[B EJ BQQSPQSJBUJ strumenti di indagine e di facile impiego nella pratica clinica quotidiana. t -BEFHVBUB GPOUF MVNJnosa (fino il 1850-1900 veniva utilizzata solo la luce solare o quella delle candele, solo più tardi venne introdotta la luce da corrente elettrica). I primi studi anatomici di questi distretti sono databili intorno al 1600 ma poi furono interrotti e proibiti per motivi politici. Si deve attendere fino circa il 18501860 per una indagine più approfondita delle fosse nasali, dei seni paranasali, del rinofaringe, dell’orofaringe, dell’ipofaringe, della laringe e del collo. Queste strutture anatomiche 16 t 5 3 * . & 4 5 3 & * sono morfologicamente irregolari e anfrattuose, situate profondamente in cavità non illuminate naturalmente ed escluse dalla possibili-tà di una corretta visione diretta per vie naturali. In queste condizioni, in cui l’esame clinico risulta disagevole non solo per fattori anatomici, ma anche per componenti reattive funzionali, l’adozione di tecniche strumentali rappresenta una prima necessità. L’iter diagnostico terapeutico di un qualunque paziente è costituito di tre momenti di fondamentale importanza. 1. ANAMNESI È il momento iniziale durante il quale si raccolgono il maggior numero di informazioni sul 4055070$& paziente; si interroga il paziente sulla sua condizione di salute recente e passata e sullo stato di salute della famiglia. In questo ramo della medicina, ascoltando la voce del paziente è già possibile avere delle indicazioni riguardanti il problema del soggetto, quindi è molto importante usare l’udito come strumento per l’anamnesi. 2. ESAME OBIETTIVO Cioè la visione del cavo orale: è importante farlo con cura e senza fretta (far alzare e spostare a destra e a sinistra la lingua, invitare il paziente a dire “aaaaa…....”, palpare il collo bimanualmente...) per poter individuare anche le lesioni più piccole e nascoste. 3. ESAME STRUMENTALE L’utilizzazione di strumentazione per la diagnosi e la cura. Dott. Grazia Pisano Dirigente Medico U.O. di ORL Presidio Operativo di Cremona “SPECIALE” PER VOI w5BOUP*PTPDIFOPOTPOPTPMPw Le parole del medico possono essere una terapia Quante volte mi sono sentito ripetere di fronte alla proposta di una terapia chirurgica o medica: «Per me è finita! Così non mi accetterò mai. Non voglio respirare dal buco in gola». È indubbio che le persone colpite da patologia tumorale della testa e del collo e sottoposte a interventi mutilanti o trattamenti chemioterapici invalidanti, possano sentirsi emarginati, esclusi dalle dinamiche sociali. I pazienti si confrontano con la propria fragilità, ma soprattutto con la paura del giudizio degli altri. E quando improvvisamente, dopo una vita di buona salute, ha l’impatto con il tumore, in quel preciso momento, l’uomo moderno si rivela “uguale” all’uomo delle caverne: debole e indifeso. La debolezza porta ad un calo di autostima che a sua volta conduce ad un isolamento emotivo e ad evitare o alterare i rapporti interpersonali. Si possono spiegare così certi atteggiamenti di abbandono dei centri di rieducazione alla parola. «Sono vecchio… Sono debole… Ormai », sento ripetere da quei pazienti che si emarginano da soli. Ma sono luoghi comuni, da sfatare, ai quali ribatto che la vita, comunque sia, è pur sempre una sfida che vale la pena di essere vissuta in tutti i suoi momenti, tenendo sempre accesa la fiammella della speranza. “E quando penso sia finita è proprio allora che comincia la salita” ci ricorda Antonello Venditti e conclude “Che fantastica storia è la vita”. I cantautori sono come i poeti trovatori di un tempo lontano; sanno raccontare le sensazioni e dare corpo ai pensieri di molti di noi. Jovanotti, un altro cantautore “moderno”, afferma la propria fiducia e la speranza di fronte alle avversità: “…tanto lo so che non sono solo…”. Ecco, quindi, ritornare prepotentemente la necessità di poter contare su un’associazione di volontariato matura, capace di offrire rieducatori preparati, nel gestire percorsi di recupero culturale e dissipare i pregiudizi sull’handicap, figli dell’ignoranza. Ricordate Cochi e Renato: “E, la vita la vita / e la vita l’è bela, l’è bela / basta avere l’ombrela….”? Giusto: basta ripararsi. Il vostro riparo potete trovarlo con l’ailar di Milano, l’A.O.I.M.d.V. del Veneto e la FIALPO nazionale. Non fate della solitudine un’arma di difesa, parlate al “futuro”, pensate “positivo”: la vita è un miracolo che non deve mai finire di stupire. Dott. Maurizio Magnani Quando l'ansia diventa paura Attenti alle sfumature: ansia o depressione? Come ho anticipato nel precedente articolo, quando in un soggetto ansioso si aggiunge la variante di un evento stressante (lutto, separazione, malattia), scatta la paura. Ovvero l’ansia trova un oggetto responsabile e che aumenta la gravità dello stato psicologico. Nel caso della paura, a differenza dell’ansia, si deve ragionare sul dato reale. Ecco perché la paura dell’intervento è più che logica: l’oggetto responsabile diventa l’intervento che è un dato reale. Tanto maggiore è lo stato di malattia, tanto più aumenta la paura, vista l’incognita dei risultati. La paura è anche contagiosa sia a livello di macro sistemi-relazione sociale, sia a livello di micro sistemi-organico. Con ciò si intende: sia su grande scala, sia su 4055070$& scala individuale. Per capirsi, in una ressa qualcuno comincia a gridare, per uno strano “effetto domino”, si scatenano reazioni esagerate. Ne sia esempio negli stadi, ai concerti, ecc. Sul piano organico, del corpo, è stato dimostrato con esperimenti che la paura abbassa le difese del sistema immunitario, compromettendo o complicando il proprio benessere. Ne deriva che la motivazione alla guarigione t53*.&453&* 17 “SPECIALE” PER VOI e alla ripresa della quotidianità ritarderanno, rallenteranno e diminuiranno la qualità di vita. Basti pensare come una caduta del tono fisico abbia come riflesso un abbassamento della motivazione. A questa considerazione ben si associa una ricerca di Cooper L. C. (1986) in cui è dimostrato che i soggetti affetti da patologie oncologiche, sul piano emozionale hanno una ridotta abilitità a far fronte all’evento stressante. Si intende così, che il piano emotivo, in una condizione di malattia del genere, non sia più sufficiente a gestire un evento stressante che si assommi alla già precaria condizione esistenziale. È fondamentale capire che non esiste un evento stressante di per sé. Esiste piuttosto il modo soggettivo di percepirlo, ossia il modo cambia da individuo a indivi- duo. Gli uomini sono disturbati non dalle cose, ma da come le vedono! Così, per alcuni il livello dell’evento stressante pare devastante, per altri invece appare sopportabile! Per completare il quadro vi posso mostrare come gli aspetti depressivi rendano gli individui più sensibili all’ansia. In questo caso le persone si perdono nei propri pensieri. Si tratta di tipi di pensiero particolari: oziosi, di elucubrazione, con scarso interesse per gli altri ed elevata preoccupazione per se stessi. Questo particolare aspetto deve essere ben considerato da coloro che si occupano della misurazione attraverso test, poiché può dar luogo a mal interpretazioni rispetto al problema: sembra ansia invece è depressione! In conclusione chiunque valuti o sia interessato a questo particolare aspetto deve porre massima attenzione alle sfumature. Qualora ad un paziente sia richiesto di descrivere come si sente dopo la diagnosi, prima dell’intervento o quando inizia la riabilitazione, va capito a quale categoria sia riconoscibile. Questo serve a facilitare gli operatori nel processo di cura. Infatti, inquadrare o valutare correttamente lo stato psicofisiologico del paziente sarà utile nell’adesione al trattamento (“compliance”). Per ora si può iniziare ad intuire quanto accade ad un sistema personale o familiare quando domina l’ansia. Suppongo che per il processo di identificazione qualche lettore ritrovi modi passati o presenti di reagire al “male”. Mi riservo di spiegare quali soni gli strumenti per poter organizzare emozioni tanto potenti da spingere verso il danno. Dott.ssa Monica Cielo -BUSBDIFPBTQJSB[JPOF Consigli per una corretta procedura Ho accolto con molto piacere la proposta di “bypassare” le mie conoscenze di infermiera. Ho ripensato alle domande che mi rivolgete più spesso, ma soprattutto ho rivisto i vostri sguardi smarriti in molte occasioni. In base alla mia esperienza cercherò di aiutarvi a risolvere le incertezze e di appianare le ansie, spesso ingigantite dal “non sapere”. Come primo argomento parlerò di: TRACHEOASPIRAZIONE. Ma cos’è la tracheoaspirazio- 18 t 5 3 * . & 4 5 3 & * ne? È la procedura che serve a liberare dalle secrezioni la tracheostomia (collegamento della trachea con l’esterno) e le vie aeree. Gli studi condotti nei vari anni, hanno rilevato che per i pazienti questa procedura può essere dolorosa e provocare, quindi, un senso di ansia. Dato che, in particolare i neo operati, hanno copiose secrezioni, di conseguenza le aspirazioni sono frequenti. C’è da premettere che la tracheoaspirazione va eseguita solo se lo stoma è evidentemente ostruito o se la respirazione è difficoltosa. Ecco alcuni consigli pratici per una corretta procedura. 4055070$& t µ JOOBO[JUVUUP JOEJTQFOTBCJMF l’aspiratore, dato in dotazione gratuita dall’Ufficio Protesi e Ausili dell’USL al momento della dimissione dall’ospedale. t1SJNBEJQSPDFEFSFBMMBTQJSB zione è bene provocare dei colpi di tosse allo scopo di smuovere le secrezioni. t -B NJTVSB EFM EJBNFUSP EFM sondino deve essere la metà del diametro della cannula. Se non siete in grado di capire con esattezza o avete qualche dubbio sul diametro che dovete utilizzare, chiedete al vostro medico o a chi ne ha competenza e, solo dopo aver stabilito qual è, procedete all’aspirazione. “SPECIALE” PER VOI t µ PQQPSUVOP OPO JOUSPEVSSF troppo il sondino per evitare possibili traumi alla trachea; una volta inserito, estrarlo aspirando contemporaneamente le secrezioni. t 0HOJ BTQJSB[JPOF OPO EFWF du-rare più di 10-15 secondi; questo perché è una procedura che non permette di respirare e potrebbe causare un’ipossiemia (riduzione di ossigeno). Per ovviare a ciò si rende necessaria una iperossigenazione (aumento di ossigeno) utilizzando prima e dopo l’aspirazione un’apposita mascherina per tracheostomia. t6OBMUSPQSPCBCJMFSJTDIJPEF rivante da frequenti tracheoaspirazioni, è una aumentata probabilità di infezione. t1FSVOBOFDFTTBSJBFTDSVQPMP sa igiene preventiva, consiglio alcune istruzioni valide sia per il paziente stesso che per il fami- liare che lo assiste nella procedura: lavare le mani con acqua e sapone neutro, asciugandole con cura; se necessario raccogliere i capelli; se si ha il raffreddore non avvicinarsi troppo al pa- ziente e se possibile mettere una mascherina di protezione; utilizzare il sondino il più possibile pulito o togliendolo dalla custodia solo al momento dell’uso. È opportuno posizionarsi al fianco del paziente per evitare le secre- zioni che potrebbe espellere involontariamente con un colpo di tosse. Una domanda che spesso mi viene rivolta, riguarda quali sono i momenti più opportuni per eseguire la procedura. Rispondo che non c’è una regola ben precisa e valida per tutti e che va eseguita secondo necessità. Un’altra domanda è per quanto tempo sarà necessario continuare l’aspirazione. Rispondo che la necessità di dover eseguire la tracheoaspirazione è variabile. In alcuni casi la durata può essere non più di due /tre mesi, in altri può richiedere più tempo, in altri rari casi, può protrarsi piuttosto a lungo. Comunque, una volta acquisita la procedura, tutto diventa più facile, apprezzando certamente il sollievo che vi procura. Giada Cerminara Botta e risposta Le domande più frequenti e le risposte più corrette per la vita di tutti i giorni t Il tracheostoma deve essere sempre protetto? Certamente! Va sempre tenuto protetto con bavaglino integrato da un filtro (naso artificiale) che svolge l’importantissima funzione di filtraggio dell’aria e nello stesso tempo ne consente il passaggio. È bene indossarlo giorno e notte. Ricordarsi di risciaquare molto bene il bavaglino, perchè la presenza di detersivo potrebbe irritare la cute. tÈ possibile abbronzarsi? Si ma con precauzione. Ricordiamoci che il tracheostoma espone direttamente la mucosa agli agenti esterni, aria, acqua, granelli di sabbia oppure polveri, ma anche fonti di calore, come il sole, che asciugano la mucosa stessa. È pertanto consigliabile tenere il tracheostoma sempre protetto; è sufficiente il bavaglino, che impregnato di acqua e poi strizzato, fungerà da ottimo naso aggiunto. Particolare attenzione è rivolta a chi è stato sottoposto a terapia radiante: l’esposizione diretta ai raggi solari finirebbe per riaccendere il fuoco appena sopito delle radiazioni. In questo caso l’esposizione diretta al sole 4055070$& sarebbe dannosissima, quindi servono maggiori precauzioni per il collo e per il tracheostoma. tCome regolarsi quando si fa la doccia o il bagno? In linea di massima è preferibile la doccia con il soffione staccabile e orientabile (“a telefono”). Per il bagno nella vasca: stare seduti, mai sdraiati. È distensivo e salutare per i vapori caldoumidi, in particolare se si aggiungono sostanze balsamiche. t Come meglio comportarsi, quando ci si rade? Se si usa il rasoio elettrico, è t53*.&453&* 19 “SPECIALE” PER VOI bene munirsi di un asciugamano per evitare che i peli finiscano in trachea. Se si utilizza il sapone da barba passa partire dal basso tenendo sempre protetto il tracheostoma. tE quando laviamo i capelli? Si tiene la testa abbassata in avanti proteggendo il tracheostoma con una salvietta di spugna. t Si sa che “camminare” fa bene, ma come? Meglio canminare con passo tranquillo e comunque evitando di ansimare. tSi puà mangiare di tutto? Tenendo ben presente di non eccedere, si può mangiare di tutto. L’importante è che gli alimenti o le bevande non siano troppo calde o troppo fredde. t L’intervento condiziona la posizione del capo? Si, dopo l’intervento si apprezza una proiezione in avanti del capo e del rachide cervicale, prevale il tono muscolare dei piccoli pettorali che proiettano in avanti le spalle; ne risulta un atteggiamento posturale di tipo cifotico che predispone al dolore in prossimità della ferita chirurgica. t È normale una impotenza funzionale del braccio? Sì: l’intervento dal lato sottoposto a svuotamento latero cervicale, residua una impotenza funzionale dell’arto più o meno accentuata. tCome si recupera la funzionalità del braccio e della spalla? Con un adatto trattameto fisiatrico per scongiurare l’evoluzione verso la periartrite o una cervicalgia cronica. tQuando è più opportuno iniziare la rieducazione fonetica? Solo se o quando si è superato lo stato di angoscia che segue alla presa di coscienza della mutata situazione. Il laringectomizzato deve prendersi tutto il tempo che gli è necessario. Sappia che sarà sempre ben accolto nella scuola di rieducazione. t Esiste un termine entro il quale si impara a parlare? Assolutamente no. Non esistono scadenze e soprattutto non bisogna demoralizzarsi se non si parla già dai primi giorni. È importante non lasciarsi condizionare dalle difficoltà incontrate; l’eruttazione rappresenta l’ultimo anello di una catena che inizia con il rilassamento e la ginnastica e che richiede calma e pazienza. Se mi viene richiesto un parere, sconsiglierei il più possibile di bisbigliare, è molto meglio scrivere. Occorre tempo e disponibilità d’animo; ogni precipitazione ha effetti negativi, talvolta persistenti e difficili da correggere più il tempo passa. t Sono utili degli esercizi di preparazione? Non solo sono utili, ma necessari. Alcuni esercizi riguardano la respirazione diaframmatica, altri sono volti a elasticizzare il più possibile i tessuti del collo, soprattutto se all’intervento è stata associata la radioterapia, altri ancora servono a tonificare la lingua, le labbra, le guance e il volto. Elaborazione da “Dopo la laringectomia” Dott. Massimo Duca riguarda la conoscenza dell’uso corretto e degli effetti secondari. t-BiNBQQBUVSBwDPOUSPMMP EFJ nei da parte del dermatologo, valutando anche le parti meno esposte come, ad esempio. le piante dei piedi, è fondamentale. La dovrebbero fare tutti; in particolare è obbligatoria per chi ha la pelle chiara, molti nei e famiMJBSJUË DPO JM UVNPSF t i%JNNJ come scrivi e ti dirò come stai”. Da una singolare ricerca è emerso che l’alterazione della consueta grafia potrebbe evidenziare disturbi cardiaci o addirittura anticipare le malattie di Alzheimer e il morbo di Parkinson. E ciò sarebbe riscontrabile nelle vocali “a” e “o”. Nel mondo medico si prendono le dovute distanze, tuttavia si ammette che la teoria potrebbe essere la base per la pre diagnosi. Si è riscontrato, ad esempio, che gli alcolisti hanno una grafia più ampia rispetto alla normalità. Le “brevi” t -B DMPXOUFSBQJB GPSUFNFOUF sostenuta dal Primario Roberto Spinato e dal collaboratore Alessandro Abramo, è attiva nel reparto di ORL dell’Ospedale di Mirano. La presenza del “doctor clown” in corsia, facilita il processo di guarigione post-operatoria sia nei bambini che negli BEVMUJ t (MJ *UBMJBOJ EB VOJOdagine effettuata sui cittadini di varie età ed estrazione sociale di 27 paesi europei, sono risultati i maggiori consumatori di antibiotici, ma al 17° posto per quanto 20 t 5 3 * . & 4 5 3 & * 4055070$& La Redazione INFORMAREGIONE Agevolazioni fiscali Come usufruire della riduzione dell'aliquota IVA al 4% Fac-simile di prescrizione autorizzativa e certificazione che il medico specialista dell’Azienda USL deve redigere ai fini dell’agevolazione IVA. Azienda USL n°…… Azienda USL n°…… Data, ……… Data, ………. Si certifica che il Sig. ……………………………, affetto da disabilità del linguaggio, può avvalersi di ………………………………………………… per il miglioramento della comunicazione e delle relazioni interpersonali. Timbro e firma del medico specialista Prot. :………. Oggetto: Prescrizione autorizzativa ai sensi dell’articolo 2 comma 2 del Decreto 14 marzo 1998 (pubblicato sulla Gazzeta Ufficiale n° 77 del 2 aprile 1998) ai fini dell’applicazione dell’aliquota IVA ridotta su cessioni e importazioni dei NOTA BENE sussidi tecnici ed informatici rivolti a facilitare l’autosufficienza e l’integrazione dei soggetti por- Per attivare l’autorizzazione alla richiesta, oltre alla prescrizione e alla certificazione, devono essere tatori di handicap. allegati il verbale di invalidità civile o il certificato Si certifica che …………………….. nato a …….. di situazione di handicap, copia del documento provincia di…….……………….il…...………….. di identità e codice fiscale. Sulla fattura rilasciata affetto da………………presenta una invalidità dal rivenditore, va indicato “Aliquota IVA al 4% ai sensi dell’art. 2, comma 9, del D.L. 31/12/96 funzionale permanente caratterizzata da : n° 669 convertito dalla legge 28/2/97 n° 30”. Inmenomazione motoria oltre è possibile scalare dalle imposte dovute allo menomazione sensoriale Stato, il 19% della somma pagata per l’acquisto di menomazione del linguaggio e necessita di utilizzare i seguenti dispositivi o ap- sussidi tecnici informatici (art. 2 comma 1 D.M. parecchiature quali sussidi tecnici ed informatici 14/3/98). rivolti a facilitarne l’autosufficienza e l’integrazi one:……………………………………………… ………………………………………… Tali sussidi sono finalizzati: assistere la riabilitazione facilitare la comunicazione interpersonale l’elaborazione scritta o grafica il controllo dell’ambiente l’accesso alla informazione e alla cultura Visto il collegamento funzionale fra la tipologia della menomazione e il sussidio tecnico, si rilascia la presente prescrizione autorizzativa su richiesta dell’interessato e per gli usi consentiti. Medico specialista ……………………………. Azienda USL n° …… 4055070$& t53*.&453&* 21 INFORMAREGIONE Gli uomini della sanità Può essere utile conoscere il nome di chi è al vertice della propria USL Direttori generali Antonio Campostella (Usl 1 Belluno) Bortolo Simoni (Usl 2 Feltre) Valerio Alberti (Usl 3 Bassano) Ermanno Angonese (Usl 4 Thiene) Renzo Alessi (Usl 5 Arzignano) Antonio Alessandri (Usl 6 Vicenza) Angelo del Favero (Usl 7 Pieve di Soligo) Renato Mason (Usl 8 Asolo) Claudio Dario (Usl 9 Treviso) Paolo Stocco (Usl 10 San Donà) Antonio Padoan (Usl 12 Venezia e 14 Chioggia) Arturi Orsini (Usl 13 Mirano) Francesco Benazzi (Usl 15 Cittadella) Fortunato Rao (Usl 16 Padova) Giovanni Pavesi (Usl 17 Este) Adriano Marcolongo (Usl 18 Rovigo) Giuseppe Dal Ben (Usl 19 Adria) Maria Giuseppina Bonavina (Usl 20 Verona) Daniela Carraro (Usl 21 Legnago Alessandro Dall’Ora (Usl 22 Bussolengo) Adriano Cestrone (Az. Osp. Padova) Sandro Caffi (Az. Osp. Verona) Pier Carlo Muzzio (Ist. Oncologico Veneto) Da “CORRIERE di VERONA” 03-02-2011 22 t 5 3 * . & 4 5 3 & * 4055070$& RUBRICHE Pensioni Requisiti per la totalizzazione t 65 anni di età o 40 anni di contributi tAver versato minimo 20 anni di contributi tFacoltà di cumulo in tutte le assicurazioni obbligatorie con minimo versamento di 3 anni A) PER DIPENDENTI Anno di pensionamento Dall' 1/1/2008 Al 30/6/2009 Dall'1/7/2009 Al 31/12/2010 Dall'1/1/2011 Al 31/12/2012 Dall'1/1/2013 Minimo di contributi più età 35+ 58 anni Anni di contributi senza età 40 Quota 95 (età minima 59 anni) Quota 96 (età minima 60 anni) Quota 97 (età minima 61 anni) 40 40 40 B) PER AUTONOMI Anno di pensionamento Dall' 1/1/2008 Al 30/6/2009 Dall'1/7/2009 Al 31/12/2010 Dall'1/1/2011 Al 31/12/2012 Dall'1/1/2013 Minimo di contributi più età 35+ 58 anni Anni di contributi senza età 40 Quota 95 (età minima 59 anni) Quota 96 (età minima 60 anni) Quota 97 (età minima 61 anni) 40 40 40 Immobili Ristrutturazioni Spesa max 48.000 - 36% di recupero fiscale con richiesta al-l' Ufficio Entrate di Pescara. Non sono ammessi gli ampliamenti. Bonus 55% per risparmio energetico tetto max spesa: 60.000. Per ambedue i bonus il beneficio fiscale va recuperato in 10 anni tramite Dichiarazioni Fiscali. Ampliamento È ammesso il 20% max della superficie esistente, elevabile al 30% con recupero energie alternative. Condominio La variazione millesimale è deliberata col 51% dei condomini (prima era necessaria l' unanimità) Eredità Gli eredi hanno 10 anni per rivendicare i loro diritti. Le donazioni non possono superare la quota disponibile (25-30%) per 4055070$& non ledere la legittima. Nomina Amministratore di sostegno L'autorizzazione viene rilasciata dal Giudice del Tribunale competente su istanza della parte interessata, a tutela spesso di minori, anziani, handicappati ecc. allo scopo di evitare, in caso di litigi spesso nelle successioni, comportamenti in contrasto con le leggi vigenti. t53*.&453&* 23 INFORMASEZIONI - BELLUNO - PADOVA S.O.S. antifumo Smettere di fumare si può, anzi si deve sensibilizzare già dalle scuole elementari Il Primario dell’Unità Operativa di pneumologia del San Martino, il Dott. Gianmarcello D’Ambros, richiama l’attenzione sul corso dell’ULSS 1 che da dieci anni svolge, con positivi risultati, l’importante servizio sociale di far smettere di fumare. Il vizio/ dipendenza del fumo - affermarappresenta un notevole aggravio sul sistema sanitario nazionale per i costi necessari alla cura di chi si ammala di cancro ai polmoni, al distretto testa e collo e di insufficienza respiratoria, tutte patologie legate all’eccesso di fumo. Un aspetto particolarmente preoccupante è l’abbassarsi dell’età media di ragazzi e ragazze che iniziano a fumare. Il Dott. D’Ambros individua un’interessante via comunicativa con i giovani: utilizzare i loro stessi modelli generazionali, compreso quello estetico, in quanto il fumo rende la pelle brutta e opaca. Sottolinea i risvolti più drammatici causati dal fumo: patologie gravi e invalidanti che costringono ad assumere farmaci costosi e a sottoporsi a continue terapie. La guerra al fumo, come pure all’alcol e all’obesità – raccomanda – deve partire il più presto possibile, già dalle scuole elementari. È un bene per la salute e un risparmio per il sistema sanitario. Saturnino Frittelli 1BEPWBGFTUBEJ4BO#JBHJP Mercoledì 16 febbraio, presso l’Ospedale Sant’Antonio di Padova, si è svolta la festa di San Biagio, organizzata dalla nostra associazione in collaborazione con l’ULSS 16 di Padova e l’unità Operativa Semplice di Otorinolaringoiatria diretta dalla dott.ssa Antonella Fede. Prima di tutto abbiamo voluto ricordare il Nostro Santo protet- 24 t 5 3 * . & 4 5 3 & * tore con una Santa Messa, concelebrata da don Massenzio e da don Cristiano Arduini, seguita dalla benedizione della candelora. La giornata è proseguita poi con una conferenza svoltasi presso l’aula della Direzione Sanitario dal titolo “DISAGIO E DISABILITÀ COME RISORSA” il cui relatore Don Cristiano Ar- 4055070$& duini, Professore di Bioetica e Direttore dell’Ufficio Diocesano per la Famiglia ci ha inviato l’ampia sintesi che pubblichiamo alla pagina 41. Alla nostra dottoressa FEDE, ed alle sue collaboratrici, porgiamo un ringraziamento particolare e, a tutti, un arrivederci all’anno prossimo. Severino Pastore INFORMASEZIONI - ROVIGO Sotto il segno di San Biagio Con rinnovato entusiasmo In attesa di una “mano - voce” Dopo un giustificato “smarrimento” per un vuoto che si era creato con la perdita di Mario, l’Associazione Oncologica Italiana M.d.V. di Rovigo ha voluto essere presente alla “Festa” di San Biagio 2011 a Verona, proprio come un tempo, e con la graditissima occasione di ritrovarci insieme. Giovedì 3 febbraio, per la ricorrenza del nostro Patrono, Rovigo, con i suoi sedici amici, durante la Santa Messa presso la bella chiesa di S.S. Nazaro e Celso, si è sentita accolta con particolare calore da Mons. Giuseppe Vesentini, Vicario del Vescovo. Quale onore! Ci sembrava di rappresentare anche quelle tante care persone “assenti”, ma presenti e vive in altre “dimensioni”. La preghiera alla fine della cerimonia, mi dava ragione: lo sguardo di Amelia diceva tutto. Ma, come in ogni incontro conviviale che si rispetti, il pranzo ufficiale non poteva mancare. Ci siamo ritrovati al ristorante “Grappolo d’oro” di S. Pietro Incariano in Valpolicella con un menù davvero accattivante che abbiamo molto apprezzato nelle varie portate. In questa aria di festa si sono instaurate nuove conoscenze e rinsaldate care amicizie, soprattutto fra signore o mogli di operati: la famiglia si stava allargando, ed il nostro stimato Presidente ha voluto pubblicamente sottolineare ancora una volta, qualora ci fosse stato bisogno, il delicato e importante ruolo delle mogli per i nostri amici laringectomizzati... La sottoscritta modestamente ne andava orgogliosa. Il terzo momento della giornata ha 4055070$& visto protagonista proprio la nostra Rovigo con i suoi maestri riabilitatori, insigniti di una targa di riconoscenza per il generoso contributo che continuano a dare nelle relative scuole: per Trecenta al maestro Luigi Cibin, per Porto Viro al maestro Ivano Casotto e al maestro Alberto Pellegrinelli, per Rovigo al maestro Guido Candiani. Al Presidente Sergio De Stefani è stato donato un segno di riconoscimento per aver accettato con tanta abnegazione l’onere della presidenza provinciale. Complimenti a tutti! Rinvigoriti dall’entusiasmo infuso così a larghe braccia dal nostro Presidente regionale Adriano Zanolli, al quale non deve mancare la nostra infinita riconoscenza per quanto ci continua a dare, ci siamo sentiti tutti pronti ad affrontare il rinnovato cammino per offrire il nostro contributo, sempre e comunque, a chi si troverà al nostro fianco in attesa di una "mano - voce” amica. Antida Pavanello t53*.&453&* 25 INFORMASEZIONI - ROVIGO Consiglio Straordinario Per eleggere il nuovo Presidente e poter dire “ancora” Tempo fa, nel ritrovarci e scambiarci le nostre riflessioni fra amici e soci dei Mutilati della voce, si finiva per premettere quasi sempre la parola ”ormai”: - ormai non c’è più lui (Mario), - ormai non ci sono operati, - ormai la sede non è più accogliente,.. Ormai .. ormai … Era una amarezza che ci rattristava e ci si augurava che qualche “segno” potesse accadere per “darci una mossa”. A stimolarci a ripartire con rinnovato entusiasmo è stato il Presidente Adriano Zanolli. E piano piano la parola ”ormai” è stata sostituita dall’avverbio “ancora”. E così: - ancora riusciamo a promuovere gite, - ancora si iscrivono nuovi soci, 26 t 5 3 * . & 4 5 3 & * - ancora le scuole di riabilitazione si reggono, - la sede di Rovigo gode ora di un nuovo bellissimo arredamento offerto da Verona, grazie al “Progetto Coge” con il nostro doveroso ringraziamento! - ancora è stato eletto un nuovo e degno Presidente da un Consiglio che vuole ripartire con slancio e motivata passione ..... forse ereditati da Mario. Le votazioni si sono svolte sabato 5 febbraio 2011 con il se- 4055070$& guente risultato: PRESIDENTE SEGRETARIO - De Stefani Sergio V. PRESIDENTE TESORIERE - Candiani Guido CONSIGLIERI - Cibin Luigi - Salvan Gino - Venturella Romano REVISORI - Casotto Ivano - Pellegrinelli Alberto “PROBIVIRI” - Andretto Adriana #BMMBSJO"OUJEB1BWBOFMMP Agli eletti i nostri complimenti e tanti auguri affinché la nostra Associazione proceda sempre per il meglio e contribuisca a garantire una vita più serena agli amici operati. Sergio De Stefani INFORMASEZIONI - TREVISO La ricorrenza di San Biagio In ospedale e al Santuario per incontrare il nostro Patrono Treviso 3 febbraio 2011 Anche quest’anno per il 3 febbraio ci siamo ritrovati per festeggiare San Biagio, "il nostro Santo protettore di noi laringectomizzati". Presso il reparto O.R.L. dell’ospedale di Treviso è stato allestito tutto l’occorrente per poter celebrare una messa a favore di tutti i presenti. Alle otto di mattina ci siamo quindi trovati in un buon numero di laringectomizzati, e con la presenza del Prof. Marchiori, della Prof.ssa Da Mosto e dell’équipe medico infermieristica dell’O.R.L. abbiamo assistito alla Santa Messa officiata dal parroco dell’Ospedale. Al termine, prima della Benedizione, la signora Wanda una nostra amica laringectomizzata, ha letto la nostra preghiera. Alla fine il parroco ci ha benedetto la gola con il rito delle candele incrociate. Finito tutto questo, un piccolo ristoro a base di cioccolata calda, caffè e the con un bel assortimento di pasticcini, ha concluso il nostro ritrovo, e con i saluti generali ci siamo lasciati tutti in buona armonia e un po’ più ricchi spiritualmente. Luciano Olivo Montebelluna 3 febbraio 2011 Anche quest’anno il giorno 3 di febbraio abbiamo celebrato la ricorrenza di San Biagio, nostro protettore. Devo partire da un po’ di giorni prima in quanto a Montebelluna, dove vado tutte le settimane a fare scuola ai nostri amici laringectomizzati, parlando con il Sacerdote che opera presso il predetto Ospedale ci siamo messi d’accordo di andare al Santuario della Madonna del Covolo in comune di Crespano del Grappa con l’intenzione di partecipare a una messa. Don Piero, questo è il nome del Sacerdote, mi spiegava che la ricorrenza veniva seguita da diverso tempo sempre dai laringectomizzati e dai loro familiari che avevano a che fare con l’Ospedale di Montebelluna. Lui riusciva a contattare Don Egidio, prenotando la Messa. Don Egidio ha superato brillantemente la laringectomia totale adottando una valvola fonatoria che gli permette di officiare la Santa Messa. Altro contatto e invito, Don Piero l’ha fatto al sacerdote che opera presso l’Ospedale di Castelfranco Veneto Don Claudio, anche lui conoscitore di noi laringectomizzati. Hanno concelebrato 4055070$& la messa in modo semplice ma molto significativo con parole di comprensione e affetto verso di noi. Sul finire della Messa Don Egidio ha letto la no-stra preghiera e sinceramente mi ha fatto un effetto molto bello. L’avevo sentita in diverse occasioni ma mai recitata da un sacerdote, specialmente se questi è un laringectomizzato. Ben contenti, dopo la Messa, siamo andati al vicino ristorante dove in buona armonia abbiamo pranzato. Alla fine ci siamo lasciati con un arrivederci all’anno prossimo. Non so se l’anno prossimo ritorneremo o se la ricorrenza la faremo presso il nuovo reparto di ORL dell’Ospedale di Montebelluna, in ogni modo ci ricorderemo sempre del “Nostro” Santo Protettore, S. Biagio. PROMEMORIA In occasione del ritrovo del 27 marzo p.v. ricordiamo ai soci non ancora in regola con il tesseramento per l’anno 2011, la possibilità di poterlo fare presso gli appositi banchetti allestiti appositamente. Nell’occasione dell’incontro farò un breve resoconto della gestione dell’anno 2010. Vi attendiamo numerosi. Variazione al programma 2011 La gita in programma l’8 maggio, viene spostata al 15 maggio. Efrem Carraro t53*.&453&* 27 INFORMASEZIONI - VENEZIA Quando i Consiglieri... consigliano Stare insieme fa bene a noi e all'Associazione 3 Febbraio 2011 - Abbiamo pregato e onorato il nostro protettore S. Biagio nella Cappella dell’Ospedale all’Angelo di Mestre. È stato poi offerto ai soci il pranzo in un accogliente agriturismo, dove molti hanno acquistato le specialità del posto. 4 Febbraio - Si è svolta presso la sede una riunione di Consiglieri per individuare alcune iniziative di socializzazione. Il compito di redigere il verbale è stato affidato al Consigliere Mario De Marchi. Ecco le iniziative che vi coinvolgono più direttamente e che realizzeremo presso la sede: t QSPJF[JPOJ EJ mMNDPNNFEJF documentari, partite a carte, tombolate, ballo, ecc. Auspicabile l’ascolto di musica. Il primo incontro è previsto entro aprile t FTQPTJ[JPOF EJ QSPCMFNBUJDIF personali anche con la presenza di un medico e/o psicologa; in mancanza della figura professionale, il Presidente (o un suo incaricato) si farà portavoce con JMNFEJDPEJDPNQFUFO[BtTPOP stati inoltre previsti incontri con le due figure portanti della rieducazione fonetica: logopedista FNBFTUSPSJFEVDBUPSFtJODPOUSP ogni 20/30 giorni di solo “soce” volontarie al fine di rinsaldare ancor più lo spirito di socializzazione e di cogliere attraverso loro difficoltà o proposte. 16 - 17 - 19 - 28 Febbraio e 2 Marzo - Queste le tappe della nostra campagna antifumo “Non bruciarti la vita” presso le scuole medie “Giulio Cesare” a Mestre e “De’ Conti” a Chiog- 28 t 5 3 * . & 4 5 3 & * gia, con un totale di 15 classi. 21 Febbraio - Assisto al previsto incontro, tutto al femminile, per valutare le proposte di socializzazione esposte dai Consiglieri. Tra i passatempi è scelto il gioco alle carte. Bruna si offre come 4055070$& “insegnante” di burraco. Fra le proiezioni, la preferenza va al genere “commedia”, meglio se in dialetto veneziano. Marilena D.M. propone di abbinare alla proiezione un breve saggio recitativo o di lettura di alcuni “nostri” volonterosi operati. Secondo me è una proposta dal duplice interesse: la socializzazione e un simpatico esercizio fonetico. Per l’ascolto della musica lirica, i pareri sono discordi. Riguardo gli incontri più impegnativi, dimostrano particolare interesse per quelli che prevedono la partecipazione delle figure professionali specialistiche più vicine al percorso pre e post operatorio. Ovviamente non mancano le “quattro ciacole”. L’incontro risulta interessante anche dal mio punto di vista. Dal gentil sesso c’è sempre qualcolsa da imparare. Detto questo, invito fin da ora chi è interessato a segnalare telefonicamente (041-950026) la propria adesione agli incontri. 20 marzo - Segnalo la gita sociale al Delta del Po. - La nostra Sezione porge le più vive felicitazioni al Dott. Prof. Roberto Spinato per la sua nomina a Presidente della SVO, Scuola Veneta Ospedaliera di discipline otorinolaringoiatriche. Al valente chirurgo esprimo ancora una volta la mia riconoscenza per avermi “miracolato”. Grazie, Dott. Spinato e, naturalmente, le mie più sincere, personali congratulazioni. Pier Luigi Tornatore INFORMASEZIONI - VERONA San Biagio... allargato Partecipanti soddisfatti gite ed incontri 16 Dicembre 2010 Presso la Sede Regionale, alla presenza di soci amici e familiari, abbiamo avuto il tradizionale scambio di auguri di buone feste di fine ed inizio anno. È stato fatto il punto del lavoro svolto nel 2010 ed illustrato il programma del 2011. 17 Dicembre Consiglio Provinciale alla presenza di tutti i maestri e consiglieri: si è fatto il punto sul 2010 e il programma 2011. Abbiamo concordato la festa Provinciale di San Biagio 2011, programmato giorni di socializzazione da trascorrere con soci, amici e familiari, organizzando anche delle gite. #VTTPMFOHP ha organizzato per il 27 marzo una gita a Chiampo, nel Vicentino, per visitare il Santuario della Madonna di Lourdes. Poi tutti da “Piero”, un noto ristorante nelle vicinanze, dove la specialità è pesce di mare. Legnago. La gita di primavera sarà per la metà di maggio, ma il programma non è definito. piena con la presenza di alcune autorità, tra queste l’Assessore del Comune di Verona dott. Alberto Benetti, amico della nostra Associazione. La funzione è stata officiata dal Vicario del Vescovo Mons. Vesentini, mentre il Parroco Don Massalongo ci ha intrattenuto alla fine del rito illustrandoci la ricchezza dei vari dipinti che abbelliscono la cappella. Poi il gruppo si è trasferito in Valpolicella presso il Ristorante “Grappolo d’Oro”. Abbiamo passato, in sana compagnia un lieto pomeriggio, dove si è toccato con mano la soddisfazione Gli incontri di fine anno con di tutti i partecipanti. pranzo sociale, si svolgeranno 20 febbraio per Bussolengo la seconda do- Continuano gli incontri del promenica di ottobre, per Legnago getto “Non Bruciarti la Vita” con i ragazzi delle medie. la terza domenica di ottobre. 3 Febbraio 2011 o4BO#JBHJP A breve saranno coinvolti anche i genitori per sensibilizzare il a Verona Grande partecipazione di Asso- gravissimo problema di alcolciati e simpatizzanti, oltre a una fumo–droga e fattori ambienampia presenza di amici di Rovi- tali. go. La chiesa di San Nazzaro e Celso, che conserva le relique Walter Segala del nostro Santo protettore, era 4055070$& t53*.&453&* 29 INFORMASEZIONI - VICENZA #FOWFOVUP Fitto di programmi e proposte allettanti Qualche apprezzamento retroattivo Infatti "Il Giornale di Vicenza", dopo la nostra festa di chiusura anno, ha pubblicato un articolo sull’attività della nostra Sezione intitolato “Poca voce, ma tanto cuore”. Ecco alcuni stralci: “Della sezione di Vicenza fanno parte anche la sottosezione di Bassano del Grappa ed i tre centri di Montecchio Maggiore, Schio e Valdagno dove, ogni settimana, vengono impartite lezioni per la riabilitazione della voce. Nell’aprire i lavori, il presidente Pietro Serraiotto ha fatto un bilancio dell’attività svolta. Oltre alla partecipazione alle Giornate del Volontariato merita sicuramente di essere sottolineato il grosso risultato ottenuto dall’Associazione nel corso della campagna contro il fumo, alcol e droghe, condotta in diverse scuole medie e superiori e che proseguirà fino alla fine dell’anno scolastico. Pensieri ,foto, riflessioni e disegni sono stati raccolti da Serraiotto nel libro pubblicato da Grafiche Novesi, con il patrocinio della provincia di Vicenza. L’Associazione si appresta ora ad iniziare con speranza ed entusiasmo il 2011; come vuole la tradizione il primo appuntamento sarà la giornata votiva di S. Biagio che il prossimo anno si terrà negli ospedali di 30 t 5 3 * . & 4 5 3 & * Bassano , Vicenza e Schio. Tra gli altri appuntamenti in calendario un soggiorno da trascorrere sulla spiaggia di Rimini, mentre a giugno è in programma una gita-pellegrinaggio a Fatima.” t .PMUP BQQSF[[BUB F OPO TPMP dai nostri iscritti, la pubblicazione del Calendario per il 2011, che riporta splendide foto inerenti alle nostre attività. In copertina il nostro Santo Protettore S. Biagio, nell’atto famoso di compiere il miracolo sul bambino. Riproduzione di un quadro antico e molto raro. 4055070$& L"'&45"%*4#*"(*0 celebra antichi riti. Il 2 febbraio, a VICENZA, presso l’Ospedale Civile nel reparto di otorino e alla presenza del nuovo Primario, dr. Roberto Saetti, della dr.ssa Cristoferi, di tutto lo Staff del reparto e di una folta rappresentanza della nostra Associazione, è stata celebrata una S. Messa con, a seguire, la benedizione della frutta e un rinfresco gentilmente organizzato dal personale del Reparto. Questa cerimonia, con i numerosi partecipanti, è stata particolarmente gradita e da qualche anno è diventato un appuntamento al quale molti vogliono partecipare. Il 3 febbraio l’appuntamento era nella Chiesa dell’ospedale di #ASSANO, con grande partecipazione di fedeli, di personale medico e di volontari che si sono dati da fare anche per offrire dolci e bevande. Il sacerdote, don Silvio, ha avuto sentite e commoventi parole per tutti gli ammalati e in particolare per la nostra patologia. Molto commovente, come sempre, la lettura della preghiera del laringectomizzato e la esibizione di canti sacri. Il 4 febbraio incontro a Schio. “BIAGIO = parola greca che significa "balbuziente", perché il nostro Santo in que- INFORMASEZIONI - VICENZA stione, evidentemente, lo era. Quindi anche lui aveva il problema della parola come voi laringectomizzati, sia pure in modo diverso. Ciononostante Biagio diventò medico, vescovo, operatore di miracoli e martire. Quindi non disperate mai, anche voi nella vostra vita!”. Con queste parole da parte del Sacerdote è iniziata la cerimonia di ricorrenza presso l’Ospedale di SCHIO , con la presenza di molti operati, dei loro famigliari, tanti amici, tanti devoti, ma soprattutto del Corpo Medico, che ha voluto dedicare a coloro che purtroppo hanno incontrato la malattia, una frase significativa: “Non vi lasciamo mai soli”. E in questo progetto il primario dr. Bonato, ha coinvolto anche la nostra Associazione e tutti coloro che vi collaborano. Un grazie di cuore. tSono aperte le iscrizioni per il Pellegrinaggio a FATIMA e a SANTIAGO DE COMPOSTELA e così anche per il SOGGIORNO A RIMINI che ripetiamo a luglio. t$POUJOVBMBOPTUSBcampagna contro il fumo nelle scuole, con un significativo apprezzamento dei docenti che lo testimoniano prenotandoci fin da ora anche 4055070$& per i prossimi anni. Inutile dire quanto sia considerata importante questa iniziativa anche presso i Comuni. Specialmente gli Assessori alla Cultura dimostrano un particolare coinvolgimento, interessandosi per organizzare questi incontri con i Presidi delle scuole. t'SBQPDPTBSËPasqua. Vi proponiamo come augurio, la foto del Papa Benedetto XVI, inviata alla nostra Sezione, con la Sua speciale benedizione. Anche il Papa ci conosce e ci è vicino. Pietro Serraiotto t53*.&453&* 31 INTERMEZZO “Coriandoli” di Carnevale Quando la denuncia era in maschera e i coriandoli erano di gesso (G.Z.) Il Carnevale ha origine dai Saturnali, antiche feste pagane. Il popolo, nascondendo il volto con delle maschere, si abbandonava a scherzi di ogni tipo e accusava pubblicamente nobili e autorità. Nell’antichità si indossava la maschera anche nei riti religiosi, nel teatro tragico e comico e in guerra. I Carnevali più lunghi: a Milano, detto Ambrosiano o Carnevalone e a Putignano (Puglia). Il primo Carnevale in Italia: Fano lo fa risalire al 1347 e Venezia al 1162, quando la Serenissima istituì la “festa del giovedì grasso” in onore del Doge Vitale Michiel. Il primo carro allegorico è stato costruito a Viareggio (Toscana) nel 1873 da operai portuali. Ispirandosi alle tecniche di costruzione delle navi, fabbricarono strutture metalliche che sostenevano pesantissimi mascheroni in gesso. I primi carri con Cosa vuole da me? Sono quarantanni che mi segue! “pupi” in movimento, risalI coriandoli, gono al 1923. sembra siano l’invenzione di un milanese, stanco di beccarsi in testa i carnevaleschi semi di pianta di coriandolo ricoperti di gesso. La “bauta” e “Pantalon” sono le maschere simbolo di Venezia. La prima, in gran voga nel 1700, è caratterizzata da un naso adunco e dal mento scoperto, con o senza “xendal” di pizzo. “Pantalon”, maschera nata intorno alla metà del 1500, rappresenta un vecchio mercante avaro e borioso. Il Carnevale di Verona ha un sombolico Re: il “papà del gnoco”, nominato con regolari elezioni. Sfila in testa al corteo di tutte le contrade della città e arriva in piazza San Zeno, dove si distribuiscono quintalate di succulenti, fumanti gnocchi. A Sappada, nell’alto bellunese, gli abitanti in costumi che rappresentano i tre stati sociali (i poveri, i contadini, i signori) Quarantadue, Gino. Ci siamo sposati nel giugno del ‘38. sfilano accompagnati dal “Rollate”, una specie di orso con una maschera di legno e due grossi campanacci. A Motta di Livenza (TV) e in altri luoghi del Veneto, sopravvivono la “Sagra della renga”, la “Festa delle pute magre” e la “ Festa delle pute grasse” con elezione della miss. A Cento (Fe), gemellato con il carnevale di Rio de Janeiro, ballerine e percussionisti brasiliani di samba si mescolano a gruppi folk locali e ad artisti di strada. Il Carnevale si conclude spesso con il rito del “testamento” o del “funerale”. Un omaccione o un fantoccio vestito da re, dichiara pubblicamente ingiustizie e ruberie. Carnevale, dolce Carnevale!: cenci, chiacchiere, frappe, galani, sossole, crostoli, bugie; frittelle a base di pastella ripiene (crema, zabaione, uvetta), castagnole, frittelle di riso, crema fritta, cicerchiata, ciccioli, tortelli ecc. È in gran voga l’amore. Figurarsi se non fosse in voga. Da “TINELLO ITALIANO” - ALTAN 32 t 5 3 * . & 4 5 3 & * 4055070$& CONOSCERE -0SPMPHJPEFMMB5PSSF Risuonano ancora i rintocchi più antichi d’Europa A conclusione del restauro durato oltre due anni, da venerdì 28 gennaio la Torre e l’Orologio astronomico di Piazza dei Signori a Padova, saranno aperti gratuitamente al pubblico dai volontari di Legambiente Salvalarte, grazie ad una convenzione con l’Assessorato alla Cultura - Settore Musei e Biblioteche del Comune di Padova. ‹‹La Torre dell’orologio rappresenta uno dei simboli dell’epopea carrarese - spiega l'Assessore alla Cultura Andrea Colasio - Si trattava, infatti, dell’antica porta di ingresso alla Reggia di Piazza Capitaniato. L’astrario del Dondi rappresenta uno degli elementi che hanno fatto dire alla grande storiografia francese che la Padova del ‘300 non solo è stata una grande capitale artistica con Giotto, Guariento, Giusto de' Menabuoi, Altichiero, ma ha rappresentato anche un momento di svolta nella storia della scienza e della tecnologia. Aprire questi luoghi, grazie alla collaborazione con Salvalarte, significa avvicinare i Padovani tutti alla conoscenza della nostra storia più profonda ovvero della nostra stessa identità cittadina››. Ogni venerdì e sabato per tutto il 2011 sarà quindi possibile avvicinarsi ai meccanismi dell’Orologio, che ha ripreso a funzionare dopo circa trent’anni di inattività. Gruppi di massimo dieci persone saranno accompagnati all’interno della Torre alle 10.00, 10.30, 11.00 e 11.30. ‹‹Il servizio di apertura ai monumenti e di accompagnamento durante le visite – spiega Teresa Griggio, vice presidente di Legambiente Padova - che i volontari di Legambiente Salvalarte svolgono per la città si contraddistingue, come sempre, per la totale gratuità delle ore che mettono a disposizione nei siti autogesti-ti e la gratuità del biglietto d’ingresso, un buon esempio di dedizione e senso civico e di come ci si possa riappropriare dei luoghi della città in cui si vive. Grazie all’accordo con l’Assessorato alla Cultura si amplia così il carnet di monumenti che i volontari di Legambiente Salvalarte aprono alla città: la Scuola della Carità, l’oratorio di Santa Margherita la Reggia carrarese, la Loggia di Palazzo della Ragione, ed ora la Torre dell’Orologio con il suo meccanismo.›› Il Palazzo dell’Orologio, con annessa Torre del' l’Orologio, si affaccia su Piazza dei Signori. La Torre fu costruita nel 1428 sulla base della porta orientale della reggia Carrarese. La facciata fu rifatta in pietra d’Istria da Giovanni Maria Falconetto nel 1532. L’orologio astronomico che domina la piazza è la ricostruzione dell’originale costruito da Jacopo Dondi nel 1344 e distrutto da un incendio. ‹‹L'orologio con la teca architettonica che lo contiene dice il Presidente del gruppo astrofili Euganeo - è una mostra permanente della scienza meccanica e dell'astrologia offerta alla città. È scienza, la più avanzata nel tempo, è finissima tecnologia. Il più famoso orologio di Praga, quello di Strasburgo con la processione di sculture, stupefacente epifania d'arte, lo stesso orologio di piazza San Marco con i due mori martellanti, fanno spettacolo, suscitano ammirazione, ma questo di Padova fornisce una serie di informazioni decise e importanti che emergono dai secoli passati››. Per informazioni e prenotazioni: 049 8561212. A cura del Comune di Padova 4055070$& t53*.&453&* 33 CONOSCERE Padova e i suoi simboli Fede, cultura, svago: la Cappella degli Scrovegni, l'Università, il Caffè Pedrocchi LA CAPPELLA DEGLI SCROVEGNI. Questo mirabile monumento alto e stretto, affrescato da Giotto tra il 1303 e il 1306, ha la facciata lineare in laterizio con un portale a lunetta e un’elegante trifora. La semplicità dell’esterno, l’ambiente unico della navata, chiusa dalla volta stellata del soffitto, creano intimità e accentuano la bellezza degli affreschi. Giotto “racconta” in trentotto episodi disposti in tre fasce sovrapposte, le storie della Vergine e di Gesù, rappresenta i Vizi e le Virtù, illustra il “Giudizio Universale”. Per la prima volta nella pittura sacra “va in scena” l’uomo, anzi l’umano, l’ambientazione (da non dimenticare che Giotto è anche architetto), il dolore, la gioia, lo sdegno, la tenerezza di un casto bacio, il primo nella storia dell’arte e l’ultimo per tutto il 1300. Giotto studia ogni minimo particolare degli atteggiamenti, delle espressioni, dell’abbigliamento; accorda la luce delle scene con la luce proveniente dall’esterno. Per realizzare la sua opera esige i preziosissimi pigmenti che da tutto il Mediterraneo sbarcano a Venezia. Il ciclo pittorico costituisce il più alto capolavoro del pittore fiorentino e della storia dell’arte occidentale, paragonabile solo agli affreschi di Michelangelo nella Cappella Sistina. E poco o niente deve importare se possiamo ammirarli grazie all’offerta di una Cappella in suffragio dell’anima di Reginaldo Scrovegni: ricco banchiere usuraio che Dante nella “Divina Commedia”, giustamente, mette all’Inferno L’UNIVERSITÀ È la più antica d’Italia dopo quella di Bologna. L’insegnamento universitario inizia nel 1222 in varie sedi sparse in città. Nel 1493 vengono riunite nel palazzo del Bò, così chiamato perché costruito demolendo un albergo che ha come insegna un bue (in veneto: bò). Attualmente il suo complesso è articolato in un’Ala Antica e in un’Ala Nuova realizzata nel 1942. Dietro l’austera facciata dell’edificio antico, si apre un bellissimo cortile cinquecentesco con doppio loggiato. Questa ala che ospita le aule delle varie facoltà è impreziosita da innumerevoli decorazioni, affreschi, 34 t 5 3 * . & 4 5 3 & * 4055070$& mosaici, stemmi e ha nel “Teatro Anatomico” (1594) il suo fulcro di interesse storico, primo assoluto in Europa, disposto a più livelli, a forma CONOSCERE di imbuto. Tra i tanti cimeli conserva la cattedra lignea da cui insegnava Galileo Galilei. L’Ala Nuova ospita aule di rappresentanza, uffici, il Rettorato ed è caratterizzata dal monumento “il partigiano Masaccio” che idealmente rappresenta la partecipazione attiva del mondo universitario alla Resistenza. Ai piedi della scalinata che conduce alle logge, una statua celebra una studentessa illustre: Lucrezia Cornaro Piscopia, la nobile veneziana prima donna al mondo laureata in filosofia il 26 giugno 1678. IL CAFFÈ PEDROCCHI Tra il 1700 e il 1800 si diffonde in Italia il consumo del caffè in ambienti pubblici in contrapposizione ai “salotti” privati dei nobili. Nel 1772 il bergamasco Francesco Pedrocchi apre una “bot-tega” per la torrefazione e la preparazione del caffè, la mescita di bevande e la “conserva del ghiaccio”. Sceglie un punto strategico: vicino all’Università, al Municipio, ai mercati, al teatro, alle Poste e alla stazione delle diligenze. La “bottega” diventa ben presto un ritrovo di intellettuali, studenti, artisti, politici, commercianti e militari. Il figlio Antonio eredita, con la fiorente attività, anche un buon fiuto per gli affari. Nel giro di un ventennio acquista l’intero isolato, amplia l’edificio esistente e nel 1831 affida il nuovo progetto, dall’insolita pianta a forma di pianoforte, all’architetto veneziano Giuseppe Jappelli. Nel 1838 accosta il “Pedrocchino”, un edificio destinato alla offelleria (pasticceria). Da Antonio, il complesso passa al figlio adottivo e nel 1891 al Comune di Padova. La storia del caffè patavino si intreccia con le vicende risorgimentali, teatro di scontri tra patrioti, studenti e polizia austriaca; subisce periodi di degrado, di restauri discutibili e di chiusura per buona parte degli anni ’80 e ’90. Ironia della sorte, per un “caffè” soprannominato “dalle porte sempre aperte”! Nel 1994 si dà avvio al restauro per riportarlo agli antichi splendori. Ritorna ai Padovani, e non solo, il 22 dicembre 1998. Diamo ora una sbirciatina all’interno. Il piano terra ospita, oltre alla caffetteria vera e propria, la “Sala Verde”, la “Sala Bianca” e la “Sala Rossa”, dette così per i colori “patriottici” delle tappezzerie. Il piano superiore o Piano Nobile ospita saloni di raffinata eleganza e una successione di otto sale, ciascuna in stile diverso: egizio, romano, mediedivale ecc. Al Piano Nobile il “Museo del Risor- TEATRO ANATOMICO gimento” documenta un secolo e mezzo di fatti e protagonisti della storia padovana e nazionale. In chiusura qualche piccola curiosità. La “Sala Bianca” conserva su una parete il foro di un proiettile sparato nel 1848 dai soldati austriaci contro gli studenti in rivolta. Il detto “essere al verde”, almeno per i Padovani, sembra derivare dalla “Sala Verde”, dove si riunivano studenti ed artisti notoriamente squattrinati. Circola tutt’ora una superstizione: alla vigilia della laurea gli studenti non devono entrare al Pedrocchi, pena non laurearsi mai più. Giò Zanuso 4055070$& t53*.&453&* 35 CONOSCERE I Colli Euganei Dal sonno dei vulcani un inestimabile patrimonio storico-naturalistico ORIGINE I paesaggi dei Colli Euganei, così vari, a volte aspri e rocciosi a volte dolci e ricchi di verde, hanno sattirato sin dai tempi antichi l’attenzione degli studiosi. La loro origine vulcanica è ormai da molto tempo provata. Nell’area affiorano rocce di diversa origine e litologia: rocce sedimentarie e rocce magmatiche. Le prime, più antiche, sono state in gran parte fratturate e/o dislocate dagli eventi vulcanici che hanno dato origine alle rocce magmatiche. Per quanto riguarda il meccanismo di formazione di queste ultime sono stati riconosciuti due cicli vulcanici. Un primo ciclo è stato caratterizzato da vulcane-simo sia esplosivo che eruttivo avvenuto in am-biente subacqueo; gli aspetti più appariscenti sono dati dalle lave a cuscino con la loro caratteristica esfogliazione cipollare. L’età di queste rocce è di 40-50 milioni di anni. Sono rocce facilmente alterabili dagli agenti atmosferici e danno luogo a strati di terreno scuro e fertile. Dopo un periodo di relativa quiete inizia un secondo ciclo vulcanico che risale a circa 30-35 milioni di anni. I magmi fuoriusciti in questo secondo ciclo sono più vischiosi, indici di temperatura più bassa e composizione più ricca di silice. Le rocce rappresentative sono: rioliti, trachiti, lattiti. L’ambiente di formazione è ancora sottomarino, anche se meno profondo e in taluni casi diviene subaereo. I corpi vulacanici originati nel secondo ciclo sono tuttora i più appariscenti anche perchè costituiti da rocce più resistenti agli agenti atmosferici. QUANDO E COME DIVENTARONO IL PRIMO PARCO REGIONALE ITALIANO Alla fine degli anni sessanta la chiusura delle cave, che stavano dilaniando gli Euganei, specie nell’area pedecollinare e nella fascia meridionale più antropizzata, contraddistinte da scorci paesaggistici in cui la mano dell’uomo aveva agito in accettabile armonia con la Natura, suscitò accesi dibattiti e prese di posizione contrastanti, sommuovendo un’opinione pubblica locale in genere passiva o indifferente. Col senno di poi ora tutti sono disposti ad ammettere che fu misura neces- 36 t 5 3 * . & 4 5 3 & * 4055070$& saria e indilazionabile, digerita, dopo l’inutile iniziale disorientamento, senza traumi irreparabili, riconsegnando alla popolazione e alla società civile un patrimonio storico-naturalistico d’inestimabile ricchezza e di straordinarie potenzialità turisticoeconomiche. Uno dei protagonisti di quella avventura intrapresa fu Gianni Sandon, l’intrepido battagliense che nel dicembre 1968 fondò il primo “Comitato per la difesa dei Colli Euganei” e a cui ho offerto, quando mi è stato possibile, il modesto ausilio della divulgazione giornalistica di idee e progetti. All’inizio degli anni sessanta, per merito di Carlo Semenzato, compariva per la prima volta sulla stampa quotidiana un’esplicita denuncia del degrado naturalistico in atto e all’ormai obsoleto Ente Colli si sostituì nel ’62 con decreto prefettizio il “Consorzio per la valorizzazione dei Colli Euganei” formato dai sindaci di Padova, dei 15 comuni collinari e da 6 rappresentanti della Provincia più altri enti. Nel ’63 la cronaca registrava intanto la prima interrogazione parlamentare sulla delicata problematica, mentre al ’67-’68 risalgono le prime proteste di gruppi spontanei che si vedevano danneggiare case e campi, come gli abitatori di via Solana a Monselice o di Casette di Baone. Nonostante i convegni d’Italia Nostra e i ripetuti interventi della stampa nazionale, la situazione stava peggiorando di mese in mese, con l’escavazione del '68 e nel '69 di quasi 6 milioni di tonnellate di materiale. Il 1970 si presentò finalmente come lìanno risolutivo, apertosi col sopralluogo del ministro della Pubblica Istruzione Mario Ferrari Aggradi e la promessa di interventi decisivi per fermare l’attività estrattiva. La reazione dei cavatori fu pronta e tumultuosa; il 3 marzo organizzarono una poderosa “marcia” su Padova con centinaia di automezzi confluiti in Prato della Valle e mentre i provvedimenti auspicati tardavano a concretizzarsi, i Comitati Difesa Colli Euganei si fecero promotori di un secondo sopralluogo, effettuato questa volta dalla Commissione Pubblica Istruzione della Camera guidata dal presidente, il rodigino on. Giuseppe Romanato. CONOSCERE al diacono San Daniele. Fu soppresso per decreto della Repubblica di Venezia nel 1771 e, venduto a privati, venne trasformato in villa. Dal 1948 ospita nuovamente una comunità di religiose, le monache benedettine esuli da Fiume. Eremo Camaldolese Monte Rua (Torreglia) è sorto nel 1334. dal 1537 il piccolo eremo iniziale si ampliò e divenne un polo spirituale per tutto il Veneto. Fu soppresso nel 1806 in base alle leggi napoleoniche e riaperto solo nel 1863 grazie a Padre Emiliano Sette Chiesette (Monselice) la Via delle Sette Chiesette di Moneselice costituisce un particolarissimo e suggestivo percorso votivo, attraversata la Porta Romana si accede al Santuario Giubilare delle Sette Chiesette: sei cappelline intitolate ad altrettante basiliche romane alle quali il papa Paolo V, nel 1605, concesse il privilegio dell’”Indulgenza Plenaria”, com etestimonia l’iscrizione “Romanis Basilicis Pares” sulla Porta Romana Santuario di Monteortone (Abano Terme) la sua fama trasse origine da un evento miracoloso. Il fatto avvenne nel 1428, quandi il soldato Pietro Falco avrebbe trovato, per ispirazione divina, una immagine della Madonna nella pozza d’acqua che si trovava ai piedi del colle Santuario del Tresto (Ospedaletto Euganeo) il EUGANEI 21 settembre 1468 la vergine apparve a Giovanni Da vedere nei Colli Euganei ci sono diversi monu- Zelo, un barcaiolo di Ponso che da Padova stava menti, ville, castelli, abbazie, ecc. Vediamo i più ritornando a casa, l’uomo s’era fermato a dormire noti ed interessanti: sotto il ponte dei Borini e verso mezzanotte fu "CCB[JB #FOFEFUUJOB 1SBHMJB immersa nel svegliato dalla voce delle Vergine. verde del Colli Euganei, $BTUFMMPEFM$BUBKP#BUUBHMJB5FSNF imponente rappresenta uno dei cap- costruzione risalente al 1570, edificata per volere isaldi medievali dell’opera di Pio Enea degli Obizzi (inventore dell’Obice): di colonizzazione agricola il palazzo, quasi un maniero medievale con il suo benedettina. Fondata del ponte a più archi e le pareti esterne merlate, conta IX secolo venne eretta 350 stanze e fu affrescato pregevolmente nel piano a feudo dell’Imperatore nobile dalla Zelotti, allievo di Paolo Veronese. Federico II nel XIII secolo. Successivamente au- Castello di Valbona (Lozzo Atestino) è uno dei tonoma e infine unita a S. Giustina, l’Abazia com- castelli più imponenti del territorio. Si dice che il prende un vasto complesso architettonico di cui fa castello sia stato costruito dal Comune di Padova parte la grande chiesa. nel XIII secolo a presidio della stada per Vicenza .POBTUFSP#FOFEFUUJOPEJ4BO%BOJFMF"CBOP e che i Carraresi nel 1338 lo restaurarono e lo forTerme) costruito attorno al 1076-1078 dedicato tificarono. Era il 30 ottobre e dopo soli due mesi venne presentata un’incisiva proposta di legge firmata da 27 parlamentari di ogni gruppo politico e, tra questi, dall’estense on. Carlo Fracanzani secondo firmatario. Nel novembre ’71 la legge fu approvata e delle settanta cave attive più della metà chiusero subito, adottando un regime di regolamentazione le altre. Il Consorzio si rianimò ed elaborò un Piano intercomunale che la Regione assunse poi, sia pure senza i crismi dell’ufficialità, quale strumento di riferimento nell’esame delle singole pianificazioni comunali; inoltre il Consorzio stesso cominciò ad acquisire la proprietà e la gestione di aree o complessi architettonici di interesse naturalisticoambientale e culturale, permettendo fra l’altro il salvataggio insperato delle cappelle monseliciane del Carmine e di San Tommaso (un evento degno di una colorata brochure in grande formato e su carta patinata, a cui collaborai con i testi), mentre la regione Veneto acquistava buona parte del colle Rocca con incastonate le gemme di Cà Marcello, Villa Duodo e Torrione sommitale (1981). Nell’89 ecco l’atteso coronamento: l’istituzione del Parco regionale dei Colli Euganei, il primo a vent’anni quasi dalla nascita dell’ente regionale, promotore del Piano ambientale che tra il ’94 e il ’98 fu adottato e approvato, superando prevedibili resistenze e accese discussioni, ma ponendo un punto fermo nella storia recente di uno spazio veneto unico e invidiabile. MONUMENTI , VILLE E CASTELLI SUI COLLI 4055070$& t53*.&453&* 37 CONOSCERE Castello San Martino della Vaneza (Cervarese Santa Croce) la bella torre merlata del castello svetta nel parco che la circonda e si riflette sulle acque del fiume Bacchiglione creando una suggestiva visione da racconto fiabesco Villa Nani Mocenigo (Monselice) palazzo patrizio del ‘700, recentemente restaurato. Si presenta con un muro di cinta dal quale fanno capolino sculture grottesche raffiguranti dei nani con chiara allusione al nome di famiglia 7JMMB #BSCBSJHP 7BMTBO[JCJP EJ (BM[JHOBOP Terme) uno dei maggiori giardini d’epoca esistenti, fu portato all’attuale splendore nella seconda metà del seicento, dal nobile veneziano Zuane Francesco Barbarigo, aiutato dal figlio Antonio. 7JMMB #FBUSJDF %&TUF #BPOF porta il nome di una Santa, la Beata Beatrice, qui vissuta tra il 1221 e il 1226. Sul posto dell’attuale villa sorgeva allora un piccolo cenobio, in precedenza abitato da eremiti. Villa Contarini (Cinto Euganeo) collocata nel parco che ricopre una superficie di circa 316.000 mq è localizzata su di un poggio a mezza costa del Monte Alto nella cittadina termale di Montegrotto Terme. Venne edificata in stile eclettico tra il 1848 e 1850. Villa dei Vescovi (Luvigliano di Torreglia) fu 38 t 5 3 * . & 4 5 3 & * 4055070$& costruita nei cinquecento, come luogo di ritiro dei vescovi di Padova. Alvise Cornaro, amministratore del vescovado, sovraintese alla costruzione iniziata nel 1474 su progetto di Bartolomeo Bon. Villa Duodo Valier (Monselice) a metà costa del colle della rocca di Monselice è collocato il complesso architettonico denominato Villa Duodo, costruito dalla nobile famiglia veneziana Duodo sulla base dell’antico castello detto di San Giorgio. Villa Emo-Capodilista (Montecchia-Selvazzano) questa originale villa, animata dalla fantasia mondana del tardomanierismo, venne costruita a partire dal 1560 su commissione della famiglia Capodilista, la quale affidò il progetto all’architetto-pittore Dario Varotari, discepolo di Paolo Veronese. Casa del Petrarca (Arquà Petrarca) Arquà Petrarca è un borgo medievale che conserva immutato il fascino di un tempo ed è considerato la perla dei Colli Euganei, Abitato fin dai tempi romani, acquistò importanza dopo che Francesco Petrarca desiderò trascorrere gli ultimi anni della suo vita nella caratteristica stupenda quiete del luogo. Il paese ne conserva la casa e la tomba con le spoglie. Roberto Valandro CONOSCERE Sorelle d'italia Torino 17 marzo 1861: proclamato il regno Unito d'Italia Titolo di Re a Vittorio Emanuele II di Savoia e ai suoi eredi Non di soli uomini è fatta l’Unità d’Italia. È realtà storica indiscutibile. Storia però con silenzi. È legittimo chiedersi quando e come si sarebbe realizzata senza l’abnegazione, la capacità di tessere relazioni e la psicologia proprie delle donne, che hanno rivendicato un ruolo attivo e determinante. L’icona a cui guardare veniva dal lontano Brasile e morì stremata nella pineta di Ravenna: Anita Ribeiro Da Silva, sposa di Giuseppe Garibaldi. La loro presenza in un primo tempo cercò di sradicare con scritti, letture, attitudini nuove, relazioni interpersonali, l’ostile supponenza del “sesso dei forti che s’addormenta in vano torpore” (Mina Bardi – 1857). Poi, il tam-tam all’azione attraversò tutta l’Italia, da Genova a Palermo. Eccole, scialle sulle spalle, schioppi e carabine caricati, sulle barricate a confezionare cartucce, a fare da vivandiere, ad allestire infermerie, a gridare “Viva l’Italia!”. Battagliere sulle pagine dei primi giornali di donne (a Venezia si stampa “Il circolo delle donne italiane”, a Napoli “Un comitato di donne”), scaltre nel nascondere messaggi all’occorrenza sotto le ampie crinoline, sferzanti nei proclami, convincenti nelle suppliche a Re e governati. Il 10 aprile 1848 Maria Grazziani affigge l’invito: ”Alle mie Concittadine di Venezia”. Trascrivo alcuni passaggi: “La sicurezza della patria, l’amore della libertà sono forse sentimenti esclusivi soltanto degli uomini? Che cosa siamo noi? Incapaci forse di questi nobilissimi sentimenti? (….) Accorrano dunque alla pronta iscrizione tutte quelle cittadine che sentono la carità della patria ed offrano le loro fatiche e le loro vigilie onde conservare l’ordine e la sicurezza pubblica (….) Io sono autorizzata a ricevere queste iscrizioni. La mia casa a’ SS Gio e Paolo, Calle dell’ospedaletto al N° 6371, sarà aperta col giorno 11 aprile dalle ore 11 alle ore 2 pomeridiane. Diamo anche noi un saggio di patriottismo e di fratellanza (….), e si smentisca l’assurdo principio che le donne sono nate per la canocchia e l’ago”. Ora la casa è luogo di impegno civile. Dalle 11 alle 2, non il desco pronto o da riordinare, ma una lista civica da compilare. A Milano nel “salotto” della contessa Clara Maffei, amica di Manzoni e Verdi, sotto l’apparenza di conversazioni letterarie, si cospira per un’Italia libera e unita. A Venezia Elisabetta Michiel e Teresa Perissinotto fondano una pia associazione di supporto ai militari. A Roma un triunvirato di donne, voluto da Giuseppe Mazzini, arruola centinaia di infermiere, che Papa Pio IX definisce “sfacciate meretrici”.... La coltissima, generosa, intrepida principessa milanese Cristina Trivulzio di Belgioioso, finanzia azioni carbonare, fonda scuole professionali, combatte a cavallo, capeggia un battaglione di 200 insorti napoletani. Donne e Italia unita. Donne come la fornaia perugina Colomba Antonietti che a soli 24 anni preferisce la libertà di morire all’oppressione nemica; donne come la milanese Adelaide Cairoli che offre orgogliosa in sacrificio quattro figli; donne come le napoletane “camicie rosse” Antonietta De Pace ed Emma Ferretti che sfilano a fianco di Garibaldi nel settembre del 1860. E una moltitudine di donne senza nome, esiliate, ridotte in miseria, torturate, costrette a travestirsi da uomini, “usate” nei postriboli da campo. Per non fare santificazioni a tutti i costi, anche donne che abbandonano marito e figli o che sfruttano le loro grazie abbinando l’utile della giusta causa al dilettevole di nobili frequentazioni. Certamente non tutte eroine, patriote, filantrope o votate al martirio o pervase da sacro fuoco socio-politico. È comunque innegabile che la donna ha fecondato con energie nuove, intuitive, controcorrente, il percorso storico verso l’unificazione. E l’Italia unificata camminò con la monarchia Sabauda fino al 1945. Ma questa è un’altra storia. Giò Zanuso Fonti: Ricerca Internet Testo: 1848-49 La rivoluzione e la difesa 4055070$& t53*.&453&* 39 CONOSCERE I Romanzi di Salgàri I viaggi della fantasia del “Verne italiano” Ricorre nel 2011 il centenario della scomparsa di Emilio Salgàri (Verona 1862 – Torino 1911), certo il più grande scrittore italiano nel genere dei romanzi d’avventura per ragazzi. A ricordare degnamente il celebre romanziere si preannunciano quest’anno la ristampa integrale dei suoi libri ed inoltre convegni, incontri, seminari che ne tratteggeranno la figura di scrittore. Salgari in gioventù studiò al Regio Istituto Tecnico e Nautico di Venezia, ma non riuscì a diventare capitano di marina e non viaggiò mai nei luoghi pieni di magia dell’Oriente, in cui sono ambientate le sue storie. La lettura dei maestri del genere come Verne e Reid, unita ad una prolifica fantasia, diedero vita al mondo e ai personaggi, che lo hanno reso famoso. Salgàri scrisse un’ottantina di romanzi, che sono raggruppati in cicli, fra i quali i più celebri sono quelli di “Sandokan e i pirati della Malesia” e “I corsari delle Antille”. La critica non fu mai generosa verso di lui: lo stile rimase quello di un autodidatta, la psicologia di molti protagonisti è poco definita, specie in raffronto ad alcuni personaggi di Verne (pensiamo ad esempio al Capitano Nemo, che vive in un sottomarino - di cui l’autore francese nel 1874 anticipava la realizzazione - e vendica gli oppressi e gli sfruttati, avversando il colonialismo). Gli eroi di Salgàri hanno una forte colorazione epica, incarnano i sentimenti più veri e popolari, che avevano per questo facile presa nei cuori dei giovani lettori: l’amore, l’amicizia, l’onore, la giustizia, la difesa dei deboli. Si aggiunga che le avventure hanno anche il mare come protagonista, con storie meravigliose di battaglie con indomiti capitani e corsari, oppure la giungla e le atmosfere esotiche dei palazzi orientali, dove i protagonisti sono coraggiosi esploratori, prìncipi e affascinanti principesse. I libri erano poi arricchiti da illustrazioni di rara bellezza, che rendevano ancora più preziose le indimenticabili avventure raccontate. Si può capire pertanto come i romanzi di Salgari abbiano ancora oggi molti estimatori e abbiano avuto molte riduzioni cinematografiche e televisive. Una nota di tristezza accompagna la sua fine nell’aprile del 1911. Nonostante il grande successo commerciale, Salgàri viveva in ristrettezze economiche, debilitato da una profonda crisi psicologia. Morì suicida… Sandokan, Yanez, Tremal-Naik, gli eroi usciti dalla sua penna in mille vittoriose avventure, non arrivarono quella volta in tempo per salvarlo. Armando Lenotti Le “Brevi” t /FM SPNBO[P i-F NFSBWJHMJF EFM w TDSJUUP nel 1907, Salgàri anticipò: l’invenzione della TV, i cibi precotti, una specie di bomba atomica, il sovraffollamento della Terra, le ferrovie sotterranee, l’utilizzo delle onde marine, il robot, la fine dell’Impero Britannico, la divisione della Russia e la creazione di una corte internazionale all’Aia. t*O.BMFTJBQFSiMBOOPEFMMBUJHSFwÒTUBUPUSBdotto per la prima volta in malese il romanzo i4BOEPLBOFQJSBUJEFMMB.BMFTJBwtµJOMJCSFSJB la riedizione di “Emilio Salgàri il padre degli eroi” di Arpino e Antonetto. 40 t 5 3 * . & 4 5 3 & * 4055070$& t/Fi*OBWJHBOUJEFMMB.FMPSJBwJODVJÒEFTDSJUUP un faraonico canale sotterraneo costruito nel 1300 dai Genovesi per sorprendere la Serenissima, si ispirò all'idea di due ingegneri veneziani che progettarono un canale che dalla Giudecca arrivava mOPBM5JSSFOPt*OVOBOOPQPUFWBJODBTTBSFEBHMJ editori fino a 12.000 lire. Eppure nel suo estremo saluto scrisse:‹‹A voi che vi siete arricchiti con la mia pelle mantenendo me e la mia famiglia in una semi miseria (...) pensiate ai miei funerali. Vi saluto spezzando la penna››. La Redazione LETTURE 5FTUJNPOJBO[F Due esperienze diverse che hanno in comune un valore aggiunto: non arrendersi DISAGIO E DISABILITÀ COME RISORSA. frase liberante e rasserenante: io intuii guardando Per poter tentare un affondo in questo tema, peral- il volto disteso e rassicurato di mia madre. Perché tro a me molto caro, permettetemi la narrazione di la narrazione di questa esperienza familiare? Anziuna vicenda familiare. Nell’estate del 2006, a mia tutto, perché credo che alcuni tratti, stati d’animo, madre venne diagnosticato un carcinoma epider- sentimenti descritti in questa vicenda siano stati un moide latero-cervicale in fase metapo’ anche ciò che avete vissuto voi statica. Questa diagnosi inaspettata, e i vostri cari nel momento in cui impietosa, gettò mia madre e noi faavete fatto esperienza inaspettata In ciascuno miliari e figli in uno stato di profondella malattia. E così avete probada ansia e sgomento. Vi lascio intenbilmente provato la passione del di noi dere poi come la parola “metastasi” male, la prostrazione, l’impotenza abbia amplificato oltremodo la diagche vi ha costretti a prendere coè stata posta nosi visto che noi tutti, la stessa mia scienza di una difficoltà, se non una scintilla so-rella infermiera, siamo soliti asanche di una impossibilità reale, sociare a metastasi la sentenza “non a compiere il vostro destino da di eternità c’è più nulla da fare!”. Di lì a poco voi stessi: magari c’era qualche venne il ricovero, l’operazione, lo desiderio, sogno e progetto; tutto svuotamento di linfonodi e l’inizio filava liscio, ma ora non si può di una radioterapia precauzionale senza tuttavia più! C’è stato poi lo spazio dell’affidamento, il essere certi di dove si trovasse la sede primitiva del mettersi nelle mani di un medico, del personale tumore. Tutto aveva trovato un nuovo equilibrio se ospedaliero, di un otorinolaringoiatra nella fiducia non che la PET-TAC rivelò ancora una volta che la che potessero in qualche modo aiutarvi a guarire sede del male era proprio a livello di gola, di vie grazie alla loro scienza, arte, prudenza e fortezrespiratorie. za. Del resto, cos’è il bene medico se non questo Il radioterapista non esitò per una terapia più potente prendersi cura del vostro principio vitale capace combinata con la chemioterapia. Per mia madre, fu di una funzionalità e finalismo propri? Quanto deil crollo psichico; per noi, per me, fu la prima volta terminante è stata poi la prossimità di un familiare che si pensò realmente di poterla perdere. Ricordo o più amici che permettono di nutrire speranza e ancora quel primo viaggio impastato di pensieri consolazione: quanto ci si sente vulnerabili e fralugubri e lacrime e tutto rinchiuso dentro un frul- gili, soli, in queste situazioni anche se magari in latore del cui rumore, ronzio, non riuscivo proprio reparto, in corsia, c’è un pullulare di personale a liberarmi. Furono giorni carichi di tensione, di assai preparato! Ma, forse, poi è venuto il disinconsulti medici, di preghiera intensa e accorata canto, la delusione, e la speranza di guarigione è (ricordo ancora il trasporto e l’affetto con cui pre- stata mortificata dalla tracheostomia o laringostogavo il rosario presso l’altare della Madonna del mia con riduzione della voce e della capacità di Carmelo durante la veglia dell’Assunta). Accanto esprimersi fluidamente. Così è l’umiliazione, la alla severità del radioterapista, ricordo l’estrema vergogna, a prendere il sopravvento per una concalma e dolcezza del chemioterapista il quale, tinua esposizione pubblica segnata dal disagio, visitando mia madre e quindi nel contatto fisico dall’imbarazzo e dall’impossibilità di esprimersi in cui tastava le ghiandole del collo e i linfonodi, come prima. Superato tutto questo vi è, tuttavia, se ne uscì con un’affermazione di questo tenore: un ricentrarsi saggiamente e sapientemente su ciò “Signora, non abbia timore, ci facciamo un po’ di che è essenziale e che conta nella vita. E così, avechemioterapia!” mettendosi affettivamente dalla te maturato una nuova sintesi per la vita, una saparte della paziente che gli stava innanzi. Fu una pienza del cuore che punta sulla vita come dono 4055070$& t53*.&453&* 41 LETTURE e come affidamento e su un cammino fatto di amicizia e comunione con gli altri: più importante di uno scambio di prestazioni è quanto tu sei prezioso per me! Allora, la tua disabilità e il tuo disagio possono diventare una risorsa, essere elemento positivo e tonificante per il tuo vivere e il vivere altrui, ma come e a che condizioni? Il tuo disagio, la tua feriita, la tua malattia sono per se stessi testimonianza tangibile della precarietà esistenziale di ciascuno, della fragilità che contraddistingue ogni soggetto umano, della sua dipendenza da altri. Questo dato di realtà restituisce a tutti, medici compresi, le giuste proporzioni del nostro essere. Ci dice di che natura sia la nostra libertà, non assoluta e dispotica, ma creaturale, relazionale, ragionevole. Ogni uomo ha bisogno di abitare in altri per venire alla luce realmente! La tua disabilità costringe tutti ad interrogarsi su ciò che realmente conta ed è essenziale nella vita, a maturare nella sofferenza, secondo la logica del chicco di grano, una sapienza per la vita. Aristotele sostiene che la sapienza è la conoscenza delle cause prime, è la risposta alle sempiterne domande “Chi sono, donde vengo, dove vado?” e la conoscenza stabile di come la vita è dono che ci anticipa, che si compie in tante comunioni, lavoro ed affetti, tra i quali la comunione medica in cui, nello scambio di prestazioni, ci si scambia quanto l’uno sia prezioso per l’altro, e di uno spegnimento naturale del principio vitale. Dietro la domanda di salute poi ci si appropria di una domanda più profonda, vale a dire la domanda di salvezza. In ciascuno di noi è stata posta una scintilla di eternità (libro del Qoelet), un desiderio di infinito che solo un essere trascendente può colmare: si guarisce fino al giorno in cui avviene l’affidamento nell’abbraccio provvido e paterno di Dio per un corpo e una vita trasfigurati in Cristo. In una calda e palpitante alleanza tra medici, pazienti e familiari si diventa segno visibile di una pienezza e di una sapienza che attrae e per la quale si avverte che la propria esistenza ha un valore immenso, anche se sfregiata. Allora, nella malattia e, timidamente, grazie alla malattia, la vita fuoriesce dall’illusione di essere una vita scontata, un tutto dovuto: essa comincia a risplendere come un’esperienza grata! Don Cristiano Arduini Docente di bioetica presso la Facoltà Teologica del Triveneto 42 t 5 3 * . & 4 5 3 & * 4055070$& DISAGIO E DISABILITÀ COME "MESSAGGIO" Ho insegnato nel Veneto per trentacinque anni, di cui ventuno al Liceo Scientifico “Messedaglia” di Verona. L’istituto scolastico ha sede in un palazzo storico del Rinascimento, con aule alte e grandi, dove per farsi sentire e ascoltare è necessario forzare la voce per ottenere un suono alto. Questa situazione mi ha procurato abbassamenti di volume e tavolta afonie anche totali. Comunque ce l’ho fatta a gestire il mio lavoro fino all’età della pensione, che iniziai a 61 anni. Gli ultimi due anni d’insegnamento ho sofferto perché ai problemi sopra descritti si è aggiunto quello delle difficoltà respiratorie. Il pneumologo ha capito subito che l’ostacolo al passaggio dell’aria si trovava all’altezza della laringe. Mi sono sottoposto quindi ad esami diagnostici sturmentali e ad analisi biochimiche. Il tumore c’era ed ha un nome strano: condrosarcoma cricoideo alla laringe, praticamente un tumore sulla cartilagine di origine traumatica. In effetti l’uso continuo e forzato della voce hanno prodotto frequenti infiammazioni e infezioni e, in definitiva, il tumore. Anch’io ho fumato per circa 40 anni, con lunghe sospensioni, dalle tre alle cinque sigarette al giorno e alcuni anni prima dell’intervento ho smesso. E meno male, altrimenti il tumore si sarebbe formato prima e con l’intervento chirurgico conseguente avrei lasciato la scuola molto prima con frustrazione professionale e con un senso di colpa nei confronti dell’erario, che avrebbe dovuto anticiparmi la pensione. Ho avuto la prova che gli ultimi dieci anni d’insegnamento sono belli, i migliori, perché l’insegnante matura una tale professionalità culturale e didattica che gli studenti lo ascoltano più volentieri e gli esprimono apprezzamento per quello che egli fa. Il mio messaggio è: non fumate, non bevete alcolici; potrete bere il vino da una certa età, ma il solito bicchiere ai pasti. Solo così svilupperete un’efficiente forza fisica e mentale, riuscirete meglio nello studio e nel lavoro, e potrete godervi i sani piaceri della vita. Giuseppe Costa (Verona) LETTURE Il decalogo della felicità Da “viva la curiosità” ai bagliori di un tramonto Una psicologa californiana ricercatrice universitaria (vi risparmio il nome, difficile perfino da scrivere…), sostiene che la felicità dipende per il 50% dal nostro patrimonio genetico, ossia dall’ereditarietà, per il 10% dagli eventi della vita e per il 40% dalla volontà. Sul fattore volontà, si potrebbe ribattere che a sua volta dipende di quale pasta siamo fatti, ossia dai nostri geni; quindi l’ereditarietà influirebbe per un buon 90% nella conquista della felicità. Comunque, ecco il decalogo della felicità, secondo la psicologa californiana. I° Viva la curiosità - Tieni la mente sempre in attività di servizio con la curiosità; non quella del “ficcanaso”, ma quella sollecitata dagli interessi. II° Fatti notare - L’egocentrismo è un difetto ma di tanto in tanto sentirsi al centro dell’attenzione, non ti può far che bene. III° Ringrazia di cuore - Esterna con sincera gioia la tua gratitudine. IV° Fa’ una buona azione - Sentirti utile e solidale gratifica e ti fa sentire meno solo. V° Non rimuginare - Il continuo “pensa che ti ripensa”, paralizza la mente e oscura qualsiasi stimolo esterno. VI° Non vedere solo in negativo - Se un bicchiere è riempito a metà, non è mezzo vuoto ma è mezzo pieno. VII° Sorridi - L’espressione di un viso sorridente predispone favorevolmente gli altri e si riflette po- sitivamente su di te. VIII° Non isolarti - Se gli amici che credevi amici, non sono veri amici… guardati attorno e cerca nuove amicizie. IX° Cammina, cammina - L’attività fisica è importante. Non è indispensabile frequentare una palestra. Sono sufficienti delle passeggiate. Il movimento aumenta le endorfine, gli ormoni strettamente legati alla sensazione di benessere. X° Ascolta il profondo legame con la natura - La scenografia di un tramonto, il respiro del mare, il frusciare delle fronde, regalano al tuo cuore e alla tua mente una dolce quiete. FINALINO - Seneca, un grande saggio dell’antica Grecia, affermava: ‹‹Ogni felicità è incerta ed instabile››. E purtroppo è vero. È altrettanto vero il consiglio di un proverbio: “alla felicità serve la ragione”“. In un suo aforisma, lo scrittore inglese Oscar Wilde, cinico per definizione, dichiarava: ‹‹La felicità dipende dalle donne che non hai sposato››. Non è solo divertente questa battuta del funambolico "comico" bolognese Alessandro Bergonzoni: ‹‹Quando vedo un uomo piangere da solo al buio, mi domando cosa lo spinge a non accendere la luce››. Ma torniamo al decalogo: certamente non svela il segreto della felicità, ma suggerisce come regalare ai nostri giorni scampoli di serenità. Giò Zanuso 4055070$& t53*.&453&* 43 LETTURE La “Gnaga” Nin di Rosa: dalla Svizzera con... allegria Sul finire dell’Ottocento, dopo un lungo periodo di grande carestia e dolorose emigrazioni, iniziò anche nel bellunese una certa ripresa economica. I morsi della fame si affievolirono e ritornò la voglia di divertimento. Un certo Toldo Valentino, detto Nin di Rosa, valente scalpellino emigrante, spirito allegro e burlone, “importò” dalla Svizzera alcune tradizioni folcloristiche che sicuramente lo ispirarono per creare la “Gnaga”. Una mattina del 1897, indossò il “nuzial” (il vestito delle grandi occasioni), prese dalla culla il figlioletto e attraversò gli stretti vicoli del piccolo borgo di Forsenighe, seguito da amici, anche loro in “nuzial”, e qualche musicante. Da quella festosa passeggiata iniziò la tradizione della sfilata dei cortei mascherati con la “Gnaga”, tut- tora protagonista assoluta del carnevale zoldano. La “Gnaga” è una originalissima maschera, un tantino inquietante, dotata di doppio corpo in cui è difficile distinguere le parti umane da quelle aggiuntive. Un uomo (parecchio forzuto!) s’infila in una gerla sfondata, coperta da un’ampia gonna, sulla quale aggiunge un finto busto di donna con le braccia; indossa una vecchia giacca, in testa un cappellaccio, ai piedi le “dambre”, pesantissimi zoccoli abbelliti con corna di capra e lustrini vari, lunghi fino a mezzo metro e si copre il volto con una maschera di pelle di capra. Il risultato finale è di una vecchia che porta sulle spalle un giovane sorridente e giulivo. È simbolo che l’inverno porta sempre la primavera ma nella pensosa spensieratezza montanara, forse questa antica maschera suggerisce una riflessione incredibilmente attuale. I “bamboccioni” sono sempre esistiti? Saturnino Frittelli (Belluno) La Nebia Governo ladro anche sta ano la se rivà la se umida e freda e non se vede squasi gnente par quanto che te te vestisi a te che sempre fredo, la casa la se umida e bisogna sempre butar su legna nea stua a te che paura de andare in giro anche de giorno e in bicicleta, figuremose da sera. Meio stare in casa farse quatro castagne roste, na ombra de vin e contarse quatro monade par tirar l’ora de andare in leto con la munega bea calda par i zitei e la moiere par quiei sposa. Mi a sono sposa, ma qualche volta avoia andare in leto con ea munega, chisà parchè. Figuremose quanto odià che la se par quei ca deve andare distante. Oltre al pericolo la se anche la stagion dei rafredori e influenze varie e tuto par sta maedia che la te bagna anca i osi però, sabo matina che gero a casa da lavorare, insieme a ea moiere, a son ’da in campagna a fare un gireto. El tempo el gera soegià e nebia non ghe ne gera. Improvisamente verso sera i campi i ga tacà a fumare. In scuminzio a se vedeva na fumaroea qua e una la ma dopo poco la ga querto tuto e pian pian la ga tacà a cresare. La tera la pareva na gran pignata de fasoi in boiore a fogo baso. I albori non 44 t 5 3 * . & 4 5 3 & * 4055070$& ghea piu albore a spuntava soeo i rami. Sti rami sechi, a diverse alteze, che i me pareva e man tacà ai reticoeati de chei pori cristi sarà nei campi de concentramento. E piu la cresea e manco se vedeva tanto che pian pian spariva anche i rami e avedevo soeo la ponta del ramo seco, senza foie, ca sporgea verso de mi, come on deo chel me puntase par darme dee colpe non mie, tanto che me sono quasi impresionà e me son vardà in giro par vedare se i puntava n’altro o se qualcun vedese che i puntava mi. Par fortuna non ghe gera estranei ma soeo la moiere. me sono tranquiizà parchè, forse, i puntava ea. Non so de che colpe, ma a sono certo che ea la savarà el parchè. par discrezion e non tacare da dire, al momento non go dite gnente, ma saria rivà chel giorno che ghe gavaria dito el fato e domandà dee spiegazion, e magari chel di a ciaparò del mona parchè a go domandà quando che ormai a non podaria contare più gnante, parchè xe pasà masa tempo e queo che xe fato xe fato. La n’dara’ a finire che, pal chieto vivare, a me convegnara’ continuare a tasere. Alberto Rondanin (Rovigo) LETTURE Poesie Quando le parole hanno l'eco della propria terra #0-"%&4"¾/ AL AMOR DE 'NA MARE Concepirte, portarte in ela e farte, dal primo momento la à continuà a amarte. Toltovia da tanto sòno in piena note e menà a spasso, tegnù par man da on sogno. On sogno longo lomgo fin so la corte de casa mia de na volta, co mi, tosèto, me dasèa sagra a fare bole de saòn. Bole e bole. Tante bole... 'Na bola tanto granda m'à ciapà drento intiero e vestio de sole a colori de arcobalen. No me sirìa mai stufà de starghe! Gnanca pì ''nti sogni no ghe xe creansa. So sta spentonà dosso a 'na gamba de osmarin e so ponta de so foja la me bola de saòn xe s-ciopà. &MJB#BUUBHJO (Padova) La te à dat al fià, nutrì co le so tete, ancora ades, vesin al to let, la sistema le piete. Te gnen pì grandet, an bel tosatel che cres sot i oci, to mare te varda, te insegna le oražion e la te cen sui denoci. Se la se acorde che te se an cin pì ros, no le pì asei le premure se te fa an colpo de tos. La pomata tel stomego e 'na scudela de lat cald, e la matina l'é pasà, te pol 'ndar a scola e a far quatro salt. Te se gnest grant, al temp l'é pasà e 'ndat, solo to mare la sa quant amore che la te à dat. Ti te era tut, ades te se mancà, oci sgionfi de lagreme, 'na mare che fa pecà. La te žerca co la mente, co 'n genocio te la tomba, ede tante lagreme al so fažolet al se imbomba. La sa che la é sola, so fiol no l'é pì, Ma la continua a amarte, parchè l'amor de 'na mare no l'é mai finì. *-*#3*%&4"-(®3* Quando sera malà da buteleto a farme compagnia vegnea i corsari, dal comodin i me sbrissiava in leto saltando for dai libri de Salgàri. E l'era Sandokan quel predileto con I so amici a bataliar sui mari, me se giassava el cor drento nel peto ai lampi dei canoni, ai boti, ai sbari. E fra "I misteri de la giungla nera" la febre la cresseva e mi tremava e po scotava più de la caldera piena de legna quando che fiocava. Caro Salgari, te gh'è colpa ti, se mi del tuto no sòn mai guarì! &SJP#FSOBSE (Belluno) Armando Lenotti (Verona) 4055070$& t53*.&453&* 45 LETTURE Eusebio Vivian poeta bassanese, con spiccato filone vernacolo. Fondatore del “Premio Triveneto per Poesia e Satira Aque Slosse”, del Gruppo “Amissi dea Poesia” e di vari altri gruppi culturali. Nel 2007 ha ricevuto ’L’ALFIERE D’ORO’ prestigioso premio per la poesia, la ricerca e la Cultura Popolare. DE FIO DAL FUMO Al tenpo dei me tinpi Pipava el pare mio, ma la domenega vedissi che roba, par tegnerse in bon via co'l sigaro toscan E in giro, ma sòeo omini, la sigarèta in boca, tuti a on gran fumare sensa mai pensar che no jera saeùtare. Cussì ogni tanto magari prima del tenpo e sensa renderse conto, qualcun tirava on s' cioco. E qua, ve conto la mia: bociassa, 5° elementar, da on conpagneto traditor la prima sigarèta: ècoea! De scondon, po' miodì dadrio del monteséo come in cucia ai ulivari i fuminanti in man ... –ciacla go consumà de gusto; e via de fio al fumo! Ma, ciari, pì no iera i pensieri e ciuco ciuco pena alsà xo a ròdoeon par la scarpà: go rimesso fin l' anema. Che fortuna, la prima, xe sta, l'ultima. Po' via a xugar la vita tra beésse che fa corona 46 t 5 3 * . & 4 5 3 & * 4055070$& godendome ogni atimo che me xe vegnùo in regàlia. E, el fumo? L'è restà e resta ... nibia ... lontana. Ma el fumo, el fumo intondo come la droga, el bévar inbrassa e strossa el mondo, el te brinca e intòrcoea i rabuti fin da céi, vardéi, e sensa far rumore el semena doeòr e pianti. Ciamemose tuti quanti dai, a darse na mossa pontare a la riscossa: justa informassion e cultura so misura pa' rispetarse e goderse -ospia, Omo-: Comandamento de'a Natura. Eusebio "berna" vivian SOTTOVOSSE A MESA VOSSE I dise: "el ga na vosse argentina che tintina in girotondo," e ancora: "la paròea xe de argento el sienssio xe de oro", ma se la vosse vien lesiera - che scarogna de mejo no se pol la xe na "lega" che te liga a scoltare con decoro quel che dal core salta fora de on fradéo che te parla, che vol darte le so storie par restare rento al giro e ancor vivare con ti. Eusebio "berna" vivian soluzioni per il benessere delle persone laringectomizzate )120%6 )+.%',!2!$!!,,),%**! 0)#%0#!%.0-.-12!$%).)!4!,7!2) .0-$-22)%$!31)*)#(%.-11!,+)'*)-0!0%*!/3!*)28$%**!4)2!$%**% .%01-,%1-22-.-12%!*!0),'%#2-+)!3, *!4-0-#-12!,2%#(%$80)13*2!2)2!,')")*) PARTNER IN CHIRURGIA )!-,89 !$-4! %* 9!6 555$)120%6)29%+!)*),&-$)120%6$)120%6)2