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Guareschi, poeta del microcosmo Giovannino e i comunisti

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Guareschi, poeta del microcosmo Giovannino e i comunisti
Guareschi, poeta del microcosmo
a satira mordace e la critica socio-politica sono le protagoniste delle vignette di Giovanni
Guareschi che questa rassegna propone ad un pubblico da sempre affezionato e attento. Accanto ai
famosi, ormai storici ma sempre freschissimi, segni dello scrittore padano figurano gli autori satirici
contemporanei che reinterpretano i temi cari a Giovannino in uno scenario storico e sociale ormai
completamente mutato. La mostra, di grande interesse e suggestione, si distingue sia per gli aspetti
formali e grafici, sia per il valore di preziosa e intensa testimonianza storica e culturale.
In Emilia-Romagna sono frequenti le proposte culturali di qualità, non solo nelle città capoluogo,
ma anche nei piccoli centri. Vitalità progettuale e capacità ideativa sono rese possibili grazie anche
al costante impegno degli enti locali che, a volte in condizioni di difficoltà, garantiscono nei loro
territori iniziative qualificate.
È il caso della proposta del Comune di Busseto e del Comune di Cervia che dedicano ad un autore
simbolo della Bassa emiliana, un importante momento di incontro. Non è un caso che si sia pensato
proprio a Guareschi, autentico poeta del microcosmo, che aveva ben compreso le potenzialità e la
ricchezza di un mondo solo apparentemente piccolo e locale, ma in realtà modello universale ed
emblematico della natura umana e della società. È quindi con ragione che i Comuni di Busseto e
Cervia, da anni impegnati in una intensa e coerente azione di politica culturale, dedicano un
doveroso quanto qualificato omaggio all'indimenticabile creatore di Don Camillo e Peppone.
Giovannino e i comunisti
di
Alberto e Carlotta Guareschi
Nel settembre del 1943 nostro padre, ufficiale di complemento, veniva catturato dai tedeschi e,
essendosi rifiutato di continuare a combattere al loro fianco, inviato in campo di concentramento
dove rimase, cambiando diversi Lager, fino alla liberazione (16 aprile 1945) e, successivamente,
non più prigioniero ma custodito dai liberatori, fino alla fine dell'agosto del 1945, data del suo
rimpatrio. La sua prigionia fu 'volontaria' in quanto rifiutò sempre, come la stragrande maggioranza
degli internati militari, di aderire alla Repubblica Sociale Italiana.
In quel durissimo periodo di prigionia scoprì di avere dentro di sé doti che non conosceva, e fece
fruttare il talento che gli aveva donato il Padreterno maturando così il suo impegno civile. Racconta
infatti:
«lo in campo di concentramento andavo in giro per le baracche a raccontare delle favolette piene di
serenità e di fiducia nell'avvenire. Allora mancava il pane e il gelo ci seccava la carne e le ossa: ma
eravamo uniti dagli stessi pensieri, dagli stessi sogni. Non ci dividevano interessi di partito. E facile
parlare a chi comprende e, allora, comprendere se stessi significava comprendere tutti gli altri. Le
nostre parole dicevano ciò che pensavano gli altri.»
Quell'impegno civile gli ispirò - al suo rientro dai Lager tedeschi - le battaglie giornalistiche contro
ogni ideologia che impedisse agli individui di pensare con la propria testa. Le polemiche, a volte
violente, erano giustificate dal clima del tempo, come fa notare Giovanni Lugaresi nella prefazione
a Mondo Candido 1946-1948:
Giovannino, reduce dai lager nazisti, davanti al triste e tristo spettacolo degli odi di fazione, delle
vendette di parte, insomma delle violenze e delle uccisioni che si susseguivano nel Paese (e
soprattutto nel cosiddetto «triangolo della morte» Bologna-Modena-Reggio Emilia), avvelenando le
coscienze, non si stancò di battersi per la pacificazione. In questa sua ansia di pace, di concordia
nazionale, non aveva scopi reconditi o secondi fini da perseguire. (...) Aveva ragione, e lo si è visto,
da parte di tutti, a distanza di anni. Ma allora? Bisogna pensare, rifarsi al clima del tempo, per
valutare a pieno il senso di quella battaglia. Un tempo che aveva fatto registrare, anche, il
tradimento di non pochi intellettuali, passati magari dall'ossequio al passato regime all'adesione al
partito che si presumeva sarebbe andato al potere. Quel PCI che, unito ai socialisti di Nenni, si
sarebbe presentato alle elezioni del 1948 dietro il simbolo dell'onesto faccione di Garibaldi con la
scritta: «Fronte popolare». Guareschi non si stancò di denunciare il mascheramento dell'avversario,
l'inganno: non soltanto con gli scritti, ma coi disegni e con le vignette, quanto mai polemici ed
efficaci: tra questi il famoso «Mamma, votagli contro anche per me» dello scheletro del soldato
dell'ARMIR aggrappato ai reticolati del campo dì concentramento sovietico e l'altrettanto famoso
«Nel segreto della cabina elettorale Dio ti vede Stalin no!». Oltre, naturalmente, ai trinariciuti del
«Contrordine compagni» e della «Obbedienza cieca, pronta, assoluta». Guareschi si prese, fin da
allora, del reazionario, del fascista, del nemico del popolo. Eppure, anche nei racconti di Don
Camillo, pur di denuncia, non si trova mai odio (spirito, esigenza di giustizia, sì), ma una sconfinata
pietas. Fu, resta, una delle caratteristiche del Guareschi uomo, scrittore, giornalista,
umorista: l'assoluta assenza di odio verso chicchessia, pur nel fervore della battaglia, nelle sue
azioni e nella sua attività giornalistica. Una battaglia condotta sempre frontalmente, a viso scoperto.
Che poteva avere indubbi eccessi polemici, e magari anche qualche caduta di stile, ma che non fu
mai animata, va ripetuto e sottolineato, dall'odio. (...)
Ecco, allora, che se si leggono le sue pagine di quegli anni nella loro essenza più vera, si vede
chiaramente come in questo personaggio scomodo per tutti ci sia una profonda, sentita, ansiosa
esigenza di richiamare gli individui, uno per uno, al senso di responsabilità: un appello alla
coscienza individuale, all'intelligenza dei singoli, contro ogni forma di appiattimento e di
massificazione. Perché, alla fine, la battaglia per la libertà, in Guareschi, è battaglia per la persona
umana, ai di là dei partiti, delle ideologie, delle condizioni sociali, del credo religioso. È la battaglia
condotta da un uomo solo, che non aveva dietro di sé alcun partito o gruppo, e parlava agli altri
uomini avendo alle spalle soltanto l'esperienza traumatica del lager, una moralità cristallina e una
profonda fede. E una battaglia che parte dal concetto del rispetto che ogni uomo deve al suo simile e
alle istituzioni che egli ha concorso a realizzare. In ciò dimostrando, Guareschi, una assoluta
coerenza dai giorni della prigionia a quelli presenti delle battaglie giornalistiche di Candido.
La vis polemica della battaglia contro il comunismo (ma non solo, perché strenue battaglie
combatté contro tutti gli "ismi" che cercavano di limitare la libertà di pensiero di ogni persona), non
impedì a nostro padre di mantenere un profondo rispetto nei confronti degli avversari che credevano
negli ideali per cui combattevano, separando nettamente l'ideologia dagli individui che la
seguivano. Per questa ragione nacquero i racconti di 'Mondo piccolo' la cui tesi, come scrisse ad
Angelo Rizzoli nel 1952, «è di far risaltare la differenza sostanziale che esiste tra la 'massa
comunista' e 'l'apparato comunista'. Indurre cioè l'uomo della massa a ragionare col suo cervello e
con la sua coscienza: fargli cioè capire che le direttive possono essere seguite soltanto fino a quando
esse non vadano a ledere quelli che sono universalmente conosciuti come sani e onesti principi.
Indurre la massa fondamentalmente onesta (Peppone) a ritirare i cervelli versati all'ammasso del
Partito Comunista. Trasformare cioè la obbedienza cieca, pronta e assoluta in obbedienza ragionata.
Le mie rubriche a disegni compagno padre' e 'Obbedienza cieca, pronta e assoluta' tengono
anch'esse a raggiungere questa finalità. Esse non sono state fatte per divertire i borghesi alle spalle
dei comunisti, ma per provocare nei comunisti quella reazione salutare di cui si parlava. Per
dimostrare insomma alla massa comunista che ad essa non si chiede la restituzione della tessera al
PCI e l'iscrizione alla Associazione delle Figlie di Maria, ma si chiede soltanto un po' di
ragionamento.
«Si chiede che essi componenti della massa, prima di obbedire a un ordine del Partito, obbediscano
agli imperativi della loro coscienza. In definitiva Io scopo di "Mondo piccolo" (e delle altre
rubriche) è quello di cavar fuori dalla massa irragionevole e anonima l'individuo, che - se ha un
fondamento buono, come ha in realtà la gente del nostro popolo - è sempre ragionevole.»
La distinzione che nostro padre fa tra il comunismo (la miccia) e i comunisti (la bomba) è netta e lo
spiega chiaramente illustrando i 'compiti' assegnati ai due personaggi ormai immortali di Peppone e
don Camillo: «Paragonando la massa a una grossa bomba e l'apparato alla miccia che, accesa, farà
esplodere detta bomba, cercare che avvenga tra massa e apparato (tra bomba e miccia) un distacco
rappresentato appunto dal ragionamento individuale e dalla coscienza individuale.
«Pertanto: Peppone è un uomo forte, rozzo, violento. È un estremista in politica, come estremisti
sono praticamente gli emiliani e i romagnoli. Capace di arrivare, spinto dalla sua faziosità e dalla
disciplina di partito, a offendere anche quelle che sono le leggi umane; ma che, davanti a quelle che
sono le leggi eterne, divine, si ferma. Arrivato a un certo punto, Peppone si trova a dover decidere
tra le direttive del partito e la direttiva della sua coscienza di galantuomo e di cristiano, e alla fine
ascolta sempre la voce della sua coscienza. «Don Camillo è uguale identico a Peppone. Fisicamente
e spiritualmente. Paragonando l'estremismo a una medaglia, Peppone è il diritto e don Camillo è il
rovescio della medaglia. Sono due facce della stessa identica realtà. «L'azione di Peppone provoca
in don Camillo una reazione di uguale carattere e misura: ma qui (essendo don Camillo un uomo
più preparato ed educato intellettualmente di Peppone) l'intervento della sua coscienza di cristiano
onesto e civile (voce del Cristo) lo riporta alla ragione.
«E alla fine, quando Peppone non riesce ad arrivarci da solo perché occorre un ragionamento troppo
sottile o perché è eccitato dalla polemica politica, don Camillo diventa, nei riguardi di Peppone, il
portavoce di Cristo e quindi del ragionamento e della coscienza.
«Peppone non è un cretino: è un uomo ignorante, ma intelligente, forte e passionale. E, in altre
parole, un galantuomo pericoloso...
«Don Camillo è solo la bella copia di Peppone e i sistemi che egli usa per riportare Peppone alla
ragione sono quelli adatti alla circostanza e al clima forte del paese dove i due vivono: se occorre
don Camillo farà balenare la canna di un mitra e sventolerà panche o metterà in moto i colossali
pugni. Don Camillo deve essere l'insegnamento positivo della mia storia: davanti alla violenza la
borghesia non deve reagire con la viltà o con la violenza, ma con la forza, che è una cosa virile,
onesta, civile e ragionata.
I disegni di nostro padre che abbiamo scelto pensiamo che siano l'ideale corollario per illustrare
efficacemente la sua battaglia contro il comunismo e, in particolare, quella importantissima
condotta assieme a tutti i collaboratori di Candido Manzoni, Mondaini, Montanelli, Mosca, Palermo
e Simili - contro il Fronte Democratico Popolare durante la decisiva campagna elettorale del 1948.
I Trinariciuti di ieri
Nei disegni di Giovannino Guareschi
OBBEDIENZA CIECA, PRONTA E ASSOLUTA
- Contrordine, compagni! La frase pubblicata nell'Unità: "Bisogna fare il nuoto attorno agli
industriali" contiene un errore di stampa, e pertanto va letta: "Bisogna fare il vuoto attorno agli
industriali".
Candido n° 2, 11 gennaio 1948
nota • La direttiva dell'"Unità" (con errore di stampa) alla quale obbediscono "ciecamente" i
compagni facendo il nuoto/vuoto attorno
agli industriali nella vignetta dell'il gennaio 1948 è dovuta alla decisione presa alcuni giorni prima
durante il VI Congresso del Partito Comunista Italiano di costituire un Fronte democratico popolare
con i socialisti e di presentare liste unitarie alle prossime elezioni politiche del 18 aprile del 1948.
Questo per indebolire e "fare il vuoto" attorno
agli industriali rappresentati da altre liste.
Lassù
- Tagliatemi la barba, i baffi e i capelli: sono stufo di somigliare all'emblema dei blocchi comunisti!
Candido n° 7, 15 febbraio 1948
nota • Giovannino Guareschi fa prendere a Garibaldi le distanze dai comunisti dato che il simbolo
del Fronte democratico popolare che rappresenta il Partito Comunista e il Partito Socialista è quello
di una stella con la sua effigie sovrapposta.
All'U.D.I.
-Sono uscite anche le repubblicane: come si sta bene, adesso, senza donne!
Candido n' 7,
15 febbraio 1948
nota • U.D.I. Sigla dell'Unione Donne Italiane, d'ispirazione comunista. L'interpretazione della
sigla, data da Giovannino Guareschi è differente e decisamente denigratoria circa la "femminilità"
delle aderenti: Unione Donni Italiani...
OBBEDIENZA CIECA, PRONTA E ASSOLUTA
Contrordine, compagni! La frase pubblicata nell'Unità: "Niente ci deve essere di comune tra noi e i
saragattiani. Spezziamo ogni tegame!" contiene un errore di stampa, e pertanto va letta: "Spezziamo
ogni legame!".
Candido n° 8, 22 febbraio 1948
nota • "Niente ci deve essere di comune tra noi e i saragattiani..."
I "saragattiani" sono gli iscritti al PSLI (partito dei lavoratori italiani che in seguito avrebbe mutato
la denominazione originaria nell'altra di Partito socialista democratico) fondato da Giuseppe Saragat
nel gennaio del 1947, con la cosiddetta "scissione di Palazzo Barberini" (Roma), dal Partito
Socialista Italiano vincolato da ripetuti patti di unità d'azione stretti con il Partito Comunista. La
direttiva dell'"Unità" (con errore di stampa) alla quale obbediscono "ciecamente" i compagni
spezzando i tegami/legami con i saragattiani nella vignetta del 22 febbraio 1948 è dovuta al fatto
che durante il congresso del PSLI tenuto nei giorni precedenti, i socialdemocratici avevano deciso
di collocarsi come terza forza progressista e riformatrice ma decisamente anticomunista e di
presentarsi alle elezioni politiche del 18 aprile 1948 affiancati alla corrente socialista di Ivan Mattia
Lombardi - che ha abbandonato nel frattempo il PSI - sotto la sigla di Unione Socialista.
OBBEDIENZA CIECA, PRONTA E ASSOLUTA
Contrordine, compagni! La frase pubblicata sull'Unità: "In ossequio alla tregua proposta dal
compagno Terracini, nei comizi e nelle riunioni non abbandonate mai la vostra palma" contiene un
errore di stampa e pertanto va letta: "... non abbandonate mai la vostra calma".
Candido n° 9, 29 febbraio 1948
nota • La direttiva dell'"Unità" (con errore di stampa) alla quale obbediscono "ciecamente" i
compagni non abbandonando la loro palma/calma nella vignetta del 29 febbraio 1948 fa riferimento
al fatto che, a seguito dei tumulti di quei giorni a San Ferdinando di Puglia che hanno provocato
morti e feriti, "la direzione del PCI" come scrive Giovannino Guareschi, alias Il Forbiciastro, ("Giro
d'Italia da "Candido" n. 8, 22 febbraio 1948), ha incaricato "Terracini di lanciare la proposta di una
tregua elettorale: non disturbare i comizi, disciplinare contraddittori, rinunciare ai cortei. Tutti i
bravi borghesi esclamano commossi. "Ma che brava gente, però, questi comunisti! E che
gentiluomo questo Terracini!""
OBBEDIENZA CIECA, PRONTA E ASSOLUTA
Contrordine, compagni! La frase pubblicata sull'Unità: "I compagni che non volano sono traditori"
contiene un errore di stampa, e pertanto va letta: "I compagni che non votano sono traditori".
Candido n° 10, 7 marzo 1948
BORGHESE VOTA TRANQUILLO
Candido n° 10, 7 marzo 1948
nota • Si riferisce alle famose elezioni politiche del 18 aprile 1948.
OCCHIO A GARIBALDI
Candido n° 11, 14 marzo 1948
MAMMA, VOTAGLI CONTRO ANCHE PER ME!
Candido n° 12, 20 marzo 1948
nota • Questo disegno venne utilizzato nel corso della propaganda elettorale dai Comitati Civici,
istituiti per iniziativa del presidente dell'Azione Cattolica Luigi Gedda e con l'approvazione
ufficiale della Santa Sede. Ramificati in tutto il Paese, organizzarono una macchina propagandistica
elettorale avvalendosi delle strutture diocesane e parrocchiali - di gran lunga più efficace di quella
della stessa Democrazia Cristiana.
NEL NOME IL PROGRAMMA
Candido n° 13, 27 marzo 1948
nota • Giovannino Guareschi, alias II Forbiciastro, scrive nel "Giro d'Italia" ("Candido" n. 40, 5
ottobre 1947) a proposito di Nicola Petkov: "Qui in Italia tutto bene. All'estero sono guai, invece,
cominciando dalla Bulgaria: la democrazia sovietica ha fatto impiccare Nicola Petkov, leader
dell'opposizione (partito dei contadini) ... "L'Unità" scrive che si tratta di un "atto di giustizia" e che
hanno fatto benissimo. E termina: "La Bulgaria ha dato al mondo intero un esempio di come si deve
lottare contro i nemici del popolo e della libertà". Bravo tovarisch."
OBBEDIENZA CIECA, PRONTA E ASSOLUTA
Contrordine, compagni! La frase pubblicata nell'Unità: Tutti i lavoratori devono essere legati a un
unico gatto" contiene un errore di stampa e pertanto va letta: "Tutti i lavoratori devono essere legati
a un unico patto"
Candido n° 13, 27 marzo 1948
nota • La direttiva dell'Unità" (con errore di stampa) alla quale obbediscono "ciecamente" i
compagni legandosi ad un unico gatto/patto nella vignetta del 22 marzo 1948 fa riferimento
all'invito al patto che lega il PC1 e il PSI di Nenni nel Fronte Democratico Popolare, lista unitaria
creata per le elezioni politiche del 18 aprile 1948.
IN RUSSIA
Speriamo che Dio salvi i compagni italiani dal comunismo.
Candido n° 13, 27 marzo 1948
NON HAI ANCORA
RICEVUTO IL CERTIFICATO? CORRI SUBITO IN COMUNE!<
La cellula elettorale lavora!
Candido n° 14, 4 aprile 1948
nota • Giovannino Guareschi, alias Il Forbiciastro, scrive nel "Giro d'Italia" ("Candido" n. 14, 4
aprile 1948): "Bisogna parlare seriamente delle cellule elettorali. ...Gravissimi brogli elettorali...
arbitrarie cancellazioni dalle liste... il numero dei certificati non recapitati è enorme... sia a Genova
che a Venezia che a Milano dove le amministrazioni sono comuniste e i certificati non li ricevono
proprio coloro che, o per censo o per la loro appartenenza a partiti non di sinistra si può presumere
che non voteranno per il Fro-de (Fronte Democratico, N.d.R.)".
OPERAIO! SCIOPERA ADESSO FIN CHE PUOI!
Sotto il Comunismo non sciopererai più!
Candido n° 14, 4 aprile 1948
IL COMPAGNO PADRE
Chi vuole Trieste italiana è un fascista!
E chi non la vuole è un porco.
Candido n° 14, 4 aprile 1948
nota • Giovannino Guareschi, alias II Forbiciastro, scrive nel "Giro d'Italia" ("Candido" n. 13, 27
marzo 1948): "Stati Uniti, Inghilterra e Francia propongono la restituzione di Trieste all'Italia (...)
ed invitano la Russia ad aderire alla proposta ... Adesso si tratta di vedere cosa decide di fare la
Russia: accetterà fregando i compagni titini, o dirà di no fregando i compagni italiani ... nel senso
elettorale, si capisce, perché ai compagni italiani interessa ben poco Trieste in sé. Naturalmente il
compagno Togliatti, in uno storico articolo dell-Unità", spiega che è tutta una manovra elettorale e
che soltanto il Fro-De-Pop (Fronte Democratico Popolare, N.d.R.) può restituire
Trieste all'Italia. E questa è la miglior battuta della settimana."
PROPAGANDA NELLE CAMPAGNE
- Questo è Sant'Antonio Abate protettore degli
animali. Vota per lui.
Candido n° 15, 11 aprile 1948
nota • Giovannino Guareschi, alias Il Forbiciastro, scrive nel "Giro d'Italia" ("Candido" n. 13, 27
marzo 1948): "II Fronte Democratico Popolare si mimetizza: ecco uscire a Milano "Pace Cristiana",
bollettino del Movimento Cristiano per la pace, con testata azzurrina (una croce bianca e una
colombella candida con un rametto d'ulivo). (...) Ecco in Piemonte gli Agit-prop (Agitatori di
Propaganda, N.d.R.) distribuire il santino che riproduciamo (immagine di San Francesco e la scritta
"Un vero cristiano contro i falsi cristiani, N.d.R.) e che, nel retro, porta l'incitamento a votare per il
Fronte Democratico Popolare."
OBBEDIENZA CIECA, PRONTA E ASSOLUTA
Contrordine, compagni! La frase pubblicata dall'Unità: "Tutti i compagni debbono portare al callo il
fazzoletto con l'effigie di Garibaldi" contiene un errore di stampa, e pertanto va letta: "Debbono
portare al collo il fazzoletto con l'effigie di Garibaldi".
Candido n° 15, 11 aprile 1948
nota • L'effigie di Garibaldi che appare sul fazzoletto che i compagni portano al callo/collo
ubbidendo "ciecamente" alla direttiva dell'"Unità" (con errore di stampa) nella vignetta del 11 aprile
1948 rappresenta il Fronte Democratico Popolare dei comunisti e socialisti sostituendo i rispettivi
simboli.
NON FARTI PESCARE!
Candido n° 16, 18 aprile 1948
OBBEDIENZA CIECA, PRONTA E ASSOLUTA
Contrordine, compagni! La frase pubblicata sull'Unità: "Nella cabina non perdete la cesta e mettete
il seno su Garibaldi" contiene un errore di stampa, e pertanto va letta: "Nella cabina non perdete la
testa e mettete il segno su Garibaldi".
Candido n° 16, 18 aprile 1948
CONTADINI NON VOTATE PER IL FRONTE!
Lo stato comunista metterà il contatore
Candido n° 16, 18 aprile 1948
OBBEDIENZA CIECA, PRONTA E ASSOLUTA
- Contrordine, compagni! La frase pubblicata nell'Unità: "Particolarmente in questo momento
occorre riconfermare solennemente la nostra fiducia in tutti i Papi" contiene un errore di stampa, e
pertanto va letta: "Bisogna riconfermare solennemente la nostra fiducia in tutti i Capi".
Candido n° 18, 2 maggio 1948
COL SUO AIUTO HAI VINTO.
Adesso, sappi perdere un po' per aiutarlo!
Candido n°18, 2 maggio 1948
25 SACERDOTI FUCILATI IN ALBANIA
- I compagni italiani barbaramente sconfitti dal clero il 18 aprile, sono vendicati!
Candido n° 21, 23 maggio 1948
nota • Giovannino Guareschi, alias Il Forbiciastro, scrive nel "Giro d'Italia" ("Candido" n. 21, 23
maggio 1948): "Continua spietata la persecuzione dei cattolici in Albania. Venticinque sacerdoti
cattolici, tra i quali il Vescovo di Sappa, Mons. Villaj, sono stati fucilati. Per far confessare i
cattolici quello che non hanno da confessare, vengono usate raffinate torture."
OBBEDIENZA CIECA, PRONTA E ASSOLUTA
Contrordine, compagni! La frase pubblicata sull'Unità:
"Verificandosi defezioni nelle file del Partito, bisogna inforcare subito il Segretario Federale",
contiene un errore di stampa, e pertanto va letta: "bisogna informare subito il Segretario Federale".
Ah sì, peccato!...
Candido n° 22, 30 maggio 1948
nota • I compagni accolgono con grande noia/gioia, ubbidendo "ciecamente" alla direttiva
dell'"Unità" (con errore di stampa) nella vignetta del 4 luglio 1948, Togliatti che rientra da un suo
viaggio a Praga.
REPARTO CHIRURGIA
Presto, presto! A quel giovanetto del N° 8 cui abbiamo fatto la trapanazione del cranio,
abbiamo dimenticato di rimettergli dentro il cervello!
Troppo tardi: è già andato a iscriversi al P.C.I.
Candido n° 23 6 giugno 1948
NOTIZIARIO ILLUSTRATO
- Vedi, compagno, come succedono le disgrazie? Passava di qui, ha inciampato e, nel cadere, ha
urtato con la testa contro il congegno di scatto.
Candido n°23, 6 giugno 1948
OBBEDIENZA COME PRIMA
- Contrordine, compagni! La frase pubblicata dall'Unità: "Dobbiamo concentrare i nostri sforzi per
rovesciare il Monastero", contiene un errore di stampa, e pertanto va letta: "Dobbiamo concentrare i
nostri sforzi per rovesciare il Ministero".
Candido n°23, 6 giugno 1948
OBBEDIENZA CIECA, PRONTA E ASSOLUTA
Contrordine, compagni! La frase pubblicata sull'Unità: "Ogni capocellula affigga all'albo il figlio
contenente le ultime direttive del Partito", contiene un errore di stampa, e pertanto va letta: "... il
foglio contenente le ultime direttive del Partito".
Candido n° 26, 27 giugno 1948
OBBEDIENZA CIECA, PRONTA E ASSOLUTA
Contrordine, compagni! La frase pubblicata sull'Unità: " Per impedire il crumiraggio, i compagni
devono occupare le stelle", contiene un errore di stampa, e pertanto va letta: "... i compagni devono
occupare le stalle ".
Candido n° 24, 13 giugno 1948
OBBEDIENZA CIECA, PRONTA E ASSOLUTA
Contrordine, compagni! La frase pubblicata sull'Unità: "Bisogna accogliere con manifestazioni di
grande noia il ritorno di Togliatti", contiene un errore di stampa, e pertanto va letta: "Bisogna
accogliere con manifestazioni di grande gioia il ritorno di Togliatti".
Candido n° 27, 4 luglio 1948
nota • I compagni accolgono con grande noia/gioia, ubbidendo "ciecamente" alla direttiva
dell'"Unità" (con errore di stampa) nella vignetta del 4 luglio 1948, Togliatti che rientra da un suo
viaggio a Praga.
OGNI SCIOPERO POLITICO È UN CAMINO
CHE SI SPEGNE
Candido n° 27, 4 luglio 1948
GIOCHI DI SOCIETA'
Candido n° 28, 11 luglio 1948
VIA CRUCIS
Candido n° 29, 18 luglio 1948
nota • Il disegno fa riferimento allo sciopero generale di tutte le categorie proclamato dal direttivo
della CGIL nel corso di una riunione cui non presero parte i delegati democristiani (la DC uscirà
dalla CGIL poco tempo dopo fondando la CISL) per manifestare contro l'attentato subito da
Palmiro Togliatti il 14 luglio ad opera di Antonio Pallante che gli ha sparato due colpi di rivoltella
ferendolo gravemente. Due curiosità: il comitato di fabbrica era contrario alla pubblicazione del
disegno e Giovannino Guareschi, accettando la loro decisione, propose di fare uscire il "Candido"
con lo spazio del disegno vuoto e con la scritta che il disegno non era stato pubblicato per decisione
del comitato di fabbrica (che cambiò idea). Lo stesso disegno, con nuove scritte relative a nuovi
scioperi, comparve anche nel numero successivo 29-30 del 18 luglio 1948 di "Candido".
VIVI, COMPAGNO
- Vivi, compagno, perché già troppo sangue è caduto sulla democrazia e perché tu non hai il diritto
di diventare un martire.
Candido n° 29-30, 25 luglio 1948
nota • Il "compagno" degente è Palmiro Togliatti ferito il 14 luglio ad opera di Antonio Pallante che
gli ha sparato due colpi di rivoltella ferendolo gravemente.
LE BRIGATE ROSSE
L'autentico e sano popolo lavoratore deplora austeramente il criminoso atto di violenza che ha
offeso sanguinosamente lo spirito democratico della giovane Repubblica.
Candido n° 29-30, 25 luglio 1948
nota • Il "criminoso atto di violenza" cui fa riferimento la didascalia della vignetta è l'attentato a
Palmiro Togliatti.
OBBEDIENZA CIECA, PRONTA E ASSOLUTA
Contrordine, compagni! La frase pubblicata sull'Unità: "Specialmente nelle campagne i
propagandisti devono cantare molto sulle donne", contiene un errore di stampa, e pertanto va letta:
"... devono contare molto sulle donne".
Candido n° 33, 15 agosto 1948
EMILIA: SI SCOPRON LE TOMBE
- Maledizione, non li ho uccisi abbastanza!
Candido n° 34, 22 agosto 1948
nota • Il disegno fa riferimento agli "eliminati" di cui parlerà, nel 2003, Giampaolo Pansa nel suo
libro "Il sangue dei vinti".
OBBEDIENZA CIECA, PRONTA E ASSOLUTA
Contrordine, compagni! La frase pubblicata nel comunicato dell'Unità: "I compagni devono
intervenire in cassa alle riunioni di sezione", contiene un errore di stampa, e pertanto va letta: "I
compagni devono intervenire in massa alle riunioni di sezione".
Candido n° 36, 5 settembre 1948
OBBEDIENZA CIECA, PRONTA E ASSOLUTA
Contrordine, compagni! La frase pubblicata nell'Unità: "I compagni dimostrino la loro
disapprovazione alla politica fiscale del governo nero organizzando vibranti manifestazioni di
protesta contro le tazze", contiene un errore di stampa, e pertanto va letta: "organizzando vibranti
manifestazioni di protesta contro le tasse ".
Candido n° 38, 19 settembre 1948
nota • I compagni organizzano "vibranti manifestazioni di protesta contro le tazze/tasse, ubbidendo
"ciecamente" alla direttiva dell'Unità" (con errore di stampa) nella vignetta del 19 settembre 1948
per le dichiarazione del ministro delle finanze Vanoni nel corso di una "riunione nella quale", scrive
Giovannino Guareschi nelle fianchette dello stesso numero di "Candido", "ha parlato della riforma
tributaria ... che mira "al potenziamento degli uffici distrettuali" (...) per accelerare il processo di
"acquisizione di nuova materia imponibile mediante l'accertamento di redditi sfuggiti alle
imposte"."
OBBEDIENZA CIECA, PRONTA E ASSOLUTA
Contrordine, compagni! La frase pubblicata nell'Unità: "In attesa dell'ora dell'azione dovete
moderare ogni impazienza e mordere il treno", contiene un errore di stampa, e pertanto va letta:
"Dovete moderare ogni impazienza e mordere il freno".
Candido n° 42, 17 ottobre 1948
CHI VA PIANO VA SANO E VA FANFANO
- Mi dispiace di non poterle porgere aiuto, ma non intendo ostacolare la politica governativa contro
l'iniziativa privata. E necessario che lei aspetti il "Piano Fanfani per i salvataggi fluviali".
Candido n° 42, 17 ottobre 1948
nota • La didascalia della vignetta fa riferimento al Piano settennale Fanfani per la costruzione di
case per i lavoratori, dal nome del ministro democristiano del Lavoro Amintore Fanfani che ha
provveduto ad elaborarlo. La legge di applicazione del piano verrà approvata i128 febbraio 1949.
FRO DE PAC
- Capo, al Corteo per la Pace si deve andare armati o no?
Candido n'45,
7 novembre 1948
nota • FROnte - DElla - PACe: Giovannino Guareschi, alias Il Forbiciastro, scrive ("Candido" n. 45,
7 novembre 1948: "L 'Unità" ha confermato la notizia: domenica 7 novembre avremo a Milano il
"corteo per la pace". Come sarà questo "corteo per la pace"? Francamente non lo sappiamo perché
l'"Unità" sta sul generico e vuol serbare intatta la sorpresa al laborioso popolo milanese. Come
potrebbe essere questo "corteo per la pace"?" E qui il Forbiciastro si scatena dando affettuosi
consigli agli organizzatori che, siamo certi, non furono graditi...
VIA EMILIA
L'assassinio del sindacalista cristiano
Candido n°46,
14 novembre 1948
nota • La vignetta fa parte della serie "Via Emilia" e fa riferimento, scrive 11 Forbiciastro
("Candido" n. 46 del 14 novembre 1948), "all'omicidio a San Giovanni in Persiceto (BO) del
sindacalista cristiano Giuseppe Fanin, di anni 24, segretario provinciale delle ACLI-Terre di
Bologna, effettuato a colpi di lima e con una spranga di ferro."
La scritta "Viva l'amnistia" che comparte nella vignetta fa riferimento alla proposta di legge
presentata "da un gruppo di eminenti deputati", scrive Giovannino Guareschi nell'editoriale
omonimo ("Candido" n. 44, 31 ottobre 1948), 'per una vasta amnistia che contempli tutti i reati per i
quali la legge commina pene fino ai sei anni, o fino ai dieci anni, a favore di chi possegga la
qualifica riconosciuta di partigiano, di patriota o di liberatore generico. Reati politici, si capisce;
vale a dire: omicidi, furti, aggressioni, rapine..." ecc. ecc.
OBBEDIENZA CIECA, PRONTA E ASSOLUTA
Contrordine, compagni! La frase pubblicata sull'Unità: "I compagni propagandisti non devono mai
agire isolati, ma almeno in bue", contiene un errore di stampa, e pertanto va letto: "I compagni
propagandisti non devono mai agire isolati, ma almeno in due".
Candido n° 49, 5 dicembre 1948
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