Ornaghi: «Scenario tremendo Due paesi appena bombardati»
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Ornaghi: «Scenario tremendo Due paesi appena bombardati»
4 Primo piano TERREMOTO di Francesco Dondi Molto più umano del premier Monti, o quantomeno più interessato - anche per questioni professionali - al cataclisma che si è abbattuto sulla Bassa. Dopo l'arrivo del presidente, è stata la volta del ministro Lorenzo Ornaghi. Il responsabile del dicastero dei Beni Culturali ha voluto "ammirare" in prima persona la catastrofe patrimoniale che la Bassa ha subìto. Una ricognizione avvenuta ben consapevole delle difficoltà economiche che il suo compartimento è da anni costretto ad affrontare, ma con la voglia di poter mettersi a disposizione per la ricostruzione. Sarà un'operazione lunga e complicata, Ornaghi ne è consapevole e non fa promesse, se non quella di voler tutelare, quantomeno, i simboli delle due città, ossia i Castelli. Ornaghi arriva in elicottero al campo di San Felice. Con lui - sono le 11.15 - scendono il capo della protezione civile, Gabrielli, ormai un habitué di questi luoghi e il presidente della Regione, Errani che in prima persona sta facendo da mediatore tra il Governo e i territorio. Ad accogliere il ministro ci sono, come sempre, i vertici delle forze dell'ordine e il sindaco di San Felice, Alberto Silvestri. Spetterà a lui fare da Cicerone alla visita lampo (una ventina di minuti) in terra sanfeliciana. Silvestri guida il corteo, da lontano spiega i gravissimi danni che ha dovuto subire la chiesa parrocchiale, già provata da un violento incendio di qualche anno fa. Poi circumnavigano il centro storico e costeggiano la Rocca Estense con due torrioni "amputati" e il maschio gravemente danneggiato. Ornaghi guarda, ascolta, si fa una prima idea del dramma storico che sta vivendo il paese. Sulla piazza del Comune arrivano anche gli assessori provinciali Stefano Vaccari ed Elena Malaguti, lei sanfeliciana, duramente provata dalla vista della sua città distrutta. Silvestri fa il politico, fino a quando dice chiaramente ad Errani: «Ci dovete aiutare - spiega con la voce rotta dall'emozione dobbiamo fare in fretta a ripartire, dobbiamo liberare i campi e mettere in sicurezza la nostra storia. Abbiamo bisogno». La visita di Ornaghi è ormai conclusa, ma il ministro offre la prima sintesi di giornata. «È un sisma che in modo malefico ha colpito una grandissima parte con danni enormi al patrimonio artistico di questa GAZZETTA VENERDÌ 25 MAGGIO 2012 » LA VISITA DEL MINISTRO Ornaghi: «Scenario tremendo Due paesi appena bombardati» Il ministro dei beni Culturali in visita a San Felice e Finale: «Dovremo fare delle scelte anche dolorose È però indispensabile salvaguardare in fretta i simboli storici delle città. Faremo il possibile» La campana di San Zenone resta sotto le macerie Tra i simboli di Finale c’è la campana di San Zenone, da domenica sommersa dalle macerie della torre dei Modenesi (nella foto). Appena inizierà lo sgombero si cercherà di recuperarla, sperando abbia superato anche questo cataclisma. Completamente realizzata in bronzo, risale alla seconda metà del ’700. Sopra riporta le immagini della Madonna delle Grazie e del santo protettore della città. È stata collocata nella torre subito dopo la sua realizzazione e attraverso la campana Finale ha assunto il titolo di città. La Torre, invece, già ospitava l’orologio distrutto, opera del 1500, lì incastonato ai tempi della vecchia Finale, quando ancora il Panaro scorreva il centro e la torre era punto di passaggio e di controllo del traffico fluviale. Lorenzo Ornaghi, ministro dei beni culturali, davanti a quel che resta della Torre dei Modenesi a Finale Gabrielli, commissario della Protezione Civile splendida terra. Il tema adesso è capire davvero cosa fare. Si viene qui, si manifesta la vicinanza alla popolazione. Poi si deve dire un grazie riconoscente da parte di tutti a partire dagli organi di stampa, la protezione civile, ai vigili e alla nostra Soprintendenza. È stato fatto davvero un lavoro eccezionale, con grande impegno e che sta producendo ri- sultati. Dopo, per quel che riguarda i beni storico-artistici come le chiese e i castelli, dobbiamo in tempi brevi arrivare ad una classificazione di danni precisa per fare di cui c'è bisogno. Ecco perché nel decreto sarà previsto che personale che lavora nelle regioni limitrofe venga qui per provvedere a ciò che è necessario. Daremo avvio a un preciso e meti- La torre dell’Orologio di San Felice decapitata coloso lavoro di schedatura per capire quel che si può fare. Chiederci ora cosa faremo e quanto costerà è impossibile. Dobbiamo capire tutte le lesioni che hanno interessato questa zona. Poi partirà il processo, anche doloroso, di fissazione delle priorità. In primis c'è da salvare quello che è il simbolo identitario dei paesi. E' fondamentale, a breve si procederà a questo. Nelle enormi difficoltà che stiamo vivendo spero ci siano le risorse». Ornaghi saluta San Felice e si dirige a Finale dove lo aspettano il sindaco Ferioli e l'assessore alla cultura, Massimiliano Righini. In questa occasione la lunga visita del ministro diventa off limits. Ornaghi vuole vedere nel dettaglio la si- Alberto Silvestri, primo cittadino sanfeliciano, tuazione della città distrutta. Stavolta è Righini ad illustrare la tragedia. Gli fa ammirare la torre dell'Orologio dove resta sommersa la campana di San Zenone, il Castello delle Rocche e il teatro Sociale danneggiato. Dal lontano gli mostra la chiesa di San Francesco distrutta e gli spiega la necessità di intervenire in fretta sulla chiesa del Rosario. Ornaghi è Parte il blitz per salvare il trittico Oggi tecnici si caleranno dal braccio di una gru per portarlo fuori dalla chiesa ◗ SAN FELICE Dopo aver salvato il Cristo in croce risalente alla fine del XV secolo che era rimasto intatto tra le macerie ora scatta l’operazione per un’opera ancora più importante: il trittico cinquecentesco di Bernardino Loschi , uno dei patrimoni artistici della cittadina in cui si identificano da sempre i fedeli. Nel crollo della chiesa, nel crollo dell’abside schiacciata dal campanile la grande opera del pittore alla corte di Alberto III Pio a Carpi, tra il ’400 e ’500, è rimasta miracolosamente in- tatta. Metà abside così come metà dei muri perimetrali della chiesa parrocchiale, il lato che si affacciava sul’angolo della piazza del municipio e del castello sono rimasti in piedi e lì, fissato ai muri con delle putrelle in ferro, è il prezioso trittico. L’appello del ministro Ornaghi nella visita di ieri a San Felice è stato chiaro: salvare il più possibile le opere storiche e artistic he. Trittico e il torrione più alto del castello estense ferito a morte e ultima “sentinella” rimasta in qualche modo in piedi dell’antico maniero ovviamente sono tra le priorità. Già ieri pomeriggio si è quindi svolta una riunione con il Soprintendente, tecnici e il dott. Paolo Campagnoli mirata a cercare di recuperare l’opera di Bernardino Loschi che raffigura l’incoronazione della Vergine, San Felice con i santi, San Geminiano e la deposizione di Gesù. I problemi da superare sono diversi e non possono certo riuscire nel salvataggio i soli don Tomek, cappellano della chiesa, Antonio Cantiello e Alessio Bellodi che a loro rischio e pericolo sono riusciti a raggiungere il Cristo ligneo (a loro deve andare il ringraziamento di tutti i sanfeliciani e modenesi) perchè il trittico non solo è sospeso in aria e fissato al muro ma è anche un’opera grande e pesantissima. La soluzione già oggi: entrerà in azione una gru con tecnici che imbragheranno l’opera e la porteranno fuori dallo scheletro della chiesa. Altra nota lieta: Massimo e Marco, volontari della parrocchia hanno salvato opere d’arte e la Madonnina simbolo di San Biagio che viene portata in processione. A loro un altro grazie. Gianluca Pedrazzi Il trittico di Bernardino Loschi salvo tra le macerie della chiesa