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3 - Analisi dinamica dell`ECG
Capitolo 2 ANALISI DINAMICA DELL'ECG 2.1 L'analisi dinamica del battito cardiaco La normalità è usualmente identificata con il concetto di omeostasi, di equilibrio, di armonia, ordine e l'anormalità come squilibrio, disarmonia, disordine. Se ciò fosse vero, allora una serie temporale di R-R di un individuo perfettamente sano dovrebbe essere più armonioso e regolare rispetto a quella di un soggetto patologico. In tal caso, la serie normale dovrebbe contenere o un solo picco preferenziale oppure diversi picchi evidenti su un rumore di fondo. Ebbene, i risultati sono sconcertanti: l'elettrocardiogramma delle persone normali risulta più irregolare di quello delle persone malate. Situazioni analoghe sono state riscontrate in campi apparentemente lontani da quelli della cardiologia. Ad esempio è stato mostrato che alcune forme di leucemia sono precedute da una regolarizzazione della produzione di globuli bianchi. E ciò si verifica anche a seguito di irradiazioni del midollo osseo. Alcuni autori tendono a generalizzare questo concetto a quello di malattia e vecchiaia [COL99]. La malattia e la vecchiaia sarebbero caratterizzate da un aumento di regolarità, mentre lo stato di salute sarebbe caratterizzato da uno stato di regolare irregolarità: uno stato caotico. Gli esempi si possono moltiplicare. Si pensi ad esempio all'epilessia: l'elettroencefalogramma è molto più regolare nel corso di una crisi epilettica di quanto non lo sia nella normalità. E questa idea ha condotto alcuni a pensare di sostituire alla normale analisi dell'EEG, l'analisi caotica. Dalla rappresentazione nello spazio delle fasi di un battito cardiaco normale si è visto che i risultati mostrano un comportamento molto più vicino a quello di un 25 attrattore strano che non a quello di un attrattore periodico, caratteristico di un processo realmente regolare. Queste osservazioni concordano con indagini cliniche che hanno dimostrato come la dinamica di un battito cardiaco normale possa essere caotica. Ci si può chiedere allora quale può essere il meccanismo responsabile di questa variabilità caotica nella frequenza cardiaca di un individuo sano. Come si è visto il concetto di malattia come caos è quindi strettamente connesso al concetto di organismo come sistema dinamico. 2.1.1 Caratteristiche del tracciato ECG Consideriamo l'intervallo R-R di un elettrocardiogramma. Esso apparirà, anche se osservato ad una scala piuttosto piccola, come irregolare: non tutti i cicli cardiaci hanno la stessa lunghezza. Per l'analisi di una serie di intervalli R-R si può fare ricorso all'analisi spettrale o analisi di Fourier. Ora, una serie temporale di R-R costituisce un segnale e dunque può essere scomposto in una somma di cosinusoidi. Fino ad una decina di anni fa l'informazione che i medici utilizzavano dalle sequenze di battiti cardiaci (R-R) era solo la loro media su intervalli più o meno lunghi (vedi Fig. 1). Questa informazione era collegata a stati piuttosto macroscopici come l'affaticamento, la febbre, l'emozione e così via. Gran parte dell'informazione del segnale costituito dalla sequenza degli intervalli R-R era dunque inutilizzata, trascurandone i due seguenti aspetti fondamentali: la variabilità dell'intervallo R-R cioè il fatto che, nonostante la definibilità di una frequenza media, gli intervalli R-R non sono tutti uguali; l'esistenza di leggi temporali, dinamiche, che organizzassero questa variabilità differenziandola dal rumore di fondo 26 Fig. 1. Tracciato ECG La questione dell'esistenza e della forma della variabilità dell'intervallo R-R non è di poco conto in quanto la regolazione della frequenza cardiaca si sa da molto tempo essere un crocevia di numerosi sistemi di controllo fisiologico operanti a molteplici scale di tempo. La complessità dei sistemi di controllo della frequenza cardiaca è conseguente alla necessità di "mappare" con efficienza un ambiente mutevole da parte dell'organismo. Il primo aspetto ad essere stato preso in considerazione è stato il più ovvio e semplice da misurare: la quantità media di variabilità presente in una sequenza R-R misurata dalla deviazione standard. La Deviazione Standard (SD) della sequenza R-R è molto semplice da misurare ed è stata dimostrata essere un indice predittivo di importanti stati fisiologici come l'analisi nello spazio degli stati, così come di differenze di base. L'infarto è preceduto da una brusca riduzione di SD, l'invecchiamento provoca una lieve ma significativa riduzione della SD degli intervalli R-R dell'ECG misurato a riposo. 27 2.1.2 Analisi spettrale delle variabili del tracciato R-R Il passo successivo al calcolo della media, ovvero la considerazione della SD, ha permesso di ottenere informazioni importanti. Il passo ancora successivo fu quello di studiare la distribuzione della variabilità stessa, se cioè le deviazioni dalla media degli intervalli R-R avessero delle lunghezze caratteristiche ed identificabili. Lo strumento per ottenere questo scopo è stato l'analisi di Fourier della variabilità degli intervalli R-R: qui basti dire che l'analisi consente di esprimere la sequenza degli intervalli R-R come una somma di andamenti regolari con differenti frequenze. Di queste differenti frequenze si calcola il peso relativo nella determinazione del segnale in studio e la distribuzione di pesi è detta spettro del segnale. Fig. 2. Spettro di potenza 28 L'analisi spettrale è un passaggio importantissimo che introduce a quello che avevamo indicato come il secondo aspetto dell'informazione portata dal segnale R-R: l'individuazione di eventuali regolarità nella variabilità. Non è ancora però, a rigor di termini, un'analisi di tipo compiutamente dinamico. Le regolarità del segnale vengono, infatti, estratte mediando da un campione che si giudica insieme rappresentativo e corrispondente ad una situazione stazionaria: in altre parole si suppone che nell'intervallo di campionamento il sistema non muti il suo stato fisiologico e che quindi sia lecito considerare le caratteristiche spettrali invarianti. Per i sistemi viventi la caratteristica di stazionarietà è piuttosto difficile da ottenere ed in ogni caso è molto importante poter analizzare quantitativamente situazioni che per definizione non sono stazionarie come ad esempio l'evoluzione di un'ischemia. 2.1.3 Analisi attraverso diagrammi di Poincarè Fig. 3. Analisi attraverso diagrammi di Poincaré dei tracciati RR di un ratto normale (a) e di uno aritmico (b) Questo grafico è detto diagramma di fase o diagramma di Poincaré [POI02] e fornisce delle informazioni immediate sul tipo di dinamica in esame. Una serie regolare corrisponderà ad una forma riconoscibile nel diagramma di fase, nel caso dei 29 tracciati R-R ad una diagonale nello spazio X0, X1, mentre una serie irregolare perderà questa caratteristica. Nella figura 3 sono riportati i diagrammi di fase relativi rispettivamente ad un ratto con tracciato fisiologico e ad uno che ha avuto numerose aritmie durante la registrazione. E importante rimarcare il fatto che la regolarità misurata dall uniformarsi dei diagrammi di fase ad una retta non ha nulla a che vedere con la variabilità del segnale ma solo con il suo ordinamento. Una serie poco variabile può nondimeno essere altamente ordinata e viceversa. Fig. 4. Regolarità e variabilità di una serie numerica L entità della variabilità è misurata dall area occupata dal grafico, la sua regolarità dall essere descrivibile da una funzione semplice. Nel caso simulato la funzione originale è una retta, nel caso degli R-R l aspetto della retta del diagramma di fase deriva da un oscillazione vincolata della serie attorno a punti variabili. L R2 del diagramma di fase è comunque una misura della regolarità della sequenza indipendente dalla variabilità. E molto interessante osservare a cosa corrisponde la dinamica del battito cardiaco di un animale anestetizzato. In questo 30 caso il controllo autonomico, cioè la capacità di autogovernarsi, è quasi completamente abolito dal farmaco, il cuore ha un battito molto poco variabile ma meno controllato rispetto alla situazione di base; non a caso l anestesia è una situazione molto delicata per il paziente. Il ritratto di fase relativo all anestesia è riportato nella figura sotto. Fig. 5. Mappa di Poincaré del battito cardiaco di un ratto anestetizzato. Come si vede dalla figura sopra, la dinamica è confinata in una zona molto ridotta dello spazio degli stati, attrattore puntiforme, con un R2 vicino allo zero. Il sistema dinamico non è più sotto il controllo di un parametro d ordine ma esiste invece una molteplicità di regolazioni minori che organizzano la variabilità. Lo stato anestetizzato è piuttosto instabile proprio per la mancanza di una regolazione dominante. Possiamo paragonare l anestesia allo stato di un ciclista fermo sulla sua bicicletta: ogni piccola modificazione di assetto rischia di farlo cadere. Lo stato normale è invece paragonabile a quello della bicicletta in corsa, in questo caso la presenza di un forte parametro d ordine, la componente di moto, rende il sistema molto più stabile. 31 E importante notare come questa stabilità non corrisponda ad un sistema immobile ma ad uno in movimento, il sistema è in quella situazione denominata stato stazionario tipica dei sistemi biologici molto differente dagli stati di equilibrio dei sistemi chiusi. Piuttosto che di omeostasi lo stato stazionario è insomma una situazione di omeoresi, ossia un processo circolare in cui una parte dell uscita viene rinviata all ingresso della risposta ottenendo così un sistema dinamicamente autoregolante. 2.1.4 Conclusioni Quando iniziarono le applicazioni della dinamica non lineare ai sistemi fisiologici, ci si aspettava che il caos sarebbe stato maggiormente osservabile negli stati patologici piuttosto che nelle situazioni di normalità fisiologica. Le prime verifiche, che avvennero in cardiologia, ribaltarono queste aspettative. L'analisi della frequenza cardiaca di individui giovani sani a riposo che in media è di circa 60 battiti al minuto, può variare addirittura di 20 battiti al minuto nel giro di pochi secondi. In una giornata la frequenza cardiaca può passare da 40 a 180 battiti al minuto. Classicamente la medicina interpretava le fluttuazioni in termini di omeostasi: i sistemi biologici rispondono alle perturbazioni ambientali con azioni correttive volte a ripristinare la stabilità dell'ambiente interno. Da questo principio deriva che le variazioni della frequenza cardiaca sono semplicemente risposte transitorie alle perturbazioni ambientali. Si potrebbe quindi argomentare che nella malattia l'individuo perda la capacità di mantenere una frequenza cardiaca costante a riposo con un conseguente aumento di variabilità. Registrando le fluttuazioni di frequenza cardiaca nell'arco di una giornata in individui sani si ottenevano serie temporali fortemente irregolari e apparentemente casuali. Esaminando invece i tracciati che precedevano situazioni patologiche, come morte cardiaca improvvisa, si osservava un tracciato molto più regolare con attrattori 32 del tipo ciclo limite con oscillazione regolare, o addirittura, poche ore prima dell'arresto cardiaco, con attrattori puntiformi. La patologia era insomma strettamente legata ad un aumento di ordine, prevedibilità ed ad una drastica diminuzione di complessità e dimensionalità del sistema. I tracciati irregolari tipici della situazione fisiologica sono stati riconosciuti avere una dinamica caotica con attrattori strani. La frequenza oscilla spontaneamente anche in assenza di perturbazioni esterne e naturalmente non tende verso un omeostasi stazionaria se non in situazioni patologiche. Risultati analoghi sono stati ottenuti da ricercatori che hanno studiato i tracciati EEG in soggetti sani ed affetti da diverse patologie neurologiche. Il tracciato elettroencefalografico di individui sani è apparso avere caratteristiche caotiche, laddove situazioni patologiche erano collegate ad una brusca diminuzione di dimensionalità della dinamica con conseguente aumento di ordine. Sembra quindi confermato che il concetto di omeostasi debba aggiornarsi nel concetto di omeoresi: gli organismi tendono a mantenere un intervallo fisiologico di fluttuazione erratica che permette loro di rispondere alle necessità poste da un ambiente imprevedibile ed in continua modificazione. 2.2 Stato dell'arte Negli ultimi due decenni, si è verificato un interesse crescente verso l'applicazione di metodi e tecniche di analisi dinamica non lineare alla serie storica di elettrocardiogrammi di soggetti umani. I mezzi diagnostici convenzionali poco riescono a fare nell'ambito delle iniziali fini variazioni dei complessi equilibri omeodinamici, oppure, se riescono ad evidenziare singole variazioni di parametri biochimici o funzionali, non danno criteri per ricostruire il quadro d'insieme e quindi attuare una terapia completa. 33 Ciò è avvalorato anche da importanti studi condotti da Mohamed I. Owis, Ahmed H. Abou-Zied, Abou-Bakr M. Youssef, e Yasser M. Kadah in ''Study of Features Based on Nonlinear Dynamical Modeling in ECG Arrhythmia Detection and Classification'' nel 2002 [MOH02]. D'altra parte, il punto di vista biodinamico non contrasta con l'approccio convenzionale neanche in quest'ordine di considerazioni: esso si occupa dei livelli precoci, sottili e unitari del processo patologico, detti anche livelli funzionali, mentre la medicina convenzionale interviene sui livelli più di tipo anatomico e biochimico, vale a dire successivi. A seconda del livello di cui ci si occupa, si usano differenti metodologie, sia di tipo diagnostico sia terapeutico, che dovrebbero poter essere integrate, nell'interesse primario del malato. A causa del gran numero di pazienti e della necessità di un'osservazione continua di tali condizioni, sono state sviluppate numerose tecniche per la scoperta automatizzata di aritmie per tentare di risolvere questo problema. In ''Nonlinear time series analysis of electrocardiograms'', di Bezerianos A.,Bountis T.,Polydoropoulos P., [BEZ95], sono raccolti i risultati di prove come il time differencing, l'analisi delle componenti principali condotta sugli elettrocardiogrammi di tre soggetti normali e di tre aritmici, i cui ritmi cardiaci sembravano molto simili. La conclusione cui sono giunti è stata che le differenze dinamiche principali nei segnali sono molto evidenti: infatti, una valutazione preliminare di tre e quattro variabili governanti la dinamica è stata aggiornata a cinque e sei. Un'altro importante studio condotto da Ravelli F., Antolini R., il cui esito è reperibile in ''Complex dynamics underlying the human electrocardiogram'' [RAV92], ha valutato le sequenze di vari ritmi cardiaci che presentano un'aritmia grave con metodi di dinamica non lineare. L'analisi è stata applicata a epoche ECG che appartengono a ritmi di irregolarità crescente. Gli spazi di fase di questi ritmi sono stati ricostruiti dalla registrazione ECG con la tecnica del delay-time. Differenti ritmi cardiaci esibiscono differenti 34 dimensioni di correlazione che descrivono i gradi corrispondenti di complessità. L'analisi dimensionale vede un aumento nella complessità dimensionale che corrisponde ad un accrescimento nell'irregolarità elettrocardiografica. I risultati che hanno ottenuto indicano che la dinamica non lineare può essere utilizzata per valutare i diversi stati dinamici del cuore e può offrire uno strumento non invasivo per indagare i fenomeni dinamici complessi che si verificano durante un'aritmia. Tali tecniche funzionano trasformando i criteri diagnostici prevalentemente qualitativi in un problema di classificazione di caratteristica di segnale quantitativo più oggettivo. Come sostengono due studiosi, Clayton RH., Murray A., Campbell RW., in una loro pubblicazione, Objective features of the surface electrocardiogram during ventricular tachyarrhythmias , Newcastle U.K. [CLA98], la maggior parte di questi studi si è infatti basata principalmente sulla valutazione di dimensione di correlazione, funzione di autocorrelazione, dominio di frequenza, analisi di frequenza e trasformazione wavelet per poi concludere che la dinamica del segnale ECG è deterministico, anche se nella maggior parte dei casi, i calcoli di dimensione di correlazione devono essere utilizzati con attenzione, poiché non producono sempre valutazioni affidabili. Sebbene dall'utilizzo di tali tecniche siano stati ottenuti risultati abbastanza buoni, sembra che essi forniscano solo una quantità limitata di informazioni sul segnale perché ignorano la dinamica del segnale non lineare sottostante. Il segnale ECG è stato, infatti, sottoposto a una varietà di prove progettate per rilevare la dinamica non lineare e si è mostrato che la dinamica che sta alla base del cardiopatico segnala la presenza di caos deterministico. Nel nostro studio, infatti, si è cercato di analizzare il maggior numero possibile di variabili discriminanti, cercando in tal modo di differenziarci dagli studi precedenti che sottoponevano invece il segnale elettrocardiografico alla realizzazione dei parametri di sistema caotici tra i più importanti come la dimensione di correlazione o l'esponente di Lyapunov. 35 Concludiamo che poiché tali tecniche sono particolarmente sensibili a variazioni di parametro, non è possibile avvalersi direttamente dei loro risultati o tentare di trarre conclusioni basandoci su tali studi. Quindi, sarebbe piuttosto utile uno studio che implica l'analisi di comportamento caotico ECG basato su un grande numero di segnali o di variabili. Non avendo a disposizione un numero sufficientemente alto di segnali abbiamo preferito avvalerci della tecnica del data mining, descritta nel seguito, che permette di trarre informazioni dalla valutazione comparativa di molte variabili contemporaneamente. Tali variabili sono state tratte da diverse procedure di tipo non lineare, anch'esse descritte nel seguito. 36 This document was created with Win2PDF available at http://www.daneprairie.com. The unregistered version of Win2PDF is for evaluation or non-commercial use only.