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4. POLITICHE PER LA SOSTENIBILITA` AMBIENTALE
4. POLITICHE PER LA SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE 4. POLITICHE PER LA SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE Negli ultimi anni la questione della sostenibilità ambientale va assumendo sempre maggiore rilevanza non solo a livello amministrativo ma anche nell’opinione pubblica, di fronte a fenomeni sconcertanti come i cambiamenti climatici o i tassi di inquinamento atmosferico. In modo più preoccupante si analizza la società e si pone con urgenza la riduzione dei gas serra in atmosfera. In ogni ambito numerosi sono gli interventi legislativi comunitari e nazionali, che de"niscono nuovi obiettivi e strategie per il riequilibrio ambientale. A livello locale occorre porsi l’obiettivo di migliorare la qualità ambientale del vivere, perseguire i principi di sostenibilità nella riquali"cazione territoriale, il riequilibrio dell’eco-sistema cittadino, favorire politiche volte alla diminuzione degli inquinanti sul territorio ed in atmosfera e incentivare la crescita di una nuova cultura ambientale. In questo panorama gli ambiti di intervento individuati sono “il Verde, l’Educazione ambientale, l’Energia, l’Aria, i Ri"uti e l’Acqua”. Migliorare la “qualità del vivere” vuol dire innanzitutto promuovere e favorire lo sviluppo di una cultura ambientale coerente con i principi di sostenibilità, in stretta correlazione con lo sviluppo e il riequilibrio dell’ecosistema cittadino. Sono questi gli obiettivi che si vogliono condividere con i cittadini, gli enti territoriali, le imprese, le aziende convenzionate per la gestione del territorio, le autorità sanitarie e scienti"che, l’università. Le politiche ambientali si indirizzeranno su nuove forme di gestione dei ri"uti, prevenzione dell’inquinamento atmosferico, risparmio e riutilizzo delle risorse idriche, contenimento dei consumi energetici, riduzione dell’inquinamento elettromagnetico e acustico, programmi di informazione ed educazione ambientale, lo sviluppo del sistema del verde, pubblico e privato, dei sistemi naturali, con particolare attenzione alla valorizzazione del Parco del Crostolo. Nell’ambito delle politiche rivolte alla sostenibilità ambientale particolare rilievo strategico assume l’operazione in atto di fusione delle società multiservizi Enia Spa con Iride Spa, che prevede la creazione di un nuovo soggetto operativo "nalizzato allo sviluppo strategico del settore energetico ed ambientale con prospettive di rafforzamento territoriale nell’ambito dei mercati regolamentati (gas distribuzione, energia elettrica distribuzione, ambiente e idrico integrato), di ulteriore sviluppo della "liera dell’energia, di miglioramento del livello di ef"cienza nel settore idrico, di orientamento alla sostenibilità ambientale attraverso la valorizzazione della generazione elettrica ecocompatibile e rinnovabile. Ambiti • Verde • Educazione ambientale e programmi per la tutela animale • Energia • Aria • Ri"uti • Acqua 50 4. Politiche per la sostenibilità ambientale VERDE Contesto Gli attuali indirizzi culturali nella gestione del patrimonio verde superano il concetto di tutela e sviluppo delle aree verdi, ampliano il proprio orizzonte per produrre a medio termine anche miglioramenti climatici e diventare tra le principali componenti urbane di de"nizione del territorio. L’obiettivo principale è la creazione di un sistema verde capace di massimizzare gli effetti delle aree verdi sulle condizioni ambientali della città (microclima, qualità dell’aria, ciclo naturale dell’acqua) ed elevare il livello della biodiversità, considerata un indicatore decisivo della qualità ambientale del verde urbano. I principali riferimenti normativi sono stati recepiti a livello locale dal Regolamento del Verde Pubblico, deliberato dal Consiglio Comunale nel 2006 e dal Piano del Verde approvato dalla Giunta comunale nel luglio 2008. La consistenza del verde complessivo vede la città così suddivisa: per una popolazione di 162.000 abitanti, si registra il 17% di super"cie urbanizzata (39.200.000 mq), il 23% di verde in dotazione, il 6% di verde attrezzato fruibile, super"cie agricola pari a 185.000.000 mq, 9.100.000 mq di super"cie verde e 2.350.000 mq di verde attrezzato. Il totale di aree verdi pubbliche a Reggio Emilia è in costante aumento, nel 2004 era pari a 35,3 mq/ab nel 2007 è arrivato a 56,07 mq/ab. Le criticità sono relative al completamento e potenziamento delle connessioni tra le diverse parti della città attraverso le aree e i percorsi verdi. Con il Piano del Verde sono stati individuati i nodi strategici da sfruttare, le direttrici principali lungo le quali organizzare la nuova rete di connessioni, le priorità fra gli interventi, le modalità più ef"caci per la progettazione; l’individuazione degli interventi per il potenziamento delle aree verdi esistenti e l’integrazione delle stesse con ambiti di nuova realizzazione, la cura e la valorizzazione dei nuovi contesti e la realizzazione di interventi mirati a risolvere le problematiche emerse, per ricucire le fratture del tessuto urbano, restituendogli la vivibilità in parte perduta e ridisegnandone la struttura e le sinergie. Sono, inoltre, stati individuati i temi di progettazione urbana relativi all’intervento sull’area del tratto urbano del torrente Crostolo e sui viali di circonvallazione e penetrazione urbana. L’amministrazione del verde pubblico è divisa, oggi, su una serie di servizi, ciascuno dei quali con l’incarico di seguirne in quota parte la gestione, ma non esiste ancora un servizio deputato espressamente ad essa. I momenti fondamentali che si possono individuare riguardano: la piani"cazione delle nuove realtà verdi urbane, siano esse fruibili o a vocazione naturalistica, la progettazione delle aree in cessione, i progetti di riquali"cazione del verde esistente, la progettazione delle nuove infrastrutture o, comunque, delle opere pubbliche legate ad un corredo di verde pubblico signi"cativo oltre, ovviamente, alla manutenzione. Coerentemente con il trend nazionale, l’ambito urbanizzato del territorio comunale è in costante espansione, così come la popolazione residente, i servizi, le infrastrutture, ecc. La città cresce, chiedendo un sistema di gestione capillare, ef"ciente e tempestivo su un territorio sempre più vasto, più complesso ed articolato. Parallelamente assistiamo ad una rapidissima evoluzione dei sistemi tecnologici per la gestione dei dati, delle risorse e delle informazioni, in grado di assolvere alla richiesta di un sistema di comunicazione sempre più rapido, ef"ciente e dettagliato sia all’interno che all’esterno della struttura comunale e tutto ciò comporta, però, la necessità di adeguare e potenziare il modello gestionale della Pubblica Amministrazione. OBIETTIVI PRIORITARI Gli obiettivi di governance sono: 1) l’incremento del verde pubblico; 2) perseguire e potenziare l’approccio che intende il verde come nuova ”infrastruttura” della città, aumentando la dotazione di verde pubblico (parchi urbani) e di fasce boscate, per raggiungere standard europei di dotazione di verde fruibile per la nostra città, anche in funzione mitigatoria e per un miglioramento generale del microclima urbano; 3) tutelare e rinaturalizzare il territorio, il paesaggio e valorizzare i sistemi ambientali pregiati e la nostra agricoltura di qualità. Per realizzare questi obiettivi è importante che sia realizzata una gestione unitaria del verde trasversale all’ente, che comprenda da un lato elementi strategici di sviluppo (quali il Torrente Crostolo con un Progetto complessivo dell’asta &uviale, da sud a nord, il Progetto preliminare Parco Rodano/ Mauriziano, il Progetto esecutivo primo tratto dei viali di circonvallazione e lo studio e primo piano di interventi per un parco campagna a S. Bartolomeo) e dall’altro elementi di gestione/manutenzione (quali il piano degli sfalci, la gestione del volontariato, il monitoraggio costante dell’incremento delle aree verdi da gestire, la creazione di un sistema informatizzato di gestione del verde pubblico e un potenziamento del Centro Chiamate). 4. Politiche per la sostenibilità ambientale 51 AZIONI ED INTERVENTI Il Piano del Verde ha segnato un percorso molto importante ed ha esplicitato obiettivi condivisi con la struttura comunale. Interventi naturalistici: • tutela delle emergenze naturalistiche, rinaturalizazione del territorio e la valorizzazione paesaggistico/ambientale dell’area Nord; • valorizzazione del territorio rurale, degli eco sistemi naturali, del paesaggio agricolo-boscato e dei boschi urbani, nonché la riscoperta del territorio attraverso le vie d’acqua. Interventi di progettazione: • ordinare e progettare il verde come sistema ed elemento strutturale del tessuto urbano e di riquali"cazione della città; • fornire uno strumento di piani"cazione strategica per l’attuazione del PRG/Psc e dei piani attuativi o di settore (PUM, Piano dei Servizi, delle ciclabili, interventi sulla città storica, ecc.); • fornire le linee guida e gli indirizzi per la progettazione del verde pubblico e privato per una piani"cazione attenta ed ef"cace che persegua gli obiettivi dell’ecologia ambientale, realizzi connessioni ecologiche fra i vari ambiti cittadini, la ricucitura delle fratture presenti, riquali"chi gli ambiti del contesto urbano, costituisca uno strumento ef"cace di integrazione e lavoro dei diversi servizi del Comune o di interventi dei privati. Interventi di piani"cazione: si espliciteranno nei seguenti progetti, già de"niti dal Piano del Verde: • Modello informatico del sistema verde urbano e un piano di interventi per la rete territoriale; • Progetto preliminare del Parco Rodano/Mauriziano; • Progetto esecutivo per il primo tratto viali di circonvallazione; • Studio e primo piano di interventi del parco campagna S. Bartolomeo; • Parco del Crostolo: progetto complessivo dell’asta &uviale da sud a nord e presentazione di un progetto del sistema con diverse fasi di attuazione; fattibilità riassetto idraulico, progetto acqua nel Crostolo; ampliamento area parco e riordino percorsi sponda destra/sinistra tratto sud, riquali"cazione, tratto nord (da S. Claudio a Foro Boario). Gli Interventi gestionali hanno caratteristica tecnica e organizzativa. • Occorre procedere con una gestione unitaria del Verde con interventi ordinari, cioè tramite il piano della manutenzione che si estrinseca tramite il piano degli sfalci, attività di manutenzione ordinaria e il centro chiamate e con interventi straordinari tramite il Piano Triennale e Poliennale dei Lavori Pubblici per i lavori più grandi. • E’ necessario costruire un sistema informatizzato per gestire il verde e ripensare alla "gura del volontario, in relazione alle crescenti quantità di aree da gestire. Parco del Crostolo 52 4. Politiche per la sostenibilità ambientale DATI 2.500.000 2.000.000 !""&#"!$%&'())*%+,"& --!".. -"&/012 *365.355 4 )34.5365 )34.83-) 7 - )38**3+6 - 1.500.000 1.000.000 500.000 0 2004 2005 2006 2007 & $;- .%;:"& !""&#"!$%&'())*%+,"&'"!& )%- :-"&/01< )2 487-7 60 40 6674- 5)7*6 557++ 20 0 2004 2005 2006 2007 "9-":9%;:"& !""&#"!$%&'())*%+,"&/012 +3-++3-. 10.000.000 5 73).+36* 835.+3)6 8 7.500.000 435.73*6 6 * 5.000.000 2.500.000 0 2004 2005 2006 2007 4. Politiche per la sostenibilità ambientale 53 RIFIUTI Contesto Il Comune di Reggio Emilia è attivamente impegnato a realizzare politiche e linee guida per sviluppare ulteriormente la raccolta differenziata e realizzare un sistema integrato per la gestione dei ri"uti urbani, nel pieno rispetto della normativa nazionale e comunitaria in materia, nonché per un rafforzamento delle azioni volte alla riduzione della produzione dei ri"uti al recupero e al riciclaggio di materia. L’ex decreto Ronchi, ora D.Lg 152/2006, de"nisce chiaramente l’ambito di intervento degli enti locali. Ai "ni di una corretta gestione dei ri"uti le pubbliche amministrazioni favoriscono la riduzione dello smaltimento "nale dei ri"uti attraverso: a) il riutilizzo, il reimpiego ed il riciclaggio; b) altre forme di recupero per ottenere materia prima secondaria dai ri"uti; c) adozione di misure economiche e previsione di condizioni di appalto che prescrivano l’impiego dei materiali recuperati dai ri"uti al "ne di favorire il mercato di tali materiali. La gestione dei ri"uti deve essere effettuata conformemente ai principi di precauzione, di prevenzione, di proporzionalità, di responsabilizzazione e di cooperazione di tutti i soggetti coinvolti nella produzione, nella distribuzione, nell’utilizzo e nel consumo di beni da cui originano i ri"uti, nel rispetto dei principi dell’ordinamento nazionale e comunitario. A tal "ne la gestione dei ri"uti deve essere effettuata secondo criteri di ef"cacia, ef"cienza, economicità e trasparenza. I ri"uti urbani a Reggio Emilia nel 2007 complessivamente sono stati 125,1 mila tonnellate contro i 124,5 mila del 2006, con un incremento dell’0,8%. Di questi, quasi 60 mila tonnellate sono avviate al recupero e 65 mila allo smaltimento. La produzione pro capite è passata da 779 Kg nel 2006 a 771 Kg nel 2007. Sul fronte della raccolta differenziata si registra un 47,9% complessivo contro un 46,7% del 2006, incremento che prosegue ormai da numerosi anni come si evince dal gra"co. Con queste percentuali di raccolta differenziata Reggio Emilia può vantare un record nazionale: è infatti al primo posto fra le città italiane sopra i 150mila abitanti, per la raccolta differenziata, ed ora con il nuovo sistema differenziato integrato di raccolta ri"uti ci si propone di raggiungere il 65% entro il 2012, così come leggi nazionali (legge 152/2006 art. 105) e comunitarie indicano. # ++;*- &$%=="!":.% - &> "- !- 66> 677)> 5-78> 5)76> 567.> 557.> 5877> 577+> *- *--- *--) *--* *--# *--! *--$ *--" *--% & '!;$(.%;:"&'!;+ '%-"&$%&!%=%(-%&(!) :%& /?@< )< ::;2 ) --.-- 8+4 7-) *--- *--) 787 745 *--* *--! 7+6 7.) 77+ 77) *--" *--# *--$ *--% "-!-*-- & 54 4. Politiche per la sostenibilità ambientale & Gli impegni di mandato indicavano il potenziamento della raccolta differenziata tramite “sperimentazioni di raccolta delle diverse componenti di ri"uti attraverso il sistema domiciliare” e la promozione di progetti per la riduzione dei ri"uti. Per raggiungere questo obiettivo, come la normativa europea e nazionale indica, il Comune da aprile 2006 ha introdotto il sistema di raccolta ri"uti “porta a porta” nella settima Circoscrizione, raggiungendo obiettivi di raccolta differenziata superiori per alcune frazioni di ri"uto al 60%, con una media nel 2006 del 61,4% e con punte anche del 70%. Lo strumento: visti i risultati positivi conseguiti, e grazie all’esperienza maturata, si è de"nito per tutta la città un sistema &essibile ed integrato personalizzato, rispettoso delle caratteristiche del territorio e delle tipologie urbane, (“linee guida del nuovo progetto di raccolta ri"uti del comune di Reggio Emilia, teso a massimizzare la raccolta differenziata (2007/2012), p.g 18543 del 12/9/2007”), che utilizza modalità diverse separando sette frazioni (secco, organico, carta, plastica, vetro, cartoni e verde), con l’obiettivo di superare l’indicazione europea, raggiungendo il 70% (ora pari al 48%), di raccolta differenziata entro il 2012. Gli attori: Il sistema di gestione ri"uti nel comune di Reggio è af"dato ad un’unica azienda, Enìa SPA, che effettua la raccolta con diverse modalità. La trasformazione del sistema di raccolta ri"uti è stata predisposta congiuntamente all’Amministrazione Comunale nel rispetto delle caratteristiche del territorio, abitative ed urbanistiche. Nel processo di modi"ca del servizio ruolo primario è stato posto alla comunicazione/informazione dei cittadini, tramite personale appositamente aggiornato e con l’ausilio di volontari. Oltre a questa trasformazione, nella fase di diminuzione a monte dei ri"uti accompagnano l’Amministrazione Comunale le maggiori centrali della grande distribuzione commerciale. Analisi dell’impatto e delle criticità sul territorio: Gli attori principali di questa trasformazione sono sicuramente i cittadini: solo con la loro partecipazione, collaborazione e disponibilità sarà possibile passare da un sistema ef"ciente ad un altro che coniughi la medesima ef"cienza ad elevate performance di raccolta differenziata. Poiché il nuovo sistema è essenzialmente domiciliare si sta dando estrema importanza alle esigenze della popolazione ed agli aspetti informativi, educativi e culturali. Parallelo a questo passaggio se ne deve svolgere un altro che coinvolga la piani"cazione urbanistica/edilizia, al "ne di predisporre nelle nuove costruzioni spazi già in sintonia con il nuovo sistema di raccolta ed incentivarne altri con le altre realtà locali, quali la Provincia, Arpa, Usl e Ato ecc., per mettere a punto tutte le nuove esigenze di territorio in fase di cambiamento (centri di compostaggio, trasbordo, impiantistica ecc). Il percorso delineato, come già evidenziato, porterà la nostra città nell’ambito delle politiche sui ri"uti a livelli europei e sarà tanto più radicato quanto più si riuscirà a sensibilizzare l’intera popolazione. Le prospettive volgono verso una sempre maggiore intercettazione del ri"uto, indirizzandosi verso nuovi scarti e studiando percorsi con gli enti scienti"ci, le imprese e i produttori per il riuso, il riciclaggio e l’adozione di altre forme di recupero. OBIETTIVI PRIORITARI AZIONI ED INTERVENTI * Realizzare entro il 2012 un nuovo sistema di raccolta ri"uti. * Riduzione a monte dei ri"uti. Il nuovo sistema di raccolta differenziata si estenderà sul territorio così suddiviso: • Aree esterne, a bassa densità abitativa, case sparse e frazioni in base alle tipologie abitative; Area urbana suddivisa in zone standard a media densità abitativa e zone ad alta densità, Centro storico e Aree produttive non domestiche. Le modalità e i sistemi di raccolta sono: sistema domiciliare tradizionale, sistema domiciliare prioritario, ecopunti domiciliari, oasi ecologiche dedicate, sistema domiciliare prevalente (con eventuale impiego di soluzioni a scomparsa in zone di pregio architettonico per centro storico). • Si confermano e potenziano le stazioni ecologiche attrezzate, la raccolta di ingombranti a domicilio, i servizi per le aree produttive, per il settore non domestico e per i centri sociali e sportivi. Oltre alla trasformazione complessiva del servizio sul territorio, che entro l’estate 2009 raggiungerà tutta la fascia esterna del Comune, si realizzano speci"ci interventi, già attualmente iniziati o progettati per perseguire gli altri obiettivi in questo settore, cioè la riduzione a monte dei ri"uti. • progetto Spesa verde con la grande distribuzione; Piano per la Riduzione dei Ri"uti, esperienze pilota quali l’uso di pannolini riutilizzabili per bambini; • incentivazione della raccolta differenziata fuori casa, cioè nei centri sociali, sportivi e nelle scuole; • la diffusione delle buone pratiche e scambio di esperienze con la rete Ri"uti 21 Network; • procedere con una corretta gestione della tariffa ri"uti. 4. Politiche per la sostenibilità ambientale 55 DATI Raccolta differenziata nel Comune di Reggio Emilia Il totale della raccolta differenziata dal 1996 al 2007 è passato dal 14,0 al 47,9 % abiti us ati c arta/c a rtone m e talli ferros i/non ferros i legno allum in io fraz io ne organic a totale plas t ic a RA E E vetro Tot ale 1 11.140 15.2 33.138 1.3 15.637 7.9 88.850 13.932 24.6 25.290 2.5 01.638 4 48.875 4.5 50.129 56.7 88.629 media PaP 56 0,20% 2 6,82% 2,32% 1 4,07% 0,02% 4 3,36% 4,41% 0,79% 8,01% 1 00,00% media comune RE 2005 Carta 53,4 34,1 Cartone 11,6 7,9 Organico 68,6 55,4 Plastica 30,0 5,9 Vetro/lattine 35,9 21,7 Giro Verde 26,1 24,2 4. Politiche per la sostenibilità ambientale La tabella riporta la quantità di Raccolta Differenziata del 2007 suddivisa per tipologia di materiale in termini di Kg/anno totali e pro capite (Kg/ab*anno), mentre il gra"co riporta le percentuali. ACQUA Contesto Con l’emanazione della Dlgs 152/99 l’Italia ha recepito due importanti direttive comunitarie volte alla tutela dei corpi idrici per l’introduzione di meccanismi di tutela delle acque dall’inquinamento e di gestione dei bacini idrici. Il processo legislativo comunitario è culminato nel 2000 con la pubblicazione della direttiva 2000/60/ce, ma la strada da percorrere in Italia è ancora lunga. Occorre dare piena attuazione agli interventi per la gestione del servizio idrico integrato, con opere di difesa del suolo e di uso sostenibile dello sfruttamento delle risorse idriche per assicurare la prevenzione dei disastri idrogeologici e dei problemi causati dalla siccità. L’acqua proveniente da rete acquedotto è così utilizzata: 71,9% per uso domestico, 7,9% dall’industria, 17,8% da attività commerciali, 2,4 % dall’agricoltura. I dati evidenziati dai gra"ci successivi mostrano che anche a fronte di un continuo aumento della popolazione a Reggio Emilia l’uso complessivo di acqua e l’uso procapite è in lieve calo. Il numero di abitanti serviti dalla rete è stabile, mentre sono in aumento gli insediamenti produttivi allacciati e gli interventi di adeguamento della rete fognaria. Le principali cause antropiche che provocano a lungo andare la siccità e cambiamenti climatici sono l’utilizzo non sostenibile delle acque super"ciali e acquiferi sotterranei, insieme ad una forte urbanizzazione, con sottrazione di terreni fertili e conseguente impermeabilizzazione del suolo. Oltre a questo aspetto che sul nostro territorio, causa la forte urbanizzazione, si manifesta con allagamenti sempre più numerosi e con temporali virulenti, si evidenzia la necessità di estendere il sistema fognario a tutte le nuove aree urbanizzate. Gli scarichi delle acque re&ue di tipo domestico in acque super"ciali (fossi, canali e torrenti), in assenza di fognatura, anche se ben depurati determinano inconvenienti nel fosso recettore data la scarsa portata idrica per allontanamento delle acque bianche e per carenze strutturali della rete minore di scolo. In aggiunta a tutto ciò l’aumento considerevole degli insediamenti abitativi in corso nel forese, in aree non ancora servite da rete fognaria, impatta sul territorio, trasformando il problema degli scarichi diffusi in igienico sanitario. Nel 2007 è stato predisposto dal Comune di Reggio Emilia, un piano pluriennale di interventi relativo alle acque re&ue. Il Piano contiene una serie di interventi che prevedono, da un lato l’estensione della rete fognaria e la riorganizzazione delle acque re&ue, dall’altro la regolamentazione della gestione delle acque nei nuovi insediamenti. Per quanto riguarda il versante operativo, l’intento è quello di risanare ed estendere la rete fognaria. L’obiettivo è collettare gli scarichi, quando è possibile nelle fogne, intervenendo a monte, prima della predisposizione delle singole urbanizzazioni, realizzando un raccordo tra le stesse (convenzioni urbanistiche) per indirizzare tutti verso la soluzione più corretta e funzionale per la collettività. Af"nchè risultati di mutamenti di stili di vita più virtuosi possano produrre sistemi organizzativi improntati alla protezione dell’acqua come diritto e bene comune di tutti, si propongono campagne educative e di informazione e messa in rete delle nuove pratiche ed azioni concrete. OBIETTIVI PRIORITARI Gli obiettivi di mandato nel governo delle acque sono: * aumentare l’ef"cienza della rete fognaria e dei sistemi di depurazione e potenziare la capacità depurativa del sistema integrato delle acque anche con tecnologie “naturali”, quali la "todepurazione e puntare ad un uso razionale del patrimonio idrico privilegiando politiche di risparmio e riuso delle acque. Il governo delle acque è gestito tramite Enìa, su indirizzo di Ato (Piano conservazione risorsa idrica). Recentemente per gli interventi sulle acque re&ue è stato varato dal Comune il Piano Poliennale delle acque re&ue; * sensibilizzare l’utenza sul corretto uso dell’acqua, promuovere il risparmio a basso &usso all’utenza, e la funzionalità delle reti, promuovere progetti di educazione al risparmio idrico in collaborazione con Enia, razionalizzare e potenziare il sistema acquedottistico, costruire azioni sia comportamentali che normative (integrazione con il regolamento edilizio) volte al risparmio e alla prevenzione dell’inquinamento idrico, adeguare la rete fognaria. 4. Politiche per la sostenibilità ambientale 57 AZIONI ED INTERVENTI La realizzazione degli obiettivi descritti passa attraverso le azioni di Enìa, ma anche sulla base degli indirizzi dei servizi tecnici del Comune, dell’Agenzia Ato e delle boni"che. Nel 2007 è stato predisposto dal Comune di Reggio Emilia, un piano pluriennale di interventi relativo alle acque re&ue che contiene una serie di interventi, di natura tecnico-operativa e di natura amministrativa, che prevedono, da un lato l’estensione della rete fognaria e la riorganizzazione delle acque re&ue e dall’altro la regolamentazione della gestione delle acque nei nuovi insediamenti. L’intento è quello di risanare ed estendere la rete fognaria, concentrando gli sforzi in primo luogo sulle aree maggiormente esposte a rischi idrici - allagamenti, ristagni, inquinamento delle acque - che sono sprovviste di una rete fognaria adeguata alle prossime edi"cazioni. Le opere, prevedono un investimento complessivo di oltre 11 milioni di euro. Per la riorganizzazione delle acque re&ue il Comune coinvolgerà i privati nelle opere necessarie per ampliare e migliorare il più possibile la rete delle fognature depurate e dei canali/collettori di scolo delle acque piovane. Il Comune, insieme all’Azienda Enìa, deve attivare campagne di informazione e proporre azioni concrete di cambiamento, indicando anche le tecnologie appropriate per i diversi gruppi sociali, a partire dal settore agricolo, industriale, terziario e civile/domestico, il tutto allo scopo di risparmiare e conservare l’acqua, per combattere la water scarsity (rapporto tra cambiamenti climatici e scarsità idrica) ed impedire la diffusione di sostanze inquinanti pericolose. E’ importante il raccordo e diffusione delle informazioni tra coloro che si occupano di educazione ambientale e con Enìa, vista anche la natura metropolitana dell’area in cui è inserita la nostra città. Si lancerà una campagna complessiva a livello provinciale denominata “Ti voglio Bere” per promuovere azioni speci"che con la ristorazione, le scuole ecc. e la diffusione di pratiche virtuose. DATI +;:9(0;&%$!%+;&'!;+ '%-"&/*<@< )2 *-)7* )%# )75 )8+ )88 )8- )4. )44 *--# *--$ *--% )#)*# )-*--) *--* *--! *--" & -;- *"&+;:9(0%&/0%*%;:%&$%&0+2 )# --)* #-- )*36-- )*34*5 )*3+.4 ))34+5 )*3)75 )*3.7. )*3)6* )- --% #-# --* #-*--) 58 4. Politiche per la sostenibilità ambientale *--* *--! *--" *--# *--$ *--% & )%- :-%&9"!#%-%&$ ** &!"-"&=;@: !% Segue DATI )%- :-%&9"!#%-%&$ &=;@: -(! &"&+;**"@ -%& &%0'% :-%&$%&$"'(! .%;:" )-.6 .6 .6 .6 .4 .6 .4 .4 .- & $- "- .4 .4 .4 .4 .4 .4 .4 .4 *--- *--) *--* *--! *--" *--# *--$ *--% *- - 4. Politiche per la sostenibilità ambientale 59 ARIA Contesto L’area della Pianura Padana è caratterizzata da un’alta densità abitativa e da un’ampia diffusione degli insediamenti produttivi, che determinano una forte mobilità interna. E’un’area interessata da condizioni simili dal punto di vista morfologico e delle condizioni meteoclimatiche, di conseguenza è accomunata da frequenti e prolungati episodi di stabilità atmosferica con superamento dei limiti di qualità "ssati dalla UE per quanto riguarda le polveri "ni e l’ozono. Il risanamento e la tutela della qualità dell’aria costituiscono un obiettivo irrinunciabile e inderogabile in tutte le politiche della Regione Emilia-Romagna, valutate le importanti implicazioni sulla salute dei cittadini e sull’ambiente. A tal proposito il 12 Settembre 2008 l’ACCORDO DI PROGRAMMA SULLA QUALITA’ DELL’ARIA PER IL TRIENNIO 2006–2009-2009 “PER LA GESTIONE DELL’EMERGENZA DA PM10 E PER IL PROGRESSIVO ALLINEAMENTO AI VALORI FISSATI DALLA UE DI CUI AL DM 02/04/2002, N. 60” è stato aggiornato per il 2008 –2009. L’accordo è stato sottoscritto da Regione, Province e Comuni con popolazione superiore a 50.000 abitanti. L’Accordo di programma sulla qualità dell’aria per il triennio 2006 – 2009 "nalizzato, in particolare, “alla gestione dell’emergenza da PM10 ed al progressivo allineamento ai valori "ssati dalla UE ha de"nito gli impegni delle parti, in coerenza con le strategie previste nei Piani provinciali di tutela e risanamento della qualità dell’aria”. La nuova direttiva 2008/50/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 21 maggio 2008, inoltre, introduce, un nuovo indicatore: il PM2,5. L’analisi dei dati di qualità dell’aria relativi all’anno 2007 descrive un quadro sostanzialmente in linea con gli anni passati con forti criticità nel periodo invernale per PM10 e Biossido di azoto e nel periodo estivo per l’Ozono. Per quel che concerne le PM10 si osserva un rispetto del limite annuale di 40 ug/m3 in tutte le centraline ad eccezione di V.le Timavo. Il limite giornaliero, al contrario, viene superato da tutte le centraline per un numero di giorni superiore a 35 e mediamente uguale a 70 giorni. Dunque una concentrazione media annuale appena entro i limiti di legge ma con un numero di singoli episodi di inquinamento acuto molto elevato. Questi dati dimostrano come la concentrazione di PM10 è pressoché uniforme nello spazio poiché non si evidenziano differenze signi"cative fra le varie postazioni e nelle principali città dell’Emilia Romagna. L’inquinamento atmosferico rappresenta uno dei principali fattori di origine ambientale di rischio per la salute nei paesi industrializzati. Numerosi studi epidemiologici hanno evidenziato associazioni fra i livelli di inquinanti atmosferici a cui la popolazione è normalmente esposta nelle nostre città ed una serie di effetti negativi sulla salute. L’inquinamento dell’aria negli anni è cambiato in seguito alla diffusione dell’uso del metano ed alle trasformazioni dei motori dei veicoli. Ora predominano gli inquinanti secondari PM10, PM2,5, NOX e ozono, caratterizzati da una omogenea distribuzione su ampie aree del territorio. Per tale motivo gli interventi emergenziali non sono di duratura ef"cacia, ma servono interventi radicali che mutino non solo le abitudini legate alla mobilità ma anche relativamente all’edilizia sostenibile e alle attività produttive. Gli attori: sono numerosi, in primo luogo le politiche per la qualità dell’aria sono realizzate con l’Assessorato comunale alla Mobilità, poiché la maggior parte degli inquinanti sono emessi dagli automezzi, secondariamente oltre alla Regione, già segnalata, troviamo l’azienda locale dei trasporti ACT, l’Arpa, la Provincia, con la rete per delle centraline per il monitoraggio dell’aria ed i cittadini, le aziende, le aziende pubbliche e private più grandi. Gli strumenti I principali strumenti per il miglioramento della qualità dell’aria sono: il Piano urbano della mobilità e nuova logistica urbana; la Mobilità sostenibile (la mobilità ciclabile, la mobilità veicolare, le ferrovie locali, la qualità ecologica e ambientale, i tempi e orari della città), programmi per il calore pulito/edilizia sostenibile, la limitazione dell’uso dei combustibili più inquinanti, la produzione sostenibile, l’informazione e formazione. L’ambiente urbano e la qualità dell’aria costituiscono una priorità le cui strategie di intervento vanno integrate con tutte le altre azioni che riguardano, più in generale, l’intero territorio regionale. Sono diretti gli effetti sulla salute dei cittadini e l’informazione della popolazione e dei soggetti più a rischio rappresenta un intervento emergenziale molto ef"cace. I risultati attesi sono innanzi tutto il rispetto di parametri di qualità dell’aria de"niti a livelli comunitari. E’ un’operazione, per le motivazioni sopra espresse, e sicuramente per le avverse condizioni metereologiche, che necessiterà di tempo e di grande determinazione ed in primo luogo la battaglia da persegiuire sarà quella culturale e scienti"ca. 60 4. Politiche per la sostenibilità ambientale OBIETTIVI PRIORITARI AZIONE ED INTERVENTI In primo luogo si devono realizzare gli obiettivi previsti dal Piano della Mobilità e dalle azioni conseguenti. Gli altri settori prioritari nei quali è possibile ottenere i progressi più signi"cativi, sono: l’edilizia sostenibile, l’energia, la produzione sostenibile (imprese edili, artigiani, professionisti coinvolti nel processo edilizio, con particolare riferimento alle tecniche di risparmio energetico e valorizzazione delle fonti energetiche rinnovabili). Considerato che la qualità dell’aria rappresenta ancora un fattore importante di criticità ambientale, si ravvisa la necessità di praticare ipotesi di intervento innovative che possano superare eventuali dif"coltà di ordine "nanziario per l’implementazione di soluzioni tecnico-impiantistiche e procedurali destinate al miglioramento della qualità dell’aria. Oltre ai provvedimenti previsti dal PUM, si progetterà un Fondo Aria, un fondo pubblico/privato ad adesione volontaria per "nanziare opere aventi come "ne il miglioramento della qualita’ dell’aria nel comune di Reggio Emilia. I sistemi su cui interverrà il fondo saranno i tre classici comparti normalmente considerati ovvero: Trasporti, Civile e Industriale. Grazie alla convenzione con il Dipartimento di scienze e metodi dell’ingegneria dell’Università di Modena e Reggio Emilia si avranno i risultati dell’attività di ricerca dal titolo “Progettazione di un protocollo di misura per la mappatura termica delle super"ci esposte direttamente al cielo (tetti e coperture) della città di Reggio Emilia”. Conseguentemente si potranno mettere in campo speci"ci interventi. Proseguirà con Arpa e Provincia la gestione della rete delle centraline di monitoraggio della qualità dell’aria e la gestione del mezzo mobile in base alle esigenze espresse dal territorio. Il progetto LAKS (Local Accountability for Kyoto Goals), presentato alla Commissione europea dal Comune di Reggio Emilia, ha ottenuto, nell’ambito del programma LIFE+, il co"nanziamento dell’Unione Europea. Obiettivo del progetto è monitorare l’impatto delle politiche e delle attività locali e orientare le politiche strategiche delle città europee per la lotta ai cambiamenti climatici e la riduzione delle emissioni locali di gas serra. Il progetto inizierà nel 2009 e terminerà nel 2011. DATI 4. Politiche per la sostenibilità ambientale 61 ENERGIA Contesto La Legge 9.1.1991, n.10 prevede espressamente l’elaborazione di Piani Energetici per i Comuni con più di 50.000 abitanti, "nalizzati a favorire e incentivare l’uso razionale dell’energia, il contenimento dei consumi energetici nei processi produttivi e non, l’utilizzazione delle fonti energetiche rinnovabili, il tutto al "ne di migliorare i processi di trasformazione dell’energia, di ridurne i consumi e di migliorare le condizioni di compatibilità ambientale dell’utilizzo dell’energia a parità di servizio reso e di qualità della vita. La rilevanza ambientale dell’uso di fonti energetiche rinnovabili è resa ancor più importante per gli obiettivi e gli impegni assunti con il protocollo di Kyoto del 1997, "nalizzato a ridurre le emissioni climalteranti in atmosfera del 6,5% entro il 2010-2012, rispetto ai valori registrati nel 1990. La fortissima crescita demogra"ca che si è veri"cata nel Comune di Reggio Emilia dal 1990 ad oggi, ha infatti portato la popolazione residente da circa 130000 unità nel 1990 a quasi 160000 nel 2006, con un incremento di oltre il 21 %. La domanda di energia è quindi molto elevata e a peggiorare la situazione si riscontra un cambiamento delle abitudini dei cittadini che sia per azioni dirette, che per contingenze indirette, sono diventati molto più energivori. Dato positivo sul piano locale è la vastissima rete di teleriscaldamento e la vasta diffusione del metano per uso domestico. Dallo studio redatto per il Piano Energetico, deliberato dalla Giunta Comunale nel novembre 2008, si è costruito lo scenario energetico di stato di fatto, quindi la creazione di un modello energetico della città, funzionale ad essere implementato applicando le diverse opzioni di politica energetica oggi in discussione. Come riferimento, allorquando si adottasse il parametro di una riduzione delle emissioni climalteranti coerente con quanto previsto dal protocollo di Kyoto, sarebbe necessario ridurre le emissioni delle utenze del Comune di Reggio Emilia del 16 %, ossia di 332 ktCO2, da 1273 ktCO2 (stima per il 2006) a 1063 ktCO2. Gli attori: il percorso deve essere condotto insieme ad Enìa, che grazie al teleriscaldamento mette la nostra città in condizioni di vantaggio per il raggiungimento degli obiettivi di Kyoto (le utenze servite dal teleriscaldamento sono passate dal 21.800 del 2004 a 23.286 del 2007), ai servizi tecnici comunali (manutenzione ed edilizia), per quanto riguarda il patrimonio pubblico ed il nuovo edi"cato insieme ai settori dei trasporti, civile, produttivo e agricolo. Gli strumenti: sicuramente il quadro di indirizzo è dato dal Piano Energetico, da Ecoabita/regolamento edilizio, dalle politiche dell’energy manager sui fabbricati comunali e di Acer sul patrimonio pubblico, dallo sviluppo della rete di teleriscaldamento, dalle collaborazioni pubblico/private per progetti virtuosi, e da programmi di educazione al risparmio energetico con scuole e cittadinanza (servizio Informaenergia). Oltre alle trasformazioni delle fonti energetiche dell’attuale sistema, con interventi di fotovoltaico, mini eolico, biomasse da scarti, micro cogenerazione, tecnologie pulite, realizzabili con un grande sforzo a livello cittadino, bisogna procedere speditamente verso forme di risparmio energetico nel patrimonio pubblico e nell’edilizia e nella vita domestica. Se si dovesse dar corpo a quanto previsto dal Piano Energetico, si avrebbe questo panorama: nel settore civile, è promossa l’ef"cienza energetica negli edi"ci, attraverso l’applicazione sia della nuova legislazione nazionale e regionale, sia delle norme volontarie dal protocollo ECOABITA. Si prevede che i privati dedichino, nei prossimi anni, congrue risorse alla realizzazione di impianti fotovoltaici e solari termici di piccole dimensioni. Sono promossi la microcogenerazione, le installazioni microeoliche in ambito urbano, nonché l’assistenza alla Amministrazione nell’individuare gli strumenti più opportuni per sensibilizzare i cittadini verso le buone pratiche energetiche ed il risparmio. Nell’ambito del settore industriale si sono indagate le potenzialità connesse alla realizzazione e/o alla riquali"cazione di distretti industriali ad alta ef"cienza energetica nell’ambito delle aree ecologicamente attrezzate; vagliate le potenzialità connesse alla promozione di impianti di cogenerazione, e di sistemi fotovoltaici di media taglia e quelle connesse alla reazione di consorzi che sviluppino iniziative "nalizzate alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili grazie ad impianti localizzati al di fuori dal territorio comunale. Nel settore agricolo si prevede di sostenere la diffusione di sistemi fotovoltaici, microeolici (nelle frazioni extra moenia), nonché di stazioni di cogenerazione alimentate da biomasse gestite nell’ambito di iniziative a "liera corta. Nel settore della Pubblica Amministrazione si prevede di perseverare sulla stessa linea politica che in questi anni ha promosso buone pratiche per il risparmio energetico, insieme a fotovoltaico, ef"cienza energetica e progetti per la mobilità sostenibile. 62 4. Politiche per la sostenibilità ambientale OBIETTIVI PRIORITARI AZIONI ED INTERVENTI Gli obiettivi sono di ordine ordinario e straordinario. Nella categoria ordinari rientrano quelli di: • risparmio energetico relativi al patrimonio comunale, ovvero: mettere in campo manutenzioni e provvedimenti per trasformare i fabbricati comunali in classe A; procedere nella trasformazione della pubblica illuminazione a basso consumo, ottimizzando la gestione quotidiana e perseverando con i circuiti informativi, quali Informaenergia. Gli obiettivi straordinari sono: l’approvazione del Piano Energetico e l’avvio dei progetti ed interventi relativi agli obiettivi in esso contenuti . Tali azioni implicano uno sforzo globale sul territorio, in particolare la messa in campo di accordi tra la società civile per produrre trasformazioni tecnologiche/energetiche e modalità organizzative virtuose. Gli obiettivi pre"ssati sono: migliorare la qualità architettonica, il risparmio energetico e la qualità complessiva nell’edi"cazione in genere, sviluppare un Piano Energetico che punti quanto più possibile all’autosuf"cienza energetica da fonti rinnovabili tramite l’utilizzo di energie pulite, di risorse rinnovabili; l’individuazione sistematica ed eliminazione degli sprechi e attuazione di rigorose linee di risparmio energetico sia a livello comunale che per tutta la comunità individuando azioni sia in campo edilizio, industriale e produttivo, mobilità e pubblico; partecipazione e promozione delle reti europee e italiane operanti nel settore dell’energia e dei contenimenti delle emissioni in atmosfera; sviluppare un uso razionale dell’energia e il contenimento dei consumi energetici e promozioni di azioni informative. A seguito dell’approvazione del Piano Energetico occorre che il Comune, da parte sua, de"nisca e realizzi 10 azioni prioritarie e realizzi uno strumento che aggiorni la banca dati creata. All’interno di un circuito europeo (Alleanza per il Clima) si sta studiando un software di gestione delle emissioni, che dovrà entrare a pieno regime nel 2009. Con il Fondo Aria si produrranno facilitazioni anche per chi promuove interventi nel campo energetico. Molto importanti saranno gli studi prodotti dall’Università, in particolare relativi alla georeferenziazione nel territorio reggiano di alcune patologie in relazione a potenziali fattori di rischio ambientale, e quello sulle tecnologie e impianti da utilizzare per sfruttare l’energia solare per produrre energia elettrica e condizionamento ambientale in un’area comunale. Continua l’impegno del Comune nell’ambito della riduzione dell’impatto dell’inquinamento elettromagnetico. Molto importanti saranno gli studi prodotti dall’Università, in particolare relativi alla georeferenziazione nel territorio reggiano di alcune patologie in relazione a potenziali fattori di rischio ambientale provenienti da sorgenti elettromagnetiche e un nuovo percorso didattico nelle scuole rivolto alla tutela dall’inquinamento elettromagnetico. Per quanto riguarda l’insediamento di impianti di telefonia mobile si perseguirà il criterio del rispetto di minimizzazione degli impatti e il monitoraggio nel territorio degli impianti esistenti. Continua, inoltre l’impegno di Arpa per i controlli sul territorio. DATI 4. Politiche per la sostenibilità ambientale 63 & Segue DATI 64 4. Politiche per la sostenibilità ambientale EDUCAZIONE AMBIENTALE E PROGRAMMI PER LA TUTELA ANIMALE Contesto L’educazione ambientale in Emilia-Romagna, che ha le sue radici nelle prime esperienze sviluppate negli anni ottanta, ha conosciuto una fase di sviluppo e consolidamento a seguito della approvazione della L.R. n. 15/1996. Con tale legge la Regione Emilia-Romagna ha inteso dare sistematicità e organicità alle esperienze di informazione ed educazione ambientale dentro la scuola e nel territorio, de"nendo un sistema di regole, strumenti e risorse tramite i quali promuovere lo sviluppo di comportamenti positivi nei confronti dell’ambiente e promuovere il coordinamento di tutti i Centri di Educazione Ambientale (CEA) che operano sul territorio. Il 28 luglio 2008, la giunta Regionale ha, inoltre, approvato il Programma regionale di informazione e educazione ambientale (INFEA) 2008-10, per recepire l’evoluzione delle strategie informative ed educative. A livello internazionale è stata proclamata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il “Decennio dell’Educazione per lo Sviluppo Sostenibile 2005-2014” individuando l’UNESCO come organismo responsabile della promozione del decennio. Il Centro di Educazione Ambientale del Comune (Cea) in funzione dal 1988, e riconosciuto dalla Regione Emilia Romagna, opera con le scuole e in collaborazione con enti ed associazioni su vari temi, realizzando progetti "nalizzati e collaborando a diverse iniaziative che abbiano in comune l’obiettivo di far aumentare la consapevolezza dei cittadini sulle tematiche ambientali al "ne di modi"care alcuni comportamenti non in sintonia con l’idea di sostenibilità dello sviluppo. Scopo principale dell’attività del CEA è dunque la responsabilizzazione del cittadino – consumatore perchè diventi maggiormente attento sui propri comportamenti quotidiani ed il proprio uso delle risorse. Il CEA persegue anche "ni di educazione ambientale rivolta alle scuole. Tutte le iniziative che il Cea realizzerà sono tese alla costruzione e diffusione di una cultura della sostenibilità. Ciò non toglie che sul signi"cato della sostenibilità, sull’importanza dell’affermazione di una maturazione e cambiamento del pensiero culturale della società, sia importante e necessaria una ri&essione, una elaborazione e un confronto continuo. Il Cea dovrà quindi potenziare e diffondere la propria attività con tutte le realtà presenti in questo settore per operare sinergicamente e toccare sempre maggiori rami"cazoni della società. L’educazione ambientale deve continuare a ricercare le strade migliori per modi"care i comportamenti scorretti e deve aiutare la scuola ad insegnare l’ecosistema di cui noi siamo un componente. Educazione ambientale, quindi, come progetto di profondo cambiamento che sia in grado di fare emergere una nuova etica. Complessivamente bisogna incentivare la comunicazione sui temi dello sviluppo sostenibile attraverso progetti-iniziative innovative. Gli attori: l’attività di un Comune deve operare in modo trasversale ai vari settori della società (produttivo, commerciale, scolastico, ecc.) cercando alleanze e sottoscrivendo protocolli per perseguire politiche e risultati nei diversi ambiti, descritti precedentemente. Risulta importante anche il coordinamento con gli altri settori dell’ente, per trasmettere e concordare azioni per esempio nel campo del risparmio energetico, promozione delle aree verdi e sicuramente nello sviluppare azioni volte al corretto rapporto uomo/animale e alla tutela delle specie animali più deboli. Lo sviluppo di educazione ambientale deve essere svolto con le aziende partecipate, poichè i Comuni hanno delegato loro tante politiche e funzioni: Enìa per le politiche sui ri"uti, l’acqua e l’energia, Act sulla mobilità sostenibile, ma anche le grandi centrali del commercio, Usl e Arpa, Università, oltre alla Provincia, agli altri CEA provinciali e alle associazioni ambientaliste/animaliste del territorio. Gli strumenti: per realizzare politiche di educazione ambientale la Regione promuove ogni anno i Bandi Infea, "nalizzati alla realizzazione di progetti e iniziative correlate ai tematismi contenuti nel Piano regionale di azione ambientale. Ma i Comuni sono anche autonomamente molto attivi: a Reggio Emilia i progetti di educazione ambientale, complessivamente su tutte le tematiche (acqua, aria, rifuti, tutela animali, energia, verde) si realizzano tramite numerosi strumenti, quali corsi nelle scuole, seminari pubblici, campagne di informazione, pubblicazioni divulgative e scienti"che, DVD, animazioni nella città, servizi informativi, gestione di parchi. Come viene indicato dalla Programmazione Regionale, recependo gli indirizzi nazionali ed internazionali occorre passare dalla Educazione ambientale (EA) alla Educazione alla sostenibilità (ES), e ciò comporta che questo processo (come pure i metodi educativi e gli strumenti di attuazione adottati) sia orientato alla costruzione di una società sostenibile, e non riguardi quindi conoscenze disciplinari o specialistiche avulse dai contesti locali e dalle azioni concretamente possibili; affronti le tensioni tra globale e locale, contribuendo a costruire il senso di identità e di appartenenza. 4. Politiche per la sostenibilità ambientale 65 OBIETTIVI PRIORITARI AZIONI ED INTERVENTI “Educazione all’energia sostenibile”: sviluppo di progettualità e iniziative volti a collegare i temi dell’energia, del cambiamento climatico, dei comportamenti ecosostenibili e della gestione ecoef"ciente; “Educazione alle politiche dei ri"uti e ai consumi sostenibili”: sviluppo di progettualità e iniziative volti a collegare i temi della diminuzione di ri"uti, raccolta differenziata, del consumo responsabile e consapevole con i temi dell’ambiente; “Educazione alla mobilità sostenibile”: sviluppo di progettualità e iniziative volti a collegare i temi della mobilità sostenibile, dell’ambiente, della progettazione partecipata; “Educazione agro-ambientale-naturalistica”: sviluppo di progettualità e iniziative volte a collegare i temi dell’ambiente, dell’agricoltura, delle aree protette verdi, delle produzioni ecosostenibili e della corretta alimentazione; “Educazione alla tutela dell’acqua bene comune”: sviluppo di progettualità volte al risparmio e alla prevenzione dell’inquinamento idrico; “Educazione alla tutela degli animali”: sviluppo di progettualità volte a creare un corretto rapporto tra uomo e animale. L’impegno del Comune in questo ambito prosegue intensi"cando in primo luogo la lotta al randagismo, nella consapevolezza che il fenomeno dell’abbandono nel nostro territorio ha dimensioni ridotte. Il numero dei cani entrati nel canile negli ultimi tre anni è diminuito e ciò testimonia che l’attenzione e i rispetto nei confronti degli animali è un valore sempre più consolidato nella nostra città. Proseguono gli interventi di miglioramento sulle strutture di accoglienza del canile per garantirne piena ef"cienza, una fattiva collaborazione con il Gattile (centro di eccelenza) e con il centro della Lipu “Croce Alata”. Complessivamente si intensi"cano i rapporti con le associazioni animaliste (Enpa, Lipu, Lega del Cane, Lav e WWF) sia con la realizzazione di iniziative di diretto coinvolgimento della cittadinanza, favorendo una stretta correlazione tra popolazione ed ambiti culturali volti al rispetto e alla tutela animale, sia con la gestione congiunta di servizi e strutture. Nei controlli sul territorio ci si avvale di una pro"cua collaborazione con le Guardie ecologiche per controlli sul territorio. In campo educativo continuano con successo i corsi di Zoantropologia didattica nelle scuole, con stampa di pubblicazioni dedicate. Grazie all’attività consolidata negli anni del Cea comunale numerosi progetti nel 2009 saranno l’evoluzione di percorsi già avviati. Nel campo dell’energia, si continuerà con il servizio informativo Informaenergia, rivolto a tutta la città con sede presso l’ Urp, che mediamente riceve 3000 utenti annui. Si terminerà il progetto con le scuole “Tutti per uno uno per tutti”sul risparmio energetico, "nanziato da Regione, che avuto numerose ricadute anche sul territorio si svilupperà un nuovo percorso rivolto alla tutela dall’inquinamento elettromagnetico. In merito alle politiche sui ri"uti, il percorso è svolto con Enìa e si concretizza con incontri informativi ed educativi e con la produzione di rassegne e pubblicazioni. Nel 2009 partirà un nuovo progetto informativo e comunicativo sul risparmio idrico “Ti voglio bere”, in collaborazione con Enìa, Associazioni del territorio ed altri comuni della Provincia. Per sviluppare un corretto rapporto tra uomo e animale si continuerà con i corsi nelle scuole di zoantropologia didattica con associazioni specializzate e si realizzeranno momenti seminariali sulle tematiche della tutela animali. Si dovranno mettere in cantiere, inoltre, percorsi di informazione ed educazione ambientale soprattutto nei confronti delle nuove comunità arrivate a Reggio Emilia negli ultimi anni, per diffondere i valori del rispetto e dignità degli animali che condividono il territorio con noi umani. Proseguono le collaborazioni con le associazioni animaliste per la gestione dei centri convenzionati con il Comune, in particolare con Enpa per la parte del canile relativo alla lunga degenza e il gattile, con la Lega del Cane relativamente al Rifugio del Cane, con la Lipu in merito al centro di ricovero e recupero per uccelli Croce Alata ed il relativo parco adiacente e con il WWF per quanto riguarda l’oasi di Marmirolo. L’educazione naturalistica continuerà con la associazioni presenti sul territorio e i consorzi specializzati e sarà iniziato un nuovo progetto sugli orti didattici nelle scuole/fattorie didattiche di animazione. Proseguiranno le rassegne tematiche sui temi ambientali sui quotidiani, la produzione di materiale divulgativo/pubblicazioni su tutti i temi ed in particolare sulle aree verdi e parchi (Crostolo, S.Brtolomeo, Rodano). 66 4. Politiche per la sostenibilità ambientale DATI --%#%-A&$%&"$(+ .%;:"& 0)%":- *"&!%#;*-"& ** &+%-- $%: :. 68 "*+ !- ** *- )5 )- 4 )) )) )) 6 *--# *--$ '(','/0'12 *--% 34(125(' 67889'3/,'4(' I dati degli animali gestiti dalle nostre strutture nel 2007 sono i seguenti: 306 cani entrati nel canile, 600 gatti presenti nel gattile, 80 colonie gestite sul territorio, 596 cani iscritti all’anagrafe canina, 96 adozioni di cani operate dal canile comunale. '!;@"--%&"$(+ .%;:"& 0)%":- *"&!%#;*-%& **"&9+(;*" ). --- )83.*. )! --- . ))3*66 $ " * . 7 )* --- )-3.+* . + + --$ --- 53-+6 :3&(-":-% :3&'!;@"--% )- ! --- - *--" *--# "#$%&''(&&,/0 &123 *--$ *--% /'&4'(&0$(45$6'( 4. Politiche per la sostenibilità ambientale 67