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guida alla tesi di laurea magistrale
 Facoltà di Interpretariato e Traduzione GUIDA ALLA TESI DI LAUREA MAGISTRALE Lo svolgimento della tesi di laurea costituisce il momento culminante del percorso di studi universitario di secondo livello. In questa fase i laureandi devono fare appello alle conoscenze e alle metodologie di studio acquisite e devono dimostrare autonomia e rigore nello sviluppo e nella redazione di un lavoro completo e adeguatamente strutturato. La tesi di laurea può di fatto essere considerato il primo prodotto scientifico e/o professionale realizzato dai neo-­‐laureati, e in alcuni casi può essere oggetto di discussione in un colloquio di lavoro. La Facoltà di Interpretariato e Traduzione (FIT) ha ritenuto opportuno stilare il presente documento con l’obiettivo di fornire indicazioni finalizzate ad agevolare i laureandi nello sviluppo del proprio lavoro. 1. INFORMAZIONI GENERALI E ADEMPIMENTI FORMALI La prova finale del Corso di laurea magistrale in Interpretariato e Traduzione è costituita dall'elaborazione della Tesi di laurea e dalla sua discussione davanti alla Commissione di laurea. La prova finale attribuisce 12 CFU. 1.1 Tipi di tesi Sono previste due tipologie di tesi di laurea magistrale: a) tesi applicative (TA); b) tesi di ricerca (TR). a) La TA è un lavoro per la cui realizzazione sono in larga misura sufficienti le conoscenze e competenze acquisite nel corso degli studi, che vengono applicate all'oggetto della tesi. I laureandi solitamente sono dunque in grado di svolgere il lavoro con un notevole grado di autonomia. L'esito della TA può essere considerato un prodotto, non uno studio. Un'ottima TA può dar luogo a pubblicazioni in vari contesti (editoriale, divulgativo, professionale...), ma non in ambito scientifico. In sintesi, le TA: •
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sono prive di un’ipotesi di ricerca; possono essere realizzate grazie all’applicazione delle conoscenze e competenze che i laureandi acquisiscono nel corso di studi; hanno per esito un prodotto. Rientrano in questa categoria traduzioni, glossari terminologici, lavori compilativi, raccolte dati, inchieste basate su interviste. Esempi di titoli di TA sono: •
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Tradurre il teatro d’avanguardia spagnolo del Novecento. Proposta di traduzione: El Público di Federico García Lorca. Proyectar para el mar, di Arturo Catalá Benet (2006). Traduzione di un manuale sulla progettazione di interni navali. L'energia fotovoltaica: proposta di glossario terminologico nelle lingue italiano, inglese, spagnolo. L’offerta glottodidattica nel sistema universitario italiano. Per le TA il punteggio massimo attribuibile è di 8 punti. Il foglio di assegnazione firmato dal docente deve essere consegnato in Segreteria non meno di 6 mesi prima della laurea. Facoltà di Interpretariato e Traduzione b) La TR è un lavoro che si prefigge di apportare un contributo originale alla disciplina su cui verte. Presuppone dunque: un'ipotesi di ricerca scientifica; un'eventuale raccolta dati; l'analisi -­‐ con metodologia e basi teoriche adeguate -­‐ del suo oggetto; una sintesi conclusiva che risponda all'interrogativo di ricerca iniziale. Per realizzare una TR i laureandi solitamente devono acquisire nuove conoscenze attraverso lo studio di testi specialistici e hanno bisogno di essere guidati dal docente relatore. Il frutto di una TR è uno studio. I risultati di un'ottima TR possono essere presentati in un contesto scientifico (convegni, letteratura specializzata). In sintesi, le TR: •
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muovono da un’ipotesi di ricerca scientifica; necessitano di conoscenze supplementari rispetto a quelle che si acquisiscono nel corso di studi; comportano un'analisi fondata su basi teoriche; hanno per esito uno studio. Esempi di titoli di TR sono: •
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Le sentenze della Corte di giustizia europea e le conclusioni degli avvocati generali. Indagine sulle traduzioni italiane del referé civil francese (1994-­‐2013). Euroletto e spagnolo giuridico nazionale. Analisi linguistico-­‐contrastiva di un corpus normativo in materia di diritto di stabilimento e libera prestazione dei servizi. I “numeri” nel testo orale: memoria e comprensione. Un contributo sperimentale. Analisi comparata delle traduzioni italiane di componimenti selezionati di Pablo Neruda: da Salvatore Quasimodo a Roberta Bovaia. L’assegnazione di queste tesi prevede la compilazione, da parte del laureando, di una scheda descrittiva sintetica, controfirmata dal relatore, in cui compaiono: ipotesi di ricerca; obiettivi; metodo di analisi; risultati attesi. La scheda, scaricabile dalla sezione “Laurea” della pagina web del corso di laurea magistrale, deve essere allegata al foglio di assegnazione della tesi. Per le TR il punteggio massimo attribuibile è di 11 punti. Il foglio di assegnazione, controfirmato dal docente relatore, deve essere consegnato in Segreteria non meno di 9 mesi prima della seduta di laurea. Per maggiori dettagli sull'attribuzione dei punteggi si veda il punto 10 "Valutazione della tesi". 1.2 Chiedere la tesi Sebbene il Regolamento didattico della Facoltà non imponga alcuna data per la richiesta della tesi, è bene farlo non oltre la fine del 1° semestre del II anno di corso. È possibile chiedere la tesi a qualsiasi docente del corso di laurea magistrale e in qualsiasi disciplina insegnata, di cui si sia superato l'esame. Ciò significa che non è possibile laurearsi su argomenti che sono al di fuori degli ambiti disciplinari previsti dall’offerta formativa del corso di studi. Non si possono dunque chiedere tesi in Architettura, Biologia, Informatica, Medicina o altre discipline non insegnate nel corso di laurea. Si potranno invece tradurre e analizzare testi, o compilare glossari, relativi a queste materie. La scelta del relatore deve essere coerente con il tipo e l'argomento della tesi: per esempio, una tesi in Traduzione o Interpretazione inglese deve essere chiesta a un docente che insegna le stesse materie; una tesi di analisi letteraria su un autore francofono va chiesta a un docente di Letteratura francese; una tesi sulla storia di un paese di lingua spagnola deve essere chiesta a un docente di Storia; una tesi sull'economia 2 Facoltà di Interpretariato e Traduzione della Cina deve essere seguita da un docente di materie economiche; una tesi sul diritto tedesco va chiesta a un giurista. Inoltre, la scelta della materia in cui ci si laurea dovrebbe essere coerente con il percorso formativo seguito; è dunque auspicabile che l'argomento della tesi rientri fra gli ambiti a cui si è dedicato un certo spazio nel piano di studi. Per fare alcuni esempi concreti, chi ha scelto un percorso quasi esclusivamente di Interpretazione non dovrebbe laurearsi in Traduzione, e viceversa; chi per la tesi vuole realizzare un glossario terminologico deve aver sostenuto l'esame di Ricerca documentale e terminologica applicata alla traduzione e, preferibilente, anche quello di Traduzione assistita e localizzazione; chi desidera laurearsi in Linguistica dovrebbe aver acquisito un congruo numero di CFU negli insegnamenti del settore disciplinare L-­‐
LIN/01. Quest'ultima considerazione vale anche per le materie non linguistiche (v. 5 "Tesi di laurea in altre materie"). Non attenersi a queste norme di buon senso porta spesso a risultati deludenti. 1.3 Presentare il modulo di assegnazione della tesi Il foglio di assegnazione della tesi deve essere presentato almeno 6 mesi prima della sessione di laurea in cui si prevede di discuterla per le TA e almeno 9 mesi prima per le TR. Il modulo deve essere scaricato dalla pagina personale studente del sito web. 1.4 Presentare la domanda di ammissione all’esame di laurea I laureandi devono presentare alla Segreteria studenti la domanda di ammissione all’esame di laurea circa 45 giorni prima della sessione di laurea. Il foglio deve essere controfirmato dal relatore, il quale, in questo modo, autorizza lo studente a laurearsi e certifica che il lavoro ha raggiunto un livello sufficiente per poter essere completato nei tempi previsti per la presentazione. Ulteriori informazioni sono disponibili alla pagina “Laurea” del sito web di Ateneo. 1.5 Depositare la tesi La tesi deve essere consegnata presso la Segreteria studenti su supporto elettronico (CD) in copia unica, firmata dal candidato, 20 giorni prima della sessione di laurea. Il CD deve essere contenuto in una custodia rigida (non in bustina) e deve riportare nel frontespizio i seguenti dati: •
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UNINT Facoltà di Interpretariato e Traduzione Corso di Laurea magistrale in Interpretariato e Traduzione Tesi di Laurea in (materia) Titolo della tesi Candidato/a (Nome e Cognome) Relatore/trice (Titolo accademico, Nome e Cognome) Correlatore/trice (Titolo accademico, Nome e Cognome) Anno accademico in cui si sostiene l’esame di laurea Una volta consegnato in Segreteria, il testo non è più modificabile. Se ci si accorge di errori formali dopo la consegna, si può preparare un errata corrige da distribuire alla Commissione il giorno stesso della discussione. 3 Facoltà di Interpretariato e Traduzione La tesi deve inoltre essere consegnata in forma cartacea al relatore e al correlatore, nei tempi e modi concordati con questi ultimi, i quali metteranno le loro copie a disposizione della Commissione di laurea il giorno della discussione. Per la rilegatura delle copie cartacee i laureandi sono liberi di seguire le preferenze personali: non è dunque necessario ricorrere a copertine costose, ma è consigliabile evitare soluzioni poco solide. 1.6 Cambio di tesi e di relatore Se si decide di abbandonare un progetto di tesi e intraprenderne un altro, è necessario presentare in segreteria un nuovo foglio di assegnazione con il nuovo titolo. Qualora il relatore rimanga lo stesso, deciderà se per la nuova tesi è possibile rispettare o no la tempistica della tesi precedente. In caso di cambio di relatore, invece, i termini verranno azzerati, e dunque dovranno trascorrere prima della laurea almeno 6 mesi per le TA e almeno 9 mesi per le TR. 2. RELATORE E CORRELATORE 2.1 Ruolo del relatore La funzione del relatore è quella di seguire i laureandi durante lo svolgimento della tesi. Nello specifico, il relatore si occupa di: •
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aiutare a individuare e definire un argomento per la tesi, nell'ambito della disciplina insegnata; concordare tempi ragionevoli di stesura; fornire indicazioni utili (struttura e organizzazione dello studio, fonti documentali, spunti bibliografici, suggerimenti redazionali…) per un corretto e adeguato svolgimento del lavoro; leggere i capitoli che compongono la tesi, suggerendo miglioramenti e fornendo indicazioni sul contenuto e sulla forma. È bene concordare con il relatore tutti gli aspetti importanti del lavoro, modalità e tempi di consegna in primo luogo. I laureandi hanno il dovere di mantenere contatti costanti con il relatore; è importante informarlo tempestivamente di eventuali interruzioni di lungo periodo o di altri fattori che potrebbero comportare un ritardo nello svolgimento della tesi. 2.2 Ruolo del correlatore Il correlatore può, in accordo con il relatore, seguire l’intero sviluppo del lavoro o parte di esso, qualora la natura della tesi lo richieda; oppure può limitarsi alla valutazione del lavoro concluso, esprimendo il suo giudizio in sede di discussione della tesi. Nel primo caso il nome del correlatore figurerà già nel foglio di assegnazione della tesi; nel secondo, potrà essere proposto in seguito dal relatore, in base a interessi e aree di competenza affini con l’argomento della tesi. In ogni caso, va sottolineato che non è il laureando che sceglie il correlatore, ma è il relatore che, se lo ritiene, può indicarlo. Inoltre, non deve essere lo studente, ma il relatore stesso a mettere a conoscenza il correlatore del fatto che è stato individuato come tale. Infine, se il relatore preferisce non proporre un correlatore, questo sarà nominato dalla Presidenza di Facoltà nell'imminenza della sessione di laurea. 4 Facoltà di Interpretariato e Traduzione 2.3 Capitoli in visione al relatore e/o al correlatore I materiali da lasciare in visione al relatore/correlatore possono essere cartacei o in formato elettronico, secondo le preferenze dei docenti interessati. Il testo, scritto con un programma di elaborazione testi, dovrebbe essere accompagnato dai seguenti dati: •
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nome e cognome; indirizzo di posta elettronica; titolo completo (anche se provvisorio) della tesi; indice (anche se provvisorio) dell’intero lavoro. Nel caso di materiali in formato elettronico, è consigliabile inserire sempre nel nome del file tutte le informazioni che possono permettere ai docenti di individuare facilmente il file stesso: cognome del laureando, numero del capitolo (o della sezione), titolo, data di invio. Le pagine devono essere numerate e, se il relatore/correlatore lo richiede, il testo può essere impaginato in modo tale da lasciare spazio per correzioni e commenti. Il relatore/correlatore restituirà i materiali revisionati e sarà disponibile a discuterne i contenuti con il laureando in tempi ragionevolmente brevi, compatibilmente con gli altri impegni accademici. Al fine di evitare malintesi, è comunque consigliabile chiarire e concordare in precedenza tempi e modalità di consegna, revisione e discussione. Prima di consegnare un capitolo al relatore/correlatore bisogna rileggerlo con attenzione, anche qualche giorno dopo averlo ultimato: consegnare materiali in uno stato redazionale intermedio o, peggio ancora, abbozzato, comporta solo perdite di tempo, soprattutto per chi si deve laureare. Il compito principale del relatore non è quello di riscrivere o correggere il lavoro dei laureandi, ma intervenire per fornire linee guida e consigli utili al miglioramento della tesi, individuando i punti critici e aiutando a sviluppare il lavoro. Si consiglia infine di utilizzare sempre le funzioni di controllo ortografico presenti nei programmi di elaborazione testo. 3. TESI IN TRADUZIONE E INTERPRETAZIONE Per un quadro di riferimento sulle possibilità operative a disposizione degli studenti interessati (tipi di tesi, argomenti, pianificazione e sviluppo del lavoro, ecc.), è vivamente consigliata la lettura di: •
Williams, J. & Chesterman, A. (2002). The Map. A Beginner’s Guide to Doing Research in Translation Studies. Manchester: St. Jerome. Si tratta di un manuale introduttivo ai fondamenti della ricerca nell’ambito degli studi in Traduzione e Interpretazione. Altri filoni di ricerca per le tesi in Interpretazione vengono suggeriti nel volume: •
Pöchhacker, F. (2004). Introducing Interpreting Studies. London/New York: Routledge. Inoltre, un elenco aggiornato di tesi in Interpretazione del periodo corrente, insieme ad altre ricerche portate a termine, sono presenti in: •
Gile, D. CIRIN. An international information network on research into conference interpreting. http://cirinandgile.com Per le tesi di Traduzione si dovrà preferibilmente utilizzare un testo integrale e inedito nella lingua di arrivo. Quantificare un’estensione minima del testo da tradurre non è semplice, dato che uno stesso numero di 5 Facoltà di Interpretariato e Traduzione parole può avere valore diverso secondo la tipologia testuale. A titolo indicativo, si consigliano tuttavia i seguenti limiti minimi: •
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per testi caratterizzati da un livello di specializzazione medio-­‐alto: 20.000 parole / 50 pagine; per testi non specialistici o letterari: 40.000 parole / 100 pagine. La traduzione dovrebbe essere impaginata con il testo di partenza a fronte, in modo da rendere più immediata e agevole la lettura parallela dei due testi. Se il testo originario viene scansionato e riprodotto nella tesi, l’impaginazione della traduzione dovrà rispettarne le caratteristiche. 4. GLOSSARI Glossari terminologici in ambiti specialistici, realizzati con un’adeguata metodologia, possono costituire tesi di laurea applicative. Alla base di una ricerca terminologica vi è il presupposto che non si duplichi materiale già esistente. È indispensabile quindi verificare, con ogni mezzo possibile, che non esistano né glossari, né vocabolari tecnici, né tesi di laurea sullo stesso argomento e nella combinazione delle lingue in esame. Di norma una tesi di laurea di questo tipo considera 3 lingue: l'italiano e le 2 lingue di studio principali. La compilazione del glossario deve basarsi sull’analisi di testi autentici e aggiornati, in quantità e combinazione rappresentativa. I testi da cui viene estratta la terminologia e le opere di consultazione utilizzate devono essere sempre esplicitamente menzionati; la tesi deve inoltre indicare i criteri applicati nella scelta dei testi e nell’estrazione dei termini. Il glossario deve essere compilato rispettando i criteri ufficialmente definiti dai maggiori centri di ricerca terminologica; non ha la forma di una lista, ma di uno schedario terminologico, realizzato mediante l’uso di appositi programmi elettronici. Le schede devono essere realizzate secondo un formato standard (v. 4.1). Una tesi terminologica deve contenere almeno 100 termini, di ognuno dei quali deve essere realizzata una scheda per ogni lingua considerata. Per ogni termine verrà presentata prima la scheda in italiano, seguita da quelle nelle altre versioni linguistiche. Il glossario deve essere corredato da una sintetica presentazione dell’ambito tecnico-­‐scientifico a cui si riferisce, da cui risultino anche gli elementi di attualità e i principali aspetti operativi che possano motivare la relativa ricerca terminologica. Deve inoltre contenere una descrizione dei problemi linguistici e traduttivi affrontati in tutte le fasi della compilazione, ed eventuali puntualizzazioni o approfondimenti riguardanti la teoria e la prassi terminologica. Il glossario deve essere seguito da un diverso indice per ogni lingua considerata (quindi 3 indici nel caso di 3 lingue), con indicazione del numero di pagina di ciascuna scheda. 4.1 Formato della scheda Le schede devono contenere, in ogni lingua, i seguenti campi: •
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Termine (ogni termine va registrato in minuscolo e nella sua forma base, ovvero al singolare nel caso di sostantivi, al maschile nel caso di aggettivi, all'infinito nel caso di verbi e nel loro ordine naturale nel caso di locuzioni). Dominio (ovvero il principale settore di appartenenza del termine, che può essere determinato, per esempio, consultando i sistemi di classificazione esistenti, come il sistema di classificazione Lenoch o il sistema di classificazione decimale universale (UDC)). Sottodominio di riferimento (circoscrive e delimita ulteriormente il settore di appartenenza del termine). 6 •
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Facoltà di Interpretariato e Traduzione Note grammaticali relative al termine. Definizione (breve enunciato che indica le caratteristiche essenziali e distintive di un termine). Fonte della definizione. Contesto (porzione di testo che contiene il termine, che viene così presentato in un tipico contesto d'uso). Fonte del contesto. Grado di affidabilità (è espresso in una scala di punti e offre indicazioni di tipo qualitativo riguardanti la fonte da cui è stata estratta la definizione). Oltre ai suddetti campi, in base al dominio di studio e a seconda delle esigenze, potranno essere inseriti anche i seguenti campi facoltativi: •
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Varianti (abbreviazioni, acronimi, varianti regionali, ecc.). Sinonimi. Immagine (con relativa fonte). Note. 5. TESI DI LAUREA IN ALTRE MATERIE Si è già detto che la tesi può essere richiesta a qualsiasi docente del corso di laurea magistrale e in qualsiasi disciplina insegnata di cui si sia superato l'esame. È importante sottolineare che la scelta di materie distanti dagli ambiti linguistici o traduttologici non comporta alcuna penalizzazione in fase di valutazione. Al contrario, una tesi in campo giuridico, economico, sociale o letterario (solo per fare alcuni esempi) può costituire un’ottima occasione per ampliare e approfondire competenze che possono essere di grande importanza nel futuro professionale dei laureati, oltre a soddisfare passioni e interessi personali. È tuttavia fondamentale che la scelta della materia della tesi, qualunque essa sia, sia sostenuta da un'adeguata preparazione di base, evitando dunque di avventurarsi in ambiti poco conosciuti. È infine consigliabile che gli studenti che si laureano in materie non linguistiche considerino con il relatore la possibilità di inserire nella tesi un’appendice consistente nella traduzione di uno o più testi relativi all’argomento trattato. L’estensione di questi testi può essere limitata, e non è necessario che siano accompagnati da un commento approfondito. 6. STRUTTURA DELLA TESI La tesi di laurea può essere redatta in lingua italiana o in lingua straniera: la scelta non comporta alcuna discriminazione o agevolazione in termini di valutazione finale del lavoro. Il lavoro presenta, solitamente, la seguente struttura generale: •
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Titolo Indice Riassunto della tesi in ognuna delle due lingue non usate per la stesura Introduzione Capitoli Conclusioni Note Bibliografia Eventuali appendici (tabelle, grafici, ecc.) 7 Facoltà di Interpretariato e Traduzione 6.1 Il titolo Il titolo della tesi di laurea ha una funzione esclusivamente descrittiva. Non ha quindi l'obiettivo di piacere al lettore, né deve attirarne l'attenzione come avviene per i titoli giornalistici; allo stesso modo, non deve esprimere valutazioni di alcun tipo. La funzione del titolo è dunque quella di presentare tutti gli elementi utili a far capire il tipo di lavoro svolto. Può succedere che questi elementi siano numerosi, e che il titolo, di conseguenza, non sia breve, ma non lo si deve considerare un difetto. 6.2 L'indice L'indice deve riportare tutte le parti di cui compone la tesi, comprese le sezioni e sottosezioni dei capitoli, con i relativi numeri delle pagine iniziali. 6.3 Il riassunto Il riassunto (non più lungo di 500 parole) serve al candidato per esporre in modo conciso: •
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il lavoro svolto; come tale lavoro sia stato condotto; i principali risultati e il loro significato. Il riassunto non è un elenco di ciò che si è fatto, ma un testo informativo che ha lo scopo di permettere a chi lo legge di capire se il lavoro è di suo interesse. Può essere utile fornire una copia del riassunto in italiano ai membri della Commissione di laurea, unitamente al frontespizio e all’indice generale della tesi. 6.4 L’introduzione L’introduzione deve contenere gli elementi essenziali per presentare la tesi, pensando anche a chi non ha il tempo di leggerla integralmente. Pertanto, nell’introduzione occorre illustrare con chiarezza la natura del lavoro e le ragioni sottostanti, nonché descrivere in sintesi la metodologia adottata, i risultati attesi e l’organizzazione in capitoli della tesi. 6.5 I capitoli L'organizzazione dei capitoli sarà diversa in base al tipo di lavoro svolto. Si possono comunque individuare alcuni elementi ricorrenti. Per le TA: •
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una presentazione del prodotto della tesi e del contesto in cui si inserisce; la metodologia di lavoro adottata; il prodotto ottenuto. Per le TR: •
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una rassegna della letteratura rilevante; il modello teorico o lo schema interpretativo sul quale si fonda il lavoro; la metodologia di ricerca adottata; l'analisi svolta; i risultati ottenuti. 8 Facoltà di Interpretariato e Traduzione 6.6 L'organizzazione dei capitoli I capitoli e le relative sezioni e sottosezioni devono essere numerati nel modo seguente: 1 (primo capitolo) 1.1 (prima sezione del primo capitolo) 1.1.1 (prima sottosezione della prima sezione del primo capitolo) ecc. Ogni parte numerata della tesi deve avere un titolo. La numerazione permette di creare rimandi all’interno della tesi. Per lo stesso motivo è quindi necessario numerare anche gli esempi (brani di trascrizioni, di testi oggetto di analisi, ecc.). Ogni esempio deve dunque essere preceduto, tra parentesi tonde, dal numero dell’esempio stesso, a partire da (1) per ogni capitolo. (3) -­‐ ¡Caray! -­‐ pensó el hada al oírla -­‐. Eso cae al otro extremo de la ciudad. ¡Vaya papeleta! -­‐ Caramba! -­‐ esclamò la fata. -­‐ È dall'altra parte della città. Accipicchia! Anche tabelle, illustrazioni, grafici, ecc. vanno numerati, inserendo inoltre titolo ed eventuale fonte. La numerazione e il titolo di ogni capitolo, sezione e sottosezione devono essere riportati nell'indice. 6.7 Le note Le note hanno una duplice funzione: inserire un rimando bibliografico per opere marginali – ma degne di essere citate – rispetto al punto che si sta trattando (introdotte in genere con “Cfr.”); permettere ulteriori considerazioni, citazioni o rinvii che non trovano posto nel testo. Le note possono essere rilevanti ai fini della valutazione della serietà della ricerca. Le note vanno posizionate a piè di pagina e devono essere numerate a partire da (1) per ogni capitolo. È consigliabile inserirle di volta in volta, e non rimandarne la stesura in un secondo momento. 6.8 L'impaginazione Il numero di pagine non è predefinito. Dilungarsi o meno nel dettaglio è una scelta che spetta ai candidati, ma è importante ricordare che quantità e qualità non sono per forza direttamente proporzionali. Il formato delle pagine deve seguire, per quanto possibile, le seguenti impostazioni: •
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carattere: Times New Roman, corpo 12 (testo normale) e corpo 10 (note); interlinea: 1.5; margini: superiore 3.5 cm, inferiore 2.5 cm, interno ed esterno 2.5 cm rilegatura: 1.5 cm distanza intestazione: 2 cm distanza piè di pagina: 1.5 cm. Con intestazione e piè di pagina si intendono due righe – inserite tra il testo e, rispettivamente, il bordo superiore e quello inferiore del foglio – nelle quali riportare: in alto, informazioni come il nome del laureando o il titolo della tesi o del capitolo corrente; in basso, il numero di pagina. 6.9 La copertina e il frontespizio Come sulla copertina del CD, anche su quella delle copie cartacee devono figurare i seguenti dati: 9 •
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Facoltà di Interpretariato e Traduzione UNINT Facoltà di Interpretariato e Traduzione Corso di Laurea magistrale in Interpretariato e Traduzione Tesi di Laurea in (materia) Titolo della tesi Candidato/a (Nome e Cognome) Relatore/trice (Titolo accademico, Nome e Cognome) Correlatore/trice (Titolo accademico, Nome e Cognome) Anno accademico in cui si sostiene l’esame di laurea. Inoltre, sul frontespizio delle copie cartacee devono comparire gli stessi dati della copertina. I modelli della copertina del CD e del frontespizio della tesi sono scaricabili dalla sezione “Laurea” della pagina web del corso di laurea magistrale. 7. RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI 7.1 Indicazioni generali Nella tesi di laurea è necessario indicare la fonte di qualsiasi informazione (idee o dati) ricavata dai testi consultati, per diversi e importanti motivi: •
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il rispetto della proprietà intellettuale e dei diritti d’autore, evitando quindi il plagio; la possibilità di risalire al testo originale da parte del lettore; la necessità di documentare l’entità e la natura delle proprie ricerche. Le norme che regolano i riferimenti bibliografici nel testo e in appendice sono legate in parte alle diverse tradizioni culturali e in parte alle consuetudini delle case editrici. Le varianti sono molte: per esempio, cambia la posizione della data, l’uso della punteggiatura, il modo di abbreviare “pagine” (“pp./pagg.”). Pur esistendo molte valide alternative, la FIT ha deciso che i laureandi utilizzino tutti le stesse norme, al fine di verificarne la capacità di applicare in modo corretto delle indicazioni redazionali. Nell’elaborato scritto, dunque, gli studenti devono seguire le norme contenute in queste pagine, poiché il modo in cui lo faranno sarà oggetto di valutazione. 7.2 Il sistema autore-­‐data Il sistema di citazione autore-­‐data consiste nell'inserimento dell’autore e dell’anno di pubblicazione della fonte consultata all'interno del corpo del testo, evitando dunque l'uso delle note a piè di pagina. Questa indicazione costituisce un rimando alla bibliografia finale, che fornirà le altre informazioni relative alla fonte bibliografica. La citazione bibliografica nel corpo del testo è formata da tre elementi: il cognome dell’autore (o degli autori) dell'opera consultata, l’anno di pubblicazione e, se si cita un passaggio letteralmente o ci si riferisce a specifiche pagine, il numero di pagina. Gli elementi della citazione solitamente devono essere indicati tra parentesi. Di seguito si descrive come applicare il sistema autore-­‐data nei diversi casi possibili. 10 Facoltà di Interpretariato e Traduzione Citazione alla fine della frase È il caso più comune: Per comprendere il linguaggio occorre studiare i processi che precedono, accompagnano e seguono la produzione linguistica (Wundt, 1900). Autore citato nel testo In questo caso non è necessario ripetere tra parentesi il cognome dell'autore: Quando si assiste a un’omogeneità generale dei consumatori e a una fluidità dei mercati, la strategia più idonea è l’internazionalizzazione, definita da Usai come "esportazione diretta" (1990). Se il cognome e la data sono entrambi citati nel testo, non occorre indicare nulla tra parentesi. Secondo Ted Nelson, che coniò il termine hypertext nel 1965, la definizione riveste un significato più ampio, coinvolgendo qualsiasi sistema di scrittura non lineare che utilizza l'informatica. Numero di pagina nella citazione Il numero di pagina si deve sempre indicare quando si cita letteralmente una porzione del testo. Della stessa opinione è anche Denise Dibattista, la quale è arrivata a constatare che vi è “una tendenza abbastanza diffusa del linguaggio giuridico comunitario verso una maggiore accessibilità rispetto ai linguaggi giuridici dei singoli stati” (1998: 166). Tuttavia, è consigliabile indicare il numero di pagina anche quando si parafrasa il testo. Difatti non esiste nessun’altra organizzazione internazionale in cui sia vigente un multilinguismo così esteso e che svolga le proprie funzioni impiegando un così elevato numero di lingue ufficiali (Cosmai, 2003: 8). Se si cita letteralmente un testo privo di numeri di pagina (come un sito Internet), si deve indicare il titolo della sezione in cui figura il passo citato. Come evidenzia Noto (2015: "Rappresentazione e prassi della guerra"), "Il cinema rappresenta la guerra, rendendola visibile ai contemporanei e ai posteri, e allo stesso tempo la trasforma in argomento propagandistico utilizzabile da governi e stati maggiori". Istituzioni, enti e imprese come autori Nella prima citazione si deve citare il nome per esteso; a partire dalla seconda si possono usare eventuali acronimi. Crystal propone il complementare utilizzo dell’inglese e delle lingue nazionali e regionali in ambiti diversi, tra vita pubblica e privata, e apprezza le iniziative dell’Unione europea volte alla promozione del bilinguismo e dell’apprendimento delle lingue (Direzione generale della Traduzione [DGT], 2011). Citazione successiva: (DGT, 2011). 11 Facoltà di Interpretariato e Traduzione Data sconosciuta Quando la data di pubblicazione del testo non è nota, si utilizza l'abbreviazione "n.d.". Citazione indiretta Se si fa riferimento a un testo citato in un altro testo, è consigliabile menzionare la fonte originaria nel proprio discorso, e la fonte secondaria tra parentesi. È un po’ quello che sostiene Bernbach, ossia “La buona pubblicità fa vendere prodotti, ma l'ottima pubblicità fa costruire fabbriche” (citato in Mancina, 2007: 102). Il ricorso alle citazioni indirette dovrebbe limitarsi ai casi in cui è impossibile consultare direttamente la fonte originaria. 7.3 Citazioni letterali Se la citazione è breve (entro le due righe circa), va messa tra virgolette e inserita nel testo. Con il termine multiculturalità “si indica un dato di fatto: l’esistenza su un territorio di molteplici culture” (Bosi, 1998: 35). Se la citazione è lunga (oltre le due righe), deve essere riportata staccata dal testo, in un paragrafo autonomo, senza virgolette, in corpo 11 e con interlinea singola; il margine sinistro deve essere rientrato di 1 cm. rispetto al testo della tesi. In questo caso i riferimenti bibliografici vanno aggiunti alla fine della citazione, nella riga successiva, allineati a destra. Cien años de soledad, il romanzo-­‐che-­‐non-­‐c’era, il libro di cui aveva bisogno il ’68, letto immediatamente dai nostri genitori ma già letto anche dai nostri figli, convertitosi in fretta in un classico, entrato nei programmi scolastici, è meno magico e meno tropicale di quanto si creda. In fondo, non è niente di più di ciò che l'autore stesso ha spiegato. Un día, yendo para Acapulco con Mercedes y los niños, tuve la revelación: debía contar la historia como mi abuela me contaba las suyas, partiendo de aquella tarde en que el niño es llevado por su padre para conocer el hielo. (…) Una historia lineal, donde con toda inocencia lo extraordinario
entrara en lo cotidiano. (García Márquez, 1993: 52) Eventuali omissioni all’interno delle citazioni devono essere segnalate con (…); interventi su una citazione devono essere segnalati con parentesi quadre [ ]. Per attirare l'attenzione del lettore su una parola, espressione o frase del testo citato, questa parte verrà formattata in corsivo e si scriverà "corsivo mio" dentro la parentesi dopo il riferimento bibliografico. Esempio: (2007: 13, corsivo mio). Le citazioni in lingue diverse da quella in cui è scritta la tesi devono essere riportate in lingua originale, con traduzione in nota. Se la traduzione è pubblicata, e dunque è a sua volta una citazione, deve essere seguita dai riferimenti bibliografici tra parentesi: autore (del testo, non della traduzione), data e numero di pagina; in questi casi il nome del traduttore figurerà nella bibliografia finale. Se invece la traduzione è opera del laureando, si deve indicare tra parentesi "traduzione mia". 12 Facoltà di Interpretariato e Traduzione 7.4 Bibliografia finale La bibliografia alla fine della tesi deve contenere tutti, e soltanto, i documenti citati con autore e data nel testo e nelle note. Possono esistere testi che, pur essendo stati funzionali per indirizzare il lavoro di ricerca, non vengono citati all’interno della tesi. In tal caso, non devono essere inseriti nella bibliografia finale. È possibile inserire delle appendici bibliografiche, utili nel caso in cui una certa categoria di testi sia oggetto della tesi stessa (ad esempio, se la tesi prende in esame dieci traduzioni italiane di Alice in Wonderland, è opportuno creare una sezione della bibliografia dove inserire i testi presi in esame). La bibliografia deve essere organizzata in ordine alfabetico per autore (in caso di omonimia si deve considerare il nome proprio) o per titolo del documento, nel caso di testi anonimi. Se vi sono più opere di uno stesso autore, queste vanno elencate in ordine cronologico (dalla più vecchia alla più recente). Se vi sono più opere dello stesso autore nello stesso anno, vanno elencate in ordine cronologico (se possibile) o in ordine alfabetico, inserendo inoltre una lettera dell'alfabeto vicino alla data, iniziando da "a" (esempio: 2013a, 2013b, ecc.). In caso di più autori l’opera va inserita secondo il cognome del primo degli autori che compaiono nella fonte. Per esempio, il libro: Zanettin, F., Bernardini, S, & Stewart, D. (2003). Corpora in Translator Education. Manchester/Northampton: St. Jerome. va indicato sotto Zanettin (anche se in ordine alfabetico gli altri coautori lo precederebbero). Ecco un elenco dei più comuni tipi di pubblicazioni, accompagnati dal relativo modello di riferimento bibliografico e da un esempio. Per casi diversi, consultare il relatore o il correlatore. Nel caso dei libri, i dati non devono essere presi dalla copertina, ma dal frontespizio e dal verso (retro) del frontespizio. Libro di un solo autore Cognome, Iniziale del nome. (Data). Titolo in corsivo. Città: Editore. Baraldi, C. (2003). Comunicazione interculturale e diversità. Roma: Carocci editore. Libro di più autori Cognome, Iniziale del nome. e/and/& Cognome, Iniziale del nome. (Data). Titolo in corsivo. Città: Editore. Armstrong, N. & Federici, F.M. (2006). Translating Voices, Translating Regions. Roma: Aracne editrice. Libro a cura di un solo curatore Cognome, Iniziale del nome. a cura di/ed. (Data). Titolo in corsivo. Città: Editore. Nergaard, S. a cura di (2002). Teorie contemporanee della traduzione. Milano: Bompiani. Libro a cura di più curatori Cognome, Iniziale del nome. e/and/& Cognome, Iniziale del nome., a cura di/eds. (Data). Titolo in corsivo. Città: Editore. De Mauro, T. e Chiari, I., a cura di (2005). Parole e numeri. Analisi quantitative dei fatti di lingua. Roma: Aracne editrice. 13 Facoltà di Interpretariato e Traduzione Saggio in rivista Cognome, Iniziale del nome. (Data). “Titolo saggio in tondo” [non in corsivo]. Titolo rivista in corsivo, numero del volume in cifra araba [non latina]: numero pagine [senza "pp./pagg./pags"]. Duranti, A. (1984). “The social meaning of subject pronouns in Italian conversation”.Text, 4: 277-­‐
312. Saggio in raccolta Cognome, Iniziale del nome. (Data) “Titolo saggio in tondo” [non in corsivo]. Iniziale del nome. Cognome curatore [senza data]. Titolo della raccolta in corsivo. Città: Editore. Numero pagine [senza "pp./pagg./pags"]. Davidson, J. (1984). “Subsequent versions of invitations, offers, requests and proposals dealing with potential or actual rejection”. J.M. Atkinson & J. Heritage. Structures of social action: studies in conversation analysis. Cambridge: Cambridge University Press and Editions de la Maison des Sciences de l'Homme. 102-­‐128. Altri casi a. Nel caso di edizioni diverse dalla prima, indicare l'edizione citata tra parentesi dopo il titolo: (3a ed.). b. Nel caso di opere in più volumi, se si cita l'intera opera indicare tutti i volumi tra parentesi dopo il titolo: (Voll. 1-­‐3). Se si vuole citare un solo volume, si deve indicarne solo il relativo numero: (Vol. 2). c. Nel caso di successive pubblicazioni di opere del passato, indicare la data dell'edizione originale dopo il titolo, tra parentesi quadre. Alberti, R. (1998). Marinero en tierra [1924]. Madrid: Alianza Editorial. In questo caso la citazione nel corpo del testo deve riportare sia l'anno della pubblicazione originale sia quello della ristampa: (Alberti, 1924/1998). d. Nel caso di opere tradotte, indicare il traduttore dopo il titolo. Dickinson, E. (2013). Io lascerò il mio cuore appena in vista. F. Fava (trad.). Roma: Editori Internazionali Riuniti. Documenti tratti da Internet I riferimenti a materiali tratti da Internet devono essere inseriti nella bibliografia generale; non si deve quindi creare una sezione specifica (sitografia) per questo tipo di fonti. I riferimenti devono essere riportati seguendo le norme abituali, con alcune differenze. La data deve essere quella in cui il documento è stato creato, o quella dell’ultimo aggiornamento. Questa data è solitamente reperibile in fondo alla pagina web, oppure sulla home page di un gruppo di pagine. Se la data non è disponibile, accanto al nome dell’autore deve essere indicato tra parentesi "n.d.". Alla fine del riferimento bisogna aggiungere l’indirizzo web (URL) della pagina. L’URL va riprodotto fedelmente ed integralmente (senza punti finali o trattini nel caso si vada a capo) poiché è l’elemento che deve consentire al lettore di ritrovare la fonte qualora desiderasse consultarla. Si consiglia di inserire il collegamento ipertestuale allo stesso indirizzo web, utile per chi consulta la versione elettronica della tesi. 14 Facoltà di Interpretariato e Traduzione Solo se non è stata inserita alcuna data vicino al nome dell'autore (n.d.), dopo l’URL bisogna indicare tra parentesi la data in cui il documento è stata consultato: (data di consultazione: gg/mm/anno). •
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Garzone, G. (2002). “The Cultural Turn. Traduttologia, interculturalità e mediazione linguistica”, Culture, 16. http://www.club.it/culture/culture2002/giuliana.garzone/corpo.tx.garzone.html Pedrinazzi, P., a cura di (12/05/2010). "Daniel Pennac: il traduttore è lo psicanalista dell'autore". Wuz. http://www.wuz.it/intervista-­‐libro/4410/daniel-­‐pennac-­‐traduzione.html European Commission (n.d.). "Translating Europe -­‐ Forum & Workshops". http://ec.europa.eu/dgs/translation/programmes/translating_europe/index_en.htm (data di consultazione: 17/10/2015). Nel caso di documenti non firmati, al posto del nome bisogna indicare l’entità (istituzione, associazione, impresa, ecc.) che pubblica la pagina stessa, come nell'esempio precedente. Nel caso di documenti senza un titolo all’interno della pagina, questo solitamente si può trovare nella parte alta della finestra del browser. Materiale audiovisivo a. Film Indicare regista, data, titolo, nazione, casa di produzione. Tarantino, Q. (1997). Pulp Fiction. USA: A Band Apart, Jersey Films, Miramax Films. b. Serie televisive Indicare autore, data, titolo dell’episodio, autore della serie, titolo della serie, nazione, casa di produzione. Napolitano, T. (2013). "Everybody's Crying Mercy". S. Rhimes, Grey's Anatomy. USA: ShondaLand, The Mark Gordon Company, ABC Studios. 8. ALCUNE INDICAZIONI STILISTICHE E ORTOGRAFICHE Dediche e ringraziamenti Si consiglia di evitare le dediche, inopportune nei testi d'esame (come una tesi) e insolite nei testi scientifici. Il ricorso ai ringraziamenti è consentito solo per istituzioni, strutture e persone del settore che hanno contribuito in modo sostanziale al lavoro. Mai ringraziare il relatore e il correlatore della tesi. Presenza dell'autore Non usare la prima persona singolare, né tantomeno il plurale maiestatis. Sono preferibili lo stile impersonale e la diatesi passiva. Enfasi La tesi di laurea rientra nel genere della letteratura scientifica, e in quanto tale deve essere caratterizzata da uno stile retoricamente sobrio. Vanno dunque evitati grassetti, sottolineature e maiuscole con funzione enfatizzante, così come le virgolette ammiccanti per segnalare l'uso improprio di una parola. 15 Facoltà di Interpretariato e Traduzione Per dare enfasi è consentito solo l'uso (limitato) del corsivo, come per esempio nella prima occorrenza di un termine tecnico o di una parola particolarmente rilevante. Riferimenti ad autori Per riferirsi ad autori e autrici si usa solo il cognome, che non deve essere preceduto né dal nome, né dall'iniziale puntata (non "Roman Jakobson" o "R. Jakobson", ma semplicemente "Jakobson"), né dall'articolo (non scrivere "il Lepschy" o "la Levi Montalcini"). L'articolo è ammesso solo per le enciclopedie e i dizionari ("la Treccani", "lo Zingarelli"). Convenzioni linguistiche Se ci si sta riferendo alla forma grafica di un lessema, utilizzare le parentesi uncinate: <cane>. Se se ne sta dando la rappresentazione fonologica, si usino le barre oblique: /’ka.ne/; per la trascrizione fonetica impiegare le parentesi quadre: [‘ka:.ne]. In entrambi gli ultimi due casi utilizzare i simboli IPA (Alfabetico Fonetico Internazionale). Punteggiatura Si consiglia vivamente di non trascurare la punteggiatura, prestandovi la dovuta attenzione sia in fase di redazione che di revisione. In particolare: •
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non inserire una virgola tra soggetto e predicato, o tra predicato e complemento diretto; differenziare l'uso del punto e del punto e a capo: il primo segnala la fine di una singola frase, mentre il secondo indica la conclusione di un paragrafo, che dovrebbe essere uniforme dal punto di vista del contenuto; ricordarsi dell'esistenza e della funzione dei due punti e del punto e virgola; evitare l'uso dei 3 punti di sospensione (tranne che per indicare omissioni nelle citazioni); non usare i punti in sigle e acronimi. Accenti grafici Non confondere accenti gravi e acuti. Non usare l'apostrofo al posto dell'accento, né l'accento al posto dell'apostrofo (si scrive "È", non "E'"). Spazi tra le parole Tra due parole ci va sempre un solo spazio; i segni di punteggiatura devono essere attaccati alla parola che li precede e seguiti da un solo spazio. Plurale di parole straniere Non si forma il plurale delle parole straniere. Sono utilizzabili, ma non indispensabili, i plurali delle parole latine. 16 Facoltà di Interpretariato e Traduzione Forme "ed", "od", "ad" Si usano solo se la parola che segue inizia con la stessa vocale: si deve scrivere "Scienze sociali ed economiche", ma "Scienze sociali e organizzative". L'unica eccezione è l'espressione "ad esempio", che tuttavia può essere sostituita con la più agevole per esempio. Principali abbreviazioni anon. anonimo s.a. senza anno app. appendice s.l. senza luogo ca. circa s.n. sine nomine (senza editore) cap./capp. capitolo/capitoli sc. scena cfr. confronta sez. sezione cur. curatore/curatori sg./sgg. seguente/seguenti ecc. eccetera s.v./ s.vv. sub voce (alla voce/alle voci) ed./eds. editor/editors t. tomo ed. edizione tab./tabb. tabella/tabelle e.g. exempli gratia (per esempio) tav./tavv. tavola/tavole es. esempio trad. it. traduzione italiana et al. et alii (e altri) trad. lett. traduzione letterale fasc. fascicolo trad. traduzione fig./figg. figura/figure v. vedi i.e. id est (cioè) v./vv. verso/versi ill. illustrazione vol./voll. volume/volumi ms./mss.. manoscritto/manoscritti [N.d.R.] nota del redattore n./nn. numero/numeri (non n°) o nota/ note [N.d.A.] nota dell'autore n.d. senza data [N.d.C.] nota del curatore p./pp. pagina/pagine [N.d.T.] nota del traduttore par. paragrafo o (§) 9. PRESENTAZIONE E DISCUSSIONE DELLA TESI DI LAUREA L’esame di laurea consiste nella presentazione e discussione della tesi di fronte alla Commissione di laurea, formata dal relatore, dal correlatore e da altri docenti della Facoltà. I candidati sono chiamati a illustrare il proprio lavoro in maniera sintetica, semplice e chiara. Poiché di solito solo il relatore e il correlatore conoscono in maniera specifica l’argomento, mentre gli altri membri della Commissione potrebbero non essere esperti del settore trattato, si consiglia di esporre il proprio lavoro in modo esaustivo ma sintetico, senza scendere troppo nei dettagli ma preoccupandosi di mettere in rilievo: •
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le ragioni e gli obiettivi alla base della tesi; lo sviluppo del lavoro, sottolineando gli elementi originali e/o di maggiore interesse; i risultati ottenuti e il loro valore. I candidati devono essere comunque pronti a rispondere e spiegare qualsiasi particolare eventualmente richiesto da un membro della Commissione in sede di discussione. In termini di tempo, la presentazione non deve superare i 15 minuti. Tuttavia le Commissioni in genere apprezzano esposizioni anche più brevi, che lascino spazio a eventuali richieste di approfondimento e alla discussione con i laureandi. 17 Facoltà di Interpretariato e Traduzione È possibile che si desideri o sia necessario avvalersi di supporti elettronici (in genere il computer portatile per presentazioni in Power Point). Anche in tal caso è opportuno seguire il criterio della sinteticità e della chiarezza consigliato in precedenza per la realizzazione e l’illustrazione delle diapositive. L’uso di Power Point dovrebbe tuttavia limitarsi all’illustrazione o esemplificazione di elementi di difficile trattazione orale (immagini, grafici, esempi testuali, ecc.). Le diapositive non devono dunque essere usate come degli appunti dai quali i candidati leggono, né il supporto audiovideo deve essere utilizzato per proporre elementi puramente decorativi (immagini o musiche non sostanziali ai fini della presentazione). Infine, prima della discussione è bene sincerarsi che tutto funzioni ed è opportuno avere a disposizione almeno due copie dei file, nel caso un supporto venga smarrito o danneggiato. In alternativa, è possibile preparare un sommario dei punti fondamentali della presentazione e distribuirlo in fotocopia ai membri della Commissione. 10. VALUTAZIONE DELLA TESI Il voto di laurea (espresso in 110mi) risulta dalla somma tra la media ponderata dei voti conseguiti negli esami sostenuti nel Corso di laurea e il punteggio attribuito dall'esame di laurea. Per entrambi i tipi di tesi, 2 punti sono attribuiti secondo i seguenti parametri: •
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per chi si laurea in corso (entro la sessione invernale del II anno) o per chi ha usufruito nel biennio magistrale della mobilità Erasmus, sia UE che extra UE: 1 punto per chi si presenta alla laurea con una media pari o superiore a 27/30: 1 punto Il punteggio attribuibile dalla tesi va da 0 a 6 punti per le TA e da 0 a 9 punti per le TR. Sulla valutazione della tesi potranno ovviamente influire la qualità della presentazione e la discussione in seduta di laurea. 18 Facoltà di Interpretariato e Traduzione BIBLIOGRAFIA Per ulteriori informazioni si rimanda ai seguenti documenti: •
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Biblioteca Universitaria di Lugano (n.d.). "Stile APA: sistema autore-­‐data". https://it.bul.sbu.usi.ch/learning/apa_date (data di consultazione: 16/10/2015). Di Domenico, G. e Innocenti, P. (1994). Teoria e pratica della redazione. Guida alla compilazione dei testi e alla loro preparazione per la stampa. Milano: Ed. Bibliografica. Di Girolamo, C. e Toschi, L. (1988). La forma del testo. Guida pratica alla stesura di tesi di laurea, relazioni, articoli, volumi. Bologna: Il Mulino. Eco, U. (1994). Come si fa una tesi di laurea. Milano: Bompiani. Giupponi, T. F., Morrone, A. e Tega, D. (2002). La tesi di laurea in scienze giuridiche. Bologna: Libreria Bonomo Editrice. Lesina, R. (1994). Il nuovo manuale di stile. Bologna: Zanichelli. Matricciani, E. (1992). La scrittura tecnico-­‐scientifica. Un manuale per tesi di laurea, articoli, relazioni, libri. Milano: CittàStudi. Melograni, P. (1993). Guida alla tesi di laurea. Milano: Rizzoli. Metitieri, F. e Ridi, R. (2002). Biblioteche in Rete. Istruzioni per l’uso. Roma/Bari: Laterza. Nobili, M. (1986). Guida alla tesi di laurea in materie giuridiche e politico sociali. Bologna: Patron. Rolando, S. a cura di (2001). Preparare e scrivere la tesi in Scienze della Comunicazione. Firenze: Sansoni. Queste pagine sono state redatte sulla base di analoghi documenti pubblicati in rete dai seguenti atenei, facoltà e dipartimenti: SSLiMIT (Forlì), Università degli Studi di Bologna; Università Carlo Cattaneo, Castellanza (Varese); Biblioteca universitaria di Lugano, Università della Svizzera italiana; Dipartimento di Progettazione Aeronautica, Facoltà di Ingegneria, Università degli Studi di Napoli “Federico II”; Facoltà di Ingegneria, Università degli Studi di Udine; Dipartimento di Scienze Economiche, Università degli Studi di Verona. Da tali documenti si è preso spunto per concepire queste pagine; talvolta ne sono stati rielaborati alcuni brani, spesso contaminandoli fra loro, e a essi si è sommato il contributo originale della nostra Facoltà. 19 
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