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linee guida tesi - Facoltà di Economia
Linee Guida per la Stesura di Tesi di Laurea in Tematiche Economico-Aziendali a cura di Rocco Frondizi (*) Luglio 2014 PREMESSA……………………………………………………………………………………………… 2 1. LA SCELTA DELL’ARGOMENTO DELLA TESI………………………………………………. 2 2. LA STESURA DELLA TESI……………………………………………………………………….. 4 2.1. La Ricerca del Materiale Bibliografico…………………………………………………... 4 2.1.1. Le Fonti Utilizzabili………………………………………………………………… 2.1.2. Gli Strumenti di Ricerca……………………………………………………………… 4 5 2.2. La Struttura della Tesi…………………………………………………………………….. 6 2.2.1. Titolo………………………………………………………………………………. 2.2.2. Abstract……………………………………………………………………………. 2.2.3. Executive Summary……………………………………………………………………. 2.2.4. Capitoli centrali……………………………………………………………………… 2.2.5. Bibliografia………………………………………………………………………….. 2.2.6. Appendici…………………………………………………………………………… 6 7 7 7 7 7 2.3. Gli Standard Editoriali…………………………………………………………………….. 2.3.1. Frontespizio…………………………………………………………………………. 2.3.2. Indice……………………………………………………………………………….. 2.3.3. Corpo del testo……………………………………………………………………….. 2.3.4. Bibliografia…………………………………………………………………………… 2.3.5. Citazioni……………………………………………………………………………. 2.3.6. Appendici…………………………………………………………………………… 2.3.7. Note a piè di pagina………………………………………………………………….. 2.3.8. Utilizzo di termini stranieri…………………………………………………………… 2.3.9. Grafici, Figure e Tabelle……………………………………………………………… 2.3.10. Formule…………………………………………………………………………… 2.3.11. Numerazione delle pagine……………………………………………………………. 2.3.12. Stampa……………………………………………………………………………. 8 8 8 8 9 11 12 12 12 12 12 12 13 2.4. Il Plagio……………………………………………………………………………………. 13 3. LA DISCUSSIONE DELLA TESI…………………………………………………………………. 13 3.1. Il Calcolo della Media Ponderata di Partenza…………………………………………… 13 3.2. La Seduta di Laurea………………………………………………………………………. 13 _______________________________________________________________________________________ (*) Dottorando di Ricerca in Economia Aziendale, Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, Dipartimento di Studi Impresa Governo Filosofia, Via Columbia, 2 – 00133 – Roma Tel.: +39 06 7259 5900 Email: [email protected] Un ringraziamento particolare al Dott. Gianpaolo Abatecola, Ricercatore in Economia e Gestione delle Imprese presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, per il prezioso contributo offerto nella redazione di queste linee guida. _______________________________________________________________________________________ 1 PREMESSA “Gli esami non finiscono mai”, diceva qualcuno. A volte, però, gli esami (quelli universitari) finiscono ed inizia quella che, per molti studenti, costituisce un enorme e noioso peso da sopportare, un insormontabile ostacolo da superare con il minor sforzo e il più velocemente possibile: la stesura della tesi di laurea. La tesi rappresenta, invece, un’opportunità. Opportunità di esprimere la propria creatività, sviluppando capacità di analisi e di critica. Opportunità di mettere a frutto e valorizzare il bagaglio di conoscenze acquisite, maturandone allo stesso tempo di nuove. Opportunità di lavorare con un elevato grado di autonomia e di indipendenza, approfondendo tematiche di interesse personale. Opportunità di crescita, professionale e umana. La tesi rappresenta un punto di arrivo, essendo il momento finale di un percorso di studi lungo quasi venti anni. Ma anche un punto di partenza, in quanto costituisce il biglietto da visita per l’ingresso nel mondo del lavoro. Raramente ad un colloquio di lavoro vi verranno chieste nozioni studiate nel corso della vostra carriera universitaria; quasi sempre, invece, prima di essere assunti, qualcuno vi domanderà di cosa tratta la vostra tesi di laurea. Un lavoro di tesi implica l’impegno dello studente in ciascuna delle seguenti fasi: La scelta dell’argomento La ricerca del materiale bibliografico L’elaborazione di una struttura per la tesi La stesura delle varie sezioni della tesi La preparazione alla presentazione della tesi nella seduta di laurea A ciascuna di queste fasi sarà dedicata una sezione di questa breve guida. Le indicazioni fornite non devono essere considerate vincolanti; esse hanno il compito di uniformare il più possibile il formato e la struttura delle tesi e di migliorarne la chiarezza espositiva. I criteri indicati, data la loro portata generale, possono essere seguiti tanto per tesi di laurea triennale quanto per tesi di laurea magistrale. 1. LA SCELTA DELL’ARGOMENTO DELLA TESI Nella scelta dell’argomento della tesi, lo studente deve tenere in considerazione i seguenti elementi: La sfera degli interessi e delle inclinazioni personali, maturati negli anni di studio o semplicemente da esperienze, attitudini o preferenze: dato il notevole impegno e sforzo richiesti, è opportuno scegliere un argomento che stimoli la propria curiosità; Gli obiettivi personali: la tesi di laurea può essere un utile strumento per il collocamento nel mercato del lavoro o, per chi voglia proseguire gli studi, un ottimo punto di partenza per la costruzione di un progetto di ricerca; L’attinenza al percorso di studi: l’argomento della tesi deve rientrare nelle competenze specialistiche di uno dei docenti universitari incontrati nel percorso di studi, in quanto sarà suo compito guidare lo studente in ciascuna delle fasi di stesura della tesi, oltre a valutare l’elaborato una volta concluso; Gli strumenti e le fonti a disposizione: è fondamentale verificare ed analizzare ex ante la fattibilità del lavoro, dati il proprio bagaglio di capacità e conoscenze e la reperibilità del materiale (letteratura, dati, etc.) che si intende utilizzare per lo svolgimento della tesi, oltre ai tempi previsti di attuazione dell’elaborato; L’originalità e la rilevanza dell’argomento: la tesi dovrebbe offrire un contributo originale e innovativo al dibattito accademico e scientifico in materia e avere rilevanza per la disciplina di riferimento. 2 Tenuto conto di tali elementi, la scelta finale dell’argomento della tesi sarà effettuata in accordo con il docente relatore, il quale aiuterà lo studente nel focalizzare al meglio i propri interessi e fornirà allo stesso le prime linee guida sulla ricerca del materiale bibliografico di riferimento. Per meglio orientarsi nella scelta dell’argomento della tesi, è possibile consultare alcune tesi di laurea discusse nel corso delle ultime sessioni di laurea nelle seguenti materie: Analisi Finanziaria, Corporate Social Responsibility e Rendicontazione Sociale, Creazione di Impresa e Imprenditorialità Minore, Economia delle Aziende e delle Amministrazioni Pubbliche, Economia delle Aziende Non Profit, Management Sanitario, Managerial Accounting, Strategia e Controlli nella P.A., Strategia e Politica Aziendale. Le tesi sono consultabili al seguente link: https://www.dropbox.com/sh/ng2b4b7mablhypo/AAARa1J9AH23GIwHcn4G6Fs2a Potrebbe risultare utile, tanto allo studente quanto al docente relatore, la redazione di un progetto preliminare di tesi, avente lunghezza non superiore alle due pagine, indicante: obiettivi e metodologia del lavoro, indice prospettico (o provvisorio) della tesi, eventuali riferimenti bibliografici consultati. Progetto Preliminare di Tesi Cognome e Nome: _________________________________________________________________________________ Indirizzo Email: _______________________________________________ Telefono: ___________________________ Sessione di Laurea Prevista: __________________ Numero di esami mancanti: _______ Media attuale dei voti: ________ Argomento e relatore della tesi di laurea triennale (solo per laureandi biennali): ___________________________________ ________________________________________________________________________________________________ Voto di laurea triennale (solo per laureandi biennali): ___________ Proposta di argomento della tesi: ______________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________________________ Obiettivi e metodologia del lavoro: _________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________________________ Indice prospettico della tesi: _____________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________________________ Eventuali riferimenti bibliografici consultati: __________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________________________ 3 2. LA STESURA DELLA TESI 2.1. La Ricerca del Materiale Bibliografico Una volta scelto l’argomento di massima della tesi, si passa alla ricerca di materiale bibliografico, tanto in biblioteca quanto sul web. Questa fase inizia con la ricerca e la consultazione di materiale orientativo sul tema oggetto della tesi, che possa costituire la base di partenza bibliografica del lavoro; si procede poi ad un ampliamento di tale base bibliografica, di solito facendo ricorso alla bibliografia contenuta nei primi testi consultati; infine, si procede ad un’analisi critica delle risorse e dei risultati trovati. 2.1.1. Le Fonti Utilizzabili Ai fini della redazione di una tesi di laurea, possono essere utilizzati tanto materiali scientifici quanto materiali divulgativi. Rientrano nel materiale scientifico: Articoli di riviste edite da società scientifiche; Monografie o curatele accademiche o scientifiche; Manuali accademici; Rapporti di ricerca elaborati da università, centri di ricerca e istituzioni nazionali e internazionali; Working Papers, ovverosia collane di documenti scientifici pubblicate da università, centri di ricerca e istituzioni nazionali ed internazionali; Banche dati e statistiche raccolte ed elaborate da università, centri di ricerca e istituzioni nazionali ed internazionali. Esempi di Riviste Scientifiche Strategia e Politica Aziendale BUSINESS STRATEGY REVIEW ECONOMIA E MANAGEMENT ECONOMIA E POLITICA INDUSTRIALE HARVARD BUSINESS REVIEW INDUSTRIA. RIVISTA DI ECONOMIA E POLITICA INDUSTRIALE JOURNAL OF BUSINESS STRATEGY L’IMPRESA. RIVISTA ITALIANA DI MANAGEMENT MANAGEMENT INTERNATIONAL REVIEW (MIR) MCKINSEY QUARTERLY PEOPLE AND STRATEGY REVUE FRANCAISE DE GESTION SISTEMI E IMPRESA STRATEGIC MANAGEMENT JOURNAL Pubblica Amministrazione AMERICAN REVIEW OF PUBLIC ADMINISTRATION AZIENDA PUBBLICA JOURNAL OF PUBLIC ADMINISTRATION RESEARCH AND THEORY PUBLIC ADMINISTRATION PUBLIC ADMINISTRATION REVIEW PUBLIC POLICY RESEARCH (già NEW ECONOMY) Economia delle Aziende Non Profit NON PROFIT 4 La Biblioteca di Area Oltre ai libri disponibili presso la Biblioteca Vilfredo Pareto della Macroarea di Economia dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, una Biblioteca di Area, situata al III Piano del Dipartimento Studi “Impresa Governo Filosofia”, è aperta a tutti gli studenti e ricercatori che intendano approfondire le proprie conoscenze nelle seguenti materie: Strategia e Politica Aziendale Social Innovation Economia delle Aziende Non Profit e delle Imprese Sociali Corporate Social Responsibility e Rendicontazione Sociale Management Sanitario Management Culturale Economia delle Aziende e delle Amministrazioni Pubbliche Per maggiori informazioni sui libri disponibili e sulle modalità di prestito, scrivere all’indirizzo email: [email protected] Particolare attenzione va effettuata all’utilizzo di materiale divulgativo (ad esempio, stampa periodica e siti Internet), da effettuare eventualmente per evidenziare alcuni aspetti delle tematiche trattate e non per sostenere una tesi. La stampa periodica (es.: Il Sole 24 Ore, Financial Times, The Economist), ad esempio, può essere utilizzata per costruirsi un’idea sull’argomento della tesi o per ricostruire l’evoluzione di determinati fenomeni o avvenimenti, ma non può costituire una fonte per elaborazioni di carattere teorico o quantitativo, essendo soggetta ad evidenti limiti qualitativi (possibili errori nei dati, interpretazioni soggettive, etc.). Per quanto riguarda l’utilizzo di Internet, è sicuramente opportuno consultare i siti di centri di ricerca, società di consulenza, istituzioni pubbliche e private o di studiosi della materia, mentre è assolutamente sconsigliabile fare ricorso a materiale proveniente da siti di cui non si conosce la qualità dei gestori. L’utilizzo di risorse enciclopediche online come Wikipedia, in particolare, deve essere oggetto di particolare cautela: le voci di Wikipedia, spesso, sono semplicemente abbozzi che necessitano di revisione; inoltre, possono contenere visioni soggettive dell’autore, mancando di qualsiasi supporto accademico-scientifico. 2.1.2. Gli Strumenti di Ricerca Oltre alle tradizionali risorse cartacee (libri e riviste), ricercabili tramite il catalogo in linea della Biblioteca “Vilfredo Pareto” della Macroarea di Economia dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, sono disponibili numerose risorse elettroniche relative ai diversi ambiti disciplinari delle scienze economiche, giuridiche e sociali. Si segnalano, in particolare: ■ Banche dati online, tra cui: Business Source Complete, Jstor, EconLit, Legal Collection, Info Leges, Lexis Nexis, Web of Science, Scopus, World Development Indicators, Essper, Istat banche dati, Research Paper in Economics, Datastream, Pluris Data, Legge Plus. ■ Riviste elettroniche, tra cui: EbscoHost, Jstor, Elsevier/Kluwer (collezioni multidisciplinary); Bepress Journals (scienze economiche); Emerald (management); Kluwer Law International (scienze giuridiche); Il Mulino Rivisteweb (scienze sociali). ■ Working papers, tra cui: materiale di singole istituzioni di ricerca (es.: NBER, CPER, CEIS) e archivi di working paper (es.: EconPapers e Social Science Research Network – SSRN). Per maggiori informazioni sulle risorse disponibili ed accessibili, consultare il sito Internet della Biblioteca “Vilfredo Pareto”: http://economia.biblio.uniroma2.it/ 5 Metodologie di Ricerca È possibile distinguere tre diverse tipologie di metodi di ricerca: metodo qualitativo, che è adatto quando le domande di ricerca mirano a spiegare, esplorare o andare in profondità in una specifica realtà; metodo quantitativo, che è adatto quando il ricercatore vuole costruire un modello inferenziale per fare delle previsioni o delle generalizzazioni, per esempio circa la validità di una teoria; metodo misto, che è utilizzato quando il ricercatore è animato da entrambi i precedenti obiettivi o quando il ricercatore vuole espandere i risultati ottenuti con un metodo (per esempio qualitativo) attraverso l’uso di un altro metodo. 2.2. La Struttura della Tesi Una volta definito l’argomento della tesi e iniziata la ricerca del materiale bibliografico, può risultare utile delineare una struttura per il lavoro, elaborando un indice provvisorio per lo stesso e formulando un’ipotesi di lavoro. Esso avrà la funzione di chiarire le idee e gli obiettivi della tesi, oltre a guidare lo studente nelle varie fasi del proprio lavoro. Una tesi di laurea dovrebbe presentare il seguente schema: Frontespizio (o pagina di copertina), nel quale è indicato il titolo della tesi Eventuali ringraziamenti Abstract Indice Executive Summary Capitolo 1 … Capitolo N Bibliografia Eventuali Appendici Solitamente, non risulta opportuno iniziare dall’introduzione o dal primo capitolo o dalle conclusioni. Tali parti verranno elaborate non appena saranno chiari, oltre all’esatta struttura del lavoro, anche gli eventuali problemi e difficoltà incontrati e gli sviluppi futuri. È preferibile, quindi, cominciare dai capitoli centrali, dal cuore della tesi. I capitoli potranno essere suddivisi in paragrafi ed, eventualmente, in sotto-paragrafi. Non è, comunque, consigliabile giungere al quarto livello di sotto-paragrafo (es.: 1.3.1.2.). Il numero di pagine sarà definito in base alle finalità per le quali il testo viene redatto. La lunghezza “ideale” di tesi di laurea in tematiche economico-aziendali è, comunque, di 90-110 pagine. 2.2.1. Titolo Il titolo deve rappresentare in modo chiaro ed univoco il contenuto dell’elaborato, riflettendo la domanda fondamentale da cui nasce la tesi ed elevandola ad un livello adeguato di astrazione scientifica. Spesso è accompagnato da un sottotitolo, che introduce le scelte teoriche e metodologiche affrontate nella tesi. 6 2.2.2. Abstract L’abstract (o riassunto o sommario) ha il compito di descrivere sinteticamente il problema trattato e gli obiettivi del lavoro, la metodologia adottata e gli eventuali dati utilizzati, i principali ostacoli e limiti incontrati, oltre alle conclusioni e contributi emersi. Solitamente la sua lunghezza varia tra le 100 e le 200 parole. 2.2.3. Executive Summary L’executive summary deve indicare sinteticamente: Perché si è scelto il tema della tesi (motivazioni); Quali sono le domande di ricerca a cui si vuole dare risposta con la tesi (obiettivi e finalità del lavoro); La struttura della tesi e le modalità con le quali si è effettuato lo studio (approcci e metodi utilizzati, ad esempio: case study, analisi empiriche tramite campione o questionari, analisi di contenuto, etc.); I risultati ottenuti nel corso dell’analisi; le proposizioni devono essere sostenute da chiari riferimenti a quanto sviluppato nel testo, evitando l’introduzione di nuovi concetti; Le limitazioni del lavoro e le possibili proposte per superarle, eventuali spunti di riflessione e i possibili approfondimenti futuri dell’analisi, approfondimenti che per qualche motivo non sono stati effettuati in sede di elaborazione della tesi, ma che potranno essere successivamente sviluppati dallo studente o da altri ricercatori in materia. 2.2.4. Capitoli centrali I capitoli centrali sono dedicati alla trattazione dell’argomento chiave della tesi e possono includere, tra le altre, le seguenti sezioni: Rassegna della letteratura teorica ed eventualmente empirica sull’argomento, tenendo in considerazione punti di vista o interpretazioni alternativi ed evidenziando punti di forza e di debolezza; Dati, materiali e metodologie adottati; Risultati dell’analisi, siano essi teorici o empirici; Casi di studio, eventualmente tratti da esperienze di stage svolte nell’ambito del progetto di tesi. Solitamente, tesi in materie economico-aziendale includono indicativamente tre capitoli: il primo capitolo del lavoro dovrà contenere un inquadramento di tipo teorico all’argomento dell’elaborato; il secondo sarà preferibilmente una contestualizzazione settoriale; il terzo dovrà contenere una o più applicazioni aziendali specifiche. 2.2.5. Bibliografia La bibliografia deve includere tutto il materiale utilizzato per la stesura della tesi, sia stato esso citato nel testo oppure semplicemente utilizzato per costruire l’argomentazione della tesi. 2.2.6. Appendici Nelle eventuali appendici va inserito tutto quello che viene ritenuto necessario o utile per la comprensione dell’elaborato, ma che, in qualche modo, potrebbe appesantire l’argomentazione se incluso all’interno dei capitoli centrali. 7 2.3. Gli Standard Editoriali Non esiste una maniera univoca per la presentazione grafica di un lavoro di tesi. Tuttavia, per ragioni di uniformità, si chiede di utilizzare i seguenti standard editoriali. 2.3.1. Frontespizio Sulla pagina di copertina (frontespizio) dovranno comparire le seguenti informazioni: Il frontespizio non va mai numerato. 2.3.2. Indice L’indice dovrà contenere in modo dettagliato le sezioni, i capitoli, i paragrafi e gli eventuali sotto-paragrafi, con relativo numero di pagina. Per un esempio, si veda l’indice di questa guida. 2.3.3. Corpo del testo Il testo deve essere battuto con interlinea 1,5 righe, dimensione del carattere 12 e con i seguenti margini: superiore: 3 cm inferiore: 3 cm destro: 2,5 cm sinistro: 3 cm Le eventuali sezioni (incluse le Appendici) in cui è suddiviso il testo devono essere indicate con numeri arabi (1, 2, etc.); le eventuali sub-sezioni con la notazione 1.1, 1.2, etc. I titoli delle eventuali sezioni in cui è suddiviso il testo possono essere avere una dimensione del carattere differente rispetto al testo. Il tipo di carattere usato può essere scelto dallo studente tra i seguenti: Arial, Calibri, Garamond, Times New Roman, o altro similare. Il testo deve essere giustificato. 8 2.3.4. Bibliografia La bibliografia va riportata in elenco alla fine dell’elaborato (prima di eventuali appendici). L’elencazione dei riferimenti bibliografici non deve essere numerata e va fatta secondo l’ordine alfabetico del cognome dell’autore (nel caso in cui il contribuito sia attribuibile a più autori, il riferimento va fatto al cognome del primo autore), indipendentemente dal tipo di opera o di pubblicazione. Nel caso in cui vi siano più contributi dello stesso autore, l’elencazione deve seguire l’ordine cronologico degli stessi, dal più datato al più recente. Qualora di un autore si citino sia lavori singoli che lavori con altri studiosi, i primi hanno la priorità. Occorre, inoltre, rispettare le indicazioni di seguito fornite. Nel caso di articoli di riviste scientifiche, vanno indicati nell’ordine: Cognome e iniziali del nome dell’autore/degli autori Anno di pubblicazione (tra parentesi, seguito da “a”, “b”, etc. se vi sono più opere dello stesso autore nell’anno di riferimento) Titolo dell’articolo Titolo della rivista (in corsivo) Volume (in corsivo) Numero (tra parentesi) Numeri di pagina dell’articolo Esempi – Articoli di Riviste scientifiche ■ Carpenter M.A. (2002), “The Implications of Strategy and Social Context for the Relationship between Top Management Team Heterogeneity and Firm Performance”, Strategic Management Journal, 23(3): 275-284. ■ Hambrick D.C., Cho T.S., Chen M.J. (1996), “The Influence of Top Management Team Heterogeneity on Firms’ Competitive Moves”, Administrative Science Quarterly, 41(4): 659-684. ■ Eisenhardt K.M. (1989a), “Building theories from case study research”, Academy of Management Review, 14(4): 532-550. ■ Eisenhardt K.M. (1989b), “Making fast strategic decisions in high velocity environments”, Academy of Management Journal, 32(3): 543-576. Nel caso di libri, vanno indicati nell’ordine: Cognome e iniziali del nome dell’autore/degli autori Anno di pubblicazione (tra parentesi) Titolo e sottotitolo del libro (in corsivo) Edizione Eventuale indicazione dell’edizione in lingua originale (opzionale, tra parentesi) Casa editrice Luogo di pubblicazione Esempi – Monografie ■ Zamagni S. (2004), Economia civile, Il Mulino, Bologna. 9 ■ Chandler A.D. (1993), Strategia e struttura (Edizione originale: Strategy and Structure. Chapters in the History of the American Industrial Enterprise, MIT Press, Cambridge, 1962), Franco Angeli, Milano. Esempi – Curatele ■ Carrera D., Messina A, a cura di (2008), Economia e gestione delle aziende nonprofit, Aracne, Roma. ■ Cameron K.S., Sutton R.I., Whetten D.A., eds. (1988), Organizational Decline, Frameworks, Research, and Prescriptions, Ballinger, Cambridge. Nel caso di capitoli in libri a cura di altri autori, vanno indicati nell’ordine: Cognome e iniziali del nome dell’autore/degli autori del capitolo Anno di pubblicazione (tra parentesi) Titolo del capitolo Cognome e iniziali del nome del/i curatore/i del libro Titolo e sottotitolo del libro (in corsivo) Edizione Casa editrice Luogo di pubblicazione Numeri di pagina del capitolo Esempio – Capitoli in libri a cura di altri autori ■ Merton R.K. (1964), “Bureaucratic Structure and Personality”, in Litterer J.A. (eds.), Organizations, Structure and Behavior, John Wiley and Sons, New York, 373-380. Nel caso di working paper, vanno indicati nell’ordine: Cognome e iniziali del nome dell’autore/degli autori Anno di pubblicazione (tra parentesi) Titolo e sottotitolo del working paper (in corsivo) Eventuale titolo della collana di working paper e numero del working paper Editore Luogo di pubblicazione Esempio – Working paper ■ Iraldo F., Frey M. (2007), A Cluster-based Approach for the Application of EMAS, Working Paper n.3, Laboratorio Main, Scuola Superiore Sant’Anna, Pisa. L’elencazione di contributi da altre fonti, come atti di convegni o articoli di quotidiani o riviste (stampa periodica), segue uno schema analogo. 10 Esempio – Atti di convegni ■ Borgonovi E. (2001), “Liberalizzazione e privatizzazione delle public utilities locali: il punto di vista aziendale”, Atti del convegno Liberalizzazione e privatizzazione delle public utilities locali, Modena, 11 ottobre. Esempio – Articoli di quotidiani o riviste ■ Zavaritt A. (2007), “In Italia 5 distretti eccellenti”, Il Sole 24 Ore, 19 novembre. Infine, i siti Internet utilizzati possono essere elencati in ordine alfabetico separatamente, ossia a valle dell’elencazione delle altre fonti, in un’apposita sezione definita “Sitografia”. In ogni caso, occorre indicare l’indirizzo della pagina principale (homepage) del sito web consultato e, possibilmente, la data di consultazione dello stesso tra parentesi. Esempio – Siti Internet ■ www.istat.it (Consultato il giorno: 04/11/2013) 2.3.5. Citazioni Esistono diverse modalità per citare nel testo i riferimenti bibliografici: Alla fine del pensiero si riporta tra parentesi il riferimento (scelta consigliata); Alla fine del pensiero si inserisce una nota a piè di pagina in cui viene riportata la fonte; Il pensiero viene introdotto con appropriate formule che permettono di mettere in evidenza l’autore. Il criterio più semplice e più frequentemente utilizzato è quello della citazione parentetica. Esso consiste nel riportare direttamente nel testo, tra parentesi, il solo cognome dell’autore e l’anno di pubblicazione dell’opera, separati da una virgola. Se il nome dell’autore è già nel testo, si indicherà tra parentesi il solo anno di pubblicazione. Se gli autori sono più di due, nel corpo del testo o nelle note a piè di pagina, si può scrivere il cognome del primo seguito da et al. in corsivo e dall’indicazione dell’anno di pubblicazione tra parentesi, fermo restando che nella bibliografia andranno elencati tutti gli autori. Se il concetto che si è espresso nel testo è riferibile a più autori, occorre inserire tra parentesi tutti i riferimenti, in ordine alfabetico, separati da punto e virgola. Qualora, per semplicità, si preferisca citare solo alcuni dei tanti autori ai quali il concetto riportato può essere riferito, i loro nomi verranno preceduti da “ad esempio”. Nel caso si riportino le stesse parole usate dall’autore, le modalità di citazione rimangono le stesse, ma occorrono alcuni specifici accorgimenti: Il testo citato va incluso tra virgolette; Se il testo originale viene tagliato o modificato, le alterazioni vanno racchiuse tra parentesi quadre; Oltre all’indicazione dell’autore e dell’anno di pubblicazione dell’opera citata, occorre anche inserire il numero o i numeri di pagina dove il testo citato può essere rintracciato. Esempi – Citazioni nel testo ■ Come è stato evidenziato da Ben Ner e Van Hoomissen (1991), … ■ Hambrick et al. (1996) sostenevano che … 11 ■ Una parziale ma comunque fondamentale risposta a queste osservazioni viene dalla teoria del fallimento del contratto (Hansmann, 1980). ■ Come sostenuto da diversi autori (Evers, 1990; Pestoff, 1992; Roustang et al., 1997), … ■ Si tratta di “bisogni o esigenze che non rientrano nei calcoli di convenienza delle aziende for profit o nelle procedure delle pubbliche istituzioni” (Caselli, 1996: p.185). 2.3.6. Appendici Le eventuali appendici vanno inserite in coda all’elaborato. Nel caso le appendici siano più di una, dovranno essere ordinate progressivamente con lettere (Appendice A, Appendice B, etc.). 2.3.7. Note a piè di pagina Le note a piè di pagina possono essere usate per dei commenti, per citare una fonte, per delle brevi digressioni rispetto all’argomento principale o per delle annotazioni rilevanti ma non tali da meritare di essere incluse nel corpo del testo. Esse devono in ogni caso essere minimizzate. Esse devono avere numerazione progressiva (1, 2, etc.) e devono essere inserite a fine capitolo, con interlinea singola e dimensione del carattere 10. I richiami delle note devono essere inseriti, in apice, di seguito al testo cui si riferiscono. 2.3.8. Utilizzo di termini stranieri Quando si impiegano termini stranieri, questi vanno inseriti in corsivo. È comunque consigliato non utilizzare termini stranieri qualora esista un corrispondente vocabolo italiano di uso corrente. 2.3.9. Grafici, Figure e Tabelle I grafici, le figure e le tabelle devono essere numerati progressivamente (Grafico 1, Grafico 2, etc.; Figura 1, Figura 2, etc.; Tabella 1, Tabella 2, etc.). A ciascun grafico, tabella e figura, occorre assegnare un breve titolo, oltre ad indicarne la fonte, seguendo le modalità descritte nel paragrafo dedicato alle citazioni. Tale fonte deve essere poi riportata per esteso nella bibliografia o nella sitografia. Qualora la fonte sia totalmente propria, si può utilizzare la dicitura: “elaborazione propria”. Qualora la fonte sia attribuibile a terzi, ma parzialmente modificata dall’autore, la dicitura può essere: “adattamento da …”. 2.3.10. Formule La numerazione delle formule deve apparire in parentesi tonda sul lato sinistro della pagina. 2.3.11. Numerazione delle pagine Le pagine devono essere numerate con numeri arabi in basso al centro a partire dall’Introduzione. 12 2.3.12. Stampa La stampa deve essere effettuata con inchiostro nero (esclusi eventuali grafici, figure, tabelle, immagini, etc. a colori) in carta bianca A4 (21 x 29.7 cm). La stampa deve avvenire su facciata singola. È consigliata la stampa di una sola copia rilegata della tesi, da presentare alla Commissione esaminatrice il giorno della discussione. Al relatore e al correlatore la tesi potrà essere presentata in formato elettronico. La versione elettronica della tesi potrà essere inserita sul web per consultazione da parte di altri studenti. 2.4. Il Plagio Il plagio consiste nell’appropriazione impropria di materiale di altrui proprietà intellettuale, usurpandone la paternità (ovverosia dichiarandosene autore). Per evitare il plagio, lo studente deve evitare di: Copiare integralmente o parzialmente, parafrasare, riassumere o leggermente cambiare materiale di altri, tralasciando di citarne la fonte; Tradurre fedelmente materiale da altre lingue, senza citarne la fonte. Potrà essere richiesto, prima della discussione della tesi, un controllo antiplagio, attraverso l’utilizzo del software Turnitin. 3. LA DISCUSSIONE DELLA TESI 3.1. Il Calcolo della Media Ponderata di Partenza Per calcolare la media ponderata di presentazione: Calcolare il coefficiente del singolo esame, attraverso la moltiplicazione del voto riportato per il valore del credito (escluse le idoneità e il lavoro finale, che non esprimono un voto); Calcolare il coefficiente totale degli esami sostenuti, attraverso la somma di tutti i coefficienti di ogni singolo esame; Calcolare la media ponderata rappresentata in trentesimi, dividendo il coefficiente totale per il coefficiente ottenuto dal totale dei crediti conseguiti (esclusi i crediti assegnati per le idoneità ed il lavoro finale); Calcolare la media ponderata rappresentata in centodecimi moltiplicando la media ponderata rappresentata in trentesimi per 110 e dividendo il risultato ottenuto per 30. Il valore ottenuto con il recupero delle cifre millesimali (la cifra in millesimi pari o superiore a 5 si arrotonda alla cifra superiore, la cifra in millesimi pari o inferiore a 4 si arrotonda alla cifra inferiore – es.: 104,945 si arrotonda a 104,95; 104,944 si arrotonda a 104,94) costituirà la media ponderata di partenza del laureando. 3.2. La Seduta di Laurea Nel corso della seduta di laurea, ogni candidato presenta il proprio elaborato alla Commissione (composta dal proprio relatore e da altri docenti della Macroarea). Normalmente, ciascun candidato ha a disposizione circa 10 minuti per presentare il proprio lavoro, oltre al tempo dedicato per eventuali domande ed osservazioni da parte della Commissione esaminatrice. La presentazione deve essere finalizzata ad evidenziare il contributo di originalità dalla stessa offerto e il percorso logico e di analisi grazie al quale il candidato è giunto a delineare tale contributo. 13 La proiezione di slide a supporto della presentazione della tesi è facoltativa. Qualora si decidesse di fare ricorso a tale tipo di presentazione, è consigliato l’utilizzo di poche slide, costruite attraverso l’utilizzo di software come Microsoft Power Point o Prezi. Per quanto concerne i contenuti, è consigliabile l’uso di figure, tabelle e punti elenco, piuttosto che di una rilevante densità di testo. Successivamente alla presentazione da parte del candidato, è prevista una discussione tra i membri della commissione esaminatrice e il candidato, finalizzata ad approfondire alcuni aspetti affrontati nel lavoro e a chiarire eventuali dubbi. Il docente relatore, nella discussione della tesi, ha il ruolo di: Effettuare una breve presentazione del candidato e delineare i tratti principali della tesi; Avviare la discussione, chiedendo al candidato di presentare il lavoro in termini generali o un suo aspetto di particolare rilievo; Contribuire eventualmente alla discussione. Il punteggio di laurea è espresso in centodecimi. In base alle regole in vigore per le sessioni di laurea magistrale, alla media ponderata di presentazione verranno aggiunti fino a 5 punti per la qualità dell’elaborato scritto e della relativa presentazione; in caso di tesi di particolare pregio segnalate da parte del relatore, potranno essere attribuiti fino a 8 punti. Al candidato che ottiene il punteggio massimo di 110/110 la Commissione può con delibera unanime e motivata attribuire la lode. 14