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Il GOVERNO CLINICO - Azienda USL Imola
Il GOVERNO CLINICO Il Concetto di Clincal Governace La Clinical Governace, in italiano tradotto con il termine “Governo Clinico” rappresenta il contesto in cui i servizi sanitari si rendono responsabili del miglioramento continuo della qualità dell'assistenza e mantengono elevati livelli di prestazioni creando un ambiente che favorisce l'espressione dell'eccellenza clinica nel limite delle risorse disponibili" (NHS White Paper, 1999). Il Governo Clinico è introdotto nel 1997 nel Regno unito con la riforma sanitaria del governo laburista; con il documento “A First Class Service” è stato messo in primo piano il tema dell’assistenza come dovere delle Aziende e responsabilità dei professionisti, rispetto al precedente approccio di politica sanitaria centrato più sul budget e sul risparmio delle risorse del sistema; con il Governo clinico pertanto si punta sul miglioramento continuo della qualità dei servizi Nel Piano Sanitario Regionale del 1999-2001 la Regione Emilia Romagna afferma che Governo Clinico è il cuore delle organizzazioni sanitarie: investe tutto il sistema organizzativo, tanto l’ambito strategico quanto quello strutturale ed operativo; Il Governo Clinico si realizza nell’ambito della responsabilità del miglioramento continuo dei servizi erogati e nella salvaguardia di elevati standard assistenziali da parte dei professionisti e dell’organizzazione E’ volto ad assicurare l’adozione di sistemi di garanzia della qualità, la realizzazione di attività di miglioramento ed il controllo della qualità dei servizi sanitari Con l’approccio al Governo Clinico si passa quindi da una fase quasi esclusivamente centrata sul governo del sistema affidato ad aspetti gestionali ed amministrativi, ad una nella quale l’enfasi ritorna sull’efficacia ed appropriatezza e quindi sul risultato dell’assistenza Il Governo clinico si prefigge di far partecipare la componente clinica alla definizione degli obiettivi strategici assistenziali nel contesto della programmazione aziendale; si è osservato nel tempo che la separazione tra le componenti gestionali/amministrative e quelle cliniche crea: tensione, conflittualità, demotivazione, mancanza di obiettivi strategici condivisi, eccessiva enfasi negli strumenti di gestione/controllo, rallentamento nella crescita culturale e nella responsabilizzazione dei professionisti L’isolamento inoltre del mondo clinico può produrre: autoreferenzialità, arroccamento, continua ricerca della “fuga” e scarso senso di appartenenza alla “causa comune” aziendale, incapacità a comprendere e discutere obiettivi condivisi di cambiamento L’isolamento del mondo degli amministratori può produrre: incomprensione per le problematiche cliniche, ricerca quasi esclusiva di soluzioni organizzative/amministrative, adozione di politiche incoerenti rispetto ad obiettivi di efficacia ed appropriatezza. Gli elementi o gli organi che in Azienda promuovono e definiscono il Governo Clinico sono: i Documenti strategici di politica aziendale (Piano strategico aziendale), il Collegio di Direzione (Organo responsabile del Governo clinico), i Dipartimenti, i Percorsi clinico assistenziali, le attività di Auditing, i Gruppi operativi multidisciplinari Affinché il Governo clinico possa realizzarsi è necessario saper individuare e selezionare gli interventi sanitari efficaci ed appropriati e le modalità necessarie ad implementarli efficacemente Per Efficacia Clinica si intende Il miglioramento della salute, in un paziente o in un gruppo di pazienti, che è possibile ottenere in base alle risorse disponibili; l’efficacia clinica quindi misura quanto un intervento è capace di agire in modo positivo su tre 1 livelli: il livello di cura, le condizioni assistenziali, la tempestività (l’intervento può essere + o - efficace se eseguito precocemente o tardivamente) Per Appropriatezza si intende quando viene offerto al paziente qualcosa che gli serve e non lo danneggia, al momento giusto a al giusto livello assistenziale Governo clinico e Qualità dell’assistenza sono strettamente correlati: perseguendo la qualità dei servizi erogati, poniamo l’attenzione su quel processo che tende al miglioramento continuo del prodotto sanitario attraverso la valutazione della qualità, dei risultati ottenuti e delle modalità operative con cui il risultato viene conseguito, orientando l’attenzione anche agli aspetti organizzativi Le dimensioni della qualità dell’assistenza possono essere rappresentate nelle seguenti categorie: Efficacia, Efficienza, Appropriatezza, Accessibilità, Soddisfazione degli utenti, Accettabilità delle cure, Tempestività Il Governo Clinico si basa fondamentalmente sullo sviluppo di una cultura che promuova e supporti il miglioramento della pratica e dell’assistenza al paziente; sviluppare una giusta cultura è forse una delle più grosse sfide del Governo Clinico e non accadrà in breve tempo; una cultura che incoraggi discussioni franche e riflessioni sulla pratica consente agli operatori di imparare dalla propria esperienza; questo inplica sia il congratularsi per ciò che è stato fatto bene, sia l’imparare da ciò che è stato fatto meno bene. Un’assistenza di alta qualità richiede inoltre un effettivo lavoro multidisciplinare allo scopo di consentire un approccio integrato basato sui percorsi assistenziali, superando i campanilismi; la collaborazione deve essere fra professionisti, ma estesa anche ai pazienti, coinvolgendoli nelle decisioni riguardanti il loro trattamento. Gli strumenti per la pratica del governo clinico sono: QUALITA’ E ACCREDITAMENTO, FORMAZIONE CONTINUA, AUDIT CLINICI ED ORGANIZZATIVI, LINEE-GUIDA, GESTIONE DEL RISCHIO, EVIDENCE BASED PRACTICE, PERCORSI DIAGNOSTICO TERAPEUTICI ASSISTENZIALI. Accreditamento significa dare credito ad una struttura attraverso un procedimento di verifica esterna che valuta se la struttura o parte di essa soddisfa requisiti qualitativi predeterminati. Rappresenta uno degli strumenti della riforma sanitaria a garanzia del diritto del cittadino a scegliere le cure e per consentire la partecipazione dei soggetti privati alle attività di tutela della salute nel paese. La normativa prevede che siano le Regioni a definire le modalità di Accreditamento e questo ha significato per ogni regione la costruzione di un sistema di verifica continua dei livelli qualitativi dell’attività di produzione sanitaria di tutte le Aziende sanitarie sia pubbliche che private che operano nel settore della salute per conto del sistema pubblico. Si parla di Accreditamento istituzionale quando L’ente di governo assume la diretta responsabilità di definire i requisiti, ispezionare le strutture che devono essere sottoposte al processo di valutazione, determinare le conseguenze sulla base dei risultati. In italia l’Accreditamento è istituzionale Il processo di Accreditamento è stato introdotto con i Decreti legislativi applicativi della legge 421; è stato successivamente ripreso nel decreto legislativo 229 del 99 ed approfondito nel Piano Sanitario Nazionale 1999-2001 dove si definisce che: √ l’accreditamento si applica allo stesso titolo, alle strutture sanitarie pubbliche e private 2 √ √ i requisiti funzionali all’attuazione dell’istituto dell’accreditamento sono diversi e ulteriori rispetto ai requisiti minimi autorizzativi il compito di definire i criteri per l’accreditamento e di conferire lo stato di struttura accreditata compete alle singole Regioni e Province Autonome E’ necessario Accreditare una Struttura Sanitaria per √ garantire livelli standardizzati nell’ambiente in cui si sviluppa la pratica clinica √ dare garanzie “interne” ed “esterne” di buona organizzazione e sicurezza delle strutture e dei processi che vi si svolgono √ costruire guida e sostegno alle organizzazioni per indirizzare lo sforzo organizzativo al miglioramento della qualità delle prestazioni e dei servizi √ garantire i finanziamenti pubblici all’Azienda √ per migliorare l’immagine Aziendale e la possibilità di guadagnare la fiducia dell’utente √ fornire maggiore motivazione al personale (tutto) per la pratica della qualità nell’ambito del servizio in cui operano Il processo di Accreditamento va quindi a valutare la presenza di requisiti di qualità predeterminati di un’organizzazione sanitaria a fini di dare garanzia di buon funzionamento della struttura e quindi autorizzare la struttura a lavorare per conto del sistema sanitario pubblico. La normativa sia nazionale che quella regionale contestualizza il processo di accreditamento nell’ambito di un processo più ampio e sistemico di verifica e autorizzazione al funzionamento delle strutture sanitarie si a pubbliche che private. L’Accreditamento rappresenta un secondo livello di verifica istituzionale che deve essere prima preceduto dal processo di Autorizzazione al funzionamento della struttura. La legge regionale 34 del 1999 sull’autorizzazione al funzionamento e l’accreditamento delle strutture sanitarie fornisce molti elementi di definizione in tal senso. L’AUTORIZZAZIONE rappresenta un processo di verifica obbligatoria del possesso da parte della struttura dei requisiti minimi, strutturali ed organizzativi, che ne consentano il funzionamento. L’Autorizzazione al funzionamento riguarda tutte le strutture pubbliche e private che erogano servizi sanitari; sono tenute all’autorizzazione le strutture sanitarie che erogano prestazioni sanitarie in regime di degenza, residenziale, ambulatoriale, studi medici, odontoiatrici e strutture esclusivamente dedicate ad attività diagnostica anche per conto terzi L’autorizzazione è indispensabile al funzionamento della struttura e mira a garantirne la sicurezza. L’autorizzazione prevede il possesso di requisiti strutturali, impiantistici, di attrezzature che attengono tipicamente alla destinazione sanitaria di una struttura. L’autorizzazione viene rilasciata dal sindaco del Comune in cui ha sede la struttura, a seguito di istruttoria di un’apposita Commissione dell’Azienda sanitaria locale di riferimento. In tutte le strutture sanitarie, inoltre, devono ovviamente essere applicate tutte le norme di sicurezza che discendono dalla legislazione generale: norme relative agli impianti elettrici, agli impianti anti incendio, all’antisismica, alla sicurezza del lavoro. L’Accreditamento istituzionale è l’atto che conferisce alle strutture sanitarie e ai professionisti lo status di "soggetto idoneo ad erogare prestazioni per conto del Servizio Sanitario Nazionale". Prevede il possesso di requisiti - ulteriori e aggiuntivi rispetto a quelli dell’autorizzazione - che fanno riferimento alla qualità dell’assistenza sanitaria e alle relative modalità di valutazione. Essi riguardano le procedure 3 assistenziali, i percorsi assistenziali, i requisiti professionali degli operatori, i risultati dell’assistenza. Nella Regione Emilia-Romagna l’accreditamento sarà rilasciato a quei soggetti – pubblici e privati - che risultino funzionali "alle esigenze della programmazione regionale, elaborata in relazione al fabbisogno assistenziale della popolazione L’accreditamento è rilasciato dalla Regione Emilia-Romagna (Assessorato sanità), dopo un’istruttoria tecnica per la valutazione del possesso dei requisiti, condotta dall’Agenzia Sanitaria Regionale. Nell’ambito dei processi di verifica dei livelli qualitativi delle prestazioni sanitarie è previsto anche il processo di CERTIFICAZIONE che consiste in un processo di valutazione cui la struttura si sottopone volontariamente, rispetto a norme riconosciute a livello internazionali. Tale processo viene effettuato da un’agenzia esterna autorizzata a certificare l’adeguatezza alle norme di riferimento Nel nostro paese il sistema di Certificazione alla norma ISO 9000 è stato adottato da parte di alcune Regioni come sistema per autorizzare ed accreditare le strutture sanitarie. Nella Regione Emilia Romagna una struttura Certificata Iso 9000 non è accreditata né tantomeno autorizzata, in quanto esistono specifiche procedure per acquisire le due autorizzazioni. Audit Dal latino: “ascolto attivo”, interrogatorio, inchiesta, “verifica”“ nei vari settori amministrativo, gestionale, finanziario, scientifico, didattico, il termine fa riferimento al concetto di rivedere”“revisionare”; Nel sistema ISO 9000 si fa riferimento al concetto di “verifica del rispetto delle procedure” (verifica ispettiva). Nella versione VISION 2000 “audit interno ed esterno effettuato da soggetti esterni interessati all’organizzazione (es. utenti) o da organismi indipendenti”; Verifiche esterne (accreditamento) per valutare l’adesione a requisiti o standard predefiniti (commissione professionale) In sanità ci sono varie accezioni: clinico, medico, infermieristico organizzativo … Il concetto di AUDIT nel mondo sanitario è nato negli USA come “verifica standardizzata della documentazione clinica” inizialmente retrospettiva, successivamente contemporanea e prospettica Nella letteratura scientifica nazionale (CEVEAS Liberati) per Audit si intende un’iniziativa condotta da operatori che cercano di migliorare la qualità e gli esiti dell’assistenza attraverso una revisione tra pari strutturata, per mezzo della quale i professionisti esaminano la propria attività ed i propri risultati a confronto con standard concordati e la modificano se necessario Processo sistematico, non occasionale, attraverso cui il personale sanitario verifica periodicamente le proprie pratiche assistenziali e dove necessario modifica l’attività clinica (audit clinico). Il Piano Sociale e Sanitario 2008-2010 nel delineare un sistema compiuto di clinical governance individua fra gli strumenti per l’esercizio delle funzioni attribuite al Collegio di Direzione la “responsabilità nell’elaborazione del sistema di audit clinico.... ed i Dipartimenti rappresentano il luogo ottimale per l’esercizio di tali attività” Sviluppare processi di Auditing permette di promuovere una cultura ed un pensiero in cui i professionisti, durante la pratica clinica quotidiana, pensino se stanno fornendo la cura migliore, come sia possibile migliorare ciò che fanno, se hanno migliorato la pratica clinica, mettendo in atto processi di auto/eterovalutazione per promuovere il cambiamento L’Audit clinico fornisce pertanto un metodo per far riflettere i professionisti riflettere in modo sistematico sulla loro pratica professionale ed eventualmente poterla rivedere Nell’Audit sono valutati sistematicamente aspetti della struttura, dei processi e degli out come dell’assistenza, in rapporto ad espliciti criteri. Dove è indicato, sono quindi 4 implementati i cambiamenti a livello individuale, di team o di servizio e sono effettuati successivi monitoraggi per confermare il miglioramento dell’assistenza sanitaria erogata È un meccanismo interno per gli operatori, da utilizzarsi per un miglioramento qualitativo gestito fra gli stessi professionisti (fra pari) Se la Ricerca può rappresentare lo strumento con cui definire quale sia la pratica migliore, L’Audit rappresenta il ponte fra la ricerca e la pratica. Permette di effettuare il confronto tra ciò che dovrebbe essere la pratica, in base alla ricerca, e ciò che è in realtà; dal processo di Auditing possono emergere i punti di debolezza e le strategie per superarli L’Audit non è uno strumento gestionale relativo alle risorse, altrimenti avrebbe valenza di tipo gerarchico; avviene sempre tra pari ed ha finalità di miglioramento della qualità. Non è strumento di minaccia nei confronti di singoli operatori, in quanto verrebbe meno il confronto libero tra i professionisti. Non è strumento competitivo fra diversi operatori, in quanto il concetto di competitività è in antitesi rispetto al concetto di revisione tra pari L’Audit è un processo in cui la qualità dell’assistenza sanitaria è sottoposta a valutazione e, se occorre, è migliorata. E’ un processo sistematico che partendo dalla identificazione di un problema (solitamente di criticità o da migliorare), ne analizza le cause, definisce l’obiettivo di miglioramento, gli interventi correttivi utilizzando criteri di buon comportamento clinico degli operatori e verifica (misura) i risultati ottenuti sulla base di standard espliciti predefiniti utilizzando, di solito, indicatori appropriati. Corrisponde a progetti di VRQ/MCQ Il processo di Auditing si realizza nelle seguenti fasi: identificazioni dell’ambito e scopo dell’AUDIT, ricercare in letteratura scientifica cosa già e presente sulla pratica oggetto di osservazione, quali gli indicatori quali gli standard riconosciuti; definire criteri e standard per l’osservazione; osservare la pratica e raccogliere dati, confrontare i dati osservati rispetto ali standard; implementare il miglioramento ed il cambiamento della pratica osservata Il clinical audit può essere fatto da singoli gruppi monodisciplinari (Audit interno) o da gruppi multidisciplinari che possono coinvolgere più servizi di un ospedale o di diverse aziende sanitarie con un approccio di sistema (Audit esterno) In questo caso occorre la convergenza di varie componenti, la disponibilità di dati pertinenti di buona qualità, il mandato della o delle direzioni, una attività di formazione e supervisione continua. L’Audit interno, clinico, può essere connotato come volontario, formativo, non sanzionatorio e condotto tra pari; l’audit esterno, quello delle visite ispettive eseguite da una parte terza per l’accreditamento istituzionale o per la certificazione Vision 2000, è orientato al miglioramento condiviso di tipo più spesso strutturale e organizzativo gestionale, ma anche professionale L’Audit aiuta a risolvere problemi clinico-organizzativi e gestionali, accelera i cambiamenti richiesti dalla variabilità della casistica, dalle nuove conoscenze e dai nuovi obiettivi gestionali ecc.; determina un miglioramento sul campo delle conoscenze tecnicoscientifiche degli operatori professionali, facilita atteggiamenti autovalutativi, incrementando la competenza, degli operatori coinvolti nell’audit; educa alla misurazione dei risultati e alla successiva verifica (misura), grazie all’interpretazione clinica dei dati, educa alla valutazione critica degli standard, favorisce l’omogeneità dei comportamenti per migliorare la leggibilità dei processi sanitari, riconosce l’autorevolezza professionale sulla base di competenze, ruoli, funzioni e responsabilità. Ci sono alcuni aspetti del processo di Auditing che vanno presidiati a scapito del successo positivo della metodologia: la responsabilità di committenza, di progetto, d’applicazione e verifica non sempre sono chiare; molte volte il progetto è inadeguato (in partenza ed in itinere) rispetto al livello tecnico-scientifico e socio-culturale dei 5 professionisti; devono essere presenti sostegni informatici o di altro tipo, l’ambiente non deve favorire pratiche di medicina difensiva, deve essere garantita la confidenzialità dei dati; devono essere ben valutate le risorse necessarie allocate dai professionisti coinvolti; ci deve essere coerenza tra politica gestionale sanitaria e necessità di progetto di audit; deve essere definito un congruo e realistico limite temporale di svolgimento dell’audit prima di valutarne l’impatto L’acquisizione della metodologia dell’ audit clinico può costituire uno strumento per mettere ordine nelle attività rivolte al cambiamento, razionalizzando il percorso e garantendo un utilizzo ottimale delle conoscenze e delle risorse professionali I professionisti attraverso il ciclo dell’ audit possono acquisire le competenze per affrontare con metodo definito i processi di cambiamento, incorporando tali abilità e competenze Linee Guida Raccomandazioni di comportamento clinico, prodotte attraverso un processo sistematico, coerenti con le conoscenze sul rapporto costo/benefico delle prestazioni, per assistere professionisti sanitari e pazienti nella scelta delle modalità di assistenza più appropriata, in specifiche circostanze cliniche La gestione del Rischio Il sistema sanitario, come comparto produttivo, è fra i più rischiosi ed imprevedibili poiché si occupa di persone con diversi e complessi problemi di salute: il 30% delle attività sanitarie può andare naturalmente incontro ad eventi avversi per la naturale complessità della medicina e delle condizioni dei pazienti stessi. Il risk management in sanità rappresenta l’insieme di varie azioni complesse messe in atto per migliorare la qualità delle prestazioni sanitarie e garantire la sicurezza del paziente, sicurezza basata sull’apprendere dall’errore La gestione del Rischio è un Processo sistematico, comprendente sia la dimensione clinica che quella gestionale, che impiega un insieme di metodi, strumenti e azioni che consentono di identificare, analizzare, valutare e trattare i rischi al fine di migliorare la sicurezza dei pazienti (Glossario del Ministero della Salute, 2006). Per Rischio Clinico si intende la probabilità che un paziente sia vittima di un evento avverso, cioè subisca un qualsiasi danno o disagio imputabile, anche se in modo involontario, alle cure mediche prestate durante il periodo di degenza, che causa un prolungamento del periodo di degenza, un peggioramento delle condizioni di salute o la morte. Gli eventi avversi che derivano da errore sono eventi avversi prevenibili, gli altri sono detti reazioni avverse. L’oggetto specifico del Rischio Clinico non è tanto l’Evento Avverso e cioè il danno causato dalla assistenza sanitaria (e indipendente dalla patologia sottostante) che può essere misurato in termini di prolungamento della degenza, o di danno fisico alla dimissione (Brennan+Leape+Thomas), quanto piuttosto l’Incidente e cioè un evento indesiderato riguardante un paziente che, in condizioni ottimali, non è conseguenza della malattia o del trattamento (Wolff). Per Quasi-errore (near miss) si intende una situazione o evento che ha causato preoccupazione, un incidente evitato grazie ad un intervento tempestivo di correzione da parte dell’uomo. Il verificarsi di un incidente è frutto di una concatenazione di eventi che è riuscita a superare tutte le difese che erano state messe in atto. I “buchi” nel sistema sono gli errori (di esecuzione o di pianificazione). Per Evento Sentinella si intende un indicatore sanitario la cui soglia è 1, cioè basta che il fenomeno si verifichi una sola volta perché si renda opportuna un’indagine immediata volta ad accertare se hanno contribuito al suo verificarsi fattori che potrebbero in futuro essere corretti 6 Gestire la Sicurezza nell’organizzazione significa Rimuovere le cause degli incidenti, (gli errori umani e di sistema), imparare dagli incidenti accaduti, prevenirli nel futuro, ridurre le loro conseguenze….sui pazienti, sugli addetti, sulle risorse finanziarie delle organizzazioni sanitarie.. La ricerca delle evidenze scientifiche in Rete La Rete è un collegamento fra computer, e i computer in una rete sono connessi attraverso hardware e software: l’hardware è tutto ciò che connette fisicamente i computer nella rete (le linee telefoniche, i cavi in fibre ottiche, i computer stessi) Il software consente di utilizzare l’hardware e regola il modo con cui i computer comunicano tra loro nella rete Un motore di ricerca (in inglese search engine) è un sistema automatico che analizza un insieme di dati, spesso da esso stesso raccolti, e restituisce un indice dei contenuti disponibili classificandoli in base a formule statistico-matematiche che ne indicano il grado di rilevanza data una determinata chiave di ricerca. Tipologie di motori di ricerca Tradizionali Google, Bing, Yahoo (ex AltaVista), Virgilio/Libero. Un METAMOTORE è un'interfaccia che svolge la sua interrogazione su più motori di ricerca contemporaneamente fornendo risultati più esaurienti URL uniform resource locator (indirizzo) è uno standard informatico per specificare univocamente un oggetto nella rete La Pagina web è un documento visibile, il Link è un collegamento fra pagine web Traduttori on-line sono programmi che da diversi motori di ricerca è possibile accedere e consentono la traduzione letterale, dall’inglese all’italiano, di parole, brani, siti. E’possibile scaricarli o utilizzarli temporaneamente registrandosi in siti specifici (es. Garzanti) si accede gratuitamente ai dizionari; Nella Intranet è disponibile il collegamento ad alcuni dizionari (Ragazzini, Zingarelli ) L’Evidence Based Medicine costituisce un approccio alla pratica clinica dove le decisioni cliniche risultano dall’integrazione tra l’esperienza del clinico e l’utilizzo coscienzioso, esplicito e giudizioso delle migliori evidenze scientifiche disponibili, mediate dalle preferenze del paziente Quando si parla di medicina basata sulle evidenze si intende una medicina basata su prove, verificata nei risultati. L’Evidenza è un risultato valido, generalizzabile, clinicamente rilevante che emerge da studi clinici condotti da colleghi degnamente appartenenti alla comunità scientifica mondiale Quando parliamo di Ricerca intendiamo un’indagine sistematica intrapresa per scoprire fatti o relazioni e raggiungere conclusioni usando un metodo scientifico (hockey, 1996). Quando parliamo di Evidence Based Practice (EBP), intendiamo la ricerca della letteratura, l’identificazione ed il recupero sistematico della letteratura su uno specifico/tema o per uno specifico obiettivo. La ricerca è sempre il motore della conoscenza. L’EBP è lo strumento con il quale possiamo acquisire conoscenza là dove la ricerca è già stata realizzata. La metodologia dell’EBP si caratterizza per un processo che porta a convertire il bisogno di informazione in quesiti clinici ben definiti, Ricercare, con la massima efficienza, le migliori evidenze disponibili, Valutare criticamente le evidenze, Integrare le evidenze nelle decisioni cliniche Quando si parla di fonti della ricerca si distinguono due tipologie: le Fonti primarie che traggono conoscenze direttamente dalla pratica clinica e sono rappresentate da Studi sperimentali e Studi osservazionali. Le Fonti Secondarie che estrapolano le conoscenze dalla sintesi dei risultati di diversi studi primari, e possono essere Revisioni sistematiche, Linee guida, Rapporti HTA, Analisi decisionali, Analisi economiche 7 La ricerca direttamente in INTERNET delle fonti presenta pro e contro: l’accesso alle fonti d’informazione è più celere, di contro le fonti sono spesso nascoste in una marea d’informazioni di qualità discutibile o perlomeno incerta. Per una ricerca più mirata è opportuno accedere da Internet ai siti per l’Evidence Based Practice (www.gimbe.org www.evidencebasednursing.it) e quindi a specifiche banche dati Le fonti di informazione, primarie e secondarie, possono essere raccolte in Banche Dati consultabili. Le Banche Dati sono prevalentemente costituite da un database formato da campi e record: il Campo è un aggregatore di informazioni omogenee: autori (au), titolo (ti), riviste (jour), tipo di pubblicazione (pt), data (dp), stringa di testo (tw); il Record costituisce ogni singola citazione pubblicata Nelle Banche Dati sono pubblicate lettere, editoriali, articoli generici, così come il meglio degli studi primari e delle revisioni sistematiche. Gli studi di elevata qualità occupano una proporzione estremamente esigua per cui è necessario utilizzare strumenti di ricerca nell’ambito della letteratura indicizzata. Le banche dati possono essere consultabili con modalità diverse: Ricerca per parole chiave. Una parola chiave è un termine significativo rispetto al contenuto del testo. Tuttavia è definita arbitrariamente. Per una ricerca efficace bisognerebbe che autore, indicizzatore e utente utilizzassero parole chiave coincidenti. Ricerca tramite Thesaurus. Il thesaurus è un insieme complesso ed altamente strutturato di termini, collegati fra di loro in una rete di relazioni gerarchiche è un vocabolario organizzato dove i termini sono fra loro collegati secondo criteri di vicinanza o appartenenza e gerarchizzati. E’ quindi un “soggettario” dove un concetto viene ricondotto ad un unico termine. I soggetti specifici che lo compongono sono i termini MeSH (Medical Subject Headings). Il thesaurus consta di circa 19.000 termini o descrittori MeSH. Durante il processo di indicizzazione ad ogni citazione vengono assegnati da 5 a 20 termini MeSH in modo che i contenuti dell’articolo siano descritti completamente ed accuratamente Ricerca tramite gli operatori boleani: sono strumenti di ricerca comuni a tutti i principali motori. Devono il loro nome ad un matematico inglese George Boole, che ha dimostrato come esprimere un'operazione logica attraverso operazioni algebriche; si tratta di quattro parole inglesi di cui ci interessano in particolare queste tre: AND, OR, NOT. IL PROCESSO DI MIGLIORAMENTO Il Dlgs 11.4.94 a tema ‘Indicatori di efficienza e qualità’ è stata la prima normativa a sottolineare l’importanza di approcciarsi alla stesura di progetti di qualità. In un progetto di Miglioramento della Qualità è sempre bene individuare accanto agli indicatori che misurano l’obiettivo finale - indicatori di esito o risultato – accurati indicatori di processo (a misura delle fasi di attuazione operativa del progetto). Elementi determinanti nella costruzione del Sistema Qualità sono: la centralità del cliente; poiché il sistema qualità si basa sull’analisi di processi molto complessi diventa prioritaria l’identificazione del cliente (esterno, o persona assistita, ed interno) e la sua soddisfazione; il monitoraggio dei processi e di alcuni esiti importanti; la definizione e l’aggiornamento di procedure gestionali e operative (ivi comprese le Linee Guida professionali e i Percorsi Diagnostico-Terapeutici) rilevanti e la verifica della loro applicazione; la promozione di gruppi di miglioramento che progettino e realizzino processi reali di miglioramento nel rispetto di adeguate metodologie (cicli di qualità); l’integrazione del Sistema Qualità con il Sistema Informativo, il Sistema Premiante ed il Budgeting 8 Fin dalle fasi iniziali del percorso verso la qualità e l'eccellenza i gruppi di miglioramento sono risultati uno degli "strumenti" più interessanti ed efficaci tra le diverse tecniche proposte. I gruppi di miglioramento nascono dall'idea di affidare il raggiungimento di un obiettivo direttamente alle persone che ogni giorno lavorano su determinate tematiche, con la partecipazione di altre competenze utili, tra cui i facilitatori. Oltre all'anima "metodologica" il gruppo è composto dalle persone direttamente coinvolte nel processo che si intende analizzare. Sono i lavoratori ad essere i migliori esperti dei processi, nessuno meglio di chi opera conosce le attività che servono veramente e quelle che ne costituiscono solo un inutile rallentamento. Il gruppo è costituito da un numero limitato di partecipanti (10-20 ) e da un conduttore; si tratta di un gruppo ben definito, strutturato, di miglioramento, autoformativo, eterocentrato, basato sull’esperienza: strutturato, cioè condotto secondo una tecnica che prevede precise modalità di svolgimento di miglioramento, nel senso che chi vi partecipa lo fa con lo scopo dichiarato di cercare di migliorare la capacità di svolgere una specifica attività autoformativo, in quanto il miglioramento avviene tramite i contributi che i vari partecipanti forniscono all’interno del gruppo stesso eterocentrato, in quanto l’attenzione viene rivolta a situazioni che sono state vissute all’esterno del Gruppo basato sull’esperienza, in quanto la discussione parte dal racconto di qualcosa che il gruppo conosce Il gruppo di Miglioramento applica il sistema del PDCA (acronimo di Plan Do Check Act), detto anche ruota della qualità: Plan corrisponde alla fase di scelta del problema, definizione di criteri ed indicatori, progettazione ed esecuzione dello studio, analisi delle cause, Do corrisponde ad un primo intervento pilota, Check alla verifica dei risultati di questo primo intervento; se l’intervento ha avuto successo, si passa alla fase Act, che corrisponde all’estensione e alla generalizzazione dell’intervento. Il gruppo di Miglioramento, attraverso un'attenta analisi dell'obiettivo, la raccolta e l'esame dei dati disponibili e l'utilizzo di strumenti statistici, formula delle proposte di soluzione del problema da presentare ai committenti per un'attenta valutazione. Le proposte approvate vengono affidate ad alcuni responsabili, solitamente scelti tra gli stessi componenti del gruppo, per la sperimentazione. L’orientamento al metodo è di basilare importanza, imponendo di applicare una sequenza logica ai processi decisionali ed acquisire una struttura intellettuale ed operativa per esercitare il proprio ruolo. Altrettanto rilevante è un orientamento ai risultati che comporta il passaggio dall’idea di “cosa fare” (attività) all’idea di “cosa conseguire” (risultato) Le 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. tappe della progettazione di un progetto di miglioramento sono le seguenti: Analisi della situazione (risorse-vincolidomanda/ bisogni/attese….) Individuazione del problema prioritario Analisi delle cause del problema Definizione degli obiettivi specifici Individuazione di criteri , Indicatori , Strumenti, Tempi per la valutazione risorse e obiettivi Definizione del programma operativo (attori,tempi...) Sperimentazione ed attuazione Valutazione intermedia e finale Comunicazione dei risultati 9 I problemi sono individuati attraverso il “PROBLEM FINDING” ovvero la ricerca degli stessi attingendo da: Osservazione della realtà: Sistema gestione Qualità, Reporting, Statistiche correnti, Inchieste, Dati/informazioni di letteratura, Analisi organizzativa, Benchmarking, Esperienza operatori Ascolto segnalazioni, richieste, reclami Al termine del problem finding si applicherà il “PROBLEM SETTING” ovvero si attuerà una selezione delle priorità La “REINGEGNERIZZAZIONE” che si sviluppa oggi in modo continuativo può interessare vari ambiti: 10 STRUTTURALE: modelli organizzativi e livelli di responsabilità FUNZIONALE: processi di delega FORMATIVA: ridefinizione equilibrio “efficienza-efficacia” GESTIONALE: definizione obiettivi e attese Da un punto di vista metodologico è necessario definire sempre “chi” progetta. Il metodo di lavoro basato sulla progettazione non è un’esclusiva di nessuna figura, ma appartiene ad ogni livello gestionale. Al variare del ruolo varieranno, l’oggetto, le finalità e la complessità del progetto 11