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estratto - Amos edizioni

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estratto - Amos edizioni
The Herb Garden
My mother before she died insisted
I should have a herb garden
Something in her English soul
Amid rough South Africans
Called for the tenderness of mint
The old scent of lavender and sage
They arrived in soggy pages of The Star
With a spade taller than herself
She dug them into my backyard
Before I was ready for them
A cigarette tightly in her lips
Explaining chives made life worthwhile
That is how she died in her own
Garden of sweet remembrance
Very frail then with a bucket and spade
The size we children used for play
Always finding the sun too hot the soil
Far too dry for the gentler herbs
Today after the long heart-stopping drought
My mother’s bed of lost spices
Has so flourished I have cut it back
And the mint is in the crevices of fingers
The sage under my very nails
And I remember her every gesture.
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L’orto
Prima di morire mia mamma insisteva
Che dovevo avere un orto per le erbe
Qualcosa nel suo spirito inglese
In mezzo a sudafricani rozzi
Desiderava tenerezze di menta
Antichi odori di salvia e lavanda
Arrivarono in pagine umidicce di The Star
Con una pala più alta di lei stessa
Le piantò nel mio spiazzo dietro casa
Prima che io ne fossi preparato
La sigaretta stretta fra le labbra
Spiegando che l’erba cipollina dona un senso al tutto
È così che se ne andò in quel suo
Orto di dolci ricordi
Fragilissima allora col secchiello e la paletta
Grandi come i giocattoli dei bimbi
Lamentandosi del sole troppo cocente e della terra
Troppo secca per le erbe delicate
Oggi dopo la grande siccità che arresta il cuore
Il letto di spezie smarrite di mamma
È così cresciuto che l’ho dovuto circoscrivere
E la menta è tra le crepe delle dita
La salvia fin sotto le mie unghie
E ogni suo gesto io me lo rammento.
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Season of Violence
has not ended; was due to close;
termination was fully announced –
prayer-day now throughout the nations –
the air is cluttered with silent words –
can’t breathe for ascending petitions;
not over yet; only begun
a derailment at Mariannhill;
Sunday is another killer in South Africa;
take a philosophical view:
‘O Lord afford me detachment
from those who want to but don’t know how;
bullets through flesh fly easily’
As Archbishop Tutu said Martin Luther
King said: ‘those who live an eye
for an eye end up blind people’
will not end; for ever and ever;
help out now; Amen.
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La stagione della violenza
non è finita; ne era prevista la chiusura;
la cessazione ufficialmente annunciata –
giorno di preghiera, ora, nelle nazioni –
l’aria è satura di parole silenziose –
le petizioni crescenti non danno respiro;
non ancora conclusa; solo iniziata
un deragliamento alla Missione Mariannhill;
in Sud Africa ogni domenica è assassina;
prendila con filosofia:
“Signore concedimi il distacco
da chi sa che vuole ma non sa come averlo;
i proiettili trapassano la carne facilmente”
Come disse l’arcivescovo Tutu, Martin Luther
King disse: “chi vive occhio
per occhio finisce cieco”
non finirà; nei secoli e nei secoli;
liberaci ora; amen.
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Roots
I went back to my ancestral home
in that famous Borderlands,
from which the world was given some song
and the power of a pair of inky hands:
reivers the Grays, those minor thieves,
raiding the Chapmans and Livingstones,
Pringles in the djingles, Campbells in their shiels,
burnsing ballads over their dry bones;
last post before Hadrian’s wall,
poets and Picts beyond the dung-ripe steep –
learned to use English better than the conqueror,
indistinguishable from their laird’s sheep;
lowly; few stayed behind; exported people;
took, without reason, rhythm and their doodled rimes;
left croft and loch and falling steeple
to celebrate in metres their New Lits;
today it’s jist as weel they emigrated;
the bus has run into a wave of caterpillars;
they’ll eat the wheels, they’re never sated;
more treacherous than all those Border Wars;
no more grass, the corn’s uprooted
at the hairpin bend (First Pub in Scotland);
Guid God, laddie… This is worse than Rorke’s Drift;
moths eat paper too and quills in my homeland!
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Radici
Sono ritornato alla mia casa ancestrale
in quelle famose Terre di Confine,
donde al mondo fu donato qualche canto
e il potere d’un paio di mani inchiostrate:
predoni quei Gray, quei piccoli ladri,
che depredavano i Chapman e Livingstone,
i Pringle nelle gole, i Campbell nei loro covi,
alla Burns le ballate sulle loro ossa secche;
ultima scolta prima del vallo di Adriano,
poeti e Pitti oltre l’erta ben lavorata di letame –
dotti nell’uso dell’inglese meglio del conquistatore,
indistinguibili dalla pecora del loro laird*;
modesti; pochi sono restati; gente esportata;
portarono, senza ragione, ritmo e rime scribacchiate;
lasciarono brolo e loch* e torrioni cadenti
per celebrare in metro loro Nuove Letterature;
oggi è solo un bene che siano emigrati;
la corriera è finita sopra una colonna di bruchi;
si mangiano le gomme, non sono mai satolli;
più traditori di tutte quelle Guerre di Confine;
non c’è più erba, il frumento è sradicato
alla curva tornante (il Primo Pub in Scozia);
Buon Dio, figliolo... È peggio del Rorke’s Drift;
le tarme mangiano anche carta e penne nella mia terra natia!
* In Scots laird sta per padrone; loch sta per lago
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Commendation
Shall I compare thee?
beautiful number –
radiant as stained glass
the bruise upon your gloss,
collapsable sonnet
heav’nly lays –
shall I compare?
for thou art until Kingdom come
and lesser mortals as well do
no less than hind and hock
magic key may unlock
the splendour falls
on castle walls,
feathery feathery, shall I?
tradesman and true
to British verse (back entrance)
a magic last minstrel’s lay –
a summer day –
more, much more
the likes of which
words are nothing for
greater than
Shakespeare and Tennyson
no comparison.
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Encomio
Devo paragonarti?
ritmo stupendo –
radiante come vetro colorato
il livido sul tuo fulgore,
sonetto pieghevole
canti celesti –
devo paragonare?
perché tu sei finché venga il regno
e anche mortali minori
non meno di lombi e garretto
la chiave magica può aprire
lo splendore cade
sulle mura del castello,
come piuma, come piuma, lo farò?
artigiano e fedele
al verso britannico (entrata sul retro)
un magico ultimo canto del menestrello –
un giorno d’estate –
di più, molto di più
per qualcosa di simile
le parole sono nulla
più grande di
Shakespeare e Tennyson
nessun paragone.
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After César Vallejo
I’ll be dying in Johannesburg in a thunderstorm,
one day that I already remember.
I’ll be dying in Johannesburg – nothing to be ashamed of –
perhaps on a Sunday in autumn like today.
It’ll have to be a Sunday, because today being Sunday
I am writing this verse, the bones of my arm aching,
and as never before I have been reviewing
the whole lonely route I have come.
Stephen Gray is dead, everything
strikes at him and he makes no response;
they hit him soundly with a baton, hard
with a rope; a witness
to all the Sundays and the bone in his arms,
alone, the rain, the street…
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Alla maniera di César Vallejo
Morirò a Johannesburg in una tempesta,
in un giorno che già ricordo.
Morirò a Johannesburg – nulla di cui vergognarsi –
forse una domenica d’autunno come questa.
Dovrà essere di domenica, perché oggi è domenica
e sto scrivendo questi versi, le ossa del braccio mi fanno male,
e mai come prima mi sono messo a recensire
il lungo percorso solitario da cui sono venuto.
Stephen Gray è morto, tutto
gli dà contro ma lui non emette risposta;
lo colpiscono pesantemente con un manganello, forte
con una corda; testimoni
sono tutte le domeniche e le ossa delle sue braccia,
solo, e poi la pioggia, la strada…
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