Stephen King e Giacomo Leopardi abitano nella casetta al limite del
by user
Comments
Transcript
Stephen King e Giacomo Leopardi abitano nella casetta al limite del
42 L’ECO DI BERGAMO MERCOLEDÌ 10 LUGLIO 2013 Cultura C’era una volta Twitter La lettura è per la mente quello che l’esercizio è per il corpo JOSEPH ADDISON [email protected] www.ecodibergamo.it a Stephen King e Giacomo Leopardi abitano nella casetta al limite del bosco A Songavazzo una biblioteca speciale: dentro la capanna una panca, un tavolo e centinaia di libri È sempre aperta: nessuna schedatura, niente firme. Unica regola, la responsabilità di ciascuno PAOLO ARESI a La casetta di legno sta sul limite delle piante, a una trentina di metri dalla strada, la si raggiunge lungo un sentiero selciato, in leggera salita. È raggiungibile da tutti, anche da chi è costretto a muoversi in carrozzina. C’è il profumo del bosco e il silenzio. La porta della casetta si apre dolcemente. All’ingresso c’è la famosa frase di Dostojevskij: «La bellezza salverà il mondo». E poi una dedica: «A Renzo Scandella e a tutti coloro che riempiranno questa casa». È la casetta dei libri. La «Cà di leber», come si dice nel dialetto di questo lembo di Val Seriana che si affaccia sull’Altopiano di Clusone. Dentro si sente l’odore del legno che si mescola a quello della carta: ai tronchi che costituiscono la casetta sono affissi dei ripiani popolati di libri. Centinaia di libri. Questa casetta è sempre aperta. Giorno e notte, estate e inverno. Esiste da due anni e mezzo, nessun vandalo, mai, ne ha approfittato. Soltanto una mano ignota sulla panchina prima dell’ingresso ha scritto: «Ti amo». In tempo di crisi delle librerie e del sistema bibliotecario della Provincia, rappresenta la rivincita dei libri. La serata di Parè Stefano Savoldelli, assessore alla cultura e vicesindaco del comune di Songavazzo, con il sindaco Giuliano Covelli, è il protagonista di questa piccola avventura. Si siede sulla panca che sta dentro la casetta e racconta: «È partito tutta nell’estate del 2010 quando Davide Sapienza, scrittore che abita a Songavazzo, ospitò Marco Paolini, il quale tenne una serata a Paré di Fino del Monte, a 1200 metri di quo- IL COMMENTO Un invito ad aprire porte e portoni ta, qua vicino, e fu un successo incredibile, parteciparono tremila persone. Paolini interpretava «Uomini e Cani», ispirato all’opera di Jack London. Renzo Scandella, di Castione, titolare dell’albergo Baitella, ha la passione per la falegnameria: costruì per Paolini una casetta di tronchi di legno, uguale a quelle descritte da Jack London. Paolini chiese a Scandella se poteva costruirgliene una dove abitava, ad Asiago. Fu così che scattò la nostra idea: perché non fare una casetta di Jack London anche a Songavazzo? E perché non farne un luogo dei libri? Un luogo aperto, un po’ anarchico, un luogo accogliente per tutti». Programmi A Avvicinare pubblico e scrittori Tre incontri A King e Altieri L’assessore Stefano Savoldelli ha 40 anni, è del paese, i libri sono una sua grande passione. Parla nella casetta, la luce tenue, fuori il temporale si è placato, ma le nuvole restano. Sugli scaffali libri di ogni genere: Asterix e i britanni, La Bibbia, I Quindici, Revolver della Santacroce, I no che aiutano a crescere, Insomnia di Stephen King, Kim, Senza Famiglia, Ultima luce di Alan Altieri... Arrivano sulla soglia un uomo, una donna e un cane. L’uomo e la donna chiedono permesso, entrano, hanno uno zaino pieno di libri. Vengono da Songavazzo, si chiamano Stefania Piantoni e Alessandro Scandella, dicono: «Riportiamo i libri che abbiamo letto. Non avevamo mai letto il Grande Sonno di Chandler, davvero bellissimo. Siamo affezionati a questa casa dei libri, veniamo almeno una volta al mese». L’assessore è contento, dice: «Tanta gente frequenta la casetta, c’è grande rispetto. Qui non ci sono regole se non quella della L a porticina della Casa dei libri è sempre aperta, sopra il paese di Songavazzo, al confine del bosco. È come un piccolo rifugio, dentro ci sono gli alimenti necessari per sopravvivere all’inverno della cultura: ci sono i libri. Una bella panca, un tavolo, l’odore dei tronchi di abete con cui la casetta è costruita. E gli scaffali che grondano volumi: Le Carrè, Tom Clancy vicino a Leopardi, la Bibbia accanto ad Alan Altieri, i Quindici che fanno compagnia a Senza Famiglia, Raymond Chandler e Stephen King che vanno a braccetto con Collodi... La porta della Casa dei libri è sempre aperta. Ci si può andare di giorno o di notte, d’estate o d’inverno. Non c’è luce elettrica, se volete leggere di La casetta dei libri è fatta con tronchi di abete, ospita alcune centinaia di volumi FOTO STUDIO ALFA L’idea nacque quando Marco Paolini si esibì nel 2010 a Fino Da due anni e mezzo la casetta è molto frequentata anche dai bambini notte, portatevi una torcia elettrica. E se fa freddo, copritevi bene. Ma la porta è sempre aperta, basta una piccola spinta per spalancarla. Un tempo tutti gli usci nei nostri paesi erano aperti nella bella stagione. Li si spalancava attorno a Pasqua, li si chiudeva per via del freddo a ottobre, ma senza catenacci, senza serrature. Anche in città era così, fino a metà del secolo scorso. Nelle cascine della Bassa, i portoni venivano chiusi soltanto di notte. Alla sera capitava che arrivassero dei poveracci, dei cantastorie, dei suonatori di organetti che nella giornata avevano racimolato ben poco. La gente delle cascine non negava mai un piatto di minestra e la possibilità di dormire nel tepore del fienile. buona educazione, ognuno è responsabile. Qui si viene, si prendono i libri, si portano a casa. Poi si riportano, senza obblighi. Tanti genitori vengono qui con i figli. È un posto di incontro, di incrocio: c’è chi sale, porta dei libri, li regala, ne prende altri. In questi due anni e mezzo non abbiamo avuto problemi. C’è chi mette un po’ in disordine, ma c’è anche chi sale nella casetta e rimane a mettere in ordine...». Piccoli segni che parlano di amore per i libri che rappresentano il pensiero, la volontà di conoscere. Qualcuno ha attaccato a un tronco un pannello di legno con incisa una frase: «Non dir di me che di me non sai, pensa per te, poi di me dirai». Fuori dalla casetta due panchine e un totem regalato dallo scultore Sergio Pagliai. Dall’uscio parte un sentierino che sale ancora, per un’altra trentina di metri, e arriva a uno spiazzo erboso con tavoli e panchine, pini e robinie. Spiega l’assessore: «Questo è il luogo di lettura. C’era solo boscaglia, fino a quattro mesi fa. Poi i volontari l’hanno ripulita e abbiamo scoperto questo spiazzo naturale, sempre i volontari hanno ricavato questo sentiero e adesso la casetta è dotata anche di questo luogo, questo poggio che domina tutto l’Altipiano di Clusone». Il sentiero che porta alla casetta Poi abbiamo cominciato a chiudere le porte. Questione di sicurezza, in certi luoghi senza dubbio. Ma in altri no. In altri questa abitudine manifesta soltanto la paura di perdere «la roba» che abbiamo accumulato. Manifesta che siamo prigionieri del nostro benessere, come diceva Papa Francesco lunedì a Lampedusa. E perdiamo l’umanità: che è contatto, relazione, che è porte aperte. A Bergamo abbiamo cominciato chiudendo le porte di casa, adesso sono chiusi anche tutti i portoni, nemmeno i cortiletti, talvolta deliziosi, dei nostri borghi sono più visibili. La porta della Casa dei libri non ha serratura, i suoi libri non sono catalogati, schedati. Ma non diminuiscono, anzi, au- Parente stretta della casetta dei libri, la «Cà di leber», è la programmazione culturale di questo piccolo Comune, settecento anime il cui sindaco è Giuliano Covelli, esperto di natura, di agricoltura, di zootecnia. Songavazzo ha stretto un’alleanza con il confinante paese di Rovetta e propone una rassegna letteraria che si apre sabato nella casa dei Fantoni di Rovetta. Sarà protagonista Antonio Colli, già dirigente della Banca Popolare di Milano. Con una particolarità: era il migliore amico di Luciano Pavarotti. Lo seguiva ovunque, lo consigliava. Colli ha scritto sul grande tenore un libro fuori dal coro, ha per titolo: «Luciano Pavarotti, l’altro verso della medaglia». Di recente, Colli ha pubblicato un nuovo libro: «Giuseppe Verdi, un mondo da scoprire». Il 3 agosto nel parco Beniamino Barzasi di Songavazzo sarà ospite Paolo Spampatti, originario di Gandino, che presenterà il suo libro «Un caldo vento di fine agosto» che narra un periodo della sua vita, quando divenne famoso in tutta Europa come Paolo Music che compose «Disco Winter», un vinile che balzò in testa alle classifiche di vendita di mezza Europa. La fama, il successo. E poi l’oblio. La terza serata sarà sabato 10 agosto ancora nel parco Barzasi di Songavazzo con Giuliano Pasini, autore del volume «Io sono lo straniero» edito da Mondadori. mentano. Liberamente, la gente li porta su, li lascia in dono, magari ne prende qualcuno e poi lo riporta. Qualche volta capita che ci sia del disordine, allora c’è qualcuno che rimette a posto gli scaffali. Che sia il caso di seguire questo esempio anche altrove? Che sia il caso di riaprire usci e porte e portoni e portoncini? A cominciare, ovviamente, da quelli che ciascuno porta dentro di sè... E a Songavazzo hanno avuto un’altra idea: cominceranno presto a inserire armadietti con scaffali davanti alle case del paese, ognuno potrà mettere e togliere libri, liberamente, in un’apertura, un dialogo nuovo con gli altri abitanti. P. A. ©RIPRODUZIONE RISERVATA