Territorio, ricerca e racconto. Parole che possono riempire una vita
by user
Comments
Transcript
Territorio, ricerca e racconto. Parole che possono riempire una vita
Territorio, ricerca e racconto. Parole che possono riempire una vita intera. Concetti che di certo racchiudono il senso del nostro operato e che danno vita, anche questo anno, al libro che state sfogliando. Libro, quindi, più che catalogo, perché la voglia di descrivere, la voglia di entrare nel particolare, cammina di pari passo alla necessità di comunicare le novità. Libro ma anche strumento di lavoro, per tutti noi. Ogni pagina racchiude una storia e dietro ogni vino, ogni prodotto, c’è la faccia di chi lo realizza, c’è un senso di unicità che rappresenta quello in cui crediamo, c’è la voglia di condividere che è alla base delle nostre giornate. Quest’anno abbiamo voluto riempire le pagine come non mai. Le abbiamo arricchite con racconti nuovi che rendono sempre più oggettivo il nostro modo di operare. Le abbiamo rafforzate, sottolineando delle scelte filosofiche ed estetiche. Mettendo in prima fila, come sempre, tante opportunità. Indice CERETTO LANGHE8 Cantina Ceretto 10 Blangè12 Arbarei13 Monsordo14 Rossana15 Piana16 Bernardina17 ECO-AGRICOLTURA24 Bricco Asili 26 Bricco Rocche 27 Asili28 Bernardot29 Bricco Rocche 30 Cannubi San Lorenzo 31 Brunate32 Prapò33 BARBARESCO18 Barbaresco19 MOSCATO D’ASTI34 I Vignaioli di Santo Stefano 35 Moscato d’Asti 36 Asti Spumante 37 BAROLO20 Barolo21 PIONIERI22 BAROLO CHINATO38 CORAVIN40 TERROIRS FRANCIA - ACQUA44 Chateldon e Thonon 45 FRANCIA - CHAMPAGNE46 Salon 47 Delamotte 48 FRANCIA - BORGOGNA CRéMANT50 Veuve Ambal 51 AUSTRIA - WACHAU52 Weingut Knoll 53 Jacques Prieur Billard-Gonnet Dubreuil-Fontaine 74 76 77 FRANCIA - BORGOGNA CÔTE DE NUITS Alain Michelot Hudelot-Noellat François Lamarche Domaine Arlaud Domaine Sérafin 78 80 81 82 84 85 AUSTRIA - KREMSTAL54 Weingut Nigl 55 FRANCIA - BORGOGNA MÂCONNAIS 86 Olivier Merlin 87 La Soufrandière - Bret Brothers 88 Château-Fuissé 89 GERMANIA - PFALZ56 Bassermann-Jordan 57 FRANCIA - JURA90 Berthet-Bondet 91 GERMANIA - MOSEL58 Weingut Dr. H. Thanisch 59 FRANCIA - VALLÉE DU RHÔNE Château Grillet92 Château Grillet 93 FRANCIA - ALSAZIA60 Gérard Neumeyer 61 FRANCIA - VALLÉE DU RHÔNE NORD94 Alain Graillot 95 A. Clape 96 Vincent Paris 97 FRANCIA - LOIRA62 Vacheron 63 Serge Dagueneau 64 FRANCIA - BORGOGNA CHABLIS66 Gilbert Picq 67 FRANCIA - BORGOGNA CÔTE DE BEAUNE Fontaine-Gagnard Etienne Sauzet 68 70 72 FRANCIA - VALLÉE DU RHÔNE SUD98 Clos du Caillou 99 FRANCIA - PROVENZA BANDOL100 Château de Pibarnon 101 FRANCIA - BORDEAUX SAUTERNES102 Château Gravas 103 Indice FRANCIA - BANYULS104 Abbe Rous 105 SVIZZERA - DISTILLATI E LIQUORI DI FRUTTA 116 Etter 117 SPAGNA - MONTILLA MORILES106 Toro Albalà 107 RUM NICARAGUA Helena Fuente 120 121 PORTOGALLO - PORTO108 Van Zeller 109 RUM GUADELOUPE Jacques Trefois 122 123 FRANCIA - COGNAC110 Dudognon 111 Whisky Eilan Gillan FRANCIA - BAS ARMAGNAC112 Château de Ravignan 113 GIN 126 Bunch 127 Black Cat 128 Gold Mine 129 FRANCIA - CALVADOS114 Serge Desfrièches 115 124 125 CERETTO GUSTI - Bottega LANGHE - PIEMONTE Piemonte, oltre al vino la Nocciola Relanghe e la Nocciola Piemonte I.G.P. Metodo Relanghe Dal noccioleto al... prodotto finito Relanghe, i prodotti Torrone Torrone Flor de Cana Tartufi dolci d’Alba - Flor de Cana Tartufi dolci d’Alba Il Tartufo 250 - Flor de Cana Tartufi dolci d’Alba Flor de Cana Ricoperto Tartufi dolci d’Alba - Riblot Espositori da banco Nocciola Piemonte I.G.P. Dragées Brut e Bun Selezione di Dragées Prodotti da forno - Panettoni 134 135 136 137 138 150 151 152 153 154 155 157 158 160 161 162 Confezioni regalo Enrico Crippa Torta di Nocciole 163 168 169 TORINO - PIEMONTE Guido Gobino Guido Gobino, i prodotti Giandujotto e Giandujottino Cremini Specialità Cialdine Monorigine e Blend Cialdine e Tavolette - Chontalpa Fave di Cacao e Preparato solubile - Chontalpa Mini Dame e Bilingue di cioccolato Creme spalmabili Confezioni e Scatole regalo miste Fogli e Mini Fogli di cioccolato Tavolette Display Dame per coperture 170 171 172 176 178 179 180 181 182 183 184 186 188 189 CERETTO GUSTI - Laboratorio Relanghe Relanghe, i prodotti Torrone con Nocciola Piemonte I.G.P. Nocciola Piemonte I.G.P. Pasta di Nocciole Piemonte I.G.P. Pasta di Nocciole Piemonte I.G.P. e Cacao Pasta di Pistacchio Pasta di Mandorle Macchina per gelato Granella e Farina di Nocciole Piemonte I.G.P. Olio di Nocciole Piemonte I.G.P. 192 193 195 196 197 198 199 200 201 202 Glucosio e Ostia Prodotti per la sala Guido Gobino Guido Gobino, i prodotti Coperture Creme da spalmare Preparato solubile al Cacao Chontalpa Polvere di Cacao Prodotti per la sala 203 204 206 207 212 213 214 215 L’eccellenza dei vini langaroli è un complesso risultato, frutto della ricchezza di un territorio e della maestria di sapienti imprenditori che lo plasmano per dar vita a prodotti unici. Il segreto del successo per la famiglia Ceretto, risiede in molti, diversi elementi. In primis, la terra e la sua unicità. Sono le colline delle Langhe, l’altitudine e la dolcezza dei loro pendii, le caratteristiche del terreno, a determinare il valore dei vigneti e delle uve che da questo luogo fertile provengono. Questo però non basta, ci vogliono la passione e la sapienza dell’uomo nell’elaborarli. Riccardo Ceretto negli anni ’30 lo aveva intuito iniziando a produrre vini tipici del territorio ma sono i figli Bruno e Marcello ad aver alzato la posta, iniziando a comprare vigneti nelle aree ora più celebrate del Barolo e del Barbaresco, affrontando così una sfida che ha puntato sulla valorizzazione della tipicità delle Langhe e sulla qualità dei suoi vini. Oggi i loro Barolo insieme ai Barbaresco sono le punte di diamante della loro produzione ma poi ci sono le grandi intuizioni rivelatesi nel tempo vincenti: nel regno dei vini rossi investire su di un bianco, l’Arneis Blangè e la scelta di promuovere la qualità a discapito della quantità anche nella produzione del Moscato con I Vignaioli di Santo Stefano. Questi i numeri del mondo Ceretto: 160 ettari di vigneti in proprietà, 4 Cantine, 16 tipologie di vini prodotti, 150 collaboratori tra vigna, cantina e ufficio, 5.000 clienti tra enoteche e ristoranti in Italia, 60 paesi d’esportazione. Ultimo fondamentale pilastro del successo Ceretto: un continuo dialogo con la tradizione con uno sguardo sempre rivolto al futuro. Infatti, l’avvento della terza generazione - Alessandro, Federico, Lisa e Roberta - ha introdotto la consapevolezza che anche l’organizzazione, i processi aziendali, il marketing e l’immagine dell’azienda, sono altrettanto fondamentali quanto il prestigio delle produzioni. Cronologia Fine ottocento. I nonni. La storia della famiglia Ceretto inizia a Valdivilla, frazione di Santo Stefano Belbo. Seconda metà anni ’30 Riccardo Ceretto fonda ad Alba la Casa Vinicola Ceretto. 1957 Bruno termina la scuola e va a lavorare con il padre seguendo la commercializzazione dei vini. 1961 Marcello entra in azienda e assieme al fratello inizia la selezione dei migliori cru nelle zone di Barolo e Barbaresco, una scelta innovativa per l’epoca. 2000 A Bricco Rocche nasce il Cubo di vetro, diventato poi uno dei simboli architettonici del Barolo. 2003 Grazie ai molti contatti con produttori stranieri che condividono la filosofia di qualità data da grandi vigne in proprietà, nasce la selezione Terroirs. 6 1970 Acquisto alla sommità della collina Asili, a Barbaresco, primo vigneto di proprietà. Inizia la costruzione della cantina Bricco Asili a Barbaresco. 1999 Entrano nell’azienda i figli: Lisa, Roberta, Alessandro, Federico. Prima iniziativa d’arte contemporanea: ristrutturata la cappella alle Brunate per opera degli artisti David Tremlett e Sol LeWitt. 2005 Inaugurazione di due ristoranti ad Alba, in Piazza Risorgimento: La Piola e Piazza Duomo. Nel 2006 la prima Stella Michelin per Enrico Crippa, la seconda nel 2009 e la terza nel 2012. 1976 Nascono i Vignaioli di Santo Stefano per la produzione del Moscato. 1982 Acquisto dei primi terreni di Arneis. Nasce l’idea del Blangè che si concretizza nel 1985. 1977 A Castiglione Falletto inizia la costruzione della cantina di Bricco Rocche. Primo anno di produzione del Barolo Bricco Rocche. 1994 Creazione di Relanghe per nobilitare la Nocciola Piemonte I.G.P e uno dei suoi dolci simbolo: il Torrone. 2009 Inaugurato l’Acino alla Tenuta Monsordo Bernardina, assieme alla nuova area accoglienza per ricevere l’enoturista 7 giorni su 7... 1987 Trasferimento dell’azienda presso la Tenuta Monsordo Bernardina ad Alba. 1986 Debutto con 2 eventi internazionali per il Barolo Bricco Rocche 1982, al Castello di Barolo e al Four Seasons di New York. I Ceretto diventano così ambasciatori della cultura della loro terra, le Langhe, nel mondo. 2011 Nasce Ceretto Gusti, che comprende la distribuzione dei prodotti Relanghe e Guido Gobino. Ceretto è... CANTINA Bricco Rocche SEDE E CANTINA Tenuta Monsordo Bernardina CANTINA Bricco Asili CANTINA I Vignaioli di Santo Stefano 7 Langhe Alba Grazie alla sua particolare collocazione geografica, al clima e al ricco sottosuolo che compone le sue colline, le Langhe sono una tra le più generose regioni vitivinicole al mondo. Il nome, d’origine celtica, significa “lingue di terra” e si riferisce alle colline allungate, spesso molto ripide, disposte in modo da formare tante vallate profonde e strette. Il fiume Tanaro le attraversa e le divide in due zone: a nord il Roero (dal nome della famiglia che ne possedeva il feudo), a sud, nella parte meridionale del Piemonte, le Langhe. Le Alpi Marittime e l’Appennino Ligure che le delimitano, le proteggono anche dalle correnti d’aria provenienti dal mare, risultando un alleato naturale prezioso. L’andamento climatico è uno dei fattori più determinanti per la buona maturazione dell’uva. Il clima temperato, continentale, le stagioni ben definite e gli sbalzi termici tra il giorno e la notte permettono di originare vini di qualità, pieni, longevi e con una perfetta bevibilità. La composizione del suolo langarolo deriva dal ritiro del mare Padano, iniziato circa 16 milioni di anni fa. Il substrato è caratterizzato da argille, marne calcaree, marne bluastre, tufo, sabbie e gessi solfiferi. L’alternanza di questi strati fa sì che le viti regalino vini d’eccellente finezza, struttura ed eleganza diversi fra loro, con sfumature personalizzate per ogni piccola parcella. Il carattere calcareo-argilloso delle cosiddette “terre bianche” prevalenti in Langa da vini rossi, di corpo, mentre i terreni più sabbiosi e soffici del Roero permettono di produrre bianchi piacevolmente fruttati. Geologicamente le Langhe hanno avuto origine nel Miocene,15 milioni di anni orsono: il suolo, di conseguenza, risulta compatto e solido. Il Roero è di formazione più recente, risale infatti al Pliocene dell’Era Terziaria, 5 milioni di anni fa. 8 CERETTO Langhe Restringendo la più ampia area “Langhe”, si arriva a definire un territorio il cui epicentro è la città di Alba, che si estende fra le colline ai due lati del fiume Tanaro sovrapponendosi alle stesse aree del Barolo e del Barbaresco, partendo dal confine più a sud, Monforte per poi risalire a est fino a Montelupo Albese e Roddino, mentre dalla parte opposta ricalca parte del Roero. Il terreno, in verità, è simile a quello delle denominazioni più famose adiacenti, ma con colline più aperte e caratterizzate da venti più freddi. Questa, è stata la prima terra di conquista dei fratelli Ceretto negli anni ’60, proprio intorno alla cascina Rossana, l’omonimo vigneto di Dolcetto d’Alba. Poco più in là, s’iniziarono a lavorare la Barbera d’Alba del vigneto Piana e, poi, le uve del vigneto Bernardina di Nebbiolo d’Alba. Questi sono 3 vini di superlativa eleganza, di straordinaria tipicità piemontese e in grande equilibrio con il loro prezzo. PIANA Barbera d’Alba D.O.C MONSORDO Langhe D.O.C. Rosso BERNARDINA Nebbiolo d’Alba D.O.C. Blangè Langhe D.O.C. Arneis Rossana Dolcetto d’Alba D.O.C. ARBAREI Langhe D.O.C. Bianco 9 Cantina Ceretto Tenuta Monsordo Bernardina Nel 1987 i Ceretto scelgono un antico casolare ottocentesco alle porte di Alba e lo trasformano in un moderno e attrezzato quartier generale. La Tenuta Monsordo Bernardina è il vero centro nevralgico, dove si concentrano le attività amministrative e commerciali, gli uffici e il magazzino che raccoglie i vini delle 4 diverse cantine di famiglia e inoltre è la sede della produzione di alcune tra le etichette storiche dell’azienda. L’ambizione creativa e la spinta innovatrice si spingono oltre e nel 2009, per rispondere ad una crescente attenzione per il prodotto enologico da parte di un pubblico sempre più curioso e interessato, la famiglia Ceretto ha deciso di trasformare questo luogo ed integrarlo con un nuovo, ampio spazio dal moderno design dedicato alla degustazione dei vini, alla loro vendita, alla promozione di incontri, convegni ed eventi culturali. Punta di diamante è l’avveniristico “Acino”, che s’affaccia sulle vigne del Barolo, un nuovo progetto che rispecchia in pieno lo spirito della famiglia Ceretto, sempre in bilico tra tradizione e rinnovamento, un’architetturapaesaggio trasparente che si inserisce armoniosamente nell’ambiente circostante. 10 CERETTO Langhe La storia della Tenuta è legata alla storia d’amore tra Vittorio Emanuele e Rosa Vercellana negli anni in cui iniziava il processo di unificazione dell’Italia. Nel 1847 il ventisettenne Vittorio Emanuele II, figlio del re Carlo Alberto, incontra la quattordicenne Teresa Luisa Rosa Maria Vercellana chiamata Rosina e se ne innamora. Nell’autunno del 1851 Vittorio Emanuele diventa Re d’Italia. Dal rapporto con Rosa nascono Vittoria, il 1 dicembre 1848 ed Emanuele Alberto, il 4 ottobre 1851. Nel 1855 muore Maria Adelaide, moglie di Vittorio Emanuele II e Rosina ed i suoi figli diventano la famiglia privata, ufficiosa, di Vittorio Emanuele. Nel 1858 scoppia il “Caso Rosina”, con decreto reale, Rosa Vercellana viene innalzata alla dignità di contessa di Mirafiori. Proprio in questi anni vengono costruite alcune tenute per la nuova famiglia. Nel 1872 Emanuele Alberto di Mirafiori sposa Bianca Enrichetta, figlia del conte de Larderel. Nascono Vittorio, che morì a soli 22 anni, per i postumi di una caduta da cavallo e Gastone. 1900 Gastone di Mirafiori sposa Margherita Boasso, figlia di Luigi Boasso e Lucrezia Sella, nipote di Quintino Sella e si trasferiscono nella villa sulla sommità della collina Monsordo, regalo di nozze del padre della sposa. 1922 Gastone e Margherita vendono la Tenuta alla Famiglia Dacomo, tipografi in Alba. 1937 la Famiglia Missaglia diventa la nuova proprietaria della Tenuta ma già nel 1989 ne affitta i vigneti e la cascina alla famiglia Ceretto che trasferisce la sede della sua attività. 2000 La famiglia Ceretto acquista i vigneti e le 3 cascine della Tenuta Monsordo Bernardina. 11 Blangè CERETTO Langhe Vinificazione: criomacerato per il 40%, con tempi e temperature differenti in base alla valutazione dello stato dell’uva, segue una lavorazione a freddo in vasche d’acciaio. La temperatura è controllata attraverso un sistema computerizzato centrale, che garantisce un omogeneo sviluppo del vino nel suo evolversi, intervenendo da vicino nel biometabolismo stesso dei lieviti. Vino: l’Arneis, vitigno autoctono produce un vino fruttato con sentori di pera e mela. La fragranza e la sapidità sono favorite dalla CO2, mantenuta dalla fermentazione, utile anche per sopperire alla bassa acidità tipica del vitigno. Note: il lato bianco dei vini Piemontesi, un vino che ha segnato un’epoca ed ha rivoluzionato l’enologia langarola dedita negli anni 80 prevalentemente a vini rossi. Ora, il 12% delle bottiglie di Arneis prodotte è rappresentata dal Blangè. 30 gli anni compiuti con la vendemmia 2014. Il termine Blangè deriva da boulanger, il panettiere dei francesi insediati nelle vicinanze di Cherasco in tempi remoti. denominazione comune varietà ettari reimpianto primo anno di produzione produzione annua media formati LANGHE D.O.C. Arneis Vezza d’Alba, Castagnito, Castellinaldo e Alba 100% Arneis 75 in proprietà 1987, 1996 1985 600.000 bottiglie magnum 12 Arbarei CERETTO Langhe Vinificazione: tradizionale in bianco, con una breve macerazione della buccia su parte dell’uva. La fermentazione avviene in acciaio a bassa temperatura. Il vino viene poi travasato, per evitarne la malolattica. Si lascia sulla feccia fine per circa 3 mesi, poi circa 6 mesi in acciaio, prima dell’imbottigliamento. Vino: si presenta di un bel colore paglierino con riflessi verdolini. Al naso è delicatamente floreale e fruttato, con note minerali. In bocca è caratterizzato da un gradevole e moderato residuo zuccherino in grado di bilanciare la spiccata freschezza donando avvolgenza e complessità. Note: nasce quasi in modo casuale il secondo bianco di casa Ceretto, prodotto da una piccola vigna di 3 ettari acquistata nel 1997 assieme al noccioleto Relanghe, sulle colline tra Sinio e Albaretto Torre (da cui prende il nome ma in dialetto piemontese). 600 metri d’altitudine, pendenze che obbligano ai terrazzamenti, grande escursione termica tra giorno e notte, perfetti per le nocciole e ottimi per sperimentare un’uva come il Riesling Renano. denominazione comune varietà ettari anno d’impianto primo anno di produzione produzione annua media formati LANGHE D.O.C. BIANCO Albaretto Torre 100% Riesling Renano 2,7 in proprietà 1992 1996 6.000 bottiglie 13 Monsordo CERETTO Langhe Vinificazione: Le tre varietà, visti i diversi tempi di maturazione, sono lavorate separatamente. La fermentazione è termo-controllata in tini da 45 hl. per 12/15 giorni. La malolattica avviene in tonneaux usati da 300 l. Affinamento: 12/14 mesi in legno. Vino: colore rubino carico, con lievi sfumature granata. Il naso è ricco, variegato, con note di spezie e vaniglia. In bocca opulento, con tannini dolci e morbidi che non lasciano dubbi sulla longevità e classe del vino. Note: dopo alcuni anni di vinificazioni in purezza, nel 1997 ha preso corpo il progetto iniziale dell’Azienda Monsordo Bernardina: creare nelle Langhe un grande vino, frutto dell’assemblaggio delle più importanti varietà a bacca rossa del mondo: Cabernet Sauvignon, Syrah e Merlot. denominazione comune varietà ettari anno d’impianto primo anno di produzione produzione annua media formati LANGHE D.O.C. ROSSO Alba Cabernet Sauvignon, Merlot, Syrah 11 in proprietà 1987 1997 50.000 bottiglie magnum 14 Rossana CERETTO Dolcetto d’Alba Vinificazione: in vasche d’acciaio, controllo delle temperature di fermentazione, della svinatura e dei travasi eseguiti al momento. Non passa in legno. Affinamento: 6 mesi in vasche d’acciaio, imbottigliato normalmente prima della vendemmia successiva. Vino: di colore rosso rubino, ha un profumo delicatamente vinoso, ricco di sentori di fiori e frutta. Sapore asciutto, sottolineato da un lieve ammandorlato, tipico della varietà. Ottimo per le portate d’apertura di un pranzo, specie con i piatti della tradizione langarola. Note: un nome femminile per questo vigneto alle porte di Alba, da sempre considerato il massimo cru per il Dolcetto d’Alba. denominazione comune DOLCETTO D’ALBA D.O.C. Alba varietà ettari reimpianto primo anno di produzione produzione annua media formati 100% Dolcetto 8,65 in proprietà 1990 1969 40.000 bottiglie 15 Piana CERETTO Barbera d’Alba Vinificazione: classica fermentazione a cappello emerso in vasche d’acciaio. Affinamento: 6 mesi in vasche d’acciaio. Non passa in legno. Vino: il colore rosso rubino con l’invecchiamento assume eleganti riflessi granata. Il caratteristico profumo vinoso si fa etereo sino a ricordare vagamente il bouquet del Barolo. Nerbo e stoffa fitta fanno risaltare un bel corpo. Note: un vino verace, piacevole con la fragranza della classica Barbera piemontese. denominazione comune varietà ettari anno d’impianto primo anno di produzione produzione annua media formati BARBERA D’ALBA D.O.C. Alba 100% Barbera 2,75 in proprietà 1965 1969 15.000 bottiglie 16 Bernardina CERETTO Nebbiolo d’Alba Vinificazione: classica fermentazione a cappello emerso in vasche d’acciaio. Affinamento: 12-15 mesi in botti di legno. Vino: il profumo delicato che ricorda la viola, si accentua e si perfeziona con l’invecchiamento. Ha un sapore asciutto, vellutato ed armonico che si accompagna ad un buon corpo. Note: è il “Nebbiolo” che prelude ai grandi Barbaresco e Barolo. denominazione comune NEBBIOLO D’ALBA D.O.C. Alba varietà ettari reimpianto primo anno di produzione produzione annua media formati 100% Nebbiolo 4 in proprietà 1999-2000 1980 20.000 bottiglie 17 Barbaresco 1 Barbaresco d.o.c.g. Asili 2 Barbaresco d.o.c.g. Bernardot 3 Barbaresco d.o.c.g. 1 2 3 La storia di questo vino ha inizio a metà del 1800, poco dopo il più celebrato Barolo, ma si diffonde solo nei primi anni del 1900 grazie all’intervento del professor Domizio Cavazza, preside dell’Istituto Enologico di Alba dal 1881. Il territorio è costituito dai 3 comuni Barbaresco, Treiso e Neive, e da una piccola appendice del comune di Alba. Circa 700 ha., per poco più di 5 milioni di bottiglie. Il Barbaresco è un vino di grande eleganza, con una tannicità presente ma mai troppo in evidenza, che ne sottolinea l’equilibrio e l’eccezionale capacità di invecchiamento. 18 Barbaresco CERETTO Barbaresco Vinificazione: la fermentazione, indotta da lieviti indigeni, avviene a cappello emerso in vasche d’acciaio e si esaurisce in 14/15 giorni. Il processo si conclude con una macerazione di 10/15 giorni. La temperatura segue l’andamento della fermentazione. Affinamento: avvenuta la malolattica, il vino è trasferito in tonneaux usati di rovere francese per 12 mesi e 12 mesi in botti da 25 hl. i util zzat 0 1 20 an nata a a etichett Vino: all’olfatto è intenso e persistente con sentori di fiori appassiti. Al gusto, è armonico con una buona acidità. Ottimale il consumo in tutte le annate fra i 4 e 10 anni; anche fino a 15/20, nei millesimi eccellenti. fino all’ denominazione comune varietà ettari reimpianto primo anno di produzione produzione annua media formati BARBARESCO D.O.C.G. Treiso 100% Nebbiolo 4,84 in proprietà 1998 1973 25.000 bottiglie 19 Barolo 1 Barolo d.o.c.g. Bricco Rocche 2 Barolo d.o.c.g. Brunate 3 Barolo d.o.c.g. Prapò 4 Barolo d.o.c.g. Cannubi 5 Barolo d.o.c.g. 2 5 4 1 3 Racchiude in sè la storia, la potenza espressiva del regale vitigno Nebbiolo e il fascino della nobiltà: la Marchesa Giulia Colbert, l’enologo francese Oudard, le 300 “carrà” offerte a Carlo Alberto. 11 comuni – 1.800 ettari – quasi 12 milioni di bottiglie. Una zona con diverse origini geologiche, diverse altitudini ed esposizioni dei vigneti, in grado di conferire ad ogni particella di terreno uve con caratteristiche ineguagliabili. Solo qui, più che in ogni altro angolo d’Italia e come in Borgogna, per i cugini d’oltralpe, ogni vigneto origina vini organoletticamente unici. Le aree che partono da La Morra, passando per Barolo e poi salgono sui crestoni di Castiglione Falletto, fino ad arrivare a Serralunga e Monforte, sono le più importanti ed estese di tutta la denominazione. Qui, si ottengono vini di grande struttura e complessità, capaci di evolvere incredibilmente nel tempo. 20 Barolo CERETTO Barolo Vinificazione: la fermentazione, indotta da lieviti indigeni, avviene a cappello emerso in vasche d’acciaio e si esaurisce in 14/15 giorni. Il processo si conclude con una macerazione di 10/15 giorni. La temperatura segue l’andamento della fermentazione. Affinamento: dopo la malolattica, il vino è trasferito in tonneaux usati di rovere per 12 mesi e 12 mesi in botti da 25 hl. I travasi sono ridotti al minimo (2 per anno). i util zzat 9 0 20 an nata a a etichett Vino: morbido, armonico e vellutato. Con un contenuto tannico moderato, ben bilanciato nelle sue funzioni alcoliche ed acide. Ha straordinaria bevibilità già dopo pochi mesi dal suo imbottigliamento. fino all’ denominazione comune varietà ettari reimpianto primo anno di produzione produzione annua media formati BAROLO D.O.C.G. Alba 100% Nebbiolo 4 in concessione 1999 1967 40.000 bottiglie magnum 21 Pionieri Le nuove etichette D E N O M I N A Z I O N E D I O R I G I N E C O N T R O L L ATA E G A R A N T I TA D E N O M I N A Z I O N E D I O R I G I N E C O N T R O L L ATA E G A R A N T I TA ® 2009 2009 Integralmente prodotto e imbottigliato da Azienda Agricola Ceretto - Alba in Castiglione Falletto - Italia 75 cl Produzione di 2.994 bottiglie N°001 CONTIENE SOLFITI - PRODOTTO IN ITALIA - L 04012T Integralmente prodotto e imbottigliato da Azienda Agricola Ceretto - Alba in Castiglione Falletto - Italia alc.14,5% vol. 75 cl Produzione di 5.994 bottiglie N°001 CONTIENE SOLFITI - PRODOTTO IN ITALIA - L 03912T alc.14,5% vol. D E N O M I N A Z I O N E D I O R I G I N E C O N T R O L L ATA E G A R A N T I TA 2009 Integralmente prodotto e imbottigliato da Azienda Agricola Ceretto - Alba in Castiglione Falletto - Italia 75 cl Produzione di 3.594 bottiglie N°001 CONTIENE SOLFITI - PRODOTTO IN ITALIA - L 04112T alc.14,5% vol. co D E N O M I N A Z I O N E D I O R I G I N E C O N T R O L L ATA E G A R A N T I TA D E N O M I N A Z I O N E D I O R I G I N E C O N T R O L L ATA E G A R A N T I TA 2010 Integralmente prodotto e imbottigliato da Azienda Agricola Ceretto - Alba in Barbaresco - Italia Integralmente prodotto e imbottigliato da Azienda Agricola Ceretto in Barbaresco - Italia Produzione di 14800 bottiglie Bottiglia N ° 22 75 cl Produzione di 5.702 bottiglie N°001 CONTIENE SOLFITI - PRODOTTO IN ITALIA - L 25412T alc.14% vol. CERETTO Pionieri Pionieri, così abbiamo scelto di chiamare i nostri Barbaresco e Barolo prodotti esclusivamente da singoli vigneti locati nel cuore delle 2 più amate d.o.c.g delle Langhe. Ci abbiamo pensato a lungo perché è difficile nella nostra lingua tradurre il concetto di cru e ai nostri occhi era limitativo fermarsi a questo aspetto. Un pioniere è colui che esplora territori sconosciuti, che sperimenta metodi o attività nuove e questi 6 grandi vini hanno rappresentato per Ceretto una vera svolta, l’inizio di una saga famigliare che vede 2 pirotecnici e visionari fratelli, Bruno e Marcello, selezionare terreni di pregio, quelli che i francesi definiscono cru, in un’epoca dove per molti questo era un concetto ancora vago: • 4 Barolo e 2 Barbaresco; • 6 vigneti tra i più emblematici nelle 2 d.o.c.g. provenienti da 6 comuni differenti: Cannubi San Lorenzo, Brunate, Bricco Rocche, Prapò, Asili (il Bricco) e Bernardot; • 19 ettari di proprietà acquistati in un percorso temporale di circa 40 anni; • 2 cantine costruite all’interno dei vigneti e progettate senza aver timore di strizzare l’occhio all’architettura contemporanea; • ricerche e analisi costanti nei vigneti e in cantina per portare gli standard qualitativi sempre più in alto; • un marketing moderno fatto per raccontare di un vino ma ancora di più di un territorio speciale come le Langhe. La sfida si è portata oltre nel nuovo millennio, quando Alessandro Ceretto prende in mano la produzione dei nostri vini, e l’attenzione si concentra ancora più intensamente sul vigneto per riportarlo alla sua origine nel rispetto dei criteri più puri dell’agricoltura biodinamica. Un passo indietro verso antiche pratiche agricole che però rappresenta un nuovo percorso verso il futuro. 23 Eco-Agricoltura 24 CERETTO Pionieri Approccio convenzionale o approccio biodinamico? Dilemma complesso al quale è difficile trovare risposta. Si tratta di due modi di pensare molto diversi tra loro, il primo vuole sopprimere le malattie creando un’armatura protettiva attorno alla pianta, mentre il secondo cerca di ristabilire i legami tra la pianta e la natura che la ospita rinforzando le sue difese a differenti stadi. Un concetto e un modo di operare, quello del biodinamico, più profondo e olistico, al quale ci siamo avvicinati già agli esordi del millennio e che ci ha dimostrato di apportare notevoli miglioramenti in termini qualitativi ai nostri prodotti. Praticare la biodinamica comporta in primo luogo rivedere la propria attitudine col mondo che ci circonda per ritornare all’origine e per far rivivere la terra. Negli ultimi decenni l’agricoltura ha visto applicare regole e usi tipici dell’industria volti esclusivamente alla produzione a discapito della relazione con la natura. Si è persa la tipicità e la varietà in favore della specializzazione e della quantità, cloni sempre più robusti e produttivi hanno sostituito le piante originarie, le relazioni tra pianta e ambiente si sono fatte sempre più rarefatte. Aspetto fondamentale nell’approccio biodinamico è la cura dell’invisibile, ovvero ciò che abita la nostra terra e da li siamo partiti chiamando grandi esperti a consigliarci e guidarci. Queste in sintesi sono alcune metodologie che applichiamo ora nei nostri vigneti: • Metodi di difesa di carattere biologico: minime quantità di rame antiperonosporico, zolfoantioidico, piretro naturale contro gli insetti. Ovviamente nessun utilizzo di diserbanti e concimi chimici. • Utilizzo dei preparati biodinamici 500 e 501, rispettivamente corno letame e corno silice, preventivamente dinamizzati. Elaborazione di sostanze vegetali e animali che hanno lo scopo di migliorare la vitalità del suolo e stimolare la capacità fotosintetica delle piante. • Utilizzo di compost, letame fatto maturare in cumuli, con l’utilizzo anche qui di preparati da cumulo biodinamici. Operazioni agronomiche (es. potatura) rispettando il più possibile i calendari lunari. • Semina tra le file dei sovesci, ovvero semina di miscugli di graminacee, leguminose, brassicace... con lo scopo di migliorare la struttura del terreno e la sua fertilità. • Lavorazione a filari alternati per evitare al massimo la compattazione e l’erosione del terreno. Claude e Lydia Bourguignon, ricercatori francesi ed esperti di suoli amano paragonare il vino alla musica: il suolo è la partitura, il materiale vegetale sono gli strumenti, l’uomo è il musicista che suona e interpreta le note. Il suo ruolo è indispensabile ma, se non si scelgono bene gli strumenti, tutto si complica. Senza il suolo, ovvero la partitura, la mia composizione non funziona. Un grande vino è come un grande concerto, ha bisogno di questi tre elementi indispensabili e indissociabili: un’eccezionale partitura, strumenti di alto livello e un grande interprete. 25 Bricco Asili I due gioielli di casa Ceretto, voluti nel cuore delle d.o.c.g. del Barbaresco e del Barolo e scelti in posizioni speciali, ovvero i Bricchi, le cime delle colline e quindi le zone migliori per piantare vigneti di Nebbiolo. Due cantine che condividono una medesima filosofia di eccellenza e nate prima di tutto da quella fase di ricerca attenta, durata per molti anni, nei quali sono stati selezionati e acquistati 6 vigneti preziosi nel cuore delle zone del Barbaresco e del Barolo. CANTINA BRICCO ASILI in Barbaresco Bricco Asili viene costruita nel 1973 proprio con l’idea di vinificare esclusivamente Barbaresco da uve provenienti dalle aree geografiche migliori e più storiche della d.o.c.g.. Ancora oggi, è ai vertici della produzione di Barbaresco e vinifica i 2 cru di famiglia: Asili in Barbaresco e Bernardot in Treiso. 26 Bricco Rocche CANTINA BRICCO ROCCHE in Castiglione Falletto è l’Azienda della consacrazione nel firmamento dei grandi vini per la famiglia Ceretto. La cantina di Castiglione Falletto, nata per vinificare unicamente queste uve di proprietà, è stata costruita nel 1982 seguendo canoni architettonici moderni, ma in armonia con il paesaggio circostante. Qui si produce esclusivamente Barolo, vinificando le uve degli 11 ettari situati nei comuni di La Morra (Brunate), Serralunga (Prapò), Castiglione Falletto (Bricco Rocche) e Barolo (Cannubi San Lorenzo) per una produzione dai piccoli numeri ma di eccelsa qualità. L’ampliamento e l’inserimento nel 2000 dell’avveniristico Cubo di vetro l’ha resa una delle cantine più particolari e ammirate del territorio, un simbolo a suggello del valore del vino qui prodotto, una architettura-paesaggio che, nella sua totale trasparenza, si propone come una scultura, un’opera unica, in un ambiente irripetibile: un monumento al Barolo. 27 Asili CERETTO Pionieri Barbaresco Vinificazione: la fermentazione, indotta da lieviti indigeni, avviene a cappello emerso in vasche d’acciaio e si esaurisce in 14/15 giorni. Il processo si conclude con una macerazione di 10/15 giorni. La temperatura segue l’andamento della fermentazione. La malolattica avviene entro l’inverno dopo la vendemmia, a cui segue l’affinamento in legno in botti dalla pezzatura media, e comunque non più grandi di 25 hl. I travasi sono ridotti al minimo. Vino: bouquet etereo e complesso con sfumature di rosa selvatica, violetta e liquirizia. Sapore asciutto e carezzevole in bocca. Può già entusiasmare dopo un anno di bottiglia, ma le emozioni si amplieranno con il passare degli anni. Consigliamo di berlo tra i 3 e i 15 anni. denominazione comune varietà ettari anno d’impianto primo anno di produzione produzione annua media formati BARBARESCO D.O.C.G. Barbaresco 100% Nebbiolo in selezione massale 1,2 in proprietà 1969 1974 3.000 bottiglie magnum jeroboam 28 Bernardot CERETTO Pionieri Barbaresco Vinificazione: la fermentazione, indotta da lieviti indigeni, avviene a cappello emerso in vasche d’acciaio. Il processo si conclude con una breve macerazione per un totale di 15/20 giorni. La temperatura segue l’andamento della fermentazione. Come per l’Asili, dopo la malolattica, il vino viene affinato in legno di media pezzatura, in botti di capacità compresa fra i 3 e i 25 hl. Vino: corposo e opulento, ricco di morbidi tannini piacevolmente evoluti e setosi. Il naso è molto concentrato e dominano le caratteristiche note floreali e di frutti rossi. è un vino che esprime completamente il carattere del Nebbiolo e grazie alla sua struttura è destinato ad un lungo affinamento. denominazione comune varietà ettari reimpianto primo anno di produzione produzione annua media formati BARBARESCO D.O.C.G. Treiso 100% Nebbiolo in selezione massale 4,84 in proprietà 2000 1997 6.000 bottiglie magnum jeroboam 29 Bricco Rocche CERETTO Pionieri Barolo Vinificazione: le uve arrivano in cantina in piccole ceste da 20 chili, si effettua l’ultima cernita a mano sul “tavolo” apposito e poi avviene la pigiatura. La fermentazione, con soli lieviti indigeni, avviene senza l’aggiunta di alcun additivo a cappello emerso; massima cura fra rimontaggi follature per affondare e rompere bene il cappello, per un periodo di 10/15 giorni. Segue una ulteriore macerazione per una settimana prima della malolattica. Il vino è trasferito per l’affinamento in fusti di rovere almeno di 3 ettolitri per 12 mesi, ed il resto del periodo in legno avverrà in botti da 25 hl. I travasi sono ridotti al minimo (2 per anno). Vino: armonico e delicato ma anche robusto e vigoroso, è un vino dotato di complessità, eleganza ed austerità. Già a pochi mesi dall’imbottigliamento rivela la sua grandezza, che va progressivamente aumentando non appena i profumi floreali della gioventù lasciano posto ad eterei aromi di spezie, cioccolato e tartufo. denominazione comune varietà ettari anno d’impianto primo anno di produzione produzione annua media formati BAROLO D.O.C.G. Castiglione Falletto 100% Nebbiolo in selezione massale 1,75 in proprietà 1978 1982 3.000 bottiglie magnum jeroboam 30 Cannubi San Lorenzo Vinificazione: fermentazione, a cappello emerso in una vasca d’acciaio per circa 10 giorni indotta da lieviti indigeni, senza aggiunte di additivi. La temperatura segue l’andamento della fermentazione e la successiva macerazione di una settimana va ad aumentarne l’estratto e le peculiarità del cru. La malolattica avviene in tonneaux, mentre il resto dell’affinamento avviene in botti da 10 ettolitri di rovere di Slavonia. Tutto l’affinamento dura a seconda delle annate, fra i 24 e 30 mesi. CERETTO Pionieri Barolo Note: la più antica bottiglia delle Langhe porta in etichetta la scritta “Cannubi 1751”. Questo ci ha spinti nel 2003 ad acquistare una piccolissima porzione di vigna, meno di 3.000 m2 sul “bricco” della prestigiosa collina di Barolo. La scelta di mantenere in produzione le antiche viti di circa 90 anni e affidarle alla cura dello storico contadino, ci sono parse naturali nel rispetto di questo vigneto cimelio del Barolo e pure in linea con l’idea di far uscire dalla cantina il vino solo quando avrà raggiunto la perfetta armonia e maturazione. denominazione comune varietà ettari reimpianto primo anno di produzione produzione annua media formati BAROLO D.O.C.G. Barolo 100% Nebbiolo in selezione massale 0,25 in proprietà 50% in 2003 2003 500 magnum magnum 31 Brunate CERETTO Pionieri Barolo Vinificazione: la fermentazione, indotta da lieviti indigeni, avviene a cappello emerso in vasche d’acciaio e si esaurisce in 14/15 giorni. Il processo si conclude con una macerazione di 10/15 giorni. La temperatura segue l’andamento della fermentazione. Avvenuta la malolattica, il vino è trasferito in fusti usati di rovere francese per 12 mesi e 12 mesi in botti da 25 hl. I travasi sono ridotti al minimo (2 per anno). Vino: è un Barolo vellutato, delicatamente profumato con sentori di rosa e viola, di grande complessità aromatica. Può essere apprezzato già dopo pochi mesi dalla messa in bottiglia, ma continuerà a migliorare ed a sviluppare la sua eleganza per 15/20 anni. denominazione comune varietà ettari anno d’impianto primo anno di produzione produzione annua media formati BAROLO D.O.C.G. La Morra 100% Nebbiolo in selezione massale 5,6 in proprietà 1974 1978 8.000 bottiglie magnum jeroboam 32 Prapò CERETTO Pionieri Barolo Vinificazione: la fermentazione, indotta da lieviti indigeni, avviene a cappello emerso in vasche d’acciaio e si esaurisce in 14/15 giorni. Il processo si conclude con una macerazione di 10/15 giorni. La temperatura segue l’andamento della fermentazione. Avvenuta la malolattica, il vino è trasferito in fusti usati di rovere francese per 12 mesi e 12 mesi in botti da 25 hl. I travasi sono ridotti al minimo (2 per anno). Vino: è il Barolo che rispecchia la più tipica virtuosità e aristocrazia di questo vino. Profumi eterei e sentori di rosa appassita non coprono una lieve fragranza di sottobosco, che lo rende estremamente armonico e completo. Ha ottime acidità e tannicità, per questo può avere una lunghissima tenuta in bottiglia: 15/25 anni. denominazione comune varietà ettari anno d’impianto primo anno di produzione produzione annua media formati BAROLO D.O.C.G. Serralunga d’Alba 100% Nebbiolo in selezione massale 2,4 in proprietà 1972 1976 5.000 bottiglie magnum jeroboam 33 Moscato d’Asti 1 I Vignaioli di Santo Stefano BIELLA NOVARA TORINO ASTI Alba Neive ALESSANDRIA Canelli 1 Santo Stefano Belbo CUNEO La terra vocata per il Moscato bianco è straordinaria per qualità e personalità. Delimitata ufficialmente a partire dal 1932, qui si possono produrre con le stesse uve: il Moscato d’Asti d.o.c.g., e l’Asti d.o.c.g. È un territorio vasto che comprende 53 comuni ed interessa le province di Alessandria, Asti e Cuneo: qui la superficie totale del vigneto a Moscato bianco è di quasi 10.000 ettari, suddivisa tra oltre 6.800 vignaioli. La coltivazione del Moscato nelle Langhe e nel Monferrato inizia presumibilmente nel 1200 ad opera dei Benedettini e Cistercensi che utilizzarono le piante portate dai Crociati di ritorno dal Medio Oriente. La prima documentazione scritta del commercio di vino “moscatello” risale al 1593. Il termine Moscato deriva dal vocabolo latino “cuscus” e significa semplicemente profumato, speziato. Era in origine un’essenza estratta dalla ghiandola di un piccolo animale e che veniva molto usata in profumeria. 34 I Vignaioli di Santo Stefano CERETTO Moscato d’Asti Con una sorta di metaforico ritorno alle origini, Bruno e Marcello Ceretto, nel 1976, fondano insieme a due partner (Sergio Santi e i fratelli Gianpiero e Andrea Scavino) I Vignaioli di Santo Stefano, proprio nella terra natale del padre Riccardo. Una nuova sfida che si pone come obiettivo di riaffermare la qualità di un vino reso troppo commerciale e povero dalle eccessive produzioni delle industrie locali. L’azienda è proprietaria di 30 ettari e affittuaria della Tenuta San Maurizio, una superficie collinare prestigiosa di circa 15 ettari nel comune di Santo Stefano Belbo. Potature contenute, concimazioni equilibrate, diradamento dei grappoli e cernite in vendemmia, sono i cardini fondamentali su cui si basa il lavoro in vigneto, mentre travasi, chiarifiche e filtrazioni ridotte al minimo indispensabile sono le fondamenta dei passaggi in cantina, per garantire ed esaltare il patrimonio aromatico dell’uva. Una volta consolidato il prodotto, gli sforzi si sono concentrati sull’immagine, con il cambiamento della tipologia di bottiglia, lunga e stretta e dell’etichetta che evoca una mezzaluna di pavesiana memoria. 35 Moscato d’Asti CERETTO Moscato d’Asti Vinificazione: fermentazione a temperatura controllata bloccata al raggiungimento dei 5 gradi. Affinamento: vasche d’acciaio. Gianpiero, Andrea Scavino e Sergio Santi Vino: bianco e dolce, è il vino da dessert per eccellenza. Ha colore giallo paglierino più o meno intenso a seconda delle annate, profumo fruttato intenso, aromatico, molto persistente. Il sapore dolce è in equilibrio con il basso contenuto alcolico (5% gradi) e con l’acidità, mai molto elevata, ma che conferisce al prodotto una piacevole freschezza. denominazione comune varietà ettari reimpianto primo anno di produzione produzione annua media formati MOSCATO D’ASTI D.O.C.G. Santo Stefano Belbo 100% Moscato 42 1976 1978 250.000 bottiglia bottiglia da 375 ml. 36 Asti Spumante CERETTO Asti Spumante Vinificazione: fermentazione a temperatura controllata bloccata al raggiungimento dei 7 gradi. Affinamento: vasche d’acciaio. Vino: nasce dallo stesso vino base del Moscato di cui mantiene le caratteristiche note. Differisce per la lavorazione (presa di spuma in autoclave) che lo porta ad avere un contenuto alcolico di 7 gradi ed una pressione, al momento dell’imbottigliamento, di 5 atmosfere che lo qualificano come spumante. denominazione comune varietà ettari reimpianto primo anno di produzione produzione annua media formati ASTI SPUMANTE D.O.C.G. Santo Stefano Belbo 100% Moscato 3 1976 1978 15.000 bottiglia 37 Barolo Chinato La denominazione Barolo Chinato è consentita per i vini aromatizzati preparati utilizzando come vino base il Barolo d.o.c.g. Le sue origini appartengono alla storia di questo vino, addirittura all’età dei patriarchi e ci introducono nella vivace realtà vitivinicola del Barolo a fine Ottocento. Ne sono protagonisti il dottor Cappellano di Serralunga ed il dottor Zabaldano di Monforte d’Alba, che seppero applicare, ciascuno in base alla propria formula, le tanto decantate proprietà della China Calissaia al Barolo, creando un elisir dall’immediata fama commerciale e dalle durature fortune all’interno della cultura contadina di Langa. Dopo aver ottenuto un certo interesse commerciale, il Barolo Chinato conosce l’indifferenza dei decenni del secolo dopoguerra tra gli anni ’50 e ’70, proprio in corrispondenza con la crisi dei modelli culturali contadini. Ceretto ne intuisce l’importanza ed è fra i protagonisti del suo rilancio negli anni ‘80. 38 Barolo Chinato CERETTO Barolo Chinato Lavorazione: è necessario impiegare un vino che abbia ottenuto il riconoscimento della d.o.c.g., terminato il periodo di affinamento, come previsto dal disciplinare di produzione. Le erbe e la china sono messe in infusione, separatamente, in alcool e aggiunti al Barolo. Il tutto è zuccherato e posto in piccoli fusti per circa sei mesi: in questo modo le note speziate e gli aromi delle essenze si mescolano con il bouquet del vino, ancora riconoscibile. La formula Ceretto nasce da due anni di prove, e include una dozzina di erbe selezionate provenienti dalle colline di Langa. Vino: in bocca, l’impatto amaro della china è ben bilanciato dallo zucchero e dall’alcool, e il prodotto è un continuo susseguirsi di sapori, che si chiude con una nota piacevolmente amarognola. Il Barolo Chinato può essere considerato un ottimo fìne pasto e può accompagnare egregiamente dessert a base di cioccolato. ingredienti primo anno di produzione produzione annua media formati 100% vino Barolo + erbe aromatiche 1989 7.000 bottiglia da 500 ml. 39 Coravin ® Greg Lambrecht Coravin®, il piacere di assaggiare qualsiasi vino senza togliere il tappo. Nel 2012, è cambiato il nostro modo di pensare la mescita e la conservazione del vino. è in quel periodo, infatti, che abbiamo conosciuto Greg Lambrecht ed il suo Coravin®. Greg, brillante scienziato con la passione del vino, lavorava da 10 anni ad un incredibile brevetto che prometteva di fruire in più volte di una stessa bottiglia, senza la necessità di rimuovere il tappo e innescare così un processo ossidativo ai danni del prodotto. Lo strumento, che ci era parso sin da subito un’innovazione assoluta, era ancora in fase “beta”, ed il suo inventore cercava partner capaci di testarne le potenzialità. è cominciato così un percorso comune, una lunga prova sul campo, capace di fugare ogni dubbio sulla funzionalità del device. Dopo due anni di “avvicinamento” e dopo un brillante lancio sul mercato americano, a fine 2014 il Coravin® è approdato ufficialmente in Italia, per essere distribuito in maniera esclusiva dalla nostra rete vendite. Vantaggi: • Il tappo non viene rimosso e l’ossigeno non entra. • La stessa bottiglia può essere proposta al bicchiere anche nell’arco di un anno. • Un assaggio alla volta per degustare e vendere più bottiglie. • Personalizza le degustazioni per ogni cliente, anche all’ultimo momento. • Condividi i vini migliori senza sprecarne neanche una goccia. 40 Coravin ® CERETTO Coravin ® Accesso al vino descrizione articolo pezzi per confezione DISPOSITIVO CORAVIN® 1000 + 2 CAPSULE 1 CAPSULE 2 COFANETTO 3 AGHI ASSORTITI 1 AGO UNIVERSALE 1 AGO RAPIDO 1 AGO VINTAGE 1 41