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La veste del figlio amato - parrocchia di santa galla

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La veste del figlio amato - parrocchia di santa galla
La veste del figlio amato
LA PAROLA DEL PAPA
L’avventura gioiosa
ed esaltante del discepolo
C
La Quaresima, che ci
conduce alla celebrazione della Santa Pasqua, è
per la Chiesa un tempo liturgico assai prezioso e importante,
in vista del quale sono lieto di
rivolgere una parola specifica
perché sia vissuto con il dovuto
impegno. Mentre guarda all’incontro definitivo con il suo
Sposo nella Pasqua eterna, la
Comunità ecclesiale, assidua
nella preghiera e nella carità
operosa, intensifica il suo cammino di purificazione nello spirito, per attingere con maggiore
abbondanza al Mistero della
redenzione la vita nuova in Cristo Signore (cfr Prefazio I di
Quaresima). Questa stessa vita
ci è già stata trasmessa nel
giorno del nostro Battesimo,
quando, “divenuti partecipi
della morte e risurrezione del
Cristo”, è iniziata per noi “l’avventura gioiosa ed esaltante
del discepolo”. San Paolo, nelle sue Lettere, insiste ripetutamente sulla singolare comunione con il Figlio di Dio realizzata
in questo lavacro. Il fatto che
nella maggioranza dei casi il
Battesimo si riceva da bambini mette in evidenza che si
tratta di un dono di Dio: nessuno merita la vita eterna con
le proprie forze. La misericordia di Dio, che cancella il peccato e permette di vivere nella
propria esistenza “gli stessi
sentimenti di Cristo Gesù” (Fil
2,5), viene comunicata all’uomo gratuitamente. L’Apostolo
delle genti, nella Lettera ai Filippesi, esprime il senso della
trasformazione che si attua
con la partecipazione alla
morte e risurrezione di Cristo,
indicandone la meta: che “io
possa conoscere lui, la potenza della sua risurrezione, la
comunione alle sue sofferenze, facendomi conforme alla
sua morte, nella speranza di
giungere alla risurrezione dai
morti” (Fil 3,10-11). Il Battesimo, quindi, non è un rito del
passato, ma l’incontro con Cristo che informa tutta l’esistenza del battezzato, gli dona la
vita divina e lo chiama ad una
conversione sincera, avviata e
sostenuta dalla Grazia, che lo
porti a raggiungere la statura
adulta del Cristo. …Il nostro
immergerci nella morte e risurrezione di Cristo attraverso
il Sacramento del Battesimo,
ci spinge ogni giorno a liberare il nostro cuore dal peso delle cose materiali, da un legame egoistico con la “terra”,
che ci impoverisce e ci impedisce di essere disponibili e
aperti a Dio e al prossimo. In
Cristo, Dio si è rivelato come
Amore (cfr 1Gv 4,7-10). La
Croce di Cristo, la “parola della
Croce” manifesta la potenza
salvifica di Dio (cfr 1Cor 1,18),
che si dona per rialzare l’uomo
e portargli la salvezza: amore
nella sua forma più radicale.
Attraverso le pratiche tradizionali del digiuno, dell’elemosina
e della preghiera, espressioni
dell’impegno di conversione, la
Quaresima educa a vivere in
modo sempre più radicale
l’amore di Cristo.
(Tratto da: Benedetto XVI,
Messaggio per la Quaresima 2011)
Immagine copertina: Marko Rupnik, mosaico, La crocifissione - manifestazione della Gloria di Dio. Il mantello di
Cristo - la Gloria di Dio - attraversa la Madre - Chiesa di Santa Chiara del Pontificio Collegio Francese in Roma.
S O M M A R I O
La veste del figlio amato
Immersi nel Padre, nel Figlio
e nello Spirito Santo
La vita nuova in Cristo
Chiamati a vivere da figli di Dio
IL GRANELLINO DEI RAGAZZI
Con voi per un anno sabbatico
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Come animare un gruppo di coppie
Un cuor solo e un’anima sola
Il fascino di una comunità viva
intorno ai suoi pastori
Se c’è riuscita lei
“I ragazzi di Santa Galla!”
Avvisi e appuntamenti
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La veste del figlio amato
a celebrazione della Pasqua annuale si dispiega in un tempo ampio, che va dal mercoledì
delle Ceneri, con il quale inizia il cammino quaresimale, al Triduo pasquale, centro e cardine di tutto l’anno liturgico, fino alla cinquantina pasquale, vissuta dalla tradizione cristiana come uno “un solo giorno di festa”, che si compie nella solennità della Pentecoste. E’
dunque di grande importanza per la vita cristiana celebrare bene la Pasqua annuale, perché
la morte e la risurrezione del Signore siano vero centro della vita personale e comunitaria dei
fedeli. Il legame tra l’evento della pasqua di Gesù e la vita dei suoi discepoli è realizzato dal
battesimo. Per mezzo del battesimo siamo stati sepolti insieme a lui nella morte, perché come
Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova (Rm 6,4). La vita dei battezzati è presentata dall’apostolo Paolo come una costante esperienza pasquale, come un continuo passaggio dalla tristezza alla gioia,
dalla paura alla fiducia, dall’ansia alla pace, dall’egoismo all’amore. Questo intimo legame tra
pasqua e battesimo viene evidenziato dal rilievo che la liturgia battesimale assume nella Veglia pasquale, culmine di tutto il Triduo santo. Infatti, sin dalla antica tradizione patristica, i catecumeni ricevono i sacramenti dell’Iniziazione cristiana proprio la notte di Pasqua e i fedeli
già battezzati rinnovano insieme a loro la grazia e gli impegni del battesimo. Per tutta l’ottava
di pasqua i neobattezzati erano invitati a portare la veste bianca, segno della nuova dignità di
figli di Dio, che avevano ricevuto con il battesimo. Nella tradizione romana, la domenica dopo
Pasqua, che ancora oggi viene chiamata domenica in albis, i neofiti deponevano le vesti bianche, durante una celebrazione presso la basilica di San Pancrazio. Questo momento è stato
ripristinato nell’attuale programma del catecumenato della nostra diocesi di Roma e tra gli altri sarà vissuto dalla nostra catecumena Liliana, che stiamo accompagnando con la preghiera
e con l’affetto alla celebrazione dei sacramenti dell’Iniziazione cristiana, in programma per la
prossima notte di Pasqua. Il segno battesimale della veste bianca ha un fondamento biblico
molto ricco nei testi del Nuovo Testamento. San Paolo in particolare lo usa spesso per esprimere l’evento del battesimo e la conseguente esperienza personale della vita battesimale:
Quanti siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo (Gal 3,27). Potremmo opportunamente chiederci: come mai per Paolo è così importante l’immagine della veste per esprimere il dinamismo della vita in Cristo? Il gesto di cambiare il vestito, così presente nella vita
quotidiana di tutti e dunque facilmente comprensibile, viene associato da Paolo al passaggio
dall’uomo vecchio, con le sue abitudini, all’uomo nuovo, con il suo stile evangelico: Vi siete
svestiti dell’uomo vecchio con le sue azioni e avete rivestito il nuovo, che si rinnova per una
piena conoscenza, ad immagine di Colui che lo ha creato (Col 3,9-10). Con la morte e risurrezione di Gesù la nostra carne è entrata nella creazione nuova del Regno di Dio. La redenzione
operata nella Pasqua del Signore e attuata in noi con la grazia del battesimo è una vera, nuova creazione. Con il battesimo ciascuno di noi è creato come figlio amato, nel Figlio unigenito,
fatto carne, morto e risorto. É in Cristo che abita corporalmente tutta la pienezza della divinità,
e voi avete in lui parte alla sua pienezza, di lui cioè che è il capo di ogni Principato e di ogni
Potestà (Col 2,9-10). L’uomo nuovo, nato nella Pasqua del Signore e consegnato a noi nel
battesimo, è chiamato a somigliare a Cristo nella santità, fino a partecipare della pienezza della sua divinità. Questa opera meravigliosa si realizza attraverso la vita personale di fede, che
assume la fisionomia della lotta spirituale; …dovete deporre l’uomo vecchio con la condotta di
prima, l’uomo che si corrompe dietro le passioni ingannatrici e dovete rinnovarvi nello spirito
della vostra mente e rivestire l’uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella santità
vera (Ef 4,22-24). Vivere il nostro battesimo, portando la veste del figlio amato, vuol dire anzitutto custodire viva la consapevolezza della grande dignità che questa veste esprime. La veste
del figlio amato ci invita poi a vivere il nostro battesimo tenendo uniti i due momenti che compongono la Pasqua: la rinuncia decisa al male e la donazione al Padre e ai fratelli, nella comunione di amore. La veste del figlio amato esprime, in ultimo, uno stile di vita che non si accontenta di fare azioni buone, ma vuole accompagnarle con pensieri, sentimenti e atteggiamenti attinti al cuore di Cristo. A nome del nostro presbiterio e della comunità parrocchiale,
desidero esprimere a ciascuno l’augurio che la celebrazione della Pasqua del Signore ci faccia sperimentare la gioia e la bellezza che esprime la veste dei figli amati.
don Concetto
L
L’Editoriale
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Immersi nel Padre, nel Figlio
e nello Spirito Santo
L
Fede e formazione
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a Quaresima, come ben sappiamo, è il tempo
liturgico che ci prepara alla celebrazione della
Pasqua di Resurrezione del Signore Gesù;
non si tratta però del semplice ricordo di un fatto
del passato che non ci riguarda direttamente ma è
celebrazione dell’Evento della salvezza che ci coinvolge tutti. Ognuno di noi, infatti, è pienamente
partecipe della Resurrezione di Cristo; san Paolo lo
spiega così: «Per mezzo del battesimo dunque siamo stati sepolti insieme a lui nella morte affinché,
come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova. Se infatti siamo stati intimamente uniti a lui a somiglianza della sua morte,
lo saremo anche a somiglianza della sua risurrezione» (Rm 6,4-5). C’è dunque un legame fortissimo tra la Pasqua del Signore e il nostro Battesimo,
per questo nella Veglia pasquale celebriamo il Battesimo degli adulti e tutti facciamo memoria del
nostro Battesimo. La Quaresima è così un tempo
prezioso in cui possiamo approfondire meglio il dono prezioso di questo sacramento e cosa significa
per noi e per la nostra vita essere stati resi partecipi della Resurrezione di Cristo. Ripercorriamo, allora, la celebrazione del Battesimo e analizziamone i
momenti più importanti.
«Il Battesimo è anzitutto il sacramento di quella fede, con la quale gli uomini, illuminati dalla grazia
dello Spirito Santo, rispondono al Vangelo di Cristo»
(RICA n.3); dunque il primo momento importante è
la professione di fede che si apre con la rinuncia al
peccato, alle seduzioni del male e « a satana origine e causa di ogni peccato» (RICA n.217) e comporta la triplice professione di fede nel Padre, nel
Figlio e nello Spirito Santo. Con il ripetere tre volte
“Credo” colui che deve ricevere il Battesimo (o i genitori, il padrino e la madrina, se si tratta di un neonato) professa davanti a tutta la comunità e a tutta
la Chiesa di aver scelto Dio, Uno e Trino, come suo
unico Dio e di voler conformare a lui tutta la sua vita e donarsi a lui completamente.
Giungiamo così al battesimo vero e proprio: il battezzando si avvicina al Fonte battesimale e il sacerdote lo immerge nell’acqua (o gliela versa sul
capo) per tre volte dicendo contemporaneamente
«Io ti battezzo, nel nome del Padre e del Figlio e
dello Spirito Santo». Un gesto semplice che tutti
ben conosciamo, ma carico di profondi significati.
L’acqua è l’elemento indispensabile alla vita, ogni
essere vivente ha bisogno di acqua per vivere;
l’acqua è dunque l’elemento della vita e nel Battesimo diventa simbolo della Vita eterna che Dio ci
dona. Ma l’acqua serve anche a lavare e a purificare e così simboleggia anche la purificazione dal
peccato originale e da tutti i nostri peccati, che attraverso questo sacramento lo Spirito opera in noi.
Abbiamo però anche detto che battezzare significa immergere e l’acqua oltre che a essere l’elemento della vita può anche essere portatrice di
morte, e il recente tsunami in Giappone ce ne ha
dato una eloquente prova. L’acqua nel Battesimo
è allora, insieme a quanto già detto, anche immagine della morte di Cristo nella quale siamo immersi per risorgere con lui alla vita nuova della
Resurrezione, come ha affermato chiaramente
san Paolo nel già citato passo di Rm 6. Al Battesimo vero e proprio seguono poi i riti esplicativi, dei
segni, cioè, che spiegano quello che il Sacramento ha operato nella vita del neobattezzato.
Il primo segno è la consegna della veste bianca.
In moltissime culture l’abito indica l’appartenenza
sociale e il cambiare l’abito, l’essere rivestiti di un
abito nuovo indica una condizione nuova. Il colore
bianco rimanda alle tante immagini bibliche in cui
gli angeli di Dio appaiono in vesti candide, il bianco è il colore della luce ed è il colore del Paradiso,
e insieme è anche il colore della purezza. San
Paolo ci ricorda: «quanti siete stati battezzati in
Cristo vi siete rivestiti di Cristo» (Gal 3,27). La veste rappresenta la nuova dignità di figli di Dio che
abbiamo ricevuto con il battesimo (nella parabola
del “figliol prodigo” la prima cosa che fa il Padre
quando riaccoglie in casa il figlio pentito è rivestirlo della veste, cfr. Lc 15, 22) ed è bianca perché
esprime la purezza che il Sacramento ci ha donato liberandoci dai peccati. Sant’Ambrogio descrive
così questo rito: «hai ricevuto le vesti candide, per
indicare che ti sei spogliato dell’involucro dei peccati e hai indossato le pure vesti dell’innocenza».
Il secondo segno è la consegna della candela accesa al cero pasquale, il quale è il segno di Cristo
Risorto. Uno dei tanti termini che fin dall’antichità
ha designato questo sacramento è “illuminazione”
perché è attraverso esso che il Padre «ci ha liberati dal potere delle tenebre ci ha trasferiti nel regno del Figlio del suo amore» (Col 1,13). Anche il
segno della luce è dunque molto eloquente e facilmente comprensibile a tutti: dono del Battesimo
è la luce di Dio che ci strappa dalle tenebre del
peccato; siamo dunque «figli della luce» (Ef 5, 8)
e come tali siamo chiamati a vivere, scegliendo
sempre la luminosa volontà di Dio e rifiutando il
buio del peccato.
don Matteo
La vita nuova in Cristo
gare. I genitori e i padrini che non vivono e prendono con responsabilità l’impegno di trasmettere
la fede al proprio figlio gli fanno un torto molto grave. Nel battesimo si riceve un seme di vita eterna;
questo seme deve essere innaffiato e concimato
quotidianamente con la Parola di Dio, i sacramenti
e la testimonianza di vita nella comunità.
I genitori e i padrini non devono trasmettere solo
la loro fede, tante volte così fragile e piena di dubbi, ma la fede della Chiesa che è certa e veritiera.
I genitori e i padrini devono nutrire per primi la loro fede con la partecipazione assidua all’Eucaristia e con la preghiera in famiglia. Se la famiglia
non prega e non lascia spazio a Dio la fede viene
meno, non cresce e non matura, diventa come il
sale quando perde sapore. La vita in se stessa è
complessa, viviamo tempi difficili e ogni giorno
prendiamo coscienza che la vita dell’uomo non è
assicurata dai beni, neanche la salute è sicura,
tutto è precario. La fede che abbiamo ricevuto nel
battesimo deve divenire adulta, affinché aiuti a saper vivere e accettare gli avvenimenti difficili della
vita. Bisogna riscoprire la Grazia ricevuta nel battesimo. Noi riceviamo la vita eterna, la vita che
non finisce. E’ questa Grazia che ci aiuta a poter
vivere con serenità le prove della vita, le difficoltà
e le avversità che troviamo ogni giorno. Questo
tempo è propizio per riscoprire la Grazia battesimale, un tempo opportuno per noi tutti per trasmettere la fede e vivere meglio l’impegno ricevuto nel battesimo. Ognuno di noi può far tesoro della Quaresima per vivere veramente l’unione con
Cristo come figli di Dio.
don Gelver
IO VOGLIO SERVIRE GESÙ
Testimonianza di Shahbaz Bhatti, ministro pakistano per le minoranze, cattolico, è stato ucciso martedì 1 marzo 2011 a colpi d’arma da fuoco, in un agguato tesogli nella città di Islamabad.
Mi sono state proposte alte cariche al governo e mi è stato chiesto di abbandonare la mia battaglia, ma
io ho sempre rifiutato, persino a rischio della mia stessa vita. La mia risposta è sempre stata la stessa:
«No, io voglio servire Gesù da uomo comune». Questa devozione mi rende felice. Non voglio popolarità,
non voglio posizioni di potere. Voglio solo un posto ai piedi di Gesù. Voglio che la mia vita, il mio carattere, le mie azioni parlino per me e dicano che sto seguendo Gesù Cristo. Tale desiderio è così forte in me
che mi considererei privilegiato qualora – in questo mio sforzo e in questa mia battaglia per aiutare i bisognosi, i poveri, i cristiani perseguitati del Pakistan – Gesù volesse accettare il sacrificio della mia vita.
Voglio vivere per Cristo e per Lui voglio morire. Non provo alcuna paura in questo paese. Molte volte gli
estremisti hanno cercato di uccidermi e di imprigionarmi; mi hanno minacciato, perseguitato e hanno
terrorizzato la mia famiglia. Voglio dirvi che trovo molta ispirazione nella Sacra Bibbia e nella vita di Gesù
Cristo. Più leggo il Nuovo e il Vecchio Testamento, i versetti della Bibbia e la parola del Signore e più si
rinsaldano la mia forza e la mia determinazione. I passi che più amo della Bibbia recitano: «Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi». Così, quando
vedo gente povera e bisognosa, penso che sotto le loro sembianze sia Gesù a venirmi incontro.
5
Fede e formazione
L
a Quaresima è un tempo ideale per meditare
sul sacramento del battesimo. La liturgia della parola proposta dalla Chiesa in questo anno ci aiuta a riflettere sul dono del battesimo che
abbiamo ricevuto e ricavarne la forza per vivere
l’impegno quotidiano.
I figli sono un dono di Dio per la famiglia. Ogni famiglia cristiana come la famiglia di Nazareth si avvia verso il tempio ad offrire e consacrare i figli al
Signore e ringraziare per il dono della maternità
(Luca 2,22). La Chiesa si rallegra ogni volta che
una famiglia viene a chiedere il dono del battesimo. La missione della Chiesa, conferitagli da Cristo, è quella di battezzare: “Andate e ammaestrate
tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre
e del Figlio e dello Spirito Santo” (Matteo 28,19).
La nostra parrocchia di Santa Galla propone un
percorso breve, ma profondo di preparazione al
battesimo. I nostri catechisti sono famiglie, che vivono intensamente la loro vita di fede con gratitudine verso Dio e cercano di trasmettere ciò che
hanno ricevuto da Lui. La celebrazione del battesimo è una liturgia molto significativa, ricca di gesti e
parole che aiutano a comprendere e a vivere il sacramento. Ogni volta che viene celebrato un battesimo la Chiesa esulta e gioisce per la nascita alla
vita eterna del battezzato. Il fonte battesimale ricorda proprio l’utero della madre, che concepisce e
partorisce i suoi figli in Cristo. Grazie al battesimo
la Chiesa vive la sua maternità. Il battesimo è una
celebrazione comunitaria dove la famiglia ha un
ruolo centrale e imprescindibile. Sono i genitori e i
padrini che accompagnano la crescita nella fede
dei loro figli. Questa loro missione non si può dele-
Chiamati a vivere da figli di Dio
ari amici, ho avuto l’onore di essere sollecitato a partecipare con questo mio
piccolo granellino al giornalino della parrocchia. E vorrei cogliere l’occasione per riflettere insieme su alcuni aspetti dell’essere cristiani oggi, nel contesto in cui, ognuno di noi
si trova, in quella possibilità di esprimere ed
essere manifestazione dell’amore di Dio per
tutti noi uomini.
Spesso, ci sentiamo dire che noi cristiani siamo stati chiamati a vivere e scoprire la nostra
felicità in un percorso di sequela o discepolato di Cristo. Dunque, quale è il significato di
questa sequela per noi oggi, come possiamo
seguire Cristo nel lavoro, scuola, famiglia, ambiti pubblici, progetti personali, ecc? Da dove
viene questa idea del discepolato? E, come
può fare si che in esso si esperimenti veramente la pienezza della vita? O addirittura,
quale è il motivo per cui dobbiamo seguirlo?
Certamente non sono domande semplici. Credo sia difficile, in poche righe, approfondirne
i contenuti e perfino impossibile esaurirle nei
diversi trattati di teologia. Comunque, possiamo trovare un punto di partenza in cui si delucida una prima risposta ad esse, ed è quello
della stessa chiamata ad essere cristiani che
si concretizza nella nostra vita a partire del
battesimo. La risposta a questa chiamata credo coincida con la risposta a queste domande, e, per fortuna, abbiamo tutta una vita per
trovare modi diversi e personali di rispondere
ad esse. È interessante vedere che la vita cristiana inizia con una chiamata e rimane sempre una risposta. E’ necessario entrare nel mistero che il battesimo ci offre, per poter così,
prendere coscienza sempre di più, su chi siamo. Seguiamo alcune piste che riguardano il
significato del battesimo per noi cristiani. La
prima è che la risposta a questa chiamata
non la possiamo considerare come se fosse
una delle tante risposte che noi siamo abituati
dare; il lavoro, ad esempio, è una forma di risposta a una esigenza personale o familiare.
In questo senso il battesimo è una risposta
peculiare, perché viene preceduto da un dono di Dio, da una grazia, da una capacità speciale per poter rispondere alla sua chiamata.
Il dono consiste nel divenire figli di Dio, e con
C
Fede e formazione
6
ciò, tutto quello di cui abbiamo bisogno per
diventarlo. Una relazione filiale con il Padre
che viene caratterizzata da uno stile unico e
personale e che riguarda in maniera particolare ognuno di noi. Ed è filiale questa relazione
in quanto ci unisce al Figlio attraverso lo Spirito Santo che agisce come se siglasse questo
rapporto in un modo da Dio soltanto pensato.
Noi cristiani, partecipiamo così, della vita
stessa di Dio, basta ricordare il mandato del
Signore risorto “Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del
Padre e del Figlio e dello Spirito Santo” (Mt
28,19), in questo mandato osserviamo che
non va separato l’essere discepolo dal battesimo. Un altro aspetto del battesimo è quella
duplice scansione di rottura con il peccato e
di trasformazione continua e permanente, di
conversione costante. Entrambe sono legate
tra di loro, perché per la grazia di Cristo nel
battesimo rompiamo con il peccato (originale), e perciò, dobbiamo mantenere la nostra
risposta in maniera attiva, impegnata e soprattutto libera nel conformarsi al cuore di Cristo: “per mezzo del battesimo dunque siamo
stati sepolti insieme a lui nella morte affinché,
come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo
della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova” (Rm 6,4).
Questo impegno, fratelli, è assai difficile, ma è
proprio in esso che ci scopriamo cristiani, figli, e anche comunità. Direi che è proprio in
esso che sperimentiamo la felicità, che troviamo il senso pieno della vita. Non siamo soli,
però; se ci troviamo convocati è perché Dio ci
ha chiamati ad essere Chiesa, e in modo concreto a vivere il battesimo nella nostra parrocchia, ascoltare la sua Parola, celebrarlo nella
Eucaristia, crescere insieme i nostri bambini e
ragazzi, aiutare i nostri giovani a realizzare i
loro progetti di vita, accompagnare i più deboli, e così tutto ciò che insieme siamo. Inoltre,
in quanto si tratta di una risposta ad una chiamata, possiamo ricordarci sempre e chiedere
l’intercessione della nostra Santissima Madre
Maria, che è il modello più perfetto di sequela
nel suo “SÌ” pieno di amore.
Alberto L.
Una vita semplice
Il Gruppo Emmaus e il suo spettacolo!
SIMONE
In questi mesi stiamo preparando uno spettacolo, che rappresenterà la vita di
San Francesco. Con il ricavato di questi soldi aiuteremo i bisognosi.
JUAN CARLOS
Il gruppo Emmaus sta preparando uno spettacolo che
parla dell’Ultima Cena. Tra i
ruoli c’è chi balla, chi recita,
chi aiuta dietro le quinte e
chi canta. Tutti si divertono, lo facciamo per aiutare i
poveri.
PATRIZIO
Sono del gruppo palcoscenico
e mi sto impegnando molto
per lo spettacolo. Abbiamo
già fatto molte cose utili per
i poveri: lavoretti, Presepe,
raccogliere offerte per i bisognosi, i panini per la mensa. In questo periodo di
Quaresima stiamo preparando uno spettacolo sulla vita
di San Francesco. Vogliamo
cercare di imitare San Francesco nella carità, per que-
sto aiutiamo a preparare i panini per i poveri. San Francesco ha imitato Gesù
nell’Eucarestia. E’ importante per noi perché abbiamo fatto la Comunione.
DANIELE
Il gruppo Emmaus sta organizzando uno spettacolo sull’Ultima Cena vissuta da
Gesù. Sul palcoscenico viene ricreato uno studio televisivo di un programma dove
vengono intervistati sette frati, compagni di san Francesco d’Assisi.
ANGELO
Ciao! Mi chiamo Angelo, ho 10 anni e nello spettacolo faccio la parte di frate
Masseo. Invece di fare uno spettacolo sulla nascita di Gesù, ci occupiamo dell’Ultima Cena. Oltre me ci sono molti altri che partecipano allo spettacolo organizzato da San Francesco, mentre giocava a calcio (ovviamente nello spettacolo!)
Lo spettacolo è formato da riprese video, canti, balletti e la parola di Gesù!
FRANCESCA
Stiamo facendo uno spettacolo, già nelle prove ci stiamo divertendo tanto ed è
bello! E’ fatto dai ragazzi del gruppo Emmaus. Ci sono tanti personaggi: le suore,
i frati e tanti altri. Stiamo facendo questo spettacolo per stare insieme. Le suore cucinano, ballano e tutti insieme cantiamo. Venite a vedere il nostro spettacolo, vi divertirete molto perché ci sono delle battute spiritose! Venite a vederci!
LOLLO E TEO
Stiamo facendo uno spettacolo molto divertente per ricavare dei soldi per i
bambini più bisognosi di noi. Per loro abbiamo preparato tante attività, anche il
nostro spettacolo!
LORENZO
Sono Lorenzo del gruppo Emmaus, il nostro gruppo sta preparando uno spettacolo sulla
vita di San Francesco. L’obiettivo dello spettacolo è quello
di divertirsi, imparare messaggi importanti del Vangelo e
farlo vedere ai nostri genitori
e a tutta la comunità!
SIMONE
Faccio parte del gruppo Palcoscenico e mi sto impegnando
molto per lo spettacolo, mi interessa fare una bella figura davanti ai genitori. Siamo ragazzi di 11 anni e stiamo
facendo un percorso verso Dio per raggiungerlo.
GABRIELE
Il gruppo Emmaus sta per preparare uno spettacolo che parla dell’Ultima Cena di
Gesù. Ci siamo impegnati nel preparare i costumi, le scenografie, le battute e i
balletti. Questo spettacolo si
svolgerà nel teatro della nostra
parrocchia.
GIULIA
Domenica 13 febbraio e domenica 13 marzo alle 19.30 abbiamo preparato il cibo per la mensa dei poveri della stazione. Alcuni ragazzi hanno spezzato la
pasta per fare un minestrone;
invece altri hanno tagliato i panettoni e altri hanno impacchettato i panini.
MATTIA (FRATE LEONE)
Il granellino nasce da un seme, il
seme dà la vita a tutte le piante
come Dio ci dà la vita. Noi stiamo dando vita a uno spettacolo
che racconta dell’Ultima Cena e
di San Francesco. Balliamo, can-
tiamo e recitiamo. Una
delle mie battute è: “Sì,
certo, è nei poveri che è
possibile trovare il volto
di Cristo”.
Dimenticavo, io sono
Mattia e interpreto Frate Leone!
LUCA
Venite a vedere lo spettacolo del gruppo Emmaus, parla dell’Ultima
Cena di Gesù!
CECILIA
Nel nostro Granellino dei ragazzi, vogliamo farvi un riassunto di quello che facciamo ma, soprattutto, dello spettacolo che stiamo preparando. Lo spettacolo
parla dell’Ultima Cena, spero vi piaccia, cari lettori, ci abbiamo messo tanto impegno e tanto entusiasmo. Non possiamo dirvi tutto, quindi speriamo che lo veniate a vedere!!!
Vi aspettiamo tutti nella settimana dopo Pasqua presso il teatro
della nostra parrocchia!
Ci sono momenti in cui abbiamo bisogno
di un periodo di riposo. Anche Dio ha pensato di avere un sabato, una giornata di
riposo. Un anno di riposo e di approfondimento è un dono di Dio.
Questa è la ragione per cui sono presso la
Parrocchia di Santa Galla, godendo della
compagnia di sacerdoti molto entusiasti e
vivendo con una comunità cristiana molto
attiva. Nato e cresciuto in India, presso lo
Stato più meridionale del continente indiano, Kerala, una terra benedetta con la
bellezza naturale e il dono della fede Cristiana da i suoi primi anni, fin dall’Apostolo
Tommaso stesso, sono grato a Dio della mia
vocazione sacerdotale. Essendo stato ordinato sacerdote nel 1981, all’età di 25 anni,
ho prestato servizio in due parrocchie, prima come viceparroco e poi come parroco. Sono stato mandato a Roma per continuare i miei studi presso Paontificio Istituto Biblico e all’Università Gregoriana.
Ho trascorso sette anni a Roma, durante il
periodo 1988-1995. Dopo aver ottenuto
Dottorato in Teologia Biblica, nel 1995, sono tornato nel mio paese, dove ora sono
professore di Sacra Scrittura, presso a St.
Thomas Apostolic Seminary.
Il mio anno sabbatico a Santa Galla mi
dà la gioia di frequentare alcuni corsi
presso l’Università Gregoriana e l’occasione per andare alle biblioteche della Gregoriana e del Biblicum. Più di questo,
l’atmosfera serena nella parrocchia mi dà
l’occasione di approfondire la mia vita spirituale.
Nel settembre 2011, sarò di nuovo al mio
Seminario ad assumere le mie responsabilità. Ringrazio Dio per questo anno sabbatico.
don Jose
COME ANIMARE
UN GRUPPO DI COPPIE
Nei giorni di sabato 27 e domenica 28 novembre 2010, si è svolto, presso la casa di
accoglienza “Fraterna Domus”, a Sacrofano,
un fine settimana di formazione e di fraternità
per le coppie di sposi che hanno già un’esperienza di animazione con il seguente titolo:
Come animare un gruppo di coppie – Teoria e
pratica. Al corso, curato da don Romolo Taddei, psicologo e direttore dell’ufficio diocesano di pastorale familiare di Ragusa, hanno
partecipato nove coppie della nostra parrocchia. Nella prima giornata don Romolo si è
soffermato sulla metodologia e sull’importanza della stessa nella conduzione di un gruppo
con particolare riguardo alle coppie. Per la
metodologia si è preso spunto dal brano
evangelico dei discepoli di Emmaus studian-
do come si sviluppa il dialogo tra di loro ed il
Signore. È il Cristo che con il suo intervento li
porta a ragionare, a tirar fuori il meglio di loro
per arrivare a comprendere che il compagno
di viaggio era proprio Lui. Allora gli animatori
spinti dall’entusiasmo del Cristo Risorto possono aiutare le coppie a scoprire gli autentici
valori della loro unione. Nella seconda giornata si è cercato di dare pratica applicazione attraverso lo svolgimento di alcune esercitazioni. L’incontro si è concluso con la Celebrazione Eucaristica. Alla conclusione tutte le coppie erano molto contente dell’esperienza.
Emanuele e Fiorella
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La vita della comunità
CON VOI PER UN ANNO SABBATICO
UN CUOR SOLO E UN’ANIMA SOLA
La vita della comunità
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“Edificati nella Carità”. Il 7 dicembre, nel contesto della settimana del 70° della nostra parrocchia, la S. Messa della vigilia dell’Immacolata è stata concelebrata da alcuni sacerdoti che lungo
questi anni hanno contribuito ad edificare la nostra comunità cristiana. La celebrazione eucaristica è stata presieduta da mons. Giovanni Battista Proja, vice parroco nella nostra parrocchia
dal 1942, che ha vissuto il suo apostolato nel periodo terribile della guerra. I suoi ricordi sono
stati precisi anche nei dettagli; erano anni difficili, ma dai suoi racconti è emerso chiaramente
come la parrocchia rappresentasse la roccaforte della speranza e della provvidenza, dove c’era
sempre rifugio per coloro che lo chiedevano e c’era sempre qualche “nichelino” per chi ne aveva bisogno. Particolarmente vivo era il racconto riguardante le due guardie delle SS entrate in
chiesa per cercare degli ebrei, che erano già stati accolti e “camuffati” tra i fedeli in preghiera.
Grazie a mons. Proja, abbiamo vissuto una preziosa esperienza di vita e di fede. Dopo la comunione, su invito di don Concetto, è stato chiesto ai concelebranti di raccontare qualcosa del loro
vissuto nella nostra parrocchia e così uno ad uno, i sacerdoti che erano già disposti a semicerchio sotto l’altare, hanno preso la parola. Don Franco Forconi, viceparroco dal 1964, racconta
che i suoi genitori si recarono a vedere dove era stato assegnato il figlio e furono molto sorpresi
quando si accorsero che era una Chiesa davanti alla quale ci pascolavano le pecore! Molto rammaricati gli dissero: “Figlio mio, dove ti hanno mandato?!”. Don Franco a distanza di tanti anni ci
ha detto con slancio: “Invece io mi sono trovato molto bene e ho di questa parrocchia dei ricordi bellissimi”. Don John D’Orazio con il suo inconfondibile accento americano: “Sono stato qui
con voi solo un anno, purtroppo! Mi sono trovato davvero bene con tutti”. Don Carmelo Greco,
collaboratore negli anni 80: “Ho ricordi molto belli. Ho fatto delle ricerche sulle figure dei sacerdoti santi che si sono dedicati all’opera di Santa Galla. Con il parroco don Franco Amatori abbiamo realizzato tante belle cose! Ricordo quando è arrivato l’altare ed è stato situato in Chiesa”.
Don Ivan Grbesic: “Io sono il più giovane e quindi sarò il più breve. Sono stato qui un anno, sono cresciuto molto grazie a voi e vi porto sempre nelle mie preghiere”. Don Maurizio Mirilli. “Sono stato nella parrocchia di Santa Galla per due anni dal 2004-2005, ho iniziato come diacono e
poi ho continuato da sacerdote; ho celebrato qui la mia Prima Messa, qui ho imparato molto,
anche dagli errori e ringrazio tanto Don Franco”. Don Salvatore Tanzillo, viceparroco dal 1990 al
1993. “Io ho assistito al primo “terremoto innovativo” di questa parrocchia, dove si cominciavano a intraprendere nuove iniziative. Tutto era fermento e vivacità”. Don Faustino, viceparroco dal
settembre 2005 al settembre 2010. “Ho vissuto per 5 anni il mio ministero presso la nostra parrocchia di Santa Galla e sono stato bene. Ho festeggiato il mio 25° anno di sacerdozio e la ricorrenza del mio 50° anno di vita e del mio battesimo. Ringrazio tutti, sono stato bene con tutti e
abbiamo vissuto una bella esperienza di presbiterio con gli altri sacerdoti”. Don Luca Paoloni, ordinato sacerdote il 20 giugno 2010, ora vive il suo ministero presso la parrocchia dei Santi Simone e Giuda Taddeo a Torre Angela. A motivo di ciò inizia il suo intervento così: “Anche da me ci
sono le pecore! Cosa dire? Io sono viceparroco da pochi mesi, quindi non vi so dire ancora molto, ma porto nel cuore e a modello questa mia comunità di origine”. Alcuni sacerdoti non sono
presenti per motivi pastorali come don Andrea, don Cristiano o di lontananza come don Michele,
don Paolo, don Daniel, don Gianni, e altri per problemi di salute come don Aldo; l’elenco è troppo lungo ed inevitabilmente un pensiero va anche al nostro diacono Tonino Setta. Don Franco
Amatori, che è stato nostro parroco per 20 anni e che con la sua guida pastorale ha dato tanto
per l’edificazione della nostra comunità parrocchiale, ha concelebrato, insieme al nostro parroco don Concetto, la Santa Messa presieduta da Sua Eminenza il Card. Agostino Vallini, in occasione della sua visita alla nostra parrocchia, sabato 11 dicembre 2010. La nostra settimana di
festa e di rendimento di grazie è stata come un’unica grande celebrazione, durata sette giorni. Il
nostro parroco don Concetto, sostenuto dallo Spirito Santo e dall’intercessione di Santa Galla, è
riuscito a farci vivere questa intensa e indimenticabile esperienza ecclesiale, in comunione
d’amore, con “un cuor solo e un’anima sola, per la Gloria del Signore!”.
Giovanna S.
IL FASCINO DI UNA COMUNITÀ VIVA INTORNO AI SUOI PASTORI
Visita del Cardinal Vicario Agostino Vallini
Nell’ambito dei festeggiamenti del 70° di
fondazione della nostra parrocchia, l’evento
certamente più qualificante e significativo è
stata la visita del nostro Cardinale Vicario, in
rappresentanza del Papa, Vescovo di Roma,
sabato 11 dicembre 2010. Alle ore 17, nella
magnifica cornice del teatro e in un clima di
eccezionale calore umano e attiva partecipazione, c’è stato l’incontro con il presbiterio e
tutti gli operatori pastorali. Come momento di
accoglienza, i nostri giovani, che per l’occasione del 70° avevano preparato il Musical
“LUCE” sulla vita di Santa Galla, hanno magistralmente presentato la parte conclusiva
dell’opera, riferita al gesto di accoglienza e di
servizio che Santa Galla quotidianamente viveva verso i poveri e all’apparizione mariana.
I rappresentanti dei vari ambiti, in modo vivace, hanno illustrato la vasta gamma dei programmi di catechesi, dei percorsi formativi e
dei servizi. Ne è emerso un quadro unitario,
variegato e dinamico. Il Cardinale, con fare
dialogante, nel manifestare soddisfazione e
apprezzamento per l’impegno profuso a favore della comunità e del nostro quartiere, ha
espresso forti parole di incoraggiamento nel
continuare a svolgere la testimonianza di carità e di servizio, sull’esempio di S. Galla. Ha
sottolineato la dimensione missionaria, sacerdotale e regale, derivanti dal battesimo e
la bellezza di mettere a servizio di tutta la
Chiesa i propri carismi. Al Cardinale è poi
stata donata una copia, realizzata su tela,
dell’immagine di Santa Galla.
Terminato l’incontro con gli operatori pastorali, ha avuto inizio la Celebrazione eucaristica,
che ha coinvolto i fedeli della nostra comunità, i bambini del catechismo, i ragazzi, i giovani e le famiglie. Nell’omelia il Cardinale ha
ulteriormente sviluppato le riflessioni, confidenzialmente proposteci nell’incontro precedente. Ci siamo sentiti veramente confermati
nella fede e incoraggiati a vivere la missione
evangelica con slancio ed entusiasmo. Dopo
la comunione abbiamo vissuto un momento
particolarmente emozionante, con la benedizione della nuova icona di Santa Galla, egregiamente eseguita dall’iconografa Roberta
Boesso, che in quel momento ne ha presentato i contenuti iconografici e la tecnica di
esecuzione. L’icona, donata dalla famiglia Nicotra, ci ricorderà la nostra amata catechista
Valentina. Molte altre cose potremmo raccontare della settimana di celebrazione del
70° della nostra parrocchia e del momento
culminante della visita del Cardinal vicario,
ma è certo che abbiamo vissuto una esperienza ecclesiale colma di consolazioni, che
ci fa ripartire nella missione che ci è affidata,
con generosità e gioia.
Giuseppe T.
La vita della comunità
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La voce del pavone
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SE C’È RIUSCITA LEI…
Semplice! Una parola un po’ troppo dimenticata in questo periodo dove tutto sembra essere complicato. Una parola che da serenità
ma che spesso appare irraggiungibile. Una
parola che ha segnato il nostro viaggio. Semplice è stata la vita di Galla, che nonostante
le sue ricchezze senza paura si è convertita
“a vita più perfetta”. Semplice è stata l’idea
di scrivere un musical sulla sua vita. Semplice è stata la scrittura del copione e delle
canzoni. Semplice è stato mettere insieme
un gruppo di circa 40 persone di tutte le età
per realizzare lo spettacolo. Semplice è stato
metterlo in scena, divertendoci ed emozionandoci insieme al pubblico. Semplice, tutto
semplice, non facile, ma semplice. Una cosa
facile è ciò che riusciamo a fare tranquillamente senza l’aiuto di nessuno, mentre una
cosa semplice è ciò che riusciamo a fare, per
quanto difficile e preoccupante sia, con l’aiu-
to e la grazia di Qualcun altro. Ebbene una
cosa è certa, ne Galla, ne tanto meno noi saremmo riusciti ad arrivare a tanto senza l’aiuto e la grazia di quel Qualcun altro di cui dicevamo prima. Abbiamo unito le forze, unendo i diversi gruppi del teatro. Questo è stato
facile, per farlo diventare semplice nel tempo
della preparazione ci siamo affidati, con tutta
la stanchezza e la nostra umanità, a Lui. E’
stato un cammino lungo di quasi un anno,
ma l’emozione è stata diversa rispetto ad altre occasioni simili. Ci siamo chiesti se la motivazione potesse essere la presenza così importante di Galla, in effetti il coraggio, la determinazione e la grande carità di questa giovane santa romana ci ha fatto vivere questo
spettacolo ancora più da protagonisti. Vi salutiamo con questa frase che fa parte dello
spettacolo, soffermandoci a riflettere sul nostro cammino verso la santità “ma se c’è riuscita lei, perché nun poi fallo te”.
Giorgia e Alessio
“I RAGAZZI DI SANTA GALLA!”
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vamo molto vicini alla nostra Santa Galla che
ha saputo vivere l’amore come dono di sé,
nell’accoglienza e nella gratuità.
Tutta la nostra parrocchia nei giorni del 70°
ha gareggiato nel dare LUCE, offrendo amore
con tanti gesti di tenerezza. Grazie ragazzi!
Non ci stancheremo mai di dirvelo!
Continuate così, raggianti e belli della Luce
del Signore per illuminare e contagiare chi vi
circonda.
Con tanto affetto, la vostra comunità parrocchiale di Santa Galla
La “Fiera del dolce”, iniziativa di solidarietà tra le famiglie.
Pellegrinaggio e giornata di fraternità a Napoli – sabato 6 novembre 2010.
I partecipanti hanno potuto accogliere la testimonianza luminosa di San Gennaro, vescovo e martire, ed hanno
potuto godere delle bellezze della città e particolarmente dei presepi artigianali.
La voce del pavone
La nostra parrocchia ha compiuto 70 anni! Il
musical “Luce” dedicato a Santa Galla che
voi ragazzi avete realizzato con tanto amore
ci ha regalato emozioni bellissime ed inesprimibili.
Tutti voi, come strumenti musicali di un’orchestra avete saputo creare una armonia
perfetta, siete riusciti a trasportarci in alto per
guardare le cose più belle di noi e avete ravvivato la consapevolezza che imitando e ricordando la nostra cara Santa Galla ci troviamo proprio nel cuore di Gesù. Siete riusciti a
farci ridere e commuovere contemporaneamente, da veri professionisti!
Un grazie particolare ai nostri autori che, pur
nella loro proverbiale abilità, avevano all’inizio di fronte a loro una vera impresa. Il risultato finale testimonia che si sono fidati e affidati e che lo Spirito li ha guidati. Una commedia musicale veramente bella, con canzoni particolarmente curate e coinvolgenti, con
testi molto significativi e melodie piacevoli.
Un ringraziamento anche al nostro direttore
musicale che ha saputo tirar fuori il meglio
del talento di ciascuno. Come non pensare
alle bellissime scenografie, alle coreografie,
alla creatività dei costumi.
Ragazzi, siete stati tutti bravissimi, anche voi
che stavate dietro le quinte. Tutti noi come
spettatori, per la vostra bravura, eravamo
proiettati nella Roma del VI secolo e ci siamo
naturalmente immedesimati nei panni di ciascun personaggio. Come comunità, ci senti-
PASQUA 2011
DOMENICA DELLE PALME:
- Commemorazione dell’ingresso del Signore in Gerusalemme – inizio dal
giardino della parrocchia - Appuntamento alle ore 10,00
- Le altre Celebrazioni Eucaristiche saranno agli orari soliti della domenica.
Avvisi e appuntamenti
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ESERCIZI SPIRITUALI:
Una sosta di preghiera per tutta la comunità in preparazione alla Pasqua.
Appuntamento: I primi tre giorni della Settimana Santa, lunedì 18, martedì
19, mercoledì 20 aprile, dalle ore 19,00 alle ore 20,15; don Jose proporrà la
catechesi e l’animazione della preghiera.
GIOVEDI’ SANTO:
- S. Messa vespertina nella Cena del Signore alle ore 18,30
VENERDI’ SANTO:
- Lodi Mattutine: ore 8,00
- Via Crucis: ore 15,00
- Via Crucis per i bambini: ore 16,30
- Celebrazione della Passione del Signore alle ore 18,30
SABATO SANTO:
- Lodi Mattutine: ore 8,00
- Ufficio delle Letture alle ore 11:30, in giardino.
- Veglia Pasquale alle ore 22,30
DOMENICA DI PASQUA
- Le Celebrazioni Eucaristiche saranno all’orario solito della domenica.
DATE BATTESIMI PER IL PERIODO MAGGIO-SETTEMBRE 2011:
Domenica: 1 maggio; 12 giugno; 18 settembre.
La Prima Comunione per i Bambini, oltre al Giovedì santo, sarà celebrata nelle seguenti domeniche: 30 aprile; 8, 15, 22, 29 maggio.
La Cresima sarà conferita dal Vescovo ai nostri ragazzi Domenica 12 giugno,
alle ore 12,00.
Nei giorni 26 maggio – 5 giugno 2011 si terrà la festa di conclusione dell’anno pastorale della nostra comunità: “Un solo pane… un solo corpo”.
SERVIZIO DI ACCOGLIENZA E SEGRETERIA
DIACONIA
Lunedì - venerdì dalle 9,00 alle 12,00
dalle 16,30 alle 20,00
Sabato
dalle 9,00 alle 12,00
UFFICIO PARROCCHIALE
Lunedì - sabato dalle 10,30 alle 12,00
Lunedì - venerdì dalle 16,30 alle 18,30
Tel. 06.5742141
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