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Diapositiva 1
In collaborazione con:
APPLICAZIONI PRATICHE DI RISK MANAGEMENT:
- VALUTAZIONE E TRATTAMENTO DEI RISCHI
- UN CASO DI STUDIO
A cura di:
ing. Marco Terzago
Vice-Presidente ANRA
Risk Manager SKF Industrie S.p.A.
Risk Engineering Manager Gruppo SKF
Web: www.skf.com ; www.anra.it
e-mail: [email protected]
Milano, 22/09/2011
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
1
In collaborazione con:
AGENDA: 3 Marzo 2010 (14,00 - 18,00)
1.
Richiamo: LE FASI DEL PROCESSO di R.M.
2.
VALUTAZIONE dei rischi
3.
4.

Metodologie qualitative

Metodologie quantitative / statistiche
TRATTAMENTO dei rischi

RIDUZIONE o ELIMINAZIONE

Curve ISORISCHIO

Misure di riduzione della frequenza (PREVENZIONE)

Misure di riduzione della gravità (PROTEZIONE)
UN CASO: stesura di un piano di RM per una PMI industriale

Identificazione e Valutazione dei rischi

Trattamento (ritenzione, prevenzione, protezione, assicurazione)
Milano, 22/09/2011
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
2
In collaborazione con:
RICHIAMO: IL PROCESSO DI RISK MANAGEMENT
Analisi
1 IDENTIFICAZIONE
2 VALUTAZIONE
PATRIMONIO
ATTIVITA’
PERSONE
ELIMINAZIONE
TRASFERIMENTO
PREVENZIONE
3
Trattamento
CONTRATTI
RIDUZIONE
PROTEZIONE
PARZIALE
RITENZIONE
TOTALE
ASSICURAZIONE
4
Revisione
Milano, 22/09/2011
AUDITING DEL PROCESSO
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
Eventi dannosi
Probabilità
Gravità
Acquisti
Trasporto
Commesse
Subforniture
Franchigia
Scoperto
Limite di indennizzo
Ripianamento diretto
Autoassicurazione
Captive Company
Rischi residuali
Rischi obbligatori
Azione periodica
3
In collaborazione con:
2^ FASE: VALUTAZIONE
Analisi
INDIVIDUAZIONE
VALUTAZIONE
2
Probabilità
Gravità
• Non è possibile migliorare ciò non si riesce a valutare o misurare !!!
• Valutare i rischi per porli in ordine di priorità è indispensabile per
concentrare sforzi e risorse economiche su quelli più importanti.
Milano, 22/09/2011
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
4
In collaborazione con:
VALUTAZIONE DEI RISCHI

Valutazione dei rischi puri
 Il modello R = F x G
 Distribuzione dei rischi
 Metodologie di valutazione

Metodologie statistiche

Metodologie soggettive
 Serie storiche e “Incident Reporting”
Milano, 22/09/2011
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
5
In collaborazione con:
IL MODELLO
R=fxg
R = y (f, g, …, ..)
f : frequenza
g : gravità
L'entità R di un evento dannoso è una combinazione
della frequenza e della gravità dell'evento stesso
Milano, 22/09/2011
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
6
In collaborazione con:
Frequenza
DISTRIBUZIONE DEI RISCHI
Rischi AF / BG
Rischi BF / BG
(non interessano !)
Rischi AF / AG
(non esistono !)
Rischi BF / AG
Gravita’
Empiricamente si verifica una proporzionalità inversa
tra gravità e frequenza degli eventi dannosi
Milano, 22/09/2011
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
7
In collaborazione con:
CLASSIFICAZIONE
Rischi BF/AG
(bassa frequenza - alta gravità)
Rischi AF/BG
(alta frequenza - bassa gravità)
Milano, 22/09/2011
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
8
In collaborazione con:
ESEMPI
Attentati
Danni d’acqua
Terremoti
Furti e ammanchi
Eventi atmosferici
Infortuni sul lavoro
Inquinamento ambiente
Incidenti automobilistici
Incendi
Incendi?
Esplosioni
Perdita di dati su PC
Scoppi
Malattie da postura scorretta
Crolli
Guasti meccanici ed elettrici
...
...
Milano, 22/09/2011
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
9
In collaborazione con:
TECNICHE DI VALUTAZIONE

Tecniche statistiche


Si basano prevalentemente sulla statistica inferenziale (da
preferire quando la serie storica è sufficientemente ampia,
costituita da eventi indipendenti e rappresentativa delle
caratteristiche aziendali attuali.
Tecniche soggettive

Si basano prevalentemente sulla elaborazione personale
(giudizi personali, valutazioni qualitative, esperienza)

Più utilizzate nel Risk Management, visto che i dati storici sono
spesso scarsi, poco credibili e inficiati da fattori di distorsione.
Milano, 22/09/2011
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
10
In collaborazione con:
REGISTRAZIONE E INVESTIGAZIONE SINISTRI
Le registrazioni storiche degli eventi dannosi o dei
quasi-incidenti (near-misses) e la loro investigazione
(accident investigation) costituiscono un preziosissimo
patrimonio informativo.
Permettono di:
 Individuare l'incidenza dei diversi fattori causali
 Individuare trend di fenomeni rilevanti
 Essere la base per costruire una valida checklist o
per la preparazione di interviste ed ispezioni
Milano, 22/09/2011
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
11
In collaborazione con:
INVESTIGAZIONE EVENTI DANNOSI
 Cause
 Enti colpiti
 Dinamica
 Conseguenze
 Elementi/circostanze aggravanti
 Carenze negli interventi post sinistro
 …
Milano, 22/09/2011
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
12
In collaborazione con:
INVESTIGAZIONE EVENTI DANNOSI nel Gruppo SKF
 Obiettivi:
 Identificare operazioni rischiose
 Condividere esperienza
 Utilizzato per le valutazioni del Costo del Rischio
 Procedura di Reporting:
 Utilizzare il DB “RIMS Report” su Lotus Notes
 Una persona designata per sito
 I report vanno al Risk Manager di Area
 Ogni 3 mesi vanno comunque segnalati anche in
caso di nessun incidente
Milano, 22/09/2011
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
13
In collaborazione con:
INCIDENT REPORTING nel Gruppo SKF
Milano, 22/09/2011
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
14
In collaborazione con:
Gruppo SKF, Incidenti riportati
(Gen.1996- Gen. 2011)
Le 8 TIPOLOGIE più frequenti
Guasti Macchina
2%
Vari, specificati
11%
Altri, non
specificati
7%
Impatto di veicoli
3%
Furti
4%
Incendi
51%
Danni elettrici
5%
Acqua condotta
5%
Danni da fumo
5%
Milano, 22/09/2011
Sversamenti
7%
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
15
25
In collaborazione con:
INCENDI - distribuzione per AREA
Incendi/danni da fumo riportati (Gen. 1996 - Gen. 2011)
Le 8 AREE/REPARTI di accadimento più frequenti
Trattamento
termico
23%
Altre aree
28%
Fonderia
3%
Rettifiche
17%
Fucine
3%
Aree esterne
3%
Stampaggio
4%
Milano, 22/09/2011
Torneria
13%
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
Lappatura
6%
16
26
In collaborazione con:
INCENDI - distribuzione per CAUSA
Incendi/danni da fumo riportati (Gen. 1996 - Gen. 2011)
Le 8 CAUSE di incendio più frequenti
Cause ignote
6%
Altre cause,
specificate
16%
Surriscaldamento
19%
Fumo da sigaretta
2%
Malfunzionamento
del macchinario
13%
Autocombustione
4%
Contatto con
superfici calde
7%
Lavori a caldo
9%
Milano, 22/09/2011
Scintille
11%
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
Fenomeno
elettrico
13%
17
27
In collaborazione con:
LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO FATTA DAGLI
ASSICURATORI : OBIETTIVI
• ASSUNZIONE/NON ASSUNZIONE DEL RISCHIO
• DEFINIZIONE DI TASSI E CONDIZIONI
• QUOTA SOTTOSCRIZIONE
• RITENZIONE / RIASSICURAZIONE
Milano, 22/09/2011
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
18
In collaborazione con:
MASSIMO DANNO STIMATO
MASSIMO DANNO STIMATO
parametro fondamentale per la quotazione
del rischio, che è spesso fonte di equivoci
tra broker, assicuratori e riassicuratori
PERCHE’?
Milano, 22/09/2011
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
19
In collaborazione con:
MASSIMO DANNO STIMATO
 Serve a definire:
•
il GRADIMENTO del RISCHIO
•
il TASSO ASSICURATIVO
•
la POLITICA di RIASSICURAZIONE
 Ci si concentra sul fattore “GRAVITA'” più che sulla
FREQUENZA
Milano, 22/09/2011
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
20
In collaborazione con:
LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO FATTA DAGLI
ASSICURATORI
a) PARAMETRI PER LA VALUTAZIONE DI RISCHI DI
RESPONSABILITA’ CIVILE
Milano, 22/09/2011
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
21
In collaborazione con:
IL VALORE / PERSONA
• IL DANNO ECONOMICO - I ESEMPIO
– SINGLE DI 40 ANNI
• Rischio morte
• Rischio invalidita’ permanente
• IL DANNO ECONOMICO - II ESEMPIO
– CAPOFAMIGLIA DI 40 ANNI CON MOGLIE
CASALINGA E DUE FIGLI STUDENTI
• Rischio morte
• Rischio invalidita’ permanente
Milano, 22/09/2011
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
22
In collaborazione con:
LA VALUTAZIONE
DANNO A :



Milano, 22/09/2011
Persone
cose
singolo sinistro (cumulo di persone e cose)
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
23
In collaborazione con:
MASSIMO DANNO STIMATO R.C. - UN CRITERIO
VALORE - PERSONA = 2,5 M€
VALORE COSE PIU’ ELEVATO
EVENTI
POSSIBILI
NUMERO MASSIMO PERSONE
COINVOLTE
Milano, 22/09/2011
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
24
In collaborazione con:
LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO FATTA DAGLI
ASSICURATORI
b) PARAMETRI PER LA VALUTAZIONE DI RISCHI DI
DANNI AI BENI E DA INTERRUZIONE
DELL’ATTIVITA’ (PD / BI)
Milano, 22/09/2011
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
25
In collaborazione con:
PARAMETRI UTILIZZATI
• MUR (Massima Unità di Rischio)
Maggior parte delle
compagnie italiane
• MPL (Maximum Probable Loss)
• MFL (Maximum Foreseeable Loss)
• LE (Loss Expectancy)
Milano, 22/09/2011
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
Maggior parte delle
comp. straniere +
Generali
26
In collaborazione con:
MASSIMA UNITÀ DI RISCHIO (MUR)
MUR
E’ il valore della maggiore concentrazione di
beni validamente separata dal resto
Milano, 22/09/2011
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
27
In collaborazione con:
MUR
 Unità di Rischio caratterizzata dalla massima perdita
di beni (PD)
 Circostanze più sfavorevoli
•
•
•
assenza di intervento delle protezioni attive
assenza di intervento delle squadre interne
assenza di intervento dei VVF
 Valutazione di tipo oggettivo
 Separazione valida
•
•
Muro pieno o tagliafuoco (REI 120-180)
Distanza di sicurezza (10 - 30 m)
Milano, 22/09/2011
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
28
In collaborazione con:
MAXIMUM PROBABLE LOSS (MPL)
MPL
E’ la stima della massima perdita
ragionevolmente prevedibile, cioè quella
che può verificarsi in condizioni NORMALI,
con riguardo sia alle caratteristiche
del rischio, sia all’esistenza e all’efficienza dei
mezzi di prevenzione / protezione
Milano, 22/09/2011
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
29
In collaborazione con:
… MPL
 L’MPL non può essere superiore alla MUR
 L’MPL potrebbe verificarsi in un unità di rischio
diversa dalla MUR
 Circostanze normali:



intervento delle protezioni attive
intervento delle squadre interne
intervento dei VV.F.
 Danno combinato (PD + BI)
 Valutazione di tipo soggettivo
Milano, 22/09/2011
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
30
In collaborazione con:
VALUTAZIONE MPL
 Possibile valutare MPL per Rischi Accessori (ex. co e
catastrofali, ad es. MPL terremoto, MPL alluvione)
 No eventi socio-politici
Milano, 22/09/2011
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
31
In collaborazione con:
MAXIMUM FORESEEABLE LOSS (MFL)
MFL
Massima perdita prevedibile nelle condizioni
più pessimistiche
nell’area di più elevato rischio
Milano, 22/09/2011
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
32
In collaborazione con:
… MFL
 Unità di rischio caratterizzata dal massimo danno
combinato (PD+BI)
 Condizioni più pessimistiche
•
•
•
assenza di intervento delle protezioni attive
assenza di intervento delle squadre interne
intervento dei VV.F
 Danno combinato (PD+BI)
 Valutazione di tipo oggettivo
Milano, 22/09/2011
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
33
In collaborazione con:
LOSS EXPECTANCY (LE)
LE
Rappresenta il danno che può essere
credibilmente causato dal sinistro considerato
Milano, 22/09/2011
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
34
In collaborazione con:
…LE
 Unità di rischio generica
 Condizioni credibili
•
•
•
funzionamento delle protezioni attive
intervento delle squadre interne
intervento dei VV.F
 Danno combinato (PD+BI)
 Valutazione di tipo soggettivo / oggettivo
Milano, 22/09/2011
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
35
In collaborazione con:
3^ FASE: TRATTAMENTO
3
1. TRASFERIMENTO
non assicurativo
CONTRATTI
2. ELIMINAZIONE
PREVENZIONE
Loss Prevention
3. RIDUZIONE
PROTEZIONE
Loss Control
Trattamento
Acquisti
Trasporto
Commesse
Subforniture
Franchigia
Scoperto
Limite di indennizzo
PARZIALE
4. RITENZIONE
IN PROPRIO
Ripianamento diretto
TOTALE
Autoassicurazione
Captive Company
5. ASSICURAZIONE
Rischi residuali
Rischi obbligatori
Milano, 22/09/2011
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
36
In collaborazione con:
I "TRE MOMENTI" DEL TRATTAMENTO DEL RISCHIO
1.
UN MOMENTO DI TIPO “GIURIDICO” : TRASFERIMENTO
CONTRATTUALE DEL RISCHIO A TERZI (NON
ASSICURATIVO)
2.
UN MOMENTO DI TIPO “FINANZIARIO”: RITENZIONE IN
PROPRIO / ASSICURAZIONE DEL RISCHIO
3.
UN MOMENTO DI TIPO “FISICO /TECNICO” : ELIMINAZIONE /
RIDUZIONE DEL RISCHIO
Milano, 22/09/2011
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
37
In collaborazione con:
 FOCUS : TECNICHE "FISICHE" DI TRATTAMENTO
3
1. TRASFERIMENTO
non assicurativo
CONTRATTI
2. ELIMINAZIONE
PREVENZIONE
Loss Prevention
3. RIDUZIONE
PROTEZIONE
Loss Control
Trattamento
Acquisti
Trasporto
Commesse
Subforniture
Franchigia
Scoperto
Limite di indennizzo
PARZIALE
4. RITENZIONE
IN PROPRIO
Ripianamento diretto
TOTALE
Autoassicurazione
Captive Company
5. ASSICURAZIONE
Rischi residuali
Rischi obbligatori
Milano, 22/09/2011
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
38
In collaborazione con:
ELIMINAZIONE
 NELL’AFFRONTARE IL TRATTAMENTO SPESSO SI
TRALASCIA DI VERIFICARE SE IL RISCHIO NON SI
POSSA ELIMINARE.
 NON È DETTO CHE L’ELIMINAZIONE SIA POSSIBILE
O ECONOMICAMENTE
O FINANZIARIAMENTE
OPPORTUNA.
 È PERÒ IMPORTANTE
DEDICARE TEMPO E
RISORSE PER ESAMINARE QUESTA POSSIBILITÀ.
Milano, 22/09/2011
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
39
In collaborazione con:
RIDUZIONE DEL RISCHIO
SE ELIMINARE IL RISCHIO
È IMPOSSIBILE - IMPROPONIBILE
O DIFFICILE
PUÒ ESSERE OPPORTUNO
E VANTAGGIOSO
RIDURRE IL RISCHIO
ATTRAVERSO OPERE DI PREVENZIONE
MISURE DI PROTEZIONE
Milano, 22/09/2011
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
E
40
In collaborazione con:
LA RIDUZIONE DEL RISCHIO
OCCORRE INDIVIDUARE E VALUTARE LE
POSSIBILI MISURE CHE AGISCONO SU:
•FREQUENZA DI ACCADIMENTO (PREVENZIONE)
•GRAVITÀ (PROTEZIONE)
Milano, 22/09/2011
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
41
In collaborazione con:
CURVE ISORISCHIO

noti i parametri di Gravità / Frequenza si posiziona il rischio sul piano
 SI può RIDURRE il rischio sia con interventi di PREVENZIONE che di PROTEZIONE
1.000
900
GRAVITA' (M€)
800
Rischio A
700
Rischio A
Gravità = LE ( PD + BI)
Prevenzione
600
500
Vulnerabilità= f (Frequenza di danno)
Rischio A
400
Protezione
300
200
100
VULNERABILITA' (%)
0
0
Milano, 22/09/2011
25
50
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
75
100
42
In collaborazione con:
MISURE DI PREVENZIONE
(Loss Prevention)
•
AGISCONO SULLA FREQUENZA DI ACCADIMENTO
•
SONO SPESSO INDICATE COME MISURE INERENTI IL
"FATTORE UMANO" O "MISURE ORGANIZZATIVE“
•
HANNO IL VANTAGGIO
INVESTIMENTI
•
VEDIAMONE ALCUNI ESEMPI IN CAMPO DANNI ALLA
PROPRIETA’ E DA INTERRUZIONE DELL’ATTIVITA’ (PD/BI)
Milano, 22/09/2011
DI
NON
RICHIEDERE
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
GROSSI
43
In collaborazione con:
MISURE DI PROTEZIONE
(Loss Control)
•
AGISCONO SULLA GRAVITA' DI ACCADIMENTO
CONTROL).
•
SONO SPESSO INDICATE COME MISURE INERENTI IL
"FATTORE FISICO“
•
SI DIVIDONO IN MISURE DI PROTEZIONE PASSIVA E
MISURE DI PROTEZIONE ATTIVA
•
LA LORO IMPLEMENTAZIONE RICHIEDE INVESTIMENTI
TALORA CONSISTENTI
Milano, 22/09/2011
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
(LOSS
44
In collaborazione con:
MISURE DI PREVENZIONE
(AREA PROPERTY)
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
11.
12.
ISPEZIONI PERIODICHE DI PREVENZIONE
PIANO DI EMERGENZA
SQUADRA DI EMERGENZA
SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
CONTROLLO DELLE IMPRESE ESTERNE E PERMESSI DI LAVORO
A CALDO
MISURE DI SECURITY (ANTIINTRUSIONE)
MANUTENZIONI ELETTRICHE E ANALISI TERMOGRAFICHE
GESTIONE DELLE POSTAZIONI DI RICARICA BATTERIE
DIVIETO DI FUMO
GESTIONE DI LIQUIDI & GAS INFIAMMABILI &COMBUSTIBILI
ORDINE E PULIZIA E GESTIONE DEI RIFIUTI
MODALITA' DI STOCCAGGIO DI MATERIALI COMBUSTIBILI
Milano, 22/09/2011
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
45
In collaborazione con:
1. ISPEZIONI PERIODICHE
E' necessario effettuare periodiche verifiche sull'efficienza dei mezzi antincendio
Tali verifiche devono riguardare:
· estintori
· rete idranti e alimentazione idrica
· stazione di pompaggio
· impianti di rivelazione e segnalazione d'incendio
· impianti automatici di estinzione
· evacuatori di fumo e calore
Tutte le operazioni di verifica e gli eventuali interventi conseguenti
devono essere formalizzati su apposito REGISTRO
Milano, 22/09/2011
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
46
In collaborazione con:
2. PIANO DI EMERGENZA
E' un insieme di norme che regolano il comportamento da osservare in caso di incendio
ed è volto a rendere minimo il tempo di intervento dei soccorsi interni ed esterni
CHI SCOPRE UN INCENDIO DEVE
· intervenire direttamente se l'incendio è di lieve entità
· avvisare il centralino/sorveglianza mediante i pulsanti d'allarme, ovvero telefonando
I L CENTRALINO / SORVEGLIANZA DEVE
· avvisare la Squadra Antincendio
· telefonare ai Vigili del Fuoco
· avvisare il Responsabile dello stabilimento ed il RSPP
TUTTO IL PERSONALE IN SERVIZIO NELLO STABILIMENTO DEVE
· sospendere il lavoro mettendo i macchinari "in sicurezza"
· non ostacolare le operazioni di soccorso
· liberare immediatamente le linee telefoniche
Milano, 22/09/2011
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
47
In collaborazione con:
3. SQUADRA DI EMERGENZA
La Squadra Antincendio svolge le prime operazioni di soccorso nella fase iniziale
dell'incendio, in attesa dell’arrivo dei Vigili del Fuoco; generalmente è composta almeno
dalle seguenti persone:
· un Caposquadra per ogni turno lavorativo, con il relativo sostituto (per i casi di assenza
del Caposquadra), che si assuma le responsabilità delle operazioni durante l'emergenza
fino all’arrivo del Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione
· due manutentori (e due sostituti) per turno, con sufficienti conoscenze impiantistiche da
poter intervenire sulle pompe antincendio, sul sezionamento degli impianti elettrici,
termici, etc.
· 3-4 addetti ai mezzi antincendio per ogni turno che indirizzino correttamente i VV.F.
verso il luogo colpito dall'incendio e coordinino l'evacuazione delle zone colpite, nonché
l'intervento degli altri dipendenti per rendere efficace il loro apporto
Milano, 22/09/2011
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
48
In collaborazione con:
4. SERVIZIO PREVENZIONE & PROTEZIONE
Compiti principali:
adottare i mezzi di prevenzione e protezione più idonei alle caratteristiche dell'attività,
adeguandoli nel tempo in caso di sostanziali mutamenti nel ciclo produttivo
· organizzare l'attività di verifica del materiale antincendio
· pianificare i corsi di addestramento del personale
· predisporre il Piano d'emergenza
· far rispettare al personale le disposizioni riguardanti la sicurezza antincendio ( divieto di
fumo, ordine e pulizia, spazi di sicurezza sgombri da materiale vario, porte t.f.
libere di chiudersi , cartellonistica da non rimuovere )
· organizzare il servizio di vigilanza nei periodi di assenza del personale (periodi di
chiusura notturna e festiva, fermo impianti per manutenzione)
· mantenere i rapporti con gli enti di controllo (in particolare i Vigili del Fuoco per il C.P.I.
ma anche l'Ispesl, l'ASL, l’ ARPA, ecc.)
Milano, 22/09/2011
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
49
In collaborazione con:
5. LAVORI A CALDO
Comprendono:
· la saldatura
· il taglio
· l'applicazione di guaine bituminose
e, in genere, qualsiasi operazione che implichi la presenza di fiamme aperte o che produca
calore o scintille
PROBLEMI DEI LAVORI A CALDO
Intrinseca elevata temperatura di alcuni di questi (la fiamma di un cannello da taglio
· ossiacetilenico può raggiungere i 3300 °C)
Rischio effettivo che l'incendio possa covare diverse ore prima che sia visibile una
· fiamma
Deve essere predisposto un documento (Permesso di Fuoco) che, sulla base delle
caratteristiche del rischio, formalizzi il piano di attuazione di tali lavori
Milano, 22/09/2011
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
50
In collaborazione con:
5. LAVORI A CALDO
Distanze raggiungibili da faville prodotte
nelle operazioni di taglio con fiamma ossidrica
H - 2,00 m
PRESSIONE DI ALIMENTAZIONE
1
DISTANZA METRI
Milano, 22/09/2011
2
3,00
1
NORMALE
2
FORTE
3
MOLTO FORTE
3
5,00
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
7,50
10,00
51
In collaborazione con:
MISURE DI PROTEZIONE "PASSIVA" PROPERTY
1.
RESISTENZA AL FUOCO DEGLI ELEMENTI
COSTRUTTIVI
2.
COMPARTIMENTAZIONI ANTINCENDIO – SPAZI
VUOTI
3.
SERRAMENTI DI SICUREZZA ANTINCENDIO
Milano, 22/09/2011
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
52
In collaborazione con:
1. RESISTENZA AL FUOCO DEGLI ELEMENTI COSTRUTTIVI
Capacità di un elemento da costruzione di conservare, per un determinato
tempo di esposizione all'incendio (in minuti) le caratteristiche sottoindicate:
R
Stabilità
Mantenimento della resistenza meccanica sotto
l'azione del fuoco
RE
Stabilità più
Tenuta
Capacità di conservare la resistenza meccanica e di
impedire il passaggio dei fumi verso il lato non
coinvolto dall'incendio
REI
Stabilità, Tenuta e
Isolamento
termico
Capacità di mantenere stabilità e tenuta e di ridurre
il passaggio di calore verso il lato non coinvolto
dall'incendio
Milano, 22/09/2011
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
53
In collaborazione con:
RESISTENZA AL FUOCO
R
CASO 1
STANZA INVASA DAL FUMO
PASSAGGIO DI CALORE
(EVIDENZIATO DALLA PIANTA APPASSITA)
Milano, 22/09/2011
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
54
In collaborazione con:
RESISTENZA e TENUTA
RE
CASO 2
STANZA PRIVA DI FUMO
PASSAGGIO DI CALORE
(PIANTA APPASSITA)
Milano, 22/09/2011
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
55
In collaborazione con:
RESISTENZA, TENUTA e ISOLAMENTO
REI
CASO 3
STANZA NON
INFLUENZATA DALL’INCENDIO
(EVIDENZIATO DALLA PIANTA FRESCA)
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56
In collaborazione con:
STRUTTURE METALLICHE
Effetti della temperatura sugli elementi in metallo
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57
In collaborazione con:
2. COMPARTIMENTO ANTINCENDIO
Parte di fabbricato delimitato da elementi costruttivi di resistenza al fuoco
predeterminata al fine di contrastare la propagazione dell'incendio
Gli elementi che delimitano un compartimento antincendio dal resto del fabbricato
possono essere Muri Pieni (REI 120) oppure Muri Tagliafuoco (REI 240)
La compartimentazione è consigliabile:
1. Tra la zona ove avviene la produzione ed i depositi
2. Per separare un centro di pericolo (zone di stoccaggio infiammabili, cabine di
trasformazione, locali caldaie, centri di calcolo, ecc..) dal resto del fabbricato
3. In edifici destinati ad uso civile per proteggere il vano scale, vano ascensore, ecc.
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58
In collaborazione con:
2. ESEMPIO
LAVORAZIONE NELLO STESSO LOCALE
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59
In collaborazione con:
3. SERRAMENTI DI SICUREZZA ANTINCENDIO
Sono utilizzati per proteggere le aperture presenti nelle compartimentazioni; costituiscono
comunque il punto debole della compartimentazione
I serramenti di sicurezza antincendio più in uso in ambito industriale sono REI 120
SISTEMA DI RIVELAZIONE
D’ INCENDIO
PROTEZIONI
Il sistema automatico deve essere comandato da un
elemento termosensibile (68 °C), oppure da un
rivelatore d’incendio
Devono essere presenti:
· ringhiere che proteggano da urti o accumuli di
materiale;
· un'area di rispetto, adeguatamente segnalata sul
pavimento, mantenuta sgombra
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In collaborazione con:
3. SERRAMENTI DI SICUREZZA ANTINCENDIO
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61
In collaborazione con:
MISURE DI PROTEZIONE "ATTIVA" PROPERTY
1.
2.
AGENTI ESTINGUENTI
SISTEMI DI PROTEZIONE MANUALE :
2.1. ESTINTORI
2.2. NASPI E IDRANTI
3.
4.
5.
RETE IDRANTI E ALIMENTAZIONE IDRICA
SISTEMI DI RIVELAZIONE DI INCENDIO
SISTEMI AUTOMATICI DI PROTEZIONE ANTINCENDIO
5.1. IMPIANTI SPRINKLER
5.2. IMPIANTI DI ESTINZIONE A GAS
5.3. IMPIANTI DI ESTINZIONE A SCHIUMA
6.
EVACUATORI DI FUMO E DI CALORE
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In collaborazione con:
1. AGENTI ESTINGUENTI
ESTINGUENTE
ACQUA
GAS
1. Clean Agents
2. CO2
AZIONE ESTINGUENTE
•abbattimento della fiamma
•abbassamento della temperatura
del combustibile
•soffocamento (vapore)
CAMPO DI APPLICAZIONE
• fuochi di classe A
• non utilizzabile su apparecchiture in
tensione
1. blocco delle reazioni di combustione • fuochi di classe A
2. soffocamento
• non utilizzabile su apparecchiture in
tensione
SCHIUMA
separazione del combustibile
dal comburente
In funzione del grado di espansione
• bassa: fuochi di classe B
• media: fuochi di classe A, B e C
• alta: fuochi di classe A e B
POLVERE
inibizione della combustione
per azione di contatto
• fuochi di classe A, B, C e D
• non utilizzabile su macchine
elettroniche e su materiali in catasta
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In collaborazione con:
2.1 ESTINTORI
Costituiscono il primissimo mezzo di difesa contro l’incendio: la loro efficacia è limitata
dal rapido esaurimento della carica estinguente
Estinguente utilizzato
Adatto al tipo di incendio prevedibile (A, B, C e D)
Dotazione proporzionata 1 estintore portatile da 6 o 9 kg ogni 200  250 mq di superficie
protetta
Distribuzione razionale
Ogni estintore raggiungibile percorrendo non più di 15 20 metri
Agevole prelievo
· livello di installazione da terra non superiore a 1.3 metri
· peso non superiore a 6 kg in caso di prevalenza di personale
femminile
Protezione
Contro danneggiamenti dovuti a cause esterne
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64
In collaborazione con:
2.1 ESTINTORI
ESTINTORI OMOLOGATI D.M. 20/12/1982
Kg. 6 classe 13A - 89 B-C
Kg. 12 classe 34A - 144 B-C
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In collaborazione con:
2.2 IDRANTI
Rappresentano, insieme agli estintori, la protezione antincendio di base
Idranti UNI 45 installati in apposite cassette a muro, interne o esterne ai fabbricati
Idranti UNI 70 installati all'esterno dei fabbricati: a colonna, sottosuolo, in pozzetti interrati
Naspi all'interno dei fabbricati
Dotazione proporzionata UNI 45
· distanza di ogni punto dell'area protetta dall’idrante più
vicino non superiore a 25 metri
· idranti supplementari installati in prossimità degli accessi
UNI 70
· distanza di ogni idrante dal fabbricato compresa tra 5 e 15
metri
· distanza tra 2 idranti pari a 60 – 80 metri.
NASPI: distanza tra 2 naspi successivi pari a 30 – 40 metri
Posizionamento
Prelievo agevole e non ostacolato da merci o mezzi mobili
Adeguata manutenzione Dotazione completa comprendente tubazione flessibile e lancia
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66
In collaborazione con:
2.2 IDRANTI
CASSETTA ANTINCENDIO
UNI 45
IDRANTE
A COLONNA UNI 70
NASPO
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67
In collaborazione con:
3. RETE DI IDRANTI
E’ la rete di tubazioni che, dall’alimentazione idrica, “porta” l’acqua agli idranti. Deve essere:
· Dedicata, cioè distinta da quella delle utenze industriali (eccetto per i naspi)
· Ad anello chiuso
· Sezionata in più tronchi tramite valvole
· Dotata di un attacco UNI 100 in prossimità dell’ingresso principale per permettere ai Vigili
del Fuoco l’allacciamento con una riserva supplementare
· Protetta contro danneggiamenti dovuti a cause esterne (gelo, urti, cedimenti del terreno)
· Caratteristiche idrauliche (cfr. UNI VVF 10779):
EDIFICI CIVILI
2 idranti UNI 45 alla pressione di 2-3 bar per almeno 1 ora (circa 300 - 500 l/min)
STABILIMENTI INDUSTRIALI E COMMERCIALI
3-4 idranti UNI 70 alla pressione di 4-5 bar per almeno 2 ore ( 1200 - 2000 l/min)
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68
In collaborazione con:
3. RETE IDRANTI
5 10
edificio
ZONA UTILE
PER L’INSTALLAZIONE
DEGLI IDRANTI
ESTERNI
5-15 m
edificio
d=40 m
A
ZONA PROTETTA
DALL’
DALL’IDRANTE
W.F.
DISTANZA 40 m
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69
In collaborazione con:
3. ALIMENTAZIONE IDRICA
L’alimentazione idrica deve soddisfare le caratteristiche idrauliche della rete idranti indicate
al punto precedente in termini di portata, pressione ed autonomia di erogazione
TIPO DI ALIMENTAZIONE PRIMARIA
ACQUEDOTTO
AFFIDABILITÀ
POZZI
Accettabili come alimentazione diretta solo se garantiscono il prelievo in via
continuativa, sulla base di conoscenze storiche e caratteristiche della zona
VASCHE O SERBATOI
(Rischi lievi: 18-30 mc. Rischi medi e gravi: 120-240 mc. )
· sopraelevati (10 metri di dislivello = 1 bar)
· collegati a stazione di pompaggio con almeno due pompe
Ogni pompa deve garantire portata e pressione pari al 100% della richiesta
ipotizzata e deve inoltre essere ad avviamento automatico, tramite pressostato
SERBATOI A PRESSIONE (AUTOCLAVI)
Utilizzabili come alimentazione primaria solo per rischi civili
Milano, 22/09/2011
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bassa
bassa/media
media/alta
media/alta
70
In collaborazione con:
4. RIVELATORI DI INCENDIO
FUMO
FUMO
CALORE
Milano, 22/09/2011
FIAMMA
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
71
In collaborazione con:
4. RIVELATORI DI INCENDIO
(posizionamento)
SOFFITTO
A VOLTA
SOFFITTO
PIANO
SOFFITTO
INCLINATO
Milano, 22/09/2011
SOFFITTO
A SHED
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
72
In collaborazione con:
CENTRALE DI ALLARME
Milano, 22/09/2011
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
73
In collaborazione con:
5.1 IMPIANTI SPRINKLER
Assolvono sia la funzione di rivelazione che quella di estinzione o contenimento
dell'incendio: l’intervento è selettivo, cioè l'acqua viene scaricata solo dagli erogatori il cui
elemento termosensibile raggiunge la temperatura di taratura (solitamente 141°C)
Erogatori
· Con adeguato spazio libero al di sotto per permettere la corretta
formazione del getto
· Posizionati a soffitto lungo il profilo della copertura (altezza
massima del locale pari a 12 metri)
Segnalazione
d'allarme
Inviata, in caso di assenza di personale ad un istituto di
telesorveglianza e presso il domicilio di un responsabile dello
stabilimento
Stazione di controllo Protetta da incendi e danneggiamenti
Alimentazione idrica Di altissima affidabilità
Dalla data di installazione dell'impianto, la zona protetta non deve aver subito significative
modifiche (cambiamenti di destinazione, aumento dell'altezza di impilamento delle merci,
variazione della natura delle merci e degli imballaggi, modalità di deposito, ecc...)
Milano, 22/09/2011
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
74
In collaborazione con:
5.1 IMPIANTI SPRINKLER
IMPIANTO AUTOMATICO
A PIOGGIA ALIMENTATO
DALL’ACQUEDOTTO
E DA UN SERBATOIO A PRESSIONE
A
RETE A SECCO
B
RETE A UMIDO
1
CAMPANA D’ALLARME
2
COMPRESSORE D’ARIA
3
POMPA DI RIEMPIMENTO
4
SERBATORIO A PRESSIONE
5
POMPA DI SUPERPRESSIONE
6
ARRIVO DALL’ACQUEDOTTO
Milano, 22/09/2011
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
75
In collaborazione con:
5.1 IMPIANTI SPRINKLER
IMPIANTO
SPRINKLER
SPRINKLER
APERTI
VALVOLA DI
INTERCETTAZIONE
IMPIANTO
CAMPANA DI ALLARME
SPRINKLER
Milano, 22/09/2011
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
76
In collaborazione con:
5.2 IMPIANTI DI ESTINZIONE A GAS
Sono impianti automatici a protezione di ambiente e/o di oggetto (CO2 ), costituiti da:
· impianto di rivelazione di incendio (di fumo o calore)
· recipienti contenenti l'estinguente (sotto pressione o allo stato liquido)
· rete di distribuzione che alimenta una serie di erogatori
· dispositivo manuale per l'azionamento della scarica
La scarica deve:
· saturare l'ambiente
· essere ritardata per permettere lo sfollamento da parte delle persone
Vengono utilizzati in particolare per:
· Cabine di trasformazione ed apparecchiature elettriche sotto tensione
· Liquidi infiammabili (depositi, produzione di vernici e profumi, estrazione con solventi)
· C.E.D.
· Macchinari da stampa, laminatoi, bagni d'olio di tempra
· Milano, 22/09/2011
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
77
In collaborazione con:
IMPIANTI DI ESTINZIONE A GAS
PULSANTE PER LA
SEGNALAZIONE MANUALE
DI INCENDIO O ATTIVAZIONE
IMPIANTO DI SPEGNIMENTO
PROTEZIONE
DI UN ARCHIVIO CARTACEO
Milano, 22/09/2011
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
78
In collaborazione con:
5.3 IMPIANTI DI ESTINZIONE A SCHIUMA
Sono impianti automatici costituiti da:
· impianto di rivelazione di incendio
· alimentazione idrica e serbatoi contenenti schiumogeno
· gruppo di miscelazione acqua - schiumogeno
· rete di distribuzione dotata di erogatori in cui si forma la schiuma per aerazione
Il campo di applicazione dipende dal grado di espansione, cioè dal rapporto tra il volume di
schiuma prodotta ed il volume della soluzione acqua - schiumogeno di partenza.
BASSA ESPANSIONE
Settori chimico e
petrolchimico per la
protezione di serbatoi e
relativi bacini di
contenimento
Milano, 22/09/2011
MEDIA ESPANSIONE
· Liquidi infiammabili
· Macchinari (turbine,
pompe) se lo strato di
schiuma è in grado di
ricoprirli totalmente
· Gas
ALTA ESPANSIONE
Per incendi di classe A e B, nella
protezione di:
· depositi di merci
· ampi locali
· volumi sotterranei
La scarica deve saturare l'ambiente
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
79
In collaborazione con:
5.3 IMPIANTI DI ESTINZIONE A SCHIUMA
UTILIZZO DELLO SCHIUMOGENO IN BASE AL GRADO DI ESPANSIONE
Milano, 22/09/2011
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
80
In collaborazione con:
5.3 IMPIANTI DI ESTINZIONE A SCHIUMA
FUSTO DI LIQUIDO
SCHIUMOGENO
(PER BASSA E MEDIA
ESPANSIONE)
Milano, 22/09/2011
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
81
In collaborazione con:
6. EFC (EVACUATORI DI FUMO E DI CALORE)
Sono dispositivi che asicurano, tramite tiraggio naturale lo smaltimentio dei fumi e dei
gas caldi prodotti da un incendio, con i seguenti vantaggi:
· Mantenimento di una zona libera ed accessibile nella parte inferiore del fabbricato
· Agevole sfollamento delle persone e minor difficoltà di intervento da parte dei soccorritori
· Diminuzione del rischio di collasso delle strutture portanti
· Riduzione dei danni provocati dal fumo, dai gas caldi e da sostanze tossiche e corrosive
Dispositivo di apertura individuale automatico (elemento termosensibile tarato a 68°C)
ed azionamento a distanza (manuale oppure automatico)
Aperture nella parte bassa dei fabbricati, pari almeno al doppio della superficie degli
installati, per assicurare l'efficacia del tiraggio
Milano, 22/09/2011
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
82
In collaborazione con:
6. EFC (EVACUATORI DI FUMO E DI CALORE)
SCHEMA DI INCENDIO CON IMPIANTO EFC:
DUE COMPARTIMENTI ASIMMETRICI
OTTENUTI CON UNA CORTINA DI CONTENIMENTO
Milano, 22/09/2011
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
83
In collaborazione con:
I CENTRI DI PERICOLO
• DEPOSITI
• LAVORAZIONI AD ALTO RISCHIO
• Stoccaggio e Movimentazione infiammabili
• Confezionamento e Imballaggio
• Asciugamento
• Verniciatura a spruzzo
• Macinazione di sostanze combustibili
• Lavorazione del legno
• IMPIANTI ELETTRICI
• ALTRI IMPIANTI TECNOLOGICI
•
•
•
•
Impianti termici
Condizionamento
Aspirazione
Ricarica batterie
• CENTRI ELABORAZIONE DATI (CED)
Milano, 22/09/2011
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
84
In collaborazione con:
IL CASO DI STUDIO
 STESURA DI UN PIANO DI RISK
MANAGEMENT PER UNA PMI
INDUSTRIALE

Identificazione dei rischi

Valutazione dei rischi

Trattamento (prevenzione, ritenzione e assicurazione)
Milano, 22/09/2011
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
85
In collaborazione con:
L’AZIENDA
Stabilimento per la produzione di
componentistica auto in materia plastica non espansa
Milano, 22/09/2011
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
86
In collaborazione con:
CAPITALI DA ASSICURARE
Capitali da assicurare con valore a nuovo (EUR)
Fabbricato
A
Fabbricato
B
Fabbricato
2.000.000
500.000
300.000
Macchinari e
attrezzature
4.000.000
500.000
1.700.000
500.000
2.500.000
6.500.000
3.500.000
Merci
Totale
Milano, 22/09/2011
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
Fabbricato
C
2.000.000
87
In collaborazione con:
DESCRIZIONE DEL RISCHIO (1)
• Orario di lavoro / security
Orario lavorativo suddiviso in 2 turni (6-14; 14-22)
Durante l'orario notturno vengono effettuati 3 passaggi di controllo da un
istituto di sorveglianza
• Materia prima
Granuli in sacchi stoccati in cataste su pallet in legno
• Prodotto finito
Componenti auto all'interno di scatole di cartone, stoccate su pallet in
legno in scaffalature tradizionali fino ad un'altezza di circa 8 metri
Milano, 22/09/2011
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
88
In collaborazione con:
DESCRIZIONE DEL RISCHIO (2)
Ciclo produttivo
 3 piccole presse (150 t) ad iniezione ad azionamento idraulico
(ogni macchina è dotata di un proprio serbatoio di olio
idraulico in pressione da 500 l); gli stampi sono unici.
 Verniciatura a spruzzo in cabina chiusa con utilizzo di vernici
rese fluide con solventi aventi punto di infiammabilità < 21°C;
nel reparto operano due dipendenti
 Asciugamento con aria calda, senza utilizzo di olio diatermico
(due operai)
 Imballaggio con pellicola estensibile
Milano, 22/09/2011
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
89
In collaborazione con:
FABBRICATI
Caratteristiche costruttive dei fabbricati
Superficie coperta ed
altezza
Strutture portanti
verticali
Strutture portanti del
tetto
Tamponamenti esterni
Pareti interne
Tetto
Finestrature
Milano, 22/09/2011
Fabbricato A
Fabbricato B
2000 mq - h = 7 m
- uffici: 300 mq (2 piani)
- deposito MP: 500 mq
cemento armato
1000 mq - h = 10 m
metallo non protetto
cemento armato
metallo non protetto
mattoni pieni
lastre di calcestruzzo
blocchetti di calcestruzzo
cm 12 (REI 120)
a shed in cemento
---
in vetro retinato
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
piano con lastre in
fibrocemento
in policarbonato
90
In collaborazione con:
PROTEZIONE ANTINCENDIO
Estintori presenti:
- 4 estintori a polvere da 6 kg negli uffici, 1 nel deposito MP e 3 nel reparto produzione
- 2 estintori a polvere da 6 kg nel deposito PF
La rete idranti è dedicata all'antincendio ed è chiusa ad anello; la distribuzione degli
idranti UNI 45 è proporzionata al rischio, mentre quella degli idranti UNI 70 è insufficiente.
E' presente un attacco UNI 100 per i Vigili del Fuoco
L'alimentazione idrica è dedicata all'antincendio ed è costituita da una vasca interrata
da 100 m3. L'acqua viene immessa in rete da una EP con linea elettrica preferenziale, in
grado di fornire 1500 l/min alla pressione di 5 bar
Nel magazzino prodotti finiti è installato un impianto di rivelazione di incendio (rivelatori
di fumo). La centrale di controllo e allarme è ubicata in apposito locale nella zona uffici,
costantemente presidiata nelle ore lavorative
Non esiste Squadra Antincendio Aziendale.
Il tempo di intervento dei Vigili del Fuoco è di circa 20'.
Milano, 22/09/2011
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
91
In collaborazione con:
DATI AZIENDALI
Dati dell'azienda
•
Fatturato: 20.000.000 €
•
Totale costi variabili: 12.000.000 €
•
Utile: 2.000.000 €
•
Personale: 20 operai, 4 impiegati ed un dirigente.
•
Ammontare Retribuzioni Lordo
=> operai =
500.000 €
=> impiegati = 150.000 €
=> dirigente =
100.000 €
Milano, 22/09/2011
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
92
In collaborazione con:
DATI ASSICURATIVI
Tassi polizza incendio :
•3 ‰
franchigia 5.000 €
• 2,2 ‰
franchigia 20.000 € limite di risarcimento: 70% S.A.
•1 ‰
franchigia 50.000 € limite di risarcimento: 50% S.A.
Tassi polizza danni indiretti:
•3‰
franchigia 3 giorni di attività
•2‰
franchigia 5 giorni di attività
Sconto 40% su entrambe le polizze in presenza di impianti sprinkler
Tassi polizza RCT/O (da applicare all'ammontare retribuzioni lordo):
•3‰
massimale 500.000 €
•5‰
massimale 2.500.000 € con limite di 1.000.000 € per persona
•7‰
massimale 10.000.000 € con limite di 1.500.000 € per persona
Milano, 22/09/2011
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
93
In collaborazione con:
IPOTESI DI LAVORO
a)
RISCHIO
Milano, 22/09/2011
Esiste
?
(SI/NO)
b) Tipologia
di danno
c)
Frequenza
d)
Gravità
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
e)
Trattamento
94
In collaborazione con:
Colonna b) TIPOLOGIE DI DANNO
•
DANNO ALLA PROPRIETA' (beni, informazioni e know-how)
•
DANNO DA INTERRUZIONE DELL'ATTIVITA'
•
DANNO ALLE PERSONE
•
DANNO DA RESPONSABILITA'
•
ALTRI DANNI
Milano, 22/09/2011
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
95
In collaborazione con:
Colonna c) FREQUENZA
•
MOLTO FREQUENTE / CERTO (Furto nei supermercati)
•
FREQUENTE (Es. terremoto in aree AD ALTA sismicità)
•
RARO (Es. terremoto in aree NON sismiche)
•
IMPROBABILE (alluvione in sito molto lontano da qualunque
corso d'acqua)
Milano, 22/09/2011
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
96
In collaborazione con:
Colonna d) VALUTAZIONE DELLA GRAVITA'
•
TRASCURABILE (Danno < 0,1 % del fatturato annuo)
•
MODESTA (0,1 % ≤ Danno < 5 % del fatturato annuo)
•
NOTEVOLE (5 % ≤ Danno < 20 % del fatturato annuo)
•
INGENTE (20% ≤ Danno ≤ 50 % del fatturato annuo)
•
CATASTROFICA (Danno > 50 % del fatturato annuo)
Milano, 22/09/2011
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
97
In collaborazione con:
IPOTESI DI TRATTAMENTO
Frequenza
Alta
Trasferimento
non
assicurativo
Trasferimento
non
assicurativo
Prevenzione &
controllo
Prevenzione &
controllo
Eliminazione
Ritenzione
Prevenzione &
controllo
Prevenzione &
controllo
Prevenzione &
controllo
Eliminazione
Ritenzione
Ritenzione
Assicurazione
Assicurazione
Assicurazione
Ritenzione
Ritenzione
Assicurazione
Assicurazione
Assicurazione
Trascurabile
Modesta
Media
Modesta
Trascurabile
Media
Alta
Catastrofica
Gravita’
Milano, 22/09/2011
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
98
In collaborazione con:
PER FINIRE…
•
RISK
MANAGEMENT
IS
A
TEAM
WORK
THAT
NEEDS
LEADERSHIP AND EXCELLENT COMMUNICATION
•
RISK MANAGEMENT IS A JOURNEY AND NOT A DESTINATION
•
RISK MANAGEMENT IS NOT ABOUT CHECK-LISTS, IT IS
ABOUT CULTURE
•
RISK MANAGEMENT IS EVERYBODY’S BUSINESS
Milano, 22/09/2011
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
99
In collaborazione con:
GRAZIE PER LA VOSTRA ATTENZIONE !
Marco Terzago
SKF Industrie S.p.A.
Risk Manager / Vice-Presidente ANRA
Via Pinerolo, 44 - 10060 Airasca (TO)
Tel: 011 - 985. 2216; Fax: 011 - 985. 2575
Web: www.skf.it / www.skf.com
e-mail: [email protected]
Milano, 22/09/2011
CORSO RISK MANAGEMENT - 2° LIVELLO
100
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