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Idee da leggere 2012-2013
SETTEMBRE PRIMA MEDIA! Autore: Susie Morgenstern Casa Editrice: Einaudi Collana: Lo scaffale d'oro Anno di pubblicazione: 2004 Margot sta per affrontare il grande debutto in prima media. Cosa significa avere di fronte un professore a cui dover dare del "lei"? E tutte quelle materie sconosciute? E compagni imprevedibili? Margot, in totale apprensione, comincia la scuola... proprio come voi! IL MAGO DI OZ Autore: Frank Baum Casa Editrice: Fabbri Collana: I Delfini Anno di pubblicazione: 2003 Volete volare con la fantasia? Lasciatevi anche voi trasportare dall'uragano che ha trascinato Doroty, la protagonista di questo libro, nel fatato, magico e terribile mondo del Mago di Oz. Lì troverete, a farvi compagnia, l'Uomo di Latta, senza cuore, lo Spaventapasseri, senza cervello ed un Leone codardo. LO STRANO CASO DEL CANE UCCISO A MEZZANOTTE Autore: Mark Haddon Casa Editrice: Einaudi Collana: Supercoralli Anno di pubblicazione: 2005 Sei già in terza media e sei un lettore accanito? Sai entrare nelle storie che raccontano vicende complesse e che graffiano l'anima? Questo, allora, potrebbe essere un libro per te. In questo romanzo, l'autore tratteggia l'eccezionale ritratto di un adolescente emotivamente dissociato, alle prese con il cadavere di un cane. E non solo... OTTOBRE I FIGLI DI CAPITAN ROC Autore: Alain Surget e Annette Marnat Casa Editrice: Giunti Junior Collana: Piccoli Pirati Anno di pubblicazione: 2010 I protagonisti di questo racconto sono due fratelli, Piccola Louise e Benjamin, due gemelli che più diversi non potrebbero essere, lei intraprendente e combattiva, lui studioso e tranquillo. Orfani di madre vengono accolti in un ospizio per bambini, ma loro non hanno alcuna intenzione di restarci, così decidono di tentare la sorte e fuggono, intrapendendo un viaggio che sembra terminare a Saint-Malo. Ma presto la loro strada incrocerà quella di un terribile pirata che ha affondato mille navi e ha nascosto un tesoro e che potrebbe rivelare cose ancora più sorprendenti...!! Insieme vivranno terribili ed emozionanti avventure alla ricerca del padre che nessuno sa che fine abbia fatto e che i due ragazzi sono convinti di poter ritrovare. Questo è solo il primo libro! Se vuoi saperne di più su tutte le avventure piratesche vissute da Piccola Louise e Benjamin leggi anche gli altri libri...li trovi in biblioteca. NOVEMBRE IL MANGIANOMI Autore: Giovanni De Feo Casa Editrice: E/O Collana: Il Baleno Anno di pubblicazione: 2002 Siamo nel Ducato di Acquaviva. Un mostro oscuro, il Mangiandomi, s'aggira nel buio e divora il nome a qualsiasi persona o cosa incontri. E' un'ombra orrenda, nera, tutta occhi e zanne. Una massa di buio. Non ha dimensioni né forma definita – piuttosto muta forma, perché può assumere quella delle sue vittime. Quando ruba un nome ad un essere umano o ad una cosa, essi appaiono irrimediabilmente diversi a chiunque li veda, perché con il nome perdono anche la propria identità. E’ il trionfo dell’oblio. Non solo la morte, quindi, ma la scomparsa totale e definitiva dalla memoria umana. Quale destino più atroce? Il primo ad incontrare il Mangianomi è il Barone Spargifiume di Acquaviva e la prima vittima il suo cavallo che, assalito dalla terribile creatura, diventa un essere mostruoso ed irriconoscibile agli occhi stessi del Barone: Una bestia orribile, bianca del bianco dei morti lo osservava con occhi d'incubo […] stava ritta a quattro zampe. Enorme, ma magra di una magrezza orribile, le vene azzurre a fior di pelle, il lungo muso che sorrideva zanne, le iridi morte e cieche fisse su di lui. Nel ducato d'Acquaviva gli scempi della bestia si ripetono, la figlia stessa del Duca, Asprimia, ne è vittima. Senza più porre tempo in mezzo, viene ingaggiato dai cittadini per combattere il mostro maligno, il solitario cacciatore Magubalik, conosciuto da tutti per le sue incredibili imprese, nonostante la giovanissima età. Un eroe da leggenda, un santo brigante, un dispensatore di ferite e benedizioni. […] Si diceva che fosse lui ad avere ucciso il temibile Lupo del Nord, un animale con occhi così gelidi che con un solo sguardo ghiacciava interi raccolti. Sua era stata la cattura delle Volpi d'Ombra, bestie maligne che sussurravano pensieri alla gente portandola alla pazzia. Nessuno sa di chi sia figlio; si dice del Marchese e d'una serva. Ma lui non è né servo né marchese. È uno nato per vivere in disparte. Per starsene nel bosco e nel bosco cacciare. È un ramingo. Domanda soltanto tre cani, per l'impresa. Perché sa che i cani sono più intelligenti di un cavallo e più fedeli di un uomo. La prima è una lupa, Uba, straordinariamente forte; la seconda è un alano, Maag, velocissima; il terzo è un segugio, Lik, dall'udito straordinario. Con loro Magubalik parte per la sua coraggiosa impresa e incomincia una caccia spietata in boschi da incubo, contro pericolosi e famelici Lupuomini, tra alberi che corrono e rovine carnivore, fino ad arrivare al ventre nero di una creatura indefinita e senza cuore: il Mangianomi. Con sé ha una sola arma, il suo coltello, Tagliaferro, un flauto d'osso di Gatto Mammone, che produce una musica magica, e il ricordo della stretta di mano di una fanciulla... Il “Mangianomi” è ben più di un libro di avventure E’ un thriller, un raffinato gioco letterario, un racconto fantastico che parla d’identità, di paura, di oblio. DICEMBRE LE NUVOLE DA LATTE Autore: Loredana Frescura Casa editrice: Fabbri Collana: I Delfini Anno di pubblicazione: 2004 Marco e Carlos sono i protagonisti di questo romanzo. Le loro voci narranti si alternano ad ogni capitolo e fanno prender corpo alle esperienze emotive complesse e profondamente diverse che i due ragazzi vivono. Marco è un tredicenne italiano, ricco, ribelle, egocentrico ed arrabbiato con il mondo che vive, in una società di assoluto benessere, rapporti famigliari difficili. Mio padre sta al lavoro come mia madre sta alla depressione. Se moltiplico il lavoro per mia madre e divido per mio padre e la depressione ottengo la mia famiglia. Carlos, quattordici anni, è del Nicaragua, vive in una famiglia affettivamente molto unita ma poverissima, in una zona del mondo dove la miseria è la norma. Come se non bastasse, un tremendo uragano lo ha privato anche del poco che aveva. L'uragano ha portato via tutto, anche i miei stivali verdi, uno più piccolo e uno più grande, e anche il secchio della mamma, la tinaja, quello che usava per andare a prendere l'acqua. Così siamo diventati più poveri, senza il secchio e gli stivali e poi un machete. La casa l’uragano l’ha succhiata via come si succhia un’arancia. L’adozione a distanza fatta proprio da tutta la classe di Marco lo porta in Italia a conoscere i ragazzi che gli stanno offrendo l'opportunità di uscire dalla miseria più assoluta e di studiare. Andrò in una scuola italiana: una scuola vera con i banchi e forse due lavagne e gessi che scrivono e sedie e forse anche più di un libro a testa. Il rapporto tra Marco e Carlos parte subito con il piede sbagliato. Marco non solo si ritrova, suo malgrado, ad essere compagno di banco del nuovo arrivato, e quindi non più vicino ad Elisa, la ragazzina per la quale il suo cuore batte scompostamente e pazzamente, ma anche si vede costretto ad ospitarlo a casa propria. L'Adottato, come lo chiama con disprezzo, a lui dà proprio fastidio. Lo osserva con curiosità, ma senza nessuna benevolenza: per lui la diversità culturale e la povertà significano inferiorità. Almeno inizialmente. Il rapporto però cambia quando durante un allenamento di calcio avviene un fattaccio e Carlos finisce all'ospedale. Uscire dal pregiudizio, imparare a rapportarsi correttamente agli altri, crescere, scoprire il significato profondo della parola “rispetto” non è facile per Marco. Anche per Carlos non è facile adattarsi al nuovo mondo, alle sue dinamiche ed anche alle persone che lo circondano. Per darsi coraggio e per cercare di comprendere meglio quale potrà essere il suo futuro, rivolge continui e teneri pensieri alla sorellina Junita morta a soli quattro anni, per dissenteria, una malattia che la miseria distribuisce a piene mani nella zone meno ricche del mondo. A Junita, che quando rideva gonfiava le guance e le si vedevano i denti bianchissimi, fatti di latte. A Junaita, la sua “estrella”. troppo bella e perfetta per restare tra il fango e i serpenti. Le stelle sono fatte per stare in cielo tra le altre stelle e brillare perchè le notti diventino meno solitarie. Storia toccante che appassiona e fa riflettere. SPECIALE NATALE L'ARTE DI SPARARE BALLE Autore: Jordan Sonnenblick Casa Editrice: Giunti Collana: Extra Anno di pubblicazione: 2011 Per chi ha voglia di ragionare di adolescenza, ma anche di farsi quattro risate San, il protagonista fa la terza mediai ed arriva nell’ennesima nuova scuola. E' già il secondo semestre e lui – campione di adattamento e adattabilità – cerca di costruirsi una nuova identità, stanco di essere come tutti , di vestirsi come tutti, di praticare gli stessi sport che fanno tutti e che non lo interessano. Vorrebbe essere diverso, ma gli sembra di non avere nulla di unico: è povero, è cinese, è stato adottato da piccolo, ha la fobia degli insetti, una madre che si ammazza di lavoro e per di più un padre in prigione per truffa. San ha bisogno di trovare un modo per farsi notare anche da Woody, la compagna di classe che suona la chitarra alla mensa e che ha i capelli che profumano di arancia. L’occasione gliela offre, senza volerlo, un professore, con una domanda sul buddismo in Cina. San , che ha già studiato qualcosa sulla dottrina Zen in una delle precedenti scuole frequentate, si fa passare per un vero esperto , anzi per un Maestro, come qualcuno comincia a dire in giro. Così San, nella ricerca di essere unico, comincia a recitare una parte,... ma si sa che una bugia tira l'altra e così nel corso dei mesi si rende conto di come una palla di neve possa diventare una valanga, pronta a travolgerlo... PIDOCCHIOSA PRIMA GUERRA MONDIALE Autore:Terry Deary Casa Editrice: Salani Collana: Brutte Storie Anno di pubblicazione:2011 Quando la Storia (anche la più tragica) può essere francamente divertente! Volete sapere perché annusare la propria pipì vi avrebbe salvato la vita durante un attacco coi gas? Come mai i calzini usati rivelavano i segreti bellici dei tedeschi? Conoscerete ributtanti canzoni e scalcagnate rime, sinistre superstizioni e irragionevoli ragionamenti. Capirete la privazione e gli orrori di una guerra che sarebbe dovuta durare quattro mesi e invece devastò il mondo per cinque miserabili anni. Pidocchiosa prima guerra mondiale delucida i drammatici dettagli dello sciagurato conflitto che non risparmiò nessuno. Né i pacifisti né i malconci soldati nelle trincee infangate ed insanguinate. I SELVAGNOLI Autore: Donatella Zilitto Casa Editrice: Salani Collana: Gl'Istrici Anno di Pubblicazione: 2005 Hai voglia di perderti in un universo fantastico? I Selvagnoli vivono ai margini delle grandi città trasformando i rifiuti in oggetti belli e allegri; sono i folletti delle periferie (ma nella realtà potrebbero essere zingari, extracomunitari, poveri, emarginati). Le loro principesse sono tutte belle e paffutelle, ma loro hanno sentito dire che una vera principessa dev'essere bionda ed esile... Così i Selvagnoli scambiano una neonata di città, Perla, con la loro principessina Trollina: tutte e due, nella loro nuova vita, impareranno molte cose, che le renderanno più ricche e complete. LE STRAORDINARIE AVVENTURE DI ALFRED KROPP Autore: Rick Yancey Casa Editrice: Fabbri Collana: Narrativa Anno di pubblicazione: 2006 Se amate l'avventura ecco un libro che vi appassionerà. Il protagonista è Alfred, quindici anni, grande, grosso e un po' lento. Dopo la morte di sua madre vive con lo zio Farrell; non ha amici e i compagni di scuola lo prendono in giro, finché un giorno cambia tutto. Un uomo misterioso chiede allo zio di rubare una spada antica negli uffici dove lavora come guardiano notturno. Premio: Un milione di dollari. Alfred impugna la spada e la maneggia senza difficoltà. Entra così in un mondo fatto di ordini cavallereschi, agenti delle tenebre,inseguimenti e sparatorie. E nel corso di un viaggio mozzafiato scoprirà di essere molto più astuto e nobile di quanto credeva. GENNAIO TRE UOMINI IN BARCA Autore: Jerome K. Jerome Casa Editrice: Corriere della Sera Collana: Classici dell'Avventura Anno di pubblicazione: 2012 Protagonista di questo romanzo umoristico è Jerome, l'io narrante, con gli inseparabili amici Harris e George ... per non parlare del cane – come cita il sottotitolo di molteplici edizioni – Montmorency! Jerome dopo essersi convinto di avere tutti i mali di questo mondo, tranne (e non si sa perché) il ginocchio della lavandaia, decide, dietro consiglio del medico, che l’unico rimedio contro l’ipocondria è una bella crociera sul Tamigi. Ne parla con i suoi amici i quali convengono che è davvero un’ottima idea, ed ecco che il terzetto comincia ad organizzarsi e a tracciare il percorso da seguire. I preparativi richiedono molti più preparativi del previsto ed attente analisi preliminari durante le quali sono anche sciorinate interessanti e deliranti riflessioni filosofiche che servono più a svelare la natura dei tre protagonisti che a spalancare le porte a grandi verità! Jerome , come abbiamo visto, è l' ipocondriaco del gruppo, Harris invece è quello che ha più senso pratico; è del tutto privo di animo poetico, ma in compenso conosce sempre un posticino dove andare a bere un buon bicchiere; George è il saggio della compagnia, o il sedicente tale, prodigo sempre di utili consigli per i suoi amici... o meglio di quelli che lui reputa utili consigli, ma che tendono a non esserlo affatto! A rendere ancora più complessa la partenza e la sua organizzazione, al terzetto si unisce il fox terrier di Jerome, Montmorency, dall’indomito carattere che, pur di restare con le zampe all’asciutto, smentirebbe volentieri il detto che il cane è il miglior amico dell’uomo. Dategli un ambiente rumoroso, possibilmente volgare ed è tutto felice. A guardarlo, credereste sia un angelo mandato sulla terra sotto forma di piccolo fox-terrier. Ed è proprio in virtù di quell'espressione angelica ingannevole, che Jerome, quando il cane va a vivere con lui, teme che, essendo troppo buono, non sarà destinato a vivere a lungo. Verrà rapito in cielo su uno splendido cocchio, ecco cosa accadrà. Ma dopo aver pagato una mezza dozzina di polli da lui ucciso, dopo averlo sottratto riottoso e recalcitrante, trascinandolo per il collare, a centoquattordici zuffe inscenate per strada, dopo essermi preso dell'assassino da una furibonda donna venuta a mostrarmi il gatto che Montmorency aveva ucciso, dopo essere stato citato da un vicino per aver mandato in giro un cane feroce che, in una gelida notte, lo aveva inchiodato per oltre due ore nello sgabuzzino degli attrezzi e dopo aver saputo che il giardiniere aveva intascato trenta scellini scommettendo su di lui in una gara di distruzione di topi, allora cominciai a pensare che, probabilmente gli avrebbero concesso di restare sulla terra un po' più lungo. Montmorency vorrebbe svignarsela ancor prima di mettere le zampe sulla barca ma, trascinato dai tre, non può fare altro che seguirli,e condividere con loro la vita di bordo. La navigazione, a dispetto delle acque calme del fiume, si rivela straordinariamente ricca di avventure. Ai tre protagonisti ne capitano di tutti i colori; gag comiche si alternano a divagazioni altrettanto esilaranti; ai ricordi del passato seguono considerazioni deliranti e pseudo-filosofiche sulle gioie e i dolori della vita in barca. Il tutto condito dal miglior humour inglese. Imperdibile l'episodio in cui si racconta dello zio Podger che si cimenta nella difficile arte di appendere un quadro! FEBBRAIO L'ISOLA IN VIA DEGLI UCCELLI Autore: Uri Orlev Casa Editrice: Salani Collana: Istrici d'Oro Anno di pubblicazione: 2009 La storia è ambientata a Varsavia, in Polonia, dopo l'occupazione tedesca del 1939, e più precisamente nel Ghetto, la zona della città in cui vennero segregati ed isolati i polacchi di religione ebraica. Il protagonista è Alex, un ragazzino ebreo di undici anni, che si trova drammaticamente solo dopo che il padre è stato prelevato dalle SS e la madre è scomparsa nel nulla: uscita per andare a trovare degli amici nel Ghetto, non ha più fatto ritorno a casa, forse rastrellata dai soldati e deportata in uno dei tanti campi di concentramento. Il padre dopo aver lavorato forzatamente in un'industria che fabbricava corde per i tedeschi viene a sua volta prelevato a forza, caricato su un camion e portato chissà dove. Alex è solo nell'edificio diroccato di Via degli Uccelli al numero 78, solo con l'unica compagnia del suo topolino bianco, Neve. Si trova così, a undici anni, a dover imparare a sopravvivere nel più ostile e terrificante dei mondi possibili. Il ragazzo non ha altre risorse se non la propria energia e il proprio ingegno per affrontare la paura, le lunghe notti invernali, il freddo e la fame. Ha coraggio, però, e con la straordinaria forza vitale dell'infanzia continua tenacemente a sperare che le atrocità e gli orrori che sta vivendo finiscano in fretta. Da una piccola apertura del suo nascondiglio nella casa di via degli Uccelli, Alex osserva spesso la gente che non è segregata come lui e la cui vita continua a scorrere; in mezzo a quella gente c'è anche una ragazzina che gli piace molto... C'era una ragazzina che mi piaceva molto. Abitava in faccia a me e ogni sera, prima del buio, si sedeva davanti alla finestra, mordicchiando la matita o il bastoncino di legno della penna mentre faceva i compiti. La invidiavo perché andava a scuola Quello che Alx vede dalla piccola apertura sul mondo, dal suo rifugio, è, quindi, la vita degli altri, dei non ebrei, che prosegue fuori dal Ghetto con regolare normalità. Dice Uri Orlev, l'autore, nell'introduzione: Vede anche i bambini che vanno a scuola ogni mattina e che, sebbene sembrino così vicini, sono altrettanto lontani da lui di quanto lo fossero le più vicine terre abitate dell'isola di Robinson Crusoe. E poi Alex non ha l'uomo che si chiamava Venerdì; ha solo un topolino bianco. E un'altra cosa: la speranza, perché sta aspettando suo padre. L'autore, Uri Orlev, ebreo polacco, ha vissuto tre anni nascosto con la madre e un fratellino nel ghetto di Varsavia, dal '39 al '41, prima di essere deportato nel campo di sterminio di BergenBelsen. In qualche modo, in questo libro racconta la propria esperienza reinventandola e filtrandola attraverso la classica narrazione d'avventura che prende a suo modello dichiarato il romanzo "Robinson Crusoe": ecco perché si parla di "isola" in via degli Uccelli. La separazione forzata dai genitori equivale al naufragio; la casa in rovina in via degli Uccelli è l'isola su cui il naufrago costruisce il suo rifugio; il muro che separa il Ghetto dal resto della città è l'oceano che divide l'isola di Robinson dalle terre abitate; e al posto di Venerdì, l'unico amico, c'è Neve, il topolino bianco. I nazisti, i traditori e i delatori ebrei, le spie e i poliziotti polacchi, gli sciacalli di tutte le risme che Alx incontra nella sua "isola deserta" altri non sono che le bestie feroci dell'isola di Robinson. E proprio come Robinson prende dai relitti delle navi sospinte sulla spiaggia ciò che gli serve, così Alex trova quanto gli occorre per sopravvivere tra le macerie delle case distrutte e abbandonate. Alex, come Robinson, difende con ogni mezzo il proprio rifugio; lotta per sé -arriva anche ad uccidere un soldato tedesco- e per i sogni che ha: ritrovare suo padre, abbattere per sempre il muro/oceano che lo separa dalla libertà, conquistare il diritto alla vita. MARZO IL DRAGO RAPITO Autore: Sebastiano Ruiz Mignone Casa Editrice: Einaudi Collana: Storie e rime Anno di pubblicazione: 2008 E' l'ora di pranzo ed il marchese di Carabs, assieme all'immancabile gatto con gli stivali, si sta mettendo a tavola davanti ad una appetitosa frittata e ad una forma di formaggio tonda e grande come una luna; ma ecco sopraggiungere, ancor prima che sia riuscito a dare il primo morso, un cavaliere dalla bianca armatura rispondente al pomposo nome di Patador Dorè, in compagnia dell'impareggiabile trovatore Rambaldo de Muchin, poeta e cantore di questa incredibile storia. Incredibile sì, perché inizia con un avvenimento davvero straordinario che fa restare a bocca aperta per lo stupore anche il Marchese di Carabs, ed il suo gatto naturalmente, guastando loro l'appetito: hanno rapito un drago! E non un drago qualsiasi, ma Ferringauuurg, altrimenti noto come Ossobuco, a causa della sua passione per questo saporitissimo cibo. E chi mai può essere stato a rapire un drago grande, grosso ed assolutamente innocuo? Ma diamine... Maria Kumba e chi altri? Maria Kumba, la perfida principessa. Era cattiva, senza cuore e senza trucco piuttosto brutterella. [...] Già appena nata, Maria Kumba sputava in faccia alla tata e frignava per un nonnulla. A cinque anni con la fionda ammazzava gli uccellini, a sei gli agnellini. A otto anni lasciò cadere dal ponte levatoio il suo cavallo di legno massiccio sulla testa di un monaco, fracassandogliela... Ma se il drago è nelle mani della crudelissima principessa (che poi, cosa se ne farà mai di un drago? Oh, be', tranquilli: lei sa perfettamente cosa farsene!) è necessario partire, armati di tutto punto e correre a liberarlo. E così il marchese di Crabas, il suo gatto con gli stivali, il cavaliere Patador Dorè e il cantastorie Rambaldo iniziano la pericolosa ricerca. Man mano che si inoltrano per boschi e per foreste, particolarissimi boschi e ancor più straordinarie foreste, al terzetto si aggiungono altri incredibili personaggi. Il primo è il terribile duca Mavalà, pervicacemente diffidente verso tutto e tutti, dagli occhi neri profondi come pozzi, dalla figura massiccia e spaventosa, interamente vestito di nero ma con un gran pennacchio di piume rosse sul cappello. E' armato di uno strano arnese, oltre che di spadone ovviamente: un acchiappamosche che usa con maestria e spavalda destrezza; al gruppo si aggrega poi un certo Pollodoro, figlio del re dei polli, destinato ad essere il miglior cuoco di polli del mondo, secondo il volere del padre... ma, ahimè, vegetariano, e quindi cacciato di casa, tra il sommo disprezzo della famiglia, e diventato una sorta di monaco eremita. Non manca nemmeno un certo Otero, mandorlatore. E chi sarà mai un mandorlatore? Lunga, lunghissima storia. Naturalmente uno che si occupa di mandorle... Ed infine ecco aggiungersi anche un capitano, un valoroso capitano che la strampalata brigata incontra in un momento di particolare sfortuna e fame e perciò intento a portare a termine l'ardua impresa di catturare un ranocchio, al fine di farne un piccolo boccone per rintuzzare, almeno in parte, l'immensa fame che ha. E poi naturalmente c'è la MALABESTIA, che è nientemeno che.... Oh, be', no!Proprio no! Non è il caso di raccontare qui della Malabestia. Lasciamo che lo faccia il nobile Rambaldo. D'altronde è lui il narratore di questa storia, no? APRILE GLI ELEFANTI HANNO SETE autori: Ottino/Conte casa editrice: Bruno Mondadori collana: Libri amici anno di pubblicazione: 2002 Lo sapevate che gli elefanti possano essere golosi di alcool e che arrivino addirittura ad ubriacarsi? Mamud è uno di loro! Mamud, un grosso elefante, è il più caro amico di Ahmed, un ragazzino africano cresciuto, per un po', dagli elefanti. Allora non sono morti tutti al villaggio! Ne sono scampati tre, e questo non va bene. L'operazione doveva essere definitiva (...) Un uomo, una donna, il loro bambino di un anno (...) I tre...non si sono accorti dell'arrivo dei soldati... La donna avvolge in fretta il bambino in una coperta e se lo sistema sulla schiena: è un attimo, e cominciano a correre, con la morte alle spalle. I genitori di Ahmed cercano di sfuggire al massacro e di mettere in salvo il loro unico figlio. Gli spari però sono stati sentiti anche da un branco di elefanti a cui non piace l'odore della polvere da sparo e che, infuriandosi, caricano verso i soldati. La carica del branco disorienta i soldati che cercano di mettersi in salvo. I fuggiaschi corrono, corrono, corrono vogliono raggiungere l'accampamento nella foresta, dove si sono radunati i superstiti di altri villaggi.... Un gruppo di una ventina di persone li circonda.....si avvicina. Si riconoscono, si salutano con calore....Poi la donna torna in sé, si ferma e ascolta. Perché il piccolo non piange? Perché nessuno glielo leva dalla schiena? Perché le altre donne non glielo prendono e glielo cullano? I suoi occhi pieni di terrore incrociano quelli del marito. Anche lui ha capito: nel suo sguardo c'è il suo stesso muto orrore(...) Il bambino non c'è più. (...) Deve essere scivolato giù, la coperta si deve essere allentata... La donna...vuole tornare indietro..., non la spaventano più i soldati.....se nessuno ha il coraggio di aiutarla ci andrà da sola.... Ma non si può. Il suo sacrificio non ha senso....sarebbe pericoloso per tutti , potrebbe attirare l'attenzione dei soldati anche sugli altri bambini....e gli altri scampati....Non si può, per salvare un bambino, rischiare la vita di altri cento. E poi....il bambino ormai è morto. Mamud, Ahmed ...e poi c'è Leo. Leo vive a Milano, frequenta la quinta elementare ed ha "paura di tutto"!!! Lui non ha amici, i bambini gli fanno paura, lo prendono in giro, sono troppo irruenti..... Lui non ha un animale preferito perché, gli animali, gli fanno paura ! Leo "spera sempre" di prendersi una bella influenza o una bronchite per restare a casa da scuola. E poi sarebbero arrivate le medie!! I prof alle medie sono terribili... E i ragazzi? Lo capiranno subito che sei un fifone Profetizzava Mario, uno dei suoi compagni, e ti daranno la caccia...Quelli grandi danno sempre la caccia al primino... quindi, aggiunse Mario, i "primini" dovranno subire ogni sorta di angherie. Leo allora si era messo a sognare, assurdamente, di poter fermare il tempo di non crescere più, di restare per sempre in quinta elementare. Ne aveva parlato con la mamma, che subito era diventata ansiosa e ne aveva parlato con lo psicologo, poi ne aveva parlato con il papà... Le risposte del papà lo facevano stare anche peggio... Tutti volevano crescere! Be', lui, Leo,no. Poi ci sono gli incubi che lo perseguitano quasi tutte le notti e... "l' Omino del carro", quell'uomo perfido e viscido che nel libro di Pinocchio abbindolava i bambini con "il Paese dei balocchi" e poi, invece li vendeva, dopo che si erano trasformati in asini. Solo la nonna lo capisce, quella nonna mezza strega che sa interpretare i sogni, che le ha detto che un giorno sarà così coraggioso da affrontare l'uomo perfido dei suoi incubi e sconfiggerlo. Un giorno i tre protagonisti, Mamud, Ahmed e Leo si incontrano, in Africa, e diventano amici inseparabili. La storia appassionante di due bambini, uno bianco e uno nero, di cultura e religione diverse che si trovano coinvolti in vicende molto pericolose, trattate, dagli autori, con la leggerezza che richiede l’età dei protagonisti e dei lettori. Un romanzo avvincente che si legge tutto d’un fiato e che aiuterà i bambini ad affrontare e a guardare più da vicino alcune grandi "paure" del mondo contemporaneo: traffico di bambini ridotti in schiavitù, commercio illecito di animali, destinati alla sperimentazione, importazione illegale di alcolici. MAGGIO ERO CATTIVO autore: Antonio Ferrara casa editrice: San Paolo collana: Narrativa San Paolo ragazzi anno di pubblicazione: 2012 Ero cattivo. Lo sapevano tutti, a scuola si parlava solo di me. Anche nel mio quartiere. Non stavo mai fermo combinavo sempre qualcosa. Avrei sempre voluto essere un bravo ragazzo di terza media, ma avevo paura a comportarmi da bravo ragazzo perché temevo che i miei amici mi dessero del bravo ragazzo. Angelo frequenta la terza media. Dodicenne difficile e scontroso, che adora fare scherzi: sputa nell’acquasantiera, benedice i gatti con l’acqua santa, appiccica lo scotch sul pulsante del citofono del parraco… in collegio, dove studia, ha incollato i vassoi della mensa con il superattack… Un giorno però l’ennesima bravata gli sfugge di mano… Con una fune avevo calato lo scheletro di plastica che tenevamo nell’ aula di anatomia fino al piano di sotto, e quelli della IIIC si erano visti comparire il ritratto della morte della finestra… La professoressa d’inglese, debole di cuore, si spaventa a tal punto da avere un infarto mortale… Il limite è superato. Non si può ricorrere ancora alle semplici punizioni. Interviene l’assistente sociale e Angelo viene mandato in una piccola comunità di recupero, isolata da tutto e guidata da padre Costantino e dalla cuoca Margherita. Padre Costantino è un prete creativo, originale, che applica uno spiazzante metodo educativo. Lui ha sempre il sorriso sulle labbra, è pacato e gioviale. Ama fare ritratti, tutti ne hanno uno. Sono dipinti molto particolari, immagina le persone nel futuro ed ha la capacità di andare sempre oltre quello che gli altri non vedono. Non era come gli altri grandi che avevo conosciuto, il prete. Non sgridava. Non sgridava mai… Meglio che a casa… Se chiedevi una cosa a mia madre lei ti rispondeva sì sì, d’accordo, ma poi se ne dimenticava subito… Qui no non era così. Tutti si ricordavano di te. Sembrava tutto bello, per ora. Ma non c’era da fidarsi, sicuramente il trucco c’era. Era soltanto ben nascosto… Con il gomito urtai apposta la caraffa dell’acqua, per vedere che cosa succedeva, e la caraffa si rovesciò e l’acqua si versò sul tavolo. Non successe niente, nessuno urlò, nessuno mi sgridò. Arrivò Margherita con una straccio in mano e col sorriso sulle labbra. Mi piaceva margherita, munita di straccio e di sorriso. Ma io non ci cascavo. Il trucco c’era, sicuramente. Era soltanto ben nascosto. Il ragazzo abituato da sempre ad essere rimproverato e castigato dagli adulti, è ormai assuefatto alle paternali, alle minacce, perfino alle percosse di un genitore violento. Quello che proprio non si aspetta è di essere trattato con allegria, fiducia e positività. A non essere punito, ad avere qualcuno accanto che crede ciecamente nella sua possibilità di cambiamento. Padre Costantino riesce a disorientarlo totalmente. In un primo momento suscita in lui sentimenti di rabbia e rifiuto, poi però è qui che trova il terreno fertile e la giusta influenza per una profonda trasformazione. Nella comunità sono presenti anche altri tre ragazzi: Nicola che deve uscire da un momento di alcolista, Leo che è scappato da casa e che ormai è diventato un abile ladruncolo. Mara, quindicenne violentata e rimasta incinta. Ognuno, con alti e bassi, alla ricerca di una nuova via, di una vita da reinventare. Ciascuno riceve una missione da perseguire, un sogno scelto a seconda delle inclinazioni e delle aspirazioni personali, che diviene la traccia per una possibile esistenza futura. GIUGNO OLTRE LA POLVERE Autore: Karen Hesse Casa Editrice: Salani Collana: Narrativa Anno di pubblicazione: 1999 La storia è ambientata nell'Oklahoma, Stati Uniti, America, durante la grande depressione degli anni '30. Protagonista è Billie Jo, un'adolescente quattordicenne che annota gli eventi salienti della sua vita dal 1934 al 1935 e che, nel raccontare, non fa sconti alla realtà durissima che affronta ogni giorno. La forma in versi, però, resa al meglio dalla mirabile traduzione di Roberto Piumini, conferisce agli argomenti trattati, spesso crudi e crudeli, un lirismo delicato e fragile come l'età della protagonista. I due anni raccontati sono drammatici per tutti ed in particolare per chi , come il padre di Billie Jo, fa il contadino: la campagna non produce raccolti, la terra sembra prosciugata in un vortice di polvere rossa ... come un fuoco di prateria calda e pungente, bruciante nel naso, e sul bianco degli occhi. Una tempesta di polvere che a mezzgiorno fa notte Alla polvere segue l'acqua che non irrora i campi, ma li devasta. Billie Jo vede la disperazione del padre e la fatica della madre che aspetta un nuovo bambino. Ad andare avanti l'aiuta la musica: ama suonare, è brava al pianofore Quando metto le dita sui tasti, la musica sgorga piena da me. La destra suona le note acute come aghi, raccontando storie, mentre a sinistra ritmi di burro e velluto mi sostengono. e, suonando, riesce a guadagnare qualche dollaro per aiutare i suoi. E' il luglio del 1934 quando il destino, non ancora pago, interviene nella vita della famiglia sconvolgendola. Continuare a vivere non è facile e per Billie Jo, andarsene, è forse la soluzione migliore, ma Andarsene via non è stato meglio ma soltanto diverso, e solitario. Più solitario del vento e più vuoto del cielo e più muto della polvere ammucchiata fra me e mio padre, Alla fine, però, la polvere, pur infilandosi nelle fessure della casa come in ogni angolo della sua vita, tra i tasti del suo amato pianoforte come nel suo cuore, non riuscirà ad inaridire la natura di questa adolescente tenace e sensibile. Dal suo coraggio e dalla sua forza nascerà la speranza per il futuro Consigliato a chi, della vita, coglie comunque e sempre la poesia.