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GAY GAMES 2010 KEITH HARING MOSCA

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GAY GAMES 2010 KEITH HARING MOSCA
Pride Rivista mensile – Autorizzazione del tribunale di Milano n. 351 del 7/5/1999 – Direttore responsabile: Gianni Rossi Barilli. Distribuzione gratuita in tutti i locali (in edicola o libreria 2,5 euro). Trasporto esonerato da DDT ai sensi del DPR n. 472 del 14/8/1996
IL MENSILE GAY ITALIANO
135 • SETTEMBRE 2010
copia gratuita
(2,5 € in edicola e libreria)
www.prideonline.it
GAY GAMES 2010
KEITH HARING
MOSCA
2
settembre 2010 · PRIDE
08 .09
dalle 23.00 ***OPENING PARTY***
Madrina della serata dal Grande fratello 8
SILVIA BURGIO
Resident Dj: THOMAS DILL
+ Max B Oral Abuse: MANUEL SHOCK
15.09
dalle 23.00
Guest Dj: FRANCESCO BELAIS
+ THOMAS DILL+ MAX Bi Oral Abuse: MANUEL SHOCK
22.09
dalle 23.00 Guest Dj: NACHA WORLD
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PRIDE · settembre 2010
3
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Diritto all’affetto
Gianni Rossi Barilli
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Gay Games 2010
Fabio Debbia
13
Cocktail contro l’Hiv
Giulio Maria Corbelli
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Medioevo pop
Francesco Belais
22
Parla con lei
Massimo Basili
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Orsetto canterino
Roberto Cangioli
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Cronaca Italia
32
Cronaca estero
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Chi li ha visti?
Antonio Malvezzi
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Invisibili di ritorno
Stefano Bolognini
42
“A Mosca, a Mosca!”
Roberto M. Polce
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The Radiant Baby
Marco Albertini
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Zig zag
Pigi Mazzoli
52
Cinema
Vincenzo Patanè
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Teatro
Mario Cervio Gualersi
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Libri
Francesco Gnerre
58
Musica
Roberto Cangioli
60
Vita notturna
Francesco Belais
62
Mister Gay Italia 2010
64
Metropoli
72
Dove e cosa
PRIDE 135
SETTEMBRE 2010
Foto in copertina: Robert Flower
DIRETTORE RESPONSABILE
Gianni Rossi Barilli
E-mail: [email protected]
AMMINISTRATORE UNICO
Frank Semenzi
ART DIRECTOR
Paolo Colonna
SEGRETERIA DI REDAZIONE
Marco Albertini
E-mail: [email protected]
Edito da:
Associazione Culturale GLBT
Stampato da:
EmmeK editore s.r.l.
di Fino Mornasco (CO)
REDAZIONE
via Antonio da Recanate 2
20124 Milano
Tel. (+39) 02 87384843
Fax (+39) 02 87384844
19
24
46
Apertura:
14:30–19:30 da lun. a ven.
o su appuntamento
PUBBLICITÀ PRIDE
Frank Semenzi: (+39) 335 6133417
E-mail: [email protected]
Abbonamento annuale: 50 €
Abbonamento semestrale: 30 €
(assegno intestato ad “Associazione
GLBT” o bonifico bancario)
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SETTEMBRE
www.prideonline.it
58
La prenotazione di spazi pubblicitari
deve avvenire entro il giorno 5 del mese
precedente la pubblicazione (es. il 5 gennaio
per il numero di febbraio).
I comunicati stampa (anche per
l’aggiornamento della guida ai locali gay
d’Italia e per l’agenda) e i file grafici relativi
alla pubblicità devono pervenire in redazione
entro il giorno 10 del mese precedente la
pubblicazione (es. il 10 gennaio per il numero
di febbraio).
Non si garantisce la pubblicazione di quanto
prenotato o pervenuto oltre tali date.
settembre 2010 · PRIDE
ATTUALITÀ + CULTURA
DIRITTO ALL’AFFETTO
Per tutta l’estate il bacio omosessuale ha fatto scandalo e notizia sulle spiagge italiane.
Segno che l’Apocalisse è vicina o che i gay sono ormai finalmente stufi di nascondersi e di
ingoiare ingiurie senza battere ciglio?
TESTO — GIANNI ROSSI BARILLI
Ormai è proprio una guerra, combattuta con ogni mezzo. Perfino una
melanzana, tirata da un fruttivendolo al mercato di Favara (Agrigento)
contro una coppia di ignari turisti gay colpevole di essersi scambiata un
bacio all’interno del suo campo visuale. C’è chi più classicamente mena
duro, com’è successo a Pesaro, dove un’altra coppia gay, sempre colta in
flagranza di bacio, è stata aggredita da tre persone (prognosi di 20 giorni
per uno dei due). Poi c’è chi chiama i carabinieri, come è accaduto sulla
spiaggia del Poetto a Cagliari (per giunta nel tratto gaio), con la giustificazione che due omosessuali che si baciano non sono uno spettacolo
adeguato per i bambini.
A volte però i caramba si attivano da soli: a Viareggio due ragazzi che
lavorano nei locali gay di Torre del Lago sono stati invitati a smettere di
abbracciarsi “in un luogo pubblico” (un bar), proprio da un carabiniere in
divisa. Questa volta non c’erano nemmeno i bambini, visto che erano le
cinque e mezzo del mattino. Infine può capitare anche che la polizia la
chiamino i gay umiliati dall’omofobia altrui, come ha fatto una coppia di
giovani romani espulsa dalla gayssima spiaggia del Settimo cielo a Ostia
per intervento di un bagnino che ha accolto le proteste di alcuni bagnanti
etero, i quali da parte loro hanno gentilmente invitato i due gay ad andare a
“prenderlo nel culo da un’altra parte”. Ci stavamo solo baciando, ribattono
i due oltraggiati. E uno aggiunge: “Può un paese che nega i baci definirsi
civile? Credo di no. Mi sarei aspettato delle scuse, come è avvenuto a Torre
del Lago, altra località frequentata e amata dai gay. Molti hanno visto e
molti, come noi, sono intervenuti e si sono indignati di fronte a quella ingiustizia. Il mio ragazzo e io stiamo insieme in modo stabile da 2 anni e mezzo,
non abbiamo bisogno della spiaggia per avere un momento di intimità. Ho
25 anni e i piedi ben saldi per terra: conosco le difficoltà che molti gay e
molte lesbiche vivono, non voglio rinunciare alla speranza di un paese più
aperto e più libero”.
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Che Italia ci raccontano queste scene di lotta al bacio gay di cui l’estate
appena trascorsa è stata prodiga? Ci sono (almeno) due ipotesi interpretative. Una pessimista e l’altra ottimista. La prima, parecchio buia, vede in
fatti come questi un segno del neoperbenismo bigotto che si fa sempre
più arrogante e che per il XXI secolo ha il progetto di restaurare valori antecedenti la rivoluzione del costume degli anni Sessanta e Settanta del XXo.
Ne descrive bene l’orizzonte Marco Mancassola, in un recente articolo su
il manifesto dedicato alla fine dell’era dance (simboleggiata dalla ventina
di morti alla Love Parade di Duisburg): “La disco music, in origine musica
dei locali gay, aveva conquistato il mondo perché tutti volevano essere
gay, non nel senso di omosessuali ma di gai, liberi, disinibiti. La grande era
dell’edonismo di massa: liberante, certo, eppure anche necessario, ambiguamente, nella transizione verso l’economia immateriale.
Con l’affacciarsi del nuovo secolo, brusco cambiamento. L’edonismo non
serve più. La promessa del piacere perde rilevanza. Il suo posto viene preso
dalla paura, strumento di persuasione molto più utile e pratico nei rapporti
tra potere e cittadini. La società si riscopre perbenista. Tutto è ancora
formalmente concesso, ma solo nel chiuso delle proprie case, davanti allo
schermo individuale di un computer. La socialità fisica dei giovani, persino
quella ben poco sovversiva di questi anni, diventa materia di ordine pubblico e oggetto di continue ordinanze dei sindaci”. Figuriamoci, se il clima è
questo, se la repressione dell’omosessualità manifesta non sta tra i primi
punti del programma.
Un’interpretazione meno cupa dei fatti può tuttavia mettere l’accento su
un altro aspetto evidente: la moltiplicazione dei fenomeni di intolleranza
è proporzionale all’aumento di visibilità dell’affettività omosessuale.
Qualcosa a cui buona parte della società continua a essere impreparata
perché i modelli educativi e familiari continuano a essere intrisi di omofobia. Nella visione tradizionale, di cui restano molti echi nella mentalità contemporanea, omosessuale era sinonimo di depravato e sporcaccione. I gay
(chiamati con espressioni più colorite nelle inesauribili varianti regionali)
erano quelli che frequentavano i cessi, i parchi e i cinema di periferia nell’ossessiva ricerca di fare delle “porcherie”. Fantasmi confinati nella loro ossessione che c‘entrano molto poco con le spontanee coppiette omosessuali
che oggi si scambiano tenerezze in pubblico. Il problema è che per molti
il cambio di scena non è mai avvenuto. C’è chi continua a pensare che il
contatto sessuale tra due maschi o tra due femmine sia osceno e schifoso.
E chi addirittura si vanta di aver pagato una multa per aver coperto i manifesti di una campagna contro l’omofobia, incentrata guardacaso sul tema
del bacio, come ha fatto un esponente della destra udinese condannato a
pagare 102 euro di multa per il misfatto (“Lo rifarei”, ha commentato).
L’ antidoto contro il perbenismo neo e old è continuare a baciarsi con
la massima naturalezza. Ci sono giovani “con i piedi ben saldi per terra”
che vivono con dignità la propria vita affettiva, sapendo che non doverla
nascondere in presenza di terzi è un diritto cui non sono disposti a rinunciare, perché da qui passa necessariamente un percorso di liberazione
che deve essere compiuto. Continuiamo a baciarci dunque. Ma stiamo
attenti alle melanzane.
settembre 2010 · PRIDE
PRIDE · settembre 2010
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ATTUALITÀ + CULTURA
GAY GAMES 2010
Dal 31 luglio al 7 agosto si è svolta a Colonia l’ottava edizione dei giochi olimpici glbt con oltre
diecimila atleti partecipanti. All’insegna come sempre della partecipazione, dell’inclusione
e del fare del proprio meglio. Quando potremo ospitare un evento così in Italia?
TESTO — FABIO DEBBIA · [email protected]
01
La prima considerazione che salta alla mente
partecipando a un evento di questa portata
non può che essere un confronto con il nostro
paese: in Italia, ad oggi, una manifestazione così
non potrebbe semplicemente svolgersi. Stiamo
parlando dei Gay Games (www.games-cologne.
de), i giochi olimpici per gay, lesbiche, bisessuali
e transessuali che si svolgono regolarmente ogni
quattro anni dal non poi tanto lontano 1982,
quando l’atleta olimpico Tom Waddell ebbe
l’idea di organizzare l’edizione inaugurale a San
Francisco (Usa). Colonia (Germania) è stata la
città che ha avuto l’onore di ospitarne l’ottava
edizione, dal 31 luglio al 7 agosto scorsi, che si
annunciava fin da subito come imponente: oltre
8
diecimila atleti provenienti da tutto il mondo
(le maggiori rappresentanze da Stati Uniti,
Germania, Australia, Inghilterra e Francia) per
affrontarsi in quaranta diverse discipline olimpiche (atletica, nuoto, basket, tennis, volley, calcio,
golf, nuoto sincronizzato – maschile e femminile
– lotta, pallamano, pattinaggio, softball, vela,
ciclismo, sollevamento pesi, arti marziali, tra le
tante) e non (biliardo, bridge, scacchi, cheerleading, bowling, etc.).
Il paragone si fa poi ancora più stridente quando si
pensa che a inaugurare i giochi in forma ufficiale
al RheinEnergieStadion è stato il vicecancelliere
tedesco e capo del partito liberal-democratico
Guido Westerwelle, recentemente uscito allo
scoperto con la sua omosessualità, anche se
non particolarmente apprezzato dalla comunità
tedesca (i fischi al suo ingresso nello stadio sono
stati assordanti). La cerimonia ha visto protagoniste le squadre di più di settanta paesi in una
emozionante sfilata di presentazione salutata
anche dall’australiano Matthew Mitcham, medaglia d’oro nei tuffi alle Olimpiadi di Pechino 2008,
e uno dei pochissimi atleti olimpici apertamente
omosessuale (fatto che gli ha anche causato
qualche problema, dopo i giochi in Cina, per l’ingaggio di nuovi sponsor).
L’International Federation of Gay Games (Fgg),
che organizza i giochi, si pone l’obiettivo di
promuovere l’uguaglianza attraverso lo sport
settembre 2010 · PRIDE
CULTURA + ATTUALITÀ
e la cultura, lavorando in tutto il mondo con
altre organizzazioni per difendere i diritti umani
fondamentali e la libera partecipazione, laddove
l’inclusione di gay e lesbiche nell’ambiente sportivo ancora rappresenti un tabù, o comunque
sia diffusa l’idea che sport e omosessualità non
siano compatibili (basti ricordare le dichiarazioni
che gli allenatori delle nostre squadre di calcio
continuano a rilasciare sull’inesistenza di calciatori gay). Sul come perseguire questi obiettivi
però non c’è sempre stato pieno accordo, e
infatti dal 2003, dopo una scissione dall’organismo principale, è attiva anche la Gay and Lesbian
International Sport Association (Glisa), che organizza i World Out Games. Pomo della discordia la
gestione economica e la trasparenza finanziaria
dei giochi di Montreal del 2006. Da entrambe
le parti però è già stata espressa la volontà di
unire ancora una volta le forze per dare più visibilità alla comunità lgbt, volontà sfociata in una
dichiarazione congiunta contenente l’intento di
organizzare a partire dal 2018 un unico evento
sportivo internazionale a cadenza quadriennale.
Ma i Gay Games non sono solo sport. Durante
tutta la prima settimana di agosto infatti Colonia
è stata invasa da numerosi eventi collaterali che
hanno contribuito ad arricchire il programma dei
giochi. A cominciare dalla International Rainbow
Memorial Run, la corsa che ha portato per le vie
della città la bandiera multicolore simbolo del
movimento in ricordo delle vittime dell’Hiv/Aids
e del cancro al seno. E ancora eventi musicali
(concerti e contest per cori lgbt), workshop, un
festival per band presso l’Università della Musica
di Colonia, mostre di arti visive, letture, rassegne
cinematografiche, visite tematiche guidate della
città e dei suoi monumenti (imperdibile quella
sull’omosessualità animale presso lo zoo!), gite in
barca sul Reno, corsi di pilates e yoga e perfino
momenti spirituali, a cui gli organizzatori hanno
PRIDE · settembre 2010
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05
voluto dedicare particolare attenzione.
Non potevano ovviamente mancare i party
tematici, che hanno animato le calde (si fa per
dire, siamo pur sempre nel nord della Germania)
serate di Colonia, con proposte ad hoc per tutti
i desideri e gusti: female party, gala ball, butch
and bear, notti in barca sul Reno, black-party e
le grandi feste di apertura e chiusura a cui hanno
assistito migliaia di partecipanti scatenandosi al
ritmo di house e dance music.
L’atmosfera che si respirava a Colonia era di
inclusione e apertura, partecipazione e curiosità (non a caso i principi ispiratori della Fgg
06
sono “Participation, inclusion, personal best”); i
cittadini sembravano perfettamente a loro agio
in mezzo alle migliaia di atleti lgbt che hanno
letteralmente invaso la città, e gli esercizi
commerciali hanno fatto a gara per esporre
sulle proprie vetrine il logo ufficiale che recitava
“We are part of it” (strizzando forse un occhio
anche all’enorme indotto economico che una
manifestazione di questo tipo comporta per
l’area urbana che la ospita). In piena sintonia con
lo spirito che caratterizza molte città tedesche,
Colonia si è aperta ai Gay Games mostrando la
sua storia recente e passata (dalla fondazione
romana alla ricostruzione dopo i bombardamenti
della seconda guerra mondiale, che avevano raso
al suolo quasi il 90% degli edifici), i suoi imponenti
monumenti come la celeberrima cattedrale, e gli
angoli più nascosti dove godere di un attimo di
pace e allontanarsi momentaneamente dalle
caotiche Rudolfplatz e Neumarkt, le principali
piazze cittadine, nonché sedi dei “Villages”,
punti di incontro per gli atleti e gli amici durante
il giorno, sedi di spettacoli, presentazioni e lauti
banchetti a base di currywurst durante la notte.
L’incontro per l’appunto è stato un altro dei leit
motiv dei giochi, e con esso lo scambio: di opinioni, interessi, emozioni, passioni! La possibilità
di incontrare uomini e donne provenienti da tutto
il mondo con il proprio bagaglio di esperienze da
condividere è forse uno degli aspetti più intriganti quando si partecipa ai Gay Olympics (come
inizialmente avrebbe voluto chiamarli il suo
fondatore, perdendone poi il diritto in tribunale
contro l’International Olympic Commitee), e uno
dei ricordi che più difficilmente svaniranno una
volta rientrati. Ci si può incontrare per strada
e fermarsi a chiacchierare per scoprire come è
stata vinta una medaglia, temporeggiare dopo
una competizione per scattare una foto con gli
avversari e scoprire di non essere poi tanto diversi
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ATTUALITÀ + CULTURA
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GLI ITALIANI
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08
da chi vive a migliaia di chilometri di distanza da
te. Si può realizzare, bevendo una birra all’ExCorner (il punto di riferimento della zona gay per
il pre-serata), di essere seduti al bancone tra un
ragazzo che viene da un paese dove è possibile
sposarsi e adottare bambini e una donna originaria di uno stato dove l’omosessualità è ancora
punita con la pena di morte. In fondo è un po’
questo che rende così speciale l’esperienza di
partecipare ai Gay Games: condividere sensazioni
durante alcuni giorni, per poi tornare nel proprio
paese e “Spread the word. Share the Games”,
come veniva ripetuto in continuazione dai diversi
palchi: “Diffondete la voce. Condividete i giochi”,
fate sapere ai vostri amici, amanti, conoscenti e
parenti l’importanza di quello che è avvenuto, e
che avverrà ancora. L’obiettivo, per tutti, è quello
di contribuire alla costruzione di un mondo più
aperto e egualitario.
Insomma, un’organizzazione mastodontica, da
fare spuntare la pelle d’oca agli organizzatori dei
Gay Pride (almeno quelli nostrani), tanto che verrebbe da chiedersi quale dei due, in sé diversissimi, eventi abbia più ricadute positive sull’immagine che la società si forma dell’omosessualità.
Un’organizzazione, da sottolineare, che ha visto
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la stragrande maggioranza dei collaboratori lavorare volontariamente (voci interne garantiscono
che il numero di stipendiati per organizzare
l’evento sia stato di tre!); oltre tremila volontari
hanno assistito gli atleti e i loro amici durante il
soggiorno a Colonia, li hanno seguiti nei trasporti,
negli spostamenti, nelle registrazioni, hanno aiutato gli arbitri e gli ufficiali nei loro compiti e hanno
in definitiva reso possibile l’evento sportivo più
partecipato del 2010. A tutti loro è infatti andato
il caloroso ringraziamento degli organizzatori e
del vicesindaco di Colonia Elfi Sho-Antwerpes
che, durante la cerimonia di chiusura tenutasi
sabato 7 agosto nel grande Rheinpark sul Reno,
ha dato l’addio ufficiale ai giochi e consegnato
la bandiera della Fgg a Cleveland e Akron, Ohio
(Usa), le città dove dal 9 al 16 Agosto 2014 si
svolgerà la IX edizione dei Gay Games. Per chi non
volesse aspettare quattro anni per tornare sui
campi sportivi e vincere medaglie, gli atleti lgbt si
riuniranno nuovamente a Rotterdam nel 2011 per
disputare gli EuroGames (che avranno un’appendice l’anno successivo a Budapest per tentare di
introdurre i temi cari alla manifestazione anche
nell’Europa dell’est), e a Anversa nel 2013 per la
terza edizione dei World Out Games.
Gli azzurri a Colonia erano 140, impegnati
in diverse discipline, dal tennis al basket,
dalla pallavolo al calcio, e perlopiù vestiti
dalle magliette del Gsi - Gay Sport Italia
(www.gaysport.it), il coordinamento lgbt
italiano che dal 2007 si propone di creare
sinergie e collaborazioni tra le diverse
realtà sportive disseminate sul territorio
nazionale, e finora poco dedite alla pianificazione collettiva. Cosa piuttosto inedita
per l’Italia, era presente anche una realtà
che raggruppa diverse discipline al suo
interno: si tratta della Polisportiva Boga
di Bologna, in gara con la storica squadra
di pallavolo (www.bogavolley.it) e con il
neonato team di pallacanestro (http://
wordpress.bogabasket.com); progetti
futuri inoltre prevedono un ulteriore
ampliamento al calcetto maschile e femminile per il prossimo autunno.
Dopo una settimana di competizioni gli
atleti italiani sono riusciti a conquistare
ben dieci medaglie, battendo gli avversari
di nuoto, pallanuoto, atletica leggera,
volley e tennis. La notizia però è passata
sotto silenzio per la maggior parte dei
media del bel paese, a differenza di due
anni fa, quando i medagliati di ritorno
dagli EuroGames di Barcellona e guidati
dalla deputata Paola Concia furono
addirittura ricevuti dalla presidenza della
camera. Un riconoscimento istituzionale
che è quindi venuto meno, mentre negli
altri paesi continuano a stringersi le relazioni tra società sportive lgbt e organi di
governo pubblico: basti citare il caso della
Francia, dove il Ministère de la jeunesse
et des sport ha finanziato con 15.000
euro l’acquisto delle uniformi ufficiali
degli oltre 500 atleti francesi presenti a
Colonia.
L’auspicio per il futuro non può che essere
che il coordinamento italiano assuma
un’identità sempre meglio definita e
operativa per presentarsi agli occhi del
mondo al pari delle altre radicate realtà
internazionali, e chi lo sa, un giorno
forse, ospitare anche un’edizione dei Gay
Games.
01–02, 04-06, 08 Foto di Chris Beghin (www.flickr.com/photos/xrispics)
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Foto di Davide Barbieri
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Foto di Xavier Marest (www.games-cologne.de)
settembre 2010 · PRIDE
PRIDE · settembre 2010
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14:29
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settembre 2010 · PRIDE
CULTURA + ATTUALITÀ
COCKTAIL CONTRO L’HIV
Prevenzione, diritti umani, terapia. Sono questi gli ingredienti da combinare per agire
efficacemente contro la diffusione del virus. Se n’è parlato, con dovizia di prove scientifiche,
alla Conferenza mondiale sull’Aids che si è svolta a Vienna a fine luglio.
TESTO — GIULIO MARIA CORBELLI · [email protected]
Alle conferenze mondiali sull’Aids c’è di bello
che ti spiegano tutte le cose, magari anche
quelle che sai già, ma dimostrandole scientificamente. Può sembrare inutile, ma c’è gente
che se non gliela dimostri chiara e tonda una
cosa, proprio non ne vuole sapere di capirla…
A Vienna, durante l’ultima conferenza svoltasi
dal 18 al 23 luglio, di come funzionano le cose
abbiamo capito un bel po’ di più.
Prendiamo il dilagare delle infezioni da Hiv tra
i gay: mica nessuno dubita che ci siano, ma fa
un certo effetto sapere che da rigorose analisi
statistiche risulta che praticamente non esiste
paese al mondo in cui la prevalenza (cioè il rapporto tra persone infettate in una popolazione
e popolazione stessa) tra i gay non sia almeno
3-4 volte quella nella popolazione generale.
A dimostrarlo c’ha pensato Chris Beyrer, che
dirige un importante centro di ricerche epidemiologiche e cliniche sull’Aids a Baltimora. Tanto
PRIDE · settembre 2010
per confermare il dato, possiamo prendere
qualche paese a caso da varie parti del mondo:
in Tailandia la percentuale di sieropositività diagnosticata tra i gay è del 30% contro l’1,4 della
popolazione generale, nelle grandi città del
Brasile è del 13% contro lo 0,6%, mentre negli
Usa il tasso di nuove infezioni tra gli Msm (dall’inglese Men who Have Sex with Men) è 44 volte
quello degli altri uomini. Anche in Uganda la
prevalenza tra i gay è 3 volte quella tra gli etero.
Vogliamo venire in Europa? Non c’è problema:
Regno Unito, tra i gay il 3,8% è stato diagnosticato sieropositivo, cioè 10 volte la percentuale
registrata tra gli etero.
So cosa state pensando: e l’Italia? Chiedete
troppo. Noi non sappiamo nemmeno esattamente quante persone vengano diagnosticate
sieropositive ogni anno (il sistema di rilevamento è stato approvato ma non è ancora a
regime), figurarsi se siamo in grado di avere dati
sulla popolazione omosessuale. Però, facendo
due calcoli sui dati forniti dalle stime, si ottiene
– ma il risultato è da prendere con le pinze – una
prevalenza tra gli omosessuali maschi 4 volte
superiore a quella tra i maschi etero. Questo
per mettere in chiaro che se leggete sui giornali che ora la maggior parte dei contagi sono
tra eterosessuali non vuol dire che i gay siano
meno colpiti degli etero: è che gli etero sono
decisamente di più!
Insomma i gay continuano ad essere più colpiti.
E non perché siano una categoria di persone
più infettiva, come certi addetti alla donazione
di sangue millantano. È vero che nel rapporto
anale – ovviamente se non è protetto – ci sono
maggiori probabilità di trasmettere l’infezione,
secondo i ricercatori dell’Imperial College di
Londra 18 volte di più rispetto al rapporto vaginale (1,4% nel ruolo ricettivo o passivo contro
lo 0,08%, il rischio diminuisce ma solo fino allo
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ATTUALITÀ + CULTURA
0,62% per il ruolo insertivo o attivo). Ed è vero
anche che epidemiologicamente i gay sono
stati più colpiti nel corso degli anni. Ma gli omosessuali hanno le stesse possibilità degli etero
di rimanere sieronegativi: basta usare sempre
il profilattico. Il problema è che questa informazione oggi circola con meno forza, e la percentuale di gay che fanno sesso non protetto
cresce continuamente (anche questo è dimostrato in vari studi sui comportamenti sessuali
degli Msm in varie zone del mondo). Mancano
le campagne di informazione dirette ai gay, cioè
persino la prevenzione nel senso tradizionale
del termine. Che è sicuramente il primo punto
fondamentale per avere qualche successo nella
lotta all’Hiv.
Ma c’è dell’altro. Uno dei problemi principali,
come rivela uno studio di Joseph Barker che
lavora per il Global Aids Program, è che chi vive
su di sé l’odio omofobico è molto più facilmente
vittima di comportamenti sbagliati, tanto che
secondo le statistiche ha 5 volte più probabilità
di infettarsi con l’Hiv. Sarà che le persone che
vivono con sofferenza l’idea di fare parte di una
minoranza forse hanno difficoltà a prendersi
cura di se stesse, ma certo se anche il governo
non fa nulla per dar loro una mano le speranze si
affievoliscono. È tutto affidato alla loro buona
volontà, esattamente come in Italia (a proposito,
lo sapete che l’unica presenza italiana visibile
alla conferenza di Vienna era lo stand di Cassero
Salute? Ministero e Istituto superiore di sanità
sono gentilmente pregati di prendere nota).
Il concetto è che la realizzazione di azioni preventive efficaci è un problema di diritti umani,
perché se l’omofobia impedisce di raggiungere
risultati sanitari, l’ostacolo da rimuovere sta
nel mancato riconoscimento delle persone
lgbt. Stesso discorso per gli altri gruppi maggiormente esposti al rischio di infezione, come
i consumatori di droghe iniettive o i sex worker.
Quindi, secondo punto importante: il rispetto dei
diritti umani, un tema che è stato al centro della
conferenza Aids 2010 che aveva proprio come
slogan Rights here, right now! “Senza il rispetto
dei diritti umani e quindi anche dei diritti delle
minoranze sessuali non ci può essere alcun successo nella lotta all’Aids” è stato l’allarme lanciato, tra i tanti, da Julio Montaner, presidente
della conferenza.
Veniamo alla terza arma, la terapia, che in
questo scenario non proprio roseo ci fornisce
qualche notizia positiva. Nel senso che gli
studi dimostrano che se una buona parte delle
persone sieropositive segue correttamente
il trattamento antiretrovirale, oltre al fatto
14
che si ammalano e muoiono meno di Aids, si
può riuscire a limitare un po’ il progredire delle
nuove infezioni. In questo caso si tratta di una
analisi epidemiologica condotta tra gli Msm in
Danimarca, dove si è registrato una diminuzione
del tasso di incidenza di infezione da Hiv. Susan
Cowan e i suoi colleghi danesi hanno provato a
spiegare questo dato con i numeri e si son presi
la briga di andare a vedere quante persone omosessuali si sottopongono al test (il 77% almeno
una volta, il 50-59% nell’ultimo anno) e quante
di quelle diagnosticate sieropositive fanno la
terapia (l’80%) e di queste quante con successo
(l’85% aveva carica virale non rilevabile). Cioè si
è messa in pratica la strategia cosiddetta del
test and treat, che prevede di diagnosticare il
maggior numero possibile di persone sieropositive e di indirizzarle verso una corretta terapia.
In questo modo, quindi, anche se le statistiche
dicono che il numero di persone omosessuali
sieropositive viventi cresce, evidentemente il
virus totale circolante è stato ridotto dalla terapia perché non è certo grazie al sesso sicuro che
si è abbassato il tasso di infezioni: le diagnosi
di sifilide, clamidia e gonorrea, infatti, sono in
aumento e anche dalle interviste effettuate si
scopre che la percentuale delle persone sieropositive che hanno fatto sesso anale non protetto con qualcuno che avrebbe potuto essere
(o era) sieronegativo era del 37% nel 2001 e del
64% nel 2009. Altro che sesso sicuro.
Il fatto che la terapia possa – forse – abbassare
i rischi di infezione non significa in nessun modo
che si possa fare a meno dei sistemi preventivi
tradizionali, cioè del profilattico. Anche perché,
come dicono i danesi ma anche molti altri, le
altre malattie a trasmissione sessuale hanno
un vero boom tra i gay in questo periodo. Per
non parlare poi della epatite C, con la quale ad
esempio la maggioranza dei gay sieropositivi
statunitensi sono co-infetti. Però per l’Hiv la
terapia, secondo queste prime dimostrazioni
scientifiche, potrebbe forse essere un’arma
importante, sempre ammesso che si riuscisse
a mettere in terapia la quasi totalità delle persone sieropositive.
Abbiamo quindi individuato tre punti principali:
prevenzione, diritti umani, terapia. Per azioni
efficaci bisogna combinarli tutti e tre, esattamente come per avere una terapia efficace
contro il virus è necessario usare tre farmaci
diversi. Proprio seguendo questa analogia, è
stata coniata da tempo l’espressione “prevenzione di combinazione” per indicare quei
tipi di interventi che prevedono “una combinazione strategica e formata sull’evidenza
di strategie biomediche, comportamentali e
strutturali all’interno del quadro di rispetto dei
diritti umani”, secondo l’espressione usata dal
peruviano Carlos Cáceres nel suo intervento
Combination prevention: moving from debate
to action. “Focalizzarsi sugli individui per la prevenzione, con approccio biomedico e comportamentale, non è sufficiente – ha detto Cáceres
– Investire in interventi strutturali non è solo un
obbligo etico ma anche un investimento redditizio, necessario per una risposta sostenibile e a
lungo termine”.
A dargli ragione c’è proprio Beyrer, quello che
abbiamo citato all’inizio: è lui che ha elaborato
un modello matematico secondo il quale se si
mettono in campo iniziative di prevenzione
combinate come indicato nel modello di Cáceres
e dirette alla popolazione dei gay e degli altri
Msm, in particolari contesti epidemiologici, cioè
in quei paesi in cui la diffusione dell’infezione è
soprattutto dovuta a rapporti omosessuali non
protetti, si può avere una riduzione del tasso
di infezioni anche nella popolazione generale.
Il fatto che si tratti di un modello matematico
può farvi credere che tutto rimanga nell’ambito delle teorie, ma è scienza, non filosofia. E
davanti alla scienza, come ha detto Stephen
Lewis, ex inviato speciale delle Nazioni Unite
per l’Hiv/Aids in Africa, anche i politici più omofobi devono convincersi: perché se gli dimostri
scientificamente che fare politiche efficaci
verso la popolazione omosessuale serve a tutta
la nazione, forse finalmente la smetteranno di
considerarci cittadini di serie B. Proviamo a sentire che ne pensano i nostri governanti?
settembre 2010 · PRIDE
PRIDE · settembre 2010
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settembre 2010 · PRIDE
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settembre 2010 · PRIDE
CULTURA + ATTUALITÀ
MEDIOEVO POP
Perché i cantanti italiani non fanno coming out? Ce lo spiega Rudy Zerbi ex presidente e
amministratore delegato di Sony Music Italia, oggi popolare personaggio televisivo, giudice
di Italia’s got talent e di Amici. E aggiunge: “Gay, grazie di esistere!”
TESTO — FRANCESCO BELAIS · [email protected]
Devo ammettere che ero un po’ prevenuto.
Prima di incontrarlo mi immaginavo che, per
quanto abbia lasciato da alcuni mesi il suo ruolo
istituzionale di primo rilievo nella Sony, fosse
spocchioso e un po’ antipatico, come spesso
appaiono quelli dei piani alti. Mi aspettavo
anche una certa reticenza a parlare di un tema
tabù quale il coming out di cantanti omosessuali. Del resto, sappiamo benissimo come
vanno le cose in Italia e come spesso le case
discografiche quasi impongano ai loro artisti di
tacere laddove ci sia odor di gay, temendo cali
nelle vendite con il pubblico femminile. Come
mi sbagliavo. Rudy Zerbi è una persona estremamente disponibile. E in merito a certi temi mi
ha stupito, dimostrando di essere davvero una
voce fuori dal coro.
Rudy, come mai hai deciso di lasciare un ruolo
così importante e prestigioso quale presidente
e amministratore delegato di Sony Italia per il
mondo della televisione e dello spettacolo?
PRIDE · settembre 2010
È nel mondo dello spettacolo che è iniziata
la mia vita lavorativa. Ho iniziato come dj nei
locali, poi speaker in radio. Nella discografia ci
sono finito in modo assolutamente accidentale.
Allora facevo i miei programmi in radio e la cosa
che mi piaceva di più era fare le interviste, in
modo ironico, così come sono io. Un bel giorno,
poiché parlavo perfettamente l’inglese, mi
iniziarono a chiamare le case discografiche per
fare le interviste agli artisti stranieri. Questi
furono i primi contatti, poi la Sony mi chiese di
provare a passare “dall’altra parte”. Io sono uno
che ama molto cambiare, quindi accettai. In
Sony, per una sorta di rimbalzi strani della vita,
ho ricoperto un po’ tutti i ruoli che c’è da ricoprire in una casa discografica, dalla promozione,
all’artistico (cosa che preferivo), fino ad arrivare
ad amministratore delegato. A questo punto
però la cosa non mi piaceva più, non avevo più
contatti con la musica e lo spettacolo, praticamente parlavo solo di numeri.
La questione che più vorrei approfondire con
te, in virtù della tua esperienza di discografico
e di persona inserita direttamente nel mondo
dello spettacolo: come mai in Italia i cantanti
e gli artisti in genere sono così restii a fare
coming out?
Purtroppo, anche se a noi non piace dirlo, la
realtà dei fatti è che viviamo in un paese tra i
più provinciali del mondo. In sostanza credo
che gli artisti non abbiano ancora capito una
cosa fondamentale e che nessuno mai dice:
il pubblico è molto più sensibile, intelligente e
pronto a certe cose rispetto agli artisti stessi
e anche agli addetti ai lavori. Prendiamo per
esempio Ricky Martin, uno che tardivamente
ha capito che da idolo delle donne a dichiararsi omosessuale il passo non sarebbe stato
traumatico, come probabilmente immaginava
chi lo gestiva, lo consigliava o lavorava per
lui. In Italia, purtroppo, io che per tanti anni ho
operato nel settore, so che molti miei colleghi
19
ATTUALITÀ + CULTURA
discografici o manager, che lavorano con artisti
gay che non si sono mai dichiarati, sconsigliano
di dichiararsi. Soprattutto a quelli più cari al
pubblico femminile. È una cosa di una tristezza
terrificante. Penso che la gente di sicuro non
avrebbe motivo di disaffezione o rifiuto verso
un artista che ha sempre amato, solo perché
scopre che è omosessuale, quando magari
pensava che fosse uno sciupafemmine o un
mito con il quale poter avere potenzialmente
una storia. Il problema reale è che questa cosa
è vissuta sia da parte degli addetti ai lavori sia
dagli artisti stessi. Sappiamo tutti benissimo,
viviamo in un mondo piccolo, chi sono gli artisti
in Italia che hanno costruito molto della loro
fortuna sul pubblico femminile, sul successo
con le donne e invece sono omosessuali e sono
terrorizzati dal fatto di perdere il loro successo.
È una roba da medioevo.
Quindi tu quando eri ancora in Sony hai mai
sconsigliato ad artisti gay di dichiararsi?
No, ma io sono un caso a parte. La mia storia
e la mia estrazione vanno esattamente nel
senso opposto. Non solo. Ho avuto e ho continuamente un forte legame, anche di passione
e confronto con il mondo gay. Per rispetto delle
scelte di chi non ha mai parlato di queste cose
non posso fare nomi e cognomi, ma due padrini
dei miei tre figli sono omosessuali famosi e
molto conosciuti, così come i miei migliori amici.
Ho parlato di cultura omosessuale in molte mie
interviste. Privatamente, ad alcuni miei artisti
con i quali mi sono confrontato, ho consigliato
invece di dichiararsi e di liberarsi da questo
spettro. Non ce l’ho ancora fatta, ma penso
che continuerei a farlo e continuerò, semmai mi
accadesse di doverne riparlare. Francamente
la trovo una grandissima limitazione, anche
artistica, che ti costringe a vivere in una gabbia
ridicola.
Il pubblico magari apprezza anche di più la
sincerità di un artista, che non magari doverlo
scoprire dopo, no?
Certo, quando accade così si sente sicuramente
preso in giro. Da una parte mi auguro che i tempi
e le sollecitazioni possano in qualche modo
favorire questa apertura, da un’altra sono un po’
disilluso perché parlare di questa cosa ancora
oggi nel 2010 lo trovo assurdo. Ho speranze, ma
20
spesso penso anche che forse non riusciremo
mai a emanciparci, sono molto combattuto.
Il fatto che il coming out o il sapere che un artista è gay faccia vendere meno dischi è smentito da illustri esempi all’estero: Elton John,
George Michael ecc. Non credo che le fans di
Boy George negli anni ‘80 avessero qualche
dubbio sulla sua sessualità.
Io ho quarantuno anni e i miei idoli, così come
quelli delle mie amiche, da Adam Ant a Boy
George, da Steve Strange dei Visage a Marc
Almond, sono tutti gay che piacevano tantissimo alle donne e di conseguenza non capisco
questa cosa. Ma stiamo parlando dell’Inghilterra, degli Stati Uniti, non di una nazione come
l’Italia dove ancora oggi i pochi che abbiano parlato di questo tema facendo coming out, sono
degli esempi assolutamente rari. Combinazione,
peraltro – non mi piace dire questa cosa, ma la
dico lo stesso, tiriamo un sasso nello stagno – il
coming out è quasi sempre fatto nei momenti
di difficoltà e questa cosa viene utilizzata
per un rilancio di carriera. Vorrei vedere se un
giorno qualcuno, all’apice del successo, avrà il
coraggio di dirlo. In questo “errore” riconosco
anche Ricky Martin, ad esempio. L’ha fatto in
un momento, mi dispiace dirlo, non di massimo
splendore.
È cronaca recente il contro coming out di
Renato Zero, con cui tu hai lungamente
collaborato.
È vero, ho letto anche su vari blog che molti gay
si sono arrabbiati di queste dichiarazioni, e lo
capisco, anch’io da eterosessuale mi risento.
Figuriamoci un omosessuale che ha ancora di
più il desiderio che qualcuno aiuti a fare sì certe
cose cambino e si trova di fronte a una persona
che poteva essere il simbolo di tutto questo, e
nei fatti e nei modi lo è stato, e poi cade su una
cosa così.
La cosa strana per noi che lavoriamo per i
media gay è che quando dobbiamo intervistare qualcuno di cui si “sospetta”, il più delle
volte ci scontriamo con dei rifiuti, c’è come
una sorta di terrore. Quando invece ci sarebbe
tanto bisogno di far cambiare le cose, gli
attacchi di omofobia in Italia nel corso dell’ultimo anno sono stati una pagina molto brutta
della nostra storia.
Ho visto, non ricordo se a Milano o a Bologna,
una cosa che mi ha fatto una tristezza micidiale, dei manifesti sui muri, non ricordo di quale
partito, che dicevano “Mentre la città spende i
soldi per il gay pride noi ci occupiamo della famiglia” o una roba del genere. Questa cosa che
dici tu dell’omofobia è veramente un fenomeno
molto preoccupante. Il fatto che l’Italia non sia
una nazione per niente pronta non dico a risolvere, ma neanche migliorare, questo è triste.
Riconoscimento giuridico delle coppie e le
altre battaglie della comunità gay, qual è il tuo
punto di vista?
Onestamente credo di non essere abbastanza
informato nei dettagli per poter esprimere
un giudizio che non sia superficiale. In linea
generale penso che qualsiasi battaglia per il
progresso dei diritti di qualsiasi essere umano
sia da supportare, da approfondire e da cercare
di vincere. Quindi in linea generale sono un
sostenitore. Assolutamente favorevole alle
unioni e al fatto di aumentare i diritti di avere
un riconoscimento che ancora oggi non c’è.
Programmi per la prossima stagione?
In televisione Italia’s got talent e Amici. Sto
scrivendo un libro e a fine settembre inizierò
un programma radiofonico quotidiano su un
grosso network, che ancora non posso dire.
Un tuo messaggio, per concludere.
Per un incrocio particolare della vita, tutta la
mia esistenza è stata in costante contatto
con il mondo gay. Tutti i miei idoli della musica,
dell’arte e della letteratura, probabilmente
per una questione di sensibilità e di empatia,
sono gay. Non posso quindi fare altro che dire,
parafrasando Renato Zero che abbiamo prima
citato: grazie di esistere! Io non so cosa sono,
se uno che ha fatto tanto o poco, la realtà dei
fatti è che di sicuro, al 100%, non sarei quello
che sono e non avrei fatto quello che ho fatto,
se non fossi impregnato dalla testa ai piedi da
contatti costanti con la cultura gay (con la C
maiuscola). Sono fierissimo di dire questo, mi
sono diplomato con un lungo esame su Oscar
Wilde e su Bassani e ho sempre parlato di questi
temi, e sono felice di averlo fatto, in modo
molto aperto e senza mai avere un problema ad
affrontarli. Ribadisco, se sono quello che sono,
poco o tanto che sia, è grazie a questo.
settembre 2010 · PRIDE
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ATTUALITÀ + CULTURA
PARLA CON LEI
Ancora pochi vip omosessuali fanno coming out, in Italia; qualcuno l’ha fatto dalle pagine
dei settimanali di cronaca rosa. Candida Morvillo, direttrice di Novella 2000, ci racconta la
sua esperienza di osservatrice del costume in campo gay.
TESTO — MASSIMO BASILI · [email protected]
Vendono migliaia di copie: in Italia nel 2007
l’Ads (Accertamento diffusione stampa) ha
certificato un venduto di oltre un milione e
settecentomila esemplari. I settimanali specializzati in cronaca rosa, in varie gradazioni di raffinatezza (dal trash popolare di Di Più al glamour
progressista di Vanity Fair) sono da decenni lo
specchio fedele del costume degli italiani. Il
capostipite del genere nasce nel 1919 come
rivista di racconti, ma viene ribattezzato definitivamente Novella 2000 nel ’67, quando decide
di dedicarsi interamente alle faccende più o
meno private di donne e uomini di spettacolo.
Candida Morvillo, 36 anni, è approdata alla direzione di Novella nel 2008, strappata a Vanity Fair
da Rizzoli dopo il passaggio a Il Mattino, Oggi e
Visto. Nel suo curriculum può vantare la partecipazione al programma di Italia Uno Cronache
22
Marziane a fianco di Fabio Canino e
il coming out di Alessandro Cecchi
Paone nel 2004, realizzato attraverso
un’intervista su Vanity. Non si ritiene
un’esperta di questioni omosessuali,
ma solo “un’attenta osservatrice del
costume” che s’è imbattuta, ogni
tanto, in personaggi gay che hanno
deciso di non nascondersi più.
Non dirmi che anche sul tuo giornale
ancora confondete il termine coming
out, cioè l’ammissione della propria omosessualità, col suo cugino
outing, che in realtà indica la rivelazione dell’omosessualità altrui...
Per quanto posso, cerco di usarli
correttamente. Però è vero, ormai è
invalso quasi ovunque l’uso improprio
di outing, forse perché in italiano è più
semplice rispetto al termine composto da due parole. Sembra strano, ma
c’è stato un momento, qualche anno
fa, nel quale noi giornalisti ci sforzavamo di essere più precisi, scrivendo
di argomenti per noi abbastanza
nuovi. Credo sia coinciso proprio con
l’uscita allo scoperto di Cecchi Paone,
perché con la sua rivelazione ha fatto
parlare di omosessualità tutti i media.
Come hai fatto a strappargli questa
“confidenza”?
È venuta fuori abbastanza spontaneamente, senza che l’avessi pianificata, anche se in cuor mio speravo
succedesse. Eravamo in campagna elettorale
per le europee e Alessandro si era candidato.
Dopo alcune sue dichiarazioni nelle quali diceva
che, se fosse stato eletto, si sarebbe occupato
anche dei diritti degli omosessuali, a Vanity
eravamo convinti che ormai fosse pronto
per il grande passo. Non era un segreto, negli
ambienti milanesi del giornalismo e dell’editoria,
che Cecchi Paone si fosse visto in giro con dei
ragazzi, ma fu importante che lui lo ammettesse pubblicamente, perché era un personaggio, diciamo così, in giacca e cravatta, un
divulgatore scientifico lontano dagli stereotipi
che vogliono il gay ballerino, cantante o attore.
Come mai è ancora così difficile dichiararsi, nel
nostro paese?
Direi delle banalità se dessi tutta la colpa alla
chiesa. Siamo un paese bigotto e perbenista,
del “si fa ma non si dice”. Ci sono anche alcune
categorie dove l’omosessualità è assolutamente tabù, penso al calcio e alle forze armate,
e penso che abbia a che fare in entrambi i casi
con l’eccesso di machismo.
In altri paesi decisamente cattolici come
Spagna e Argentina sono riusciti a estendere
il matrimonio alle coppie gay.
Da noi invece le cose peggiorano, c’è una
sessuofobia imperante che non riguarda solo
le questioni gay. In Italia il sesso si pratica ma
non si esibisce. Negli anni Settanta le riviste
di gossip erano piene di tradimenti e infedeltà,
c’erano molte più leggerezza e allegria. Ora c’è
piuttosto tanto falso pudore: si chiacchiera
tranquillamente di scandali sessuali a sfondo
politico, però il semplice nudo ancora ci turba.
Quando mi propongono foto “nature” di qualche
vip, non le compro nemmeno più: ti pare che oggi
mi perdonerebbero un uomo nudo in copertina?
Proprio in questi giorni sto scartando tante di
quelle foto…
È la casa editrice, che ti sconsiglia di pubblicare certe foto?
Fabrizio Corona nudo l’ho pubblicato, anche se
“pixellato”. Ma se lo metto in copertina perdo
lettori. Portare a casa una rivista con un nudo
in copertina è disdicevole. Tutti lo guardano,
ma si fingono scandalizzati. Se il nudo lo
metto sul sito di Novella, ho il boom di accessi,
ma se lo pubblico in edicola, perdo lettori.
Evidentemente, la Rete è considerata ancora
una specie di refugium peccatorum.
I coming out dei personaggi famosi sono utili o
controproducenti?
Dopo aver seguito da vicino il caso di Alessandro
Cecchi Paone sono convinta che dichiarazioni di
questo tipo hanno un enorme riflesso sociale.
Ti dico solo che dopo quell’intervista abbiamo
ricevuto a Vanity moltissime lettere di omosessuali che raccontavano quanto fosse stato
importante questo esempio per trovare il
coraggio di uscire allo scoperto, coi genitori, gli
amici, i colleghi di lavoro.
L’outing che non pubblicheresti mai?
Me ne propongono molti di politici che vanno
con le prostitute trans, ma per fortuna viviamo
in un paese dove la privacy viene prima di tutto
e quindi non li pubblico. Inoltre, ogni outing che
mi propongono è poco serio perché mancano
delle prove credibili: io ho il dovere di verificare
con scrupolo ogni cosa che mando in stampa.
settembre 2010 · PRIDE
PRIDE · settembre 2010
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ATTUALITÀ + CULTURA
ORSETTO CANTERINO
Claudio Suriano è un’aspirante icona bear che nel panorama del nostro velato paese
costituisce una delle non molte eccezioni alla regola. Come dimostra il suo primo album My
Communication, raccolta di brani dance appena uscita.
TESTO — ROBERTO CANGIOLI · [email protected] | FOTOGRAFIE — MASSIMILIANO MARSILI
All’incirca una quindicina di anni fa i Pet Shop Boys pubblicarono How
I Learned to Hate Rock ‘n’ Roll (Come ho imparato a odiare il rock ‘n’ roll)
come retro di Se a Vida é, uno tra i brani pop più allegri e disimpegnati
prodotti dal duo inglese. L’intento era quello di smentire che il rock fosse
l’unico genere musicale diretto ai giovani impegnato e/o colto, smascherando chi l’avesse sempre utilizzato per tornaconto personale, sia predicando bontà gratuite e ovvietà sia, invece, le brutte maniere e le ostentate trasgressioni. Claudio Suriano (myspace.com/claudiokato) era un
adolescente quando uscì questa canzone, ma evidentemente aveva già
chiaro come stavano le cose e come la storia continua a ripetersi ancora
oggi. La sua Everybody Do Pop Music, entrata a far parte della compilation
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Hit Mania Dance vol. 13, è a suo dire “una requisitoria contro chi si vergogna
di fare pop e si traveste da rock facendo di tutto per finire in classifica.
Tutti fanno pop ma nessuno lo ammette”. Il brano fa parte del primo album
di Suriano, My Communication, che esce in questi giorni per la siciliana Fkj.
Il disco è il frutto del lavoro degli ultimi tre anni e raccoglie tutti i singoli
pubblicati finora da Claudio, che pur facendo musica pop e collaborando
con dj, preferisce definirsi un cantautore bear poiché al Bear Monday di
Roma e in genere nei locali bear si esibisce generalmente dal vivo come
cantante, interpretando i propri brani e improvvisando sulla musica che
viene suonata in sala… “Mi farebbe piacere che si parlasse di me come una
possibile icona bear della musica italiana e di un ambiente di cui mi sento
rappresentativo, senza rischiare di cadere nello stereotipo; la musica
viene sempre prima del personaggio”.
In questo disco il cantante lucano ha riversato parecchi riferimenti all’universo gay, sia ispirandosi a icone della musica pop anni ’80, sia con la
voglia di trasmettere gioia e orgoglio attraverso la dance, che da sempre
è la “gay music” per eccellenza. Emblematiche sono a tal proposito Gays
Invent the Discotheque e The Boys the Girls (on the Kitchen on the Floor).
La prima è un divertissement sulla cultura pop gay (“Andy Warhol and
Capote, night clubbing with Grace Jones… Do you think I’m sexy boy? Well,
I’ll be your horny toy!”), mentre la seconda è un’enumerazione allo sfinimento di icone pop. A queste si aggiunge la provocatoria spensieratezza
di I Wanna Be your Lover, ispirata al migliore Sylvester e remixata dai R.I.O.
(famosa la loro Shine On).
Se poi vogliamo a tutti i costi parlare di impegno, Set them Free è un invito
a liberarsi delle gabbie che costruiamo attorno a noi stessi, un vero inno
d’orgoglio con un sound molto soft clubbing (la versione remixata da
Max Carrà invece è più accattivante) e che bene si accompagna con My
Direction (You’ll Never Change), viaggio malinconicamente onirico ispirato
al french touch dei Daft Punk… “contro tutti quelli che ogni giorno tentano
di farci cambiare strada, non ci riuscirete!”.
In My Communication c’è spazio anche per canzoni introspettive come
Blue People, dedicata a un’amica scomparsa o alle stravaganze di Listen
Up, folle monologo visionario di un ragazzo che sta tentando di mollare il
suo fidanzato durante una serata in discoteca, mentre quest’ultimo continua imperterrito a ballare senza dargli ascolto.
Sopra tutto primeggia la voglia di trasmettere i propri stati d’animo
facendo ricorso a quei suoni che hanno definito il nostro carattere e che
per certi versi hanno costituito la colonna sonora della nostra adolescenza, tanto da meritarsi un tributo, che in questo caso è la cover di Nick
Kamen Each Time you Break my Heart: “Se non ci fosse la musica avrei
dovuto soccombere da molto tempo, lei mi salva, mi cura, mi è fedele, per
certi versi è la storia più monogama che abbia mai avuto”.
Il disco non è l’unico progetto recente di Claudio: questo orsetto canterino
sta tentando di organizzare a Roma un ciclo di serate con cantanti gay
o quanto meno gay friendly per dare più visibilità alla comunità glbtq.
Qualche ipotesi è già stata fatta, ma per scaramanzia non diciamo nulla,
non sia mai che qualche “etero dentro” si senta offeso e ritiri la propria
adesione: “Nonostante l’impegno sarà veramente dura combattere
contro chi ci rema contro”. Non solo, aggiungeremmo noi: caro giovine
non sai quanto sia ancora più duro combattere contro l’ostracismo delle
maestranze frocie!
settembre 2010 · PRIDE
PRIDE · settembre 2010
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CRONACA ITALIA
>> LIVORNO Lavorava per un’azienda
informatica da dodici anni ed era
considerato un dipendente modello.
Qualche mese fa però qualcosa era
cambiato: aveva iniziato e prendere
ormoni femminili perché aveva deciso
di diventare donna a tutti gli effetti.
Così inspiegabilmente è capitata una
“riorganizzazione aziendale” in cui il
suo posto di lavoro è saltato. Ma G. P.
a questo punto si è rivolta al sindacato
e ha assunto un avvocato per provare
che il motivo non dichiarato del licenziamento è proprio l’imbarazzo creato
dalla sua transizione, argomento di
cui non si era comunque mai parlato
in azienda. “Chiederemo l’indennità
massima prevista per il licenziamento
illegittimo, nonché un risarcimento per
discriminazione”, ha annunciato il suo
avvocato.
>> Roma Si è riunito per la prima volta lo
scorso 6 agosto il nuovo Osservatorio
per la sicurezza contro gli atti discriminatori della polizia di stato, istituito dal
capo della polizia Antonio Manganelli
su sollecitazione di alcune associazioni
glbt. “Siamo molto soddisfatti”, hanno
Fattore Nichi
Quando superi su Facebook le preferenze di Silvio B. è segno che ci puoi
provare davvero? Ai posteri (o alle cartomanti) l’ardua sentenza, ma Nichi
Vendola (foto sotto), dalla nativa Puglia che governa ormai da cinque
anni contro tutti i pronostici, ha lanciato sul serio l’Opa sulla sinistra e in
prospettiva sul paese. E a ben vedere qualche carta da giocare ce l’ha,
a cominciare dal metodo ispirato all’illustre esempio di Barack Obama
della mobilitazione “dal basso” di un apparato in grado di creare consenso.
Se Obama in questo modo è arrivato a essere il primo nero alla Casa
Bianca perché Vendola non
potrebbe aspirare a diventare il primo gay (dichiarato)
a Palazzo Chigi? Le fabbriche
di Nichi, cellule per l’ipotetica
conquista del potere, sono
molto trendy tra i giovani –
secondo i giornali – e dal loro
lavorio emerge l’immagine
confusa di un progetto di
cambiamento, il che non è
poco nello stato di coma
stabile di tutto il resto della
sinistra italiana. Vedremo
meglio nei prossimi mesi
cosa stanno producendo, ma
possiamo già sbilanciarci nel
dire che il ruolo protagonista
di una figura come quella di
Nichi Vendola avrebbe ovvie ricadute positive sul tema glbt (un po’ come
se Abramo Lincoln fosse stato nero).
E non sembra che abbia intenzione di rimangiarsi il coming out come ha
fatto di recente qualcun altro. “Dichiararsi”, ha affermato in un’intervista al
settimanale A, “ può essere dolore, anche emarginazione, anche violenza,
ma io non ho mai avuto paura di essere quello che sono. Io non ho mai
mentito sulla mia vita privata. Altri sì. Hanno fatto dell’ipocrisia la cifra del
loro racconto: magari di giorno partecipavano al family day e di notte cercavano trans e cocaina”. Con queste premesse potrebbe perfino diventare
il nostro Zapatero.
informato in una nota i presidenti di
GayLib, Arcigay e Rete Lenford, Enrico
Oliari, Paolo Patanè e Antonio Rotelli.
“Il prossimo passaggio sarà quello di
organizzare un incontro con i vertici
delle forze dell’ordine e le principali
associazioni omo e transessuali,
poiché a nostro avviso è necessario
interagire in modo da far percepire alla
comunità omosessuale e transessuale
la polizia come un’istituzione ‘amica’”.
>> Milano Arrivano dal 15 settembre
su Sky i nuovi episodi di Glee, il serial
giovanile più gay friendly della storia.
Siamo alla seconda stagione e gli
spunti camp come sempre abbondano,
visto che ogni puntata è praticamente
un mini-musical. Molti i personaggi
celebri ospiti o citati in musica
e si parla anche di una prossima
entrata nel cast dell’attore gay John
Barrowman, già noto per i suoi ruoli in
Doctor Who, Torchwood e nelle ultime
due stagioni di Desperate Housewives.
Un veterano insomma.
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C’è vita sulla destra
Tra le conseguenze meno scabrose dello strappo estivo all’interno della
destra di governo, c’è stata una temporanea resurrezione del dibattito sui
diritti delle coppie di fatto “anche gay”. Nel momento più caldo del divorzio
politico tra il Pdl di Silvio Berlusconi e il nuovo gruppo di Futuro e libertà
che fa capo al presidente della camera Gianfranco Fini, mentre si trattava
di marcare il territorio, è risaltata fuori l’ipotesi di riportare all’attenzione
del parlamento una regolamentazione delle coppie di fatto. La proposta è
stata fatta da Benedetto della Vedova (a fianco), ex radicale oggi vicepresidente dei deputati finiani, che ha allargato il discorso anche
alla questione dell’eutanasia e della procreazione assistita.
Lui e altri esponenti della nuova formazione politica sostengono esplicitamente che esiste una destra italiana moderna
che si ispira agli esempi delle destre liberaldemocratiche
europee e ha una visione laica della società, con tutto quello
che ne consegue. Però prima che da qui si possa passare ai
fatti come al solito ce ne corre. I diritti delle coppie di fatto,e
tutti i temi etici in generale, sono impossibili da affrontare in
questo clima di scontro già pre-elettorale, per cui caso mai
se ne potrà parlare quantomeno dopo nuove elezioni. E la
scommessa dei finiani, se posta su queste basi, si preannuncia addirittura avvincente, vista la tradizione ultraminoritaria
fino a oggi dei laici liberali nella destra italiana. Che si tratti
poi di promesse non molto attendibili è anche legato al fatto
che invece la parte maggioritaria della destra rimane sulle posizioni del
Vaticano, sulle quali si attesta anche il centro cattolico di Casini e Rutelli,
naturale interlocutore strategico del nuovo partito fondato da Fini. Dunque,
se questa è l’acqua in cui deve navigare il gruppo fuoriuscito dal Pdl, non
c’è molto da illudersi. Naturalmente, in un quadro politico diverso, con un
restaurato ruolo del parlamento che renda plausibili alleanze trasversali
sui temi su cui ci si divide tra laici e cattolici, le aperture che arrivano da
Futuro e libertà avrebbero ben altro valore. Nel frattempo limitiamoci a
constatare che anche la destra nel suo piccolo è in marcia.
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CRONACA ITALIA
Preti beccati
La diocesi di Roma ha espresso doveroso
sconcerto e orrore per la pubblicazione di
un’inchiesta del settimanale Panorama
che con pezze d’appoggio inoppugnabili
(foto e filmati realizzati con una telecamera nascosta) ha scoperto gli altarini
gay di tre insospettabili monsignori che
lavorano in Vaticano, dicono messa nelle
parrocchie ma di notte si trasformano e
ne combinano di ogni sullo sfondo della
movida gay romana (reale e virtuale). Uno
shock senza dubbio per le autorità ecclesiastiche, che hanno invitato i sacerdoti
colti sul fatto, di cui Panorama non aveva
rivelato l’identità, a dichiararsi colpevoli
e abbandonare la tonaca per manifesta incompatibilità. Nessuno però
si è fatto avanti, anche se i bene informati dicono che i tre reprobi sono
stati individuati in via riservata. Man mano che il clamore dello scandalo
si sgonfiava non si è avuta comunque notizia di alcun provvedimento
disciplinare legato al caso. Se la situazione rimanesse invariata ci troveremmo di fronte alla conferma del fatto che nella chiesa il vero problema
non è l’omosessualità ma l’ipocrisia. Ne sa qualcosa ad esempio il teologo
conservatore tedesco David Berger, 42 anni, che nel corso dell’estate è
stato licenziato dalla Pontificia Accademia San Tommaso d’Aquino per
aver dichiarato la propria omosessualità. Il rettore dell’università, monsignor Lluis Clavell ha espresso “profondo dolore e orrore” per il coming out
di Berger, giustificando così il licenziamento per una posizione di totale
dissenso su un punto fondamentale della dottrina della chiesa. Il giovane
teologo però ha deciso di non arrendersi e di aprire un dibattito sulla compatibilità dell’orientamento omosessuale, accompagnato beninteso da
una vita casta, con il sacerdozio. Catechismo alla mano, la chiesa dice che
gli omosessuali vanno accolti e trattati con rispetto e sensibilità, almeno
fino a che non cominciano a peccare. Detto fatto, ha cominciato a circolare
la voce che Berger abbia anche lui qualche scheletro nell’armadio, dalle
parti dei locali gay. Così, mentre il dibattito si fa più teorico, il licenziamento
è confermato.
Meglio pedofili che gay
Per chi si fosse perso l’improvvida uscita del cardinale Tarcisio Bertone,
inciampato in un nesso causale tra omosessualità e pedofilia, a fare
addirittura di meglio ha pensato il vescovo emerito di Grosseto Giacomo
Babini, ormai acclamata star del web grazie alle sue sparate anti-gay. Non
è da escludere che presto lo vedremo su Mtv perché le vie del signore
sono infinite, ma intanto ci accontentiamo di Pontifex, il sito tradizionalista da cui il vescovo Babini (classe 1929) getta il cuore oltre l’ostacolo
della pensione per intraprendere nel dicembre della vita l’inedita carriera
di caratterista comico, specializzato in monologhi contro gli omosessuali.
In un’intervista rilasciata il mese scorso al sito suddetto ma poi ampiamente ripresa da altri media, ha picchiato pesante prendendo spunto dallo
scandalo dei preti gay pizzicati da Panorama: “Questi ex preti che devono
essere ridotti allo stato laicale e cacciati meritano, salva la misericordia
di Dio, di finire la loro vita all’inferno che li aspetta. L’omosessualità in
un prete, se tradotta in pratica depravata, è addirittura più grave della
pedofilia, si tratta di uomini viziosi e perversi che si sono abbandonati a
oscene pratiche contro natura. In altre epoche finirebbero in una gattabuia a meditare sulle loro perversioni”. Non contento, aggiunge il prelato,
“io come vescovo sarei maggiormente comprensivo con un prete pedofilo
che si penta e soffra della sua condizione che con questi viziosi. Le dico di
più, se mi fosse capitato un pedofilo non lo avrei denunciato ma cercato di
redimere. Un padre, come è il vescovo per il sacerdote, non denuncia i figli
che sbagliano e si pentono. Ma con i viziosi bisogna essere intransigenti”.
Appena spenti gli echi di queste sulfuree dichiarazioni, a ridosso di ferragosto l’infaticabile monsignore ha abbracciato un’altra crociata per impedire
che un concerto di Elton John in programma a Trani per la fine di questo
mese si potesse svolgere sulla piazza della cattedrale in aperta sfida a
santa madre chiesa. “I cattolici”, ha spiegato Babini sempre su Pontifex,
“farebbero bene a occupare la piazza della cattedrale per protesta contro
Elton John. Tutti conoscono le sue disordinate tendenze e la sua vita
depravata, dunque svolgere una sua esibizione davanti alla casa di Dio è
offensivo. Non se ne può più degli omosessuali”. Detto fatto, il concerto è
stato spostato in un’altra piazza (vicino a un monastero).
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CRONACA ITALIA
Linea del Piave
Non passa lo straniero, diceva la canzone.
Ma nemmeno il gay, aggiunge il sindaco di
Spresiano (Treviso) Riccardo Missiato (a
fianco), partito lancia in resta contro un luogo
di ritrovo per omosessuali che rinnovava
i suoi fasti nelle notti estive sulle sponde
del fiume Piave. Nell’ambito dell’operazione
“Estate sicura”, il primo cittadino ha perciò
inserito quella che lui stesso ha definito una
pattuglia anti-gay, annunciando divieti di
parcheggio notturno e controlli capillari sul
luogo dei misfatti. Perché i gay, si era spinto a dire nella conferenza stampa
che illustrava l’iniziativa, “sono malati, si devono far curare”. Apriti cielo,
ovviamente, e annuncio battagliero di un kiss in fluviale di festa e protesta
organizzato dalle associazioni glbt venete. Insorgono anche gay e lesbiche
del Pd, partito che sostiene a livello locale la coalizione di cui è a capo il
sindaco Missiato, e al primo cittadino non rimane che ingranare la marcia
indietro e chiedere perdono dietro la minaccia di una verifica di giunta “sui
valori”: “Mi scuso”, dice alla fine, “ho sbagliato, se ho offeso qualcuno me ne
pento”. I controlli comunque restano. Invece che specificamente contro i
gay sono rivolti a tutta la popolazione di qualunque orientamento sessuale
che fosse tentata di andare a compiere atti osceni sulle rive del Piave nel
cuore della notte, così non ci sono discriminazioni… Morale della favola?
Il bilancio dell’operazione Estate sicura si può considerare un successo
eccezionale o un totale sperpero del denaro dei contribuenti. In settimane
di controlli, infatti, non è stata fatta nemmeno una multa. I detrattori del
sindaco sostengono che abbia preso fischi per fiaschi e impieghi la polizia
locale in compiti inesistenti, ma lui risponde che l’assenza di sanzioni è il
segno di un successo senza precedenti: “Non ci sono più (i gay, ndr) perché
sanno che controlliamo”. Si saranno spostati magari di qualche chilometro,
nel folto di qualche boschetto più buio. Gli omosessuali rappresentano del
resto una delle più consistenti forme di vita residue che popolano oggi le
sponde dei fiumi padani. Segnalazioni di esemplari in branco avvengono di
frequente nei mesi estivi lungo tutto il bacino del sacro Po. È accaduto per
esempio anche sul fiume Oglio nei pressi di Soncino, nel cremonese, dove
pescatori e famiglie sono insorti contro l’occupazione di un tratto di spiaggia da parte di nudisti e gay sorpresi talvolta in “atteggiamenti inequivocabili”. A lanciare l’allarme, come ha scritto La Provincia di Cremona erano
stati anche alcuni agricoltori “preoccupati per l’affermarsi del fenomeno”.
Infatti si sta parlando, prosegue il quotidiano, di “aree fluviali appetite da
anni dagli omosessuali non solo nel periodo estivo. Il tutto a pochi metri
dall’osservatorio naturale del Parco Oglio Nord dove arriveranno dal prossimo anno scolastico numerose scolaresche”. Portiamoci avanti, dunque,
e cacciamo nudisti e gay per tempo.
Per un pugno di case
Gli alloggi da assegnare in autunno
sono solo una decina, che per una città
come Padova non è un granché. Ma
sono bastati per scatenare una polemica interna alla giunta comunale di
centrosinistra. A innescarla è stata una
maldestra dichiarazione dell’assessore
alle politiche abitative Giovanni Di Masi,
che parlando del bando di concorso per
l’assegnazione di queste case a giovani
coppie ha detto che gli omosessuali probabilmente non sarebbero stati in
grado di partecipare perché l’intenzione era quella di privilegiare “unioni più
solide e più stabili”. A queste parole riportate dalla stampa è insorto l’assessore all’ambiente Alessandro Zan (sopra), storico militante di Arcigay
e “padre” del locale registro delle unioni di fatto aperto anche alle coppie
omosessuali. Così Di Masi, di gran carriera, si è affrettato a definire “false
e destituite di ogni fondamento” le notizie date dai giornali. “L’interesse
dell’amministrazione comunale e dell’assessorato che dirigo”, ha precisato
poi, “è favorire tutte le coppie di fatto, a prescindere dal sesso, ed evitare
che si creino situazioni nelle quali possano inserirsi tentativi di eludere lo
spirito dell’iniziativa, come nel caso di coppie di conoscenti non legate da
vincoli affettivi. Il sottoscritto era presente alla consegna del primo certificato di famiglia anagrafica rilasciato dal comune di Padova a una coppia
omosessuale: credo che questo la dica lunga sul mio personale impegno
per il rispetto dei diritti di tutti i cittadini padovani”.
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CRONACA ESTERO
>> Berlino Guido Westerwelle, ministro
degli esteri nonché vicecancelliere
tedesco, getta la spugna. Ha annunciato infatti che non si farà più accompagnare dal proprio partner Michael
Mronz nelle visiste ufficiali in paesi
in cui l’omosessualità è considerata
un reato. “Vogliamo promuovere la
tolleranza nel mondo”, ha dichiarato
Westerwelle, “ma non vogliamo ottenere l’effetto opposto agendo in modo
sconsiderato”.
>> Reykjavik Il sindaco della capitale
islandese, l’ex attore comico Jon Gnarr
eletto nel giugno scorso a capo di una
coalizione di protesta nei confronti
della politica tradizionale, si è presentato all’annuale celebrazione del
pride glbt in tenuta da drag queen. Con
vestito a fiorellini e parrucca bionda
ha spiegato di essere la sostituta del
sindaco che non poteva partecipare
perché era troppo occupato. Gnarr
del resto adora il camp: durante la
campagna elettorale, per esporre il
suo programma, ha messo su YouTube
una versione rivisitata di una canzone
di Tina Turner.
>> Londra Chiamato in causa circa
la sua eventuale omosessualità, il
diciannovenne Joe McElderry, vincitore dell’edizione britannica del talent
show X Factor, ha negato tutto. Ma poi,
dopo due settimane, si è deciso e ha
proclamato la verità al mondo. “Sono
gay”. In Italia, nella stessa epoca, il
vincitore di X Factor Marco Mengoni ha
minacciato di querelare il collega Fabri
Fibra, per poi ritrattare subito dopo.
Aggiungendo che siamo in un paese
libero, che quindi anche lui è libero di
fare quello che gli pare e che quello
che fa o non fa a letto sono solo fatti
suoi. Signora mia, com’è più sintetico
l’inglese…
>> Parigi Arriva dal 9 ottobre sugli
schermi di Pink Tv il primo reality solo
gay. Si intitola Zoom e ha per protagonisti nove ragazzi che abiteranno sotto
lo stesso tetto per otto settimane
e si sfideranno in prove fisiche e
culturali. Al termine del gioco però
arriverà il meglio, perché la rete ha già
annunciato che dal 27 novembre sarà
rimesso in onda tutto quanto “senza
censure”. Il trailer del programma è già
disponibile su internet.
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Sposi e soldati
Estate molto calda negli Stati Uniti sul tema dei diritti glbt. Ai primi d’agosto
si è concluso a San Francisco il processo “Perry contro Schwarzenegger”,
intentato da una coppia di lesbiche contro la Proposition 8, ovvero il bando
ai matrimoni tra persone dello stesso sesso approvato dai californiani due
anni fa con una maggioranza del 52%. Dopo sette mesi di udienze, il giudice
del tribunale distrettuale Vaughn R. Walker (nella foto) ha stabilito che in
effetti la Proposition 8 è incostituzionale in quanto viola il principio di uguaglianza garantito dalla carta fondamentale. La sentenza non avrà alcun
effetto pratico al momento perché i sostenitori del bando alle nozze gay
hanno chiesto e ottenuto dalla corte federale d’appello della California di
sospendere la celebrazioni di nuovi matrimoni gay almeno fino a dicembre,
quando la stessa corte esaminerà il ricorso presentato contro il verdetto
del giudice Walker. Poi prevedibilmente ci sarà il passaggio finale alla corte
suprema degli Stati Uniti, che attualmente è dominata da una maggioranza di giudici conservatori nominati da presidenti repubblicani. Ma la
sensazione diffusa è che i giochi siano già fatti proprio grazie al processo
di San Francisco, in cui un giudice americano (peraltro pure lui di tendenza
sulla carta conservatrice) ha puntigliosamente sottoposto al vaglio della
ragionevolezza di fronte all’opinione pubblica gli argomenti contrapposti
delle coppie gay e lesbiche che vogliono solo sposarsi e della destra religiosa che vuole impedirglielo a ogni costo. La sceneggiatura del prossimo
film di Hollywood che celebrerà l’ennesima epica e vittoriosa battaglia
democratica è stata scritta qui, con tocchi di finezza in cui la realtà ha
gareggiato con i professionisti del cinema, come il fatto che i due avvocati
che sostenevano il ricorso contro la Proposition 8,
uno democratico e l’altro repubblicano, combattevano uniti per questa buona causa dopo essere
stati acerrimi nemici nella causa in cui Al Gore e
George Bush junior si erano giocati la presidenza
nel 2000.
La strada ancora da percorrere tuttavia non è
breve e nel frattempo i matrimoni gay rimangono
congelati, un po’ come l’America liberal, ancora
traumatizzata da otto anni di presidenza Bush, che
non smette di rimproverare a Obama la mancanza
di risultati qui e ora. Tra quelli apparentemente
più a portata di mano spicca, insieme alle nozze
gay, l’abolizione del “Don’t ask don’t tell”, ovvero il
divieto di dichiararsi omosessuali nell’esercito. Su
questo argomento nell’ultima parte dell’estate si è
svolta una campagna in grande stile, con l’esplicito
intento, come ha sottolineato una commentatrice
televisiva, di verificare se Obama avrà il fegato per
chiudere almeno questa partita. Alcuni militari gay
e lesbiche, con le loro storie esemplari di soldati
modello ingiustamente perseguitati, hanno attirato l’attenzione dei media. Come Katherine Miller,
brillante allieva dell’accademia militare di West
Point che si è dimessa al terzo anno perché, ha
spiegato in una lettera alle autorità accademiche,
era stufa di “inventarsi costantemente una falsa vita eterosessuale”. E
anche per fare del suo caso “un esempio delle conseguenze delle ingiuste
politiche in vigore”. Sul suo blog si confessava sotto l’eloquente pseudonimo di “cittadina di seconda classe” e raccontava delle tecniche di dissimulazione per tenere nascosta la propria omosessualità. Cadrà comunque
in piedi perché, se l’esercito non ci ripensa, ha già vinto una borsa di studio
a Yale per studenti glbt capaci e meritevoli.
Altro caso da prima pagina quello del tenente colonnello Victor
Fehrenbach, asso dell’aviazione militare che ha collezionato ben nove
decorazioni in diciannove anni di carriera ma è stato azzoppato due anni
fa, dopo aver ammesso di essere gay in seguito all’accusa, poi risultata
infondata, di avere stuprato un altro uomo. Venne fuori che il rapporto
c’era stato ma era stato consensuale, il che provava comunque per i vertici
militari la colpevolezza di Fehrenbach. Per due anni l’hanno spedito in un
ufficio, poi quando stavano per cacciarlo il tenente colonnello si è rivolto a
un’associazione che difende i diritti dei militari gay e lesbiche, e ha presentato un ricorso preventivo al tribunale e un appello pubblico al presidente
Obama per fermare subito l’ingiustizia. “Sto aspettando da più di due anni”,
ha dichiarato Fehrenbach, “che l’aviazione faccia la cosa giusta lasciandomi
continuare a servire orgogliosamente il mio paese. Dire che sono contrariato per come stanno le cose sarebbe un monumentale understatement.
Sono pronto, deciso e abile a partire domani, ma mi impediscono di tornare
in servizio a causa di questa ingiusta legge discriminatoria”. Anche qui il
filmone ci sta tutto.
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CRONACA ESTERO
Revolución latina
Anche l’America latina si sta mettendo a correre sui diritti glbt, come testimoniano due importanti notizie dell’ultimo mese. Dopo l’Argentina, dove le
nozze gay sono appena state legalizzate e dove hanno cominciato a essere
celebrati i primi matrimoni (la guerriglia religiosa si è spostata sul terreno
dell’obiezione di coscienza per i pubblici funzionari chiamati a officiare le
cerimonie), tocca al Messico. Qui è intervenuta la corte suprema con due
distinte e fondamentali sentenze del 5 e 16 agosto che hanno dichiarato
la costituzionalità del diritto di sposarsi e di adottare bambini per le coppie
dello stesso sesso. È stato così doppiamente respinto il ricorso presentato
dal governo federale, a guida conservatrice, contro la legge sul matrimonio
gay (adozioni incluse) approvata nel dicembre scorso dall’amministrazione
progressista del distretto federale di Città del Messico. Per quanto riguarda
il diritto al matrimonio, la corte ha sancito che la procreazione non è in se
stessa condizione indispensabile, mentre ciò che va garantito è l’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge. Quanto alle adozioni, i giudici hanno
affermato con nove voti contro due che negare questo diritto sarebbe “un
modo di costituzionalizzare la discriminazione”. Le regole che valgono per
ora solo a Città del Messico devono dunque essere adottate da tutti gli
stati che compongono la federazione messicana. Anche se è più facile
dirlo, vista l’accanita opposizione del governo e della chiesa cattolica.
Eroi gay
Uscire di scena con classe è più
difficile che entrarci, ma bisogna
senz’alto dire che Steve Slater ce
l’ha fatta. Quando ha deciso che ne
aveva le tasche piene del suo lavoro
di steward, ha pensato a qualcosa di
originale. Al culmine di una lite con
una passeggera sul volo PittsburghNew York riguardo alla sistemazione
del bagaglio a mano, Steve ha afferrato l’interfono e come messaggio
d’addio ha mandato letteralmente
tutti “affanculo”. Poi ha azionato lo
scivolo gonfiabile d’emergenza ed
è sceso come una star d’altri tempi
dalla sua vita precedente, con due
birre in mano prelevate dal frigo
di bordo per completare il tableau
vivant. Qualcuno ha detto che tutta questa attenzione per i dettagli
ha qualcosa a che vedere con il fatto che Slater è gay, ma sicuramente
questo non gli ha impedito di finire nei guai con la giustizia per il suo comportamento fuori ordinanza. Rischia sette anni di galera, ma in compenso
è diventato un eroe dei lavoratori maltrattati con un’anima d’artista. Il suo
fan club su Facebook ha superato le 150.000 adesioni e già si sta avviando il
merchandising sull’epopea dello steward ribelle. Per pagare le spese legali
servono quattrini. Certo non tanti quanti ne servirebbero per cavarsi d’impaccio a Bradley Manning, giovane analista dei servizi d’intelligence Usa di
stanza in Iraq arrestato quest’estate con l’accusa di aver reso pubbliche
via internet informazioni top secret, la più esplosiva delle quali è stata la
prova filmata della responsabilità americana nella morte di due reporter
dell’agenzia Reuters a Baghdad. Rischia fino a 52 anni di carcere, ma anche
lui è diventato un eroe, almeno per i pacifisti. E anche nel suo caso qualcuno ha detto che il fatto che sia gay c’entra con quello che ha fatto. Ma
sul cliché dell’omosessuale psicolabile e dunque inaffidabile e pericoloso,
che sarebbe stato d’obbligo fino a poco tempo fa, ha preso il sopravvento
l’immagine del militante che si vendica delle discriminazioni subite dai gay
nelle forze armate. I tempi cambiano.
Completiamo la carrellata degli eroi gay estivi con la doverosa menzione
del porno divo François Sagat (in alto), approdato ai fasti intellettuali
dell’ultimo festival di Locarno come prorompente protagonista di due film
che non hanno mancato di creare scandalo. Uno è L.A. Zombie di Bruce
LaBruce, un porno-horror, in cui Sagat interpreta il ruolo di un vampiro gay
in grado di resuscitare i morti con un orgasmo, che vuole anche essere
una metafora del conformismo della cultura gay contemporanea: come
ha detto il regista, anche i gay, come gli zombie, “ripetono gli stessi gesti
e mangiano molta carne”. L’altro è Homme au bain di Cristophe Honoré,
cronaca del disamore omosessuale tra la banlieue parigina e New York.
Entrambi i titoli non sono stati esaltati dalla critica, ma Sagat è stato il vero
evento del festival di Locarno.
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ATTUALITÀ + CULTURA
CHI LI HA VISTI?
Ecco i sei caratteri televisivi gay che auspicheremmo di vedere, prima o poi, anche in Italia.
Ce n’è per tutti i gusti: eroi romantici, malavitosi interspaziali, adolescenti alla scoperta
della propria sessualità. E qualcuno ha già fatto capolino sui nostri canali…
TESTO — ANTONIO MALVEZZI
Sam Adama (Sasha Roiz) in Caprica
È uno dei pochi personaggi glbt inseriti in trame
fantascientifiche. Nata come spin off della
serie statunitense Battlestar Galactica di cui è
anche il prequel (è ambientata una sessantina
di anni prima), Caprica è anche il nome di un
pianeta dall’atmosfera respirabile la cui civiltà
è in definitiva molto simile a quella terrestre e
di primo acchito non è immediato per lo spettatore comprendere che si tratta proprio di
science fiction. Il serial racconta la creazione
da parte degli umani della stirpe distruttrice
dei Cyloni. Sam Adama è il fratello gay del protagonista avvocato Joseph ed è un immigrato
tauroniano, ovvero è nato sul pianeta Tauron.
È un influente membro della malavita interspaziale, in realtà piuttosto indistinguibile da una
specie di futuristica mafia italoamericana.
Christian Mann (Thore Schölermann) e
Oliver Sabel (Jo Weil) in Forbidden Love
Il primo pugile gay della tv è uno dei personaggi
di questa saga famigliare tedesca che va avanti
da quindici anni (più di 3600 episodi inediti in
Italia!) raccontando l’antagonismo fra la famiglia aristocratica dei Von Lahnstein e quella
medio-borghese dei Brandner. È il remake di
una soap australiana degli anni ‘80, Sons and
Daughters (Figli e figlie). Fece scalpore nel
2008 una scena alla Rocky in chiave queer in
cui Christian dichiarò pubblicamente il suo
amore per il protagonista Olly dopo aver vinto
un match importante. Ormai i due fanno coppia
fissa da due anni.
Oliver è entrato in scena circa dieci anni fa, è
un avvenente moro ufficialmente bisessuale
soprannominato Olly dagli amici. Inizialmente
aveva lo spazio di un personaggio piuttosto
marginale. Da quando si fidanzò con Christian
nel 2008, l’attenzione degli spettatori si
è focalizzata su di lui e il suo carattere ha
assunto un certo spessore. Ha fatto i lavori
più diversi, da barista a steward, e ha anche
studiato psicologia.
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Marshall Gregson (Keir Gilchrist) in United
States Of Tara
È il malinconico figlio adolescente gay dai
gusti un po’ retrò in una curiosa serial comedy
su un’artista madre di famiglia, Tara (Toni
Collette), affetta da un disturbo dissociativo di
personalità multipla che le causa inconsapevoli
transizioni anche gender in altri personaggi,
quali una teenager sballata, un motociclista
omofobo reduce dal Vietnam e una casalinga
(f)rigida ancorata alla tradizione. Marshall è
soprannominato Moosh dalla sorella maggiore
Kate a cui è molto legato. Si prende varie sbandate per alcuni coetanei, tra cui il platinato
Lionel e il compagno di scuola Jason che una
delle personalità della madre tenta persino di
sedurre.
Le prime due stagioni di United States of Tara
sono arrivate su Mya ma mai in chiaro. La sceneggiatura è firmata da Diablo Cody, l’ex spogliarellista premio Oscar per Juno.
Marco Del Rossi (Adamo Ruggiero) in Degrassi:
The Next Generation
Studente vagamente effeminato della Degrassi
High School dove è ambientata questa serie
canadese ormai decennale, l’italoamericano
Marco Del Rossi ha inizialmente avuto una storia
con una ragazza, Ellie, per poi rendersi conto di
essere attratto dai maschi. Per due stagioni si
è fidanzato anche se non stabilmente con un
compagno di scuola, il biondo Dylan. Marco fa
quindi coming out con la madre e solo più tardi
col papà omofobico che non vuole sapere altro
delle tendenze gay del figlio.
Gli episodi dalla quarta alla sesta serie sono
passati, piuttosto sotto silenzio, su Italia Uno
ma nell’infelice orario della prima mattinata,
verso le sei. Riusciremo a vedere i successivi
magari non in fascia antelucana?
John Cooper (Micheal Sudlitz) in Southland
Affascinante agente di polizia sulla quarantina,
è divorziato e omosessuale (lo si scopre nel
terzo episodio). Ha l’hobby del giardinaggio e
frequenta un bar gay a West Hollywood. Non
parla volentieri della sua famiglia di origine
poiché il padre è stato in carcere per stupro
e omicidio durante l’adolescenza di John e c’è
il sospetto che abbia abusato anche di sua
madre.
Southland è una serie televisiva poliziesca prodotta da John Wells, lo stesso di E.R., ma non
ha avuto il medesimo successo, fermandosi
alla seconda stagione sulla Nbc. In Italia ha
debuttato sul canale Axn a febbraio.
settembre 2010 · PRIDE
SETTEMBRE 2010
SABATO 4 SETTEMBRE
SOS H 2 O
GRAZIANO DJ & MR MADS DJ
BINO VOICE
VENERDÌ 3 SETTEMBRE
LIFE IS...
OTTANTA VOGLIA DI TE!
VENERDÌ 10 SETTEMBRE
BUON COMPLEANNO ROMEO’S
MARCO VIVENZI DJ
FROM VIVA RADIO FM
MICHELINO VOICE
& GIUSEPPE SALSETTA FROM “AMICI”
SABATO 11 SETTEMRBE
BEAROMEO’S
SPECIAL GUEST
LES BEARLES
GIORGINO DJ
LOLA VOICE
TANTE SORPRESE TI ASPETTANO
VENERDÌ 17 SETTEMBRE
MAN! I WANT U!
SERATA IN COMPAGNIA DEI NOSTRI
SPLENDIDI MASCHIONI
VENERDÌ 24 SETTEMBRE
GOOD BYE SUMMER
PER CONOSCERE IL PROGRAMMA COMPLETO DI TUTTI
I VENERDÌ VISITA IL NOSTRO SITO WWW.ROMEOSCLUB.IT
AVVISO RISERVATO AI SOCI ARCI
SABATO 18
WWW.ROMEOSCLUB.IT
ROMEO’S CLUB
Via Giolfino 12 Verona info +39 045 8403215 - Nicola +39 340 9660487
[email protected]
SETTEMBRE 2010
MASK PARTY
SABATO 25
NAKED PARTY
TUTTI I MERCOLEDÌ
UNDERWEAR PARTY DALLE 22 ALLE 2
TUTTI I GIOVEDÌ
NAKED PARTY DALLE 22 ALLE 2
DOMENICA 3 E DOMENICA 17
OTTOBRE
ARENA SEX
DALLE 16 ALLE 22
PRIDE · settembre 2010
DOMENICA / GIOVEDÌ 14.00 - 1.00
VENERDÌ / SABATO 14.00 - 2.00
UNDER 25
INGRESSO 5 EURO
TUTTI I GIORNI
37
ATTUALITÀ + CULTURA
INVISIBILI DI RITORNO
Google non perdona. Digitare il proprio nome sul motore di ricerca può riservare sorprese
come quella di ritrovarsi accostati al fior fiore dei media gay on line. Naturalmente c’è chi
protesta e chiede di essere cancellato dall’archivio dei vari siti. Una mini-inchiesta.
TESTO — STEFANO BOLOGNINI · [email protected]
Un breve commento irritato a un articolo omofobo, la firma a una
petizione on line a favore del matrimonio gay e persino la partecipazione
a un torneo di sport gay sono quel tanto che basta per lasciare in internet
qualche indizio sul nostro orientamento. Gli indizi poi possono diventare
davvero consistenti se confrontati con Facebook, sito che rende pubbliche
le nostre frequentazioni, o con gli archivi on line di giornali e riviste rendendoci completamente visibili.
Per questo si stanno moltiplicando la richieste più o meno gentili (sino a
minacciose lettere di avvocati) alle redazioni di media gay e non di cancellare dal nome e cognome fino a intere pagine web in vicende che tra
il diritto alla privacy e il diritto all’oblio, insieme alla censura della rete,
stanno creando un ampio dibattito. Ma vediamo chi e perché chiede la
cancellazione.
“Il caso più recente”, spiega Daniele Nardini, responsabile contenuti di Gay.
it “è quello di un politico gay che qualche anno fa si candidò in Alleanza
nazionale e chiese insistentemente un’intervista, salvo poi, dopo qualche
anno, chiederne la rimozione immediata perché aveva cambiato lavoro e la
situazione nel centrodestra è mutata. Anche un attore gay che aveva fatto
un lungometraggio indipendente insistette molto per essere intervistato,
ma poi per motivi familiari ci ha chiesto di levare il nome dal pezzo. Molti si
pentono della visibilità pubblica a distanza di anni e riceviamo numerose
richieste di cancellazione”.
Stesso clima a Gay.tv dove il direttore Giuliano Federico rileva: “Accade
che ci chiedano di essere cancellati soprattutto per commenti lasciati
con nome e cognome e che poi ritrovano su Google. Peccato che alle
volte il web crei cortocircuiti curiosi o surreali. Un tizio etero, qualche
tempo fa, ci chiamò perché sul motore di ricerca il suo nome e cognome
era accostato a un nostro articolo di cinema. Casualmente, il cognome di
un attore citato più il titolo dell’articolo, richiamava esattamente il suo
nominativo. Era molto scocciato ma gli spiegammo che non si poteva fare
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nulla, esattamente come nei numerosi casi di eterosessuali omonimi di
omosessuali che ci scrivono infastiditi che al loro nome sia accostato un
sito a contenuto gay”.
Anche Daniel Casagrande, della redazione di Gaynews.it, si è visto recapitare una richiesta da “una regista lesbica che aveva partecipato a Gender
bender con un video anticlericale. Ci ha chiesto di cancellare dal sito il programma di sala perché ora non era più lesbica e lavorava per dei cattolici.
Oppure il direttore gay di un canale di Sky che avevamo ospitato a una
rassegna cinema che voleva essere tolto da un articolo che lo inseriva tra
gli invitati alla rassegna pubblicato da Cinemagay.it. Peccato che io non
curi quel sito…”.
La politica delle redazioni è quelle di dare seguito alle richieste. A Gay.it
si cerca “di usare la sensibilità: per problemi reali, e articoli molto vecchi,
noi cancelliamo, ma non sempre. Non abbiamo cancellato, ad esempio,
un articolo su un caso di prostituzione maschile nel quale era coinvolto
un alto prelato che ci aveva fatto inviare dal proprio avvocato minacce di
querela. La fonte era stata Corriere.it e nello specifico prevaleva il diritto
di cronaca”, spiega Nardini. Anche Gay.tv valuta “caso per caso anche se
alcuni ci fanno arrabbiare soprattutto per il tono che usano nel richiedere
la cancellazione. Un tizio firmò un commento nome e cognome e poi ci fece
mandare una lettera di un avvocato. Potevamo dimostrare che l’autore
fosse lui e non mollai. Alla fine desistette. Nel tempo però i lettori hanno
imparato a usare pseudonimi sul web. È una buona norma per chi vuol
essere invisibile”.
La cancellazione del proprio nome dai commenti sul web, “è legittima
e giusta e tutti questi casi sono tutelati, a mio parere, dal codice per la
protezione dei dati personali che protegge l’identità personale, ossia
l’immagine sociale e per questo molti siti hanno informativa sulla privacy.
Ogni individuo, se la notizia che lo riguarda non è di pubblico interesse, ha il
diritto di ottenere la cancellazione o la rettifica di contenuti che considera
lesivi alla sua immagine attuale e fanno bene i siti a cancellare quei contenuti”, spiega l’avvocato Francesco Bilotta.
Le richieste di cancellazione però assumono spesso la forma di vere e
proprie forma di censura. Il Garante per la privacy, nel 2009, ha giudicato la
richiesta di “blocco e la cancellazione dei dati personali” da un articolo pubblicato dal sito Corriere.it di una persona che era incorsa in qualche guaio
con la giustizia nel 2001. Nel caso specifico le notizie riferite erano “relative
a fatti veri e di interesse pubblico” e il Garante ha ritenuto inammissibile
la richiesta. Se per i commenti quindi è doverosa la cancellazione resta
il grosso problema delle notizie di interesse pubblico e i media si stanno
muovendo per una proposta di legge di protezione degli archivi on line per
evitare scenari da 1984 di Orwell di censura sulle informazioni e riscrittura
della storia.
Quanto ai gay cancellati attestano, ancora una volta, tutta l’arretratezza
di un paese in cui molti rinunciano al coraggio delle proprie idee e alla
trasparenza della propria esistenza per paura della visibilità, altri sono
bizzarramente infastiditi per omonimie che li avvicinano all’omosessualità, mentre alcuni si pentono esattamente dei propri commenti gay,
firmati nome e cognome, che probabilmente non hanno tutto quel valore
che gli è attribuito.
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ATTUALITÀ + CULTURA
“A MOSCA, A MOSCA!”
Malgrado le apparenze ostili, anche la capitale della Federazione Russa, in preda a un
frenetico processo di trasformazione, comincia ad avere una “scena” gaia di un certo
interesse. Siamo andati a visitarla per voi.
TESTO + FOTOGRAFIE — ROBERTO M. POLCE · [email protected]
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La peculiarità della vita omosessuale
moscovita, e forse russa in genere, la trovo
perfettamente sintetizzata dal nome di uno dei
locali gay storici della capitale: Tri Obez’jany (Le
tre scimmie), che rimanda al celebre bassorilievo
del santuario di Tôshôgû a Nikkô, in Giappone,
in cui sono raffigurate tre scimmiette ognuna
delle quali con le mani si copre rispettivamente
gli occhi, le orecchie e la bocca, nel gesto di
non voler vedere, sentire, né parlare. Proprio
questo sembra essere l’atteggiamento tenuto
dai gay russi da sempre, per quieto vivere o
semplicemente per sopravvivere, in particolare
nei lunghi decenni del regime sovietico, quando
l’omosessualità era una malattia o un crimine
da pagare con terapie coatte o finanche con
la reclusione e l’esilio in Siberia per cinque anni
(più due aggiuntivi se c’era il sospetto di attività
antisovietica). Decenni che hanno lasciato un
segno profondo e la cui ombra cupa continua ad
ammorbare il presente.
Eppure durante il comunismo, una fitta rete di
relazioni omosessuali non solo esisteva, ma
addirittura fioriva rigogliosa, seppur sempre
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celata fra le pieghe della normalità, come
ricorda Gian Piero Piretto, docente di lingua e
letteratura russa e autore di numerose pubblicazioni sull’Unione Sovietica. A partire soprattutto dal cosiddetto “disgelo” seguito alla morte
di Stalin, in generale il regime lasciava tranquilli
gli omosessuali, purché restassero relegati
nel loro “sottobosco” senza dare nell’occhio, e
rispolverava la norma liberticida solo in caso
di necessità, per punire elementi scomodi
politicamente, come fu per il regista Sergej
Paradžanov (Tbilisi 1924-Erevan 1990) negli
anni ’70. Un “sottobosco” che, ricorda Piretto,
era assolutamente trasversale e si connetteva
ed espandeva con il passaparola e i contatti
personali: “Se si conosceva la persona giusta,
si poteva anche essere invitati a una festicciola
nella dacia del funzionario di partito di turno”.
Naturalmente le cose andavano meglio nelle
metropoli dell’impero come Mosca, Leningrado,
Kiev, dove occasioni d’incontro si avevano
anche all’aperto (parchi e giardini) o in toilette
e bagni pubblici (le celebri “bani”). Ricordo io
stesso, nei primi anni ’80, a Mosca, i cessi sotto
le mura del Cremlino, all’angolo fra Piazza del
Maneggio e Piazza Rossa, in cui succedeva di
tutto. Non meno leggendaria era una “banja”
a pochi passi dalla Lubjanka, la sede del Kgb,
ma praticamente quasi ogni banja offriva, nella
penombra dei bagni di vapore, possibilità di
approcci con finalità di sesso da consumare in
loco oppure, soprattutto in estate, ospitati in
una komunal’naja (abitazione in condivisione),
approfittando dell’assenza di moglie e figli, e
spesso anche dei vicini di appartamento, che
trascorrevano in genere le vacanze nelle dacie
fuori Mosca.
Come le tre scimmie sagge, sembrerebbe
che ancora oggi i gay russi – per una sorta di
riflesso condizionato “introiettato” nei decenni
difficili del regime comunista – continuino a non
voler vedere, sentire o parlare di se stessi. E le
disastrose prove di gay pride di Mosca tentate
da coraggiosi ma sparuti drappelli di militanti,
braccati dalla milizia, dai talebani dell’ortodossia religiosa e dai naziskin, confermerebbero
questa triste visione. A guardare attentamente il diavolo però non è così brutto come
lo si dipinge. Innanzitutto, si sta consolidando,
seppure con un po’ di fatica, una “gay scene”
notevole, anche se certo non ancora all’altezza
di una megalopoli di 11 milioni di abitanti (più, si
dice, almeno un altro milione di “gastarbeiter”
e clandestini provenienti dalle altre repubbliche della Federazione Russa e dell’ex Urss). In
secondo luogo, qualcosa sta cambiando anche
nella percezione generale, anche se certo ci
vorranno anni prima che la situazione possa
avvicinarsi a quella europea. In terzo luogo, un
movimento gay in Russia esiste ed è più consistente di quanto la scarsa presenza di gay locali
alle parate dell’orgoglio omosessuale non lasci
immaginare.
Nonostante la sensibilità e la coscienza politica facciano fatica a crescere, o quantomeno
a manifestarsi apertamente, la scena gay in
compenso si consolida e si espande incessantemente, in linea con la generale tendenza che da
qualche anno sta trasformando la grigia e tetra
ex capitale dell’Impero del Male in una metropoli
decadente e raffinata. Jurij Lužkov, il sindaco
omofobico che qualche anno fa ha equiparato
l’omosessualità al satanismo impedendo con
la forza i gay pride, d’altro canto ha contribuito
a trasformare Mosca in una città inedita, che
pian piano prende il posto della malandata città
settembre 2010 · PRIDE
CULTURA + ATTUALITÀ
socialista, ancora visibile nei cortili
fatiscenti, nei marciapiedi sconnessi,
nei bazar improvvisati nei pressi delle
stazioni e nei lunghi sottopassaggi
pieni di chioschi che vendono di tutto
un po’ e che ricordano l’Asia più che
l’Europa. Durante il suo governo è
stata rifatta – pur tra le polemiche
– la piazza del Maneggio, tramutata
nel vero cuore della città, con panchine, fontane, sculture ispirate alle
fiabe russe, e i suoi tre piani sotterranei di negozi e boutique di lusso.
Durante il suo mandato è avvenuta
anche la ricostruzione della chiesa
del Salvatore (khram Spasitelja)
distrutta ai tempi di Stalin, così come
di centinaia di altre chiese, ormai
in gran parte (circa 700) riedificate.
Non solo chiese e centri commerciali
spuntano come funghi in questa Mosca frenetica che ha una fretta dannata di recuperare
il tempo perduto, ma anche riconversioni di
spazi industriali in luoghi espositivi, di studio e
di intrattenimento. Valga per tutti il Vinzavod
(4-y Syromjatnicheskij pereulok 1, metro
Kurskaja), ex stabilimento per la produzione
di vino oggi divenuto un polo culturale molto
cool con gallerie di fotografia e arte contemporanea, negozi con creazioni di giovani artisti,
cineclub, libreria e un piacevole caffè, il Curcum
(pronuncia: tsurtsum) dove mangiare e bere
qualcosa in un’atmosfera gay friendly. Stessa
atmosfera rilassata e tollerante che ritrovate
allo Strelka (“freccia”) annesso all’Istituto di
Media, Architettura e Design: affacciato sulla
Moscova dirimpetto alla chiesa del Salvatore,
questo spazio moderno e funzionale aperto un
paio di mesi fa è subito divenuto un must fra
la giovane intelligencija moscovita: deliziosa
la terrazza riparata da una selva di ombrelloni
(Bersenevskaja nab. 14, metro Kropotkinskaja).
In Russia non è ufficialmente in uso l’espressione “gay friendly”, nel senso che nessuno
lo metterebbe per iscritto, dato il momento,
diciamo così, poco favorevole ai gay. Va però
detto che nella sostanza esiste e in pratica
sono numerosi i locali in cui una coppia di
uomini o di donne si può sentire a proprio agio.
Attenti, però: meglio evitare esibizionismi,
abbigliamenti e manifestazioni troppo spinte,
se non si vuole incorrere nella sgradevole
reazione di qualche becero di passaggio. Oltre
al Curcum e allo Strelka, segnaliamo anche il
City Space, al 34 piano dello Swissôtel Krasnye
Holmy (Kosmodamianskaja nab. 52, metro
Paveleckaja), con piatti internazionali, cocktail
fra i migliori di Mosca e un panorama mozzafiato della città. Nell’intero Swissôtel del resto
l’orientamento sessuale degli ospiti non sembra
avere la minima importanza: non essendoci
ancora a Mosca hotel apertamente gay, questo
hotel 5 stelle può essere un’ideale soluzione di
pernottamento: in una zona tranquilla al di là
del fiume, abbastanza vicino al Cremlino e ai
musei più importanti.
Altra avvertenza: in Russia (e Mosca non fa
eccezione), la parola “vicino” ha una valenza
diversa rispetto alla nostra, come si conviene
del resto a un paese che vanta la superficie
più vasta del mondo. Quindi, quando vi si dice
che un locale è vicino a una certa stazione del
metro, mettete in conto che potrebbe esserci
da scarpinare anche per uno o due chilometri!
Perciò, lasciate a casa i tacchi a spillo e indossate solo scarpe supercomode da trekking, a
meno che non decidiate di noleggiare un’auto o
farvi scarrozzare da un taxi.
A Mosca scordatevi anche la movida. I pochi
locali gay sono sparsi ai quattro angoli della
città, a distanze tali che, pur servendovi della
fitta, frequente e velocissima rete della metropolitana, in una sera non riuscirete a vederne
più di uno o due, tanto più che in genere aprono
dalle 22 o 23 e cominciano a funzionare a pieno
ritmo non prima dell’una, proprio quando il metro
termina le corse. Dopo di che, se non siete con
amici locali automuniti, non resta altro che il
taxi. State attenti anche ai taxi: costano (come
ogni cosa a Mosca, che si contende con Hong
Kong la palma di città più cara del mondo), ma
ancora più salati possono essere quelli illegali
che spesso stazionano fuori dai locali. In questo
caso, oltre a spendere cifre da capogiro si può
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PRIDE · settembre 2010
anche rischiare di essere picchiati e
derubati (di rado, ma pare succeda).
Perciò la soluzione migliore è chiamare col cellulare (comprate una sim
card russa, quella base vi costerà non
più di 5 euro) il concierge del vostro
hotel e farvi mandare un taxi da loro.
Altrimenti, arrivate nel locale prescelto entro l’una, passatevi la notte
(quasi tutti chiudono fra le 5 e le 6 del
mattino) e tornate con il primo metro
del mattino, che riprende il servizio
alle 5:30.
Alla luce di quanto detto, non c’è
quindi da stupirsi se talvolta i ritrovi
gay sono difficili da trovare, privi
di insegna o con sulla porta una
targhetta minuscola e invisibilie da
lontano. Armatevi quindi di buona
pazienza e non mollate, anche se
al numero indicato sembra non esserci nulla:
spesso il locale è nascosto nel cortile, dietro
l’edificio o in un edificio secondario. Per ragioni
analoghe, la gay scene moscovita è estremamente mobile. I locali cambiano spesso indirizzo,
probabilmente quando il terreno comincia per
qualche motivo a scottare sotto i piedi. Perciò,
prima di mettervi in moto, ricontrollate sempre
le informazioni su www.gay.ru, un ottimo sito in
russo e in inglese.
Scomparse ahimè le “bani”, ossia i bagni di
vapore d’epoca socialista, al loro posto sono
sorte un paio di saune gay che non sfigurerebbero in alcuna città dell’Europa occidentale. La
Majakovka Spa è la più glamour e confortevole,
oltre a essere centralissima, a pochi passi (in
questo caso, davvero) dalla stazione del metro
Majakovskaja e dalla via dello shopping moscovita per antonomasia, la Tverskaja. Celata in un
cortile interno dell’Oružejnyj pereulok 13, str. 2,
dietro la porta, segnalata solo da una bandierina
arcobaleno, vi attende la prima sauna in stile
occidentale di Mosca, con hammam, jacuzzi,
saletta video, bar e ampio spazio dark con
accoglienti e linde cabine dove ruzzare in santa
pace. La sauna gay più antica di Mosca è però la
Voda (“acqua”), un po’ fuori mano ma anche più
ruspante e labirintica della Majakovka, e perciò
per i miei gusti più interessante (Bolšoj Savvinskij
pereulok). Nel bar, oltre a birra e le solite bibite
internazionali, trovate anche un ottimo kvas alla
spina, la tradizionale bevanda dissetante a base
di acqua, pane nero fermentato, miele e spezie.
Per chi ai bagni e al kvas preferisse i cocktail e
l’adrenalina delle piste da ballo, le opzioni più
vicine agli standard internazionali, nel bene e nel
male, sono due locali storici. Il Duša i Telo (Anima
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ATTUALITÀ + CULTURA
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e Corpo) si vanta di essere il più antico locale
gay di Mosca: due piste da ballo, quattro bar,
immancabili darkroom e perfino una sala biliardo
(Kuusinena ulica 19A, metrò Poležaevskaja, zona
ovest della città). Dalla parte opposta, a est del
centro, si è trasferito di recente il suo maggior
concorrente, il Tri Obez’jany cui si accennava
all’inizio (Nastavniceskij pereulok 11, str. 1; metrò
Chkalovskaja). Stessa proprietà del Voda, Le Tre
Scimmie pare invece essere il club gay più grande
di Mosca: tre piani, tre bar, ristorante, aperto dalle
22 alle 7 (mentre al Duša i Telo si folleggia “solo”
dalle 23 alle 6). Le fanciulle possono dal canto
loro scatenarsi all’Udar (Olimpijskij prospekt 16,
metro Krasnye Vorota o Komsomolskaja), il più
grande club lesbo della Russia, di cui si dicono
meraviglie. Un caso a parte è il Propaganda,
uno dei locali-leggenda di Mosca, nel centrale
e antico quartiere di Kitaj Gorod. Misto durante
tutta la settimana, ma ufficialmente glbt la
domenica dalle 22 all’alba, vi si viene solo per
ballare seriamente: niente commercial, ma solo
techno e deep house di qualità, e pubblico molto
giovane. Scenografia industriale (mattoni e ponteggi) e un solo bar, ma efficiente. Gli amici del
posto sostengono che la musica e i cocktail non
sono più quelli di una volta, ma in mancanza di
alternative più valide resta un punto fermo delle
notti moscovite (7 Bolšoj Zlatoustinskij pereulok,
metro Kitaj-Gorod o Lubjanka).
Ambienti forse un po’ provinciali, ma anche più
autentici, sono offerti dal 911 (o Cifry) e dall’El’f
Cafe, due piccoli disco-bar, dove ci si può ancora
immergere in simpatiche atmosfere d’antan.
In posizione piuttosto centrale (Glinišcevskij
pereulok 3, metro Puškinskaja), anche il 911 Cafè
è annidato nel cortile, ma subito a destra: un paio
di salette nel seminterrato, tranquillo, ottimo
per bere e mangiare qualcosa prima della sauna
o della discoteca, anche se potreste passarci
anche tutta la notte: il 911 infatti è aperto dalle 16
alle 6 del mattino, e nei weekend si balla anche.
L’El’f Cafe si trova “vicino” al metro Belorusskaja,
dirimpetto all’hotel Soveckij. Se è la sera giusta,
è frequentato da una simpatica e varia umanità
(dai trans alle donne biologiche, dagli orsi alle
secche gazzelle manierate) con tanta voglia di
stare insieme ed esibirsi in un’atmosfera familiare, quasi da bar di quartiere. Di giorno è un
normale caffè-tavola calda per gli impiegati dei
dintorni, dopo le 20 diventa gay bar ma si anima
davvero, come tutti i locali di Mosca, non prima di
mezzanotte e resta aperto fino alle sei.
Come si vede, non si tratta certo di una scena
gay degna di una metropoli di tali dimensioni.
Tuttavia, l’impressione che si ha è che a Mosca
anche il mondo glbt sia in una fase di fermento
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e di crescita. Quest’anno la manifestazione del
gay pride – pur contando come al solito forse più
fotografi e giornalisti che attivisti – comunque
si è tenuta e i manifestanti sono riusciti anche
a srotolare una lunga bandiera arcobaleno e a
sfilare con cartelli e scandendo slogan (YouTube:
http://tiny.cc/74zv2 e http://tiny.cc/dul5x) per
qualche decina di minuti. L’impresa stavolta è
riuscita non perché sia mutato l’atteggiamento
delle autorità, ma solo perché il movimento ha
adottato una tecnica da guerriglia, diffondendo
false informazioni sull’ora e il luogo del raduno e
poi manifestando altrove e in un altro momento.
Nonostante le immagini che da cinque anni fanno
il giro del mondo trasmettendo l’impressione che
il movimento glbt in Russia conti solo quattro
gatti battaglieri ma braccati e senza seguito, va
detto che non è così. Il movimento è più esteso di
quanto i gay pride lascino immaginare, soltanto
è molto frammentato e diviso circa le strategie
da adottare, e la maggior parte dei militanti
di questa nebulosa ancora semiclandestina è
convinta che la situazione non sia matura per
intervenire all’esterno. In questo momento,
sostengono, i gay pride capeggiati da Nikolaj
Alekseev rischiano di fare solo danni, suscitando
più avversione che simpatia, sia fra le fila più
aperte e progressiste dell’opinione pubblica, sia
fra gli stessi gay. Molti credono che si debba
prima consolidare le proprie fila, fare lobby e
preparare il terreno perché le nuove generazioni
– quelle nate dopo la caduta del regime sovietico
che il famoso paragrafo antiomosessuale abolito
nel 1993 lo conoscono solo per sentito dire –
possano entrare nella vita adulta con la testa
ormai così sgombra da pregiudizi da non avere
più paura di uscire allo scoperto.
Basta andare al Propaganda la domenica sera
per vederli, questi ragazzi, e rendersi conto
che appartengono davvero a un altro mondo.
In ogni caso tutti sembrano concordi nel dire
che non passeranno decenni, ma solo qualche
anno prima che questa rivoluzione avvenga.
Igor Petrov, capo della Rete glbt russa, assicura
che nonostante le apparenze e le difficoltà, la
situazione dei gay e delle lesbiche in Russia sta
migliorando molto rapidamente. Del resto, è
sufficiente andare nei locali, nelle discoteche,
nelle saune o nei luoghi di battuage all’aperto
o nelle spiagge sulla Moscova, nei negozi più o
meno ufficialmente rivolti a una clientela gay
(fino a qualche anno fa impensabile in Russia) per
rendersi conto che appena sotto la superficie
ferve una vita omosessuale affollata e tranquilla,
per niente intimidita e spaventata, che aspetta
solo il momento giusto. “Qualche anno fa non
eravamo affatto sicuri che in Russia esistesse un
movimento lgbt,” dice Marija Sabunaeva dell’organizzazione Gender-L, “oggi siamo sicuri che
esiste, e per noi questo non è affatto poco”.
Insomma, l’ex capitale dell’Impero del Male, grigia
e cupa, negli ultimi 5 anni è cambiata più profondamente che nei precedenti 50, e sta diventando
una delle metropoli maggiormente votate al
consumo e al divertimento, una città che vive
di giorno e di notte, senza posa. Non solo locali,
club, saune, discoteche, ma anche negozi di ogni
genere (finanche di calzature) aperti 24 ore su
24. Perfino la mafia violenta che aveva fatto
pessima pubblicità a Mosca negli anni ’90, ormai
sembra essersi incivilita, forse capendo che il
business si fa meglio senza terrorizzare locali e
turisti con bombe e sventagliate di kalashnikov,
ma organizzando con professionalità e discrezione prostituzione, spaccio di droga, pornografia e affari simili.
Guai perciò a lasciarsi spaventare da informazioni e immagini amplificate dai mass media e
dalla lontananza. Mosca, anche per i gay, vale
assolutamente una visita. Oggi. Senza aspettare
gli effetti “benefici” delle parole, tutto sommato
sorprendenti, di un cultore del machismo come
Putin, che un po’ di tempo fa, riferendosi pare
proprio ai gay, avrebbe dichiarato di rispettare la
libertà in tutte le sue forme. O senza aspettare
che Jurij Lužkov si incivilisca o non venga rieletto
alle prossime elezioni. È solo questione di tempo,
perché quelli che contano davvero in Russia (oligarchi, imprenditori, mafia) prendano coscienza
che il mondo gay rappresenta anche un succulento business e comincino a proteggerlo e blandirlo come si conviene. Perché in Russia, caduto
il comunismo, ormai si crede solo al dio denaro.
E se fra qualche anno la città omofobica di Jurij
Lužkov si tramuterà come per magia in una delle
capitali gay mondiali, la cosa non ci stupirebbe,
conoscendo la natura appassionata e la capacità
di bruciare le tappe dei russi. E allora, chi vuole
fare colpo sugli amici che continuano ad andare
nelle solite Barcellona, Berlino, Rio o New York,
cominci a partire in avanscoperta al grido cekhoviano di: “A Mosca, a Mosca!”
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Il monumento a Minin e Požarskij sullo sfondo di San Basilio
La stazione del metro Majakovskaja
I grandi magazzini GUM nella Piazza Rossa
La Moscova e il Cremlino dal Patriaršij Most
Nikolaj Alekseev fermato dalla milizia al gay pride del 2006
L’ingresso della sauna Mayakovka Spa
settembre 2010 · PRIDE
PRIDE · settembre 2010
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ATTUALITÀ + CULTURA
THE RADIANT BABY
Keith Haring, uno dei pittori più importanti della seconda metà del ‘900, moriva 20 anni fa
di Aids poco dopo aver realizzato in Italia il suo ultimo capolavoro pubblico. Ritratto di un
genio sfaccettato e troppo spesso censurato.
TESTO — MARCO ALBERTINI · [email protected]
Keith Haring fu al contempo un artista di
fama mondiale, un attivista gay socialmente
impegnato e un uomo d’affari. Una combinazione simile, probabilmente, si poteva creare in
un unico decennio, gli anni ’80 del secolo scorso,
in un unico paese, gli Stati Uniti d’America, e in
un’unica metropoli, New York City. Difatti, in
questa medesima combinazione geografica e
temporale si assiste alla nascita di Madonna,
grande amica di Haring, che presenta a proprio
modo medesime caratteristiche: pop star, icona
gay planetaria, businesswoman di perdurante
successo.
La filosofia di Haring è racchiusa in una frase
all’apparenza semplice che scrisse nei suoi
diari nel 1978, all’età di 20 anni, quando ancora
era lontano dal pensare che sarebbe potuto
diventare un artista affermato: art is for
everyone, l’arte è per tutti. Alla fine del 1989,
pochi mesi prima di morire, Haring era un divo
di prima grandezza. Idolatrato in Giappone
come un mito, ammirato e stimato in Europa,
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sostanzialmente snobbato e detestato negli
Stati Uniti. ”Mi chiedo se il mondo dei musei mi
accoglierà mai così, o se scomparirò con la mia
generazione” annota, perché non gli si perdonava di aver infranto e capovolto le regole del
gioco, essendo diventato conosciuto e amato
dal pubblico partendo dal basso ed evitando la
selezione dell’elitario mondo dell’arte.
Haring sviluppò un amore per il disegno in giovane età grazie a suo padre che gli insegnò i
primi rudimenti del fumetto, e influenzato dalla
cultura per l’infanzia dell’epoca come i libri di
Dr. Seuss, Walt Disney e altri eroi delle animazioni televisive. In famiglia si notò presto la sua
propensione artistica e l’arte fu un interesse
centrale durante la sua adolescenza ribelle e
sperimentale, con consumo di droga e alcol
e viaggi in autostop in giro per il paese. A San
Francisco, con la frequentazione della Castro
Street, inizia a manifestare il proprio orientamento omosessuale.
Nel 1978 lascia Kutztown, la piccola città di
provincia della Pennsylvania dove abitava, per
trasferirsi a New York dove si iscrive alla School
of Visual Arts. È il secondo tentativo di intraprendere un percorso di formazione “regolare”
nel campo dell’arte, ma come il primo subito
dopo il liceo, la Ivy School of Professional Art a
Pittsburgh, sarà abbandonato per continuare
uno strenuo apprendistato personale a base
di libri, visite a mostre e riflessioni su tutti gli
stimoli che ne riceve. Se Haring a scuola sperimenta la performance, i video e fa installazioni,
è alla pratica del disegno però che resta fortemente legato, iniziando a perfezionare quel
tratto distintivo che lo renderà riconoscibile a
prima vista.
Nel 1980 si accorge dei fogli neri opachi che
coprono le pubblicità a cui è scaduta la tassa
di affissione nei corridoi delle stazioni della
metropolitana. Sono una specie di lavagna che
gli permette di comunicare con un pubblico
ampio, popolare nel senso che quasi di sicuro
non mette mai piede né in una galleria d’arte
né in un museo, né regolarmente né probabilmente mai. Per cinque anni produce centinaia
di questi subway drawings, facendosi multare
ripetutamente e persino arrestare per atti di
vandalismo. La gente però inizia ad accorgersi
di lui, e la sua arte semplice e simbolica diventa
una compagnia familiare per i pendolari che
vanno in ufficio, tanto che qualcuno inizia a
strappare i disegni per portarseli a casa.
Altra svolta epocale della sua carriera è l’incontro personale con Andy Warhol, a cui fu
legato da amicizia sincera e profonda e che
considerava il suo maestro. “La vita e il lavoro
di Andy hanno reso possibile il mio lavoro. Andy
aveva stabilito il precedente che rende possibile l’esistenza della mia arte. È stato il primo
vero artista pubblico in senso globale”. Eppure,
sotto certi aspetti, l’allievo supererà il maestro
in molti sensi. A differenza di Warhol, sarà un
omosessuale pubblicamente dichiarato e nel
momento in cui si scoprirà sieropositivo diventerà un attivista che lotta in prima linea insieme
ad Act Up, rilasciando al riguardo un’intervista
choc per l’epoca alla rivista Rolling Stone nel
1989.
Nel 1982 alla Tony Shafrazi Gallery a SoHo tenne
settembre 2010 · PRIDE
CULTURA + ATTUALITÀ
la sua prima mostra personale e niente fu più
uguale a prima. Come dice Madonna nella biografia ufficiale di Haring: “ll lavoro di Keith iniziò
nelle strade e attirò l’attenzione delle stesse
persone che si interessavano a me: soprattutto
neri e ispanici, persone con un basso reddito e
un background umile. (…) Keith è riuscito a portare nella cultura popolare alcuni elementi di
quella che io chiamo Street Art, arte che faceva
parte di una controcultura underground. Io feci
lo stesso, portando al consumo di massa uno
stile nato nelle strade”.
Haring inoltre affronterà e rappresenterà i
temi di attualità della sua epoca: dalla minaccia dell’annientamento nucleare all’oscenità
dell’apartheid in Sud Africa fino all’orrore
dell’Aids simbolizzato come un serpente. Anche
la sua sessualità, inquieta e senza sosta,
lascerà tracce inequivocabili nel suo linguaggio visuale ma, purtroppo, è rarissimo vederle
nelle grandi mostre retrospettive che gli si
dedicano. La sua produzione omoerotica, che
rasenta la pornografia elevata ad arte, è quella
che indubbiamente rappresenta la più grande e
biecamente censurata pietra dello scandalo nel
percorso artistico di Haring. Una rarissima testimonianza al riguardo sono i murales, tuttora
visitabili, che dipinse nei bagni del Gay Lesbian
Community Service Center nel Greenwich
Village, a poca distanza da dove si trova un suo
innocente murale dipinto sulla parete di una
piscina pubblica all’aperto.
Il terzo fondamentale capitolo della sua storia
personale si può definire l’apertura del Pop
Shop nel 1986, esperimento che esportò
successivamente a Tokyo. È un negozio che
permetteva a chiunque di sentirsi parte del suo
mondo per pochi dollari, comprando magliette,
poster, spille, magneti per frigorifero, giocattoli
per bambini o, magari, uno dei quattro modelli di
orologio a tiratura limitata che Haring disegnò
per la Swatch. Pur non essendo tra gli esemplari
PRIDE · settembre 2010
più quotati tra i collezionisti, il Modèle avec
personnages con i suoi omini che ballano la
breakdance al posto dei numeri delle ore è sicuramente paradigmatico di un intero decennio:
plastica, colori vivi, moda e design per chiunque.
Con piena benedizione del maestro, la lezione di
Andy Warhol è stata superata e la pop art ha
raggiunto la gente.
In parallelo Haring è invitato a esporre e
proporre la sua arte in tutto il mondo e su
qualsiasi possibile mezzo: dalle vetrate della
National Gallery of Victoria di Melbourne in
Australia (distrutte per protesta, perché i suoi
disegni appaiono come un insulto alla pittura
aborigena) al muro di Berlino; dai tessuti per
una collezione dello stilista Stephen Sprouse
all’etichetta d’artista per gli snobbissimi vini
Château Mouton Rothschild (inserendosi in una
lista che comprende nomi del calibro di Picasso,
Dalì, Cocteau, Mirò, Chagall, Kandinsky…); da un
muro nell’ospedale per bambini del principato di
Monaco (che gli varrà un’onorificenza ufficiale
raramente concessa a chi non è monegasco
da parte della principessa Carolina) a una Bmw
della serie Art, la cui quotazione ha ora superato i 4 milioni di dollari. Nella lista è incluso
un dirigibile che vola sopra Parigi, un casinò
in Belgio accanto alle decorazioni originali di
Réné Magritte, una giostra per un parco di
divertimenti a tema in Germania, un invito a
forma di disco inciso a 45 giri per una festa di
compleanno della principessa Gloria von Thurn
und Taxis, tanto per restare nel camp, e tanto
altro ancora.
Per quanto riguarda il nostro paese, è soprattutto il rapporto tra Haring e Milano che fu
profondo, e non solo perché all’aeroporto,
durante le soste tra una tappa e l’altra dei
suoi giri intorno al mondo, vi incrociava la sua
amica Grace Jones o magari Roy Lichtenstein.
Fu alla galleria Salvatore Ala che nel giugno
1984 tenne la prima personale italiana, per cui
disegnò apposta uno dei suoi più bei manifesti.
Considerava il Plastic il migliore “club” europeo
e sua fu la trasformazione radicale del negozio
Fiorucci in Corso Vittorio Emanuele, di cui nel
1985 riempì di graffiti i muri, i mobili, i soffitti
con colori fosforescenti. 
In un’intervista al mensile Stilearte del 2005, Elio
Fiorucci racconta così quella esperienza: “Invitai
Haring a Milano, stregato dalla sua capacità
di elevare l’estemporaneità ai gradini più alti
dell’arte. Egli diede corpo ad un happening no
stop, lavorando per un giorno e una notte. I suoi
segni ‘invasero’ ogni cosa, le pareti ma anche
i mobili del negozio, che avevamo svuotato
quasi completamente. Fu un evento indimenticabile. Io feci portare un tavolone, fiaschi di
vino, bicchieri. La gente entrava a vedere Keith
dipingere, si fermava a bere e a chiacchierare.
Ventiquattr’ore di flusso continuo; e poi i giornali, le televisioni...”
Keith Haring credeva che l’arte fosse capace
di trasformare il mondo, poiché le attribuiva
un’influenza positiva sugli uomini. Forse non è
a caso che il suo ultimo capolavoro pubblico
lo intitolò Tuttomondo ed è un coloratissimo
murale di centottanta metri quadri sulla parete
esterna del convento di Sant’Antonio a Pisa, in
cui riproduce tutti i simboli che lo hanno reso
celebre. Se Haring fosse vissuto più a lungo
avrebbe sicuramente superato lo stile che lo
rese famoso, e questa direzione è lampante
nelle sue ultime opere su tela, ma a soli 31
anni si spense. Sicuramente da lassù, con il
suo disarmante sguardo da bambino curioso, ci
guarda e sorride.
Haring con Madonna
Haring con Grace Jones
Foto di F. Boschi e G. Cardella
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RUBRICHE
Zig zag
di Pigi Mazzoli
[email protected]
VOCI POSITIVE
01
01 Foto di Maurizio Cecconi
02 Campagna di Arcigay Bologna
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02
Alcuni mi hanno chiesto maggiori
informazioni su HIVoices, il laboratorio
residenziale per uomini gay HIV+ di cui
abbiamo parlato il mese scorso. Non è
un gruppo di auto aiuto ma un incontro
guidato da due formatori, una novità
assoluta per l’Italia e si svolgerà dal 24
al 26 settembre. Rivolgo le domande
direttamente a Sandro Mattioli, responsabile del Settore Salute del Cassero di
Bologna che ha ideato l’evento.
Inizio subito con una mia curiosità,
visto che mi riguarda personalmente. Si
parla anche di coppie sierodiscordanti,
questo significa che sono ammessi
eventualmente anche i propri compagni sieronegativi?
Hai centrato in pieno uno dei punti sul
quale abbiamo discusso a lungo con
i formatori. Per il momento abbiamo
convenuto che per questo primo step,
primo progetto pilota, fosse meglio avere un target composto da sole persone sieropositive, che vivono quindi
personalmente il problema. Tuttavia non è mia intenzione
lasciare cadere il tema delle coppie sierodiscordanti
che sarà sicuramente uno dei temi trattati nei prossimi
laboratori, sempre che questo progetto abbia il successo
auspicato.
Secondo te, in Italia, in quanti siamo a dichiarare pubblicamente di essere gay sieropositivi? Come interpreti
questo dato?
È una domanda da un milione di dollari. Le persone
fanno coming out quando si sentono pronte, quando
raggiungono un buon livello di accettazione di se stesse,
quando sentono che la società in cui vivono, l’ambiente
che frequentano è pronto per una simile dichiarazione.
Tutto questo ben raramente si verifica in Italia. Da noi
una persona che vive con Hiv è ancora pesantemente
soggetta a discriminazione sociale, spesso è isolata. Non
è per caso che i sieropositivi si cerchino l’un l’altro, per
esempio in chat dedicate, perché è fortissimo il bisogno di
instaurare una relazione, sentimentale o amicale che sia,
che non preveda la “confessione” del proprio stato sierologico che, ancora oggi a oltre 25 anni dall’inizio dell’epidemia, è vissuto in modo traumatico. Pertanto sono pochissime le persone sieropositive visibili. Per quanto riguarda i
gay sieropositivi quello che ho detto sopra è doppiamente
vero, in senso letterale. Un omosessuale in Italia è già
soggetto ad una serie infinita di possibilità, tutt’altro che
remote come sappiamo, di discriminazioni: può avere problemi in famiglia, con gli amici, subire discriminazioni sul
lavoro, essere additato, deriso, isolato, o peggio picchiato
o addirittura ucciso. Abbiamo leggi o diritti che valgono
solo se sei eterosessuale e così via, cose che sappiamo.
Una situazione non certo piacevole che, nel caso di gay
Hiv+, va moltiplicata per due, perché lo stesso film si
ripropone anche per quanto riguarda lo stato sierologico
e, questa volta, spesso anche all’interno della comunità
omosessuale.
Io sono dieci anni che ho trovato in Franco, il mio fidanzato, tutto il mio mondo. Tu che per il tuo ruolo sei più in
contatto con persone che frequentano luoghi di incontro
casuali, mi sai dire se lo stigma è ancora elevato come
allora o se adesso, davanti a un sieropositivo che lo
dichiara, la gente ha smesso di scappare? Esiste ancora
nei locali quel servizio di intelligence chiamato “radio
serva” che cerca di sputtanare sieropositivi e presunti
tali? Se sì, come ci si può difendere secondo te?
Negli “incontri” occasionali, ammesso che si parli di qualcosa, il tema centrale non è certo l’Hiv. Ovviamente non si
può generalizzare, ma spesso la paura del contagio, l’ignoranza sui temi del contagio e della prevenzione e anche
certa pubblicità sottesa a porre dubbi (infondati!) sulla
reale sicurezza del sesso protetto, fanno si che molte persone vengano prese dall’ansia, che solitamente non aiuta
l’erezione, e lasciano perdere. Non stupisce che buona
parte delle persone sieropositive non rivelino il proprio
stato in queste occasioni da una botta e via. È auspicabile
che pratichino sempre sesso sicuro, che, in caso di problemi, dicano di essere Hiv+ e si offrano di accompagnare
il partner sessuale in un centro clinico per la Pep, ma non
è pensabile che rivelino lo stato sierologico a prescindere.
Sanno bene che tornerebbero a casa ancora più depressi.
Quanto al servizio di intelligence “radio serva”, in parte è
ancora presente. È uno dei motivi che spesso mi costringono a parlare con le persone neodiagnosticate ovunque
tranne che al Cassero. Qualcuno lo dice apertamente: “Se
mi vedono, non scopo più”. L’idea del laboratorio e le altre
iniziative in programma, vogliono cercare di incidere concretamente nel modificare questa mentalità.
Noi stiamo lavorando per far sì che l’Hiv venga sempre
più considerata un’infezione come le altre.
Piano piano le cose stanno cambiando e sono fiducioso
per il futuro.
Grazie ancora a Sandro Mattioli e all’Arcigay per questa e
per le tante altre iniziative mirate per i gay sieropositivi.
La pagina informativa si trova su www.casserosalute.it, le
iscrizioni si chiudono il 10 settembre.
settembre 2010 · PRIDE
PRIDE · settembre 2010
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RUBRICHE
Cinema
di Vincenzo Patanè
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DONNE-MOI LA MAIN
L’inizio di Donne-moi la main (dvd Atlantide, con trailer
e un’intervista al regista) è insolito: dei cartoni animati in
stile manga, in cui vediamo un ragazzo, che lavora in una
panetteria, che fugge via dal negozio insieme a un altro
ragazzo, a lui molto somigliante, che lo è venuto a chiamare. Poi si passa al film. È una trovata del regista francese
Pascal-Alex Vincent per dare una connotazione precisa al
suo film, che vorrebbe ispirarsi ai manga, e per ricordarci
come per anni ha lavorato nella distribuzione in Francia del
cinema giapponese, la sua grande passione.
Ne è nato un road-movie suggestivo, anche se ancora acerbo.
Antoine (Alexandre Carril) e
Quentin (Victor Carril) sono due
gemelli, all’incirca di 18 anni, che
decidono, all’insaputa del padre,
di andare in Spagna al funerale
della madre, che non hanno mai
conosciuto. Per questo si incamminano, pur senza denaro, decisi a
raggiungere la meta a ogni costo
e con ogni mezzo di locomozione:
a piedi, in autostop o in passaggi
clandestini su treni merci. Il viaggio è contrassegnato da riflessioni, da dubbi, dalla fatica
ma anche da litigi, che portano spesso i due a scontri
fisici, anche cruenti. Molti i luoghi visti e tante le persone
incontrate, come uno strano automobilista che dà loro un
passaggio in cambio di chissà che cosa... Ma ci sono anche
dei piacevoli incontri sessuali, con due ragazze oppure con
Clémentine (Anaïs Demoustier), una giovane che li segue
nella foresta, o con Hakim (Samir Harrag), che fa sesso
con Quentin. Proprio quest’episodio porta alla separazione
dei due fratelli. Alla fine però Antoine ritrova il fratello nel
cimitero, in Spagna. Ma anche quest’emozione forte non
muta il loro rapporto lacerato e rabbioso.
Vincent è arrivato a questa sua opera prima dopo alcuni
corti che gli hanno dato una certa notorietà e qualche
premio, tutti incentrati sull’adolescenza, sull’identità
sessuale e sui rapporti con i genitori. Proprio per uno di
essi, Bébé Requin, si imbatté nel 2005 nei gemelli Carril,
estremamente differenti fra di loro, nella vita privata
legati visceralmente ma anche portati naturalmente allo
scontro fisico. Da qui l’idea di una storia tutta per loro,
strutturata su un viaggio, una cosa che di per sé scatena
delle dinamiche tutte particolari; non a caso Vincent ha
lasciato che sul set i due fratelli improvvisassero anche,
mettendoci tanto di loro.
Anche qui ritroviamo alcuni dei temi cari a Vincent – la
gemellarità, l’identità e la differenza sessuale – a cui si
aggiunge il viaggio, che vuole dare l’idea di un processo di
iniziazione. Quentin e Antoine sono molto differenti: uno è
abbastanza loquace, l’altro preferisce sfogarsi col disegno.
Amano giocare e farsi scherzi e dispetti, ma poi spesso la
cosa degenera in furiosi corpo a corpo. Non si capisce cosa
ci sia dietro: tutto è poco chiaro, c’è troppo non detto e ciò
fa sì che non si capiscano bene i comportamenti e gli umori
dei due, c’è un rancore di base che sfugge allo spettatore.
Lo stesso scopo del loro viaggio lo si sa di sfuggita, solo
grazie a una domanda di Clémentine.
Tutto ciò dà un taglio ben preciso: la trama non si sviluppa
attorno alle psicologie dei due (che rimangono identiche
dall’inizio alla fine) ma attorno al viaggio in sé. Ne risulta
un film molto visivo, in cui ciò che conta è la bella inquadratura: la natura (filmata sempre con luce naturale), i
paesaggi, i dettagli, come uno stelo d’erba o una lumaca.
Questa ricerca di visualità include anche l’attrazione per
il corpo maschile. Il film si perde infatti nella bellezza
magnetica dei due fratelli e dei loro corpi, spesso intrecciati con la natura. C’è dunque una maniera di filmare di per
sé omoerotica, a cui si aggiunge l’intrigante rapporto fra
Quentin e Hakim, l’unica scintilla che dà una vera sterzata
al racconto. Con una coda imprevista, che vede Antoine
vendere il fratello per 100 euro a un tizio nella stazione (ma
tanto poi Quentin non ci sta).
Non è detto che Donne-moi la main (letteralmente “dammi
la mano”) piaccia a tutti. A molti possono dare fastidio i
silenzi e l’assenza di un vero racconto, nonché una certa
banalità di fondo. Altri invece possono rimanere conquistati dalla bellezza delle immagini e dalla fisicità dei fratelli. Il titolo deriva dal refrain di un splendida canzone del
1963, Melocotón, di Colette Magny, una cantante adorata
in Francia, anche per le sue posizioni politiche di sinistra. La
canzone, dal testo un po’ misterioso, racconta di un fratello
e una sorella perduti nella natura. Nel film fa una comparsa
Fernando Ramallo, uno dei due ragazzini di Krámpack.
DA NON PERDERE
Tra i sette episodi di Vedo nudo (01 Distribution), diretto da Dino Risi nel 1969, tutti con Nino Manfredi, c’è una
pietra miliare del cinema italiano a tematica gay: Ornella. È la storia di un impiegato romano alle poste (Manfredi),
timido e schivo sul lavoro, che a casa ama vivere in abiti femminili. Da tempo corrisponde, con lo pseudonimo di
Ornella, con un flemmatico ragioniere torinese (Enrico Maria Salerno), che un giorno viene a trovarlo a Roma. Dopo
equivoci vari, la verità viene a galla ma sembra non scandalizzare più di tanto il ragioniere, che anzi sembra proprio
a suo agio.
Tipico prodotto del cinema a episodi, in voga negli anni Sessanta, Ornella è un piccolo capolavoro di grazia e
intensità psicologica. Mai si era visto fino ad allora nel nostro cinema una figura di omosessuale così lontana da
stereotipi e da pietismo: il protagonista non si lamenta, vive in un suo dignitoso equilibrio, accontentandosi di
essere se stesso solo a casa, accanto alla sua gatta. Eccezionali i due protagonisti; Manfredi in particolare crea un
ritratto pieno di umanità, con un’interpretazione dagli sguardi e vezzi tipicamente femminili.
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RUBRICHE
Teatro
di Mario Cervio Gualersi
[email protected]
NAPOLI ALLA RISCOSSA
01 Emma Dante
02 Andrea De Rosa e Antonio Latella
Non bastavano i tagli, adesso arriva pure la censura!
A Milano l’assessore provinciale alla cultura, Umberto
Maerna, ha fatto pressioni nel tentativo di cassare dalla
selezione di “Invito a Teatro” (un’intelligente forma di
abbonamento mirato sulle scelte dello spettatore) Orgia di
Pasolini, in programma all’OutOff, e due spettacoli diretti
da Renato Sarti del Teatro della Cooperativa, secondo
lui poco consoni all’iniziativa per i contenuti immorali e
scostumati. Tutto è poi rientrato, grazie
01
alla presa di posizione di registi e operatori
milanesi, una volta tanto uniti, ma certo non
è un bel segnale. Noi però guardiamo avanti
e continuiamo a esplorare i cartelloni della
prossima stagione alla ricerca di proposte
di alto profilo e legate alle tematiche che ci
stanno più a cuore. Dopo esserci occupati
dei teatri del nord, questa volta ci soffermiamo su Napoli, la città che più di ogni altra
ha saputo rinnovare il panorama teatrale
dando credito a artisti giovani e ideando il
Napoli Teatro Festival, evento che in poche
edizioni è diventato una delle più importanti
rassegne estive. Cominciamo dallo Stabile,
diretto per il secondo anno dal
regista Andrea De Rosa che per
02
lo spazio del San Ferdinando
punta sulle nuove produzioni
all’insegna della creatività e
sperimentazione. Atteso il
debutto di Emma Dante con
La trilogia degli occhiali, composta da Acquasanta, Ballarini
e Il castello della Zisa, che
trattano rispettivamente di
povertà, vecchiaia e malattia
(dal 26/1 al 6/2/2011). Ritorna
anche Mimmo Borrelli, dopo
il premiato ‘Nzularchia, intreccio di malavita e sessualità,
con La madre, di cui è autore, regista e interprete con
Milvia Marigliano, originale versione del mito di Medea
sotto il Vesuvio.
La ricordiamo nei panni di Mary Stuart e Elettra: Frédérique
Loliée darà voce alla poetessa Leslie Kaplan con Luisa
è pazza (5-10/4). Quella di Antonio Latella che rivisita
Molière da par suo in Don Giovanni, a cenar teco (1-6/3) è
ben più di una semplice ospitalità. Il regista è stato nominato direttore artistico del Nuovo Teatro Nuovo di Napoli
e, in una città divisa su tutto, lui e De Rosa hanno invece
posto le basi di una collaborazione che, oltre a una pièce
che ognuno mette in scena “a casa” dell’altro, porterà a
una regia a quattro mani nell’ottobre 2011. Il progetto del
nuovo sodalizio artistico riguarda Farsalia-La guerra civile,
quella tra Pompeo e Cesare raccontata dal visionario
poeta Marco Anneo Lucano. La sala del Mercadante è
invece designata ad accogliere lavori per un pubblico più
trasversale e spesso con interpreti assai popolari. È il caso
di Enzo Moscato che presenta il suo spettacolo-concerto
Toledo suite (1-27/2) e Peppe Barra che si cimenta con un
classico di Raffaele Viviani, La musica dei ciechi (dal 26/12
al 9/1).
Per la sua prima stagione alla guida del Nuovo Teatro
Nuovo Latella ha scelto come filo conduttore il tema del
fondamentalismo e infatti De Rosa curerà la regia di Tutto
ciò che è grande è nella tempesta, scrittura di Federico
Bellini, sui protagonisti della stagione del nazionalsocialismo tedesco a partire dal filosofo Martin Heidegger (1520/2 e 12-17/4). Il progetto della stagione è composto da
18 spettacoli, 6 registi e una compagnia stabile di 6 attori.
Ogni regista presenterà due spettacoli, un allestimento
più impegnativo e un essenziale monologo. Uniti sotto il
titolo Auguri e figli maschi! ci sono i sei monologhi diretti
da Latella: i primi tre dalla valenza più politica, gli altri con
un taglio più individuale e umanistico (4-10/10 e 2-8/5).
L’ultimo, Caro George, interpretato da Giovanni Franzoni,
riguarda un frammento della vita di Francis Bacon, il cui
trionfo artistico e fallimento esistenziale si sovrappongono quando, alla vigilia della mostra che lo consacrerà
nel mondo dell’arte, George, il suo amante e modello,
si toglie la vita. Tra le altre produzioni ci sono Madame,
ispirato a Madame De Sade di Mishima (5-6/11 e 12-13/3)
e Guardami, riscrittura della vicenda di Salomè, a cura del
regista Pierpaolo Sepe (21-23/1 e 5-10/4) che firma anche
Atto senza parole e altri testi di Samuel Beckett (8-10/4).
Di Latella è in tournée il Don Chisciotte, molto trasgressivo
e nudo, con Massimo Bellini e Stefano Laguni, ospitato al
teatro della Tosse di Genova (dall’1 all’11/12) che, sotto la
direzione artistica di Emanuele Conte, annuncia la ripresa
di Il popolo non ha il pane? Diamogli le brioche, di e con
Filippo Timi (12-14/11). Mark Ravenhill è autore di Spara,
trova il tesoro, ripeti, 12 brevi pièces dirette da Fabrizio
Arcuri per Accademia degli Artefatti (16-19/12) e regista di
A Life in 3 Acts, interpretato da Bette Bourne che porta in
scena la sua vera vita di drag queen, costellata di pregiudizi razziali e sessuali, lacrime e sorrisi (14-15/12).
IN CARTELLONE
Benevento Città Spettacolo 2010. Dal 3 al 12 settembre un’intera città diventa palcoscenico e accoglie prosa, musica e danza selezionate dal
nuovo direttore artistico Giulio Baffi. Luciano Melchionna è autore, regista e interprete di Dignità autonome di prostituzione, in cui 37 attori e
attrici ricreano un bordello vecchio stile con le storie di chi ci lavora e dei clienti dai gusti variegati. Marina Confalone è la star e cura la regia di
La Cenerentola maritata di Manlio Santanelli, Veronica Mazza debutta con The Bugs Benni show, su testi di Stefano Benni. Nuvole barocche è
un noir per soli uomini proposto dalla compagnia Carrozzeria Orfeo. Al teatro Romano il Ballet National de Marseille e l’Orchestra e Coro del San
Carlo di Napoli. Per il ciclo Letture Stregate intervengono Ottavia Piccolo, Elio Germano, Michele Placido, Toni Servillo e Rolando Ravello. (www.
cittaspettacolo.it)
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RUBRICHE
Libri
di Francesco Gnerre
[email protected]
PUPA PIPPIA
COMING OUT
Coming out. Venticinque storie per
uscire dall’armadio
Nutrimenti, Roma 2010
pp. 110, 12,00 €
Il coming out è una pratica tanto poco diffusa in Italia
che spesso si confonde con l’outing (dichiarare l’omosessualità di qualcuno che preferirebbe mantenerla segreta).
Nel linguaggio giornalistico, nonostante i numerosi tentativi da parte della stampa gay, i due termini sono diventati
sinonimi. L’errore linguistico non è casuale: da noi, come è
noto, si è preferito, e spesso si preferisce ancora, rimanere nell’ambiguità, secondo il trito ritornello: “perché
dirlo? Io sono essenzialmente una persona
e il mio orientamento sessuale non deve
interessare gli altri”. Ovviamente non è
così, perché le leggi e la cultura in tutte
le sue manifestazioni presuppongono che
tutti siano eterosessuali. L’orientamento
omosessuale non è previsto, a meno che
non sia esplicitato o non ci si vesta come
una drag queen. Non fare il coming out
significa quindi fingere di essere eterosessuali e fingersi eterosessuale per un
omosessuale è a dir poco stressante.
Lo sanno bene i personaggi di questi
venticinque racconti, che hanno deciso di
essere se stessi, di smetterla di chiedersi
con imbarazzo, o peggio, con angoscia: “Lo
sanno?”, “Se ne saranno accorti?” o di continuare a recitare l’improbabile ruolo del
macho, se sono gay, o di cercare disperatamente, se sono lesbiche, di correggere
quella strana camminata alla John Wayne.
Certo, dirlo non è facile. Il personaggio di
uno di questi racconti, dopo averlo finalmente detto, si sente “come se avesse
scalato l’Everest a mani nude”, un altro,
quando crede che gli altri abbiano capito,
vorrebbe “sprofondare negli anfratti più reconditi della
terra”. E nemmeno basta dirlo una volta per tutte, perché
il coming out è un processo che non si esaurisce con
la dichiarazione in famiglia. Ogni volta che ci si trova di
fronte a discorsi che hanno a che fare con la sessualità
e l’affettività (succede in tutte le situazioni in cui si interagisce con gli altri, anche sul posto di lavoro) bisogna
rinegoziare forme e modi di esplicitazione del proprio
orientamento.
Molti dei personaggi di questi racconti sono adolescenti,
maschi e femmine, che lo dicono in famiglia, ma non mancano storie di adulti, come quella delle due donne che
cercano di trovare il modo per parlarne ai rispettivi mariti
o quella del cinquantenne che finalmente trova la forza di
dirlo alla moglie e alla figlia per assaporare finalmente il
piacere di vivere “senza più maschere”.
Né l’esito è sempre scontato: alle storie che finiscono
con una risata liberatoria, come quella dei due ragazzi
che fanno coming out al matrimonio della cugina di uno
dei due o quella della ragazza che cerca disperatamente
di far capire alla cognata di essere lesbica (mentre
l’altra pensa a chissà quali apocalittici disastri), ne succedono altre drammatiche come quella della ragazza
che di fronte alla prospettiva di essere “curata” da uno
psichiatra preferisce andarsene e lasciare la madre per
chiedersi, molti anni dopo, se sia stato giusto “barattare
una madre con la libertà di poter vivere la propria natura”:
“Io non ho trovato ancora la risposta. E credo neanche
lei”. Se insomma non sempre le cose vanno nella direzione
che vorremmo e il coming out comporta traumi e rotture,
sembrano suggerirci questi racconti, è un prezzo che
bisogna pagare.
Quasi tutti i racconti indagano la questione dal punto di
vista dell’interessato, gay o lesbica, ma ce n’è anche uno
in cui il punto di vista è quello di una madre che scopre
casualmente che la figlia è lesbica. Anche in questo caso
la narratrice sa trovare le parole per rappresentare lo
smarrimento di fronte alla rivelazione, ma anche la sua
forza liberatoria.
Quelle di Pupa Pippia, al suo esordio nella scrittura, sono
piccole storie, spesso risolte con leggerezza e ironia.
Senza essere “militanti” sono come una ventata di freschezza liberatoria e rappresentano bene il passaggio
dalla vergogna all’autostima per chi fa il coming out, ma
anche la crescente consapevolezza degli altri, perché (e
questo i gay e le lesbiche non dovrebbero mai dimenticarlo) fare coming out significa anche aiutare gli altri a
capire, contribuendo così a mutare il contesto culturale.
SEGNALAZIONI
SEGNALAZIONI
Paul Bailey, Le confessioni di Peter Smart. Autobiografia di un attore fallito, Playground, Roma 2010, pp.206, euro14,00
Un’originale autobiografia, fatta di tentativi di suicidio e di frustrazioni, dove il protagonista parla poco di sé e molto degli altri: una madre di
una crudeltà inimmaginabile, un folle scrittore autore del più noioso libro mai scritto, un amico gay, compagno di scena e attore fallito, e altri
bizzarri personaggi, cinici, grotteschi, stravaganti, divertenti, sempre carichi di una straordinaria vitalità.
Matteo Bonini Baraldi, La famiglia de-genere. Matrimonio, omosessualità e Costituzione, Mimesis, Milano-Udine 2010, pp. 170, euro 15,00
L’esclusione dal matrimonio di persone gay e lesbiche può essere giustificata da un interesse pubblico preminente? La risposta che emerge
dall’analisi puntuale del quadro giuridico italiano e straniero è negativa: il riconoscimento giuridico delle famiglie formate da persone dello
stesso sesso non solo non pone in discussione i principi democratici sui quali si fonda la collettività, ma ne costituisce la piena attuazione. Il
saggio del giurista Bonini Baraldi dimostra con chiarezza che il tema in questione non riguarda una minoranza, come molti si ostinano a credere,
ma è un problema di democrazia che riguarda tutti.
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settembre 2010 · PRIDE
www.gothicsauna.ch
VICOLO VECCHIO 3
CH - 6900 MASSAGNO
LUGANO
T +41 91 967 50 51
RUBRICHE
Musica
di Roberto Cangioli
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REGGAE CONTRO L’OMOFOBIA
Era ora. Non era mai successo, almeno in Italia, che
un gruppo etero prendesse
a cuore la lotta all’omofobia
tanto da farne un manifesto
da esportare all’estero. La
band in questione è Africa
Unite, una delle più longeve
e famose formazioni di
roots reggae italiane, che
già in passato si era distinta
nell’affrontare temi sociali
quali la pena di morte e
appoggiando
associazioni
umanitarie come Amnesty International. Tuttavia è con
l’ultimo lavoro Rootz, uscito quest’anno, che il gruppo è
tornato in maniera prorompente alle origini del political
reggae, con temi di aperta denuncia, che si sviluppano
lungo le tracce del disco: “È stata la peculiarità di Africa
Unite fin dall’inizio. Molti temi trattati da Bob Marley non
ci appartengono, abbiamo sempre preso le distanze in
maniera netta da ogni risvolto mistico della sua poetica, la
società dipinta nei suoi brani è lontanissima dalla nostra, a
livello culturale e filosofico, ma è l’interesse nel descrivere
e denunciare ciò che ti accade intorno che ci accomuna,
questa la lezione che abbiamo imparato ed applicato al
nostro tempo e al paese di provenienza”. Tra gli episodi
che rispecchiano questa volontà spicca Così sia, canzone
che prende una posizione forte nei confronti dell’omofobia
e di alcune star del reggae che proprio in Italia trovano un
grosso bacino d’utenza. Il testo affronta pregiudizi e tabù
(“pensi sia malato affetto da un virus mortale, il moralismo
genera violenza cieca non certo forza o virilità”), condannando le regole insensate e di parte (“omofobo perdente,
il pregiudizio è falso e inutile, rispetta il tuo simile”), per
costruire un futuro “che sia diverso dai frustranti cliché
imposti ogni giorno, perché diversità non sia considerata colpa mai...”. Il gruppo esprime così un desiderio:
“Vorremmo che il pubblico reggae capisse la necessità di
schierarsi su queste tematiche proprio nel nome di quel
rispetto tra popoli, razze, individui che spesso tutti citano
superficialmente per poi ricadere nei più beceri tabù e
luoghi comuni”.
Gli Africa Unite si oppongono a quella (buona) parte di
artisti giamaicani che invece hanno sempre mostrato un
atteggiamento aggressivo verso gli omosessuali, tanto
da farne una questione di intolleranza religiosa. È soprattutto a loro che il gruppo si rivolge quando in Così sia
afferma: “Smettetela di combattere contro loro (i diversi),
perché questa non è la vera Babilonia contro cui vi siete
sempre scagliati, bruciate le vostre paure e i vostri fottuti
idoli, liberate la vostra mente”. L’ignoranza e la paura del
“diverso” che la fanno da padrone: “Da sempre si tenta di
distruggere ciò che non si comprende, ma non c’è bisogno
di andare in Giamaica per trovarsi di fronte a questa assurdità. La santa chiesa cattolica ha fatto e sta facendo ben
di peggio”.
I concetti sono amplificati dal video in cui viene rappresentato un mondo “al contrario”, popolato da coppie gay/
lesbo, in cui l’etero è il diverso che viene allontanato da
tutti: “È una visione un po’ forzata, ma speriamo efficiente
e diretta. La peculiarità dell’individuo risiede nella diversità e unicità della persona, che deve essere apprezzata e
rispettata, qualunque essa sia”. Capito, Fabri?
NOTE IN PILLOLE
NOTE IN PILLOLE
Christina Aguilera – Bionic
Oltre a una indiscussa dote vocale Christina Aguilera ha dalla sua una buona dose di ironia: lo ha dimostrato
parodiando, con un gusto che tracima trash, le sue colleghe ben più famose, Madonna, Gwen Stefani e Lady Gaga
nel divertente video Not Myself Tonight. A sua detta i gay adoreranno questo album e non c’è da meravigliarsi
che sia proprio così: Bionic miscela il meglio di Christina degli album precedenti con interventi d’autore quali Linda
Perry, M.I.A., Ladytronic e Sia, che gli hanno conferito un tocco di magia.
Janelle Monáe – The Archandroid
Vogue l’ha definita “un tipo diverso di diva” e Attitude l’ha già traghettata nelle alte sfere del pop. Certamente
il talento non le manca; soprattutto Janelle Monáe ha saputo aggiungere un tocco originale allla musica funk,
conferendole un’aura orchestrale tale da evocare i grandi musical e le colonne sonore degli anni ’60. The
Archandroid si annuncia come una delle realizzazioni più innovative e immaginative di quest’anno. Sicuramente
farà breccia nelle nuove generazioni, e non solo. Ascoltare per credere.
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settembre 2010 · PRIDE
MALAFEDE
IL LATO OSCURO DELLA CHIESA
Numero SPECIALE
da SETTEMBRE
in Edicola
SCANDALO
PRETI PEDOFILI
Le accuse delle vittime
La risposta di Ratzinger
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PRIDE · settembre 2010
L’ambiguità dei Vescovi
La crisi politica del Vaticano
23/08/10 10.48
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RUBRICHE
Vita notturna
di Francesco Belais
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Com’è che diceva quel proverbio? Fatta la legge trovato l’inganno… Già il popolo della notte in risposta alle norme antialcol
si era adoperato con bottiglie di superalcolici, magari comperate nei supermercati e lasciate in macchina, per l’occasione
trasformatasi in cambusa. Dal momento che si deve uscire per fumare, si esce anche per farsi un cicchetto e alzarsi lo
spirito, in tutti i sensi. Adesso, la grande novità sono le bevande anti-sbornia di cui ultimamente è aumentata moltissimo
l’offerta nei locali della movida notturna. Tali bibite, che rientrano nella categoria degli integratori a base di erbe e vitamine, promettono di abbassare il livello di alcol nel sangue, di mantenere svegli dopo un eccessivo consumo di alcol e di
prevenire i postumi della sbornia. Ma i dubbi sul loro effettivo funzionamento in realtà sono tanti e la loro efficacia è tutta
da dimostrare. Molti esperti stanno studiando la cosa e c’è il timore che sia tutta una rischiosa operazione di marketing.
Insomma, se avete bevuto come delle pazze o vi siete fatte di tutto e di più, non affidatevi a questi rimedi, evitate di
guidare, prendete i mezzi, il taxi, e ritornatevene a casa. Meglio un gran mal di testa il giorno dopo che non lasciarci la pelle.
Uffa, sono già finite le vacanze e siamo tutti tornati in città. E va be’ ragazzi, dai, si ricomincia.
GENTE DELLA NOTTE GIUSY CONSOLI
Nata a Catania sotto il segno dei
Gemelli, ma cresciuta a Milano, si
trasferisce a Modena non appena
maggiorenne per cominciare a
vivere liberamente la sua vita di
persona transessuale. Presto diventa
una delle dj più famose del nostro
paese. Fondatrice e dj resident del
party Folies de Pigalle, indiscutibile
madrina del mondo gay e musa di
Enjoy Television, nell’estate 2010 ha
creato il nuovo G Party e pubblicato la
sua nuova traccia Get Higher
Com’è che hai deciso di diventare una dj?
Il vinile mi ha sempre attratto, lo adoro da sempre,
compro dischi da quando ero piccina. Così ho
cominciato a suonare in giro nei migliori locali d´Italia,
con qualche incursione all’estero.
Come hai imparato?
Durante le mie feste, avevo assunto un bravo dj e lui mi
ha insegnato.
Ti senti più un animale notturno o diurno?
Indubbiamente sono un animale notturno!
Qual è la cosa più imbarazzante che ti è accaduta in
una serata?
Una volta sono andata a suonare in un locale, per
fortuna vicino a casa. Quando sono arrivata nel
parcheggio del club mi sono accorta di non avere
caricato i dischi in macchina... Che figura!
Qual è il tuo uomo ideale?
Il mio fidanzato è perfetto.
Cosa guardi in un uomo?
La prima cosa che guardo sono le mani, poi... il resto è
meglio non dirlo!
Il posto più strano dove l’hai fatto?
Ero a Capri con un’amica, volevamo vedere le famose
grotte, così affittammo una barca e due fratelli si
offrirono come marinai, ci accompagnarono e...
Dove possiamo trovarti di notte?
Spesso resto rinchiusa in studio lavorando a una nuova
traccia, oppure mi rilasso guardando un buon film, altre
volte sono su Facebook fino a notte fonda. Mi piace
anche uscire, fare relazioni pubbliche nei vari locali.
Fai serate da un sacco di tempo e con successo, non ti
senti mai stanca, pensi mai di smettere?
No, al contrario, più vado avanti più mi piace! Il mio
lavoro e la musica sono la mia vita. Spero di andare
avanti ancora per molto tempo.
La crisi economica si fa sentire nel mondo della notte
e dei locali?
Certo che si nota, anche se penso che siano ancora più
deleteri gli eccessivi controlli sulle strade. La gente ha
paura a muoversi, molti locali stanno avendo problemi.
Cosa pensi della scena gay italiana?
Penso che da lì escano sempre i migliori creativi, in
tutti i settori, dalla moda al marketing.
Cosa pensi dei recenti attacchi di omofobia in Italia?
Trovo assurdo e ingiusto qualsiasi atto violento.
Tu sei mai stata discriminata nella società o hai subito
attacchi di vario tipo?
Più che discriminazione ho dovuto lottare contro
l’invidia. Sono cosciente di attirare l’attenzione degli
uomini e non solo. Mi sono abituata ad avere sempre gli
“occhi addosso”.
Un tuo messaggio alla comunità gay?
Proteggetevi! Un preservativo in tasca non pesa ed al
momento giusto ci salva la vita! A tutti!!
PIATTI CALDI
Giusy Consoli feat. Luca G – Get Higher (Serial Killer Vynil)
Nuovo singolo della lady dj più famosa d’Italia, questo mese ospite della nostra rubrica: Giusy Consoli. Atmosfere
anni ‘90, che riportano l’orecchio alle sonorità degli Snap e alla euro-house di inizio decade, con tanto di rap interpretato da Luca G. Fedele alla sua linea molto club e trendy, la versione magistralmente diretta e creata da Giusy
(Giusy & Hozzy Andrew Remix) fa letteralmente saltare in aria. Bentornata Giusy!
Benny Benassi, Kelis, Apl.De.Ap and Jean-Baptiste – Spaceship (D:Vision – Universal)
Benassi è accreditato a livello mondiale tra i produttori di maggior profilo. Il dj italiano già vincitore di un Grammy
è accompagnato in questo nuovo promettente progetto da un trio di fuoriclasse della scena pop, prima fra tutti
la newyorkese Kelis, regina delle charts mondiali. Con loro il rapper Apl.De.Ap dal team dei Black Eyed Peas e il
produttore Jean-Baptiste.
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ATTUALITÀ + CULTURA
MISTER GAY ITALIA 2010
Dopo numerose selezioni in tutta Italia, che hanno visto partecipare 250 aspiranti al titolo,
sette finalisti si sono ritrovati il 20 agosto a Torre del Lago per conquistare la fascia e la
possibilità di rappresentare il mondo glbt per un anno.
Vincitore è Giuseppe Spatola, palermitano di 26 anni neolaureato in cinematografia, che
ha dedicato la vittoria alla coppia gay cacciata da un bar di Viareggio nella notte tra il 19 e
il 20 agosto da un carabiniere in divisa che ha visto i due ragazzi abbracciarsi. Giuseppe ha
poi chiamato sul palco il fidanzato, presente nel pubblico, e si è lasciato andare a un lungo
bacio simbolico.
Altre tre fasce sono state assegnate dalla giuria: “Mister gay giovani” è stata assegnata al
più piccolo dei concorrenti, il napoletano Emanuele Maringola di 18 anni e già volto di una
campagna contro l’omofobia e del Gay Pride Nazionale 2010; “Mister gay convinto” è Daniele
Montebelli, 27 anni di Rimini; il titolo di “Fidanzato ideale” è andato a Giuseppe Amato, 27
anni di Palermo. La kermesse è stata presentata da Fabio Canino e Paola Perego ed è stata
organizzata dal portale Gay.it e Me2. Su Gay.it è stato votato on line il concorrente preferito
che è risultato essere proprio il vincitore Giuseppe Amato!
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settembre 2010 · PRIDE
PRIDE · settembre 2010
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METROPOLI
Metropoli
www.prideonline.it
ITALIA
GAYDAR 23
Gaydar, il sito di incontri gay, lancia ora
Gaydar23, un servizio che offre agli utenti tra
i 18 e i 24 anni di accedere a tutte le funzioni
in maniera completamente gratuita. Gli utenti
che avranno i criteri richiesti usufruiranno
di messaggi e visualizzazioni profili senza
limite giornaliero, accesso alle foto e ai video.
Questo servizio sarà presentato sabato 25 in
occasione di “Europarty”, il party ufficiale di
presentazione dell’europride 2011 presso il
teatro Tendastrisce, www.europrideroma.com,
che accoglierà la superguest dj Ana Paula e
dove non mancheranno i due nuovi modelli
della nostra campagna 2010/11. Per maggiori
informazioni visitate il sito.
www.gaydar23.com
GAY-PARSHIP
Se non ne puoi più di incontri occasionali, di
non trovare nessuno o nessuna che ti faccia
battere forte il cuore, gay-PARSHIP è il servizio
giusto per te. Con circa 1 milione di iscritti è la
prima e più importante agenzia europea on
line rivolta a single omosessuali in cerca di una
storia d’amore importante. Look accattivante,
funzionalità sempre aggiornate, apertura
internazionale si uniscono a sicurezza e privacy
garantite. Per chi lo desidera c’è il coaching
gratuito e l’Assistenza Clienti. Ma non basta: ti
fa trovare davvero l’amore perché ti mette in
contatto solo con persone con cui sei affine, con
cui ci sono le basi per una vita insieme. Questo
è possibile grazie al Metodo Parship: più di
trent’anni di ricerche e un approccio scientifico
per determinare chi è veramente giusto per una
relazione di coppia armoniosa. Dati alla mano:
oltre il 38% di chi si abbona trova realmente
l’amore. La registrazione è semplice, gratuita
e include il test di personalità: i risultati sono
immediatamente disponibili, insieme a suggerimenti mirati per le proprie relazioni.
prideonline.parship.it
FESTIVAL DEI NUOVI TURISMI
In Puglia dal 30 settembre al 3 ottobre anche il
turismo glbt sarà protagonista del Festival dei
Nuovi Turismi, che presenta novità, curiosità
ed esperienze del nuovo turismo italiano: dal
percettivo allo scambio casa, dall’econaturale
al naturista ecc. Quattro giorni di armonia e
impegno, nella magnifica location del Nova
Yardinia di Castellaneta Marina. Ospiti Vladimir
Luxuria, Alessio Virgili, Alessio De Giorgi, Paola
Concia e, forse, Nichi Vendola. Animazione con
La Wanda Gastrica, la taranta, il burlesque,
tanto benessere, massaggi anche naturisti,
parties per festeggiare il nuovo rappresentante
di IGLTA in Italia.
www.festivaldeinuoviturismi.org
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PIEMONTE
TORINO
011 SAUNA CLUB
In pieno centro storico, il circolo privato 011
Sauna club offre 800 metri quadri di locale
pulito e discreto con sauna finlandese, bagno
turco, 400 metri quadri di labirinto malizioso,
dark cabins, glory holes, sling rooms, cruising
zone, maxi sala cinema, impianto tv a circuito
chiuso per la sicurezza degli spogliatoi.
Un’illuminazione soffusa e candele profumate
creano un’atmosfera calda e protettiva in un
tenue sottofondo musicale curato da un esperto
dj. Una maxi vasca idromassaggio cromoterapeutica aromatizzata offre ulteriore benessere
ai soci. Aperto tutti i giorni, il club è cruising
bar di sabato e organizza naked party fino
all’alba di domenica. I proprietari e il personale
offrono cordialità e sicurezza, e con simpatia
incoraggiano la conoscenza reciproca e l’amicizia. Con inusitata energia, inoltre, combattono
l’eventuale mercificazione dell’incontro.
Info: 011 284263
www.011saunaclub.it
GARAGE CLUB
Ampliato su due livelli con lounge bar, ristorazione, area fumatori, sala video, sauna finlandese con cromoterapia, vasca idromassaggio
Jacuzzi, ambienti relax, bagno turco e climatizzazione. Novità giovani: ingresso gratuito
per i ragazzi dai 18 ai 20 anni. Riduzioni per gli
under 25, militari, forze dell’ordine, soci circolo
Maurice, associazione GayLib e per gli orsi del
sito www.superbear.eu con secondo e terzo
ingresso gratuito per tutti. Sabato è “Bears
day”, ingresso ridotto con consumazione per
tutti i bear. Lunedì, mercoledì e venerdì dalle
22 il molto frequentato “Naked party”. Sabato
sera “Predisco” con sorteggio ingressi omaggio
e consumazione per Les Folies Scandal. Tutti i
giorni, dalle 19 aperitivo offerto ai soci. Aperto
tutti i giorni dalle 14 alle 2 (orario prolungato
nelle serate naked).
Info: 346 3006612
www.garageclub.it
LOMBARDIA
MILANO
COCKETTE
San Francisco, 31 dicembre 1969: con la messa
in scena della loro prima performance, il gruppo
di perfomers The Cockettes è ufficialmente
nato. A cavallo tra la ribellione hippie anni ‘60
e l’attivismo gay di Harvey Milk, le “psychedelic
drag queen” fanno della libertà la loro bandiera.
Autoironia, stravaganza, glitter, barbe, stivali
col tacco e muscoli: non ci sono regole nell’estetica e nelle performance delle Cockettes, che al
grido di “Genderfuck!” hanno fatto la storia.
A 40 anni dalla loro nascita, dalle ceneri di
Moquette nasce Cockette Party, non una
semplice serata in discoteca bensì un concetto
in cui credere! La prima serata bear&friendly a
offrire una varietà di pubblico e una selezione
musicale alternativa alle solite proposte. Niente
dresscode, no door selection, no tessere. Le
nostre parole chiave sono electronic, techno,
bear, queer, acid house, hetero-friendly, fag,
punk, muscle, chubby, hairy, party! Apertura
stagione invernale sabato 2 ottobre con special
guest da Madrid dj Rude Taylor (Hot Bears, The
Angel), Max_M (Cockette) e visual by Maivideo.
Info: 345 4670794, 345 6054350
www.cocketteparty.com
DEPOT
Se volete divertirvi e provare qualche cosa di
eccitante e provocatorio non potete perdervi
i party “No id”, nudo integrale e viso completamente coperto dal passamontagna, uno
degli eventi più riusciti e frequentati del nostro
calendario, che si svolge tutti i martedì sera
e il primo sabato di ogni mese. Altro appuntamento “strong” è quello del “Piss party”
l’ultimo sabato del mese. Tanta gente, tre zone
specificamente destinate al pissing e uno dei
club più hard e caldi del panorama italiano. Vi
segnaliamo anche il “Full fetish” party sabato
11 con rigorosa selezione all’ingresso in base
ad abbigliamento e calzature. Non mancano i
classici appuntamenti naked che trovate sul
calendario e la riuscita “Bsex night” in cui proprio tutti possono provare una serata Depot!
www.depotmilano.com
ILLUMINED
Tre piani di divertimento che vi aspettano in
pieno centro di Milano, questo è Illumined! Al
piano superiore ogni sera dalle 22 apre la “sala
Fire” la naked area del locale. Il bar è aperto 24
ore su 24 e nel piano seminterrato la zona relax
è sempre pronta, pulita e attrezzata con numerose e accoglienti cabine. Appuntamenti nella
sala Fire dalle 22 a settembre sono venerdì 3
il classico appuntamento “Fist”, venerdì 10
“Masked” party, venerdì 17 “Dildos party”,
venerdì 24 “Total naked” in tutto il locale.
Ogni sabato nella sala Fire è serata “Naked”.
Domenica sempre “Naked” dalle 20 tranne
domenica 26 con lo speciale appuntamento
“Fist” a partire dalle 15. L’ingresso è riservato
esclusivamente ai soci Arcigay muniti di tessera
e di proprio documento di identità. Cruising
Illumined è in via Napo Torriani 12 (vicino alla
Stazione Centrale).
Info: 02 66985060
LA MESSA
Sabato 11 il gruppo di promoter La Messa production festeggerà l’undicesimo anno di attività
con un grande party. La location dell’evento è
l’Amnesy disco di Lainate e il tema del party è
“L’indiscreto fascino del peccato”. Special guest
da New York Frankie Knucles accompagnato
dalla fantastica voce della cantante Lisa Millet.
Resident djs Roberto Intrallazzi, Paolo Berdelli,
Biance e Gianni Palombo. Sabato 18 apertura di
“Strong”, privé strictly gay in cui sarà presente
anche una dark room per rendere l’atmosfera
ancora più rovente. Ospiti della serata i dj
Claudio Di Rocco, Nacha World, Nunzio Da
Vinci. Sabato 25 in consolle i dj Walter S, Steve
Mantovani e Supernova.
Info: 347 4130373
www.lamessa.it
METRÒ CENTRALE SAUNA
Chi è rimasto a Milano durante l’estate ha
potuto godere di tutti gli agi della Sauna Metrò
Centrale. Non sono mancate le immersioni
settembre 2010 · PRIDE
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PRIDE
· settembre 2010
29/07/10 18:47
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METROPOLI
nell’idromassaggio, l’abbronzatura con la
nostra doccia solare, i massaggi rilassanti
anche su appuntamento Se l’estate non è stata
male ora si ricomincia: venite a trovarci per
rilassarvi e trovare divertimento. Aperta tutti
i giorni dalle 12 sino a tarda notte, a soli 500
metri dalla stazione. Domenica 5 e 19 offerto
nella zona bar un ottimo buffet. Riduzioni under
26 e possibilità di abbonamento.
www.prideonline.it
Info: 02 66719089
www.metroclub.it
Metropoli
ONEWAY
Rientrati dalle ferie? Il Oneway è pronto per
partire con grandi novità. Sabato 4 “Happy
birthday Giorgino dj”, ingresso speciale in lista
10 euro. Sabato 11 in console dj Max Morelli e
la sua musica commerciale-house. Sabato
19 Giorgino dj con la sua adrenalina per una
notte indimenticabile. Da venerdì 24 “Together
Friday”, il Oneway apre tutti i venerdì dalle 23
con musica house by dj Dave TMB, ingresso
unico 10 euro con 1 consumazione. Sabato 25
ritorna dj Max Morelli. Sabato ingresso 15 euro
o in lista 12 euro.
Info e liste: 02 2421341, 348 7424824, 345
7091435 (Angelo)
www.onewaymilano.com
STUDIO KNOW HOW
Proprio accanto alla stazione Centrale lo Studio
Know How è il più grande sex shop gay only in
Italia che soddisfa ogni esigenza grazie al suo
assortimento di dvd per ogni gusto, accessori
fetish, leather, bdsm dei migliori produttori
mondiali, gadget per un regalo divertente
o per sentirsi più orgogliosi. In fase finale di
costruzione il nuovo sito di e-commerce che vi
permetterà di scegliere e acquistare da casa in
tutta comodità e con la cortesia, la discrezione
e il supporto di sempre.
Info: 02 67391224
www.skhonlinemi.com
BRESCIA
FACTORY
Aprirà a settembre a Ospitaletto un nuovissimo
locale che farà molto parlare di sé. Significativa
new entry nel panorama del nightlife lombardo
e fortemente ispirato nello spirito e nel mood
alla Factory di Andy Warhol, si propone come
crocevia delle influenze musicali e del divertimento notturno.
La programmazione è strutturata su quattro
appuntamenti settimanali (lunedì, mercoledì,
venerdì e sabato), ognuno caratterizzato
diversamente per musica, ambiente e clientela. Cavallo di battaglia del Factory sarà il
mercoledì con l’Extravaganza, party rivolto
a un pubblico gay-trans-lesbo-etero, per un
ambiente open, friendly, e di assoluta tendenza.
Per l’inaugurazione di mercoledì 8 settembre
ospite e madrina della serata Silvia Bugio dal
GF8, accompagnata dal dj Thomas Dill from La
Troya Asesina di Ibiza, che sarà affiancato da
dj MaxB, dal vocalist Manuel Shock from Bolgia
e dall’animazione from LaMessa Production.
Altri ospiti alla consolle del mese di settembre,
mercoledì 15 il Francesco Belais dj dai migliori
gay parties di Milano e mercoledì 29 la mitica dj
Bianca from LaMessa production.
Info: 338 7460610, 328 4828471
www.factorydisco.it
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NEW TRAP GENERATION
Sabato 4 si riparte con “Black celebration”,
music by Mr. Mads dj; sabato 11 “New York, New
York nite” superfesta metropolitana con Luca
Carrara dj; sabato 18 appuntamento fisso e
imperdibile con gli Extralarge che presentano
“Celebrity” con Fake dj e Mr. Mads dj; sabato 25
“Uomini addosso” con Luca Carrara dj. Sabato
2 ottobre inizierà la saga “Icon party” dedicato
questo mese alla grandissima Raffaella Carrà.
Info: 340 6857585
www.trapmad.it
VARESE
ZSA ZSA
Lo Zsa Zsa diventa Zsallywood, un set cinematografico dove i più esibizionisti potranno
partecipare ai cortometraggi video che saranno
girati durante le serate. Situato nel cuore della
città di Varese, il locale è curato, intimo ma
non piccolo e sempre affollato di bella gente,
perché siamo un punto d’incontro tra Svizzera,
Piemonte e Lombardia. Da venerdì 10 ingresso
libero entro le 23:30. Sabato disco night.
Info: 3491734234
www.zsazsa.it
VENETO
VENEZIA
OASI GAY
Giovedì 30 alle 18 presso il Centro Culturale
Candiani di Mestre, Vincenzo Patanè presenterà
il suo ultimo libro: “Oasi gay – Miti & titani della
cultura omosessuale e lesbica”. Assieme all’autore sarà presente Roberto Ellero, responsabile
dell’Ufficio Cinema del Comune di Venezia.
METRÒ VENEZIA SAUNA
Rientri dalle vacanze e lo stress della città e
l’inizio al lavoro già ti urtano? Vieni al Metrò
Venezia per un bel massaggio rilassante. Il giardino estivo rimane aperto per continuare a stare
fuori a bere qualcosa in compagnia di amici o di
persone appena conosciute. Numerosi turisti,
infatti, non perdono l’occasione di venire in
sauna grazie alla vicinanza a Venezia e alla
stazione di Mestre.
Info 041 5384299
www.metroclub.it
PADOVA
DISCO RANDY
Randy e TheBlock assieme presso new Love
Disco! Randy è una nuova e ricca situazione
commerciale sapientemente guidata dai dj
Roby Ronkini, Jack e Killer con animazione,
ospiti e coreografie spettacolari. Il tutto in una
nuova spaziosa sala! In simbiosi continua la
grande house del Block Group accompagnata
dalle sonorità dei dj Arghentini, Andy J, Fabio
Moretto. A rotazione ospiti e dj internazionali.
Apertura ogni sabato dalle 23 alle 4. Ingresso
gratuito fino a mezzanotte. Randy è a Padova,
via Bernina 18.
Info 339 060434
www.block.it
FLEXO CLUB
Ripartenza alla grande con Beardoc Disco
Bear Night. Sabato 4 “Underbear” party, in
regalo sino a esaurimento scorte l’intimo
targato Beardoc e per chi lo indossa subito un
drink in omaggio! Special guest dj “XKY” from
Saragoza. Sabato 11 e 18 “Flexo disco night”
con dj Rikk Hard e special strip tease shows.
Sabato 25 “Leather night” in collaborazione col
nuovo club “Leather Friends Italia”; dress code:
leather, uniform, jeans, worker, rubber, skin,
naked, no fashion. Mercoledì appuntamento
con il “Salotto della Linda”, la nostra amata
show girl che ci tiene compagnia anche tutte le
domeniche con la serata “Dancing Queen” con
karaoke, drag queen show, superbingo.
www.flexoclub.it
HOT DOG
Tutte le serate di quest’estate sono state super
affollate e hanno confermato che nel club si crea
un ambiente intrigante e accattivante, sempre
con voi come veri protagonisti. Confermati
tutti gli appuntamenti con nuovi ambienti
rivoluzionati e più attraenti. Nuovo ingresso,
nuovo spogliatoio, nuovo bar, nuovi glory hole
“open & close”, nuove dark e sala video XXX. Da
settembre orario invernale con apertura alle 20
dalle 14 la domenica.
www.hot-dog-club.com
OFFICINA
Per tutto il mese di settembre officina vi aspetta
dal giovedì al sabato notte con eccitanti appuntamenti. Ogni giovedì e sabato solo nudi, mentre
il venerdì continua l’appuntamento “orgia” con
ingresso naked o underwear. Appuntamenti
speciali del mese in collaborazione con Porsei
veneti domenica 14 pomeriggio e sabato 25
sera: l’ingresso è solo con prenotazione su
www.gayromeo.com/porsei_veneti.
Speciale “orgia fist” con Luca_Mi animatore
hard venerdì 17. Se vuoi essere informato su
ogni iniziativa iscriviti al club virtuale www.
gayromeo.com/officina, e potrai anche conoscere tutti i membri! Ingresso riservato ai soci
Circuito Uno.
Info: 349 0941909
www.clubofficina.com
VERONA
ROMEO’S
A settembre, come sempre, ancora calde novità
che arricchiscono il divertente programma della
discoteca Romeo’s: venerdì 3 serata dance anni
‘80, venerdì 10 l’immancabile compleanno del
Romeo’s con tante sorprese, venerdì 17 una
serata calda con tanti maschioni sui cubi e
venerdì 24 la festa di addio all’estate. Sabato 4
la notte “H2O” by Silver Group con il dj Marco
Vivenzi da Viva Fm Radio. Sabato 11 ritorna la
“grossa” serata BeaRomeos per orsi e simpatizzanti con music by dj Giorgino e animazione al
microfono di Lola Voice. Le serate hard di settembre, oltre ai classici mercoledì “Underwear”
e giovedì “Naked”, sono sabato 18 serata “Mask
party” (con il viso mascherato da un passamontagna fornito dal club) e sabato 25 con il
mitico “Naked party”. Gli appuntamenti della
domenica pomeriggio, organizzati dal gruppo
“Arenasex” sono ancora in ferie e torneranno
domenica 3 e domenica 17 ottobre.
www.romeosclub.it
settembre 2010 · PRIDE
PRIDE · settembre 2010
67
GIORNO & NOTTE
Get Up
Metropoli
www.prideonline.it
Il circolo privato Get Up vi aspetta ogni sabato notte per proporvi Shake, la
serata di Bergamo fatta da gay per i gay che fa tendenza ed è ormai sinonimo
di successo e innovazione!
La nuova stagione invernale prevede ancora molti ospiti e sorprese, appuntamenti sempre diversi e dinamici: uomini nudi sotto le docce, lap dance
maschile, soft-erotic show… E per non farvi mancare nulla, anche drag party
con gli artisti più amati e acclamati.
La location è stata completamente rivoluzionata, archiviando la solita immagine di circolo riservato, chiuso e a tratti cupo e proponendo all’opposto un
ambiente fashion e più luminoso.
L’ultima scommessa Get Up firmata Shake, già da aprile 2010, è la scelta
di un vocalist maschile come “conduttore” delle serate, anticipando tutti i
tempi, come già al suo esordio nel 2008 quando Shake propose la figura
della resident drag queen come padrona di casa. Inoltre ogni notte vi aspetta
tutta l’animazione Shake, a partire da Moira dj e Andrew Sweet dj, dagli Shake
Angels alle Fatine Sfrante, al gruppo di ballo M.S.A., tutti capitanati dalla voce
magnetica di Frozen Voice!
La serata Shake si distingue per familiarità, educazione e cordialità che fanno
del Get Up un circolo festoso, spensierato e sorprendente. Un vero stile di
vita dove pregiudizio, discriminazione e mediocrità sono boicottati per dare
spazio alla tua personalità: Shake yourself!
www.shakebergamo.it
68
settembre 2010 · PRIDE
STUDIO KNOW HOW
ENTERTAINMENT
DVD n. 12432
DVD n. 12436
DVD n. 12473
DVD n. 12474
DVD n. 12496
DVD n. 12531
DVD n. 12541
DVD n. 12545
DVD n. 12555
DVD n. 12574
DVD n. 12576
DVD n. 12577
DVD n. 12594
DVD n. 12605
DVD n. 12617
DVD n. 12637
DVD n. 12638
DVD n. 12645
DVD n. 12651
DVD n. 12666
Per informazioni e ordini tel. 02 67391224
MILANO Via Antonio da Recanate 7 (MM Centrale) 20124 tel. 02-67391224 fax 02-67847756
Aperto dal lunedì al sabato (orario continuato) h. 9,30 - 19,30
ROMA Via S.Gallicano 13 (Trastevere) tel. 06-58335692 fax 06-58390427
Chiuso il lunedì, aperto dal martedì al sabato h. 10,00 - 20,00
www.skhonlinemi.com
[email protected]
PRIDE · settembre 2010
69
METROPOLI
TOSCANA
FIRENZE
Metropoli
FABRIK
Ogni giovedì “Blackout Party”, illuminazione
a intensità ridotta, contatti ad alto voltaggio.
Domenica 12www.prideonline.it
e domenica 26 “HardSexParty
h. 16-21”, dress code obbligatorio: leather,
rubber, sospensorio o total naked (ammissione
riservata in lista sul nostro sito) dalle 16 alle 21.
La serata prosegue regolarmente fino alle 3. In
collaborazione con bearwww.com sabato 18
“Bears Troops”, l’evento della comunità ursina
toscana. Weblist esclusivamente sul nostro
sito. Sabato 25: “Meat” disco. Sabato 2 ottobre:
“Stars on 45”, musica anni ‘70-’80-’90 solo da
45 giri!
Info: 349 8906645
www.fabrikfirenze.it
TORRE DEL LAGO
MAMAMIA
A settembre continua il divertimento for gay,
lesbo and friends sulla marina di Torre del Lago.
Giovedì 2 “Mama Mamme”, in collaborazione
con Agedo Toscana. Per una sera il Mamamia
è dedicato alle mamme e ai papà dei nostri
clienti. Sabato 4 “Party RMX”, preview del
nuovo locale toscano che aprirà il 2 ottobre c/o
Dress:code (Pisa). Sabato 25 “La notte degli
oscar”, un closing party ricco di sorprese. Per
70
cenare in modo davvero speciale Mamamia
consiglia Buddy, dove potrai mangiare con gli
amici e ogni venerdì e sabato “Bigodini drag
queen restaurant” con la Cesira e il suo staff!
Prenota sempre il tuo tavolo: www.bigodiniristorante.it Programma del Mamamia day by
day sul sito.
www.mamamia.tv
EMILIA ROMAGNA
BOLOGNA
QUEEN SISTERS SHOW
Simona Sventura e il suo cast vi invitano a uno
spettacolo di comicità e trasformismo con nuovi
appuntamenti da settembre il venerdì presso
“Cobà” Music Dinner a Forlimpopoli (FC) e
presso “Casanova” RistoPub a Bologna, e due
sabati al mese presso “Prime” Disco Dinner a S.
Giovanni in P. (BO). Show di Drag Cabaret dal 2
Ottobre presso “Blitz” Disco Dinner a Bazzano
(BO). Per i dettagli visitate il nostro sito web.
Info e prenotazioni: Giuseppe 338 1459580
www.queensistersshow.com
PIACENZA
CHIKOS
Sabato 4 “Chikos new fragrance 2010” vi
farà ballare in compagnia di Madame Yoyo,
Ciquitina e Amanda; sabato 11 è “Fluo”, il
party più colorato per continuare a ballare in
un’estate di festa e divertimento; sabato 18 sarà
invece “Closing party waiting for…” una festa di
chiusura della stagione che lascerà quel pizzico
di curiosità per quello che potrà accadere
subito dopo!
www.chikos.it
CAMPANIA
NAPOLI
DEPOT
Il programma di settembre prevede un divertente happy hour tutti i martedì sera. Per chi
invece cerca situazioni più decise, i naked party
del mercoledì e quello speciale di domenica
26 sono l’appuntamento ideale. Giovedì si può
entrare in due e pagare soltanto un ingresso e
giovedì 23 è la serata dedicata a tutti i bear e ai
loro amanti. Tutti i sabati il locale spegne le luci
per l’eccitante party “Black out”. Gli underwear
party del mese sono domenica 5,12 e 19. Vi
aspettiamo.
www.depotnapoli.com
SAUNA APOCALIXE
Prossimamente in zona Piazza Garibaldi la
nuova sauna Apocalixe su due piani, con sauna
finlandese, bagno turco, grotta idro, sale video
tv e xxx, sala fumatori, dark room, sex room.
Info: Enzo 333 9467202
www.apocalixe.com
settembre 2010 · PRIDE
cruising bar
24 ore su 24
7 giorni su 7
VIA NAPO TORRIANI 12
(STAZIONE CENTRALE)
MIILANO - TEL.0266985060
www.club-illumined.com
avviso riservato ai soci
in g re s s o e s c lu s iva m e nte c o n u n o - c a r d e d o c u m e nto di i d e nti t à
PROGRAMMA SALA FIRE SETTEMBRE
FIST PARTY
VEN 03/09 DALLE 22.00
DOM 26/09 DALLE 15.00
MASKED PARTY
VEN 10/09 DALLE 22.00
DILDOS PARTY
VEN 17/09 DALLE 22.00
TOTAL NAKED PARTY
VEN 24/09 DALLE 22.00
NAKED PARTY
TUTTI I SABATI DALLE 22.00
VIA NAPO TORRIANI 12
(STAZIONE CENTRALE)
MIILANO - TEL.0266985060
www.club-illumined.com
PRIDE · settembre 2010
71
DOVE & COSA
Shop
Center Fantasy sex shop
via Manzù 3/d, Curno (BG)
tel. 035 614111
www.centerfantasy.it
Dove & Cosa
www.prideonline.it
ANCONA
Pensiero Stupendo
Via Montignano 3, Castel Colonna (AN)
ven.–sab. e prefestivi 23:00–04:00
tel. 347 0779266, 347 4758758
www.pensierostupendo.net
21:00–4:00, chiuso lunedì
tel. 080 5580028
www.nordwinddiscopub.eu.com
Gilda Club
viale Einaudi 60
one night domenica
tel 340 8244204
www.francescopetit.fan-club.it
Saune
Saune
Velluto
S.S. Adriatica Sud 184, Marzocca (AN)
dom. lun e gio. 15:00–24:00, ven.
15:00–01:00, sab. 15:00–02:00
chiuso martedì e mercoledì
www.saunavelluto.it
Millennium Bath
via Adriatico 13
tel 080 5342530
www.millenniumbath.com
Locali e discoteche
ASTI
Locali e discoteche
Boschetto Bar
viale Partigiani 34
tel. 0141 352471, 347 5811687
BARI
Associazioni
Kabum Pride Village Associazione
Promozione Pari Opportunità
tel. 348 6104584
www.lefateignoranti.fan-club.it
Locali e discoteche
Boulevard Disco Pub
corso Vittorio Emanuele 40a/42
tel. 393 9904951
El Merendero Disco
SS 100 uscita Adelfia, Rutigliano (BA)
www.elmerenderodisco.it
Makumba Gay Pride
c/o Heineken Disco Pub
via G. Pastore km 1.100, Gioia del Colle
(BA)
one night gay ogni primo e terzo sabato
tel. 347 3670135
www.gaybari.it
North Wind Disco Pub
via Giannone 18 (zona campus)
Altro
Comotti Gomme
via Giovanni XXIII 1, Azzano S. Paolo
(BG)
sconti per i lettori di Pride
tel. 035 532110
[email protected]
Jammin’ Bar
c/o Orio Centre via Portico 59/61, Orio
al Serio (BG)
tel. 035 318210
BOLOGNA
Associazioni
BERGAMO
Arcigay nazionale
via Don Minzoni 18
tel. 051 6493055
www.arcigay.it
Comitato provinciale Arcigay Il
Cassero
via Don Minzoni 18
tel. 051 6494416
www.cassero.it
Locali e discoteche
Gruppi sportivi
Divina Fashion Bar
borgo Santa Caterina 1
19.00–2.00, chiuso domenica e lunedì
www.bardivina.it
Get Up Club
via Bianzana 46
tel 349 5525092
www.discogetup.com
La Chiave risto-piano bar
via S. Francesco d’Assisi
chiuso lunedì
tel. 335 5242390
www.lachiavepianobar.it
Mamo’s Bar
via Baschenis 13/a
dalle 17:00, chiuso lunedì
tel. 035 270014
www.mamos.it
Ristoranti
Trattoria Anita
via al Luio 60, Alzano Lombardo (BG)
chiuso lunedì e martedì a pranzo
tel. 035 521830
Saune
The City Sauna
via della Clementina 8
tel. 035 240418
www.thecitysauna.com
Bogavolley
c/o palestra CUSB via del Carpentiere 19
allenamenti mar./gio. 22:00–24:00
tel. 338 1083693
www.bogavolley.it
[email protected]
Gruppo Pesce
c/o piscina Vandelli via di Corticella
180/4
allenamenti lun. e gio. 19:30–20:30
tel. 329 4547793
Hotel
I Portici Hotel, 4 stelle
via Indipendenza 69
tel. 051 42185
www.iporticihotel.com
Locali e discoteche
Bart
via Polese 47/a
tel. 051 243998
www.bartclub.net
Easy Staff (stagione estiva)
c/o Chalet dei Giardini Margherita
viale Meliconi
one night venerdì 22:00–04:00
www.gaybologna.com
Blitz Disco Dinner
one night sabato con cena, drag show
e disco
via Circonvallazione Nord 147, Bazzano
(BO)
dalle 21:00
tel. 338 1459580
Ganesh
via Polese 47/c
19:00–03:00
tel. 051 5877771
Movida Club
via S. Felice 6/b
lun.–dom. 22:00–04:00
tel. 051/232507
www.cruisingmovida.com
PRIME Disco Dinner
one night glbt il 2° sabato di ogni mese
S. Giovanni in Persiceto (BO)
dalle 21:00 cena+disco
tel. 338 1459580
Red Club
via del Tipografo 2
dalle 23:00 venerdì e sabato
tel. 051 6011241
www.discoredclub.com
Ristoranti
Trattoria Papa Re
piazza Unità 6
chiuso domenica
tel. 051 356120
Saune
Black Sauna
via del Tipografo 2
14:00–02:00, ven.–sab. 14:00–03:00
chiuso martedì
tel. 051 6011241
www.blacksauna.com
Cosmos Sauna
via Boldrini 22
Steam
via Ferrarese 22/i
dalle 14:00
tel. 051 363953
www.steamsauna.it
Shop
Igor Libreria
via S. Petronio Vecchio 3
tel. 051 229466
www.facebook.com/igor.libreria
La Boutique dell’Eros
via Polese 32
tel. 051 4070551
www.laboutiquedelleros.it
BOLZANO
Hotel
Alpin Garden Wellness Resort, 4 stelle
via J. Skasa 68, Ortisei (BZ)
tel. 0471 796021, fax 0471 796601
www.alpingarden.com
Locali e discoteche
Bossanova Pub
via Cappuccini 8/a
tel. 347 4575846
The First disco
c/o Seicomesei via Buozzi 3 (vicino fiera)
one night sabato
tel. 333 6071630
www.thefirstdisco.it
Living Room Bar
via E. Ferri 31
tel. 030 2310939
da mar. a ven. 7:30–24:00, sab.–
dom. 17:00–01:00
Art Club
www.artclubdisco.com
Antico Borgo (dalla Giò)
via Borgo Trento 38
Circolo Le Visionnaire
concerti live, proiezioni, esposizioni
contrada Carmine 10/c
18:00–01:00 da lunedì a sabato
www.levisionnaire.info
Big Mama’s
via Mapella 7, Lonato (BS)
tel. 347 2563585, 347 1509452
www.bigmamas.it
DayBar
viale Europa 45/m, Montichiari (BS)
www.daybar.it
Factory Disco
c/o Parking Centro Commerciale
Italmark
via Padana superiore 171, Ospitaletto
(BS)
tel. 338 7460610, 328 4828471
www.factorydisco.it
Out Limits
via U. Foscolo 2, Paderno Franciacorta
(BS)
22:30–05:00 venerdì e sabato
tel. 347 5014287, 335 8775189
www.outlimits.it
Re Desiderio Pub
vicolo Lungo 11
www.redesiderio.com
Sisì pub
piazza Duomo 13/a, Desenzano del
Garda (BS)
tel. 030 9140085
lun.–sab. 21:00–02:00, dom. 18:00–
02:00, chiuso primo lun. e mar. del mese
www.sisipub.com
Trap
via Castagna 55
venerdì e sabato
tel. 340 6857585
www.trapmad.it
Saune
Splash Club
via Faustinella 1, Desenzano del Garda
(BS)
lun.–ven. 15:00–01:00, sab. 15:00–
02:00, dom. 14:00–24:00
tel. 030 9142299
www.splashclub.it
Shop
Sexy Shop C’est La Vie
viale Marconi 130, Desenzano del Garda
(BS)
aperto tutti i giorni
tel. 030 9911784
Altro
Lucas Kazan Production
produzione film hard
via del Molin 45/f, Desenzano del Garda
(BS)
tel. 333 2017811
www.lucaskazan.com
Saune
BRINDISI
Exit sauna wellness
via Visitazione 2/Mariaheimweg 2
lun. 14:00–24:00, mar. gio. ven. 18:00–
00:30, sab. dom. 14:00–00:30
www.sauna-exit.it
Hotel
BRESCIA
B&B Lune Saracene
strada Provinciale 28, OstuniFrancavilla km 13, S. Michele Salentino
tel. 0831 966294
www.lunesaracene.it
Locali e discoteche
72
settembre 2010 · PRIDE
DOVE & COSA
Pietrefitte B&B
contrada Pascarosa SP14 Ostuni/
Martina Franca
tel. 0831 330778, 348 0446507
www.pietrefitte.com
CAGLIARI
Hotel
B&B La Terrazza sul porto
Attico in centro con terrazza
panoramica
largo Carlo Felice 36
tel. 070 658997, 339 8760155
www.laterrazzasulporto.com
Locali e discoteche
Go Fish
via G.B. Venturi 12/14
giovedì e sabato
tel. 070 45453169, 348 5876314
www.go-fish.it
Il Fico d’India
lungomare Poetto
tel. 070 380936
Rainbow Café
via Rossini 16 angolo via Verdi
tel. 347 6078384
Altro
Il Delfino club, agenzia relazionale per
gay e lesbiche (su appuntamento)
via Bonaria 66
tel. 331 5262754
www.agenziaildelfino.com
CASERTA
Ristoranti
Taverna La Napoli Popolare
viale degli Ulivi, Pinetamare (CE)
tel. 081 5094144, 339 1221381, 331
9390916, 393 6748577
CATANIA
Associazioni
KALON associazione culturale glbte
Tel. 393 6711629
www.kalonglbte.it
Hotel
B&B Crispi Rooms
via Francesco Crispi 15, 1° piano
tel./fax 095 532548
www.crispirooms.com
B&B Four rooms
via Monserrato 9
tel. 095 448239, 348 3243872
www.4roomshotel.com
Hotel Villa Romeo, 3 stelle
via Platamone 8
tel. 095 534714
www.hotelvillaromeo.it
Locali e discoteche
Codice Rosso cruising bar
via Conte Ruggero 48
tel. 340 9076099
www.ilcodicerosso.com
Café Noir
zona porto vicino ex Capannone
tel. 349 2693745, 347 9548021
Le Capannine
viale Kennedy 93, Lidi Playa, Stradella
Capannine
tel. 349 2693745
one night venerdì
www.cristinagarofalo.it
Pegaso’s Circus
viale Kennedy 80, Lidi Playa
one night sabato e prefestivi
tel. 095 7357268, 348 3534116
PRIDE · settembre 2010
www.pegasos.it
Ristoranti
Neva Caffè
piazza San Francesco 4/5
07:00–03:00
tel. 095 315545
Saune
Terme di Achille
via Tezzano 13
da mar.a dom. 14:00–24:00, sab. no stop
t. 095 7463543, 333/4305708
www.termediachille.com
Sauna Mykonos
via Platamone 20
da mar. a dom. 16:00–23:00
tel. 095 531355
www.saunamykonos.it
COMO
Ristoranti
Risoamaro
via Milano (Mariano Comense)
chiuso domenica
tel. 031 750997
www.risoamaro.it
COSENZA
Altro
Libreria Domus Universitaria
corso Italia 74-84
tel. 0984 36910
055 213000
www.tabascogay.it
Y.A.G. B@R
via de’ Macci 8r
tel. 055 2469022
www.yagbar.com
Saune
Florence Baths
via Guelfa 93 rosso
tel. 055 216050
www.florencebaths.eu
Altro
Extro, parrucchieri
via di Avane 58, Empoli (FI)
tel. 0571 82007
FORLÌ - CESENA
Hotel
Villaggio Camping delle Rose
via Nazionale Adriatica 29, Gatteo a
Mare (FC)
tel. 0547 86213
www.villaggiorose.com
Locali e discoteche
Exarea Café
viale Gramsci 81
one night giovedì dalle 21:00 alle 24:00,
domenica aperitivo con drag show dalle
19:00 alle 22:00
tel. 338 5652490
www.myspace.com/exarea81
CREMONA
GENOVA
Associazioni
Locali e discoteche
Comitato provinciale Arcigay La Rocca
via Speciano 4 (presso ARCI)
tel. 338 7904939 (presidente),
348 3933587 (vicepresidente)
www.arcigaycremona.it
La Goccia, gay credenti
via De Berenzani 18/c
tel. 0372 471622, 347 4116736
Aqua Club Bar (presso la sauna)
gio. 21:30–01:00, ven.–dom. 21:30–
02:00
Virgo Discoclub
via Carzino 13 rosso
tel. 347 8151451
www.virgoclub.com
Locali e discoteche
Notte Praga
viale Po 129/d
one night sabato 23:00–04:00
t. 0372 410798, 349 3763150
www.nottepraga.com
FIRENZE
Hotel
Medici Hotel, 2 stelle
via de’ Medici 6
tel. 055 284818
www.hotelmedici.it
Pensione Matilde
via Nazionale 17
tel. 055 2690935, 392 9127871
www.pensionematilde.eu
Saune
Aqua Club
salita Salvatore Viale 15/r
da ven. a lun. 15:00–21:00, chiuso
martedì
tel. 010 588489
GROSSETO
Associazioni
Comitato provinciale Arcigay
Leonardo da Vinci
via Parini 7/e
tel. 0564 1911305, 347 0788972
www.grossetogay.it
Friendly Maremma
www. friendlymaremma.it
LECCO
Locali e discoteche
Ristoranti
Crisco club, gay disco - cruising bar
via San Egidio 43/r
tel. 055 2480580
aperto dalle 22:00, chiuso dom. e mar.
www.criscoclub.com
Fabrik cruising bar
via del Lavoro 19 zona ind. Fibbiana,
Calenzano (FI)
mar.–dom. dalle 22:00
tel. 349 8906645
www.fabrikfirenze.it
Hard Bar 85
via Guelfa 85 rosso
tel. 055 2645461
www.hardbar85.it
Piccolo Café
borgo Santa Croce 23/r
tel. 055 2001057
Tabasco Disco Gay
piazza Santa Cecilia 3
Ristorante Sanmauro
via De Gasperi 82 (Casatenovo)
tel. 039 9202601
www.sanmauroweb.it
via Alfano 20/b, Torre del Lago (LU)
tel. 348 9173963
www.lasdunasbeb.com
B&B Libano
via Tabarro 23, Torre del Lago (LU)
tel. 335 5955290
www.bedandbreakfast-libano.it
Locali e discoteche
Adagio
viale Europa 9, Torre del Lago (LU)
12–notte
tel. 392 9232446
www.adagiolounge.com
Stupid!A
viale Europa 1, Torre del Lago (LU)
tel. 0584 350976
www.stupida.tv
Frau Disco
viale Europa, Torre del Lago (LU)
tel. 0584 342282
www.fraumarleen.com
G-Live
via Casola, Marina di Massa (LU)
tel. 0585 868034
Mama Beach
viale Europa a 100 m dal Mama Mia,
Torre del Lago (LU)
www.mamabeach.it
Mama Mia
viale Europa 5, Torre del Lago (LU)
tel. 345 1068618
www.mamamiadisco.com
Priscilla bar tabacchi
viale Europa, Torre del Lago (LU)
aperto tutto l’anno, Pride in
distribuzione
tel. 0584 341804
www.priscillacaffe.it
Ristoranti
Buddy
Fast Food – Caffè –Ristorante
viale Europa, 9
Torre del Lago (LU)
tel. 346 9952338
www.buddyhouse.it
Bigodini
venerdi e sabato cena e drag show
c/o Buddy
Viale Europa, 9
Torre del Lago (LU)
dalle 21:00
tel. 346 9952338
www.bigodiniristorante.it
MANTOVA
Shop
Etnoambienti, mobili etnici
via Lonato 4, Castiglione delle Stiviere
(MN)
chiuso lunedì mattina
tel. 0376 638007, 339 1118042
www.etnoambienti.it
MESSINA
Locali e discoteche
Shatulle Bar
piazza Palladini 4, Taormina (ME)
tel. 0942 23056
LUCCA
MILANO
Associazioni
Associazioni
Friendly Versilia
Tel. 199 443686 (infoline)
www.friendlyversilia.it
Comitato provinciale Arcigay CIG
Centro di Iniziativa Gay
via Bezzecca 3
lun.–ven. 15:00–20:00
tel. 02 54122225
Telefono amico gay: 20:00–23:00 lun.
mar. gio. ven. 02 541222227
www.arcigaymilano.org
AGEDO nazionale Associazione Genitori
Di Omosessuali
via Bezzecca 4
giov 14:00–17:30
Hotel
B&B La Mimosa
via Pisana 66
tel. 0583 583121, 345 3655932
www.bblamimosa.it
B&B Las Dunas
tel. 02 54122211
www.agedo.org
ASA Associazione Solidarietà Aids
via Arena 25
tel. 02 58107084
www.asamilano.org
Gruppo del Guado, cristiani
omosessuali
via Soperga 36
tel. 346 3081901
www.gaycristiani.it
Gruppi Sportivi
Gruppo Pesce Milano
Non le solite vasche! Nuoto e
nuoto sincronizzato con il gruppo
SyncDifferent
tel. 340 5246398
www.gruppopesce.org,
[email protected]
Hotel
Hotel Charly, 2 stelle
via Settala 76
sconti ai lettori di Pride secondo
disponibilità (no periodi fiera)
tel. 02 2047190
www.hotelcharly.com
Hotel Garda, 3 stelle
via Napo Torriani 21
sconti ai lettori di Pride secondo
disponibilità (no periodi fiera)
tel. 02 66982626
www.hotelgardamilan.com
B&B Maggiolina
via Edolo 6
tel. 392 4994983
www.bbmaggiolina.it
Locali e discoteche
Afterline Club
via Sammartini 25
lun.–sab. dalle 22:00, domenica chiuso
tel. 02 36519232, 339 3876398
www.afterline.it
Barbarella club
c/o Tropicana, viale Bligny 52
one night sabato
tel. 331 7130878
www.barbarellaclub.com
Join the Gap by CIG
c/o Borgo del Tempo Perso, via Fabio
Massimo 36
one night domenica dalle 20:00
tel. 02 54122225
Company Club
via Benadir 14
chiuso lunedì
tel. 02 2829481
www.companyclub.org
Cruising Canyon
via Paisiello 4
Depot cruising bar
via dei Valtorta 19
tel. 02 28970999
www.depotmilano.com
Flexo
via Oropa 3
lun.–sab. dalle 21:00, dom. dalle 15:00
tel. 02 26826709
www.flexoclub.it
Gasoline
via Bonnet 11
H.D.
via Caruso ang. via Tajani
lun.–mar. ven.–sab.
tel. 02 718990
Illumined cruising
via Napo Torriani 12
aperto 24 ore tutti i giorni
tel. 02 66985060
www.club-illumined.com
King
via Derna 19
chiuso martedì
tel. 346 1472861
73
DOVE & COSA
via Monte di Pietà 21
tel. 340 8789989
www.agenziaildelfino.com
Il Dito e la Luna, edizioni lesbiche, gay
e transgender
www.ilditoelaluna.com
L’altro martedì
c/o Radio Popolare FM 107.6
mar. dalle 22:40 alle 23:30 anche in
streaming
www.radiopopolare.it
MODENA
Associazioni
Comitato provinciale Arcigay Matthew
Shepard
via IV Novembre 40/a
tel. 348 7669298
www.arcigaymodena.org
Locali e discoteche
www.kingmilano.com
K.O. Club
via Resegone 1
dom.–gio. 22:00–03:00, ven.–sab.
22:00–06:00,
tel. 339 7798450
www.koclubmilano.com
La Casa della Musica
via Ascanio Sforza 81
one night serata DQ con La Cesira staff,
dalle 20:30
tel. 348 0435725, 333 2600608
La Messa
c/o Amnesy Disco
one night sabato
corso Europa 16, Lainate (MI)
tel. 347 4130373
www.lamessa.it
Le Maschere
via Maiocchi 1
10:30–2:00
tel. 02 20240176, 339 5621382
Mono
via Lecco 6
dj-set dopo le 23:00, chiuso lunedì
tel. 339 4810264, 347 4434228
www.myspace.com/monomilano
Next Groove Café
via Sammartini 23
10:00–02:00
tel. 339 2019933, 389 1073546
Nuova Idea
via De Gasperi 14, Corsico (MI)
gio. 23:00–03:00, sab. 21:30–04:00
Tel. 333 4816780
One way disco
via F. Cavallotti 204, Sesto S. Giovanni
(MI)
one night sabato
tel. 02 2421341, 348 7424824
www.oneway.it
Pour Homme
stagione estiva c/o piscine Saini, via
Corelli 136
one night sabato, 23:30–05:00
tel. 333 6656658 , 334 1178011
www.pourhomme.tv
Rhabar
alzaia Naviglio Grande 150
mer.–dom. 19:00–02:00
www.rhabar.it
That’s all
c/o Codice a Barre, alzaia Naviglio
Grande 98
one night venerdì
tel. 339 3632056, 349 1077832, 388
7556380
www.thats-all.com
The One
c/o “SIO disco bar”
via Piero e Alberto Pirelli 6 angolo via
Temolo
one night gio. da ottobre
74
tel. 328 7022099
www.theonemilano.com
X Club
via Sammartini 23
mer.–dom. dalle 21:00 fino al mattino
tel. 02 67070683, 328 7022099
www.xclubmilano.com
Ristoranti
Acqua e Farina
via dell’Artigianato 4 (Agrate Brianza)
tel. 039 6893022
www.acquaefarina.net
Cavallini
via Mauro Macchi 2
tel. 02 6693174
Grani e Braci
via Farini angolo via Ferrari
tel. 02 36637422
www.graniebraci.it
Saune
Alexander’s Club Sauna
via Pindaro 23
tutti i giorni 13:00–01:00
tel. 02 2550220
www.alexandersauna.net
Magic Sauna
via Maiocchi 8 (4°piano)
10:30–24:00, chiuso martedì
tel. 02 29406182
Metrò Milano Centrale
via Schiapparelli 1
12:00–24:00
tel. 02 66719089
www.metroclub.it
Metrò Milano Cimiano
via Oropa 3
mer.–dom. 14:00–21:00
t. 02 28510528
www.metroclub.it
Royal Hammam
via Plezzo 16
aperta tutti i giorni dalle 12:00
www.royalhammam.com
Terme di Milano
via Varese 4
tel. 02 29000516
Thermas
via Bezzecca 9
tel. 02 5450355
dom., mar.–gio. 12:00–24:00, ven.–sab.
12:00–01:00, chiuso lunedì
www.thermasclub.com
Shop
Arconati 9, arte e cornici
via Arconati 9
tel. 02 54100035, 338 7246028
[email protected]
Babele libreria
v.le Regina Giovanna 24/b
lun. 15:00–19:30, mar.–sab. 10:30–19:30,
dom. 15:00–19:30
tel. 02 36561408
www.libreriababele.it
Bushido Sex Shop
via Andrea Doria 48/a
tel. 02 6693651
lun. 11:00–19:30, mar.–sab. 09:30–19:30
dom 09.30–13:00
www.bushidomilano.com
CanCan, oggettistica e regali
via de Amicis 7
tel. 02 80502683
[email protected]
Imbarcogay Viaggi
via Fiamma 31
tel. 02 36504844
www.imbarcogay.it
Internet Café
piazza Duca d’Aosta 14
lun.–ven. 08:00–24:00, sab.–dom.
09:00–24:00
www.gayromeo.com/internetcafemilano
La Milanottica
via Vitruvio 43
sconti per i lettori di Pride
tel. 02 6693723
Pier pour hom, libri, moda e
oggettistica
via Mortara angolo via Alessandria
lun. 14:00–19:00, mar.–sab. 10:00–19:30,
dom. 15:00–19:00, chiuso ultima dom.
del mese
tel. 02 89075230
www.pierpourhom.it
Studio Know How Entertainment sexy
shop, leather shop
via Antonio da Recanate 7
tel. 02 67391224
lun.–sab. 09:30–19:30
Frozen
via Contrada 346
ogni martedì21:00–02:00
www.myspace.com/frozenitaly
Fusion Clubkfe
via Donzi 8
ogni giovedì 18:00–01:00
www.fusionclubkfe.com
NAPOLI
Associazioni
Comitato provinciale Arcigay Antinoo
vico san Geronimo 17
lun.–ven. 17:00–21:00
tel./fax 081 5528815
www.arcigaynapoli.org
Ponti Sospesi, gay credenti
www.gruppopontisospesi.eu
Hotel
Casa vacanze La Casa dei Gigli
via Tribunali 339
tel. 320 0123663
[email protected]
Dolce sonno Morelli
via Domenico Morelli 49
tel. 081 2452291, 338 3576314
Locali e discoteche
Depot
via della Veterinaria 72
mar.–dom. dalle 21:00
tel. 081 7809578
www.depotnapoli.com
Disco Velvet
via Cisterna dell’Olio 11
one night domenica
tel. 349 6748557
Macho Lato, disco-cruising-lounge club
via Abate Minichini 62
tel. 320 1994834, 328 3093182,
081/7803062
lun.–dom. dalle 22:00
www.macholato.it
Redmoon Disco
Centro direzionale Isola A/7 (via Taddeo
da Sessa - Corso Meridionale)
giovedì serata “bear”
tel. 349 5943306
www.bearsofnaples.it
Saune
Blu Angels Sauna
Centro direzionale Isola A/7 (via Taddeo
da Sessa - Corso Meridionale)
tutti i giorni 14:00–22:00
tel. 081 5625298
www. saunabluangels.com
Altro
Freelovers, organizzazione serate
tel. 392 6391100
www.freelovers.it
Napoligaypress, gay news blog a
Napoli e in Campania
www.napoligaypress.it
Velenika, organizzazione serate
tel. 349 6748557
www.velenika.it
PADOVA
Locali e discoteche
Anima bar
via Vicenza 15
Altro
Massaggi rilassanti e terapeutici
antistress, shiatsu, watsu e sportivi
Armando Migliolaro, via Gluck 50
tel. 347 2364970
www.ilmassaggiatore.eu
Terapista del massaggio
Massaggi antistress, decontratturanti
e shiatsu. Depilazione corpo (anche
zone intime). Su appuntamento,
anche a domicilio.
via Elio Reguzzoni 9
tel. 345 2162929
[email protected]
Aquarosa, centro estetico
via Anfiteatro 6
lun.–sab. 09:00–21:00
tel. 02 36519654
Il Delfino club, agenzia relazionale per
gay e lesbiche (su appuntamento)
settembre 2010 · PRIDE
DOVE & COSA
21:00–02:00, chiuso martedì
Bertelli’s, wine bar
via Gritti 3
aperto tutti i giorni dalle 18:00
tel. 347 8809766
Café Bangkok
strada dei Colli 45
aperto tutti i giorni
tel. 340 8137773
Dancing queen
one night domenica c/o Flexo
Flexo Multiclub
via Turazza 19, int. 3
mer.–dom. festivi e prefestivi dalle
22:00
tel. 049 8074707, 339 7379579
www.flexoclub.it
Flexo Club, disco-bar-cruising
via Turazza 19
mer.–dom. dalle 22:00
tel. 049 8074707, 339 7379579
www.flexoclub.it
Hot Dog
via Turazza 19, scala A
lun.–sab. dalle 20:00, dom. e festivi
dalle 14:00
tel. 338 6665207
www.hot-dog-club.com
Officina cruising
via A. Volta 1/7, Limena (PD)
gio.–sab. 22:00–03:00
tel. 349 0941909
www.clubofficina.com
Perché no? café
via Manzoni 4
19:00–02:00, chiuso lunedì
Tel. 348 8246191
The Block Seven Sins
v. Rossi 5, Rubano (PD)
tel. 333 90604343
www.block.it
Tiratardi Pub
via Palermo 20
tel. 347 7096771
www.tiratardi.it
Saune
Metrò Club
via Turazza 19
tel. 049 8075828
14:00–02:00
www.metroclub.it
Altro
Agenzia LeiLeiLuiLui, agenzia
matrimoniale e relazionale
tel. 349 0893495 (dalle 10:00 alle 21:00)
Tanti Lati Latitanti
c/o Radio Gamma 5 MHz 94,0
lun. dalle 19.30 alle 21.30 anche in
streaming
tel. (in diretta) 049 700700, 049 700838
www.radiogammacinque.it
Associazione Stanze al Genio
Casa-museo con esposizione
permanente di mattonelle antiche
e collezionismo vario
via Garibaldi 11
tel. 340 0971561
[email protected]
www.stanzealgenio.it
Saune
Locali e discoteche
Siesta Club 77
via Porta a Mare 26
dom.–gio. 15:00–24:00, ven.–sab.
15:00–01:00
tel. 050 2200146
Disco Andromeda
via Gramsci 5, Soragna (PR)
sabato e prefestivi dalle 22:00
tel. 0524 597204
Le Male Club
via Montesporno 16/a
tel. 347 1556550, 393 3308927
PERUGIA
Shop
Castro Market
9:30–19:00 da lunedì a venerdì
tel. 800 993305 (info e ordini), 075
8583526 (da cell.)
www.castromarket.it
PESARO - URBINO
Shop
Sexy Moon sex shop
via Nazionale Adriatica 21/23, Gabicce
Mare (PU)
tel./fax 0541 953608
www.sexyromagna.com
PESCARA
Saune
PORDENONE
Locali e discoteche
Heaven Club
via Friuli 16, Fontanafredda (PD)
mar.–sab. 22:00–04:00, chiuso
dom.–lun.
tel. 0434 999828
www.heavenclub.it
PRATO
Altro
Fotografo
servizi fotografici professionali per
moda, nudo, reportage, eventi locali
tel. 392 3781892
www.michelangelocicogna.com
Locali e discoteche
Ristoranti
Phoenix
via Caravaggio 109
mer.–dom.
tel. 085 73689, 338 5252134
www.phoenixclub.it
Blu Bar
viale Da Verrazzano 30
chiuso lunedì, estate sempre aperto
tel. 333 2420334
Art Livingston café/ristopub
via Marabina 239, Lido di Dante (RA)
dalle 9:00 all’alba
PIACENZA
Associazioni
Hotel
Zeus
via Vivaldi 66, Lido di Classe (RA)
tel. 0544 939172
www.zeushotel.it
Locali e discoteche
Exit Bar
piazza S. Francesco di Paola 40
21:00–03:00 chiuso martedì
tel. 091 6111990, 348 7814698
www.exitdrinks.com
Isla Blu Solarium Beach
viale dei Saraceni – Isola delle femmine
(PA)
One night martedì 22:30 – 3:30
I grilli bar
largo Cavalieri di Malta 11
Chikos, discoclub
via dell’Aguzzafame 87
tel. 335 8775189, 0523 497050
sab. 22:30–05:00
www.chikos.it
PRIDE · settembre 2010
Gay.it S.p.A.
via Ravizza 22/f
www.gay.it
Out Travel, agenzia viaggi
tel. 800 131011, 050 3155555
www.outtravel.it
RAVENNA
PALERMO
Altro
Altro
Rainbow Thermas
viale Europa 10, Montesilvano (PE)
tel. 392 3459549, 340 7708324
dom.–ven. 15:00–02:00, sab. orario
continuato
www.rainbowclubthermas.com
Locali e discoteche
AltroQuando libreria
via Vittorio Emanuele 143
tel. 091 6114732
www.altroquando.org
Bar Colors
via Mossotti 10
tel. 050 500248
www.colors.fm
HUB Disco
c/o DressCode (ex Insomnia)
Le Melorie, Ponsacco (PI)
tel. 345 1068618
www.hubdisco.it
PARMA
Comitato provinciale Arcigay
L’.A.T.OMO
strada Malchioda 39
tel. 346 6877021, 340 1643270
piacenzagay.blogspot.com
Shop
Locali e discoteche
Locali e discoteche
Locali e discoteche
Calipsho, bar gelateria
via M. Polo 22, Lido di Classe (RA)
tel. 0544 939234
Planet Café
via Guido Da Castello 13/d
one night martedì
tel. 0522 436660
Shop
Cactus Sex Shop
viale da Verrazzano 24, Lido di Classe
(RA)
tel. 0544 948207
www.sexyromagna.com
¿Why Not? Sex Shop
Via Circ.ne al Molino 74/a
tel. 0544 39308
www.sexyromagna.com
REGGIO EMILIA
Associazioni
Comitato provinciale Arcigay
Arcilesbica Giòconda
via Emilia all’Ospizio 102
tel. 0522 550383
www.arcigayreggioemilia.org
RIMINI
Hotel
B&B Casa Madana
via Giumbo 26/a
www.casamadana.com
Locali e discoteche
Classic Club, discoteca
via Feleto 11
tel. 0541 7311134
www.clubclassic.net
Enigma Labirint Club
via Ausa 173, Coriano (RN)
mer. e ven.–dom. 21:30–04:00
tel. 0541 729401
www.enigmalabirintclub.com
Fuera
piazzale Gondar 1, Bellariva (RN)
Altro
Nirvana Studio, per il tuo benessere
psicofisico
piazza Casalino 6, Fiorenzuola d’Arda
(PC)
tel. 380 5478212
www.gianantoniocorna.it
PISA
Associazioni
Comitato provinciale Arcigay Pride!
via San Lorenzo 38
tel. 050 555 618
www.arcigaypisa.it
75
DOVE & COSA
via L. Vanvitelli 33
tel. 06 5743912
www.imbarcogay.it
Internet Café
via Cavour 213
09:00–01:00
Non Solo Capelli
Largo Giovanni Ansaldo 6-7
tel. 06 5139600
Quiiky, tour operator gay
via della Consulta 52
tel. 800 030109, 06 45595886
www.quiiky.com
Studio Know How
sexy shop, oggettistica, DVD
via S. Gallicano 13 (Trastevere)
mar.–sab. 10:00–20:00
tel. 06 58335692, fax 06 58390427
Altro
tutti i giorni dalle 21:00, martedì drag
queen show
tel. 338 4655512
www.fuera.it
ROMA
Associazioni
AGEDO Roma
c/o Circolo Mario Mieli
lunedì 17:00–19:00
tel. 06 5413985
www.agedo.roma.it
Circolo di Cultura Omosessuale Mario
Mieli
via Efeso 2/a
tel. 06 5413985
www.mariomieli.org
Comitato provinciale Arcigay Gruppo
ORA
via N. Zabaglia 14
mer. Welcome Group 19:00–21:00, ven.
Gruppo Giovani 19:00–21:00
tel. 06 64501102
www.arcigayroma.it
Gay Help Line, consulenza legale,
psicologica, medica, info su locali ed
associazioni glbt
lun. mar. gio. ven. 16:00–20:00
tel. 800 713 713 (gratuito anche da cell.)
www.gayhelpline.it
R.E.F.O. rete evangelica fede e
omosessualità
c/o chiesa valdese di piazza Cavour
www.refo.it
Hotel
Ares rooms
via Domenichino 7, scala A (5° piano)
tel. 06 4744525, 340 2781248
[email protected]
www.aresrooms.com
B&B Gaspare
via Balilla 16
tel. 328 8333486, 328 3631863
[email protected]
www.bbgaspare.com
Hotel Derby, 3 stelle
via Vigna Pozzi 7
tel. 06 5136978
www.hotelderby.it
B&B Frutta e Verdura
via Vibio Sequestre 20
t. 347 2446721
www.fruttaeverdura.roma.it
Second Floor Colosseo
via San Giovanni in Laterano 10
Tel. 06 96049256, 333 4118620
www.2floor.it
76
Locali e discoteche
Alibi
via Monte Testaccio 39/44
mer.–sab.
tel. 06 5743448
Amigdala
secondo ven. del mese c/o Dimmidisi,
quarto ven. del mese c/o Rising Love
tel. 392 0929671
www.amigdalaqueer.it
Circolo degli Artisti
via Casilina Vecchia 42
one night Omogenic ogni ven. dalle
23:00
tel. 06 70305684
www.circoloartisti.it
Coming Out Pub
via S. Giovanni in Laterano 8
tel. 06 7009871
www.comingout.it
Eagle Club
via Placido Zurla 68
tutti i giorni dalle 22.30
www.eagleclubroma.com
Frequency
via Enea 34
ven. e dom. dalle 15:00
tel. 340 6939719
www.thefrequency.it
Frutta e Verdura
c/o Studio 69, via Monte Testaccio 94
after hour dom. e festivi dalle 04:30
tel. 347 8797063
Garbo
vicolo Santa Margherita 1/a (Trastevere)
chiuso lunedì
tel. 06 5812766
Gate
via Tuscolana 380
tutti i giorni 14:00–21:00
tel. 340 6939719, 347 6123752, 06
7840335
www.gateroma.it
Glamdala
c/o Lanificio 159, via di Pietralata 159/a
ogni terzo sabato del mese
tel. 392 0929671
www.amigdalaqueer.it
Hangar Disco Bar
via in Selci 69
chiuso martedì
tel. 06 48813971
www.hangaronline.it
Il Diavolo Dentro
largo Itri 23/24
lun.–gio. 16:00–20:00, ven.–sab.
22:00–04:00, chiuso dom.
tel. 392 3388267
www.ildiavolodentro.com
K Men’s Club
via Amato Amati 6/8
22:30–04:00, chiuso lunedì
tel. 06 21701268, 349 5876731
My bar
via S. Giovanni in Laterano 12
09:00–02:00
tel. 06 7004425
www.anfiteatro-mybar.com
Muccassassina
c/o Qube, via di Portonaccio 212
one night venerdì
www.muccassassina.com
Skyline Bar
via Pontremoli 36
22:30–03:00, ven.–sab. 22:30–04:00,
dom. 17:00–03:00
tel. 06 7009431
www.skylineclub.it
Ristoranti
Ristorante Cinese Città in Fiore
via Cavour 273
tel. 06 4824874
Taverna Edoardo II
vicolo Margana 14
chiuso martedì
tel. 06 69942419
www.edoardosecondo.com
Pani’s Restaurant
via Laurentina 62/a
da mar. a sab. la sera, dom. a pranzo
tel. 06 5408949
www.panisrestaurant.it
Il Delfino club, agenzia relazionale per
gay e lesbiche (su appuntamento)
piazza del Popolo 18
tel. 339 4237531
www.agenziaildelfino.com
SASSARI
Associazioni
MOS Movimento Omosessuale Sardo
via Rockfeller 16/c
tel. 079 219024
www.movimentomosessualesardo.org
SIRACUSA
Locali e discoteche
Libreria Caffetteria Biblios Café
via del Consiglio Regionale 11
tel. 093 121491, 347 7908092
www.biblios-cafe.it
TARANTO
Locali e discoteche
Cocomero’s
viale Jonio 160, S. Vito (TA)
tel. 099 4002795, 348 5416059
www.cocomerosclub.com
TORINO
Associazioni
Circolo culturale glbt Maurice
via Stampatori 10-12
tel. 011 5211116
tel. Linea amica ConTatto 011 5211132
lun.–ven. 19:00–21:00 sab. 15:00–17:00
www.mauriceglbt.org
Fondazione Sandro Penna
via Santa Chiara 1
tel. 011 5212033
www.fondazionesandropenna.it
Locali e discoteche
Caffè Leri
corso Vittorio Emanuele II 64
chiuso lunedì
tel. 011 543075
www.caffeleri.it
Extreme
via San Massimo 31
tel. 392 7132209
www.myspace.com/extremecafe
Il Male Pub
via Lombardore 10
21:00–03:00 chiuso dom. e lun.
tel. 349 6379853
www.ilmalepub.blogspot.com
Les Folies Scandal
c/o Chalet, viale Virgilio 25
one night sabato dalle 23:30
tel. 347 5811687
www.lesfoliescandal.it
Metropolis
via Principessa Clotilde 82
one night al sabato
tel. 011 484116
Queever
stagione estiva c/o discoteca Patio,
corso Moncalieri 346/14
one night domenica dalle 20:00
www.queever.it
Shortbus, libreria-cocktail café culturale
v. Gaudenzio Ferrari 5/i
mar.–sab. 18:30–02:30
tel. 011 2763987
www.shortbuscafe.it
Saune
Apollion Sauna
via Mecenate 59/a
14:00–23:00 tutti i giorni
tel. 06 4825389
www.apollionsauna.com
Europa Multiclub
via Aureliana 40
tel. 06 4823650
www.gaysaune.it
Mediterraneo Sauna
via Pasquale Villari 3
13:00–23:00 tutti i giorni
tel. 06 77205934
www.saunamediterraneo.it
Terme di Roma
via Persio 4
tel. 06 7184378
CONFORTEVOLE • DISCRETO • ORIGINALE
Shop
Box Sex Store
via delle Mimose 65/67
tel. 06 2312679
Edizioni Libreria Croce
via Noto 23
tel. 06 4746780
www.edizionicroce.com
Icecream Bears, dolci artigianali
via S. Giovanni in Laterano 120
tel. 06 97997028
www.myspace.com/icecreambears
Imbarcogay, agenzia viaggi
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VIA VIGNA POZZI, 7 (LARGO 7 CHIESE)
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settembre 2010 · PRIDE
DOVE & COSA
Tunnel Club
via Sordevolo 7/b
mar.–gio. 21:00–02:00, ven.21:00–
04:00, sab. 21:00–06:00, dom. 15:00–
02:00 chiuso lunedì
tel. 345 5948018
www.gayromeo.com/tunnelclub
XXX Cruising bar
via Messina 5/d
naked party mar. 20:00–02:00 e sab.
22:00–06:00
tel. 011 284263
www.011saunaclub.it
Zi’ Barba Ristovineria
via Pellico 13/e
18:00–02:00
tel. 011 658391
www.zibarba.com
Saune
011 Sauna
via Messina 5/d
lun.–ven. 14:00–02:00, sab. 14:00–
06:00 dom. e fest. 14:00–01:00
tel. 011 284263
www.011saunaclub.it
Garage Club
corso Stati Uniti 35
tutti i giorni 14:00 –02:00
tel. 346 3006612
www.garageclub.it
Arcilesbica Treviso e Belluno
Queerquilia
via Pisa 13 c/o Rifondazione Comunista
www.queerquilia.it
Locali e discoteche
Hostaria Vecchia Malvasia
via Trevisi 29
chiuso lunedì
tel. 0422 547819
Gold
via L. da Vinci 4, Godega S. Urbano (TV)
one night sabato
tel. 334 3165316
www.discogold.it
Saune
Hobby One Club
via L.da Vinci 4, Godega S. Urbano (TV)
chiuso lunedì
tel. 0438 388256
www.hobbyone.it
UDINE
Locali e discoteche
Pabitele
via Fiume 13
one night mercoledì dalle 21:30
VARESE
Shop
Locali e discoteche
Artifex, stile & design
Via Nizza 32
mar.–sab. 10:30–13:00, 15:30–19:30
tel. 011 5361527
www.artifextorino.com
Zsa Zsa
via Orrigoni 7
tel. 349 1734234 (info/liste), 346 2211545
www.zsazsa.it
Altro
Il Delfino club, agenzia relazionale per
gay e lesbiche
via San Francesco d’Assisi 22
tel. 340 8789989
www.agenziaildelfino.com
TREVISO
Associazioni
Comitato provinciale Arcigay
Ristoranti
Ristorante del pesce La Posada
via Rodari 18
10:00–15:00 e 17:00–02:00, tutti i giorni
tel. 0332 812650
www.ristoranteposadavarese.com
Quattrocento
via Santa Maria Maddalena 18
chiuso sabato mattina
tel. 0332 811310
Saune
Flug 3343 sauna
via Paradisera 58, Gallarate (VA)
tel. 0331 245959, 335 8190705
www.newflug.org
VENEZIA
Hotel
Altro
B&B Fujiyama
Solo camere per non fumatori
calle Lunga San Barnaba 2727A,
Dorsoduro
tel. 041 7241042, fax 041 2771969
www.bedandbreakfast-fujiyama.it
B&B La Venise
via Dante 107, Mestre (VE)
tel. 348 7751836
www.lavenise.it
Locali e discoteche
Glitter, disco-cruising bar
via delle Macchine 41/43, Marghera (VE)
tel. 346 2113085, 338 6677997
www.glitterdisco.com
Saune
Metrò Venezia
via Cappuccina 82/b, Mestre (VE)
14:00–02:00, ven.–sab. 14:00–03:00
tel. 041 5384299
www.metroclub.it
Altro
Erre studio’s, parrucchieri
rampa Cavalcavia 17, Mestre (VE)
mar.-sab. 09:00–18:00, no prenotazione
tel. 041 5314679
I Max
Parrucchieri e truccatori
via Monte Ortigara 12 Bussolengo (VR)
tel. e fax 045 6701077
www.imaxparrucchieri.it
Associazioni
Aletheia, associazione glbt
circoscrizione 6, via Thaon de Revel 44
incontri mer. dalle 20:30
tel. 333 2912035
www.gruppoaletheia.it
Ristoranti
Al Braciere
via Adigetto 6/a
tel. 045 597249
Saune
The City Sauna
via Giolfino 12
14:00–02:00
tel. 045 520009
Shop
Per essere inseriti, a pagamento,
nella rubrica Dove & Cosa di
Pride contattare:
[email protected]
Alimentari
di Della Rocca Pier Luigi
via Maiocchi 55/57, Roccalvecce (VT)
08:00–13:00 e 15:30–19:30
tel. 0761 911008, fax 346/7216629
ESTERO
GERMANIA - BERLINO
L’Église
via Santa Felicita 8
12:00–02:00, ristorante solo a pranzo
tel. 045 961178, 338 3907839
www.eglise.it
Luclà bar
via Bentegodi 4/a
lun.–ven. 07:00–02:00, sab.–dom.
18:00–02:00
tel. 345 2290250
www.luclacaffe.it
Romeo’s Disco Bar
via Giolfino 12
ven. sab. dom. disco dalle 23:00
tel. 335 7713380
www.romeosclub.it
Skylight
via Fontanella 28, S. Bonifacio (VR)
tel. 045 7612587, 338 2390848, 347
4200010
www.skylightdisco.com
Lugano guesthouse
via Tesserete 7, (Massagno), vicino alla
Gothic sauna (dove vi sarà consegnata
la chiave)
t. 0041 91 9676077
www.gothicsauna.net/ita/guesthouse.
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Shop
Hotel
Locali e discoteche
Hotel
VITERBO
VERONA
Il Minotauro
Ospitalità naturista a pochi km dal
centro di Verona con formula B&B
tel. 338 34072 27
[email protected]
vicolo Vecchio 3, (Massagno)
lun.–gio. e dom. 14:00–23:00,
ven.–sab. e prefestivi 14:00–01:00
t. 0041 91 9675051
www.gothicsauna.ch
VICENZA
Hotel
B&B Casal dei Pazzi
tel. 045 597249, 347 8149538
PRIDE · settembre 2010
Sexy Shop Prima o Poi
corso Milano 51
tel. 045 8187000
Sexy Shop Secret Paradise
via XX Settembre 43, Cavalcaselle SS.
11 (VR)
tel. 045 6402471
Abbonatevi a Pride!
[email protected]
Art Hotel Connection
Fuggerstraße 33
tel. 0049 (30) 210218800
www.arthotel-connection.de
SPAGNA - BARCELLONA
Hotel
Affittacamere Riccardo
via Aribau angolo via Aragò
tel. 0034 656898348
[email protected]
SPAGNA - GRAN CANARIA
Hotel
Pasiòn Tropical
c/o Las Adelfas 6, Playa del Inglés, San
Agustìn
tel. 0034 928770131
www.pasion-tropical.com
SVIZZERA - LOCARNO
Locali e discoteche
Max Way Bar
via B. Rusca 34
chiuso domenica
tel. 0041 91 7512936
www.maxwaybar.ch
SVIZZERA - LUGANO
Associazioni
Imbarco Immediato, associazione
gaylesbica Ticino
via Colombi 1, Bellinzona
tel. 0041 (0) 797800666
www.imbarcoimmediato.ch
Saune
Gothic
77
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OGNI
COMMERCIALDOMENICA
& HAPPY MUSIC • HOUSE • R’B’ - HIP HOP • ’70 -’80
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78
Comitato Provinciale Arcigay Milano
C.I.G. - Centro di Iniziativa Gay
tel. 02.54.12.22.25 • www.arcigaymilano.org
settembre 2010 · PRIDE
PRIDE · settembre 2010
79
Combatterlo
cambia molti aspetti.
Tranne il tuo.
Essere sieropositivi significa affrontare molti cambiamenti nella propria vita.
E i cambiamenti fanno paura. Paura, ad esempio, di avercelo scritto in faccia.
Ma oggi, con l’aiuto del tuo medico, anche l’Hiv può essere tenuto sotto controllo nel rispetto del tuo aspetto. Per questo occorre intervenire tempestivamente.
Perché combattere l’HIV è l’aspetto che conta.
La campagna è stata realizzata grazie ad un contributo non condizionato di Abbott.
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