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Non fidarsi, ma controllare il rifugio
23 IL CAFFÈ 31 agosto 2014 tra parentesi La denuncia IL CALVARIO Tyrone in piena salute; sopra, morente, poco prima di essere “addormentato”; sotto, un particolare in cui si vedono le escoriazioni e le tumefazioni che il cane aveva un po’ in tutto il corpo Il caso del dogo morto dopo 10 giorni passati in un canile, allarma i proprietari. Ecco cosa fare per evitare brutte sorprese “Non fidarsi, ma controllare il rifugio” I consigli delle Protezioni animali che condannano l’allettante business delle “pensioni” PATRIZIA GUENZI L’IDEALE Qui sotto, la situazione ideale per una pensione o un rifugio. I cani possono scorazzare e divertirsi per qualche ora al giorno L a legge federale sulla protezione degli animali parla chiaro: “Necessita di un’autorizzazione cantonale chiunque gestisce una pensione o un rifugio per animali con più di cinque posti”. In Ticino, le strutture private di questo tipo (oltre alle Protezioni animali di Lugano, Bellinzona e Locarno) sono parecchie. Impossibile però sapere esattamente quante. All’Ufficio del veterinario cantonale spiegano che sono racchiuse in un data base il cui codice di accesso ha solo un funzionario al momento in vacanza. Mah, segreto di Stato… Eppure sarebbe importante avere l’elenco e poter controllare, anche, a quando risale l’ultima visita da parte del Cantone. In fondo è un’attività redditizia, considerando il costo di 25-30 franchi al giorno per cane. Tanto più che nessun proprietario vorrebbe mai vivere l’esperienza di Jenny Pagani, raccontata dal Caffè domenica scorsa: ha consegnato al Canile alle Rive di Bosco Luganese il suo Tyrone, un dogo argentino di 4 anni, e dopo 10 giorni l’ha riportato a casa moribondo (vedi foto sopra). Senza entrare nel merito della vicenda Emanuele Besomi, presidente della Protezione animali di Bellinzona commenta: “Bisogna fare molta attenzione a scegliere bene. Negli ultimi anni rifugi e pensioni varie sono spuntate ovunque. E chi controlla? È una sorta di limbo in cui si inseriscono pure i tanti dog sitter, istruttori, terapisti, psicologi... Il business è allettante, quattro o cinque cani in pensione per un paio di settimane fruttano un bel gruzzolo”. I suggerimenti “Se non è socializzato attenzione allo stress che riduce le difese” 25.000 IN TICINO Si conta una “popolazione” di almeno 25mila cani in Ticino, mezzo milione in tutta la Svizzera, l’80% sono meticci 30 razze LE RESTRIZIONI Sono trenta le razze soggette a restrizioni in Ticino. Più o meno due su cento cani fanno parte di una razza considerata pericolosa Q ualsiasi cambiamento comporta un certo grado di stress, sia fisico che emotivo per il cane. Figuriamoci ritrovarsi in un ambiente nuovo e senza punti di riferimento! Non è per niente rassicurante. Detto questo molto dipende anche dall’animale. C’è il soggetto più socievole, abituato a seguire un po’ ovunque il padrone, a vedere posti e volti nuovi, e quello invece più “casalingo”, con rare occasioni per socializzare. “Comunque sia, prima di portare qualsiasi cane in pensione è bene fare un giorno o due di prova - spiega il veterinario Daniele Varini di Losone -. Si capisce abbastanza presto se può funzionare o no. Alcune razze faticano a separarsi dal padrone, mentre altre, come i labrador, ad esempio, sono molto più gestibili e adattabili. Un utile suggerimento è quello di la- sciare al cane la sua coperta, la brandina o la ciotola, si sentirà più a casa e, nel limite del possibile, meglio non cambiare la sua alimentazione”. Insomma, avere un cane non è semplice. È impegnativo. Significa anche doversi pre- Con la sua coperta il cane si sentirà a suo agio. Meglio non cambiare alimentazione occupare della sua sistemazione durante le ferie. Un’altra soluzione potrebbe essere portarlo con sè. “Non sempre è la scelta migliore - osserva Petra Santini, veterinario comportamentalista di Rivera -. Bisogna valutare bene se il viaggio e poi il luogo di soggiorno non siano una fonte maggiore di stress”. Già, lo stress. Un brutto affare, che Comunque, prima di consegnare il quattrozampe sempre meglio fare un giro di ricognizione, come suggerisce Luella Soldini, responsabile della Protezione di Lugano. “Guardare tutto attentamente, anche i box – spiega -. In questo modo il cane prende confidenza con un ambiente nuovo, torna a casa e si tranquillizza”. Oppure fare una giornata di “prova”, aggiunge Besomi, mentre Soldini consiglia: “La prima volta, se potete, fate un controllo improvviso a metà periodo”. Col senno di poi, ciò che avrebbe dovuto fare Jenny Pagani. Avrebbe visto che Tyrone stava molto male. Infatti, malgrado le cure immediate il cane ha dovuto essere “addormentato” per le gravi complicazioni sopraggiunte al fegato e ai reni. [email protected] Q@PatriziaGuenzi spesso può anche fare danni enormi all’animale, non sempre immediatamente visibili. “Proprio come succede a noi, lo stress riduce le difese del corpo - nota Santini - e quindi fare esplodere disturbi o malesseri, magari già latenti, ma che possono comprometterne pesantemente la salute”. Evidentemente, rifugi e pensioni devono essere dotate di box spaziosi, con all’interno una cuccia e all’esterno uno spazio sufficiente in cui il cane può sporcare, lontano da dove dorme e mangia. Non solo. Deve esserci un terreno recintato in cui gli animali posssono uscire, camminare e correre, singolarmente o a piccoli gruppi. “Ecco perché fare un test di un paio di giorni è importante - sottolinea Santini -. Magari da ripetere dopo qualche tempo, così da verificare se l’animale torna volentieri nella pensione o se invece cerca di starci lontano”. Il cane infatti non sa fingere. È istintivo, se ha piacere lo dimostra chiaramente. Inutile ripetere che la soluzione migliore va preparata prima: abituare il cucciolo, sin da subito, anche con altre persone e animali. In questo modo diventerà un sogggetto socievole, saprà restare solo e, se necessario, essere ospitato da amici e conoscenti senza distruggergli casa. Infatti, il primo periodo di vita del cane è determinante. Gli esperti insistono nel sottolineare che a incidere profondamente sul suo sviluppo psichico e comportamentale sono i primi tre mesi. Non per niente viene definito “periodo di socializzazione”. 25-30 fr. IL COSTO Al giorno, più o meno, tutti i rifugi, le pensioni e le protezioni animali applicano una tariffa tra i 25 e i 30 franchi per cane 40-160 fr. FR. LA TASSA In Svizzera i Comuni riscuotono una tassa sui cani fra i 40 e i 160 franchi all’anno. Un modo per finanziare i contenitori dei loro rifiuti e i sacchetti di plastica