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l Le collezioni biologiche in liquido
Secondo seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici
l Le collezioni biologiche in liquido
Pavia, 29 novembre 2002
A.N.M.S.
A S S O C I A Z I O N E N A Z I O N A L E DEI
M U S E I SCIENTIFICI, O R T I B O T A N I C I .
G I A R D I N I ZOOLOGICI E D A C Q U A R I
Riassunti dei contributi
U N I V E R S I T À D E G L I S T U D I DI P A V I A
C E N T R O I N T E R D I P A R T I M E N T A L E DI
SERVIZI
MUSEI UNIVERSITARI
Secondo Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici
L E COLLEZIONI BIOLOGICHE IN LIQUIDO
Pavia - 29 novembre 2002
(Palazzo Botta, Aula Spallanzani)
PROGRAMMA
Ore 10,00
Ore 10,30
Ore 10,45
Ore 11,15
Ore 11,45
Ore 12,15
Apertura dei lavori
Saluto delle Autorità
Introduzione della Presidenza dell'ANMS
La conservazione in liquido del materiale zoologico
Fausto Barbagli
Uso e ab-uso delle collezioni zoologiche in liquido: un caso di ricerca didattica nella museologia
moderna
Marco Zuffi
Studi biomolecolari su campioni antichi
Paolo Francalacci
Problematiche relative alle collezioni di botanica in liquido
Stefano Armiraglio, Francesca Giacinti e Renata Perego
Ore 12,45
Pranzo a buffet
Ore 14,30
Collezioni in liquido e musei anatomici. Il caso del Museo di Anatomia umana di Torino
Giacomo Giacobini
Valore museale delle soluzioni di dimora delle preparazioni anatomiche umane
Ezio Fulcheri e Salvatore Micalizio
Ore 15,00
SESSIONE LIBERA
Ore 15,30
Restauro del Museo di Anatomia Patologica di Venezia
S.Micalizio, V.Stracca Pansa, G.Capitanio e E.Fulcheri
Ore 15,40
Indagini chimico-fisiche sui liquidi di dimora della collezione antropologica Marro. Gli encefali degli
"alienati" dell'Ospedale psichiatricodi Collegno-Torino
S.Micalizio, M.Ginepro, L.Ferrari, R.Boano e E.Rabino Massa
Ore 15,50
Indagini istochimiche ed immunoistochimiche di valore diagnostico sui preparati museali antichi
conservati in liquido fissativo.
L.Ferrari, S.Micalizio, M.Papotti, R.Coda e G.Bussolati
Ore 16,00
Ore 16,10
Ore 16,20
Ore 16.30
Ore 16.40
Ore 18.00
Indagini bio-molecolari su preparati anatomici conservati al Museo di
Anatomia Patologica di Torino.
L.Ferrari, S.Micalizio, G. Botta, G. Voglino e R.Coda
Le mummie del Museo Egizio di Torino: indagini diagnostiche preliminari sullo stato di
conservazione
R. Boano, R. Grilletto, A.M. Donadoni Roveri, E. Rabino Massa e E. Fulcheri
Preparazione e conservazione museale di larve di Anfibi
E. Razzetti, C. Violoni e F. Bernini
A secco o in liquido? L'esperienza del Museo di Storia naturale dell'Università di Pavia
S. Moretti, F. Barbagli, C. Rovati e G. Piarulli
Dibattito
Chiusura dei lavori
Enti organizzatori
Centro Interdipartimentale di Servizi "Musei Universitari" dell'Università di Pavia
Associazione Nazionale dei Musei scientifici, Orti botanici, Giardini zoologici ed Acquari
Comitato o r g a n i z z a t o r e
Fausto Barbagli, Michele Lanzinger, Claudia Marcolini, Giuseppe Muscio, Fabio Penati, Clementina Rovati
C o o r d i n a m e n t o scientifico
Fausto Barbagli
Hanno contribuito
Dipartimento di Biologia Animale dell'Università di Pavia; Comune di Pavia; Azienda di Promozione Turistica
del Pavese, Parco del Ticino.
Ringraziamenti
Siamo grati a tutti coloro che in vario modo hanno contribuito alla realizzazione del Seminario: Sergio Bizzarri,
Giancarlo Greco, Stefano Maretti, Monica Siviero, Giuseppe Sanguini. Thomas Viezzoli.
Il
Riassunti
delle comunicazioni
i
Secondo Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici
"LE COLLEZIONI BIOLOGICHE IN LIQUIDO"
Pavia, 29.XI.2002
La conservazione in liquido del materiale zoologico
F A U S T O BARBAGLI
Centro Interdipartimentale
di Servizi "Musei Universitari " - Università di Pavia
La pratica di conservare in alcool il materiale biologico a scopo scientifico risale
alla seconda metà del XVII secolo q u a n d o fu impiegata dal celebre medico naturalista
olandese J a n S w a m m e r d a m (1637-1680). Essa permise agli zoologi di procurarsi, con
sempre maggior facilità, esemplari interi raccolti d u r a n t e i viaggi di esplorazione in terre
lontane e risultò di notevole impulso per lo sviluppo dei gabinetti di Storia naturale.
Successivamente la tecnica in questo settore a n d ò sviluppandosi con l'impiego di
nuovi conservanti e con la messa a p u n t o di diverse modalità di fissaggio dei campioni di
varia natura.
La letteratura in materia di tassidermia e preparazioni naturalistiche del X I X e X X
secolo testimonia la varietà delle soluzioni messe a p u n t o dai vari preparatori, allo scopo
di preservare al meglio la forma e i colori dei reperti.
U n impulso notevole al perfezionamento della tecnica fu dato alla fine del XLX
secolo da Salvatore Lo Bianco, preparatore della Stazione Zoologica di N a p o l i , inventore
di nuovi sistemi di conservazione, che si diffusero ben presto anche all'estero.
U n t e m p o come oggi, le principali problematiche riguardanti le collezioni in
liquido sono rappresentate da:
- La scelta dei liquidi di dimora e di fissaggio.
- La scelta dei recipienti e le modalità di chiusura
- La scelta dei materiali per la preparazione delle etichette
T u t t o ciò deve necessariamente tenere conto di tre principali necessità:
1) P e r m a n e n z a delle caratteristiche originali del c a m p i o n e
2) D u r a t a nel t e m p o
3) Rispetto delle n o r m e di igiene e sicurezza di chi manipola il materiale
4)
Costi
Gli interventi n o r m a l m e n t e effettuati nelle antiche collezioni si limitano in genere alla
m a n u t e n z i o n e dei preparati mediante il r i n n o v o della soluzione di dimora. Q u a l o r a si
abbia a che fare con materiale p r e p a r a t o con sistemi particolari è consigliabile mantenere
lo stesso tipo di liquido, altrimenti sarebbe preferibile o p t a r e per l'utilizzo dell'alcool
etilico ad appropriate concentrazioni.
Le operazioni di restauro straordinario riguardano invece la r i m o z i o n e di eventuali muffe
e la reidratazione di preparati disseccati per evaporazione del conservante.
Secondo Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici
"LE COLLEZIONI BIOLOGICHE IN LIQUIDO"
Pavia, 29.XI.2C02
Uso ed ab-uso delle collezioni in liquido.
Un caso di ricerca e didattica nella museologia moderna.
M A R C O A . L . ZUFFI
Museo di Storia Naturale e del Territorio, Università di Pisa
Il m a n t e n i m e n t o delle collezioni scientifiche riveste una particolare importanza
nell'ambito delle funzioni di ricerca dei Musei naturalistici. A l l ' i n t e r n o di questo consesso
è probabile che la condivisione delle nostre esperienze sia m o l t o alta. I musei naturalistici
si sono ulteriormente evoluti nel corso degli ultimi 15-20 anni, modificando e integrando
la funzione didattica e divulgativa di base che si è s t r u t t u r a t a negli ultimi anni. Il museo
passa da primario contenitore ed espositore di oggetti che mediano la p r o p o s t a di ricerca
di idee espositive innovative (diorami, m o s t r e t e m p o r a n e e , saloni multimediali), e
allettano lo studio e la didattica per tutti gli ordini dell'istruzione, a luogo anche della
formazione e della p r o m o z i o n e culturale (formazione per professionisti di settore,
aggiornamento dei docenti, sede di corsi universitari specialistici: zoologia dei vertebrati,
anatomia comparata, museologia scientifica). Il collezionismo pisano dei secoli passati ha
lasciato nei magazzini e nelle sale espositive del museo ingenti quantità di materiali di
particolare pregio estetico, e di interesse storico.
N e l corso degli ultimi sei anni, per esigenze di tesi di laurea e di mie ricerche, h o
utilizzato gran parte del materiale erpetologico delle collezioni storiche e recenti in
liquido (musei di T o r i n o , Genova, Trieste, U d i n e , Firenze, Pisa) per u n approccio
anatomico e funzionale della biologia evolutiva di diverse specie di rettili della regione
Paleartica occidentale:
• Testuggini palustri (Emys orbicularis) e terrestri (Testudo sp): dissezione, ecografie e
radiografie di femmine adulte per il conteggio e biometria degli ovari, delle uova
vitellogeniche e ovariche calcificate per la caratterizzazione del ciclo r i p r o d u t t i v o .
• Serpenti (Hierophis viridiflavus, Elapbe situla, N a t r i x natrix, Vipera aspis): biometria
cefalica di maschi e femmine; palpazione femmine riproduttive; ecografie e dissezioni;
analisi contenuti stomacali e intestinali, per d e t e r m i n a z i o n e ciclo r i p r o d u t t i v o .
• Serpenti (Hierophis viridiflavus,
Vipera aspis): asportazione dello scheletro cefalico e
degli organi r i p r o d u t t o r i maschili per analisi morfologiche classiche e di morfometria
geometrica finalizzate alla sistematica e alla filogenesi.
Il sistema e l'approccio sono ottimali, sono u l t e r i o r m e n t e perfettibili e consentono a
ricercatori e studenti u n uso finalizzato di r e p e n i spesso utilizzati anche nelle esposizioni.
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Secondo Seminano sulla c o n s e r v a z i o n e dei reperti naturalistici
"LE COLLEZIONI BIOLOGICHE IN LIQUIDO"
Pavia, 29.XI.2002
Estrazione e analisi del DNA da reperti museali
PAOLO FRANCALACCI
Università di Sassari, Dipartimento
di Zoologia e Antropologia
Biologica
F i n o a p o c h i anni fa lo studio di p o p o l a z i o n i estinte era necessariamente
limitato all'analisi del f e n o t i p o , sia a livello m o l e c o l a r e che m o r f o l o g i c o . Infatti,
sebbene molecole p r o t e i c h e , c o m e collagene e a l b u m i n a o di sostanze g r u p p o
specifiche A B O fossero già state isolate e analizzate da tessuti a n t i c h i , nessuna analisi
diretta del genotipo risultava possibile.
Per questa r a g i o n e la c l o n a z i o n e di u n gene m i t o c o n d r i a l e di u n equide africano
simile alla zebra, il quagga, estintosi all'inizio di questo secolo, ebbe u n notevole
i m p a t t o sulla c o m u n i t à scientifica: era infatti il p r i m o caso in cui i r a p p o r t i evolutivi
tra u n a specie estinta e i suoi p a r e n t i prossimi ancora esistenti v e n i v a n o ricostruiti a
livello genetico. Il t e r m i n e "ancient D N A " ( a D N A ) è d i v e n t a t o s e m p r e p i ù familiare a
t u t t i i ricercatori interessati allo studio biologico del passato. P e r genetisti di
p o p o l a z i o n e e studiosi di filogenesi si apre la possibilità di aggiungere la d i m e n s i o n e
t e m p o r a l e a discipline d o v e si ricostruiva u n processo storico, l ' e v o l u z i o n e , facendo
affidamento esclusivamente su dati t r a t t i dalla s i t u a z i o n e attuale.
U n a i n n o v a z i o n e nel c a m p o della biologia m o l e c o l a r e , l ' i n t r o d u z i o n e della
reazione di p o l i m e r i z z a z i o n e a catena (PCR) ha a p e r t o n u o v e possibilità in questo
c a m p o , superando in u n solo colpo i p r o b l e m i legati alla scarsità di D N A e al suo
cattivo stato di c o n s e r v a z i o n e . Q u e s t a tecnica è diventata b e n p r e s t o la tecnica di
elezione di questo t i p o di s t u d i .
D u e fattori h a n n o i m p o r t a n t i implicazioni sulla fattibilità e attendibilità di
queste analisi: la c o n d i z i o n e degli acidi nucleici n o r m a l m e n t e o t t e n i b i l i da tessuti
antichi e la possibilità della p r e s e n z a di c o n t a m i n a z i o n i da p a r t e di D N A m o d e r n o che
p u ò i n d u r r e risultati artefatti o questionabili. E n t r a m b i questi p u n t i s o n o f o r t e m e n t e
influenzati dalla delicata fase di t r a t t a m e n t o del c a m p i o n e di t e s s u t o p e r l'estrazione
del D N A .
Le collezioni museali r a p p r e s e n t a n o u n a fonte vastissima di r e p e r t i di interesse
biologico, e c o n s e r v a n o spesso c a m p i o n i di valore s t o r i c o che sarebbe difficile se n o n
impossibile ottenere n u o v a m e n t e . P e r t a n t o r a p p r e s e n t a n o delle vere e p r o p r i e banche
di biodiversità e la possibilità di u n loro utilizzo p e r studi paleogenetici risulta di
fondamentale i m p o r t a n z a . In m o l t i casi i r e p e r t i s o n o conservati in s o l u z i o n i liquide.
La molecola di D N A risulta p e r ò p o c o resistente in c o n d i z i o n i di p H l o n t a n o dalla
neutralità. In a m b i e n t e acido infatti si ha u n a s p o n t a n e a e r a p i d a t e n d e n z a alla
depurinazione che f r a m m e n t a la molecola in m o d o da cancellarne o g n i i n f o r m a z i o n e
c o n t e n u t a e renderla i n u t i l i z z a b i l e p e r ulteriori studi.
4
Secondo Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici
"LE COLLEZIONI B I O L O G I C H E IN LIQUIDO"
Pavia, 29.XI.2C02
Il maggior vantaggio della reazione di p o l i m e r i z z a z i o n e a catena, la capacità di
amplificare m i n i m i q u a n t i t a t i v i di D N A bersaglio (perfino u n a singola copia), nel caso
di analisi di D N A a n t i c o r a p p r e s e n t a il maggiore p e r i c o l o p e r l'attendibilità dei
risultati. Q u e s t o p a r a d o s s o è d o v u t o alla possibile presenza negli estratti di tessuti
antichi di tracce di D N A esogeno, che p o s s o n o causare dei risultati falsi positivi: un
problema l e t t e r a l m e n t e amplificato dalla alta sensibilità della P C R .
C o m e già a c c e n n a t o , la c o m p o n e n t e principale del D N A o t t e n i b i l e da campioni
antichi è di origine b a t t e r i c a o fungina. Q u e s t o fatto, sebbene n o n desiderabile, è
inevitabile e c o m u n q u e n o n interferisce con la reazione di P C R a causa della sua
specificità. Al c o n t r a r i o , perfino p o c h e copie di D N A
umano
moderno
accidentalmente p r e s e n t e n e l l ' e s t r a t t o , p e r la sua migliore c o n d i z i o n e , p u ò essere
amplificato con u n a cinetica più veloce, m a s c h e r a n d o la s e q u e n z a antica originale.
Queste c o n t a m i n a z i o n i p o s s o n o facilmente essere i n d i v i d u a t e q u a n d o si studiano
campioni n o n u m a n i , visto che le sequenze u m a n e p o s s o n o essere in genere facilmente
distinte da quelle di a n i m a l i o di piante. S f o r t u n a t a m e n t e , il c r i t e r i o filogenetico n o n è
più valido se l ' o g g e t t o e il soggetto dello s t u d i o a p p a r t e n g o n o alla stessa specie, ovvero
la specie umana. O v v i a m e n t e , le c o n t a m i n a z i o n i d e v o n o essere evitate in ogni caso,
ma una particolare a t t e n z i o n e deve essere p o s t a nel caso di studi di t i p o archeologico o
antropologico, v i s t o che u n risultato di falsa positività è difficilmente identificabile e
p u ò p o r t a r e ad i n t e r p r e t a z i o n i errate. A p p r o p r i a t i c o n t r o l l i d e v o n o essere p e r t a n t o
messi in atto ad o g n i passo.
Secondo Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici
"LE COLLEZIONI BIOLOGICHE IN LIQUIDO"
Pavia, 29.XI.2002
Problematiche relative alle collezioni di botanica in liquido
STEFANO ARMIRAGLIO, FRANCESCA GIACINTI E R E N A T A PEREGO
Museo Civico di Storia Naturale, Via Ozanam 4, 25128 BRESCIA
La conservazione dei vegetali vascolari è tradizionalmente affidata a tecniche di essiccazione.
La scelta di conservare in liquido porzioni vegetali è stata originariamente dettata dalla
necessità di mantenerne intatta la morfologia per scopi didattici, studi istologici e
organogenetici (PENZIG, 1894), e utilizzata per strutture difficilmente conservabili attraverso
l'essiccazione (frutti carnosi, strutture voluminose etc.). Questa tecnica è oggi rivolta
principalmente alle alghe, soprattutto a quelle con parete cellulare sottile e povera di sostanze
di sostegno. D i conseguenza, la letteratura che tratta questo tipo di conservazione è poco
approfondita ed estremamente frammentaria.
Il presente contributo è frutto di ricerche bibliografiche, di esperienze dirette e di
testimonianze ottenute da Istituti che conservano vegetali in liquido. Le informazioni
raccolte sono state integrate con lo scopo di fornire u n o strumento di lavoro a coloro che
studiano le collezioni in liquido, e di valorizzare le stesse, garantendo la possibilità di svolgere
su questi campioni ricerche n o n solo morfo-anatomiche, ma anche biomolecolari.
Sono stati individuati i principali liquidi finora utilizzati. Per ciascuno di essi è stata quindi
elaborata una scheda in cui vengono analizzati i vantaggi e gli svantaggi del loro impiego nella
conservazione delle collezioni (conservazione morfologica, colore, consistenza, integrità
biomolecolare etc.), così come quelli legati al loro uso, che possono ricadere sugli operatori
(rischio salute) e sulle strutture (costi, spazi etc.).
Le collezioni attuali di alghe, funghi, frutti, coni e parti vegetative di piante vascolari, sono
conservate normalmente in alcool o in formalina. Quelle costituite da materiale vegetale
fossile (coli, carpologiche e palinologiche) vengono invece prevalentemente conservate in
glicerina.
Sono state analizzate anche tecniche di conservazione di legni fossili, rinvenuti in depositi
saturi d'acqua, che prevedono fasi di immersione e conservazione in soluzioni acquose sature
di sali o con aggiunte di anticrittogamici, propedeutiche all'inclusione (o al trattamento vero
e proprio).
Attualmente i liquidi impiegati per la conservazione, p u r consentendo il mantenimento della
morfologia e delle strutture dei reperti, alterano o fissano la struttura biomolecolare delle
cellule, impedendo la possibilità di compiere alcune indagini a livello molecolare (sequenze
genetiche, numeri cromosomici, analisi enzimatiche etc.).
Si auspica quindi che le collezioni storiche esistenti vengano valorizzate nella loro
contestualizzazione storica e che le nuove indagini sui materiali e sui processi conservativi
consentano l'individuazione di nuovi liquidi n o n invasivi a livello molecolare e di procedure
di conservazione rispettose dei criteri di reversibilità.
6
Secondo Seminano sulla conservazione dei repeni naturalistici
"LE COLLEZIONI BIOLOGICHE IN LIQUIDO"
Pavia, 29.XI.2002
Collezioni in liquido e Musei anatomici.
Il caso del Museo di Anatomia umana di Torino.
G I A C O M O GIACOBINI E GIANCARLA MALERBA
Dipartimento di Anatomia, Farmacologia e Medicina Legale, Università di Torino.
L'origine del M u s e o di A n a t o m i a U m a n a di T o r i n o risale al 1739, quando il re
Carlo Emanuele ITI incarica il professore di anatomia G i a n Battista Bianchi di creare il
Museo dell'Università che c o m p r e n d e , tra le altre, u n a " C a m e r a della N o t o m i a " .
L'inventario del 1739 e quelli successivi r i p o r t a n o anche elenchi di preparati conservati in
liquido, la cui i m p o r t a n z a appare crescente in particolare d o p o la m e t à dell'Ottocento,
quando l'anatomia "artificiale" , basata su collezioni di modelli in cera e in altri materiali,
perde i m p o r t a n z a a favore dell'anatomia "naturale", che colleziona preparati reali
conservati con varie tecniche. Le possibilità offerte da vari liquidi di conservazione
attirano quindi s e m p r e più l'interesse, p o r t a n d o alla costituzione di i m p o r t a n t i collezioni
utilizzate a scopo museale, ma spesso anche a scopo didattico e di ricerca.
Lo studio dei materiali presenti in u n museo antico c o m e quello di T o r i n o ,
attualmente in corso di riordino, p e r m e t t e quindi di seguire le vicende connesse alla storia
delle collezioni a n a t o m i c h e in liquido, identificandone anche le tipologie e valutando le
necessità e le modalità di interventi di restauro. Questi preparati, c o m e gli altri del museo,
costituiscono u n p a t r i m o n i o in beni culturali scientifici, il cui studio rivela strette
correlazioni con altre tipologie di oggetti conservati (altri tipi di preparati, strumenti di
preparazione, d o c u m e n t i di ricerca, pubblicazioni scientifiche).
Secondo Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici
"LE COLLEZIONI BIOLOGICHE IN LIQUIDO"
Pavia, 29.XI.2002
Valore museale delle soluzioni di dimora delle preparazioni anatomiche umane
Ezio FULCHERI E SALVATORE MICALIZIO
Anatomia Patologica dell'Università degli Studi di Genova
N e l presente lavoro viene tracciato un profilo dei principali Musei di A n a t o m i a
Patologica Italiani e brevemente ne v e n g o n o delineate le caratteristiche museali.
Le considerazioni che e m e r g o n o dall'esame dello stato di conservazione dei reperti
e degli interventi di restauro operati negli ultimi anni p o r t a n o alla conclusione che t r o p p a
poca considerazione viene riservata alle soluzioni di d i m o r a intese come parte n o n
integrante del reperto museale da sostituire alla stregua di u n antisettico o di u n
disinfestante.
A n c h e se impiegata in larga parte delle collezioni, la formalina risulta essere n o n
l'unico liquido fissativo. In ogni m u s e o infatti venivano usati u n o o più liquidi o miscele
fissative spesso frutto di ricerche personali.
A fronte di questa osservazione pare riduttivo i n t e n d e r e il liquido di d i m o r a come
u n semplice mezzo di conservazione.
I preparati anatomici patologici possono essere caratterizzati dalla presenza e
accumulo di sostanze endogene patologiche o esogene, farmacologiche o da intossicazioni;
il liquido di dimora è in grado di interagire con il r e p e r t o anatomico n o n solo
modificandone parzialmente la composizione chimica di alcune c o m p o n e n t i m a anche
estraendo sostanze chimiche o metaboliti presenti nei tessuti. Il liquido di dimora diventa
parte integrante del reperto anatomico storicizzandosi ed autenticandosi con esso.
Infine va ricordato che ogni specifico singolo liquido di d i m o r a è in grado di
alterare alcune c o m p o n e n t i dei tessuti e preservarne specificatamente altre. In ogni m o d o
si deve ritenere che il preparato anatomico si stabilizza nel t e m p o integrandosi con il
liquido di dimora in un micro a m b i e n t e confinato. O g n i variazione del liquido di d i m o r a
costituisce u n o shock chimico e fisico per il tessuto in grado di determinare danni ad ogni
livello. La conoscenza delle caratteristiche dei liquidi di d i m o r a e la conservazione degli
stessi è presupposto essenziale per la fruizione scientifica del materiale. In tal m o d o il
preparato anatomico antico p u ò essere impiegato con successo per la ricerca storico
scientifica sull'evoluzione e la patomorfosi delle malattie.
I liquidi di dimora dei preparati museali anatomici antichi v a n n o considerati parte
integrante dei preparati stessi in q u a n t o insieme ad essi costituiscono u n sistema chiuso in
grado di mantenersi nel t e m p o . N e i casi in cui le condizioni del preparato i m p o n g a n o u n
intervento sul liquido di d i m o r a è indispensabile tenere in considerazione l'interazione
del liquido con il reperto, p r o c e d e n d o all'analisi chimico-fisica del liquido nelle fasi
preliminari all'intervento.
8
Secondo Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici
" L E COLLEZIONI BIOLOGICHE IN L I Q U I D O "
Pavia, 29.XI.2C02
Restauro del Museo di Anatomia Patologica di Venezia
S.MICALIZIO*, V . S T R A C C A P A N S A * * G . C A P I T A N I O * * E E.FULCHERI*
*DICMI Sezione di Anatomia Patologica Università di Genova
**Servizio di Anatomia Patologica, Ospedale Civile, Venezia
Il Museo di A n a t o m i a Patologica dell'Ospedale Civile di Venezia contiene reperti
risalenti all'inizio del secolo X X .
In esso sono raccolti 307 reperti in liquido in vario stato di conservazione. Tali
reperti sono attualmente oggetto di u n intervento restaurativo che si articola sulla
suddivisione dei reperti stessi in differenti classi di i n t e r v e n t o a seconda delle condizioni
di conservazione quali v e n g o n o osservate ispettivamente.
Tale protocollo è m i r a t o essenzialmente al ripristino del c o r r e t t o r a p p o r t o
liquido-campione anatomico e prevede cinque classi di intervento: la semplice detersione
esterna del contenitore (A), la detersione del c o n t e n i t o r e seguita da rabbocco e
filtrazione del liquido di d i m o r a (B), talvolta reso più complesso dalle condizioni del
reperto o del liquido (C-D) ed infine il tentativo empirico di reidratazione di reperti
totalmente essiccati (E). In tal m o d o è possibile suddividere in m o d o razionale il lavoro,
p o t e n d o operare secondo fasce di intervento senza dover elaborare u n p r o t o c o l l o di
restauro "personalizzato" p e r singolo reperto.
Secondo Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici
Pavia, 29.XI.2C02
"LE COLLEZIONI BIOLOGICHE IN LIQUIDO"
Indagini chimico-fisiche sui liquidi di dimora
della collezione antropologica Marro.
Gli encefali degli "alienati" dell'Ospedale psichiatrico di Collegno-Torino
S.MICALIZIO*, M . G I N E P R O * * , L.FERRARI*, R . B O A N O * * * E E . R A B I N O MASSA***
^Dipartimento di Scienze Biomediche ed Oncologia Umana,
^^Dipartimento di Chimica Analitica,
***Dipartimento di Biologia Animale e dell'Uomo, Università di Torino.
La collezione a n t r o p o l o g i c a M a r r o si c o m p o n e di 21 encefali conservati in
liquido e di 95 crani a p p a r t e n u t i a soggetti ricoverati presso l ' O s p e d a l e Psichiatrico
"La C e r t o s a " di C o l l e g n o ( T O ) . Essa è stata raccolta dal Professor G i o v a n n i M a r r o
medico psichiatra ed a n t r o p o l o g o torinese d u r a n t e la sua attività t r e n t e n n a l e di
P r i m a r i o e D i r e t t o r e del L a b o r a t o r i o A n a t o m i c o .
R e c e n t e m e n t e sia la collezione craniologia che quella di encefali s o n o state
sottoposte ad i n t e r v e n t o r e s t a u r a t i v o , nel corso del q u a l e è stata eseguita su c a m p i o n i
del liquido fissativo di due encefali un'analisi chimico-fisica sulla p a r t e volatile con
gascromatografo.
Il liquido conservativo è risultato essere f o r m a l i n a e s o r p r e n d e n t e m e n t e è
risultata essere p r e s e n t e fenetilammina, sostanza o r g a n i c a che n o n c o m p a r e nella
c o m p o s i z i o n e di alcuna miscela fissativa n o t a e che p e r t a n t o deve derivare da cessione
da p a r t e del reperto a n a t o m i c o , p e r origine endogena o esogena, v e r o s i m i l m e n t e da
t r a t t a m e n t i farmacologici.
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Secondo Seminano sulla conservazione dei reperti naturalistici
Pavia, 29.XI.2C02
" L E C O L L E Z I O N I B I O L O G I C H E IN L I Q U I D O "
Indagini istochimiche ed immunoistochimiche di valore diagnostico sui
preparati museali antichi conservati in liquido fissativo.
L.FERRARI, S.MICALIZIO, M . P A P O T T I , R . C O D A E G.BUSSOLATI.
Dipartimento di Scienze Biomediche ed Oncologia Umana Università di Torino
I reperti a n a t o m o p a t o l o g i c i museali antichi sono stati a l u n g o considerati
esclusivamente dal p u n t o di vista m a c r o s c o p i c o e solo r e c e n t e m e n t e s o n o state
i n t r o d o t t e tecniche di indagine che h a n n o p e r m e s s o lo studio e la r i v a l u t a z i o n e delle
patologie antiche nel rispetto della p r e s e r v a z i o n e del r e p e r t o .
Sono stati esaminati casi di p a t o l o g i a i n f i a m m a t o r i a (endocarditi), neoplastica
(sarcomi), parassitaria (cisticercosi) e da a c c u m u l o (amiloidosi) in cui grazie alle
colorazioni i s t o c h i m i c h e ed i m m u n o i s t o c h i m i c h e si è in alcuni casi p o t u t a
riconfermare la diagnosi posta in passato ed in altri p o r n e u n a n u o v a secondo criteri
moderni.
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Secondo Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici
"LE COLLEZIONI BIOLOGICHE IN LIQUIDO"
Pavia, 29.XI.2002
Indagini bio-molecolari su preparati anatomici conservati al
Museo di Anatomia Patologica di Torino.
L. FERRARI*, S. MICALIZIO*, G . B O T T A * * , G . V O G U N O * * E R. C O D A *
^Dipartimento di Scienze Biomediche ed Oncologia Umana Università di Torino,
^Servizio di Anatomia ed Istologia Patologica e Citodiagnostica, Ospedale S.Anna, Torino.
Il Museo di A n a t o m i a Patologica di T o r i n o contiene 1300 reperti in liquido
risalenti ad u n p e r i o d o compreso tra il 1890 e il 1940. A l c u n i di questi reperti sono stati
campionati e sottoposti ad indagini bio-molecolari: i reperti scelti p e r questo studio sono
stati quelli che m o s t r a v a n o macroscopicamente i segni di infezione tubercolare,
confermata poi all'esame istomorfologico e reperti che microscopicamente erano
suggestivi di infezione da parte di virus H P V . I p r i m i c a m p i o n i sono studiati con
protocolli per P C R specifici per il D N A antico, i secondi con tecniche routinarie di uso
ospedaliero.
In e n t r a m b i i casi è stata dimostrata la preservazione del D N A
rispettivamente di Mycobacterium tuberculosis e di H P V , ceppi 16 e 3 1 .
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antico,
Secondo Seminano sulla conservazione dei repeni naturalistici
"LE COLLEZIONI BIOLOGICHE IN LIQUIDO"
Pavia, 29.XI.2C02
Le mummie del Museo Egizio di Torino:
indagini diagnostiche preliminari sullo stato di conservazione.
BOANO
::
R.*, GRILLETTO R. \ D O N A D O N I ROVERI A.M.**, RABINO MASSA E.*, FULCHERI E.***
^Università di Torino, Dip. Biologia Animale e dell'Uomo
**Museo Egizio di Torino
^"•'Università di Genova DI.C.M.I-Sez. Anatomia Patologica
Fin dalla sua fondazione, il Museo Egizio di T o r i n o possiede nelle sue collezioni
m u m m i e umane e di animali appartenenti alla collezione D r o v e t t i acquisita da Carlo
Felice di Savoia nel 1824; esse risalgono s o p r a t t u t t o al N u o v o R e g n o . Negli anni
successivi la collezione si arricchisce di nuovi acquisti, in particolare di alcune m u m m i e
predinastiche. Ma sono le campagne archeologiche a fornire u n grande n u m e r o di r e p e n i
antropologici d o c u m e n t a n d o anche le epoche più antiche della preistoria Egizia.
L'esplorazione sistematica è stata effettuata per la p r i m a volta dalla Missione
Archeologica Italiana tra il 1903 ed il 1935 sotto la guida degli egittologi E. Schiaparelli e
G. Farina e con la p a n e c i p a z i o n e dell'antropologo G. M a r r o .
I r e p e n i antropologici sono 94, così distribuiti: 23 sono esposti nelle sale del
museo, 16 sono conservati nel magazzino sarcofagi, 55 sono conservati nel magazzino
delle m u m m i e . Le m u m m i e con bendaggi parziali o t o t a l m e n t e assenti, che espongono
p a n i più o meno estese di tessuti, sono complessivamente 2 1 .
U n p a t r i m o n i o museale così ingente, di grande interesse storico oltreché biologico,
stimola inevitabilmente la discussione e l ' a p p r o f o n d i m e n t o del p r o b l e m a relativo alla
conservazione dei r e p e n i nel M u s e o .
La verifica dello stato di conservazione delle m u m m i e u m a n e viene effettuata anche
mediante l'esame istologico dei tessuti esposti. L'analisi consente di effettuare valutazioni
m o l t o fini e specifiche sulla tipologia di u n eventuale degrado e sulla presenza di agenti
inquinanti di natura inorganica od organica. Lo studio puntuale degli agenti infestanti
quali miceti e batteri assume u n significato rilevante per la scelta e la calibrazione di
appropriati interventi conservativi sui r e p e n i o di interventi sull'ambiente confinato in
cui questi vengono m a n t e n u t i .
Lo studio è stato c o n d o t t o su un campione preliminare di 16 m u m m i e . L'analisi
istologica ha previsto: il c a m p i o n a m e n t o , l'inclusione in resina, le colorazioni tradizionali
per identificare i tessuti, le colorazioni specifiche per identificare le colonie di batteri e di
miceti e la loro vitalità, l'analisi al microscopio a luce trasmessa ed al polarizzatore.
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Secondo Seminario sulla conservazione dei reperti naturalistici
Pavia, 29.XI.2002
" L E C O L L E Z I O N I B I O L O G I C H E IN L I Q U I D O "
Preparazione e conservazione museale di larve di Anfibi
E D O A R D O RAZZETTI, CARLO VIOLANI E F R A N C O BERNINI
Dipartimento di Biologia Animale, Università di Pavia, P.zza Botta 9, 27100 Pavia
Vengono prese in esame le diverse metodologie di conservazione in liquido degli
stadi larvali degli Anfibi ed in particolare degli anuri (i girini). Il protocollo più adeguato
per analisi di carattere morfologico e per la conservazione museale prevede la fissazione in
una soluzione di formalina al 10% per alcune ore e la conservazione definitiva in
formalina t a m p o n a t a al 10%. A l t r e tecniche utilizzate in passato, quali la fissazione in
formalina 10% e conservazione in alcool 70% o p p u r e la fissazione e conservazione in
alcool 70%, n o n p e r m e t t o n o di ottenere risultati costanti e d e t e r m i n a n o saponificazione,
f o n i distorsioni e retrazioni dei tessuti, dovuti principalmente alla disidratazione.
Q u a l o r a la conservazione sia finalizzata a ricerche di carattere genetico o
biomolecolare è invece o p p o r t u n o prevedere la fissazione dei campioni in alcool assoluto.
Grazie al materiale raccolto per ricerche di carattere morfologico e faunistico,
vengono presentate alcune immagini, riferite a specie italiane, di girini anestetizzati e di
esemplari preparati secondo le diverse tecniche.
Sono ricordate infine alcune linee-guida per la corretta preparazione e per la
gestione di questo tipo di preparati.
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Secondo Seminario sulla conservazione dei repeni naturalistici
Pavia, 29.XI.2002
" L E COLLEZIONI BIOLOGICHE IN LIQUIDO"
A secco o in liquido?
L'esperienza del Museo di Storia naturale dell' Università di Pavia
S. MARETTI, F. BARBAGLI, G. PIARULLI E C. ROVATI
Centro Interdipartimentale
di Servizi
"Musei Universitari
" - Università
di Pavia
Recentemente è stato p o r t a t o a t e r m i n e il restauro della sezione zoologica del
Museo di Storia naturale dell'Università di Pavia.
La valutazione dello stato di conservazione attuale dei preparati, a secco e in
liquido, ha permesso di confrontare la resistenza dei preparati agli agenti di d a n n o , nel
tempo.
L'esame delle collezioni di Pesci, Anfibi, Rettili e Mammiferi (solo Insettivori,
R o d i t o r i e Chirotteri) h a evidenziato perdite p e r c e n t u a l m e n t e simili p e r i campioni
conservati secondo le due modalità (17% dei campioni a secco e 14% di quelli in liquido),
ma i campioni in liquido a noi pervenuti risultano in uno stato di conservazione migliore (85%
Buoni; 3 % Mediocri; 12% Cattivi) rispetto a quelli naturalizzati (54% Buoni; 3 3 % Mediocri;
13% Cattivi).
Differenze particolarmente significative sulla resistenza degli esemplari nel t e m p o
sono state evidenziate nella collezione di C h i r o t t e r i , dove durante l'intervento di
recupero è stato necessario procedere al restauro del 8 8 % degli esemplari a secco, c o n t r o il
13% di quelli in alcool, m e n t r e per le restanti percentuali è stata sufficiente un'ordinaria
m a n u t e n z i o n e (sostituzione dell'alcool di dimora). I risultati dell'intervento straordinario,
tuttavia, sono risultati decisamente migliori nei reperti tassidermizzati (68% Buoni; 18%
Mediocri; 14% Cattivi), rispetto a quelli conservati in liquido (17% Buoni; 10% Mediocri;
7 3 % Cattivi).
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E L E N C O ISCRITTI
ABRATE Mario
Servizio di Anatomia Patologica - Ospedale di Savigliano
Via Ospedali, 14 - 12038 SAVIGLIANO (CN)
e-mail [email protected]
ALESSANDRELLI Ivana
с/о Dipartimento di Biologia Animale, Università di Pavia,
P.zza Botta 9, 27100 Pavia
AMMIRAGLIO Stefano
Museo Civico di Storia Naturale
V i a O z a n a m , 4 - 25128 BRESCIA
e-mail [email protected]
BARBAGLI Fausto
Centro Interdipartimentale di Servizi Musei Universitari
Palazzo Botta - 27100 PAVIA
e-mail [email protected]
BARDELLI Giorgio
Museo Civico di Storia Naturale
Corso Venezia, 55 - 20121 M I L A N O
e-mail [email protected]
BERNINI Franco
Dipartimento di Biologia Animale, Università di Pavia,
P.zza Botta 9, 27100 Pavia
e-mail [email protected]
В Е Т Т О Carlotta
Via Miazzo, 27 - 35030 S E L V A Z Z A N O (PD)
e-mail [email protected]
ВО A N O Rosa
Dipartimento Biologia - Università degli Studi
Via Accademia Albertina, 17 - 10123 T O R I N O
e-mail [email protected]
B O R G O Enrico
Museo Civico di Storia Naturale
Via Brigata Liguria, 9 - 16121 G E N O V A
e-mail [email protected]
B O V E R O Stefano
c/o Museo regionale di Scienze Naturali
Via Giolitti 36, 10123 Torino
CANCELLI Fabrizio
Museo di Storia Naturale - Accademia dei Fisiocritici
Prato S. Agostino, 5 - 53100 SIENA
e-mail [email protected]
C A R P A N ! Nadia
Università degli Studi
Via Selmi, 1 - 40126 B O L O G N A
e-mail [email protected]
CASELLATO Sandra
Università degli Studi
Via Colombo, 3 - 35121 P A D O V A
e-mail [email protected]
CENTIS Barbara
Loc. Pradival, 13 33070 S.VITO AL T A G L I A M E N T O (PN)
e-mail [email protected]
16
CIANFANELLI Simone
Museo di Storia Naturale - Università degli Studi
Via Romana, 17 - 50125 FIRENZE
e-mail s [email protected]
COLLA Andrea
Museo Civico di Storia Naturale
Piazza Hortis, 4 - 34123 TRIESTE
e-mail [email protected]
DEL FAVERO Marcello
Università degli Studi
ViaBonamico, 15 - 35126 P A D O V A
e-mail [email protected]
DORIA Giuliano
Museo Civico di Storia Naturale
Via Brigata Liguria, 9 - 16121 G E N O V A
e-mail [email protected]
FAVRIN Gino
Via Castelcucco, 36 -31011 A S O L O (TV)
e-mail [email protected]
FERRARI Luisa
Servizio di Anatomia Patologica - Ospedale di Savigliano
Via Ospedali, 14 - 12038 SAVIGLIANO (CN)
e-mail [email protected]
F R A N C A L A C C I Paolo
Dipartimento di Zoologia e Antropologia Biologica
Università degli Studi, Via Muroni 25, 07100 SASSARI
e-mail [email protected]
FRANCESCHTNI Alessandra
Museo Tridentino di Scienze Naturali
ViaCalepina, 14 -38100 T R E N T O
e-mail [email protected]
FULCHERI Ezio
DICM3 Sezione di Anatomia Patologica
Università di Genova,
Via De Toni 14, 16100 Genova,
e-mail ana.oat(5)unipe.it
Museo Civico di Storia Naturale - Comune di Cremona
Piazza del Comune, 8 - 26100 C R E M O N A
e-mail [email protected]
GALLI Cinzia
GAVETTI Elena
Museo regionale di Scienze Naturali
Via Giolitti 36, 10123 Torino
e.mail [email protected]
GIACOBINI Giacomo
Museo di Anatomia Umana - Università degli Studi
Corso Massimo d'Azeglio, 52 - 10126 T O R I N O
e-mail [email protected]
GIACINTI Francesca
Museo Civico di Storia Naturale
V i a O z a n a m , 4 - 25128 BRESCIA
e-mail [email protected]
LAPIN! Luca
Museo Friulano di Storia Naturale
Via Marangoni, 39 - 33100 U D I N E
e-mail [email protected]
LEPORI Emanuela
Museo Civico di Storia Naturale
Via Taverna, 37 - 29100 P I A C E N Z A
e-mail [email protected]
17
L O D O V I C I Omar
Museo Civico di Scienze Naturali
Piazza Cittadella, 10 - 24129 B E R G A M O
e-mail [email protected]
LORI Elisabetta
Museo di Storia Naturale - Università degli Studi
Via Romana, 17 - 50125 F I R E N Z E
e-mail [email protected]
L O T T I Stefania
Museo di Storia Naturale - Università degli Studi
Via Romana, 17 - 50125 F I R E N Z E
e-mail [email protected]
MAIOLINI Bruno
Museo Tridentino di Scienze Naturali
ViaCalepina, 14 - 38100 T R E N T O
e-mail [email protected]
MALERBA Giancarla
Museo di Anatomia Umana - Università degli Studi
Corso Massimo d'Azeglio, 52 - 10126 T O R I N O
e-mail [email protected]
MARETTI Stefano
Centro Interdipartimentale di Servizi Musei Universitari
Palazzo Botta - 27100 PAVIA
e-mail [email protected]
MARTTNCICH Sergio
Museo Civico di Storia Naturale
Piazza Hortis, 4 - 34123 TRIESTE
e-mail [email protected]
MA VER Luciana
Museo Civico di Scienze Naturali
Piazza Cittadella, 10 - 24129 B E R G A M O
e-mail [email protected]
M E N E G O N Michele
Museo Tridentino di Scienze Naturali
ViaCalepina, 14 - 38100 T R E N T O
e-mail [email protected]
MICALIZIO Salvatore
DICMI Sezione di Anatomia Patologica
Università di Genova,
Via De Toni 14, 16100 Genova.
MTNELLI Daniela
Museo Civico di Storia Naturale
Piazza Hortis, 4 - 34123 TRIESTE
e-mail [email protected]
M O N Z A Francesca
Via Milazzo, 55 - 27100 PAVIA
e-mail [email protected]
M O S C O N I Anna
Museo Civico di Storia Naturale - C o m u n e di Cremona
Piazza del Comune, 8 - 26100 C R E M O N A
e-mail [email protected]
N I C O L O S I Paola
Università degli Studi - Museo di Zoologia
Viajappelli, 1/a - 35121 P A D O V A
e-mail [email protected]
NISTRI Annamaria
Museo di Storia Naturale - Università degli Studi
Via Romana, 17 - 50125 F I R E N Z E
e-mail [email protected]
18
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