Comments
Description
Transcript
La tua FORZA nella mia debolezza
lotti_Layout 1 15/11/12 15:10 Pagina 48 Luci su Padre Pio VOCEDIPADREPIO.COM L 28 La tua FORZA nella mia debolezza d i f r. L U C I A N O L OT T I La festa del Natale evoca inevitabilmente la fragilità del Bambinello, che viene cantata negli inni tradizionali, contemplata per sottolineare il grande amore che Gesù ha per noi, ma soprattutto viene citata come segno di solidarietà profonda con l’uomo. Padre Pio non perde occasione per far notare che quella debolezza è il luogo ove Dio mostra maggiormente la sua forza e la sua predilezione. Ad una figlia spirituale che soffriva per le tempeste che si susseguivano nella sua vita e in qualche modo notava come gli altri stavano sempre meglio di lei, Padre Pio scrive così: «Dimmi, mia dilettissima figliuola, tu ben sai che alla nascita di nostro Signore i pastori udirono il canto angelico e divino dei celesti spiriti; non si dice però che la santissima Vergine e san Giuseppe, che erano più vicini al divin pargoletto, udissero la voce e il canto degli angeli, o videro alcun lume miracoloso; al contrario, invece di udire gli angeli cantare, udirono piangere il celeste Fanciullo e videro, col soccorso di una vile lampada, i suoi occhi umidi di lagrime, le sue delicate membra intirizzite dal freddo» (Epist. III, p. 287). In modo paradossale, possiamo affermare che è proprio professare questa debolezza che ci dà occasione di conoscere il vero volto di Dio. La scienza della fragilità Padre Pio non ha mai fatto mistero della sua debolezza: confessava candidamente di sentirsi un grande peccatore, non faceva mistero delle sue sofferenze fisiche, alzava perfino la voce se qualcuno per troppa devozione gli stringeva la mano piagata. Padre Raffaele racconta il momento drammatico nel quale, lui superiore del convento, dovette recarsi da Padre Pio e comunicargli, nel 1931, che gli avevano proibito di confessare e di celebrare in pubblico. «Egli - scrive padre Raffaele - alzando gli occhi al cielo, disse: “Sia fatta la volontà di Dio”. Poi si coprì gli occhi con le mani, chinò il capo e più non fiatò. lotti_Layout 1 15/11/12 15:11 Pagina 49 D I C E M B R E Il Bambino di Betlemme è la “debolezza d’amore” di Dio per l’uomo e il suo voler essere solidale con la Storia. Padre Pio pedagogo e testimone della “fragilità”. Cercai di confortarlo, ma il conforto egli lo trovò solo in Gesù pendente in croce, perché poco dopo il vespro, tornò in coro e vi restò fino a mezzanotte e oltre». «Tutto posso in Colui che mi dà forza» (Fil 4,13), aveva scritto san Paolo ai cristiani di Filippi. Molto spesso nella sua vita Padre Pio sarà tornato su questa espressione per trovare conforto e sostegno di fronte all’ottusità, e - diciamolo pure alla cattiveria di chi si accaniva contro di lui. Già nell’Epistolario trovia- 2012 lotti_Layout 1 15/11/12 15:11 Pagina 50 Luci su Padre Pio VOCEDIPADREPIO.COM PA D R E P I O N U T R I VA PA RT I C O L A R E A M O R E P E R G E S Ù B A M B I N O. 30 mo le radici di questa forza interiore che lo spingeva a porre in Dio la sua completa fiducia, quando, in risposta a padre Angelico da Sarno che, come lui, era stato ritenuto idoneo al servizio militare, Padre Pio scriveva: «Non temere, fratello mio; Gesù è con noi e di che cosa possiamo temere? Chi più forte di lui? Non ti ha forse con ispecial cura assistito fino a questo momento? Dunque di che temi? Della tua fragilità forse? Ma non si compiace questo Dio di amore di perfezionare la virtù nella stessa debolezza?» (Epist. IV, p. 275). C’è nel discorso di Padre Pio una lettura sapienziale dell’esistenza che lo porta a credere fermamente nel Dio dei poveri e degli ultimi, fino a ritenere che proprio il mo- mento in cui si sperimenta maggiormente la propria debolezza è quello in cui il Signore si manifesta. Ad una figlia spirituale scrive: «Ama la tua abiezione» (Epist. Morgera, p. 147), invitandola a vivere proprio quella “scienza della fragilità” che costituirà l’elemento portante della sua lettura sapienziale dell’esistenza. Chicco che muore o granello di senape? In realtà le due immagini evangeliche non sono alternative, anzi sembrano essere complementari: il chicco muore per portare frutto, il granello di senape, che è il più pic- lotti_Layout 1 15/11/12 15:11 Pagina 51 D colo tra i legumi, diventa quasi un albero. Per Padre Pio, però, come già per san Paolo - come d’altronde ricorda egli stesso - le due parabole sembrano contrapporsi. Dopo la stimmatizzazione si domanda infatti se sia più giusto restare e immolarsi per i fratelli o raggiungere quel Dio che brama e attende di possedere eternamente. Anche in questo caso, la risposta nasce da una lettura sapienziale della sua fragilità: «Del mio spirito presentemente non sono in grado di dirvi altro se non che Gesù mi incomincia a far sentire intimamente dolce il vivere e penare per i fratelli» (Epist. I, p. 1184). Un discorso quanto mai attuale per una Chiesa che si prepara ad un nuovo momento di grande evangelizzazione. Padre Pio propone il volto di una Chiesa che sa attendere e attendersi: attendere l’evento di Cristo che si ripete I C E M B R E nel tempo, ogni qual volta la sua grazia avvolge la storia di qualcuno, ma anche disporre il cuore ad abbracciare costantemente lo Sposo, nonostante non sempre sia così evidente e, anzi, sembra che nella barca stia dormendo. È il Dio del mistero col quale Padre Pio deve confrontarsi ogni giorno, vivendo la più tremenda delle fragilità, quella del “non vedere”. La morte del seme, la trasformazione del 31 Padre Raffaele da Sant’Elia a Pianisi, superiore di Padre Pio nel 1931. 2012 lotti_Layout 1 15/11/12 15:11 Pagina 52 Luci su Padre Pio VOCEDIPADREPIO.COM 32 granello in un albero, sono misteri invisibili ad occhio nudo e la stessa croce non è sempre facilmente identificabile, a volte si nasconde negli anfratti del nostro carattere, ce la procuriamo con i nostri errori, arriva d’improvviso inaspettata. Pensare che il credente, e lo stesso Padre Pio, vadano in cerca di croci è solo una farsa: nessuno “vuole” il soffrire, ma il credente è colui che sa scoprire Dio, come compagno della propria sofferenza. Nel libro di padre Marcellino che raccoglie tante testimonianze di persone che hanno conosciuto Padre Pio, si racconta di un sacerdote che, al termine della santa Messa, chiedeva a Dio la partecipazione dolorosa al sacrificio di Cristo. Padre Pio, però, pur lodando questo desiderio di solidarietà con Cristo, risponde che sua massima era «niente domandare e niente rifiutare». In un’altra occasione disse allo stesso sacerdote: «Tu hai fretta e vuoi prevenire la grazia. I volenterosi al di più la fiancheggiano, non la prevengono... Prepara piuttosto le tue spalle... prepara le spalle, perché le croci verranno...». Se non diventerete come bambini A volte si resta perplessi nel guardare a distanza il mondo che girava intorno a Padre Pio: persone che lasciavano tutto per vivere in un paese sperduto, donne che passavano quasi l’intera giornata in chiesa, un sacerdote - come abbiamo visto - che andava da solo in cerca di croci. Molti di questi atteggiamenti possono essere assimilati al fanatismo, ma non era sempre co- sì. Spesso Padre Pio sapeva cogliere nell’entusiasmo un po’ eccessivo di un convertito o nell’impazienza di chi voleva diventare santo in pochi giorni, quella semplicità e generosità che ha in sé una fede genuina, quella del bambino di cui parla il Vangelo. Padre Francesco Savino, nel suo recente libro, racconta che un giorno suo padre, mentre stava lavorando nell’orto del convento di San Giovanni Rotondo, «rimuginando sulla grandezza di Dio... preso da un fervore mistico buttò la zappa lontano, cadde in ginocchio e, con le mani giunte e con gli occhi rivolti al cielo, cominciò a pregare. In questo atteggiamento lo sorprese Padre Pio... che si accostò pian piano alle sue spalle e, poggiando la mano piagata sulla testa, gli disse: “Bravo, Giovannino, ti manca ben poco per essere dei nostri”». Verso il finire degli anni venti, quando veniva criticato perché PA D R E A N G E L I C O DA S A R N O Il granello di senape è il più piccolo dei legumi che diventa un albero. lotti_Layout 1 15/11/12 15:11 Pagina 53 D I C E M B R E non faceva nulla per allontanare da sé certi fanatici, Padre Pio rispose: «Io prendo le anime come Dio me le manda», lasciando così che quel Dio che vuole la fede genuina del bambino, fosse lui a scrivere la storia delle conversioni, senza proporre quei cliché pastorali e liturgici, nei quali o sei la fotocopia di come ti vuole il parroco, o resti fuori dalla comunità. IL FRATE SANTO DI PIETRELCINA GUARDAVA ALLA SEMPLICITÀ E ALLA GENUINITÀ DELLA FEDE DELLE ANIME AFFIDATEGLI DAL SIGNORE. 33 2012