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AVERAU - Via Toto e Paola (Diretta Sudovest)

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AVERAU - Via Toto e Paola (Diretta Sudovest)
AVERAU – Via Toto e Paola (Diretta Sudovest)
AVERAU, m 2647
Parete SO – Via Toto e Paola (Diretta Sudovest)
salita del 2/4/2005
Questa via, sulla guida IVgrado in Dolomiti denominata Diretta Sudovest (in quanto
all’epoca della pubblicazione non era noto l’apritore e il nome), tira dritta lungo le fessure
gialle e incombenti, ben più impegnative della vicina Illing-Alverà, che portano al profondo
camino che sale in vetta ca. 50 m a dx della nota classica. In seguito è emerso che
coincide in parte con la solitaria di Marco Berti nel 1987 (vedi LAV 1988 e racconto su
rampegoni.wordpress), anche se la relazione nella parte alta non è facilmente
identificabile.
Successivamente, evidentemente, deve essere stata spesso parzialmente percorsa per
errore (come accaduto anche nella nostra ripetizione), come testimoniato dai vari chiodi
con maglia rapida presenti nel tratto iniziale. Presente anche una sosta a spit
evidentemente infissa successivamente.
Via consigliabile solo se si ha padronanza delle difficoltà e se si sono già percorse le vie
più remunerative della zona.
NB : rispetto alla relazione presente sulla guida se si è cercato qui di identificare, nei tiri
7 e 8, l’uscita originale, mentre nel tratto dei tiri 5 e 6, evidentemente più a dx del percorso
originale, si è ritenuto di mantenere il percorso già segnalato nella guida, in quanto
chiodato.
Primi salitori:
Dislivello:
Sviluppo:
Difficoltà:
Tempo previsto:
Roccia:
Materiale:
Punti d’appoggio:
Cartine:
Marco Berti, 10 settembre 1987.
200 m
235 m
TDmax: 6°4 ore.
buona all’inizio e nel camino finale, a tratti friabile nella parte
centrale.
10 rinvii e un set di dadi (anche grossi); 3-4 chiodi per ogni
evenienza.
Rifugio Averau, Rifugio Scoiattoli
Tabacco foglio 03 (Cortina d’Ampezzo), scala 1:25.000
Accesso:
Dal Rifugio Averau, m 2413, che sorge sulla Forcella Nuvolau, si segue per circa 5
minuti il sentiero 441 per Passo Falzarego, portandosi poi per tracce sul pulpito di erba e
detriti sotto e a dx dell’evidente zoccolo del monte (10 min.), poco oltre una grande golacamino.
Salita:
1) Si scala lo zoccolo per facili rocce a dx di un canalino per alcuni metri,
attraversandolo verso sx appena possibile (2°) e risalendo poi dall’altra parte per
rocce rotte e detriti fino alla terrazza ghiaiosa in cima allo zoccolo. Per ripide ghiaie
tendendo un po’ a dx fino a raggiungere le rocce della parete nel punto in cui
scendono più in basso, alla base di una fessura-camino (piccolo ometto). 70 m; 1° e
2°; 2CF a dx della fessura.
2) Per il primo tratto della profonda fessura o per una breve fessura sulla dx (p. 4°),
riportandosi poi verso quella principale, fino alla sommità di un pulpitino giallo
guida IV grado in Dolomiti (Dolomiti orientali 1)
AVERAU – Via Toto e Paola (Diretta Sudovest)
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5)
6)
7)
8)
(raggiungibile anche da dietro per camino facile ma friabile). Sosta su spuntoni. 25
m; 4°, 3°+.
Una bella fessura leggermente inclinata a sx (p. 4°, 1C) porta in cima ad un altro
pulpito. Sopra più agevolmente per fessure, canalini e gradini fino alla grande cengia
a metà montagna. Si cammina verso sx aggirando uno spigoletto (piccolo ometto),
oltre il quale si rinviene la sosta. 50 m; 3° e 4°; 1C, 2CF.
Dalla sosta 3 della via classica si cammina tranquillamente verso dx (cioè si ritorna
indietro) sulla grande cengia fin sotto gli strapiombi biancastri. Sopra di noi vi è una
fessuretta biancastra strapiombante ed un marcato strapiombo a dx della stessa. 40
m, 0°; 2SF.
Decisamente a dx per rocce sfasciate e friabili (4°) fino sopra un piccolo pulpito
staccato, alla base di una netta fessura bianca che si scala in dülfer fin dove è
possibile (p. 5°, 1D; 1C in cima, 1C con maglia rapida). Dal chiodo si traversa a sx in
orizzontale una placca inclinata giallastra con licheni che, con delicati movimenti in
aderenza, riporta sulla verticale della sosta, sopra lo strapiombo (p. 5°+, 1C con
fettuccia in basso alla fine del traverso). Oltre si sale più facilmente qualche metro
sotto una sottile fessura biancastra dove, per evitare attriti, conviene sostare
scomodamente (1C da rinforzare). 25 m; 4°, 5°+; 2D, 2C, 1CF.
Ora in verticale, leggermente verso sx su roccia ripida ma articolata puntando ad una
fessurina nera che incide un leggero strapiombo (1C malsicuro). Dalla base della
fessura (possibile salita per questa molto faticosa) si traversa qualche metro a dx su
un’esile cengia biancastra (p. 6°-), vincendo poi il leggero strapiombo bianco nel
punto più basso (p. 5°+ all’inizio). Si continua più facilmente ma su roccia bianca e
friabile fino ad un minuscolo terrazzino alla base del camino-gola finale. Ora su roccia
finalmente buona per la prima parte della gola-camino fino ad una sosta . 30 m; 4°+,
6°-; 1C, 2SF.
Si prosegue nel fondo del camino-canale su buona roccia, tenendosi all’inizio
preferibilmente sulla faccia sx dello stesso (1CL). In seguito il camino si
approfondisce ed è meglio seguire la fessura-diedro sulla faccia dx, a tratti
strapiombante e spesso umida, lungo il quale bisogna scegliere il percorso migliore,
raggiungendo rocce più appoggiate sulla dx. 35-45 m; 4°+, pp. 5°; 1CL.
Per rocce più semplici, verso sx, si raggiunge la cima. 30 m; 3°, pp. 4°.
Discesa:
Si scende lungo la breve e facile ferrata sul versante N che in 30 min. riporta al Rifugio
Averau (vedi Itin. 037). Fuori stagione è possibile ridiscendere a doppie lungo la Via IllingAlverà (ore 1,30).
Vedi racconto della salita di Marco Berti sul blog rampegoni.wordpress.com
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