Breve rassegna di studi relativi alla tecnologia del laser endovena a
by user
Comments
Transcript
Breve rassegna di studi relativi alla tecnologia del laser endovena a
Breve rassegna di studi relativi alla tecnologia del laser endovena a bassa potenza “Non esiste una medicina alternativa, esiste solo una medicina scientificamente provata, basata sulle evidenze cliniche supportate da dati solidi, e una medicina con scarse evidenze scientifiche.” Fontanarosa 1998 1.Studi di laboratorio In uno studio (1), colture cellulari di cheratinociti umani HaCaT sono state irradiate con laser 780 nm, di densità di energia pari a 2 j/cm2 . Sono stati poi misurati: il potenziale di membrana dei mitocondri mediante un marcatore fluorescente voltaggio- sensibile; l’espressione genica di citochine mediante PCR (reazione a catena della polimerasi) semi quantitativa a trascrizione inversa; I risultati hanno mostrato che l’intensità della fluorescenza voltaggio sensibile (direttamente proporzionale al potenziale di membrana del mitocondrio) era aumentata maggiormente dopo esposizione a laser, rispetto alle colture di controllo (+ 148%; p<0,001); l’espressione genica di citochine come interleuchina-1-alfa, interleuchina-6 e KGF è stata transitoriamente incrementata, mentre è stata soppressa quella dell’interlauchine-1-beta, proinfiammatoria. Kujawa (2) ha irradiato (con laser infrarosso) sospensioni di globuli rossi umani a differenti dosi, misurando l’attività dell’acetilcolinesterasi, il potenziale di membrana, i livelli intracellulari di glutatione, i livelli di perossidazione lipidica e la stabilità cellulare osmotica. Lo studio ha mostrato come gli effetti biologici siano dose dipendenti, in quanto l’attività dell’acetilcolinesterasi veniva inibita a certe dosi e stimolata ad altre. In questo studio, il laser infrarosso non ha mostrato effetti sugli altri parametri di valutazione. Iijima (3) ha sottoposto sangue umano da donatori sani a laser di 632 nm (rosso), di 8,5 mW. Alcuni campioni sono stati irradiati entro le 2 ore dal prelievo (=sangue fresco), altri, invece, sono stati irradiati dopo 24 o 36 ore dal prelievo e mantenuti alla temperatura di 5°C. L’irradiazione a bassa potenza non ha mostrato alcun effetto sul sangue fresco (globuli rossi ben conservati), mentre è stata registrata la capacità di migliorare la deformabilità dei globuli rossi rispetto ai controlli, negli altri campioni (globuli rossi danneggiati). Siposan (4) ha valutato gli effetti biologici in vitro dell’esposizione a laser, relativamente ad alcune proprietà reologiche del sangue umano. Provette contenenti sangue da donatori sani, sono state irradiate con laser di differenti lunghezze d’onda a varie densità di potenza. In una prima serie di esperimenti, questo studioso ha mostrato che l’emoirradizione con laser a bassa potenza (30-180 mW/cm3) non altera in alcun modo il campione. In una seconda serie di esperimenti, invece, è stato rivelato un effetto revitalizzante dei globuli rossi presenti nel sangue conservato, facendo ipotizzare un utilizzo dell’emoirradiazione come agente in grado di aumentare i tempi di conservazione delle sacche di sangue. Xian-Qiang Mi (5) ha realizzato uno studio simile al precedente, valutando la viscosità ematica, la deformabilità dei globuli rossi e la velocità di eritrosedimentazione su campioni di sangue umano irradiati con laser a bassa potenza e provenienti da donatori volontari sani. Tutti i parametri studiati venivano migliorati. In un esperimento sui topi, Kirichuk (6) ha effettuato un trattamento di laser-irradiazione del sangue per via transcutanea, mettendo in evidenza che l’aggregazione piastrinica veniva notevolmente ridotta. Mittermayr et al (7) hanno mostrato che un laser a luce blu è in grado di distaccare l’ossido di azoto (NO) dall’emoglobina (Hb). La NO-Hb è una forma di meta-emoglobina, con bassa affinità di legame per l’O2. L’NO libero, rilasciato dalla NO-Hb, è un potente vasodilatatore ed antiossidante; allo stesso tempo, l’emoglobina, non più metaemoglobina, trasporta una maggiore quantità di O2. Uno studio svedese (8), ha riportato che, in seguito ad esposizione a laser di bassa potenza (rosso), viene attivata la capacità dei monociti di rilasciare l’ ossido nitrico, importantissimo per la fagocitosi; inoltre, la concentrazione di radicali liberi veniva ridotta, senza modificare le capacità chemiotattiche. Un' altra ricerca (9) ha rivelato che l’irradiazione laser (verde) di eritrociti di maiale, favoriva il distacco, dalla membrana dell’eritrocita, di quella quota di emoglobina che si trova adesa alla membrana stessa. Questo dato è molto interessante, in quanto lascia supporre che,in tal modo, possa aumentare la quota di emoglobina libera nel sangue e, contemporaneamente, possa essere migliorata la deformabilità del globulo rosso. In un altro studio (10), animali di laboratorio sono stati suddivisi in due gruppi (gruppo trattato con LLLT e gruppo di controllo) e sono stati sottoposti a diverse sessioni di un test: il muscolo tibiale anteriore isolato veniva affaticato artificialmente con stimolazioni elettriche, fino a quando la forza di contrazione iniziale veniva ridotta del 50%. Il gruppo trattato mostrava un tempo significativamente più lungo per raggiungere il 50% di riduzione di forza, un picco di forza (contrazione massima) significativamente più alto e livelli ematici di creatina chinasi (indice di danno muscolare) significativamente più bassi. Infine, in uno studio effettuato da Simonian et al (11), è stata irradiata la membrana eritrocitaria isolata, al fine di misurare l'attività dell’enzima Cit-b-558-III; il Cit-b-558-III è un enzima di membrana che trasforma le varie forme di meta-emoglobina (H+-Hb, CO2-Hb, DPG-Hb) in emoglobina “fisiologica”. L’attività di questo enzima veniva potenziata dopo irradiazione laser. 2. Trials clinici Kipshidze (12) ha effettuato il trattamento laser endovena in 900 pazienti affetti da infarto acuto del miocardio (IMA). Tutti i pazienti sono stati trattati entro 4 ore dall’insorgenza di un attacco anginoso, ottenendo una cessazione del dolore ed una limitazione dell’estensione dell’area ischemica. Inoltre, si sono registrati un aumento dell’attività antiossidante plasmatica e della concentrazione ematica di ossigeno, oltre che una riduzione del dosaggio di nitroglicerina e della degenza media dei ricoveri. Un recente studio (13) ha valutato gli effetti del trattamento laser endovena sulla perossidazione lipidica, in 130 pazienti con cerebrovasculopatia cronica. I risultati hanno mostrato la capacità di questo trattamento di normalizzare i livelli di perossidazione e di potenziare le difese antiossidanti: tale effetto era ridotto nei casi più avanzati, nei quali era necessario l’apporto esterno di antiossidanti dalla dieta (citoflavine). Gli autori concludono che l’utilizzo combinato di antiossidanti a somministrazione orale e laser endovena possa essere uno schema raccomandato nei pazienti con cerebrovasculopatia cronica. Risultati molto simili sono riportati da un altro esperimento, del 1992 (14) Un ulteriore lavoro di ricerca (15) ha rilevato una ridotta coagulabilità ed un calo dell’ematocrito in tutti gli 86 soggetti arruolati e trattati per insufficienza venosa cronica: il trattamento ha anche ottenuto risultati clinici definiti “buoni” da 52 pazienti e “soddisfacenti” da 26 soggetti. In uno studio (16), 173 pazienti affetti da ipertensione essenziale (in 90 casi classificata come lieve ed in 83 casi valutata moderata), sono stati suddivisi in 4 gruppi di trattamento: pazienti trattati con farmaci antipertensivi; pazienti trattati con fosfolipidi essenziali; pazienti trattati con laser endovena; pazienti trattati con plasmaferesi. Lo studio ha previsto anche l’analisi di 30 controlli I parametri valutati sono stati: a.deformabilità ed aggregabilità dei globuli rossi, loro dismorfismi ed elastoviscosità della loro membrana; b.viscosità ematica. I risultati hanno mostrato che l’utilizzo prolungato (per più di 1 anno) di farmaci (soprattutto beta-bloccanti e diuretici) aveva effetti negativi sui parametri reologici studiati, mentre il trattamento laser endovena causava un miglioramento di tali parametri, specialmente nell’ipertensione complicata, associata ad una buona efficacia antipertensiva (70-80% dei casi). Risultati simili sono confermati da uno studio della durata di ben 8 anni (17), nel quale è stata mostrata la possibilità di ridurre i livelli ematici del colesterolo (totale ed LDL) e dei trigliceridi, in assenza di ulteriori trattamenti. Un'altra ricerca ha mostrato i medesimi risultati su soggetti diabetici (18). Uno studio effettuato su 48 pazienti con cardiopatia ischemica (19) ha mostrato come, dopo un ciclo di trattamento, il 91% dei soggetti aveva ridotto il dosaggio di farmaci “antiangina” (nitroglicerina) di almeno 1/3. Il laser endovena trova indicazione anche nelle arteriopatie obliteranti. Dei 60 pazienti con arteriopatia periferica, arruolati in uno studio (20), 50 hanno ricevuto un trattamento combinato (laser endovena e terapia farmacologica) e 10 il solo trattamento farmacologico. I risultati, basati su questionari relativi allo stato di salute generale, sulla valutazione di medici specializzati, sulla reografia dei vasi periferici e su test emoreologici, hanno rilevato che la terapia laser endovena incrementava l’efficacia del trattamento farmacologico; tale effetto perdurava per circa tre mesi, dopo la fine del trattamento. Uno studio simile al precedente (21), ha arruolato 133 pazienti con arteriopatia obliterante (102 con aterosclerosi, 17 con endoarterite e 14 con Sindrome di Raynaud). Risultati positivi sono stati ottenuti nel 77,5% dei casi ed il periodo di remissione è stato, mediamente, di 6 mesi. Un lavoro molto interessante (22), ha valutato l’effetto del laser endovena nel trattamento delle broncopneumopatie croniche ostruttive, in pazienti con concomitatnte displasia epiteliale bronchiale di grado I o II. Lo studio ha previsto l’arruolamento di 46 casi, trattati con laser-emo-irradiazione, e 45 controlli, trattati con terapia antiinfiammatoria di routine. Tra i soggetti sottoposti a laser terapia, i segni di infiammazione sono scomparsi, a livello clinico, nell’80,4% dei casi, mentre, a livello endoscopico, nell’78,2%. Le percentuali nel gruppo di controllo risultavano molto diverse: 53,3% e 52%, rispettivamente. Riguardo agli effetti sulla displasia epiteliale, il 63,1% dei soggetti ha mostrato una regressione totale, mentre nel 17,4% la regressione era stata classificata come parziale. La percentuae di regressione (totale o parziale) nel gruppo di controllo è risultata pari all’8,9%. Tutti i dati erano statisticamente significativi (p<0,05). Wasik et al (23), hanno osservato l’aumento della pO2 e della SaO2 in soggetti umani, dopo irradiazione ematica (extracorporea) con laser a 632 nm, senza notare cambiamenti a carico della pCO2. Inoltre, gli stessi autori hanno rilevato una ridotta sintesi spontanea di DNA nei linfociti B e T, un innalzamento degli indici di stimolazione dei linfociti B e T, un aumento della fagocitosi granulocitaria; è interessante notare che quest’ultimo effetto era legato alla precedente stimolazione con fMLP. Gli autori concludono che il laser endovena è in grado di migliorare il trasporto ematico di ossigeno e di modulare l’attività del sistema immunitario. Uno studio del 2003 (24) ha rilevato benefici effetti del laser endovena sull’attività degli enzimi Mono-Amino-Ossidasi B, Superossido-Dismutasi Rame/Zinco-dipendente e Superossido-Dismutasi Magnesio-dipendente, in pazienti parkinsoniani. Alcuni autori (25) hanno eseguito uno studio su 15 pazienti (24 occhi) con maculopatia secca, valutando l’efficacia del laser endovena a bassa potenza: tutti i pazienti hanno avuto miglioramenti quanto ad acuità visiva, estensione del campo visivo e normalizzazione di alcuni parametri elettrofisiologici; gli autori sostenevano che tali risultati erano legati alle proprietà immunomodulatrici e neurotrofiche del laser endovena. 45 pazienti con GlomeruloNefrite Cronica, 30 uomini e 15 donne tra i 23 ed i 45 anni, sono stati trattati per tre anni con laser endovena (632,8 nm, 2.5-3,0, 25-30 min), eseguendo circa 4-6 cicli di trattamento, ciascuno di 12-15 sedute. I risultati sono stati sorprendenti: miglioramento significativo di tutti i parametri di coagulazione studiati, che perdurava per 6-9 mesi (26). Sempre in ambito nefrologico, un ulteriore lavoro di ricerca (27) ha confrontato gli effetti dell’irradiazione endovenosa mediante ultravioletto (UV) e mediante infrarosso (IR), sulla corticale renale; in questo studio, l’UV endovena inibiva l’ossigenazione tissutale, mentre l’irradiazione con IR la incrementava L’efficacia del laser endovena è stata dimostrata anche nel trattamento di 105 pazienti affetti da pancreatite cronica su base alcolica: la terapia, in associazione all’assunzione di dalargin (un farmaco che agisce sul sistema nervoso centrale), ha comportato una riduzione dei sintomi ed una normalizzazione di numerosi parametri ematici: tripsina, lipasi, insulina e peptide C (28). Infine, è stata evidenziata l’efficacia della terapia laser endovena su 75 pazienti affetti da artrite reumatoide, in cui l’effetto analgesico è stato ottenuto soprattutto nei pazienti con bassi valori iniziali di PCR (29) e su 58 pazienti con la stessa patologia (trattati con laser endovena e magnetoterapia)(30). Case reports Uno dei risultati più sorprendenti, riguarda l’impiego di questa tecnica nel trattamento delle patologie metaboliche. Nelle epatiti virali croniche, ad esempio, è possibile ottenere una normalizzazione dei parametri di funzionalità epatica ed una riduzione-eliminazione della viremia. La Fig. 5 mostra l’andamento temporale dei valori ematici degli enzimi epatici in una paziente affetta da epatite cronica di tipo C, in terapia con farmaci antivirali: si nota la progressiva riduzione, nell’arco di 5 mesi, dei parametri citati (valori normali: 3050 mg%). Fig. 5 – Transaminasi La stessa paziente, inoltre, risultava affetta anche da un’altra patologia metabolica: il diabete mellito di tipo 2. La Fig. 6 evidenzia la normalizzazione dell’“emoglobina glicata”, che è il principale parametro per il controllo di questa patologia (valori normali: < 7 mg%). Fig. 6 – Emoglobina glicata Un altro interessante caso apparso alla nostra osservazione riguarda una sindrome, oggi molto diffusa e spesso misconosciuta, che va sotto il nome di “Sindrome da Affaticamento Cronico”. I soggetti affetti da questa patologia lamentano un continuo senso di stanchezza che può essere accompagnato da sintomi come difficoltà di concentrazione, mal di testa, disturbi osteoarticolari, etc… La nostra paziente, 30enne, soffriva di una simile condizione da circa 2 anni ed il suo quadro clinico si caratterizzava, inoltre, per la presenza di una fastidiosa sensazione di secchezza alla gola. In seguito al trattamento Laser endovena, della durata di 10 sedute giornaliere, i disturbi descritti si sono notevolmente ridotti, con la scomparsa completa di quella fastidiosa “stanchezza”. Gli effetti positivi perdurano ancora oggi, a distanza di 7 mesi circa dal termine del trattamento. La misurazione dell’efficacia del trattamento (Fig. 7) è stata realizzata chiedendo alla paziente di “quantificare” il proprio disturbo su una scala visiva da 1 a 10 (Visual Analogic Scale, VAS). Fig. 7 – Andamento, nel corso del trattamento Laser Endovena, dell’autovalutazione dei propri disturbi da parte di una paziente affetta da “Sindrome da Affaticamento Cronico” Nel 2008, al Congresso Internazionale dell’EGLA, società internazionale di laserterapia ed agopuntura, molti medici hanno presentato interessanti risultati ottenuti nel proprio lavoro quotidiano. Il Dr. Wieden1, anestesiologo e specialista in terapia del dolore, ha raccontato i propri risultati nel trattamento della fibromialgia, un disordine muscolo-scheletrico caratterizzato da dolori diffusi, associati a problemi neurovegetativi e depressione. Di solito i pazienti sono trattati con psicoterapia e farmaci antidolorifici. Dal momento che nei pazienti 1 Wieden Torsten. Schmerztherapie der Fibromyalgie. Schmerz & Akupunktur 3/2008; 34:130-136 fibromialgici c’è una carenza di ossigeno nel muscolo, a causa di una prevalenza dei metabolismi anaerobi, il Dr. Wieden ha pensato di utilizzare il laser endovena in circa 200 pazienti, che ha seguito negli ultimi anni. A questo trattamento ha aggiunto l’illuminazione laser di specifici punti dolorosi sulla cute (trigger points). I risultati ottenuti sono molto sorprendenti e promettenti ed insieme ad una riduzione del dolore si è avuta una diminuzione di altri sintomi classici come sudorazione eccessiva, tachicardia, insonnia Molto promettente è anche il lavoro del Dr. Norbert Schumm2, neurologo, che ha applicato il laser endovena nei pazienti con sclerosi multipla; quest’ultima è una patologia neurologica cronica e progressiva, sostenuta da un meccanismo infiammatorio, probabilmente su base autoimmunitaria. 20 pazienti sono stati trattati con laser endovena per circa 10 sedute, con frequenza bisettimanale, utilizzando il laser rosso. Gli effetti del trattamento sono stati verificati utilizzando un questionario per la valutazione della qualità di vita, che ha mostrato un significativo miglioramento in tutti i pazienti. Altri dati molto sorprendenti ed interessanti sono stati quelli presentati dal Dr. Frank Andrä3, un oncologo che opera a Sanremo. L’utilizzo della terapia laser endovena come adiuvante in pazienti sottoposti a chemio e radio terapia, comporta un notevole miglioramento della sopravvivenza e della qualità di vita di questi pazienti, con una drastica riduzione dei ben noti effetti collaterali (astenia, gastropatia, mielotossicità, alopacia, nausea, vomito, segni neurologici...). Il Dr. Andrä ha riportato la sua esperienza su 13 casi affetti da vari tipi di tumore a pessima prognosi, in cui si è ottenuto un arresto della progressione della malattia ed una stabilizzazione del quadro clinico; i tempi di osservazione erano di 3 mesi. Riferimenti 1.Gavish L, Asher Y, Becker Y, Kleinman Y. Low level laser irradiation stimulates mitochondrial membrane potential and disperses subnuclear promyelocytic leukemia protein. Lasers Surg Med. 2004;35(5):369-76. 2.Kujawa J, Zavodnik L, Zavodnik I, Bryszewska M. Low-intensity near –infrared radiation-induced changes of acetyucholinesterase activity of human erithrocytes. J clin Laser Med Surg. 2003 Dec;21(6):351-5. 3.Iijima K, Shimiyama N, Shimiyama M, Mizuguchi T. Effects of low He-Ne laser on deformability of stored human erithrocytes. J Clin Laser Med Surg. 1993 Aug;11(4):185-9 2 Schumm N. Intravasale Laser-Blutbestrahlung des Blutes. Schmerz & Akupunktur 2006; 32,4:211- 215 3 Andrä Frank. The Effects of intravascular Low Level Laser Therapy in the Scope of a Redifferentiation Therapy of Malignant Tumours. German Medical Journal of Oncology; No 6/2007 4.Siposan D, An in vitro study of the effects of low level laser irradiation on human blood. Laser in medical science. 2002; 17(4). Proc. 14th Annual Meeting of Deutsche Gesellshaft fur Lasermedizin, Munich, Germany, June, 2003 5.Xian-Qiang Mi, Ji-Yao Chen, Zi-Jun Liang, Lu-Wei Zhou. In Vitro Effects of Helium-Neon Laser Irradiation on Human Blood: Blood Viscosity and Deformability of Erythrocytes. Photomedicine and Laser Surgery 2004 Dec;22(6):477-82. 6.Kiruchuk V F et al. Influence of low power laser radiation on platelet aggregation in pathological stress. Laser Therapy. 1996; 8 (1): 63 7.Mittermayr R, Osipov A, Piskernik C, Haindl S, Dungel P, Weber C, Vladimirov YA, Redl H, Kozlov AV. Blue laser light increases perfusion of a skin flap via release of nitric oxide from hemoglobin. Mol Med. 2007 JanFeb;13(1-2):22-9. 8.Lindgård A, Hultén LM, Svensson L, Soussi B. Irradiation at 634 nm releases nitric oxide from human monocytes. Lasers Med Sci. 2007 Mar;22(1):30-6. Epub 2006 Nov 21. 9.Mi XQ, Chen JY, Zhou LW. Effect of low power laser irradiation on disconnecting the membrane-attached hemoglobin from erythrocyte membrane. J Photochem Photobiol B. 2006 May 1;83(2):146-50. Epub 2006 Feb 14. 10. Lopes-Martins RA, Marcos RL, Leonardo PS, Prianti AC Jr, Muscará MN, Aimbire F,Frigo L, Iversen VV, Bjordal JM. Effect of low-level laser (Ga-Al-As 655 nm) on skeletal muscle fatigue induced by electrical stimulation in rats. J Appl Physiol. 2006 Jul;101(1):283-8. Epub 2006 Apr 20. 11.Simonian RM, Simonian GM, Simonian MA, Sekoian ES. Effect of low intensive helium-neon laser on superoxide-producing andmethemoglobin-restoring activity of cytochrome b558III of red cell membranes inexperiment. Vopr Kurortol Fizioter Lech Fiz Kult. 2007 Jul-Aug;(4):9-11. 12.Kipshidze N N. Our experience in the use of low intensità HeNe laser in the treatment of acute myocardial infarction. Laser Therapy. 1996; 8 (1): 28 13.Karneev AN, Solov'eva EIu, Fedin AI. Correction of free-radical processes in patients with chronic brain ischemia with intravenous laser irradiation of blood. Vopr Kurortol Fizioter Lech Fiz Kull. 2007 MayJun;(3):22-6. 14.Vakhliaev VD, Smirnova IE, Uchaĭkina LV, Barsel' VA, Aksiutina MS, Matveeva SA, Paramonova MA, Shchedrina IS, Syrkin AL. The effect of transvenous laser therapy on lipid peroxidation function in patients with ischemic heart disease. Kardiologiia. 1992 Jul;32(7-8):43-5. 15.Shval'b PG, Kachinskiĭ AE, Kolobaev VI, Kataev MI. Intravenous laser irradiation of the blood in severe forms of chronic venous insufficiency. Vestn Khir Im I I Grek. 1992 Jul-Aug;149(7-8):78-80. 16.Shabanov VA, Terekhina EV, Kostrov VA. Changes in blood rheological properties in patients with hypetension. Ter Arkh. 2001;73(10):70-3. 17.Kovalyova T V et al. Dynamics of lipid metabolism and peripheral blood flow rates in patients with atherosclerosis in conjunction with renal dysfunction after the course of combined laser therapy. 18.Lebed'kov EV, Tolstykh PI, Marchenko LF, Turkina TI, Krivikhin VT. The effect of the laser irradiation of the blood on its lipid and phospholipid components in diabetes mellitus. Voen Med Zh. 1998 Oct;319(10):37-8, 95. 19.Kondrakov VM, Chuntul VV, Derkach AV, Bobyrev IuA, Khmelevskaia TB. Laser therapy in the treatment of patients with ischemic heart disease in a therapeutic department. Aviakosm Ekolog Med. 1996;30(3):57-8. 20.Iaitskiĭ NA, Ageenko EM, Davydenko TE, Volchkov VA, Churzin OA, Zharskaia VD. Intravascular laser irradiation of blood in complex treatment of obliterating atherosclerosis of the lower extremity vessels in elderly and senile patients. Vestn Khir Im I I Grek. 2006;165(4):34-7. 21.Shval'b PG, Zakharchenko AIa, Sigaev AA, Kataev MI. Intravenous laser irradiation of the blood in occlusive vascular diseases of the extremities. Sov Med. 1990;(3):21-3. 22.Cheremisina OV, Pankova OV. Intravenous blood laser irradiation in patients with chronic nonspecific lung diseases and bronchial epithelial dysplasia. Klin Med (Mosk). 2004;82(5):39-41. 23.Wasik M, Gorska E, Modzelewska M, Nowicki K, Jakubczak B, Demkow U. The influence of low-power helium-neon laser irradiation on function of selected peripheral blood cells. J Physiol Pharmacol. 2007 Nov;58 Suppl 5(Pt 2):729-37. 24.Vitreshchak TV, Mikhailov VV, Piradov MA, Poleshchuk VV, Stvolinskii SL, Boldyrev AA. Laser modification of the blood in vitro and in vivo in patients with Parkinson's disease. Bull Exp Biol Med. 2003 May;135(5):430-2 25.Eliseeva EV, Shusterov IuA, Vakhrushev BN. Intravasal laser irradiation of autologous blood in the treatment of eye diseases. Vestn Oftalmol. 1994 Apr-Jun;110(2):23-4. 26.M.B. Lutoshkin, M.W. Tsypilev, M.A. Lutoshkina. APPLICATION OF A HELIUM-NEON LASER (HNL) FOR THE CORRECTION OF RENAL FUNCTION IN PATIENTS WITH CHRONIC GLOMERULONEPHRITIS (CGN). Urol Nefrol (Mosk), 1997 Mar-Apr;(2):12-3 27.Safarov RM, Ianenko EK, Kazachenko AV. Changes in the oxygen tension of the kidney cortex in exposure to laser irradiation at different wavelengths (an experimental study). Urol Nefrol (Mosk). 1997 MarApr;(2):12-3. 28.Bulychev VF, Vakhrushev IaM. Therapy of patients with chronic pancreatitis of alcoholic etiology by dalagrin and laser therapy of the blood. Klin Med (Mosk). 2000;78(12):43-6. 29.Timofeyev VT, Poryadin GV, Goloviznin MV. Laser irradiation as a potential pathogenetic method for immunocorrection in rheumatoid arthritis. Pathophysiology. 2001 Aug;8(1):35-40 30.Petrov AV. Effect of low intensity helium-neon laser and decimeter electromagnetic irradiation on functional indices of immune cells in patients with rheumatoid arthritis. Lik Sprava. 2004 Mar;(2):30-5.