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IL SOGNO E LA MEMORIA Accolta dei quindici

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IL SOGNO E LA MEMORIA Accolta dei quindici
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Il sogno e la memoria
Il sogno e la memoria
L’Accolta in filigrana
Mostra d’arti visive
dell’Accolta dei quindici
per l’inaugurazione del Centro Diurno
Margherita per malati di Alzheimer
La Fondazione Cassa di Risparmio di Fano guarda
con orgoglio alla compiuta realizzazione del nuovo
“Centro Diurno Margherita” di Fano per malati di
patologie neurodegenerative, in cui ha investito
importanti risorse nel quadro degli interventi a
sostegno dei bisogni sociali della famiglia.
La struttura d’avanguardia, al momento
semiresidenziale, è stata progettata tenendo
conto dei moderni indirizzi per il trattamento di
tali patologie che puntino a stimolare le capacità
residue del malato ritardandone il più a lungo
possibile il ricovero in residenze ospedaliere.
Il centro svolge attività educativa-riabilitativa,
cognitiva, cicli di memory training, psicomotricità e
animazione, terapia occupazionale, mantenimento
delle attività di base e strumentali, riabilitazione
neuromotoria.
In questo quadro la Cooperativa “Il labirinto”,che
gestisce il Centro, ha pensato di dar vita al suo
interno ad una Galleria d’arte vista appunto come
momento di stimolo – per forme, colori, contrasti
– alle funzioni reattive del sistema visioneelaborazione mentale.
Questa mostra, allestita dagli artisti ben noti
dell’”Accolta dei quindici” proprio per arricchire il
momento dell’inaugurazione del Centro, con un
titolo paradigmatico, ponte ideale tra i territori della
fantasia e la realtà del quotidiano, costituisce solo
un primo tassello di quella che potrà diventare
un’attività espositiva capace di aprire la struttura
anche all’esterno.
Non sta a me entrare in valutazioni critiche
sulla qualità delle opere esposte, del resto gli
“Accolti” non ne hanno bisogno forti come sono
dell’esperienza di un sodalizio artistico nato a Fano
ben sessantotto anni fa e tuttora vitale.
Alla loro sensibilità e generosa disponibilità
esprimo il caldo ringraziamento personale e della
Fondazione esteso a Fabiola Pacassoni che anche
in questo progetto d’arte visuale ha speso tutta la
sua tenacia.
L’Accolta dei Quindici non si connota per una
linea di tendenza omogenea ma piuttosto
per una comune radice esistenziale fissata
all’origine nella città di Fano, ma sviluppatasi
poi secondo i meridiani e i paralleli di
una geografia più vasta e non sempre
documentabile.
L’irrequietudine, che già Garrone nei primi
decenni del secolo aveva riscontrato
nell’artista che è costretto a vivere in provincia,
è la spinta principale a proiettare l’artista
stesso fuori di sé nella mente e nello spazio.
Una lieve linea d’ombra unisce l’opera di questi
artisti che l’Accolta riunisce da cinquanta anni,
quella di una conferma di valore collocata fra
la luce della fama e le tenebre dell’oblio.
Così annotava acutamente Silvia Cuppini
presentando la rassegna d’arti visive
dell’Accolta nel 1996, cinquantenario della sua
fondazione avvenuta su iniziativa di quindici
amici pittori riuniti in un’osteria di quella Fano
ancora convalescente dalle ferite della guerra.
Da allora si sono susseguite le mostre annuali
fino a quella dello scorso anno che hanno visto
protagonisti tre generazioni di artisti.
Quanto scritto da Silvia Cuppini vale ancora
a mettere a fuoco la filigrana identitaria
dell’Accolta, un organismo aperto a costituire
una sorta di vetrina di operatori locali
attraverso cui confrontarsi col pubblico, non
certo per stupire o farsi acclamare, ma solo
per mantenere vivo un dialogo, per attestare
la costanza di una presenza. Che poi gli artisti
pratichino le varie forme espressive dell’arte
visiva, tradizionali o di moderna tecnologia
non fa la differenza. Conta l’impegno, non
episodico, quello sì. Per cui, al di là di certi
paludamenti elitari autoreferenziali nel valutare
dall’esterno i risultati, con tratto più o meno
saccente e talora pettegolo, chi ha più ali per
volare, dentro o fuori dall’Accolta, s’involerà.
Come è giusto secondo natura e purché le ali
lo reggano.
Fano, 5 aprile 2014
via San Michele 36/B
(Zona Aeroporto)
Patrocini
Comune di Fano/Assessorato Cultura
Fondazione Cassa di Risparmio di Fano
Collaborazione
Radio Fano
Comitato organizzatore dell’Accolta
Gabriele Biagetti
Paolo Del Signore
Sauro Di Sante
Giulio Marcucci
Manlio Maria Montesi
Dante Piermattei
Galleria Margherita
Fabiola Pacassoni
Catalogo
Schede a cura di Dante Piermattei
Layout immagine e Ufficio Stampa
primavista 333.9298149
Stampa
Grapho5
aprile 2014
Fabio Tombari
Presidente della Fondazione
Cassa di Risparmio di Fano
Il Comitato organizzatore dell’Accolta
La materia e lo spirito
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... un rimando, un’eco che si trasmette nello
spazio che ascolta, vuoto che riempie gli
sguardi scambievoli che annuiscono all’essere.
A volte, una trasmissione di energia pulsante
attraversa questo luogo di scambi che si carica
di colori vivaci lungo segmenti zigzaganti.
Questo rapporto di materia e spirito raggiunge
un equilibrio di pesi bilanciati in una atmosfera
sospesa che allude ad un essere profondo,
immaginario quanto nei Mobiles di Alexander
Calder. Giovanni Bellantuono sceglie la
tecnica delle proiezioni “consumato” dalla
frequentazione professionale per raggiungere
quel desiderio del cuore che ha voglia di
rispecchiarsi in un luogo, in una persona o in
un’impronta tracciata sulla materia per sempre”.
Luisa Fontebuoni
Giovanni Bellantuono
Giovanni Bellantuono è nato a Fano dove vive e
lavora. Dopo essersi diplomato presso il locale
Istituto d’arte, prosegue gli studi al Magistero
d’arte di Firenze. Vive a Fano in via Garibaldi
116, tel. 0721.802565.
Espongono
Giovanni Bellantuono/Alfio Bi/
Gabriele Biagetti/Luciana Ceci/
Paolo Del Signore/Lorenzo Di Cecco/
Sauro Di Sante/John Betti/
Giulio Marcucci/Giuseppe Marino/
Salvatore Monaco/Manlio M. Montesi/
Lucia Perugini/Pierluigi Piccinetti/
Dante Pier Mattei/Alceo Pucci/
Alessandro Tonti/
Senza titolo
tecnica mista su tela, 50x50, 2013
Sulla soglia del non detto
Vedere e sentire
Alfio Bi è un uomo impavido. Ogni mattina si
prepara il caffè e mentre le pareti e gli oggetti
di casa tornano a fuoco inizia il conto alla
rovescia. Ci sono giorni, che mentre chiude
a chiave la porta di via Malvezzi 51, sceglie
dal mazzo un’altra suggestione da esplorare.
La lascia libera di rimbalzare tra i vicoli del
centro, la pedina tra la gente, la segue per
le scale e nelle svolte per il tempo che serve
e poi se la rimette in tasca. Per quando sarà
pronta a fermarsi e lasciarsi guardare su un
foglio. Ci sono giorni che i colori arrivano dal
mare, penetranti come la brezza di gennaio tra
gli scogli. Che gli incurvano il maglione tra le
scapole finché non trova la forza di perforare la
membrana e liberarli. Ci sono viaggi di poche
sferzate e altri che lo incatenano alla sedia
del soggiorno, interrotti solo dalla carta che
finisce o dalla luce che si è fatta troppo bassa.
Ci sono giorni che la materia diventa leggera e
sparisce tra i coriandoli, che i volti restano sulla
soglia del non detto. Resta sempre l’inizio di un
prisma in cui ritrovi ora viaggio, ora una linea,
ora un’altra tua avventura ancora da ricordare.
Biagetti è un pittore rimasto fedele a se stesso.
Mentre altri, spinti dal pungolo di distinguersi
inventando un’inedita espressività, il più delle
volte rimasticata, si allontanavano sempre più
dai linguaggi di comprensibilità accessibili al
buon senso comune, Gabriele ha continuato a
credere in quello che vedeva, al miracolo della
natura nel paesaggio, al clamore cromatico
delle piccole intimità quotidiane, l’umile vaso di
fiori, l’angolo domestico delle cose dimenticate,
il pollaio variopinto, il vociante mercato delle
erbe, le marine dall’orizzonte popolato di
trabucchi e pescatori. Insomma agli aspetti di
una vita quieta, ancora a misura d’uomo.
Una pittura onesta, sincera nel racconto di
emozioni semplici, ma, proprio per questo,
vitale e capace di essere trasmessa e
compresa per la poesia di cui è intessuta. E,
sotto questo aspetto, Biagetti, può ben dirsi un
poeta. Un poeta della pittura s’intende, quella
sempre servita ad esprimere, descrivendola
visivamente, un’emozione.
Dante Piermattei
Alfio Bi
Angela Monday
Alfio Bi è nato a Fano dove risiede e lavora,
in via Malvezzi 51, tel. 3381788939.
Senza titolo
tempera su carta, part., 50x70, 1990
Gabriele Biagetti è stato allievo del pittore
Donatello Stefanucci. Da allora ha continuato a
dipingere partecipando all’Accolta dei Quindici
fin dal 1977. Vive ed opera a Fano,
tel. 0721.823600
Gabriele Biagetti
Beati gli ultimi
olio su tela, part., 60x70, 2012
La linea rarefatta
La città notturna
Proprio in epoca di sparizione dell’opera
d’arte, che evapora all’insegna
dell’installazione e del video, della
performance e del facilmente degradabile
protetto dalle transenne dell’ideologia biomilitante, Ceci torna all’incisione, all’acido, al
bulino che graffia la matrice, agli inchiostri.
(..)
Il segno di Ceci si concentra su se stesso,
studia la grana delle intersecazioni della
linea che sa rarefarsi fino a diventare grata
e infittirsi fino a somigliare, senza diventare
mai, una macchia. (..)
Dove l’austerità del segno inciso non
lascia traccia, si sente respirare la carta,
e si avverte quel vuoto che non è affatto
il nulla, ma è luce, è aria, è resto infinito e
semplicemente informe. (..)
Ciascuno vive il sogno di modificare la realtà,
attraversare il quotidiano con il potere creativo
della fantasia, fino ad incontrare il bambino con il
tamburo di latta o il pifferaio magico. A Paolo Del
Signore capita per magia di rendere concreto
questo sogno, grazie all’incanto di accentuati
chiaroscuri e magie luminose, particolarmente
suggestive nelle creazioni pittorico-materiche. E’
il viaggio nella dimensione notturna e inconsueta
della città con echi/sagome di fantasmi che
prendono vita e parlano. (...)
Paolo Del Signore crea visioni, improbabili al
primo sguardo, ma piene di senso autentico
a chi si lascia andare. Un mondo fintamente
ingenuo, perché quelle fantasie notturne di
paesaggi reali e/o inventati, schiacciati nel
silenzio, sono proiezioni dell’inconscio, di ciò
che vorremmo essere e che non siamo nella
città diurna con il suo teatro di vite spezzate. Un
ribaltamento di senso, per cui la piazza e le sue
strade, nella suggestione notturna, ci conducono
in un gioco pieno di verità, nella dimensione vera
della relazione e della comunicazione.
Luciana Ceci
Cristina Muccioli
Luciana Ceci è nata a Chiaravalle.
Ha seguito corsi di pittura, scultura, incisione
e ceramica. Ha allestito mostre personali e
partecipato a numerose collettive ottenendo
premi e riconoscimenti. Sue opere si trovano
in collezioni permanenti in Italia e Germania.
Vive e lavora a Fano, Via Togliatti 10,
tel.0721.863265, e-mail: ceci.luciana.49@
gmail.com.
Paolo Del Signore
Giuseppe Franchini
Intrighi
acquaforte e acquatinta, part., 50x70, 2013
Paolo Del Signore è nato a Fano. Docente di
pedagogia dell’arte si interessa di metodologie
progettuali per lo sviluppo della creatività.
www.paolodelsignore.blogspot.com
mail: [email protected]
Luna metropolitana
tecnica mista su tela, 60x60, 2011
Il colore e il segno
La falsariga dell’astratto
(…) Tra campi di bianco e nero, talora
geometricamente stesi nell’intento di perseguire
tranquillizzanti certezze, tra gli incandescenti
rossi, informi magmi in movimento e non ancora
solidificati, tra gli smorti percorsi di una materia
lacerata da rabbiosi graffiti, tra gli squilli acuti
di bianchi accecanti, emergenti sul torbido
addensarsi di oscure laviche cromie, meglio si
dipanano i paesaggio dell’anima, con i suoi gridi,
le sue pulsioni, le sue inquietudini, con i suoi
sentieri tortuosi, i suoi gorghi, le sue esplosioni,
la gelosia dei suoi segreti. Di Cecco recupera
anche la libertà di quel segno grasso e pieno,
che si fa crepa e filamento e via, e col quale
si era cimentato negli anni più giovani. Anche
questo segno ci pare inserirsi a pieno titolo
in quel tendere dell’artista ad un astrattismo
più emozionale che razionale, volto più a
sperimentare le valenze espressive della materia
colorata che i rigori di geometrie cristalline,
quelle valenze a cui Kandinskij diede teorica
sistemazione fin dal 1912 nel suo celebre scritto
“Lo spirituale nell’arte”.
Dalle prime prove rivolte alla piacevole
rappresentazione figurativa, pur idealizzata in
quieta emozione intimistica, Sauro Di Sante
è passato ad una sempre più accentuanta
schematizzazione del riconoscibile secondo
criteri di adesione ad una modulistica di superfici
geometriche tenute in vita da un tessitura di
smaglianti cromie.
Si potrebbe affrettatamente sostenere che le
attuali opere siano da confinare al territorio
proprio dell’astratto. A ben guardare però
non sfugge come sotto la trama del rigore
compositivo si celi la falsariga permanente
di un ritorno a quella dimensione emotiva
caratterizzante gli interessi per ritmi visivi già
sperimentati, suggeriti dalle architetture di
paesaggio o di oggetti del reale, quasi a volerli
ricreare, attraverso la semplificazione dei
dettagli fino a scoprirne la cifra che li anima.
Un progredire per raffinamento in un processo
di sintesi, senza tradire la spinta della matrice
primaria, il soffio vitale dell’ineffabile magia
sotteso alle scintille danzanti nello spirito della
creatività espressiva.
Lorenzo Di Cecco
Guido Ugolini
Lorenzo Di Cecco, cell. 338.7079774.
web: lorenzodicecco.oneminutesite.it
web: lorenzodicecco.altervista.org
mail: [email protected]
Youtube: Lorenzo Di Cecco Fano
Il giardino dei ciliegi
tecnica mista su iuta, part. 60x80, 2005
Sauro Di Sante partecipa con successo a mostre
regionali e concorsi nazionali. Vive e lavora a
Fano,via Monfalcone 47, tel. 0721.862122,
cell. 339.4344927.
Sauro Di Sante
Scogli
olio su tela, part., 70x90, 2013
La metafisica dei sentimenti
La tentazione del demiurgo
(...) Tra atmosfere da cinema e uno stile tutto
suo, quasi da fumetto, racconta le mille storie
che nascono nel suo mondo da commedia anni
Sessanta. Egli ha saputo creare un’umanità
strana e dolcissima, che vive perennemente con
la testa tra le nuvole, in cui nessuno si stupisce
qualunque cosa accada. E accade di tutto,
effettivamente: gli innamorati volano, animali
di ogni specie gremiscono le strade, streghe,
sirene e satiri con flauti suonano liberamente per
i campi. (...)
Marcucci esplora sentieri dell’anima, non
deflette dal proposito di rifare la creazione,
cercando, come l’alchimista, chino a soffiare
sul fuoco dell’athanor, la pietra filosofale. Un
cammino tutto mentale il suo perché delineato
tra la scintilla creativa, l’idea di base, e la fase
di concretizzazione, anch’essa perfettamente
definita prima ancora che assuma un corpo,
divenga sostanza percepibile. Il mistero
dell’universo lo attrae non tanto per il fascino
naturale che esercita nell’altalena giorno-notte,
sole-luna, luce-buio, quanto piuttosto per la cifra
progettuale che cela. E siccome gli è impossibile
carpirla al Creatore ecco Marcucci inventarne
una sua, magari attingendo alla tradizione ma
rifacendola da capo con nuovi mezzi, perché
l’artista, in fondo, altro non è che un piccolo
demiurgo intento a creare e ricreare senza
sosta.
Gioia Gardo
John Betti (Giovanni Luca Giombetti), pittore e
illustratore, tiene studio in Viale Italia 30, 61032
Fano, tel. e fax 0721.865907, cell. 338.8565759
mail: [email protected].
www.johnbetti.blogspot.com
John Betti
Giulio Marcucci
Dante Piermattei
Senza una parola
olio, 40x40, 2010
Giulio Marcucci si è diplomato all’Istituto d’Arte di
Fano e ha proseguito i suoi studi all’Accademia
di Belle Arti di Urbino dove ha ottenuto il diploma
di scultura. Ha insegnato a lungo all’Istituto
d’Arte e continua ad operare nel settore delle arti
visive a Fano, via Oslavia 2, tel. 0721.865376.
Azimuth
tecnica mista, part., 80x70, 2013
Un pattern nello spazio
La promessa di felicità
… L’artista esprime in modo genuino il suo
mondo costruendo i dipinti come strutture vive.
Le sue opere nascono da un nucleo definito
nello spazio da cui, per una sinergia di forze,
si materializzano altre forme e vibrazioni che
sembrano continuare il loro moto oltre i confini
della tela. Il colore acrilico rende più schematica
la rappresentazione concentrando l’attenzione
sulle forme e sui pochi colori usati, un pattern
che si diffonde nello spazio seguendo modalità
biologiche più che meccaniche. Le opere
di Marino Giuseppe sono ritmi nello spazio,
partiture essenziali che creano scansioni
temporali e visive conservando il calore della
pennellata e del gesto…
Giuseppe Marino
... C'è in Salvatore Monaco la ricerca di una
bellezza di radice classica, quasi l'evocazione
della sperimentazione di Henry Moore, riletto
attraverso il percorso di Loreno Sguanci, che
si traduce nella ferma certezza di una forma
che si svolge sull'uomo, per l'uomo, intorno
all'uomo. La matrice umanistica del suo lavoro
si manifesta dapprima nel rispetto, che è anche
valorizzazione, della materia, poi nell'economia
di gesti sapienti coordinati al progetto, infine
nel perseguimento della bellezza che, come
scrive Stendhal, è promessa di felicità, solo
promessa, inappagata sempre come il desiderio:
è per questo che l'opera di Salvatore Monaco
accompagna da sempre con fedeltà e costanza
il ritmo dei suoi giorni.
Salvatore Monaco
Senza titolo
collage su carta, 50x70, part., 2012
Salvatore Monaco è nato a Comiso nel 1945
dove ha intrapreso gli studi artistici proseguiti a
Pesaro. Ha insegnato discipline plastiche negli
Istituti d’arte di San Cataldo, Forlì e Riccione.
Dal 1968 ha operato attivamente nel campo
artistico con mostre personali e collettive.
Vive a Fano in via Serafin 1. Tel: 0721.863336
Cell: 333.3941536
Gallo
ceramica smaltata, 50x60x30
Mauro Mazziero
Giuseppe Marino nasce a Roma nel 1987.
Scopre subito il suo interesse per l’arte fin da
piccolo, operando come autodidatta. In seguito
conosce la pittrice Enrica Sparaventi e diventa
suo allievo. Ha partecipato a mostre in Italia e
all’estero.
Cell. 329.8543423
mail: [email protected]
Silvia Cuppini
L’opera irreversibile
Come un film dietro l’altro
... Manipolatore di pietra, di marmo e fra questi
è la pietra rosa del Furlo a detenere il privilegio
della lavorazione e ad incontrare il favore del
pubblico per l’intrinseca valenza estetica del
suo delicato cromatismo; sebbene non ignori
materiali ‘poveri’ come la locale pietra arenaria.
Perché l’artista non si pone limiti di materia;
l’artista crea, manipola, foggia, trasforma tutto
il possibile che incontra nella vita ordinaria in
un’opera eterna e irreversibile, a testimonianza
del tempo che egli è vissuto.
Pittrice instancabile che, per non soffrire di
nevrosi, fa come Woody Allen a cui chiesero:
”Perché fa un film dietro l’altro?” rispose: ”Per
non cadere in depressione”. Lucia come pittrice
non si ripete mai avendo il terrore di ciò. Alla
ricerca di se stessa, è incontentabile e dentro
una giungla continua, per questo la definisco
un’artista vera. Se si ripetesse, forse il mercato
la premierebbe di più ma questa sua assidua
ricerca che non riconosce maestri la fa ancora
più grande… è un’artista.
Manlio Maria Montesi è nato a Fano.
Ha seguito la sua vocazione apprendendo le
tecniche di scultura alla Scuola degli scalpellini
di Sant’Ippolito.
Vive e lavora a Fano, in via Tomani Amiani 33,
tel. 0721.806765.
Lucia Perugini nata a Fano nel 1980.
Consegue la maturità artistica presso l’Istituto
d’Arte “Apolloni” in decorazione pittorica e
successivamente il diploma di perfezionamento
in Cinema d’Animazione all’Istituto d’Arte di
Urbino. Dopo gli studi si iscrive a diversi corsi
privati di illustrazione. Si dedica prevalentemente
alla pittura, partecipando a mostre, illustrando
libri e realizzando quadri per privati.
tel: 333.2556504
mail: [email protected]
http: luciaperugini.blogspot.com
Gabriele Mazzanti
Anna Marchetti
Manlio Maria Montesi
The family
bronzo, 25x20x15, 2000
Lucia Perugini
Al Lido
acrilico su tela, 60x60, 2011
Frammenti della realtà
Figure di pensiero
Argan affermava, a proposito della “nuova
figurazione”, che la figura non ha più alcun
valore, è un frammento di realtà, quasi un
residuo, un rottame; in questo senso Piccinetti
costruisce il suo linguaggio, trasfigurando
l’immagine in una visione estetica tutta
personale. L’impianto del quadro perde la sua
prospettiva usuale per deformarsi e comporsi
in molteplici punti di vista. Il filo che li unisce è
quello della memoria che costruisce sogni e lega
frammenti, in racconti poetici. ... La realtà sfuma, diventa colore, le cose
del mondo gareggiano con quelle astrali,
galleggiano ormai prive della forza di gravità.
La mano pregna di colore ricrea un mondo
immaginario che ha il sapore talvolta di quello
visto nelle opere di Klee che amava affermare:
«L’arte non riproduce il visibile, ma rende
visibile». Un mondo, quello di Pier Mattei che
sembra essere il risultato di una sintesi operata
a livello estetico su tutti i piani della sensibilità.
L’artista è cedevole a farsi attraversare dalle
sensazioni, da ciò che abita la realtà, chiede
al suo sguardo di catturare tutto il visibile e
seleziona solo ciò che ritiene indispensabile ad
una nuova invenzione: solo ed esclusivamente
quel dettaglio che è sfuggito agli occhi più vigili
viene trattenuto e restituito, dopo una lunga
rielaborazione, dentro una forma nuova.
L’artista riunisce i frammenti del visibile, mescola
sapientemente sapori, suoni, odori e, sfiorando
le superfici, giunge a comporre l’opera conclusa
e aperta nello stesso tempo, tappa di un viaggio
che lo affianca da sempre.
Silvia Cuppini
Pierluigi Piccinetti è nato a Fano e vive a
Lucrezia. Per avere una visione più completa
dei suoi interessi grafico-pittorici e della attività
legata al Carnevale, sia di Fano (nel 2011
è autore della mascherata “La cicala e la
formica”), che di Viareggio (nel 2009 è vincitore
del concorso delle mascherate di gruppo e del
premio speciale assoluto del Colore), si consiglia
di visitare il sito www.piccinettiart.com E-mail [email protected]
tel. 0721.892338
cell. 328.4639774
Pierluigi Piccinetti
Paesaggio con fiore di carciofo
olio su tela, part., 100x80, 2003
Dante Pier Mattei (Piermattei) vive a Fano,
tel. 0721.840127, cell. 333.9298149. Agli
interessi in pittura e nella grafica creativa
accomuna quelli letterari.
www.dantepiermattei.altervista.org
mail: [email protected]
Dante Pier Mattei
La casa di Alice
olio su tela, 80x80, 2013
La passione e la volontà
Il silenzio dell’infinito
(...) Sono forme espressioniste, primitive,
cariche di una passione e di una volontà
travolgenti. La formazione artistica avvenuta
nella frequentazione del triennio dell’Istituto
d’arte di Fano e nel biennio sperimentale
presso l’Istituto d’arte di Venezia ha lasciato
ricordi di forme surreali come il corpo
strozzato della ‘Premonizione di Guerra
civile’ di Salvador Dalì che si riflette, a Fano,
nel monumento alle morti bianche davanti
alla sede della Coop di S.Orso oppure nel
cavallo imbizzarrito che nitrisce e nelle mani a
guantoni di ‘Guernica’ che si ripetono in alcuni
disegni e nell’acquasantiera nella chiesa del
Sacro Cuore di Centinarola.
Il mare, gli abbandoni della stagione invernale
quando soffia la bora e la sabbia s’accumula
in minute dune, sorta d’impronte digitali di una
natura capricciosa e instabile, come il correre
veloce delle nuvole sul luccicchio glauco
biancastro dell’onda che arriva alla battigia
o sfrange rumorosa sullo scoglio. E ancora
quando l’aria tremola alle acerbe brezze in
primavera e lungo il litorale perfettamente
quieto nell’incontro di relitti immobili, morti
oggetti abbandonati, un tronco dilavato, un
cespo rinsecchito, un argano rugginoso, barche
rovesciate quasi enormi insetti a pancia all’aria,
nel brusio ritmato della risacca. La tamerice,
eccola lì, storta, bruciacchiata dal vento e
dal salso, eppure indomabile. Questo è uno
dei mondi di Alessandro, pittore della poesia
sospesa tra le cose a cui non si fa caso, che
troppo la vita chiede per vivere. Ma a lui, del
trascurato, nulla sfugge, neppure il silenzio
dell’infinito. Tutto diventa colore, rapido tocco
felice, frenesia della bellezza. Per singolare
dono degli dei.
Luisa Fontebuoni
Alceo Pucci
Alceo Pucci ha frequentato l’Istituto Statale
d’Arte di Fano e il magistero dell’Istituto Statale
d’Arte di Venezia dove ha costituito con
altri il gruppo di lavoro “Arte Libera Umana”
sostenuto dal poeta Diego Valeri. Risiede a
Fano in via Galileo Galilei, 62/A dedicandosi
prevalentemente all’attività scultorea.
tel. 0721.866842. Cell.347.0314178
e-mail: [email protected]
Alessandro Tonti
Dante Piermattei
Carpenteria
matita su carta, part., 50x70, 2000
Alessandro Tonti è nato a Pesaro nel 1933, ha
conseguito la maturità artistica a Bologna ed ha
insegnato materie artistiche in diverse scuole.
Vive e lavora a Fano in via Montevecchio 40/42,
cell. 338.5771991
Ciclamini recisi
olio su tela, 50x50, 2013
Una ragione di vita
(...) E’ anche vero che la produzione artistica di
queste mostre è significativa nella sua totalità.
Conta l’etica di un sodalizio di artisti, che fanno
gruppo, ma nel modo più spontaneo e naturale,
senza costituirsi in “gruppo”, senza la pretesa di
imporre una tendenza. Meglio così. Il panorama
che ne risulta è più mosso e vario. (...)
Vittorio Rubiu (Accolta dei quindici, 2003)
Fly UP