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IL SOGNO E LA MEMORIA Accolta dei quindici
* IL SOG E LA M NO EMOR IA Accolt a Galleria dei quind ic C Marghe entro Diurno i rita/ FA NO 2014 * IL SOG E LA M NO EMOR IA Accolt a Galleria dei quind ic C Marghe entro Diurno i rita/FAN O 2014 Il sogno e la memoria Il sogno e la memoria L’Accolta in filigrana Mostra d’arti visive dell’Accolta dei quindici per l’inaugurazione del Centro Diurno Margherita per malati di Alzheimer La Fondazione Cassa di Risparmio di Fano guarda con orgoglio alla compiuta realizzazione del nuovo “Centro Diurno Margherita” di Fano per malati di patologie neurodegenerative, in cui ha investito importanti risorse nel quadro degli interventi a sostegno dei bisogni sociali della famiglia. La struttura d’avanguardia, al momento semiresidenziale, è stata progettata tenendo conto dei moderni indirizzi per il trattamento di tali patologie che puntino a stimolare le capacità residue del malato ritardandone il più a lungo possibile il ricovero in residenze ospedaliere. Il centro svolge attività educativa-riabilitativa, cognitiva, cicli di memory training, psicomotricità e animazione, terapia occupazionale, mantenimento delle attività di base e strumentali, riabilitazione neuromotoria. In questo quadro la Cooperativa “Il labirinto”,che gestisce il Centro, ha pensato di dar vita al suo interno ad una Galleria d’arte vista appunto come momento di stimolo – per forme, colori, contrasti – alle funzioni reattive del sistema visioneelaborazione mentale. Questa mostra, allestita dagli artisti ben noti dell’”Accolta dei quindici” proprio per arricchire il momento dell’inaugurazione del Centro, con un titolo paradigmatico, ponte ideale tra i territori della fantasia e la realtà del quotidiano, costituisce solo un primo tassello di quella che potrà diventare un’attività espositiva capace di aprire la struttura anche all’esterno. Non sta a me entrare in valutazioni critiche sulla qualità delle opere esposte, del resto gli “Accolti” non ne hanno bisogno forti come sono dell’esperienza di un sodalizio artistico nato a Fano ben sessantotto anni fa e tuttora vitale. Alla loro sensibilità e generosa disponibilità esprimo il caldo ringraziamento personale e della Fondazione esteso a Fabiola Pacassoni che anche in questo progetto d’arte visuale ha speso tutta la sua tenacia. L’Accolta dei Quindici non si connota per una linea di tendenza omogenea ma piuttosto per una comune radice esistenziale fissata all’origine nella città di Fano, ma sviluppatasi poi secondo i meridiani e i paralleli di una geografia più vasta e non sempre documentabile. L’irrequietudine, che già Garrone nei primi decenni del secolo aveva riscontrato nell’artista che è costretto a vivere in provincia, è la spinta principale a proiettare l’artista stesso fuori di sé nella mente e nello spazio. Una lieve linea d’ombra unisce l’opera di questi artisti che l’Accolta riunisce da cinquanta anni, quella di una conferma di valore collocata fra la luce della fama e le tenebre dell’oblio. Così annotava acutamente Silvia Cuppini presentando la rassegna d’arti visive dell’Accolta nel 1996, cinquantenario della sua fondazione avvenuta su iniziativa di quindici amici pittori riuniti in un’osteria di quella Fano ancora convalescente dalle ferite della guerra. Da allora si sono susseguite le mostre annuali fino a quella dello scorso anno che hanno visto protagonisti tre generazioni di artisti. Quanto scritto da Silvia Cuppini vale ancora a mettere a fuoco la filigrana identitaria dell’Accolta, un organismo aperto a costituire una sorta di vetrina di operatori locali attraverso cui confrontarsi col pubblico, non certo per stupire o farsi acclamare, ma solo per mantenere vivo un dialogo, per attestare la costanza di una presenza. Che poi gli artisti pratichino le varie forme espressive dell’arte visiva, tradizionali o di moderna tecnologia non fa la differenza. Conta l’impegno, non episodico, quello sì. Per cui, al di là di certi paludamenti elitari autoreferenziali nel valutare dall’esterno i risultati, con tratto più o meno saccente e talora pettegolo, chi ha più ali per volare, dentro o fuori dall’Accolta, s’involerà. Come è giusto secondo natura e purché le ali lo reggano. Fano, 5 aprile 2014 via San Michele 36/B (Zona Aeroporto) Patrocini Comune di Fano/Assessorato Cultura Fondazione Cassa di Risparmio di Fano Collaborazione Radio Fano Comitato organizzatore dell’Accolta Gabriele Biagetti Paolo Del Signore Sauro Di Sante Giulio Marcucci Manlio Maria Montesi Dante Piermattei Galleria Margherita Fabiola Pacassoni Catalogo Schede a cura di Dante Piermattei Layout immagine e Ufficio Stampa primavista 333.9298149 Stampa Grapho5 aprile 2014 Fabio Tombari Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Fano Il Comitato organizzatore dell’Accolta La materia e lo spirito IL SOG E LA M NO EMOR IA Accolt a Galleria dei quind ic C Marghe entro Diurno i rita/ FA NO 2014 ... un rimando, un’eco che si trasmette nello spazio che ascolta, vuoto che riempie gli sguardi scambievoli che annuiscono all’essere. A volte, una trasmissione di energia pulsante attraversa questo luogo di scambi che si carica di colori vivaci lungo segmenti zigzaganti. Questo rapporto di materia e spirito raggiunge un equilibrio di pesi bilanciati in una atmosfera sospesa che allude ad un essere profondo, immaginario quanto nei Mobiles di Alexander Calder. Giovanni Bellantuono sceglie la tecnica delle proiezioni “consumato” dalla frequentazione professionale per raggiungere quel desiderio del cuore che ha voglia di rispecchiarsi in un luogo, in una persona o in un’impronta tracciata sulla materia per sempre”. Luisa Fontebuoni Giovanni Bellantuono Giovanni Bellantuono è nato a Fano dove vive e lavora. Dopo essersi diplomato presso il locale Istituto d’arte, prosegue gli studi al Magistero d’arte di Firenze. Vive a Fano in via Garibaldi 116, tel. 0721.802565. Espongono Giovanni Bellantuono/Alfio Bi/ Gabriele Biagetti/Luciana Ceci/ Paolo Del Signore/Lorenzo Di Cecco/ Sauro Di Sante/John Betti/ Giulio Marcucci/Giuseppe Marino/ Salvatore Monaco/Manlio M. Montesi/ Lucia Perugini/Pierluigi Piccinetti/ Dante Pier Mattei/Alceo Pucci/ Alessandro Tonti/ Senza titolo tecnica mista su tela, 50x50, 2013 Sulla soglia del non detto Vedere e sentire Alfio Bi è un uomo impavido. Ogni mattina si prepara il caffè e mentre le pareti e gli oggetti di casa tornano a fuoco inizia il conto alla rovescia. Ci sono giorni, che mentre chiude a chiave la porta di via Malvezzi 51, sceglie dal mazzo un’altra suggestione da esplorare. La lascia libera di rimbalzare tra i vicoli del centro, la pedina tra la gente, la segue per le scale e nelle svolte per il tempo che serve e poi se la rimette in tasca. Per quando sarà pronta a fermarsi e lasciarsi guardare su un foglio. Ci sono giorni che i colori arrivano dal mare, penetranti come la brezza di gennaio tra gli scogli. Che gli incurvano il maglione tra le scapole finché non trova la forza di perforare la membrana e liberarli. Ci sono viaggi di poche sferzate e altri che lo incatenano alla sedia del soggiorno, interrotti solo dalla carta che finisce o dalla luce che si è fatta troppo bassa. Ci sono giorni che la materia diventa leggera e sparisce tra i coriandoli, che i volti restano sulla soglia del non detto. Resta sempre l’inizio di un prisma in cui ritrovi ora viaggio, ora una linea, ora un’altra tua avventura ancora da ricordare. Biagetti è un pittore rimasto fedele a se stesso. Mentre altri, spinti dal pungolo di distinguersi inventando un’inedita espressività, il più delle volte rimasticata, si allontanavano sempre più dai linguaggi di comprensibilità accessibili al buon senso comune, Gabriele ha continuato a credere in quello che vedeva, al miracolo della natura nel paesaggio, al clamore cromatico delle piccole intimità quotidiane, l’umile vaso di fiori, l’angolo domestico delle cose dimenticate, il pollaio variopinto, il vociante mercato delle erbe, le marine dall’orizzonte popolato di trabucchi e pescatori. Insomma agli aspetti di una vita quieta, ancora a misura d’uomo. Una pittura onesta, sincera nel racconto di emozioni semplici, ma, proprio per questo, vitale e capace di essere trasmessa e compresa per la poesia di cui è intessuta. E, sotto questo aspetto, Biagetti, può ben dirsi un poeta. Un poeta della pittura s’intende, quella sempre servita ad esprimere, descrivendola visivamente, un’emozione. Dante Piermattei Alfio Bi Angela Monday Alfio Bi è nato a Fano dove risiede e lavora, in via Malvezzi 51, tel. 3381788939. Senza titolo tempera su carta, part., 50x70, 1990 Gabriele Biagetti è stato allievo del pittore Donatello Stefanucci. Da allora ha continuato a dipingere partecipando all’Accolta dei Quindici fin dal 1977. Vive ed opera a Fano, tel. 0721.823600 Gabriele Biagetti Beati gli ultimi olio su tela, part., 60x70, 2012 La linea rarefatta La città notturna Proprio in epoca di sparizione dell’opera d’arte, che evapora all’insegna dell’installazione e del video, della performance e del facilmente degradabile protetto dalle transenne dell’ideologia biomilitante, Ceci torna all’incisione, all’acido, al bulino che graffia la matrice, agli inchiostri. (..) Il segno di Ceci si concentra su se stesso, studia la grana delle intersecazioni della linea che sa rarefarsi fino a diventare grata e infittirsi fino a somigliare, senza diventare mai, una macchia. (..) Dove l’austerità del segno inciso non lascia traccia, si sente respirare la carta, e si avverte quel vuoto che non è affatto il nulla, ma è luce, è aria, è resto infinito e semplicemente informe. (..) Ciascuno vive il sogno di modificare la realtà, attraversare il quotidiano con il potere creativo della fantasia, fino ad incontrare il bambino con il tamburo di latta o il pifferaio magico. A Paolo Del Signore capita per magia di rendere concreto questo sogno, grazie all’incanto di accentuati chiaroscuri e magie luminose, particolarmente suggestive nelle creazioni pittorico-materiche. E’ il viaggio nella dimensione notturna e inconsueta della città con echi/sagome di fantasmi che prendono vita e parlano. (...) Paolo Del Signore crea visioni, improbabili al primo sguardo, ma piene di senso autentico a chi si lascia andare. Un mondo fintamente ingenuo, perché quelle fantasie notturne di paesaggi reali e/o inventati, schiacciati nel silenzio, sono proiezioni dell’inconscio, di ciò che vorremmo essere e che non siamo nella città diurna con il suo teatro di vite spezzate. Un ribaltamento di senso, per cui la piazza e le sue strade, nella suggestione notturna, ci conducono in un gioco pieno di verità, nella dimensione vera della relazione e della comunicazione. Luciana Ceci Cristina Muccioli Luciana Ceci è nata a Chiaravalle. Ha seguito corsi di pittura, scultura, incisione e ceramica. Ha allestito mostre personali e partecipato a numerose collettive ottenendo premi e riconoscimenti. Sue opere si trovano in collezioni permanenti in Italia e Germania. Vive e lavora a Fano, Via Togliatti 10, tel.0721.863265, e-mail: ceci.luciana.49@ gmail.com. Paolo Del Signore Giuseppe Franchini Intrighi acquaforte e acquatinta, part., 50x70, 2013 Paolo Del Signore è nato a Fano. Docente di pedagogia dell’arte si interessa di metodologie progettuali per lo sviluppo della creatività. www.paolodelsignore.blogspot.com mail: [email protected] Luna metropolitana tecnica mista su tela, 60x60, 2011 Il colore e il segno La falsariga dell’astratto (…) Tra campi di bianco e nero, talora geometricamente stesi nell’intento di perseguire tranquillizzanti certezze, tra gli incandescenti rossi, informi magmi in movimento e non ancora solidificati, tra gli smorti percorsi di una materia lacerata da rabbiosi graffiti, tra gli squilli acuti di bianchi accecanti, emergenti sul torbido addensarsi di oscure laviche cromie, meglio si dipanano i paesaggio dell’anima, con i suoi gridi, le sue pulsioni, le sue inquietudini, con i suoi sentieri tortuosi, i suoi gorghi, le sue esplosioni, la gelosia dei suoi segreti. Di Cecco recupera anche la libertà di quel segno grasso e pieno, che si fa crepa e filamento e via, e col quale si era cimentato negli anni più giovani. Anche questo segno ci pare inserirsi a pieno titolo in quel tendere dell’artista ad un astrattismo più emozionale che razionale, volto più a sperimentare le valenze espressive della materia colorata che i rigori di geometrie cristalline, quelle valenze a cui Kandinskij diede teorica sistemazione fin dal 1912 nel suo celebre scritto “Lo spirituale nell’arte”. Dalle prime prove rivolte alla piacevole rappresentazione figurativa, pur idealizzata in quieta emozione intimistica, Sauro Di Sante è passato ad una sempre più accentuanta schematizzazione del riconoscibile secondo criteri di adesione ad una modulistica di superfici geometriche tenute in vita da un tessitura di smaglianti cromie. Si potrebbe affrettatamente sostenere che le attuali opere siano da confinare al territorio proprio dell’astratto. A ben guardare però non sfugge come sotto la trama del rigore compositivo si celi la falsariga permanente di un ritorno a quella dimensione emotiva caratterizzante gli interessi per ritmi visivi già sperimentati, suggeriti dalle architetture di paesaggio o di oggetti del reale, quasi a volerli ricreare, attraverso la semplificazione dei dettagli fino a scoprirne la cifra che li anima. Un progredire per raffinamento in un processo di sintesi, senza tradire la spinta della matrice primaria, il soffio vitale dell’ineffabile magia sotteso alle scintille danzanti nello spirito della creatività espressiva. Lorenzo Di Cecco Guido Ugolini Lorenzo Di Cecco, cell. 338.7079774. web: lorenzodicecco.oneminutesite.it web: lorenzodicecco.altervista.org mail: [email protected] Youtube: Lorenzo Di Cecco Fano Il giardino dei ciliegi tecnica mista su iuta, part. 60x80, 2005 Sauro Di Sante partecipa con successo a mostre regionali e concorsi nazionali. Vive e lavora a Fano,via Monfalcone 47, tel. 0721.862122, cell. 339.4344927. Sauro Di Sante Scogli olio su tela, part., 70x90, 2013 La metafisica dei sentimenti La tentazione del demiurgo (...) Tra atmosfere da cinema e uno stile tutto suo, quasi da fumetto, racconta le mille storie che nascono nel suo mondo da commedia anni Sessanta. Egli ha saputo creare un’umanità strana e dolcissima, che vive perennemente con la testa tra le nuvole, in cui nessuno si stupisce qualunque cosa accada. E accade di tutto, effettivamente: gli innamorati volano, animali di ogni specie gremiscono le strade, streghe, sirene e satiri con flauti suonano liberamente per i campi. (...) Marcucci esplora sentieri dell’anima, non deflette dal proposito di rifare la creazione, cercando, come l’alchimista, chino a soffiare sul fuoco dell’athanor, la pietra filosofale. Un cammino tutto mentale il suo perché delineato tra la scintilla creativa, l’idea di base, e la fase di concretizzazione, anch’essa perfettamente definita prima ancora che assuma un corpo, divenga sostanza percepibile. Il mistero dell’universo lo attrae non tanto per il fascino naturale che esercita nell’altalena giorno-notte, sole-luna, luce-buio, quanto piuttosto per la cifra progettuale che cela. E siccome gli è impossibile carpirla al Creatore ecco Marcucci inventarne una sua, magari attingendo alla tradizione ma rifacendola da capo con nuovi mezzi, perché l’artista, in fondo, altro non è che un piccolo demiurgo intento a creare e ricreare senza sosta. Gioia Gardo John Betti (Giovanni Luca Giombetti), pittore e illustratore, tiene studio in Viale Italia 30, 61032 Fano, tel. e fax 0721.865907, cell. 338.8565759 mail: [email protected]. www.johnbetti.blogspot.com John Betti Giulio Marcucci Dante Piermattei Senza una parola olio, 40x40, 2010 Giulio Marcucci si è diplomato all’Istituto d’Arte di Fano e ha proseguito i suoi studi all’Accademia di Belle Arti di Urbino dove ha ottenuto il diploma di scultura. Ha insegnato a lungo all’Istituto d’Arte e continua ad operare nel settore delle arti visive a Fano, via Oslavia 2, tel. 0721.865376. Azimuth tecnica mista, part., 80x70, 2013 Un pattern nello spazio La promessa di felicità … L’artista esprime in modo genuino il suo mondo costruendo i dipinti come strutture vive. Le sue opere nascono da un nucleo definito nello spazio da cui, per una sinergia di forze, si materializzano altre forme e vibrazioni che sembrano continuare il loro moto oltre i confini della tela. Il colore acrilico rende più schematica la rappresentazione concentrando l’attenzione sulle forme e sui pochi colori usati, un pattern che si diffonde nello spazio seguendo modalità biologiche più che meccaniche. Le opere di Marino Giuseppe sono ritmi nello spazio, partiture essenziali che creano scansioni temporali e visive conservando il calore della pennellata e del gesto… Giuseppe Marino ... C'è in Salvatore Monaco la ricerca di una bellezza di radice classica, quasi l'evocazione della sperimentazione di Henry Moore, riletto attraverso il percorso di Loreno Sguanci, che si traduce nella ferma certezza di una forma che si svolge sull'uomo, per l'uomo, intorno all'uomo. La matrice umanistica del suo lavoro si manifesta dapprima nel rispetto, che è anche valorizzazione, della materia, poi nell'economia di gesti sapienti coordinati al progetto, infine nel perseguimento della bellezza che, come scrive Stendhal, è promessa di felicità, solo promessa, inappagata sempre come il desiderio: è per questo che l'opera di Salvatore Monaco accompagna da sempre con fedeltà e costanza il ritmo dei suoi giorni. Salvatore Monaco Senza titolo collage su carta, 50x70, part., 2012 Salvatore Monaco è nato a Comiso nel 1945 dove ha intrapreso gli studi artistici proseguiti a Pesaro. Ha insegnato discipline plastiche negli Istituti d’arte di San Cataldo, Forlì e Riccione. Dal 1968 ha operato attivamente nel campo artistico con mostre personali e collettive. Vive a Fano in via Serafin 1. Tel: 0721.863336 Cell: 333.3941536 Gallo ceramica smaltata, 50x60x30 Mauro Mazziero Giuseppe Marino nasce a Roma nel 1987. Scopre subito il suo interesse per l’arte fin da piccolo, operando come autodidatta. In seguito conosce la pittrice Enrica Sparaventi e diventa suo allievo. Ha partecipato a mostre in Italia e all’estero. Cell. 329.8543423 mail: [email protected] Silvia Cuppini L’opera irreversibile Come un film dietro l’altro ... Manipolatore di pietra, di marmo e fra questi è la pietra rosa del Furlo a detenere il privilegio della lavorazione e ad incontrare il favore del pubblico per l’intrinseca valenza estetica del suo delicato cromatismo; sebbene non ignori materiali ‘poveri’ come la locale pietra arenaria. Perché l’artista non si pone limiti di materia; l’artista crea, manipola, foggia, trasforma tutto il possibile che incontra nella vita ordinaria in un’opera eterna e irreversibile, a testimonianza del tempo che egli è vissuto. Pittrice instancabile che, per non soffrire di nevrosi, fa come Woody Allen a cui chiesero: ”Perché fa un film dietro l’altro?” rispose: ”Per non cadere in depressione”. Lucia come pittrice non si ripete mai avendo il terrore di ciò. Alla ricerca di se stessa, è incontentabile e dentro una giungla continua, per questo la definisco un’artista vera. Se si ripetesse, forse il mercato la premierebbe di più ma questa sua assidua ricerca che non riconosce maestri la fa ancora più grande… è un’artista. Manlio Maria Montesi è nato a Fano. Ha seguito la sua vocazione apprendendo le tecniche di scultura alla Scuola degli scalpellini di Sant’Ippolito. Vive e lavora a Fano, in via Tomani Amiani 33, tel. 0721.806765. Lucia Perugini nata a Fano nel 1980. Consegue la maturità artistica presso l’Istituto d’Arte “Apolloni” in decorazione pittorica e successivamente il diploma di perfezionamento in Cinema d’Animazione all’Istituto d’Arte di Urbino. Dopo gli studi si iscrive a diversi corsi privati di illustrazione. Si dedica prevalentemente alla pittura, partecipando a mostre, illustrando libri e realizzando quadri per privati. tel: 333.2556504 mail: [email protected] http: luciaperugini.blogspot.com Gabriele Mazzanti Anna Marchetti Manlio Maria Montesi The family bronzo, 25x20x15, 2000 Lucia Perugini Al Lido acrilico su tela, 60x60, 2011 Frammenti della realtà Figure di pensiero Argan affermava, a proposito della “nuova figurazione”, che la figura non ha più alcun valore, è un frammento di realtà, quasi un residuo, un rottame; in questo senso Piccinetti costruisce il suo linguaggio, trasfigurando l’immagine in una visione estetica tutta personale. L’impianto del quadro perde la sua prospettiva usuale per deformarsi e comporsi in molteplici punti di vista. Il filo che li unisce è quello della memoria che costruisce sogni e lega frammenti, in racconti poetici. ... La realtà sfuma, diventa colore, le cose del mondo gareggiano con quelle astrali, galleggiano ormai prive della forza di gravità. La mano pregna di colore ricrea un mondo immaginario che ha il sapore talvolta di quello visto nelle opere di Klee che amava affermare: «L’arte non riproduce il visibile, ma rende visibile». Un mondo, quello di Pier Mattei che sembra essere il risultato di una sintesi operata a livello estetico su tutti i piani della sensibilità. L’artista è cedevole a farsi attraversare dalle sensazioni, da ciò che abita la realtà, chiede al suo sguardo di catturare tutto il visibile e seleziona solo ciò che ritiene indispensabile ad una nuova invenzione: solo ed esclusivamente quel dettaglio che è sfuggito agli occhi più vigili viene trattenuto e restituito, dopo una lunga rielaborazione, dentro una forma nuova. L’artista riunisce i frammenti del visibile, mescola sapientemente sapori, suoni, odori e, sfiorando le superfici, giunge a comporre l’opera conclusa e aperta nello stesso tempo, tappa di un viaggio che lo affianca da sempre. Silvia Cuppini Pierluigi Piccinetti è nato a Fano e vive a Lucrezia. Per avere una visione più completa dei suoi interessi grafico-pittorici e della attività legata al Carnevale, sia di Fano (nel 2011 è autore della mascherata “La cicala e la formica”), che di Viareggio (nel 2009 è vincitore del concorso delle mascherate di gruppo e del premio speciale assoluto del Colore), si consiglia di visitare il sito www.piccinettiart.com E-mail [email protected] tel. 0721.892338 cell. 328.4639774 Pierluigi Piccinetti Paesaggio con fiore di carciofo olio su tela, part., 100x80, 2003 Dante Pier Mattei (Piermattei) vive a Fano, tel. 0721.840127, cell. 333.9298149. Agli interessi in pittura e nella grafica creativa accomuna quelli letterari. www.dantepiermattei.altervista.org mail: [email protected] Dante Pier Mattei La casa di Alice olio su tela, 80x80, 2013 La passione e la volontà Il silenzio dell’infinito (...) Sono forme espressioniste, primitive, cariche di una passione e di una volontà travolgenti. La formazione artistica avvenuta nella frequentazione del triennio dell’Istituto d’arte di Fano e nel biennio sperimentale presso l’Istituto d’arte di Venezia ha lasciato ricordi di forme surreali come il corpo strozzato della ‘Premonizione di Guerra civile’ di Salvador Dalì che si riflette, a Fano, nel monumento alle morti bianche davanti alla sede della Coop di S.Orso oppure nel cavallo imbizzarrito che nitrisce e nelle mani a guantoni di ‘Guernica’ che si ripetono in alcuni disegni e nell’acquasantiera nella chiesa del Sacro Cuore di Centinarola. Il mare, gli abbandoni della stagione invernale quando soffia la bora e la sabbia s’accumula in minute dune, sorta d’impronte digitali di una natura capricciosa e instabile, come il correre veloce delle nuvole sul luccicchio glauco biancastro dell’onda che arriva alla battigia o sfrange rumorosa sullo scoglio. E ancora quando l’aria tremola alle acerbe brezze in primavera e lungo il litorale perfettamente quieto nell’incontro di relitti immobili, morti oggetti abbandonati, un tronco dilavato, un cespo rinsecchito, un argano rugginoso, barche rovesciate quasi enormi insetti a pancia all’aria, nel brusio ritmato della risacca. La tamerice, eccola lì, storta, bruciacchiata dal vento e dal salso, eppure indomabile. Questo è uno dei mondi di Alessandro, pittore della poesia sospesa tra le cose a cui non si fa caso, che troppo la vita chiede per vivere. Ma a lui, del trascurato, nulla sfugge, neppure il silenzio dell’infinito. Tutto diventa colore, rapido tocco felice, frenesia della bellezza. Per singolare dono degli dei. Luisa Fontebuoni Alceo Pucci Alceo Pucci ha frequentato l’Istituto Statale d’Arte di Fano e il magistero dell’Istituto Statale d’Arte di Venezia dove ha costituito con altri il gruppo di lavoro “Arte Libera Umana” sostenuto dal poeta Diego Valeri. Risiede a Fano in via Galileo Galilei, 62/A dedicandosi prevalentemente all’attività scultorea. tel. 0721.866842. Cell.347.0314178 e-mail: [email protected] Alessandro Tonti Dante Piermattei Carpenteria matita su carta, part., 50x70, 2000 Alessandro Tonti è nato a Pesaro nel 1933, ha conseguito la maturità artistica a Bologna ed ha insegnato materie artistiche in diverse scuole. Vive e lavora a Fano in via Montevecchio 40/42, cell. 338.5771991 Ciclamini recisi olio su tela, 50x50, 2013 Una ragione di vita (...) E’ anche vero che la produzione artistica di queste mostre è significativa nella sua totalità. Conta l’etica di un sodalizio di artisti, che fanno gruppo, ma nel modo più spontaneo e naturale, senza costituirsi in “gruppo”, senza la pretesa di imporre una tendenza. Meglio così. Il panorama che ne risulta è più mosso e vario. (...) Vittorio Rubiu (Accolta dei quindici, 2003)