...

la storia e l`impegno di vanna dolci che ha saputo trasformare una

by user

on
Category: Documents
20

views

Report

Comments

Transcript

la storia e l`impegno di vanna dolci che ha saputo trasformare una
la voce del popolo
18 dicembre 2014
premi e premiati
premio “ordine avvocati”
Comunità
di Zone
ti importanti perché anche la Regione
oggi assiste persone e famiglie alle prese con queste patologie... C’è ancora
molto da fare nel campo della ricerca, della prevenzione, dell’impegno e
della testimonianza. Vanna Dolci non
si rassegna, come non si è rassegnata
al fatto che quello che era capitato a
suo marito, alla sua famiglia, dovesse
rimanere una cosa privata. E quando
la stanchezza e lo sconforto sembrano
avere la meglio c’è la fede a darle forza
e conforto, così come forza e confronto arrivano dal Bulloni con cui la città
riconosce un impegno non solo verso il marito, ma per l’intera comunità.
La storia e l’impegno
di Vanna Dolci che ha
saputo trasformare una
sofferenza privata
in un’azione
per la comunità
La preghiera, risposta
che parla al cuore
non conoscono ancora. In un
periodo di crisi come questo, non
chiedono un aiuto materiale,
ma quanto il bisogno di sfogare
le proprie paure e le proprie
incertezze”. È uno spazio di
ascolto e di riflessione presente
dal 1818 e che, oggi, convoca
la città a ritrovare il senso della
vita. Preghiera, lavoro e silenzio
scandiscono i ritmi dell’intensa
giornata che inizia alle 5.30.
Tutto un lavoro ben organizzato,
compresa l’apicoltura. “Ci fa
vedere, sempre parafrasando il
nostro fondatore, che l’attività
monastica è paragonabile a un
alveare ben organizzato dove
ognuno ha il proprio compito,
un compito che poi si rinnova e
cambia di anno in anno”.
Premio “Ranzanici”
Premio “Aib”
Marco
Garatti
Mario
Rinaldini
Nel 2013 il sindaco di Zone, Marco Antonio Zatti (nella foto), ha promosso sul
territorio un percorso di risocializzazione
di un detenuto per rispondere, attraverso
il lavoro gratuito prestato dallo stesso,
ad alcuni bisogni della comunità. Il primo
cittadino di Zone ha pensato anche a un
progetto residenziale e così quella di Zone
è diventata la nuova comunità di Ahmed
che gli è vicina quando non può uscire di
casa per il rispetto che deve agli orari della
detenzione. Grazie all’impegno del sindaco
e dell’intera comunità, che lo accompagna
due volte alla settimane agli incontri protetti, Ahmed ha ottenuto il permesso di
conoscere la figlia. La comunità di Zone è
stata premiata per l’esempio di umanità e
cittadinanza attiva.
Con la nascita del suo secondo genito,
affetto da sordità, Mario Rinaldini
(nella foto) inizia a dedicarsi a questa
problematica. Per anni è stato membro
del consiglio della Scuola audiofonetica,
revisore dei conti, prima, e presidente,
poi, dell’Associazione genitori sordi
bresciani. Attualmente ricopre la
carica di presidente della Fondazione
Pio Istituto Pavoni. In questa veste
ha promosso numerosi incontri per
sensibilizzare sul tema della sordità e
per la piena affermazione del diritto
di cittadinanza anche per le persone
affette da questa patologia. Negli anni
si è anche impegnato per garantire
l’inserimento lavorativo dei sordi e
aiutare le loro famiglie.
Medico e chirurgo presso la
Fondazione Poliambulanza di Brescia,
da anni Marco Garatti è membro
dell’associazione Emergency
fondata da Gino Strada.
Per l’associazione umanitaria ha
partecipato a campagne sanitarie in
numerosi territori di guerra.
Negli anni ha operato nelle strutture
sanitarie di Emergency in Afghanistan
(dove ha coordinato il lavoro
in tre ospedali, in particolare quello di
Lashkar-gah) e in Libia.
Nel 2010, ingiustamente accusato di
connivenza con i terroristi talebani ha
vissuto anche la terribile esperienza
della carcerazione in condizioni
disumane.
Premio “cuore amico”
Premio “Beretta”
Premio “Anselmi”
P. Bernardo
Graz
Orfano di padre a soli nove
anni, p. Bernardo Graz, dopo
avere conseguito la laurea in
medicina e chirurgia e dopo una
specializzazione in neuropsichiatria
nel 1974 da laico parte per il Brasile,
terra di missione. Nel 1979 Bernardo
Graz viene ordinato sacerdote e
inizia la sua opera a Guarulhos, nella
periferia di San Paolo, a servizio
dei poveri. Dedica grande impegno
all’avvio della pastorale sanitaria
della locale diocesi e contribuisce
alla definizione di politiche sanitarie
pubbliche. Nel 2005, su incarico del
vescovo locale, assume la guida
della commissione diocesana per la
difesa della vita.
P. Girolamo
Pistoni
P. Rinaldo
Do
Da 30 anni p. Rinaldo Do,
missionario della Consolata,
opera in Congo, dedicando le
sue energie alla promozione e
alla crescita umana e culturale
delle giovani generazioni.
Nel corso di un recente
soggiorno in Italia per motivi
di salute, si è prodigato nella
ricerca di strumenti musicali
per consentire ai giovani
della missione di imparare a
suonare.
Il suo sogno è quello di
procurarsi 300 biciclette per
consentire agli studenti poveri
del suo villaggio di spostarsi tra
le diverse scuole realizzate.
Ordinato sacerdote nel 1991,
l’anno successivo viene mandato
dai Saveriani in Sierra Leone,
teatro di una guerra civile. Nel
1999 padre Girolamo viene
gravemente ferito al torace.
Nel 2002, tornata la pace, viene
nominato parroco di Kabala, nel
nord della Sierra Leone, dove
rimane sino al 2014, quando viene
trasferito a Makeni. Rientrato in
Italia, padre Girolamo rinuncia
al periodo di riposo non appena
viene a sapere che nel Paese
è esplosa l’epidemia di Ebola.
Insieme ad altri volontari si
prodiga per sostenere le famiglie
colpite dal virus.
Grosso d’oro
Don Piero Lanzi
Manlio Milani
Pompeo Anelli
Nei primi anni Settanta don Piero Lanzi fonda la comunità d base di San Giorgio e aderisce al movimento dei preti operai, prodigandosi per l’emancipazione dei salariati. Nello
stesso periodo non manca di rivolgere il suo
interesse alle lotte di liberazione delle popolazioni del Centro e del Sud America. È cofondatore dell’associazione Apasci. La necessità
di costruire un ponte tra l’impegno diretto
nei Paesi del sud del mondo e Brescia porta
don Piero a progettare l’idea della “Tenda
della solidarietà”. Negli anni è diventato anche punto di riferimento per la costruzione in
città di una società dialogante, cooperativa,
aperta e inclusiva.
Fondatore della Casa della memoria e
presidente dell’Associazione familiari
caduti della strage di piazza Loggia,
Manlio Milani negli ultimi 40 anni si è
letteralmente prodigato per la ricerca
della verità sulla strage del 28 maggio
1974. È proprio grazie al suo impegno
e alla sua abnegazione che nel 40°
anniversario della strage si è riaccesa la
speranza dei familiari delle otto vittime
e dei tanti feriti di ottenere finalmente
giustizia. Una speranza alimentata anche
dalle parole pronunciate dalla presidente
della Camera, Laura Boldrini, nel corso
della recente visita a Brescia.
Attivamente impegnato nella sezione
bresciana dell’Unione italiana lotta alla
distrofia muscolare, al cui interno ha
rivestito diversi incarichi, Pompeo Anelli
si è sempre battuto per l’affermazione
dei diritti delle persone affette da
disabilità. Ha sempre garantito il
suo appoggio morale e pratico alla
risoluzione di problemi che l’unione ha
dovuto affrontare. In prima linea anche
nel campo della ricerca si è prodigato
nella raccolte dei fondi per Telethon.
Socio fondatore della cooperativa sociale
Nikolajewka, si è sempre impegnato per
affrontare i problemi dei disabili.
Juan Badalan Gadea
Maria Giuseppina Conte Archetti
Lino Lovo
Musicolo, poeta, insegnante di
matematica (oggi in pensione) Juan
Badalan Gadea ha vissuto in Uruguay,
dal 1971 al 1985, l’esperienza del
carcere come dissidente politico.
“Armato” della sola chitarra è riuscito
a sopportare le condizioni durissime
della carcerazione e a sostenere
i molti intellettuali che con lui
condividevano l’ingiusta condizione.
Grazie alla musica Juan Badalan
Gadea è riuscito a mantenere
quell’equilibrio intellettuale che
ancora oggi lo contraddistingue e lo
rende una persona carismatica.
Nonostante i suoi 80 anni, Maria
Giuseppina Conte Archetti continua a
essere molto attiva sul piano dell’impegno
sociale e del Fai in particolare. Si deve a lei
la nascita dell’associazione “Amici del Fai”
di cui è attualmente presidente e sempre
alla sua persona è riconducibile il progetto
“Un ponte tra culture” per aumentare
la partecipazione dei cittadini di origine
straniera alla vita culturale nazionale. In
memoria del marito ha lasciato un fondo
presso la Fondazione della Comunità
Bresciana e ha istituito importanti borse
di studio per l’Università degli studi di
Bergamo e il Cetam.
Medaglia d’oro
Lino Lovo è presidente provinciale dell’Aido.
Nel corso degli anni si è impegnato per sensibilizzare sui temi del dono del sangue, degli
organi. Ha finanziato inoltre borse di studio
a sostegno della ricerca scientifica nel settore
del trapianto di organi e dell’utilizzo del sangue. È anche impegnato nell’organizzazione
di un centro di ascolto per malati oncologici e per persone affette da patologie neurodegenerative. I numerosi impegni in campo
medico e sanitario non impediscono a Lino
Lovo di interessarsi anche ad altre forme di
bisogno. È membro della commissione che
a Coccaglio si occupa di sostegno alle famiglie che hanno difficoltà a pagare l’affitto.
03
Fly UP