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Progetto catture - Città metropolitana di Bologna
Progetto catture “Relazione tecnica intermedia” A cura di Nicola Canetti Luglio 2009 INDICE Premessa...............................................................................................................................................2 Introduzione .........................................................................................................................................3 Ungulati............................................................................................................................................3 Preparazione degli interventi .......................................................................................................3 Risultati ........................................................................................................................................7 Istrice..............................................................................................................................................10 Preparazione degli interventi .....................................................................................................10 Risultati ......................................................................................................................................14 Conclusioni ........................................................................................................................................29 Premessa La presente relazione rappresenta il riassunto delle attività svolte in merito al “Progetto catture” promosso dalla Provincia di Bologna. In particolare le attività legate al progetto si possono dividere in due principali filoni: catture di ungulati e catture di istrici. Nel merito delle catture di ungulati lo sviluppo del progetto ha interessato sia la realizzazione di interventi di cattura, sperimentando anche la tecnica del freeranging per il capriolo, sia il coinvolgimento e la formazione di un gruppo di operatori volontari reclutati tra i cacciatori della provincia di Bologna. Per quanto riguarda l’istrice si è proceduto alla pianificazione e alla realizzazione di catture con metodi incruenti allo scopo di ridurre l’impatto della specie sulle colture agricole con particolare attenzione alle patate, provvedendo alla traslocazione degli animali. Nelle operazioni di cattura degli ungulati, e in qualche caso anche di istrici, è sempre stata coinvolta la Polizia Provinciale al fine di garantire la sicurezza durante tutte le fasi di cattura dato che in qualche caso si sono realizzate in contesti potenzialmente pericolosi per la viabilità stradale. Inoltre, come prevede il quadro normativo e le specifiche disposizioni dell’Amministrazione Provinciale, per le catture è sempre stata richiesta la presenza di un veterinario dell’ASL. Di seguito quindi sono riportati i risultati ottenuti durante il primo anno di attività oltre ad una sintetica descrizione delle diverse fasi che hanno contribuito al raggiungimento degli obiettivi prefissati. 2 Introduzione La fase di avvio di questo progetto è obbligatoriamente passata attraverso alcuni adempimenti di carattere burocratico del tutto indispensabili per poter procedere nel rispetto del profilo normativo che caratterizza questo genere di attività. In particolare per quanto concerne la cattura e la traslocazione di istrici è stato necessario disporre di un'apposita autorizzazione da parte del Ministero dell'Ambiente nonché di un parere dell'ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) che desse le principali indicazioni di carattere tecnico in merito all'operazione. Di seguito l'Amministrazione Provinciale con un atto del Dirigente ha potuto autorizzare il tecnico alle catture. A ulteriore supporto di tutto questo vi sono inoltre tutte le indicazioni contenute all'interno del Piano Faunistico Venatorio Provinciale 2007-2012 che prevede sia per gli ungulati cervidi che per l'istrice l'attivazione di un piano di controllo. Ungulati Per quanto concerne le attività inerenti gli ungulati nel merito del presente progetto esse si possono dividere in ciò che concerne la preparazione degli interventi e ciò che concerne la realizzazione degli interventi. Preparazione degli interventi In questo progetto la cattura di ungulati selvatici va vista come possibilità di intervenire in situazioni particolari ove la cattura e il successivo rilascio di animali vivi rappresenta una valida alternativa agli interventi con arma da fuoco. Nello specifico quindi la scelta di realizzare questo tipo di interventi soddisfa la necessità di poter applicare tutte le possibilità di azione che il piano di controllo sugli ungulati cervidi prevede. Inoltre attraverso questa sperimentazione è stato possibile testare diverse tecniche di cattura, come il free-ranging o la cattura con reti a caduta, in situazioni apparentemente adatte a tali metodi. La procedura che è stata messa a punto per realizzare ogni singolo intervento di cattura ha seguito i passaggi riportati di seguito: - segnalazione della presenza degli animali - predisposizione dell'atto di autorizzazione 3 - sopralluogo nell'area di cattura e scelta del metodo di cattura - reclutamento del personale e comunicazione dell'intervento all'ASL - realizzazione della sessione di cattura e di eventuale successivo trasloco degli animali Nella maggior parte dei casi la segnalazione della presenza degli animali avviene da parte della Polizia Provinciale ma in alcuni casi avviene anche da parte di privati cittadini che segnalano gli animali all'interno dei cortili o dei giardini dell'abitazione. Prima di iniziare la sessione di cattura è necessario disporre di un'apposita autorizzazione che viene rilasciata dal Dirigente del Servizio Tutela e Sviluppo Fauna che redige l'atto (una determina dirigenziale). Il sopralluogo nell’area di cattura si rende indispensabile sia per rendersi conto del contesto nel quale si realizza l’intervento sia per capire quale sia il metodo più indicato di intervento. I sopralluoghi sono sempre stati fatti con la presenza della Polizia Provinciale al fine di giungere di comune accordo alla soluzione migliore. Durante i sopralluoghi il primo aspetto che è sempre stato tenuto in considerazione è stato quello della sicurezza stradale: tutti gli interventi di cattura infatti si sono svolti in corrispondenza di centri abitati o di arterie stradali ad alta velocità. Alle sessioni di cattura hanno partecipato diversi soggetti reclutati sulla base della disponibilità e della riconosciuta esperienza di campo: in particolare alle sessioni di cattura hanno partecipato cacciatori motivati e disponibili oltre a collaboratori qualificati e alla Polizia Provinciale. Durante le sessioni di cattura attraverso la tecnica del free-ranging, nelle realtà che hanno caratterizzato la sperimentazione, era sufficiente un numero contenuto di operatori (circa 5-7 per intervento). Questa tecnica di cattura infatti prevede l’uso del lanciasiringhe e di un anestetico al fine di addormentare gli animali una volta colpiti dal dardo: la scelta del farmaco e del relativo dosaggio è sempre stata di competenza di un veterinario (nello specifico un veterinario dell’ASL). Fucile lanciasinghe Siringhe tradizionali Fig. 1 Alcuni degli strumenti utilizzati per la telenarcosi 4 Al veterinario dell’ASL inoltre spetta anche il compito di compilare l’apposita modulistica per autorizzare il trasporto di fauna selvatica viva (mod. 4). Durante le sessioni di cattura col metodo delle reti a caduta invece è necessario disporre di un numero maggiore di operatori (circa 20-25 per intervento) in quanto è necessario realizzare una battuta per spingere gli animali verso le reti come riportato nello schema successivo: Fig. 2 Schema di cattura con il metodo delle reti a caduta Una volta nelle reti gli animali, opportunamente manipolati, sono stati inseriti in apposite casse di trasporto che ne garantissero l’incolumità durante la traslocazione al sito di rilascio. Un esempio di cassa di trasporto è riportato di seguito: 5 Fig. 3 Cassa di trasporto caricata su un mezzo per la traslocazione e per il successivo rilascio 6 Risultati A partire dall’inizio del progetto vi sono state diverse segnalazioni di animali in aree indesiderate che sono state il luogo dei successivi interventi di cattura. Le aree dove è stata riscontrata la presenza di animali e dove successivamente si sono realizzate le sessioni di cattura sono: area 1) Comune di San Lazzaro di Savena adiacenze tangenziale in Zona di Ripopolamento e Cattura area 2) Comune di Imola residenza privata nell’immediata periferia area 3) Comune di Imola Stabilimento IRCE zona industriale adiacenze autostrada area 4) Comune di Granaglione zona urbana area 5) Comune di Bologna zona urbana Queste aree sono caratterizzate in modo diverso, passando da giardini privati o industriali come le aree 2, 3, 4 a zone più aperte come nel caso delle aree 1 e 5. La scelta del metodo di intervento è stata fatta naturalmente in funzione delle caratteristiche ambientali e della fattibilità effettiva dell’intervento: in alcuni casi si è potuta sperimentare le tecnica del free-ranging in altri quella delle reti a caduta. La tecnica del free-ranging per la cattura di caprioli, già descritta nei dettagli all’interno del progetto, non ha sortito buoni risultati. Alcune delle ragioni per cui la sperimentazione non è andata a buon fine vanno ricercate sia nell’organizzazione che nel contesto specifico dove si interviene: nel primo caso bisogna evidenziare che gli orari opportuni di intervento non coincidono esattamente con quelli nei quali effettivamente si sono svolti. Per ottenere dei risultati di cattura è necessario essere presenti nel sito prima dell’alba e opportunamente mimetizzati per passare inosservati e far sì che gli animali si avvicinino. Tale condizione però non è stata attuabile nell’ambito del progetto per limiti legati alla disponibilità del personale. Nel secondo caso invece si è riscontrato in tutti gli interventi un atteggiamento troppo allertato degli animali rispetto alla normalità: dopo una serie di riflessioni che sono nate dall’esperienza di ognuno dei partecipanti si è giunti alla conclusione che all’indomani degli interventi probabilmente vi è stata da parte di ignoti un’azione di disturbo sugli animali al fine di far fallire l’intervento per non note motivazioni. Nel caso invece degli interventi realizzati con la tecnica delle reti a caduta va fatta una doverosa premessa: già a partire dal giugno 2006 si sono effettuate una serie di sessioni di cattura di caprioli con questo metodo in diversi contesti ed i risultati sono stati spesso incoraggianti. Tra questi 3 caprioli catturati in prossimità dell’autostrada Bologna-Taranto (a fronte di 3 animali 7 segnalati) 6 caprioli nel centro abitato di San Lazzaro di Savena (a fronte di 6 animali segnalati), 1 capriolo catturato in una villa in prossimità dei viali di Bologna (a fronte di 1 capriolo segnalato). Naturalmente alcune altre sessioni di cattura non hanno dato gli stessi risultati ed in particolare 1 intervento sempre nel comune di San Lazzaro di Savena e un intervento in un giardino privato sempre in prossimità dei viali di Bologna nella zona sud della città. Durante le sessioni di cattura realizzate in funzione del progetto sono stati svolti tre interventi: 1) Comune di San Lazzaro di Savena adiacenze tangenziale in Zona di Ripopolamento e Cattura 2) Comune di Imola Stabilimento IRCE zona industriale adiacenze autostrada (2 sessioni) Questi interventi hanno portato alla cattura di 1 solo animale a fronte di 6 presenti a San Lazzaro e 3 presenti nello stabilimento dell’IRCE: in questo caso però l’animale (una femmina adulta) è stato anche marcata con una marca auricolare di colore giallo. Recentemente è stata avvistata nelle immediate vicinanze del sito di rilascio a riprova sia del superamento fisico della cattura sia della fedeltà al nuovo territorio. Ciò da un valore positivo all’intervento. Prima di ogni azione di cattura si è proceduto a organizzare un briefing con tutti i partecipanti nel quale si è illustrata nel modo più chiaro possibile tutta l’azione e che è servito come momento di formazione per tutti. Fig. 4 Il briefing prima di un intervento di cattura. 8 Questo è anche il momento in cui si danno i ruoli ai diversi partecipanti e si distribuisce il materiale necessario per la cattura: mascherine per coprire gli occhi degli animali, ricetrasmittenti per coordinare l’intervento ecc… Durante la fase di trasporto gli animali inseriti in apposite casse di legno, preventivamente fatte verificare dall’ASL affinché ne valutassero l’idoneità per il benessere animale, non hanno mai dato segni di stress e non si sono mai verificate particolari problematiche durante il rilascio. 6 caprioli catturati sono stati traslocati nella provincia di Brescia in virtù di un progetto di ripopolamento di un’area faunistica protetta nella valle dell’Inferno. In questo caso gli animali hanno sopportato un viaggio in cassa di circa 5 ore e al momento del rilascio non hanno mostrato alcun segno di stress e in pochi minuti si sono imbrancati: successivi censimenti e osservazioni quotidiane da parte della Polizia Provinciale di Brescia hanno confermato la sopravvivenza dei capi e l’adattamento al nuovo ambiente. Gli altri capi catturati sono stati traslocati nell’area di montagna all’interno della provincia di Bologna in aree idonee alla presenza della specie, tenuto conto delle indicazioni del Piano Faunistico Venatorio Provinciale 2007-2012 e della Carta delle Vocazioni Faunistiche della Regione Emilia-Romagna. 9 Istrice L’insieme di attività che sono state realizzate nell'ambito della cattura di istrici sono state sicuramente più intense rispetto a quanto dedicato alla cattura degli ungulati. Per questo lavoro infatti si è dovuto procedere iniziando da zero, fatto salvo l'individuazione delle aree critiche nel territorio della provincia particolarmente sofferenti a causa dei danni che questo animale provoca alle colture. In generale quindi l'impostazione e la realizzazione del progetto è passato attraverso una fase di predisposizione del materiale, della messa in opera degli strumenti di cattura e della realizzazione delle sessione di cattura. Di seguito quindi vengono riportate analiticamente le diverse azioni compiute ed anche i risultati che hanno sortito. Preparazione degli interventi Il metodo con cui si è scelto di catturare gl’istrici è quello della cattura con trappola. Per poter utilizzare quindi questo metodo è stato necessario predisporre tutto il materiale necessario: le trappole con porte auto scattanti e casse di trasporto. Per quanto concerne le trappole esse sono state realizzate seguendo scrupolosamente le indicazioni fornite dall’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) sia in merito al tipo di trappola da utilizzare sia alle sue relative caratteristiche. La trappola è un parallelepipedo di dimensioni 150x40x55 in rete metallica elettrosaldata e zincata a freddo (con apposita vernice) a doppio ingresso con porte a caduta e piattaforma centrale basculante. Il progetto della trappola è stato studiato e realizzato da Nicola Canetti e Pietro Lucchini nel rispetto delle indicazioni tecniche ricevute, mentre la produzione è stata affidata ad una ditta di carpenteria (SAAM srl). Nella primissima fase del progetto sono state prodotte 10 trappole successivamente ne sono state prodotte altre 5. 10 Fig. 5 Trappola per istrici armata La cassa di trasporto modello è stata realizzata in legno (multistrato con impregnante) e ha delle dimensioni di 100x50x50 con doppia apertura e con una serie di fori per garantire l’areazione interna. Prima di procedere alla produzione di 4 casse di trasporto si è richiesta la verifica dell’adeguatezza dello strumento da parte dell’ISPRA, il quale Istituto ne ha confermato l’idoneità. 11 Fig. 6 Cassa di trasporto Per la marcatura degli animali catturati dopo diverse consultazioni e confronti anche con i tecnici dell’ISPRA si è di comune accordo deciso di utilizzare vernice spray per l’identificazione degli animali catturati. Il tipo di vernice usato è uno smalto all’acqua con la caratteristica di avere come solvente l’acqua fin tanto che è all’interno della bomboletta: una volta spruzzato e seccato diventa idrorepellente. Per ogni azienda dove sono state dislocate le trappole è stato associato un colore da utilizzare per la marcatura al fine di poter riconoscere la provenienza di un animale eventualmente ricatturato. 12 Fig. 7 Vernice utilizzata per la marcatura degli animali catturati Per quanto riguarda la pasturazione delle trappole sono state pasturate con mais che si è rivelata un’ottima esca; inoltre, al contrario delle mele o patate, resta in buone condizioni anche dopo molto tempo. In qualche caso sono state aggiunte anche delle patate ma non sono mai state mangiate. Fig. 8 Particolare di una trappola con pastura 13 Risultati Una volta allestito tutto il materiale si è proceduto all’attivazione delle sessioni di cattura, collocando quindi le trappole in corrispondenza di aziende agricole nelle aree già individuate e descritte nel progetto. Come si può notare alcune delle aziende che hanno aderito all’iniziativa nel 2008 non hanno continuato nel 2009 mentre altre invece si: Azienda Biagioli 1 Biagioli 2 Conti 1 Conti 2 Conti 3 Dall'aquila 1 Dall'aquila 2 De Maria 1 De Maria 2 De Maria 3 Formica Formica 1 Imola Milani 1 Milani 2 Poli 1 Poli 2 Prandi 1 Salomoni 1 Salomoni 2 Salomoni 3 Comune Gaggio Montano Gaggio Montano Vergato Vergato Vergato Marzabotto Marzabotto Gaggio Montano Gaggio Montano Gaggio Montano Bologna Bologna Imola Gaggio Montano Gaggio Montano Budrio Budrio Grizzana Morandi Vergato Vergato Vergato Anno 2008 no no si si si si si si si no no no no si si no no si no no no Anno 2009 si si no no no si si si si si si si si no no si si no si si si Tab. 1 Aziende agricole che hanno avuto le trappole Nel primo periodo di attività (agosto-settembre 2008) le 10 trappole sono state collocate nelle aree riportate in Fig. 9 mentre nel secondo periodo di attività (da aprile 2009 in avanti) sono state collocate nelle aree riportate in Fig. 10. 14 Trappole_istrice_2008 confini provinciali Dall'aquila 1 Dall'aquila 2 Conti 2 Conti 3 Conti 1 Prandi 1 Milani 1 Milani 2 De Maria 1 De Maria 2 Fig. 9 Dislocazione delle trappole nella prima sessione di cattura del 2008 15 Trappole_istrice_2009 confini provinciali Poli 1 Poli Formica 1 Formica Imola Salomoni 3 Salomoni 2 Salomoni 1 De Maria 1 De Maria 3 De Maria 2 Biagioli 1 Biagioli 2 Fig. 10 Dislocazione delle trappole nella secondo sessione di cattura del 2009 16 Nel 2008 le trappole sono state collocate in aziende agricole di collina-montagna a quote comprese tra i 200 e gli 800 mslm, mentre nel 2009 si sono registrati dei danni da istrice anche in pianura e quindi si è proceduto a piazzarle anche in queste aziende. Trappole_istrice_2009 Trappole_istrice_2008 dtm10 <VALUE> 0 - 100 100,0000001 - 200 200,0000001 - 300 300,0000001 - 400 400,0000001 - 500 500,0000001 - 600 600,0000001 - 700 700,0000001 - 800 800,0000001 - 900 900,0000001 - 1.000 1.000,000001 - 1.100 1.100,000001 - 1.200 1.200,000001 - 1.300 1.300,000001 - 1.400 1.400,000001 - 1.500 1.500,000001 - 1.600 1.600,000001 - 1.700 1.700,000001 - 1.800 1.800,000001 - 1.900 1.900,000001 - 2.000 Fig. 11 Dislocazione delle trappole rispetto alle quote 17 Le aziende di collina-montagna si situano in tutti i casi o in adiacenza di grandi aree boscate o all’interno di esse: questa condizione di fatto rende più spontaneo l’accesso alle coltivazioni degli istrici che compiono tragitti brevi per raggiungere i campi di patate per poi tornare comodamente nelle tane situate nelle vicinanze. Trappole_istrice_2009 Trappole_istrice_2008 Usosuolo BO LegendCOD1 Ambiente delle acque Ambiente umido Territori agricoli Territori boscati ed ambienti seminaturali Territori modellati artificialmente Fig. 12 Dislocazione delle trappole rispetto all’uso del suolo 18 Durante le operazioni di cattura infatti è stato relativamente semplice individuare alcune tane abitate dagli istrici a poca distanza dai campi di patate, in alcuni casi solo poche decine di metri. Le trappole sono state collocate nelle immediate vicinanze dei campi in punti riparati dal sole e in corrispondenza dei passaggi apparentemente più frequentati (vedi Fig. 13). Fig. 13 Trappola collocata in corrispondenza dell’inizio del bosco al confine con un campo di patate Un riassunto di quante trappole per azienda sono state collocate è riportato nella seguente Tab. 2: Azienda Biagioli Conti Dall'aquila De Maria Formica Imola Milani Poli Prandi Salomoni Comune Trappole 2008 Trappole 2009 Gaggio Montano 0 2 Vergato 3 0 Marzabotto 2 2 Gaggio Montano 2 3 Bologna 0 2 Imola 0 1 Gaggio Montano 2 0 Budrio 0 2 Grizzana Morandi 1 0 Vergato 0 3 Tab. 2 Numero di trappole assegnate alle diverse aziende agricole nel 2008 e nel 2009 19 Il numero di trappole destinate per ogni azienda ha seguito un criterio legato soprattutto alla quantità di danni subiti e all’estensione degli appezzamenti. In qualche caso la sperimentazione è stata portata avanti anche nel caso di problemi legati alla presenza dell’istrice in corrispondenza di argini fluviali o nel caso di colture sperimentali di linee genetiche di patate nuove, che sono rappresentate dalle aziende di pianura ad esclusione di Imola. Per quanto riguarda il primo anno di attività, le catture sono iniziate purtroppo già al finire della stagione di maturazione delle patate in quanto il progetto e il conseguente allestimento del materiale sono iniziati alla fine dei procedimenti burocratici necessari per l’avvio delle operazioni. La prima sessione di catture è iniziata il 04 agosto 2008 ed è terminata il 25 settembre 2008. L’attività delle trappole è stata sospesa durante i fine settimana oppure in corrispondenza della mancata disponibilità del tecnico, evidentemente per cause giustificate. Durante questo primo periodo di catture sono stati prelevati complessivamente 16 istrici ripartiti tra le diverse aziende secondo il seguente riassunto: Azienda Conti Dall'aquila De Maria Milani Prandi Comune Catture 2008 Vergato 2 Marzabotto 0 Gaggio Montano 10 Gaggio Montano 0 Grizzana Morandi 4 Tab. 3 Istrici catturati nelle diverse aziende nel 2008 La seconda sessione di cattura è iniziata il 27 aprile 2009 e continuerà fino alla raccolta delle patate presumibilmente verso fine agosto. Durante questo secondo periodo di catture, a far data dalla realizzazione della presente relazione, sono stati prelevati complessivamente 31 istrici ripartiti tra le diverse aziende secondo il seguente riassunto: Azienda Biagioli Dall'aquila De Maria Formica Imola Poli Salomoni Comune Gaggio Montano Marzabotto Gaggio Montano Bologna Imola Budrio Vergato Catture 2009 0 0 13 0 0 3 15 Tab. 4 Istrici catturati nelle diverse aziende nel 2009 I risultati così diversi tra le diverse aziende vanno correlati con una probabile diversa densità di capi sul territorio oltre che con altri fattori: l’efficacia di cattura cala con il calo delle presenze di 20 animali. Se consideriamo il numero di notti in cui sono state attive le trappole moltiplicato per il numero di trappole attive in quelle notti, vi sono state aziende nel 2008 (Azienda Agricola Le Braine di De Maria) in cui ogni 4 notti c’è stata una cattura: su 40 notti/trappola sono stati catturati 10 istrici . Nella stessa azienda nel 2009 l’efficacia di cattura è diventata di 11 catture in 133 notti/trappola, il che significa che sono state necessarie 12 notti per catturare 1 animale. Nel caso specifico quindi l’efficacia di cattura nella seconda sessione si è ridotta di 2/3 rispetto alla prima, lasciando interpretare che la densità di capi presenti nell’azienda si sia di molto ridimensionata. A supporto di ciò inoltre vi è la constatazione che seppure i danni non si siano azzerati, vi è stata una fortissima contrazione del problema che nel 2007 era di circa 16.000€. Nel merito dell’efficienza di cattura va evidenziato che il tempo che passa dall’attivazione delle trappole alla prima cattura è stato vario ed in particolare: Azienda Biagioli 1 Biagioli 2 Conti 1 Conti 2 Conti 3 Dall'aquila 1 Dall'aquila 2 De Maria 1 De Maria 2 De Maria 3 Formica Formica 1 Imola Milani 1 Milani 2 Poli 1 Poli 2 Prandi 1 Salomoni 1 Salomoni 2 Salomoni 3 Comune Anno 2008 Anno 2009 Gaggio Montano Gaggio Montano Vergato 4 Vergato Vergato Marzabotto Marzabotto Gaggio Montano 4 3 Gaggio Montano 8 5 Gaggio Montano 3 Bologna Bologna Imola Gaggio Montano Gaggio Montano Budrio 2 Budrio Grizzana Morandi 12 Vergato 5 Vergato 5 Vergato 2 Tab. 5 Notti/trappola passate per realizzare la prima cattura In media quindi, dove si è catturato, sono passate 5 notti prima che gli animali cominciassero a frequentare le trappole. Bisogna notare tuttavia che in alcuni casi i tempi di cattura sono stati veramente molto corti, dimostrando inequivocabilmente che gli interventi possono dare risultati davvero tempestivi. E’ naturale comunque riscontrare che i risultati sono senz’altro influenzati da diversi fattori quali le condizioni meteorologiche, la presenza di altri tipi di fauna nel territorio, la presenza di fonti di disturbo, ecc… 21 Le trappole hanno dimostrato infine una elevata selettività nei confronti dell’istrice: infatti solo in pochi casi sono stati catturati altri animali (tra i quali 4 cinghiali, 4 gatti, 1 fagiano, 1 faina, 1 tasso) i quali sono stati subito liberati a parte i cinghiali. Questi ultimi sono stati abbattuti dalla Polizia Provinciale in linea con quanto previsto dal quadro normativo vigente. Gli animali catturati non hanno mai mostrato particolari segnali di stress da cattura. L’atteggiamento degli istrici all’interno della trappola è stato, nella grande maggioranza dei casi, di estrema tranquillità anche nel momento di avvicinamento alla trappola per il trasferimento nella cassa di trasporto. Questa operazione si è realizzata senza mai toccare gli animali: adagiando la cassa di trasporto di fronte a una porta della trappola e togliendo in contemporanea le porte, gli animali spontaneamente entrano nella cassa forse attirati dal buio. Fig. 14 Trasferimento di un istrice dalla trappola alla cassa di trasporto La cassa con l’animale dentro viene caricata sul mezzo e trasportata nel sito di rilascio. Durante il trasporto gli animali hanno sempre mantenuto un comportamento del tutto rilassato all’interno della cassa, cosa che ha fatto riflettere sull’opportunità o meno di approfondire tutti quegli aspetti di carattere veterinario legati allo stress da cattura: poiché infatti si tratta di analisi costose e procedure 22 per la raccolta dei campioni biologici piuttosto delicate si è preferito lasciare questo genere di indagini ad una eventuale fase successiva. Fig. 15 Fase di carico della cassa nel mezzo Gli animali sono stati rilasciati in diverse zone dell’area montana della provincia nelle cui valli il livello di antropizzazione è molto basso e la copertura boscata molto intensa, condizioni che sono compatibili con la presenza della specie. Come precedentemente descritto prima del rilascio gli animali vengono marcati con l’uso di apposita vernice spray come si vede nella successiva Fig. 16: 23 Fig. 16 Fase di marcatura di un istrice Il rilascio avviene semplicemente appoggiando la cassa con l’animale per terra e aprendo la porta: Fig. 17 Animale che sta lasciando la cassa 24 Nel primo anno di attività l’organizzazione del monitoraggio quotidiano delle trappole è avvenuta da parte del tecnico in quanto non era prudente delegare da subito la verifica quotidiana direttamente all’agricoltore che, seppure in qualche caso disponibile, non garantiva di riuscire ad assolvere tale impegno data la sovrapposizione con tutte le proprie attività: per cui per ogni giorno di attività il tecnico ha proceduto visitando tutte le trappole dislocate per verificarne l’esito della cattura, partendo alle prime ore del giorno. Durante la visita quotidiana quindi è stato possibile tenere monitorate costantemente le trappole e mantenere attivi i rapporti diretti con gli agricoltori interessati nell’operazione. Ottimizzando al massimo il tragitto, per ogni giornata di cattura sono stati percorsi circa 150 km a partire evidentemente dalla sede operativa. Considerando quindi un totale di 35 notti /cattura sono stati percorsi non meno di 5250 km. Nel secondo anno di attività, che come indicato precedentemente è iniziato nel 25/03/2009, si è proceduto responsabilizzando il singolo agricoltore nel cui fondo fossero presenti le trappole: attraverso la sottoscrizione di una liberatoria infatti l’agricoltore si impegna a collaborare attivamente alla cattura monitorando quotidianamente le trappole ed avvisando il tecnico per l’eventuale cattura di un animali o di qualsiasi altra informazione utile alla cattura. Un esempio di liberatoria è riportato nella successiva Fig. 18. La scelta legata alla responsabilizzazione dell’agricoltore rendendolo partecipe attivamente alle operazioni ha il vantaggio sia di far capire e vedere in pratica che cosa succede durante una cattura sia di ottimizzare gli spostamenti: infatti l’agricoltore ha il compito di telefonare al tecnico entro le ore 8.00 del mattino per avvisare se le trappole sono scattate o meno. In questo modo gli spostamenti si effettuano solo all’occorrenza risparmiando sulle spese. Così facendo nella seconda sessione di catture sono stati effettuati 19 viaggi percorrendo circa 2850 km a fronte dei 60 viaggi che si sarebbero dovuti fare per controllare quotidianamente le trappole corrispondenti a circa 9000 km. 25 Data_____/______/______ Scheda di affidamento trappole per istrici Il/la sig./sig.ra____________________________________________________________________ al fine di prevenire i danni alle proprie colture prende in affidamento n°_________ trappole per la cattura degli istrici all’interno del proprio fondo denominato______________________________________________________________________ o del fondo lavorato in conto terzi denominato___________________________________________ In particolare si impegna a: 1) alimentare le trappole con apposita pastura (Le trappole devono essere alimentate all’occorrenza con mais sia all’interno che nelle immediate vicinanze della trappola stessa) 2) armare le trappole (Le trappole devono essere armate alla domenica sera e disarmate il venerdì. Nei giorni festivi le catture sono sospese e conseguentemente le trappole vanno disarmate il giorno precedente al giorno festivo e armate la sera dell’ultimo giorno festivo, salvo diverse indicazioni del tecnico) 3) verificare l’esito della cattura (Ogni giorno di attività di cattura le trappole devono essere ispezionate entro le ore 8.00 del mattino) Nel caso di cattura di un animale, qualunque esso sia, o di qualsiasi informazione utile relativa alla cattura va data immediata comunicazione al tecnico di riferimento (dr. Nicola Canetti 3475559134) o in alternativa all’ufficio di Polizia Provinciale competente. N.B. La mancata osservazione delle presenti norme implica l’istantanea revoca dell’affidamento delle trappole e la segnalazione dei fatti alla Provincia di Bologna. In fede, ___________________________________ Fig. 18 Copia della liberatoria da compilare e da far sottoscrivere 26 Al momento della stesura del presente lavoro non sono purtroppo ancora disponibili i dati relativi ai danni causati dall’istrice in quest’annata e pertanto alcune considerazioni si possono svolgere solo in termini generali e non economici. Il danno provocato dall’istrice alle patate o in generale ai tuberi deriva dall’azione di scavo che l’animale fa per poterselo mangiare come si può notare nella successiva Fig. 19: Fig. 19 Esempio di danno da istrice. Si nota il buco e la patata rovinata L’intensità del danno dipende purtroppo dal fatto che una volta nel campo di patate l’animale scava molte e diverse piante per assaggiare diverse patate: così facendo un singolo animale in una notte di attività è in grado di danneggiare un numero elevato di piante con conseguente grave danno. In generale il ritmo di attività degli istrici, per altro conosciuti molto poco anche sul piano scientifico, sembra non essere costante durante la stagione colturale: si è notato infatti che vi sono dei periodi di maggiore attività e dei periodi relativamente meno intensi. Ciò probabilmente sia in funzione dello stato vegetativo dei tuberi sia in funzione dell’andamento climatico locale. La maggior parte delle aziende agricole interessate alla sperimentazione semina le patate intorno a fine febbraio o inizio marzo. I primi danni cominciano dopo circa un mese come hanno evidenziato le 27 catture e si protraggono in modo intenso fino a giugno quando invece sembra esserci un rallentamento dell’attività degli animali. La sperimentazione sta dimostrando che in alcuni casi le catture riducono di molto il danno: le aziende agricole che si collocano geograficamente nelle zone più vocate per la specie sono quelle che hanno presentato in passato il maggior danno, ma sono anche quelle nelle quali si sono realizzate più catture e si sono contratti i danni causati dagli istrici. Inoltre non sono mai stati ricatturati animali marcati a significare che la traslocazione a diversi km di distanza non permette un ritorno degli istrici all’area di cattura. In alcune aziende non si sono mai catturati istrici: in alcuni di questi casi dove il danno era su coltivazioni di piante officinali si sono ridotti i danni forse a significare l’abbandono del territorio da parte degli animali. Alcune trappole posizionate in pianura durante la seconda sessione di cattura hanno riguardato sia una azienda agricola dedita alla sperimentazione di particolari linee genetiche di patate, sia un’area demaniale attraversata dal fiume Idice. Nel primo caso non si sono mai catturati animali mentre nel secondo caso, dove gli istrici possono generare problemi di tenuta dell’argine, ne sono stati catturati 3 a distanza di tempo ravvicinata. Un dato che va tenuto in considerazione è tuttavia quello legato alla prevenzione dei danni da istrice. Se è vero che la cattura di istrici nel periodo colturale riduce talvolta l’impatto della specie sulle coltivazioni, è altrettanto vero che fatalmente gli animali sono destinati a tornare nei luoghi dove sono stati catturati. Sebbene non si sia mai registrata la cattura di un animali marcato, è facile pensare che l’area dalla quale sono stati tolti gli animali venga ricolonizzata spontaneamente nel corso del tempo riportando il problema anche laddove è stato estemporaneamente risolto. Questa considerazione deve fare riflettere sul fatto che la cattura e la traslocazione non rappresentano la soluzione finale del problema, ma rappresentano piuttosto una fase di intervento tampone transitorio la cui evoluzione deve trovare un naturale sbocco nella recinzione delle colture. Alcune aziende agricole una volta proceduto alla realizzazione di recinzioni fisse (che devono essere costruite secondo determinate indicazioni) hanno dato un risultato immediato e soprattutto duraturo. Questa sembra essere la soluzione più idonea considerato anche che, se è vero che gli appezzamento hanno spesso ettaraggi notevoli, è un lavoro che richiede un impegno notevole fintanto che lo si realizza ma che una volta fatto resta in essere negli anni. In caso inoltre di rotazione colturale, quindi per esempio seminando cereali (appetiti dagli ungulati), la recinzione fissa con un piccolo ulteriore intervento può essere vantaggiosamente utilizzata anche per la prevenzione dei danni da ungulati. 28 Conclusioni La cattura e la traslocazione degli animali selvatici rappresenta un’alternativa alle azioni di controllo faunistico mediante metodi non ecologici. Con questo progetto si sta sperimentando l’efficacia di tale iniziativa sia nel caso di catture di ungulati selvatici sia nel caso dell’istrice. Nel primo caso gli interventi si sono realizzati in ambienti ove fosse particolarmente sconsigliato l’abbattimento: si è proceduto alla sperimentazione del metodo del free-ranging i cui risultati però non sono stati soddisfacenti nel contesto specifico di intervento. Altri interventi sono stati realizzati attraverso il metodo delle reti a caduta. In un caso di cattura con il metodo delle reti a caduta è stato catturato un capriolo successivamente liberato con una marca auricolare di riconoscimento. In questo caso le osservazioni successive hanno dimostrato che l’animale non è più tornato in pianura dove è stato catturato ma si è stabilizzato nell’area dove è stato liberato. Questo fa ben sperare sull’opportunità di realizzare tali interventi, che possono talvolta dare un risultato risolutivo. Bisogna tuttavia evidenziare che data la elevata specificità di tali interventi è stato necessario procedere alla formazione di un gruppo di cacciatori volontari che hanno partecipato alle spiegazioni teoriche propedeutiche la cattura e ovviamente anche alle operazioni di campo necessarie per impratichirsi. Anche il rapporto con la Polizia Provinciale è indispensabile per la riuscita delle operazioni: in molti interventi infatti è lo strumento che dà garanzia e qualità alle azioni, mettendo a disposizione sia il valore istituzionale del Corpo sia la ormai consolidata esperienza dei propri agenti e dei propri coordinatori. La sperimentazione di catture di istrici con trappole sta dando risultati positivi: gli animali si possono catturare senza particolari difficoltà e anche la manipolazione successiva alla cattura non ha mai dato particolari problemi. Inoltre nelle aziende agricole particolarmente colpite dal problema istrice la continua azione di cattura e traslocazione ha comportato una forte contrazione dei danni. In questa fase sperimentale il vero limite è quello della disponibilità di personale. Tutte le azioni di cattura sono state portate a termine esclusivamente dal tecnico, fatta salva qualche occasione in cui ha partecipate anche qualche agente o qualche volontario e fatte salve due aziende agricole di pianura seguite dalla Polizia Provinciale. Infine l’aver delegato la verifica della cattura direttamente all’agricoltore ha senz’altro prodotto una positiva ricaduta per quanto riguarda la responsabilizzazione e il coinvolgimento, ma in qualche occasione ciò ha rappresentato anche dei limiti. 29 Nella seconda fase del progetto che ha preso vita a partire dal giugno 2009 si continuerà nell’azione di cattura di istrici in modo intensivo fino alla raccolta delle patate, garantendo quindi continuità con quanto già in essere. Inoltre si procederà alle catture di ungulati laddove si creino le condizioni per intervenire come è successo nella prima fase del progetto. Una volta esauritosi il progetto andrà necessariamente fatto uno sforzo per la futura continuazione delle azioni di cattura: in questo caso sarà necessario individuare nuovi protagonisti per la gestione delle catture che trovano nella Polizia Provinciale il personale più indicato. La cattura di specie particolarmente protette infatti non è consigliabile delegarla a personale volontario per ovvie ragioni, ma è un’operazione che va seguita da personale professionalmente molto qualificato e soprattutto sempre disponibile. Infine va ricordato che nel caso dell’istrice la cattura e la traslocazione sono azioni tampone e non rappresentano la soluzione finale del problema. La prevenzione attraverso la realizzazione di opportune recinzioni fisse rappresenta un efficace e valido metodo per difendere le colture dai danni causati da questi animali, interventi questi che richiedono un notevole impegno per essere costruiti ma che poi restano in essere per molti anni. 30