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® 5TJR TREK RETAIL Destinazione Original Marines V estivamo alla marinara, scriveva in un suo noto libro di memorie Susanna Agnelli, ricordando l'abbigliamento abituale dell'infanzia sua e dei suoi fratelli. Sono passati gli anni e le cose sono decisamente cambiate. Ormai anche i più piccoli sono attenti ai vestiti che indossano e sono diventati, di fatto, un importante target di mercato per il settore dell'abbigliamento. Non è, però, dal libro della sorella del più noto Gianni, patron della FIAT, che prende il nome, americanizzandolo, Originai Marines: brand napoletano di linea di abbigliamento casual per la famiglia, ma soprattutto per i bambini, che dai primi anni ottanta è diventato una realtà molto diffusa in Italia e nel mondo. D a l l ' i m p o r t di m a g l i e t t e a 700 f a m i l y s t o r e Il nome ha origine nel 1983 quando nasce Imap Export Spa, società che oggi gestisce il marchio partenopeo, ma che allora era specializzata nell'importazione di articoli di abbigliamento casual. Tra questi, nella fase di lancio, le famose t-shirt bianche (poi anche colorate) "quelle indossate dai marines", di cui, in 9 anni di import, se ne vendettero circa 25 milioni. Strategia cardine della società, nata dall'iniziativa di un gruppo di imprenditori campani, è da subito la scelta di decentrare la produzione in paesi dal basso costo della manodopera per ret3ÌI& - giugno 2 0 1 4 poter commercializzare i prodotti a prezzi competitivi. L'obiettivo è di coniugare una buona qualità alle esigenze economiche delle famiglie, soprattutto in riferimento al target dei più piccoli che come si sa, tra giochi e crescita, "usano" molto i vestiti per la disperazione delle tasche dei genitori. Dopo il Brasile, che ha caratterizzato la fase pilota, Originai Marines a metà degli anni '80 inizia a guardare al Far East e in particolare alla Cina come fonte di approvvigionamento, e ancora oggi la parte prevalente della produzione proviene da quell'area. Intanto l'attività si evolve fino alla realizzazione di una linea completa di abbigliamento casual per tutta la famiglia. Nel 1993/1994 l'azienda cambia la propria strategia distributiva, concentrandosi dal commercio all'ingrosso al reta il e aprendo il primo monomarca. Nel giro di 10 anni la rete delle insegne con la bandiera stilizzata a stelle e strisce raggiunge quasi 400 negozi, di cui 340 in franchising, formula preferita dalla casa campana, 40 a gestione diretta e 15 sparsi tra Europa, Asia e Africa. Del 1998 è il contratto di licenza pluriennale con la Warner Bros per l'applicazione dei L o o n e y Tunes sui capi delle collezioni Originai Marines, che inizia a utilizzare oltre al suo, anche altri brand di entertainement. Seguiranno Metro Goldwin Mayer per Pink Panther (2007), 2 0 Cen¬ tury Fox per i S i m p s o n (2007), poi, tra le altre, quelle proprietarie dei diritti per Felix t h e Cat (2008), D i s n e y (2009) NBA e B e a t l e s (2008). Questi contratti, oltre a fare la felicità dei piccoli clienti che possono vedere i loro eroi dei cartoon stampati sui propri vestiti, fanno crescere anche l'azienda stessa che ne ha tratto im,h portanti benefici in termini di marketing e vendite. Poi, nello scorso decennio, il consolidamento del marchio e l'internazionalizzazione. Nel 2005 nasce la Lifco (oggi una parte importante delle insegne all'estero): joint venture con un partner locale che gestisce i negozi negli Emirati Arabi e in Libano. L'anno dopo Originai Marines taglia il traguardo delle 500 insegne sul territorio nazionale, mentre 5 anni dopo trasferisce gli headquarter all'interno dell'interporto di Nola (NA) e raggiunge i 20 milioni di capi di sell out. Ancora 12 mesi più tardi supera per la prima volta i 200 milioni di euro di fatturato. Franchising, gestione diretta e globalizzazione Oggi il marchio campano è presente sul territorio nazionale con circa 530 punti vendita in franchising e quasi 70 tra ne- ORIGINAL MARINES in pillole Anno di nascita Gruppo Proprietà Sede Management I Business Retail 1983, import e commercializzazione di magliette 'quelle indossate dai marines'. IMAP Export (proprietaria del brand, head quarter, centro ricerca e gestore della rete franchising); Trader (gestione punti vendita diretti); Commerciale Campana (produzione e della commercializzazione delle calzature) e LIFCO joint venture con parnership locale (gestione negozi Medio Oriente). ' Famiglie Di Vincenzo, Pera, Scotellaro, Silvestri, Limongello e Galli. Interporto di Nola (NA). IMAP Export: presidente Angelo Pera e Antonio Di Vincenzo Vice presidente; Trader: presidente Salvatore Scotellaro; Commerciale Campana: presidente Luigi Silvestri. Produzione e distribuzione (attraverso family store monomarca) di linee d'abbigliamento casual per bambino e per tutta la famiglia 532 store in franchising, 67 negozi diretti e Cartoon Village e 93 insegne in Europa, Asia e Africa. I alto passaggio pedonale, con un bacino d'utenza di almeno 30mila abitanti. Nel Belpaese il network del brand napoletano copre capillarmente il territorio con una forte presenza nel Centro Italia (circa il 27% di insegne sul complessivo) e nel Meridione (più del 20%, isole escluse, quasi il 4 0 % con la Sardegna e, soprattutto, la Sicilia), con la provincia di Napoli sul gradino più alto per densità di negozi (seguita dall'area metropolitana di Milano, poi da quella della capitale, ma importante è anche la presenza nel catanese). Il Nord copre un terzo del network nazionale, equamente distribuito tra Nord Est e Nord Ovest. All'estero la fa da padrone il Medio gozi a gestioni diretta e Cartoon Village (più o meno in linea su quelli dell'anno precedente), mentre sono più di 90 i monobrand in Europa, Asia e Africa. Ed è proprio sull'espansione fuori dall'Italia che il brand di Nola è più dinamico. Infatti, se il numero dei negozi nel mercato domestico non cresce, va diversamente su quelli oltreconfine: sono aumentati di una decina dall'anno scorso, quando Originai Marines compiva trent'anni di attività. Infatti, dei primi mesi di quest'anno sono le inaugurazioni di due stare a Malta, mentre si prevedono complessivamente altre nove aperture all'estero entro il 2014. Il progetto vede l'opening di un negozio a Minsk, capitale della Bielorussia, e di altri quattro punti vendita nell'area Balcani, Montenegro, Bosnia, Albania e Serbia; tre In Svizzera, a Zurigo, Bellinzona e Lucerna, e un terzo punto vendita in Ucraina, a Donesk. Il piano include anche la riqualificazione di alcuni negozi (il Gruppo rinnova solitamente una cinquantina di shop all'anno per mantenere l'immagine al passo coi tempi) a partire da quello di Baku in Azerbaijan. In Italia, le Insegne Originai Marines sono prevalentemente in affiliazione, per la precisione lo sono nell'89% dei casi: il contratto di franchising prevede una durata minima di 5 anni con un uso gratuito e temporaneo dei marchi del Gruppo, niente minimi di acquisto e royalties sul fatturato. Per aprire un Family Stare, inoltre, ci vogliono una superficie di almeno 140 mq (magazzino escluso) e l'ubicazione in una zona ad ma è la IMAP Export, proprietaria di brand, headquarter, centro ricerca e gestore della rete franchising: Angelo Pera è il presidente, mentre Antonio Di Vincenzo è vice-presidente. C'è poi la Trader, che gestisce i punti vendita diretti con Salvatore Scotellaro alla guida. Per finire, la Commerciale Campana si occupa della produzione e della commercializzazione delle calzature e nella stanza dei bottoni il capo è Luigi Silvestri. A livello societario, infine, il controllo del Gruppo fa capo, attraverso alcune holding, alle famiglie Di Vincenzo, Pera, Scotellaro, Silvestri, Limongello e Galli. R i p a r t i z i o n e sell o u t ORIGINAL M A R I N E S # Primi mesi Donna / Ragazzo # Baby # Bambino 8% 70% K à ^ ^ ^ ^ ^ Fonte aziendale S a l g o n o i ricavi, a n c h e s e il m e r c a t o è f e r m o I numeri, poi, confermano lo stato di buona salute del marchio napoletano: a livello di Gruppo il 2012 si è chiuso con 224,6 milioni di fatturato, in crescita del 6,8% sull'anno precedente, con un MOL attestato sui 28,8 milioni, in lieve flessione rispetto ai 30,5 dell'anno prima (-6%) soprattutto, dicono a Nola, per effetto delle misure volte a incentivare la rete distributiva. L'EBIT supera di poco i 22 milioni, mentre l'utile netto del Gruppo si attesta sui 12,9 milioni, con un +2% sul 2011. Da non sottovalutare, poi, i risultati di Lifco: la società partecipata che gestisce gli stare in Medio Oriente raggiunge i 9,5 milioni di ricavi nel 2012 (+9% sul 2011), un EBITDA di 2,5 milioni e un utile netto di 1,9 milioni (+20% sull'anno prima). Solo per dare un esempio, se si vanno a vedere I conti della Imap Export, le vendite sono cresciute di quasi un terzo in cinque esercizi dal 2008, quando erano intorno ai 106 milioni, arrivando a quota 150 nel 2012. Inoltre, l'azienda proprietaria del marchio registra una redditività da leccarsi i baffi in virtù di un ROI vicino al 20% per il 2012 (era il 2 1 % l'anno prima), di un cash flow intorno all'11% del giro d'affari e una liquidità primaria buona intorno all'1,36 percento. Da tenere d'occhio la posizione finanziaria netta, in crescita di quasi 4 milioni dai 38,5 del 2011, con una ten- Oriente, anche grazie al lavoro svolto dalla joint venture Lifco, ma sale la quota dell'area relativa a ex Jugoslavia e Albania. Importante per la presenza sono anche la Repubblica Ceca e il Nord Africa (soprattutto il Marocco). Le vendite del marchio, che dal 2010 al 2013 ha registrato un tasso di crescita del 9% a fronte di un mercato stabile se non in contrazione (-8% nel settore moda in Italia e 3,6% nel segmento abbigliamento junior), ad oggi vedono il netto prevalere del segmento bambino, con il 70% del fatturato totale, mentre la linea primi mesi si ritaglia l'8%, la linea baby il 12% e il restante 10% è relativo ai segmenti donna e ragazzo. Attualmente il Gruppo è composto da tre società che in Italia contano complessivamente circa 650 addetti. La pri- retailS' DOd - giugno 2 0 1 4 0 STAR TREK RETAIL sione soprattutto di quella a breve termine (prevalentemente meno depositi e più debiti a breve con banche). Sul 2013 il Gruppo comunica un giro d'affari consolidato in lieve crescita intorno ai 227 milioni, mentre l'EBITDA è previsto in linea con quello dell'ultimo esercizio ufficiale. Fonte dati aziendale. Dati che indicano, senza dubbio, una buona stabilità della galassia di società che compongono la famiglia Originai Marines, ma che testimoniano anche, con il rallentamento della crescita, il momento di difficoltà del mercato. Per questo la strategia dagli headquarter di Nola è chiara: puntare all'estero non solo per l'import, ma anche per l'export. I paesi che fornivano prodotti a basso costo ora sono diventati mercati emergenti, che garantiscono buona marginalità, ed è lì che Originai Marines sta organizzando la sua espansione. Al contrario la quota di mercato domestico, anche a causa della stagnazione dei consumi, è destinata a diminuire in percentuale, nonostante II numero ancora maggioritario di punti vendita. Ed è proprio sulla velocità e sull'incisività di questo cambiamento di prospettiva che il brand, ormai detentore di una quota importante sul mercato globale, si gioca una buona fetta del suo futuro. David Montoni intervista «SPECIALIZZAZIONE E PREZZO ACCESSIBILE, LE CHIAVI DELLA CRESCITA» Intervista a Antonio Di Vincenzo, Vice-Presidente Imap Export, società che detiene il marchio Originai Marines. Come è andato il 2013? Il 2013 per noi è stato un anno positivo. I ricavi consolidati del Gruppo hanno raggiunto i 227,3 milioni di euro, in lieve crescita rispetto all'anno precedente, e tutti i margini economici sono in linea con il 2012. La politica di abbassamento dei prezzi finali e di contenimento dei costi, attuata nel corso dell'esercizio, ci ha consentito di aumentare notevolmente il volume di capi prodotti e venduti e di mantenere stabile anche il trend di crescita dei ricavi della nostra rete. Il sostegno alla rete in franchising è da sempre uno dei punti cardine della nostra strategia di sviluppo. Per questo motivo abbiamo scelto di realizzare utili di Gruppo lievemente inferiori rispetto all'esercizio precedente, a beneficio della stabilità del fatturato dei nostri franchisee. Nei vostri progetti l'espansione è soprattutto all'estero: quali direttrici seguite? Per quanto riguarda l'estero, stiamo portando avanti dal 2011 un progetto di espansione strutturata che prevede il consolidamento nelle aree geografiche già presidiate e l'esplorazione di nuovi possibili mercati. Siamo alla costante ricerca di partner commerciali con l'obiettivo di esportare in maniera strategica il nostro progetto. A oggi sono 93 i nostri punti vendita all'estero, ai quali se ne aggiungeranno ulteriori otto nel corso del 2014. Il piano di sviluppo estero prevede l'inaugurazione del primo store nella città di Minsk, cui seguiranno le aperture di quattro punti vendita nell'area dei Balcani e di tre store in Svizzera. Trent'anni fa iniziavate la vostra avventura importando magliette "come quelle dei marines". Ora avete 700 insegne sparse per il mondo: © retailSiood-giugno2014 qual è il motivo fondamentale di questa crescita? Originai Marines è un marchio che nasce con l'obiettivo di realizzare un prodotto di qualità a prezzi fortemente competitivi, abbinando tendenze mondiali alla ricercatezza stilistica italiana. Siamo riusciti a realizzare quello che c'eravamo prefissati, ma continuiamo a lavorare per raggiungere sempre nuovi traguardi: questa è la chiave del nostro successo. Nel 1994 abbiamo lanciato la nostra rete di negozi in franchising. Fino ad allora avevamo prodotto per i multimarca. La decisione di proporci ai clienti senza intermediari per valorizzare al meglio alcune nostre scelte colpì nel segno: nel nostro primo negozio tutti i capi andarono letteralmente a "ruba". Il mercato stava evolvendo e la filiera "lunga" era penalizzante. Il canale all'ingrosso e quello retail, poi, non avrebbero potuto convivere a lungo: la concorrenza con gli store multimarca che vendevano anche i nostri articoli sarebbe stata rovinosa. Da qui la scelta di crescere con il franchising. Come è andata poi si evince dai numeri, con una presenza a livello nazionale e internazionale di tutto rispetto. Cosa vi distingue dai vostri competitor nel settore dell'abbigliamento bambino? Offriamo da sempre un prodotto di qualità, alla moda e che soddisfi tutte le esigenze. Per essere competitivi bisogna essere consapevoli che il segmento dell'abbigliamento bambino è molto particolare e che in un mercato maturo come quello italiano bisogna anticipare i tempi. È per questo che negli ultimi anni, con l'obiettivo di ampliare sempre di più l'offerta, abbiamo introdotto nuove linee accanto alle classiche. Inoltre, noi siamo stati i primi a introdurre in Italia il concetto di "prezzo accessibile" e i consumatori apprezzano questa nostra strategia: anche per questo non temiamo la concorrenza. Qualche tempo fa Zara ed H&M hanno aperto a fianco di un nostro affiliato a Milano, che mi ha chiamato subito preoccupato, lo gli ho detto che ne avremmo riparlato a fine stagione. Il bilancio è stato +30% di fatturato, a riprova che, non solo non avevamo niente da temere, ma che la specializzazione è l'arma vincente delle aziende in questo momento storico.