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Casse di espansione in linea nell`alto bacino del torrente Vingone

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Casse di espansione in linea nell`alto bacino del torrente Vingone
Comune di Scandicci
Consorzio di Bonifica n.3 Medio Valdarno
Via Verdi, 16 - 50122 FIRENZE
tel: 055-240269; fax: 055-241458; e-mail: [email protected]
progetto n. 519
Casse di espansione in linea nell'alto bacino del
torrente Vingone nel Comune di Scandicci (FI)
preliminare
Fascicolo
unico
STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE
(art. 48 L.R.T. 10/2010)
RESPONSABILE UNICO DEL PROCEDIMENTO
Ing. Francesco Piragino
PROGETTISTI
Ing. Leonardo Faggioli
Ing. Jacopo Guerrini
novembre 2014
definitivo
esecutivo
CONSORZIO DI BONIFICA N. 3 - MEDIO VALDARNO
PROGETTO n. 519
Casse di espansione in linea nell'alto bacino del
torrente Vingone nel Comune di Scandicci (FI)
STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE
(art.48 L.R.T. 10/2010)
Progetto n. 519 – Studio preliminare ambientale
Consorzio di Bonifica Medio Valdarno
Sommario
1 – DATI GENERALI E DESCRIZIONE SOMMARIA DELLE OPERE .................................................................. 3
1.1.
PROPONENTE ........................................................................................................................................................ 3
1.2.
DESCRIZIONE DELLA NATURA E DEI FINI DEL PROGETTO ........................................................................................ 3
1.3.
ELENCO DEGLI ELABORATI ................................................................................................................................... 3
1.4.
DESCRIZIONE, DIMENSIONI E TECNICHE PRESCELTE PER LE OPERE IN PROGETTO, INTERVENTI CONNESSI E COSTI ..... 4
1.5.
PROGRAMMA DI ATTUAZIONE E CANTIERIZZAZIONE .............................................................................................. 5
2 – EFFETTI URBANISTICO-TERRITORIALI ED AMBIENTALI E MISURE NECESSARIE PER
L’INSERIMENTO NEL TERRITORIO ................................................................................................................................ 6
2.1.
DESCRIZIONE DELL’AMBIENTE E INDIVIDUAZIONE DELL’AMBITO TERRITORIALE DI RIFERIMENTO .......................... 6
2.1.
DESCRIZIONE DEI SITI E DELLE AREE CIRCOSTANTI ................................................................................................ 7
2.2.
DESCRIZIONE DELLO STATO INIZIALE DELLE COMPONENTI AMBIENTALI ................................................................. 8
2.3.
DESCRIZIONE DEI POTENZIALI FATTORI DI IMPATTO E MISURE DI MITIGAZIONE .................................................... 11
2.4.
ACCESSI, PISTE DI CANTIERE E VALUTAZIONI RIGUARDO AL TRAFFICO GENERATO ................................................ 23
2.5.
SICUREZZA E RISCHI IN FASE DI CANTIERE, MATERIALI PERICOLOSI ...................................................................... 23
3 – CONFORMITÀ DEL PROGETTO CON LE NORME AMBIENTALI, PAESAGGISTICHE E CON I
VIGENTI PIANI E PROGRAMMI TERRITORIALI E AMBIENTALI ......................................................................... 25
3.1.
NORME TECNICHE, AMBIENTALI E PAESAGGISTICHE PER LA REALIZZAZIONE DELLE OPERE ................................... 25
3.2.
CONFORMITÀ CON LE NORME DEGLI STRUMENTI URBANISTICI, PIANI PAESISTICI E TERRITORIALI E PIANI DI SETTORE25
3.3.
ESPROPRI E SERVITÙ ........................................................................................................................................... 27
3.4.
FASCIA DI RISPETTO DELL’AUTOSTRADA A1 ....................................................................................................... 28
4 – MOTIVAZIONI, FINALITÀ, ALTERNATIVE DI LOCALIZZAZIONE O DI INTERVENTO..................... 29
4.1.
OBIETTIVI DEL PROGETTO ................................................................................................................................... 29
4.2.
DESCRIZIONE DELLE PRINCIPALI ALTERNATIVE ................................................................................................... 29
5 – ALTRE INFORMAZIONI UTILI ........................................................................................................................... 31
5.1.
PRINCIPALI AUTORIZZAZIONI NECESSARIE ........................................................................................................... 31
5.2.
RAPPORTO TRA IL PROGETTO ED ALTRE OPERE ESISTENTI O INTERVENTI PREVISTI ................................................ 31
5.3.
FUTURI PROGETTI PREVISTI SUI SITI O ULTERIORI RICHIESTE DI SERVIZI GENERATE DAL PROGETTO ....................... 32
6 – FOTOGRAFIE DEL SITO E DELLE VICINANZE ............................................................................................. 33
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Progetto n. 519 – Studio preliminare ambientale
Consorzio di Bonifica Medio Valdarno
1 – DATI GENERALI E DESCRIZIONE SOMMARIA DELLE OPERE
1.1. PROPONENTE
Il proponente per la realizzazione delle opere in progetto è il CONSORZIO
DI
BONIFICA 3
MEDIO VALDARNO, agente sulla base dell’Accordo di Programma per la realizzazione di
interventi strutturali per il superamento degli allagamenti o ristagni, sulle aree con
previsione edificatoria, causati dal Torrente Vingone per eventi trentennali siglato nel mese
di maggio 2014 con il Comune di Scandicci. Gli estremi di approvazione dell’accordo sono la
Deliberazione di Giunta Comunale n. 98/2014 e il Decreto del Presidente del Consorzio n.
41/2014. Il R.U.P. è l’ing. Francesco Piragino, dirigente del Consorzio.
1.2. DESCRIZIONE DELLA NATURA E DEI FINI DEL PROGETTO
Il progetto, redatto ai sensi del D.P.R. 207/2010, trae origine dal Protocollo di intesa
stipulato in data 22/04/2013 fra il Comune di Scandicci ed il Consorzio di Bonifica. Tale
accordo è finalizzato all’aggiornamento del Piano Strutturale e alla revisione quinquennale del
Regolamento Urbanistico Comunale (ai sensi della L.R. n. 1/2005 e del D.P.G.R. n.
53/R/2011), si pone l’obiettivo di individuare e progettare interventi strutturali che
consentano il superamento degli allagamenti e ristagni, sulle aree con previsione edificatoria,
causati dal torrente Vingone per eventi con tempo di ritorno di trenta anni e ha portato alla
redazione del Progetto n. 519, suddiviso per lotti funzionali.
1.3. ELENCO DEGLI ELABORATI
Di seguito si riporta la lista degli elaborati estratti dei progetti esecutivi allegati al presente
studio.
PROGETTO 519A – CASSA VINGONE
Fascicolo 1: Relazione generale
Tavola 1: Corografia generale e ubicazione degli interventi
Fascicolo 2: Documentazione fotografica
Tavola 2: Vincoli e strumenti
Fascicolo 3: Relazione idrologica e idraulica
(unitario)
Tavola 3: Pianta, prospetti e sezioni briglia
Fascicolo 4: Relazione geologica
Fascicolo 6: Relazione paesaggistica
Tavola 4: Pianta, prospetti e sezioni briglia SA SP SS
Tavola 5: Planimetria e sezioni tipo piste di servizio
Tavola 6: Planimetria catastale
PROGETTO 519B – CASSA SOGLIA
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Progetto n. 519 – Studio preliminare ambientale
Consorzio di Bonifica Medio Valdarno
Fascicolo 1: Relazione generale
Tavola 1: Corografia generale e ubicazione degli interventi
Fascicolo 2: Documentazione fotografica
Tavola 2: Vincoli e strumenti
Fascicolo 4: Relazione geologica
Tavola 3: Pianta, prospetti e sezioni briglia
Fascicolo 6: Relazione paesaggistica
Tavola 4: Pianta, prospetti e sezioni briglia SA SP SS
Tavola 5: Planimetria e sezioni tipo piste di servizio
Tavola 6: Planimetria catastale
1.4. DESCRIZIONE,
DIMENSIONI E TECNICHE PRESCELTE PER LE OPERE IN PROGETTO,
INTERVENTI CONNESSI E COSTI
Il Progetto n. 519 prevede la realizzazione di due casse di espansione in linea, denominate
di seguito Cassa Vingone (lotto 519A) e Cassa Soglia (519B).
La tipologia delle due opere in progetto previste sul torrente Vingone e sul borro Soglia è
quella di briglia a bocca tarata; ognuna sarà costituita da uno sbarramento trasversale in
cemento armato ricoperto in terra, dotato di una luce di fondo e uno sfioratore di superficie.
Ogni cassa prevede un volume massimo di laminazione prossimo a 55'000 mc, corrispondente
ad una superficie di invaso ubicata a monte delle briglie di circa 2 - 2,5 ha.
Ogni sbarramento, inglobato in un rilevato in terra inerbita dotato di ampia base e scarpate
dolci (pendenza 1:2), prevede un’altezza media sui piani campagna di 3,5 - 4 metri e uno
sviluppo complessivo dell’opera destra-sinistra, rispettivamente di 124 m per la cassa
Vingone e 166 m per la cassa Soglia. Le opere in c.a. per la parte fuori terra saranno rivestite
con muratura in bozze di pietra. Esse avranno fondazioni profonde con pali trivellati in c.a. di
lunghezza variabile (fino a un massimo di 11 m) disposti su 2 o 3 file a seconda dei tratti. Per
tutti i vari dettagli riguardo alle misure ed alle specifiche costruttive dell’opera si rimanda
interamente alle tavole di progetto.
Figura 1 – prospetto della briglia a bocca tarata in progetto sul torrente Vingone
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Progetto n. 519 – Studio preliminare ambientale
Consorzio di Bonifica Medio Valdarno
L’alveo, attualmente delimitato da tratti discontinui e precari di muretti in pietra, che
verranno demoliti esclusivamente nella porzione interessata dall’opera, sarà opportunamente
protetto con massi in scogliera sciolta.
Come interventi connessi alla realizzazione delle due casse di espansione, è prevista la
realizzazione di piste di servizio in materiale arido; oltre al loro utilizzo nella fase di cantiere,
esse saranno necessarie per le future operazioni di manutenzione e di ispezione alle opere. Nei
tratti dei corsi d’acqua a monte delle opere in progetto si effettuerà inoltre una campagna di
rimozione delle piante cadute e di taglio selettivo delle alberature secche, pericolanti o a fine
ciclo vitale, in modo da evitare la caduta e la movimentazione delle stesse in seguito ad eventi
di piena del corso d’acqua.
Per quanto riguarda il costo delle opere, si riporta di seguito un estratto dal quadro
economico generale.
Lavori e oneri sicurezza
Importo per l'esecuzione delle lavorazioni
Importo per l'attuazione dei piani di sicurezza
TOTALE IMPORTO LAVORI E ONERI SICUREZZA
€
€
€
1,474,374.85
81,189.45
1,555,564.30
Somme a disposizione
Acquisizione aree o immobili
Imprevisti, spese tecniche, rilievi e altre somme a disposizione
IVA ed eventuali altre imposte
TOTALE SOMME A DISPOSIZIONE
€
€
€
€
217,700.00
169,542.17
375,659.33
768,275.18
IMPORTO TOTALE IN C.T. €
2,323,800.00
1.5. PROGRAMMA DI ATTUAZIONE E CANTIERIZZAZIONE
Il Progetto n. 519 verrà realizzato in due lotti funzionali, denominati Cassa Vingone
(519A) e Cassa Soglia (519B). Tali lotti intraprenderanno l’iter autorizzativo e di appalto
separatamente. Per ognuno è prevista una durata dei lavori pari a 365 giorni, con consegna
degli stessi nell’anno 2015 a seguito del completamento dei progetti esecutivi e
dell’ottenimento di tutte le autorizzazioni necessarie (si veda anche il paragrafo 5.1).
Contestualmente alla cantierizzazione delle aree di intervento verranno realizzate le piste
di servizio di cui al paragrafo precedente; ulteriori informazioni circa gli accessi e il traffico
generato dai cantieri sono contenute nel paragrafo 2.4.
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Progetto n. 519 – Studio preliminare ambientale
Consorzio di Bonifica Medio Valdarno
2 – EFFETTI
URBANISTICO-TERRITORIALI
ED
AMBIENTALI
E
MISURE
NECESSARIE PER L’INSERIMENTO NEL TERRITORIO
2.1. DESCRIZIONE DELL’AMBIENTE E INDIVIDUAZIONE DELL’AMBITO TERRITORIALE
DI
RIFERIMENTO
Il bacino idrografico complessivo del torrente Vingone a monte di Ponte a Vingone (area
urbanizzata) si estende per circa 10 km2 nel Comune di Scandicci. Gli affluenti principali
sono il fosso di Broncigliano, che si immette nel Vingone in destra idraulica a monte di Piazza
Kennedy, e il borro Soglia, che confluisce in sinistra a valle del ponte di via di Casignano.
Dalla quota massima di 380 m s.l.m. di Poggio Valicaia nella zona collinare di Scandicci il
bacino degrada dolcemente, confinato fra i crinali della S.P. 4 Volterrana a Sud-Est e della
S.P. 98 di Scandicci a Nord-Ovest, fino all’area urbanizzata di Ponte a Vingone.
Il suolo del bacino è destinato in prevalenza a boschi di conifere e oliveti, ed in misura
minore a sistemi colturali complessi; ad eccezione del tracciato dell’autostrada A1, le
superfici impermeabili sono sostanzialmente assenti.
Figura 2 - i sottobacini del
Vingone a monte di Ponte
a
Vingone
(area
urbanizzata di Scandicci):
in verde il sottobacino Alto
Vingone, in lilla il Soglia,
in giallo il Broncigliano
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Progetto n. 519 – Studio preliminare ambientale
Consorzio di Bonifica Medio Valdarno
2.1. DESCRIZIONE DEI SITI E DELLE AREE CIRCOSTANTI
La Cassa Vingone in progetto è situata sul torrente Vingone a monte dell’area urbanizzata
di Scandicci, nella porzione di territorio che si estende tra l’Autostrada A1 e Via di Vingone.
La Cassa Soglia invece è situata sul borro omonimo, sempre a monte dell’area urbanizzata di
Scandicci, nella porzione di territorio che si estende a monte dell’Autostrada A1, fra la stessa
e la S.P. 98.
Allo stato attuale sono già presenti alcune casse di espansione sull’asta del Vingone, della
tipologia in derivazione: la prima è ubicata in località Santa Maria, immediatamente a monte
di Piazza Kennedy. La seconda invece si trova in prossimità di Villa Antinori, circa 3 km più
a valle.
Figura
3
reticolo
– il
dei
Vingone,
Soglia
t.
b.
e
f.
Broncigliano con
l’ubicazione
delle
casse
in
progetto
(celeste) e quella
esistente (blu)
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Progetto n. 519 – Studio preliminare ambientale
Consorzio di Bonifica Medio Valdarno
2.2. DESCRIZIONE DELLO STATO INIZIALE DELLE COMPONENTI AMBIENTALI
Nel presente paragrafo si è analizzato lo stato iniziale delle sole componenti ambientali
interessate dalla realizzazione del Progetto n. 519.
o Paesaggio, aree importanti e aree sensibili
Il paesaggio della zona di intervento presenta i caratteri tipici delle zone di separazione tra
aree urbane e rurali, con elementi tipici del paesaggio rurale (quali fascia riparia lungo i corsi
d'acqua, edifici di pregio isolati, oliveti, vigneti e altre colture) e del paesaggio antropizzato
(nuclei abitativi, viabilità di rilievo, Autostrada A1). La morfologia di fondovalle collinare,
unitamente alla presenza di piante d’alto fusto, limita per entrambi i siti la zona di visibilità
alle immediate vicinanze.
Nel sito destinato ad ospitare la Cassa Soglia è presente una civile abitazione, ubicata circa
150 m a monte rispetto allo sbarramento in progetto ma in prossimità della superficie di
invaso; le altre abitazioni presenti nell’area sono invece ubicate a debita distanza planialtimetrica.
Nei due siti non sono presenti altre aree importanti dal punto di vista conservativo,
paesaggistico, storico, culturale o agricolo oppure aree sensibili. Non sono altresì presenti aree
protette ai sensi delle L. 394/1991, L.R. 49/1995, Dir. 92/43/CEE (SIC, ZSC), né aree con
elementi di tutela delle risorse essenziali (L.R. 1/2005), né aree di interesse archeologico.
o Vegetazione e fauna
Entrambe le zone di intervento in corrispondenza della fascia riparia sono caratterizzate da
vegetazione spontanea, costituita principalmente da pioppi e secondariamente da robinie e
salici. In fregio ai corsi d’acqua è presente una alternanza di oliveti, vigneti, seminativi incolti
o destinati a pascolo e orti.
Riguardo all’ittiofauna, tuttavia non rilevata, le acque del t. Vingone e del b. Soglia sono
classificate a ciprinidi all’interno del Piano provinciale per la Pesca nelle Acque interne
2009-2014 della Provincia di Firenze.
Riguardo agli aspetti ecologici, il corso del t. Vingone è stato individuato ai sensi dell’art.
10 della L.R. 56/2000 come area di collegamento potenziale ecologico-funzionale
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Progetto n. 519 – Studio preliminare ambientale
Consorzio di Bonifica Medio Valdarno
esclusivamente nel tratto che va dalla confluenza con il f. Broncigliano verso valle, per cui i
siti destinati ad ospitare le casse in progetto non coinvolgono alcuna rete ecologica catalogata.
o Suolo, sottosuolo e aspetti idrogeologici
L’inquadramento geologico dell’area di intervento rileva la presenza di terreni riferibili ai
Depositi alluvionali e fluviali recenti e attuali (b) e terreni afferenti alle Unità Tettoniche
Liguri, dell’Unità di Monte Morello, rappresentati dalla F.ne di Sillano (SIL).
Riguardo al sottosuolo e alle condizioni idrogeologiche del sito destinato alla Cassa
Vingone, le indagini geotecniche condotte in situ hanno definito una stratigrafia di terreni
limosi per profondità comprese fra 0 e -3 m, argilliti compatte fra -3 e -10 m e roccia
argilloscistosa oltre i -10 m. E’ stata inoltre rilevata la presenza di un livello acquifero di tipo
effimero, localizzato nei livelli superficiali a granulometria più grossolana, in relazione
idraulica con il torrente e con carattere fortemente stagionale. Lo strato superficiale è
caratterizzato da una permeabilità estremamente bassa (6,26 x 10‐7 cm/s).
Riguardo invece al sottosuolo e alle condizioni idrogeologiche del sito destinato alla Cassa
Soglia, le indagini geotecniche condotte in situ hanno definito una stratigrafia di terreni limosi
per profondità comprese fra 0 e -3 m, sabbie e ghiaie sporche fra -3 e -6 m, roccia calcarea
oltre i -6 m. Dai dati ricavabili da un pozzo censito presente in prossimità del sito risulta la
presenza della falda principale alla profondità di -24 m dal p.c. all’interno del substrato
roccioso; è stata inoltre rilevata la presenza di un livello acquifero di tipo effimero, localizzato
nei livelli superficiali a granulometria più grossolana, in relazione idraulica con il torrente e
con carattere fortemente stagionale. Lo strato superficiale è caratterizzato da una permeabilità
estremamente bassa (1,50 x 10‐7 cm/s).
o Fattori climatici, idrologici e idraulici
Il Comune di Scandicci ha una temperatura media annuale di 14.5 °C e una piovosità di
861 mm. Il mese più secco mediamente è luglio, mentre quello più piovoso è novembre. Il
bacino del t. Vingone ha caratteristiche prettamente torrentizie, con portate pari a 0 mc/s nei
mesi estivi.
Le portate estreme, invece, sono strettamente legate allo stato di saturazione dei terreni e
all’intensità di precipitazione, la cui durata critica per la formazione dell’onda di piena dal
picco massimo è inferiore alle 2 ore. Alla sezione di chiusura del Ponte a Vingone (Via
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Progetto n. 519 – Studio preliminare ambientale
Consorzio di Bonifica Medio Valdarno
Roma), si hanno portate idrologiche di picco nell’ordine dei 76 mc/s per tempi di ritorno pari
a 30 anni e nell’ordine dei 109 mc/s per tempi di ritorno pari a 200 anni.
Gli alvei dei torrenti Vingone e Soglia sono confinati fra muri di sponda in pietrame; le
sezioni idrauliche sono trapezie e la vegetazione in alveo risulta più densa a monte dell’area
urbanizzata, mentre i tratti di valle sono inseriti in un programma di manutenzione mediante
sfalcio stagionale. Dopo la confluenza con il b. Soglia e in particolare a valle del ponte di Via
Roma il t. Vingone è arginato, fino allo sbocco in Arno. Gli effetti idraulici delle portate
corrispondenti ad eventi piovosi estremi sono trattati nel paragrafo seguente, messi in
relazione con il territorio circostante i corsi d’acqua.
o Qualità dell’aria
In merito alla qualità dell’aria, si fa riferimento alla Relazione annuale sullo stato della
qualità dell'aria nella Regione Toscana - anno 2013 pubblicata da ARPAT nel 2014. Il
monitoraggio nella rete regionale dei parametri PM10, PM2,5, NO2, CO, SO2, H2S, O3,
Benzene, Benzo(a)pirene mostra come le soglie siano ampiamente rispettate per tutte le
sostanze ad eccezione di PM10, NO2 e O3. Nello specifico le criticità sono state registrate per
la media annuale di NO2 nelle sole stazioni di traffico.
o Aspetti territoriali, socio-economici e popolazione
In merito alla natura del progetto, l’analisi dei principali aspetti territoriali, socioeconomici e della popolazione riguarda l’interazione fra i fattori idrologici e idraulici e quelli
legati al territorio: il t. Vingone a monte del ponte di Via Roma infatti esonda già per eventi
estremi relativamente frequenti, cioè con tempo di ritorno minore o uguale a 30 anni (allo
stato attuale la cassa di espansione in derivazione esistente in località Santa Maria non è
sufficiente a scongiurare tale esondazione), provocando degli allagamenti con una estensione
rilevante nell’area urbanizzata di Scandicci (nelle perimetrazioni del Regolamento
Urbanistico 2013, Livello D04 10k, l’area a pericolosità idraulica molto elevata I.4 si estende
da Piazza Kennedy attraverso l’abitato fino a Casellina) e conseguenti forti disagi per la
popolazione e le attività produttive e commerciali.
Inoltre l’area allagabile coinvolge il patrimonio architettonico di Scandicci, in particolare
un unico complesso ma di rilevante valore storico-architettonico, cioè quello del Castello
dell’Acciaiolo.
-10-
Progetto n. 519 – Studio preliminare ambientale
Consorzio di Bonifica Medio Valdarno
2.3. DESCRIZIONE DEI POTENZIALI FATTORI DI IMPATTO E MISURE DI MITIGAZIONE
o Impatto sul paesaggio e sulle aree importanti e sensibili
Premesso che la morfologia di fondovalle collinare, unitamente alla presenza di piante
d’alto fusto, limita per entrambi i siti la zona di visibilità alle immediate vicinanze, quello sul
paesaggio è sicuramente uno degli impatti principali delle opere in progetto.
In fase di realizzazione, il perimetro dei cantieri sarà delimitato mediante recinzioni ad alta
visibilità alte 2 m, come imposto dal D.Lgs. 81/2008; saranno presenti mezzi d’opera,
baraccamenti e zone di stoccaggio materiali (scogliera, terre in attesa di reimpiego, ferri per
c.a. ecc). L’impatto visivo dei cantieri nel territorio sarà dunque rilevante, ma limitato alla
durata degli stessi cioè a circa 1 anno.
Dopo la realizzazione delle opere l’impatto sul paesaggio sarà negativo ma di lieve entità,
legato esclusivamente alla visibilità delle opere, trattandosi esse, come già descritto nel
paragrafo 1.4, di sbarramenti alti mediamente circa 3,5 - 4 metri rispetto al piano campagna. Il
tracciato delle piste a servizio delle briglie è stato studiato in modo da minimizzarne l’impatto
sul paesaggio, ossia appoggiandosi il più possibile a tracciati esistenti e limitando al massimo
la realizzazione di piste ex-novo; la finitura superficiale dei percorsi sarà realizzata in
stabilizzato di cava.
In fase di esercizio delle opere, cioè durante un evento di piena, le briglie produrranno un
invaso temporaneo a monte di estensione pari a circa 2 - 2,5 ettari ma con tempi di
svuotamento molto rapidi, nell’ordine di meno di 12 ore.
In seguito ad una analisi di tipo Viewshed su software ESRI ArcMap (visibilità teorica a
terra generata sulla base del modello digitale del terreno), si nota come le opere non saranno
visibili né dall’autostrada A1, né dalla zona urbanizzata e tantomeno dalle principali viabilità
di crinale.
Le misure previste per la mitigazione dell’impatto delle opere, elaborate anche in seguito a
due incontri con la Soprintendenza, sono le seguenti: il setto murario verrà inglobato in un
rilevato in terra inerbita dotato di ampia base e scarpate dolci che ne diminuiscono di molto la
porzione visibile; questa sarà pertanto ridotta alla porzione centrale dell’opera (dove è
presente la luce di fondo) ed alla sola sommità orizzontale dello sfioratore superficiale. La
porzione visibile verrà rivestita interamente con muratura di pietrame, non a lastre ma
realizzata con bozze di pietra “opus incertum” con spessore 30 cm. La campagna di
operazioni forestali connesse alla realizzazione delle briglie riguarderà esclusivamente la
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Progetto n. 519 – Studio preliminare ambientale
Consorzio di Bonifica Medio Valdarno
rimozione delle piante cadute e il taglio selettivo delle alberature secche, pericolanti o a fine
ciclo vitale, in modo da evitare la caduta e la movimentazione delle stesse con la corrente ma
senza depauperare eccessivamente la fascia riparia. Verrà infine mantenuto interamente l'uso
del suolo agricolo attuale di tutte le aree interne alla superficie di invaso della cassa di
espansione.
Cassa Vingone
Cassa Soglia
Figura 4 – visibilità teorica a terra delle due opere di sbarramento, generata sulla base del modello digitale del terreno
o Impatto sul patrimonio naturale
In fase di cantiere gli impatti sul patrimonio naturale saranno legati al bypass temporaneo
degli alvei dei torrenti nei siti destinati alle briglie, alle operazioni forestali di taglio selettivo
delle alberature e alla compattazione dei terreni del cantiere, dovuti al passaggio dei mezzi e
allo stoccaggio di materiali. Nonostante tali impatti siano negativi di entità molto lieve, e
comunque comuni a tutti i cantieri fluviali, si ritiene opportuno mettere in atto alcune misure
di mitigazione.
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Progetto n. 519 – Studio preliminare ambientale
Consorzio di Bonifica Medio Valdarno
Tali misure riguardano innanzitutto il rispetto dei periodi di intervento: per la salvaguardia
dell’ittiofauna eventualmente presente, in ottemperanza alle modalità applicative dell’art. 14
della L.R. 7/2005, si eviterà di intervenire in alveo nel periodo maggio-giugno; per il rispetto
della nidificazione dell’avifauna si eviteranno operazioni forestali di taglio selettivo fra aprile
e luglio, operando in ogni caso in conformità alle “Linee guida per la gestione della
vegetazione di sponda dei corsi d’acqua secondo criteri di sostenibilità ecologica ed
economica” pubblicate dalla Regione Toscana nel 2012. Le superfici interessate dal cantiere
verranno preliminarmente scoticate, al fine di tutelare lo strato di terreno vegetale
superficiale; prima della fine dei lavori si procederà quindi a dissodare il terreno compattato
dal traffico e dal deposito di materiali, a rispandervi lo strato vegetale e a seminarvi un
miscuglio di semenze di erbe prative locali.
Dopo la realizzazione delle opere, la continuità fluviale sarà garantita dal fatto che le
briglie disporranno di una luce di fondo sufficientemente ampia da permettere il normale
deflusso della fauna ittica eventualmente presente e dal fatto che la pendenza del fondo dei
torrenti non sarà alterata.
In fase di esercizio delle opere, cioè durante un evento di piena, le tempistiche molto
rapide di riempimento e svuotamento delle casse di espansione non comporteranno alterazioni
di rilievo.
Per la manutenzione delle briglie, oltre ai percorsi di servizio verrà realizzato un guado a
raso immediatamente a valle delle stesse; eseguito con scogliera in massi ciclopici sciolti,
esso consentirà il passaggio dei mezzi in alveo limitando al massimo le alterazioni
sull’ecosistema dei torrenti.
o Uso di materie prime, risorse naturali e produzione di rifiuti
Le opere di sbarramento sono state progettate per minimizzare l’utilizzo di risorse naturali
e la produzione di rifiuti o sottoprodotti. I materiale forniti in cantiere saranno principalmente:
calcestruzzo (1200 mc per ciascuna opera), acciaio (70 t) e pietra naturale (in bozze per i
rivestimenti del setto murario ed in massi ciclopici per la protezione dell’alveo, totale 1400
mc per ciascuna opera).
-13-
Progetto n. 519 – Studio preliminare ambientale
Consorzio di Bonifica Medio Valdarno
Figura 5 – sezione tipo con indicazione scavi-riporti per l’opera sul torrente Vingone. Gli sbarramenti saranno alti
mediamente 3,5 - 4 metri rispetto al piano campagna, mentre i pali di fondazione saranno 118 e 112 rispettivamente per
Soglia e Vingone con profondità media di 6 m e 10 m. Per ulteriori dettagli in merito alle misure di progetto si rimanda agli
elaborati progettuali allegati.
Invece, per quanto riguarda le terre, è previsto il completo riutilizzo in loco: i volumi
necessari a formare il rilevato di sbarramento saranno ottenuti in parte dagli scavi necessari
per le fondazioni e in parte dallo sbancamento dei piani interni alle casse di espansione, in
modo tale da ottimizzare l’invaso. Le operazioni di movimento terra avverranno in questa
sequenza e con le seguenti durate: scotico e accantonamento dello strato vegetale superficiale
(1 settimana per ciascun cantiere), scavo per fondazioni superficiali (2 settimane),
trivellazioni per fondazioni profonde (1 mese), stoccaggio (4 mesi), sbancamento dei piani e
realizzazione dei rilevati con le terre provenienti dagli scavi e dalle trivellazioni (3 settimane),
ricoprimento finale con lo strato precedentemente scoticato e accantonato (1 settimana).
Complessivamente, nei due cantieri è prevista la movimentazione rispettivamente di 3'100 mc
per la Cassa Vingone e 4'800 mc per la Cassa Soglia. Le terre, in particolare n° 4 campioni
prelevati ad una profondità di -50 cm, sono state sottoposte ad analisi chimico-fisiche sui
parametri Arsenico, Cadmio, Cobalto, Nichel, Piombo, Rame, Zinco, Mercurio, Idrocarburi
C<=12, Idrocarburi C>12, Cromo totale, Cromo VI, evidenziando come le concentrazioni
siano inferiori a quelle minime indicate nella Colonna A della Tabella 1 dell’Allegato 5 al
Titolo V del D.Lgs. n. 152/2006 e dunque risultano idonee al loro reimpiego nell’ambito del
cantiere.
-14-
Progetto n. 519 – Studio preliminare ambientale
Consorzio di Bonifica Medio Valdarno
Figura 6 – planimetria scavi-riporti per l’opera sul torrente Vingone: l’area da sottoporre a sbancamento è pari a circa 1’000
mq, mentre sul borro Soglia tale area è pari a circa 2’500 mq, per una profondità media di 50-80 cm.
Dopo la realizzazione delle opere, e in particolare a seguito del ripetersi nel corso degli
anni di vari eventi di piena, si prevede la possibilità di un interrimento delle superfici interne
delle casse di espansione dovuto al deposito di materiale in sospensione: con cadenza
pluriennale andrà dunque valutata la necessità di una ricavatura di tali superfici. In seguito ad
analisi chimico-fisiche e geotecniche, sarà valutato il reimpiego di tali terre per la
manutenzione dei rilevati in terra mediante ricarico.
o Impatto sulle acque e interazioni con la falda
In fase di cantiere, i possibili impatti sulle acque superficiali sono legati al bypass
temporaneo degli alvei dei torrenti nei siti destinati alle briglie, necessario al fine di realizzare
le fondazioni. Dato il regime torrentizio di Vingone e Soglia, tale impatto potrà essere
azzerato eseguendo le operazioni in alveo nel periodo estivo, ovvero nei mesi di luglio e
agosto. Gli scavi non avranno una profondità tale da interferire con la falda dato che, come
evidenziato al paragrafo 2.2 nella parte Suolo, sottosuolo e aspetti idrogeologici, la stratigrafia
dei due siti è caratterizzata da acquiferi di tipo effimero, legati al regime stagionale delle
precipitazioni.
Le opere, una volta realizzate, non modificheranno il regime dei deflussi sotterraneo e
superficiale. Per quanto riguarda le acque sotterranee, le fondazioni delle briglie non
provocheranno effetti barriera, in quanto è prevista la realizzazione di pali in c.a. con diametro
60 cm e interasse medio 250 cm, che consentiranno dunque una condizione di deflusso
pressoché inalterato attraverso gli strati permeabili del sottosuolo, fermo restando che la
profondità delle perforazioni non coinvolgerà la falda acquifera.
-15-
Progetto n. 519 – Studio preliminare ambientale
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Per quanto riguarda le acque superficiali, le opere non altereranno il deflusso nei tempi di
magra, mentre produrranno invece un importante effetto di laminazione delle piene. Le casse
di espansione sono infatti progettate per abbattere il picco dell’onda di piena per eventi con
tempo di ritorno uguale o inferiore a 30 anni, diminuendo il rischio idraulico. Allo stato
attuale, un evento di tale entità provocherebbe una esondazione del t. Vingone a monte del
ponte di Via Roma; l’effetto congiunto delle due opere invece andrebbe ad annullare
l’esondazione per tale evento. A titolo di esempio si riporta un grafico dell’andamento delle
portate del t. Vingone nel tratto di piazza Kennedy con il confronto fra stato attuale (SA) e di
progetto (SP).
60
t. Vingone (tratto P.za Kennedy) Tr30 1.6h
50
SA
SP
40
mc/s
Figura 7 – l’effetto di
laminazione sulle portate di
30
piena indotto dalle casse di
20
espansione in progetto
10
0
0
0.5
1
1.5
2
2.5
3
ore
3.5
4
4.5
5
5.5
6
Per eventi estremi ancor più gravosi, ad esempio con tempo di ritorno di 200 anni, le casse
Vingone e Soglia, pur non essendo sufficienti per annullare l’esondazione, andrebbero in ogni
caso a ridurre i volumi in uscita dall’alveo di oltre il 40%.
In fase di esercizio delle opere, cioè durante l’invaso e il successivo svuotamento, non
sono previste interazioni con la falda né percolazioni importanti a causa dei tempi di
permanenza ridotti (meno di 12 ore) e della permeabilità estremamente bassa del sottosuolo.
Essendo presente un pozzo nel sito destinato ad ospitare la Cassa Soglia, come misura di
mitigazione il progetto prevedrà l’impermeabilizzazione di tale opera, onde evitare che le
acque del borro vengano travasate nell’acquifero.
-16-
Progetto n. 519 – Studio preliminare ambientale
Consorzio di Bonifica Medio Valdarno
o Emissioni atmosferiche, Rumore, Vibrazioni
Per la tipologia di opera in progetto, gli impatti in termini di produzione di rumore,
vibrazioni ed emissioni atmosferiche sono limitati esclusivamente alla fase di cantiere. In
generale le attività si svolgeranno nei soli giorni feriali, orario 8-17, per una durata totale di
12 mesi per ciascun cantiere. In tale arco di tempo, la fase maggiormente impattante sarà
quella di movimento terra e trivellazione dei pali di fondazione, di durata limitata pari a circa
3-4 mesi. Durante tale fase è prevista, oltre alla movimentazione nell’ambito di ciascun
cantiere rispettivamente di 3'100 mc per la Cassa Vingone e 4'800 mc per la Cassa Soglia, la
realizzazione di circa 120 pali per ciascuna briglia: saranno dunque presenti in cantiere varie
normali macchine operatrici, fra cui sicuramente: autocarro, autopompa per cls, escavatore,
rullo compressore e sonda perforatrice.
Sono riportate di seguito le planimetrie dei due cantieri con indicazione dei recettori
interessati dal punto di vista delle emissioni atmosferiche e del rumore. Si consulti anche il
Capitolo 6 – Figura 12 e Figura 14: le fotografie mostrano come le due abitazioni si trovino ad
una quota più elevata di vari metri rispetto ai cantieri.
Figura 8 – planimetria con
indicazione
del
cantiere
Vingone e del ricettore più
prossimo (distanza minima 160
metri)
-17-
Progetto n. 519 – Studio preliminare ambientale
Consorzio di Bonifica Medio Valdarno
Figura 9 – planimetria con
indicazione del cantiere Soglia
e del ricettore più prossimo
(distanza minima 50 metri)
In termini di produzione di rumore, il Piano Comunale di Classificazione Acustica
perimetra i due siti in classe III e impone un limite assoluto di immissione diurno Leq di 60
dB(A); le fasi maggiormente rumorose saranno 1) gli scavi di sbancamento, 2) la
realizzazione delle fondazioni profonde (trivellazioni) e 3) la realizzazione dei rinterri e
rilevati. Si ritiene trascurabile il rumore prodotto dal traffico veicolare, in quanto questo sarà
limitato alle forniture di materiale (massimo 5-6 camion al giorno) ed agli spostamenti con
autovetture del personale impiegato sul cantiere. Sulla base dei valori di letteratura della
potenza sonora delle macchine presenti in cantiere nelle varie fasi è stato stimato, in maniera
speditiva utilizzando la norma ISO 9613-2 (1996), il livello di pressione sonora in prossimità
dei ricettori. E’ stata fatta l’ipotesi cautelativa che i mezzi operativi agiscano
contemporaneamente come sorgente sonora unica puntuale, posizionata nel punto del cantiere
più prossimo al ricettore.
Lpr = Lw – 20 log ( r ) – 8
dove r è la distanza sorgente-ricettore.
-18-
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Macchina
#
Lwa
Fase cantiere
Macchine
Lwa tot
Autocarro
1
103.0
1Sbancamento
1,3
106.5
Autopompa cls
2
103.0
2Fondaz. profonde
2,5
110.8
Escavatore
3
104.0
3Rinterri e rilevati
1,3,4
111.0
Rullo compressore
4
109.0
Sonda perforatrice
5
110.0
Livello totale fase più rumorosa
111.0
Ricettore più prossimo Fase Distanza minima (m)
Lpr
Limite Leq
Limite Leq deroga
Vingone - abitazione P
1
160
54.5
60.0
70.0
Soglia - abitazione B
1
50
64.6
60.0
70.0
Vingone - abitazione P
2
160
58.7
60.0
70.0
Soglia - abitazione B
2
50
68.8
60.0
70.0
Vingone - abitazione P
3
160
58.9
60.0
70.0
Soglia - abitazione B
3
50
69.0
60.0
70.0
La stima di massima mostra come per il recettore Abitazione P ubicato in prossimità del
cantiere sul t. Vingone verrà rispettato il limite assoluto di immissione, mentre per il recettore
Abitazione B sul b. Soglia dovrà essere richiesta una deroga (in ogni caso nel rispetto del
limite di 70 dB(A)) tenendo in ogni caso conto che:

I periodi in cui si potranno raggiungere i livelli di pressione sonora sopraindicati
(64.6, 68.8, 69.0 dB(A)) saranno riferiti solo alle lavorazioni localizzate nella
porzione di opera maggiormente vicina al recettore;

la distanza media cantiere-ricettore sul b. Soglia sale a 130 m, con il passaggio
nelle 3 fasi dei corrispondenti valori da 64.6 a 56.3 dB(A), da 68.8 a 60.5 dB(A),
da 69.0 a 60.7 dB(A);

l’impresa, al fine di non dover provvedere ad una richiesta di deroga, potrà
impiegare mezzi operativi con un livello di potenza sonora inferiore rispetto a
quelli riportati in letteratura, verificando il livello di pressione prodotto
complessivamente e l’eventuale rispetto del limite di 60 dB(A); a titolo di esempio,
se l’escavatore effettivamente impiegato fosse un Komatsu PC210 e il rullo un
Dynapac CA25, il livello Lpr stimato con la distanza media cantiere-ricettore sul
b. Soglia sarebbe pari a 57.2 dB(A) nella fase 3, anziché 60.7 dB(A).
Prima dell’avvio della fase esecutiva dell’opera potranno essere effettuati rilievi
fonometrici di dettaglio per la definizione del clima acustico dell’area di intervento.
-19-
Progetto n. 519 – Studio preliminare ambientale
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In termini di produzione di polveri, le fasi maggiormente critiche per i due cantieri
saranno le medesime già elencate per la valutazione del rumore cioè quelle di movimento
terra, con durate stimate in 3 settimane per la prima fase di sbancamento, 1 mese per le
fondazioni profonde e 1 mese per i rinterri e rilevati. Dopo la realizzazione delle fondazioni
profonde verrà eseguita l’opera muraria in c.a., lavorazione che impegnerà il cantiere per vari
mesi; in questo lasso di tempo (di durata stimata attorno ai 4 mesi) le terre provenienti dagli
scavi di scotico e sbancamento, stoccate in 1-2 cumuli, non verranno movimentate. Le Linee
guida per la valutazione di polveri (Allegato 1 al D.G.P.213/09) rilasciate da Provincia di
Firenze e ARPAT forniscono dei valori limite di emissione di PM10 in funzione della
distanza cantiere-ricettore e consentono una valutazione della produzione media di polveri
durante le varie fasi.
Le stime previsionali dell’emissione media di PM10 durante le 3 fasi di movimento terra
sono analoghe per i due cantieri, ma i limiti sono riferiti al cantiere Soglia che è
maggiormente critico dal punto di vista della vicinanza con il ricettore.
1Sbancamento
Scotico, sbancamento, carico, trasporto e scarico
stimato sulla base dell'esempio in Appendice B delle linee guida considerando però un percorso di 50m
Formazione e stoccaggio cumuli
umidità %
g PM10/tonn terra
tonn terra/ora
0.50
5.36
2Fondaz.profonde
perforazione
kg PM10/foro
353.9
g/ora
220.0
g/ora
50.00
133.9
55.9
fori/ora
g/ora
0.07
carico e scarico
tonn terra/foro
0.50
tonn terra/ora
g PM10/tonn
4.97
3Rinterri e rilevati
carico e scarico
tonn terra/ora
36.0
2.49
g/ora
8.00
19.9
500.0
g PM10/tonn
g/ora
50.00
erosione dei cumuli
g PM10/m2
8.00
m2 area mov
400.0
mov/ora
0.25
g/ora
100.00
4.00
100.0
Fase cantiere
Stima calcolata
emissione
media PM10
(g/h)
Durata
(giorni)
Distanza
recettore (m)
1Sbancamento
354
<100
>50 <100
364
628
nessuna azione necessaria
2Fondaz. profonde
56
<100
>50 <100
364
628
3Rinterri e rilevati
500
<100
>50 <100
364
628
nessuna azione necessaria
monitoraggio o valutazione
specifica
-20-
Limite Limite
1
2
(g/h) (g/h)
Risultato
Progetto n. 519 – Studio preliminare ambientale
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La fase maggiormente impattante risulta quindi essere quella di formazione dei rinterri e
rilevati, che prevede la movimentazione dei cumuli, il carico, trasporto e scarico e la
compattazione delle terre, con il possibile superamento del primo limite per il cantiere Soglia
(per il Vingone invece il primo limite è ampiamente rispettato). Bisogna in ogni caso
sottolineare che sul borro Soglia la distanza media cantiere-ricettore sale a 130 m e che
l’Abitazione B è schermata dalla vegetazione (si veda la
b. Soglia).
Figura 14 – vista da sinistra idraulica del sito sul
Come misura di mitigazione si potrà in ogni caso prevedere la bagnatura delle terre
stoccate prima della movimentazione (che si ricorda avverrà esclusivamente all’interno del
cantiere), nella misura approssimativa di 0.2-0.4 ℓ/mq/giorno1.
In termini di emissioni gassose, l’impatto sarà dovuto esclusivamente ai gas di scarico dei
motori a scoppio delle normali macchine operatrici, fra cui sicuramente: autocarro,
autopompa per cls, escavatore, rullo compressore e sonda perforatrice.
1
Stima basata sulla formula di Cowherd et al. (1998), valida per l’abbattimento delle polveri prodotte dal
transito di mezzi su strade non asfaltate. Per il presente studio invece la formula è stata applicata al caso della
bagnatura delle terre stoccate, oggetto di movimentazione per la formazione di rilevati e rinterri, al fine di
stimare un quantitativo approssimativo di acqua necessario per abbattere del 50% l’emissione di PM10 e dunque
rientrare nel limite imposto.
-21-
Progetto n. 519 – Studio preliminare ambientale
Consorzio di Bonifica Medio Valdarno
o Impatto sugli aspetti legati al territorio, socio-economici e sulla popolazione
Dopo la realizzazione delle opere e in particolare in fase di esercizio, cioè al verificarsi di
un evento di piena, le opere produrranno un impatto molto positivo di riduzione del rischio
idraulico nell’area urbanizzata di Scandicci, incluso il complesso del Castello dell’Acciaiolo
(importante dal punto di vista storico-architettonico); come già descritto nel sottoparagrafo
Impatto sulle acque e interazioni con la falda, nel tratto a monte del ponte di Via Roma
verranno annullati i fenomeni di esondazione per eventi con tempo di ritorno inferiore o
uguale a 30 anni, mentre essi verranno fortemente ridotti per eventi ancor più estremi.
Di contro, un impatto lievemente negativo in fase di esercizio sarà quello del possibile
danneggiamento delle colture praticate all’interno delle casse di espansione, a seconda del
periodo dell’anno. Si sottolinea tuttavia che: 1) i proprietari di tali terreni saranno indennizzati
in fase di esproprio, con l’apposizione di una servitù di allagamento; 2) gli eventi
maggiormente frequenti non andranno ad impegnare tutta la superficie di invaso, ad esempio
una piena con tempo di ritorno annuale impegnerà meno del 20% di tale area.
A titolo di esempio si riporta una mappatura delle aree di allagamento della Cassa
Vingone per eventi frequenti.
Figura 10 – l’estensione
dell’invaso nella Cassa
Vingone per eventi con
tempo di ritorno 1, 5, 10
e 30 anni
-22-
Progetto n. 519 – Studio preliminare ambientale
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2.4. ACCESSI, PISTE DI CANTIERE E VALUTAZIONI RIGUARDO AL TRAFFICO GENERATO
Il cantiere della Cassa Vingone risulterà accessibile dalla strada vicinale che da via di
Vingone (in corrispondenza dell’incrocio con via Franceschi) procede parallela al corso del
torrente in destra idraulica, fino ad arrivare all’opera da Nord-Ovest; allo stato attuale il
percorso viene utilizzato esclusivamente dai frontisti per l’accesso ai terreni e dal Consorzio
di Bonifica per la manutenzione dell’alveo del torrente. Il progetto prevede anche la
manutenzione della strada mediante ricarico di pietrisco e la realizzazione di
sottoattraversamenti idraulici.
Il cantiere della Cassa Soglia invece prevedrà l’accesso dalla viabilità che costeggia
l’Autostrada A1 lato Sud, tra Via di Casignano e la S.P.98, procedendo poi in adiacenza al
corso del borro in destra idraulica, fino ad arrivare all’opera da Nord-Est; tale pista verrà
realizzata ex novo, con funzione di percorso di servizio chiuso al normale traffico veicolare
per la futura manutenzione dell’opera.
Le principali forniture per la realizzazione delle opere saranno il calcestruzzo e la pietra,
stimabili in circa 120 autobotti di cls e 100 autocarri di pietrame per ciascun cantiere,
equivalenti a 5-6 viaggi al giorno nelle fasi più critiche (si sottolinea che non verrà trasportata
terra al di fuori dei cantieri). Anche qualora i due cantieri dovessero sovrapporsi
temporalmente, in considerazione dei numeri riportati e della posizione decentrata dei siti
rispetto al centro abitato (facilmente raggiungibili tramite la S.P. 4 Volterrana o la S.P. 98 di
Scandicci), si ritiene che essi non abbiano particolari effetti sul traffico stradale.
2.5. SICUREZZA E RISCHI IN FASE DI CANTIERE, MATERIALI PERICOLOSI
Fra le preesistenze che comportano rischi per le aree dei cantieri, durante i sopralluoghi è
stata rilevata la presenza di una linea elettrica aerea 380 kV in corrispondenza del sito sul b.
Soglia. Tale linea attraversa perpendicolarmente il borro in direzione NO-SE ad una altezza
stimata di circa 40 m rispetto alla quota del piano campagna. Sarà compito dei coordinatori
per la sicurezza prescrivere una ricognizione ed un eventuale rilievo assieme all’impresa
affidataria, verificare il rispetto della distanza minima consentita dalla linea elettrica in
funzione dell’estensione del braccio degli escavatori e delle pompe autocarrate, ed
eventualmente prescrivere misure per ridurre il rischio di elettrocuzione.
-23-
Progetto n. 519 – Studio preliminare ambientale
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Le fasi di scavo a sezione obbligata in alveo per la fondazione delle opere comportano per
entrambi i cantieri il rischio di allagamento delle aree nel caso di eventi piovosi intensi, con
conseguente rischio di annegamento per i lavoratori. Sarà compito della direzione dei lavori e
dei coordinatori per la sicurezza: preliminarmente all’affidamento, organizzare un
cronoprogramma dettagliato che prescriva che i lavori in alveo debbano avvenire durante la
stagione estiva dal mese di luglio in poi, evitando i periodi di maggiore piovosità; durante
l’esecuzione, verificare lo stato idrologico del torrente, vigilare sulle condizioni
metereologiche ed eventualmente provvedere tempestivamente ad attuare misure per la messa
in sicurezza idraulica del cantiere e sospendere le lavorazioni in alveo o in prossimità dello
stesso.
Le fasi di carpenteria e di rivestimento dei manufatti in c.a. prevedono lavorazioni ad
un’altezza superiore a 2 m rispetto al piano campagna e comportano pertanto il rischio di
caduta dall’alto: a riguardo è già stato previsto nel calcolo sommario della spesa il noleggio di
un ponteggio come dispositivo di protezione collettiva anti caduta.
L’interferenza fra le singole fasi lavorative, quali i movimenti terra, le operazioni di
carpenteria, il getto del cls e la muratura, dovranno essere valutate in funzione delle imprese
presenti in cantiere ed eventualmente coordinate con prescrizioni di sfasamento temporale o
spaziale delle lavorazioni e con riunioni periodiche.
Per quanto riguarda l’organizzazione dei cantieri, essi saranno delimitati mediante
recinzione alta 2 m: il sito sul t. Vingone verrà delimitato sui lati Nord e Est in quanto i
rimanenti risultano confinati dal rilevato autostradale, mentre il sito sul b. Soglia sarà
recintato sull’intero perimetro oggetto delle lavorazioni. Gli accessi, i servizi igienicoassistenziali, le viabilità di cantiere distinte per mezzi e pedoni, le zone di carico-scarico e di
stoccaggio materiali e rifiuti saranno dettagliati in fase di redazione del progetto esecutivo nel
layout di cantiere facente parte integrante del Piano di Sicurezza e Coordinamento.
Nel cantiere non è previsto l’impiego di materiali pericolosi.
-24-
Progetto n. 519 – Studio preliminare ambientale
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3 – CONFORMITÀ
DEL
PROGETTO
CON
LE
NORME
AMBIENTALI,
PAESAGGISTICHE E CON I VIGENTI PIANI E PROGRAMMI TERRITORIALI E
AMBIENTALI
3.1. NORME TECNICHE, AMBIENTALI E PAESAGGISTICHE PER LA REALIZZAZIONE DELLE
OPERE
Il dimensionamento dal punto di vista idraulico è avvenuto tenendo conto delle portate di
progetto (corrispondenti ad un evento con tempo di ritorno di 30 anni) e della quota di
massimo invaso raggiungibile all’interno della cassa, ed è finalizzato al superamento degli
allagamenti e ristagni per eventi con tempo di ritorno di 30 anni nelle aree vallive, che si
otterrà grazie agli effetti di laminazione congiunti delle due opere su T. Vingone e B. Soglia.
La stabilità e funzionalità delle opere è stata verificata anche per eventi a tempo di ritorno
duecentennale e cinquecentennale, incluso il caso in cui si dovesse occludere la luce di fondo.
Dal punto di vista strutturale il dimensionamento è stato effettuato in conformità alle
Nuove Norme Tecniche per le Costruzioni (D.M. 14.01.2008 e Circolare 02.02.2009 n.
617/C.S. LL.PP) sulla base delle analisi geologiche e geognostiche riportate negli elaborati di
progetto.
Dal punto di vista ambientale, il cantiere presenterà un completo “compenso in loco” delle
terre tra scavi e riporti, pertanto le terre verranno gestite in conformità all’art.185 c. 1 lettera
c) del D.Lgs.152/2006.
Dal punto di vista paesaggistico, le aree sono sottoposte alla disciplina del D.Lgs. 42/2004
art. 142 e sono state entrambe dichiarate aree di notevole interesse pubblico ai sensi dei D.M.
20.01.1965 e 21.07.1967.
Dal punto di vista idraulico, disciplinato dal R.D.523/1904, il tratto di torrente Vingone
interessato dalla realizzazione dello sbarramento è classificato in III^ categoria (D.G.R.
1151/1999).
3.2. CONFORMITÀ
CON LE NORME DEGLI STRUMENTI URBANISTICI, PIANI PAESISTICI E
TERRITORIALI E PIANI DI SETTORE
Per quanto riguarda le perimetrazioni e vincoli sovraordinati che insistono sui siti destinati
ad ospitare le casse di espansione e la conformità delle opere con le norme degli strumenti e
dei piani, sono stati valutati il Piano di Assetto Idrogeologico e il Piano Riduzione Rischio
-25-
Progetto n. 519 – Studio preliminare ambientale
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Idraulico dell’Autorità di Bacino del Fiume Arno, il Piano Territoriale di Coordinamento
Provinciale della Provincia di Firenze, il Regolamento Urbanistico 2013 e il Piano Strutturale
del Comune di Scandicci. Per una rappresentazione grafica delle perimetrazioni e vincoli
sovraordinati si consulti la TAVOLA 2 di progetto.

CASSA VINGONE
AUTORITÀ DI BACINO DEL FIUME ARNO


PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE




Pericolosità idraulica classe 1 (Piano di Assetto Idrogeologico).
Tutela del territorio aperto (art. 7);
REGOLAMENTO URBANISTICO COMUNALE

Pericolosità idraulica media;

Ambiti perifluviali (art. 66);

Boschi densi (art. 70 e 80);

Aree fragili del territorio aperto (art. 78);

Vegetazione ripariale esistente (art. 81);

Aree per attrezzature, impianti e infrastrutture di interesse sovracomunale (art. 94);

Vincolo preordinato all’esproprio.
CASSA SOGLIA
PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE

Tutela del territorio aperto (art. 7);

Elettrodotti;
REGOLAMENTO URBANISTICO COMUNALE

Aree fragili del territorio aperto (art. 78);

Vegetazione ripariale da ricostituire (art. 81);

Vincolo preordinato all’esproprio.
I piani dell’Autorità di Bacino non hanno previsioni specifiche per i siti destinati alle casse
di espansione; riguardo alla compatibilità di tali opere con gli altri interventi previsti nel
bacino del Fiume Arno verrà richiesto il parere dell’Autorità ai sensi della Norma 7 del PRI.
Il P.T.C.P. prescrive la tutela e valorizzazione delle risorse del territorio rurale: le casse di
espansione sono state infatti progettate per mantenere inalterato l’uso del suolo nelle superfici
interne alle stesse.
Il Regolamento Urbanistico individua i siti come Aree per attrezzature, impianti e
infrastrutture di interesse sovracomunale e impone il vincolo preordinato all’esproprio; le
-26-
Progetto n. 519 – Studio preliminare ambientale
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opere, peraltro programmate contestualmente alla redazione del recente aggiornamento del
R.U., non risultano incompatibili con le altre norme indicate nelle tabelle precendenti.
Le opere in progetto risultano pertanto compatibili con gli strumenti e i piani valutati. Si
precisa infine che, riguardo al rispetto delle norme indicate al punto 3.1, il progetto per la sue
attuazione
sarà
sottoposto
all’ottenimento
dell’Autorizzazione
Paesaggistica,
dell’Autorizzazione ed Omologazione idraulica ed al Deposito al Genio Civile (pratica
sismica) e per la gestione delle terre verrà presentata la necessaria pratica per il “Riutilizzo in
situ” (art. 185 comma 1 lett. c D.Lgs. 152/2006).
3.3. ESPROPRI E SERVITÙ
Le aree dove sono previste l’opera di sbarramento, l’invaso e le piste sono terreni privati.
Si prevede di acquisire a demanio l’impronta dell’opera e le piste di servizio e di sottoporre a
servitù di allagamento l’area interna alla cassa (pari a 1/3 del valore di mercato, corrisposto
una tantum come indennizzo).
Dovendo effettuare la stima particellare di numerosi appezzamenti e non essendoci
strumenti adeguati e precisi per la valutazione diretta mediante comparazione per valori di
mercato, anche a causa delle diversità colturali, si sono poste a valutazione immobiliare
presso l’Agenzia delle Entrate (art.6 legge 2 marzo 2012, n.16) n. 4 unità scelte come
rappresentative per tutto il piano particellare, da poter utilizzare per la formulazione delle
proposte di indennità di cessione volontaria. Tali unità sono riportate nella tabella sottostante
con la relativa valutazione peritata dall’Ufficio Provinciale di Firenze - Territorio.
Comune
Fogli
o
Part
.
Natur
a
Qualità
Sup.
(mq)
Valutazione
(€/mq)
SCANDICCI
30
37
T
SEMIN ARBOR
17’410
3,50
SCANDICCI
30
94
T
VIGNETO
6’450
3,00
SCANDICCI
29
34
T
SEMINATIVO
16’610
6,00
SCANDICCI
29
180
T
ULIVETO
3’473
6,00
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Progetto n. 519 – Studio preliminare ambientale
Consorzio di Bonifica Medio Valdarno
3.4. FASCIA DI RISPETTO DELL’AUTOSTRADA A1
L’opera di sbarramento sul torrente Vingone sarà ubicata ad una distanza minima di 48 m
dal confine stradale dell’Autostrada A1; la briglia della cassa Soglia, invece, sorgerà a
minimo 160 m dal confine.
Il Regolamento di esecuzione e di attuazione del nuovo codice della strada (D.P.R.
495/1992) all’articolo 26 Fasce di rispetto fuori dai centri abitati commi 2 e 3 riporta quanto
segue:
2. Fuori dai centri abitati, come delimitati ai sensi dell'articolo 4 del codice, le distanze dal confine
stradale, da rispettare nelle nuove costruzioni, nelle ricostruzioni conseguenti a demolizioni integrali o negli
ampliamenti fronteggianti le strade, non possono essere inferiori a:
a) 60 m per le strade di tipo A;
b) 40 m per le strade di tipo B;
c) 30 m per le strade di tipo C;
d) 20 m per le strade di tipo F, ad eccezione delle "strade vicinali" come definite dall'articolo 3, comma 1,
n. 52 del codice;
e) 10 m per le "strade vicinali" di tipo F .
3. Fuori dai centri abitati, come delimitati ai sensi dell'articolo 4 del codice, ma all'interno delle zone
previste come edificabili o trasformabili dallo strumento urbanistico generale, nel caso che detto strumento sia
suscettibile di attuazione diretta, ovvero se per tali zone siano già esecutivi gli strumenti urbanistici attuativi, le
distanze dal confine stradale, da rispettare nelle nuove costruzioni, nelle ricostruzioni conseguenti a demolizioni
integrali o negli ampliamenti fronteggianti le strade, non possono essere inferiori a:
a) 30 m per le strade di tipo A;
b) 20 m per le strade di tipo B;
c) 10 m per le strade di tipo C.
Le aree dove sono previsti gli interventi sono localizzate fuori dai centri abitati, in
territorio agricolo. Tuttavia si rileva che nel Regolamento Urbanistico Comunale, Disciplina
dei suoli e degli insediamenti, le impronte delle opere di sbarramento sono state perimetrate
come aree per attrezzature, impianti e infrastrutture di interesse sovracomunale (art. 94), e
pertanto si ritiene che gli interventi potrebbero rientrare nel comma 3 e rispettare il punto a
dell’art. 26 del D.P.R. 495/1992.
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Progetto n. 519 – Studio preliminare ambientale
Consorzio di Bonifica Medio Valdarno
4 – MOTIVAZIONI,
FINALITÀ,
ALTERNATIVE
DI
LOCALIZZAZIONE
O
DI
INTERVENTO
4.1. OBIETTIVI DEL PROGETTO
Come già riportato inizialmente, l’obiettivo del Progetto n. 519 è quello del superamento
degli allagamenti e ristagni, sulle aree con previsione edificatoria, causati dal torrente
Vingone per eventi con tempo di ritorno di trenta anni. Da un punto di vista idraulico, dunque,
sono stati progettati interventi strutturali che consentiranno il transito dell’onda di piena senza
che essa provochi allagamenti al di fuori delle pertinenze del corso d’acqua e senza aggravare
il rischio idraulico delle zone di valle.
4.2. DESCRIZIONE DELLE PRINCIPALI ALTERNATIVE
Le alternative strategiche finalizzate a superare gli allagamenti e ristagni provocati
dall’esondazione di un corso d’acqua si possono distinguere in difese passive e difese attive.
Le difese passive agiscono attraverso l’aumento della capacità di portata del corso d’acqua,
ottenuto con risezionamenti, argini o diversivi; esse non sempre risultano risolutive e possono
peggiorare la situazione idraulica nei territori vallivi, specie nel caso di piene particolarmente
intense. Le difese attive, invece, agiscono attraverso la diminuzione della portata di colmo di
un’onda di piena mediante l’accumulo temporaneo di parte del suo volume in casse di
espansione in linea o in derivazione, senza che venga incrementato il rischio idraulico nei
territori vallivi. Sono stati esclusi a priori interventi del tipo di difesa passiva, al fine di non
incrementare il rischio idraulico nei territori vallivi.
La scelta della tipologia di cassa, cioè l’alternativa strutturale, è relazionata alle
caratteristiche del territorio, e in particolare alle condizione topografiche, ambientali,
idrauliche, economiche, all’ubicazione all’interno del bacino idrografico e alla presenza di
eventuali manufatti idraulici esistenti. Si è dunque analizzato il territorio di Scandicci a monte
di piazza Kennedy per individuare quale tipologia di cassa d’espansione fosse più idonea al
raggiungimento dell’obiettivo: sono stati effettuati vari sopralluoghi dai tecnici consortili
nell’inverno 2012-2013 ed è stato acquisito un modello digitale del terreno (DTM) realizzato
da aerofotogrammetria per il Comune di Scandicci. Le condizioni topografiche di pendenza
dei versanti e di incisione dell’alveo torrentizio impongono la tipologia di cassa di espansione
in linea, che ben si sposa con le condizioni ambientali, idrauliche e economiche. Infatti le
casse in linea, secondo l’Autorità di Bacino del Fiume Arno, sono particolarmente idonee per
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Progetto n. 519 – Studio preliminare ambientale
Consorzio di Bonifica Medio Valdarno
aree di grande valore naturalistico, consentono uno sfasamento dei colmi di piena alla
confluenza dei corsi d’acqua e sono più economiche rispetto a quelle in derivazione (in
quanto necessitano di un minor numero di manufatti).
Attraverso l’algoritmo di ricerca dell’ottimo Reservolumes implementato in ambiente di
analisi numerica (realizzato dal prof. Fabio Castelli dell’Università degli Studi di Firenze),
che utilizza il DTM, la mappa delle direzioni del flusso e la mappa degli accumuli di flusso,
sono state individuate le alternative di localizzazione in cui la cassa in linea avrebbe i
maggiori volumi di invaso stimati in funzione dell’altezza dello sbarramento. In particolare i
siti in cui è stata effettuata la ricerca sono quelli del corso del t. Vingone a valle
dell’autostrada e del b. Soglia a monte della stessa. Per ulteriori approfondimenti si rimanda al
Progetto Preliminare. Il metodo sopraesposto ha condotto all’individuazione dei due siti per la
realizzazione delle due opere di cui al progetto.
La scelta progettuale è ricaduta sulla tecnica costruttiva di setto murario in c.a. in quanto
la realizzazione di uno sbarramento in terra avrebbe comportato ingombri molto maggiori,
senza dare le medesime garanzie dal punto di vista del rischio di collasso dovuto a sormonto o
a erosione interna rispetto alla tecnica prescelta. Inoltre, la presenza della luce di fondo
avrebbe obbligato alla realizzazione di uno scatolare di notevole lunghezza ma con una ridotta
sezione, pertanto con conseguenti problemi per la sua manutenzione e soprattutto un alto
rischio di occlusione a fronte del verificarsi di depositi di sedimenti o dell’arrivo da monte di
materiale flottante. Le principali alternative di mitigazione del setto murario in c.a. si possono
distinguere nel rivestimento con bozze in pietra oppure nell’inglobamento all’interno di un
rilevato in terra inerbita. In accordo con la Soprintendenza B.A.P.S.A.E. di Firenze Pistoia e
Prato si è optato per la seconda soluzione: un rilevato dotato di ampia base e scarpate dolci
con pendenza 1:2 ricoprirà l’opera in c.a., limitandone la porzione a vista alla sola zona
centrale dove è presente la luce di fondo.
Infine, l’alternativa zero non è stata presa in considerazione dai progettisti in quanto
l’obiettivo del progetto è appunto quello di individuare e progettare interventi strutturali che
consentano il superamento degli allagamenti e ristagni, sulle aree con previsione edificatoria,
causati dal torrente Vingone per eventi con tempo di ritorno di trenta anni, ed esso può essere
conseguito solo mediante la laminazione delle portate di piena.
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Progetto n. 519 – Studio preliminare ambientale
Consorzio di Bonifica Medio Valdarno
5 – ALTRE INFORMAZIONI UTILI
5.1. PRINCIPALI AUTORIZZAZIONI NECESSARIE
Di seguito si riporta un elenco non esaustivo delle principali autorizzazione che dovranno
ricevere i Progetti n. 519A e 519B prima di poter essere realizzati, ferma restando la
Normativa vigente in materia di opere pubbliche:
 Autorizzazione paesaggistica ai sensi del D.Lgs.42/2004, di competenza della
Soprintendenza B.A.P.S.A.E. di Firenze tramite il Comune di Scandicci;
 Autorizzazione idraulica ai sensi del R.D. 523/1904, di competenza della Provincia
di Firenze con omologazione da parte dell’ufficio tecnico del Genio Civile;
 Parere ai sensi della Norma 7 del P.R.I. dell’Autorità di Bacino del Fiume Arno;
 Approvazione dei progetti esecutivi da parte della Giunta Comunale di Scandicci.
5.2. RAPPORTO TRA IL PROGETTO ED ALTRE OPERE ESISTENTI O INTERVENTI PREVISTI
Allo stato attuale sono già presenti alcune casse di espansione sull’asta del torrente, della
tipologia in derivazione: la prima è ubicata in località Santa Maria, immediatamente a monte
di Piazza Kennedy. La seconda invece si trova in prossimità di Villa Antinori, circa 3 km più
a valle. Gli strumenti urbanistici del Comune di Scandicci prevedono inoltre la realizzazione
di una nuova cassa in linea sul fosso di Ghindossoli, affluente sinistro del Vingone ubicato
400 metri a valle della confluenza con il Soglia, di un ampliamento della cassa in derivazione
di Villa Antinori e l’adeguamento dei ponti (Formicola, Ristoro, Muretto e Sant’Ilario).
Le due casse in progetto non inficeranno il funzionamento delle altre opere sopra descritte,
in quanto situate ben più a monte e ottimizzate per eventi relativamente frequenti (tempo di
ritorno 30 anni), mentre per eventi più impegnativi produrranno sì una laminazione dei
volumi ma non abbatteranno il picco dell’onda di piena. Gli interventi in progetto nel loro
complesso avranno dunque un effetto sinergico che produrrà una importante riduzione del
rischio idraulico nel bacino del Vingone.
Infine, le briglie su Soglia e Vingone potranno essere ottimizzate anche in seguito alla
realizzazione, qualora cambiasse la configurazione dell’alveo nel tratto critico a monte del
ponte di Via Roma, che allo stato attuale provoca gli allagamenti. Le luci di fondo potranno
infatti essere opportunamente tarate, mediante la rimozione dei rivestimenti in pietrame delle
pareti, ottimizzando l’effetto di laminazione per eventi con tempo di ritorno maggiore di 30
anni.
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Progetto n. 519 – Studio preliminare ambientale
Consorzio di Bonifica Medio Valdarno
Lo sbarramento sul borro Soglia interseca una linea elettrica aera di alta tensione (380 kV)
gestita da TERNA. I conduttori risultano molto più elevati rispetto alla quota massima della
briglia, ma tuttavia prima dell’inizio della fase esecutiva verrà richiesto un parere a TERNA al
fine di valutare e risolvere le eventuali interferenze.
Le due opere non interferiranno con altri servizi, né aerei né sotterranei, attualmente
esistenti.
5.3. FUTURI PROGETTI PREVISTI SUI SITI O ULTERIORI RICHIESTE DI SERVIZI GENERATE
DAL PROGETTO
Sui siti destinati ad ospitare le casse non sono previsti progetti futuri, né esse andranno a
generare ulteriori richieste di servizi, ad eccezione della normale manutenzione ordinaria delle
opere e degli alvei, che verrà presa in carico dal Consorzio di Bonifica.
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Progetto n. 519 – Studio preliminare ambientale
Consorzio di Bonifica Medio Valdarno
6 – FOTOGRAFIE DEL SITO E DELLE VICINANZE
Figura
11
–
vista da destra
idraulica
sito
del
sul
t.
Vingone
Figura
12
–
vista da sinistra
idraulica
sito
sul
Vingone
-33-
del
t.
Progetto n. 519 – Studio preliminare ambientale
Consorzio di Bonifica Medio Valdarno
Figura
13
–
vista da destra
idraulica
del
sito sul b. Soglia
Figura
14
–
vista da sinistra
idraulica
del
sito sul b. Soglia
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Progetto n. 519 – Studio preliminare ambientale
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Figura
15
–
vista
dell’abitazione
in
prossimità
del sito sul b.
Soglia
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Allegati: fotoinserimenti del progetto
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