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Al di Qua di Hales - Italiano (Italian)

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Al di Qua di Hales - Italiano (Italian)
"Talché, per tutte queste cose, il Vico benedisse non aver lui avuto maestro nelle cui parole avesse
egli giurato, e ringraziò quelle selve, fralle quali, dal suo buon genio guidato, aveva fatto il
maggior corso dei suoi studi senza niun affetto di setta, e non nella città, nella quale, come moda di
vesti, si cangiava ogni due o tre anni gusto di lettere. [...] Per queste ragioni il Vico non solo
viveva da straniero nella sua patria, ma anche sconosciuto"
(Gianbattista Vico, riferito a se stesso)
“Qui non si muore”
(Gioacchino Murat)
“Tu però, se, come sei solito, darai ascolto ai miei consigli, serberai i tuoi beni paterni (...), né
lascerai il nobile fiume Alento, né diserterai la casa dei Papirii... “
(Cicerone ad un suo amico residente in Cilento)
"Il Cilento è una terra selvaggia, indomita ed affamata, dove il grido di libertà non si fa udire
giammai tra la gente brava e determinata. I cittadini sono taciturni, burberi e fieri, i quali odiano
per istinto qualunque potere, la loro obbedienza è una protesta, la loro sottomissione è una sfida"
(Ferdinando Petruccelli della Gattina)
UN PO’ DI STORIA:
Cilento… una terra ed una parola che nasce da lontano: dobbiamo infatti risalire all’epoca
dell’antica Grecia se vogliamo inquadrare meglio questa zona, a partire dal toponimo.
“Cilento” deriverebbe infatti, secondo gli studi più accreditati, da “cis-alentum”, ovvero,
letteralmente, la terra al di qua dell’Alento, un importante fiume che scorre appunto proprio nel
cuore di questo territorio. Lo stesso Alento nel passato era chiamato dai greci “Hales”, un nome,
dunque, che risuona come un’ inequivocabile testimonianza di chi abitò queste terre millenni
orsono.
Sebbene i territori che circondano il fiume Alento ne siano storicamente il nucleo, nel corso dei
secoli la denominazione “Cilento” si è estesa anche alle altre zone limitrofe, spingendosi oggi a
riconoscere come terre cilentane anche quei nuclei abitati che si estendono fino al Golfo di
Policastro.
Con l’istituzione del Parco Nazionale nel 1991 poi, si è unito in un unico territorio protetto, oltre al
Cilento, anche il Vallo di Diano e, recentemente, si è aggiunto anche il comprensorio dei Monti
Alburni. L’intero distretto che è venuto fuori al termine di questo accorpamento, è una subregione
molto vasta, che spazia dal mare ai monti, e racchiude al suo interno tesori storici, archeologici,
faunistici e gastronomici di grandissimo rilievo, tanto da essere stato dichiarato Patrimonio
dell’Umanità dall’ Unesco.
Ad ogni modo, il cuore pulsante del Cilento, rimane sempre quel lembo di terra costituito da tutti
quei piccoli comuni che si susseguono tra valli e pendii, caratterizzati da antichi borghi discreti che
conservano ancora oggi immutato il loro aspetto surreale ed il loro fascino fiabesco e medievale.
Un’infinità di piccoli gioielli che portano persino nel nome la testimonianza della loro radice
squisitamente cilentana: Ogliastro Cilento, Rocca Cilento, Laureana Cilento, Prignano Cilento
ecc… Laddove si vive bene e a lungo. I cilentani sono infatti tra i popoli più longevi al mondo.
Tanto da incuriosire addirittura alcuni scienziati americani, che, a cavallo tra gli anni ’40 e ’50,
vollero studiare la loro vita e le loro abitudini per capirne la causa della longevità. Qual è dunque il
segreto dei cilentani ultracentenari? Vita sana, ambiente sano ma soprattutto il cibo! Gli studi di
Ancel Keys infatti, noto scienziato e fisiologo statunitense, dimostrarono che i piatti cilentani, a
base soprattutto di pane, frutta, verdure ed olio, riuscivano a dare il giusto mix di nutrimento e
proteine necessari per vivere bene ed in forma. Oggi la dieta mediterranea, scoperta proprio da
Keys, è considerata patrimonio dell’umanità dall’Unesco.
Cilento vuol dire dunque natura e borghi, ottima gastronomia, vita sana e paesaggi incontaminati…
Caratteristiche che hanno attirato in quella terra anche il celebre filosofo partenopeo Giambattista
Vico, che si trattenne nella frazione Vatolla di Perdifumo, borgo collinare risalente alla seconda
metà dell’undicesimo secolo. Vico, incantato dal Cilento, ha vissuto qui 6 anni della sua vita, dal
1689 al 1695, approfondendo i suoi studi filosofici grazie alla fornitissima biblioteca del vicino
convento della Pietà. Il pensiero di Vico fu particolarmente importante nell’ambito della
speculazione filosofica a cavallo tra il XVII ed il XVIII secolo, ponendo le basi per la filosofia di
Hegel e partendo dal mettere in discussione i principi cardine del pensiero di Cartesio…
Non possiamo che dire: «Grazie Hales!»
Immagine tratta dal link: http://it.wikipedia.org/wiki/File:Mappa_del_Cilento.jpg,
file licenziato come di pubblico dominio
Una foto di Ernest Hemingway. Il celebre scrittore statunitense visse per un periodo
ad Acciaroli, frazione di Pollica. Qui, ispirato dalla figura di un pescatore locale,
scrisse Il Vecchio ed il mare, uno dei suoi più famosi romanzi.
Immagine del busto del filosofo Giambattista Vico
Foto tratta da wikipedia, scattata dall’utente Marie-Lan Nguyen il 3 novembre
2011l, e licenziata secondo la licenza Creative Commons 2.5
COSA VEDERE:
Una visita nel cuore del Cilento non può che partire da Castellabate, cittadina che unisce in
un’unica realtà mare, colline verdi ed un bellissimo borgo antico.
Conosciuta anche come “La perla del Cilento”, Castellabate è stata negli ultimi anni protagonista di
un rapido successo di fama nazionale ed internazionale che hanno portato il comune cilentano ad
essere una delle mete turistiche più ambite di questo territorio.
Decisamente interessante è il borgo di Castellabate: posto a poco meno di 290 metri d’altezza,
domina dall’alto di una collina il mare sottostante. L’antico abitato conserva ancora oggi un aspetto
medievale, ed è considerato uno dei borghi più belli d’Italia.
Nato intorno al castello presieduto da un abate proveniente dalla potente Badia di Cava De’ Tirreni
(da cui il toponimo), il paese si è sviluppato intorno al fortilizio di epoca normanna, costruito per
difendersi dai Saraceni della vicina Agropoli.
Molto caratteristiche anche le frazioni di mare, come Santa Maria e San Marco, caratterizzati da
acque limpide ed azzurrissime, la cui salsedine spruzza fino ai vicoli e le viuzze degli abitati.
Tra l’altro il mare di Castellabate è tra i più limpidi e puliti della provincia di Salerno: una
peculiarità sempre riconfermate dalla bandiera blu, ogni anno presente per questo comune, insieme
a tutti i riconoscimenti turistici di cui gode.
Centro storico di Castellabate
Foto di Leonardo Viviani
Altri scorci del centro storico di Castellabate
Foto di Eugenio Mucio
Campanile della Chiesa madre e scorcio del centro storico di Castellabate
Immagini rispettivamente di Leonardo Viviani e l’utente B.e.r.n.d. di “panoramio”
Le acque del litorale di San Marco, frazione di Castellabate
Foto di Fiorella De Nicola
Il mare di Castellabate visto dalla frazione San Marco
Foto di Leonardo Viviani
Palazzo Perrotta, nella frazione Santa Maria di Castellabate
Foto di Paolo Coscia
Particolari del castello dell’abate di Castellabate
Foto di Leonardo Viviani
Panoramica sul mare di Castellabate dal borgo antico
Foto tratta dal sito “http://www.fuoridalcaos.com”
Ma il Cilento ha tanto da mostrare… sempre più su tra i monti del Cilento, inseguendo i rivoli
dell’Alento e risalendo su per le pendici del Monte Stella, si raggiunge la frazione Rocca Cilento
nel comune di Lustra, a circa 635 metri d’altitudine. L’incantevole borgo medievale di Rocca
Cilento, ci trasporta indietro nei secoli, affascinandoci con i suoi vicoli ed il suo castello, densi di
storia ed echi del periodo normanno. Si deve in particolare allo storico Ruggiero Moscati lo sforzo
di recupero dello splendido maniero del borgo, che però ancora oggi ha bisogno di interventi di
riqualificazione e recupero.
Il castello di Rocca Cilento
Foto di Michele Tesauro
Il Centro storico medievale di Rocca Cilento, frazione di Lustra
Foto di Eugenio Mucio
Il Centro storico medievale di Rocca Cilento, frazione di Lustra
Foto di Leonardo Viviani
Altra tappa di interesse è anche il comune di Perdifumo, in particolare la frazione di Vatolla,che
ospitò il celebre filosofo Giambattista Vico dal 1689 al 1695. Di particolare interesse il Palazzo
Castello Vargas, all’interno del quale sono conservati alcuni testi del Vico oltre a tanti altri libri rari
ed antichi,
Il Palazzo Castello Vargas, a Vatolla di Perdifumo
Foto di Leonardo Viviani
Vicoli del centro storico di Satolla, frazione di Perdifumo
Foto di Eugenio Mucio
Due immagini del borgo di Vatolla di Perdifumo
Foto di Leonardo Viviani
Il Museo vichiano della frazione Vatolla di Perdifumo
Foto, tratta da wikipedia e scattata dall’utente Geofix il 29 luglio 2010, licenziata
secondo la licenza Creative Commons 3.0
Dai monti riscendiamo verso le colline dove è situato Castelnuovo Cilento, ed il suo splendido
castello, che un tempo era una delle più importanti strutture difensive della zona… Oggi il castello
resiste ancora, fiero ed indomito, nella zona più alta del paese… Ai piedi del maniero, è ancora oggi
possibile passeggiare lungo le strade del piccolo borgo medievale…
Il castello di Castelnuovo Cilento
Foto di Agostino De Maio
Il borgo di Castelnuovo Cilento
Foto di Giovanni Bosco
Dal mare ai monti e dai monti si ritorna di nuovo al mare… Nel giro di pochi chilometri ci
ritroviamo di nuovo di fronte ai flutti cilentani di un altro litorale eccezionale… Quello di Acciaroli,
frazione di Pollica. La radice greca è ancora risonante persino nei nomi dei luoghi: Pollica deriva
dal greco e significa “molte case”, sottolineando così il carattere di comune sparso del luogo.
Acciaroli poi possiede ancora un’altra caratteristica che lo rende unico: pur essendo un borgo di
mare, conserva una struttura particolare che ricorda piuttosto lo stile di un antico paese di
montagna, con le sue case in pietra viva e i suoi vicoli stretti.
Il centro storico di Acciaroli, frazione di Pollica bagnata dal mare. Qui Ernest
Hemingway trovò l’ispirazione per scrivere “Il Vecchio e il Mare”.
Foto tratte dalla pagina
https://www.facebook.com/pages/Acciaroliinfo/356614197753466
E poi più su, fino alle frazioni successive, le meravigliose Galdo, Canicchio, Celso…e la stessa
frazione capoluogo Pollica, il suo splendido castello Capano… ed il succedersi dei borghi risveglia
sempre più nel visitatore la consapevolezza del patrimonio del Cilento, rendendo sempre più
difficile staccarsene…
Il castello Capano di Pollica e l’antica Chiesa di San Rocco
Foto tratte dalla pagina facebook della Pro loco di Pollica
(https://www.facebook.com/pages/Pro-Loco-Pollica/298099793538740)
Un particolare del centro storico di Pollica
Foto tratta dalla pagina
https://www.facebook.com/pages/Acciaroliinfo/356614197753466
Scorci del centro storico di Galdo, frazione di Pollica
Prima foto tratta dalla pagina facebook della Pro Loco di Pollica
(https://www.facebook.com/pages/Pro-Loco-Pollica/298099793538740)
Seconda foto di Sergio De Simone
VIVENDO IL PAESAGGIO:
Il territorio compreso nell’antico cuore del Cilento, tra le tante spiagge incontaminate e le pendici
boscose del Monte Stella, è caratterizzato da paesaggi che alternano rapidamente ed in modo quasi
sorprendente paesaggi montani a panorami costieri.
Di sicuro vanno visitati i litorali di Castellabate e Pollica, ma anche proseguendo più a sud, quelli di
Montecorice e di Pisciotta. Di Castellabate vanno ricordate in particolar modo le acque delle
frazioni marine di Santa Maria, di Ogliastro Marina e di San Marco, oltre al particolare e suggestivo
litorale di punta Licosa con l’omonimo isolotto.
Due immagini dei litorali di San Marco e Santa Maria di Castellabate
Proseguendo oltre Castellabate, si incontrano presto le spiagge di Pollica che di certo non hanno
nulla da invidiare a quelle già superate. Le frazioni Pioppi ed Acciaroli sono ormai entrate a far
parte nell’immaginario collettivo del turismo locale e non.
Due scorci del mare di Acciaroli, frazione marina di Pollica.
La frazione Acciaroli di sera. Questa e le due foto precedenti sono prese dalla
pagina facebook “acciaroli.info”.
Nel cuore del Cilento però è possibile anche godere di meravigliosi paesaggi dell’entroterra, ed in
particolare di quelli proposti dal vicino Monte Stella. I pendii del monte, intorno al quale gravitano i
diversi comuni dell’area, sono caratterizzati da una flora multiforme, che va dalle praterie di alta
quota alle foreste caratterizzate da lecci, fichi d'india, carrubi, corbezzoli, mirti, stelline calabresi. A
quote più alte si trovano diverse aree boschive caratterizzate dalla presenza dell’ontano napoletano
e da diversi castagni, mentre in prossimità del mare si trova la ginestra cilentana, una varietà
dell’omonimo fiore che nasce esclusivamente in questi luoghi. La fauna è invece caratterizzata da
anfibi (ululone dal ventre giallo, salamandra pezzata, rana), mammiferi (diverse specie di pipistrelli,
martore), rettili (ramarro, luscengola, saettone, cervone) e uccelli (colombaccio, averla, beccaccia e
quaglia). Sulla cima del Monte Stella (1131 metri sul livello del mare), si trova anche un’antica e
solitaria chiesa fondata nell’anno mille. L’edificio è dedicato al culto della Madonna del Monte
Stella. Intorno alla Chiesa vi sono i resti di un’antichissima città, le cui origini sono avvolte nel
mistero. Secondo alcuni studiosi si tratterebbe dell’antica Petilia, una delle capitali delle tribù
lucane diversi secoli prima di Cristo. Secondo altre ricostruzioni invece, sarebbe la stessa civiltà che
avrebbe eretto la Chiesa della Madonna della Neve. La città era anche protetta da una fortezza.
La Chiesa dedicata alla Madonna della Neve, sulla cima del Monte Stella
Ritornando all’ambito paesaggistico, in località “Gorga”, frazione di Stio Cilento si segnalano le
sorgenti dell’Alento, il fiume del mito, la cui storia ed il cui nome ha dato vita a questa zona del
Cilento. Le sorgenti sorgono a quasi 900 metri di altitudine.
Dal territorio comunale di Prignano Cilento poi, è possibile raggiungere l’Oasi dell’Alento, una
grande ed importante area naturalistica che permette di apprezzare a fondo la natura in queste
vallate. Nella zona si segnala anche il grande lago formatosi a seguito della costruzione della diga
del fiume Alento, che ha fatto sì che si creasse il grande invaso lì presente. L’oasi inoltre ospita
diversi tipi di animali, tra cui spicca la lontra, ma vi si annoverano anche merli acquaioli, aironi
cinerini e coturnici e piccoli uccelli trampolieri. All’interno dell’oasi è possibile dedicarsi ad
escursioni o a trekking, praticare il birdwatching, prendere lezioni di equitazione, fare il tiro con
l’arco, pescare nel lago e visitarlo con battello o pedalò. Infine, vi è anche un’area ricettiva
attrezzata, con bar, ristorante, zona pic-nic e spazio giochi per bambini.
un’immagine della Diga dell’Alento, vista dalle alture del Monte Stella
la foto è stata tratta da wikipedia, ed è stata scattata dall’utente “Geofix” il 6
gennaio 2011 alle ore 12:30.
CURIOSITÀ, ANEDDOTI, LEGGENDE:
-
A Pollica, nella frazione di Acciaroli, soggiornò per diversi anni lo scrittore statunitense
Ernest Hemingway, che di passaggio in una vacanza italiana, rimase affascinato dal luogo.
In particolare, Hemingway, si ispirò a un pescatore del posto per poi scrivere il suo famoso
romanzo “Il Vecchio ed il Mare”.
-
Nell’antichità, alla foce del fiume Mortella, poco più a ponente dell’attuale abitato di
Pollica, esisteva un approdo naturale anche per navi di grosso carico. Qui secondo la
leggenda trovò riparo l’imperatore Augusto con la sua flotta durante una tempesta.
-
Nella frazione Pioppi di Pollica, abitò Ancel Keys, il famoso fisiologo statunitense che
studiò i motivi della lunghissima vita dei cilentani. Al termine dei suoi studi, Keys capì che
tutto era dovuto alla dieta della popolazione locale, composta da alimenti sani, semplici e
poveri. Keys dunque “scoprì” la Dieta Mediterranea, oggi tutelata dall’Unesco come bene
immateriale dell’umanità. Tra l’altro lo stesso scienziato americano rimase a Pioppi per 28
anni, e morì felicemente 101enne, grazie proprio ai benefici della dieta mediterranea.
-
Secondo una leggenda, una delle sirene che tentò di adescare Ulisse, fuggì via in seguito al
suo vergognoso insuccesso (o si suicidò e il suo corpo fu portato alla deriva). La sirena, di
nome Leucosia, approdò nel mare di Castellabate, su quel lembo di terra che ancora oggi
porta il suo nome: la splendida Punta Licosa.
-
Nella frazione Camella del comune di Perdifumo , ogni anno, in occasione della festa
patronale in si svolge il caratteristico "volo dell'angelo”. Un volontario, solitamente un
bambino, appeso ad una trave tesa tra due balconi, simula la venuta di un angelo. Secondo la
leggenda, l’angelo sarebbe venuto per raccomandare al santo protettore, San Nazario, la
protezione del borgo.
-
Il celebre filosofo napoletano, Giambattista Vico, fu a Vatolla, frazione principale di
Perdifumo, tra il 1689 ed il 1695. Qui approfondì i suoi studi e si innamorò della pace e
della natura cilentana, tanto da scrivere di preferire quella terra alla caotica Napoli. Ancora
oggi nel castello/palazzo Vargas, al centro di Vatolla, è conservata ed è visitabile la
biblioteca con i testi del Vico.
-
Nel meraviglioso palazzo Belmonte, in località San Marco, più volte pare sia stata avvistata
la “Dama Bianca”. Figura spettrale ed eterea, la Dama Bianca è una delle leggende popolari
e figure del paranormale più difficili e controverse, e secondo gli appassionati del
soprannaturale sarebbe confusa con presunte fate o apparizioni della Madonna.
-
Sempre a Castellabate è stato girato il film “Benvenuti al Sud”, esilarante commedia che ha
avuto un grosso seguito in tutta Italia, rendendo famoso il paese a livello nazionale.
Alessandro Siani, uno degli attori protagonisti, ne è stato nominato cittadino onorario.
-
In un non meglio precisato punto di Castellabate, tra i vicoli antichi e le volte in pietra, si
aggirerebbe lo spettro di un ragazzo, morto in circostanze misteriose. L’apparizione si
manifesterebbe solo nelle sere estive e sempre tra le 23:30 e le 24:00. Il ragazzo si siede su
dei gradini, piangendo ed invocando un nome, oppure pronunciando una frase
incomprensibile.
-
A Laureana Cilento sorge una Chiesa dedicata alla “Madonna dell’Acquasanta”. Secondo la
leggenda popolare, queste acque, sgorgate dalle rocce per volontà della Vergine, hanno
proprietà benefiche e miracolose.
-
Secondo una leggenda, il castello di Castelnuovo era collegato con il castello di Velia e con
altri castelli della zona attraverso dei cunicoli sotterranei.
-
Si narra che San Paolo, nel suo viaggio verso Roma, attraversando la strada che collegava
Velia a Paestum (la stessa che attualmente collega Lustra al cimitero), si fosse fermato a
riposare su una pietra. Questa pietra è tuttora esistente ed è nota appunto come Pietra di San
Paolo. La leggenda vuole che chi porta con sé un pezzo di questa pietra, sia immune dai
morsi di serpente.
-
In località Monte Serra, vicino a San Mauro Cilento, si troverebbe una perfida strega di cui
sono pieni i racconti del luogo fin dai secoli scorsi. La strega attirerebbe gli ignari viandanti
tra le strade dei boschi per divorarli, aiutata da uno strano essere demoniaco dall’aspetto di
un satiro. La strega preferirebbe soprattutto trasformarsi in una bella e solitaria ragazza per
attirare le sue vittime negli isolati e taciturni sentieri boschivi.
-
In passato, su alcune testate giornalistiche locali, sarebbe trapelata l’indiscrezione che il
famoso attore di Hollywood, George Clooney, avrebbe avuto intenzione di acquistare il
castello di Rocca Cilento. La notizia, per quanto verosimile, dal momento che diversi Vip in
incognito adorano passare il proprio tempo libero in Cilento, non ha mai avuto riscontro
certo.
PERSONAGGI CELEBRI:
- Giordano Isidoro, fine XVIII secolo – prima metà del XIX secolo, militare e rivoluzionario.
Esiliato in Francia, si distinse combattendo con grande coraggio, per cui fu promosso ufficiale
dell’esercito ed in seguito ebbe i gradi di Capitano della milizia provinciale.
- Giordano Francesco (parente di Isidoro), inizio XIX secolo – seconda metà XIX secolo,
soldato. Per le sue eroiche qualità di soldato, fu promosso capitano della Guardia Nazionale dopo
l’unità d’Italia. Giordano difendendo tenacemente i deputati del Regno delle Due Sicilie, firmatari
della famosa protesta del Mancini e combatté strenuamente contro i Borbone.
- LebanoAntonio, Lustra 1864 - ?, medico. Fu uno dei più importanti medici di Montevideo, dove
si trasferì su consiglio di diversi emigranti suoi amici. Nominato delegato generale del C.R.I. di
Montevideo, collaborò con la sede di Roma, e divenne medico ufficiale dell’ambasciata italiana, dal
marchese Francesco Maestri Molinaro, inviato straordinario e ministro plenipotenziario di S. M. il
re d’Italia. Ricevette anche una medaglia d’oro.
- Matarazzo Francesco, Castellabate 09/03/1854 – 10/02/1937, imprenditore. Fu il creatore del più
grande impero economico del Sudamerica e il simbolo per eccellenza del processo emigratorio
italiano verso il Brasile
- Sanfelice Luisa, Laureana Cilento 28/02/1764 – 11/09/1800, rivoluzionaria. Fu la famosa
rivoluzionaria che congiurò e si batté contro il dominio borbonico nel Regno delle Due Sicilie.
Secondo alcune ricostruzioni storiche, era originaria non di Napoli ma di Laureana Cilento, paese
che, a quanto pare, le avrebbe dato i natali. La storia della Sanfelice commosse tutta Europa e
Alexander Dumas la rese protagonista di uno dei suoi più famosi romanzi, “La Sanfelice” appunto.
- Vassallo Angelo, Pollica 22/09/1953 – 05/09/2010, sindaco e politico. E’ stato sindaco di Pollica,
comune per il quale ha lottato per tutta la vita, riqualificandolo e proteggendolo da criminalità e
abusi edilizi ed ambientali. E’ stato ucciso in circostanze misteriose. Tutt’oggi non si conoscono
mandanti né moventi. Da allora, Vassallo è divenuto un simbolo di legalità in tutta Italia.
SAPORI E TRADIZIONE:
Ecco alcune specialità gastronomiche del territorio, tramandate sin dai tempi più remoti:
Primi piatti:
I “fusiddi” alla cilentana: fusillo tipico del Cilento, di cui esistono due varianti: quello di Gioi, e
quello di Felitto, entrambi conditi con il sugo di castrato. Questo tipo di pasta viene preparata a
mano ed utilizzando soprattutto uova e farina. Il caratteristico prodotto finale viene fuori
arrotolando frammenti grezzi di pasta attorno ad un fuso per tessere (da cui il nome).
Le lagane e ceci (in dialetto “lahane e cìcere”). Si tratta di un tipo di pasta allungata e schiacciata,
percui risulta essere abbastanza “larga” nel piatto. Questo tipo di pasta viene fatta tagliando delle
grezze strisce di pasta e stendendole con il “laganaturo”, cioè un oggetto di legno cilindrico che
serve appunto a stenderla. Il piatto viene poi condito con ceci, sugo di ceci pestati, olio e una
manciata di prezzemolo. Si tratta di una pietanza nota in Cilento da oltre duemila anni.
I “cavatieddi” al ragù cilentano. Si tratta di ottimi cavatelli lavorati a mano e conditi con sugo e
pezzi di carne (in genere spezzatino).
I cavatielli maglianesi: variante dei “cavatieddi” tipica di Magliano Vetere. Hanno una forma più
sottile e lunga rispetto a quelli tradizionali, e sono conditi con ragù di castrato.
I “millimbanti” di Gioi Cilento: pasta all'uovo grattuggiata e simile al riso, servita in brodo di carne.
Secondi piatti:
La soppressata di Gioi: è un pregiato salume cilentano lardellato con stecca intera di lardo.
Il cinghiale con i ceci di Cicerale, celebrato anche in una suggestiva sagra che si tiene proprio nel
piccolo comune cilentano.
Le alici “mbuttunate” della Costiera Cilentana: consiste nel farcire le alici con un ripieno
(mbuttunatura) di uovo, prezzemolo e formaggio grattugiato. Le alici poi vengono fatte cuocere nel
sugo di pomodoro.
Il brodo di castrato di Prignano Cilento: la carne in brodo, bollita per diverse ore con erbe
aromatiche, in modo da renderla morbida e profumata.
La volpe alla brace: è una pietanza molto amata in passato, oggi difficile da reperire. Veniva
apprezzata soprattutto dai cacciatori cilentani.
Il coniglio “mbuttunato”: si tratta di un particolare modo di cucinare il coniglio, e consiste
nell’imbottirlo (“imbuttunarlo”) con uova, pane e formaggio.
Contorni:
La “manteca” del Cilento: un delicato formaggio simile al burrino.
L' “acquasale chi pummarulieddi”: pane di grano biscottato condito con pomodorini freschi.
La pizza cilentana: è una variante nord-cilentana della più famosa pizza, consistente in un impasto
più “alto” (viene usato il procedimento che si fa per impastare il pane), e l’uso di formaggio di
capra grattugiato anziché della mozzarella di bufala.
L'oliva “Salella” ammaccata del Cilento: olive battute sulla pianta con pietra di mare e messe in
salamoia.
I “ciccimaretati” di Gioi Cilento: è un insieme di legumi di vario genere (Ceci, fagioli bianchi,
cannellini, borlotti, lenticchie, grano, granturco, cicerchie e castagne), mischiati insieme in una
zuppa unica.
La zuppa di cipolle di Vatolla: è una zuppa preparata con le cipolle dolci di Vatolla, frazione del
comune di Perdifumo.
La mozzarella con la “mortedda”: un particolare tipo di mozzarella vaccina di forma allungata,
avvolta nei rametti di mirto e tipica della zona del Cilento.
Il “casorecotta re crapa” cilentana: un particolare tipo di cacioricotta di capra cilentana nera, fulva o
grigia, nota come “casu” del Cilento.
Le “cauzodde” di Giungano: sono patate novelle affettate e fritte con tutta la buccia.
La ciambotta cilentana o “ciauledda”: è la variante cilentana della ciambotta, ovvero un piatto a
base di verdure e peperoni condite con olio e sale e messe a cuocere.
I “vicciddi” di Perito: frittelle alle erbe aromatiche, con menta, salvia e ruta.
Le alici inchiappate del Cilento: consiste nel cucinare alici di Menaica con ripieno di formaggio
caprino, infarinate e passate nell'uovo.
Le “maccatedde” di Gioi Cilento: sono pezzi di carne simili a polpette, che poi vengono ammaccati
in compagnia di rape e patate.
Gli “mbrugliatieddi” del Cilento: si tratta di un mix di carne costituito da diverse parti di interiora di
animale.
I “taddi” e fave del Cilento: piatto costituito dai talli, ovvero germogli in crescita di scarola, e fave
fresche sgusciate dal baccello. Gli ingredienti vengono poi soffritti in olio di olive con un pizzico di
cipolla. L'uso delle fave conferisce al piatto la sua collocazione tipica, ovvero in periodo tardoprimaverile.
Il mortaretto di Stio: un salume tipico a base di coppa di prosciutto di maiale e cosparso con polvere
di peperoncino del Cilento.
Le “mugliatiedde” del Cilento: caratteristici involtini di interiora e frattaglie di agnello.
La mozzarella con la “mortedda”: un particolare tipo di mozzarella vaccina di forma allungata,
avvolta nei rametti di mirto e tipica della zona del Cilento.
I “triddi” di carne con castagne di Rofrano: si tratta di una specie di involtini di carne al cui interno
vengono messi dei frammenti di castagna locale. In particolare, la castagna di Rofrano è molto
saporita.
Il pane cotto: si tratta di una ricetta povera, che consiste nel far friggere in padella pezzetti di pane e
mollica schiacciati, insieme a broccoli, olio, sale e, volendo, anche peperoncino. Altre varianti
prevedono anche l’uso di uovo.
L' “infilatella” di fichi del Cilento DOP: tipico spiedino composto da fichi cilentani, talora disposti
anche in cannette, fagottini e ficaiole.
Dolci e dessert:
Gli “scavoratieddi” cilentani o “scauratielli”. delle zeppole fritte in olio di oliva e decorate con
miele di castagno.
Le “nocche” cilentane: dolci tipici di Santa Maria di Castellabate, preparati con crema e cioccolata e
dalla forma di piccole pasticelle.
Il cannolo cilentano: dolce affusolato, con ripieno di ricotta di capra cilentana e marmellata di fico
bianco del Cilento.
I biscotti ai fichi di San Mauro Cilento. In altri paesi del comprensorio, questi biscotti vengono
farciti anche con noci.
Le rose di Carnevale: tradizionali dolci cilentani a forma di rosa e centrati da una ciliegia, tipici del
carnevale.
La torta con ricotta e fichi bianchi di Ortofonico: è un dolce tipico della omonima frazione di
Montecorice, in Cilento.
Il “bucchinotto” di Rofrano: un panzerotto fritto ripieno di crema di castagna, con cacao e altri
aromi.
I murzelletti cilentani: Biscotto tipico locale, dalla forma allungata, che fonda le sue radici nella
territorialità e nella tradizione cilentana. Ottimo se affiancato ad una tazza di latte o di thè nel
momento della colazione, così come può essere gustato nei diversi momenti della giornata. Sono
diffusi soprattutto nell'alto Cilento).
Il gelato cilentano: è prodotto con il latte della capra nera del Cilento.
Il capriccio cilentano: dolce a base di miele, ricotta di capra cilentana e fichi bianchi del Cilento
DOP che condiscono grovigli di pasta fritta.
Il capicollo dolce del Cilento: un tradizionale involtino con pasta di fichi del Cilento DOP,
impreziositi da finocchio selvatico e noci.
Il panettone cilentano: un particolare panettone, che ha come ingrediente principale i fichi bianchi
del Cilento DOP.
I “nesprati” di Prignano Cilento: si tratta di dolci di pan di Spagna imbottiti con crema e ricoperti di
confetti.
Le “pupatelle” del Cilento: si tratta di fichi bianchi cilentani, prima tostati al forno e poi farciti di
frutta secca e ricoperti di cioccolata.
I torroncini di fichi del Cilento: dolce ottenuto con condimento di fichi ricoperti di cioccolata e
ripieni di noci e mandorle. Sono diffusi in tutto il Cilento.
Liquori, amari, distillati:
Il nanassino: è un particolare liquore di nanasse, i fichi d’India che crescono spontaneamente sulla
costiera cilentana e amalfitana.
Il liquore di sciuscielle o di carrube: il carrubo è una pianta che cresce spontanea in tutto il territorio
cilentano.
L'amaro del Cilento: un amaro tipico prodotto in Cilento, e che utilizza come ingrediente principale
il carciofo di Paestum IGP.
Il vino Fiano Paestum IGT: ottenuto dall’uva di tipo greco, fiano e trebbiano, si presenta molto
profumato, con sentori di ginestra e pera. Si abbina per lo più al pesce.
Il vino Tresinus: ottenuto dall’uva di tipo fiano, ha un gusto strutturato e profumato. Si abbina
idealmente a piatti a base di pesce e crostacei.
Il vino Isca della Castagna: ottenuto dall’uva di varietà piedirosso, ha un gusto gentile, delicato e
va consumato in breve periodo dall’apertura della bottiglia.
Il vino Cilento DOC: ottenuto con l’uva di tipo fiano e malvasia, è ottimo se gustato appena
stappato, ed è l’ideale per accompagnare aperitivi.
Il vino Cilento aglianico DOC: ottenuto con l’uva di tipo piedirosso ed aglianico, è morbido al
gusto e si accompagna benissimo ai piatti a base di carne.
Il vino Cilento rosso, rosato e bianco: vini delicati dalla modesta gradazione, si accompagnano
egregiamente ad antipasti o a primi piatti nel caso del rosso.
Il vino Fiano di Santa Maria di Rutino: particolare varietà di vino ottenuto dai vitigni compresi tra
Rutino e Laureana Cilento.
ECCELLENZE DEL GUSTO NEL TERRITORIO:
Prodotti di Indicazione Geografica Protetta (IGP): è un indicatore di qualità attribuito dall'Unione
Europea a quei prodotti agricoli e alimentari per i quali una determinata qualità, la reputazione o
un'altra caratteristica dipende dall'origine geografica, e la cui produzione, trasformazione e/o
elaborazione avviene in un'area geografica determinata.
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Carciofo Bianco di Paestum IGP: Noto anche come “Tondo di Paestum”, il Carciofo di
Paestum è caratterizzato dall’aspetto rotondeggiante dei suoi capolini, la cui elevata
compattezza, nonché l’assenza di spine nelle bratte sono le principali caratteristiche del
prodotto, che ne hanno consacrato anche la sua fama tra i consumatori. Le caratteristiche
commerciali del “Carciofo di Paestum” sopra descritte sono anche frutto di un’accurata e
laboriosa tecnica di coltivazione che gli operatori agricoli della Piana del Sele hanno affinato
nel corso di decenni. Il “Carciofo di Paestum” IGP è dunque molto apprezzato in cucina,
dove viene utilizzato nella preparazione di svariate ricette tipiche e di piatti locali come la
pizza con i carciofini, la crema e il pasticcio ai carciofi, particolarmente graditi ai turisti.
Foglie di Carciofo di Paestum IGP avvolte nella bresaola e nel pan biscottato
Foto tratta da wikipedia, scattata da Katiuscia Noseda il 19 ottobre 2011,
licenziata secondo la licenza Creative Commons 2.0
Prodotto di Denominazione di Origine Protetta (DOP): La sigla DOP, è un marchio di tutela
giuridica della denominazione che viene attribuito dall'Unione europea agli alimenti le cui peculiari
caratteristiche qualitative dipendono essenzialmente o esclusivamente dal territorio in cui sono stati
prodotti.
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L’Olio di Oliva del Cilento DOP: è una varietà di olio di oliva presente nella maggior parte
del territorio del Cilento. Ne esistono diverse varianti, come quello di San Mauro Cilento,
quello di Pisciotta ed altri ancora. Il prodotto si presenta dal colore giallo-oro con buona
vivacità e intensità. All’ esame olfattivo mostra un sentore di fruttato inteso di oliva, con
piacevoli note di mela e di foglia fresca. La notevole presenza di note aromatiche fa
prediligere l’uso di questo olio su grigliate di pesce, sulle zuppe di legumi e minestre di
verdure, sulle insalate selvatiche, sulle bruschette e sui primi piatti in genere. le operazioni
di oleificazione devono avvenire entro il secondo giorno dalla raccolta delle olive. Per
l'estrazione dell'olio sono ammessi esclusivamente processi meccanici e fisici atti a produrre
oli senza alcuna alterazione delle caratteristiche qualitative contenute nel frutto.
La Ricotta di Bufala DOP: La Ricotta di bufala campana è un prodotto lattiero-caseario
fresco ottenuto per coagulazione del siero di latte di bufala e prodotto in tutta la regione
Campania. Si presenta senza crosta esterna è di colore bianco porcellana. Si presenta di
colore bianco porcellana delicato, e la sua consistenza è cremosa e morbida mentre il sapore
rimane fresco e delicatamente dolce. La ricotta di bufala campana inoltre non ha “crosta”. Si
ottiene riscaldando il siero derivante dalla lavorazione del latte crudo per la produzione di
mozzarella di bufala. E’ possibile anche, come “variante”, ottenere la ricotta essiccata di
bufala, che è a pasta compatta. In questo caso è necessario che le forme stagionino in cella
per circa 10 giorni e poi vengano lasciate per lo meno un mese a essiccare. Vengono poi
tolte dai contenitori e lasciate stagionare altri 30 giorni, fino a essere ripulite dalle muffe,
private della scorza sottile e messe sotto vuoto.
Il Fico Bianco del Cilento DOP: è una varietà di fico derivante da uno specifico ecotipo che
si è andato selezionando e diffondendo nel Cilento nel corso dei secoli: il "Bianco del
Cilento". A differenza del fico “tradizionale”, quello bianco del Cilento ha la caratteristica di
essere molto digeribile e di avere dimensioni più ridotte. La sua buccia non cambia di
colore durante la maturazione, e rimane quasi sempre di colore verde chiaro tendente al
bianco. La sua polpa è di color giallo ambra, ed è ricca di fibre e zuccheri. Il “Fico Bianco
del Cilento” DOP utilizzato anche come ingrediente principale per dolci alle mandorle,
oppure con noci, nocciole, semi di finocchietto, bucce di agrumi (ingredienti provenienti
dallo stesso territorio di produzione) o ricoperto di cioccolato, o ancora bagnato nel rum, con
l'obiettivo di ampliare la gamma dell'offerta, soprattutto nel periodo natalizio.
Il Fico Bianco del Cilento DOP
Foto tratta da wikipedia, autore Ray DS, scattata il 19 agosto 2007 e licenziata
secondo la licenza Creative Commons 2.0.
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