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ATC RE1 Pianura Ovest
ATC RE1 Pianura Ovest Programma annuale degli interventi 2014 INDICE INDICE................................................................................................................................................... 1 1. PARTE CONSUNTIVA......................................................................................................................... 2 1.1. ORGANIZZAZIONE TERRITORIALE .............................................................................................. 2 1.2. VALUTAZIONE QUALI-QUANTITATIVA DELLE PRESENZE FAUNISTICHE ..................................... 4 1.2. ATTIVITÀ DI MIGLIORAMENTO AMBIENTALE ............................................................................ 8 1.3. PROGRAMMAZIONE DELLE PRESENZE FAUNISTICHE ................................................................ 9 1.4. ATTIVITÀ DI PREVENZIONE E RISARCIMENTO DEI DANNI CAUSATI DALLA FAUNA SELVATICA ......................................................................................................................................................... 10 1.5. PRELIEVO VENATORIO ED ORGANIZZAZIONE DEL PERSONALE VOLONTARIO ........................ 13 1.6. CONTROLLO DELLE SPECIE SELVATICHE................................................................................... 16 1.6.1 VOLPE ..................................................................................................................................... 16 METODI D’INDAGINE ....................................................................................................................................... 17 MONITORAGGIO E PIANO DI CONTROLLO ................................................................................................... 17 GESTIONE DATI ............................................................................................................................................. 18 RISULTATI......................................................................................................................................................... 19 MONITORAGGIO .......................................................................................................................................... 19 PIANO DI CONTROLLO .................................................................................................................................. 25 CONCLUSIONI .................................................................................................................................................. 29 1.6.2 ALTRE SPECIE .......................................................................................................................... 30 1.6.3 ORGANIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ DEI COADIUTORI ............................................................. 36 1.7. MONITORAGGIO SANITARIO DELLA SELVAGGINA CACCIATA ................................................. 38 2. PARTE PROGRAMMATICA .............................................................................................................. 39 2.1. ANALISI AMBIENTALE, ARTICOLAZIONE TERRITORIALE E CALCOLO DELLA CAPIENZA DELL’ATC ......................................................................................................................................................... 39 2.1.1. AREE DI RISPETTO ................................................................................................................. 41 2.1.2. CALCOLO DELLA CAPIENZA DELL’ATC ................................................................................... 42 2.2. VALUTAZIONE QUALI-QUANTITATIVA DELLE PRESENZE FAUNISTICHE ................................... 43 2.3. ATTIVITÀ DI MIGLIORAMENTO AMBIENTALE .......................................................................... 44 2.4. PROGRAMMAZIONE DELLE PRESENZE FAUNISTICHE. ............................................................. 46 2.5. ATTIVITÀ DI PREVENZIONE E RISARCIMENTO DANNI CAUSATI DALLA FAUNA SELVATICA. ... 47 2.6. PRELIEVO VENATORIO ED ORGANIZZAZIONE DEL PERSONALE VOLONTARIO. ....................... 48 2.7. CONTROLLO DELLE SPECIE SELVATICHE. ................................................................................. 51 2.8. MONITORAGGIO SANITARIO DELLA SELVAGGINA CACCIATA ................................................. 52 3. ALLEGATI ........................................................................................................................................ 53 ALLEGATO A - STATUTO ................................................................................................................ 53 ALLEGATO B - REGOLAMENTO DI GESTIONE CATTURA E LANCIO FAUNA SELVATICA................... 65 ALLEGATO C - REGOLAMENTO DI GESTIONE DELLA ZAC MALASPINA ........................................... 66 ALLEGATO D - REGOLAMENTO DI GESTIONE DELLA CAC PONTE ALTO ......................................... 68 ALLEGATO E- REGOLAMENTO DI GESTIONE DELL’ATTIVITA’ DEI COADIUTORI ............................. 69 1 1. PARTE CONSUNTIVA 1.1. ORGANIZZAZIONE TERRITORIALE Il territorio di competenza dell’ATC RE1 Pianura ovest è suddiviso in unità territoriali di gestione (UTG), che rappresentano le porzioni di territorio a cui riferire le informazioni faunistiche e gestionali di maggior dettaglio, in termini di scala geografica. Sono state definite un totale di 143 “tessere territoriali”, le cui dimensioni variano tra i 100 ed i 1.000 ettari. Le unità sono identificate da un codice alfa-numerico e da un toponimo, così da risultare di facile utilizzo sia nella fase di raccolta dei dati da parte degli operatori impegnati sul campo sia nella fase di archiviazione e organizzazione degli stessi. Di seguito viene fornita la carta tematica. 2 FIG. 1 – Parcellizzazione del territorio dell’ATC RE1. 3 1.2. VALUTAZIONE QUALI-QUANTITATIVA DELLE PRESENZE FAUNISTICHE Il territorio dell’ATC RE1 Pianura ovest è interamente inserito nel Comprensorio Omogeneo 1, ai sensi del Piano Faunistico-Venatorio Provinciale vigente. Per quanto attiene i Mammiferi il comprensorio si caratterizza per la presenza di un ridotto numero di specie, appartenenti per lo più alla micro e mesomammalofauna, mentre risultano assenti i taxa di maggiori dimensioni segnalati in provincia. Perciò, a fianco di vertebrati quali il capriolo, la lepre, la volpe, il tasso etc., molti dei quali distribuiti in modo discontinuo, talvolta per ragioni di tipo gestionale (es. lepre), talvolta per questioni connesse all’effettiva qualità ambientale del comparto in esame (es. capriolo), compaiono gruppi quali: Erinaceomorfi (es. riccio europeo), Soricomorfi (es. toporagni), Roditori con abitudini fossorie (es. arvicole) e Chirotteri (es. pipistrello comune). Riguardo gli Uccelli invece, la situazione si presenta decisamente più interessante, complice la presenza di zone umide, diffuse sovente in corrispondenza delle aste fluviali, alcune delle quali riconosciute dall’Unione Europea (ZPS e SIC). L’avifauna che frequenta il comprensorio e l’ATC RE1 comprende Taxa con abitudini acquatiche (ardeidi, anatidi, limicoli), ma anche diversi rapaci diurni e notturni, nonché un nutrito numero di passeriformi tipici degli agro-ecosistemi (es. averla piccola, saltimpalo, allodola). Le specie di interesse gestionale, in particolare lepre e fagiano, essendo oggetto di conteggi annuali delle popolazioni e di operazioni di cattura, permettono una valutazione quantitativa delle presenze nel territorio ATC. Le operazioni di stima numerica hanno previsto più ripetizioni, allo scopo di approfondire lo stato delle conoscenze sul reale andamento demografico delle due specie nei diversi istituti. In particolare, i risultati dei conteggi autunnali hanno evidenziato un netto calo delle consistenze della lepre negli ambiti di produzione, restituendo valori di densità che non consentivano, fatta eccezione per la Z.R.C. Barigazzo, di autorizzare catture con successiva traslocazione, come previsto dal vigente Piano Faunistico-Venatorio Provinciale. Pertanto il Consiglio Direttivo, sulla scorta dei risultati dei conteggi e delle indicazioni contenute nell’atto dirigenziale della Provincia nel quale si autorizzava la cattura di 35 capi nella sola ZRC Barigazzo (l’unica a presentare densità superiore ai 15 capi/100 ettari, e cioè 17,2 capi/100 ettari), ha ritenuto opportuno per la stagione 2013/14 non procedere a catture del lagomorfo. In questo modo, nel corso dell’annualità in corso potrà essere monitorato l’andamento demografico della lepre, svolte le necessarie indagini volte a far luce sulle cause del drastico calo a cui si è assistito, e sarà favorito un recupero delle presenze eventualmente sfruttabile in occasione delle catture in programma per la stagione 2014/15. Per quanto riguarda il fagiano, nella definizione del programma delle catture 2013/2014 in sede di Consiglio Direttivo si è ritenuto opportuno, sulla base dei dati di consistenza raccolti, selezionare gli istituti realmente in grado di soddisfare numericamente le operazioni di cattura, ponderare il numero dei capi prelevati su valori inferiori alle previsioni, ed effettuare le operazioni di cattura su porzioni territoriali inferiori rispetto all’anno passato, allo scopo di preservare sul territorio nuclei riproduttivi. Anche a seguito di queste scelte, le rese di cattura nel 2013/14 sono risultate nettamente inferiori a quelle dell’anno passato. Rispetto al 2012/2013, le operazioni di cattura per l’annualità appena conclusa hanno registrato per il fagiano un calo del catturato totale del 77%, ed in particolare per la ZRC Barigazzo – 62%, per la ZRC Ponte Alto – 89%, per la ZRC Santa Croce – 88% (TAB. 1). I conteggi per la stima del galliforme anticipavano i risultati delle catture, registrando un calo delle presenze pari ad oltre il 50% (330 capi stimati nell’autunno 2013, 680 nel 2012). La tabella 2 riporta i risultati della stima delle consistenze di fagiano e lepre nei diversi ambiti di protezione. 4 Ambito ZRC ZRC ZRC ZRC ZRC ZRC Oasi ZTF ORD AFV TOTALE Denominazione Fagiani catturati Tot 68 0 0 0 10 6 0 0 0 0 84 Barigazzo San Martino Cogruzzo Nocetolo Ponte Alto Santa Croce Valle Re Cella-Calerno Reggio Emilia La Morona M 27 0 0 0 1 2 0 0 0 0 30 F 41 0 0 0 9 4 0 0 0 0 54 TAB. 1 – Riepilogo delle catture effettuate in ATC. Ambito Denominazione ZRC Barigazzo ZRC San Martino ZRC Cogruzzo ZRC Nocetolo ZRC Ponte Alto ZRC Santa Croce ZTF Cella-Calerno ORD Gattatico ORD Poviglio ORD Campegine ORD Boretto ORD Cadelbosco sopra ORD Reggio Emilia CAC Ponte Alto OASI Valle Re TOTALE Lepri censite 150 15 55 20 25 45 15 0 0 0 0 0 0 0 0 325 Fagiani censiti 250 0 0 0 120 100 0 30 40 20 20 0 0 0 100 330 TAB. 2 – Riepilogo dei censimenti effettuati negli Istituti di competenza dell’ATC. Valutando i dati di consistenza relativi alla lepre, i conteggi autunnali del lagomorfo, svoltosi tra la fine di ottobre ed i primi di novembre, evidenziano un calo delle presenze rispetto alla stagione 2012/13 pari al 99%, che, fra gli istituti oggetto di censimento, si presenta particolarmente drammatico nelle ZRC Nocetolo (-78%), Ponte Alto (-77%), Santa Croce (-65%), nella ZTF CellaCalerno (-83%). Analizzando la serie storica dei dati di stima delle consistenze della lepre, dal 2006 ad oggi (FIG.2), si osserva come sul lungo periodo la popolazione sia caratterizzata da un trend demografico leggermente negativo, e come, nelle ultime due stagioni, si assista ad una riduzione netta delle 5 presenze stimate, con un calo dal 2011 al 2012 pari al 45%, ed una riduzione nel biennio 20112013 pari ad oltre il 70%. I dati censuari trovano riscontro nell’andamento delle rese di cattura nello stesso periodo (FIG. 3), che evidenzia un calo del catturato dalla stagione 2011/12 alla stagione 2012/13 pari al 37%, fino alla rinuncia ad eseguire le catture nella stagione appena conclusa. FIG.2 Andamento dei conteggi della lepre nell’ATC RE1. La linea rossa tratteggiata indica il trend lineare. FIG. 3 Andamento delle catture nell’ATC RE1. La linea rossa tratteggiata indica il trend lineare. A seguito di questi rilevamenti l’ATC si è impegnato, in concerto con l’ATC RE2 Pianura Est e la Provincia, a raccogliere informazioni utili a far luce sul fenomeno, in particolare incentivando la raccolta ed il conferimento al Servizio Veterinario di tutti gli esemplari rinvenuti morti, segnalando casi anomali di mortalità, ed indagando sulle pratiche agricole in essere nelle ZRC interessate da un calo consistente delle densità. Lo scopo è quello di far emergere eventuali problemi di ordine sanitario, riferibili sia a malattie infettive e parassitarie a carattere diffusivo che possano aver avuto un impatto sulla demografia delle popolazioni, sia a episodi di intossicazione collegati all’impiego di prodotti fitosanitari in agricoltura, e su queste basi provvedere a riprogrammare gli 6 interventi e le attività già in parte previste dal piano di monitoraggio sanitario regionale, tenendo conto del fatto che i risultati del piano di monitoraggio 2013/14 non si sono rivelati utili a chiarire la/le cause del tracollo demografico a cui si è assistito. Si sottolinea come il quadro relativo alla demografia della lepre descritto per l’ATC RE1 risulti sovrapponibile a quello segnalato da altri ATC non solo su scala provinciale, ma su scala regionale ed extra-regionale, accomunando i comprensori di pianura dalla provincia di Piacenza alla provincia di Ferrara, oltre ad ampie porzioni di territorio tra Veneto e Lombardia. 7 1.2. ATTIVITÀ DI MIGLIORAMENTO AMBIENTALE Nel corso dell’esercizio gestionale trascorso non è stato possibile realizzare alcun intervento di miglioramento ambientale, ma sono stati avviati una serie di accordi con agricoltori per la realizzazione di opere di miglioramento ambientale che dovrebbero essere posti in essere nel corso del 2014. 8 1.3. PROGRAMMAZIONE DELLE PRESENZE FAUNISTICHE Allo scopo di garantire una omogenea distribuzione della fauna di interesse gestionale sul territorio dell’ATC, ogni anno si provvede, tenendo conto dell’idoneità territoriale, all’immissione sul territorio di competenza di un adeguato numero di esemplari appartenenti alle specie di interesse gestionale. Riguardo la lepre, tutti i soggetti rilasciati nel 2013 sul territorio dell’ATC RE1 originano dalle catture realizzate negli Istituti in esso inclusi, non ricorrendo a selvaggina di allevamento, allo scopo di preservare le caratteristiche di rusticità e buona adattabilità mostrate dalla popolazione gestita. Naturalmente, nel 2014, non essendosi svolte le catture, non sono stati rilasciati esemplari del lagomorfo. In merito al fagiano invece, nonostante sia in corso un progetto specifico, volto a selezionare le aree più idonee entro le quali costituire nuclei vitali del Galliforme, al momento risulta ancora necessario il riscorso ad individui allevati. Poiché non subiscono i comportamenti aggressivi degli adulti territoriali ed essendo maggiormente adattabili, la scelta è ricaduta sui giovani fagianotti, che vengono rilasciati in aree idonee ed alimentati per il primo periodo successivo al rilascio. Agli esemplari (di entrambe le specie trattate) immessi sul territorio, siano essi di origine selvatica o meno, viene applicato un contrassegno in alluminio riportante la sigla dell'ATC, l'anno di immissione e un numero identificativo del Comune di rilascio. Nel corso del 2013 sono stati rilasciati sul territorio dell’ATC RE1 un totale di 2.672 fagiani, 723 dei quali provenienti da cattura. Inoltre sono stati rilasciati in zone protette (ZRC) 300 fagiani allo scopo di costituire popolazioni vitali, successivamente “sfruttabili” a mezzo catture durante il periodo invernale. Per quanto riguarda il rilascio di pernici rosse, non sono state effettuate immissioni. La sintesi delle attività di immissione per l’anno 2013 suddivisa per Comune è riportata nella tabella seguente. Comune Boretto Brescello Cadelbosco di sopra Campegine Castelnovo sotto Gattatico Gualtieri Poviglio Reggio Emilia S. Ilario d'Enza Ambientamento TOTALE Lepri cattura 35 41 0 27 40 66 43 60 43 5 360 Fagiani cattura 39 38 0 31 42 49 69 71 27 6 372 Fagiani allevamento 180 330 0 150 260 360 380 390 210 40 300 2.600 Pernici rosse allevamento 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 TAB. 3 – Riepilogo delle immissioni effettuate nel territorio dell’ATC RE1. 9 1.4. ATTIVITÀ DI PREVENZIONE E RISARCIMENTO DEI DANNI CAUSATI DALLA FAUNA SELVATICA Nell’esercizio trascorso l’ATC RE1, in linea con quanto realizzato negli anni precedenti, ha impostato le attività di rilevamento dei danni e di esecuzione delle opere di prevenzione ricorrendo ad alcune procedure standard: l’utilizzo di schede specifiche di rilevamento dei danni e di raccolta dati sugli interventi di prevenzione, che permettono la raccolta di dati relativi alla localizzazione geografica dei sopralluoghi, alla tipologia di coltura oggetto dell’intervento di prevenzione o del danno, alla specie coinvolta e ai sistemi di prevenzione utilizzati; nonché la localizzazione geografica dei siti interessati, utilizzando ricevitori GPS palmari, che permettono la georeferenziazione dei siti interessati e lo sviluppo di tavole tematiche che descrivono la distribuzione degli interventi e l’elaborazione di mappe di rischio sulla base dell’organizzazione in unità territoriali di gestione descritta al paragrafo 1.1. I dati ottenuti sono stati organizzati in un archivio informatico georeferenziato che permette analisi ed interrogazioni utili a descrivere il fenomeno rappresentato dagli impatti causati alle produzioni agricole dalla fauna selvatica, consentendo di definire, a priori, le aree critiche in cui concentrare gli interventi di prevenzione/controllo numerico delle specie responsabili. Nel 2013 sono state realizzate attività di prevenzione e risarcimento danni causati dalla fauna selvatica per un importo pari a 2.403,74 euro complessivi. L’attività di prevenzione ha comportato la realizzazione di 5 interventi che hanno implicato una spesa pari a 210,50 euro, mentre i costi di mano d’opera sono stati pari 1.163,24 euro circa. Le attività si sono svolte in due casi in ATC, in un caso hanno interessato l’Ordinanza Gattatico, in due la ZRC S. Croce. Di seguito il riepilogo, articolato per Comune e per UTG interessati dalle operazioni di messa in opera. Comune Gualtieri Gualtieri Gattatico Boretto Boretto UTG 10 10 77 26A 27A Istituto ATC ATC OS ZRC ZRC Tipologia intervento Coltura difesa Dissuasore acustico Vigneto Dissuasore acustico Vigneto Recinzione Meloni Recinzione Meloni Recinzione Meloni Specie bersaglio Cornacchia Cornacchia Lepre Lepre Lepre TAB. 4 – Coltivazioni oggetto di attività di prevenzione nel territorio dell’ATC RE1. I danni conclamati ed oggetto di risarcimento risultano localizzati nel Comune di Brescello, in due Aziende agricole, a carico di coltivazioni di Cucurbitacee (cocomero) (TAB. 5, file: Danni_RE1_2013.shp). La specie responsabile dei danni è in entrambi i casi la cornacchia grigia. Come per gli interventi di prevenzione, anche per gli interventi di rilevazione dei danni è stata individuata l’unità territoriale interessata dal fenomeno per l’anno 2013. Comune Brescello Brescello UTG 38A 32 Importo (€) Categoria coltura Specie responsabile Cornacchia 940,00 Cocomero Cornacchia 90,00 Cocomero 10 Comune TOTALE UTG Importo (€) Categoria coltura Specie responsabile 1.130,00 TAB. 5 – Coltivazioni oggetto di risarcimento da parte dell’ATC RE1. L’esame delle TABB. 4 e 5 evidenzia come per l’annualità appena conclusa la Cornacchia risulti la specie a maggiore impatto sulle coltivazioni. Rispetto all’anno precedente, l’importo dei risarcimenti dovuti per danni causati da specie selvatiche è diminuito (del 27%), confermando la tendenza già evidenziata in occasione del Piano di gestione 2013, a conferma degli sforzi profusi in questi anni dall’ATC nelle opere di prevenzione a difesa delle colture. Nella Figura che segue gli stessi dati vengono rappresentati attraverso una carta tematica che utilizza scale cromatiche. L’intensità degli sforzi profusi dall’ATC (in termini di numero di interventi) nella messa in opera di sistemi di prevenzione dei danni alle colture da fauna selvatica, strettamente connessa alla criticità dei siti nei quali gli interventi di prevenzione si sono resi necessari, vengono rapportati alla singola Unità di gestione territoriale. Per quanto attiene la rilevazione dei danni oggetto di risarcimento, viene evidenziata la localizzazione sulle UTG interessate. Appare chiaro come l’organizzazione dei dati in base alla parcellizzazione del territorio dell’ATC consenta di riferire le informazioni su una scala geografica più dettagliata, permettendo in chiave gestionale una programmazione più mirata degli interventi con ottimizzazione delle risorse disponibili. 11 FIG. 4 – Numero degli interventi di prevenzione e localizzazione dei danni risarciti sulla base della parcellizzazione territoriale dell’ATC RE1 12 1.5. PRELIEVO VENATORIO ED ORGANIZZAZIONE DEL PERSONALE VOLONTARIO Di seguito vengono riportati i dati riferiti alla stagione venatoria 2012-2013 e ottenuti dal sito della Regione. Per quanto riguarda i prelievi effettuati nella stagione recentemente conclusasi, si fornisce una rendicontazione parziale riferita unicamente alla selvaggina stanziale, ottenuta grazie alla raccolta delle schede predisposte e distribuite dall’ATC, in attesa di ricevere dalla Regione la documentazione completa che sarà oggetto di trattazione in sede di redazione del Programma annuale degli interventi 2015. Nella stagione venatoria considerata, sono pervenute all’ATC 474 schede, alle quali corrispondono 6.036 giornate di caccia, per una media di 12,7 giornate per cacciatore. In tabella 6 sono riepilogati i dati relativi alla fauna stanziale, alle specie in deroga e all’avifauna migratoria per la stagione 2012-2013, mentre la tabella 7 riporta i carnieri, riferiti unicamente alle specie di selvaggina stanziale, registrati dallo stesso ATC per la stagione 2013-2014. Specie Capi prelevati Lepre 1.511 Fagiano 1.646 Starna Pernice rossa 2 Volpe 14 Coniglio selvatico 69 Storno* 25 Taccola* Cormorano* Tortora dal collare orientale* Allodola 44 Alzavola 38 Beccaccia 19 Beccaccino 33 Canapiglia 4 Cesena Codone Colombaccio 29 Cornacchia grigia 45 Fischione 3 Folaga Frullino 5 Gallinella d’acqua 7 Gazza 2 Germano reale 316 Ghiandaia 14 Marzaiola Merlo Mestolone 12 Moretta Moriglione 13 Pavoncella Porciglione Quaglia Tordo bottaccio Tordo sassello Tortora 33 1 33 6 3 TAB. 7 – Carnieri realizzati nella s.v. 2012-2013 nell’ATC RE1. *Specie in deroga. Specie Lepre Fagiano Starna Pernice rossa Volpe Capi prelevati 1.161 1.537 0 0 7 TAB. 8 – Carnieri, riferiti alla sola fauna stanziale, realizzati nella s.v. 2013-2014 nell’ATC RE1. Nella Stagione venatoria 2013/2014 la capienza dell’ATC RE1 avrebbe consentito l’iscrizione di 598 cacciatori; tuttavia causa una rinuncia, gli iscritti reali sono stati 597. La quota annuale di iscrizione è stata fissata in € 195,00. Hanno potuto godere della quota ridotta, pari a € 135,00, i cacciatori di età superiore a 75 anni, i cacciatori al primo anno di licenza e i cacciatori con all’attivo perlomeno sei prestazioni, intese come partecipazioni alle catture di lepri e/o gestione delle trappole di cattura fagiani. Per coloro che vogliono fruire, per l’addestramento e l’allenamento dei cani, delle due zone dedicate all’attività cinofila, gestite direttamente dall’ATC (CAC Ponte Alto e ZAC Malaspina), ai costi di iscrizione devono essere sommate 40 € di quota annuale per il CAC e/o 40 € di quota annuale per la ZAC. Entrambi gli Istituti godono di apposito regolamento di accesso e gestione. L’ATC RE1 può contare su un significativo apporto del volontariato, come dimostrano le oltre 5.300 prestazioni fornite dagli iscritti nel 2013 (Tabella 8). A fronte dell’impegno profuso, il Direttivo, in particolare per le attività più onerose, ha previsto una serie di incentivi, per garantire la continuità nella partecipazione alle attività gestionali. La tabella seguente riepiloga quanto relativo all’anno 2013. Descrizione Cattura lepri Cattura fagiani Gestione ufficio ATC Tabellamento Rilevamento danni Prevenzione danni Piani di controllo Manutenzione attrezzature Manutenzione materiale catture Vigilanza Gestione ZAC Gestione ZRC TOTALE N. prestazioni 1.537 566 250 0 0 49 2.235 4 53 148 5 454 5.301 Incentivo previsto Riduzione quota iscrizione ATC Riduzione quota iscrizione ATC Contributo rimborso spese Contributo rimborso spese Contributo rimborso spese Contributo rimborso spese Contributo rimborso spese Contributo rimborso spese Contributo rimborso spese Contributo rimborso spese Contributo rimborso spese Contributo rimborso spese TAB. 9 – Prestazioni volontarie svolte dagli iscritti all’ATC RE1 nell’anno 2013. 14 Rispetto al 2012, nell’annualità appena conclusa si è assistito ad un leggero decremento del numero di prestazioni (circa 200 in meno rispetto al 2012), ed in particolare ad un minor coinvolgimento del personale volontario nelle operazioni di cattura di lepre e fagiano e nell’attività di prevenzione dei danni, a fronte di una sostanziale stabilizzazione del numero di interventi di controllo delle specie impattanti, e di un aumento nell’attività di vigilanza. 15 1.6. CONTROLLO DELLE SPECIE SELVATICHE Questo capitolo è articolato in due parti, la prima riguardante la trattazione del piano annuale di monitoraggio di volpe e specie preda e la rendicontazione dei carnieri realizzati, fino all’anno passato oggetto di un documento specifico allegato al Programma annuale degli interventi. Nella seconda sezione vengono trattate le altre specie oggetto di controllo numerico. Si ricorda come, anche per la stagione 2013-2014, per consentire una migliore efficienza del sistema di raccolta dati, la Provincia ha fornito agli operatori un mezzo informatico (Database Access 2000) utile all’archiviazione degli interventi effettuati. 1.6.1 VOLPE Di seguito viene fornita la rendicontazione dell’attività svolta nell’ambito del piano annuale di monitoraggio di volpe (Vulpes vulpes) e delle principali specie preda (lepre comune, Lepus europaeus e fagiano, Phasianus colchicus) nell’Ambito Territoriale di Caccia RE1 – Pianura Ovest per la stagione 2013/2014; sono forniti inoltre i carnieri realizzati con il piano di controllo previsto dall’art. 19 della Legge 157/92 e ripreso dall’art. 16 della L.R. 8/94. Per quel che riguarda il monitoraggio, come ormai prassi dal 2003 e previsto dalla normativa vigente, si è operato realizzando stime della consistenza tramite conteggio relativo mediante indici: i cosiddetti Indici Kilometrici di Abbondanza (IKA), realizzati in periodo autunnale. Per attuare il piano di controllo, invece, si è proceduto seguendo le metodologie e tempistiche previste da Delibera n. 120 del 27/04/2010 della provincia di Reggio Emilia. L’ambito di applicazione sia dell’attività di censimento che dell’attività di controllo è individuato nelle zone maggiormente sensibili alla presenza del predatore, vale a dire: Zone di Ripopolamento e Cattura (ZRC), aree di rispetto (cosiddette ZTF) istituite dall’ATC, le Ordinanze Sindacali ed entro una fascia o “buffer” di 500 m dai suddetti istituti; interventi oltre tale fascia, e comunque a distanza non superiore a 1 Km, devono essere concordati con la Provincia (Delibera n. 120 del 27/04/2010). Come avvenuto anche in precedenza, si è proceduto ritenendo superfluo operare nelle zone di buffer per le attività di censimento, mentre si è intervenuto attivamente in queste fasce perimetrali degli istituti per quel che riguarda il piano di controllo. Questa relazione rappresenta anche un continuo della serie storica di dati relativi le specie oggetto d’esame, acquisiti a partire dal 2003. Questa documentazione consente perciò di ottenere una indicazione di massima circa la consistenza e l’andamento demografico del predatore e delle principali specie preda e, soprattutto, in merito al successo del piano di controllo ripetuto annualmente. 16 METODI D’INDAGINE Monitoraggio e Piano di Controllo Come da prassi ormai consolidata, al fine di ottenere una stima della consistenza delle popolazioni di volpe, lepre e fagiano si è fatto ricorso ai conteggi relativi mediate indici. Nello specifico si tratta di IKA che forniscono indicazioni in merito al numero di animali avvistati per km di percorso. Per ottenere un dato più veritiero per tutte le specie in esame, tenuto conto dei loro ritmi di attività, i vari percorsi sono stati effettuati con ripetizioni diurne e notturne, nel periodo tardo autunnale. Tutto questo in accordo con quanto stabilito dalla Delibera provinciale n. 120 del 27/04/2010. I parametri per la definizione dei transetti sono rimasti invariati nel corso degli anni per permettere di ottenere, oltre alla fedeltà del dato restituito dal censimento, anche la comparabilità dei risultati nei diversi anni. La lunghezza dei transetti da percorrere è stata definita in modo che per ogni 50 ettari di superficie da censire fosse realizzato almeno 1 km di percorso. La distribuzione sui territori di riferimento dei transetti è stata stabilita, invece, tenendo conto della necessità che i percorsi attraversino esclusivamente zone rurali (evitando le aree urbanizzate) e che siano ridotti al minimo i rischi di doppi conteggi (evitando percorsi ad 8 o mantenendo una distanza minima fra transetti di circa 100 m). Così definiti i transetti (realizzati tramite l’uso di software GIS) sono stati percorsi da almeno due operatori a bordo di automezzo con una ripetizione diurna e, mediante l’ausilio di un faro direzionale, con una ripetizione notturna, il tutto in ottimali condizioni meteorologiche, ovvero di visibilità. Gli operatori erano forniti di apposita scheda per la raccolta dati e specifiche mappe (derivanti dalla CTR, 1:10.000) che evidenziano i vari Istituti e i relativi transetti (con indicato il senso di percorrenza). Un quadro riassuntivo delle aree censite è fornito di seguito, in Tabella 9. Vincolo ORD ORD ORD ORD ORD ORD ORD ZRC ZRC ZRC ZRC ZRC ZRC ZTF ZTF ZTF ZTF ZTF ZTF ZTF Denominazione CAMPEGINE CASTELNOVO SOTTO GATTATICO GUALTIERI POVIGLIO POVIGLIOc REGGIO EMILIA BARIGAZZO COGRUZZO NOCETOLO PONTE ALTO S.CROCE S.MARTINO CASETTO FONTANESE GODEZZA GUALTIROLO MALASPINA MOLINARA PAULLI SASP 292,19 468,32 281,67 60,07 369,21 63,72 490,98 816,69 633,28 754,99 684,19 479,66 218,98 105,56 96,65 72,32 140,43 144,33 127,73 113,28 123,11 17 Transetto Km 3,5 7,6 5,2 1,5 6,5 1,5 2,4 10,4 9,3 10,5 10,7 9,7 3,1 1,6 2,1 2,1 2,1 3,9 3,3 2,5 Indice Copertura* 84,45 61,62 54,06 40,05 56,71 42,20 202,88 78,68 68,09 71,84 63,65 49,45 69,52 64,37 45,59 33,64 54,86 37,20 38,71 45,49 ZTF ZTF ZTF SCUTELLARA LENTIGIONE ENZOLA 123,11 65,32 86,37 2,4 1,2 1,8 51,94 54,89 47,98 TAB. 9 - Istituti sottoposti a censimento con relativi transetti (*: Indice di Copertura= superficie dei singoli ambiti/estensione lineare dei transetti). Per quel che riguarda l’attività di controllo per la stagione 2013/2014 le indicazioni di massima di prelievo relativamente alla volpe, indicate dalla normativa di riferimento, erano di 450 capi abbattibili per il Comprensorio 1 (comprendente gli ATC RE1 e RE2). Le modalità, le tempistiche, gli istituti di attuazione e il personale idoneo ad effettuare gli interventi sono stati svolti in ottemperanza a quanto previsto dalla Delibera n. 120/10 della provincia di Reggio Emilia. Per la stagione 2013/14 si è fatto ricorso all’intervento in tana con l’ausilio di cani specializzati e allo sparo da punto privilegiato; il periodo di riferimento è quello previsto dalla succitata Delibera, vale a dire dal 01/02 al 30/06 per l’intervento in tana e tutto l'anno tranne dal 01/02 al 30/04 per quel che riguarda lo sparo da punto privilegiato. Gestione Dati Una volta effettuate sia le indagini finalizzate al piano di monitoraggio di volpe e specie preda (diurni e notturni) che gli interventi del piano di controllo del predatore, i dati ottenuti sono stati inseriti in un database (Microsoft Office Access 2000), contenente anche tutta la serie storica delle informazioni rilevate (dal 2003 ad oggi). Al fine di ottenere una stima circa l’abbondanza di volpe e specie preda si è proceduto effettuando il calcolo dell’IKA (numero di animali osservati riferiti ai km percorsi) usando come riferimento della lunghezza dei transetti unicamente quei tratti nei quali le condizioni di visibilità sono ottimali. Per effettuare delle considerazioni circa il piano di monitoraggio si è proseguito, come negli altri anni, a calcolare un indice che mostrasse il rapporto costi/benefici effettivamente necessario per realizzare il piano, vale a dire l’efficienza (che equivale alla resa, vale a dire il numero di capi abbattuti, divisa per lo sforzo che rappresenta le giornate impiegate da ogni operatore). Con questo indice diviene possibile confrontare le capacità dei diversi metodi usati per il piano di controllo nel corso degli anni. 18 RISULTATI Nella seguente sezione sono riportati i risultati ottenuti dallo svolgimento sia dell’attività di monitoraggio che del piano di controllo, per la stagione 2013/2014. Entrambe le operazioni sono state condotte da personale qualificato, secondo quanto previsto dalla normativa attualmente in vigore. Monitoraggio Nell’autunno 2013 è stato possibile indagare i transetti previsti con condizioni di visibilità ottimali in diciotto Istituti. Per problemi di natura logistica in tre ambiti, in tre Ordinanze ed una ZRC, non è stato possibile effettuare le attività di monitoraggio previste. I risultati dell’attività di censimento, suddivisi per Istituto e per specie considerata, sono riportati in Tabella 10. Vincolo ORD ORD ORD ZRC ZRC ZRC ZRC ZRC ZTF ZTF ZTF ZTF ZTF ZTF ZTF ZTF ZTF ZTF Denominazione GATTATICO GUALTIERI POVIGLIO BARIGAZZO COGRUZZO NOCETOLO PONTE ALTO S.MARTINO CASETTO FONTANESE GODEZZA GUALTIROLO LENTIGIONE MALASPINA MOLINARA PAULLI SCUTELLARA ENZOLA Volpe Censiti IKA 1 0,19 0 0,00 2 0,31 0 0,00 0 0,00 1 0,10 1 0,09 1 0,32 0 0,00 1 0,47 1 0,47 1 0,48 0 0,00 1 0,26 1 0,30 1 0,40 1 0,42 1 0,56 Lepre Censiti IKA 4 0,77 2 1,33 10 1,54 78 7,51 53 5,70 19 1,81 23 2,14 12 3,81 3 1,83 8 3,77 0 0,00 2 0,95 5 4,17 1 0,26 21 6,36 3 1,20 5 2,08 2 1,12 Fagiano Censiti IKA 0 0,00 0 0,00 15 2,30 11 1,06 0 0,00 0 0,00 50 4,65 0 0,00 3 1,83 1 0,47 2 0,93 0 0,00 4 3,33 4 1,03 15 4,55 0 0,00 4 1,67 0 0,00 TAB. 10 - Consuntivo dell’attività di censimento nei diversi Istituti indagati per le specie in esame. Al fine di estrarre una visualizzazione più diretta dell’andamento demografico di volpe e specie preda negli Istituti esaminati, i dati ottenuti dai censimenti sono stati elaborati ottenendo le restituzioni grafiche di seguito riportate (Figure 5, 6 e 7). 19 FIG. 5 - Valori di IKA ottenuti per la volpe nei diversi Istituti indagati. FIG. 6 - Valori di IKA ottenuti per la lepre nei diversi Istituti indagati. FIG. 7 - Valori di IKA ottenuti per il fagiano nei diversi Istituti indagati. 20 Come emerge dai dati riportati, la situazione della volpe negli Istituti di interesse si mantiene su valori accettabili, tenuto anche conto delle abitudini della specie. Su un totale di 18 Istituti indagati cinque hanno restituito valori di IKA nulli, in dodici la specie è stata contattata almeno una volta (nell’Ordinanza Gattatico, nelle ZRC Ponte Alto, Nocetolo e San Martino e nelle ZTF Fontanese, Godezza, Gualtirolo, Malaspina, Molinara, Paulli, Scutellara ed Enzola), e nella sola Ordinanza Poviglio si sono avuti due contatti. Il valore massimo di IKA per la specie si è ottenuto nella ZTF Enzola (1,78 capi/Km). Per quel che riguarda la lepre la situazione si conferma decisamente discontinua: si va, infatti, dal valore nullo registrato per la ZTF Godezza, al valore minimo di IKA di 0,26 capi/Km relativo alla ZTF Malaspina, a quello massimo di 7,51 capi/Km (nella ZRC Barigazzo) con 1 e 78 capi rispettivamente avvistati (il numero totale di lepri censite è nettamente inferiore rispetto a quanto registrato nel 2012, Figura 9). Il dati ottenuti per il fagiano, invece, riportano valori nulli in otto casi. Nei restanti ambiti i valori di IKA assumono valori compresi fra gli 0,47 capi/Km della ZTF Fontanese (1 capo censito) e i 4,65 capi/Km della ZRC Ponte Alto (50 capi osservati). Il numero totale di fagiani avvistati risulta in deciso calo rispetto alla stagione precedente (Figura 9). Dall’analisi dei dati negli anni appare come spesso i valori di densità delle specie preda presentino una relazione di tipo inversa con la densità del predatore (vale a dire ad un aumento del numero delle volpi corrisponde una diminuzione di lepre e fagiano); nonostante questa evidenza diviene necessario sottolineare come la presenza e consistenza delle specie di interesse venatorio sia in larga misura legata con una proporzionalità diretta alla produttività ed inversa al disturbo delle aree in esame. Volendo confrontare, per l’annualità 2013, le densità a seconda dei tipi di Istituti considerati, emerge come, dal confronto dei valori di IKA, le ZRC siano le aree maggiormente frequentate dalla lepre, con valori di IKA nelle ZRC pari a 4,20 capi/Km, mentre il fagiano presenti le maggiori frequenze di contatto nelle ZTF (1,43 capi/Km), come anche la volpe, In linea con quanto avvenuto nelle stagioni venatorie precedenti (con un valore di IKA uguale a 0,35 individui/Km). Le Ordinanze risultano gli Istituti che presentano le minori frequenze sia per sia per il fagiano (IKA pari a 1,13 capi/Km), sia per la lepre (IKA pari a 1,21 capi/Km), mentre il predatore sembra frequentare con minore assiduità le ZRC, dove si ottiene il valore di IKA più basso (0,07 capi/Km). La restituzione grafica è riportata di seguito, dove si evidenzia come l’andamento antitetico del predatore rispetto alle specie preda risulta per l’anno in esame meno marcato rispetto agli anni precedenti. 21 FIG. 8 - Consuntivo dei valori di IKA per le tre specie considerate nelle diverse tipologie di Istituto. Nel grafico è evidente come dove il predatore insiste in minor quantità (ZRC), la lepre risponde con le densità più elevate, mentre lo stesso non si può affermare per il fagiano. A questo punto diviene importante collocare i dati ottenuti in un quadro di lungo periodo. Di seguito viene riportato perciò l’aggiornamento al 2013 della serie storica dei dati raccolti per le specie in esame, a partire dal 2003. 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Volpe Consistenza 6 13 11 9 21 14 19 30 28 23 14 IKA 0,06 0,13 0,11 0,9 0,20 0,15 0,18 0,31 0,30 0,22 0,17 Lepre Consistenza IKA 703 7,57 728 7,28 645 6,36 926 9,00 868 8,44 942 9,77 883 8,47 1014 10,44 694 7,38 502 4,85 251 3,12 Fagiano Consistenza 218 185 158 211 280 373 390 136 284 416 109 IKA 2,35 1,85 1,54 2,05 2,72 3,87 3,74 1,40 3,02 4,02 1,36 Tab. 11 - Serie storica dei valori di consistenza e IKA totali negli Istituti dell’ATC RE1. Come si può notare da un primo esame dei dati riportati in tabella emerge come se volpe e lepre presentano negli ultimi quattro anni un trend decisamente negativo, per il fagiano risulta difficile estrapolare indicazioni circa il reale andamento demografico della popolazione. Per riuscire ad ottenere un quadro più chiaro di quello che è l’andamento delle tre specie, si forniscono i grafici della Figura 9 nei quali sono riportate (in nero) anche le linee di tendenza dei dati rilevati, vale a dire l’andamento complessivo dei nuclei di volpe e specie preda negli anni indagati. 22 Valutando la situazione sul lungo periodo la prima evidenza riscontrabile è che, malgrado il calo registrato negli ultime tre annate e le significative fluttuazioni annuali, il trend demografico del predatore si conferma positivo. Riguardo alle specie preda, la lepre, che fino all’anno passato aveva conservato un andamento positivo, quest’anno registra un’inversione della tendenza, a confermare la situazione di forte criticità già trattata nel paragrafo 2.1. Il fagiano, malgrado marcate oscillazioni annuali ed il dato fortemente negativo relativo all’annualità appena conclusa, continua a presentare un trend stabile sul lungo periodo. Interessante sottolineare come tutte e tre le specie indagate mostrano nel 2013 un calo deciso rispetto al 2012, pari al 22% per la volpe, al 35% per la lepre ed al 66% per il fagiano, e sia per le prede che per il predatore detto calo è localizzato principalmente nelle ZRC (Tabella 12). 23 FIG. 9 - Serie storica dei valori di IKA totali negli Istituti indagati dal 2003 ad oggi. In nero è riportata la linea di tendenza. La serie storica, invece, che mostra la ripartizione degli animali avvistati nei diversi ambiti di gestione per ogni anno indagato, è riportata in Tabella 12. 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 ORD 0,00 0,23 0,07 0,04 0,21 0,17 0,21 0,26 0,19 0,15 0,23 IKA Volpe ZRC 0,04 0,08 0,10 0,13 0,17 0,07 0,15 0,28 0,24 0,19 0,07 ZTF 0,25 0,14 0,18 0,04 0,27 0,31 0,22 0,45 0,57 0,39 0,35 ORD 1,33 1,74 3,86 4,25 4,11 3,10 2,20 2,88 2,64 1,95 1,21 IKA Lepre ZRC 11,05 11,62 8,57 14,05 12,56 14,95 13,98 16,11 10,52 7,54 4,29 ZTF 7,38 3,39 4,32 3,15 4,23 4,32 3,14 4,06 3,80 1,95 2,17 ORD 0,96 0,81 1,06 1,28 1,38 1,59 1,31 0,43 1,20 0,82 1,13 IKA Fagiano ZRC 1,60 0,87 0,63 0,09 2,47 5,42 5,96 2,05 4,30 6,70 1,38 ZTF 3,47 2,77 2,18 3,30 3,55 2,31 1,48 0,79 1,44 1,47 1,43 TAB. 12 - Serie storica della ripartizione dei capi avvistati nelle diverse tipologie di Istituto. Dal 2003 ad oggi, mentre la lepre è sempre stata maggiormente contattata nelle ZRC, per il fagiano è possibile individuare una maggior fedeltà alle ZRC ed una minore frequentazione delle Ordinanze, mentre per la volpe nelle ultime sei stagioni si è registrata una maggiore contattabilità nelle ZTF. 24 Piano di Controllo L’attività di controllo per la stagione 2013/2014 è stata incentrata sugli interventi in tana e con sparo da punto privilegiato. L’altra metodologia prevista dalla normativa di riferimento (trappolaggio con cassetta auto-scattante) non è stata usata. Gli ambiti nei quali sono stati effettuati gli interventi rientrano nelle indicazioni fornite dalla Delibera n. 120 del 27/04/2010. Nell’ATC RE1 nella stagione 2013/2014 sono stati complessivamente abbattuti 97 capi di volpe in 246 uscite, di cui 54 uscite di intervento in tana e 192 da punto privilegiato, con un decremento rispetto a quanto registrato nel 2012, quando le uscite totali erano state 314. Come effetto, il numero di capi abbattuti nel 2013 (97) risulta leggermente inferiore al carniere complessivo riferito all’anno precedente (quando erano stati prelevati 116 individui). Il totale delle volpi prelevate è suddiviso in 42 maschi e 55 femmine, con una sex ratio spostata quindi a favore della compagine femminile (1:1,3). Indicazioni di massima circa la composizione del carniere sono così ripartite: • Maschi adulti: 9; • Maschi giovani: 33; • Femmine adulte: 21; • Femmine giovani: 34. Analizzando in dettaglio la composizione del carniere, si nota come la compagine giovanile rappresenti la porzione predominante (pari al 69%) sia per gli interventi in tana (su un totale di 71 capi abbattuti), sia per gli interventi con sparo (su un totale di 26 capi prelevati). Riguardo alla sex ratio, invece, si rilevano differenze: se nel corso degli interventi in tana è stata abbattuta una quota di femmine decisamente superiore a quella di maschi (41 maschi e 30 femmine, sex ratio 1:1,4), con lo sparo da punto privilegiato risulta un prelievo più equamente diviso tra compagine maschile e femminile (12 maschi e 14 femmine, sex ratio 1:1,2). Volendo fare alcune valutazioni in merito agli aspetti demografici del carniere realizzato, diviene necessario effettuare un raffronto con i dati ottenuti fino ad ora. Di seguito sono fornite le restituzioni grafiche dell’andamento, dal 2003 ad oggi, della composizione del carniere sia in merito alle classi d’età individuate (giovani e adulti) che riguardo alla ripartizione dei sessi delle volpi abbattute (Figure 10 e 11, dalle quali è possibile estrapolare sia i valori percentuali che effettivi). Si può notare come in tutti gli anni di intervento la componente giovanile sia la maggiormente rappresentata. 25 FIG. 10 - Serie storica delle classi di età dei carnieri realizzati. La sex ratio, pur subendo fisiologiche fluttuazioni, è sempre stata spostata in favore delle femmine (che hanno rappresentato in media il 60% circa della composizione del carniere per tutto il periodo di studio). FIG.11 - Serie storica della sex ratio dei carnieri realizzati. Passando a valutare l’impegno profuso nell’anno 2013, per quanto riguarda l’intervento in tana sono state effettuate 53 uscite, uno sforzo pari a 297 giornate-operatore (abbattendo 71 volpi), mentre si è fatto ricorso allo sparo da punto privilegiato in 192 uscite con uno sforzo di 192 giornate-operatore (per un prelievo di 26 capi). 26 Da ciò si ricava come l’efficienza degli interventi realizzati sia pari allo 0,24 per l’intervento in tana e allo 0,014 per l’intervento da punto fisso. L’intervento in tana, pertanto, si dimostra non solo più efficace (71 capi prelevati durante gli interventi in tana contro i 26 abbattuti con lo sparo da punto vantaggioso), ma anche più efficiente dell’intervento con sparo. Nel grafico 12 viene rappresentato il confronto tra le due metodiche impiegate in termini di sforzo profuso (numero di uscite e di giornate/operatore) e risultati ottenuti (numero di effettivi prelevati). FIG. 12 - Confronto tra le metodiche dell’intervento in tana e dello sparo da punto privilegiato per l’anno 2013. Un quadro riassuntivo di quella che è l’attività di controllo per entrambe le metodiche utilizzate è fornito nella Figura 13, dove è riportata anche la tendenza del dato relativo ai capi abbattuti. Analizzando il grafico relativo all’intervento in tana, si nota come l’annata appena conclusa sia stata caratterizzata da un calo sia del numero di capi abbattuti con questa metodica, sia dell’efficienza (più che dimezzata rispetto all’anno precedente). In una visione di lungo periodo, il numero effettivo dei capi abbattuti dal 2007 ad oggi, malgrado la flessione registrata nel 2010 e nell’ultimo anno, appare in crescita, come testimonia l’andamento della linea di tendenza, mentre l’efficienza degli interventi realizzati mostra un andamento altalenante, pur mantenendosi sempre su valori elevati, a riprova del ruolo cruciale svolto dall’esperienza e dalla conoscenza del territorio da parte degli operatori nel successo di interventi di questo tipo. Riguardo agli interventi con sparo da punto vantaggioso, pur restando difficoltoso effettuare delle valutazioni vista la mancata continuità nell’impiego di questa tecnica negli anni, il grafico mostra come per il 2013 ad una stabilizzazione del numero di effettivi prelevati, inserito in una tendenza sul lungo periodo positiva, corrisponda un assestamento dell’efficienza su valori superiori all’anno passato, seppur ancora bassi. 27 TANA - Consuntivo prelievi 120 0.8 0.7 100 0.5 60 0.4 0.3 40 Efficienza Capi abbattuti 0.6 80 0.2 20 0.1 0 0 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Anno CAPI EFFICIENZA Lineare (CAPI) SPARO - Consuntivo prelievi 40 0.4 35 0.35 0.3 0.25 25 0.2 20 0.15 15 0.1 Efficienza Capi abbattuti 30 0.05 10 0 5 -0.05 0 -0.1 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Anno CAPI EFFICIENZA Lineare (CAPI) FIG. 13 - Serie storica dei prelievi realizzati e dell’efficacia degli interventi in tana e di sparo da punto privilegiato. In nero è riportato l’andamento dei capi abbattuti di volpe negli anni. 28 CONCLUSIONI La situazione della volpe nella stagione 2013/2014, da una prima analisi dei risultati derivanti dall’attività di monitoraggio, presenta un calo dei capi censiti rispetto il 2012; si passa, infatti, dai 23 animali contattati la scorsa stagione ai 14 avvistati durante i censimenti del 2013. Analizzando il valore di IKA, che passa dai 0,22 animali per Km del 2012 ai 0,17 attuali, si può ipotizzare che nell’annata appena conclusa si sia ridotta la frequentazione del predatore delle aree oggetto del monitoraggio, pur considerando che nel 2013 sono stati censiti un numero minori di istituti rispetto all’anno precedente. Queste considerazioni devono d’altronde tener conto del comportamento elusivo e del basso grado di contattabilità che contraddistinguono la volpe, influenzando significativamente la variabilità anno per anno dei risultati del monitoraggio. Dai dati conseguiti dai censimenti, appare inoltre come a fronte del calo del predatore si assista ad un parallelo significativo calo della consistenza sia della lepre (-36%) sia del fagiano (-66%), con un assestamento per entrambe le specie sul valore di IKA più basso mai registrato dal 2003 ad oggi. Questa osservazione trova giustificazione nel fatto che le dinamiche demografiche delle specie preda non siano influenzate unicamente dalla densità del predatore, ma da altre variabili (produttività, fonti di disturbo, ecc.) che caratterizzano le aree oggetto del monitoraggio. Va d’altronde sottolineato come la distribuzione delle specie fornisca indicazioni importanti sul rapporto tra predatore e prede: dove il carnivoro è maggiormente presente ad esempio la lepre mostra densità contenute mentre, viceversa, raggiunge le densità più elevate dove la densità della volpe è minima. Lo stesso non può affermarsi per il fagiano, la cui distribuzione negli ambiti di protezione non sembra direttamente influenzata da quella del canide. Inoltre, analizzando l’andamento demografico delle specie oggetto di monitoraggio nel lungo periodo, se la volpe mostra negli anni un trend positivo, malgrado il calo registrato negli ultimi anni, la tendenza per la lepre è negativo, stabile per il fagiano. Queste considerazioni, se da una parte confermerebbero l’effettiva validità del piano di controllo per quanto attiene gli effetti su lepre e fagiano, con un’efficienza che rivela una tendenza positiva nel corso degli anni, dall’altra dimostra come le dinamiche demografiche delle specie preda non siano influenzate unicamente dalla densità del predatore, ma da altri fattori che annualmente possono impattare anche significativamente la demografia delle popolazioni, ne è un esempio il calo delle densità della lepre che inevitabilmente ha influenzato anche i risultati di questo monitoraggio, ma che non sembra sia imputabile all’azione predatoria svolta dalla volpe. Anche per questi motivi, rimane estremamente difficile e fuorviante cercare di fornire una spiegazione univoca circa la situazione attuale, nonché sull’evolversi dei nuclei delle specie d’interesse presenti nell’area oggetto d’indagine. Come già affermato, le variabili che vanno ad influire sugli equilibri del sistema sono molteplici ed estremamente diversificate, e non sono state sempre prese in considerazione nell’analisi e nella discussione dei dati acquisiti. Si riconferma un apparente ringiovanimento della popolazione volpina che porta a supporre una non auspicata destrutturazione sociale dei nuclei presenti. Per quel che riguarda la metodologia di esecuzione del piano di controllo, l’intervento in tana continua a confermarsi più fruttuoso dell’intervento da punto privilegiato, sia in termini assoluti (maggiore efficacia) che di rapporto costi/benefici (maggiore efficienza). 29 1.6.2 ALTRE SPECIE Analizzando la serie storica dei dati a partire dall’anno 2001, risulta evidente il fatto che nel corso dell’anno 2013 l’impegno profuso dai coadiutori coordinati dall’ATC, dopo la flessione registrata nel 2010, continua a mantenersi elevato, rimanendo sostanzialmente in linea con il 2012 (scarto dell’8%), e registrando un incremento medio annuo superiore al 13% se si considera l’intero periodo, ed un aumenti pari a più del doppio dal 2001 ad oggi (Figura 14). FIG. 14 – Prestazioni svolte dai coadiutori coordinati dall’ATC RE1 negli anni 2001-2013. In tabella 14 sono riepilogati i dati del controllo relativi all’anno 2013. Si nota come le attività si siano concentrate in particolare sul piccione di città, sulla tortora dal collare orientale e sulla nutria. Preme evidenziare come nei confronti di queste specie l’ATC non abbia alcuna competenza circa il risarcimento danni e come perciò l’attività svolta dal personale volontario in forza all’Ambito, possa configurarsi a buon titolo di utilità sociale. Rispetto al 2012, a fronte di una riduzione del numero di interventi, si osserva un aumento del numero totale di capi abbattuti, dovuto principalmente all’aumento marcato del prelievo a carico di Piccione di città (+57%) e della Tortora dal collare orientale (+138%). Appare ridimensionato invece il numero di capi prelevati a carico di Nutria, Cornacchia grigia, Gazza e Storno. Specie Nutria Cornacchia grigia Gazza Storno Ghiandaia Tortora dal collare Capi abbattuti 1.097 250 343 66 33 1.370 30 Piccione TOTALE 5.246 8.507 TAB. 14 – Abbattimenti in controllo effettuati nell’ATC RE1 nell’anno 2013. L’importanza relativa rivestita dalle diverse specie oggetto di piani di limitazione numerica risulta apprezzabile in Figura 15, ove sono riportati i dati raccolti nel periodo 2001-2013. Dal grafico si notano tendenze diverse negli abbattimenti realizzati: − dopo il calo nel numero di prelievi registrato nel 2010, l’incremento registrato nel 2011 (pari a circa il 34%) ed un nuovo calo nel 2012, nel 2013 il numero di abbattimenti presenta un aumento del 37% circa, conseguenza principalmente dell’aumento di prelievi a carico di Piccione di città e Tortora dal collare orientale; − la Cornacchia grigia fa registrare fluttuazioni, registra per l’annualità appena conclusa un calo (-40%), e complessivamente occupa un ruolo secondario nelle attività di controllo, complice probabilmente l’efficacia dei metodi di prevenzione dei danni alle coltivazioni; − la gazza, se negli ultimi anni aveva fatto registrare un aumento dei capi prelevati, segna nel 2013 una battuta d’arresto (-31%); − lo storno a fronte di un iniziale intensa attività di prelievo (anni 2001 e 2002), pare svolgere un ruolo di secondo piano nell’attività di controllo, complice la possibilità di agire su questo Passeriforme tramite la caccia in deroga; − la volpe è oggetto di limitati abbattimenti (cfr. trattazione specifica nel paragrafo 1.6.1); − la ghiandaia al presente risulta la specie meno abbattuta tra quelle oggetto di controllo numerico, pur essendo nel 2013 gli abbattimenti a carico della specie raddoppiati rispetto al 2012; − la tortora dal collare orientale, se negli anni 2001-2009 non è stata oggetto di alcun abbattimento, dal 2010 è oggetto di controllo, e se già nel 2011 e 2012 aveva segnato un significativo incremento del numero degli abbattimenti, nell’annualità appena conclusa risulta la specie con il maggior incremento dei prelievi (+138%), con 1.370 capi abbattuti; − Il piccione di città dopo un inizio in “sordina” nell’anno 2007, in cui furono uccisi 92 capi, , nell’anno appena trascorso, come in quello precedente, risulta la specie con il numero maggiore di abbattimenti, e segna un aumento dei prelievi pari al 57%. 31 Nutria Cornacchia Gazza Storno Volpe Ghiandaia Tortora Piccione 6000 5000 4000 3000 2000 1000 0 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 FIG. 15 – Andamento dell’attività di controllo numerico nell’ATC RE1 (periodo 2001-2013). Riguardo alle metodiche utilizzate, per cornacchia grigia, gazza e nutria si è fatto ricorso sia allo sparo che al trappolaggio con cassette auto-scattanti. La verifica delle schede riepilogative annuali fornite da ciascun operatore permette di valutare come il prelievo con sparo sia stato il più fruttuoso in termini di numero di capi abbattuti per la nutria e la cornacchia (Fig. 16 e 18), mentre per la gazza l’impiego delle trappole sia risultato il più proficuo (Fig. 17). Cornacchia grigia 54.4% 45.6% Trappola Sparo FIG. 16 32 Gazza 23.9% Trappola 76.1% Sparo FIG. 17 Nutria 9.8% Trappola 90.2% Sparo FIG. 18 Nelle Figure che seguono (Fig. 19-25) viene rappresentata l’entità dei prelievi a carico delle specie oggetto di controllo su scala comunale. Senza alcun dubbio, la possibilità di raccogliere gli stessi dati riferiti non al Comune ma alla singola UTG sito delle attività di controllo, permetterebbe di inserire le informazioni nel database già allestito per la georeferenziazione dei siti di danneggiamento e delle opere di prevenzione (cfr. cap. 1.4) e compiere analisi ed interrogazioni utili a concentrare gli interventi di controllo numerico delle specie responsabili di danni nelle aree più suscettibili. Da un primo esame, emerge come nel Comune di Castelnuovo di Sotto, che con 2.103 capi totali prelevati, è anche il comune con il più alto numero di abbattimenti, gli sforzi degli operatori si siano concentrati sul prelievo a carico del Piccione di città, con 1.787 capi abbattuti. Nel comune di Campegine si concentra il maggior numero di abbattimenti a carico della nutria (363 capi prelevati), nel comune di Reggio Emilia quelli a carico della Tortora, con 854 capi prelevati, il 62% del totale degli abbattimenti a carico della specie nell’intero territorio dell’ATC. 33 FIG. 19 FIG. 20 FIG. 21 FIG. 22 34 FIG. 23 FIG. 24 FIG. 25 35 1.6.3 ORGANIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ DEI COADIUTORI Nel corso della stagione venatoria 2013-2014 l’ATC RE1 ha provveduto ad una riorganizzazione della gestione delle attività degli operatori coinvolti nel controllo delle specie oggetto di limitazione numerica o dissuasione, dotandosi di uno specifico Regolamento (Allegato E). Inoltre, allo scopo di migliorare ulteriormente il coordinamento dell’attività dei coadiutori ed ottimizzare le risorse (umane e di mezzi) disponibili sulla base di un’organizzazione razionale, il territorio dell’ATC RE1 nel 2013 è stato suddiviso in 2 Distretti di gestione (file: Distretti.shp). Per ciascun distretto, l’ATC ha individuato un referente responsabile, con funzioni di coordinamento, a cui i singoli coadiutori faranno riferimento per l’organizzazione, lo svolgimento e la rendicontazione delle attività di controllo. I Distretti di gestione, ad estensione intercomunale, sono descritti nella tabella che segue e rappresentati graficamente nella Figura 26. Denominazione Distretto 1 Comune Poviglio, Brescello, Boretto, Gualtieri Superficie (Ha) 12.259 Distretto 2 Reggio Emilia, Gattatico, Campegine, Sant’Ilario d’Enza, Castelnuovo Sotto 14.089 TAB. 16 – Distretti di gestione dell’attività dei coadiutori nei piani di controllo della fauna. 36 Fig. 26 Distretti di gestione dell’attività dei coadiutori nell’ATC RE1. 37 1.7. MONITORAGGIO SANITARIO DELLA SELVAGGINA CACCIATA Nel corso della stagione venatoria 2013-2014 è proseguita l’attività di monitoraggio sanitario sulla popolazione di lepri, sotto forma di sorveglianza passiva (che non prevede un campionamento attivo, ma la raccolta di segnalazioni e campioni biologici nel corso delle normali attività connesse alla gestione della specie). L’impegno, che ha visto il diretto coinvolgimento di Direttivo e iscritti, continua a rendersi utile ad approfondire lo stato di salute della popolazione del Lagomorfo e conferma il coinvolgimento dei cacciatori nel presidiare lo stato sanitario della fauna selvatica rivestendo un ruolo attivo nella segnalazione di eventuali anomalie e nel conferimento di campioni utili alle indagini diagnostiche. I cacciatori sono infatti stati sensibilizzati sull’opportunità di segnalare qualsiasi evento anomalo a carico di esemplari, sia in periodo venatorio, sia nel corso di altre attività connesse alla gestione dell’ATC, e raccogliere i campioni in buono stato di conservazione. Il ruolo della sorveglianza sanitaria passiva, ed in particolare la segnalazione tempestiva di eventi di mortalità a carico della specie, si rivela particolarmente importante proprio in situazioni come quella attuale, caratterizzate dalla constatazione di perdite ingenti di effettivi a fronte di una mancata individuazione della/delle cause alla base di tali perdite. Il conferimento di esemplari malati o morti ai laboratori dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale può rivelarsi decisivo nello svelare problematiche sanitarie in corso, e la probabilità che gli esami svolti siano utili è direttamente proporzionale al numero di campioni conferiti. Attualmente, le analisi previste dal piano di monitoraggio sanitario attivo su scala regionale non si sono rivelati utili a chiarire il fenomeno, evidenziando patologie comuni (coccidiosi, cisticercosi, polmoniti parassitarie) e certamente non in grado di avere un forte impatto negativo sulla demografia della popolazione ospite. L’ipotesi che le pratiche agricole in uso, intese come impiego di prodotti fitosanitari potenzialmente tossici per la specie, possano rivestire un ruolo nel calo delle presenze a cui si è assistito, deve ancora trovare riscontro, e presupporrebbe l’esecuzione di accertamenti diagnostici specifici. Riguardo alla parassitosi da Cysticercus tenuicollis, che tra il 2010 e il 2011 aveva registrato un aumento dell’incidenza rivelato proprio dai numerosi rinvenimenti nelle lepri abbattute, anche nel corso della stagione venatoria 2013/14 è stato chiesto di registrare i casi evidenti nei soggetti abbattuti. I casi segnalati sono stati in tutto 41, che se rapportati al numero totale di lepri prelevate (1.161), restituisce un dato di prevalenza della parassitosi sul territorio di competenza dell’ATC RE1 pari al 3,5%, dato che conferma un ormai netto ridimensionamento del fenomeno, già rilevato nelle due stagioni precedenti. 38 2. PARTE PROGRAMMATICA 2.1. ANALISI AMBIENTALE, ARTICOLAZIONE TERRITORIALE E CALCOLO DELLA CAPIENZA DELL’ATC L’ATC RE1, occupa una superficie pari a 26.348 ettari, 3.360 dei quali risultano essere Tessuto urbanizzato e perciò esclusi dall’attività di pianificazione faunistica. Ne consegue che la superficie agro-silvo-pastorale (SASP) dell’ATC risulta pari a 22.988 ettari. Le tipologie ambientali che compongono il territorio incluso entro il perimetro dell’ATC RE1 sono riportate in tabella 17. Tipo Ambientale Territori agricoli Aree urbane e rete viaria Fiumi, laghi, bacini Boschi ed aree seminaturali Zone umide Sviluppo percentuale 82.4% 12.9% 4.0% 0.5% 0.2% TAB. 17 – Composizione percentuale dell’ATC RE1 (dati desunti dalla carta regionale dell’uso del suolo). Complessivamente l’ATC si caratterizza per un elevato grado di antropizzazione e per una decisa vocazione agricola della componente agro-silvo-pastorale, essendo gli elementi fissi del paesaggio (boschi, siepi etc.) quasi assenti. Discreta risulta invece la presenza di spazi occupati dalle acque lentiche e lotiche, che rendono il territorio in questione vocato per le specie che compongono l’avifauna tipica delle zone umide. Gli Istituti faunistici che interessano il perimetro dell’ATC RE1 sono indicati in Tabella 18: Tipo Istituto Riserve naturali Oasi ZRC AFV* ZAC-CAC TOTALE SASP 37 409 3.428 2.026 128 6.028 TAB. 18 – Istituti territoriali inclusi entro il perimetro dell’ATC RE1.* Nel caso dell’AFV “Le Basse”, l’inclusione è parziale. Non si prevedono modifiche agli Istituti territoriali dell’ATC, pertanto se ne richiede il rinnovo per l’annualità in corso nel loro attuale assetto. La distribuzione sul territorio degli Istituti territoriali è riportata in Figura 27 ed in Tavola I. Per una visione più completa sono rappresentate anche le Ordinanze di divieto di caccia emesse dai Sindaci dei vari Comuni che interessano il territorio dell’ATC, oltre alle Aree di Rispetto istituite dall’ATC. 39 FIG. 27 – Istituti territoriali che interessano l’ATC RE1. 40 2.1.1. AREE DI RISPETTO In base all’art. 22bis della LEGGE REGIONALE 15 febbraio 1994, n. 8 e ss.mm.ii, l’istituzione di Aree di rispetto (anche denominate ZTF, Zone a Tutela Faunistica), di estensione limitata, regolarmente tabellate all’interno del perimetro dell’ATC, ha il fine di garantire una particolare tutela a popolazioni di fauna selvatica, così da ottenere un migliore ambientamento della selvaggina, favorirne la tutela e la riproduzione, ed ottenere un irradiamento naturale della fauna sul territorio destinato al prelievo. La superficie di tali aree di rispetto non può superare complessivamente il dieci per cento della superficie. Per la gestione delle Aree di rispetto l’ATC RE1 prevede le seguenti misure gestionali particolari: − divieto di qualsiasi forma di attività venatoria; − cattura delle specie di fauna selvatica (limitatamente a lepre e fagiano), esclusivamente se presenti ad elevate densità, per prevenire danni alle produzioni agricole; − cattura delle specie di fauna selvatica (limitatamente a lepre e fagiano), a prescindere dalla densità rilevata, laddove nel corso dell’anno si siano verificati danni alle coltivazioni; − controllo delle specie selvatiche potenziali predatrici della selvaggina oggetto di tutela. Per la stagione venatoria oggetto del presente programma non si prevedono modifiche nell’assetto delle Aree di Rispetto dell’ATC RE1. Perciò si richiede il rinnovo delle ZTF esistenti. In Tabella 19 viene riportato l’elenco delle Aree di Rispetto per l’annualità 2014/15, con relative estensioni in ettari e Comune prevalente di appartenenza. Denominazione CASETTO CELLA-CALERNO FONTANESE PAULLI MALASPINA GUALTIROLO GODEZZA MOLINARA SCUTELLARA ENZOLA LENTIGIONE Comune Campegine Reggio Emilia Castelnovo di Sotto Gattatico Guastalla Campegine Poviglio Poviglio Brescello Poviglio Brescello Superficie (Ha) 175,68 284,18 96,65 113,28 156,67 87,80 72,32 137,81 123,11 86,37 65,32 TAB. 19 – Aree di rispetto sul territorio dell’ATC RE1. 41 2.1.2. CALCOLO DELLA CAPIENZA DELL’ATC In base alle disposizioni vigenti (DGR 211/2011) ai fini del calcolo del numero di cacciatori che potranno accedere in ATC (capienza), si procede con le modalità descritte di seguito: 1. si calcola la SASP occupata dagli istituti a gestione privata (aziende venatorie, centri privati di riproduzione della fauna, nonché zone e campi per l'addestramento e le gare cinofile); 2. si calcola la SASP occupata dalle aree protette in cui sussiste il divieto di caccia (ai sensi della LR 6/2005) e quella occupata dagli istituti di protezione (cfr. Titolo I, Capo III della LR 8/94 e succ. mod.), incluse le aree di rispetto degli ATC in cui la caccia è interdetta; 3. tramite operazioni di overlay cartografico realizzate in ambiente GIS, si calcola la SASP in un intorno di 50 metri dalle linee di comunicazione ferroviaria e dalle strade carrozzabili. Alla superficie agro-silvo-pastorale inclusa entro il perimetro dell’ATC viene sottratta interamente la quota di cui al punto 1) dell’elenco soprastante; nonché il risultato della somma delle superfici ottenute con le modalità descritte ai punti 2) e 3) sino al limite stabilito dall’art. 10 della LN 157/92 e succ. mod. (30%). Il valore ottenuto con queste modalità è sfruttato per stabilire la capienza degli ATC. La procedura descritta ha permesso il calcolo delle seguenti variabili: Variabile ATC Istituti privati Aree in cui la caccia è interdetta Quota residua (fino al 30% della SASP) VALORE SASP 22.988 - 2.154 - 3.977 - 2.919 13.938 TAB. 20 – Definizione della superficie funzionale al calcolo della capienza dell’ATC RE1. La capienza dell’ATC RE1 sarà perciò il risultato del rapporto tra il valore indicato in TAB. 18 e il valore di densità venatoria definito dalla Regione Emilia-Romagna. Essendo tale valore, per la stagione venatoria 2014/2015, fissato in un cacciatore ogni 28 ettari di territorio cacciabile, la capienza dell’ATC RE1 risulta pari a 513 cacciatori. Tuttavia, calcolando il valore di densità venatoria tenendo conto dei dati reali, ovvero senza il limite del 30% fissato dalla Legge Nazionale, risulta interessante osservare che i potenziali 513 cacciatori ammessi all’esercizio venatorio nell’ATC RE1, si troveranno a svolgere la loro attività su una superficie realmente cacciabile pari a 10.311 ettari. Ne consegue che il reale indice di densità venatoria risulta pari a un cacciatore ogni 20 ettari di superficie fruibile mediante attività venatoria. Per l’annualità 2014/15, considerando che i cacciatori iscrivibili salgono a 513 aggiungendo la percentuale di sicurezza del 3%, ed ammontando a 330 i posti riservati agli aventi diritto (iscritti 2013/14), considerando le rinunce (33) e le nuove domande (5), i posti disponibili per nuove iscrizioni ammontano a 211, ripartiti tra i posti riservati ai residenti in Provincia (148), ai residenti extra-provinciali in Regione (53) e ai residenti fuori Regione (10). Sulla base del numero di domande pervenute e delle assegnazioni in seconda istanza con sorteggio come previsto dalla DGR 211/2011, il quadro di assegnazione definitivo prevede 53 posti per i residenti in Provincia, 24 posti per i residenti extra-provinciali in Regione, 134 posti per i non residenti, ai quali si sommano per il tesseramento 2014/15 i 302 posti per gli aventi diritto (iscritti 2013/14). 42 2.2. VALUTAZIONE QUALI-QUANTITATIVA DELLE PRESENZE FAUNISTICHE Per il prossimo ciclo gestionale si conferma la volontà di organizzare la raccolta di informazioni relative alla presenza e distribuzione di Uccelli e Mammiferi, primariamente di interesse gestionale, ma non solo, sulla base della suddivisione in unità territoriali di gestione (UTG), così da poter disporre di informazioni faunistiche di maggior dettaglio. Come di consueto, si provvederà inoltre a raccogliere informazioni relative alle consistenze ed ai dati di cattura negli Istituti faunistici preposti (ZRC, ZTF etc.), sia relativamente alle specie preda, che ai predatori oggetto di controllo numerico. Per quanto Starna e Pernice rossa, come già riportato nel Piano di gestione 2013, la valutazione della presenza sul territorio dell’ATC, indispensabile ad orientare le più opportune scelte gestionali, attraverso l’analisi delle informazioni reperibili sulle più recenti basi cartografiche digitali (Ortofoto AGEA 2011) e raccolte nel corso di sopralluoghi effettuati nel 2013, non ha permesso di identificare aree idonee al sostentamento di nuclei vitali delle specie, in cui sia possibile istituire zone di produzione. Pertanto, malgrado la Carta delle Vocazioni Faunistiche della Regione Emilia Romagna definisca gran parte del territorio in oggetto come altamente vocato per entrambe le specie, l’ATC RE1 conferma la volontà di non procedere per il prossimo ciclo gestionale all’immissione di esemplari di Starna o Pernice rossa. In riferimento alla gestione della lepre, a causa delle recenti criticità emerse dalla valutazione dello status delle popolazioni locali, il Consiglio Direttivo ha ritenuto non sussistessero attualmente le condizioni per dare avvio al progetto sperimentale di gestione della specie, che l’anno passato era stato proposto e approvato in sede di Assemblea generale. Detto questo, l’ATC ravvisa comunque la necessità di rivedere le modalità gestionali della specie, alla luce sia delle profonde modificazioni che la popolazione dei cacciatori sta subendo (progressivi calo numerico ed aumento dell’età media), sia dell’andamento demografico fortemente negativo che caratterizza i contingenti, avvertendo oggi più che mai l’esigenza di proiettarsi verso un modello gestionale fondato su criteri di sostenibilità del prelievo venatorio, che preveda un prelievo programmato sulla base dell’analisi dei dati di consistenza ed una riorganizzazione territoriale degli ambiti di protezione (ZRC, ZTF, Ordinanze sindacali) che sia teso a favorire l’irradiamento naturale. Per la stagione 2014/15, sono al vaglio del Consiglio Direttivo provvedimenti volti alla conservazione delle specie lepre e fagiano da sottoporre all’Assemblea generale; i provvedimenti possibili sono quelli previsti dalla LR. 43 2.3. ATTIVITÀ DI MIGLIORAMENTO AMBIENTALE Tenuto conto delle caratteristiche ambientali dell’ATC RE1 (cfr. Tabella 15), gli interventi a cui accordare priorità si ritiene debbano essere: − creazione, conservazione e ripristino di elementi fissi del paesaggio (siepi, boschetti, filari alberati), mediante le specie di cui alla tabella 21; Specie Acer campestre Prunus avium Ficus carica Fraxinus excelsior Fraxinus oxycarpa Morus alba, M. nigra Malus sylvestris Prunus cerasi fera Alnus glutinosa Populus nigra Populus alba Pyrus communis Quercus peduncolata gen. Salix Tilia platyphyllos Ulmus carpinifolia Prunus spinosa Cornus sanguinea Ligustrum vulgare Frangula alnus Euonymus europaeus Sambucus nigra Rhamnus catharticus Viburnum opulus Mespilus germanica Paliurus spina christi Corylus avellana Rosa canina Tamarix gallica Nome comune acero campestre Ciliegio Fico frassino maggiore frassino ossifillo Gelsi melo selvatico Mirabolano ontano nero pioppo nero pioppo bianco pero selvatico Farnia Salici Tiglio olmo campestre Prugnolo Sanguinello Ligustro Frangola Fusaggine Sambuco spino cervino pallon di maggio Nespolo paliuro o marruca Nocciolo rosa canina Tamerice TAB. 21 – Specie arboreo-arbustive utilizzabili per i ripristini ambientali − creazione, conservazione e ripristino di maceri e stagni, circondati da un’area nella quale possano svilupparsi (anche attraverso piantumazione ex-novo) le diverse fasce che caratterizzano la vegetazione riparia; 44 − semina di colture a perdere su appezzamenti di piccola estensione, ad esclusivo utilizzo della fauna selvatica: un quadro indicativo delle essenze utilizzabili è fornito in tabella 22; Specie Avena Frumento colza invernale erba mazzolina Favino erba medica Miglio Panico Senape pisello da foragg. ramolaccio da foragg. grano saraceno sorgo da granella Trifoglio Miscuglio eventuale con veccia e pisello con veccia e pisello con rapa con erba medica con avena con miglio o panico con mais e panico con miglio o grano sarac. con avena con avena o segale Periodo di semina fine sett. sett-ott. ago-sett. Primavera Ottobre febbraio-marzo Maggio Utilità alim. Invernale alim. Invernale alim. Invernale Nidificazione Alimentazione alimentaz. + nidificaz. Alimentazione Maggio Alimentazione lug.-ago. Settembre alimento verde alimento verde con rapa lug.-ago. Alimento verde con miglio o panico con miglio e panico con veccia e loglio perenn. magg.-lug. Maggio Alimentazione alimentazione e rifugio Primavera alimentaz. + nidificaz. TAB. 22 - Essenze utili alla fauna selvatica (tratto dal documento tecnico INFS, n.16) − mantenimento di strisce di vegetazione erbacea da sfalciare annualmente esclusivamente nel periodo 1° agosto – 20 febbraio. Rinuncia cioè al taglio del foraggio su piccoli appezzamenti, anche marginali, sino al termine del periodo riproduttivo della selvaggina; − mantenimento delle stoppie dopo la mietitura e/o semina della nuova coltura sulle stoppie. Si tratta di conservare per il più lungo periodo possibile questo residuo colturale, particolarmente utile ad alcune specie in quanto sito di alimentazione e rifugio. Nel secondo caso si tratta di applicare una tecnica agricola molto utilizzata in altri Paesi (es. Francia), che prevede la semina direttamente sul residuo colturale precedente, senza interramento (aratura); Per la realizzazione di quanto elencato in precedenza, l’ATC RE1 ha previsto una somma a bilancio, per l’anno 2013, pari ad euro 3.355,00. Oltre a ciò, come già avvenuto negli anni scorsi, anche nell’anno corrente l’ATC si impegnerà nella raccolta di informazioni utili sulle possibili forme di finanziamento disponibili per la realizzazione di questo tipo di interventi (ad esempio attraverso il PRSR), provvedendo inoltre ad individuare efficaci meccanismi di divulgazione ai possibili beneficiari (di norma agricoltori) delle opportunità disponibili. 45 2.4. PROGRAMMAZIONE DELLE PRESENZE FAUNISTICHE. Le valutazioni condotte al presente circa la fauna selvatica di interesse venatorio presente nell’ATC RE1 hanno condotto il Direttivo a pianificare per il ciclo gestionale 2014-2015, oltre alle attività di cattura, anche il ricorso, per quanto concerne i Galliformi, alle immissioni con soggetti di allevamento. Nello specifico nell’anno 2014 sono in previsione l’acquisto di 2.300 fagiani di circa 120 gg. di età, rilasciati con le seguenti modalità: − 2.100 capi saranno rilasciati nel periodo compreso tra il 20 giugno ed il 10 luglio in territorio cacciabile; − 200 capi saranno immessi alla fine di agosto nelle ZRC al fine di costituire nuclei sfruttabili per le catture invernali; Per le motivazioni già descritte (Cap. 2.2). non sono previste immissioni per le specie Starna e Pernice Rossa. Il numero di fagiani che si prevede di rilasciare nel prossimo ciclo gestionale, inferiore rispetto al 2012 (quando si è proceduto all’immissione di 2.600 capi totali), è stato adeguato al minor numero di iscritti previsti per la stagione 2014/2015 (85 in meno rispetto alla stagione precedente), per effetto dell’adozione del nuovo valore di densità venatoria (1 cacciatore ogni 28 ettari). Relativamente alle catture, alla luce del quadro che si è delineato per l’annualità appena conclusa riguardo la difficile condizione demografica di lepre e fagiano, ci si riserva di attendere i dati di censimento programmati per l’autunno 2014 prima di effettuare qualsiasi previsione. 46 2.5. ATTIVITÀ DI PREVENZIONE E RISARCIMENTO DANNI CAUSATI DALLA FAUNA SELVATICA. L’ATC RE1 nel prossimo esercizio gestionale intende proseguire nell’applicazione di metodiche standard per le attività di rilevamento dei danni e di esecuzione delle opere di prevenzione, ricorrendo quindi all’impiego di specifiche schede di rilevamento e di strumenti utili alla localizzazione geografica dei siti interessati. Rispetto all’anno appena concluso, si tenterà di rendere maggiormente fruibili per gli operatori addetti a questo tipo di attività i mezzi di cui l’ATC si è dotato (GPS palmari, archivio informatizzato per la georeferenziazione dei dati), ad esempio apportando opportune modifiche alle schede di rilevamento, ed assicurando uno specifico addestramento del personale coinvolto (attraverso serate informative, affiancamento nelle attività di rilevamento da parte di tecnici). Il progetto, già in corso dal 2010, si propone la raccolta e l’archiviazione di dati georeferenziati relativi a tutte le attività di prevenzione e risarcimento danni, con conseguente identificazione delle unità territoriali di gestione (cfr. paragrafo 1.1) interessate, per descrivere il fenomeno rappresentato dagli impatti causati alle produzioni agricole dalla fauna selvatica su una scala geografica più dettagliata, e rappresentare uno strumento utile ad indirizzare le corrette scelte gestionali nella programmazione degli interventi di prevenzione/controllo numerico delle specie responsabili. Non subiscono, rispetto all’annualità conclusa, le modalità operative per i risarcimenti: a seguito di specifica richiesta scritta da parte dell’agricoltore che ha subito il danno, verrà effettuato un sopralluogo sul campo, da parte di un componente del Consiglio Direttivo dell’ATC afferente alle Associazioni Agricole ivi rappresentate. In caso di contenziosi circa la stima economica del danno (nonostante i valori continueranno ad essere parametrati in base ai tabulati della Camera di Commercio di Reggio Emilia), l’ATC ricorrerà alla valutazione di un perito abilitato. Circa l’attività di prevenzione, ferma restando la necessità di una richiesta formale, l’ATC provvederà ad organizzare un sopralluogo, nell’ambito del quale sarà concordato l’intervento da realizzare con il proprietario/conduttore del fondo. Nel caso provveda quest’ultimo alla realizzazione, l’ATC si occuperà di consegnare il materiale necessario o a rimborsarlo in base alle fatture d’acquisto consegnate, viceversa a realizzarlo mediante i cacciatori iscritti ai quali sarà corrisposto un rimborso kilometrico. Nel bilancio di previsione 2014 l’ATC RE1 ha provveduto a stanziare € 3.000 per le opere di prevenzione ed € 3.000,00 per il risarcimento dei danni alle coltivazioni prodotti dalla fauna selvatica di competenza. Le somme messe a bilancio risultano inferiori agli anni passati a seguito del ridimensionamento che il fenomeno del danneggiamento delle colture ad opera delle specie di fauna selvatica impattanti ha subito negli ultimi anni, frutto degli sforzi profusi dall’ATC nella prevenzione. Per l’attività descritta nel presente capitolo l’ATC RE1, in conformità a quanto stabilito nel proprio statuto, è dotato di un’apposita Commissione, le cui funzioni sono: − perizie danni − sopralluoghi prevenzione − organizzazione e messa in atto dispositivi preventivi − stima contributi dispositivi preventivi La Commissione si compone di: consiglieri ATC, soci dell’ATC, esperti e/o consulenti esterni (periti). 47 2.6. PRELIEVO VENATORIO ED ORGANIZZAZIONE DEL PERSONALE VOLONTARIO. Come già riportato, per ora risulta sospeso il progetto sperimentale per la gestione della lepre. Riguardo l’organizzazione del personale volontario si rimanda a quanto decritto al capitolo 1.5, con particolare riferimento alla TAB. 9, in quanto l’ATC intende confermare per l’esercizio corrente le medesime condizioni. Il numero di coadiutori che opereranno sotto il coordinamento dell’ATC RE1 per l’esercizio corrente è pari a 72 volontari, 65 dei quali in possesso dell’abilitazione per tutte le specie oggetto di controllo numerico. Per disciplinare l’iscrizione di cacciatori che facciano richiesta all’ATC RE1, pur non godendo del diritto sancito dalle normative vigenti, il Consiglio Direttivo si è dotato di apposito Regolamento, i cui articoli sono riportati di seguito: Art. 1 - DETERMINAZIONE DEI POSTI DISPONIBILI Il numero dei posti disponibili ai fini dell’accoglimento delle precitate richieste di iscrizione è determinato dalla somma dei due seguenti elementi: 1) differenza tra la capienza dell’ATC e il numero di cacciatori che hanno richiesto l’iscrizione; 2) il risultato dell’applicazione sulla capienza dell’ATC della “percentuale di sicurezza”. La “percentuale di sicurezza”, compresa tra 2% e 6%, viene individuata annualmente, con deliberazione del Consiglio direttivo dell’ATC, al fine di compensare a priori le eventuali carenze determinate da scelte non confermate con il pagamento dell’iscrizione. Art. 2 – MODALITA DI RICHIESTA La domanda va indirizzata al Consiglio Direttivo dell’ATC e redatta sul modulo come da fac-simile allegato predisposto dalla Regione Emilia Romagna. Art. 3 – MODALITA E TERMINE DI TRASMISSIONE La richiesta può essere consegnata presso la sede dell’ATC negli orari di apertura dell’Ufficio dal diretto interessato ovvero trasmessa a mezzo posta Raccomandata. La richiesta deve pervenire all’ATC entro il 28 Febbraio di ciascun anno. Non saranno tenute in considerazione le richieste pervenute oltre tale termine e/o con modalità diverse di spedizione e/o consegna. Art. 4 – PRIORITA DI ASSEGNAZIONE Nel caso in cui siano pervenute domande di iscrizione, per posti disponibili, aventi più dichiarazioni di possesso di priorità previste dalla D.G.R. 211/2011, ovvero: rinuncia all’ATC di diritto; aver effettuato interventi di volontariato attinenti la gestione dell’ATC; essere proprietari e/o conduttori di terreni che esercitano attività di impresa agricola ai sensi dell’art. 2135 del Codice Civile, muniti di Partita IVA agricola; le sopraelencate priorità possono essere cumulate tra di loro solamente in caso di rinuncia all’ATC di diritto, determinando ai fini dell’assegnazione dei posti disponibili la seguenti priorità: a) aver rinunciato all’ATC di diritto, aver effettuato interventi di volontariato attinenti la gestione dell’ATC, essere proprietari e/o conduttori di terreni che esercitano attività di impresa agricola ai sensi dell’art. 2135 del Codice Civile, muniti di Partita IVA agricola; b) aver rinunciato all’ATC di diritto, aver effettuato interventi di volontariato inerenti la gestione dell’ATC; 48 c) d) e) f) g) aver rinunciato all’ATC di diritto, essere proprietari e/o conduttori di terreni che esercitano attività di impresa agricola ai sensi dell’art. 2135 del Codice Civile, muniti di Partita IVA agricola; aver rinunciato all’ATC di diritto; aver effettuato interventi di volontariato inerenti la gestione dell’ATC, essere proprietari e/o conduttori di terreni agricoli (almeno 2500 mq) compresi nell’ATC; aver effettuato interventi di volontariato attinenti la gestione dell’ATC; essere proprietari e/o conduttori di terreni che esercitano attività di impresa agricola ai sensi dell’art. 2135 del Codice Civile, muniti di Partita IVA agricola. Sempre da quanto stabilito dalla D.G.R. 211/2011, la priorità di rinuncia all’ATC di diritto può essere esercitata solo dai cacciatori residenti in Emilia Romagna. Art. 5 – MODALITA DI ASSEGNAZIONE Nel caso in cui le richieste di iscrizione pervenute siano in numero superiore ai posti disponibili, i posti saranno assegnati mediante estrazione a sorte nel rispetto delle priorità stabilite dal comma 4 dell’articolo 35 della L.R. 8/1994 dall’articolo come integrata e modificata dalla L.R. 16/2007 e dalla Delibera di Giunta Regionale n. 211/2011. Art.6 – ESITO DELLA RICHIESTA L’esito delle richieste pervenute sarà comunicato a mezzo posta al diretto interessato. In caso di favorevole accoglimento della richiesta il pagamento della quota di iscrizione dovrà avvenire entro e non oltre il 31 maggio e qualora questo coincida con un giorno festivo è prorogato al primo giorno non festivo successivo. Il mancato pagamento nei termini farà decadere automaticamente l’iscrizione. Art.7) RINUNCIA ALLA RICHIESTA La rinuncia alla richiesta con rimborso dell’eventuale quota annuale versata sarà riconosciuta a: a) chi presenta rinuncia scritta al Consiglio Direttivo almeno entro il 10 Maggio. b) chi presenta rinuncia scritta al Consiglio Direttivo comprovando il mancato ritiro del tesserino regionale c) agli eredi degli assegnatari deceduti prima dell’inizio della stagione venatoria. Relativamente alle modalità di inter-scambio tra cacciatori, l’ATC RE1 opera come di seguito descritto: Secondo quanto previsto dall’art. 37 comma 3 della L.R. 15 Febbraio 1994 n. 8 e s.m.i., il Consiglio Direttivo dell’ATC RE 01 Pianura Ovest ha deciso di adottare per la stagione venatoria 2014/2015 a partire da lunedì 6 ottobre 2014, la seguente forma di interscambio: il cacciatore iscritto all’ATC RE 01 Pianura Ovest (invitante) può ospitare un altro cacciatore non iscritto (invitato), utilizzando giornate di competenza. Le modalità di attuazione sono le seguenti: 49 L’invitante deve comunicare al Consiglio Direttivo i dati anagrafici dell’invitato, annotare sul proprio tesserino della caccia controllata la giornata di caccia e accompagnare senza fucile l’invitato (l’invitante non può esercitare l’attività venatoria). L’invitato può esercitare l’attività venatoria dopo aver annotato sul proprio tesserino della caccia controllata la giornata di caccia, nel rispetto del calendario venatorio Provinciale di Reggio Emilia, solo se accompagnato dall’invitante. L’ATC RE 01 comunicherà via fax al servizio U.O. Vigilanza, Caccia e Pesca i dati dell’invitante e dell’invitato. Chiunque venga sorpreso a cacciare in ATC RE 01 dichiarando di essere invitato senza aver ottemperato alla procedura sopra descritta, potrà essere sanzionato dal personale addetto alla vigilanza in base alle leggi vigenti in materia di caccia, in quanto detto invito non è considerato valido dall’ATC RE 01 ed il cacciatore è da considerarsi non autorizzato all’esercizio venatorio in ATC RE 01. 50 2.7. CONTROLLO DELLE SPECIE SELVATICHE. Nel corso dell’esercizio corrente si proseguirà nell’intento di utilizzare la suddivisione del territorio di competenza dell’ATC in unità territoriali di gestione (UTG) anche per la raccolta e l’archiviazione dei dati relativi alla rendicontazione dei Piani di controllo numerico delle specie nocive. Ciò consentirà di definire con sempre maggiore accuratezza quali siano le aree che presentano criticità relative alla presenza di specie impattanti, trasferendo la rendicontazione delle attività dalla scala Comunale ad una scala più dettagliata. Riguardo alla raccolta dei dati, attualmente archiviati su un supporto cartaceo e trasferiti nel mezzo informatico (Database Access 2000) che la Provincia ha provveduto a fornire, si prevede di migliorare ulteriormente l’efficienza del sistema consentendo agli operatori l’archiviazione in tempo reale degli interventi effettuati, così da facilitare l’inserimento dei dati per UTG interessato, ed evitando la perdita di informazioni utili alle analisi successive. Inoltre, si intende proseguire nel programma di rilevamento dei danni e delle opere di prevenzione a mezzo ricevitore palmare GPS, riversando quindi le informazioni nella banca dati informatica, georeferenziata, già allestita nel corso del 2010. Riguardo le specie per le quali si richiede il controllo numerico, esse sono elencate nella tabella sottostante (tabella 20). Nei confronti di nutria e piccione di città non sono fissati a priori limiti numerici alla richiesta. Ciò dipende: − riguardo la nutria dalla legislazione regionale vigente che ne prevede l’eradicazione, condizione ripresa anche dal Piano Faunistico-Venatorio Provinciale, vigente; − riguardo il piccione di città, dalla derivazione domestica di questa specie, da cui consegue il nullo interesse conservazionistico del Taxon. In tabella 23 sono inoltre elencati i metodi di intervento ed i periodi che lo scrivente ATC ritiene idonei al conseguimento degli obiettivi fissati nel Piano Faunistico-Venatorio Provinciale, per quanto concerne il proprio territorio di competenza. Specie Metodi Periodi Nutria Sparo, Trappola Tutto l’anno Cornacchia Sparo, Trappola Febbraio-novembre Gazza Storno Sparo, Trappola Sparo Febbraio-novembre Agosto-Ottobre Ghiandaia Sparo Aprile-novembre Tortora Piccione Sparo Sparo Volpe Cane da tana, Sparo, trappola Tutto l’anno Tutto l’anno Febbraio-giugno (cane da tana); Resto dell’anno gli altri metodi Comuni con priorità d’intervento Tutti Brescello, Boretto, Gualtieri, Poviglio Tutti Tutti Gualtieri-PoviglioCampegine-Castelnovo S.Boretto-S.Ilario Tutti Tutti Tutti TAB. 23 – Specie per le quali si richiede il controllo numerico nel contesto dell’ATC RE1. Si conferma anche per la stagione 2014/15 l’adozione del Regolamento per l’attività dei coadiutori (Allegato E), necessario a razionalizzare e migliorare l’organizzazione dell’attività dei coadiutori operanti sul territorio di competenza dell’ATC, ed aumentarne l’efficienza. 51 Per comodità redazionale, come avvenuto per l’anno in corso, si richiede alla Provincia di Reggio Emilia la possibilità di rendicontare in sede di Programma annuale degli interventi quanto relativo ai Piani di controllo numerico, posticipando pertanto la data di consegna del documento complessivo al 31/3 di ogni anno. 2.8. MONITORAGGIO SANITARIO DELLA SELVAGGINA CACCIATA Per l’annualità in corso si intende proseguire nelle attività di informazione e aggiornamento rivolte ai cacciatori sul tema dello stato sanitario della selvaggina oggetto di prelievo venatorio e dei rischi sanitari ad esso connessi, nonché nel coinvolgimento degli iscritti in operazioni di campionamento utili ad approfondimenti sanitari. Inoltre, l’ATC sarà impegnato, di concerto con la Provincia e l’ATC RE2, a collaborare alla raccolta di informazioni utili a far luce sulle problematiche sanitarie che possono aver avuto un ruolo nel tracollo delle presenze della lepre nei territori di competenza, con il fine di contribuire alla programmazione delle attività previste dal Piano di monitoraggio sanitario regionale. Naturalmente, una volta elaborate le modalità operative, l’ATC con i propri iscritti sarà impegnato in prima linea nell’attività di sorveglianza sanitaria, attraverso il monitoraggio dell’andamento demografico della popolazione, la perlustrazione delle aree di interesse per la ricerca e la raccolta di esemplari morti per un pronto conferimento agli enti preposti all’esecuzione degli esami necessari (A.U.S.L., I.Z.S.), l’eventuale campionamento su soggetti abbattuti o di cattura. 52 3. ALLEGATI ALLEGATO A - STATUTO TITOLO I DENOMINAZIONE - SEDE - DURATA - SCOPI DELL'ASSOCIAZIONE Art. 1 - Denominazione e durata 1. L’associazione denominata ATC RE 01 PIANURA OVEST è costituita quale associazione di diritto privato ai sensi dell'art. 36 e seguenti del Codice civile. 2. L’associazione ha durata illimitata. Art. 2 - Sede 1. L’Associazione ha attualmente sede in Poviglio, in via De Amicis n.13. Art.3 - Scopi dell'associazione L’associazione costituita in relazione alle previsioni di cui al capo IV della L.R.8/94 come modificata ed integrata dalla L.R. 27/2007, non ha fini di lucro ed intende perseguire esclusivamente finalità di gestione faunistica e di organizzazione dell’esercizio venatorio in forma programmata nel territorio di competenza. Le attività di interesse pubblico di cui al precedente capoverso sono svolte, nel rispetto della normativa nazionale e regionale vigente in materia e in coerenza con il piano faunistico venatorio provinciale, sotto il controllo e la vigilanza della Provincia. L’associazione ha altresì lo scopo di: 1. promuovere, valorizzare e contribuire alla pratica, alla diffusione e alla conoscenza dello sport venatorio, del tiro a volo e della cinofilia, nonché di ogni altra attività sportiva e faunistico ambientale, anche attraverso la partecipazione e l’organizzazione di manifestazioni e competizioni agonistiche e non. organizzare, tutelare e gestire lo svolgimento dell’attività venatoria nel rispetto del mantenimento delle specie e dell’ecosistema in generale. 2. 3. combattere ogni forma illecita di prelievo faunistico e di pratiche contrarie all’etica venatoria; 4. ottimizzare le condizioni di sicurezza in cui viene praticata l’attività venatoria, tramite la formazione degli operatori, la valorizzazione della vigilanza venatoria volontaria ed il coordinamento tra questa e la vigilanza istituzionale; 5. collaborare con gli enti competenti in materia di sanità animale per la salvaguardia del patrimonio faunistico, la sicurezza alimentare e la prevenzione delle zoonosi; 6. promuovere l’integrazione tra il settore agricolo, l’attività venatoria e le esigenze della conservazione e del miglioramento degli ecosistemi seminaturali; 7. sviluppare procedure e metodi atti all’incremento di efficacia ed efficienza della gestione faunisticovenatoria; 8. promuovere l’integrazione con il settore produttivo agricolo favorendo la multifunzionalità delle Aziende Agricole; 9. adeguare la gestione faunistico-venatoria ai principi di un prelievo “ecosostenibile” di una risorsa rinnovabile, anche con aggiornamento di tecniche, mezzi e metodiche; 10. promuovere la formazione e l’aggiornamento di cacciatori e di altre categorie sociali coinvolte nella gestione della fauna; 53 11. valutare la compartecipazione ed l’attivazione di risorse economiche, proprie o da reperirsi, ai fini dell’ottimizzazione, innovazione, formazione nell’ambito delle attività di competenza e di rapporti con gli Enti e Associazioni. 12. Potrà altresì compiere ogni altra operazione collaterale necessaria o utile per il raggiungimento degli scopi associativi. 13. In particolare, per il raggiungimento dei propri fini l’associazione si propone di organizzare sulla base del Programma di Attività: - la ricognizione delle risorse ambientali e della consistenza faunistica; - programma gli interventi per il miglioramento degli habitat; - provvede direttamente o mediante attribuzione di incentivi economici ai conduttori di fondi rustici per: a) la ricostruzione di una presenza faunistica ottimale per il territorio; b) la messa in atto di coltivazioni per l’alimentazione naturale dei mammiferi e degli uccelli; c) il ripristino di zone umide e di fossati; d) la differenziazione delle colture; e) la messa in atto di coltivazioni di siepi, cespugli, alberi adatti alla nidificazione; f) la tutela dei nidi e dei nuovi nati di fauna selvatica nonché dei riproduttori; g) l’esecuzione di tabella menti; h) la difesa preventiva delle coltivazioni passibili di danneggiamento; i) il risarcimento dei danni arrecati dalla fauna selvatica alle coltivazioni; l) l’alimentazione invernale degli animali in difficoltà; m) la manutenzione degli apprestamenti di ambientamento della fauna selvatica; - la vigilanza faunistico venatoria; - collabora all’attuazione dei piani di controllo; - la gestione delle zone di protezione in convenzione con la Provincia, nonché ogni altro compito e/o adempimento riservatogli per legge. L’Associazione potrà altresì compiere ogni altra operazione strumentale od accessoria a quelle statutarie, in quanto integrative delle stesse. TITOLO II COMPONENTI SOCIALI Art. 4 I cacciatori che richiedono ed ottengono l’iscrizione all’ATC sono obbligati al pagamento del contributo annuo di gestione stabilito dal Consiglio Direttivo. I cacciatori iscritti all’ATC ai sensi del comma 3 dell’Articolo35 della Legge Regionale 8/1994 come modificata ed integrata dalla L:R: 16/2007 perdono la qualifica di socio unicamente per recesso da comunicarsi entro il 15 febbraio di ciascun anno. Art. 4bis - Organi dell’ATC Sono organi dell'ATC: a) il Presidente; 54 b) il Consiglio direttivo; c) l'Assemblea dei cacciatori iscritti, dei conduttori dei fondi agricoli inclusi nell'ATC, degli iscritti alle associazioni di protezione ambientale riconosciute ai sensi dell'art. 13 della Legge 349/1986 residenti nei Comuni inclusi nell'ATC; d) il Collegio dei Revisori dei conti. Art. 5 - Il Presidente 1. Il Presidente è il legale rappresentante ed agisce in nome e per conto dell'Associazione. 2. E' nominato dal Consiglio Direttivo con votazione segreta nella prima seduta di insediamento ed è scelto fra i suoi componenti. 3. Nell’esercizio delle sue funzioni il Presidente: a) nomina nell'ambito rispettivamente del Consiglio Direttivo e dell'Assemblea un segretario con funzioni di verbalizzante delle riunioni. In tali riunioni il Segretario appone la propria firma unitamente a quella del Presidente; b) convoca e presiede l’Assemblea coordinandone i lavori; c) convoca il Consiglio Direttivo e lo presiede, coordinandone i lavori, fissa l’ordine del giorno, la data, l’ora ed il luogo della seduta. La convocazione deve avvenire tramite comunicazione postale, telefax, posta elettronica almeno dieci giorni prima della data fissata per la riunione, salvo motivi di urgenza per cui è ammessa la convocazione telefonica, telegrafica o via posta elettronica; d) adotta tutti i provvedimenti demandati alla sua competenza dal Consiglio Direttivo; e) nei casi di necessità e di urgenza adotta i provvedimenti di competenza del Consiglio Direttivo al quale sono sottoposti per la ratifica nella prima riunione utile; f) vigila sull’andamento della gestione e sovrintende all'attività generale dell'ATC, assumendo gli atti di competenza; g) è consegnatario dei mezzi di esercizio e dei beni in uso all’associazione; cura l’esecuzione dei deliberati dell’Assemblea e del Consiglio e coordina le attività dell’associazione; h) rappresenta l'Associazione di fronte ai terzi ed in giudizio, nonché negli organismi pubblici e privati cui aderisce, salvo che il Consiglio Direttivo non conferisca, caso per caso, specifica delega ad altro proprio componente; i) partecipa alla Conferenza degli ATC istituita dall’art.33 bis della LR 8/94 come modificata dalla L.R. 16/07 o individua un delegato. 4. Le dimissioni o l’impedimento permanente del Presidente comportano l’assunzione delle funzioni da parte del Vice Presidente o in sua assenza del membro più anziano del Consiglio Direttivo che, entro il termine di 60 giorni, convoca il Consiglio medesimo per la nomina del nuovo Presidente, che rimane in carica fino al compimento del residuo periodo di mandato del consiglio direttivo. 5. Il Presidente rimane in carica 5 anni e può essere rinominato per un altro mandato. 6. Al Presidente compete il rimborso delle spese sostenute per l’espletamento del suo mandato, oltre ad un eventuale compenso da determinarsi da parte del Consiglio Direttivo. Art. 6 - Il Consiglio Direttivo 1. Il Consiglio Direttivo, nominato dalla Provincia, è costituito, nel rispetto delle percentuali di cui al comma 2 dell’art. 32 della L.R. 8/1994 come modificata dalla L.R. 16/2007, da 20 componenti così ripartiti: a) da 6 rappresentanti delle organizzazioni 55 professionali agricole maggiormente rappresentative a livello nazionale e presenti in forma organizzata sul territorio dell’ATC, iscritti alle stesse e residenti o conduttori di fondi agricoli in un Comune compreso nell'ATC; b) da 6 rappresentanti delle Associazioni nazionali venatorie riconosciute e presenti in forma organizzata sul territorio dell’ATC, iscritti alle stesse e all’ATC; c) da 4 rappresentanti delle Associazioni di protezione ambientale riconosciute e presenti sul territorio provinciale in cui ricade l’ATC, iscritti alle stesse e residenti nella Provincia in cui è compreso l'ATC; d) da 4 rappresentanti della Provincia nella quale ricade l'ATC. 2. La durata del mandato del Consiglio Direttivo è di 5 anni dalla data di nomina da parte della Provincia. 3. Al Consiglio Direttivo spettano le più ampie facoltà e poteri per l’amministrazione ordinaria e straordinaria dell’Associazione ad eccezione degli atti riservati per legge e per statuto all’Assemblea. 4. Il Consiglio Direttivo rimane in carica fino al suo rinnovo, limitandosi, dopo la scadenza del quinquennio ad adottare gli atti urgenti assicurando comunque il buon andamento della gestione fino all’insediamento del nuovo Consiglio e provvedendo altresì agli adempimenti per la nomina dei nuovi organi. Nel periodo di prorogatio il Consiglio può adottare solo atti di ordinaria amministrazione. 5. I singoli componenti del Consiglio possono essere nominati per più mandati. 6. I componenti del Consiglio Direttivo decadono dalla carica nelle seguenti ipotesi: a) siano assenti ingiustificati a tre riunioni consecutive; b) siano comunque assenti ad oltre un terzo delle riunioni nell'arco dei dodici mesi; c) siano stati condannati per reati che comportano l'interdizione dai pubblici uffici, per reati societari e per reati in materia venatoria; d) non siano più iscritti all’Associazione che li ha designati. 6.bis In caso di decesso, dimissioni o decadenza di un componente del Consiglio, il Presidente dell’ATC ne da immediato avviso alla Provincia che provvede entro 15 giorni alla nomina del successore sulla base dell’elenco dei designati dall’Associazione a cui apparteneva il deceduto, dimissionario o decaduto. 7. Nell’ipotesi in cui vengano esauriti gli elenchi dei designati il Consiglio continua ad operare fino alla naturale scadenza del mandato sempre che rimanga in carica la maggioranza dei componenti del Consiglio. Nel caso in cui venga a mancare la maggioranza dei Consiglieri e la Provincia non provveda alla nomina dei consiglieri mancanti entro 120 giorni l’intero consiglio decade dalle sue funzioni. 8. I componenti del Consiglio Direttivo che subentrano in corso di mandato restano in carica fino alla scadenza del mandato del consiglio direttivo. 9. Il Consiglio Direttivo, entro 30 giorni dall’insediamento, nomina con votazione segreta tra i suoi componenti, il Presidente; entro 60 giorni nomina il Collegio dei revisori dei conti. 10. Il Consiglio Direttivo nomina inoltre tra i suoi componenti, su proposta del Presidente, un Vice Presidente che lo rappresenti ed eserciti le funzioni in caso di impedimento del Presidente. Nell’ipotesi di assenza o di impedimento anche del Vice Presidente, assume le funzioni il componente con maggiore anzianità di carica o, in subordine, di età. 11. Nel caso di dimissioni del Presidente, il Consiglio Direttivo dovrà essere convocato dal vice presidente ovvero in mancanza dal consigliere più anziano entro 30 giorni per la nomina del nuovo Presidente. 12. Il Presidente nell’espletamento del suo mandato il Presidente potrà avvalersi di collaboratori di sua fiducia da designarsi anche all’infuori dei membri del Consiglio Direttivo. 13. Il Consiglio Direttivo predispone la proposta di bilancio preventivo da sottoporre all’approvazione 56 dell’assemblea entro il termine di cui al successivo art 16. Il Consiglio Direttivo predispone altresì il bilancio consuntivo ed eventuali variazioni al bilancio preventivo da sottoporre all’approvazione dell’assemblea entro il termine di cui al successivo art 16. Il bilancio consuntivo una volta approvato dall’assemblea dovrà essere trasmesso a cura del consiglio direttivo alla Provincia. 14. Il Consiglio Direttivo trasmette, almeno venti giorni prima della data di convocazione dell'Assemblea, il bilancio consuntivo e la relativa documentazione al Collegio dei Revisori dei conti, per l’opportuno controllo e la stesura della prevista relazione che deve accompagnare il bilancio stesso. Ogni trimestre il Consiglio Direttivo sottopone ai Sindaci Revisori i verbali, le delibere e la contabilità per le verifiche trimestrali. 15. Le riunioni del Consiglio Direttivo hanno luogo nella sede sociale, ma possono tenersi anche altrove purché nell’ambito della Provincia ove ha sede l’Associazione. 16. Il Consiglio Direttivo si riunisce tutte le volte che il Presidente lo ritenga necessario o che ne facciano richiesta almeno un terzo dei componenti. Per la validità delle riunioni e delle deliberazioni occorre in prima convocazione la maggioranza assoluta dei componenti il Consiglio Direttivo, mentre in seconda convocazione la riunione è valida qualunque sia il numero dei presenti e le deliberazioni vengono adottate con la maggioranza assoluta (metà più uno) dei consiglieri presenti. 17. Il Consiglio Direttivo può istituire al suo interno comitati esecutivi con funzioni operative e/o consultive chiamando a farne parte anche esperti e/o consulenti esterni 18. Il Consiglio Direttivo può aderisce alle strutture di coordinamento tecnico amministrativo composte da tutti gli ATC presenti sul territorio provinciale. 19. Il Consiglio Direttivo pubblicizza la propria attività, promuove la conoscenza dell'ATC e le sue finalità, garantisce l’informazione delle proprie iniziative su tutto il territorio di competenza; favorisce e promuove la formazione, l’aggiornamento e la qualificazione in campo faunistico-venatorio degli iscritti. 20. Fermi restando gli adempimenti previsti dalla Legge 157/1992, dalla L.R. 8/1994 come modificata dalla LR 16/2007 e dal vigente Regolamento Regionale per la gestione faunistico-venatoria degli Ungulati, il Consiglio Direttivo in particolare: a) stabilisce e delibera: l'entità del contributo annuo alla gestione dell'ATC, che ciascun cacciatore iscritto deve versare, nei limiti minimi e massimi fissati dalla Regione, in modo da garantire le risorse necessarie a realizzare le attività di prevenzione ed indennizzo dei danni arrecati alle produzioni agricole dalla fauna selvatica, nonché alla realizzazione degli interventi previsti nel PAI e alla gestione dell’ATC; - L’entità del contributo annuo per l’utilizzo delle zone e campi di addestramento cani, nonché di ogni altra iniziativa e/o servizio istituito dall’ATC. - l'entità del contributo annuo, commisurato alle spese di gestione e di organizzazione in rapporto alle opere di prevenzione e salvaguardia ambientale messe in atto, che ogni cacciatore di ungulati deve versare per esercitare tale caccia (comma 7 lettera b) dell’art. 56 della LR 8/1994 come modificata dalla L.R. 16/2007), nonché all’entità dei danni risarciti; - l'entità del contributo annuo che ogni cacciatore di ungulati deve versare per esercitare la caccia in mobilità controllata al di fuori dell’ATC di appartenenza (comma 4 dell’art 36 bis della LR 8/1994 come modificata dalla L.R. 16/2007). - b) può proporre annualmente alla Provincia, per giustificate esigenze faunistiche e particolari situazioni ambientali, ulteriori limitazioni al calendario venatorio concernenti: le modalità di esercizio della caccia, delle specie cacciabili, del numero delle giornate settimanali di caccia, dei periodi e degli orari di caccia, del carniere giornaliero e stagionale per specie; c) può promuove in accordo con i conduttori e/o proprietari dei fondi gli interventi per la prevenzione dei danni alle produzioni agricole da parte della fauna selvatica e la valutazione della loro 57 reale efficacia in termini di riduzione dei danni; d) cura la valutazione degli eventuali danni provocati alle produzioni agricole dalla fauna selvatica di cui si consente il prelievo venatorio nei fondi ricompresi nell’ATC, individua i criteri per la quantificazione degli stessi e corrisponde i contributi per il loro indennizzo. Il Consiglio Direttivo svolge tali adempimenti secondo quanto previsto dalle direttive di cui all'art. 62 comma 1 lettera e) della LR 8/1994 come modificata dalla L.R. 16/2007; e) può curare la definizione progettuale degli interventi di miglioramento ambientale e corrispondere gli incentivi a favore dei proprietari o conduttori dei fondi rustici per la tutela ed il ripristino degli habitat e l'incremento della fauna selvatica secondo quanto previsto dai criteri determinati dalla Regione in attuazione dell'art. 13 comma 1 della LR 8/1994 come modificata dalla L.R. 16/2007; f) predispone i piani di ripopolamento, gli interventi ambientali sul territorio di competenza dell'ATC ed intraprende azioni per l'incremento del patrimonio faunistico, stipulando anche convenzioni con i proprietari o conduttori dei fondi; g) può proporre l'istituzione e la modifica di zone di protezione alla Provincia territorialmente competente; h) può aderire alle convenzioni con la Provincia per la gestione delle zone di protezione ai sensi dell'art. 23 comma 1 della LR 8/1994 come modificata dalla LR 16/2007; i) può proporre alla Provincia la suddivisione del territorio in distretti gestionali e nomina i responsabili di ciascun distretto per ogni specie; j) predispone appropriate forme di vigilanza venatoria volontaria nel rispetto di quanto previsto dagli artt. 58 e 59 della LR 8/94 come modificata dalla LR 16/07, dalle modalità determinate dalla Regione in attuazione dell’art.59 comma 3 della medesima legge e dal Regolamento provinciale per la disciplina del coordinamento delle guardie volontarie; k) collabora con la Provincia per tutte le altre azioni legate alla gestione faunistico ambientale del territorio; l) redige i programmi annuali di attività che contemplano in particolare la ricognizione delle risorse ambientali, delle presenze faunistiche e dei prelievi venatori programmati; l'incremento delle popolazioni animali selvatiche e i dati inerenti l’impatto delle singole specie sulle attività antropiche; le attività necessarie ad evitare danni effettivi alle produzioni agricole; le azioni di programmazione ed eventuale limitazione del prelievo venatorio per forme di caccia specifiche; l’istituzione di aree di rispetto, e li trasmette alla Provincia entro il mese di febbraio di ogni anno, sentita l'Assemblea; m) delibera in ordine all'accesso dei cacciatori nel proprio ambito nel rispetto della normativa regionale vigente in materia e tramite l’utilizzo del sistema regionale di gestione informatizzata delle iscrizioni agli ATC, informa in tempo reale delle avvenute iscrizioni la Regione, la Provincia territorialmente competente e i Comuni di residenza dei cacciatori iscritti; n) individua annualmente la percentuale di sicurezza come previsto dalla direttiva regionale di cui al comma 1 dell’art.35 della LR 8/94 come modificata dalla LR 16/07; o) dell'ATC; propone alla Provincia, per motivate esigenze gestionali, eventuali modifiche perimetrali p) delibera e comunica alla Provincia territorialmente competente le modalità per riconoscere ai cacciatori iscritti la facoltà di utilizzare giornate di competenza per ospitare, mediante interscambio e senza finalità di lucro, un altro cacciatore, anche se residente in altra regione; q) esprime su richiesta della Provincia territorialmente competente, un parere sul rilascio della autorizzazione ad allenare i cani nel proprio territorio fuori dal periodo di caccia, secondo le norme del calendario venatorio, ai cacciatori non iscritti che non abbiano tale possibilità nell'ATC di appartenenza; r) prevede e coordina forme di collaborazione dei cacciatori alla gestione dell'ATC mediante 58 interventi di servizio volontario attinenti al perseguimento degli scopi associativi, per i quali possono essere previste forme adeguate di riconoscimento, secondo modalità da definirsi con apposito regolamento; s) provvede ad adottare una adeguata tutela anche mediante copertura assicurativa per chi presta attività volontaria a favore dell’ATC per le attività e per i rischi non coperti dalla assicurazione individuale dei cacciatori per l’esercizio venatorio e attività connesse; t) può adottare tutte le prescrizioni e predispone e attua tutte le disposizioni previste dal Regolamento Regionale per la gestione degli ungulati stilando un apposito regolamento; u) può richiedere l’iscrizione dell’ATC alla sezione provinciale del territorio di appartenenza dell’elenco regionale di volontariato di protezione civile, nel rispetto dei requisiti previsti dall’art. 17 della LR 1/2005, per concorrere alle attività di protezione civile, avvalendosi delle prestazioni personali, volontarie e gratuite dei componenti dell’Assemblea; v) sottopone all’Assemblea per l’approvazione i regolamenti predisposti sull'attività venatoria e gestionale, e successivamente li trasmette alla Provincia per il controllo di legittimità. Le delibere relative alla determinazione dell'entità del contributo annuo alla gestione dell'ATC, che ciascun cacciatore iscritto deve versare di cui al precedente punto a1) e le delibere relative alle ulteriori limitazioni al calendario venatorio concernenti: le modalità di esercizio della caccia, delle specie cacciabili, delle giornate settimanali di caccia, dei periodi e gli orari di caccia, del carniere giornaliero e stagionale per specie; di cui al precedente punto b) entreranno in vigore soltanto dopo la ratifica di conformità da parte dell’assemblea dei soci. 21. Il Consiglio Direttivo svolge altresì tutti gli altri compiti che la normativa vigente o lo Statuto non attribuiscano ad altri organi e può delegare ai propri componenti l'esecuzione di specifiche attività. Art. 7 - L’Assemblea 1. Ai sensi dell'art. 32, comma 1, lett c) della LR 8/94 come modificata dalla LR 16/07, l'Assemblea è costituita dai cacciatori iscritti all'ATC, dai conduttori dei fondi agricoli inclusi nell'ATC, dagli iscritti alle Associazioni di protezione ambientale riconosciute ai sensi dell'art. 13 della Legge 349/1986 residenti nei Comuni inclusi nell'ATC. 2. L’Assemblea viene insediata dal Consiglio Direttivo uscente su convocazione del Presidente, previa deliberazione del Consiglio Direttivo. Successivamente è convocata almeno due volte all'anno dal Consiglio Direttivo e può altresì essere convocata su richiesta motivata per iscritto, con l’indicazione degli argomenti da porre in discussione, da almeno un decimo dei cacciatori iscritti ovvero da almeno un quarto dei componenti del Consiglio Direttivo o quando ne faccia richiesta il Collegio dei Revisori dei Conti. L'Assemblea può svolgersi anche al di fuori della sede sociale purché nella provincia territorialmente competente. 3. La convocazione dell'Assemblea viene effettuata, in caso di Assemblea generale tramite pubblicità a mezzo affissione presso la sede sociale dell'ATC, le sedi comunali delle Associazioni di categoria rappresentate nel consiglio direttivo e la sede municipale dei comuni compresi nel territorio dell’ATC almeno 15 giorni prima della data fissata per l'Assemblea, mentre nel caso di Assemblea dei delegati, tramite comunicazione postale o di posta elettronica almeno 15 giorni prima della data fissata per l'Assemblea, nonché mediante affissione presso la sede sociale. 4. a) Compiti dell'Assemblea: Approvazione dello Statuto e le sue modifiche; b) Approvazione del bilancio preventivo dell’esercizio successivo, eventuali variazioni del medesimo ed il bilancio consuntivo dell’esercizio precedente; c) dichiara la decadenza dei componenti del Consiglio direttivo su proposta del Consiglio 59 direttivo stesso; d) approva i regolamenti sull’attività venatoria e gestionale predisposti dal Consiglio; e) assume decisioni su ogni materia che le sia sottoposta dal Consiglio direttivo; f) approva tutti gli atti di amministrazione straordinaria compreso lo scioglimento dell’Associazione. I verbali dell’Assemblea straordinaria devono essere sottoscritti dal Presidente o dal Vicepresidente del Consiglio Direttivo. g) (elegge i delegati come propri rappresentanti;) (inserire solo in caso di Assemblea di delegati) 5. Per la validità delle riunioni assembleari occorre la maggioranza assoluta degli aventi diritto di voto in prima convocazione mentre in seconda convocazione, da effettuarsi dopo che siano trascorse almeno 24 ore dalla prima, la riunione è valida qualunque sia il numero dei presenti con diritto di voto. Le decisioni vengono assunte col voto favorevole della maggioranza assoluta dei presenti (2/3 dei presenti). 6. Le Assemblee sono presiedute dal Presidente del Consiglio Direttivo o dal Vicepresidente o da un Consigliere Delegato dal Consiglio. In mancanza fungerà da Presidente il componente dell’Assemblea designato dalla maggioranza dei presenti. Spetta al Presidente dell’Assemblea, con pieni poteri, dirigere e regolare la discussione e stabilire le modalità per le singole votazioni. Il Presidente nomina un Segretario; la redazione del verbale, anche nei casi non espressamente previsti dalla legge, può essere affidata a un notaio. Art. 8 - Il Collegio dei Revisori dei conti 1. Il Collegio dei Revisori dei conti è composto, ai sensi dell’art. 2397 del Codice civile, da 3 membri effettivi e da due supplenti, ed è nominato dal Consiglio Direttivo tra soggetti in possesso di adeguate competenze economico-contabili. Il Presidente, nominato all’interno dei 3 membri effettivi, deve essere iscritto all'Albo dei Revisori dei conti presso il Ministero di Grazia e Giustizia. 2. Il Collegio dei Revisori dei conti verifica la regolarità amministrativa e contabile della gestione dell'ATC effettuando, ogni trimestre, una verifica contabile ed amministrativa redigendo apposito verbale ed una relazione finale che diviene parte integrante del bilancio consuntivo. 3. I revisori possono assistere alle riunioni del Consiglio Direttivo e dell'Assemblea; restano in carica 5 anni e sono rinominabili. 4. Eventuali compensi e/o rimborsi spese per l’opera svolta dai Revisori saranno annualmente stabiliti dal Consiglio Direttivo. Art. 9 - Assemblea dei delegati (soppresso) Art. 10 - Modalità per la nomina del Consiglio Direttivo 1. Il Presidente dell’ATC almeno 90 giorni prima della scadenza del Consiglio Direttivo, da avvio alle procedure per il rinnovo del Consiglio tramite comunicazione postale alle Associazioni di categoria territorialmente interessate e alla Provincia e dandone anche pubblicità con le stesse modalità di convocazione dell’assemblea sociale. 2. Nei successivi 30 giorni le Associazioni interessate presentano all’ATC: a) le informazioni documentate, sottoscritte dal legale rappresentante, in merito alla propria natura, alle proprie finalità e alle proprie strutture organizzate sul territorio, nonché il quadro di rappresentatività, con particolare riguardo alla consistenza numerica, intesa come il numero dei soci aderenti al 31 dicembre dell’anno precedente ed in regola con i pagamenti delle quote associative, all’ampiezza e alla diffusione delle loro strutture organizzative, e all’attività svolta; 60 b) i nominativi dei designati in numero almeno pari al doppio del numero dei componenti del Consiglio Direttivo per la categoria di riferimento in ordine di priorità decrescente, la loro disponibilità alla nomina e allo svolgimento del relativo incarico e l’inesistenza di cause ostative. 3. Due o più Associazioni della stessa categoria possono concorrere congiuntamente all’assegnazione dei posti qualora presentino all’ATC entro i termini sopra previsti una dichiarazione di apparentamento. La dichiarazione recante la sottoscrizione congiunta dei legali rappresentanti delle Associazioni interessate, contiene l’impegno a partecipare unitariamente al procedimento per la nomina dei componenti il Consiglio Direttivo. Le Associazioni partecipanti al raggruppamento possono presentare congiuntamente i dati e le notizie indicati precedentemente. 4. In ogni caso entro i 30 giorni successivi alla scadenza del termine di cui al comma 2, il Presidente dell’ATC, verificato il possesso dei requisiti previsti all’art. 6 del presente statuto per i componenti il Consiglio, fa pervenire alla Provincia i dati, i documenti acquisiti e i nominativi designati dalle Associazioni. Art. 11 - Modalità per la nomina del Presidente 1. Il Presidente è nominato con votazione segreta fra i componenti del Consiglio Direttivo nel corso della riunione di insediamento, nel rispetto delle seguenti modalità: a) il componente più anziano d'età presiede la riunione per l'individuazione del Presidente, nomina un componente con funzioni di verbalizzante e 2 scrutatori, dichiara valida la seduta se presenti un numero di componenti del Consiglio pari alla maggioranza effettiva o in seconda convocazione qualunque sia il numero dei presenti; b) in caso di parità di voti a favore di due o più candidati è nominato Presidente del Consiglio Direttivo il candidato più anziano di età. Articolo 12 - Diritti e doveri dei cacciatori. Sanzioni. Controversie 1. Tutti i cacciatori iscritti all’ATC hanno diritto a: a) partecipare alle attività promosse dall’Associazione; b) ricoprire cariche associative; c) partecipare all’Assemblea con diritto di voto (direttamente o a mezzo delegati); d) prendere visione degli gli atti deliberativi e a specifica richiesta avanzata da almeno il 10 % degli iscritti della documentazione relativa alla gestione dell’Associazione con possibilità di ottenerne copia a proprie spese, esclusa la documentazione riguardante i dati personali degli iscritti. 2. Tutti i cacciatori iscritti all’ATC sono obbligati a: a) osservare il presente Statuto, i regolamenti interni e le deliberazioni legalmente adottate dagli organi sociali in applicazione al presente Statuto; b) mantenere un comportamento degno e coerente con gli scopi e i valori dell’Associazione, richiamati nel presente Statuto; c) partecipare, nella misura delle proprie possibilità, alle attività dell’Associazione. d) L’Associazione, gli iscritti e gli aventi diritto al voto si impegnano a non adire, per tutto quanto ha relazione con l’attività dell’Associazione, per ogni controversia relativa alla interpretazione del presente statuto e dei regolamenti interni o per qualunque altra causa che abbia attinenza con la vita dell’Associazione, alcune altre autorità, all’infuori di un Collegio Arbitrale che giudicherà in modo irrituale e del quale accettano preventivamente ogni deliberato, salvo il diritto da parte dell’Associazione al recupero dei crediti nei confronti degli iscritti morosi, anche con mezzi legali. Restano escluse dal giudizio arbitrale i ricorsi demandati per legge agli enti preposti in materia venatoria.Il Collegio Arbitrale sarà 61 composto da tre membri di cui uno nominato dal Consiglio Direttivo, uno nominato dalla parte ricorrente ed il terzo con funzioni di Presidente dalla Provincia di Reggio Emilia. 3. Oltre a quanto previsto dall'art. 61, comma 3, della LR 8/1994 come modificata dalla LR 16/2007, ai cacciatori iscritti che trasgrediscono agli obblighi fissati dal presente Statuto, il Consiglio Direttivo dell'ATC applica la seguente sanzione disciplinare: gravi e ripetute violazioni di cui all’art. 61 comma 1 lettere z), aa) della LR 8/1994 come modificata dalla LR 16/2007: sospensione della possibilità di esercitare la caccia nell'ATC RE 01 Pianura Ovest per 6 giornate di effettivo esercizio venatorio a partire dall’apertura della stagione venatoria successiva alla selvaggina stanziale. In caso di recidiva l’attività venatoria alla selvaggina stanziale è preclusa per 10 giornate. - Le sanzioni comminabili nella o nelle annate successive non decadranno in caso di mancata iscrizione nell’annata/e in cui ricade la sanzione e saranno applicate comunque nella prima annata di iscrizione utile successiva. - Art. 13 - Condizioni di iscrizione e di ammissione dei cacciatori. Sanzioni 1. Per le condizioni di iscrizione e di ammissione dei cacciatori si fa riferimento alla direttiva regionale di cui all’art. 35 comma 1 della LR 8/1994 come modificata dalla LR 16/2007. 2. Oltre a quanto previsto dall'art. 61, comma 3, della LR 8/1994 come modificata dalla LR 16/2007, ai cacciatori iscritti che trasgrediscono agli obblighi fissati al precedente comma 1, il Consiglio Direttivo dell'ATC applica le seguenti sanzioni disciplinari: a) mancato rispetto dei termini previsti per il pagamento della quota annua di iscrizione comporta la sospensione della possibilità di esercitare la caccia nell'ATC RE 01 Pianura Ovest per un periodo determinato in relazione all’entità del ritardo e precisamente: ritardo non superiore a 30 giorni al termine fissato, sospensione dell’attività venatoria per n. 1 giornata di effettivo esercizio venatorio a partire dall’apertura della stagione venatoria alla selvaggina stanziale a cui si riferisce il pagamento; ritardo non superiore a 60 giorni al termine fissato, sospensione dell’attività venatoria per n. 2 giornate di effettivo esercizio venatorio a partire dall’apertura della stagione venatoria alla selvaggina stanziale a cui si riferisce il pagamento; ritardo superiore a 60 giorni al termine fissato, sospensione dell’attività venatoria per n. 3 giornate di effettivo esercizio venatorio a partire dall’apertura della stagione venatoria alla selvaggina stanziale a cui si riferisce il pagamento; b) mancato rispetto dei termini previsti per il pagamento del contributo annuo, commisurato alle spese di gestione e di organizzazione in rapporto alle opere di prevenzione e salvaguardia ambientale messe in atto, che ogni cacciatore di ungulati deve versare per esercitare tale caccia (comma 7 lettera b) dell'art. 56 della LR 8/1994 come modificata dalla LR 16/2007): sospensione della possibilità di esercitare la caccia nell'ATC per un numero di giornate così come previsto al precedente punto a); c) mancato rispetto dei termini previsti per il pagamento del contributo annuo che ogni cacciatore di ungulati deve versare per esercitare la caccia in mobilità controllata al di fuori dell’ATC di appartenenza (comma 4 dell’art 36bis della LR 8/1994 come modificata dalla LR 16/2007): sospensione della possibilità di esercitare la caccia nell'ATC per un numero di giornate così come previsto al precedente punto a). 62 TITOLO III PATRIMONIO SOCIALE Art. 14 - Patrimonio dell’ATC 1. Il patrimonio dell’ATC è indivisibile, sia durante la vita dell’Associazione che in caso di suo scioglimento, ed è costituito: a) dal Fondo di dotazione costituito dai conferimenti in denaro versati dagli iscritti; dai beni mobili e immobili di proprietà dell’Associazione o che potranno essere acquistati e/o acquisiti da lasciti e donazioni; b) c) da contributi, erogazioni, lasciti e donazioni di enti e soggetti pubblici e privati; d) da eventuali fondi di riserva costituiti con le eccedenze di bilancio. Art. 15 - Risorse economiche 1. L’ATC trae le sue risorse economiche per il funzionamento da: a) quote associative annuali; b) contributi degli aderenti e/o di privati; c) contributi dello Stato, di enti ed istituzioni pubbliche; d) contributi di organismi internazionali; e) rimborsi derivanti da convenzioni; 2. Tutte le entrate saranno destinate alla realizzazione delle finalità dell’associazione. Art. 16 - Bilancio preventivo e consuntivo d’esercizio 1. L’esercizio sociale ha inizio il 1° gennaio e termina il 31 dicembre di ogni anno. 2. Entro il quarto mese dell’anno successivo alla chiusura dell’esercizio, il Consiglio Direttivo sottopone il bilancio consuntivo all’approvazione dell’Assemblea unitamente ad eventuali variazioni del bilancio preventivo. 3. Il Consiglio direttivo redige il bilancio preventivo dell'esercizio, e lo sottopone all’approvazione dell’Assemblea entro il mese di dicembre dell’anno precedente. 4. E' fatto divieto di distribuire, anche in modo indiretto, utili o avanzi di gestione ai soci, nonché fondi, riserve o capitale salvo che la diversa destinazione sia imposta dalla legge. Gli eventuali avanzi di gestione saranno destinati unicamente alle attività istituzionali dell'associazione. 5. TITOLO IV SCIOGLIMENTO E LIQUIDAZIONE Art. 17 - Liquidazione e devoluzione del patrimonio sociale 1. In caso di scioglimento dell'associazione per qualunque causa, verranno nominati uno o più liquidatori muniti dei necessari poteri. 2. Il patrimonio residuo al termine della liquidazione, sarà devoluto ad enti aventi finalità analoghe alla medesima o a fini di pubblica utilità, escludendo qualsiasi rimborso agli iscritti. 3. In caso di eventuale accorpamento di ATC il capitale sociale entrerà a far parte della nuova associazione. 63 TITOLO VI DISPOSIZIONI GENERALI Art. 18 - Incompatibilità del Presidente e dei Componenti il Consiglio direttivo 1. Coloro che ricoprono le cariche di Presidente o di componente del Consiglio direttivo dell’ATC, non possono instaurare con l'ATC, alcun rapporto economico connesso con le proprie attività commerciali, industriali o professionali. Art. 18 bis - Responsabilità L’Associazione non assume alcuna responsabilità per gli eventuali incidenti derivati dagli iscritti in qualunque modo, durante lo svolgimento delle attività sportive e ricreative, e comunque durante la permanenza nell’ambito dell’Associazione, come pure non risponde degli eventuali danni arrecati a terzi o a cose di terzi da parte degli iscritti nell’esercizio delle attività. Per gli invitati, la responsabilità relativa nei confronti dell’Associazione, è assunta dall’iscritto che ha effettuato l’invito. Art. 19 - Norme transitorie e finali 1. Ogni revisione del presente statuto dovrà essere adottata nel rispetto delle disposizioni dei commi 4 e 5 dell'art. 32 della LR 8/1994 come modificata dalla LR 16/2007. 2. Lo statuto, una volta divenuto esecutivo, viene pubblicato all’albo pretorio della Provincia ed affisso nei locali della sede dell’ATC, nonché all’albo pretorio dei Comuni ricompresi nell’ATC. 3. Per quanto non espressamente previsto dal presente statuto, si rinvia alle norme del Codice Civile e delle altre leggi in materia. 64 ALLEGATO B - REGOLAMENTO DI GESTIONE CATTURA E LANCIO FAUNA SELVATICA Art.1 Art.2 Art.3 Art.4 Art.5 Art.6 Art.7 Art.8 Art.9 Art.10 Art.11 Art.12 Art.13 Art.14 Art.15 Art.16 Art.17 Art.18 Le operazioni di cattura sono organizzate dal Consiglio Direttivo in stretta collaborazione con gli Operatori Faunistici incaricati della gestione delle Z.R.C. o altri istituti di protezione, ed effettuate con la partecipazione dei cacciatori iscritti. Le operazioni di cattura (lepre) sono richieste dal Consiglio Direttivo a tutti i cacciatori iscritti, come partecipazione all’attività dell’Associazione (art.12 comma 2 lettera c) del vigente Statuto) in numero minimo di 6 (sei), di cui 4 (quattro) da effettuarsi obbligatoriamente nelle Z.R.C. (zone di ripopolamento e cattura). Le operazioni di cattura (fagiano) sono richieste dal Consiglio Direttivo, visto la specificità, agli Operatori Faunistici o altri cacciatori iscritti incaricati dal Consiglio stesso, come partecipazione all’attività dell’Associazione (art.12 comma 2 lettera c) del vigente Statuto), i quali dovranno dare la loro disponibilità per tutta la durata delle operazioni. I cacciatori iscritti che partecipano alle operazioni di cattura richieste dal Consiglio Direttivo, potranno godere di una riduzione della quota annuale di iscrizione alla stagione venatoria successiva, pari ad un importo che sarà determinato e deliberato dal Consiglio stesso. Ai cacciatori che hanno compiuto 75 (settantacinque) anni o che devono esercitare il primo anno di attività venatoria, non sono richieste da parte del Consiglio Direttivo prestazioni per operazioni di cattura, ma possono comunque parteciparvi. Le operazioni preparatorie delle catture (es. posa picchetti) non costituiscono partecipazione per la riduzione della quota annuale di iscrizione. La partecipazione alle operazioni di cattura saranno certificate su apposito tesserino rilasciato dal personale addetto dall’ATC RE 01. Il tesserino è personale e non cedibile; dovrà essere consegnato al personale addetto dell’ATC RE 01 al posto di ritrovo prima dell’inizio delle operazioni di cattura, e sarà restituito al diretto interessato solamente al loro termine. Le operazioni di cattura si svolgeranno secondo il “calendario catture” predisposto dal Consiglio Direttivo o nell’osservanza di altre disposizioni predisposte dallo stesso, generate da maltempo o da esigenze organizzative. Le operazioni di cattura inizieranno alle ore 6,30 per la stesura delle reti e alle ore 8,00 proseguiranno con la battuta. Sono garantite dal Consiglio Direttivo, salvo l’impraticabilità del terreno, le operazioni di cattura nelle Z.R.C.; per le operazioni di cattura in Z.T.F.(zone di titela faunistica) o O.S.(ordinanza sindacale), anche se previste in calendario, saranno effettuate solo se ne sussistono ancora le condizioni di consistenza determinate da censimenti o in qualsiasi altro caso di stretta necessità. L’immissione di fauna selvatica proveniente da operazioni di cattura o da allevamenti, sarà effettuata per conto dell’ATC RE 01 nel territorio di competenza da cacciatori iscritti incaricati dal Consiglio Direttivo. Gli incaricati effettueranno il trasporto della fauna selvatica a titolo gratuito nell’ambito dell’attività di volontariato a favore dell’Associazione, con utilizzo di mezzi propri. Gli incaricati nello svolgimento delle operazioni di immissione si atterranno scrupolosamente ai regolamenti regionali, provinciali nonché ad ogni disposizione e/o regolamento impartito dall’ATC RE 01(es. verbale di lancio). Gli incaricati esonerano l’ATC RE 01 da ogni responsabilità per danni anche di natura fortuita a sé, persone e/o cose che dovessero derivare dallo svolgimento dell’attività di cui sopra. Gli incaricati esonerano l’ATC RE 01 da ogni responsabilità sanzionatoria derivante dalla mancata inosservanza delle disposizioni legislative in materia venatoria e della legge in generale. Gli incaricati alle immissioni di fauna selvatica dovranno provvedere a sottoscrivere il documento di “dichiarazione di responsabilità” predisposto dall’ATC RE 01. Gli incaricati alle immissioni dovranno dotarsi di casse proprie per il trasporto della fauna selvatica, fatte salve diverse disposizioni impartite, quando necessario, dal Consiglio Direttivo. 65 ALLEGATO C - REGOLAMENTO DI GESTIONE DELLA ZAC MALASPINA Art.1 Art.2 Art.3 Art.4 Art.5 Art.6 Art.7 Art.8 Art.9 Art.10 Art.11 Art.12 Art.13 Art.14 Art.15 Art.16 Art.17 Art.18 Art.19 Art.20 Art.21 L’addestramento dei cani è consentito dal 1 gennaio al 31 dicembre di ogni anno, ad eccezione dei seguenti periodi: sospensione dell’addestramento dei cani dal 15 Aprile al 15 Luglio di ogni anno (Art.45 comma 8, L.R. 8/94 e s.m.); sospensione dell’addestramento dei cani dal 1 Settembre al 15 Dicembre di ogni anno. L’addestramento dei cani è consentito dall’alba al tramonto di ogni giorno, escluso il Venerdì. L’ addestramento dei cani è comunque vietato durante tutto il periodo dell’esercizio della caccia alla selvaggina stanziale. L’addestramento dei cani è vietato all’interno della scarpata che delimita l’alveo del fiume Po, del torrente Crostolo, nelle spiagge e nelle lanche fluviali. L’addestramento dei cani è vietato in tutti gli habitat di interesse comunitario individuati nella Carta degli Habitat. L’addestramento dei cani è vietato nelle zone di rispetto temporaneo delimitate da bandella biancorossa per un raggio di 50 metri da eventuali siti di nidificazione di Ardeidi coloniali o rapaci diurni. L’addestramento dei cani è suddiviso in due turni settimanali dal Lunedì al Giovedì o dal Sabato alla Domenica, è consentito esclusivamente ai titolari dell’autorizzazione che è strettamente personale e non cedibile. L’autorizzazione ha validità annuale, dal 1 gennaio al 31 dicembre di ogni anno ed è rilasciata dal Consiglio Direttivo ai soli iscritti all’ ATC RE 01 Pianura Ovest. Ogni iscritto potrà essere in possesso di una sola autorizzazione annuale, corrispondente ad uno dei due turni settimanali indicati all’art.7. Ogni autorizzato potrà addestrare fino ad un massimo di due cani nelle giornate di Sabato, Domenica e Festivi, e quattro cani nelle restanti giornate, purché regolarmente iscritti all’anagrafe canina. Chiunque venga sorpreso ad addestrare cani all’interno del campo privo di autorizzazione sarà sanzionato ai sensi delle leggi vigenti. E’ obbligo del titolare dell’autorizzazione mostrare, se richiesto, agli agenti dell’U.O.Vigilanza Provinciale, alle GG.VV. preposte al controllo e agli incaricati della gestione, l’autorizzazione ed un documento di riconoscimento. L’addestramento dei cani è sospeso quando il territorio è in tutto o nella maggior parte coperto di neve, in caso di alluvioni, esondazioni o incendi, ed ogni qualvolta il Consiglio Direttivo, per fini gestionali, di tutela delle coltivazioni agricole e della fauna, lo ritenga opportuno esponendo idonea tabellatura. Ogni possessore dell’autorizzazione è personalmente responsabile di ogni eventuale danno arrecato (anche dall’ausiliare) a terzi, a cose, a fauna selvatica, a produzioni agricole ed è tenuto al risarcimento del danno. E’severamente vietato disperdere rifiuti di ogni tipo all’interno della zona di addestramento. E’ vietato accedere all’interno della zona addestramento cani con mezzi motorizzati. Le specie di fauna selvatica proveniente da catture o allevamenti che possono essere immesse nella zona sono le seguenti: lepre, fagiano, starna, pernice rossa, quaglia. In caso di presenza all’interno della zona di addestramento di selvaggina in un numero tale da arrecare danni alle produzioni agricole, in via preventiva il Consiglio Direttivo può effettuare operazioni di cattura e successiva immissione nei territori di competenza. L’entità del contributo economico per il rilascio dell’autorizzazione è deliberato dal Consiglio Direttivo. Il Consiglio Direttivo può proporre all’Assemblea dei soci modifiche da apportare al presente regolamento di Gestione. Spetta solo al Consiglio Direttivo delegare le proprie funzioni operative ad un eventuale Comitato Esecutivo. 66 Art.22 Il possesso dell’autorizzazione implica la conoscenza, l’accettazione ed il rispetto del presente regolamento. 67 ALLEGATO D - REGOLAMENTO DI GESTIONE DELLA CAC PONTE ALTO Art.1 Art.2 Art.3 Art.4 Art.5 Art.6 Art.7 Art.8 Art.9 Art.10 Art.11 Art.12 Art.13 Art.14 Art.15 Art.16 Art.17 Art.18 L’addestramento dei cani è consentito dal 1 gennaio al 31 dicembre di ogni anno. L’addestramento dei cani è consentito dalle ore 6,00 alle ore 20,00 di ogni giorno, previa prenotazione del turno anche a mezzo telefonico, presso l’ufficio ATC RE 01 nei giorni di apertura . Il turno ha una durata massima di due ore consecutive. L’addestramento è consentito esclusivamente ai titolari dell’autorizzazione che è strettamente personale e non cedibile. L’autorizzato ha l’obbligo di annotare il giorno e l’ora del turno di addestramento regolarmente prenotato, nell’apposito spazio predisposto sull’ autorizzazione. L’autorizzazione ha validità annuale, dal 1 gennaio al 31 dicembre di ogni anno, è rinnovabile ed è rilasciata dal Consiglio Direttivo ATC RE 01 Pianura Ovest. Ogni autorizzato potrà addestrare solo ed esclusivamente cani da seguita, fino ad un massimo di due cani per turno, di età non superiore a 18 mesi, purchè regolarmente iscritti all’anagrafe canina. Chiunque venga sorpreso ad addestrare cani all’interno del campo privo di autorizzazione sarà sanzionato ai sensi delle leggi vigenti. E’ obbligo del titolare dell’autorizzazione mostrare, se richiesto, agli agenti dell’U.O. Vigilanza Provinciale, alle GG.VV. preposte al controllo e agli incaricati della gestione, l’autorizzazione ed un documento di riconoscimento. L’addestramento dei cani è sospeso quando il territorio è in tutto o nella maggior parte coperto di neve, in caso di alluvioni, esondazioni o incendi, ed ogni qualvolta il Consiglio Direttivo, per fini gestionali, di tutela delle coltivazioni agricole e della fauna, lo ritenga opportuno esponendo idonea tabellatura. Ogni possessore dell’autorizzazione è personalmente responsabile di ogni eventuale danno arrecato (anche dall’ausiliare) a terzi, a cose, a fauna selvatica, a produzioni agricole ed è tenuto al risarcimento del danno. E’severamente vietato disperdere rifiuti di ogni tipo all’interno del campo. La specie di fauna selvatica proveniente da catture o allevamenti che può essere immessa nel campo è la lepre. In caso di presenza all’interno del campo di addestramento di selvaggina in un numero tale da arrecare danni alle produzioni agricole, in via preventiva il Consiglio Direttivo può effettuare operazioni di cattura e successiva reimmissione nei territori di competenza. L’entità del contributo economico per il rilascio dell’autorizzazione è deliberato dal Consiglio Direttivo. Il Consiglio Direttivo può proporre all’Assemblea dei soci modifiche da apportare al presente regolamento di Gestione. Spetta solo al Consiglio Direttivo delegare le proprie funzioni operative ad un eventuale Comitato Esecutivo. Il possesso dell’autorizzazione implica la conoscenza, l’accettazione ed il rispetto del presente regolamento. 68 ALLEGATO E- REGOLAMENTO DI GESTIONE DELL’ATTIVITA’ DEI COADIUTORI REGOLAMENTO DI GESTIONE DELLE ATTIVITA’ DEI COADIUTORI PER IL CONTROLLO DELLE SPECIE OGGETTO DI LIMITAZIONE NUMERICA O DISSUASIONE PREMESSA L’art. 19 della Legge 11/02/1992 n°157 prevede per le Regioni la facoltà di effettuare piani di limitazione delle specie di fauna selvatica in esubero per la migliore gestione del patrimonio zootecnico, per la tutela del suolo, per motivi sanitari, per la selezione biologica, per la tutela delle produzioni zoo-agro-forestali ed ittiche, alla condizione che il competente Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica (INFS), ora ISPRA ai sensi dell’art. 28 comma 4 della Legge 6/08/2008 n° 133, abbia verificato l’inefficacia di metodi ecologici, esprimendo quindi un parere sulla proposta di controllo avanzata. La Regione Emilia-Romagna delega alle Province le funzioni di cui al punto precedente secondo quanto stabilito dall’art. 16 della legge regionale 15/02/1994 n° 8 del e succ. modifiche ed integrazioni. Le Province, al fine di contenere i danni alle colture o attività agricole, promuovono negli ambiti di propria competenza interventi di prevenzione, compresi i piani di controllo. I piani di controllo attivi nella provincia di Reggio Emilia vengono effettuati con la collaborazione di coadiutori, cacciatori di selezione e dagli agricoltori che, come previsto dall’ art. 16 della citata L.R. 8/94 e dalla Delibera di Giunta Regionale 1104/2005 “Approvazione delle nuove direttive relative ai corsi di gestione faunistica di cui alla L.R. 8/94 art. 16 comma 3 e revoca delle direttive precedenti emanate con Deliberazioni n° 878/1995 e n° 1068/1998”, vengono autorizzati dalla Provincia. Il vigente Piano Faunistico Venatorio Provinciale, approvato con atto deliberativo del Consiglio Provinciale con atto n. 22 del 30/04/2008, ha tra gli obiettivi prioritari la difesa delle produzioni agricole. Come previsto dalla DGR n. 1724/2003, possono richiedere gli interventi di controllo le aziende agricole ricadenti nel territorio di competenza dell’ATC. ART. 1 I coadiutori autorizzati dalla Provincia di Reggio Emilia (di seguito denominata Provincia) sulla base del presente regolamento ed attivati per svolgere azioni di controllo nell’ATC RE 01 Pianura Ovest, con sede a Poviglio (RE) in via De Amicis n. 13 (di seguito denominato ATC) sono inseriti in un apposito elenco, disponibile per chi ne ha titolo presso la sede dell’ATC. ART. 2 Il reclutamento dei coadiutori di cui all’art. 1 e il loro coordinamento nell’esecuzione delle attività di controllo sono di competenza dell’ATC. ART. 3 L’obiettivo prioritario dell’organizzazione delle attività dei coadiutori è la massima efficienza (miglior rapporto tra costi e benefici) nel raggiungimento dell’obiettivo specifico che sta alla base del piano di controllo stesso e nel rispetto delle prescrizioni e dei limiti stabiliti nelle autorizzazioni dei singoli coadiutori. 69 ART. 4 L’organizzazione delle attività dei coadiutori per le specie oggetto di controllo è basata su unità territoriali intercomunali (Distretti), suddivisi a sua volta in Aree di estensione territoriale coincidenti esattamente o per la maggior parte alle superfici dei comuni inclusi. I Distretti sono individuati con l’obiettivo di ottimizzare l’efficienza gestionale. A ciascun coadiutore sarà pertanto assegnato dall’ATC un Distretto di competenza, all’interno del quale dovrà svolgere la sua attività. ART. 5 Sono da considerarsi esclusi da detti limiti territoriali i componenti del corpo del servizio di vigilanza volontaria dell’ATC, i capisquadra e conduttori di cani per l’intervento in tana autorizzati all’attuazione del piano di controllo alla specie volpe, la cui operatività è da ritenersi valida su tutto il territorio dell’ATC. ART. 6 Per il coordinamento delle attività dei coadiutori afferenti ad un Distretto è individuato un responsabile di Distretto, da parte dell’ATC. Entro il 28 Febbraio di ogni anno l’ATC dovrà inviare alla Provincia l’elenco dei responsabili per Distretto, che avranno il compito di organizzare ed ottimizzare il lavoro di un gruppo di coadiutori che agirà in una certa unità territoriale. Il responsabile di Distretto si rapporterà per la propria attività con il Responsabile della gestione dei piani di controllo delegato dal Consiglio Direttivo, la cui funzione principale oltre alla gestione sarà quella di mantenere i rapporti tra ATC e Provincia. Qualora si accerti a carico del responsabile di Distretto inerzia o negligenza si provvederà alla sua sostituzione, anche a seguito di segnalazione da parte della Provincia. ART. 7 La mobilità tra Distretti non è consentita, ad eccezione di situazioni che richiedano un intervento urgente, anche su segnalazione della Provincia, non garantito dagli operatori competenti per quel territorio. In tal caso l’Ufficio centrale dell’ATC per mezzo del proprio Responsabile della gestione dei piani ed i responsabili dei Distretti coinvolti potranno concordare una movimentazione inter-distrettuale per quei soggetti specificatamente chiamati a svolgere l’intervento. ART. 8 Sarà compito dell’ ufficio centrale dell’ATC per mezzo del proprio Responsabile della gestione dei piani raccogliere le richieste di intervento da parte di proprietari/conduttori di aziende agricole esposte al rischio di danneggiamento da parte di specie di fauna selvatica oggetto di piani di limitazione numerica e comunque da chi avendone titolo ne faccia richiesta, e darne comunicazione al responsabile di Distretto. ART. 9 I rapporti con la Provincia nell’ambito dell’organizzazione delle attività dei coadiutori devono essere improntati alla condivisione delle linee operative, al tempestivo passaggio delle informazioni e dei ruoli stabiliti al fine di potenziare l’efficacia degli interventi e incrementare la capacità di operare in ottica di prevenzione. ART. 10 70 Ogni coadiutore dovrà rendicontare all’ATC alla fine di ogni mese le uscite e i risultati conseguiti. ART. 11 L’ATC si riserva la facoltà di escludere dall’elenco dei coadiutori da proporre alla Provincia per l’autorizzazione, quei soggetti che nell’annualità in corso abbiano dato prova di negligenza, inerzia o cattiva fede, e nello specifico nel caso in cui ripetutamente rispondano negativamente alla chiamata di intervento del responsabile di Distretto, o pur garantendo la propria disponibilità non si presentino in sede di intervento, creando disagi nell’organizzazione delle operazioni. L’ATC si riserva di segnalare alla Provincia comportamenti particolarmente gravi che possano far valutare la revoca dell’autorizzazione ai piani di controllo. ART. 12 L’ATC destinerà specifiche risorse per l’acquisto dei materiali necessari all’attuazione dei piani di controllo (munizioni, trappole, corpetti ad alta visibilità, ecc.). I materiali necessari saranno tenuti a disposizione dei coadiutori, di cui all’elenco previsto all’articolo 1, in relazione a specifiche e comprovate necessità sottoposte alla verifica e all’approvazione da parte del Responsabile della gestione dei piani di controllo, coadiuvato dai responsabili di Distretto. ART. 13 L’attività dei coadiutori è svolta a titolo di volontariato a favore dell’associazione e non potrà mai configurare un rapporto di lavoro dipendente e/o assimilato, con implicita rinuncia, all’atto dell’accettazione dell’incarico, ad ogni forma di retribuzione. Ai coadiutori potrà essere concesso un rimborso delle spese vive sostenute per l’attuazione dei piani di controllo, il cui importo sarà determinato di anno in anno dal Consiglio Direttivo. ART. 14 I coadiutori per essere inseriti nell’elenco per l’autorizzazione devono alternativamente: 1) E ssere iscritti all’ATC; 2) D epositare presso l’ufficio ATC copia dell’attestato di abilitazione conseguito; 3) E ssere componenti del corpo del servizio di vigilanza venatoria volontaria dell’ATC o di Associazioni le quali abbiano siglato apposito accordo di vigilanza con l’ATC. ART. 15 Il coadiutore faunistico durante l’attuazione dei piani di controllo, dovrà attenersi scrupolosamente alle leggi vigenti ed ai regolamenti in materia oltre a quanto disposto dalla Provincia e dall’ATC in qualunque modo impartito, facendosi comunque carico di ogni eventuale sanzione, multa, penalità. ART. 16 Il coadiutore inoltre nell’attuazione dei piani di controllo è unico responsabile per danni di qualsiasi natura e causa dallo stesso procurati anche per evento fortuito, arrecati a persone, cose e/o terzi in genere e per questo esonerando e manlevando espressamente l’ATC. 71