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ATC RE1 Pianura Ovest

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ATC RE1 Pianura Ovest
ATC RE1
Pianura Ovest
Programma annuale degli interventi
2014
INDICE
INDICE................................................................................................................................................... 1
1. PARTE CONSUNTIVA......................................................................................................................... 2
1.1. ORGANIZZAZIONE TERRITORIALE .............................................................................................. 2
1.2. VALUTAZIONE QUALI-QUANTITATIVA DELLE PRESENZE FAUNISTICHE ..................................... 4
1.2. ATTIVITÀ DI MIGLIORAMENTO AMBIENTALE ............................................................................ 8
1.3. PROGRAMMAZIONE DELLE PRESENZE FAUNISTICHE ................................................................ 9
1.4. ATTIVITÀ DI PREVENZIONE E RISARCIMENTO DEI DANNI CAUSATI DALLA FAUNA SELVATICA
......................................................................................................................................................... 10
1.5. PRELIEVO VENATORIO ED ORGANIZZAZIONE DEL PERSONALE VOLONTARIO ........................ 13
1.6. CONTROLLO DELLE SPECIE SELVATICHE................................................................................... 16
1.6.1 VOLPE ..................................................................................................................................... 16
METODI D’INDAGINE ....................................................................................................................................... 17
MONITORAGGIO E PIANO DI CONTROLLO ................................................................................................... 17
GESTIONE DATI ............................................................................................................................................. 18
RISULTATI......................................................................................................................................................... 19
MONITORAGGIO .......................................................................................................................................... 19
PIANO DI CONTROLLO .................................................................................................................................. 25
CONCLUSIONI .................................................................................................................................................. 29
1.6.2 ALTRE SPECIE .......................................................................................................................... 30
1.6.3 ORGANIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ DEI COADIUTORI ............................................................. 36
1.7. MONITORAGGIO SANITARIO DELLA SELVAGGINA CACCIATA ................................................. 38
2. PARTE PROGRAMMATICA .............................................................................................................. 39
2.1. ANALISI AMBIENTALE, ARTICOLAZIONE TERRITORIALE E CALCOLO DELLA CAPIENZA DELL’ATC
......................................................................................................................................................... 39
2.1.1. AREE DI RISPETTO ................................................................................................................. 41
2.1.2. CALCOLO DELLA CAPIENZA DELL’ATC ................................................................................... 42
2.2. VALUTAZIONE QUALI-QUANTITATIVA DELLE PRESENZE FAUNISTICHE ................................... 43
2.3. ATTIVITÀ DI MIGLIORAMENTO AMBIENTALE .......................................................................... 44
2.4. PROGRAMMAZIONE DELLE PRESENZE FAUNISTICHE. ............................................................. 46
2.5. ATTIVITÀ DI PREVENZIONE E RISARCIMENTO DANNI CAUSATI DALLA FAUNA SELVATICA. ... 47
2.6. PRELIEVO VENATORIO ED ORGANIZZAZIONE DEL PERSONALE VOLONTARIO. ....................... 48
2.7. CONTROLLO DELLE SPECIE SELVATICHE. ................................................................................. 51
2.8. MONITORAGGIO SANITARIO DELLA SELVAGGINA CACCIATA ................................................. 52
3. ALLEGATI ........................................................................................................................................ 53
ALLEGATO A - STATUTO ................................................................................................................ 53
ALLEGATO B - REGOLAMENTO DI GESTIONE CATTURA E LANCIO FAUNA SELVATICA................... 65
ALLEGATO C - REGOLAMENTO DI GESTIONE DELLA ZAC MALASPINA ........................................... 66
ALLEGATO D - REGOLAMENTO DI GESTIONE DELLA CAC PONTE ALTO ......................................... 68
ALLEGATO E- REGOLAMENTO DI GESTIONE DELL’ATTIVITA’ DEI COADIUTORI ............................. 69
1
1. PARTE CONSUNTIVA
1.1. ORGANIZZAZIONE TERRITORIALE
Il territorio di competenza dell’ATC RE1 Pianura ovest è suddiviso in unità territoriali di gestione
(UTG), che rappresentano le porzioni di territorio a cui riferire le informazioni faunistiche e
gestionali di maggior dettaglio, in termini di scala geografica. Sono state definite un totale di 143
“tessere territoriali”, le cui dimensioni variano tra i 100 ed i 1.000 ettari. Le unità sono identificate
da un codice alfa-numerico e da un toponimo, così da risultare di facile utilizzo sia nella fase di
raccolta dei dati da parte degli operatori impegnati sul campo sia nella fase di archiviazione e
organizzazione degli stessi. Di seguito viene fornita la carta tematica.
2
FIG. 1 – Parcellizzazione del territorio dell’ATC RE1.
3
1.2. VALUTAZIONE QUALI-QUANTITATIVA DELLE PRESENZE FAUNISTICHE
Il territorio dell’ATC RE1 Pianura ovest è interamente inserito nel Comprensorio Omogeneo 1, ai
sensi del Piano Faunistico-Venatorio Provinciale vigente.
Per quanto attiene i Mammiferi il comprensorio si caratterizza per la presenza di un ridotto
numero di specie, appartenenti per lo più alla micro e mesomammalofauna, mentre risultano
assenti i taxa di maggiori dimensioni segnalati in provincia.
Perciò, a fianco di vertebrati quali il capriolo, la lepre, la volpe, il tasso etc., molti dei quali
distribuiti in modo discontinuo, talvolta per ragioni di tipo gestionale (es. lepre), talvolta per
questioni connesse all’effettiva qualità ambientale del comparto in esame (es. capriolo),
compaiono gruppi quali: Erinaceomorfi (es. riccio europeo), Soricomorfi (es. toporagni), Roditori
con abitudini fossorie (es. arvicole) e Chirotteri (es. pipistrello comune).
Riguardo gli Uccelli invece, la situazione si presenta decisamente più interessante, complice la
presenza di zone umide, diffuse sovente in corrispondenza delle aste fluviali, alcune delle quali
riconosciute dall’Unione Europea (ZPS e SIC). L’avifauna che frequenta il comprensorio e l’ATC RE1
comprende Taxa con abitudini acquatiche (ardeidi, anatidi, limicoli), ma anche diversi rapaci diurni
e notturni, nonché un nutrito numero di passeriformi tipici degli agro-ecosistemi (es. averla
piccola, saltimpalo, allodola).
Le specie di interesse gestionale, in particolare lepre e fagiano, essendo oggetto di conteggi
annuali delle popolazioni e di operazioni di cattura, permettono una valutazione quantitativa delle
presenze nel territorio ATC. Le operazioni di stima numerica hanno previsto più ripetizioni, allo
scopo di approfondire lo stato delle conoscenze sul reale andamento demografico delle due specie
nei diversi istituti. In particolare, i risultati dei conteggi autunnali hanno evidenziato un netto calo
delle consistenze della lepre negli ambiti di produzione, restituendo valori di densità che non
consentivano, fatta eccezione per la Z.R.C. Barigazzo, di autorizzare catture con successiva
traslocazione, come previsto dal vigente Piano Faunistico-Venatorio Provinciale. Pertanto il
Consiglio Direttivo, sulla scorta dei risultati dei conteggi e delle indicazioni contenute nell’atto
dirigenziale della Provincia nel quale si autorizzava la cattura di 35 capi nella sola ZRC Barigazzo
(l’unica a presentare densità superiore ai 15 capi/100 ettari, e cioè 17,2 capi/100 ettari), ha
ritenuto opportuno per la stagione 2013/14 non procedere a catture del lagomorfo. In questo
modo, nel corso dell’annualità in corso potrà essere monitorato l’andamento demografico della
lepre, svolte le necessarie indagini volte a far luce sulle cause del drastico calo a cui si è assistito,
e sarà favorito un recupero delle presenze eventualmente sfruttabile in occasione delle catture in
programma per la stagione 2014/15.
Per quanto riguarda il fagiano, nella definizione del programma delle catture 2013/2014 in sede di
Consiglio Direttivo si è ritenuto opportuno, sulla base dei dati di consistenza raccolti, selezionare
gli istituti realmente in grado di soddisfare numericamente le operazioni di cattura, ponderare il
numero dei capi prelevati su valori inferiori alle previsioni, ed effettuare le operazioni di cattura su
porzioni territoriali inferiori rispetto all’anno passato, allo scopo di preservare sul territorio nuclei
riproduttivi. Anche a seguito di queste scelte, le rese di cattura nel 2013/14 sono risultate
nettamente inferiori a quelle dell’anno passato.
Rispetto al 2012/2013, le operazioni di cattura per l’annualità appena conclusa hanno registrato
per il fagiano un calo del catturato totale del 77%, ed in particolare per la ZRC Barigazzo – 62%, per
la ZRC Ponte Alto – 89%, per la ZRC Santa Croce – 88% (TAB. 1).
I conteggi per la stima del galliforme anticipavano i risultati delle catture, registrando un calo delle
presenze pari ad oltre il 50% (330 capi stimati nell’autunno 2013, 680 nel 2012). La tabella 2
riporta i risultati della stima delle consistenze di fagiano e lepre nei diversi ambiti di protezione.
4
Ambito
ZRC
ZRC
ZRC
ZRC
ZRC
ZRC
Oasi
ZTF
ORD
AFV
TOTALE
Denominazione
Fagiani catturati
Tot
68
0
0
0
10
6
0
0
0
0
84
Barigazzo
San Martino
Cogruzzo
Nocetolo
Ponte Alto
Santa Croce
Valle Re
Cella-Calerno
Reggio Emilia
La Morona
M
27
0
0
0
1
2
0
0
0
0
30
F
41
0
0
0
9
4
0
0
0
0
54
TAB. 1 – Riepilogo delle catture effettuate in ATC.
Ambito Denominazione
ZRC
Barigazzo
ZRC
San Martino
ZRC
Cogruzzo
ZRC
Nocetolo
ZRC
Ponte Alto
ZRC
Santa Croce
ZTF
Cella-Calerno
ORD
Gattatico
ORD
Poviglio
ORD
Campegine
ORD
Boretto
ORD Cadelbosco sopra
ORD
Reggio Emilia
CAC
Ponte Alto
OASI
Valle Re
TOTALE
Lepri censite
150
15
55
20
25
45
15
0
0
0
0
0
0
0
0
325
Fagiani censiti
250
0
0
0
120
100
0
30
40
20
20
0
0
0
100
330
TAB. 2 – Riepilogo dei censimenti effettuati negli Istituti di competenza dell’ATC.
Valutando i dati di consistenza relativi alla lepre, i conteggi autunnali del lagomorfo, svoltosi tra la
fine di ottobre ed i primi di novembre, evidenziano un calo delle presenze rispetto alla stagione
2012/13 pari al 99%, che, fra gli istituti oggetto di censimento, si presenta particolarmente
drammatico nelle ZRC Nocetolo (-78%), Ponte Alto (-77%), Santa Croce (-65%), nella ZTF CellaCalerno (-83%).
Analizzando la serie storica dei dati di stima delle consistenze della lepre, dal 2006 ad oggi (FIG.2),
si osserva come sul lungo periodo la popolazione sia caratterizzata da un trend demografico
leggermente negativo, e come, nelle ultime due stagioni, si assista ad una riduzione netta delle
5
presenze stimate, con un calo dal 2011 al 2012 pari al 45%, ed una riduzione nel biennio 20112013 pari ad oltre il 70%. I dati censuari trovano riscontro nell’andamento delle rese di cattura
nello stesso periodo (FIG. 3), che evidenzia un calo del catturato dalla stagione 2011/12 alla
stagione 2012/13 pari al 37%, fino alla rinuncia ad eseguire le catture nella stagione appena
conclusa.
FIG.2 Andamento dei conteggi della lepre nell’ATC RE1. La linea rossa tratteggiata indica il trend lineare.
FIG. 3 Andamento delle catture nell’ATC RE1. La linea rossa tratteggiata indica il trend lineare.
A seguito di questi rilevamenti l’ATC si è impegnato, in concerto con l’ATC RE2 Pianura Est e la
Provincia, a raccogliere informazioni utili a far luce sul fenomeno, in particolare incentivando la
raccolta ed il conferimento al Servizio Veterinario di tutti gli esemplari rinvenuti morti, segnalando
casi anomali di mortalità, ed indagando sulle pratiche agricole in essere nelle ZRC interessate da
un calo consistente delle densità. Lo scopo è quello di far emergere eventuali problemi di ordine
sanitario, riferibili sia a malattie infettive e parassitarie a carattere diffusivo che possano aver
avuto un impatto sulla demografia delle popolazioni, sia a episodi di intossicazione collegati
all’impiego di prodotti fitosanitari in agricoltura, e su queste basi provvedere a riprogrammare gli
6
interventi e le attività già in parte previste dal piano di monitoraggio sanitario regionale, tenendo
conto del fatto che i risultati del piano di monitoraggio 2013/14 non si sono rivelati utili a chiarire
la/le cause del tracollo demografico a cui si è assistito. Si sottolinea come il quadro relativo alla
demografia della lepre descritto per l’ATC RE1 risulti sovrapponibile a quello segnalato da altri ATC
non solo su scala provinciale, ma su scala regionale ed extra-regionale, accomunando i
comprensori di pianura dalla provincia di Piacenza alla provincia di Ferrara, oltre ad ampie porzioni
di territorio tra Veneto e Lombardia.
7
1.2. ATTIVITÀ DI MIGLIORAMENTO AMBIENTALE
Nel corso dell’esercizio gestionale trascorso non è stato possibile realizzare alcun intervento di
miglioramento ambientale, ma sono stati avviati una serie di accordi con agricoltori per la
realizzazione di opere di miglioramento ambientale che dovrebbero essere posti in essere nel
corso del 2014.
8
1.3. PROGRAMMAZIONE DELLE PRESENZE FAUNISTICHE
Allo scopo di garantire una omogenea distribuzione della fauna di interesse gestionale sul
territorio dell’ATC, ogni anno si provvede, tenendo conto dell’idoneità territoriale, all’immissione
sul territorio di competenza di un adeguato numero di esemplari appartenenti alle specie di
interesse gestionale.
Riguardo la lepre, tutti i soggetti rilasciati nel 2013 sul territorio dell’ATC RE1 originano dalle
catture realizzate negli Istituti in esso inclusi, non ricorrendo a selvaggina di allevamento, allo
scopo di preservare le caratteristiche di rusticità e buona adattabilità mostrate dalla popolazione
gestita. Naturalmente, nel 2014, non essendosi svolte le catture, non sono stati rilasciati esemplari
del lagomorfo.
In merito al fagiano invece, nonostante sia in corso un progetto specifico, volto a selezionare le
aree più idonee entro le quali costituire nuclei vitali del Galliforme, al momento risulta ancora
necessario il riscorso ad individui allevati. Poiché non subiscono i comportamenti aggressivi degli
adulti territoriali ed essendo maggiormente adattabili, la scelta è ricaduta sui giovani fagianotti,
che vengono rilasciati in aree idonee ed alimentati per il primo periodo successivo al rilascio.
Agli esemplari (di entrambe le specie trattate) immessi sul territorio, siano essi di origine selvatica
o meno, viene applicato un contrassegno in alluminio riportante la sigla dell'ATC, l'anno di
immissione e un numero identificativo del Comune di rilascio. Nel corso del 2013 sono stati
rilasciati sul territorio dell’ATC RE1 un totale di 2.672 fagiani, 723 dei quali provenienti da cattura.
Inoltre sono stati rilasciati in zone protette (ZRC) 300 fagiani allo scopo di costituire popolazioni
vitali, successivamente “sfruttabili” a mezzo catture durante il periodo invernale.
Per quanto riguarda il rilascio di pernici rosse, non sono state effettuate immissioni.
La sintesi delle attività di immissione per l’anno 2013 suddivisa per Comune è riportata nella
tabella seguente.
Comune
Boretto
Brescello
Cadelbosco di sopra
Campegine
Castelnovo sotto
Gattatico
Gualtieri
Poviglio
Reggio Emilia
S. Ilario d'Enza
Ambientamento
TOTALE
Lepri
cattura
35
41
0
27
40
66
43
60
43
5
360
Fagiani
cattura
39
38
0
31
42
49
69
71
27
6
372
Fagiani
allevamento
180
330
0
150
260
360
380
390
210
40
300
2.600
Pernici rosse
allevamento
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
TAB. 3 – Riepilogo delle immissioni effettuate nel territorio dell’ATC RE1.
9
1.4. ATTIVITÀ DI PREVENZIONE E RISARCIMENTO DEI DANNI CAUSATI DALLA
FAUNA SELVATICA
Nell’esercizio trascorso l’ATC RE1, in linea con quanto realizzato negli anni precedenti, ha
impostato le attività di rilevamento dei danni e di esecuzione delle opere di prevenzione
ricorrendo ad alcune procedure standard: l’utilizzo di schede specifiche di rilevamento dei danni e
di raccolta dati sugli interventi di prevenzione, che permettono la raccolta di dati relativi alla
localizzazione geografica dei sopralluoghi, alla tipologia di coltura oggetto dell’intervento di
prevenzione o del danno, alla specie coinvolta e ai sistemi di prevenzione utilizzati; nonché la
localizzazione geografica dei siti interessati, utilizzando ricevitori GPS palmari, che permettono la
georeferenziazione dei siti interessati e lo sviluppo di tavole tematiche che descrivono la
distribuzione degli interventi e l’elaborazione di mappe di rischio sulla base dell’organizzazione in
unità territoriali di gestione descritta al paragrafo 1.1. I dati ottenuti sono stati organizzati in un
archivio informatico georeferenziato che permette analisi ed interrogazioni utili a descrivere il
fenomeno rappresentato dagli impatti causati alle produzioni agricole dalla fauna selvatica,
consentendo di definire, a priori, le aree critiche in cui concentrare gli interventi di
prevenzione/controllo numerico delle specie responsabili.
Nel 2013 sono state realizzate attività di prevenzione e risarcimento danni causati dalla fauna
selvatica per un importo pari a 2.403,74 euro complessivi.
L’attività di prevenzione ha comportato la realizzazione di 5 interventi che hanno implicato una
spesa pari a 210,50 euro, mentre i costi di mano d’opera sono stati pari 1.163,24 euro circa. Le
attività si sono svolte in due casi in ATC, in un caso hanno interessato l’Ordinanza Gattatico, in due
la ZRC S. Croce. Di seguito il riepilogo, articolato per Comune e per UTG interessati dalle operazioni
di messa in opera.
Comune
Gualtieri
Gualtieri
Gattatico
Boretto
Boretto
UTG
10
10
77
26A
27A
Istituto
ATC
ATC
OS
ZRC
ZRC
Tipologia intervento Coltura difesa
Dissuasore acustico
Vigneto
Dissuasore acustico
Vigneto
Recinzione
Meloni
Recinzione
Meloni
Recinzione
Meloni
Specie bersaglio
Cornacchia
Cornacchia
Lepre
Lepre
Lepre
TAB. 4 – Coltivazioni oggetto di attività di prevenzione nel territorio dell’ATC RE1.
I danni conclamati ed oggetto di risarcimento risultano localizzati nel Comune di Brescello, in due
Aziende agricole, a carico di coltivazioni di Cucurbitacee (cocomero) (TAB. 5, file:
Danni_RE1_2013.shp). La specie responsabile dei danni è in entrambi i casi la cornacchia grigia.
Come per gli interventi di prevenzione, anche per gli interventi di rilevazione dei danni è stata
individuata l’unità territoriale interessata dal fenomeno per l’anno 2013.
Comune
Brescello
Brescello
UTG
38A
32
Importo (€) Categoria coltura Specie responsabile
Cornacchia
940,00
Cocomero
Cornacchia
90,00
Cocomero
10
Comune
TOTALE
UTG
Importo (€) Categoria coltura Specie responsabile
1.130,00
TAB. 5 – Coltivazioni oggetto di risarcimento da parte dell’ATC RE1.
L’esame delle TABB. 4 e 5 evidenzia come per l’annualità appena conclusa la Cornacchia risulti la
specie a maggiore impatto sulle coltivazioni. Rispetto all’anno precedente, l’importo dei
risarcimenti dovuti per danni causati da specie selvatiche è diminuito (del 27%), confermando la
tendenza già evidenziata in occasione del Piano di gestione 2013, a conferma degli sforzi profusi in
questi anni dall’ATC nelle opere di prevenzione a difesa delle colture.
Nella Figura che segue gli stessi dati vengono rappresentati attraverso una carta tematica che
utilizza scale cromatiche. L’intensità degli sforzi profusi dall’ATC (in termini di numero di
interventi) nella messa in opera di sistemi di prevenzione dei danni alle colture da fauna selvatica,
strettamente connessa alla criticità dei siti nei quali gli interventi di prevenzione si sono resi
necessari, vengono rapportati alla singola Unità di gestione territoriale. Per quanto attiene la
rilevazione dei danni oggetto di risarcimento, viene evidenziata la localizzazione sulle UTG
interessate. Appare chiaro come l’organizzazione dei dati in base alla parcellizzazione del territorio
dell’ATC consenta di riferire le informazioni su una scala geografica più dettagliata, permettendo in
chiave gestionale una programmazione più mirata degli interventi con ottimizzazione delle risorse
disponibili.
11
FIG. 4 – Numero degli interventi di prevenzione e localizzazione dei danni risarciti sulla base
della parcellizzazione territoriale dell’ATC RE1
12
1.5. PRELIEVO VENATORIO ED ORGANIZZAZIONE DEL PERSONALE VOLONTARIO
Di seguito vengono riportati i dati riferiti alla stagione venatoria 2012-2013 e ottenuti dal sito della
Regione. Per quanto riguarda i prelievi effettuati nella stagione recentemente conclusasi, si
fornisce una rendicontazione parziale riferita unicamente alla selvaggina stanziale, ottenuta grazie
alla raccolta delle schede predisposte e distribuite dall’ATC, in attesa di ricevere dalla Regione la
documentazione completa che sarà oggetto di trattazione in sede di redazione del Programma
annuale degli interventi 2015.
Nella stagione venatoria considerata, sono pervenute all’ATC 474 schede, alle quali corrispondono
6.036 giornate di caccia, per una media di 12,7 giornate per cacciatore. In tabella 6 sono
riepilogati i dati relativi alla fauna stanziale, alle specie in deroga e all’avifauna migratoria per la
stagione 2012-2013, mentre la tabella 7 riporta i carnieri, riferiti unicamente alle specie di
selvaggina stanziale, registrati dallo stesso ATC per la stagione 2013-2014.
Specie
Capi prelevati
Lepre
1.511
Fagiano
1.646
Starna
Pernice rossa
2
Volpe
14
Coniglio selvatico
69
Storno*
25
Taccola*
Cormorano*
Tortora dal collare orientale*
Allodola
44
Alzavola
38
Beccaccia
19
Beccaccino
33
Canapiglia
4
Cesena
Codone
Colombaccio
29
Cornacchia grigia
45
Fischione
3
Folaga
Frullino
5
Gallinella d’acqua
7
Gazza
2
Germano reale
316
Ghiandaia
14
Marzaiola
Merlo
Mestolone
12
Moretta
Moriglione
13
Pavoncella
Porciglione
Quaglia
Tordo bottaccio
Tordo sassello
Tortora
33
1
33
6
3
TAB. 7 – Carnieri realizzati nella s.v. 2012-2013 nell’ATC RE1. *Specie in deroga.
Specie
Lepre
Fagiano
Starna
Pernice rossa
Volpe
Capi prelevati
1.161
1.537
0
0
7
TAB. 8 – Carnieri, riferiti alla sola fauna stanziale, realizzati nella s.v. 2013-2014 nell’ATC RE1.
Nella Stagione venatoria 2013/2014 la capienza dell’ATC RE1 avrebbe consentito l’iscrizione di 598
cacciatori; tuttavia causa una rinuncia, gli iscritti reali sono stati 597. La quota annuale di iscrizione
è stata fissata in € 195,00. Hanno potuto godere della quota ridotta, pari a € 135,00, i cacciatori di
età superiore a 75 anni, i cacciatori al primo anno di licenza e i cacciatori con all’attivo perlomeno
sei prestazioni, intese come partecipazioni alle catture di lepri e/o gestione delle trappole di
cattura fagiani. Per coloro che vogliono fruire, per l’addestramento e l’allenamento dei cani, delle
due zone dedicate all’attività cinofila, gestite direttamente dall’ATC (CAC Ponte Alto e ZAC
Malaspina), ai costi di iscrizione devono essere sommate 40 € di quota annuale per il CAC e/o 40 €
di quota annuale per la ZAC. Entrambi gli Istituti godono di apposito regolamento di accesso e
gestione.
L’ATC RE1 può contare su un significativo apporto del volontariato, come dimostrano le oltre 5.300
prestazioni fornite dagli iscritti nel 2013 (Tabella 8). A fronte dell’impegno profuso, il Direttivo, in
particolare per le attività più onerose, ha previsto una serie di incentivi, per garantire la continuità
nella partecipazione alle attività gestionali. La tabella seguente riepiloga quanto relativo all’anno
2013.
Descrizione
Cattura lepri
Cattura fagiani
Gestione ufficio ATC
Tabellamento
Rilevamento danni
Prevenzione danni
Piani di controllo
Manutenzione attrezzature
Manutenzione materiale catture
Vigilanza
Gestione ZAC
Gestione ZRC
TOTALE
N. prestazioni
1.537
566
250
0
0
49
2.235
4
53
148
5
454
5.301
Incentivo previsto
Riduzione quota iscrizione ATC
Riduzione quota iscrizione ATC
Contributo rimborso spese
Contributo rimborso spese
Contributo rimborso spese
Contributo rimborso spese
Contributo rimborso spese
Contributo rimborso spese
Contributo rimborso spese
Contributo rimborso spese
Contributo rimborso spese
Contributo rimborso spese
TAB. 9 – Prestazioni volontarie svolte dagli iscritti all’ATC RE1 nell’anno 2013.
14
Rispetto al 2012, nell’annualità appena conclusa si è assistito ad un leggero decremento del
numero di prestazioni (circa 200 in meno rispetto al 2012), ed in particolare ad un minor
coinvolgimento del personale volontario nelle operazioni di cattura di lepre e fagiano e nell’attività
di prevenzione dei danni, a fronte di una sostanziale stabilizzazione del numero di interventi di
controllo delle specie impattanti, e di un aumento nell’attività di vigilanza.
15
1.6. CONTROLLO DELLE SPECIE SELVATICHE
Questo capitolo è articolato in due parti, la prima riguardante la trattazione del piano annuale di
monitoraggio di volpe e specie preda e la rendicontazione dei carnieri realizzati, fino all’anno
passato oggetto di un documento specifico allegato al Programma annuale degli interventi. Nella
seconda sezione vengono trattate le altre specie oggetto di controllo numerico.
Si ricorda come, anche per la stagione 2013-2014, per consentire una migliore efficienza del
sistema di raccolta dati, la Provincia ha fornito agli operatori un mezzo informatico (Database
Access 2000) utile all’archiviazione degli interventi effettuati.
1.6.1 VOLPE
Di seguito viene fornita la rendicontazione dell’attività svolta nell’ambito del piano annuale di
monitoraggio di volpe (Vulpes vulpes) e delle principali specie preda (lepre comune, Lepus
europaeus e fagiano, Phasianus colchicus) nell’Ambito Territoriale di Caccia RE1 – Pianura Ovest
per la stagione 2013/2014; sono forniti inoltre i carnieri realizzati con il piano di controllo previsto
dall’art. 19 della Legge 157/92 e ripreso dall’art. 16 della L.R. 8/94.
Per quel che riguarda il monitoraggio, come ormai prassi dal 2003 e previsto dalla normativa
vigente, si è operato realizzando stime della consistenza tramite conteggio relativo mediante
indici: i cosiddetti Indici Kilometrici di Abbondanza (IKA), realizzati in periodo autunnale. Per
attuare il piano di controllo, invece, si è proceduto seguendo le metodologie e tempistiche
previste da Delibera n. 120 del 27/04/2010 della provincia di Reggio Emilia.
L’ambito di applicazione sia dell’attività di censimento che dell’attività di controllo è individuato
nelle zone maggiormente sensibili alla presenza del predatore, vale a dire: Zone di Ripopolamento
e Cattura (ZRC), aree di rispetto (cosiddette ZTF) istituite dall’ATC, le Ordinanze Sindacali ed entro
una fascia o “buffer” di 500 m dai suddetti istituti; interventi oltre tale fascia, e comunque a
distanza non superiore a 1 Km, devono essere concordati con la Provincia (Delibera n. 120 del
27/04/2010).
Come avvenuto anche in precedenza, si è proceduto ritenendo superfluo operare nelle zone di
buffer per le attività di censimento, mentre si è intervenuto attivamente in queste fasce
perimetrali degli istituti per quel che riguarda il piano di controllo.
Questa relazione rappresenta anche un continuo della serie storica di dati relativi le specie oggetto
d’esame, acquisiti a partire dal 2003. Questa documentazione consente perciò di ottenere una
indicazione di massima circa la consistenza e l’andamento demografico del predatore e delle
principali specie preda e, soprattutto, in merito al successo del piano di controllo ripetuto
annualmente.
16
METODI D’INDAGINE
Monitoraggio e Piano di Controllo
Come da prassi ormai consolidata, al fine di ottenere una stima della consistenza delle popolazioni
di volpe, lepre e fagiano si è fatto ricorso ai conteggi relativi mediate indici. Nello specifico si tratta
di IKA che forniscono indicazioni in merito al numero di animali avvistati per km di percorso. Per
ottenere un dato più veritiero per tutte le specie in esame, tenuto conto dei loro ritmi di attività, i
vari percorsi sono stati effettuati con ripetizioni diurne e notturne, nel periodo tardo autunnale.
Tutto questo in accordo con quanto stabilito dalla Delibera provinciale n. 120 del 27/04/2010.
I parametri per la definizione dei transetti sono rimasti invariati nel corso degli anni per
permettere di ottenere, oltre alla fedeltà del dato restituito dal censimento, anche la
comparabilità dei risultati nei diversi anni. La lunghezza dei transetti da percorrere è stata definita
in modo che per ogni 50 ettari di superficie da censire fosse realizzato almeno 1 km di percorso. La
distribuzione sui territori di riferimento dei transetti è stata stabilita, invece, tenendo conto della
necessità che i percorsi attraversino esclusivamente zone rurali (evitando le aree urbanizzate) e
che siano ridotti al minimo i rischi di doppi conteggi (evitando percorsi ad 8 o mantenendo una
distanza minima fra transetti di circa 100 m). Così definiti i transetti (realizzati tramite l’uso di
software GIS) sono stati percorsi da almeno due operatori a bordo di automezzo con una
ripetizione diurna e, mediante l’ausilio di un faro direzionale, con una ripetizione notturna, il tutto
in ottimali condizioni meteorologiche, ovvero di visibilità. Gli operatori erano forniti di apposita
scheda per la raccolta dati e specifiche mappe (derivanti dalla CTR, 1:10.000) che evidenziano i vari
Istituti e i relativi transetti (con indicato il senso di percorrenza).
Un quadro riassuntivo delle aree censite è fornito di seguito, in Tabella 9.
Vincolo
ORD
ORD
ORD
ORD
ORD
ORD
ORD
ZRC
ZRC
ZRC
ZRC
ZRC
ZRC
ZTF
ZTF
ZTF
ZTF
ZTF
ZTF
ZTF
Denominazione
CAMPEGINE
CASTELNOVO SOTTO
GATTATICO
GUALTIERI
POVIGLIO
POVIGLIOc
REGGIO EMILIA
BARIGAZZO
COGRUZZO
NOCETOLO
PONTE ALTO
S.CROCE
S.MARTINO
CASETTO
FONTANESE
GODEZZA
GUALTIROLO
MALASPINA
MOLINARA
PAULLI
SASP
292,19
468,32
281,67
60,07
369,21
63,72
490,98
816,69
633,28
754,99
684,19
479,66
218,98
105,56
96,65
72,32
140,43
144,33
127,73
113,28
123,11
17
Transetto Km
3,5
7,6
5,2
1,5
6,5
1,5
2,4
10,4
9,3
10,5
10,7
9,7
3,1
1,6
2,1
2,1
2,1
3,9
3,3
2,5
Indice Copertura*
84,45
61,62
54,06
40,05
56,71
42,20
202,88
78,68
68,09
71,84
63,65
49,45
69,52
64,37
45,59
33,64
54,86
37,20
38,71
45,49
ZTF
ZTF
ZTF
SCUTELLARA
LENTIGIONE
ENZOLA
123,11
65,32
86,37
2,4
1,2
1,8
51,94
54,89
47,98
TAB. 9 - Istituti sottoposti a censimento con relativi transetti
(*: Indice di Copertura= superficie dei singoli ambiti/estensione lineare dei transetti).
Per quel che riguarda l’attività di controllo per la stagione 2013/2014 le indicazioni di massima di
prelievo relativamente alla volpe, indicate dalla normativa di riferimento, erano di 450 capi
abbattibili per il Comprensorio 1 (comprendente gli ATC RE1 e RE2).
Le modalità, le tempistiche, gli istituti di attuazione e il personale idoneo ad effettuare gli
interventi sono stati svolti in ottemperanza a quanto previsto dalla Delibera n. 120/10 della
provincia di Reggio Emilia. Per la stagione 2013/14 si è fatto ricorso all’intervento in tana con
l’ausilio di cani specializzati e allo sparo da punto privilegiato; il periodo di riferimento è quello
previsto dalla succitata Delibera, vale a dire dal 01/02 al 30/06 per l’intervento in tana e tutto
l'anno tranne dal 01/02 al 30/04 per quel che riguarda lo sparo da punto privilegiato.
Gestione Dati
Una volta effettuate sia le indagini finalizzate al piano di monitoraggio di volpe e specie preda
(diurni e notturni) che gli interventi del piano di controllo del predatore, i dati ottenuti sono stati
inseriti in un database (Microsoft Office Access 2000), contenente anche tutta la serie storica delle
informazioni rilevate (dal 2003 ad oggi).
Al fine di ottenere una stima circa l’abbondanza di volpe e specie preda si è proceduto effettuando
il calcolo dell’IKA (numero di animali osservati riferiti ai km percorsi) usando come riferimento
della lunghezza dei transetti unicamente quei tratti nei quali le condizioni di visibilità sono ottimali.
Per effettuare delle considerazioni circa il piano di monitoraggio si è proseguito, come negli altri
anni, a calcolare un indice che mostrasse il rapporto costi/benefici effettivamente necessario per
realizzare il piano, vale a dire l’efficienza (che equivale alla resa, vale a dire il numero di capi
abbattuti, divisa per lo sforzo che rappresenta le giornate impiegate da ogni operatore). Con
questo indice diviene possibile confrontare le capacità dei diversi metodi usati per il piano di
controllo nel corso degli anni.
18
RISULTATI
Nella seguente sezione sono riportati i risultati ottenuti dallo svolgimento sia dell’attività di
monitoraggio che del piano di controllo, per la stagione 2013/2014. Entrambe le operazioni sono
state condotte da personale qualificato, secondo quanto previsto dalla normativa attualmente in
vigore.
Monitoraggio
Nell’autunno 2013 è stato possibile indagare i transetti previsti con condizioni di visibilità ottimali
in diciotto Istituti. Per problemi di natura logistica in tre ambiti, in tre Ordinanze ed una ZRC, non è
stato possibile effettuare le attività di monitoraggio previste. I risultati dell’attività di censimento,
suddivisi per Istituto e per specie considerata, sono riportati in Tabella 10.
Vincolo
ORD
ORD
ORD
ZRC
ZRC
ZRC
ZRC
ZRC
ZTF
ZTF
ZTF
ZTF
ZTF
ZTF
ZTF
ZTF
ZTF
ZTF
Denominazione
GATTATICO
GUALTIERI
POVIGLIO
BARIGAZZO
COGRUZZO
NOCETOLO
PONTE ALTO
S.MARTINO
CASETTO
FONTANESE
GODEZZA
GUALTIROLO
LENTIGIONE
MALASPINA
MOLINARA
PAULLI
SCUTELLARA
ENZOLA
Volpe
Censiti
IKA
1
0,19
0
0,00
2
0,31
0
0,00
0
0,00
1
0,10
1
0,09
1
0,32
0
0,00
1
0,47
1
0,47
1
0,48
0
0,00
1
0,26
1
0,30
1
0,40
1
0,42
1
0,56
Lepre
Censiti
IKA
4
0,77
2
1,33
10
1,54
78
7,51
53
5,70
19
1,81
23
2,14
12
3,81
3
1,83
8
3,77
0
0,00
2
0,95
5
4,17
1
0,26
21
6,36
3
1,20
5
2,08
2
1,12
Fagiano
Censiti
IKA
0
0,00
0
0,00
15
2,30
11
1,06
0
0,00
0
0,00
50
4,65
0
0,00
3
1,83
1
0,47
2
0,93
0
0,00
4
3,33
4
1,03
15
4,55
0
0,00
4
1,67
0
0,00
TAB. 10 - Consuntivo dell’attività di censimento nei diversi Istituti indagati per le specie in esame.
Al fine di estrarre una visualizzazione più diretta dell’andamento demografico di volpe e specie
preda negli Istituti esaminati, i dati ottenuti dai censimenti sono stati elaborati ottenendo le
restituzioni grafiche di seguito riportate (Figure 5, 6 e 7).
19
FIG. 5 - Valori di IKA ottenuti per la volpe nei diversi Istituti indagati.
FIG. 6 - Valori di IKA ottenuti per la lepre nei diversi Istituti indagati.
FIG. 7 - Valori di IKA ottenuti per il fagiano nei diversi Istituti indagati.
20
Come emerge dai dati riportati, la situazione della volpe negli Istituti di interesse si mantiene su
valori accettabili, tenuto anche conto delle abitudini della specie. Su un totale di 18 Istituti indagati
cinque hanno restituito valori di IKA nulli, in dodici la specie è stata contattata almeno una volta
(nell’Ordinanza Gattatico, nelle ZRC Ponte Alto, Nocetolo e San Martino e nelle ZTF Fontanese,
Godezza, Gualtirolo, Malaspina, Molinara, Paulli, Scutellara ed Enzola), e nella sola Ordinanza
Poviglio si sono avuti due contatti. Il valore massimo di IKA per la specie si è ottenuto nella ZTF
Enzola (1,78 capi/Km).
Per quel che riguarda la lepre la situazione si conferma decisamente discontinua: si va, infatti, dal
valore nullo registrato per la ZTF Godezza, al valore minimo di IKA di 0,26 capi/Km relativo alla ZTF
Malaspina, a quello massimo di 7,51 capi/Km (nella ZRC Barigazzo) con 1 e 78 capi rispettivamente
avvistati (il numero totale di lepri censite è nettamente inferiore rispetto a quanto registrato nel
2012, Figura 9).
Il dati ottenuti per il fagiano, invece, riportano valori nulli in otto casi. Nei restanti ambiti i valori di
IKA assumono valori compresi fra gli 0,47 capi/Km della ZTF Fontanese (1 capo censito) e i 4,65
capi/Km della ZRC Ponte Alto (50 capi osservati). Il numero totale di fagiani avvistati risulta in
deciso calo rispetto alla stagione precedente (Figura 9).
Dall’analisi dei dati negli anni appare come spesso i valori di densità delle specie preda presentino
una relazione di tipo inversa con la densità del predatore (vale a dire ad un aumento del numero
delle volpi corrisponde una diminuzione di lepre e fagiano); nonostante questa evidenza diviene
necessario sottolineare come la presenza e consistenza delle specie di interesse venatorio sia in
larga misura legata con una proporzionalità diretta alla produttività ed inversa al disturbo delle
aree in esame.
Volendo confrontare, per l’annualità 2013, le densità a seconda dei tipi di Istituti considerati,
emerge come, dal confronto dei valori di IKA, le ZRC siano le aree maggiormente frequentate dalla
lepre, con valori di IKA nelle ZRC pari a 4,20 capi/Km, mentre il fagiano presenti le maggiori
frequenze di contatto nelle ZTF (1,43 capi/Km), come anche la volpe, In linea con quanto avvenuto
nelle stagioni venatorie precedenti (con un valore di IKA uguale a 0,35 individui/Km). Le Ordinanze
risultano gli Istituti che presentano le minori frequenze sia per sia per il fagiano (IKA pari a 1,13
capi/Km), sia per la lepre (IKA pari a 1,21 capi/Km), mentre il predatore sembra frequentare con
minore assiduità le ZRC, dove si ottiene il valore di IKA più basso (0,07 capi/Km). La restituzione
grafica è riportata di seguito, dove si evidenzia come l’andamento antitetico del predatore rispetto
alle specie preda risulta per l’anno in esame meno marcato rispetto agli anni precedenti.
21
FIG. 8 - Consuntivo dei valori di IKA per le tre specie considerate nelle diverse tipologie di Istituto.
Nel grafico è evidente come dove il predatore insiste in minor quantità (ZRC), la lepre risponde con
le densità più elevate, mentre lo stesso non si può affermare per il fagiano.
A questo punto diviene importante collocare i dati ottenuti in un quadro di lungo periodo. Di
seguito viene riportato perciò l’aggiornamento al 2013 della serie storica dei dati raccolti per le
specie in esame, a partire dal 2003.
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
Volpe
Consistenza
6
13
11
9
21
14
19
30
28
23
14
IKA
0,06
0,13
0,11
0,9
0,20
0,15
0,18
0,31
0,30
0,22
0,17
Lepre
Consistenza IKA
703
7,57
728
7,28
645
6,36
926
9,00
868
8,44
942
9,77
883
8,47
1014
10,44
694
7,38
502
4,85
251
3,12
Fagiano
Consistenza
218
185
158
211
280
373
390
136
284
416
109
IKA
2,35
1,85
1,54
2,05
2,72
3,87
3,74
1,40
3,02
4,02
1,36
Tab. 11 - Serie storica dei valori di consistenza e IKA totali negli Istituti dell’ATC RE1.
Come si può notare da un primo esame dei dati riportati in tabella emerge come se volpe e lepre
presentano negli ultimi quattro anni un trend decisamente negativo, per il fagiano risulta difficile
estrapolare indicazioni circa il reale andamento demografico della popolazione. Per riuscire ad
ottenere un quadro più chiaro di quello che è l’andamento delle tre specie, si forniscono i grafici
della Figura 9 nei quali sono riportate (in nero) anche le linee di tendenza dei dati rilevati, vale a
dire l’andamento complessivo dei nuclei di volpe e specie preda negli anni indagati.
22
Valutando la situazione sul lungo periodo la prima evidenza riscontrabile è che, malgrado il calo
registrato negli ultime tre annate e le significative fluttuazioni annuali, il trend demografico del
predatore si conferma positivo. Riguardo alle specie preda, la lepre, che fino all’anno passato
aveva conservato un andamento positivo, quest’anno registra un’inversione della tendenza, a
confermare la situazione di forte criticità già trattata nel paragrafo 2.1. Il fagiano, malgrado
marcate oscillazioni annuali ed il dato fortemente negativo relativo all’annualità appena conclusa,
continua a presentare un trend stabile sul lungo periodo. Interessante sottolineare come tutte e
tre le specie indagate mostrano nel 2013 un calo deciso rispetto al 2012, pari al 22% per la volpe,
al 35% per la lepre ed al 66% per il fagiano, e sia per le prede che per il predatore detto calo è
localizzato principalmente nelle ZRC (Tabella 12).
23
FIG. 9 - Serie storica dei valori di IKA totali negli Istituti indagati dal 2003 ad oggi.
In nero è riportata la linea di tendenza.
La serie storica, invece, che mostra la ripartizione degli animali avvistati nei diversi ambiti di
gestione per ogni anno indagato, è riportata in Tabella 12.
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
ORD
0,00
0,23
0,07
0,04
0,21
0,17
0,21
0,26
0,19
0,15
0,23
IKA Volpe
ZRC
0,04
0,08
0,10
0,13
0,17
0,07
0,15
0,28
0,24
0,19
0,07
ZTF
0,25
0,14
0,18
0,04
0,27
0,31
0,22
0,45
0,57
0,39
0,35
ORD
1,33
1,74
3,86
4,25
4,11
3,10
2,20
2,88
2,64
1,95
1,21
IKA Lepre
ZRC
11,05
11,62
8,57
14,05
12,56
14,95
13,98
16,11
10,52
7,54
4,29
ZTF
7,38
3,39
4,32
3,15
4,23
4,32
3,14
4,06
3,80
1,95
2,17
ORD
0,96
0,81
1,06
1,28
1,38
1,59
1,31
0,43
1,20
0,82
1,13
IKA Fagiano
ZRC
1,60
0,87
0,63
0,09
2,47
5,42
5,96
2,05
4,30
6,70
1,38
ZTF
3,47
2,77
2,18
3,30
3,55
2,31
1,48
0,79
1,44
1,47
1,43
TAB. 12 - Serie storica della ripartizione dei capi avvistati nelle diverse tipologie di Istituto.
Dal 2003 ad oggi, mentre la lepre è sempre stata maggiormente contattata nelle ZRC, per il fagiano
è possibile individuare una maggior fedeltà alle ZRC ed una minore frequentazione delle
Ordinanze, mentre per la volpe nelle ultime sei stagioni si è registrata una maggiore contattabilità
nelle ZTF.
24
Piano di Controllo
L’attività di controllo per la stagione 2013/2014 è stata incentrata sugli interventi in tana e con
sparo da punto privilegiato. L’altra metodologia prevista dalla normativa di riferimento
(trappolaggio con cassetta auto-scattante) non è stata usata.
Gli ambiti nei quali sono stati effettuati gli interventi rientrano nelle indicazioni fornite dalla
Delibera n. 120 del 27/04/2010.
Nell’ATC RE1 nella stagione 2013/2014 sono stati complessivamente abbattuti 97 capi di volpe in
246 uscite, di cui 54 uscite di intervento in tana e 192 da punto privilegiato, con un decremento
rispetto a quanto registrato nel 2012, quando le uscite totali erano state 314. Come effetto, il
numero di capi abbattuti nel 2013 (97) risulta leggermente inferiore al carniere complessivo
riferito all’anno precedente (quando erano stati prelevati 116 individui).
Il totale delle volpi prelevate è suddiviso in 42 maschi e 55 femmine, con una sex ratio spostata
quindi a favore della compagine femminile (1:1,3).
Indicazioni di massima circa la composizione del carniere sono così ripartite:
• Maschi adulti: 9;
• Maschi giovani: 33;
• Femmine adulte: 21;
• Femmine giovani: 34.
Analizzando in dettaglio la composizione del carniere, si nota come la compagine giovanile
rappresenti la porzione predominante (pari al 69%) sia per gli interventi in tana (su un totale di 71
capi abbattuti), sia per gli interventi con sparo (su un totale di 26 capi prelevati). Riguardo alla sex
ratio, invece, si rilevano differenze: se nel corso degli interventi in tana è stata abbattuta una
quota di femmine decisamente superiore a quella di maschi (41 maschi e 30 femmine, sex ratio
1:1,4), con lo sparo da punto privilegiato risulta un prelievo più equamente diviso tra compagine
maschile e femminile (12 maschi e 14 femmine, sex ratio 1:1,2).
Volendo fare alcune valutazioni in merito agli aspetti demografici del carniere realizzato, diviene
necessario effettuare un raffronto con i dati ottenuti fino ad ora. Di seguito sono fornite le
restituzioni grafiche dell’andamento, dal 2003 ad oggi, della composizione del carniere sia in
merito alle classi d’età individuate (giovani e adulti) che riguardo alla ripartizione dei sessi delle
volpi abbattute (Figure 10 e 11, dalle quali è possibile estrapolare sia i valori percentuali che
effettivi). Si può notare come in tutti gli anni di intervento la componente giovanile sia la
maggiormente rappresentata.
25
FIG. 10 - Serie storica delle classi di età dei carnieri realizzati.
La sex ratio, pur subendo fisiologiche fluttuazioni, è sempre stata spostata in favore delle femmine
(che hanno rappresentato in media il 60% circa della composizione del carniere per tutto il periodo
di studio).
FIG.11 - Serie storica della sex ratio dei carnieri realizzati.
Passando a valutare l’impegno profuso nell’anno 2013, per quanto riguarda l’intervento in tana
sono state effettuate 53 uscite, uno sforzo pari a 297 giornate-operatore (abbattendo 71 volpi),
mentre si è fatto ricorso allo sparo da punto privilegiato in 192 uscite con uno sforzo di 192
giornate-operatore (per un prelievo di 26 capi).
26
Da ciò si ricava come l’efficienza degli interventi realizzati sia pari allo 0,24 per l’intervento in tana
e allo 0,014 per l’intervento da punto fisso.
L’intervento in tana, pertanto, si dimostra non solo più efficace (71 capi prelevati durante gli
interventi in tana contro i 26 abbattuti con lo sparo da punto vantaggioso), ma anche più efficiente
dell’intervento con sparo. Nel grafico 12 viene rappresentato il confronto tra le due metodiche
impiegate in termini di sforzo profuso (numero di uscite e di giornate/operatore) e risultati
ottenuti (numero di effettivi prelevati).
FIG. 12 - Confronto tra le metodiche dell’intervento in tana e dello sparo da punto privilegiato
per l’anno 2013.
Un quadro riassuntivo di quella che è l’attività di controllo per entrambe le metodiche utilizzate è
fornito nella Figura 13, dove è riportata anche la tendenza del dato relativo ai capi abbattuti.
Analizzando il grafico relativo all’intervento in tana, si nota come l’annata appena conclusa sia
stata caratterizzata da un calo sia del numero di capi abbattuti con questa metodica, sia
dell’efficienza (più che dimezzata rispetto all’anno precedente). In una visione di lungo periodo, il
numero effettivo dei capi abbattuti dal 2007 ad oggi, malgrado la flessione registrata nel 2010 e
nell’ultimo anno, appare in crescita, come testimonia l’andamento della linea di tendenza, mentre
l’efficienza degli interventi realizzati mostra un andamento altalenante, pur mantenendosi sempre
su valori elevati, a riprova del ruolo cruciale svolto dall’esperienza e dalla conoscenza del territorio
da parte degli operatori nel successo di interventi di questo tipo.
Riguardo agli interventi con sparo da punto vantaggioso, pur restando difficoltoso effettuare delle
valutazioni vista la mancata continuità nell’impiego di questa tecnica negli anni, il grafico mostra
come per il 2013 ad una stabilizzazione del numero di effettivi prelevati, inserito in una tendenza
sul lungo periodo positiva, corrisponda un assestamento dell’efficienza su valori superiori all’anno
passato, seppur ancora bassi.
27
TANA - Consuntivo prelievi
120
0.8
0.7
100
0.5
60
0.4
0.3
40
Efficienza
Capi abbattuti
0.6
80
0.2
20
0.1
0
0
2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013
Anno
CAPI
EFFICIENZA
Lineare (CAPI)
SPARO - Consuntivo prelievi
40
0.4
35
0.35
0.3
0.25
25
0.2
20
0.15
15
0.1
Efficienza
Capi abbattuti
30
0.05
10
0
5
-0.05
0
-0.1
2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013
Anno
CAPI
EFFICIENZA
Lineare (CAPI)
FIG. 13 - Serie storica dei prelievi realizzati e dell’efficacia degli interventi in tana e di sparo da punto
privilegiato. In nero è riportato l’andamento dei capi abbattuti di volpe negli anni.
28
CONCLUSIONI
La situazione della volpe nella stagione 2013/2014, da una prima analisi dei risultati derivanti
dall’attività di monitoraggio, presenta un calo dei capi censiti rispetto il 2012; si passa, infatti, dai
23 animali contattati la scorsa stagione ai 14 avvistati durante i censimenti del 2013. Analizzando il
valore di IKA, che passa dai 0,22 animali per Km del 2012 ai 0,17 attuali, si può ipotizzare che
nell’annata appena conclusa si sia ridotta la frequentazione del predatore delle aree oggetto del
monitoraggio, pur considerando che nel 2013 sono stati censiti un numero minori di istituti
rispetto all’anno precedente. Queste considerazioni devono d’altronde tener conto del
comportamento elusivo e del basso grado di contattabilità che contraddistinguono la volpe,
influenzando significativamente la variabilità anno per anno dei risultati del monitoraggio.
Dai dati conseguiti dai censimenti, appare inoltre come a fronte del calo del predatore si assista ad
un parallelo significativo calo della consistenza sia della lepre (-36%) sia del fagiano (-66%), con un
assestamento per entrambe le specie sul valore di IKA più basso mai registrato dal 2003 ad oggi.
Questa osservazione trova giustificazione nel fatto che le dinamiche demografiche delle specie
preda non siano influenzate unicamente dalla densità del predatore, ma da altre variabili
(produttività, fonti di disturbo, ecc.) che caratterizzano le aree oggetto del monitoraggio.
Va d’altronde sottolineato come la distribuzione delle specie fornisca indicazioni importanti sul
rapporto tra predatore e prede: dove il carnivoro è maggiormente presente ad esempio la lepre
mostra densità contenute mentre, viceversa, raggiunge le densità più elevate dove la densità della
volpe è minima. Lo stesso non può affermarsi per il fagiano, la cui distribuzione negli ambiti di
protezione non sembra direttamente influenzata da quella del canide. Inoltre, analizzando
l’andamento demografico delle specie oggetto di monitoraggio nel lungo periodo, se la volpe
mostra negli anni un trend positivo, malgrado il calo registrato negli ultimi anni, la tendenza per la
lepre è negativo, stabile per il fagiano.
Queste considerazioni, se da una parte confermerebbero l’effettiva validità del piano di controllo
per quanto attiene gli effetti su lepre e fagiano, con un’efficienza che rivela una tendenza positiva
nel corso degli anni, dall’altra dimostra come le dinamiche demografiche delle specie preda non
siano influenzate unicamente dalla densità del predatore, ma da altri fattori che annualmente
possono impattare anche significativamente la demografia delle popolazioni, ne è un esempio il
calo delle densità della lepre che inevitabilmente ha influenzato anche i risultati di questo
monitoraggio, ma che non sembra sia imputabile all’azione predatoria svolta dalla volpe.
Anche per questi motivi, rimane estremamente difficile e fuorviante cercare di fornire una
spiegazione univoca circa la situazione attuale, nonché sull’evolversi dei nuclei delle specie
d’interesse presenti nell’area oggetto d’indagine. Come già affermato, le variabili che vanno ad
influire sugli equilibri del sistema sono molteplici ed estremamente diversificate, e non sono state
sempre prese in considerazione nell’analisi e nella discussione dei dati acquisiti.
Si riconferma un apparente ringiovanimento della popolazione volpina che porta a supporre una
non auspicata destrutturazione sociale dei nuclei presenti.
Per quel che riguarda la metodologia di esecuzione del piano di controllo, l’intervento in tana
continua a confermarsi più fruttuoso dell’intervento da punto privilegiato, sia in termini assoluti
(maggiore efficacia) che di rapporto costi/benefici (maggiore efficienza).
29
1.6.2 ALTRE SPECIE
Analizzando la serie storica dei dati a partire dall’anno 2001, risulta evidente il fatto che nel corso
dell’anno 2013 l’impegno profuso dai coadiutori coordinati dall’ATC, dopo la flessione registrata
nel 2010, continua a mantenersi elevato, rimanendo sostanzialmente in linea con il 2012 (scarto
dell’8%), e registrando un incremento medio annuo superiore al 13% se si considera l’intero
periodo, ed un aumenti pari a più del doppio dal 2001 ad oggi (Figura 14).
FIG. 14 – Prestazioni svolte dai coadiutori coordinati dall’ATC RE1 negli anni 2001-2013.
In tabella 14 sono riepilogati i dati del controllo relativi all’anno 2013. Si nota come le attività si
siano concentrate in particolare sul piccione di città, sulla tortora dal collare orientale e sulla
nutria. Preme evidenziare come nei confronti di queste specie l’ATC non abbia alcuna competenza
circa il risarcimento danni e come perciò l’attività svolta dal personale volontario in forza
all’Ambito, possa configurarsi a buon titolo di utilità sociale. Rispetto al 2012, a fronte di una
riduzione del numero di interventi, si osserva un aumento del numero totale di capi abbattuti,
dovuto principalmente all’aumento marcato del prelievo a carico di Piccione di città (+57%) e della
Tortora dal collare orientale (+138%). Appare ridimensionato invece il numero di capi prelevati a
carico di Nutria, Cornacchia grigia, Gazza e Storno.
Specie
Nutria
Cornacchia grigia
Gazza
Storno
Ghiandaia
Tortora dal collare
Capi abbattuti
1.097
250
343
66
33
1.370
30
Piccione
TOTALE
5.246
8.507
TAB. 14 – Abbattimenti in controllo effettuati nell’ATC RE1 nell’anno 2013.
L’importanza relativa rivestita dalle diverse specie oggetto di piani di limitazione numerica risulta
apprezzabile in Figura 15, ove sono riportati i dati raccolti nel periodo 2001-2013. Dal grafico si
notano tendenze diverse negli abbattimenti realizzati:
− dopo il calo nel numero di prelievi registrato nel 2010, l’incremento registrato nel 2011
(pari a circa il 34%) ed un nuovo calo nel 2012, nel 2013 il numero di abbattimenti presenta
un aumento del 37% circa, conseguenza principalmente dell’aumento di prelievi a carico di
Piccione di città e Tortora dal collare orientale;
− la Cornacchia grigia fa registrare fluttuazioni, registra per l’annualità appena conclusa un
calo (-40%), e complessivamente occupa un ruolo secondario nelle attività di controllo,
complice probabilmente l’efficacia dei metodi di prevenzione dei danni alle coltivazioni;
− la gazza, se negli ultimi anni aveva fatto registrare un aumento dei capi prelevati, segna nel
2013 una battuta d’arresto (-31%);
− lo storno a fronte di un iniziale intensa attività di prelievo (anni 2001 e 2002), pare svolgere
un ruolo di secondo piano nell’attività di controllo, complice la possibilità di agire su questo
Passeriforme tramite la caccia in deroga;
− la volpe è oggetto di limitati abbattimenti (cfr. trattazione specifica nel paragrafo 1.6.1);
− la ghiandaia al presente risulta la specie meno abbattuta tra quelle oggetto di controllo
numerico, pur essendo nel 2013 gli abbattimenti a carico della specie raddoppiati rispetto
al 2012;
− la tortora dal collare orientale, se negli anni 2001-2009 non è stata oggetto di alcun
abbattimento, dal 2010 è oggetto di controllo, e se già nel 2011 e 2012 aveva segnato un
significativo incremento del numero degli abbattimenti, nell’annualità appena conclusa
risulta la specie con il maggior incremento dei prelievi (+138%), con 1.370 capi abbattuti;
− Il piccione di città dopo un inizio in “sordina” nell’anno 2007, in cui furono uccisi 92 capi, ,
nell’anno appena trascorso, come in quello precedente, risulta la specie con il numero
maggiore di abbattimenti, e segna un aumento dei prelievi pari al 57%.
31
Nutria
Cornacchia
Gazza
Storno
Volpe
Ghiandaia
Tortora
Piccione
6000
5000
4000
3000
2000
1000
0
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
FIG. 15 – Andamento dell’attività di controllo numerico nell’ATC RE1 (periodo 2001-2013).
Riguardo alle metodiche utilizzate, per cornacchia grigia, gazza e nutria si è fatto ricorso sia allo
sparo che al trappolaggio con cassette auto-scattanti. La verifica delle schede riepilogative annuali
fornite da ciascun operatore permette di valutare come il prelievo con sparo sia stato il più
fruttuoso in termini di numero di capi abbattuti per la nutria e la cornacchia (Fig. 16 e 18), mentre
per la gazza l’impiego delle trappole sia risultato il più proficuo (Fig. 17).
Cornacchia grigia
54.4%
45.6%
Trappola
Sparo
FIG. 16
32
Gazza
23.9%
Trappola
76.1%
Sparo
FIG. 17
Nutria
9.8%
Trappola
90.2%
Sparo
FIG. 18
Nelle Figure che seguono (Fig. 19-25) viene rappresentata l’entità dei prelievi a carico delle specie
oggetto di controllo su scala comunale. Senza alcun dubbio, la possibilità di raccogliere gli stessi
dati riferiti non al Comune ma alla singola UTG sito delle attività di controllo, permetterebbe di
inserire le informazioni nel database già allestito per la georeferenziazione dei siti di
danneggiamento e delle opere di prevenzione (cfr. cap. 1.4) e compiere analisi ed interrogazioni
utili a concentrare gli interventi di controllo numerico delle specie responsabili di danni nelle aree
più suscettibili. Da un primo esame, emerge come nel Comune di Castelnuovo di Sotto, che con
2.103 capi totali prelevati, è anche il comune con il più alto numero di abbattimenti, gli sforzi degli
operatori si siano concentrati sul prelievo a carico del Piccione di città, con 1.787 capi abbattuti.
Nel comune di Campegine si concentra il maggior numero di abbattimenti a carico della nutria
(363 capi prelevati), nel comune di Reggio Emilia quelli a carico della Tortora, con 854 capi
prelevati, il 62% del totale degli abbattimenti a carico della specie nell’intero territorio dell’ATC.
33
FIG. 19
FIG. 20
FIG. 21
FIG. 22
34
FIG. 23
FIG. 24
FIG. 25
35
1.6.3 ORGANIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ DEI COADIUTORI
Nel corso della stagione venatoria 2013-2014 l’ATC RE1 ha provveduto ad una riorganizzazione
della gestione delle attività degli operatori coinvolti nel controllo delle specie oggetto di
limitazione numerica o dissuasione, dotandosi di uno specifico Regolamento (Allegato E). Inoltre,
allo scopo di migliorare ulteriormente il coordinamento dell’attività dei coadiutori ed ottimizzare
le risorse (umane e di mezzi) disponibili sulla base di un’organizzazione razionale, il territorio
dell’ATC RE1 nel 2013 è stato suddiviso in 2 Distretti di gestione (file: Distretti.shp). Per ciascun
distretto, l’ATC ha individuato un referente responsabile, con funzioni di coordinamento, a cui i
singoli coadiutori faranno riferimento per l’organizzazione, lo svolgimento e la rendicontazione
delle attività di controllo.
I Distretti di gestione, ad estensione intercomunale, sono descritti nella tabella che segue e
rappresentati graficamente nella Figura 26.
Denominazione
Distretto 1
Comune
Poviglio, Brescello, Boretto, Gualtieri
Superficie (Ha)
12.259
Distretto 2
Reggio Emilia, Gattatico, Campegine, Sant’Ilario d’Enza,
Castelnuovo Sotto
14.089
TAB. 16 – Distretti di gestione dell’attività dei coadiutori nei piani di controllo della fauna.
36
Fig. 26 Distretti di gestione dell’attività dei coadiutori nell’ATC RE1.
37
1.7. MONITORAGGIO SANITARIO DELLA SELVAGGINA CACCIATA
Nel corso della stagione venatoria 2013-2014 è proseguita l’attività di monitoraggio sanitario sulla
popolazione di lepri, sotto forma di sorveglianza passiva (che non prevede un campionamento
attivo, ma la raccolta di segnalazioni e campioni biologici nel corso delle normali attività connesse
alla gestione della specie). L’impegno, che ha visto il diretto coinvolgimento di Direttivo e iscritti,
continua a rendersi utile ad approfondire lo stato di salute della popolazione del Lagomorfo e
conferma il coinvolgimento dei cacciatori nel presidiare lo stato sanitario della fauna selvatica
rivestendo un ruolo attivo nella segnalazione di eventuali anomalie e nel conferimento di campioni
utili alle indagini diagnostiche. I cacciatori sono infatti stati sensibilizzati sull’opportunità di
segnalare qualsiasi evento anomalo a carico di esemplari, sia in periodo venatorio, sia nel corso di
altre attività connesse alla gestione dell’ATC, e raccogliere i campioni in buono stato di
conservazione. Il ruolo della sorveglianza sanitaria passiva, ed in particolare la segnalazione
tempestiva di eventi di mortalità a carico della specie, si rivela particolarmente importante proprio
in situazioni come quella attuale, caratterizzate dalla constatazione di perdite ingenti di effettivi a
fronte di una mancata individuazione della/delle cause alla base di tali perdite. Il conferimento di
esemplari malati o morti ai laboratori dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale può rivelarsi
decisivo nello svelare problematiche sanitarie in corso, e la probabilità che gli esami svolti siano
utili è direttamente proporzionale al numero di campioni conferiti. Attualmente, le analisi previste
dal piano di monitoraggio sanitario attivo su scala regionale non si sono rivelati utili a chiarire il
fenomeno, evidenziando patologie comuni (coccidiosi, cisticercosi, polmoniti parassitarie) e
certamente non in grado di avere un forte impatto negativo sulla demografia della popolazione
ospite. L’ipotesi che le pratiche agricole in uso, intese come impiego di prodotti fitosanitari
potenzialmente tossici per la specie, possano rivestire un ruolo nel calo delle presenze a cui si è
assistito, deve ancora trovare riscontro, e presupporrebbe l’esecuzione di accertamenti diagnostici
specifici.
Riguardo alla parassitosi da Cysticercus tenuicollis, che tra il 2010 e il 2011 aveva registrato un
aumento dell’incidenza rivelato proprio dai numerosi rinvenimenti nelle lepri abbattute, anche nel
corso della stagione venatoria 2013/14 è stato chiesto di registrare i casi evidenti nei soggetti
abbattuti. I casi segnalati sono stati in tutto 41, che se rapportati al numero totale di lepri
prelevate (1.161), restituisce un dato di prevalenza della parassitosi sul territorio di competenza
dell’ATC RE1 pari al 3,5%, dato che conferma un ormai netto ridimensionamento del fenomeno,
già rilevato nelle due stagioni precedenti.
38
2. PARTE PROGRAMMATICA
2.1. ANALISI AMBIENTALE, ARTICOLAZIONE TERRITORIALE E CALCOLO DELLA
CAPIENZA DELL’ATC
L’ATC RE1, occupa una superficie pari a 26.348 ettari, 3.360 dei quali risultano essere Tessuto
urbanizzato e perciò esclusi dall’attività di pianificazione faunistica. Ne consegue che la superficie
agro-silvo-pastorale (SASP) dell’ATC risulta pari a 22.988 ettari. Le tipologie ambientali che
compongono il territorio incluso entro il perimetro dell’ATC RE1 sono riportate in tabella 17.
Tipo Ambientale
Territori agricoli
Aree urbane e rete viaria
Fiumi, laghi, bacini
Boschi ed aree seminaturali
Zone umide
Sviluppo percentuale
82.4%
12.9%
4.0%
0.5%
0.2%
TAB. 17 – Composizione percentuale dell’ATC RE1 (dati desunti dalla carta regionale dell’uso del suolo).
Complessivamente l’ATC si caratterizza per un elevato grado di antropizzazione e per una decisa
vocazione agricola della componente agro-silvo-pastorale, essendo gli elementi fissi del paesaggio
(boschi, siepi etc.) quasi assenti. Discreta risulta invece la presenza di spazi occupati dalle acque
lentiche e lotiche, che rendono il territorio in questione vocato per le specie che compongono
l’avifauna tipica delle zone umide.
Gli Istituti faunistici che interessano il perimetro dell’ATC RE1 sono indicati in Tabella 18:
Tipo Istituto
Riserve naturali
Oasi
ZRC
AFV*
ZAC-CAC
TOTALE
SASP
37
409
3.428
2.026
128
6.028
TAB. 18 – Istituti territoriali inclusi entro il perimetro dell’ATC RE1.* Nel caso dell’AFV “Le Basse”,
l’inclusione è parziale.
Non si prevedono modifiche agli Istituti territoriali dell’ATC, pertanto se ne richiede il rinnovo per
l’annualità in corso nel loro attuale assetto.
La distribuzione sul territorio degli Istituti territoriali è riportata in Figura 27 ed in Tavola I. Per una
visione più completa sono rappresentate anche le Ordinanze di divieto di caccia emesse dai
Sindaci dei vari Comuni che interessano il territorio dell’ATC, oltre alle Aree di Rispetto istituite
dall’ATC.
39
FIG. 27 – Istituti territoriali che interessano l’ATC RE1.
40
2.1.1. AREE DI RISPETTO
In base all’art. 22bis della LEGGE REGIONALE 15 febbraio 1994, n. 8 e ss.mm.ii, l’istituzione di Aree
di rispetto (anche denominate ZTF, Zone a Tutela Faunistica), di estensione limitata, regolarmente
tabellate all’interno del perimetro dell’ATC, ha il fine di garantire una particolare tutela a
popolazioni di fauna selvatica, così da ottenere un migliore ambientamento della selvaggina,
favorirne la tutela e la riproduzione, ed ottenere un irradiamento naturale della fauna sul
territorio destinato al prelievo. La superficie di tali aree di rispetto non può superare
complessivamente il dieci per cento della superficie. Per la gestione delle Aree di rispetto l’ATC
RE1 prevede le seguenti misure gestionali particolari:
− divieto di qualsiasi forma di attività venatoria;
− cattura delle specie di fauna selvatica (limitatamente a lepre e fagiano), esclusivamente se
presenti ad elevate densità, per prevenire danni alle produzioni agricole;
− cattura delle specie di fauna selvatica (limitatamente a lepre e fagiano), a prescindere dalla
densità rilevata, laddove nel corso dell’anno si siano verificati danni alle coltivazioni;
− controllo delle specie selvatiche potenziali predatrici della selvaggina oggetto di tutela.
Per la stagione venatoria oggetto del presente programma non si prevedono modifiche
nell’assetto delle Aree di Rispetto dell’ATC RE1. Perciò si richiede il rinnovo delle ZTF esistenti. In
Tabella 19 viene riportato l’elenco delle Aree di Rispetto per l’annualità 2014/15, con relative
estensioni in ettari e Comune prevalente di appartenenza.
Denominazione
CASETTO
CELLA-CALERNO
FONTANESE
PAULLI
MALASPINA
GUALTIROLO
GODEZZA
MOLINARA
SCUTELLARA
ENZOLA
LENTIGIONE
Comune
Campegine
Reggio Emilia
Castelnovo di
Sotto
Gattatico
Guastalla
Campegine
Poviglio
Poviglio
Brescello
Poviglio
Brescello
Superficie (Ha)
175,68
284,18
96,65
113,28
156,67
87,80
72,32
137,81
123,11
86,37
65,32
TAB. 19 – Aree di rispetto sul territorio dell’ATC RE1.
41
2.1.2. CALCOLO DELLA CAPIENZA DELL’ATC
In base alle disposizioni vigenti (DGR 211/2011) ai fini del calcolo del numero di cacciatori che
potranno accedere in ATC (capienza), si procede con le modalità descritte di seguito:
1. si calcola la SASP occupata dagli istituti a gestione privata (aziende venatorie, centri privati
di riproduzione della fauna, nonché zone e campi per l'addestramento e le gare cinofile);
2. si calcola la SASP occupata dalle aree protette in cui sussiste il divieto di caccia (ai sensi
della LR 6/2005) e quella occupata dagli istituti di protezione (cfr. Titolo I, Capo III della LR
8/94 e succ. mod.), incluse le aree di rispetto degli ATC in cui la caccia è interdetta;
3. tramite operazioni di overlay cartografico realizzate in ambiente GIS, si calcola la SASP in un
intorno di 50 metri dalle linee di comunicazione ferroviaria e dalle strade carrozzabili.
Alla superficie agro-silvo-pastorale inclusa entro il perimetro dell’ATC viene sottratta interamente
la quota di cui al punto 1) dell’elenco soprastante; nonché il risultato della somma delle superfici
ottenute con le modalità descritte ai punti 2) e 3) sino al limite stabilito dall’art. 10 della LN 157/92
e succ. mod. (30%). Il valore ottenuto con queste modalità è sfruttato per stabilire la capienza
degli ATC.
La procedura descritta ha permesso il calcolo delle seguenti variabili:
Variabile
ATC
Istituti privati
Aree in cui la caccia è interdetta
Quota residua (fino al 30% della SASP)
VALORE
SASP
22.988
- 2.154
- 3.977
- 2.919
13.938
TAB. 20 – Definizione della superficie funzionale al calcolo della capienza dell’ATC RE1.
La capienza dell’ATC RE1 sarà perciò il risultato del rapporto tra il valore indicato in TAB. 18 e il
valore di densità venatoria definito dalla Regione Emilia-Romagna. Essendo tale valore, per la
stagione venatoria 2014/2015, fissato in un cacciatore ogni 28 ettari di territorio cacciabile, la
capienza dell’ATC RE1 risulta pari a 513 cacciatori. Tuttavia, calcolando il valore di densità
venatoria tenendo conto dei dati reali, ovvero senza il limite del 30% fissato dalla Legge Nazionale,
risulta interessante osservare che i potenziali 513 cacciatori ammessi all’esercizio venatorio
nell’ATC RE1, si troveranno a svolgere la loro attività su una superficie realmente cacciabile pari a
10.311 ettari. Ne consegue che il reale indice di densità venatoria risulta pari a un cacciatore ogni
20 ettari di superficie fruibile mediante attività venatoria.
Per l’annualità 2014/15, considerando che i cacciatori iscrivibili salgono a 513 aggiungendo la
percentuale di sicurezza del 3%, ed ammontando a 330 i posti riservati agli aventi diritto (iscritti
2013/14), considerando le rinunce (33) e le nuove domande (5), i posti disponibili per nuove
iscrizioni ammontano a 211, ripartiti tra i posti riservati ai residenti in Provincia (148), ai residenti
extra-provinciali in Regione (53) e ai residenti fuori Regione (10). Sulla base del numero di
domande pervenute e delle assegnazioni in seconda istanza con sorteggio come previsto dalla DGR
211/2011, il quadro di assegnazione definitivo prevede 53 posti per i residenti in Provincia, 24
posti per i residenti extra-provinciali in Regione, 134 posti per i non residenti, ai quali si sommano
per il tesseramento 2014/15 i 302 posti per gli aventi diritto (iscritti 2013/14).
42
2.2. VALUTAZIONE QUALI-QUANTITATIVA DELLE PRESENZE FAUNISTICHE
Per il prossimo ciclo gestionale si conferma la volontà di organizzare la raccolta di informazioni
relative alla presenza e distribuzione di Uccelli e Mammiferi, primariamente di interesse
gestionale, ma non solo, sulla base della suddivisione in unità territoriali di gestione (UTG), così da
poter disporre di informazioni faunistiche di maggior dettaglio.
Come di consueto, si provvederà inoltre a raccogliere informazioni relative alle consistenze ed ai
dati di cattura negli Istituti faunistici preposti (ZRC, ZTF etc.), sia relativamente alle specie preda,
che ai predatori oggetto di controllo numerico.
Per quanto Starna e Pernice rossa, come già riportato nel Piano di gestione 2013, la valutazione
della presenza sul territorio dell’ATC, indispensabile ad orientare le più opportune scelte
gestionali, attraverso l’analisi delle informazioni reperibili sulle più recenti basi cartografiche
digitali (Ortofoto AGEA 2011) e raccolte nel corso di sopralluoghi effettuati nel 2013, non ha
permesso di identificare aree idonee al sostentamento di nuclei vitali delle specie, in cui sia
possibile istituire zone di produzione. Pertanto, malgrado la Carta delle Vocazioni Faunistiche della
Regione Emilia Romagna definisca gran parte del territorio in oggetto come altamente vocato per
entrambe le specie, l’ATC RE1 conferma la volontà di non procedere per il prossimo ciclo
gestionale all’immissione di esemplari di Starna o Pernice rossa.
In riferimento alla gestione della lepre, a causa delle recenti criticità emerse dalla valutazione dello
status delle popolazioni locali, il Consiglio Direttivo ha ritenuto non sussistessero attualmente le
condizioni per dare avvio al progetto sperimentale di gestione della specie, che l’anno passato era
stato proposto e approvato in sede di Assemblea generale. Detto questo, l’ATC ravvisa comunque
la necessità di rivedere le modalità gestionali della specie, alla luce sia delle profonde
modificazioni che la popolazione dei cacciatori sta subendo (progressivi calo numerico ed aumento
dell’età media), sia dell’andamento demografico fortemente negativo che caratterizza i
contingenti, avvertendo oggi più che mai l’esigenza di proiettarsi verso un modello gestionale
fondato su criteri di sostenibilità del prelievo venatorio, che preveda un prelievo programmato
sulla base dell’analisi dei dati di consistenza ed una riorganizzazione territoriale degli ambiti di
protezione (ZRC, ZTF, Ordinanze sindacali) che sia teso a favorire l’irradiamento naturale.
Per la stagione 2014/15, sono al vaglio del Consiglio Direttivo provvedimenti volti alla
conservazione delle specie lepre e fagiano da sottoporre all’Assemblea generale; i provvedimenti
possibili sono quelli previsti dalla LR.
43
2.3. ATTIVITÀ DI MIGLIORAMENTO AMBIENTALE
Tenuto conto delle caratteristiche ambientali dell’ATC RE1 (cfr. Tabella 15), gli interventi a cui
accordare priorità si ritiene debbano essere:
− creazione, conservazione e ripristino di elementi fissi del paesaggio (siepi, boschetti, filari
alberati), mediante le specie di cui alla tabella 21;
Specie
Acer campestre
Prunus avium
Ficus carica
Fraxinus excelsior
Fraxinus oxycarpa
Morus alba, M. nigra
Malus sylvestris
Prunus cerasi fera
Alnus glutinosa
Populus nigra
Populus alba
Pyrus communis
Quercus peduncolata
gen. Salix
Tilia platyphyllos
Ulmus carpinifolia
Prunus spinosa
Cornus sanguinea
Ligustrum vulgare
Frangula alnus
Euonymus europaeus
Sambucus nigra
Rhamnus catharticus
Viburnum opulus
Mespilus germanica
Paliurus spina christi
Corylus avellana
Rosa canina
Tamarix gallica
Nome comune
acero campestre
Ciliegio
Fico
frassino maggiore
frassino ossifillo
Gelsi
melo selvatico
Mirabolano
ontano nero
pioppo nero
pioppo bianco
pero selvatico
Farnia
Salici
Tiglio
olmo campestre
Prugnolo
Sanguinello
Ligustro
Frangola
Fusaggine
Sambuco
spino cervino
pallon di maggio
Nespolo
paliuro o marruca
Nocciolo
rosa canina
Tamerice
TAB. 21 – Specie arboreo-arbustive utilizzabili per i ripristini ambientali
− creazione, conservazione e ripristino di maceri e stagni, circondati da un’area nella quale
possano svilupparsi (anche attraverso piantumazione ex-novo) le diverse fasce che
caratterizzano la vegetazione riparia;
44
− semina di colture a perdere su appezzamenti di piccola estensione, ad esclusivo utilizzo
della fauna selvatica: un quadro indicativo delle essenze utilizzabili è fornito in tabella 22;
Specie
Avena
Frumento
colza invernale
erba mazzolina
Favino
erba medica
Miglio
Panico
Senape
pisello da foragg.
ramolaccio da
foragg.
grano saraceno
sorgo da granella
Trifoglio
Miscuglio eventuale
con veccia e pisello
con veccia e pisello
con rapa
con erba medica
con avena
con miglio o panico
con mais e panico
con miglio o grano
sarac.
con avena
con avena o segale
Periodo di semina
fine sett.
sett-ott.
ago-sett.
Primavera
Ottobre
febbraio-marzo
Maggio
Utilità
alim. Invernale
alim. Invernale
alim. Invernale
Nidificazione
Alimentazione
alimentaz. + nidificaz.
Alimentazione
Maggio
Alimentazione
lug.-ago.
Settembre
alimento verde
alimento verde
con rapa
lug.-ago.
Alimento verde
con miglio o panico
con miglio e panico
con veccia e loglio
perenn.
magg.-lug.
Maggio
Alimentazione
alimentazione e rifugio
Primavera
alimentaz. + nidificaz.
TAB. 22 - Essenze utili alla fauna selvatica (tratto dal documento tecnico INFS, n.16)
− mantenimento di strisce di vegetazione erbacea da sfalciare annualmente esclusivamente
nel periodo 1° agosto – 20 febbraio. Rinuncia cioè al taglio del foraggio su piccoli
appezzamenti, anche marginali, sino al termine del periodo riproduttivo della selvaggina;
− mantenimento delle stoppie dopo la mietitura e/o semina della nuova coltura sulle
stoppie. Si tratta di conservare per il più lungo periodo possibile questo residuo colturale,
particolarmente utile ad alcune specie in quanto sito di alimentazione e rifugio. Nel
secondo caso si tratta di applicare una tecnica agricola molto utilizzata in altri Paesi (es.
Francia), che prevede la semina direttamente sul residuo colturale precedente, senza
interramento (aratura);
Per la realizzazione di quanto elencato in precedenza, l’ATC RE1 ha previsto una somma a bilancio,
per l’anno 2013, pari ad euro 3.355,00.
Oltre a ciò, come già avvenuto negli anni scorsi, anche nell’anno corrente l’ATC si impegnerà nella
raccolta di informazioni utili sulle possibili forme di finanziamento disponibili per la realizzazione di
questo tipo di interventi (ad esempio attraverso il PRSR), provvedendo inoltre ad individuare
efficaci meccanismi di divulgazione ai possibili beneficiari (di norma agricoltori) delle opportunità
disponibili.
45
2.4. PROGRAMMAZIONE DELLE PRESENZE FAUNISTICHE.
Le valutazioni condotte al presente circa la fauna selvatica di interesse venatorio presente nell’ATC
RE1 hanno condotto il Direttivo a pianificare per il ciclo gestionale 2014-2015, oltre alle attività di
cattura, anche il ricorso, per quanto concerne i Galliformi, alle immissioni con soggetti di
allevamento.
Nello specifico nell’anno 2014 sono in previsione l’acquisto di 2.300 fagiani di circa 120 gg. di età,
rilasciati con le seguenti modalità:
− 2.100 capi saranno rilasciati nel periodo compreso tra il 20 giugno ed il 10 luglio in
territorio cacciabile;
− 200 capi saranno immessi alla fine di agosto nelle ZRC al fine di costituire nuclei sfruttabili
per le catture invernali;
Per le motivazioni già descritte (Cap. 2.2). non sono previste immissioni per le specie Starna e
Pernice Rossa.
Il numero di fagiani che si prevede di rilasciare nel prossimo ciclo gestionale, inferiore rispetto al
2012 (quando si è proceduto all’immissione di 2.600 capi totali), è stato adeguato al minor numero
di iscritti previsti per la stagione 2014/2015 (85 in meno rispetto alla stagione precedente), per
effetto dell’adozione del nuovo valore di densità venatoria (1 cacciatore ogni 28 ettari).
Relativamente alle catture, alla luce del quadro che si è delineato per l’annualità appena conclusa
riguardo la difficile condizione demografica di lepre e fagiano, ci si riserva di attendere i dati di
censimento programmati per l’autunno 2014 prima di effettuare qualsiasi previsione.
46
2.5. ATTIVITÀ DI PREVENZIONE E RISARCIMENTO DANNI CAUSATI DALLA FAUNA
SELVATICA.
L’ATC RE1 nel prossimo esercizio gestionale intende proseguire nell’applicazione di metodiche
standard per le attività di rilevamento dei danni e di esecuzione delle opere di prevenzione,
ricorrendo quindi all’impiego di specifiche schede di rilevamento e di strumenti utili alla
localizzazione geografica dei siti interessati. Rispetto all’anno appena concluso, si tenterà di
rendere maggiormente fruibili per gli operatori addetti a questo tipo di attività i mezzi di cui l’ATC
si è dotato (GPS palmari, archivio informatizzato per la georeferenziazione dei dati), ad esempio
apportando opportune modifiche alle schede di rilevamento, ed assicurando uno specifico
addestramento del personale coinvolto (attraverso serate informative, affiancamento nelle attività
di rilevamento da parte di tecnici). Il progetto, già in corso dal 2010, si propone la raccolta e
l’archiviazione di dati georeferenziati relativi a tutte le attività di prevenzione e risarcimento danni,
con conseguente identificazione delle unità territoriali di gestione (cfr. paragrafo 1.1) interessate,
per descrivere il fenomeno rappresentato dagli impatti causati alle produzioni agricole dalla fauna
selvatica su una scala geografica più dettagliata, e rappresentare uno strumento utile ad
indirizzare le corrette scelte gestionali nella programmazione degli interventi di
prevenzione/controllo numerico delle specie responsabili.
Non subiscono, rispetto all’annualità conclusa, le modalità operative per i risarcimenti: a seguito di
specifica richiesta scritta da parte dell’agricoltore che ha subito il danno, verrà effettuato un
sopralluogo sul campo, da parte di un componente del Consiglio Direttivo dell’ATC afferente alle
Associazioni Agricole ivi rappresentate. In caso di contenziosi circa la stima economica del danno
(nonostante i valori continueranno ad essere parametrati in base ai tabulati della Camera di
Commercio di Reggio Emilia), l’ATC ricorrerà alla valutazione di un perito abilitato.
Circa l’attività di prevenzione, ferma restando la necessità di una richiesta formale, l’ATC
provvederà ad organizzare un sopralluogo, nell’ambito del quale sarà concordato l’intervento da
realizzare con il proprietario/conduttore del fondo. Nel caso provveda quest’ultimo alla
realizzazione, l’ATC si occuperà di consegnare il materiale necessario o a rimborsarlo in base alle
fatture d’acquisto consegnate, viceversa a realizzarlo mediante i cacciatori iscritti ai quali sarà
corrisposto un rimborso kilometrico.
Nel bilancio di previsione 2014 l’ATC RE1 ha provveduto a stanziare € 3.000 per le opere di
prevenzione ed € 3.000,00 per il risarcimento dei danni alle coltivazioni prodotti dalla fauna
selvatica di competenza. Le somme messe a bilancio risultano inferiori agli anni passati a seguito
del ridimensionamento che il fenomeno del danneggiamento delle colture ad opera delle specie di
fauna selvatica impattanti ha subito negli ultimi anni, frutto degli sforzi profusi dall’ATC nella
prevenzione.
Per l’attività descritta nel presente capitolo l’ATC RE1, in conformità a quanto stabilito nel proprio
statuto, è dotato di un’apposita Commissione, le cui funzioni sono:
− perizie danni
− sopralluoghi prevenzione
− organizzazione e messa in atto dispositivi preventivi
− stima contributi dispositivi preventivi
La Commissione si compone di: consiglieri ATC, soci dell’ATC, esperti e/o consulenti esterni (periti).
47
2.6. PRELIEVO VENATORIO ED ORGANIZZAZIONE DEL PERSONALE VOLONTARIO.
Come già riportato, per ora risulta sospeso il progetto sperimentale per la gestione della lepre.
Riguardo l’organizzazione del personale volontario si rimanda a quanto decritto al capitolo 1.5, con
particolare riferimento alla TAB. 9, in quanto l’ATC intende confermare per l’esercizio corrente le
medesime condizioni.
Il numero di coadiutori che opereranno sotto il coordinamento dell’ATC RE1 per l’esercizio
corrente è pari a 72 volontari, 65 dei quali in possesso dell’abilitazione per tutte le specie oggetto
di controllo numerico.
Per disciplinare l’iscrizione di cacciatori che facciano richiesta all’ATC RE1, pur non godendo del
diritto sancito dalle normative vigenti, il Consiglio Direttivo si è dotato di apposito Regolamento, i
cui articoli sono riportati di seguito:
Art. 1 - DETERMINAZIONE DEI POSTI DISPONIBILI
Il numero dei posti disponibili ai fini dell’accoglimento delle precitate richieste di iscrizione è
determinato dalla somma dei due seguenti elementi:
1) differenza tra la capienza dell’ATC e il numero di cacciatori che hanno richiesto l’iscrizione;
2) il risultato dell’applicazione sulla capienza dell’ATC della “percentuale di sicurezza”.
La “percentuale di sicurezza”, compresa tra 2% e 6%, viene individuata annualmente, con
deliberazione del Consiglio direttivo dell’ATC, al fine di compensare a priori le eventuali carenze
determinate da scelte non confermate con il pagamento dell’iscrizione.
Art. 2 – MODALITA DI RICHIESTA
La domanda va indirizzata al Consiglio Direttivo dell’ATC e redatta sul modulo come da fac-simile
allegato predisposto dalla Regione Emilia Romagna.
Art. 3 – MODALITA E TERMINE DI TRASMISSIONE
La richiesta può essere consegnata presso la sede dell’ATC negli orari di apertura dell’Ufficio dal
diretto interessato ovvero trasmessa a mezzo posta Raccomandata.
La richiesta deve pervenire all’ATC entro il 28 Febbraio di ciascun anno.
Non saranno tenute in considerazione le richieste pervenute oltre tale termine e/o con modalità
diverse di spedizione e/o consegna.
Art. 4 – PRIORITA DI ASSEGNAZIONE
Nel caso in cui siano pervenute domande di iscrizione, per posti disponibili, aventi più dichiarazioni
di possesso di priorità previste dalla D.G.R. 211/2011, ovvero:
rinuncia all’ATC di diritto;
aver effettuato interventi di volontariato attinenti la gestione dell’ATC;
essere proprietari e/o conduttori di terreni che esercitano attività di impresa agricola ai
sensi dell’art. 2135 del Codice Civile, muniti di Partita IVA agricola;
le sopraelencate priorità possono essere cumulate tra di loro solamente in caso di rinuncia all’ATC
di diritto, determinando ai fini dell’assegnazione dei posti disponibili la seguenti priorità:
a)
aver rinunciato all’ATC di diritto, aver effettuato interventi di volontariato attinenti la
gestione dell’ATC, essere proprietari e/o conduttori di terreni che esercitano attività di
impresa agricola ai sensi dell’art. 2135 del Codice Civile, muniti di Partita IVA agricola;
b)
aver rinunciato all’ATC di diritto, aver effettuato interventi di volontariato inerenti la
gestione dell’ATC;
48
c)
d)
e)
f)
g)
aver rinunciato all’ATC di diritto, essere proprietari e/o conduttori di terreni che esercitano
attività di impresa agricola ai sensi dell’art. 2135 del Codice Civile, muniti di Partita IVA
agricola;
aver rinunciato all’ATC di diritto;
aver effettuato interventi di volontariato inerenti la gestione dell’ATC, essere proprietari
e/o conduttori di terreni agricoli (almeno 2500 mq) compresi nell’ATC;
aver effettuato interventi di volontariato attinenti la gestione dell’ATC;
essere proprietari e/o conduttori di terreni che esercitano attività di impresa agricola ai
sensi dell’art. 2135 del Codice Civile, muniti di Partita IVA agricola.
Sempre da quanto stabilito dalla D.G.R. 211/2011, la priorità di rinuncia all’ATC di diritto può
essere esercitata solo dai cacciatori residenti in Emilia Romagna.
Art. 5 – MODALITA DI ASSEGNAZIONE
Nel caso in cui le richieste di iscrizione pervenute siano in numero superiore ai posti disponibili, i
posti saranno assegnati mediante estrazione a sorte nel rispetto delle priorità stabilite dal comma
4 dell’articolo 35 della L.R. 8/1994 dall’articolo come integrata e modificata dalla L.R. 16/2007 e
dalla Delibera di Giunta Regionale n. 211/2011.
Art.6 – ESITO DELLA RICHIESTA
L’esito delle richieste pervenute sarà comunicato a mezzo posta al diretto interessato.
In caso di favorevole accoglimento della richiesta il pagamento della quota di iscrizione dovrà
avvenire entro e non oltre il 31 maggio e qualora questo coincida con un giorno festivo è
prorogato al primo giorno non festivo successivo.
Il mancato pagamento nei termini farà decadere automaticamente l’iscrizione.
Art.7) RINUNCIA ALLA RICHIESTA
La rinuncia alla richiesta con rimborso dell’eventuale quota annuale versata sarà riconosciuta a:
a)
chi presenta rinuncia scritta al Consiglio Direttivo almeno entro il 10 Maggio.
b)
chi presenta rinuncia scritta al Consiglio Direttivo comprovando il mancato ritiro del
tesserino regionale
c)
agli eredi degli assegnatari deceduti prima dell’inizio della stagione venatoria.
Relativamente alle modalità di inter-scambio tra cacciatori, l’ATC RE1 opera come di seguito
descritto:
Secondo quanto previsto dall’art. 37 comma 3 della L.R. 15 Febbraio 1994 n. 8 e s.m.i., il Consiglio
Direttivo dell’ATC RE 01 Pianura Ovest ha deciso di adottare per la stagione venatoria 2014/2015 a
partire da lunedì 6 ottobre 2014, la seguente forma di interscambio: il cacciatore iscritto all’ATC RE
01 Pianura Ovest (invitante) può ospitare un altro cacciatore non iscritto (invitato), utilizzando
giornate di competenza.
Le modalità di attuazione sono le seguenti:
49
L’invitante deve comunicare al Consiglio Direttivo i dati anagrafici dell’invitato, annotare sul
proprio tesserino della caccia controllata la giornata di caccia e accompagnare senza fucile
l’invitato (l’invitante non può esercitare l’attività venatoria).
L’invitato può esercitare l’attività venatoria dopo aver annotato sul proprio tesserino della caccia
controllata la giornata di caccia, nel rispetto del calendario venatorio Provinciale di Reggio Emilia,
solo se accompagnato dall’invitante.
L’ATC RE 01 comunicherà via fax al servizio U.O. Vigilanza, Caccia e Pesca i dati dell’invitante e
dell’invitato.
Chiunque venga sorpreso a cacciare in ATC RE 01 dichiarando di essere invitato senza aver
ottemperato alla procedura sopra descritta, potrà essere sanzionato dal personale addetto alla
vigilanza in base alle leggi vigenti in materia di caccia, in quanto detto invito non è considerato
valido dall’ATC RE 01 ed il cacciatore è da considerarsi non autorizzato all’esercizio venatorio in
ATC RE 01.
50
2.7. CONTROLLO DELLE SPECIE SELVATICHE.
Nel corso dell’esercizio corrente si proseguirà nell’intento di utilizzare la suddivisione del territorio
di competenza dell’ATC in unità territoriali di gestione (UTG) anche per la raccolta e l’archiviazione
dei dati relativi alla rendicontazione dei Piani di controllo numerico delle specie nocive. Ciò
consentirà di definire con sempre maggiore accuratezza quali siano le aree che presentano criticità
relative alla presenza di specie impattanti, trasferendo la rendicontazione delle attività dalla scala
Comunale ad una scala più dettagliata. Riguardo alla raccolta dei dati, attualmente archiviati su un
supporto cartaceo e trasferiti nel mezzo informatico (Database Access 2000) che la Provincia ha
provveduto a fornire, si prevede di migliorare ulteriormente l’efficienza del sistema consentendo
agli operatori l’archiviazione in tempo reale degli interventi effettuati, così da facilitare
l’inserimento dei dati per UTG interessato, ed evitando la perdita di informazioni utili alle analisi
successive. Inoltre, si intende proseguire nel programma di rilevamento dei danni e delle opere di
prevenzione a mezzo ricevitore palmare GPS, riversando quindi le informazioni nella banca dati
informatica, georeferenziata, già allestita nel corso del 2010.
Riguardo le specie per le quali si richiede il controllo numerico, esse sono elencate nella tabella
sottostante (tabella 20). Nei confronti di nutria e piccione di città non sono fissati a priori limiti
numerici alla richiesta. Ciò dipende:
− riguardo la nutria dalla legislazione regionale vigente che ne prevede l’eradicazione,
condizione ripresa anche dal Piano Faunistico-Venatorio Provinciale, vigente;
− riguardo il piccione di città, dalla derivazione domestica di questa specie, da cui consegue il
nullo interesse conservazionistico del Taxon.
In tabella 23 sono inoltre elencati i metodi di intervento ed i periodi che lo scrivente ATC ritiene
idonei al conseguimento degli obiettivi fissati nel Piano Faunistico-Venatorio Provinciale, per
quanto concerne il proprio territorio di competenza.
Specie
Metodi
Periodi
Nutria
Sparo, Trappola
Tutto l’anno
Cornacchia
Sparo, Trappola
Febbraio-novembre
Gazza
Storno
Sparo, Trappola
Sparo
Febbraio-novembre
Agosto-Ottobre
Ghiandaia
Sparo
Aprile-novembre
Tortora
Piccione
Sparo
Sparo
Volpe
Cane da tana,
Sparo, trappola
Tutto l’anno
Tutto l’anno
Febbraio-giugno
(cane da tana);
Resto dell’anno gli altri
metodi
Comuni con priorità
d’intervento
Tutti
Brescello, Boretto, Gualtieri,
Poviglio
Tutti
Tutti
Gualtieri-PoviglioCampegine-Castelnovo S.Boretto-S.Ilario
Tutti
Tutti
Tutti
TAB. 23 – Specie per le quali si richiede il controllo numerico nel contesto dell’ATC RE1.
Si conferma anche per la stagione 2014/15 l’adozione del Regolamento per l’attività dei coadiutori
(Allegato E), necessario a razionalizzare e migliorare l’organizzazione dell’attività dei coadiutori
operanti sul territorio di competenza dell’ATC, ed aumentarne l’efficienza.
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Per comodità redazionale, come avvenuto per l’anno in corso, si richiede alla Provincia di Reggio
Emilia la possibilità di rendicontare in sede di Programma annuale degli interventi quanto relativo
ai Piani di controllo numerico, posticipando pertanto la data di consegna del documento
complessivo al 31/3 di ogni anno.
2.8. MONITORAGGIO SANITARIO DELLA SELVAGGINA CACCIATA
Per l’annualità in corso si intende proseguire nelle attività di informazione e aggiornamento rivolte
ai cacciatori sul tema dello stato sanitario della selvaggina oggetto di prelievo venatorio e dei rischi
sanitari ad esso connessi, nonché nel coinvolgimento degli iscritti in operazioni di campionamento
utili ad approfondimenti sanitari.
Inoltre, l’ATC sarà impegnato, di concerto con la Provincia e l’ATC RE2, a collaborare alla raccolta di
informazioni utili a far luce sulle problematiche sanitarie che possono aver avuto un ruolo nel
tracollo delle presenze della lepre nei territori di competenza, con il fine di contribuire alla
programmazione delle attività previste dal Piano di monitoraggio sanitario regionale.
Naturalmente, una volta elaborate le modalità operative, l’ATC con i propri iscritti sarà impegnato
in prima linea nell’attività di sorveglianza sanitaria, attraverso il monitoraggio dell’andamento
demografico della popolazione, la perlustrazione delle aree di interesse per la ricerca e la raccolta
di esemplari morti per un pronto conferimento agli enti preposti all’esecuzione degli esami
necessari (A.U.S.L., I.Z.S.), l’eventuale campionamento su soggetti abbattuti o di cattura.
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3. ALLEGATI
ALLEGATO A - STATUTO
TITOLO I
DENOMINAZIONE - SEDE - DURATA - SCOPI DELL'ASSOCIAZIONE
Art. 1 - Denominazione e durata
1.
L’associazione denominata ATC RE 01 PIANURA OVEST è costituita quale associazione di diritto
privato ai sensi dell'art. 36 e seguenti del Codice civile.
2.
L’associazione ha durata illimitata.
Art. 2 - Sede
1.
L’Associazione ha attualmente sede in Poviglio, in via De Amicis n.13.
Art.3 - Scopi dell'associazione
L’associazione costituita in relazione alle previsioni di cui al capo IV della L.R.8/94 come modificata ed
integrata dalla L.R. 27/2007, non ha fini di lucro ed intende perseguire esclusivamente finalità di gestione
faunistica e di organizzazione dell’esercizio venatorio in forma programmata nel territorio di competenza.
Le attività di interesse pubblico di cui al precedente capoverso sono svolte, nel rispetto della normativa
nazionale e regionale vigente in materia e in coerenza con il piano faunistico venatorio provinciale, sotto il
controllo e la vigilanza della Provincia.
L’associazione ha altresì lo scopo di:
1.
promuovere, valorizzare e contribuire alla pratica, alla diffusione e alla conoscenza dello sport
venatorio, del tiro a volo e della cinofilia, nonché di ogni altra attività sportiva e faunistico ambientale,
anche attraverso la partecipazione e l’organizzazione di manifestazioni e competizioni agonistiche e non.
organizzare, tutelare e gestire lo svolgimento dell’attività venatoria nel rispetto del
mantenimento delle specie e dell’ecosistema in generale.
2.
3.
combattere ogni forma illecita di prelievo faunistico e di pratiche contrarie all’etica venatoria;
4.
ottimizzare le condizioni di sicurezza in cui viene praticata l’attività venatoria, tramite la formazione
degli operatori, la valorizzazione della vigilanza venatoria volontaria ed il coordinamento tra questa e la
vigilanza istituzionale;
5.
collaborare con gli enti competenti in materia di sanità animale per la salvaguardia del patrimonio
faunistico, la sicurezza alimentare e la prevenzione delle zoonosi;
6.
promuovere l’integrazione tra il settore agricolo, l’attività venatoria e le esigenze della
conservazione e del miglioramento degli ecosistemi seminaturali;
7.
sviluppare procedure e metodi atti all’incremento di efficacia ed efficienza della gestione faunisticovenatoria;
8.
promuovere l’integrazione con il settore produttivo agricolo favorendo la multifunzionalità delle
Aziende Agricole;
9.
adeguare la gestione faunistico-venatoria ai principi di un prelievo “ecosostenibile” di una risorsa
rinnovabile, anche con aggiornamento di tecniche, mezzi e metodiche;
10. promuovere la formazione e l’aggiornamento di cacciatori e di altre categorie sociali coinvolte nella
gestione della fauna;
53
11. valutare la compartecipazione ed l’attivazione di risorse economiche, proprie o da reperirsi, ai fini
dell’ottimizzazione, innovazione, formazione nell’ambito delle attività di competenza e di rapporti con gli
Enti e Associazioni.
12. Potrà altresì compiere ogni altra operazione collaterale necessaria o utile per il raggiungimento degli
scopi associativi.
13. In particolare, per il raggiungimento dei propri fini l’associazione si propone di organizzare sulla
base del Programma di Attività:
- la ricognizione delle risorse ambientali e della consistenza faunistica;
- programma gli interventi per il miglioramento degli habitat;
- provvede direttamente o mediante attribuzione di incentivi economici ai conduttori di fondi rustici per:
a) la ricostruzione di una presenza faunistica ottimale per il territorio;
b) la messa in atto di coltivazioni per l’alimentazione naturale dei mammiferi e degli uccelli;
c) il ripristino di zone umide e di fossati;
d) la differenziazione delle colture;
e) la messa in atto di coltivazioni di siepi, cespugli, alberi adatti alla nidificazione;
f) la tutela dei nidi e dei nuovi nati di fauna selvatica nonché dei riproduttori;
g) l’esecuzione di tabella menti;
h) la difesa preventiva delle coltivazioni passibili di danneggiamento;
i) il risarcimento dei danni arrecati dalla fauna selvatica alle coltivazioni;
l) l’alimentazione invernale degli animali in difficoltà;
m) la manutenzione degli apprestamenti di ambientamento della fauna selvatica;
- la vigilanza faunistico venatoria;
- collabora all’attuazione dei piani di controllo;
- la gestione delle zone di protezione in convenzione con la Provincia,
nonché ogni altro compito e/o adempimento riservatogli per legge.
L’Associazione potrà altresì compiere ogni altra operazione strumentale od accessoria a quelle statutarie,
in quanto integrative delle stesse.
TITOLO II
COMPONENTI SOCIALI
Art. 4
I cacciatori che richiedono ed ottengono l’iscrizione all’ATC sono obbligati al pagamento del contributo
annuo di gestione stabilito dal Consiglio Direttivo.
I cacciatori iscritti all’ATC ai sensi del comma 3 dell’Articolo35 della Legge Regionale 8/1994 come
modificata ed integrata dalla L:R: 16/2007 perdono la qualifica di socio unicamente per recesso da
comunicarsi entro il 15 febbraio di ciascun anno.
Art. 4bis - Organi dell’ATC
Sono organi dell'ATC:
a)
il Presidente;
54
b)
il Consiglio direttivo;
c)
l'Assemblea dei cacciatori iscritti, dei conduttori dei fondi agricoli inclusi nell'ATC, degli iscritti
alle associazioni di protezione ambientale riconosciute ai sensi dell'art. 13 della Legge 349/1986 residenti
nei Comuni inclusi nell'ATC;
d)
il Collegio dei Revisori dei conti.
Art. 5 - Il Presidente
1.
Il Presidente è il legale rappresentante ed agisce in nome e per conto dell'Associazione.
2.
E' nominato dal Consiglio Direttivo con votazione segreta nella prima seduta di insediamento ed è
scelto fra i suoi componenti.
3.
Nell’esercizio delle sue funzioni il Presidente:
a)
nomina nell'ambito rispettivamente del Consiglio Direttivo e dell'Assemblea un segretario con
funzioni di verbalizzante delle riunioni. In tali riunioni il Segretario appone la propria firma unitamente a
quella del Presidente;
b)
convoca e presiede l’Assemblea coordinandone i lavori;
c)
convoca il Consiglio Direttivo e lo presiede, coordinandone i lavori, fissa l’ordine del giorno, la
data, l’ora ed il luogo della seduta. La convocazione deve avvenire tramite comunicazione postale, telefax,
posta elettronica almeno dieci giorni prima della data fissata per la riunione, salvo motivi di urgenza per
cui è ammessa la convocazione telefonica, telegrafica o via posta elettronica;
d)
adotta tutti i provvedimenti demandati alla sua competenza dal Consiglio Direttivo;
e)
nei casi di necessità e di urgenza adotta i provvedimenti di competenza del Consiglio Direttivo
al quale sono sottoposti per la ratifica nella prima riunione utile;
f)
vigila sull’andamento della gestione e sovrintende all'attività generale dell'ATC, assumendo gli
atti di competenza;
g)
è consegnatario dei mezzi di esercizio e dei beni in uso all’associazione; cura l’esecuzione dei
deliberati dell’Assemblea e del Consiglio e coordina le attività dell’associazione;
h)
rappresenta l'Associazione di fronte ai terzi ed in giudizio, nonché negli organismi pubblici e
privati cui aderisce, salvo che il Consiglio Direttivo non conferisca, caso per caso, specifica delega ad altro
proprio componente;
i)
partecipa alla Conferenza degli ATC istituita dall’art.33 bis della LR 8/94 come modificata dalla
L.R. 16/07 o individua un delegato.
4.
Le dimissioni o l’impedimento permanente del Presidente comportano l’assunzione delle funzioni
da parte del Vice Presidente o in sua assenza del membro più anziano del Consiglio Direttivo che, entro il
termine di 60 giorni, convoca il Consiglio medesimo per la nomina del nuovo Presidente, che rimane in
carica fino al compimento del residuo periodo di mandato del consiglio direttivo.
5.
Il Presidente rimane in carica 5 anni e può essere rinominato per un altro mandato.
6.
Al Presidente compete il rimborso delle spese sostenute per l’espletamento del suo mandato, oltre
ad un eventuale compenso da determinarsi da parte del Consiglio Direttivo.
Art. 6 - Il Consiglio Direttivo
1.
Il Consiglio Direttivo, nominato dalla Provincia, è costituito, nel rispetto delle percentuali di cui al
comma 2 dell’art. 32 della L.R. 8/1994 come modificata dalla L.R. 16/2007, da 20 componenti così ripartiti:
a)
da
6
rappresentanti
delle
organizzazioni
55
professionali
agricole
maggiormente
rappresentative a livello nazionale e presenti in forma organizzata sul territorio dell’ATC, iscritti alle stesse
e residenti o conduttori di fondi agricoli in un Comune compreso nell'ATC;
b)
da 6 rappresentanti delle Associazioni nazionali venatorie riconosciute e presenti in forma
organizzata sul territorio dell’ATC, iscritti alle stesse e all’ATC;
c)
da 4 rappresentanti delle Associazioni di protezione ambientale riconosciute e presenti sul
territorio provinciale in cui ricade l’ATC, iscritti alle stesse e residenti nella Provincia in cui è compreso
l'ATC;
d)
da 4 rappresentanti della Provincia nella quale ricade l'ATC.
2.
La durata del mandato del Consiglio Direttivo è di 5 anni dalla data di nomina da parte della
Provincia.
3.
Al Consiglio Direttivo spettano le più ampie facoltà e poteri per l’amministrazione ordinaria e
straordinaria dell’Associazione ad eccezione degli atti riservati per legge e per statuto all’Assemblea.
4.
Il Consiglio Direttivo rimane in carica fino al suo rinnovo, limitandosi, dopo la scadenza del
quinquennio ad adottare gli atti urgenti assicurando comunque il buon andamento della gestione fino
all’insediamento del nuovo Consiglio e provvedendo altresì agli adempimenti per la nomina dei nuovi
organi. Nel periodo di prorogatio il Consiglio può adottare solo atti di ordinaria amministrazione.
5.
I singoli componenti del Consiglio possono essere nominati per più mandati.
6.
I componenti del Consiglio Direttivo decadono dalla carica nelle seguenti ipotesi:
a)
siano assenti ingiustificati a tre riunioni consecutive;
b)
siano comunque assenti ad oltre un terzo delle riunioni nell'arco dei dodici mesi;
c)
siano stati condannati per reati che comportano l'interdizione dai pubblici uffici, per reati
societari e per reati in materia venatoria;
d)
non siano più iscritti all’Associazione che li ha designati.
6.bis In caso di decesso, dimissioni o decadenza di un componente del Consiglio, il Presidente dell’ATC ne
da immediato avviso alla Provincia che provvede entro 15 giorni alla nomina del successore sulla base
dell’elenco dei designati dall’Associazione a cui apparteneva il deceduto, dimissionario o decaduto.
7.
Nell’ipotesi in cui vengano esauriti gli elenchi dei designati il Consiglio continua ad operare fino alla
naturale scadenza del mandato sempre che rimanga in carica la maggioranza dei componenti del
Consiglio. Nel caso in cui venga a mancare la maggioranza dei Consiglieri e la Provincia non provveda alla
nomina dei consiglieri mancanti entro 120 giorni l’intero consiglio decade dalle sue funzioni.
8.
I componenti del Consiglio Direttivo che subentrano in corso di mandato restano in carica fino alla
scadenza del mandato del consiglio direttivo.
9.
Il Consiglio Direttivo, entro 30 giorni dall’insediamento, nomina con votazione segreta tra i suoi
componenti, il Presidente; entro 60 giorni nomina il Collegio dei revisori dei conti.
10.
Il Consiglio Direttivo nomina inoltre tra i suoi componenti, su proposta del Presidente, un Vice
Presidente che lo rappresenti ed eserciti le funzioni in caso di impedimento del Presidente. Nell’ipotesi di
assenza o di impedimento anche del Vice Presidente, assume le funzioni il componente con maggiore
anzianità di carica o, in subordine, di età.
11.
Nel caso di dimissioni del Presidente, il Consiglio Direttivo dovrà essere convocato dal vice
presidente ovvero in mancanza dal consigliere più anziano entro 30 giorni per la nomina del nuovo
Presidente.
12.
Il Presidente nell’espletamento del suo mandato il Presidente potrà avvalersi di collaboratori di
sua fiducia da designarsi anche all’infuori dei membri del Consiglio Direttivo.
13.
Il Consiglio Direttivo predispone la proposta di bilancio preventivo da sottoporre all’approvazione
56
dell’assemblea entro il termine di cui al successivo art 16. Il Consiglio Direttivo predispone altresì il bilancio
consuntivo ed eventuali variazioni al bilancio preventivo da sottoporre all’approvazione dell’assemblea
entro il termine di cui al successivo art 16. Il bilancio consuntivo una volta approvato dall’assemblea
dovrà essere trasmesso a cura del consiglio direttivo alla Provincia.
14.
Il Consiglio Direttivo trasmette, almeno venti giorni prima della data di convocazione
dell'Assemblea, il bilancio consuntivo e la relativa documentazione al Collegio dei Revisori dei conti, per
l’opportuno controllo e la stesura della prevista relazione che deve accompagnare il bilancio stesso. Ogni
trimestre il Consiglio Direttivo sottopone ai Sindaci Revisori i verbali, le delibere e la contabilità per le
verifiche trimestrali.
15.
Le riunioni del Consiglio Direttivo hanno luogo nella sede sociale, ma possono tenersi anche
altrove purché nell’ambito della Provincia ove ha sede l’Associazione.
16.
Il Consiglio Direttivo si riunisce tutte le volte che il Presidente lo ritenga necessario o che ne
facciano richiesta almeno un terzo dei componenti. Per la validità delle riunioni e delle deliberazioni
occorre in prima convocazione la maggioranza assoluta dei componenti il Consiglio Direttivo, mentre in
seconda convocazione la riunione è valida qualunque sia il numero dei presenti e le deliberazioni vengono
adottate con la maggioranza assoluta (metà più uno) dei consiglieri presenti.
17.
Il Consiglio Direttivo può istituire al suo interno comitati esecutivi con funzioni operative e/o
consultive chiamando a farne parte anche esperti e/o consulenti esterni
18.
Il Consiglio Direttivo può aderisce alle strutture di coordinamento tecnico amministrativo
composte da tutti gli ATC presenti sul territorio provinciale.
19.
Il Consiglio Direttivo pubblicizza la propria attività, promuove la conoscenza dell'ATC e le sue
finalità, garantisce l’informazione delle proprie iniziative su tutto il territorio di competenza; favorisce e
promuove la formazione, l’aggiornamento e la qualificazione in campo faunistico-venatorio degli iscritti.
20.
Fermi restando gli adempimenti previsti dalla Legge 157/1992, dalla L.R. 8/1994 come modificata
dalla LR 16/2007 e dal vigente Regolamento Regionale per la gestione faunistico-venatoria degli Ungulati,
il Consiglio Direttivo in particolare:
a)
stabilisce e delibera:
l'entità del contributo annuo alla gestione dell'ATC, che ciascun cacciatore iscritto deve
versare, nei limiti minimi e massimi fissati dalla Regione, in modo da garantire le risorse necessarie a
realizzare le attività di prevenzione ed indennizzo dei danni arrecati alle produzioni agricole dalla fauna
selvatica, nonché alla realizzazione degli interventi previsti nel PAI e alla gestione dell’ATC;
-
L’entità del contributo annuo per l’utilizzo delle zone e campi di addestramento cani,
nonché di ogni altra iniziativa e/o servizio istituito dall’ATC.
-
l'entità del contributo annuo, commisurato alle spese di gestione e di organizzazione in
rapporto alle opere di prevenzione e salvaguardia ambientale messe in atto, che ogni cacciatore di
ungulati deve versare per esercitare tale caccia (comma 7 lettera b) dell’art. 56 della LR 8/1994 come
modificata dalla L.R. 16/2007), nonché all’entità dei danni risarciti;
-
l'entità del contributo annuo che ogni cacciatore di ungulati deve versare per
esercitare la caccia in mobilità controllata al di fuori dell’ATC di appartenenza (comma 4 dell’art 36 bis
della LR 8/1994 come modificata dalla L.R. 16/2007).
-
b)
può proporre annualmente alla Provincia, per giustificate esigenze faunistiche e particolari
situazioni ambientali, ulteriori limitazioni al calendario venatorio concernenti: le modalità di esercizio della
caccia, delle specie cacciabili, del numero delle giornate settimanali di caccia, dei periodi e degli orari di
caccia, del carniere giornaliero e stagionale per specie;
c)
può promuove in accordo con i conduttori e/o proprietari dei fondi gli interventi per la
prevenzione dei danni alle produzioni agricole da parte della fauna selvatica e la valutazione della loro
57
reale efficacia in termini di riduzione dei danni;
d)
cura la valutazione degli eventuali danni provocati alle produzioni agricole dalla fauna
selvatica di cui si consente il prelievo venatorio nei fondi ricompresi nell’ATC, individua i criteri per la
quantificazione degli stessi e corrisponde i contributi per il loro indennizzo. Il Consiglio Direttivo svolge tali
adempimenti secondo quanto previsto dalle direttive di cui all'art. 62 comma 1 lettera e) della LR 8/1994
come modificata dalla L.R. 16/2007;
e)
può curare la definizione progettuale degli interventi di miglioramento ambientale e
corrispondere gli incentivi a favore dei proprietari o conduttori dei fondi rustici per la tutela ed il ripristino
degli habitat e l'incremento della fauna selvatica secondo quanto previsto dai criteri determinati dalla
Regione in attuazione dell'art. 13 comma 1 della LR 8/1994 come modificata dalla L.R. 16/2007;
f)
predispone i piani di ripopolamento, gli interventi ambientali sul territorio di competenza
dell'ATC ed intraprende azioni per l'incremento del patrimonio faunistico, stipulando anche convenzioni
con i proprietari o conduttori dei fondi;
g)
può proporre l'istituzione e la modifica di zone di protezione alla Provincia territorialmente
competente;
h)
può aderire alle convenzioni con la Provincia per la gestione delle zone di protezione ai sensi
dell'art. 23 comma 1 della LR 8/1994 come modificata dalla LR 16/2007;
i)
può proporre alla Provincia la suddivisione del territorio in distretti gestionali e nomina i
responsabili di ciascun distretto per ogni specie;
j)
predispone appropriate forme di vigilanza venatoria volontaria nel rispetto di quanto previsto
dagli artt. 58 e 59 della LR 8/94 come modificata dalla LR 16/07, dalle modalità determinate dalla Regione
in attuazione dell’art.59 comma 3 della medesima legge e dal Regolamento provinciale per la disciplina del
coordinamento delle guardie volontarie;
k)
collabora con la Provincia per tutte le altre azioni legate alla gestione faunistico ambientale
del territorio;
l)
redige i programmi annuali di attività che contemplano in particolare la ricognizione delle
risorse ambientali, delle presenze faunistiche e dei prelievi venatori programmati; l'incremento delle
popolazioni animali selvatiche e i dati inerenti l’impatto delle singole specie sulle attività antropiche; le
attività necessarie ad evitare danni effettivi alle produzioni agricole; le azioni di programmazione ed
eventuale limitazione del prelievo venatorio per forme di caccia specifiche; l’istituzione di aree di rispetto,
e li trasmette alla Provincia entro il mese di febbraio di ogni anno, sentita l'Assemblea;
m)
delibera in ordine all'accesso dei cacciatori nel proprio ambito nel rispetto della normativa
regionale vigente in materia e tramite l’utilizzo del sistema regionale di gestione informatizzata delle
iscrizioni agli ATC, informa in tempo reale delle avvenute iscrizioni la Regione, la Provincia
territorialmente competente e i Comuni di residenza dei cacciatori iscritti;
n)
individua annualmente la percentuale di sicurezza come previsto dalla direttiva regionale di
cui al comma 1 dell’art.35 della LR 8/94 come modificata dalla LR 16/07;
o)
dell'ATC;
propone alla Provincia, per motivate esigenze gestionali, eventuali modifiche perimetrali
p)
delibera e comunica alla Provincia territorialmente competente le modalità per riconoscere ai
cacciatori iscritti la facoltà di utilizzare giornate di competenza per ospitare, mediante interscambio e
senza finalità di lucro, un altro cacciatore, anche se residente in altra regione;
q)
esprime su richiesta della Provincia territorialmente competente, un parere sul rilascio della
autorizzazione ad allenare i cani nel proprio territorio fuori dal periodo di caccia, secondo le norme del
calendario venatorio, ai cacciatori non iscritti che non abbiano tale possibilità nell'ATC di appartenenza;
r)
prevede e coordina forme di collaborazione dei cacciatori alla gestione dell'ATC mediante
58
interventi di servizio volontario attinenti al perseguimento degli scopi associativi, per i quali possono
essere previste forme adeguate di riconoscimento, secondo modalità da definirsi con apposito
regolamento;
s)
provvede ad adottare una adeguata tutela anche mediante copertura assicurativa per chi
presta attività volontaria a favore dell’ATC per le attività e per i rischi non coperti dalla assicurazione
individuale dei cacciatori per l’esercizio venatorio e attività connesse;
t)
può adottare tutte le prescrizioni e predispone e attua tutte le disposizioni previste dal
Regolamento Regionale per la gestione degli ungulati stilando un apposito regolamento;
u)
può richiedere l’iscrizione dell’ATC alla sezione provinciale del territorio di appartenenza
dell’elenco regionale di volontariato di protezione civile, nel rispetto dei requisiti previsti dall’art. 17 della
LR 1/2005, per concorrere alle attività di protezione civile, avvalendosi delle prestazioni personali,
volontarie e gratuite dei componenti dell’Assemblea;
v)
sottopone all’Assemblea per l’approvazione i regolamenti predisposti sull'attività venatoria e
gestionale, e successivamente li trasmette alla Provincia per il controllo di legittimità.
Le delibere relative alla determinazione dell'entità del contributo annuo alla gestione dell'ATC, che ciascun
cacciatore iscritto deve versare di cui al precedente punto a1) e le delibere relative alle ulteriori
limitazioni al calendario venatorio concernenti: le modalità di esercizio della caccia, delle specie cacciabili,
delle giornate settimanali di caccia, dei periodi e gli orari di caccia, del carniere giornaliero e stagionale per
specie; di cui al precedente punto b) entreranno in vigore soltanto dopo la ratifica di conformità da parte
dell’assemblea dei soci.
21.
Il Consiglio Direttivo svolge altresì tutti gli altri compiti che la normativa vigente o lo Statuto non
attribuiscano ad altri organi e può delegare ai propri componenti l'esecuzione di specifiche attività.
Art. 7 - L’Assemblea
1.
Ai sensi dell'art. 32, comma 1, lett c) della LR 8/94 come modificata dalla LR 16/07, l'Assemblea è
costituita dai cacciatori iscritti all'ATC, dai conduttori dei fondi agricoli inclusi nell'ATC, dagli iscritti alle
Associazioni di protezione ambientale riconosciute ai sensi dell'art. 13 della Legge 349/1986 residenti nei
Comuni inclusi nell'ATC.
2.
L’Assemblea viene insediata dal Consiglio Direttivo uscente su convocazione del Presidente, previa
deliberazione del Consiglio Direttivo. Successivamente è convocata almeno due volte all'anno dal Consiglio
Direttivo e può altresì essere convocata su richiesta motivata per iscritto, con l’indicazione degli argomenti
da porre in discussione, da almeno un decimo dei cacciatori iscritti ovvero da almeno un quarto dei
componenti del Consiglio Direttivo o quando ne faccia richiesta il Collegio dei Revisori dei Conti.
L'Assemblea può svolgersi anche al di fuori della sede sociale purché nella provincia territorialmente
competente.
3.
La convocazione dell'Assemblea viene effettuata, in caso di Assemblea generale tramite pubblicità a
mezzo affissione presso la sede sociale dell'ATC, le sedi comunali delle Associazioni di categoria
rappresentate nel consiglio direttivo e la sede municipale dei comuni compresi nel territorio dell’ATC
almeno 15 giorni prima della data fissata per l'Assemblea, mentre nel caso di Assemblea dei delegati,
tramite comunicazione postale o di posta elettronica almeno 15 giorni prima della data fissata per
l'Assemblea, nonché mediante affissione presso la sede sociale.
4.
a)
Compiti dell'Assemblea:
Approvazione dello Statuto e le sue modifiche;
b)
Approvazione del
bilancio preventivo dell’esercizio successivo, eventuali variazioni del
medesimo ed il bilancio consuntivo dell’esercizio precedente;
c)
dichiara la decadenza dei componenti del Consiglio direttivo su proposta del Consiglio
59
direttivo stesso;
d)
approva i regolamenti sull’attività venatoria e gestionale predisposti dal Consiglio;
e)
assume decisioni su ogni materia che le sia sottoposta dal Consiglio direttivo;
f)
approva tutti gli atti di amministrazione straordinaria compreso lo scioglimento
dell’Associazione. I verbali dell’Assemblea straordinaria devono essere sottoscritti dal Presidente o dal
Vicepresidente del Consiglio Direttivo.
g)
(elegge i delegati come propri rappresentanti;) (inserire solo in caso di Assemblea di delegati)
5.
Per la validità delle riunioni assembleari occorre la maggioranza assoluta degli aventi diritto di voto
in prima convocazione mentre in seconda convocazione, da effettuarsi dopo che siano trascorse almeno
24 ore dalla prima, la riunione è valida qualunque sia il numero dei presenti con diritto di voto. Le decisioni
vengono assunte col voto favorevole della maggioranza assoluta dei presenti (2/3 dei presenti).
6.
Le Assemblee sono presiedute dal Presidente del Consiglio Direttivo o dal Vicepresidente o da un
Consigliere Delegato dal Consiglio. In mancanza fungerà da Presidente il componente dell’Assemblea
designato dalla maggioranza dei presenti. Spetta al Presidente dell’Assemblea, con pieni poteri, dirigere e
regolare la discussione e stabilire le modalità per le singole votazioni. Il Presidente nomina un Segretario;
la redazione del verbale, anche nei casi non espressamente previsti dalla legge, può essere affidata a un
notaio.
Art. 8 - Il Collegio dei Revisori dei conti
1.
Il Collegio dei Revisori dei conti è composto, ai sensi dell’art. 2397 del Codice civile, da 3 membri
effettivi e da due supplenti, ed è nominato dal Consiglio Direttivo tra soggetti in possesso di adeguate
competenze economico-contabili. Il Presidente, nominato all’interno dei 3 membri effettivi, deve essere
iscritto all'Albo dei Revisori dei conti presso il Ministero di Grazia e Giustizia.
2.
Il Collegio dei Revisori dei conti verifica la regolarità amministrativa e contabile della gestione
dell'ATC effettuando, ogni trimestre, una verifica contabile ed amministrativa redigendo apposito verbale
ed una relazione finale che diviene parte integrante del bilancio consuntivo.
3.
I revisori possono assistere alle riunioni del Consiglio Direttivo e dell'Assemblea; restano in carica 5
anni e sono rinominabili.
4.
Eventuali compensi e/o rimborsi spese per l’opera svolta dai Revisori saranno annualmente stabiliti
dal Consiglio Direttivo.
Art. 9 - Assemblea dei delegati
(soppresso)
Art. 10 - Modalità per la nomina del Consiglio Direttivo
1.
Il Presidente dell’ATC almeno 90 giorni prima della scadenza del Consiglio Direttivo, da avvio alle
procedure per il rinnovo del Consiglio tramite comunicazione postale alle Associazioni di categoria
territorialmente interessate e alla Provincia e dandone anche pubblicità con le stesse modalità di
convocazione dell’assemblea sociale.
2.
Nei successivi 30 giorni le Associazioni interessate presentano all’ATC:
a)
le informazioni documentate, sottoscritte dal legale rappresentante, in merito alla propria
natura, alle proprie finalità e alle proprie strutture organizzate sul territorio, nonché il quadro di
rappresentatività, con particolare riguardo alla consistenza numerica, intesa come il numero dei soci
aderenti al 31 dicembre dell’anno precedente ed in regola con i pagamenti delle quote associative,
all’ampiezza e alla diffusione delle loro strutture organizzative, e all’attività svolta;
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b)
i nominativi dei designati in numero almeno pari al doppio del numero dei componenti del
Consiglio Direttivo per la categoria di riferimento in ordine di priorità decrescente, la loro disponibilità alla
nomina e allo svolgimento del relativo incarico e l’inesistenza di cause ostative.
3.
Due o più Associazioni della stessa categoria possono concorrere congiuntamente all’assegnazione
dei posti qualora presentino all’ATC entro i termini sopra previsti una dichiarazione di apparentamento. La
dichiarazione recante la sottoscrizione congiunta dei legali rappresentanti delle Associazioni interessate,
contiene l’impegno a partecipare unitariamente al procedimento per la nomina dei componenti il
Consiglio Direttivo. Le Associazioni partecipanti al raggruppamento possono presentare congiuntamente i
dati e le notizie indicati precedentemente.
4.
In ogni caso entro i 30 giorni successivi alla scadenza del termine di cui al comma 2, il Presidente
dell’ATC, verificato il possesso dei requisiti previsti all’art. 6 del presente statuto per i componenti il
Consiglio, fa pervenire alla Provincia i dati, i documenti acquisiti e i nominativi designati dalle Associazioni.
Art. 11 - Modalità per la nomina del Presidente
1.
Il Presidente è nominato con votazione segreta fra i componenti del Consiglio Direttivo nel corso
della riunione di insediamento, nel rispetto delle seguenti modalità:
a)
il componente più anziano d'età presiede la riunione per l'individuazione del Presidente,
nomina un componente con funzioni di verbalizzante e 2 scrutatori, dichiara valida la seduta se presenti
un numero di componenti del Consiglio pari alla maggioranza effettiva o in seconda convocazione
qualunque sia il numero dei presenti;
b)
in caso di parità di voti a favore di due o più candidati è nominato Presidente del Consiglio
Direttivo il candidato più anziano di età.
Articolo 12 - Diritti e doveri dei cacciatori. Sanzioni. Controversie
1.
Tutti i cacciatori iscritti all’ATC hanno diritto a:
a)
partecipare alle attività promosse dall’Associazione;
b)
ricoprire cariche associative;
c)
partecipare all’Assemblea con diritto di voto (direttamente o a mezzo delegati);
d)
prendere visione degli gli atti deliberativi e a specifica richiesta avanzata da almeno il 10 %
degli iscritti della documentazione relativa alla gestione dell’Associazione con possibilità di ottenerne
copia a proprie spese, esclusa la documentazione riguardante i dati personali degli iscritti.
2.
Tutti i cacciatori iscritti all’ATC sono obbligati a:
a)
osservare il presente Statuto, i regolamenti interni e le deliberazioni legalmente adottate
dagli organi sociali in applicazione al presente Statuto;
b)
mantenere un comportamento degno e coerente con gli scopi e i valori dell’Associazione,
richiamati nel presente Statuto;
c)
partecipare, nella misura delle proprie possibilità, alle attività dell’Associazione.
d)
L’Associazione, gli iscritti e gli aventi diritto al voto si impegnano a non adire, per tutto quanto
ha relazione con l’attività dell’Associazione, per ogni controversia relativa alla interpretazione del presente
statuto e dei regolamenti interni o per qualunque altra causa che abbia attinenza con la vita
dell’Associazione, alcune altre autorità, all’infuori di un Collegio Arbitrale che giudicherà in modo irrituale
e del quale accettano preventivamente ogni deliberato, salvo il diritto da parte dell’Associazione al
recupero dei crediti nei confronti degli iscritti morosi, anche con mezzi legali. Restano escluse dal giudizio
arbitrale i ricorsi demandati per legge agli enti preposti in materia venatoria.Il Collegio Arbitrale sarà
61
composto da tre membri di cui uno nominato dal Consiglio Direttivo, uno nominato dalla parte ricorrente
ed il terzo con funzioni di Presidente dalla Provincia di Reggio Emilia.
3.
Oltre a quanto previsto dall'art. 61, comma 3, della LR 8/1994 come modificata dalla LR 16/2007, ai
cacciatori iscritti che trasgrediscono agli obblighi fissati dal presente Statuto, il Consiglio Direttivo dell'ATC
applica la seguente sanzione disciplinare:
gravi e ripetute violazioni di cui all’art. 61 comma 1 lettere z), aa) della LR 8/1994 come
modificata dalla LR 16/2007: sospensione della possibilità di esercitare la caccia nell'ATC RE 01 Pianura
Ovest per 6 giornate di effettivo esercizio venatorio a partire dall’apertura della stagione venatoria
successiva alla selvaggina stanziale. In caso di recidiva l’attività venatoria alla selvaggina stanziale è
preclusa per 10 giornate.
-
Le sanzioni comminabili nella o nelle annate successive non decadranno in caso di mancata
iscrizione nell’annata/e in cui ricade la sanzione e saranno applicate comunque nella prima annata di
iscrizione utile successiva.
-
Art. 13 - Condizioni di iscrizione e di ammissione dei cacciatori. Sanzioni
1.
Per le condizioni di iscrizione e di ammissione dei cacciatori si fa riferimento alla direttiva regionale
di cui all’art. 35 comma 1 della LR 8/1994 come modificata dalla LR 16/2007.
2.
Oltre a quanto previsto dall'art. 61, comma 3, della LR 8/1994 come modificata dalla LR 16/2007, ai
cacciatori iscritti che trasgrediscono agli obblighi fissati al precedente comma 1, il Consiglio Direttivo
dell'ATC applica le seguenti sanzioni disciplinari:
a)
mancato rispetto dei termini previsti per il pagamento della quota annua di iscrizione
comporta la sospensione della possibilità di esercitare la caccia nell'ATC RE 01 Pianura Ovest per un
periodo determinato in relazione all’entità del ritardo e precisamente:
ritardo non superiore a 30 giorni al termine fissato, sospensione dell’attività venatoria per n. 1 giornata di
effettivo esercizio venatorio a partire dall’apertura della stagione venatoria alla selvaggina stanziale a cui
si riferisce il pagamento;
ritardo non superiore a 60 giorni al termine fissato, sospensione dell’attività venatoria per n. 2 giornate di
effettivo esercizio venatorio a partire dall’apertura della stagione venatoria alla selvaggina stanziale a cui
si riferisce il pagamento;
ritardo superiore a 60 giorni al termine fissato, sospensione dell’attività venatoria per n. 3 giornate di
effettivo esercizio venatorio a partire dall’apertura della stagione venatoria alla selvaggina stanziale a cui
si riferisce il pagamento;
b)
mancato rispetto dei termini previsti per il pagamento del contributo annuo, commisurato
alle spese di gestione e di organizzazione in rapporto alle opere di prevenzione e salvaguardia ambientale
messe in atto, che ogni cacciatore di ungulati deve versare per esercitare tale caccia (comma 7 lettera b)
dell'art. 56 della LR 8/1994 come modificata dalla LR 16/2007): sospensione della possibilità di esercitare
la caccia nell'ATC per un numero di giornate così come previsto al precedente punto a);
c)
mancato rispetto dei termini previsti per il pagamento del contributo annuo che ogni
cacciatore di ungulati deve versare per esercitare la caccia in mobilità controllata al di fuori dell’ATC di
appartenenza (comma 4 dell’art 36bis della LR 8/1994 come modificata dalla LR 16/2007): sospensione
della possibilità di esercitare la caccia nell'ATC per un numero di giornate così come previsto al precedente
punto a).
62
TITOLO III
PATRIMONIO SOCIALE
Art. 14 - Patrimonio dell’ATC
1.
Il patrimonio dell’ATC è indivisibile, sia durante la vita dell’Associazione che in caso di suo
scioglimento, ed è costituito:
a)
dal Fondo di dotazione costituito dai conferimenti in denaro versati dagli iscritti;
dai beni mobili e immobili di proprietà dell’Associazione o che potranno essere acquistati e/o
acquisiti da lasciti e donazioni;
b)
c)
da contributi, erogazioni, lasciti e donazioni di enti e soggetti pubblici e privati;
d)
da eventuali fondi di riserva costituiti con le eccedenze di bilancio.
Art. 15 - Risorse economiche
1.
L’ATC trae le sue risorse economiche per il funzionamento da:
a)
quote associative annuali;
b)
contributi degli aderenti e/o di privati;
c)
contributi dello Stato, di enti ed istituzioni pubbliche;
d)
contributi di organismi internazionali;
e)
rimborsi derivanti da convenzioni;
2.
Tutte le entrate saranno destinate alla realizzazione delle finalità dell’associazione.
Art. 16 - Bilancio preventivo e consuntivo d’esercizio
1.
L’esercizio sociale ha inizio il 1° gennaio e termina il 31 dicembre di ogni anno.
2.
Entro il quarto mese dell’anno successivo alla chiusura dell’esercizio, il Consiglio Direttivo
sottopone il bilancio consuntivo all’approvazione dell’Assemblea unitamente ad eventuali variazioni del
bilancio preventivo.
3.
Il Consiglio direttivo redige il bilancio preventivo dell'esercizio, e lo sottopone all’approvazione
dell’Assemblea entro il mese di dicembre dell’anno precedente.
4.
E' fatto divieto di distribuire, anche in modo indiretto, utili o avanzi di gestione ai soci, nonché fondi,
riserve o capitale salvo che la diversa destinazione sia imposta dalla legge. Gli eventuali avanzi di gestione
saranno destinati unicamente alle attività istituzionali dell'associazione.
5.
TITOLO IV
SCIOGLIMENTO E LIQUIDAZIONE
Art. 17 - Liquidazione e devoluzione del patrimonio sociale
1.
In caso di scioglimento dell'associazione per qualunque causa, verranno nominati uno o più
liquidatori muniti dei necessari poteri.
2.
Il patrimonio residuo al termine della liquidazione, sarà devoluto ad enti aventi finalità analoghe
alla medesima o a fini di pubblica utilità, escludendo qualsiasi rimborso agli iscritti.
3.
In caso di eventuale accorpamento di ATC il capitale sociale entrerà a far parte della nuova
associazione.
63
TITOLO VI
DISPOSIZIONI GENERALI
Art. 18 - Incompatibilità del Presidente e dei Componenti il Consiglio direttivo
1.
Coloro che ricoprono le cariche di Presidente o di componente del Consiglio direttivo dell’ATC, non
possono instaurare con l'ATC, alcun rapporto economico connesso con le proprie attività commerciali,
industriali o professionali.
Art. 18 bis - Responsabilità
L’Associazione non assume alcuna responsabilità per gli eventuali incidenti derivati dagli iscritti in
qualunque modo, durante lo svolgimento delle attività sportive e ricreative, e comunque durante la
permanenza nell’ambito dell’Associazione, come pure non risponde degli eventuali danni arrecati a terzi o
a cose di terzi da parte degli iscritti nell’esercizio delle attività. Per gli invitati, la responsabilità relativa nei
confronti dell’Associazione, è assunta dall’iscritto che ha effettuato l’invito.
Art. 19 - Norme transitorie e finali
1.
Ogni revisione del presente statuto dovrà essere adottata nel rispetto delle disposizioni dei commi
4 e 5 dell'art. 32 della LR 8/1994 come modificata dalla LR 16/2007.
2.
Lo statuto, una volta divenuto esecutivo, viene pubblicato all’albo pretorio della Provincia ed affisso
nei locali della sede dell’ATC, nonché all’albo pretorio dei Comuni ricompresi nell’ATC.
3.
Per quanto non espressamente previsto dal presente statuto, si rinvia alle norme del Codice Civile e
delle altre leggi in materia.
64
ALLEGATO B - REGOLAMENTO DI GESTIONE CATTURA E LANCIO FAUNA SELVATICA
Art.1
Art.2
Art.3
Art.4
Art.5
Art.6
Art.7
Art.8
Art.9
Art.10
Art.11
Art.12
Art.13
Art.14
Art.15
Art.16
Art.17
Art.18
Le operazioni di cattura sono organizzate dal Consiglio Direttivo in stretta collaborazione con gli
Operatori Faunistici incaricati della gestione delle Z.R.C. o altri istituti di protezione, ed effettuate con
la partecipazione dei cacciatori iscritti.
Le operazioni di cattura (lepre) sono richieste dal Consiglio Direttivo a tutti i cacciatori iscritti, come
partecipazione all’attività dell’Associazione (art.12 comma 2 lettera c) del vigente Statuto) in numero
minimo di 6 (sei), di cui 4 (quattro) da effettuarsi obbligatoriamente nelle Z.R.C. (zone di
ripopolamento e cattura).
Le operazioni di cattura (fagiano) sono richieste dal Consiglio Direttivo, visto la specificità, agli
Operatori Faunistici o altri cacciatori iscritti incaricati dal Consiglio stesso, come partecipazione
all’attività dell’Associazione (art.12 comma 2 lettera c) del vigente Statuto), i quali dovranno dare la
loro disponibilità per tutta la durata delle operazioni.
I cacciatori iscritti che partecipano alle operazioni di cattura richieste dal Consiglio Direttivo, potranno
godere di una riduzione della quota annuale di iscrizione alla stagione venatoria successiva, pari ad un
importo che sarà determinato e deliberato dal Consiglio stesso.
Ai cacciatori che hanno compiuto 75 (settantacinque) anni o che devono esercitare il primo anno di
attività venatoria, non sono richieste da parte del Consiglio Direttivo prestazioni per operazioni di
cattura, ma possono comunque parteciparvi.
Le operazioni preparatorie delle catture (es. posa picchetti) non costituiscono partecipazione per la
riduzione della quota annuale di iscrizione.
La partecipazione alle operazioni di cattura saranno certificate su apposito tesserino rilasciato dal
personale addetto dall’ATC RE 01.
Il tesserino è personale e non cedibile; dovrà essere consegnato al personale addetto dell’ATC RE 01
al posto di ritrovo prima dell’inizio delle operazioni di cattura, e sarà restituito al diretto interessato
solamente al loro termine.
Le operazioni di cattura si svolgeranno secondo il “calendario catture” predisposto dal Consiglio
Direttivo o nell’osservanza di altre disposizioni predisposte dallo stesso, generate da maltempo o da
esigenze organizzative.
Le operazioni di cattura inizieranno alle ore 6,30 per la stesura delle reti e alle ore 8,00 proseguiranno
con la battuta.
Sono garantite dal Consiglio Direttivo, salvo l’impraticabilità del terreno, le operazioni di cattura nelle
Z.R.C.; per le operazioni di cattura in Z.T.F.(zone di titela faunistica) o O.S.(ordinanza sindacale), anche
se previste in calendario, saranno effettuate solo se ne sussistono ancora le condizioni di consistenza
determinate da censimenti o in qualsiasi altro caso di stretta necessità.
L’immissione di fauna selvatica proveniente da operazioni di cattura o da allevamenti, sarà effettuata
per conto dell’ATC RE 01 nel territorio di competenza da cacciatori iscritti incaricati dal Consiglio
Direttivo.
Gli incaricati effettueranno il trasporto della fauna selvatica a titolo gratuito nell’ambito dell’attività
di volontariato a favore dell’Associazione, con utilizzo di mezzi propri.
Gli incaricati nello svolgimento delle operazioni di immissione si atterranno scrupolosamente ai
regolamenti regionali, provinciali nonché ad ogni disposizione e/o regolamento impartito dall’ATC RE
01(es. verbale di lancio).
Gli incaricati esonerano l’ATC RE 01 da ogni responsabilità per danni anche di natura fortuita a sé,
persone e/o cose che dovessero derivare dallo svolgimento dell’attività di cui sopra.
Gli incaricati esonerano l’ATC RE 01 da ogni responsabilità sanzionatoria derivante dalla mancata
inosservanza delle disposizioni legislative in materia venatoria e della legge in generale.
Gli incaricati alle immissioni di fauna selvatica dovranno provvedere a sottoscrivere il documento di
“dichiarazione di responsabilità” predisposto dall’ATC RE 01.
Gli incaricati alle immissioni dovranno dotarsi di casse proprie per il trasporto della fauna selvatica,
fatte salve diverse disposizioni impartite, quando necessario, dal Consiglio Direttivo.
65
ALLEGATO C - REGOLAMENTO DI GESTIONE DELLA ZAC MALASPINA
Art.1
Art.2
Art.3
Art.4
Art.5
Art.6
Art.7
Art.8
Art.9
Art.10
Art.11
Art.12
Art.13
Art.14
Art.15
Art.16
Art.17
Art.18
Art.19
Art.20
Art.21
L’addestramento dei cani è consentito dal 1 gennaio al 31 dicembre di ogni anno, ad eccezione dei
seguenti periodi:
sospensione dell’addestramento dei cani dal 15 Aprile al 15 Luglio di ogni anno (Art.45 comma 8,
L.R. 8/94 e s.m.);
sospensione dell’addestramento dei cani dal 1 Settembre al 15 Dicembre di ogni anno.
L’addestramento dei cani è consentito dall’alba al tramonto di ogni giorno, escluso il Venerdì.
L’ addestramento dei cani è comunque vietato durante tutto il periodo dell’esercizio della caccia
alla selvaggina stanziale.
L’addestramento dei cani è vietato all’interno della scarpata che delimita l’alveo del fiume Po, del
torrente Crostolo, nelle spiagge e nelle lanche fluviali.
L’addestramento dei cani è vietato in tutti gli habitat di interesse comunitario individuati nella Carta
degli Habitat.
L’addestramento dei cani è vietato nelle zone di rispetto temporaneo delimitate da bandella biancorossa per un raggio di 50 metri da eventuali siti di nidificazione di Ardeidi coloniali o rapaci diurni.
L’addestramento dei cani è suddiviso in due turni settimanali dal Lunedì al Giovedì o dal Sabato alla
Domenica, è consentito esclusivamente ai titolari dell’autorizzazione che è strettamente personale
e non cedibile.
L’autorizzazione ha validità annuale, dal 1 gennaio al 31 dicembre di ogni anno ed è rilasciata dal
Consiglio Direttivo ai soli iscritti all’ ATC RE 01 Pianura Ovest.
Ogni iscritto potrà essere in possesso di una sola autorizzazione annuale, corrispondente ad uno dei
due turni settimanali indicati all’art.7.
Ogni autorizzato potrà addestrare fino ad un massimo di due cani nelle giornate di Sabato,
Domenica e Festivi, e quattro cani nelle restanti giornate, purché regolarmente iscritti all’anagrafe
canina.
Chiunque venga sorpreso ad addestrare cani all’interno del campo privo di autorizzazione sarà
sanzionato ai sensi delle leggi vigenti.
E’ obbligo del titolare dell’autorizzazione mostrare, se richiesto, agli agenti dell’U.O.Vigilanza
Provinciale, alle GG.VV. preposte al controllo e agli incaricati della gestione, l’autorizzazione ed un
documento di riconoscimento.
L’addestramento dei cani è sospeso quando il territorio è in tutto o nella maggior parte coperto di
neve, in caso di alluvioni, esondazioni o incendi, ed ogni qualvolta il Consiglio Direttivo, per fini
gestionali, di tutela delle coltivazioni agricole e della fauna, lo ritenga opportuno esponendo idonea
tabellatura.
Ogni possessore dell’autorizzazione è personalmente responsabile di ogni eventuale danno arrecato
(anche dall’ausiliare) a terzi, a cose, a fauna selvatica, a produzioni agricole ed è tenuto al
risarcimento del danno.
E’severamente vietato disperdere rifiuti di ogni tipo all’interno della zona di addestramento.
E’ vietato accedere all’interno della zona addestramento cani con mezzi motorizzati.
Le specie di fauna selvatica proveniente da catture o allevamenti che possono essere immesse nella
zona sono le seguenti: lepre, fagiano, starna, pernice rossa, quaglia.
In caso di presenza all’interno della zona di addestramento di selvaggina in un numero tale da
arrecare danni alle produzioni agricole, in via preventiva il Consiglio Direttivo può effettuare
operazioni di cattura e successiva immissione nei territori di competenza.
L’entità del contributo economico per il rilascio dell’autorizzazione è deliberato dal Consiglio
Direttivo.
Il Consiglio Direttivo può proporre all’Assemblea dei soci modifiche da apportare al presente
regolamento di Gestione.
Spetta solo al Consiglio Direttivo delegare le proprie funzioni operative ad un eventuale Comitato
Esecutivo.
66
Art.22 Il possesso dell’autorizzazione implica la conoscenza, l’accettazione ed il rispetto del presente
regolamento.
67
ALLEGATO D - REGOLAMENTO DI GESTIONE DELLA CAC PONTE ALTO
Art.1
Art.2
Art.3
Art.4
Art.5
Art.6
Art.7
Art.8
Art.9
Art.10
Art.11
Art.12
Art.13
Art.14
Art.15
Art.16
Art.17
Art.18
L’addestramento dei cani è consentito dal 1 gennaio al 31 dicembre di ogni anno.
L’addestramento dei cani è consentito dalle ore 6,00 alle ore 20,00 di ogni giorno, previa
prenotazione del turno anche a mezzo telefonico, presso l’ufficio ATC RE 01 nei giorni di apertura .
Il turno ha una durata massima di due ore consecutive.
L’addestramento è consentito esclusivamente ai titolari dell’autorizzazione che è strettamente
personale e non cedibile.
L’autorizzato ha l’obbligo di annotare il giorno e l’ora del turno di addestramento regolarmente
prenotato, nell’apposito spazio predisposto sull’ autorizzazione.
L’autorizzazione ha validità annuale, dal 1 gennaio al 31 dicembre di ogni anno, è rinnovabile ed è
rilasciata dal Consiglio Direttivo ATC RE 01 Pianura Ovest.
Ogni autorizzato potrà addestrare solo ed esclusivamente cani da seguita, fino ad un massimo di
due cani per turno, di età non superiore a 18 mesi, purchè regolarmente iscritti all’anagrafe canina.
Chiunque venga sorpreso ad addestrare cani all’interno del campo privo di autorizzazione sarà
sanzionato ai sensi delle leggi vigenti.
E’ obbligo del titolare dell’autorizzazione mostrare, se richiesto, agli agenti dell’U.O. Vigilanza
Provinciale, alle GG.VV. preposte al controllo e agli incaricati della gestione, l’autorizzazione ed un
documento di riconoscimento.
L’addestramento dei cani è sospeso quando il territorio è in tutto o nella maggior parte coperto di
neve, in caso di alluvioni, esondazioni o incendi, ed ogni qualvolta il Consiglio Direttivo, per fini
gestionali, di tutela delle coltivazioni agricole e della fauna, lo ritenga opportuno esponendo idonea
tabellatura.
Ogni possessore dell’autorizzazione è personalmente responsabile di ogni eventuale danno arrecato
(anche dall’ausiliare) a terzi, a cose, a fauna selvatica, a produzioni agricole ed è tenuto al
risarcimento del danno.
E’severamente vietato disperdere rifiuti di ogni tipo all’interno del campo.
La specie di fauna selvatica proveniente da catture o allevamenti che può essere immessa nel
campo è la lepre.
In caso di presenza all’interno del campo di addestramento di selvaggina in un numero tale da
arrecare danni alle produzioni agricole, in via preventiva il Consiglio Direttivo può effettuare
operazioni di cattura e successiva reimmissione nei territori di competenza.
L’entità del contributo economico per il rilascio dell’autorizzazione è deliberato dal Consiglio
Direttivo.
Il Consiglio Direttivo può proporre all’Assemblea dei soci modifiche da apportare al presente
regolamento di Gestione.
Spetta solo al Consiglio Direttivo delegare le proprie funzioni operative ad un eventuale Comitato
Esecutivo.
Il possesso dell’autorizzazione implica la conoscenza, l’accettazione ed il rispetto del presente
regolamento.
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ALLEGATO E- REGOLAMENTO DI GESTIONE DELL’ATTIVITA’ DEI COADIUTORI
REGOLAMENTO DI GESTIONE DELLE ATTIVITA’ DEI COADIUTORI PER IL
CONTROLLO DELLE SPECIE OGGETTO DI LIMITAZIONE NUMERICA O
DISSUASIONE
PREMESSA
L’art. 19 della Legge 11/02/1992 n°157 prevede per le Regioni la facoltà di effettuare piani di
limitazione delle specie di fauna selvatica in esubero per la migliore gestione del patrimonio
zootecnico, per la tutela del suolo, per motivi sanitari, per la selezione biologica, per la tutela
delle produzioni zoo-agro-forestali ed ittiche, alla condizione che il competente Istituto
Nazionale per la Fauna Selvatica (INFS), ora ISPRA ai sensi dell’art. 28 comma 4 della Legge
6/08/2008 n° 133, abbia verificato l’inefficacia di metodi ecologici, esprimendo quindi un
parere sulla proposta di controllo avanzata. La Regione Emilia-Romagna delega alle Province le
funzioni di cui al punto precedente secondo quanto stabilito dall’art. 16 della legge regionale
15/02/1994 n° 8 del e succ. modifiche ed integrazioni.
Le Province, al fine di contenere i danni alle colture o attività agricole, promuovono negli ambiti
di propria competenza interventi di prevenzione, compresi i piani di controllo.
I piani di controllo attivi nella provincia di Reggio Emilia vengono effettuati con la
collaborazione di coadiutori, cacciatori di selezione e dagli agricoltori che, come previsto dall’
art. 16 della citata L.R. 8/94 e dalla Delibera di Giunta Regionale 1104/2005 “Approvazione
delle nuove direttive relative ai corsi di gestione faunistica di cui alla L.R. 8/94 art. 16 comma 3
e revoca delle direttive precedenti emanate con Deliberazioni n° 878/1995 e n° 1068/1998”,
vengono autorizzati dalla Provincia.
Il vigente Piano Faunistico Venatorio Provinciale, approvato con atto deliberativo del Consiglio
Provinciale con atto n. 22 del 30/04/2008, ha tra gli obiettivi prioritari la difesa delle
produzioni agricole.
Come previsto dalla DGR n. 1724/2003, possono richiedere gli interventi di controllo le aziende
agricole ricadenti nel territorio di competenza dell’ATC.
ART. 1
I coadiutori autorizzati dalla Provincia di Reggio Emilia (di seguito denominata Provincia) sulla
base del presente regolamento ed attivati per svolgere azioni di controllo nell’ATC RE 01
Pianura Ovest, con sede a Poviglio (RE) in via De Amicis n. 13 (di seguito denominato ATC) sono
inseriti in un apposito elenco, disponibile per chi ne ha titolo presso la sede dell’ATC.
ART. 2
Il reclutamento dei coadiutori di cui all’art. 1 e il loro coordinamento nell’esecuzione delle
attività di controllo sono di competenza dell’ATC.
ART. 3
L’obiettivo prioritario dell’organizzazione delle attività dei coadiutori è la massima efficienza
(miglior rapporto tra costi e benefici) nel raggiungimento dell’obiettivo specifico che sta alla
base del piano di controllo stesso e nel rispetto delle prescrizioni e dei limiti stabiliti nelle
autorizzazioni dei singoli coadiutori.
69
ART. 4
L’organizzazione delle attività dei coadiutori per le specie oggetto di controllo è basata su unità
territoriali intercomunali (Distretti), suddivisi a sua volta in Aree di estensione territoriale
coincidenti esattamente o per la maggior parte alle superfici dei comuni inclusi. I Distretti sono
individuati con l’obiettivo di ottimizzare l’efficienza gestionale. A ciascun coadiutore sarà
pertanto assegnato dall’ATC un Distretto di competenza, all’interno del quale dovrà svolgere la
sua attività.
ART. 5
Sono da considerarsi esclusi da detti limiti territoriali i componenti del corpo del servizio di
vigilanza volontaria dell’ATC, i capisquadra e conduttori di cani per l’intervento in tana
autorizzati all’attuazione del piano di controllo alla specie volpe, la cui operatività è da ritenersi
valida su tutto il territorio dell’ATC.
ART. 6
Per il coordinamento delle attività dei coadiutori afferenti ad un Distretto è individuato un
responsabile di Distretto, da parte dell’ATC. Entro il 28 Febbraio di ogni anno l’ATC dovrà inviare
alla Provincia l’elenco dei responsabili per Distretto, che avranno il compito di organizzare ed
ottimizzare il lavoro di un gruppo di coadiutori che agirà in una certa unità territoriale.
Il responsabile di Distretto si rapporterà per la propria attività con il Responsabile della gestione
dei piani di controllo delegato dal Consiglio Direttivo, la cui funzione principale oltre alla
gestione sarà quella di mantenere i rapporti tra ATC e Provincia.
Qualora si accerti a carico del responsabile di Distretto inerzia o negligenza si provvederà alla
sua sostituzione, anche a seguito di segnalazione da parte della Provincia.
ART. 7
La mobilità tra Distretti non è consentita, ad eccezione di situazioni che richiedano un
intervento urgente, anche su segnalazione della Provincia, non garantito dagli operatori
competenti per quel territorio. In tal caso l’Ufficio centrale dell’ATC per mezzo del proprio
Responsabile della gestione dei piani ed i responsabili dei Distretti coinvolti potranno
concordare una movimentazione inter-distrettuale per quei soggetti specificatamente chiamati
a svolgere l’intervento.
ART. 8
Sarà compito dell’ ufficio centrale dell’ATC per mezzo del proprio Responsabile della gestione
dei piani raccogliere le richieste di intervento da parte di proprietari/conduttori di aziende
agricole esposte al rischio di danneggiamento da parte di specie di fauna selvatica oggetto di
piani di limitazione numerica e comunque da chi avendone titolo ne faccia richiesta, e darne
comunicazione al responsabile di Distretto.
ART. 9
I rapporti con la Provincia nell’ambito dell’organizzazione delle attività dei coadiutori devono
essere improntati alla condivisione delle linee operative, al tempestivo passaggio delle
informazioni e dei ruoli stabiliti al fine di potenziare l’efficacia degli interventi e incrementare la
capacità di operare in ottica di prevenzione.
ART. 10
70
Ogni coadiutore dovrà rendicontare all’ATC alla fine di ogni mese le uscite e i risultati
conseguiti.
ART. 11
L’ATC si riserva la facoltà di escludere dall’elenco dei coadiutori da proporre alla Provincia per
l’autorizzazione, quei soggetti che nell’annualità in corso abbiano dato prova di negligenza,
inerzia o cattiva fede, e nello specifico nel caso in cui ripetutamente rispondano negativamente
alla chiamata di intervento del responsabile di Distretto, o pur garantendo la propria
disponibilità non si presentino in sede di intervento, creando disagi nell’organizzazione delle
operazioni. L’ATC si riserva di segnalare alla Provincia comportamenti particolarmente gravi che
possano far valutare la revoca dell’autorizzazione ai piani di controllo.
ART. 12
L’ATC destinerà specifiche risorse per l’acquisto dei materiali necessari all’attuazione dei piani
di controllo (munizioni, trappole, corpetti ad alta visibilità, ecc.). I materiali necessari saranno
tenuti a disposizione dei coadiutori, di cui all’elenco previsto all’articolo 1, in relazione a
specifiche e comprovate necessità sottoposte alla verifica e all’approvazione da parte del
Responsabile della gestione dei piani di controllo, coadiuvato dai responsabili di Distretto.
ART. 13
L’attività dei coadiutori è svolta a titolo di volontariato a favore dell’associazione e non potrà
mai configurare un rapporto di lavoro dipendente e/o assimilato, con implicita rinuncia, all’atto
dell’accettazione dell’incarico, ad ogni forma di retribuzione.
Ai coadiutori potrà essere concesso un rimborso delle spese vive sostenute per l’attuazione dei
piani di controllo, il cui importo sarà determinato di anno in anno dal Consiglio Direttivo.
ART. 14
I coadiutori per essere inseriti nell’elenco per l’autorizzazione devono alternativamente:
1)
E
ssere iscritti all’ATC;
2)
D
epositare presso l’ufficio ATC copia dell’attestato di abilitazione conseguito;
3)
E
ssere componenti del corpo del servizio di vigilanza venatoria volontaria dell’ATC o di Associazioni le
quali abbiano siglato apposito accordo di vigilanza con l’ATC.
ART. 15
Il coadiutore faunistico durante l’attuazione dei piani di controllo, dovrà attenersi
scrupolosamente alle leggi vigenti ed ai regolamenti in materia oltre a quanto disposto dalla
Provincia e dall’ATC in qualunque modo impartito, facendosi comunque carico di ogni
eventuale sanzione, multa, penalità.
ART. 16
Il coadiutore inoltre nell’attuazione dei piani di controllo è unico responsabile per danni di
qualsiasi natura e causa dallo stesso procurati anche per evento fortuito, arrecati a persone,
cose e/o terzi in genere e per questo esonerando e manlevando espressamente l’ATC.
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