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il bramito del cervo - Collegio Agrotecnici della Provincia di Bologna

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il bramito del cervo - Collegio Agrotecnici della Provincia di Bologna
Collegio Agrotecnici e Agrotecnici
Laureati della Provincia di Bologna
A.T.C. BO3 - Provincia di Bologna
Istituto di Istruzione Superiore Tecnico
Agrario “Arrigo Serpieri”
IL BRAMITO DEL CERVO
Testo e foto di Davide Zanin
Durante il mese di settembre i cervi vanno in amore e si esibiscono con i gruppi di femmine, i
cosiddetti harem, producendo un verso rauco e poderoso con il quale intendono dimostrare tutta la
loro forza al fine di conquistare l’harem. Da molti anni, durante questo periodo, molte persone
raggiungono le località italiane dove è possibile ascoltare, in particolare durante la notte, i vigorosi urli
d’amore, i bramiti, dei cervi in amore che riecheggiano nei boschi.
Biologia ed habitat
Il cervo (Cervus elaphus) è un ungulato di grandi dimensioni, solitamente raggiunge un peso medio che
varia tra i 160 ed i 200 kg per il maschio e tra i 90 ed i 110 kg per la femmina. I maschi adulti
possiedono un grande palco ramificato, che perdono ogni anno da metà febbraio, ed una folta criniera
golare. Il manto è bruno-rossiccio d’estate e brunastro d’inverno. Lo specchio anale è bruno-arancio
superiormente e bianco nella parte inferiore, mentre la coda è abbastanza corta.
E’ ovviamente vegetariano e viene identificato come un “pascolatore intermedio” pascolando
prevalentemente nei prati misti di graminacee, ma si nutre anche di foglie e gemme. Predilige le aree
boscate, ma necessita anche di aree aperte destinate al pascolo, pertanto il suo habitat ideale è
composto da foreste mature rade ricche di sottobosco e con ampie radure e prati circostanti.
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Il cervo è’ una specie tendenzialmente gregaria composta da un lato da maschi che vivono in piccoli
gruppi e da un lato da femmine che formano branchi familiari assieme ai loro piccoli, questi guidati da
una femmina più anziana. Durante il periodo degli accoppiamenti, che si svolge tra settembre ed
ottobre, i maschi adulti sono alla ricerca di un harem di femmine, mentre quelli più giovani stanno
defilati nei boschi. Le femmine partoriscono un piccolo maculato che viene allattato per circa 6 mesi.
Distribuzione
Storicamente il cervo
era
distribuito
in
gran parte dell’Italia
peninsulare e nella
Sardegna,
partire
ma
dal
a
XVII
secolo l’incremento
della popolazione, le
modificazioni
ambientali
agricole
ed
nonché
l‘intensificarsi della
persecuzione diretta
hanno
causato
la
graduale scomparsa
della specie. Alla fine del XIX secolo il cervo era quasi completamente scomparso dall’Italia ad
eccezione della piccola popolazione residua del Bosco della Mesola (in provincia di Ferrara) nel Delta
del Po e della popolazione sarda. Allo stesso modo anche gli altri ungulati come capriolo, daino e
cinghiale resistevano in piccole popolazioni rarefatte. Tale situazione si è prolungata almeno fino al
secondo dopoguerra. Dopo il secondo conflitto mondiale, grazie a nuove condizioni storiche e
ambientali, gli ungulati vissero un periodo di rinascita che decretò la loro odierna distribuzione. La
ripresa silenziosa e graduale delle popolazioni è dovuta principalmente ad una combinazione di più
fattori: lo spopolamento della montagna da parte dell’uomo ed il conseguente abbandono delle
coltivazioni, la ripresa della vegetazione naturale e lo sviluppo delle aree forestali.
Grazie alle ricolonizzazioni spontanee da Svizzera, Austria, e Slovenia, il cervo è tornato nelle Alpi
Orientali e Centrali, mentre grazie alle operazioni di reintroduzione è possibile trovare oggi il cervo
anche nelle Alpi occidentali e nell’ Appennino Tosco-Emiliano e nell’Appennino centrale. In Sardegna
vive la sottospecie sarda (Cervus elaphus corsicanus) mentre nel Bosco della Mesola vive un piccolo ma
importante nucleo di circa 200 cervi che potrebbe rivelarsi come l’unico veramente autoctono italiano.
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Cervi in amore
I cervi maschi vivono il
periodo degli amori in
maniera
sicuramente
stressante
sia
da
un
punto di vista mentale
che fisico. Generalmente
da metà settembre fino a
metà ottobre gli adulti si
trovano a dover lottare
atrocemente
per
conquistare l’harem delle
femmine.
periodo
In
il
questo
livello
di
testosterone raggiunge il
suo picco massimo producendo negli individui delle vere e proprie trasformazioni fisiche. A guardarli
sembrano tutti particolarmente imponenti con sguardo fiero e virile, il sottogola diventa certamente
più gonfio e le corde vocali si ingrossano a causa dell’alto livello di testosterone. Durante il periodo
degli amori producono rauchi e profondi bramiti prodotti in sequenza per indicare agli altri maschi chi
è il più forte. Quello degli amori non è però immediato, ma esiste tutta una preparazione ed un costo
energetico notevole per arrivare ad essere più belli e più forti che mai. Il palco, che cade tra febbraio e
marzo, ricresce in maniera graduale per arrivare ad essere perfetto per quel particolare periodo, ed
ogni anno viene sostituito, se così non fosse gli animali si troverebbero ad avere le stanghe rotte o
deformi per varie cause, non ultima il combattimento, si creerebbero quindi handicap permanenti che
invece sono evitati dalla sostituzione completa ogni anno. Tutto questo richiede un dispendio di
energie che costringe gli animali a reperire in poco tempo notevoli quantità di sali minerali, la crescita
vera e propria verrà invece regolata attraverso la produzione di testosterone che assieme ad altri
ormoni è fondamentale per l’intero sviluppo del palco. Quest’ultimo è inizialmente ricoperto da una
sorta di velluto che viene poi ripulito in agosto per essere perfetto a settembre. Il palco è pesante ed
ingombrante e fa quasi pensare ad un errore della natura pensando a quanto deve essere difficile
andare in giro con quel fardello di 8-12 Kg in testa. A settembre tutto è pronto, il palco ben sviluppato
poderoso ed aguzzo, il carattere si fa più litigioso e dalla gola provengono i profondi bramiti, un
avvertimento per gli altri maschi che serve per dire <se qualcuno se la sente io sono pronto>. La posta
in gioco è dunque molto alta e l’indole particolarmente combattiva di questo periodo è contornata da
tutta una serie di comportamenti che lasciano trasparire un inquietudine piuttosto acuta fatta di
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bramiti, sbuffi, soffi, raspate sul terreno e sfregamenti del palco contro piccoli alberi ed arbusti. Il
profondo urlo cavernoso del cervo è spesso accompagnato da colpi secchi comunemente definiti come
“colpi di tosse” in virtù della similitudine con la tosse tipicamente umana. Non sempre i cervi maschi
arrivano allo scontro perché generalmente ogni esemplare è in grado di riconoscere il potenziale degli
altri maschi anche solo dal bramito emesso.
Se invece due cervi ritengono di essere forti abbastanza allora si arriva ad un vero e proprio duello in
quella che diviene l’arena di combattimento. In questo caso i due maschi si scontrano a testa bassa
palco contro palco producendo tipici rumori. Generalmente ramificati dei due maschi si incastrano tra
loro ed i due cervi spingono l’uno contro l’altro in attesa che uno dei due indietreggi lasciando la presa.
Ascolto del bramito, un metodo di censimento
La ricerca è riuscita negli anni a
trasformare questa prorompente
vocalizzazione dei cervi maschi in
un
modo
per
popolazione.
In
studiarne
la
particolare
l’ascolto dei bramiti del cervo
maschio adulto è diventato un
metodo
di
censimento
da
affiancare ad altre tipologie come il
censimento a vista primaverile ed
alle
sessioni
di
avvistamento
effettuate singolarmente durante
l’anno, per avere una veritiera
situazione sulla consistenza e sulla
struttura di popolazione. In particolare tale metodo permette di coprire una superficie maggiore di
territorio interessando anche le aree con elevata copertura boschiva.
Il censimento al bramito, sviluppato intorno al 1973 in Norvegia e perfezionato negli anni proprio in
Italia nella zona delle Foreste Casentinesi (Mattioli, Mazzarone; 1989, 1991), si è dimostrato dunque il
metodo di censimento maggiormente utilizzato per definire i parametri principali di una popolazione
di cervo. I primi areali di bramito furono proprio quelli dell’area del Parco Nazionale delle Foreste
Casentinesi tra Romagna, Casentino e Mugello, della Foresta dell’Acquerino (PT), del “Parco dei due
Laghi” e del “Parco storico di Monte Sole” nel Bolognese.
Al contrario dei conteggi effettuati durante le sessioni di avvistamento, basati sul conteggio diretto da
punti fissi vantaggiosi, questo particolare metodo si basa sull’accertamento della consistenza dei
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maschi adulti durante il periodo degli amori. Pertanto si tratta di un conteggio indiretto attuato grazie
al rilevamento delle tipiche emissioni vocali che accompagnano la fase riproduttiva.
Dapprima si stabiliscono i punti d’ascolto, normalmente su posizioni elevate, che verranno
preventivamente cartografati e localizzati in modo da ottenere la massima copertura acustica del
territorio in esame. Ogni postazione d’ascolto viene corredata di un quadrante goniometrico munito di
lancetta mobile (vedi foto) che riproduce i punti cardinali, il disco così composto viene montato su di
un picchetto e fissato saldamente a terra. Utilizzando poi una bussola di precisione si orienta il disco
goniometrico verso nord, in questo modo una volta udito il bramito si dovrà semplicemente girare la
lancetta mobile in quella direzione annotando su di una scheda la direzione di provenienza del
bramito. Sull’Appennino il censimento si svolge generalmente tra il 15 ed il 30 settembre, anche se le
migliori nottate sono quelle a cavallo del 20 di settembre, è un po’ come la notte delle stelle cadenti che
è fissata per il 10 di Agosto, la cosiddetta “notte di S. Lorenzo”, anche se le stelle poi si possono vedere
anche prima o dopo. Nelle regioni dell’Appennino forse si dovrebbe fissare la notte dei bramiti il 20 di
settembre e chiamarla “la notte di S. Bernardo Abate” o “notte dei cervi bramitanti”. Scherzi a parte,
intorno al venti di settembre in buona parte delle regioni italiane (Appennino, Sardegna, ecc) si
censiscono i bramiti del cervo. Diversamente accade sulle Alpi dove si preferiscono altri metodi
intensificando gli sforzi sulle sessioni di avvistamento e sui conteggi tramite faro, qui il censimento al
bramito, meno utilizzato, risulterebbe comunque sfalsato di una ventina di giorni perché il picco
d’ascolto dei bramiti è concentrato attorno al dieci di ottobre.
In ogni caso dalle 21 alle 24, orario in cui i cervi presentano la loro massima attività bramitante, in
contemporanea per tutte le stazioni di rilevamento, i tecnici, i selecacciatori od anche semplici
appassionati, sono pronti in postazione con le orecchie dritte. Per ciascun cervo rilevato viene
registrata anche la distanza relativa dalla postazione d’ascolto, pertanto ogni operatore segnerà sulla
scheda in dotazione e secondo una classificazione ormai consolidata: una “A” per indicare un cervo
molto vicino (abbastanza per udirne i rumori prodotti dal suo movimento come il calpestio ed i rami
rotti); una “B” per indicare un cervo a distanza intermedia (abbastanza da percepirne tutti i bramiti
emessi); una “C” per indicare un cervo lontano (i cui bramiti si odono malamente). Sulla scheda
verranno riportati tutti i cervi bramitanti contrassegnati da una delle lettere A, B e C indicando
solitamente un punto “.” per ogni bramito ed una “T” per ogni “tosse” prodotta. La procedura descritta
verrà compiuta ad intervalli di 10 minuti consecutivi, tre per ogni mezzora per un totale di 18 periodi
per una nottata di 3 ore (dalle 21 alle 24). Una volta raccolti tutti i dati sarà necessario trasferire,
attraverso opportune triangolazioni effettuate in cartografia, la posizione rilevata dei cervi, sarà quindi
possibile individuare anche gli eventuali spostamenti compiuti durante la nottata. Terminate le
operazioni di censimento avremmo un numero sicuro appartenente alla classe dei maschi adulti di età
superiore a 4-5 anni.
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Per ottenere poi la suddivisione per classi di età si dovranno effettuare sessioni di avvistamento a
cadenza mensile che dovranno essere eseguite da luglio a dicembre, queste sono generalmente
effettuate da “cacciatori di selezione abilitati al prelievo del cervo” che sono in grado di rilevare le
classi di età degli animali avvistati. Invece, i consueti censimenti primaverili, che coinvolgono anche
capriolo e daino, potrebbero non risultare particolarmente veritieri per quanto concerne la struttura
di popolazione del cervo proprio perché in marzo buona parte dei maschi ha già perso il palco e molti
censitori potrebbero essere tratti in inganno. Inoltre prolungando le sessioni di avvistamento anche al
di fuori del periodo degli amori saremmo in grado di ottenere una stima della struttura di popolazione
più veritiera proprio perché durante la fase riproduttiva i maschi subadulti restano quanto mai
defilati, intimoriti dal comportamento aggressivo manifestato dai maschi adulti in amore.
L’elaborazione e l’interpolazione dei dati riguardanti il numero maschi bramitanti ed i risultati delle
sessioni di avvistamento effettuate tra luglio e dicembre, forniranno un dato significativo sulla
consistenza della popolazione.
La stima di consistenza ottenuta prende origine appunto attraverso l’elaborazione di due dati
importantissimi come il n° dei maschi adulti ricavato attraverso il censimento al bramito e la
percentuale dei maschi adulti nella struttura di popolazione ricavata dalle sessioni di avvistamento.
Agriturismi e bramiti
Negli ultimi anni sono moltissimi gli amanti della natura che decidono di recarsi in questi luoghi per
ascoltare i bramiti dei cervi in amore. Lo spettacolo è assicurato e non è necessario entrare nel bosco
di notte per sentirli, anzi basta appostarsi ai bordi di una strada per ascoltare il singolare e suggestivo
concerto. In ogni caso è sempre possibile prenotare nei numerosi agriturismi dove sarà possibile
visitare gli splendidi paesaggi durante il giorno, provando ad effettuare anche qualche avvistamento, e
dedicando le ore notturne all’ascolto dei bramiti, per moltissime persone tale periodo diventa un
appuntamento immancabile. Per poter fare questa bellissima esperienza basta informarsi nei luoghi
dove è accertata la presenza dei cervi e cercare uno dei numerosi agriturismi che solitamente sono
inseriti in contesti agricoli frammisti ad aree boscate, in particolare delle aree appenniniche
(Appennino Tosco Emiliano, Appennino centrale). Tra le aree di maggior rilievo ricordiamo la zona
dell’Acquerino tra Pistoia e Firenze, quella del Casentino, quella dell’Appennino Bolognese in
particolare tra Camugnano (BO) e Castiglione dei Pepoli (BO), quella abruzzese nella provincia
dell’Aquila ed ovviamente sull’arco Alpino.
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