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Malattia da Deperimento Cronico del Cervo (CWD) Obbligatoria la

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Malattia da Deperimento Cronico del Cervo (CWD) Obbligatoria la
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Malattia da Deperimento Cronico
del Cervo (CWD)
Obbligatoria la sorveglianza in Italia
Daniela Meloni
Cristiano Corona
Cristina Casalone
Elena Bozzetta
I.Z.S. del Piemonte
Liguria
e Valle d’Aosta,
CEA, Torino
La Chronic Wasting Disease (CWD) è una
malattia neurodegenerativa appartenente al
gruppo delle Encefalopatie Spongiformi
Trasmissibili (TSE) che colpisce alcuni ruminanti selvatici della Famiglia Cervidae ed è
stata segnalata per la prima volta nel 1967 in
Colorado (U.S.A.). Attualmente la malattia è
stata diagnosticata solo nei cervi del Nord
America, in diversi Stati U.S.A. (Colorado,
Illinois, Nebraska, New Mexico, New York,
South Dakota, Utah, Wisconsins, Wyoming)
ed in due province del Canada (Saskatchewan, Alberta). Un caso rilevato in Sud
Corea era di diretta importazione canadese.
L’infezione naturale finora è stata riscontrata
nel Cervo Mulo (Odocoileus hemionus), nell’alce delle Montagne Rocciose (Cervus elaphus nelsoni) e nel cervo della coda bianca
(Odocoileus Virginianus) sia tenuti in cattività, sia liberi.
Sebbene la prevalenza della malattia in talune aree raggiunga il 15% (Milller 2000),
molti aspetti rimangono ancora da chiarire,
in particolare per quanto riguarda le origini
e le modalità di trasmissione della CWD,
così pure come l’eventuale esistenza di ceppi diversi o le potenziali fonti di rischio per
altri animali o per l’uomo. Proprio quest’ultimo aspetto riveste una particolare importanza anche in considerazione del fatto che
una correlazione fra la CWD ed alcune forme di malattia di Creutzfeldt Jakob dell’uomo non è ancora stata esclusa.
Da un punto di vista clinico gli animali colpiti hanno un’età variabile tra i 17 mesi ed i
15 anni e presentano una sintomatologia che
può durare da qualche giorno a qualche
mese, generalmente rappresentata da dimagramento e cambiamenti comportamentali.
Talvolta questi sintomi aspecifici sono accompagnati da scialorrea, atassia, tremori della testa, dilatazione esofagea, polmonite ab
ingestis e, nelle fasi terminali della malattia,
da polidipsia, poliuria, sguardo fisso, movi-
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Contributi pratici
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Contributi pratici
menti ripetitivi, ipereccitabilità, sincope.
La maggior parte degli animali soccombe 3
o 4 mesi dopo la comparsa dei primi sintomi, sebbene esistano variabilità interspecifiche.
Per quanto riguarda la diagnosi, il quadro
anatomo patologico rivela soltanto uno stato di cachessia, mentre le lesioni caratteristiche possono essere evidenziate solo dall’esame neuropatologico: come per le altre
TSE, sono infatti presenti spongiosi del neuropilo, vacuolizzazioni neuronali (in particolare nei nuclei caudali del cervello, ma
anche nelle celule di Purkinjie del cervelletto), astrocitosi e placche amiloidi, PAS positive, spesso circondate da vacuoli.
L’esame immunoistochimico rivela che anche in questa malattia si ha accumulo di
una isoforma resitente alle proteasi (PrPres
o PrPsc) della proteina prionica cellulare.
La deposizione si verifica principalmente
nel Sistema Nervoso Centrale (SNC), dove
è causa del processo neurodegenerativo,
ma anche nel tessuto linfoide e negli isolotti di Langerhans del pancreas.
Alla luce dei dati epidemiologici sembra
plausibile l’esistenza di una barriera di specie che limita ai cervi la suscettibilità alla
malattia, tuttavia è possibile la trasmissione
sperimentale della CWD a bovino, pecora,
capra, furetto, scoiattolo e scimmia. D’altra
parte è stata recentemente dimostrata la
trasmissibilità iatrogena della Scrapie al cervo. L’agente della Scrapie induce nel cervo
un’encefalopatia spongiforme con accumulo di PrPsc nel SNC del tutto sovrapponibile alle lesioni indotte da CWD.
Appaiono evidenti forti analogie tra CWD e
Scrapie, quali ad esempio la possibilità di
trasmissione orizzontale, la sintomatologia
e le lesioni, tanto che la Scrapie è stata proposta come possibile origine della Chronic
Wasting Disease. Le tecniche diagnostiche
disponibili non consentono di differenziare le lesioni imputabili alla Scrapie da quelle indotte dalla CWD.
Pur non esistendo, per ora, evidenza della
circolazione delle TSE (BSE, CWD, Scrapie)
nella popolazione nazionale ed europea
di ungulati selvatici, è da sottolineare che il
numero di ungulati selvatici sottoposti fino
ad oggi in Italia ad indagini diagnostiche
mirate al rilevamento delle TSE appare epidemiologicamente irrilevante.
Le specie di ungulati selvatici più rappresentate in Italia sono il capriolo (Capreolus
capreolus), lo stambecco (Capra ibex), il
camoscio (Rupicapra rupicapra), il cervo
(Cervus elaphus elaphus), il daino (Cervus
dama), il muflone (Ovis aries, Ovis musuman).
Un elemento rilevante può essere rappresentato dalla condivisione degli stessi pascoli alpini tra ungulati selvatici stanziali e
greggi ovini, non è noto quanti di essi siano
al momento esposti all’infezione.
L’allineamento aminoacidico e l’analisi filogenetica della sequenza della PrPc manifestano una grande affinità tra cervo rosso
(Cervus elaphus), capriolo e cervi americani, così come tra pecora, capra e camosci.
Quest’ultimo gruppo presenta affinità reciproche superiori rispetto a quelle che si riscontrano con il bovino, il quale presenta
una PrPc sostanzialmente differente.
Si potrebbe quindi ipotizzare una recettività del camoscio alla Scrapie piuttosto che
alla BSE.
Il Reg. n. 36/2005 (CE), che modifica il Reg.
n. 999/2001 (CE), afferma che “gli stati membri possono condurre a titolo volontario la
sorveglianza per il rilevamento delle TSE in
altre specie animali diverse dai bovini,
ovini e caprini”.
D’altra parte la TSE roadmap della European Commission del 15 luglio 2005 al
punto 2.3.3. evidenzia la limitatezza dei dati di sorveglianza nei cervidi e prevede per
i primi mesi del 2006 un’indagine che dovrebbe tuttavia partire da una analisi del
rischio, attualmente non disponibile.
Un draft paper diffuso dalla Commissione
europea nei primi mesi del 2006 ha preannunciato l’effettuazione di un piano di sorveglianza con lo scopo di rivelare l’eventuale presenza di CWD negli Stati Membri;
a questo è seguita l’emanazione della Decisione comunitaria 2007/182/CE del 19 marzo 2007 che rende effettivamente obbligatoria la sorveglianza della malattia in tutti gli
Stati Membri dell’Unione in base alle indicazioni del “Report of the EFSA working
group on a surveillance program for Chronic Wasting Disease (CWD) in the EU” del
2004. Gli stati membri sono tenuti a concludere il proprio studio entro e non oltre
la fine della stagione venatoria 2007.
In Italia il Ministero della Salute, con nota
DGVA. VIII/29723/P-I.8.d/48 del 28 agosto
2006, anticipando l’emanazione della Decisione comunitaria 2007/182/CE, rendeva
di fatto obbligatoria la sorveglianza delle
TSE sui cervi. La nota ministeriale riprende
ed interpreta sostanzialmente quanto anticipato nella bozza di Decisione comunitaria. Viene prevista l’esecuzione di un numero di test (600) (Tab. n. 1) sulla base di
un’analisi statistica che ci permette di svelare la presenza di CWD, ovvero di altre
forme di TSE, con prevalenza ≥ allo 0.5%
con livello di confidenza al 95% da effettuarsi esclusivamente su capi selvatici di Cervus elaphus. Si escludono pertanto i cervi
allevati sottoposti a regolare macellazione,
per i quali la popolazione in Italia non è stimata essere numerosa, ed il cervo a coda
bianca (Odocoileus virginianus) che non è
presente in Italia.
Tab. n. 1 - Distribuzione del campionamento in Italia
(DGVA. VIII/29723/P-I.8.d/48 del 28 agosto 2006)
Regione
N° campioni
Provincia autonoma Bolzano
210
Provincia autonoma Trento
99
Veneto
99
Lombardia
77
Piemonte
33
Toscana
27
Friuli Venezia Giulia
27
Valle d’Aosta
18
Emilia Romagna
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Il prelievo deve essere eseguito su animali
di età superiore ai 18 mesi con priorità per
i soggetti con sintomatologia clinica riferibile a CWD, ovvero rinvenuti morti (anche
in allevamento) o cacciati con preferenza
per i maschi. Le Regioni devono farsi carico
di sovrintendere e coordinare l’attività di
campionamento. Il prelievo deve comprendere l’obex e i linfonodi retrofaringei mediali e deve essere eseguito dai veterinari
facenti capo alle AA.SS.LL. di competenza
territoriale. È previsto che le carcasse degli
animali sottoposti a prelievo siano tenute
sotto vincolo sanitario fino all’esito del test
rapido, il quale viene eseguito dagli
II.ZZ.SS. di pertinenza.
Il CEA di Torino (Centro di Referenza Nazionale per le Encefalopatie Animali) è responsabile dell’esecuzione delle prove di
conferma in caso di esito positivo, nonché
della raccolta dei dati epidemiologici
attraverso specifici sistemi informativi.
Il test rapido viene eseguito per ciascun
animale campionato sia sull’obex che sui
linfonodi retrofaringei mediali.
La necessità di sottoporre a test rapido il
tessuto linfonodale oltre all’obex nasce dall’evidenza di una variabilità interspecifica
nelle zone di primario accumulo della
PrPsc. Nell’ambito delle diverse specie di
cervi americani suscettibili alla malattia,
infatti, l’Odocoileus virginianus (White tailed deer) e l’Odocoileus hemionus (Mule
deer) evidenziano una primitiva localizzazione della PrPsc a livello dei tessuti linfonodali della testa, e secondariamente del
nucleo motore dorsale del nervo vago.
Nel Cervus elaphus nelsoni (Rocky mountain elk) il tessuto linfatico periferico appare invece meno coinvolto. Non esistono
d’altra parte dati riguardanti l’eventuale
suscettibilità dei cervi europei alla Chronic
Wasting Disease, ne tanto meno informazioni circa la cinetica della deposizione
della PrPsc in queste specie.
Per quanto riguarda i sistemi diagnostici
rapidi, in Nord America sono stati approvati 4 test dallo United States Department
of Agricolture (USDA) per la sorveglianza
della CWD (Tab. n. 2).
Foto 1
Tronco encefalico comprendente l’obex
Foto: Sandro Pellegrini (Biella)
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Tab. n. 2 - Test rapidi approvati dall’USDA (Report of the EFSA working group on a
surveillance program for Chronic Wasting Disease (CWD) in the EU - 2004)
Produttore
Metodo
Tessuto
ELISA
Linfonodi
retrofaringei
(RLN)
Odocoileus hemionus,
Odocoileus virginianus,
Cervus elaphus nelsoni
VMRD, Inc, P.O. Box 502,
Pullman, WA
Dot Blot ELISA
RLN
Odocoileus hemionus,
Odocoileus virginianus
IDEXX Laboratories, Inc.,
1 IDEXX Dr., Westbrook, ME
EIA (Enzime
Immunoessay)
RLN
Odocoileus virginianus
Prion Developmental 900
Laboratories, Inc.,
Asbury Dr., Buffalo Grove, IL
Lateral Flow,
single well,
cholorimetric assay
RLN
Odocoileus virginianus
Bio-Rad Laboratories, 2000
Alfred Nobel Dr.,
Hercules CA
L’assenza di casi diagnosticati di TSE negli
ungulati selvatici europei preclude, al momento attuale, la possibilità di validazione
di sistemi diagnostici rapidi specifici per le
specie più diffuse in Europa.
Pertanto, la Decisione comunitaria prevede
che vengano utilizzati, per l’indagine sui cer-
Specie
vi, i test rapidi autorizzati per la sorveglianza attiva della BSE e della Scrapie ai sensi
del Regolamento Europeo n. 999/2001, Allegato X Capitolo C, punti 3 e 4.
I test che verranno utilizzati in Italia sono riportati in Tab. n. 3.
Tab. n. 3 - Test rapidi utilizzati in Italia per la sorveglianza della CWD
Produttore
Metodo
Tessuto
Specie
Bio-Rad TeSeE, BIORAD
Marnes la Coquette - France
ELISA
sandwich
Linfonodi retrofaringei
mediali (RLN) Obex
Cervus elaphus
Prionics Check - LIA,
Prionics A G, Schlieren Switzerland
ELISA
sandwich
RLN
Obex
Cervus elaphus
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Foto 2
Linfonodi retrofaringei mediali
L’unica specie animale su cui è prevista la
sorveglianza obbligatoria è il Cervus elaphus.
Vengono ignorate specie potenzialmente
sensibili dal punto di vista genetico e numericamente più rappresentate rispetto al
cervo, quali il capriolo, lo stambecco ed il
camoscio, anche in relazione alla prevalenza della Scrapie sul territorio italiano, che
potrebbero tuttavia essere ricomprese nella sorveglianza in un prossimo futuro alla luce delle evidenze epidemiologiche sopra
menzionate.
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