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Famiglia Botta Adorno
Famiglia Botta Adorno Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Blasone Storia di Genova ▼ Espandi Argomenti Stemma degli Adorno La famiglia dei Botta Adorno - dapprima solo Botta, poi Botta Adorno fu una delle nobili dinastie sovrane più potenti nel Genovesato nel Basso medioevo e nel Rinascimento. Gli Adorno furono una famiglia patrizia e ducale genovese di antichissima e famosa nobiltà , da essa nasce una vasta signoria feudale. Il capostipide della famiglia Adorno fu un giovane di nobile lignagio di origine tedesca, che si chiamava Adorno, un atto notarile risalente al 12/01/1186 e un'altro del 15/10/1210 lo confermano. Da Adorno nacquero delle varianti: Adorni, Adorna, Adornetto, che etimologicamente significano, "Essere dotato di doti fisiche e morali" Da essa provennero ben sette Dogi della Repubblica di Genova, oltre che diverse altre figure di spicco che hanno caratterizzato la vita pubblica dell'epoca nel capoluogo ligure. [+] Dogi genovesi Ebbe molti feudi e castelli e fu decorata con molti titoli nobiliari tra i quali si ricordano quelli di Duca, Principe, Marchese, Marchese del Sacro Romano Impero, Conte, Conte Palatino del Sacro Romano Impero, Barone, Signore, Consignore , Patrizio e Nobile. Altri titoli nobiliari molto importanti furono quelli di Principe di Chios, Marchesi di Pallavicino e Bussala, Marchesi di Prato, Silvano e Montesoro,Conti di Tenda, Conti di Castelleto d'Orba, Conti di San Fili (San Felice) e Rende, Baroni di Caprarica di Lecce, Baroni di Guardia degli Oltremontani e Montaldo, Barone del Regno di Sicilia e Gerusalemme, Signori di Ovada, Rossiglione, Varazze, Serravalle, Tagliolo, Capriata, Pietra Borgo, Cerendero, Monteacuto, Sale, Pigna, Saorgio, Lucerame, Grimault,Signore di Peritherios in Tracia, Signori di Poviglio, Serravalle Scrivia e Valle Arroscia, Signori di Taggia e San Remo, Signori di San Cesareo, Sospello, Grimaldi, Rocchetta, Signori dell'Alta Val Nervia, Consignori di Frassinello, Casorzo, Capriata, Castelnuovo, Fornari, Consignore della dogana di Varazze, Patrizio Genovese (Adorno, Botta Adorno), Nobile Patrizio di Firenze (Baciocchi Adorno), Nobile Patrizio di Pisa (Adorni, Adornetto, Adorni Braccesi), Patrizio Milanese (Botta Adorno), Patrizi Napoletani (Campanaro Adorno), Nobili di Lecce (Campanaro Adorno), Baroni di Corthuy (Adornes), Signori di Ghendbrugge e Ronsele (Adornes). Il ramo ducale e principesco degli Adorno si estinse nel 1634, i titoli, i feudi ed il cognome ducale (dogale) passarono in seguito ai Botta di Milano. Gli Adorno furono Dogi Genovesi e quindi Duchi Sovrani e Principi Sovrani della Repubblica Genovese, veniva chiamato Doge (il titolo di doge nasce a venezia da Dux, che col passar del tempo fu trasformato per mezzo del dialetto veneto in Doxe, poi Dose e in fine Doge)invece che Duca perché il titolo sovrano non era trasmissibbile ai figli, tantè vero che quando moriva il Doge vitalizio o il Doge biennale, esso veniva eletto all'interno del patriziato, ma alla famiglia del Doge rimaneva ugualmente la dignita ducale (o dogale). Altre cariche importanti furono quella di Vicario Imperiale e Governatore Reale, Commissario, Console, Podestà, Anziano, Senatore della Repubblica Genovese, Consigliere del Re di Scozia, Consigliere Privato del Duca di Borgogna, Ambasciatore del Duca di Borgagna allo Scià di Persia, Consigliere della città di Bruges, Tesoriere del comune di Bruges, Borgomastro del comune di Bruges. Da essa naquero rami cadetti, tra i quali vanno menzionati, appunto, i Botta Adorno ( dal matrimonio tra Don Francesco Cusani Visconti e la Marchesa Donna Cherubina Clementina Botta Adorno, nascono i Cusani Visconti Botta Adorno) , i Conti Adorni di Pisa chiamati successivamente Adorni Braccesi, i Conti Adornetto Patrizi di Pisa, gli Adornes, i Campanaro Adorno, i Baciocchi Adorno e i Cattaneo Adorno, dal matrimonio tra Anna Francesca Adorno e Gerard de Draeck nascono i Conti di Limburg Stirum eredi diretti per linea femminile dagli Adornes delle Fiandre.. Altri rami li troviamo in Spagna cioè i Conti Adorno di Montegil, altri nelle Fiandre, Irlanda, Portogallo, Francia, Sicilia, Germania, America del Sud (Brasile), ecc. Gli Adorno diedero anche una Santa, Santa Caterina Fieschi Adorno chiamata anche Santa Caterina da Genova. I personaggi più importanti del casato degli Adorno furono: il Doge Gabriele Adorno, che fu Principe di Chios (azionista della Maona di Chios)e Vicario Imperiale; il Doge Antoniotto I Adorno che fu quattro volte doge genovese e Vicario Reale (Governatore per il Re di Francia a Genova); il doge Giorgio Adorno che fece delle importanti modifiche alla costituzione della repubblica genovese; il Doge Antoniotto II Adorno ultimo doge vitalizio, anche lui Vicario Reale, il Duca Barnabà Cesare Adorno, il Principe Prospero Adorno, il Principe Giuliano Adorno marito di Santa Caterina da Genova, Luchino Adorno Vescovo di Nicosia, Vescovo di Famagosta, Abate di Santo Stefano di Squillace, Vicario Generale di Santa Romana Chiesa in Roma. I loro rivali tradizionali erano i membri della famiglia Fregoso, molto potente nella Genova medioevale. Il blasone della famiglia Adorno era d'oro con la banda scaccata di tre file di nero e d'argento, con sopra corone come quella ducale, principesca, marchionale, comitale, baronale, signorile, patrizia e nobile. [modifica] Note storiche A. Botta-Adorno Della dinastia - nata come Botta, poi divenuta Botta Adorno - si hanno notizie dal 1298, con il capostipite Simone Botta, cittadino di Cremona, fino all'estinzione registrata nel 1882. I Botta Adorno furono marchesi di Fortunago, Calcababbio, Pallavicino, Borgo Adorno, Borgo Fornari, località nei pressi di Busalla, e Pietra di Vobbia. Alla discendenza appartenne fra gli altri, oltre al doge Antoniotto II Adorno, anche il marchese Antoniotto Botta Adorno - forse il più conosciuto della famiglia, almeno sul piano strettamente storico - che legò in senso negativo il suo nome alle vicende storiche della Repubblica di Genova e in particolare alla sommossa popolare di Portoria del dicembre 1746 accesa dal celebre grido di Che l'inse? (Chi incomincia?) lanciato contro gli occupanti austriaci dal ragazzo genovese Giovan Battista Perasso, detto il Balilla. Dei Botta Adorno esistono e sono ancor oggi è visitabile la villa di Torre d'Isola, in provincia di Pavia (successivamente passata in proprietà ai successori Cusani Visconti, Litta Modignani, fino alla famiglia Morelli di Popolo) e il castello della Pietra di Vobbia. BOTTA (poi BOTTA ADORNO) Marchesi di Fortunago, Calcababbio, Pallavicino, Borgo Adorno, Borgo Fornari, Busalla e Pietra Simone BOTTA, era cittadino di Cremona (+post 1298) = …………… A1. Giacomo (+post 1340) = ……………….. B1. Francio, si trasferì a Pavia (+post 1360) = ……………… C1. Giacomo, viveva a Tortona (+post 1412) = ……………. D1. Giovanni, fu ascritto al Patriziato Milanese il 23-VI-1454, fu ascritto al Patriziato di Pavia nel 1460, Tesoriere Generale del Ducato di Milano dal 1435, Vicario di Provvisione di Milano dal 1476 (+Milano 25-III-1484) = ……………. E1. Giacomo, eletto Vescovo di Tortona il 10-I-1476, Vicario Pontificio di Roma dal 1486 (*1450, +Tortona 16-I-1496) E2. Bergonzio, Signore di Monferradello dal 1479, Signore di Fortunago dal 2-II1487, Signore di Calcababbio e Branduzzo (investito con il fratello) dal 18-XII1493 (acquistò il feudo con assenso Ducale dai Campofregoso), Signore di Torre d’Isola dal 1490, Signore di Stevanego e Rocca Susella dal 1496 (investito dal Vescovo di Tortona), Signore di Sale dall’8-V-1500 (acquista il feudo dal Cardinale d’Amboise), Signore di Castelnovetto e Valce dal 1500, Patrizio Milanese, Patrizio di Pavia, Tesoriere Generale ed Amministratore Generale delle Entrate del Ducato di Milano dal 1489 (*1454, +Milano 10-I1504) = a) Marietta Spinola, figlia di ………… Spinola, Patrizio Genovese (*Genova 1467, +Milano 16-X-1489) = b) Daria della Pusterla, figlia di Baldassarre della Pusterla, Signore di Frugarolo, Casal Noceto e Abbiategrasso, Patrizio Milanese, e di Orsina Stampa dei Baroni di Moncastello (+post 1548) (v.) F1. [ex 1°] Antonia (+ante 23-X-1503) = Nobile Adalberto Piacentino F2. [ex 1°] Apollonia (+post 23-X-1503) = 1500/1 il Conte Filippo Borromeo, Patrizio Milanese (4-III-1467, Peschiera 14-IX-1508) (v.) F3. [ex 2°] Don Giovanni, 1° Marchese di Fortunago con Diploma Imperiale del 31-I-1527 (investito coi fratelli), Signore di Calcababbio, Torre d’Isola, Stevanego, Rocca Susella e Monferradello dal 1504, Signore di Castelnovetto e Valce dal 1504 al 1527 (vende alla Corona i feudi), Patrizio Milanese, Patrizio di Pavia (+15…) F4. [ex 2°] Don Gerolamo, 2° Marchese di Fortunago con Diploma Imperiale del 31-I-1527 (investito coi fratelli), Signore di Calcababbio, Branduzzo, Sale, Torre d’Isola, Stevanego, Rocca Susella e Monferradello dal 1504, Signore di Castelnovetto e Valce dal 1504 al 1527 (vende alla Corona i feudi), Patrizio Milanese, Patrizio di Pavia, Decurione di Milano, Vice Prefetto della Porta di Giove di Milano (+153…) = 1524 Eleonora Moroni, figlia di Girolamo Moroni, Duca di Boiano e Conte di Lecco, Gran Cancelliere del Ducato di Milano, e di Amabilia Fissinaga (*1508, test. 1586) (v.) G1. Don Bergonzio, 5° Marchese di Fortunago, vende Fortunago (assieme al cugino) ai Malaspina nel 1548, Signore di Calcababbio, Branduzzo, Torre d’Isola, Stevanego, Rocca Susella e Monferradello, vendette assieme al cugino nel 1549 il feudo di Sale a Costanzo d’Adda, Patrizio Milanese, Patrizio di Pavia, Decurione di Milano nel 1564 (+post 1569) = Delia Vialardi dei Signori di Villanova F5. [ex 2°] Don Ludovico, 3° Marchese di Fortunago con Diploma Imperiale del 31-I-1527 (investito coi fratelli), 1° Conte di Calcababbio e Signore di Branduzzo con Diploma di S.M. Cattolica datato 31-I-1527 (i fratelli furono esclusi dal privilegio), Signore di Torre d’Isola, Stevanego, Rocca Susella e Monferradello dal 1504, Signore di Castelnovetto e Valce dal 1504 al 1527 (vende alla Corona i feudi), Patrizio Milanese, Patrizio di Pavia, Membro del Consiglio Privato dell’Imperatore (+1549) = 1524 Margherita Lignana, vedova di Alessandro Pallavicino dei Signori di Stupinigi, figlia di Alessandro Lignana, 1° Conte di Valenza, 1° Conte di Castro, Barone di Ozzano e Rivalta e Signore di Settimo, e di Elisa Arborio Gattinara dei Marchesi di Romagnano G1. Don Alessandro I, 6° Marchese di Fortunago, vende Fortunago (assieme al cugino) ai Malaspina nel 1548, 2° Conte di Calcababbio, Signore di Branduzzo, Torre d’Isola, Stevanego, Rocca Susella e Monferradello, vendette assieme al cugino nel 1549 il feudo di Sale a Costanzo d’Adda, Patrizio Milanese, Patrizio di Pavia (+1573) = Artemisia Visconti, figlia di Gian Gaspare Visconti, Consignore di Groppello e Breme e Patrizio Milanese, e di Bianca Carcano (v.) H1. Don Ludovico, Patrizio Milanese, Patrizio di Pavia (+giovane) H2. Don Giovanni, Patrizio Milanese, Patrizio di Pavia (+giovane) H3. Don Ferrante, Patrizio Milanese, Patrizio di Pavia (+giovane) H4. Don Francesco, Patrizio Milanese, Patrizio di Pavia (+giovane) H5. Don Luigi I, 3° Conte di Calcababbio, Signore di Branduzzo, Torre d’Isola, Stevanego, Rocca Susella e Monferradello, Patrizio Milanese, Patrizio di Pavia (+1613) = 22-X-1598 Maddalena Adorno, 4° Marchesa di Pallavicino, 4° Marchesa di Borgo Adorno, Busalla, Borgo Fornari e Pietra, 4° Contessa di Silvano d’Orba Superiore e di Silvano d’Orba Inferiore, 4° Contessa di Castelletto d’Orba, 6° Baronessa di Caprarica (in Terra di Otranto), Signora di Cantalupo, Prato e Montessoro, Consignora di Frassinello e Casorzo, figlia del Conte Palatino del S.R.I. Gerolamo Adorno, 1° Marchese di Pallavicino, 1° Marchese di Borgo Adorno, Busalla, Borgo Fornari e Pietra, 1° Conte di Silvano d’Orba Superiore e di Silvano d’Orba Inferiore, 1° Conte di Castelletto d’Orba, 3° Barone di Caprarica, Signore di Cantalupo, Prato e Montessoro, Patrizio Genovese, Cavaliere dell’Ordine del Redentore, e di Claudia Valperga dei Conti di Masino, Consignora di Frassinello e Casorzo (*Silvano d’Orba 17-X-1582, +29-VI-1658) (v.) I1. Don Alessandro II BOTTA ADORNO, 5° Marchese di Pallavicino dal 1658, 5° Marchese di Borgo Adorno, Busalla, Borgo Fornari e Pietra dal 1658, 5° Conte di Silvano d’Orba Superiore e di Silvano d’Orba Inferiore, 5° Conte di Castelletto d’Orba dal 1658, riconosciuto Conte Palatino del Sacro Romano Impero in successione a suo zio Barnaba Cesare Adorno (Diploma Imperiale datato ?-?-1634), 7° Barone di Caprarica dal 1658, Signore di Cantalupo, Prato e Montessoro dal 1658, Signore di Branduzzo, Torre d’Isola, Stevanego, Rocca Susella e Monferradello dal 1613, Consignore di Frassinello e Casorzo dal 1658, Patrizio Milanese, Patrizio di Pavia, ascritto al Libro d’Oro del Patriziato di Genova l’8-XI-1635 (l’Ascrizione al Patriziato Genovesefu la condicio sine qua non che Lelia Morone, figlia del Senatore della Repubblica Genovese Marco richiese per concedere la mano della figlia), formò pretese sullo Stato di Zuccarello davanti al Senato Genovese e presso la Corte Imperiale, scontrandosi contro gli altri pretendenti parenti della moglie, i Tagliacarte ed i Malaspina di Suvero (+Genova 7-X1664) = a) Genova 21-XI-1635 (autorizzazione del Senato Genovese datata 7-XI-1635, dote di 20.250 pezzi da 8 reali spagnoli) Isabella del Carretto, figlia di Ottavio I del Carretto, Marchese Sovrano di Zuccarello, e di Lelia Morone (*Zuccarello 1614, + Branduzzo 16-VII-1637) (v.) = b) Genova 6-IV-1638 Maddalena Squarciafico, figlia di Giuseppe Squarciafico, Patrizio Genovese, e di …………. Centurione (+post 2-IX-1669) J1. [ex 2°] Don Gerolamo Niccolò, 6° Marchese di Pallavicino, 6° Marchese di Borgo Adorno, Busalla, Borgo Fornari e Pietra, 2° Marchese di Calcababbio alla morte dello zio, 6° Conte di Silvano d’Orba Superiore e di Silvano d’Orba Inferiore, 6° Conte di Castelletto d’Orba, Conte Palatino del Sacro Romano Impero, 8° Barone di Caprarica, vendette il feudo a Francesco Maria Giustiniani con atto rogato a Lecce nel 1675, Signore di Cantalupo, Prato e Montessoro, Signore di Branduzzo, Torre d’Isola, Stevanego, Rocca Susella e Monferradello, Consignore di Frassinello e Casorzo, Patrizio Milanese, Patrizio di Pavia, Patrizio Genovese, ascritto al Libro d’Oro del Patriziato di Genova il 1-VII-1662 (+1678) J2. [ex 2°] Don Luigi II, creato Marchese del Sacro Romano Impero nel 168…, 7° Marchese di Pallavicino, 7° Marchese di Borgo Adorno, Busalla, Borgo Fornari e Pietra, 3° Marchese di Calcababbio, 7° Conte di Silvano d’Orba Superiore e di Silvano d’Orba Inferiore, 7° Conte di Castelletto d’Orba, Conte Palatino del Sacro Romano Impero, Signore di Cantalupo, Prato e Montessoro, Signore di Branduzzo, Torre d’Isola, Stevanego, Rocca Susella e Monferradello, Consignore di Frassinello e Casorzo, Patrizio Milanese, Patrizio di Pavia, Patrizio Genovese, ascritto al Libro d’Oro del Patriziato di Genova il 20-III-1687 (+21VIII-1700) = la N.D. Marchesa Donna Maria Meli Lupi, Patrizia Veneta, figlia del N.H. Marchese Don Giambattista Meli Lupi dei Marchesi di Soragna, Patrizio di Venezia e Nobile di Bologna, e di Felicita dei Conti Sozzi (*1656, +17…) (v.) K1. Don Alessandro III, 8° Marchese di Pallavicino (investito dall’Imperatore il 14-I-1701), 8° Marchese di Borgo Adorno, Busalla, Borgo Fornari e Pietra (investito dall’Imperatore il 14-I-1701), 4° Marchese di Calcababbio, Marchese del Sacro Romano Impero, 8° Conte di Silvano d’Orba Superiore e di Silvano d’Orba Inferiore (investito dal Re di Sardegna il 30-X-1734), 8° Conte di Castelletto d’Orba (investito dal Re di Sardegna il 30-X-1734), Conte Palatino del Sacro Romano Impero, Signore di Cantalupo, Prato e Montessoro, Signore di Branduzzo, Torre d’Isola, Stevanego, Rocca Susella e Monferradello, Consignore di Frassinello e Casorzo, ottenne l’investitura dei feudi monferrini dal Duca di Mantova il 18-I-1704, Patrizio Milanese, Patrizio di Pavia, Patrizio Genovese, ascritto al Libro d’Oro del Patriziato di Genova il 13-XII-1706 (+1764) = Genova 19-I-1706 Isabella Torriglia, figlia di Giovanni Torriglia, Patrizio Genovese, Senatore della Repubblica di Genova, e di Porzia Vaccà L1. Don Luigi III, 9° Marchese di Pallavicino, 9° Marchese di Borgo Adorno, Busalla, Borgo Fornari e Pietra, 6° Marchese di Calcababbio dal 1771, Marchese del Sacro Romano Impero, 9° Conte di Silvano d’Orba Superiore e di Silvano d’Orba Inferiore, 9° Conte di Castelletto d’Orba, Conte Palatino del Sacro Romano Impero, Signore di Cantalupo, Prato e Montessoro, Signore di Branduzzo, Torre d’Isola, Stevanego, Rocca Susella e Monferradello, Consignore di Frassinello e Casorzo, ricevette l’investitura dei feudi dal Re di Sardegna l’11-VII-1767, Patrizio Milanese, Patrizio di Pavia, Patrizio Genovese, ascritto al Libro d’Oro del Patriziato di Genova il 13-II-1742, Ciambellano Imperiale dal ?-VI-1752, Capitano di una Compagnia di Corazzieri nell’Imperiale e Regio Esercito (*1706, +Pavia 11-I-1789) = la Contessa Donna Francesca Stampa, figlia del Conte Don Giuseppe I Stampa, 8° Marchese di Soncino, Signore di Rivolta e Patrizio Milanese, e di Donna Lucrezia Archinto dei Marchesi di Parona (*Milano 19-IV-1723, +Milano 10-VI1748) (v.) M1. Don Alessandro IV Giuseppe Tommaso, 10° Marchese di Pallavicino, 10° Marchese di Borgo Adorno, Busalla, Borgo Fornari e Pietra, 7° Marchese di Calcababbio, Marchese del Sacro Romano Impero, 10° Conte di Silvano d’Orba Superiore e di Silvano d’Orba Inferiore, 10° Conte di Castelletto d’Orba, Conte Palatino del Sacro Romano Impero, Signore di Cantalupo, Prato e Montessoro, Signore di Branduzzo, Torre d’Isola, Stevanego, Rocca Susella e Monferradello, Consignore di Frassinello e Casorzo, ricevette l’investitura dei feudi dal Re di Sardegna il 12-VI-1790, Patrizio Milanese, Patrizio di Pavia, Patrizio Genovese, ascritto al Libro d’Oro del Patriziato di Genova il 20-IX-1763, Decurione di Pavia e di Como (*1748, +27-XI-1794) = Clementina Teresa Arconati, figlia del Conte Galeazzo Arconati Visconti, Conte di Lomazzo, Patrizio Milanese, e di Donna Innocenze Casati, Contessa di Borgo Lavezzaro (*175…, +….) N1. Don Luigi IV, 11° Marchese di Pallavicino, 11° Marchese di Borgo Adorno, Busalla, Borgo Fornari e Pietra, 8° Marchese di Calcababbio, Marchese del Sacro Romano Impero, 11° Conte di Silvano d’Orba Superiore e di Silvano d’Orba Inferiore, 11° Conte di Castelletto d’Orba, Conte Palatino del Sacro Romano Impero, Signore di Cantalupo, Prato e Montessoro, Signore di Branduzzo, Torre d’Isola, Stevanego, Rocca Susella e Monferradello, Consignore di Frassinello e Catorzo, ricevette l’investitura dei feudi dal Re di Sardegna il 2-V-1796, Patrizio Milanese, Patrizio di Pavia, Patrizio Genovese, ascritto al Libro d’Oro del Patriziato di Genova il 31-I-1792, Ciambellano Imperiale (*19-VII-1771, +1813) = 1802 la Contessa Donna Teresa Beccarla, figlia del Conte Don ………... Beccaria, Patrizio di Pavia (*17…, +18…) O1. Marchesa Donna Clementina Cherubina Maria (*7-XI-1803, +1882) = 27-IX-1819 Don Francesco Cusani, 8° Marchese di Chignolo, Signore di Campo Rinaldo, Consignore di Sesto Calende, Agnadello, Crenna e Somma e Patrizio Milanese (*4III-1798, +7-III-1859) (v.) O2. Marchese e Conte Palatino Don Bergonzio, Patrizio Milanese, Patrizio di Pavia, Patrizio Genovese (*1804, +piccolo) N2. Don Antoniotto, Cavaliere di Malta, lasciò l’Ordine per sposarsi, 12° Marchese di Pallavicino, 12° Marchese di Borgo Adorno, Busalla, Borgo Fornari e Pietra, 9° Marchese di Calcababbio, Marchese del Sacro Romano Impero, 12° Conte di Silvano d’Orba Superiore e di Silvano d’Orba Inferiore, 12° Conte di Castelletto d’Orba, Conte Palatino del Sacro Romano Impero, Signore di Cantalupo, Prato e Montessoro, Signore di Branduzzo, Torre d’Isola, Stevanego, Rocca Susella e Monferradello, Consignore di Frassinello e Catorzo, Patrizio Milanese, Patrizio di Pavia, Patrizio Genovese, ascritto al Libro d’Oro del Patriziato di Genova il 31-I1792, Ciambellano Imperiale (*11-XI1773, +1845) = 1815 Chiara Schiavuzzi (o Schiavoni) (*Trieste 1785, +1851) L2. Marchese e Conte Palatino Don Giuseppe Tommaso Agostino, 5° Marchese di Calcababbio per donazione anticipata del padre, investito il 22III-1738, Patrizio Milanese, Patrizio di Pavia, Patrizio Genovese, ascritto al Libro d’Oro del Patriziato di Genova il 13-II-1742 (*1707, +13-II1771) L3. Marchesa Donna Maria (*1708, +17…) = 27-IV-1727 il Marchese Giorgio Spinola, Patrizio Genovese L4. Marchese e Conte Palatino Don Antoniotto, Patrizio Milanese, Patrizio di Pavia, Patrizio Genovese, ascritto al Libro d’Oro del Patriziato di Genova il 13-II-1742 (*1709, +17…) L5. Marchese e Conte Palatino Don Girolamo, Patrizio Milanese, Patrizio di Pavia, Patrizio Genovese, ascritto al Libro d’Oro del Patriziato di Genova il 13-II-1742 (*1710, +17…) L6. Marchese e Conte Palatino Don Giovanni Battista, Patrizio Milanese, Patrizio di Pavia, Patrizio Genovese, ascritto al Libro d’Oro del Patriziato di Genova il 13-II-1742 (*1711, +17…) L7. Marchese e Conte Palatino Don Davide, Patrizio Milanese, Patrizio di Pavia, Patrizio Genovese, ascritto al Libro d’Oro del Patriziato di Genova il 13-II-1742 (*1712, +17…) L8. Marchesa Donna Porzia (*1713, +17…) L9. Marchese e Conte Palatino Don Giovanni, Patrizio Milanese, Patrizio di Pavia, Patrizio Genovese (*1714, +giovane) L10. Marchese e Conte Palatino Don Silvestro Benedetto Bergonzio, Patrizio Milanese, Patrizio di Pavia, Patrizio Genovese, ascritto al Libro d’Oro del Patriziato di Genova il 13-II-1742, Generale di Cavalleria delle Armate Imperiali (*1725, +1796) L11. Marchese e Conte Palatino Don Giacomo, Patrizio Milanese, Patrizio di Pavia, Patrizio Genovese, ascritto al Libro d’Oro del Patriziato di Genova il 13-II-1742, Feldmaresciallo dell’Imperiale e Regio Esercito dal 3-V-1790, Ciambellano Imperiale (*Cremona 1729, +Brünn, Boemia 17-I-1803) L12. Marchesa Donna Francesca (*1730, +1760) = Don Uberto Olevano, 2° Marchese di Zinasco, Zinaschino, Sairano e Sannazzaro del Bosco, Signore di Ceva Lomellina, Travedo, San Fedele, Casabianca, Sabbione e Taverna, Signore di Torre dei Torti e di Casina della Spessa, Patrizio di Pavia (*1722, +1811) L13. Marchesa Donna Teresa (*1732, +….) = 1749 Ottaviano Malaspina Giorgi, Marchese di Sannazzaro de’ Burgondi con Pieve di Albignola, Alagna e Ferrera (+1764) (v.) K2. Marchese e Conte Palatino Don Giovanni Battista, Cavaliere dell’Ordine di Malta, professò i voti nel 1698, Tenente Colonnello dell’Imperiale e Regio Esercito in Ungheria (+17…) K3. Marchese e Conte Palatino Don Gerolamo, Patrizio Milanese, Patrizio di Pavia, Patrizio Genovese, ascritto al Libro d’Oro del Patriziato di Genova il 13-XII-1706, Cavaliere dell’Ordine di Santo Stefano, Commendatore di Pavia dell’Ordine Stefaniano (+17…) K4. Marchese e Conte Palatino Don Giacomo, Patrizio Milanese, Patrizio di Pavia, Patrizio Genovese, ascritto al Libro d’Oro del Patriziato di Genova il 13-XII-1706 (+1710) = 1707 Donna Isabella Bellone, figlia del Conte Palatino (detto Marchese) Giovanni Bellone, Patrizio di Pavia, e della Marchesa Anna Ortensia Incisa, Signora della Rocchetta (+17…) K5. Marchese e Conte Palatino Don Antoniotto, Cavaliere dell’Ordine di Malta, professò i voti nel 1703, Colonnello Proprietario del Reggimento di Fanteria “Botta d’Adorno” nell’Imperiale e Regio Esercito dal 1739, promosso a Generale d’Artiglieria dell’Imperiale e Regio esercito nel Settembre 1743, promosso a Feldmaresciallo nel 1752, Ministro Plenipotenziario dell’Imperatore in Russia dal ?-XI-1738 al ?-VII-1740 e dal 16-I-1741 al 2-XII-1742, Ministro Plenipotenziario dell’Imperatore in Prussia dal ?-VIII-1740 al 16-XII1740 e dal ?-XI-1742 al ?-VIII-1743, Ministro Plenipotenziario e Governatore ad interim dei Paesi Bassi Austriaci dal 2-IV-1749 al 1757, Vicario dell’Imperatore in Italia dal 1757, Commissario Imperiale d’Italia dal 1757, Presidente della Reggenza del Granducato di Toscana dal 1757 al 3-X-1766, Ciambellano Imperiale, Consigliere Intimo Imperiale (*Pavia 1688, +Pavia 30-XII-1774) K6. Marchesa Donna Maddalena = il Conte Francesco Bellingeri Porcara, Signore di Mombercelli e Patrizio di Pavia K7. Marchesa Donna Francesca (+1743) = 1700 Tommaso Ghilini, 2° Marchese di Maranzana, 1° Marchese di Sezzé e Gamalero, Nobile di Alessandria, Nobile di Tortona (+Alessandria 5-II1748) (v.) J3. [ex 2°] Conte Palatino Don Antoniotto, Chierico Regolare della Compagnia di Gesù J4. [ex 2°] Conte Palatino Don Bergonzio, Patrizio Milanese, Patrizio di Pavia, Patrizio Genovese (+giovane) J5. [ex 2°] Conte Palatino Don Barnaba, Patrizio Milanese, Patrizio di Pavia, Patrizio Genovese (+1660 ca.) J6. [ex 2°] Donna Artemisia = a) Don Gaspare Corti, 2° Marchese di Santo Stefano Belbo, Signore di Precetto e Patrizio di Pavia (+166…) = b) Giambattista Mezzabarba, 4° Conte di Corvino, Signore di Casatisma e Borgarello, Patrizio di Pavia (+post 1691) J7. [ex 2°] Donna Anna, Monaca Clarissa nel Monastero di Santa Chiara di Pavia J8. [ex 2°] Donna Virginia, Monaca Clarissa nel Monastero di Santa Chiara di Pavia J9. [ex 2°] Donna Vittoria, Monaca Clarissa nel Monastero di Santa Chiara di Pavia J10. [ex 2°] Donna Isabella, Monaca Benedettina nel Monastero di San Leonardo di Genova I2. Don Giacomo BOTTA ADORNO, il padre lo lasciò erede del feudo di Calcababbio, 1° Marchese di Calcababbio con Diploma del Re di Spagna datato 24-IV-1663, Generale della Milizia Forense dello Stato di Milano, Maestro di Campo delle Armate di S.M. Cattolica (+16…) = Francesca Beccaria, figlia del Marchese Alessandro Beccaria, Patrizio di Pavia, e di Lucrezia dei Conti Martinengo J1. Donna Giulia (+ 23-1-1709) = Don Giacomo dal Verme, Conte di Sanguinetto, Conte di Bobbio con Corte Brugnatella e Romagnese, Conte del Sacro Romano Impero (*4-X-1614, +Voghera 6-VII1665) (v.) I3. Don Bergonzio BOTTA ADORNO, Patrizio Milanese, Patrizio di Pavia I4. Don Giambattista BOTTA ADORNO, Cavaliere dell’Ordine di Malta, professò i voti nel 1618 I5. Donna Barbara BOTTA ADORNO = Antonio Francesco Belcredi, Signore di Volpara, Volferengo e Montecalvo, Patrizio di Pavia (+post 1646) F6. [ex 2°] Don Giovanni Filippo, 4° Marchese di Fortunago con Diploma Imperiale del 31-I-1527 (investito coi fratelli), Signore di Calcababbio, Branduzzo, Torre d’Isola, Stevanego, Rocca Susella e Monferradello dal 1504, Signore di Castelnovetto e Valce dal 1504 al 1527 (vende alla Corona i feudi), Patrizio Milanese, Patrizio di Pavia (+15…) F7. [ex 2°] Bianca (+post 23-X-1503) = Gian Tommaso Gallarati, Signore di Cerano, Sant’Angelo, Cozzo, Candia, Torrazza e Serpento e Patrizio Milanese (v.) F8. [naturale da ………..] Giovanni Luigi (+post 23-X-1503) F9. [naturale da ………..] Anna (+post 23-X-1503) = Giacomo Agadi E3. Battista, Signore di Calcababbio e Branduzzo (investito con il fratello) dal 18XII-1493, Patrizio Milanese, Patrizio di Pavia E4. Maddalena (+post 25-X-1503) = Pietro Figino, Patrizio Milanese E5. Margherita (+post 25-X-1503) = Marco de Zazii, Patrizio di Pavia E6. Agnese (+ante 1503) = Francesco Corti, Patrizio Milanese e Consigliere del Duca di Milano E7. Caterina (+post 25-X-1503) = Raffaele de’ Rossi, Patrizio Milanese E8. Angelica, Monaca Clarissa nel Monastero di Santa Radegonda di Milano (+post 25-X-1503) E9. …………., Canonichessa Regolare Lateranense dell’Ordine di Sant’Agostino nel Monastero di Sant’Agostino di Porta Nuova di Milano A2. Andrea, Decurione di Milano, Consigliere del Duca di Milano dal 1340 (+post 1350) A3. Giovanni Leonardo, Gentiluomo di Corte del Duca di Milano (+post 1350) B1. Giovanni C1. Leonardo D1. Giovanni, ascritto al Patriziato di Cremona con i discendenti, Gentiluomo di Corte del Duca di Milano (1450 ca.) = ……………. E1. Leonardo, Patrizio di Cremona, Segretario di Alessandro Sforza, Signore di Pesaro, dal 4-I-1467 al 1471, Ambasciatore del Duca di Milano al Doge di Venezia dal ?-VIII-1470 al 22-XII-1470, dal ?-VIII-1473 al 20-XI-1474, dal ?XII-1476 al 27-VI-1480 e dal 24-II-1499 all’8-IV-1499, Ambasciatore del Duca di Milano al Papa dal ?-VII-1480 al ?-IV-1481, Cancelliere del Ducato di Milano dal 1499, Ambasciatore del Comune di Cremona al Doge di Venezia dall’8-IX-1499, nel febbraio 1503, nel novembre 1505 e nel giugno 1512 (*Cremona 1431, +Cremona 1513) Pavia era la capitale del regno d'Italia. Molti scontri armati si verificarono nei suoi immediati ditorni, sia all'epoca di Berengario sia, più tardi, nell'acceso periodo delle lotte per la reggenza dopo la morte di Ottone II. E' probabilmente a quest'ultimo periodo che dobbiamo attribuire la leggenda delle origini di Torre d'Isola: agli anni fra il 984 e il 985. L'imperatrice Adelaide (madre di Ottone II) si scontrò con le truppe nemiche, sorprendendole nella valle del Ticino, a breve distanza da Pavia e dalle posizioni fortificate del porto di Santa Sofia. La battaglia divampò fino a sera, dai boschi giù per i sabbioni, esaurendosi sulle isole fre i vari bracci del fiume. Le truppe di Adelaide rimasero padrone del campo, mentre i nemici superstiti si salvarono affrontando la corrente per raggiungere l'altra sponda. Dopo la battaglia, per evitare sorprese, l'imperatrice ordinò alle sentinelle di esercitare un controllo severissimo: chiunque fosse stato sorpreso ad aggirarsi nelle zone circostanti l'accampamento e sui luoghi della battaglia doveva essere catturato e messo a morte. Nella notte alcuni soldati, di guardia dalla parte del fiume, scorsero una fiammella vagante fra gli arbusti di un isolotto, dove più cruenta era stata la lotta. Dopo un momento di esitazione e di timore, un drappello si mosse, attraversò il fiume e, fra i cadaveri che giacevano scomposti sulla sabbia, catturò una vecchietta che si aggirava con una lanterna in mano. Questa dichiarò ai soldati che cercava la salma del suo unico figlio, morto durante i combattimenti del giorno innanzi, per poterlo seppellire. Il caso era pietoso, ma la consegna ricevuta non poteva essere ignorata: la vecchietta fu condotta di fronte all'imperatrice. Adelaide, commossa dal racconto, abbracciò la donna piangente e la lasciò libera, quindi ordinò che a memoria del fatto, in onore dei caduti di quella battaglia, si erigesse una torre, che fu denominata Torre d'Isola. La Villa con l'annesso cascinale, fu per lungo tempo l'unico edificio abitato di Torre d'Isola. Fu costruita nel secolo XVIII dai marchesi Botta Adorno e in seguito ne furono propietari i loro successori: Cusani Visconti, Litta Modignani, sino ai Morelli di Popolo. Il corpo principale della costruzione si apre verso la piazza del paese in un maestoso ed elegante cortile d'onore e si affaccia verso sud su uno splendido parco, degradante verso il fiume. Verso ovest, dalla "manica" del cortile, si passa alla grande corte agricola. Ogni residenza che si rispetti ha il suo fantasma. Qui è il fondatore della Villa, il marchese Antoniotto Botta Adorno, del quale non si è mai identificato con certezza il luogo di sepoltura, ma che, di tanto in tanto, ossessiona i sogni dei suoi eredi. Notte dopo notte sposta quadri e fa rumori nella parte più antica dell'ala nobile, dove forse un tempo si trovava l'antica torre della leggenda: rimorsi della vita passata o qualche cosa che ha tralasciato, incompiuta? Forse il fantasma imparruccato dell'alto ufficiale asburgico cerca ancora di rivelare il luogo in cui nascose il tesoro della Repubblica di Genova, (di cui era governatore) l'antichissimo stato marinaio caduto un giorno del 1748 di fronte alle artiglierie lombardo piemontesi. Il governatore, sconfitto, fuggì e fece caricare in gran fretta sui muli, come bottino, le casse del tesoro della Repubblica. Venne a rifugiarsi in campagna, qui a Torre d'Isola, in questa villa da lui stesso fatta costruire, carico d'acciacchi e di decorazioni. Ancora oggi il suo stemma, appesantito d'armi, di bandiere, di tamburi e della doppia Croce di Malta, campeggia sullo scalone, nelle sale della villa e sulla facciata della chiesa. I ritorni notturni del suo fantasma rendono vivo il ricordo dell'altezzoso maresciallo di Maria Teresa d'Austria, ancor più di qualsiasi dipinto o del quadro che lo ritrae, ormai vecchio, con la parrucca imborotalcata, nella galleria di famiglia. Creato da GV