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Napoli, il pasticcio delle liste
10 PRIMO PIANO Venerdì 13 Maggio 2016 De Magistris perde un esercito di 1.200 persone. La lista del Pd salta in due quartieri decisivi Napoli, il pasticcio delle liste Esclusi 479 candidati in Comune e 3 aspiranti sindaco DI GIOVANNI BUCCHI P rima di vincere le elezioni, bisogna essere in grado di parteciparvi. Sembra scontato dirlo, eppure non lo è, soprattutto se di dà un’occhiata a quanto accade in questi giorni a Napoli, dove la commissione elettorale ha escluso dalla competizione 3 candidati sindaco su 12 (Paolo Prudente del Partito comunista dei lavoratori, Raffaele Bruno del Movimento Idea Sociale e Antonio Del Piano di Ricomincio da dieci) e ben 479 candidati al consiglio comunale, che scendono così da 1768 a 1289, con le liste ridotte da 48 a 35. Se poi si allarga il discorso alle municipalità, le cifre lievitano ulteriormente dato che lì sono state respinte o ricusate circa il 30% delle liste. I motivi all’origine di questa falcidiata sono i più disparati: si va dai certificati elettorali sottoscritti più volte dalle stesse persone per candidati diversi, a chi ha fi rmato pur essendo formalmente residente fuori Comune, a errori materiali nella compilazione o nell’autenticazione delle firme, fino addirittura a nominativi di persone inseriti ma che a una verifica sono risultati di persone decedute. Insomma, un mix di dilettantismo, pressapochismo e scorrettezze da fare drizzare i cappelli ai vecchi burocrati di partito. L’aspetto ancor più imbarazzante è però un altro: adesso che stanno partendo tutti i ricorsi al Tar, chiamato a pronunciarsi nel corso della prossima settimana su migliaia di documenti, sarà ragionevole pensare che questa partita delle liste non si concluda prima del 25-26 maggio. Ossia, ad appena dieci giorni dalle elezioni, con evidenti conseguenze per la campagna elettorale. Luigi De Magistris Chi ci rimette di più in questa situazione è il sindaco Luigi De Magistris, che potrebbe essere costretto a rinunciare a una cosa come 1200 candidati e 48 liste tra consiglio e municipalità. Sono le stime fatte dal Corriere del Mezzogiorno, e che partono dalla constatazione che ben 4 liste collegate all’ex pm non potranno presentarsi per il Comune: si tratta di Per Napoli, Mo!, Partito per il Sud e Solo Napoli. L’esclusione di quest’ultima rappresenta un grave smacco, dato che si tratta della forza politica ispirata dal vicesindaco Raffaele Del Giudice. Nel complesso, sono 160 i candidati al consiglio comunale ai quali il sindaco dovrà probabilmente rinunciare, salvo interventi da parte del Tar. Nelle circoscrizioni De Magistris registra un tracollo, con quasi 1100 candidati esclusi. Problemi anche per il candidato sindaco di centrodestra Gianni Lettieri; pure lui dovrà fare a meno di 4 liste in Comune, e lo smacco principale qui arriva dall’esclusione di Fare Città, espressione dell’omonima associazione da lui fondata. Niente da fare nemmeno per le liste di Democrazia Cristiana, Euro Pensionati e Camminiamo Insieme. Anche Valeria Valente del Pd ha i suoi problemi al riguardo, tanto da esse- re stata protagonista di un piccato botta e risposta con il segretario provinciale del partito Venanzio Carpentieri accusato di non aver lavorato in maniera adeguata. Il problema per la candidata orfinian-renziana arriva dalle municipalità, se è vero che nei quartieri di BagnoliFuorigrotta e San GiovanniBarra il Pd non avrà proprie liste, dovendo così rinunciare al traino elettorale fondamentale dei candidati circoscrizionali. E non si tratta di due quartieri a caso, perché a Bagnoli ci ha messo la faccia nientemeno che il premier Matteo Renzi, reduce da un acceso diverbio con De Magistris per il rilancio dell’area da bonificare; a San Giovanni invece spadroneggia il consigliere comunale Antonio Borriello, protagonista del video di Fanpage che lo immortala mentre distribuisce monete fuori dal seggio delle primarie, poi ricandidato dalla Valente nella lista del Pd nonostante le polemiche. © Riproduzione riservata BORGONOVO AL POSTO BUZZI ALLA BIBLIOTECA AMBROSIANA RESOCONTO INTERMEDIO DI GESTIONE AL 31 MARZO 2016 Si rende noto che il Resoconto intermedio di gestione al 31 marzo 2016, approvato dal Consiglio di Ammini-strazione in data 12 maggio 2016, è stato depositato, a disposizione di chiunque ne faccia richiesta, presso la Sede Sociale, presso il meccanismo di stoccaggio autorizzato 1INFO (www.1info.it) ed è disponibile altresì sul sito www.digitalbros.com (Investitori). Milano, 13 maggio 2016 Il Presidente del Consiglio di Amministrazione Abramo Galante DIGITAL BROS SPA Sede Sociale 20144 Milano – Via Tortona, 37 Capitale Sociale € 5.644.334,80 i.v. C.F./P.I. 09554160151 www.digitalbros.com RESOCONTO INTERMEDIO DI GESTIONE AL 31 MARZO 2016 Si rende noto che il Resoconto intermedio di gestione al 31 marzo 2016 è a disposizione del pubblico presso la sede sociale, Borsa Italiana S.p.A. e sul meccanismo di stoccaggio autorizzato www.emarketstorage.com, nonché consultabile sul sito internet www.marr.it. Rimini, 13 maggio 2016 Marr S.p.A. Via Spagna, 20 - 47921 Rimini - Capitale sociale Euro 33.262.560 i.v. - Cod. Fisc. e n. Registro Imprese di Rimini 01836980365 Società soggetta all'attività di direzione e coordinamento di Cremonini S.p.A. www.marr.it Ultime nomine del cardinale Angelo Scola poco prima del suo pensionamento DI C ANTONINO D’ANNA inque o sei mesi sono un tempo relativamente breve nella vita di una diocesi. E quindi se la diocesi in questione è l’arcidiocesi di Milano, questo implica un serie di cambiamenti importanti in attesa delle dimissioni che questo novembre il cardinale Angelo Scola, attuale arcivescovo, dovrà presentare al compimento dei 75 anni. Secondo quanto risulta a ItaliaOggi, ci saranno almeno due nomine di livello prima delle dimissioni di Scola: alla Biblioteca Ambrosiana, prestigiosissima realtà con quattro secoli di storia a cui è affiancata anche la Pinacoteca, ci sarà un’avvicendamento: Monsignor Franco Buzzi, attuale Prefetto della Biblioteca, verrà sostituito dall’attuale arciprete del Duomo, monsignor Gianantonio Borgonovo. Classe 1955, Borgonovo è arciprete dal 2012 e dal 10 dicembre 2014 ha sostituito Angelo Caloia alla presidenza della Veneranda Fabbrica del Duomo, l’ente che si occupa della gestione e manutenzione della cattedrale meneghina. Monsignor Buzzi, classe 1948, verrà trasferito in centro: gli toccherà diventare nuovo Abate della Basilica di Sant’Ambrogio, proprio dietro l’Università Cattolica del Sacro Cuore. Un posto molto prestigioso, nel quale sostituirà monsignor Erminio De Scalzi, classe 1940 e già dimissionario. È stato uno degli uo- mini più vicini al cardinale Carlo Maria Martini. Sempre all’Ambrosiana, si parla di un possibile avvicendamento alla guida della Fondazione Cardinale Federico Borromeo, fondata nel 2008 per volontà di Buzzi. A guidarla al momento il professor Giorgio Ricchebuono: la Fondazione ha il compito di promuovere la cultura e raccogliere i fondi necessari per il funzionamento dell’Ambrosiana. Ricchebuono dal 2003 è vice Direttor e G e n e r a l e, responsabile Area Finanza, del Gruppo Bpu Banca Scpa; ed è presidente della Century Sicav. Bocche cucite, Angelo per ora, in merito all’eventuale successore. Se le nomine di Buzzi e Borgonovo rappresentano delle decisioni importanti di Scola, è molto probabile che il cardinale non dovrebbe procedere alla nomina del nuovo arciprete del Duomo. Questo è un compito che, a quanto pare, lascerà, per correttezza, al suo successore. Da almeno 1.300 anni l’arciprete del Duomo ha un forte rilievo nel- la vita della Chiesa ambrosiana: il suo ruolo nasce però ancora prima, quando Sant’Ambrogio incaricava il sacerdote che, per età e stima dei confratelli, era considerato eminente, e dunque adatto a prendere il suo posto, nel momento in cui il Santo si assentava dall’arcidiocesi. Da secoli tocca poi a lui (fonte: duom o m i l a n o. i t ) provvedere al culto della cattedrale, armonizzando il so lavoro con la Veneranda Fa b b r i c a d e l Duomo. A proposito della Ve n e r a n d a : Comunione e Liberazione sognerebbe di entrare nel Cda dell’ente che gestisce la Scola cattedrale. Un tentativo che, a quanto pare, sarebbe già stato fatto nel 2012 proponendo una figura quale l’avvocato Guido Bardelli, presidente della Compagnia delle Opere (il braccio economico di Cl). Può darsi che Scola ci ripensi: e dia spazio a Cl poco prima delle dimissioni e della successione. Vedremo. © Riproduzione riservata