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La Voce (marzo 2011) - Liceo Scientifico "Albert Einstein" – Teramo

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La Voce (marzo 2011) - Liceo Scientifico "Albert Einstein" – Teramo
la voce
giornale studentesco del liceo scientifico einstein
NUMERO 2 · ANNO VIII · MARZO 2011
lse.te.it
NUMERO 2 · ANNO VIII · MARZO 2011
SOMMARIO
REDAZIONE
Coordinatore
Editoriali
Prof. Nando (Igor ["aIgO:*]) Cozzi
150o
dell’Unità d’Italia
3 Intervista a Luigi Badia · fede
4 Io non mi sento Italiano · ben
Caporedattore
Marco (Marz) Di Marcantonio
Dai meandri dell’Einstein
5 Uno, nessuno, centomila · bas^^
6 Sotto il segno. . . delle maschere · bas^^ & fan :)
Copertina
Gaia Babbicola
Codifica LATEX
Uno sguardo sul mondo
Igor ["aIgO:*]
6 Internet: il “Gola profonda” dei nostri giorni · erni
Illustratore
Oltre noi stessi
Nicolò (Danyck) Chiacchiararelli
8 L’insostenibile “leggerezza” dei sogni · fiore
9 Anziani e tecnologia · carolí
Giochi
Francesca Di Marco, Miriam Pistocchi
Intervista doppia
Fotografi
9 Tentarelli vs. Palandrani · clari & sabba
Nicolò (Nico) Stacchiotti, Gloria Plebani
Forza Albert
11 Culti e sette · igor, concetta faccio, nevermore
13 La Stele di Rosetta · martina chiara recchilungo
13 La fusione fredda italiana · debora chiodi
Redattori
Alessandra (Marjane) Pierantoni, Alice Francioni, Andrea
(Ben) Bonomo, Angela (Dandi) Di Michele, Antonella (Elliot)
Troiani, Antonio (Mr Everything) Sposetti, Carol (Carolí)
Delli Compagni, Clarissa (Clari) Fonti, Danila (Fiore) Migliozzi, Davide Cantoro, Diana (Daph) Petrescu, Edoardo
(Nevermore) Pompeo, Edoardo (Fiamma) Topitti, Ernesto
(Erni) Consorti, Fabiana (Amaranth) Di Mattia, Federica (Fede) Goderecci, Flavia (Bas^^) Cantoro, Francesca (Fan :) )
Angelozzi, Gaia (Gaia =p) Di Timoteo, Giovanni Rossi, Gloria Plebani, Lorenza (Lolò) Del Cane, Luca Termini, Marco
Petrella, Maria Clara (Nous) Baldassarre, Marta (Miss Nothing) Cozzi, Massimo (Ceccho B.S.) Cecchini, Matteo Della
Noce, Mattia (Dtt. Johann Faustus) Brizzi, Nicolò (Danyck)
Chiacchiararelli, Sabrina (Sabba) Vallarola, Sara Paolucci,
Sara Santarelli, Simone (Hank Moody) Stranieri, Stefania
(Kyra) Standoli, Stefano Ciaffoni, Valentina Sichetti
Botta & Risposta
14 Area umanistica · davide & matteo
I colori della letteratura
15 Pioggia d’estate · daph
16 Realtà e Narrazione · gaia =p
TV e spettacoli
16 Life in a Day · alice francioni
17 tv Show Guide for Dummies Vol. 2 · frikky
TEXnologia
17 Mondo virtuale e ragazzi · annalisa galzio
Enigmistica
19 Parole crociate e altri giochi
Collaboratrici
Concetta Faccio, Francesca (Frikky) Consorti, Ingrid Filippini
I nostri sponsor
Colophon
20 Un sentito ringraziamento
Interamente realizzato all’interno del Liceo Scientifico “Albert
Einstein”, Via Luigi Sturzo 5, 64100 Teramo. Composto in LATEX
con la famiglia di font Palatino di Hermann Zapf. Questa rivista
è disponibile on-line nel sito web del liceo.
Sito web del liceo
lse.te.it
CC
2010 − 2011 Liceo Scientifico “Albert Einstein” · Teramo
http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/2.5/it/legalcode
2
150o dell’Unità d’Italia
Numero 2 · Anno viii · Marzo 2011
Editoriali
In memoriam
Il mondo nuovo
a giacomina di battista
la civiltà
dell’immagine
di EX ALUNNI CORSO C
Cara professoressa,
abbiamo sostenuto la maturità da
soli tre anni, eppure i tempi del liceo
sembrano cosí lontani. . .
Avremmo voluto salutarla ancora,
raccontarle le nostre esperienze, ricordare i nostri anni trascorsi insieme.
Anni passati fra i banchi di scuola, lezioni e risate. Siamo rimasti subito
affascinati dalla sua immensa preparazione, dall’amore che nutriva per
le sue discipline e dalla passione che
trasmetteva nello spiegarle, riuscendo a semplificare anche i concetti piú
complessi.
Le sue lezioni ci hanno fatto crescere, non solo come studenti ma soprattutto come persone, in particolare con la sua adorata Filosofia, in
realtà nient’altro che belle e brutte
riflessioni sulla vita.
Nel corso degli anni siamo riusciti ad apprezzare, oltre l’insegnante,
il suo lato umano: una persona in
grado di comprenderci e di scherzare assieme a noi, anche e soprattutto
con autoironia. Ed è proprio con questa immagine che noi la porteremo
sempre nei nostri cuori.
Grazie di tutto. . . Ciao prof!
di NANDO COZZI
nell’ultimo numero di granta (rivista letteraria inglese) ho contato tre
pubblicità per corsi di scrittura creativa. In un articolo del New York Times
(7 marzo scorso) ho letto che la diffusione degli eReader (lettori di eBook, libri elettronici) tra gli adolescenti, grazie anche a prezzi sempre piú competitivi, sta cambiando le loro abitudini
per il tempo libero.
Non troppo paradossalmente, nella cosiddetta “civiltà dell’immagine”
(definizione superficialmente modaiola) è la parola scritta che rimane
centrale e misura della comunicazione. Un altro esempio: i giornali sono in crisi in Italia e all’estero (anche
giornali del calibro del New York Times), ma un blog giornalistico come
The Huffington Post è stato appena
ceduto a AOL (America On Line) per
$ 315.000.000. Ancora, una catena storica di librerie come Borders è sull’orlo del fallimento, mentre Amazon ha
fatto sapere che le vendite dei suoi
eBook hanno ormai superato le edizioni “cartacee”. Sono segnali, questi, di
un giornalismo e scrittura che sanno
reinventarsi e trovare formule nuove
per comunicare con i lettori.
Cosa ci riserva il futuro? Difficile da dire. Sicuramente, con la crisi
del giornalismo tradizionale, avremo
sempre piú bisogno di intermediari
che ci aiutino a orientarci nel mare magnum della rete globale. Un modello
è Wikipedia (giunta al 10° anniversario), ma anche le innovative esperienze dei giornali elettronici da leggere
tramite tavolette (iPad, Galaxy ecc.)
o sugli eReader (Kindle, Nook, Kobo
ecc.).
In questi casi sembra appropriato
dire, “è morto il giornalismo, lunga
vita al giornalismo!”
un ricordo lontano
di NANDO COZZI
nel 1953 dylan thomas pubblicò la
collezione di racconti, Adventures In
The Skin Trade And Other Stories in
cui appare “The Followers” dal quale
proviene la seguente citazione.
A newsboy stood in a
doorway, calling the news
to nobody, very softly,
‘Earthquake. Earthquake
in Japan’.
Il riferimento è alla terribile distruzione che seguí il Grande Terremoto
del Kanto nel 1923.
150o dell’Unità d’Italia
Intervista a Luigi Badia
di Fede
non c’è cor che non batta per te.
Marzo 1821, A. Manzoni
Cara Italia! dovunque il dolente
grido uscí del tuo lungo servaggio;
dove ancor dell’umano lignaggio
ogni speme deserta non è:
dove già libertade è fiorita.
Dove ancor nel segreto matura,
dove ha lacrime un’alta sventura,
el 1861 si consegue finalmente l’Unità di Italia. La storia di questi
anni, un po’ come ogni attimo della
vita, è celebrata dalla musica. Nella
nostra regione le sorti della penisola furono raccontate da un musico
d’eccellenza: Luigi Badia (1819-1899).
Facendo un piccolo salto nel passato,
N
3
richiediamo la testimonianza diretta
di quest’uomo.
Studente: L’Italia ottocentesca fu il
secolo del melodramma, rappresentato dalle grandi personalità quali Gioachino Rossini, Vincenzo Bellini, Gaetano Donizetti e Giuseppe Verdi. Essi con la
musica resero partecipi,”dal Cenisio alla balza di Scilla”, tutti
gli strati della società, compre-
Numero 2 · Anno viii · Marzo 2011
la voce
si quelli piú bassi. La melodia
do dell’Unità di Italia, secondo
mente lo spartito sul pianoforte
e le parole da sempre raccolgolei quali brani celebrano di piú
e le sue mani suonarono la meno le situazioni e gli stati d’aniquesta vittoria?
lodia che sarà stemma astratto
mo che animano un paese. Lei
della nostra penisola.
Luigi Badia: Verdi ha avuto la fetta
ha raccontato con la sua musica
piú imponente nel successo ot- Studente: Recentemente si è discusl’Unità agli abruzzesi, cosa l’ha
tocentesco, con “Va, pensiero”
so molto, tra questi due testi
condotto a cantare tali temi?
fa degli ebrei prigionieri in Bache lei ha citato, su quale fosbilonia la metafora della condiLuigi Badia: Scrissi L’Italia del 1847 e
se piú appropriato per la celezione degli italiani sotto la doil 29 gennaio 1848 e La costituenbrazione della nostra libertà e
minazione austriaca. L’Inno di
te italiana in un periodo di proindipendenza. Gli Italiani soMameli ha però avuto la meglio
fondo impegno patriottico, visno un popolo all’antica, vivono
e il 12 ottobre 1946 è divenuto
suto in prima persona con l’ard’abitudine, e non hanno voluto
inno nazionale della Repubbliruolamento nel Battaglione dei
modificare ciò che da 150 anni
ca Italiana. Questa Canzone ha
Volontari napoletani stanziato a
è segno di riconoscimento della
avuto un’origine particolare; il
Firenze con il quale combattei
nostra penisola. Cosa ne pensa?
clima patriottico spinse il giovadiverse battaglie, tra cui quelne Mameli a scrivere “Fratelli Luigi Badia: Credo che gli Italiani
la di Curtatone. Offrii ai miei
d’Italia” e, mandato il testo al
non debbano dibattere di tale
concittadini la storia italiana atsuo maestro-musicista Novaro,
questione, l’Inno di Mameli è
traverso le note, ma non rimase
nella cui abitazione si faceva poperfettamente attinente alla conmolto della mia fama ai posteri.
litica e musica, rese celebre il
quista perseguita nel 1861, l’uStudente: Sicuramente oltre alle sue
suo scritto. Colpito e emozionica compito da adempiere è
produzioni ci sono molte opere
nato da ciò che il suo allievo
mantenere la cara “Unità”.
ad aver avuto fortuna nel perioaveva scritto, pose immediata-
Io non mi sento Italiano
di Ben
on ci stancheremo mai di ascoltare quel grandissimo artista che
risponde al nome di Roberto Benigni
che, con la sua straordinaria esegesi
dell’Inno di Mameli (il cui titolo originale è “Canto degli Italiani”), con ironia e con grande cultura ha permesso
“agli Italiani di riscoprire l’Italia”.
N
Durante il corso della storia è spesso capitato che gli Italiani non abbiano provato piú un sentimento di appartenenza alla propria patria, come
ad esempio la generazione del ’68,
che non provava tale sentimento poiché il regime fascista aveva ecessivamente esaltato l’idea di patria. Questo spirito che può essere definito
anti-italiano in quanto impedisce di
provare alcuna appartenenza al proprio paese, a causa di altri avvenimenti, negli anni è cresciuto sempre piú
fino ai giorni nostri, fino a ritrovarlo
in una canzone del noto cantautore
Giorgio Gaber dal titolo eloquente “Io
non mi sento Italiano”. L’artista mette in atto una polemica inserendo toni
ironici forti, fingendo di scrivere una
lettera al Presidente della Repubbli-
ca, nella quale parla dell’Italia come
di un paese di cui si fa fatica a esserne orgogliosi (“questa nostra patria
non so che cosa sia. . . temo che diventi una brutta poesia”). La canzone
è quanto mai attuale in un’Italia in
cui ormai essere anti-italiani è all’ordine del giorno, e in cui ognuno prova a dividere quello che fu unito 150
anni fa. Gaber canta la disillusione
di un italiano medio, scontento dalla
propria patria a tal punto da criticarle anche il simbolo dell’unità, l’inno
scritto dal giovane Mameli (“mi scusi
presidente non sento un gran bisogno
dell’inno nazionale, di cui un po’ mi
vergogno”).
Con questo riferimento Gaber riapre un dibattito che avvenne negli
anni ’90 quando si voleva cambiare
l’inno poiché veniva visto come una
banale marcetta. Pensare ciò è assolutamente sbagliato, come ha dimostrato anche Benigni a Sanremo, perchè
l’inno è qualcosa di unico nel quale sono racchiusi tutti gli ideali patriottici e i sentimenti di un giovane,
protagonista del Risorgimento e di
conseguenza dell’unità (Mameli). La
4
delusione di Gaber è accresciuta dal
fatto che mancano eroi gloriosi tranne alcune eccezioni come Garibaldi,
qui forse c’è un riferimento a quello
che sosteneva Brecht (in “Vita di Galileo”) “fortunato quel popolo che non
ha bisogno di eroi”, e dal fatto che
l’Italia non rivesta un ruolo importante nel mondo. Lo spirito anti-italiano
aumenta anche a seguito della formazione dei vari partiti politici che hanno guidato l’Italia e non sono riusciti
a fornire un reale e positivo cambiamento all’interno del paese (“in Parlamento. . . si scannano su tutto e poi
non cambia niente”), un po’ come denunciava Tomasi Di Lampedusa ne
“Il Gattopardo” di un “cambiamento per il non cambiamento”(cioè che
le innovazioni non hanno generato
mutamenti favorevoli in Sicilia). Una
cosa è certa: Gaber non voleva fomentare lo spirito anti-italiano né criticare
l’inno di Mameli, questo no di certo, il
cantautore ha voluto semplicemente
dar voce ai sentimenti che si affermano e si affermavano fra gli italiania
causa di molteplii motivi, molti dei
quali sopra enunciati; “il signor G”,
Numero 2 · Anno viii · Marzo 2011
marz
Dai meandri dell’Einstein
I “100 giorni” a San Gabriele
infatti, alla fine della canzone quasi
con rabbia dice che il nostro paese
non è solo “spaghetti e mandolino”
ma “pieno di cultura”, motivo che
lo rende orgoglioso tanto da mostrarlo al mondo intero (“son fiero e me
ne vanto gli sbatto sulla faccia cos’è
il Rinascmento”). Gaber dunque ha
voluto dire che, seppur con tutti i problemi che ci circondano, ognuno di
noi è fiero di essere italiano (“ma per
fortuna lo sono”).
Dai meandri dell’Einstein
Uno, nessuno, centomila
di Bas^^
i troviamo nel periodo di Carnevale durante il quale molti di noi,
e qualcuno ancora adesso, si divertivano a tirare coriandoli, a spruzzare
schiuma, a soffiare le stelle filanti, a
fare scherzi di ogni tipo con la scusa che “a Carnevale ogni scherzo vale”, ma soprattutto ci divertivamo a
mascherarci. Questo articolo, infatti,
parla prorpio delle maschere, perché
ci sono persone che non le abbandonano mai, anche quando ormai non
è piú il periodo. È per tale ragione
che questo articolo porta il nome del
C
celebre libro di Verga.
C’è da dire, però, che ci sono persone che fanno ciò consapevolmente
mentre altre no.
Le persone che lo fanno consapevolmente, che poi sono anche le piú
conosciute, sono quelle che tendono
a mostrare volti di loro stesse sempre
differenti, a seconda del proprio interlocutore. Potrebbero risultare false
anche nei gesti e nelle azioni, dicendoti, ad esempio, di poterti fidare di loro
e “svendendo”, poi, le tue confidenze
a chiunque gli capiti a tiro.
Chi lo fa inconsapevolmente, invece, è meno conosciuto rispetto a
5
chi ne è consapevole ed è convinto
di essere in un modo quando invece
è l’esatto opposto. Un esempio potrebbe essere identificato in una persona che afferma, senza cattiveria, di
essere sempre la vittima di ogni situazione, ma che poi, appena può, cerca di sfruttare qualunque occasione a
proprio vantaggio, senza rendersene
conto!
A te non è mai capitato di conoscere persone di questo genere? Se la
tua risposta è “no” la cosa migliore da
fare sarebbe un’analisi di coscienza
perché anche tu potresti essere una/o
di loro.
Numero 2 · Anno viii · Marzo 2011
la voce
Sotto il segno. . . delle maschere
di Bas^^ & Fan :)
sempre disposti ad aiutare chi
ha bisogno. Vi consigliamo di
non farvi trasportare troppo dalla “vita mondana”, perché insieme a voi tutti quanti finiranno
nei guai.
i vostri compagni e anche voi
stessi credendo di essere bravi a
scuola ma voi, BOTTA DI COULOMB, avete solo fortuna. E ricordate che quando il programma diventerà piú duro le vostre
carenze si faranno sentire, soprattutto con i compiti in classe. Tornate con i piedi a terra e
iniziate a studiare seriamente!
iao ragazzi, bentornati nella nostra rubrica. Questa è un’edizione speciale, qui assoceremo le fasce
studentesche a diverse maschere di
Carnevale. Provate a indovinare la
maschera adatta a voi: scoprirete dai ARLECCHINO: Originario di Bergaprofili se avete fatto la scelta giusta.
mo, rappresentò nel teatro del
1550 la maschera del servo apCAPITAN SPAVENTA: È nato intorparentemente sciocco, ma in
no alla fine del ’900 in Liguria.
realtà dotato di buon senso. SCARAMUCCIA: Nasce in CampaIl suo nome è Capitan Rodonia ed è un personaggio napoGhiotto, sempre pieno di debiti
monto Spaventa di Val Inferno e
letano. È un po’ buffone e spaced
opportunista,
rappresenta
il
si tratta di uno spataccino molto
cone e si diverte a fare scherzi
simbolo
di
colui
che
si
adatta
particolare, in quanto alla spaperò
finisce sempre per prendea
qualunque
situazione
ed
è
dida preferisce le parole per colpire le botte. È molto pigro e di
sposto a servire chiunque pur
re i nemici. Proprio come lui,
lavorare non se ne parla nemdi ricavarne vantaggi. Attento,
voi SECCHIONI amate sfodemeno. È chiaro che questa maanche se sei FURBO, i professorare le vostre conoscenze suscischera rappresenta la categoria
ri
ti
stanno
puntando
da
molto
tando complessi di inferiorità
dei MENEFREGHISTI. Noi tutti
tempo!
Al
tuo
posto
comincenei vostri compagni. Siete corsiamo stufi di ripetere le nostre
remmo
a
preoccuparci
e
inizietesemente invitati a. . . placarvi!
raccomandazioni, cosí abbiamo
remmo
a
studiare.
Si
sa,
ad
un
Siamo sicure che i vostri sforzi
deciso di dedicarvi un remix:
certo punto i professori iniziasaranno graditi.
no con quelle “domandine” di
GIANDUJA: È un galantuomo alle“Anche se tutti studiano
“riepilogo”, magari su argomengro, intelligente e coraggioso,
tranne te
ti ormai riposti nel “dimenticache ama il buon vino e la buoe tu hai sempre fisso il 3
toio”. Siamo certe che, con un
na tavola; è il personaggio poe un motivo sotto sotto
pizzico di buon senso come Arpolare simpaticamente presente
c’è. . .
lecchino, riuscirete a cavarvela
in tante manifestazioni torinesi
tu
vuoi
il 6,
senza problemi.
con faccia rubizza. Lui, come
sí, ma c’è sempre quel
voi COMUNI STUDIOSI, pren- BALANZONE: È la maschera tipica
professore che
de la vita con serenità e trova
di Bologna, dottore saccente e
non si sa perché ma ce l’ha
sempre il modo per divertirsi
ciarliero. È un personaggio burcon te. . . ” (tranne
pur ricoprendo un ruolo molto
bero e brontolone che fa credete, Fabri Fibra)
importante nella società. Anre di essere un grande sapiente,
perché DEVI STUDIAche voi siete molto importanti
ma molto spesso truffa la genRE!
nella vostra classe, perché siete
te. Voi ingannate i professori,
C
Uno sguardo sul mondo
Internet: il “Gola profonda” dei nostri giorni
di Erni
internazionali e tuttora non si placa
la polemica riguardo la funzione di
o scorso novembre un parlamen- questo sito e riaprendo una tematica,
tare norvegese ha proposto la no- quella del potere dell’informazione,
mina al premio nobel per la pace di mai risolto.
Julian Assange, creatore del sito Wikileaks, che ha creato non pochi proGià nel 1600 il filosofo inglese
blemi ai vari capi di stato mondiali. Francis Bacon sosteneva che: “Sapere
Infatti grazie alle sue rivelazioni scot- è potere” e con il passare degli antanti, è stato al centro dei dibattiti ni questa affermazione sembra esser-
L
6
si sempre piú verificata; infatti sono
sempre piú persone che ricavano guadagni tramite vendita e non vendita
di informazioni, come per esempio i
ricatti ai politici o la compra vendita
dei segreti militari.
Nello specifico caso di Wikileaks
il fatto è ancora piú sconcertante poiché notizie che sembravano essere ve-
Numero 2 · Anno viii · Marzo 2011
marz
Uno sguardo sul mondo
I “100 giorni” a San Gabriele
re si sono rivelate tali causando cosí
il disagio dei potenti che fin quando le notizie non erano di dominio
pubblico, avevano ben coperto questa
fuga di notizie; il dato piú sconcertante della vicenda e che ha dato piú
disagio è il fatto che verità che erano
date come certezze, ma non confermate, sono state riprese e stavolta dimostrate con documenti. Un altro dato
che stupisce è come Assange abbia rischiato molto (c’è chi dice che appena
sarà sul suolo americano, lo condanneranno alla pena capitale) pur di far
emergere la verità, di dare una lezione di vita ai potenti del mondo, di
far capire quanto siano preziose le informazioni; sicuramente dietro al suo
agire c’erano interessi personali, ma
le sue azioni hanno certo cambiato la
realtà in maniera definitiva, iniziando
un nuovo mondo per quanto riguarda l’informazione. Intanto l’opinione
pubblica si divide: c’è chi infatti pen-
sa che Assange sia un criminale e che
abbia agito solo a scopo di lucro, mentre altri lo ritengono un atto dovuto
ai cittadini sempre meno informati
delle iniziative dei propri governi; altri ancora sono passati dalle parole
ai fatti: infatti sembra che siano nati
nel frattempo molti altri siti simili a
Wikileaks. Un’altra osservazione importante da fare riguarda proprio l’informazione, già perché Wikileaks ha
anche aperto gli occhi a molti di noi
sul nuovo modo di fare informazione,
ossia quello digitale: infatti andando avanti con gli anni l’informazione
ha sempre dovuto adeguarsi alle esigenze del momento, passando dalla
diffusione orale fino appunto ad arrivare alla diffusione digitale, mezzo
potentissimo che è riuscito a superare
le barriere della censura,che permette
il tam tam di una notizia nel arco di
pochi secondi in tutto il mondo, senza
che nessuno possa metterla a tacere,
7
che sia un regime totalitario a un democrazia, e se anche il premio nobel
Liu Xiaobao afferma che “l’informazione digitale è un dono di Dio alla
Cina” allora vuol dire che qualcosa
sta cambiando. Di certo tutta la vicenda Wikileaks conferma quello che da
sempre si sa: l’informazione è e rimane l’unica arma con cui una qualsiasi
persona può comunicare la propria
opinione, senza passare per politici o
terzi, uno strumento che ha sempre
accompagnato l’uomo nel suo cammino evolutivo, spesso diventando la
prima fonte di rivoluzione, di cambiamento, il primo indice di qualcosa
che non funziona, un vero e proprio
quarto potere, al pari di quello legislativo o giudiziario, unico in mano
al popolo, e che sia veramente capace
di influenzare le nostre vite, l’unico
che non potrà essere riservato a pochi
poiché è di tutti.
Numero 2 · Anno viii · Marzo 2011
marz
la voce
I “100 giorni” a San Gabriele
Oltre noi stessi
L’insostenibile “leggerezza” dei sogni
di Fiore
opinione comune che i desideri
piú nascosti di ogni individuo vengano elaborati dalla mente umana sotto forma di sogni. Quando sogniamo
viviamo esattamente le stesse emozioni che proviamo nella vita reale:
siamo felici, tristi, ridiamo, piangiamo, urliamo, ci innamoriamo. Ma
siamo sicuri che tutto ciò non sia
solo apparenza e che dietro i sogni
non si nasconda in realtà qualcosa di
misterioso e affascinante?
È
“Chuang Tzu sognò di essere una
farfalla e al risveglio non sapeva se
fosse un uomo che aveva sognato di
essere una farfalla o una farfalla che
in quel mentre sognasse di essere un
uomo”(cit. da Libro dei sogni di Jorge
Luis Borges, 1976). È proprio la sensazione di Chuang Tzu quel “qualcosa
di misterioso e affascinante” che porta alla luce un aspetto del tutto nuovo relativo al sogno. Se ci pensiamo
bene il fatto di non capire se avesse
sognato di essere una farfalla o se fosse una farfalla che sognava di essere
un uomo è assolutamente verosimile.
Paradossalmente l’insolito dubbio potrebbe pervadere la mente di ognuno
di noi.
straniata rispetto a quella comune e
ordinaria.
Ogni mattina apriamo gli occhi,
sbattiamo le palpebre e sentiamo il
bisogno di raccontare il nostro sogno.
Quando però lo raccontiamo non siamo in grado di descriverlo interamente nei minimi particolari, ma ricordiamo solo ciò che ci sembra importante.
È quindi incomunicabile nella sua totalità ma ansioso di essere comunicato. Del sogno non resta che il nostro
racconto confuso e frammentario. Ma
Leggere questo frammento mi ha se immaginassimo per un momento
piacevolmente confusa, sono stata ra- di interrompere qualcuno che sogna
pita dalla profondità delle parole che una, due, tre volte cosa succederebbe?
lo compongono. Mi hanno fatto rifletIl “nostro sognatore” racconterebtere e pensare ai sogni in modo com- be di volta in volta qualcosa di diverpletamente diverso, secondo un ottica so. Il sogno sarebbe ridotto cosí a una
8
Intervista doppia
serie di flash disconnessi e slegati tra
loro. In tal modo cade l’ipotesi che lo
vede rappresentato come flusso continuo di immagini che si susseguono
secondo un ordine logico, a mo’ di
film. I sogni verrebbero cosí svuotati
di ogni speranza che ingenuamente
Numero 2 · Anno viii · Marzo 2011
ma anche inconsapevolmente riponiamo in esso. Questa ipotesi, seppur
poco diffusa e abbastanza eccentrica,
mi fa pensare al risultato di alcuni
studi effettuati di recente secondo cui
i sogni dipendono dalla struttura anatomica dell’Amigdala e dell’Ippocam-
po, due aree profonde del cervello e
non sono pura elaborazione dei nostri
desideri piú latenti.
A questo punto non ci resta che
scegliere: continuiamo a credere
che “i sogni son desideri” oppure ci
ancoriamo saldamente alla realtà?
piú usato dalla terza età è ancora detenuto dalla televisione, che si configura come la principale fonte di informazione. Seguono il videoregistratore, tecnologia utilizzata specialmente
dagli uomini, i cellulari, grazie a nuovi modelli con tasti dei numeri ben
visibili e ultimamente anche l’informatica e internet stanno entrando nella quotidianità di molti over 65, che
viaggiono in rete soprattutto per ricercare informazioni sul meteo, su prodotti e temi riguardanti la salute o per
prenotare viaggi online.
Inoltre in questa fascia d’età cresce il bisogno di comunicare e socializzare con gli altri, quindi via libera a
forum, chat, blog e social network, come Facebook, dove ricordiamo Lillian
Lowe, la nonnina piú anziana su questo social network, che permettono di
chiaccherare in tempo reale, di fare
nuove amicizie e perché no, di trovare
online la propria anima gemella.
Purtroppo però vi sono molti anziani che hanno problemi di accesso
ad Internet per motivi di disinformazione, economici o personali, in quanto la senilità e alcune malattie, che diventano piú frequenti e che lasciano
segni piú evidenti, minano molte abilità. Tuttavia, proprio per sbloccare
questa situazione, ha riscosso un gran
successo l’iniziativa di aprire un centro di navigazione assistita, dedicato
agli anziani, in cui gli “allievi” imparano l’uso del computer e di internet
aiutati da giovani tutor.
In conclusione mi reputo favorevole alla tecnologia anche perché secondo molti studiosi essere a contatto
con le sollecitazioni rapide dei mezzi
tecnologici (dal computer al cellulare) rende la persona piú attiva a livello celebrale e questo è sempre un
bene.
Anziani e tecnologia
di Carolí
n altro aspetto negativo è la
vecchiaia, che non è un evento
accidentale ma una regola” (Giacomo
Leopardi, Dialogo di un islandese e
di una natura).
“U
Da sempre l’anziano è considerato
l’anello debole della società, un soggetto improduttivo e soprattutto lontano dalla comune necessità di conoscenza e di informazione ma attualmente, nel ventunesimo secolo, la figura del nonno restio di fronte ai mezzi tecnologici che guarda con sospetto a quella “strana scatola parlante”
chiamata tv sembra proprio un ricordo di altre epoche. Le persone anziane, per essere al passo con i tempi,
riescono ad usare ciò che la tecnologia
mette a disposizione, anche se forse
con meno abilità manuali.
Il primato di “elettrodomestico”
Intervista doppia
Giorgio Tentarelli vs. Andrea Palandrani
Giorgio Tentarelli.
57.
Filosofia e storia.
Grande consumatore di pasta asciutta.
Che mangio anche il secondo!
Drammaticamente giovane.
Nome?
Età?
Insegnante di?
Peggior pregio?
Miglior difetto?
Come le sembra il suo collega?
Un posto dove sdraiarmi al sole.
Alla costante ricerca di. . . ?
27.
Sí. (molto deciso)
Da quanti anni è in servizio?
. . . e ancora non si è stufato?
Un bel pacco di banconote.
Si parla sempre di perdita dei valori, quale per
lei è imprescindibile? ?
Se venisse eletto Ministro dell’Istruzione, cosa
cambierebbe fin da subito?
Qual è la sua opinione sulla vicenda di “Ruby
Rubacuori”?
Programma TV preferito?
I programmi delle scuole elementari.
Fatti loro!
Law and order.
9
Andrea Palandrani
34.
Storia e filosofia.
. . . la generosità!
Sono disordinato.
Mi ci trovo bene con lui, sembra un maestro
simpatico!
Soddisfazione e sorriso negli alunni (e talvolta
anche pianti)!
8.
Ogni anno è un ritorno all’inizio e ogni giorno
sembra come il primo! Anche se spesso resterei
volentieri a letto a dormire. . .
Il rispetto.
L’umore degli insegnanti (raddoppiando lo stipendio)!
Le cose belle piacciono a tutti e chissà cosa ha
di bello il nostro Primo Ministro. . .
Ne vedo poca. . . Blob e i Simpson, all’ora di
pranzo non possono mancare!
Numero 2 · Anno viii · Marzo 2011
gloria plebani
la voce
Jazz.
Non vedo Sanremo dal ’67.
Gli occhi.
Indifferente.
In un negozio di musica, quale CD acquisterebbe?
Cosa ne pensa dell’ultimo Festival?
Qual è la prima cosa che guarda in una donna?
Adozione per i single: pro o contro?
No.
Crede nel colpo di fulmine?
Chi si somiglia si piglia!
“Gli opposti si attraggono” o “chi si somiglia
si piglia”?
Meglio un uovo oggi o una gallina domani?
Scelga un filosofo e citi le sue parole: ?
Meglio un uovo oggi!
Wittgenstein: “su ciò di cui non si può parlare,
si deve tacere”.
I versi sono reali perché sono scritti, ma non
corrispondono piú a niente.
“Una d’arme, di lingua, d’altare, di memoria
e di cor”, a 150 anni dall’Unità, quanto sono
ancora reali i versi di Manzoni?
Uno scontro fisico con gli studenti dell’opposta
fazione, nel ’69.
Gli anni al liceo come studente; il suo ricordo
piú intenso?
La mia scuola quando è crollata all’Aquila.
. . . e di quelli come professore?
Spiaggia, ombrellone e sdraio!
Suocera.
Degli alberi.
Se le diciamo “Paradiso”, lei dice. . . ?
Se le dicessimo invece “Inferno”?
Sta parlando al telefono con la penna in mano,
cosa scarabocchia?
Di quale dei 5 sensi non potrebbe mai fare a
meno?
C’è un’ultima cosa che i suoi lettori devono
sapere?
Dimenticavamo, la domanda piccante non può
mancare! La sua prima volta?
La vista.
Si, ma non gliela posso dire!
1967.
È un’intervista!
Abbiamo concluso, grazie per la collaborazione; ma un giudizio su quest’intervista, ce lo
dà?
De Andrè, Battiato, Guccini.
Ne ho visto solo 11 secondi, quindi. . .
L’espressione della bocca.
Ogni adozione ha di certo le sue buone motivazioni, è comunque dare un futuro migliore a chi
sembra non averlo!
Si, anche se poi è piú travolgente il frastuono
del tuono. . .
Gli opposti si attraggono e quando si somigliano troppo non si pigliano piú!
Meglio la gallina e farle fare tante uova.
Nietzsche: “Se tu scruterai a lungo in un abisso,
anche l’abisso scruterà dentro di te”, oppure “le
parole piú silenziose sono quelle che portano
la tempesta, pensieri che incedono con passi di
colomba guidano il mondo”.
Basti guardare quanto sono unite le classi al loro interno; l’unità è solidarietà, che non può
venire dall’alto né essere imposta con la forza.
Manzoni aveva un ideale e noi lo stiamo ancora
rincorrendo.
Il primo sciopero sulle cancellate del liceo, l’occupazione e le idee di rivoluzione. 10 in
matematica e 3 in latino.
Ogni classe è un’emozione, ogni alunno/a un’emozione in piú. Ogni gita mi regala città che in
quel modo non vedrò mai piú.
Spero di trovarlo in terra.
Caos, irrazionalità e tanto divertimento.
. . . apro e chiudo il tappo della penna!
La vista, per guardare a fondo!
Lo scopriremo solo vivendo!
Tutt’attorno era stupendo: il falò, la spiaggia,
la luna, il brusio del mare ed una bellissima
ragazza; ma io non ci ho capito niente!
La prima e quindi di certo appassionante. . .
chissà quanti la leggeranno!
A cura di Clari & Sabba
Soluzioni dei giochi
1. 677. Si moltiplicano i numeri per se stessi e si aumenta di uno -2. 5. I numeri della colonna centrale si ottengono sommando i
quadrati delle cifre a destra e a sinistra. - 3. SENSO -4. 4 fratelli e 3 sorelle -5. 21 Bf4Xd6+ Kg1-d7 22 Re1-e7 -6. Le parole sono:
ASSO e CHE.
10
Forza Albert
Numero 2 · Anno viii · Marzo 2011
Forza Albert
Il pericolo delle sette o dei culti
what you see is not
what you get
di IGOR
tosto si deve ricorrere a un processo
Le mosse di “reclutamento” da
inverso del lavaggio del cervello, il parte di una setta sono poche ma
deprogramming o exit counselling. Ov- efficaci:
viamente, l’antidoto piú efficace alle
a. Love-bombing o bombardamensette è rappresentato dal sapere, in
to affettivo. Le persone che piú
generale, e, piú in particolare, da un
facilmente cadono nella rete delapproccio scientifico al mondo.
le sette sono per la maggioranza
Al riguardo, abbiamo posto tre dodonne, di cultura medio alta, di
mande alla Prof.ssa Concetta Facetà tra i 30 e 40 anni, in particio.
colari momenti di vita: separazioni o divorzi, lutti, perdita di
lavoro. . . L’approccio è totalizDomande & Risposte
zante, la persona si ritrova letteralmente circondata da persone che la ricolmano di affetto,
tre domande sulle
rassicurazioni, comprensione e
sette
sostegno. Si accentuano ed alidi CONCETTA FACCIO
mentano tutti i possibili motivi
di risentimento verso “gli altri”,
esterni dal gruppo.
cos’è una “setta”?
sottoporsi a una “riforma del pensiero” (thought reform, o anche “lavaggio del cervello”) è un po’ come fare
una ginnastica mentale. Siamo facilmente disposti ad applicare tecniche
che cambino e migliorino le nostre
prestazioni fisiche. Allo stesso modo,
vorremmo cambiare anche il nostro
orientamento mentale: vogliamo ridurre lo stress o l’ansia che ci attanagliano e ci impediscono di riposare,
vogliamo vivere una vita piú piena
e serena, vogliamo migliorare i nostri rapporti con gli altri, vogliamo
essere piú intelligenti e sicuri, vogliamo superare i nostri evidenti limiti o
la nostra timidezza, vogliamo trovare
Il termine “setta” ha una etimoloun equilibrio, o un “centro di gravità gia composta, in quanto sono due i
permanente”.
termini di riferimento:
In condizioni particolari di deboa. dal latino secare, (tagliare, toglielezza psicologica (traumi o depressiore, dividere), perciò nel senso
ne soprattutto) o trovandoci indecidi allontanamento sia, rispetto
si in mezzo a importanti scelte nelad una confessione religiosa o
la nostra vita, siamo particolarmente
dottrina storica ed ufficiale, sia
vulnerabili e soggetti a essere attratrispetto al tessuto di affetti e
ti dalle sette (cults nei paesi di lin1
relazioni dell’adepto;
gua inglese ) che si palesano con la
promessa di un vero e profondo camb. dal latino sequi (seguire, andabiamento in meglio e il superamenre dietro, imitare, conformarsi)
to di tutti nostri problemi. Nel pronel senso di seguire ed osservametterci tutto ciò, le sette nascondore letteralmente le dottrine di
no le loro intenzioni vere, ossia quelun leader, un guru, un illumile di volerci manipolare e trasformanato. Una setta, quindi, è un
re in docili strumenti nelle mani di
gruppo che per dottrina si sepaun “pifferaio magico”, ossia il “maera da un “credo religioso” storistro”, “l’illuminato” o il “carismatico”
camente consolidato, come pudi turno.
re (nel caso delle psico-sette) da
Questo processo di trasformazioun protocollo terapeutico uffine non avviene di solito casualmente,
ciale, e tende ad allontanare gli
ma all’interno di un “pacchetto” ben
adepti dalle proprie personali
congegnato di sequenze che conducorelazioni sociali ed affettive, per
no gradatamente, un passo alla volta,
sostituirle con le relazioni forti
a una nuova identità. Al termine, sedel “gruppo”, gerarchicamente
condo il gergo specifico della setta,
e rigidamente strutturato intorsi è rimodellati, si è rinati, si giunge
no al pensiero e all’opera di un
all’illuminazione, si diventa puliti o
“maestro” illuminato.
purificati ecc. Di solito non si esce da
una setta di propria iniziativa, piut- come agisce?
11
b. Disgregazione della personalità:
segue l’isolamento dagli “altri”,
dal mondo esterno percepito come “ostile”, nemico, perchè ha
procurato tanta sofferenza alla
persona. Si ingigantiscono le
difficoltà con il mondo esterno,
sia nel senso di comunicazione (per es.: voler telefonare ai
genitori, non viene negato ma
ci sono problemi. . . linee telefoniche interrotte, non c’è campo) sia presentandole come “segnali” di una qualche “predestinazione”, prove certe di non
essere come gli”altri”, perché
prescelti.
A questo punto la thought reform o riforma del pensiero, è
avvenuta utilizzando:
+ la destabilizzazione del senso di sé;
+ la rilettura della propria storia e della visione del mondo
con un nuovo nesso causale;
+ lo sviluppo della dipendenza.
c. Mantenimento: in questa fase si
applicano le forme e le pratiche
Numero 2 · Anno viii · Marzo 2011
la voce
piú discutibili, dall’isolamento
al buio, alla mancanza di cibo,
da umiliazioni in pubblico all’obbligo di compiere reati, allo
sfruttamento sessuale
come se ne esce?
Non entrandoci! :)
È una questione seria, perché è
difficile uscire da una setta ma non
impossibile.
Uno degli argomenti principali,
battute a parte, è proprio quello di
non entrarci, ma questo è possibile
solo nella parte dell’approccio iniziale, Buona tecnica è quella di fare domande, non lasciarsi incantare ed irretire dall’eloquenza dei reclutatori e
dalla loro capacità empatica. Bombardare con domande sugli aspetti piú
disparati di quanto proposto, serve
perché spesso, i reclutatori non sono
a conoscenza di tutto, sono anch’essi
indottrinati che “imparano” una parte. Altro discorso per chi invece è già
dentro, ma in questo caso si possono
avere due possibili scenari:
a. l’adepto si rende conto della
realtà nella quale è incappato e
chiede aiuto all’esterno (tuttavia
questo è molto difficile perché
il controllo del gruppo è totale,
su ogni singolo atto);
b. intervento della famiglia, che attraverso ricerche, e denunce alle
autorità può rintracciare il congiunto o rivolgersi a centri anti plagio, che offrono consigli e
sostegno alle famiglie.
cosa sono le sette?
di NEVERMORE
il termine “setta” ha, nel nostro
vocabolario, un’accezione negativa, e
viene usato prevalentemente per indicare gruppi religiosi non convenzionali, ma anche organizzazioni non religiose che però hanno caratteristiche
in comune con le sette.
Ma per cosa, esattamente, si discostano dalle religioni principali? Innanzitutto una setta è sempre guidata
da un leader fortemente carismatico,
che spesso attua un vero e proprio
culto della personalità; gli adepti praticano un culto di avvicinamento alla
conoscenza di tipo esoterico attraverso vari livelli; i seguaci vengono manovrati in modo da essere asserviti
e sfruttati nelle azioni, sentimenti e
scelte; la comunità vive lontano e isolata dalla società talvolta in modo cosí
radicale da dare origine a episodi di
violenza e autolesionismo.
Nelle sette si pratica in molti casi
un vero e proprio lavaggio del cervello, gli adepti vengono convinti che i
dogmi e la realtà professati dal leader sono i piú giusti se non gli unici
possibili.
Non sempre si “sceglie” di entrare in una setta. Può accadere che
i propri genitori siano degli adepti,
o che lo siano gli amici piú stretti:
in quel caso si è naturalmente spinti a considerare la setta stessa parte
della propria vita. Ma ci sono anche metodi sottilissimi per spingere
persone a convertirsi, le tecniche piú
usate (elencate da Kevin Crawley) sono: soggezione allo stress ed alla fatica, demolizione sociale ed isolamento, auto-critica e umiliazione, paura,
ansia, paranoia. Sottoposti a questo
“trattamento” i soggetti sono naturalmente spinti a cercare conforto in un
gruppo, in una comunità che possa
fornirgli tutto ciò che la società non
può offrirgli: uno scopo di vita, il
cammino verso la salvezza, un senso
di potenza.
E qui si entra nei dubbi a livello
giudiziario: lo Stato dovrebbe aprire gli occhi a queste persone e trarle
con la forza fuori dalle sette? La loro
scelta deve essere considerata frutto
di un plagio? Da persone che si sono
risposte “sí” a questa domanda sono nati i movimenti anti-sette (ACMs
Anti-Cult Movements). Questi gruppi
di recupero, di uscita, spesso sono cosí estremistici che vengono essi stessi
considerati delle sette, come afferma
Massimo Introvigne, presidente del
CESNUR (Center for Studies on New
Religions) nel suo saggio Anti-cult terrorism via Internet. La loro opera è
mirata il piú delle volte a riacquistare
il controllo sulla persona, non tanto
a criticare i dogmi che questa è tenuta a seguire (esistono infatti anche
gruppi organizzati contro i culti visti
come eresie). Spesso usano loro stessi
il lavaggio del cervello o altri metodi
12
poco ortodossi per raggiungere il loro
scopo: l’autonomia individuale, vista
come allontanamento dalla comunità
della setta; si avvalgono dell’aiuto di
apostati, ovvero persone che hanno
avuto esperienze all’interno di gruppi
religiosi e ne sono uscite che spingono gli adepti ad aprire gli occhi su ciò
che gli accade attraverso la propria
testimonianza. Questi gruppi sono
spesso formati da genitori che vedono
i propri figli degenerare dopo essere
entrati in queste comunità e quindi
non dobbiamo stupirci dell’estremismo dei loro metodi. Benché abbiano
delle “controindicazioni” si può dire
che i gruppi di recupero molte volte
salvano la vita ai giovani e gli evitano di essere risucchiati dal gorgo di
una setta. Tanto per fare un esempio Amoreena Winkler, autrice del libro I bambini di Dio, che racconta la
sua sconcertante esperienza all’interno dell’omonima setta. Fra orge sfrenate e fondamentalismo religioso il
suo percorso per uscire dalla comunità, cominciato a 12 anni, si è concluso
solo a 17 dopo immani sacrifici.
Ma il plagio, ricorrente il piú delle
volte, non è il solo incipit che spinge
qualcuno ad avvicinarsi a questi gruppi: perché mai una persona dovrebbe
dare persino la propria vita per ideali cosí astratti ed inverosimili (il caso
piú eclatante è quello del reverendo
Jim Jones che spinse 900 persone al
suicidio rituale dopo essersi trasferito
con loro in Guyana)?
Come abbiamo già detto la società non sempre fornisce tutto ciò che
noi desidereremmo, capita di sentirsi
smarriti, di cercare di dare un senso a tutto o semplicemente di volersi sentire accettati e le sette riescono
a riempire a meraviglia questi vuoti. Entrare in una di queste comunità,
quindi, è un intrinseco atto di ribellione verso la vita “normale”, quella
di tutti i giorni. Quando questa comincia a divenire piatta e ripetitiva
si cerca qualcosa che va al di là del
lavoro, della famiglia, della monotonia della realtà. Chi entra in una setta
vuole staccarsi dal mondo ed entrare
in contatto con qualcosa che lo trascende e che lo svaluta (come nel caso
delle sette apocalittiche). Questi soggetti cercano l’avvicinamento diretto
Forza Albert
alla divinità attraverso riti esoterici e
misterici, riti che non sono presenti
nelle religioni principali. L’illusione
di aver compreso i meccanismi del
mondo e, in taluni casi, di poterli manovrare, nutre il fanatismo fino a livelli inconcepibili. Il resto dell’umanità
appare cieco e sciocco, in molti casi
meritevole solo di morte, il valore della vita perde di significato, in quanto
solo pallida proiezione di uno stato
d’essere piú elevato.
Ma non pensiamo a queste persone come squilibrati: molto spesso i
Numero 2 · Anno viii · Marzo 2011
leader appaiono avere disturbi mentali, avvertono voci o cadono spesso in
catalessi per esempio, ma gli adepti
sono il piú delle volte persone normalissime, di cui non sospetteremmo
mai.
giosità: «Sette», nuove credenze, magie,
2010
note
1 Esempi
Margaret Thaler Singer, Cults in Our
Midst, 1995
Massimo Introvigne, Il cortile dei gentili. La Chiesa e la sfida della nuova reli-
famosi, ma estremi sono i 913 “suicidi”
(o meglio, assassinati) di Jonestown in Guyana
nel 1978 del “reverendo” Jim Jones del People’s
Temple, il caso dell’ereditiera Patricia Hearst
rapita e rimodellata dal Symbionese Liberation Army (gruppo terrorista americano) nel
1974, gli omicidi efferati commessi dalla “Famiglia” nel 1969 di Charles Manson, l’assedio di
Waco della Branch Davidian di David Koresh
nel 1993 e il gruppo “I cancelli del cielo” di
Marshall Applewhite che si suicidò nel 1997 in
attesa della venuta degli alieni.
il geroglifico era usato per testi monumentali e di particolare importanza
mentre il demotico era solo una semplificazione della grafia sacerdotale
ed era usato per documenti ordinari
e di minore importante.
L’inscrizione sulla Stele si tratta di
un decreto emesso in onore del faraone Tolomeo V Epifane, in occasione
del primo anniversario della sua incoronazione. Il testo riporta tutti i
benefici resi al paese dal Re, le tasse
da lui abolite, e la conseguente decisione del clero di erigere in tutti i
templi del paese delle statue d’oro
in suo onore. Stabilisce inoltre che il
decreto sia pubblicato nella scrittura
delle parole degli dei, il geroglifico,
nella scrittura del popolo, il demotico,
e in greco.
La presenza del greco nella Stele offrí la chiave decisiva per poter
procedere alla comprensione dei geroglifici. Lo studioso che riuscí a
tradurre interamente la Stele è stato
Jean-François Champollion, nel 1822.
Champollion era un vero e proprio studioso linguistico, cominciò lo
studio delle lingue orientali a undici
anni, a quell’età conosceva già quelle
europee, diventando cosí professore
a diciannove anni.
Lui apprese che per ciascun geroglifico non corrispondeva necessariamente una parola, dedusse che
essi non erano né pittogrammi né
ideogrammi, in quanto non rappresentavano esclusivamente oggetti o
concetti.
In seguito Champollion trascrisse
un alfabeto che pubblicò nel suo libro Le Lettre à M. Dacier, mettendo
cosí le basi alla nascita della scienza
dell’egittologia moderna.
ficienti tra atomi di nichel e idrogeno
all’interno di un tubo metallico. Quest’ultimo viene inizialmente riscaldato con un apporto di energia esterna
pari a circa 600 W ma, dopo poco
tempo dall’innesco, l’apparato riesce
ad autosostenersi, per cui non occorre
continuare a fornire energia dall’esterno. L’idrogeno viene iniettato nel tubo metallico, che, dopo aver perso un
elettrone, grazie all’alta pressione e
all’elevata temperatura, riesce a essere catturato dai nuclei di nichel con la
conseguente trasformazione dell’ato-
mo di nichel in rame e la liberazione
di una grande quantità di energia termica pari a circa 1200 kw. È stato
possibile quantificare la produzione
di energia termica misurando quanta
acqua viene vaporizzata al secondo.
L’apparato, quindi, funge da catalizzatore per reazioni nucleari a bassa
energia, dando luogo alla cosiddetta
“fusione fredda”.
bibliografia consultata
La Stele di Rosetta
di Martina Chiara Recchilungo
e oggi gli studiosi sono in grado
di leggere i geroglifici è solo grazie
alla Stele di granite nera, portata alla
luce nel 1799 dal potente esercito francese sbarcato in Egitto al comando di
Napoleone Bonaparte.
Prima della sua scoperta la scrittura egizia era un enigma per qualsiasi
studioso che si cimentasse nella sua
traduzione.
Per questo il suo ritrovamento ha
risvegliato negli archeologi dell’ottocento la passione per quella scrittura
pensata ormai indecifrabile.
La Stele pesa circa 760 Kg e riporta
un iscrizione con tre differenti grafie:
demotico, geroglifico e greco.
Il demotico e il geroglifico non sono due lingue diverse ma semplicemente due grafie diverse dell’egizio:
S
La fusione fredda italiana
di Debora Chiodi
nergia a basso costo e per di più
pulita: non è questo il sogno proibito della modernità? Due studiosi
italiani, Andrea Rossi e Sergio Focardi, sembrano crederci al sogno e lo
scorso 14 gennaio in un laboratorio in
collaborazione con l’università di Bologna hanno aperto una nuova frontiera grazie alla riuscita di un esperimento quasi incredibile. I due scienziati hanno messo a punto un apparato in grado di produrre energia tramite reazioni esotermiche altamente ef-
E
13
Ma come fa un protone di idrogeno a entrare all’interno di un nucleo
di un atomo di nichel? Nessuno lo
sa spiegare, per il momento. Di fatto,
Numero 2 · Anno viii · Marzo 2011
gloria plebani
la voce
la comunità scientifica è fortemente
divisa sull’argomento data l’impossibilità di altri scienziati di studiare
in modo accurato il brevetto perché
protetto da segreto industriale. La
cautela si giustifica anche a causa delle precedenti esperienze fallimentari
legate alla fusione a freddo.1 Inoltre
un’altra perplessità degli studiosi che
criticano il brevetto è legata al fatto
che l’apparato Rossi-Focardi durante il suo funzionamento non emetta
raggi gamma, elemento che secondo
questi dovrebbe essere caratteristico
nelle reazioni di fusione a freddo.2
Tuttavia ci sono studiosi che sono riusciti a dare una giustificazione plausibile alla mancata emissione dei raggi
gamma asserendo che il decadimento
degli isotopi del nichel riguarda elementi che si trovano sulla parte destra
della tavola periodica, e in tal caso
non ci dovrebbe essere un emissione
significativa per leggi chimico-fisiche
note.
Nonostante non sia chiaro ciò che
avviene in dettaglio all’interno del
reattore, tuttavia le potenzialità di
questo nuovo prototipo sono enormi
data la sua competitività in termini
economici e la sua efficienza. Infatti questo apparato richiede pochissima energia di attivazione e ha un
consumo bassissimo.3
Al momento, il reattore a cui Rossi e il suo gruppo stanno lavorando
ha le dimensioni di un vagone ferroviario (è destinato quindi ad applicazioni industriali o di comunità) ma si
cercherà di miniaturizzarlo fino alle
dimensioni delle caldaie domestiche.
L’apparato a Ni-H di Rossi-Focardi
viene collaudato e perfezionato da anni con successo e sebbene sia in grado
di soddisfare i bisogni delle famiglie,
la prima applicazione commerciale sarà rivolta a impianti di taglia industriale per la produzione di energia
elettrica, cioè alla realizzazione delle prime “centrali a fusione fredda”
al mondo. Ad Atene infatti sarà costruita una centrale elettrica da 1 MW
già alla fine di ottobre e ciò potrebbe segnerà una completa innovazione
nella produzione di energia, facendo
sembrare obsolete le centrali nucleari e i grandi apparati di produzione
elettrica a combustibili fossili.
note
1 Clamorosa
fu ad esempio quella avvenuta nel
1989 ad opera dei due chimici Martin Fleischmann e Stanley Pons il cui brevetto fu bocciato
a causa della scarsa riproducibilità.
2 L’emissione di raggi gamma è stata calcolata mediante due scintillatori allo ioduro di sodio, ma tale emissione effettivamente è presente in quantità rilevanti soltanto all’attivazione
del complesso.
3 Secondo gli ideatori del reattore, con 1
grammo di nichel è possibile ottenere la stessa energia che si ottiene bruciando 500 kg di
petrolio. Secondo Rossi il prototipo costa sui
2000 $/kW ma il costo del nichel impiegato è
praticamente zero visto che è uno dei metalli
più abbondanti sulla terra.
Botta & Risposta
Area umanistica
di Davide & Matteo
anno risposto i seguenti docenti:
Nino Falini (F), Andrea Palandrani (P), Anna Lisa Di
H
Gennaro (G).
1. L’Italia da paese di emigranti a
paese di immigrati.
Come recita il primo artico14
lo della costituzione americana,
ogni uomo ha diritto alla ricerca della felicità. Mio nonno la
cercò negli Stati Uniti. . . ma oggi quanto costa la felicità a un
I colori della letteratura
immigrato in Italia? (F)
2. Quale autore, tra quelli che spiega ai suoi alunni, rispecchia
maggiormente il suo modo di
vedere le cose?
Numero 2 · Anno viii · Marzo 2011
Kierkegaard: “nel possibile tutto è ugualmente possibile.” Il
più prezioso dei diritti è la libertà ma che rischia di risolversi in
una caduta nel vuoto. (P)
Nietzsche perché è in grado di
di farti sentire “l’insostenibile
leggerezza dell’essere” e perché
ha espresso pensieri in grado
di cambiare una persona in meglio. Lui dice di sé di essere dinamite: “Bisogna avere un caos
in sé per partorire una stella
danzante”. (P)
4. Cosa può essere considerato
letteratura?
3. L’autore che le piace spiegare
maggiormente
5. A cosa serve studiare la letteratura?
Le opere di coloro che hanno
saputo esprimere messaggi significativi nella forma e nei contenuti, determinando svolte tali
da influenzare e mutare il corso
dei tempi, “gli inventori” come
direbbe Ezra Pound. (G)
Per comprendere le diverse forme, ideologiche, poetiche, per
confrontare il passato con il
presente cogliendone la continuità. . . per nutrire le nostre menti senza il rischio di
ingrassare. (G)
6. Che libro sta leggendo attualmente?
Sto rileggendo un romanzo che
ho consigliato ai miei simpatici alunni di III E, Nati due volte
di Giuseppe Pontiggia, sul rapporto di un padre con il figlio
disabile. (F)
I colori della letteratura
Pioggia d’estate (2)
di Daph
mm. . . Chi non ha mai aspettato che il tempo cancellasse i suoi
sbagli o quantomeno che li sistemasse
un pochino? Chi non ha mai lasciato
qualcosa al caso pensando di trovare
le parole adatte nel momento giusto?
Chi non ha mai sperato che il tempo
bastasse per dimenticare o che avesse
il potere di rimarginare le ferite? Chi
non ha mai desiderato che la pioggia
si fermasse? Sí, intendo quella pioggia d’estate, che tutti odiano perché
impedisce di “divertirsi”. Quella stessa pioggia che poche persone adorano
per il suo odore particolare e soprattutto per il rumore che provoca nel
cadere? Nonostante ci comportiamo
allo stesso modo, le cose piú importanti della nostra vita, che ci rendono davvero felici, le teniamo nascoste
in un posticino del nostro cuore, lontane da tutti, in modo che nessuno
abbia la possibilità di portarcele via.
Perciò, ogni giorno siamo costretti ad
indossare delle maschere che spesso
nascondono completamente ciò che
noi siamo realmente. Delle maschere
che, invece di aiutarci, ci portano solo
H
a toccare il fondo. Delle maschere che
ci complicano la vita. Che ci confondono a tal punto da non sapere piú
cosa desideriamo veramente.
“Ti amo. ” Due parole cosí semplici eppure cosí piene di significato.
Una frase che va sussurrata come se
fosse la password per accedere al nostro cuore. Un verbo che può avere
soltanto un tempo verbale: presente.
“Ti amo. ” Tutto ciò che riusciva a
ricordarsi a parte il fatto che era scappata via e che ancora non riusciva
a smettere di tremare. Stava rannicchiata in un angolo della sua stanza,
con la luce spenta, stringendo forte
a sé un cuscino e pensando che fosse l’unico modo per colmare quella
sensazione di vuoto e per far scomparire il dolore, la paura. Da quell’angolo poteva benissimo vedere la
luna. Piena, incantevole, abbagliante,
come nella sera in cui Clara scomparí
definitivamente dalla sua vita. Anzi,
dalla loro. Ogni volta che la vedeva cosí splendente non poteva fare a
meno di pensarci. Emma era sicura
che, dovunque si trovasse, sua sorella potesse benissimo capirla, entrare
nella sua mente e sapere cosa pen-
15
sasse o provasse senza che lei glielo
dovesse dire. Sí, è strano. Nonostante
fosse consapevole del fatto che non
le rispondesse mai, continuava a rivolgersi a lei come se fosse ancora
viva. La faceva sentire meno sola e
sperava che lei si prendesse cura di
farle capire quale fosse la cosa giusta
da fare. La terrorizzava l’idea di scegliere e di sbagliare ancora. Anche
in quell’istante, il suo desiderio piú
grande era quello di avere la conferma del fatto che stesse sulla strada
giusta. Tutto ciò che aveva fatto fino a
quel momento le appariva totalmente sbagliato. Avrebbe dovuto sentirsi
orgogliosa perché ormai aveva quasi raggiunto ciò che si era proposta,
ma era ciò che voleva veramente? Le
conseguenze delle sue azioni stavano
per arrivare pian piano, proprio come una pioggia d’estate, una pioggia
che aveva tutte le possibilità di trasformarsi in una tempesta e distruggere
tutto, anche lei stessa. Ormai scappare e restare assumevano lo stesso
significato: era troppo tardi. Meno
male che non c’è niente che sia per
sempre.
Numero 2 · Anno viii · Marzo 2011
la voce
Realtà e Narrazione
di Gaia =P
trana cosa è la narrazione e talmente, straordinariamente vicina
alla realtà da sembrarne a volte lontanissima, tanto labili i confini tra i
fatti e la narrazione dei fatti da poter
non esistere o poter essere spostati
all’infinito senza coincidere mai.
Nella narrazione ognuno trova la
sua verità e forse la verità intrinseca
di ogni racconto è sconosciuta persino
al narratore, che filtra i fatti veri e propri attraverso l’esperienza, le parole,
la memoria fino a far arrivare all’ascoltatore o al lettore un messaggio
modificato, che cambia ancora filtrato
attraverso l’esperienza, la memoria,
l’immaginazione dello stesso.
Cosí ci immettiamo in una sorta
di telefono senza fili in cui la realtà
semplicemente prende la forma di chi
la racconta.
Posto questo, può dirsi che ciò che
si racconta è reale? No, direte voi,
sembra abbastanza semplice in prima
battuta: non esisterebbero le bugie,
né i racconti fantasy o gli horror, tantomeno la favolistica! Ma chi ha detto
che le bugie, i racconti fantasy, gli
horror, la favolistica non siano altro
S
che prospettive differenti in vista di
una stessa unica realtà ed è poi cosí scontato che ne esista una stessa e
unica?
Ogni racconto è espressione di un
vissuto, di un’esperienza o quantomeno di un’immaginazione forgiata dalla vita di chi la racconta ed è per questo che altro non può essere se non
realtà, una realtà criptata, forse, nascosta dietro una parvenza di fantasia,
ma comunque realtà.
Se, come abbiamo detto, tutto ciò
che si racconta è in un modo o nell’altro reale, viene da chiedersi se ciò che
non si racconta possa esulare dalla
realtà o meno, se possa essere che dei
fatti non raccontati automaticamente
non esistano, intendendo per esistenza la percezione da parte nostra dei
fatti.
A testimonianza immediata del
fatto che se non se ne parla, niente
esista, ci sono la televisione, i giornali, internet: niente fa scandalo se
non trasmesso e ripetuto piú volte,
niente fa notizia se non ci si costruisce sopra una storia, niente interessa
se non si racconta a tali e tante voci
da destare la curiosità del pubblico.
In un mondo fatto di notizie, dove
il racconto ha paradossalmente perso
tanta importanza da acquisirne, tutta
la nostra vita gira in un ingranaggio
di racconti.
Pensate alle notizie dei telegiornali, pensate a come vengono raccontate, a come vengono ripetute, a come,
se non le avessimo mai ascoltate, per
noi non esisterebbero ed è facile verificare quanto importante sia l’aspetto
narrativo della realtà.
Ci sono facce, casi, vicende di cui
non avremmo saputo niente, che per
noi non sarebbero esistiti, appunto,
se non ce li avessero raccontati e nel
ripeterceli, inconsciamente, è nata in
noi una sete inevitabile di particolari, di tasselli, di indizi ed è proprio
su questa sete che si giocano le sorti
dell’audience.
In sintesi la narrazione è l’espressione piú naturale della realtà e
la realtà stessa è tale perché viene
narrata, trasmessa.
A questo punto dobbiamo metterci in guardia da due unici pericoli:
le realtà che non esistono e le inesistenze che vogliono per forza farci
passare per realtà.
TV e spettacoli
Life in a Day
di Alice Francioni
le si “raccontava” la vita sulla Terra,
spronandoli con un fantastico trailer
i siete mai chiesti cosa stessero
lanciato il 6 luglio accompagnato dalfacendo le persone dall’altro lato
lo spot: “Life in a day. The story of a
del mondo in quello stesso istante? Io
single day in the Earth”.
sí, e probabilmente anche Ridley Scott
Il film inizia con la ripresa del(Blade Runner, Robin Hood) e Kevin
la
luna
nella notte tra il 23 e il 24
MacDonald (Un giorno a settembre,
luglio
continuando
poi con scene di
L’ultimo re di Scozia), rispettivamenvita
quotidiana
selezionate
proprio
te produttore e regista di “Life in a
day”, progetto lanciato nel luglio 2010 per raccontare come in questo enormediante il quale i due hanno avu- me globo ogni giorno tutti noi svolto l’idea di creare un documentario giamo le stesse attività. Come hanunendo le testimonianze di venti per- no dichiarato gli autori stessi: “La
sone provenienti da varie parti del Terra, 24 ore, 6 miliardi di prospettive, un esperimento unico di social
mondo .
Scott e MacDonald hanno chiesto film-making”.
V
è svolta dalla musica. Essa è stata
composta dal musicista sperimentale Matthew Herbert, anch’egli aiutato
dalla community mondiale, tramite
registrazioni di vari suoni come ad
esempio un respiro o un clacson.
Certo, il team di editor selezionato dallo stesso regista ha avuto un
bel po’ da fare dovendo scegliere tra
80.000 video inviati da ben 197 paesi.
Tuttavia sono riusciti nel loro scopo
poiché “Life in a day” ha riscosso molto successo al celebre Sundace Film
Festival, dove è stato presentato in
anteprima lo scorso 27 gennaio.
Ora non ci resta che aspettare l’uagli utenti youtube di caricare un viUna funzione fondamentale all’in- scita al cinema, che probabilmente
deo girato il 24 luglio 2010 nel qua- terno della produzione, ovviamente avverrà durante il 2011.
16
TEXnologia
Numero 2 · Anno viii · Marzo 2011
TV Show Guide for Dummies (Vol. 2)
di Frikky
ello readers e ben ritrovati su
queste pagine per il nostro periodico appuntamento con il mondo dei
telefilm! In questo numero voglio proporvi un nuovo show divertente ed
entusiasmante pronto ad annientare
qualunque attacco di noia! ;)
Castle è un telefilm comico e, allo
stesso tempo, ricco d’azione. Richard
Castle, il protagonista, è uno scrittore
di gialli di successo che, nel suo ultimo best seller, ha ucciso il detective
che lo ha reso famoso. Proprio durante il party di lancio di quest’ultimo capolavoro, è convocato al commissariato dal detective della sezione omicidi
Kate Beckett per essere interrogato su
alcuni delitti avvenuti imitando quelli
descritti da Castle nei suoi libri. Affascinato dalla vicenda, intrigato da
Beckett e alla ricerca di un nuovo eroe
per i suoi romanzi, lo scrittore segue
Kate in questa indagine, sulle tracce
del colpevole. La personalità allegra
H
e gioviale di Richard lo rende subito
benaccetto tra i membri del distretto, tranne che a Beckett che lo trova
invadente e viziato. Trovato il colpevole, Castle, vista la sua amicizia con
il sindaco, un grande appassionato
dei suoi libri, riceve da lui il permesso di seguire Kate nelle sue indagini
in modo da poter fare ricerche sulla
sua nuova protagonista: un commissario di polizia ispirato proprio a lei.
Pian piano Beckett e Castle diventano
una coppia affiatata, insuperabile nel
risolvere omicidi, infatti tutte le ricerche svolte per scrivere i suoi romanzi
rendono Richard un abile investigatore ma, allo stesso tempo, proprio
perché non è un poliziotto, Castle ha
un modo di pensare che è fuori dagli schemi e che è molto spesso la
chiave per risolvere anche i gialli piú
intricati.
quella tra Beckett e Castle, seguita da
quella con gli altri due membri della
squadra omicidi, i detective Ryan ed
Esposito, personaggi che ben presto
diventeranno amici dello scrittore e,
infine, quella tra Castle e la sua famiglia composta da una madre un po’
eccentrica, una figlia dolce e diligente
e due ex mogli che talvolta tornano a
sconvolgere la situazione.
Insomma questi 40 minuti di show
sono un mix esplosivo di risate, inseguimenti, misteri e interrogatori che
vi farà rimanere incollati alla sedia (o
al divano! xD)!
La serie è attualmente alla diciassettesima puntata della terza serie ed
è già stata rinnovata per una quarta.
Trivia: prima di trovare la giusta
attrice che interpretasse il personaggio di Beckett, l’attore Nathan Fillion,
già scritturato per il ruolo di Castle,
Ciò che rende questo show un mu- ha dovuto provare con ben 125 attrici!
st però sono le dinamiche, spesso co- Ma vi posso assicurare che ne è valsa
miche, tra i personaggi. In primis la pena! ;)
TEXnologia
Mondo virtuale e ragazzi
di Annalisa Galzio
ualche mese fa ho trovato sul
giornale una notizia interessante: in Cina da qualche tempo sono
stati istituiti dei veri e propri “centri di riabilitazione” per coloro che
passano troppo tempo a contatto con
videogiochi e giochi virtuali, o anche
solo con la rete Internet e il computer
in generale. Nello Stato cinese questa
singolare “malattia”, se cosí vogliamo
chiamarla, prende il nome di Virtual
Addiction Disorder, e coinvolge un’altissima percentuale di persone. Nel
sistema vitale tecnologico ed evoluto che ormai ci circonda possiamo riscontrare due diversi universi: uno è
quello reale, quello in cui ci svegliamo tutte le mattine, beviamo un caffè
e usciamo di corsa per non perdere
il tram e arrivare puntuali a lavoro
Q
o a scuola; l’altro è quello “virtuale” che si svolge interamente dietro
lo schermo del nostro computer, ed
è popolatissimo! Ebbene, i cosiddetti
“malati di VAD” invertono i due universi: passano talmente tanto tempo
davanti allo schermo a muovere personaggi immaginari in ambientazioni
fantastiche, che finiscono per crearsi
una vita parallela sul “pianeta della
tecnologia”, perdendo ogni tipo di interesse reale. Prendendo l’esempio
dei giochi virtuali in rete: ho trovato
un’intervista ad un uomo frequentante uno dei centri di riabilitazione in
Cina; Questi rivelava di aver lasciato
il lavoro, la moglie e i figli, e di essersi
creato attraverso un gioco in rete una
“famiglia”, con tanto di matrinomio
virtuale e convenzioni sociali che riscontriamo anche nel mondo odierno
17
(quello reale però!). L’unica differenza, è che questa sua nuova famiglia
viveva in un ambiente popolato da
creature fantastiche, dietro uno schermo. Una vera e propria droga, se
consideriamo che veniva raccontato
addirittura che i pazienti scappassero dai centri riabilitativi per recarsi
all’Internet Point piú vicino. Credo,
personalmente, che questo sia anche
un esempio di come sia cambiato (talvolta anche in peggio) il mondo. Fino
a qualche anno fa, nessuno avrebbe
detto che Computer e simili sarebbero
diventati i migliori amici dell’uomo.
In un mondo REALE fatto di simulazioni, contraddizioni e falsità,
c’è anche chi ha voluto catapultarsi
in un mondo immaginario, le cui regole sono stabilite dalla tastiera del
computer.
Numero 2 · Anno viii · Marzo 2011
gloria plebani
la voce
Appendice ai giochi
Quesito
2
(. . . )
O
ES
PO
FO
AN
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6
(. . . )
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A cura di Francesca Di Marco
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igor ["aIgO:*]
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4
6
igor ["aIgO:*]
P
B
S
T
M
6
3
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5
3
4
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2
igor ["aIgO:*]
6. Trova le parole che diano senso compiuto alle seguenti lettere.
6
Enigmistica
1
2
3
4
16
5
17
22
23
6
18
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7
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30
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13
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45
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63
53
59
miriam pistocchi e igor
15
Numero 2 · Anno viii · Marzo 2011
54
60
61
64
ORIZZONTALI: 2. Sono in cima al duomo - 6. La Tigre di Cremona - 10. Il cavallo alato della mitologia greca - 15. Arrischia 17. Yoko, moglie di John Lennon - 19. Lo dice chi ignora (due parole) - 21. Il “name” per fare il login - 22. Casa automobilistica
nipponica nota per i suoi fuoristrada - 25. Il simbolo del Tallio - 26. Estirpati - 28. Cornelio, l’ultimo imperatore romano legittimo
d’Occidente - 29. Decorazione, orpello - 32. Il contrario. . . di arare - 33. LA FRASE SEGRETA - 35. ****-sur-Erdre, comune francese
nel dipartimento della Loira Atlantica nella regione della Loira - 36. Bramato, aspirato - 37. Il nome di Teocoli - 40. Presto in
inglese - 43. Particella pronominale - 44. Due atomi di argo - 45. Programma di musica live su mtv - 46. Famiglia di sistemi
operativi Microsoft per un’utenza aziendale - 48. Negazione - 49. È a suffragio universale in Italia - 53. Fragranze - 55. Le
festeggiano i coniugi dopo i 50 anni (tre parole) - 58. Ampio - 61. Elettronvolt - 62. In quantità - 63. Malattia del sangue - 64. Si
può dire della semola (agg.)
VERTICALI: 1. Lo stracchino più famoso - 2. Nino Formicola - 3. Riconoscenti - 4. Uno di noi due - 5. Anagramma di Ernest 7. Imbatti - 8. Alla fine dell’arcobaleno - 9. Piccolo stato tra Francia e Spagna - 10. Principale causa, ma non unica, di esclusione
sociale o emarginazione - 11. L’arcipelago di Aleksandr Solženicyn - 12. Immateriale, non concreto - 13. Città portoghese situata
nel distretto di Guarda - 14. Al centro di ogni coro - 16. Scarto della lavorazione del formaggio - 18. Comune prefisso linguistico
indicante “poco” - 20. Simbolo chimico del silicio - 23. Consistenza - 24. Paese tra Cina e India - 27. It was high time (in italiano,
due parole) - 30. È obbligatorio per i ciclomotori - 31. Donna al servizio di Pilaf nell’universo immaginario di Dragon Ball 34. Quella militare si esibisce il 2 giugno - 41. Terre rare inglesi - 42. Nome di Le Roux, ex calciatore francese che giocava nel
ruolo di difensore - 47. Anche in inglese - 50. Nella mitologia greca erano sorelle delle Moire e rappresentavano le stagioni - 51. Il
vero nome proprio di Lord Voldemort - 52. Articolo determinativo - 54. Studente di Hogwarts e migliore amico di Harry Potter 56. Stettimo (Polonia) - 57. Unità di Massa Atomica - 58. L’unità di misura della potenza apparente in un sistema in corrente
alternata (abbreviazione) - 59. Scuderia Ferrari - 60. Operatore logico dell’Algebra di Boole Quesiti
2
5
26
7
...
2. Quale numero completa il quadrato?
3
2
4
13
?
25
2
1
3
3. Trova una parola che unita alle lettere fuori dalle parentesi ne formi
altre due.
CON
(. . . )
RE
a
4. Giorgio ha tanti fratelli quante sorelle e una sua sorella ha il doppio
di fratelli che di sorelle. Quanti sono in tutto?
Le soluzioni sono a pag. 10.
A cura di Francesca Di Marco
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b
c
d
e
f
g
5. Il bianco matta in 2 mosse.
h
www.kidchess.com [c24]
1
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3
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1
S0Z0S0J0
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1. Completa la serie con il numero mancante.
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20
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