La Voce (marzo 2011) - Liceo Scientifico "Albert Einstein" – Teramo
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La Voce (marzo 2011) - Liceo Scientifico "Albert Einstein" – Teramo
la voce giornale studentesco del liceo scientifico einstein NUMERO 2 · ANNO VIII · MARZO 2011 lse.te.it NUMERO 2 · ANNO VIII · MARZO 2011 SOMMARIO REDAZIONE Coordinatore Editoriali Prof. Nando (Igor ["aIgO:*]) Cozzi 150o dell’Unità d’Italia 3 Intervista a Luigi Badia · fede 4 Io non mi sento Italiano · ben Caporedattore Marco (Marz) Di Marcantonio Dai meandri dell’Einstein 5 Uno, nessuno, centomila · bas^^ 6 Sotto il segno. . . delle maschere · bas^^ & fan :) Copertina Gaia Babbicola Codifica LATEX Uno sguardo sul mondo Igor ["aIgO:*] 6 Internet: il “Gola profonda” dei nostri giorni · erni Illustratore Oltre noi stessi Nicolò (Danyck) Chiacchiararelli 8 L’insostenibile “leggerezza” dei sogni · fiore 9 Anziani e tecnologia · carolí Giochi Francesca Di Marco, Miriam Pistocchi Intervista doppia Fotografi 9 Tentarelli vs. Palandrani · clari & sabba Nicolò (Nico) Stacchiotti, Gloria Plebani Forza Albert 11 Culti e sette · igor, concetta faccio, nevermore 13 La Stele di Rosetta · martina chiara recchilungo 13 La fusione fredda italiana · debora chiodi Redattori Alessandra (Marjane) Pierantoni, Alice Francioni, Andrea (Ben) Bonomo, Angela (Dandi) Di Michele, Antonella (Elliot) Troiani, Antonio (Mr Everything) Sposetti, Carol (Carolí) Delli Compagni, Clarissa (Clari) Fonti, Danila (Fiore) Migliozzi, Davide Cantoro, Diana (Daph) Petrescu, Edoardo (Nevermore) Pompeo, Edoardo (Fiamma) Topitti, Ernesto (Erni) Consorti, Fabiana (Amaranth) Di Mattia, Federica (Fede) Goderecci, Flavia (Bas^^) Cantoro, Francesca (Fan :) ) Angelozzi, Gaia (Gaia =p) Di Timoteo, Giovanni Rossi, Gloria Plebani, Lorenza (Lolò) Del Cane, Luca Termini, Marco Petrella, Maria Clara (Nous) Baldassarre, Marta (Miss Nothing) Cozzi, Massimo (Ceccho B.S.) Cecchini, Matteo Della Noce, Mattia (Dtt. Johann Faustus) Brizzi, Nicolò (Danyck) Chiacchiararelli, Sabrina (Sabba) Vallarola, Sara Paolucci, Sara Santarelli, Simone (Hank Moody) Stranieri, Stefania (Kyra) Standoli, Stefano Ciaffoni, Valentina Sichetti Botta & Risposta 14 Area umanistica · davide & matteo I colori della letteratura 15 Pioggia d’estate · daph 16 Realtà e Narrazione · gaia =p TV e spettacoli 16 Life in a Day · alice francioni 17 tv Show Guide for Dummies Vol. 2 · frikky TEXnologia 17 Mondo virtuale e ragazzi · annalisa galzio Enigmistica 19 Parole crociate e altri giochi Collaboratrici Concetta Faccio, Francesca (Frikky) Consorti, Ingrid Filippini I nostri sponsor Colophon 20 Un sentito ringraziamento Interamente realizzato all’interno del Liceo Scientifico “Albert Einstein”, Via Luigi Sturzo 5, 64100 Teramo. Composto in LATEX con la famiglia di font Palatino di Hermann Zapf. Questa rivista è disponibile on-line nel sito web del liceo. Sito web del liceo lse.te.it CC 2010 − 2011 Liceo Scientifico “Albert Einstein” · Teramo http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/2.5/it/legalcode 2 150o dell’Unità d’Italia Numero 2 · Anno viii · Marzo 2011 Editoriali In memoriam Il mondo nuovo a giacomina di battista la civiltà dell’immagine di EX ALUNNI CORSO C Cara professoressa, abbiamo sostenuto la maturità da soli tre anni, eppure i tempi del liceo sembrano cosí lontani. . . Avremmo voluto salutarla ancora, raccontarle le nostre esperienze, ricordare i nostri anni trascorsi insieme. Anni passati fra i banchi di scuola, lezioni e risate. Siamo rimasti subito affascinati dalla sua immensa preparazione, dall’amore che nutriva per le sue discipline e dalla passione che trasmetteva nello spiegarle, riuscendo a semplificare anche i concetti piú complessi. Le sue lezioni ci hanno fatto crescere, non solo come studenti ma soprattutto come persone, in particolare con la sua adorata Filosofia, in realtà nient’altro che belle e brutte riflessioni sulla vita. Nel corso degli anni siamo riusciti ad apprezzare, oltre l’insegnante, il suo lato umano: una persona in grado di comprenderci e di scherzare assieme a noi, anche e soprattutto con autoironia. Ed è proprio con questa immagine che noi la porteremo sempre nei nostri cuori. Grazie di tutto. . . Ciao prof! di NANDO COZZI nell’ultimo numero di granta (rivista letteraria inglese) ho contato tre pubblicità per corsi di scrittura creativa. In un articolo del New York Times (7 marzo scorso) ho letto che la diffusione degli eReader (lettori di eBook, libri elettronici) tra gli adolescenti, grazie anche a prezzi sempre piú competitivi, sta cambiando le loro abitudini per il tempo libero. Non troppo paradossalmente, nella cosiddetta “civiltà dell’immagine” (definizione superficialmente modaiola) è la parola scritta che rimane centrale e misura della comunicazione. Un altro esempio: i giornali sono in crisi in Italia e all’estero (anche giornali del calibro del New York Times), ma un blog giornalistico come The Huffington Post è stato appena ceduto a AOL (America On Line) per $ 315.000.000. Ancora, una catena storica di librerie come Borders è sull’orlo del fallimento, mentre Amazon ha fatto sapere che le vendite dei suoi eBook hanno ormai superato le edizioni “cartacee”. Sono segnali, questi, di un giornalismo e scrittura che sanno reinventarsi e trovare formule nuove per comunicare con i lettori. Cosa ci riserva il futuro? Difficile da dire. Sicuramente, con la crisi del giornalismo tradizionale, avremo sempre piú bisogno di intermediari che ci aiutino a orientarci nel mare magnum della rete globale. Un modello è Wikipedia (giunta al 10° anniversario), ma anche le innovative esperienze dei giornali elettronici da leggere tramite tavolette (iPad, Galaxy ecc.) o sugli eReader (Kindle, Nook, Kobo ecc.). In questi casi sembra appropriato dire, “è morto il giornalismo, lunga vita al giornalismo!” un ricordo lontano di NANDO COZZI nel 1953 dylan thomas pubblicò la collezione di racconti, Adventures In The Skin Trade And Other Stories in cui appare “The Followers” dal quale proviene la seguente citazione. A newsboy stood in a doorway, calling the news to nobody, very softly, ‘Earthquake. Earthquake in Japan’. Il riferimento è alla terribile distruzione che seguí il Grande Terremoto del Kanto nel 1923. 150o dell’Unità d’Italia Intervista a Luigi Badia di Fede non c’è cor che non batta per te. Marzo 1821, A. Manzoni Cara Italia! dovunque il dolente grido uscí del tuo lungo servaggio; dove ancor dell’umano lignaggio ogni speme deserta non è: dove già libertade è fiorita. Dove ancor nel segreto matura, dove ha lacrime un’alta sventura, el 1861 si consegue finalmente l’Unità di Italia. La storia di questi anni, un po’ come ogni attimo della vita, è celebrata dalla musica. Nella nostra regione le sorti della penisola furono raccontate da un musico d’eccellenza: Luigi Badia (1819-1899). Facendo un piccolo salto nel passato, N 3 richiediamo la testimonianza diretta di quest’uomo. Studente: L’Italia ottocentesca fu il secolo del melodramma, rappresentato dalle grandi personalità quali Gioachino Rossini, Vincenzo Bellini, Gaetano Donizetti e Giuseppe Verdi. Essi con la musica resero partecipi,”dal Cenisio alla balza di Scilla”, tutti gli strati della società, compre- Numero 2 · Anno viii · Marzo 2011 la voce si quelli piú bassi. La melodia do dell’Unità di Italia, secondo mente lo spartito sul pianoforte e le parole da sempre raccolgolei quali brani celebrano di piú e le sue mani suonarono la meno le situazioni e gli stati d’aniquesta vittoria? lodia che sarà stemma astratto mo che animano un paese. Lei della nostra penisola. Luigi Badia: Verdi ha avuto la fetta ha raccontato con la sua musica piú imponente nel successo ot- Studente: Recentemente si è discusl’Unità agli abruzzesi, cosa l’ha tocentesco, con “Va, pensiero” so molto, tra questi due testi condotto a cantare tali temi? fa degli ebrei prigionieri in Bache lei ha citato, su quale fosbilonia la metafora della condiLuigi Badia: Scrissi L’Italia del 1847 e se piú appropriato per la celezione degli italiani sotto la doil 29 gennaio 1848 e La costituenbrazione della nostra libertà e minazione austriaca. L’Inno di te italiana in un periodo di proindipendenza. Gli Italiani soMameli ha però avuto la meglio fondo impegno patriottico, visno un popolo all’antica, vivono e il 12 ottobre 1946 è divenuto suto in prima persona con l’ard’abitudine, e non hanno voluto inno nazionale della Repubbliruolamento nel Battaglione dei modificare ciò che da 150 anni ca Italiana. Questa Canzone ha Volontari napoletani stanziato a è segno di riconoscimento della avuto un’origine particolare; il Firenze con il quale combattei nostra penisola. Cosa ne pensa? clima patriottico spinse il giovadiverse battaglie, tra cui quelne Mameli a scrivere “Fratelli Luigi Badia: Credo che gli Italiani la di Curtatone. Offrii ai miei d’Italia” e, mandato il testo al non debbano dibattere di tale concittadini la storia italiana atsuo maestro-musicista Novaro, questione, l’Inno di Mameli è traverso le note, ma non rimase nella cui abitazione si faceva poperfettamente attinente alla conmolto della mia fama ai posteri. litica e musica, rese celebre il quista perseguita nel 1861, l’uStudente: Sicuramente oltre alle sue suo scritto. Colpito e emozionica compito da adempiere è produzioni ci sono molte opere nato da ciò che il suo allievo mantenere la cara “Unità”. ad aver avuto fortuna nel perioaveva scritto, pose immediata- Io non mi sento Italiano di Ben on ci stancheremo mai di ascoltare quel grandissimo artista che risponde al nome di Roberto Benigni che, con la sua straordinaria esegesi dell’Inno di Mameli (il cui titolo originale è “Canto degli Italiani”), con ironia e con grande cultura ha permesso “agli Italiani di riscoprire l’Italia”. N Durante il corso della storia è spesso capitato che gli Italiani non abbiano provato piú un sentimento di appartenenza alla propria patria, come ad esempio la generazione del ’68, che non provava tale sentimento poiché il regime fascista aveva ecessivamente esaltato l’idea di patria. Questo spirito che può essere definito anti-italiano in quanto impedisce di provare alcuna appartenenza al proprio paese, a causa di altri avvenimenti, negli anni è cresciuto sempre piú fino ai giorni nostri, fino a ritrovarlo in una canzone del noto cantautore Giorgio Gaber dal titolo eloquente “Io non mi sento Italiano”. L’artista mette in atto una polemica inserendo toni ironici forti, fingendo di scrivere una lettera al Presidente della Repubbli- ca, nella quale parla dell’Italia come di un paese di cui si fa fatica a esserne orgogliosi (“questa nostra patria non so che cosa sia. . . temo che diventi una brutta poesia”). La canzone è quanto mai attuale in un’Italia in cui ormai essere anti-italiani è all’ordine del giorno, e in cui ognuno prova a dividere quello che fu unito 150 anni fa. Gaber canta la disillusione di un italiano medio, scontento dalla propria patria a tal punto da criticarle anche il simbolo dell’unità, l’inno scritto dal giovane Mameli (“mi scusi presidente non sento un gran bisogno dell’inno nazionale, di cui un po’ mi vergogno”). Con questo riferimento Gaber riapre un dibattito che avvenne negli anni ’90 quando si voleva cambiare l’inno poiché veniva visto come una banale marcetta. Pensare ciò è assolutamente sbagliato, come ha dimostrato anche Benigni a Sanremo, perchè l’inno è qualcosa di unico nel quale sono racchiusi tutti gli ideali patriottici e i sentimenti di un giovane, protagonista del Risorgimento e di conseguenza dell’unità (Mameli). La 4 delusione di Gaber è accresciuta dal fatto che mancano eroi gloriosi tranne alcune eccezioni come Garibaldi, qui forse c’è un riferimento a quello che sosteneva Brecht (in “Vita di Galileo”) “fortunato quel popolo che non ha bisogno di eroi”, e dal fatto che l’Italia non rivesta un ruolo importante nel mondo. Lo spirito anti-italiano aumenta anche a seguito della formazione dei vari partiti politici che hanno guidato l’Italia e non sono riusciti a fornire un reale e positivo cambiamento all’interno del paese (“in Parlamento. . . si scannano su tutto e poi non cambia niente”), un po’ come denunciava Tomasi Di Lampedusa ne “Il Gattopardo” di un “cambiamento per il non cambiamento”(cioè che le innovazioni non hanno generato mutamenti favorevoli in Sicilia). Una cosa è certa: Gaber non voleva fomentare lo spirito anti-italiano né criticare l’inno di Mameli, questo no di certo, il cantautore ha voluto semplicemente dar voce ai sentimenti che si affermano e si affermavano fra gli italiania causa di molteplii motivi, molti dei quali sopra enunciati; “il signor G”, Numero 2 · Anno viii · Marzo 2011 marz Dai meandri dell’Einstein I “100 giorni” a San Gabriele infatti, alla fine della canzone quasi con rabbia dice che il nostro paese non è solo “spaghetti e mandolino” ma “pieno di cultura”, motivo che lo rende orgoglioso tanto da mostrarlo al mondo intero (“son fiero e me ne vanto gli sbatto sulla faccia cos’è il Rinascmento”). Gaber dunque ha voluto dire che, seppur con tutti i problemi che ci circondano, ognuno di noi è fiero di essere italiano (“ma per fortuna lo sono”). Dai meandri dell’Einstein Uno, nessuno, centomila di Bas^^ i troviamo nel periodo di Carnevale durante il quale molti di noi, e qualcuno ancora adesso, si divertivano a tirare coriandoli, a spruzzare schiuma, a soffiare le stelle filanti, a fare scherzi di ogni tipo con la scusa che “a Carnevale ogni scherzo vale”, ma soprattutto ci divertivamo a mascherarci. Questo articolo, infatti, parla prorpio delle maschere, perché ci sono persone che non le abbandonano mai, anche quando ormai non è piú il periodo. È per tale ragione che questo articolo porta il nome del C celebre libro di Verga. C’è da dire, però, che ci sono persone che fanno ciò consapevolmente mentre altre no. Le persone che lo fanno consapevolmente, che poi sono anche le piú conosciute, sono quelle che tendono a mostrare volti di loro stesse sempre differenti, a seconda del proprio interlocutore. Potrebbero risultare false anche nei gesti e nelle azioni, dicendoti, ad esempio, di poterti fidare di loro e “svendendo”, poi, le tue confidenze a chiunque gli capiti a tiro. Chi lo fa inconsapevolmente, invece, è meno conosciuto rispetto a 5 chi ne è consapevole ed è convinto di essere in un modo quando invece è l’esatto opposto. Un esempio potrebbe essere identificato in una persona che afferma, senza cattiveria, di essere sempre la vittima di ogni situazione, ma che poi, appena può, cerca di sfruttare qualunque occasione a proprio vantaggio, senza rendersene conto! A te non è mai capitato di conoscere persone di questo genere? Se la tua risposta è “no” la cosa migliore da fare sarebbe un’analisi di coscienza perché anche tu potresti essere una/o di loro. Numero 2 · Anno viii · Marzo 2011 la voce Sotto il segno. . . delle maschere di Bas^^ & Fan :) sempre disposti ad aiutare chi ha bisogno. Vi consigliamo di non farvi trasportare troppo dalla “vita mondana”, perché insieme a voi tutti quanti finiranno nei guai. i vostri compagni e anche voi stessi credendo di essere bravi a scuola ma voi, BOTTA DI COULOMB, avete solo fortuna. E ricordate che quando il programma diventerà piú duro le vostre carenze si faranno sentire, soprattutto con i compiti in classe. Tornate con i piedi a terra e iniziate a studiare seriamente! iao ragazzi, bentornati nella nostra rubrica. Questa è un’edizione speciale, qui assoceremo le fasce studentesche a diverse maschere di Carnevale. Provate a indovinare la maschera adatta a voi: scoprirete dai ARLECCHINO: Originario di Bergaprofili se avete fatto la scelta giusta. mo, rappresentò nel teatro del 1550 la maschera del servo apCAPITAN SPAVENTA: È nato intorparentemente sciocco, ma in no alla fine del ’900 in Liguria. realtà dotato di buon senso. SCARAMUCCIA: Nasce in CampaIl suo nome è Capitan Rodonia ed è un personaggio napoGhiotto, sempre pieno di debiti monto Spaventa di Val Inferno e letano. È un po’ buffone e spaced opportunista, rappresenta il si tratta di uno spataccino molto cone e si diverte a fare scherzi simbolo di colui che si adatta particolare, in quanto alla spaperò finisce sempre per prendea qualunque situazione ed è dida preferisce le parole per colpire le botte. È molto pigro e di sposto a servire chiunque pur re i nemici. Proprio come lui, lavorare non se ne parla nemdi ricavarne vantaggi. Attento, voi SECCHIONI amate sfodemeno. È chiaro che questa maanche se sei FURBO, i professorare le vostre conoscenze suscischera rappresenta la categoria ri ti stanno puntando da molto tando complessi di inferiorità dei MENEFREGHISTI. Noi tutti tempo! Al tuo posto comincenei vostri compagni. Siete corsiamo stufi di ripetere le nostre remmo a preoccuparci e inizietesemente invitati a. . . placarvi! raccomandazioni, cosí abbiamo remmo a studiare. Si sa, ad un Siamo sicure che i vostri sforzi deciso di dedicarvi un remix: certo punto i professori iniziasaranno graditi. no con quelle “domandine” di GIANDUJA: È un galantuomo alle“Anche se tutti studiano “riepilogo”, magari su argomengro, intelligente e coraggioso, tranne te ti ormai riposti nel “dimenticache ama il buon vino e la buoe tu hai sempre fisso il 3 toio”. Siamo certe che, con un na tavola; è il personaggio poe un motivo sotto sotto pizzico di buon senso come Arpolare simpaticamente presente c’è. . . lecchino, riuscirete a cavarvela in tante manifestazioni torinesi tu vuoi il 6, senza problemi. con faccia rubizza. Lui, come sí, ma c’è sempre quel voi COMUNI STUDIOSI, pren- BALANZONE: È la maschera tipica professore che de la vita con serenità e trova di Bologna, dottore saccente e non si sa perché ma ce l’ha sempre il modo per divertirsi ciarliero. È un personaggio burcon te. . . ” (tranne pur ricoprendo un ruolo molto bero e brontolone che fa credete, Fabri Fibra) importante nella società. Anre di essere un grande sapiente, perché DEVI STUDIAche voi siete molto importanti ma molto spesso truffa la genRE! nella vostra classe, perché siete te. Voi ingannate i professori, C Uno sguardo sul mondo Internet: il “Gola profonda” dei nostri giorni di Erni internazionali e tuttora non si placa la polemica riguardo la funzione di o scorso novembre un parlamen- questo sito e riaprendo una tematica, tare norvegese ha proposto la no- quella del potere dell’informazione, mina al premio nobel per la pace di mai risolto. Julian Assange, creatore del sito Wikileaks, che ha creato non pochi proGià nel 1600 il filosofo inglese blemi ai vari capi di stato mondiali. Francis Bacon sosteneva che: “Sapere Infatti grazie alle sue rivelazioni scot- è potere” e con il passare degli antanti, è stato al centro dei dibattiti ni questa affermazione sembra esser- L 6 si sempre piú verificata; infatti sono sempre piú persone che ricavano guadagni tramite vendita e non vendita di informazioni, come per esempio i ricatti ai politici o la compra vendita dei segreti militari. Nello specifico caso di Wikileaks il fatto è ancora piú sconcertante poiché notizie che sembravano essere ve- Numero 2 · Anno viii · Marzo 2011 marz Uno sguardo sul mondo I “100 giorni” a San Gabriele re si sono rivelate tali causando cosí il disagio dei potenti che fin quando le notizie non erano di dominio pubblico, avevano ben coperto questa fuga di notizie; il dato piú sconcertante della vicenda e che ha dato piú disagio è il fatto che verità che erano date come certezze, ma non confermate, sono state riprese e stavolta dimostrate con documenti. Un altro dato che stupisce è come Assange abbia rischiato molto (c’è chi dice che appena sarà sul suolo americano, lo condanneranno alla pena capitale) pur di far emergere la verità, di dare una lezione di vita ai potenti del mondo, di far capire quanto siano preziose le informazioni; sicuramente dietro al suo agire c’erano interessi personali, ma le sue azioni hanno certo cambiato la realtà in maniera definitiva, iniziando un nuovo mondo per quanto riguarda l’informazione. Intanto l’opinione pubblica si divide: c’è chi infatti pen- sa che Assange sia un criminale e che abbia agito solo a scopo di lucro, mentre altri lo ritengono un atto dovuto ai cittadini sempre meno informati delle iniziative dei propri governi; altri ancora sono passati dalle parole ai fatti: infatti sembra che siano nati nel frattempo molti altri siti simili a Wikileaks. Un’altra osservazione importante da fare riguarda proprio l’informazione, già perché Wikileaks ha anche aperto gli occhi a molti di noi sul nuovo modo di fare informazione, ossia quello digitale: infatti andando avanti con gli anni l’informazione ha sempre dovuto adeguarsi alle esigenze del momento, passando dalla diffusione orale fino appunto ad arrivare alla diffusione digitale, mezzo potentissimo che è riuscito a superare le barriere della censura,che permette il tam tam di una notizia nel arco di pochi secondi in tutto il mondo, senza che nessuno possa metterla a tacere, 7 che sia un regime totalitario a un democrazia, e se anche il premio nobel Liu Xiaobao afferma che “l’informazione digitale è un dono di Dio alla Cina” allora vuol dire che qualcosa sta cambiando. Di certo tutta la vicenda Wikileaks conferma quello che da sempre si sa: l’informazione è e rimane l’unica arma con cui una qualsiasi persona può comunicare la propria opinione, senza passare per politici o terzi, uno strumento che ha sempre accompagnato l’uomo nel suo cammino evolutivo, spesso diventando la prima fonte di rivoluzione, di cambiamento, il primo indice di qualcosa che non funziona, un vero e proprio quarto potere, al pari di quello legislativo o giudiziario, unico in mano al popolo, e che sia veramente capace di influenzare le nostre vite, l’unico che non potrà essere riservato a pochi poiché è di tutti. Numero 2 · Anno viii · Marzo 2011 marz la voce I “100 giorni” a San Gabriele Oltre noi stessi L’insostenibile “leggerezza” dei sogni di Fiore opinione comune che i desideri piú nascosti di ogni individuo vengano elaborati dalla mente umana sotto forma di sogni. Quando sogniamo viviamo esattamente le stesse emozioni che proviamo nella vita reale: siamo felici, tristi, ridiamo, piangiamo, urliamo, ci innamoriamo. Ma siamo sicuri che tutto ciò non sia solo apparenza e che dietro i sogni non si nasconda in realtà qualcosa di misterioso e affascinante? È “Chuang Tzu sognò di essere una farfalla e al risveglio non sapeva se fosse un uomo che aveva sognato di essere una farfalla o una farfalla che in quel mentre sognasse di essere un uomo”(cit. da Libro dei sogni di Jorge Luis Borges, 1976). È proprio la sensazione di Chuang Tzu quel “qualcosa di misterioso e affascinante” che porta alla luce un aspetto del tutto nuovo relativo al sogno. Se ci pensiamo bene il fatto di non capire se avesse sognato di essere una farfalla o se fosse una farfalla che sognava di essere un uomo è assolutamente verosimile. Paradossalmente l’insolito dubbio potrebbe pervadere la mente di ognuno di noi. straniata rispetto a quella comune e ordinaria. Ogni mattina apriamo gli occhi, sbattiamo le palpebre e sentiamo il bisogno di raccontare il nostro sogno. Quando però lo raccontiamo non siamo in grado di descriverlo interamente nei minimi particolari, ma ricordiamo solo ciò che ci sembra importante. È quindi incomunicabile nella sua totalità ma ansioso di essere comunicato. Del sogno non resta che il nostro racconto confuso e frammentario. Ma Leggere questo frammento mi ha se immaginassimo per un momento piacevolmente confusa, sono stata ra- di interrompere qualcuno che sogna pita dalla profondità delle parole che una, due, tre volte cosa succederebbe? lo compongono. Mi hanno fatto rifletIl “nostro sognatore” racconterebtere e pensare ai sogni in modo com- be di volta in volta qualcosa di diverpletamente diverso, secondo un ottica so. Il sogno sarebbe ridotto cosí a una 8 Intervista doppia serie di flash disconnessi e slegati tra loro. In tal modo cade l’ipotesi che lo vede rappresentato come flusso continuo di immagini che si susseguono secondo un ordine logico, a mo’ di film. I sogni verrebbero cosí svuotati di ogni speranza che ingenuamente Numero 2 · Anno viii · Marzo 2011 ma anche inconsapevolmente riponiamo in esso. Questa ipotesi, seppur poco diffusa e abbastanza eccentrica, mi fa pensare al risultato di alcuni studi effettuati di recente secondo cui i sogni dipendono dalla struttura anatomica dell’Amigdala e dell’Ippocam- po, due aree profonde del cervello e non sono pura elaborazione dei nostri desideri piú latenti. A questo punto non ci resta che scegliere: continuiamo a credere che “i sogni son desideri” oppure ci ancoriamo saldamente alla realtà? piú usato dalla terza età è ancora detenuto dalla televisione, che si configura come la principale fonte di informazione. Seguono il videoregistratore, tecnologia utilizzata specialmente dagli uomini, i cellulari, grazie a nuovi modelli con tasti dei numeri ben visibili e ultimamente anche l’informatica e internet stanno entrando nella quotidianità di molti over 65, che viaggiono in rete soprattutto per ricercare informazioni sul meteo, su prodotti e temi riguardanti la salute o per prenotare viaggi online. Inoltre in questa fascia d’età cresce il bisogno di comunicare e socializzare con gli altri, quindi via libera a forum, chat, blog e social network, come Facebook, dove ricordiamo Lillian Lowe, la nonnina piú anziana su questo social network, che permettono di chiaccherare in tempo reale, di fare nuove amicizie e perché no, di trovare online la propria anima gemella. Purtroppo però vi sono molti anziani che hanno problemi di accesso ad Internet per motivi di disinformazione, economici o personali, in quanto la senilità e alcune malattie, che diventano piú frequenti e che lasciano segni piú evidenti, minano molte abilità. Tuttavia, proprio per sbloccare questa situazione, ha riscosso un gran successo l’iniziativa di aprire un centro di navigazione assistita, dedicato agli anziani, in cui gli “allievi” imparano l’uso del computer e di internet aiutati da giovani tutor. In conclusione mi reputo favorevole alla tecnologia anche perché secondo molti studiosi essere a contatto con le sollecitazioni rapide dei mezzi tecnologici (dal computer al cellulare) rende la persona piú attiva a livello celebrale e questo è sempre un bene. Anziani e tecnologia di Carolí n altro aspetto negativo è la vecchiaia, che non è un evento accidentale ma una regola” (Giacomo Leopardi, Dialogo di un islandese e di una natura). “U Da sempre l’anziano è considerato l’anello debole della società, un soggetto improduttivo e soprattutto lontano dalla comune necessità di conoscenza e di informazione ma attualmente, nel ventunesimo secolo, la figura del nonno restio di fronte ai mezzi tecnologici che guarda con sospetto a quella “strana scatola parlante” chiamata tv sembra proprio un ricordo di altre epoche. Le persone anziane, per essere al passo con i tempi, riescono ad usare ciò che la tecnologia mette a disposizione, anche se forse con meno abilità manuali. Il primato di “elettrodomestico” Intervista doppia Giorgio Tentarelli vs. Andrea Palandrani Giorgio Tentarelli. 57. Filosofia e storia. Grande consumatore di pasta asciutta. Che mangio anche il secondo! Drammaticamente giovane. Nome? Età? Insegnante di? Peggior pregio? Miglior difetto? Come le sembra il suo collega? Un posto dove sdraiarmi al sole. Alla costante ricerca di. . . ? 27. Sí. (molto deciso) Da quanti anni è in servizio? . . . e ancora non si è stufato? Un bel pacco di banconote. Si parla sempre di perdita dei valori, quale per lei è imprescindibile? ? Se venisse eletto Ministro dell’Istruzione, cosa cambierebbe fin da subito? Qual è la sua opinione sulla vicenda di “Ruby Rubacuori”? Programma TV preferito? I programmi delle scuole elementari. Fatti loro! Law and order. 9 Andrea Palandrani 34. Storia e filosofia. . . . la generosità! Sono disordinato. Mi ci trovo bene con lui, sembra un maestro simpatico! Soddisfazione e sorriso negli alunni (e talvolta anche pianti)! 8. Ogni anno è un ritorno all’inizio e ogni giorno sembra come il primo! Anche se spesso resterei volentieri a letto a dormire. . . Il rispetto. L’umore degli insegnanti (raddoppiando lo stipendio)! Le cose belle piacciono a tutti e chissà cosa ha di bello il nostro Primo Ministro. . . Ne vedo poca. . . Blob e i Simpson, all’ora di pranzo non possono mancare! Numero 2 · Anno viii · Marzo 2011 gloria plebani la voce Jazz. Non vedo Sanremo dal ’67. Gli occhi. Indifferente. In un negozio di musica, quale CD acquisterebbe? Cosa ne pensa dell’ultimo Festival? Qual è la prima cosa che guarda in una donna? Adozione per i single: pro o contro? No. Crede nel colpo di fulmine? Chi si somiglia si piglia! “Gli opposti si attraggono” o “chi si somiglia si piglia”? Meglio un uovo oggi o una gallina domani? Scelga un filosofo e citi le sue parole: ? Meglio un uovo oggi! Wittgenstein: “su ciò di cui non si può parlare, si deve tacere”. I versi sono reali perché sono scritti, ma non corrispondono piú a niente. “Una d’arme, di lingua, d’altare, di memoria e di cor”, a 150 anni dall’Unità, quanto sono ancora reali i versi di Manzoni? Uno scontro fisico con gli studenti dell’opposta fazione, nel ’69. Gli anni al liceo come studente; il suo ricordo piú intenso? La mia scuola quando è crollata all’Aquila. . . . e di quelli come professore? Spiaggia, ombrellone e sdraio! Suocera. Degli alberi. Se le diciamo “Paradiso”, lei dice. . . ? Se le dicessimo invece “Inferno”? Sta parlando al telefono con la penna in mano, cosa scarabocchia? Di quale dei 5 sensi non potrebbe mai fare a meno? C’è un’ultima cosa che i suoi lettori devono sapere? Dimenticavamo, la domanda piccante non può mancare! La sua prima volta? La vista. Si, ma non gliela posso dire! 1967. È un’intervista! Abbiamo concluso, grazie per la collaborazione; ma un giudizio su quest’intervista, ce lo dà? De Andrè, Battiato, Guccini. Ne ho visto solo 11 secondi, quindi. . . L’espressione della bocca. Ogni adozione ha di certo le sue buone motivazioni, è comunque dare un futuro migliore a chi sembra non averlo! Si, anche se poi è piú travolgente il frastuono del tuono. . . Gli opposti si attraggono e quando si somigliano troppo non si pigliano piú! Meglio la gallina e farle fare tante uova. Nietzsche: “Se tu scruterai a lungo in un abisso, anche l’abisso scruterà dentro di te”, oppure “le parole piú silenziose sono quelle che portano la tempesta, pensieri che incedono con passi di colomba guidano il mondo”. Basti guardare quanto sono unite le classi al loro interno; l’unità è solidarietà, che non può venire dall’alto né essere imposta con la forza. Manzoni aveva un ideale e noi lo stiamo ancora rincorrendo. Il primo sciopero sulle cancellate del liceo, l’occupazione e le idee di rivoluzione. 10 in matematica e 3 in latino. Ogni classe è un’emozione, ogni alunno/a un’emozione in piú. Ogni gita mi regala città che in quel modo non vedrò mai piú. Spero di trovarlo in terra. Caos, irrazionalità e tanto divertimento. . . . apro e chiudo il tappo della penna! La vista, per guardare a fondo! Lo scopriremo solo vivendo! Tutt’attorno era stupendo: il falò, la spiaggia, la luna, il brusio del mare ed una bellissima ragazza; ma io non ci ho capito niente! La prima e quindi di certo appassionante. . . chissà quanti la leggeranno! A cura di Clari & Sabba Soluzioni dei giochi 1. 677. Si moltiplicano i numeri per se stessi e si aumenta di uno -2. 5. I numeri della colonna centrale si ottengono sommando i quadrati delle cifre a destra e a sinistra. - 3. SENSO -4. 4 fratelli e 3 sorelle -5. 21 Bf4Xd6+ Kg1-d7 22 Re1-e7 -6. Le parole sono: ASSO e CHE. 10 Forza Albert Numero 2 · Anno viii · Marzo 2011 Forza Albert Il pericolo delle sette o dei culti what you see is not what you get di IGOR tosto si deve ricorrere a un processo Le mosse di “reclutamento” da inverso del lavaggio del cervello, il parte di una setta sono poche ma deprogramming o exit counselling. Ov- efficaci: viamente, l’antidoto piú efficace alle a. Love-bombing o bombardamensette è rappresentato dal sapere, in to affettivo. Le persone che piú generale, e, piú in particolare, da un facilmente cadono nella rete delapproccio scientifico al mondo. le sette sono per la maggioranza Al riguardo, abbiamo posto tre dodonne, di cultura medio alta, di mande alla Prof.ssa Concetta Facetà tra i 30 e 40 anni, in particio. colari momenti di vita: separazioni o divorzi, lutti, perdita di lavoro. . . L’approccio è totalizDomande & Risposte zante, la persona si ritrova letteralmente circondata da persone che la ricolmano di affetto, tre domande sulle rassicurazioni, comprensione e sette sostegno. Si accentuano ed alidi CONCETTA FACCIO mentano tutti i possibili motivi di risentimento verso “gli altri”, esterni dal gruppo. cos’è una “setta”? sottoporsi a una “riforma del pensiero” (thought reform, o anche “lavaggio del cervello”) è un po’ come fare una ginnastica mentale. Siamo facilmente disposti ad applicare tecniche che cambino e migliorino le nostre prestazioni fisiche. Allo stesso modo, vorremmo cambiare anche il nostro orientamento mentale: vogliamo ridurre lo stress o l’ansia che ci attanagliano e ci impediscono di riposare, vogliamo vivere una vita piú piena e serena, vogliamo migliorare i nostri rapporti con gli altri, vogliamo essere piú intelligenti e sicuri, vogliamo superare i nostri evidenti limiti o la nostra timidezza, vogliamo trovare Il termine “setta” ha una etimoloun equilibrio, o un “centro di gravità gia composta, in quanto sono due i permanente”. termini di riferimento: In condizioni particolari di deboa. dal latino secare, (tagliare, toglielezza psicologica (traumi o depressiore, dividere), perciò nel senso ne soprattutto) o trovandoci indecidi allontanamento sia, rispetto si in mezzo a importanti scelte nelad una confessione religiosa o la nostra vita, siamo particolarmente dottrina storica ed ufficiale, sia vulnerabili e soggetti a essere attratrispetto al tessuto di affetti e ti dalle sette (cults nei paesi di lin1 relazioni dell’adepto; gua inglese ) che si palesano con la promessa di un vero e profondo camb. dal latino sequi (seguire, andabiamento in meglio e il superamenre dietro, imitare, conformarsi) to di tutti nostri problemi. Nel pronel senso di seguire ed osservametterci tutto ciò, le sette nascondore letteralmente le dottrine di no le loro intenzioni vere, ossia quelun leader, un guru, un illumile di volerci manipolare e trasformanato. Una setta, quindi, è un re in docili strumenti nelle mani di gruppo che per dottrina si sepaun “pifferaio magico”, ossia il “maera da un “credo religioso” storistro”, “l’illuminato” o il “carismatico” camente consolidato, come pudi turno. re (nel caso delle psico-sette) da Questo processo di trasformazioun protocollo terapeutico uffine non avviene di solito casualmente, ciale, e tende ad allontanare gli ma all’interno di un “pacchetto” ben adepti dalle proprie personali congegnato di sequenze che conducorelazioni sociali ed affettive, per no gradatamente, un passo alla volta, sostituirle con le relazioni forti a una nuova identità. Al termine, sedel “gruppo”, gerarchicamente condo il gergo specifico della setta, e rigidamente strutturato intorsi è rimodellati, si è rinati, si giunge no al pensiero e all’opera di un all’illuminazione, si diventa puliti o “maestro” illuminato. purificati ecc. Di solito non si esce da una setta di propria iniziativa, piut- come agisce? 11 b. Disgregazione della personalità: segue l’isolamento dagli “altri”, dal mondo esterno percepito come “ostile”, nemico, perchè ha procurato tanta sofferenza alla persona. Si ingigantiscono le difficoltà con il mondo esterno, sia nel senso di comunicazione (per es.: voler telefonare ai genitori, non viene negato ma ci sono problemi. . . linee telefoniche interrotte, non c’è campo) sia presentandole come “segnali” di una qualche “predestinazione”, prove certe di non essere come gli”altri”, perché prescelti. A questo punto la thought reform o riforma del pensiero, è avvenuta utilizzando: + la destabilizzazione del senso di sé; + la rilettura della propria storia e della visione del mondo con un nuovo nesso causale; + lo sviluppo della dipendenza. c. Mantenimento: in questa fase si applicano le forme e le pratiche Numero 2 · Anno viii · Marzo 2011 la voce piú discutibili, dall’isolamento al buio, alla mancanza di cibo, da umiliazioni in pubblico all’obbligo di compiere reati, allo sfruttamento sessuale come se ne esce? Non entrandoci! :) È una questione seria, perché è difficile uscire da una setta ma non impossibile. Uno degli argomenti principali, battute a parte, è proprio quello di non entrarci, ma questo è possibile solo nella parte dell’approccio iniziale, Buona tecnica è quella di fare domande, non lasciarsi incantare ed irretire dall’eloquenza dei reclutatori e dalla loro capacità empatica. Bombardare con domande sugli aspetti piú disparati di quanto proposto, serve perché spesso, i reclutatori non sono a conoscenza di tutto, sono anch’essi indottrinati che “imparano” una parte. Altro discorso per chi invece è già dentro, ma in questo caso si possono avere due possibili scenari: a. l’adepto si rende conto della realtà nella quale è incappato e chiede aiuto all’esterno (tuttavia questo è molto difficile perché il controllo del gruppo è totale, su ogni singolo atto); b. intervento della famiglia, che attraverso ricerche, e denunce alle autorità può rintracciare il congiunto o rivolgersi a centri anti plagio, che offrono consigli e sostegno alle famiglie. cosa sono le sette? di NEVERMORE il termine “setta” ha, nel nostro vocabolario, un’accezione negativa, e viene usato prevalentemente per indicare gruppi religiosi non convenzionali, ma anche organizzazioni non religiose che però hanno caratteristiche in comune con le sette. Ma per cosa, esattamente, si discostano dalle religioni principali? Innanzitutto una setta è sempre guidata da un leader fortemente carismatico, che spesso attua un vero e proprio culto della personalità; gli adepti praticano un culto di avvicinamento alla conoscenza di tipo esoterico attraverso vari livelli; i seguaci vengono manovrati in modo da essere asserviti e sfruttati nelle azioni, sentimenti e scelte; la comunità vive lontano e isolata dalla società talvolta in modo cosí radicale da dare origine a episodi di violenza e autolesionismo. Nelle sette si pratica in molti casi un vero e proprio lavaggio del cervello, gli adepti vengono convinti che i dogmi e la realtà professati dal leader sono i piú giusti se non gli unici possibili. Non sempre si “sceglie” di entrare in una setta. Può accadere che i propri genitori siano degli adepti, o che lo siano gli amici piú stretti: in quel caso si è naturalmente spinti a considerare la setta stessa parte della propria vita. Ma ci sono anche metodi sottilissimi per spingere persone a convertirsi, le tecniche piú usate (elencate da Kevin Crawley) sono: soggezione allo stress ed alla fatica, demolizione sociale ed isolamento, auto-critica e umiliazione, paura, ansia, paranoia. Sottoposti a questo “trattamento” i soggetti sono naturalmente spinti a cercare conforto in un gruppo, in una comunità che possa fornirgli tutto ciò che la società non può offrirgli: uno scopo di vita, il cammino verso la salvezza, un senso di potenza. E qui si entra nei dubbi a livello giudiziario: lo Stato dovrebbe aprire gli occhi a queste persone e trarle con la forza fuori dalle sette? La loro scelta deve essere considerata frutto di un plagio? Da persone che si sono risposte “sí” a questa domanda sono nati i movimenti anti-sette (ACMs Anti-Cult Movements). Questi gruppi di recupero, di uscita, spesso sono cosí estremistici che vengono essi stessi considerati delle sette, come afferma Massimo Introvigne, presidente del CESNUR (Center for Studies on New Religions) nel suo saggio Anti-cult terrorism via Internet. La loro opera è mirata il piú delle volte a riacquistare il controllo sulla persona, non tanto a criticare i dogmi che questa è tenuta a seguire (esistono infatti anche gruppi organizzati contro i culti visti come eresie). Spesso usano loro stessi il lavaggio del cervello o altri metodi 12 poco ortodossi per raggiungere il loro scopo: l’autonomia individuale, vista come allontanamento dalla comunità della setta; si avvalgono dell’aiuto di apostati, ovvero persone che hanno avuto esperienze all’interno di gruppi religiosi e ne sono uscite che spingono gli adepti ad aprire gli occhi su ciò che gli accade attraverso la propria testimonianza. Questi gruppi sono spesso formati da genitori che vedono i propri figli degenerare dopo essere entrati in queste comunità e quindi non dobbiamo stupirci dell’estremismo dei loro metodi. Benché abbiano delle “controindicazioni” si può dire che i gruppi di recupero molte volte salvano la vita ai giovani e gli evitano di essere risucchiati dal gorgo di una setta. Tanto per fare un esempio Amoreena Winkler, autrice del libro I bambini di Dio, che racconta la sua sconcertante esperienza all’interno dell’omonima setta. Fra orge sfrenate e fondamentalismo religioso il suo percorso per uscire dalla comunità, cominciato a 12 anni, si è concluso solo a 17 dopo immani sacrifici. Ma il plagio, ricorrente il piú delle volte, non è il solo incipit che spinge qualcuno ad avvicinarsi a questi gruppi: perché mai una persona dovrebbe dare persino la propria vita per ideali cosí astratti ed inverosimili (il caso piú eclatante è quello del reverendo Jim Jones che spinse 900 persone al suicidio rituale dopo essersi trasferito con loro in Guyana)? Come abbiamo già detto la società non sempre fornisce tutto ciò che noi desidereremmo, capita di sentirsi smarriti, di cercare di dare un senso a tutto o semplicemente di volersi sentire accettati e le sette riescono a riempire a meraviglia questi vuoti. Entrare in una di queste comunità, quindi, è un intrinseco atto di ribellione verso la vita “normale”, quella di tutti i giorni. Quando questa comincia a divenire piatta e ripetitiva si cerca qualcosa che va al di là del lavoro, della famiglia, della monotonia della realtà. Chi entra in una setta vuole staccarsi dal mondo ed entrare in contatto con qualcosa che lo trascende e che lo svaluta (come nel caso delle sette apocalittiche). Questi soggetti cercano l’avvicinamento diretto Forza Albert alla divinità attraverso riti esoterici e misterici, riti che non sono presenti nelle religioni principali. L’illusione di aver compreso i meccanismi del mondo e, in taluni casi, di poterli manovrare, nutre il fanatismo fino a livelli inconcepibili. Il resto dell’umanità appare cieco e sciocco, in molti casi meritevole solo di morte, il valore della vita perde di significato, in quanto solo pallida proiezione di uno stato d’essere piú elevato. Ma non pensiamo a queste persone come squilibrati: molto spesso i Numero 2 · Anno viii · Marzo 2011 leader appaiono avere disturbi mentali, avvertono voci o cadono spesso in catalessi per esempio, ma gli adepti sono il piú delle volte persone normalissime, di cui non sospetteremmo mai. giosità: «Sette», nuove credenze, magie, 2010 note 1 Esempi Margaret Thaler Singer, Cults in Our Midst, 1995 Massimo Introvigne, Il cortile dei gentili. La Chiesa e la sfida della nuova reli- famosi, ma estremi sono i 913 “suicidi” (o meglio, assassinati) di Jonestown in Guyana nel 1978 del “reverendo” Jim Jones del People’s Temple, il caso dell’ereditiera Patricia Hearst rapita e rimodellata dal Symbionese Liberation Army (gruppo terrorista americano) nel 1974, gli omicidi efferati commessi dalla “Famiglia” nel 1969 di Charles Manson, l’assedio di Waco della Branch Davidian di David Koresh nel 1993 e il gruppo “I cancelli del cielo” di Marshall Applewhite che si suicidò nel 1997 in attesa della venuta degli alieni. il geroglifico era usato per testi monumentali e di particolare importanza mentre il demotico era solo una semplificazione della grafia sacerdotale ed era usato per documenti ordinari e di minore importante. L’inscrizione sulla Stele si tratta di un decreto emesso in onore del faraone Tolomeo V Epifane, in occasione del primo anniversario della sua incoronazione. Il testo riporta tutti i benefici resi al paese dal Re, le tasse da lui abolite, e la conseguente decisione del clero di erigere in tutti i templi del paese delle statue d’oro in suo onore. Stabilisce inoltre che il decreto sia pubblicato nella scrittura delle parole degli dei, il geroglifico, nella scrittura del popolo, il demotico, e in greco. La presenza del greco nella Stele offrí la chiave decisiva per poter procedere alla comprensione dei geroglifici. Lo studioso che riuscí a tradurre interamente la Stele è stato Jean-François Champollion, nel 1822. Champollion era un vero e proprio studioso linguistico, cominciò lo studio delle lingue orientali a undici anni, a quell’età conosceva già quelle europee, diventando cosí professore a diciannove anni. Lui apprese che per ciascun geroglifico non corrispondeva necessariamente una parola, dedusse che essi non erano né pittogrammi né ideogrammi, in quanto non rappresentavano esclusivamente oggetti o concetti. In seguito Champollion trascrisse un alfabeto che pubblicò nel suo libro Le Lettre à M. Dacier, mettendo cosí le basi alla nascita della scienza dell’egittologia moderna. ficienti tra atomi di nichel e idrogeno all’interno di un tubo metallico. Quest’ultimo viene inizialmente riscaldato con un apporto di energia esterna pari a circa 600 W ma, dopo poco tempo dall’innesco, l’apparato riesce ad autosostenersi, per cui non occorre continuare a fornire energia dall’esterno. L’idrogeno viene iniettato nel tubo metallico, che, dopo aver perso un elettrone, grazie all’alta pressione e all’elevata temperatura, riesce a essere catturato dai nuclei di nichel con la conseguente trasformazione dell’ato- mo di nichel in rame e la liberazione di una grande quantità di energia termica pari a circa 1200 kw. È stato possibile quantificare la produzione di energia termica misurando quanta acqua viene vaporizzata al secondo. L’apparato, quindi, funge da catalizzatore per reazioni nucleari a bassa energia, dando luogo alla cosiddetta “fusione fredda”. bibliografia consultata La Stele di Rosetta di Martina Chiara Recchilungo e oggi gli studiosi sono in grado di leggere i geroglifici è solo grazie alla Stele di granite nera, portata alla luce nel 1799 dal potente esercito francese sbarcato in Egitto al comando di Napoleone Bonaparte. Prima della sua scoperta la scrittura egizia era un enigma per qualsiasi studioso che si cimentasse nella sua traduzione. Per questo il suo ritrovamento ha risvegliato negli archeologi dell’ottocento la passione per quella scrittura pensata ormai indecifrabile. La Stele pesa circa 760 Kg e riporta un iscrizione con tre differenti grafie: demotico, geroglifico e greco. Il demotico e il geroglifico non sono due lingue diverse ma semplicemente due grafie diverse dell’egizio: S La fusione fredda italiana di Debora Chiodi nergia a basso costo e per di più pulita: non è questo il sogno proibito della modernità? Due studiosi italiani, Andrea Rossi e Sergio Focardi, sembrano crederci al sogno e lo scorso 14 gennaio in un laboratorio in collaborazione con l’università di Bologna hanno aperto una nuova frontiera grazie alla riuscita di un esperimento quasi incredibile. I due scienziati hanno messo a punto un apparato in grado di produrre energia tramite reazioni esotermiche altamente ef- E 13 Ma come fa un protone di idrogeno a entrare all’interno di un nucleo di un atomo di nichel? Nessuno lo sa spiegare, per il momento. Di fatto, Numero 2 · Anno viii · Marzo 2011 gloria plebani la voce la comunità scientifica è fortemente divisa sull’argomento data l’impossibilità di altri scienziati di studiare in modo accurato il brevetto perché protetto da segreto industriale. La cautela si giustifica anche a causa delle precedenti esperienze fallimentari legate alla fusione a freddo.1 Inoltre un’altra perplessità degli studiosi che criticano il brevetto è legata al fatto che l’apparato Rossi-Focardi durante il suo funzionamento non emetta raggi gamma, elemento che secondo questi dovrebbe essere caratteristico nelle reazioni di fusione a freddo.2 Tuttavia ci sono studiosi che sono riusciti a dare una giustificazione plausibile alla mancata emissione dei raggi gamma asserendo che il decadimento degli isotopi del nichel riguarda elementi che si trovano sulla parte destra della tavola periodica, e in tal caso non ci dovrebbe essere un emissione significativa per leggi chimico-fisiche note. Nonostante non sia chiaro ciò che avviene in dettaglio all’interno del reattore, tuttavia le potenzialità di questo nuovo prototipo sono enormi data la sua competitività in termini economici e la sua efficienza. Infatti questo apparato richiede pochissima energia di attivazione e ha un consumo bassissimo.3 Al momento, il reattore a cui Rossi e il suo gruppo stanno lavorando ha le dimensioni di un vagone ferroviario (è destinato quindi ad applicazioni industriali o di comunità) ma si cercherà di miniaturizzarlo fino alle dimensioni delle caldaie domestiche. L’apparato a Ni-H di Rossi-Focardi viene collaudato e perfezionato da anni con successo e sebbene sia in grado di soddisfare i bisogni delle famiglie, la prima applicazione commerciale sarà rivolta a impianti di taglia industriale per la produzione di energia elettrica, cioè alla realizzazione delle prime “centrali a fusione fredda” al mondo. Ad Atene infatti sarà costruita una centrale elettrica da 1 MW già alla fine di ottobre e ciò potrebbe segnerà una completa innovazione nella produzione di energia, facendo sembrare obsolete le centrali nucleari e i grandi apparati di produzione elettrica a combustibili fossili. note 1 Clamorosa fu ad esempio quella avvenuta nel 1989 ad opera dei due chimici Martin Fleischmann e Stanley Pons il cui brevetto fu bocciato a causa della scarsa riproducibilità. 2 L’emissione di raggi gamma è stata calcolata mediante due scintillatori allo ioduro di sodio, ma tale emissione effettivamente è presente in quantità rilevanti soltanto all’attivazione del complesso. 3 Secondo gli ideatori del reattore, con 1 grammo di nichel è possibile ottenere la stessa energia che si ottiene bruciando 500 kg di petrolio. Secondo Rossi il prototipo costa sui 2000 $/kW ma il costo del nichel impiegato è praticamente zero visto che è uno dei metalli più abbondanti sulla terra. Botta & Risposta Area umanistica di Davide & Matteo anno risposto i seguenti docenti: Nino Falini (F), Andrea Palandrani (P), Anna Lisa Di H Gennaro (G). 1. L’Italia da paese di emigranti a paese di immigrati. Come recita il primo artico14 lo della costituzione americana, ogni uomo ha diritto alla ricerca della felicità. Mio nonno la cercò negli Stati Uniti. . . ma oggi quanto costa la felicità a un I colori della letteratura immigrato in Italia? (F) 2. Quale autore, tra quelli che spiega ai suoi alunni, rispecchia maggiormente il suo modo di vedere le cose? Numero 2 · Anno viii · Marzo 2011 Kierkegaard: “nel possibile tutto è ugualmente possibile.” Il più prezioso dei diritti è la libertà ma che rischia di risolversi in una caduta nel vuoto. (P) Nietzsche perché è in grado di di farti sentire “l’insostenibile leggerezza dell’essere” e perché ha espresso pensieri in grado di cambiare una persona in meglio. Lui dice di sé di essere dinamite: “Bisogna avere un caos in sé per partorire una stella danzante”. (P) 4. Cosa può essere considerato letteratura? 3. L’autore che le piace spiegare maggiormente 5. A cosa serve studiare la letteratura? Le opere di coloro che hanno saputo esprimere messaggi significativi nella forma e nei contenuti, determinando svolte tali da influenzare e mutare il corso dei tempi, “gli inventori” come direbbe Ezra Pound. (G) Per comprendere le diverse forme, ideologiche, poetiche, per confrontare il passato con il presente cogliendone la continuità. . . per nutrire le nostre menti senza il rischio di ingrassare. (G) 6. Che libro sta leggendo attualmente? Sto rileggendo un romanzo che ho consigliato ai miei simpatici alunni di III E, Nati due volte di Giuseppe Pontiggia, sul rapporto di un padre con il figlio disabile. (F) I colori della letteratura Pioggia d’estate (2) di Daph mm. . . Chi non ha mai aspettato che il tempo cancellasse i suoi sbagli o quantomeno che li sistemasse un pochino? Chi non ha mai lasciato qualcosa al caso pensando di trovare le parole adatte nel momento giusto? Chi non ha mai sperato che il tempo bastasse per dimenticare o che avesse il potere di rimarginare le ferite? Chi non ha mai desiderato che la pioggia si fermasse? Sí, intendo quella pioggia d’estate, che tutti odiano perché impedisce di “divertirsi”. Quella stessa pioggia che poche persone adorano per il suo odore particolare e soprattutto per il rumore che provoca nel cadere? Nonostante ci comportiamo allo stesso modo, le cose piú importanti della nostra vita, che ci rendono davvero felici, le teniamo nascoste in un posticino del nostro cuore, lontane da tutti, in modo che nessuno abbia la possibilità di portarcele via. Perciò, ogni giorno siamo costretti ad indossare delle maschere che spesso nascondono completamente ciò che noi siamo realmente. Delle maschere che, invece di aiutarci, ci portano solo H a toccare il fondo. Delle maschere che ci complicano la vita. Che ci confondono a tal punto da non sapere piú cosa desideriamo veramente. “Ti amo. ” Due parole cosí semplici eppure cosí piene di significato. Una frase che va sussurrata come se fosse la password per accedere al nostro cuore. Un verbo che può avere soltanto un tempo verbale: presente. “Ti amo. ” Tutto ciò che riusciva a ricordarsi a parte il fatto che era scappata via e che ancora non riusciva a smettere di tremare. Stava rannicchiata in un angolo della sua stanza, con la luce spenta, stringendo forte a sé un cuscino e pensando che fosse l’unico modo per colmare quella sensazione di vuoto e per far scomparire il dolore, la paura. Da quell’angolo poteva benissimo vedere la luna. Piena, incantevole, abbagliante, come nella sera in cui Clara scomparí definitivamente dalla sua vita. Anzi, dalla loro. Ogni volta che la vedeva cosí splendente non poteva fare a meno di pensarci. Emma era sicura che, dovunque si trovasse, sua sorella potesse benissimo capirla, entrare nella sua mente e sapere cosa pen- 15 sasse o provasse senza che lei glielo dovesse dire. Sí, è strano. Nonostante fosse consapevole del fatto che non le rispondesse mai, continuava a rivolgersi a lei come se fosse ancora viva. La faceva sentire meno sola e sperava che lei si prendesse cura di farle capire quale fosse la cosa giusta da fare. La terrorizzava l’idea di scegliere e di sbagliare ancora. Anche in quell’istante, il suo desiderio piú grande era quello di avere la conferma del fatto che stesse sulla strada giusta. Tutto ciò che aveva fatto fino a quel momento le appariva totalmente sbagliato. Avrebbe dovuto sentirsi orgogliosa perché ormai aveva quasi raggiunto ciò che si era proposta, ma era ciò che voleva veramente? Le conseguenze delle sue azioni stavano per arrivare pian piano, proprio come una pioggia d’estate, una pioggia che aveva tutte le possibilità di trasformarsi in una tempesta e distruggere tutto, anche lei stessa. Ormai scappare e restare assumevano lo stesso significato: era troppo tardi. Meno male che non c’è niente che sia per sempre. Numero 2 · Anno viii · Marzo 2011 la voce Realtà e Narrazione di Gaia =P trana cosa è la narrazione e talmente, straordinariamente vicina alla realtà da sembrarne a volte lontanissima, tanto labili i confini tra i fatti e la narrazione dei fatti da poter non esistere o poter essere spostati all’infinito senza coincidere mai. Nella narrazione ognuno trova la sua verità e forse la verità intrinseca di ogni racconto è sconosciuta persino al narratore, che filtra i fatti veri e propri attraverso l’esperienza, le parole, la memoria fino a far arrivare all’ascoltatore o al lettore un messaggio modificato, che cambia ancora filtrato attraverso l’esperienza, la memoria, l’immaginazione dello stesso. Cosí ci immettiamo in una sorta di telefono senza fili in cui la realtà semplicemente prende la forma di chi la racconta. Posto questo, può dirsi che ciò che si racconta è reale? No, direte voi, sembra abbastanza semplice in prima battuta: non esisterebbero le bugie, né i racconti fantasy o gli horror, tantomeno la favolistica! Ma chi ha detto che le bugie, i racconti fantasy, gli horror, la favolistica non siano altro S che prospettive differenti in vista di una stessa unica realtà ed è poi cosí scontato che ne esista una stessa e unica? Ogni racconto è espressione di un vissuto, di un’esperienza o quantomeno di un’immaginazione forgiata dalla vita di chi la racconta ed è per questo che altro non può essere se non realtà, una realtà criptata, forse, nascosta dietro una parvenza di fantasia, ma comunque realtà. Se, come abbiamo detto, tutto ciò che si racconta è in un modo o nell’altro reale, viene da chiedersi se ciò che non si racconta possa esulare dalla realtà o meno, se possa essere che dei fatti non raccontati automaticamente non esistano, intendendo per esistenza la percezione da parte nostra dei fatti. A testimonianza immediata del fatto che se non se ne parla, niente esista, ci sono la televisione, i giornali, internet: niente fa scandalo se non trasmesso e ripetuto piú volte, niente fa notizia se non ci si costruisce sopra una storia, niente interessa se non si racconta a tali e tante voci da destare la curiosità del pubblico. In un mondo fatto di notizie, dove il racconto ha paradossalmente perso tanta importanza da acquisirne, tutta la nostra vita gira in un ingranaggio di racconti. Pensate alle notizie dei telegiornali, pensate a come vengono raccontate, a come vengono ripetute, a come, se non le avessimo mai ascoltate, per noi non esisterebbero ed è facile verificare quanto importante sia l’aspetto narrativo della realtà. Ci sono facce, casi, vicende di cui non avremmo saputo niente, che per noi non sarebbero esistiti, appunto, se non ce li avessero raccontati e nel ripeterceli, inconsciamente, è nata in noi una sete inevitabile di particolari, di tasselli, di indizi ed è proprio su questa sete che si giocano le sorti dell’audience. In sintesi la narrazione è l’espressione piú naturale della realtà e la realtà stessa è tale perché viene narrata, trasmessa. A questo punto dobbiamo metterci in guardia da due unici pericoli: le realtà che non esistono e le inesistenze che vogliono per forza farci passare per realtà. TV e spettacoli Life in a Day di Alice Francioni le si “raccontava” la vita sulla Terra, spronandoli con un fantastico trailer i siete mai chiesti cosa stessero lanciato il 6 luglio accompagnato dalfacendo le persone dall’altro lato lo spot: “Life in a day. The story of a del mondo in quello stesso istante? Io single day in the Earth”. sí, e probabilmente anche Ridley Scott Il film inizia con la ripresa del(Blade Runner, Robin Hood) e Kevin la luna nella notte tra il 23 e il 24 MacDonald (Un giorno a settembre, luglio continuando poi con scene di L’ultimo re di Scozia), rispettivamenvita quotidiana selezionate proprio te produttore e regista di “Life in a day”, progetto lanciato nel luglio 2010 per raccontare come in questo enormediante il quale i due hanno avu- me globo ogni giorno tutti noi svolto l’idea di creare un documentario giamo le stesse attività. Come hanunendo le testimonianze di venti per- no dichiarato gli autori stessi: “La sone provenienti da varie parti del Terra, 24 ore, 6 miliardi di prospettive, un esperimento unico di social mondo . Scott e MacDonald hanno chiesto film-making”. V è svolta dalla musica. Essa è stata composta dal musicista sperimentale Matthew Herbert, anch’egli aiutato dalla community mondiale, tramite registrazioni di vari suoni come ad esempio un respiro o un clacson. Certo, il team di editor selezionato dallo stesso regista ha avuto un bel po’ da fare dovendo scegliere tra 80.000 video inviati da ben 197 paesi. Tuttavia sono riusciti nel loro scopo poiché “Life in a day” ha riscosso molto successo al celebre Sundace Film Festival, dove è stato presentato in anteprima lo scorso 27 gennaio. Ora non ci resta che aspettare l’uagli utenti youtube di caricare un viUna funzione fondamentale all’in- scita al cinema, che probabilmente deo girato il 24 luglio 2010 nel qua- terno della produzione, ovviamente avverrà durante il 2011. 16 TEXnologia Numero 2 · Anno viii · Marzo 2011 TV Show Guide for Dummies (Vol. 2) di Frikky ello readers e ben ritrovati su queste pagine per il nostro periodico appuntamento con il mondo dei telefilm! In questo numero voglio proporvi un nuovo show divertente ed entusiasmante pronto ad annientare qualunque attacco di noia! ;) Castle è un telefilm comico e, allo stesso tempo, ricco d’azione. Richard Castle, il protagonista, è uno scrittore di gialli di successo che, nel suo ultimo best seller, ha ucciso il detective che lo ha reso famoso. Proprio durante il party di lancio di quest’ultimo capolavoro, è convocato al commissariato dal detective della sezione omicidi Kate Beckett per essere interrogato su alcuni delitti avvenuti imitando quelli descritti da Castle nei suoi libri. Affascinato dalla vicenda, intrigato da Beckett e alla ricerca di un nuovo eroe per i suoi romanzi, lo scrittore segue Kate in questa indagine, sulle tracce del colpevole. La personalità allegra H e gioviale di Richard lo rende subito benaccetto tra i membri del distretto, tranne che a Beckett che lo trova invadente e viziato. Trovato il colpevole, Castle, vista la sua amicizia con il sindaco, un grande appassionato dei suoi libri, riceve da lui il permesso di seguire Kate nelle sue indagini in modo da poter fare ricerche sulla sua nuova protagonista: un commissario di polizia ispirato proprio a lei. Pian piano Beckett e Castle diventano una coppia affiatata, insuperabile nel risolvere omicidi, infatti tutte le ricerche svolte per scrivere i suoi romanzi rendono Richard un abile investigatore ma, allo stesso tempo, proprio perché non è un poliziotto, Castle ha un modo di pensare che è fuori dagli schemi e che è molto spesso la chiave per risolvere anche i gialli piú intricati. quella tra Beckett e Castle, seguita da quella con gli altri due membri della squadra omicidi, i detective Ryan ed Esposito, personaggi che ben presto diventeranno amici dello scrittore e, infine, quella tra Castle e la sua famiglia composta da una madre un po’ eccentrica, una figlia dolce e diligente e due ex mogli che talvolta tornano a sconvolgere la situazione. Insomma questi 40 minuti di show sono un mix esplosivo di risate, inseguimenti, misteri e interrogatori che vi farà rimanere incollati alla sedia (o al divano! xD)! La serie è attualmente alla diciassettesima puntata della terza serie ed è già stata rinnovata per una quarta. Trivia: prima di trovare la giusta attrice che interpretasse il personaggio di Beckett, l’attore Nathan Fillion, già scritturato per il ruolo di Castle, Ciò che rende questo show un mu- ha dovuto provare con ben 125 attrici! st però sono le dinamiche, spesso co- Ma vi posso assicurare che ne è valsa miche, tra i personaggi. In primis la pena! ;) TEXnologia Mondo virtuale e ragazzi di Annalisa Galzio ualche mese fa ho trovato sul giornale una notizia interessante: in Cina da qualche tempo sono stati istituiti dei veri e propri “centri di riabilitazione” per coloro che passano troppo tempo a contatto con videogiochi e giochi virtuali, o anche solo con la rete Internet e il computer in generale. Nello Stato cinese questa singolare “malattia”, se cosí vogliamo chiamarla, prende il nome di Virtual Addiction Disorder, e coinvolge un’altissima percentuale di persone. Nel sistema vitale tecnologico ed evoluto che ormai ci circonda possiamo riscontrare due diversi universi: uno è quello reale, quello in cui ci svegliamo tutte le mattine, beviamo un caffè e usciamo di corsa per non perdere il tram e arrivare puntuali a lavoro Q o a scuola; l’altro è quello “virtuale” che si svolge interamente dietro lo schermo del nostro computer, ed è popolatissimo! Ebbene, i cosiddetti “malati di VAD” invertono i due universi: passano talmente tanto tempo davanti allo schermo a muovere personaggi immaginari in ambientazioni fantastiche, che finiscono per crearsi una vita parallela sul “pianeta della tecnologia”, perdendo ogni tipo di interesse reale. Prendendo l’esempio dei giochi virtuali in rete: ho trovato un’intervista ad un uomo frequentante uno dei centri di riabilitazione in Cina; Questi rivelava di aver lasciato il lavoro, la moglie e i figli, e di essersi creato attraverso un gioco in rete una “famiglia”, con tanto di matrinomio virtuale e convenzioni sociali che riscontriamo anche nel mondo odierno 17 (quello reale però!). L’unica differenza, è che questa sua nuova famiglia viveva in un ambiente popolato da creature fantastiche, dietro uno schermo. Una vera e propria droga, se consideriamo che veniva raccontato addirittura che i pazienti scappassero dai centri riabilitativi per recarsi all’Internet Point piú vicino. Credo, personalmente, che questo sia anche un esempio di come sia cambiato (talvolta anche in peggio) il mondo. Fino a qualche anno fa, nessuno avrebbe detto che Computer e simili sarebbero diventati i migliori amici dell’uomo. In un mondo REALE fatto di simulazioni, contraddizioni e falsità, c’è anche chi ha voluto catapultarsi in un mondo immaginario, le cui regole sono stabilite dalla tastiera del computer. Numero 2 · Anno viii · Marzo 2011 gloria plebani la voce Appendice ai giochi Quesito 2 (. . . ) O ES PO FO AN 9 4 9 6 (. . . ) 3 9 7 2 1 2 7 1 5 7 A cura di Francesca Di Marco 5 3 4 1 2 9 7 6 7 8 5 6 8 9 8 2 1 6 7 4 1 7 3 6 4 7 6 3 9 2 1 7 6 4 8 igor ["aIgO:*] 2 5 5 1 5 9 8 8 9 5 4 2 6 1 4 1 6 6 2 3 5 18 2 2 9 8 5 8 7 9 4 4 6 igor ["aIgO:*] P B S T M 6 3 7 5 3 4 9 2 igor ["aIgO:*] 6. Trova le parole che diano senso compiuto alle seguenti lettere. 6 Enigmistica 1 2 3 4 16 5 17 22 23 6 18 24 7 8 19 29 30 12 13 14 37 38 39 21 27 31 32 34 35 36 40 55 11 26 33 46 10 20 25 28 9 47 41 42 48 43 49 56 50 57 62 44 51 45 52 58 63 53 59 miriam pistocchi e igor 15 Numero 2 · Anno viii · Marzo 2011 54 60 61 64 ORIZZONTALI: 2. Sono in cima al duomo - 6. La Tigre di Cremona - 10. Il cavallo alato della mitologia greca - 15. Arrischia 17. Yoko, moglie di John Lennon - 19. Lo dice chi ignora (due parole) - 21. Il “name” per fare il login - 22. Casa automobilistica nipponica nota per i suoi fuoristrada - 25. Il simbolo del Tallio - 26. Estirpati - 28. Cornelio, l’ultimo imperatore romano legittimo d’Occidente - 29. Decorazione, orpello - 32. Il contrario. . . di arare - 33. LA FRASE SEGRETA - 35. ****-sur-Erdre, comune francese nel dipartimento della Loira Atlantica nella regione della Loira - 36. Bramato, aspirato - 37. Il nome di Teocoli - 40. Presto in inglese - 43. Particella pronominale - 44. Due atomi di argo - 45. Programma di musica live su mtv - 46. Famiglia di sistemi operativi Microsoft per un’utenza aziendale - 48. Negazione - 49. È a suffragio universale in Italia - 53. Fragranze - 55. Le festeggiano i coniugi dopo i 50 anni (tre parole) - 58. Ampio - 61. Elettronvolt - 62. In quantità - 63. Malattia del sangue - 64. Si può dire della semola (agg.) VERTICALI: 1. Lo stracchino più famoso - 2. Nino Formicola - 3. Riconoscenti - 4. Uno di noi due - 5. Anagramma di Ernest 7. Imbatti - 8. Alla fine dell’arcobaleno - 9. Piccolo stato tra Francia e Spagna - 10. Principale causa, ma non unica, di esclusione sociale o emarginazione - 11. L’arcipelago di Aleksandr Solženicyn - 12. Immateriale, non concreto - 13. Città portoghese situata nel distretto di Guarda - 14. Al centro di ogni coro - 16. Scarto della lavorazione del formaggio - 18. Comune prefisso linguistico indicante “poco” - 20. Simbolo chimico del silicio - 23. Consistenza - 24. Paese tra Cina e India - 27. It was high time (in italiano, due parole) - 30. È obbligatorio per i ciclomotori - 31. Donna al servizio di Pilaf nell’universo immaginario di Dragon Ball 34. Quella militare si esibisce il 2 giugno - 41. Terre rare inglesi - 42. Nome di Le Roux, ex calciatore francese che giocava nel ruolo di difensore - 47. Anche in inglese - 50. Nella mitologia greca erano sorelle delle Moire e rappresentavano le stagioni - 51. Il vero nome proprio di Lord Voldemort - 52. Articolo determinativo - 54. Studente di Hogwarts e migliore amico di Harry Potter 56. Stettimo (Polonia) - 57. Unità di Massa Atomica - 58. L’unità di misura della potenza apparente in un sistema in corrente alternata (abbreviazione) - 59. Scuderia Ferrari - 60. Operatore logico dell’Algebra di Boole Quesiti 2 5 26 7 ... 2. Quale numero completa il quadrato? 3 2 4 13 ? 25 2 1 3 3. Trova una parola che unita alle lettere fuori dalle parentesi ne formi altre due. CON (. . . ) RE a 4. Giorgio ha tanti fratelli quante sorelle e una sua sorella ha il doppio di fratelli che di sorelle. Quanti sono in tutto? Le soluzioni sono a pag. 10. A cura di Francesca Di Marco 19 b c d e f g 5. Il bianco matta in 2 mosse. h www.kidchess.com [c24] 1 rZbZ0Z0l opj0ZNZ0 6 napo0ZpZ 5 Z0Z0Z0Z0 4 0Z0O0A0Z 3 Z0Z0Z0O0 2 POPZ0Z0O 1 S0Z0S0J0 8 1. Completa la serie con il numero mancante. I nostri sponsor Ottovolante, Coop. Sociale Via Cona 97, 64100 Teramo Ciprietti Vending S.r.l. Via degli Arcioni 4/6, 64100 Teramo New Galadhrim Via Madonna del Riparo 1, 64100 Teramo Mida Gioielli Via Costantini 13, 64100 Teramo Azienda Agricola Cantoro Contrada Paduna 19/A Carige Assicurazione di Angelo Crucioli Piazza Martiri della Libertà, 64100 Teramo Bienergy Contrada Scalepicchio, S.P. Castagneto (TE) 20