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Per una musica che ci protegge l`anima
Un passo avanti Fare Società Per una musica che ci protegge l’anima A Tarquinia l’esperienza di Psychiatric Band, in cui la musica diventa per i pazienti con disturbi psichici strumento per ritrovare se stessi e gli altri di Loretta Barile sizione concretamente capacità personali, strumenti musicali e altro, sono cominciate le lezioni base e quelle più mirate per chi aveva qualche nozione musicale. È stato costruito uno spazio sonoro, gestibile, definito, che è diventato, con l’aiuto del Comune di Cerveteri che ha messo a disposizione un locale, una sala attrezzata in cui realizzare le prove. Dopo le prime nozioni di base su ritmo e armonia, si è cominciato a suonare. Attraverso un percorso molto impegnativo, che ha significato uno sforzo ed una esposizione notevole, si è arrivati a realizzare una band, attualmente composta da 7 componenti, che si propone una ricerca di qualità musicale sempre maggiore, che vada oltre l’esperimento terapeutico. a musica è potenza che può emozionare a tal punto da cambiare il corso di una vita. Da questo principio parte la storia della Psychiatric Band “Palco Aperto” e chi ce la racconta con passione ed entusiasmo è Venanzio Venanzi, lo psicologo ideatore del progetto e Responsabile del Centro Diurno di Tarquinia DSM ASL VT. La storia L’idea di creare un laboratorio musicale nel Centro Diurno è nata dalla voglia di coinvolgere in nuove forme di partecipazione attiva alcuni pazienti gravi, soprattutto giovani. Partendo dall’osservazione che alcuni di loro, pur nella malattia, avevano conservato una predisposizione all’espressione musicale, si è pensato di sperimentare il gruppo nelle attività terapeutiche e riabilitative. Nasce così il progetto Palco Aperto, che si fonda sulla possibilità di ritrovare, attraverso l’espressione musicale, la funzione temporale spesso danneggiata nei pazienti con disturbi psichici. Contando sull’esperienza degli operatori dell’èquipe che hanno messo a dispo- Perché la musica La musica ha potenzialità enormi nella cura dei disturbi relazionali, perché aiuta a prendere il ritmo giusto, a sperimentare sintonia e armonia di toni diversi, a rispettare pause e rumori di tutti i componenti. Suonare insieme a volte permette di riannodare processi interrotti da dinami- 45 Un passo avanti Fare Società che psicopatologiche, di ritrovare motivazioni. E in questa prospettiva anche l’improvvisazione, il prendere uno strumento in mano e provare a farne uscire dei suoni, può produrre stati affettivi, provocando sensazioni, immagini, reazioni emotive. Venanzio racconta come la musica si colloca al di là delle mediazioni verbali ed è più vicina alle emozioni di base e continua dicendo che «l’esperienza rappresenta un successo sotto diversi aspetti. È molto stretta la relazione tra lo sviluppo di un senso di appartenenza del gruppo e il riconoscimento di una dignità musicale nelle produzioni sonore, ed il gruppo, suonando, scopre la necessità di doversi improvvisazione nei quali ci si possa inserire liberamente. Un “palco” veramente “aperto” frutto di un percorso individuale e di gruppo. Tutti possono provare a cantare, suonare ma non tutti riescono a stare su un palco ed esibirsi. Ma va bene anche questo, la riabilitazione deve essere una riabilitazione vera, un processo che valorizzi la risorse personali, in uno stato quasi “magico” di sospensione dei percorsi psicopatologici. confrontare con le regole alla base delle melodie, delle armonizzazioni possibili e del ritmo necessario per ritrovarsi». Si può fare musica insieme e anche della buona musica, ed addirittura in pubblico. Importante è calibrare il repertorio che valorizzi l’espressione individuale, prevedendo anche spazi di sperimentazione e Il repertorio proposto nei concerti è stato ampliato nel tempo. La scelta si è orientata verso brani che suscitano una maggiore emozione, significativi della storia del rock, privilegiando quelli che hanno una struttura melodica più lineare. Il progetto, inizialmente reso possibile da una sorta di “volontariato integrativo” L’importanza delle collaborazioni Il gruppo è notevolmente cresciuto e cambiato nel corso degli anni. Hanno partecipato al laboratorio, nato nel 1997, circa 40 utenti con diverse patologie. 46 Un passo avanti Fare Società Risultati? È evidente un miglioramento della qualità della vita dei partecipanti alla band, una maggiore autonomia, un superamento dell’isolamento, una riduzione della frequenza dei periodi critici. Abbiamo notato, ci spiega Venanzio, «come, anche nelle situazioni più delicate, l’identificazione con il gruppo può permettere un’immersione così profonda da neutralizzare le interferenze del rumore di fondo superficiale e contrastare il senso di estraneità provato a volte dai pazienti». Il gruppo è aperto ad ogni forma di collaborazione, nel tentativo di superare definitivamente quella tendenza all’autoreferenzialità che spesso limita le potenzialità creative e terapeutiche del lavoro psichiatrico nelle istituzioni. «A me piace tanto scoprire talenti fra gli utenti del Dsm, come pure pensare che ognuno di noi può considerarsi uno strumento, più o meno accordato, ma pur sempre uno strumento che ha un suo proprio potere, una sua definizione timbrica e di tonalità e la possibilità di trasmettere vibrazioni, quindi emozioni, ma anche quella di riceverne entrando in risonanza con gli altri. Se fosse così, la comunicazione umana sarebbe più efficace, autentica, portatrice di cambiamenti. La Psychiatric Band muove al cambiamento, crea una corrente musicante e vitale che può cambiare la visione della vita», dice Venanzio. E conclude «Io ci credo». Ci crediamo anche noi. Di seguito il testo di “10 anni dopo”, canzone che dà il titolo al secondo cd in da parte degli stessi operatori dell’èquipe medica, nel 2000, grazie all’assegnazione del premio “Sanità a dimensione del cittadino” da parte della ASL VT, ha potuto disporre di fondi economici per l’acquisto di mixer e altri strumenti musicali. Importante è stata la collaborazione, durata fino al 2006, con la Cooperativa sociale Alice di Tarquinia, con cui il progetto si è ulteriormente sviluppato, puntando anche a risvolti produttivi culminati con la pubblicazione di un cd contenenti brani inediti, composti dal gruppo. Le canzoni sono nate dalla voglia di proporre disagi e amarezze della vita quotidiana in chiave auto-ironica. Il cd si intitola “Fatto in casa” e descrive lo spirito, ma anche la modalità con cui è stato realmente realizzato. Altra scommessa è stata quella di cercare e trovare in Italia esperienze simili, altre “psychiatric band”, gruppi musicali formati da pazienti, operatori e volontari. Ci sono le bands di Parma, Lucca, Pesaro e Frascati. Ma molte alte se ne stanno formando. Nel maggio 2003 c’è stato il primo evento musicale dal titolo “L’oltrevalium”, e, ad agosto, c’è stato il primo festival delle Psychiatric Band. Nel maggio 2004 il successo e l’entusiasmo hanno superato i confini, ed è stato realizzato il primo Festival internazionale che ha accolto numerose band da diverse parti d’Europa. Altro traguardo raggiunto, l’uscita in questi giorni del secondo cd anche questo composto da brani inediti dal titolo “dieci anni dopo”. 47 Un passo avanti Fare Società uscita di Palco Aperto. Ci sembra importante riportarla, perché le parole ci raccontano delle sensazioni, delle difficoltà ma anche dell’orgoglio della band per la strada fatta, tanta, e dell’entusiasmo per affrontare quella ancora da percorrere. “ Centro Diurno Dipartimento Salute Mentale DSM ASL VT Via Suor Serafi fin na Giudici 01016 Tarquinia (VT) Dieci anni dopo Siamo ancora qui a cercare in noi La trasparenza che accentua la profondità Senza frenesie di facili successi Occasioni perse nelle storie più diverse e basta solo un clic e sapere aspettare ancora e sintonia sarà! Come un fi fiu ume che scorre piano e poi arriva al mare e perde la sua identità Quanta gente che guarda passa e va e non si ferma se non è co-protagonista Strumenti da cambiare, rattoppati con lo scotch é stata una fatica davvero! Credevamo di volare anche senza ali in corsie preferenziali. Sempre seri e puntuali più dei professionisti né autografi fi,, né interviste La storia può cambiare da come la racconti Illuso, disilluso, sincero.. Poi dieci anni dopo ancora avanti ma il sogno è un po’ spento da una coscienza che ricerca la sua essenza da una nuova nostalgia che non crea più follia Poi dieci anni dopo … Qui dieci anni dopo Per una musica che ci protegge l’anima… Qui dieci anni dopo tutto è diverso dal primo momento basta uno sguardo per sapere dove andare ” È un punto di arrivo che cambia, che sfuma e si perde… ma siamo ancora qui 48