31 maggio 2016...è trascorso un anno senza Padre Adolfo
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31 maggio 2016...è trascorso un anno senza Padre Adolfo
IL DIARIO anno XIV n. 17 - In distribuzione venerdì 27 maggio 2016 di CASTROVILLARI e del POLLINO Filomena sfiora l’oro ai Campionati Italiani di Pizza Api Argento anche nella competizione a squadre Castro in finale come dieci anni fa Allora battemmo il Gragnano ora è la Sancataldese l’ultimo ostacolo per la serie D 31 maggio 2016...è trascorso un anno senza Padre Adolfo Forza Italia denuncia il degrado dei trasporti pubblici IL DIARIO anno XIV n. 17 PAG. 2 Di chi è la colpa del degrado dell’Autostazione e del trasporto pubblico inefficiente a Castrovillari e nel Pollino? L’Interrogativo lo pone Francesco Martino Responsabile del Dipartimento Trasporti di Forza Italia Castrovillari. L’Autostazione situata al centro della città che dovrebbe essere uno dei “fiori all’occhiello”, versa nell’assoluto abbandono e degrado con sporcizia ovunque, senza un bagno pubblico dove l’utenza che arriva non può espletare i propri bisogni e priva di sicurezza nelle ore notturne dovuto ad una scarsissima illuminazione tipica di cimitero. Così come la corsa diretta Castrovillari – Catanzaro, da tempo memorabile che si parla per disporre una linea diretta che colleghi Castrovillari Il Consiglio comunale di Castrovillari ha approvato, con i soli voti della maggioranza, nella serata del 23 maggio il bilancio di previsione 2016/2018, con gli altri punti propedeutici, illustrati dall’Assessore Giovanna Leonetti con l’Apporto dell’Assessore Aldo Visciglia sul Piano Triennale delle Opere Pubbliche modificato ed il Piano di Alienazione, che punta la sua azione continuando a impegnare risorse proprie ed intercettate sul sociale, l’integrazione, la cultura, il turismo, l’ istruzione, le attività produttive con attenzioni per il Consorzio PIP-le produzioni agricole-il commercio per aree pubbliche, l’arredo urbano, il verde pubblico,i servizi-senza aumentare la pressione fiscale come è stato affermato tra l’altro dal Sindaco Domenico Lo Polito a conclusione della seduta-nonostante i ridotti trasferimenti erariali rispetto al 2015 di oltre 300mila euro, i vincoli imposti dal Fondo di Rotazione, dalla razionalizzazione e rigore della spesa, dal patto di stabilità interno , dal principio di prudenza, nonché dall’obbligatorietà di costituire un Fondo Crediti di dubbia esigibilità, secondo le norme vigenti, che di fatto, limita le scelte programmatiche dell’amministrazione le quali , comunque, si muovono con determinazione- come è stato detto- per rilanciare lo sviluppo della collettività senza perdere di vista l'ottimizzazione possibile dell'esistente attraverso più azioni. All'unanimità il regolamento del baratto amministrativo Passati all'unanimità solo il regolamento del baratto amministrativo ed uno dei punti propedeutici al Bilancio che non prevede alcun incarico di collaborazione autonoma per il 2016. Il baratto amministrativo ( già posto dalle Civiche nel giorno dell’'insediamento dell'odierno Consiglio) prevede , in forma sperimentale, la resa di servizi da parte di cittadini che non hanno potuto onorare i tributi locali; questo è stato illustrato dalla presidente della 3^ Commissione Era Rocco, dopo aver chiesto l’inversione del punto. Nell’introduzione la stessa ha ringraziato la minoranza per la forte collaborazione. La consigliera Guaragna a nome delle Civiche poi ha richiamato la portata dell’azione proposta dal suo Gruppo e l’importanza della sinergia da cui nasceva il regolamento. al Capoluogo di Regione e che in passato è stato oggetto di richieste e petizioni affinché questa tratta venisse istituita. Siamo rammaricati che il nostro assessore regionale al ramo, nonché nostro concittadino, la pensi in modo contrario, così come ha dichiarato pubblicamente, in quanto i costi sarebbero esorbitanti. Vogliamo sperare che quanto detto sia frutto di una “frettolosa analisi” e non di altro, ricordando che per raggiungere Catanzaro (da Castrovillari) il tempo di percorrenza e di oltre tre ore sempre ché, non si perda la coincidenza a Cosenza!!! A nostro avviso, la soluzione non solo non comporta costi aggiuntivi, ma riduce anche il costo dell’azienda che espleta tale servizio, tale da rendere agevole raggiungere Catanzaro (da Castrovillari) e viceversa in un tempo più che ragionevole e senza mille peripezie. Il Responsabile del Dipartimento Trasporti , pone l’accento su come di continuo, le varie aziende di trasporto pubblico, mettano sotto assedio la Giunta e il Consiglio regionale, per l’erogazione delle somme a loro destinate. “Milioni di euro sborsati per un sistema di servizi spesso carente e non conforme alle esigenze del territorio“, ha dichiarato Martino secondo cui “occorre cambiare rotta, utilizzando nel migliore dei modi gli strumenti a disposizione per l’ammodernamento e la riorganizzazione del trasporto pubblico”. Il coordinatore Cittadino Roberto Senise, nel Approvato il bilancio di previsione CONSIGLIO COMUNALE Interpellanze delle Civiche Il consiglio ha anche affrontato due interpellanze delle Civiche. Alla prima, presentata dal consigliere Onofrio Massarotti sulla situazione della nuova ubicazione in città dell'Agenzia delle Entrate, ha risposto il Sindaco, Domenico Lo Polito, assicurando che l'iter del trasferimento a palazzo Gallo sta per definirsi appena gli uffici concluderanno le procedure per la documentazione riguardante l'antincendio. Mentre sull'altra illustrata dal consigliere Peppe Santagada per avere informazioni certe circa la mancanza di alcuni arredi a palazzo Varcasia, il primo cittadino ha assicurato che presto , da parte degli Uffici, verrà consegnata una risposta scritta con le opportune informazioni richieste. Le critiche delle Civiche sul Bilancio Ritornando al cuore del Consiglio : il Bilancio di previsione, si è registrato che il documento contabile, con gli altri punti propedeutici , è stato affrontato con una discussione complessiva , ma votato per argomenti come proposto dalla maggioranza attraverso il presidente, Piero Vico. Qui si sono succedute , senza mezzi termini, le critiche delle Civiche evidenziando inconsistenza, incongruenze nelle sezioni programmatiche e strategiche, nei dati del DUP, nulla riscossione dei tributi, sulla somma di mille euro per il PIP, per non parlare delle finalizzazioni , secondo loro più vicine a messaggi politici che a vere e concrete risposte alle tante urgenze ed esigenze di crescita e di attesa della popolazione e delle capacità presenti nel territorio. Nelle varie analisi di critica non sono mancati i richiami alla massa debitoria, alla tombatura e chiusura della discarica di Campolescia, alle caratteristiche d’inclusione e partecipazione su cui si è mosso ed improntato il Bilancio perché , an- puntare il dito contro l’Amministrazione Comunale latitante su questioni igienico sanitarie e di pubblica sicurezza dovuto al degrado dell’Autostazione, ha dichiarato: “Un efficiente trasporto pubblico incide sulla qualità della vita dei cittadini, ma a Castrovillari e nel Pollino la situazione è drammatica, con collegamenti difficili che contrasta la forte vocazione turistica del territorio, e la Regione non può permettersi un simile livello di arretratezza costringendo i cittadini ad un continuo calvario quotidiano. Una situazione non più sostenibile, che comporta perdita di tempo, di ore lavorative e di salute, ribadendo la necessità di costruire un sistema viario efficiente e moderno che non penalizzi il Pollino ed il Territorio”. Un bilancio improntato alla crescita ed all’inclusione sociale secondo la maggioranza Per la maggioranza il nuovo documento contabile, con gli altri elementi che lo consistono ed il Piano Triennale delle Opere ,secondo le direttrici strategiche già presenti nel Documento Unico di Programmazione, oltre ad essere espressione di un percorso d'inclusione sociale e di una partecipazione trasversale a più livelli con più soggetti, è la traccia chiara, semplice e al momento possibile per rilanciare una nuova crescita. Senza pensare a cose non realizzabili bensì ad obiettivi concreti e certi per il bene comune. Tutto ciò rimandando al mittente i dubbi e le critiche pure sulla discarica di Campolescia per la quale l’Amministrazione è impegnata per metterla in sicurezza a tutela del territorio, dell’esistente e del comparto; sul Pip, sull’impegno per la scuola, per il Teatro CineVittoria per il quale sono stati spiegati gli impegni e per la crescita dei Comitati di quartiere per i quali il primo cittadino ha annunciato che presto avranno una loro sede nel rione Civita. Queste le iniziative che il bilancio contempla ed oggetto del confronto: interventi nel sociale attraverso risorse del Comune per circa 120mila euro, finalizzati al sostegno dei portatori di handicap, dei minori in difficoltà, dell’inserimento al lavoro (borse-lavoro), alle necessità di famiglie bisognose a rischio emarginazione. Altre risorse provenienti dallo Stato sono per la gestione dello SPRAR ( l’accoglienza di richiedenti /titolari di Protezione internazionale e dei loro familiari); per la cultura e promozione turistica le risorse ammontano a circa 100mila euro oltre ad iniziative volte a far decollare questo territorio anche oltre i confini comunali utilizzando bandi regionali come quello per il progetto CIVITA NOVA D.U.E.; risorse per 770mila euro, di cui 500mila euro provenienti da Stato e Regione, riguardano, poi, interventi nell’istruzione da destinare alle strutture scolastiche, al funzionamento delle stesse e nella collaborazione per la formulazione di progetti col MIUR. Non mancano Interventi a sostegno delle attività produttive attraverso la creazione di un fondo garanzia confidi (con uno stanziamento iniziale di 15mila euro ) che possa facilitare l’accesso al credito ed uno sguardo alla valorizzazione dei prodotti agricoli del nostro territorio, stanziando un piccolo badget di 3mila euro – è stato precisato-nella consapevolezza della opportunità di attivare delle iniziative per ‘agricoltura. Tra le spese in conto capitale, è stato segnalata la riqualificazione del CSV (Centro servizi volontariato) di Canal Greco, opera già destinataria di finanziamento, e la sistemazione della viabilità della frana Madonna del Castello, opera anch’essa già coperta da finanziamento senza perdere di vista il dissesto idrogeologico che interessa un versante del Colle dove insiste il Santuario. Altri interventi sono programmati per gli anni 2017 e 2018, secondo il piano triennale delle opere pubbliche, già approvato con Delibera di Giunta Comunale, illustrati dall’assessore Visciglia che prevedono una decina di obiettivi. Le entrate previste per gli oneri di urbanizzazione pari a 350 mila euro - è stato ricordato- sono state destinate prevalentemente alla manutenzione delle strade, degli immobili e dell’arredo urbano, oltre che alla eliminazione delle barrire architettoniche. Il piano delle alienazioni che prevede la valorizzazioni di alcuni immobili e fondi da destinare ai giovani presentato dall’Assessore Visciglia e la verifica delle quantità e qualità delle aree e fabbricati da destinarsi alla residenza o attività produttive e terziare palesate dall’Assessore Leonettic he potranno essere cedute in proprietà o diritto di superfice riguardanti l’area artigianale di piccola industria o ex Area Pip con il DUP hanno poi disegnato le intenzioni e le idee che ha l’amministrazione per valorizzare il patrimonio e renderlo a quelle capacità che dell’intrapresa fanno la loro capacità di essere. L’Assemblea dei lavoratori del Comune di Castrovillari, svoltasi nei giorni scorsi nel salone del palazzo di città, ha affrontato diffusamente le questioni legate al contratto decentrato, alla liquidazione del salario accessorio 2014/2015 ed ai part time, decidendo per questi ultimi l’aumento dell’orario di lavoro. L’urgenza improrogabile per i part time, scaturita dal dibattito, è stata riconsegnata alla rappresentanza sindacale unitaria ed ai Territoriali che dovranno chiedere un incontro all’Amministrazione comunale per concretizzare tale esigenza e inserirla in un contesto più generale di riorganizzazione degli uffici. Forte e chiaro, in più passaggi, da parte di queste unità, l’importanza di avere riconosciuto questo diritto dopo anni d’impegno, creando le condizioni per dare soluzione definitiva alle diverse posizioni anche alla luce dei pensionamenti che si succedono nell’ente. Presenti per l’occasione, oltre la rappresentanza sindacale unitaria, i dirigenti territoriali di categoria Franco Spingola per la Cgil, Antonello Borsani per la Cisl e Silvano Scarpino per la Uil che, in più modi e da diverse angolazioni, hanno richiamato , spiegato e rilanciato l’impegno unitario del Sindacato per le legittime istanze e per il contratto decentrato. I lavori sono stati introdotti dal coordinatore Pino Basile - che ha convocato i dipendenti- e contrassegnati da diversi interventi sul perché del momento e sull’importanza di coinvolgimenti e gesti del genere. L’assemblea durante il confronto ha espresso pure esigenze ed urgenze legate all’organizzazione del personale che , nell’ultimo incontro della delegazione trattante con la parte pubblica, sono state affrontate con l’Amministrazione e la dirigenza alla luce di una ventilata rimodulazione dell’esistente per ottimizzare la “macchina municipale”. cora per le Civiche, il documento non era stato valutato da tutti i Comitati di quartiere . Ancora, secondo le Civiche, il Piano delle opere non prevede la costruzione di pozzi d’acqua per sganciarsi dalla Sorical. Affrontate le questioni legate al contratto decentrato alla liquidazione del salario accessorio ed ai part time ASSEMBLEA DEI LAVORATORI DEL COMUNE DI CASTROVILLARI 31 maggio 2016...è trascorso un anno senza Padre Adolfo IL DIARIO anno XIV n.17 PAG. 3 Ricordare Padre Adolfo oggi significa ricordare la storia di un uomo, ma anche la nostra di storia, quella di una comunità colpita al cuore, quella mattinata del 31 maggio 2015, il giorno della Santissima Trinità, il giorno in cui tornava alla casa celeste padre Adolfo Della Torre, indimenticabile parroco della chiesa di San Francesco. «Per noi castrovillaresi - così ne traccia il profilo Antonio Paiella - Padre Adolfo è sempre stato un punto di riferimento, egli incarnava la vera sequela del santo di Assisi, povero fra i poveri. Distribuiva sorrisi ed incoraggiamenti a tutti, aveva sempre una parola di speranza e di conforto per tutti, instancabile missionario di semplicità e di amore. Nelle sue omelie, brevi ma incisive, concludeva sempre dicendo che siamo nati per conoscere, amare e servire il Signore: questa era la sua missione, questa voleva che fosse la nostra. Nessun fedele poteva uscire dalla messa senza ricordare almeno una frase della sua predica, frase evangelica che rimaneva impressa nella mente e accompagnava l’intera giornata illuminandola di senso.Con il suo vocione inconfondibile soleva ripetere il motto dei cristiani martiri di Abitene: “Sine Dominico non possumus!” (“Senza la domenica non possiamo vivere!”).E’ riuscito a far riavvicinare molti alla Chiesa, grazie al suo modo diretto di comunicare ed alla sua bontà, che non escludeva nessuno, incapace di pregiudizi di sorta. Alla fine della messa domenicale scendeva dall’altare e si avvicinava sempre ai parrocchiani semplicemente per parlare con loro, per scambiare qualche simpatica battuta e per strappare un sorriso, per accogliere e per servire. Girava sempre nel quartiere della parrocchia, non c’era persona di cui non ricordasse mestiere, nome dei figli, vicissitudini familiari». Nel 2005 ottenne il premio di cittadino dell’anno conferito dalla testata “il Diario di Castrovillari” alle personalità che si sono particolarmente contraddistinte nella vita sociale e culturale della città con la seguente motivazione: «Per il costante impegno in favore della comunità sociale, a difesa, soprattutto, degli emarginati e dei più deboli, Padre Adolfo della Torre costituisce, da tempo, un vero e proprio punto di riferimento per la comunità castrovillarese. Di carattere schivo, la sua missione si svolge nell’ombra, e ben lo sanno quanti, costretti da bisogni materiali o spirituali, necessitando di una parola di conforto e di speranza, o, a volte, anche di un piccolo sostegno di natura economica, a lui si rivolgono, sapendo che, seppur nella sue modeste possibilità, potrà dar loro una mano. Padre Adolfo della Torre, rappresenta, pertanto, a giusto diritto, per la comunità cittadina, un esempio da seguire». Un esempio per tutti quelli che lo hanno incontrato e amato, per i poveri che in lui hanno trovato consolazione e aiuto, per chi credeva e grazie a lui ha rafforzato la sua fede, per chi non credeva e si sentiva accolto e amato. La sua vita è stata un vangelo vivente, lui è stato un testimone appassionato e appassionante di quel Dio Amore, di quella roccia sulla quale si costruisce la casa e che né il vento né le tempeste potranno mai portare via. Padre Adolfo ha saputo mostrare il volto bello della Chiesa, quello di una madre che ama sempre, nonostante tutto, i suoi figli, una figura che mostrava come la potenza della grazia di Dio operi nelle persone, un prete che sembrava conoscere solo le cose normali, un prete che al primo sguardo sembrava avere in sé qualcosa di speciale. Padre Adolfo appartiene indissolubilmente a Castrovillari e alla sua storia, l’ha segnata nei Beatificazione del sacerdote calabrese monsignor Francesco Maria Greco Delegazioni del comune di Castrovillari e di San Basile Si è svolta, sabato 21 maggio, a Cosenza, presso lo stadio comunale “Marulla”, la celebrazione per la beatificazione del sacerdote calabrese, monsignor Francesco Maria Greco, fondatore delle Suore Piccole Operaie dei Sacri Cuori, istituto che opera anche nel capoluogo del Pollino con particolare attenzione verso il disagio e il bisogno. Per il Comune di Castrovillari era presente la Presidente della quarta Commissione, Serena Carrozzino, la quale ha partecipato all’evento in seguito all’invito proprio delle Piccole Operaie “che quotidianamente – ha sottolineato la rappresentante istituzionale- operano per la pro- mozione della dignità umana attraverso azioni didattiche e di servizio alle urgenze ed esigenze della comunità. “ “Particolare ringraziamento- ha aggiunto la Carrozzino- va alla Piccola Operaia, Suor Angela, e a don Nicola Arcuri, quest’ultimo parroco della SS. Trinità, per avermi coinvolto in questa bella esperienza che mi ha lasciato tanto e che non dimenticherò mai, anche per le sensazioni che mi ha suscitato, grazie ad un coinvolgimento umano che porterò sempre con me e che mi guiderà nell’impegno per lo sviluppo e la crescita del bene comune.” «Non una semplice passerella istituzionale, ma un profondo sentimento di partecipazione per dare risalto ad una figura che ha tanto da insegnare al nostro tempo ed alle giovani generazioni». Anche il sindaco di San Basile, Vincenzo Tamburi, ha partecipato nei giorni scorsi alla beatificazione del sacerdote calabrese, monsignor Francesco Maria Greco, fondatore delle Scuore Piccole Operaie dei Sacri Cuori, con un nutrito gruppo di rappresentanti della cittadina (ben tre pullman). «La passione e l'attenzione che il beato Francesco Maria Greco aveva verso il disagio e il bisogno della società sono da pungolo per noi fatti e nei sentimenti. Ha dato voce a chi non l’aveva e dignità a chi era ai margini e il patrimonio che ha lasciato continua a dare frutti nella sua Comunità, che si è appropriata della sua passione e della sua capacità di dialogare con tutti: lo incontravi e non ti dava mai l’impressione di avere fretta, sul suo volto nonostante qualche ruga, era assente la frenesia di chi si sente sempre inseguito dagli impegni. Oggi, nella vigilia del primo anniversario della sua scomparsa, naturalmente ci troviamo a ricordarlo con maggiore forza, e, così come a San Francesco a Castrovillari, Padre Adolfo verrà ricordato anche alla Basilica dell’Immacolata a Catanzaro. Nel ricordare Padre Adolfo, non dimenticheremo di “non aver paura di andare verso le periferie della vita”, come ci ha invitato a fare papa Francesco e non dimenticheremo che Padre Adolfo voleva una Chiesa che accoglie, che ama, che non distoglie lo sguardo di fronte agli ultimi. Addio fratello nostro, non hai lasciato sola questa comunità, il tuo ricordo è più forte di qualsivoglia distacco. Angelo Filomia amministratori affinchè davvero restiamo vigili ed attenti verso gli ultimi e coloro che soffrono. La sfida educativa, politica e sociale del nostro tempo è proprio questa - ha continuato l'amministratore di San Basile - riuscire a costruire, isituzioni laiche ed ecclesiali insieme, quella rete di ascolto e risposta che può davvero cambiare la storia, il presente ed il futuro delle persone che abitano sui nostri territori» La partecipazione presso lo Stadio comunale “Marulla” ha visto la presenza del Sindaco Vincenzo Tamburi accompagnato da una delegazione di ragazze con l'abito tipico nuziale arbereshe, il parroco don Basilio e suor Myriam e Suor Placida che appartengono alla comunità religiosa fondata da monsignor Greco con sede nella cittadina del Pollino e tantissimi cittadini di San Basile. Presenza nutrita e partecipata per esprimere la vicinanza della comunità tutta nel ricordo di questa mirabile figura di uomo - sacerdote impegnato per il bene comune. Una figura da raccontare e tenere viva nelle generazioni future che non hanno avuto la possibilità di conoscerlo in vita, ma possono crescere apprendendo dalla sua opera di servizio. IL DIARIO anno XIV n. 17 PAG. 4 Padre Adolfo Della Torre: il frate di tutti In occasione del 1° anniversario della morte terrena del mio caro amico P. Adolfo, ho voluto ricordarlo realizzando un dipinto dove lo raffiguro in atteggiamento di ascolto, verso tutte le persone che si rivolgevano a lui, meditando e offrendo al Signore le sofferenze e le richieste di aiuto, impegnandosi in modo concreto, per tutti indistintamente. Allego una lettera scritta da un giornale di Chiari, piccolo paesino della provincia di Brescia, dove è nato e ha iniziato la sua vocazione umana e sacerdotale. In essa si descrive ciò che è stata la sua missione religiosa. Un uomo che ha dato la sua vita al Signore, offrendosi totalmente a Lui, attraverso la sua dedizione ai bisognosi. Maestro Franco Zaccaro Monsignor Rosario mi ha incaricato di stilare queste righe per ricordare la figura di padre Adolfo Della Torre, mancato lo scorso 31 maggio all’età di 74 anni. Non lo conoscevo personalmente, ma alcune gentili persone che gli sono state amiche mi hanno messo a disposizione il materiale necessario. Una sensazione mi ha subito pervaso quando ho incominciato a consultare i documenti: quella di trovarmi davanti a una figura di uomo e sacerdote di grandissima statura morale e religiosa. Padre Adolfo era nato a Chiari il 26 Agosto 1940 e , nella religiosità della sua famiglia, nei sacerdoti del suo oratorio e della sua parrocchia, trovò le ragioni di una profonda vocazione. Fu ordinato sacerdote nella primavera del 1966, una stagione irripetibile in cui cinque giovani clarensi (con lui padre Teofilo Malinverno, padre Enzo Faglia, don Gianni Festa e padre Luciano Marini) risposero congiuntamente alla chiamata del signore e il 26 giugno celebrarono la santa messa in Duomo assieme a don Giuseppe Grazioli, nel cinquantesimo di messa, e al vescovo Luigi Morstabilini. Alcuni non più giovani ricordano ancora con gioia quella domenica così singolare. Padre Adolfo svolse il suo ministero a Rivoltella del Garda dal 1966 al 1970 a Roma presso i Santi Pietro e Paolo all’ EUR dal 1970 al 1976, a Verona dal 1976 al 1982, in Spagna a Berriozar dal 1982 al 1989 e a Elizondo dal 1989 al 1991, quindi a Trieste dal 1991 al 1992, a Catanzaro nella Basilica dell’Immacolata dal 1992 al 1995, a Ca- strovillari nella Parrocchia San Francesco di Paola dal 1995 al 2007, infine di nuovo a Catanzaro dal 2007 al 31 maggio 2015, festività della Santissima Trinità, quando è tornato alla Casa del Padre. Due settimane prima, durante l’omelia dell’Ascensione, aveva giusto accennato, con parole premonitrici, a quella casa “a cui tutti torneremo…”. Se oggi Papa Francesco incoraggia il ritorno a una chiesa povera, essenziale, vicina agli ultimi, possiamo dire che padre Adolfo ne è stato una specie di precursore. Quando terminava la celebrazione della Messa era solito scendere tra i banchi e salutare tutti, uno per uno, stringendo mani, accarezzando volti, sorridendo ai più distanti. Non vi viene in mente qualcuno? Lo si incontrava nelle strade, nelle piazze, nei negozi, nelle sedi istituzionali; sapeva capire l evolversi dei tempi, i nuovi bisogni e le nuove povertà senza distinzioni di razza o religione. Fu sostenitore della Caritas, pioniere nell’accoglienza, aiuto concreto per chi aveva fame di pane e di casa. Dedicò particolare attenzione ai disabili, considerandoli una risorsa, e così i vecchi e i bambini. Volle che la parrocchia fosse un luogo d’incontro per tutti: singoli, associazioni, gruppi, movimenti laici e religiosi, primi e ultimi. Favorì il dialogo nel segno della Parola e del carisma francescano. Fece il suo “NO alla guerra!” di San Giovanni Paolo secondo esponendo sul campanile la bandiera della pace, incurante delle critiche che pure arrivarono numerose. Nel 2004 fu eletto “cittadino dell’anno”. Nel 2007 i suoi superiori lo destinarono ad altra sede, dopo 12 anni a Castrovillari, e la cittadina quasi si rivoltò: gli venne persino conferita la cittadinanza onoraria - evento più che straordinario – per riconoscergli i numerosi meriti, ma anche per far pressione sui suoi superiori affinché recedessero dal proposito. Non ci riuscirono, ma il segno del suo passaggio era rimasto, indelebile. Quando gli chiesero se lui, uomo del Nord, si sentisse calabrese, rispose che si sentiva figlio della terra in cui viveva e quindi si, ormai era un uomo di Calabria e in quella terra volle essere sepolto. I solenni funerali si sono celebrati lo scorso 3 giugno alla presenza del vescovo di Cassano allo Jonio, mons. Francesco Savino. Vi hanno partecipato numerose persone giunte da tutte le parrocchie in cui aveva prestato servizio in quasi cinquant’anni di sacerdozio. Nell’occasione il commissario straordinario di Castrovillari ha proclamato il lutto cittadino, atto spontaneo nato dalla sollecitazione di semplici cittadini, istituzione, militari, politici, rappresentanti dell’economia e della cultura. Adesso le spoglie di padre Adolfo riposano nel cimitero della cittadina calabra, tuttavia la sua voce potente, complici le moderne tecnologie, non si è per nulla spenta. Antonio di Lieto, insegnante di religione, alcuni anni fa fu richiamato all’interno della Basilica dell’Immacolata a Catanzaro dalla voce potente del sacerdote che in quel momento stava predicando. Gli parve che lo stesse chiamando, o meglio che volesse dare una scossa alle sue ansie e alle sue paure. Allora si presentò, gliene chiese l’autorizzazione, e cominciò a riprendere le sue omelie e a pubblicarle sul sito www.bellanotizia.it/omelie.html. In breve cominciarono ad arrivargli messaggi da molte parti d Italia e del mondo di persone che aspettavano di sentire la sua parola. Le omelie sono 170, registrate negli ultimi sei anni: vale la pena ascoltarle. Si capisce che cosa vuol dire “parlar chiaro” in tempi confusi in cui, di chiarezza, si sente un gran bisogno. Contenuto della lettera scritta da Roberto Bedogna La messa sarà celebrata martedì 31 Maggio 2016 alle ore 18:30 nella Chiesa di San Francesco di Paola a Castrovillari. I Baratta: una grande famiglia massonica (prima parte) IL DIARIO anno XIV n. 17 PAG. 5 L’antica e nobile famiglia Baratta è tra quelle che hanno fatto la storia di Castrovillari. Protagonisti indiscussi delle vicende sociali, economiche e culturali della nostra città i Baratta sono stati intellettuali, scrittori, politici, patrioti, medici (alchimisti?) e soprattutto massoni. Secondo il Fiore erano strettamente imparentati con i principi Sanseverino, come riporta l’Archivio Segreto Vaticano (reg. lat.1047 ff.265v 267v) che cita Artale Baratta familiare del principe di Bisignano, Bernardino Sanseverino. Come cita un altro storico, Cristoforo Pepe, nelle “Memorie Storiche della Città di Castrovillari” la famiglia Baratta Dragone è giunta a Castrovillari al seguito dei Normanni già nel XI secolo e, infatti, in alcuni documenti storici figurano nomi di chiara derivazione normanna, come in un rogito del 1337, Ruggiero Dragone (o Drogone) soprannominato il Baratta (questo soprannome che viene attestato in Italia, a Genova, in documenti del 1150 e a Firenze «in forma di cognome» già nel 1268, secondo alcuni esperti potrebbe avere alla base la voce celtica “barad”, irl “brath”, cimbro “brad” che verrebbe attribuito a funzionari politici che si occupavano degli “affari” pubblici per conto dei signori del tempo ossia i Normanni) e in una pergamena del 1340, Guglielmo Baratta. Ancora il Pepe ci ricorda che la famiglia Baratta aveva legami di parentela con gli Angioini: Ugone Baratta da Castrovillari era familiare e cameriere della regina Giovanna I^ (tale onorificenza che corrisponderebbe oggi alla carica di “consigliere” personale era destinata esclusivamente a persone molto vicine alla famiglia reale o comunque legate da vincoli parentali alla stessa), cavaliere gerosolimitano e fondatore di vari luoghi pii; Normanno fu cavaliere della regina Giovanna II^ e duca di Rugiano (ed è con lui che la famiglia ottiene il titolo ducale); Alessandro oratore di Carlo II Re di Spagna[...]». Da una pergamena del 1368 sappiamo che la regina Giovanna I dà l’investitura del feudo di Bidona, territorio confinante con i fiumi Coscile e Garga a Giovannuzzo, figlio del castrovillarese Pietro Romano. Il feudo che doveva trovarsi nella contrada Cammarata, era formato di grandi estensioni di terreno variamente coltivate e di un villaggio. Passato, poi, sotto il dominio della famiglia Dragone Baratta, il villaggio fu distrutto. Come ci ricorda anche Ettore Miraglia nei suoi scritti, il nobile Roberto Baratta fu uno dei più strenui difensori e sostenitori della libertà di Castrovillari contro l’odiato giogo baronale, ma ciò gli valse soltanto patimenti, persecuzioni ed esilio. Nell’anno 1536 quando fu Sindaco dei Nobili di Castrovillari convocò il pubblico parlamento contro il feudatario Giovan Battista Spinelli, il giovane Duca di Castrovillari, chiedendo il regio demanio. Nel gennaio del 1568 da Napoli inviava una missiva al N.H Marco Antonio Baratta Sindaco e agli eletti dell’Universitas di Castrovillari. Egli pare si trovasse a Napoli per depositare quei mille ducati che do- vevano servire per sostenere le spese di giudizio durante la causa tra l’Universitas castrovillarese e gli Spinelli. Il Duca non gli perdonò il suo impegno e, costretto a lasciare la città, trovò asilo alla corte di Pietro Antonio Sanseverino, principe di Bisignano. Ancora il Pepe scrive come «[...]sul finire del Settecento le idee di libertà, di uguaglianza e di giustizia sociale portate dalla Rivoluzione Francese trovarono sostenitori entusiasti anche a Castrovillari. Così sorse anche nel nostro paese la prima setta liberale, animata dalla famiglia Baratta e sostenuta dalle famiglie Gallo, Giannitelli, Pellegrini ecc. che risvegliò il popolo castrovillarese. Quando poi, nel 1799, i francesi entrarono a Napoli e proclamarono la Repubblica partenopea, a Castrovillari per tutta una notte si ballò e si cantò intorno all’albero della Libertà eretto in Piazza Gallo e fu preparata la vendetta per tutte le ingiustizie subite durante i trecentottanta anni di schiavitù feudale[...]». In realtà la famiglia Baratta «era diventata il fulcro dell’attività cospirativa castrovillarese, centro e anima delle riunioni massoniche, sostenuta e coadiuvata dai Pellegrini ai quali i Baratta erano legati peraltro da vincoli di parentela». Anche se dal Catasto Onciario di Castrovillari del 1743 pubblicato in “Castrovillari 1743. Uno spaccato di vita d’altri tempi” di Salvatore Bugliaro e Antonio Sitongia, apprendiamo che nel rione Motta, ubicato alle spalle del Conservatorio delle Pentite, in prossimità della Porta di Fiumicello, sorgevano le case delle famiglie illustri come quella dei Baratta, tuttavia il noto palazzo della famiglia ubicato su Corso Garibaldi e recante la data del restauro del 1885, ha sicuramente origini più antiche del XIX secolo. Qui è possibile ammirare il portale in pietra, l’unico della città di Castrovillari, a forma di “compasso” (lo avevate mai notato?). All’interno del palazzo da me visitato sotto la preziosa guida del sig.N.H. Paolo Baratta, uno dei discendenti della suddetta famiglia, rimane un bassorilievo molto particolare: un corpo centrale (parte di un ramo?) dal quale si dipartono, in modo simmetrico, due rametti a V, verso destra, e due verso sinistra. E’ probabile che il bassorilievo abbia subito qualche restauro fatto da mano inesperta, e che in origine presentasse qualche particolare, adesso non più visibile, tuttavia si ravvisano, in mezzo ai rametti, due fiori di giglio araldico (più preciso ed evidente quello sulla sinistra di chi guarda). Il prof. Enrico Iaccino, studioso di esoterismo ed alchimia e mio grande amico, esaminando il simbolo ha aggiunto che «il Fiore di Giglio araldico corrisponde alla Rosa Ermetica: unito alla croce ha lo stesso significato, ossia quello di Rosacroce. Ciò significa che nel palazzo hanno abitato dei personaggi che praticavano le Scienze Ermetiche; in questo caso i due rametti a V ( il n. 5 Romano), possono simboleggiare la doppia Quintessenza (uniti per i vertici, formano una X ( il 10 Romano), numero della grande Opera Alchemica. Inoltre, tutto il bassorilievo, ha la forma di una croce che, unita al giglio, può fare pensare che il palazzo sia stato dimora di un Rosacroce, ossia di un vero maestro ermetico». Nella sala principale che affaccia sul corso, il sig. N.H. Paolo Baratta ha fatto eseguire una “ricostruzione” dei decori dei soffitti ormai andati perduti, in trompe l’oeil, da una prestigiosa ditta di Monopoli che ancora oggi si ispira alle antiche tecniche di un suo illustre concittadino decoratore, Ignazio Perricci, (Monopoli 18/12/1834 - Napoli 4/05/1907) che eseguì numerosi lavori al castello ducale di Corigliano tra cui il soffitto con effetto appunto in trompe l’oeil del Salone degli Spec- chi, senza dimenticare che è anche l’autore delle decorazioni della Sala degli Specchi al Quirinale. La ditta ha riproposto, in particolare, una copia del famoso oculo della Camera Picta, capolavoro di Andrea Mantegna eseguito nella stanza collocata nel torrione est del castello di Mantova tra il 1466 e il 1474. Tale rifacimento mette in risalto il motivo decorativo del pavone poiché sembra che l’animale fosse ampiamente raffigurato negli stessi decori originali, tra cui quelli degli ambienti dove un tempo era lo studio medico dei Baratta. Ho avuto modo di ammirare anche l’emblema della famiglia Baratta, concesso loro dagli Angioini intorno 1379-1380, precisamente da Giovanna I d’Angiò (concessione voluta e dovuta grazie al passaggio del feudo di Bidona ai Baratta che in quell’occasione ottennero il titolo di baroni). Come emblema gli fu concesso il capo d’Angiò, privilegio dato solo alle famiglie di grande fedeltà o comunque con legami di parentela con la famiglia reale. Il primo stemma dei Baratta aveva sulla cima la corona di barone poi sostituita con quella attuale con titolo ducale poiché Normanno Baratta ebbe il titolo di duca di Rugiano intorno al 1420 da Giovanna II d’Angiò. (tale titolo rimane in essere su ogni primogenito maschio lasciando al secondogenito il titolo cadetto di barone). Lo stemma ha esternamente il manto araldico, ha come scudo quello francese moderno ed è diviso secondo il capo d’Angiò, ossia di azzurro (Angiò - Plantageneti) carico di tre gigli d’oro ordinati in fascia ed alternati da quattro denti di un lambello rosso nella parte superiore (onorificenza introdotta in Italia da Carlo d’Angiò nel 1295 e divenuta distintiva della parte guelfa) e di rosso (Angiò-Plantageneti di Sicilia) nella parte inferiore, con il leone dorato simbolo della casata Angiò di Sicilia. Lo stemma è posto su una sorta di caminetto murato che farebbe pensare piuttosto ad un antico accesso, forse un passaggio segreto ad altri ambienti (lo studio di un alchimista? una sala per le riunioni massoniche?) Sempre secondo il prof. Enrico Iaccino, a proposito dello stemma e del “finto” caminetto, «il Leone che rappresenta la potenza, l’incorruttibilità e la perfezione è simbolo dell’ oro (alchemico e naturale). I testi alchemici denominano Leone la materia che, nella preparazione del solvente, accoglie in sé lo Spirito Universale o Fuoco Segreto (ciò spiegherebbe anche il campo rosso). Il giglio araldico, come già accennato, è il segno dell’adeptato e della sublime conoscenza; essendo tre, potrebbero indicare le tre dottrine ermetiche Ermetiche: Alchimia, Magia e Astrologia. Il fatto che i tre gigli si trovino sotto una forma d’architrave che li copre, avvalora l’ipotesi ermetica[...]. Soprattutto, stra- ordinario è quello che dovrebbe essere un caminetto chiuso e che in realtà somiglia molto all’ entrata di un Tempio Massonico, con le due colonne Jachin e Boaz». Poco conosciuto, ma molto interessante fu don Michele Baratta: «Figlio di Matteo, nacque a Castrovillari nella prima metà del sec. XVI; era prete regolare della diocesi di Mantova, allorché, nel giugno del 1581, venne imprigionato nelle locali carceri vescovili per aver detto che “il figliuolo in divinis era minor del padre quanto alla divinità” e per aver mostrato “haver desiderio della vittoria degli Ugonotti contro i Catholici et che haveva appresso di se al- cuni libri scritti a mano sospetti d’heresia”. Nel corso del processo non nascose le sue idee[...] e con vigore disse di credere “che nel giorno del giudizio della generation humana sarà maggior il numero dei salvati che dei dannati”. Avendo però abiurato per salvare la vita, venne condannato, “inter alias penitentias sibi impositas ab officio sancte Inquisitionis”, a far “elemosina ad alcuni luoghi pii in quella quantità e modo che da noi ti sarà imposto[...]Morì a Mantova intorno all’anno 1590. (continua...) Ines Ferrante 1944: il dott. Ladislao Swhwarz lamenta le cattive condizioni dell’ospedale civile IL DIARIO anno XIV n. 17 PAG. 6 Un documento, consegnatoci dalla prof.ssa Ines Ferrante, durante un lavoro di ricerca storica relativa alle Confraternite e Opere Pie (tratto dall’Archivio Storico Comunale, alla categorie Opere Pie) contiene una nota di garbata protesta che il dott. Ladislao Swhwarz, nel 1944, indirizzava al comune di Castrovillari, per lamentare le cattive condizioni dell’ospedale civile della città. L’ospedale in questione è quello che era allocato nello stabile nel quale attualmente si trova l’Archivio di Stato. Subito dopo la conclusione delle II guerra mondiale e fino al varo del servizio sanitario nazionale, in quel palazzo operava l’ECA, l’Ente Comunale di Assistenza. Bene, l’ospedale di Castrovillari, negli anni ’40 era situato proprio presso il Ponte della Catena. Sovrintendeva al suo corretto funzionamento il medico condotto, che all’epoca era il dott. Salvatore Bisciglia. Il dott. Schwarz, come tutti sanno, in quanto ebreo straniero subì l’internamento, come tanti suoi correligionari. L’ultimo “campo” nel quale fu rinchiuso è stato quello di Ferramonti di Tarsia, che fu attivo dal mese di giugno del 1940 fino al 14 settembre del 1943, allorché le truppe alleate liberarono gli internati e smantellarono il regime di confino al quale erano costretti. Alcuni lasciarono Ferramonti, altri continuarono a rimanervi, in una condizione completamente diversa dal passato, avendo dato vita ad un’autogestione del campo. Il dott. Schwarz, che, prima dello scoppio della guerra, aveva conseguito la laurea presso l’uni- Egregio Sig. Sindaco Castrovillari La pioggia torrenziale di stanotte penetrò attraverso il tetto in tutte le stanze di questo ospedale Civile, allagando tutti gli ambienti, danneggiando i soffitti e mettendo nel massimo disagio i tre malati ivi ricoverati, uno dei quali operato di recente. Il danno non è dovuto soltanto alla forza maggiore, ne è solo colpa del passato regime che preferiva proferire milioni nella costruzione di ospedali nuovi e lesinare le cento lire per la manutenzione di quelli già esistenti. Da due mesi che sto pregando il comune di far aggiustare le tegole del tetto. Ebbi a scriverne anche a Lei qualche settimana fa. Ho dato più di un mese fa un anticipo di Lit. 800 al capo muratore affinché inizi i lavori quando i ritardi burocratici. Con l’\ unico risultato che l’altro ieri due muratori hanno fatto delle passeggiate sul tetto, togliendo delle tegole e lasciando il tetto in .... ...parte scoperto. Ieri 28 corrente m. fino la sera giornata bellissima i due operai non si sono fatti vivi. Idem stamattina ieri sera dopo mesi di buon tempo, sopravvenne quel temporale che prima o dopo era qui da aspettare, causando i danni che descrissi. Egregio Sig. Sindaco. Questo Comune ha la fortuna o la disgrazia di possedere un ospedale e questo ospedale deve essere mantenuto in efficienza. Ciò non è gestione di convenienza o di buona o cattiva volontà è una fatalità. Lei stesso in questa sola settimana mi inviò due poveri per ricovero. La prego dunque di dedicare maggiore cura e dimostrare più interesse per questo ospedale il quale in fondo è l’unica istituzione che non solo con parole ma con i fatti può aiutare ad alleviare le sofferenze della parte più povera del popolo. Non lasci che gli amici che dimostrino un interesse per questo ospedale, siano le autorità alleate. (Essi solo mi hanno regalato della biancheria, del materiale, e si interessano continuamente delle sue necessità). ...La prego di richiamare gli operai colpevoli di tanta pigrizia e trascuratezza e di agire energicamente affinché i lavori di manutenzione (ancora relativamente piccoli) siano speditamente eseguiti. La prego di considerare questa mia, non come una lettera ufficiale, ma come una chiacchierata amichevole fatta a viva voce. Colga l’espressione della mia più sincera stima e simpatia per la sua persona con distinti saluti. Castrovillari il 29-XI-44 Ladislao Schwarz versità di Catania, nel mese di dicembre del 1943 venne assunto come medico preso l’ospedale di Cosenza, dove rimase fino al maggio del ‘44. Nel mese di agosto del 1944, il dott. Bisciglia presentava al commissario prefettizio del comune di Castrovillari, avv. Silvio Saraceni, istanza per essere collocato in aspettativa per motivi di famiglia per la durata di un anno. Nella delibera del 19 agosto 1944, il commissario prefettizio Saraceni accoglieva la domanda del medico condotto e gli concedeva un anno di aspettativa per motivi di famiglia, senza stipendio; nella stessa delibera, esaminata la domanda del dott. Schwarz e lette le buone referenze rilasciate dall’ospedale Principe di Piemonte di Cosenza, nominava in vece del Bisciglia il dott. Schwarz.In questa veste, il 29 novembre dello stesso anno, il nuovo medico condotto segnalava lo stato in cui si trovava l’ospedale civile di Castrovillari, dopo l’allagamento provocato dalle piogge torrenziali di quei giorni. La lettera era diretta al nuovo primo cittadino, il sindaco Benedetto Salerni. Luigi Troccoli Gemellaggio Frascineto - Celle Ligure in nome di Andrea Croccia Quel comunista-anarchico che non si piegò alla prepotenza fascista Una memorabile giornata a Frascineto, per non dimenticare Andrea Croccia. Un corteo si è mosso dalla Casa del popolo (donazione dello stesso Croccia) alla casa dove abitava la sua famiglia, in un vicolo, dietro il Municipio e dove oggi vi abita la signora Santagada. Qui, alla presenza dei sindaci di Frascineto e di Celle Ligure, dell’on. Enza Bruno Bossio e del presidente del Parco Nazionale del Pollino Mimmo Pappaterra, è stata scoperta una lapide ricordo dell’antifascista arbereshe. Poi, il corteo ha proseguito fino al salone delle Scuole elementari, dove si sono svolta una commemorazione coordinata da Caterina Adduci, che nei vari passaggi ha illustrato i momenti principali della vita politica di Andrea Croccia. Il sindaco di Frascineto, Angelo Catapano ha ricordato che “Croccia si batteva per i giovani, per i suoi ideali di libertà e che era soprattutto un uomo del dialogo”. Il sindaco Renato Zunino di Celle Ligure ha parlato dell’attività nella cittadina della Liguria, dove fu consigliere comunale di op- posizione e fondatore di una Cooperativa agricola. Croccia era stato un operaio nelle Ferrovie che si batteva per i diritti dei contadini. Nella Prima guerra mondiale perse le gambe, ma non si stancò di combattere. La sua azione politica si svolse anche nei paesi dell’Alto Jonio cosentino, tra Oriolo, Farneta, Alessandria del Carretto e Albidona Il prof. Pietro Armentano, autore del libro “Andrea Croccia –Il comunista che sognava l’anarchia (Edizioni Promoidea Pollino di Castrovillari, 2014) ha tracciato un lungo excursus sull’azione politica di Croccia e ne ha ricordato i suoi “allievi” diventati quasi tutti sindaci di Frascineto: Agostino Pirrone, i Ferrari, Scornavacca e altri. Rocchino Mitidieri, nipote del Croccia, si è intrattenuto, con pause di commozione sui suoi ricordi personali della vita dello zio. Ha parlato anche Lina, sorella di Rocchino. Il Dr. Leonardo Larocca, medico a S. Lorenzo B. lo ha ricordato nei suoi rapporti con Alessandria e S. Lorenzo Bellizzi. Infine, sono intervenuti Tommaso Ferrari, Luigi Pandolfi e altri ancora. Giuseppe Rizzo Il Paganini della parola IL DIARIO anno XIV n. 17 PAG. 7 INTERVISTA ESCLUSIVA DI CRISTIANA ORECCHINI CON LO SCRITTORE FRANCO SCILLONE Viaggio nell’inesauribile e sfaccettata produzione del poliedrico giornalista e uomo di cultura ROMA - Un dono naturale, quello di riuscire a condensare una grande saggezza dentro piccole frasi. Nell’era delle banalità quest’uomo d’altri tempi, migliori per profondità di sentimenti, regala ai fortunati che incrociano il suo percorso delle vere e proprie “illuminazioni”. Cultura, politica, mafia, religione, ecologia, moda, sesso, amore, antropologia, non v’è situazione umana che Scillone non traduca con la sua straordinaria capacità di sintesi e acutezza. Lontano dal voler essere un moralista, è piuttosto un generoso dispensatore di quella verità che può scaturire soltanto da un grande rispetto per la vita e per l’umanità intera. “Schegge”, libro che raccoglie 500 sue massime, è un piccolo scrigno prezioso che custodisce i segreti del vivere. La chiave per aprirlo è la semplicità, formula magica che rende tutto accessibile, anche ai più “ciechi” e “sordi”. Ed è solo una piccola parte della immensa produzione letteraria dello scrittore: “Di massime, a oggi ne ho scritte 40.000, un record mondiale. Ma anche 3100 colmi inediti, oltre a diversi racconti sociali. In cantiere ho 300 massime sui cani e sui gatti”. Giornalista, collaboratore di vari quotidiani e settimanali satirici, il suo nome è stato accostato a quello di Fellini, Marotta, Campanile, Peynet, Jacovitti, Mosca, Giannini. Nel 1963 scrisse “Tam Tam in Calabria”, saggio economico che denunciava l’abbandono, da parte delle Istituzioni, di San Morello, piccola frazione della provincia cosentina. Ci volle la coscienza di Franco Scillone e il suo amore “materno e filiale” per la Calabria, perché quel luogo di miseria e arretratezza si trasformasse in un atto d’accusa e motivo di disonore per la classe politica del periodo. “Il libro divenne un best seller – racconta Scillone – fu l’opera più recensita del ‘63, ne scrissero tutti i quotidiani dell’epoca e i più grandi giornalisti. Unito alla protesta che quei dignitosi abitanti attuarono disertando in massa le urne elettorali, catturò l’attenzione dell’allora ministro dei Lavori Pubblici, Giovanni Pieraccini, che mi invitò ad andare a San Morello con lui. Furono finalmente realizzate delle opere pubbliche, delle strade. Prima, si poteva contare solo sull’asino-tram e sulla mula-taxi”. Un racconto quanto mai attuale, d’insegnamento e monito, che è stato pubblicato nuovamente a quarant’anni dalla sua prima edizione. E ritroviamo lo stesso impegno sociale nella pluripremiata favola ecologica “Il gabbiano Micky e il leprotto Gin”, testo di alto valore didatticoeducativo adottato nelle scuole. “Qui c’è tutto il mio amore per la Natura, un amore che ho desiderato trasmettere ai giovani e anche agli adulti. L’uomo deve smetterla di continuare a distruggere il meraviglioso patrimonio che lo circonda. Ne va di mezzo la nostra stessa sopravvivenza. Di questa opera è pronta una seconda edizione, in attesa di essere accolta: esiste già una traduzione in inglese e una in Braille curata dall’UICI – Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti – di Udine”. Un uomo poliedrico, Scillone, con un profondo senso di giustizia e riconoscimento della bellezza intrinseca a ogni cosa. E che non smette di sorprenderci: “Ho scritto diversi testi per canzoni romane, napoletane, calabresi. Sono mie le parole di “Davvero”, famoso brano dei THE LATINS, band romana popolare negli anni ‘60. E’ contenuto nel 33 giri “Foglie gialle “La felicità dell’attesa” di Carmine Abate Quando i migranti erano gli italiani INCONTRO CON L’AUTORE ALL’ITIS “E. FERMI” DI CASTROVILLARI Nella giornata del 23 maggio, presso l’aula magna dell’Istituto Tecnico Industriale “E. Fermi” di Castrovillari, lo scrittore Carmine Abate ha presentato il suo ultimo romanzo “La felicità dell’attesa”. Parole come “bellezza”, ”felicità”, “amore”, “nostalgia” si fondono in quello che è il tema centrale del racconto: l’emigrazione. In uno scenario quale quello attuale Carmine Abate ci parla anche della famiglia e della terra, delle radici, di sacrifici, di uomini e donne coraggiosi partiti lontano per rendere “studiati” i propri figli. Rammentando la sua appartenenza a tre generazioni, l’autore ha voluto tracciare le coordinate di un inquadramento nuovo, di chi è costretto a lasciare la propria terra, visto non come persona sradicata, ma come persona che mette radici, aggiungendo alle sue altre radici. Vivere per “addizioni” deve essere un messaggio positivo in quei percorsi obbligati dalla carenza di lavoro.Vincitore del premio Campiello, pluripremiato a livello internazionale per le sue opere, Abate è un uomo di questa terra, che ama profondamente la sua Calabria. Nel corso della giornata, emozionando con la lettura della “sua” partenza da Hora, l’amata Carfizzi, ha lanciato un messaggio di positività e ha ricordato che «dobbiamo valorizzare le nostre ricchezze paesaggistiche e culturali, le nostre bellezze, puntare sulla generosità e la dignità della nostra gente migliore, quella che combatte e che resiste, per far sì che la nostra terra diventi un polo di attrazione turistica». L’augurio finale è destinato ai giovani, affinché abbiano la possibilità di scegliere se partire o restare. Una giornata all’insegna delle emozioni, fortemente voluta e curata dal D.S. Prof.ssa Rossana Perri con l’obiettivo di ribadire il valore della lettura quale elemento chiave della crescita personale, culturale e civile. L’iniziativa parte dall’impegno dalle docenti di lettere: prof.sse Tricoli, Aprile, Cavaliere, D’addino, Grisolia, Marcovecchio, Pugliese coordinate dalla funzione strumentale, prof.ssa L’Avena e rientra nella manifestazione nazionale “il maggio dei libri”. Ha introdotto la presentazione un canto popolare in lingua arbereshe dal titolo “Lule Lule” eseguito da un gruppo di studenti che indossavano gli antichi vestiti di origine albanese. . Di seguito gli studenti hanno interpretato in maniera creativa i temi esposti nel libro e letto brani dell’opera. All’evento hanno partecipato il vice sindaco, nonché docente di lettere, Angela Lo Passo, il D.S prof.ssa Tina Iannuzzi, il DS.S. Di Stasi , il D.S. F.Grimaldi , docenti e studenti delle scuole di Castrovillari. Un evento davvero riuscito, ricco di sentimenti e valori che fanno di ognuno di noi degli uomini perfetti, “quelli per cui l’intero mondo è un paese straniero”. Raffaele Miceli, 5°AC Dopo vent' anni riconosciuta una corresponsabilità dell' ANAS nella causazione del sinistro L' Associazione " Basta Vittime Sulla Strada Statale 106 " intende esprimere i propri complimenti all’Avv. Giuseppe Morero, del foro di Castrovillari il quale, dopo 20 anni, nel dicembre 2015, ha ottenuto una sentenza, emessa dalla Corte d' Appello di Catanzaro che ha riconosciuto una corresponsabilità dell' ANAS nella causazione del sinistro occorso ad un cittadino di Cassano Jonio mentre percorreva la S.S. 106, in prossimità del camping " Raganello ". L’Associazione precisa che la suddetta sentenza è stata ottenuta dopo che il Tribunale di Castrovillari prima e la Corte d'Appello di Catanzaro poi, avevano rigettato la domanda di risarcimento danni proposta dagli eredi del defunto. La Corte di Cassazione, però, con una sentenza che farà giurisprudenza, ha riconosciuto l'errore che aveva commesso la Corte d'Appello di Catanzaro e ha cassato con rinvio alla Corte d'Appello di Catanzaro in diversa composizione che, con la sentenza del dicembre 2015, ha riconosciuto la corresponsabilità dell'ANAS nella causazione del detto incidente. Il presidente Fabio Pugliese ha subito contattato – per esprimere la massima soddisfazione dell’intera Associazione “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106” – l’Avv. Giuseppe Morero il quale ha affermato che “i motivi preminenti che mi hanno fatto accettare il mandato per la detta causa sono stati due: quella di far ottenere giustizia ad una delle tante vittime che da tempo immemore causa la maledetta S.S. 106; la grande convinzione che ho nella giustizia che, fortunatamente, nel dicembre 2015, è stata fatta ". L’Associazione evidenzia, oltre ai meriti conseguiti dall’Avvocato in campo legale, anche quelli umani: per una serie di ragioni Morero già dalla fine degli anni 90' ha deciso di anticipare di tasca propria le spese vive senza nulla chiedere ai propri assistiti fino all'emissione delle sentenza. Associazione “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106” all’imbrunire”, la musica scritta da Franco Marcangeli, fondatore del gruppo. Il pezzo fu cantato anche dalla mitica Josephine Baker alla Bussola di Viareggio”. Fonte inesauribile di esperienze di vita, questa intervista è un mero tentativo di condensarne una “scheggia”. Ciò che rimane impresso di Franco Scillone, al termine di questo straordinario incontro a cuore aperto, è soprattutto l’elevato spessore umano, quello che lo ha fatto definire “monumento immenso alla civiltà vera” e “Paganini della parola”, dal grande poeta candidato al Nobel, Dante Maffia. XIX corso di formazione AVO di Castrovillari E’’ sempre in fermento l’attivita’ dell’AVO Tra aprile e maggio 2016, presso la sala Convegni dell’Ospedale “Ferrari” di Castrovillari si è tenuto e il XIX corso di formazione per nuovi aspiranti volontari AVO. La presenza assidua, l’attenzione, la partecipazione, dimostrate con opportuni interventi e note da parte dei nuovi volontari che desiderano entrare nel mondo AVO, hanno messo in luce una volontà ferma ed un impegno a ”donare” parte del tempo ad una attività sociale, quella del servizio agli ammalati. Questo momento di intensa attività coincide con l’elezione del nuovo Presidente, Giuseppe Belluscio, già professore di estimo ed economia nelle scuole superiori, una persona integra moralmente, di indole buona, amante della concordia, animato da grande spirito di solidarietà e disponibilità nel gruppo famiglia –Avo soprattutto nei riguardi di chi vive nel disagio. Noi volontari che lo abbiamo fortemente voluto, siamo certi che con lui l’associazione crescerà sempre di più ed intensificherà gli obiettivi che da sempre si propone, quelli di dare amore , conforto, aiuto a chi soffre senza nulla aspettarsi in cambio. Il corso ha visto l’avvincendarsi di relatori esperti e competenti che hanno trattato validi argomenti di ordine formativo, organizzativo, di evoluzione dell’AVO, ma anche di motivazioni della sfera morale ed interiore. Ha aperto il corso il Presidente Giuseppe Belluscio che,dopo aver salutato e ringraziato i presenti, ha presentato l’AVO un’associazione al servizio del malato, mentre Gianna Pugliese, la segretaria, nr ha illustrato la storia, gli scopi e l’evoluzione. Varie ed interessanti le tematiche trattate che hanno messo in risalto quali siano i doveri principali del volontario e le regole che deve seguire, come deve comportarsi, enfatizzando il tipo di servizio che deve essere qualificato, volontario e gratuito. Ci si è soffermati sulla motivazione che deve essere ben radicata e richiede una autoesplorazione interiore profonda, cercando in sé la vera ragione che fa operare la scelta di essere volontario. L’aspirante volontario ha appreso che il suo ruolo consiste nell’impegno ad interessarsi dell’altro, a soccorrerlo mentre è alle prese con le ferite ed i drammi della vita e che, requisito indispensabile, è il rispetto della persona e di quanto comunica. Si è parlato della qualità che il volontario deve possedere, della sua specificità che è la presenza e l’ascolto, dell’atteggiamento che è docile, rispettoso e soprattutto umile. Tutto questo ed altro è stato detto. Dopo il corso di formazione seguirà il colloquio ,come secondo momento del percorso formativo AVO per chi ha partecipato ad almeno 8 lezioni, come terzo momento il tirocinio presso una divisione ospedaliera per la durata di almeno 80 ore di servizio, portato a termine entro 16 mesi dalla data di inizio. Il volontario sarà accompagnato da un tutor . Un colloquio finale porterà all’ammissione al servizio effettivo Carmelina Battipede Volontaria Avo Pubblicità sul Diario info: 346.2245173 388.8521221 IL DIARIO annoXIV n.17 PAG. 8 Premio nazionale “Fondazione Falcone” a sei studenti castrovillaresi Premio nazionale “Fondazione Falcone” a sei studenti castrovillaresi. Si tratta di Eva Iannuzzi, Federica Tricarico, Mattia Graziano, Maria Elena Grande , Salvatore Moliterni e Viviana Di Vasto. della II C del Liceo Classico Giuseppe Garibaldi di Castrovillari vincitori del “Premio Nazionale Fondazione Falcone”che gli è stato consegnato a Palermo il 23 maggio scorso. Gli studenti accompagnati dai docenti Katia Tinari e Antonella Ventura sono stati premiati da Maria Falcone e dal ministro della Pubblica Istruzione Stefania Giannini durante una cerimonia nell’aula bunker dell’Ucciardone di Palermo. La Fondazione Falcone ogni anno indice questo concorso insieme al Ministero e all’Università che invita tutti gli studenti italiani delle Istituzioni Scolastiche di ogni ordine e grado a riflettere sull'importanza dei tragici eventi delle Stragi di Capaci e Via D’Amelio, sul valore della loro memoria e dell’importanza della cultura e pratica quotidiana della legalità e della lotta alla mafia. Complimenti ancora una volta alla scuola castrovillarese e ai suoi ragazzi per questo importante riconoscimento nazionale che premia il loro lavoro e quello dei loro docenti . I sei ragazzi hanno vinto nella sezione video del concorso "Riprendiamoci i nostri sogni - Palermo chiama Italia , presentando un lavoro in cui ipotizzano che la bellezza sia un antidoto per resistere alle organizzazioni malavitose. Quattro minuti di immagini dove la bellezza intesa non solo come bellezza esteriore ma soprattutto interiore diventa fulcro fondamentale della quotidianità dove ognuno deve essere protagonista di una società sana e vivibile. Mic. Mar. Divulgare la cultura della salute. I Lions nelle scuole di Castrovillari “PROGETTO MARTINA” Per l’Anno Scolastico 2015/2016, il Club Lions di Castrovillari, presieduto da Francesco Attanasio, si è voluto impegnare per divulgare la cultura della salute tra i giovani delle scuole medie superiori, con una serie di iniziative che hanno visto partecipare ragazzi di età compresa tra i 16 e i 18 anni. Da tempo i Lions a livello nazionale promuovono diversi Services, uno di questi è il “Progetto Martina” programma di informazione ed educazione rivolto ai giovani per la cura della propria salute, che prende spunto dalla storia di una giovane donna di nome Martina, cresciuta a Campodarsego (PD), e morta di tumore. Nel suo testamento ha chiesto espressamente – e a gran voce – che i giovani vengano accuratamente informati ed educati ad aver una maggior cura della propria salute e una maggiore attenzione al proprio corpo. La promessa fatta a Martina e trasformata in progetto è un atto di amore verso le nuove generazioni. Anche a Castrovillari i Lions hanno voluto promuovere nelle scuole incontri con gli studenti che hanno abbracciato una serie di argomenti. Dall’inizio dell’Anno Scolastico Vincenzo Stivala, Medico Anestesista e Coordinatore Locale delle Donazioni e Trapianto di Organi e Tessuti nonché socio Lions, si è impegnato a promuovere nelle scuole questo progetto, parlando di tumori ai giovani e specificamente di fattori di rischio correggibili, attraverso la somministrare di slides video-proiettate. Gli Istituti Scolastici dove si sono espletati gli incontri sono stati il Liceo Classico G. Garibaldi, il Liceo Artistico A. Alfano, e il Liceo Scientifico E. Fermi di Castrovillari. Gli argomenti trattati attraverso diversi incontri sono stati il progetto Martina, prevenzione dei tumori ai giovane, donazione di organi e tessuti, sviluppando un più ampio approfondimento sul concetto di morte cerebrale, infezioni sessualmente trasmesse, prevenzione e profilassi e rianimazione cardio-polmonare, principi di BLS e prova pratica su manichino. Alla fine degli incontri la platea ha potuto aprire una discussione tecnica su chiarimenti e approfondimenti relativi all’argomento durante i quali i ragazzi hanno potuto manifestare ogni loro dubbio. IL DIARIO anno XIV n.17 PAG. 9 Il gruppo folklorico “Città di Castrovillari” incanta Valona in Albania Il gruppo folklorico “Città di Castrovillari” ha partecipato dal 12 al 15 maggio all’ VIII edizione dell’Aulona Folk Festival che si è svolto nella città di Valona in Albania. L’international Aulona Folk Festival è uno dei più prestigiosi raduni del folklore al quale partecipano i migliori gruppi folkloristici del Mediterraneo e dell’Est europeo. Presenti, infatti, alla manifestazione anche i gruppi della Polonia, Macedonia, Bulgaria, Kosovo oltre a numerosi altri gruppi, provenienti dalla stessa Albania. Il gruppo Città di Castrovillari era accompagnato dalla rappresentanza istituzionale del Comune, nella figura del vice Sindaco, Prof. ssa Angela Lo Passo ed ha riscosso un notevole successo sia per l’originalità dei costumi, sia per la briosità e l’allegria trasmessa nei canti e nelle danze. Il vicesindaco ha rimarcato la vicinanza tra i due popoli, quello albanese e quello italiano, vicinanza particolarmente marcata nel territorio di Castrovillari laddove sin dal 1500 si sono stanziate popolazioni albanesi che ancora oggi perpetuano la loro lingua, i loro canti, i loro costumi e le loro tradizioni. Antonio Notaro, Presidente del gruppo folk “Città di Castrovillari” si è detto entusiasta per la meravigliosa accoglienza riservata al gruppo folklorico castrovillarese e particolarmente felice di aver dato inizio a questa collaborazione con gli organizzatori del prestigioso Festival di Valona, ponendo così le basi, in un futuro prossimo, per lo svolgimento di altre iniziative culturali Italo-Albanesi nella nostra città. Il linguaggio del folklore - ha continuato il presidente Notaro - è un linguaggio globale che abbatte le barriere del tempo e dello spazio per lanciare un messaggio forte di fratellanza e di integrazione sociale e culturale. Con semplicità il folklore coglie un risultato di grandissimo valore che sottolinea l'uguaglianza dei popoli nella loro diversità. Questo il motivo principale che ci spinge ad operare da anni con la nostra associazione culturale per favorire l'uguaglianza e l'integrazione dei popoli. EVENTI & NEWS IL DIARIO anno XIV n.17 PAG. 10 Fida pascolo: in Basilicata sì e in Calabria no!!! “La Città come Bene Comune” Egr. presidente del Parco Nazionale del Pollino, sono la titolare di un’azienda agricola zootecnica a Castrovillari e le scrivo in relazione alla mancata pubblicazione del “Bando Fida Pascolo Terreni Ente Parco 2016” per i terreni del versante calabrese di proprietà di codesto Ente. Ho concorso ai relativi Bandi per la Fida Pascolo nelle scorse annualità, nonostante la presenza di una normativa regionale non recepita nel regolamento, ottenendo, con notevoli difficoltà, la concessione di alcune superfici di proprietà di codesto Ente, superfici per me indispensabili essendo allevatrice della Podolica, razza autoctona del Parco Nazionale del Pollino. La transumanza necessita, infatti, di grandi superfici e di punti di abbeveraggio, in ossequio alle disposizioni attinenti la normativa sanitaria e veterinaria, ma anche in considerazione della necessità della tipicità del bestiame, che va necessariamente nutrito al pascolo brado. Per aziende agricole come la mia è indispensabile l’assegnazione dei terreni per la transumanza e la mancata pubblicazione del relativo bando rischia di mettere in ginocchio, oltre la mia azienda, l’intera categoria di allevatori del Pollino. Il mio rammarico scaturisce dalla constatazione di non vedere premiata l’imprenditoria, nel mio caso femminile, che crede nel territorio e nello sviluppo di un allevamento tipico quale la podolica, che potrebbe avere una ricaduta economica anche sul profilo turistico e ristorativo, come accade in altre zone d’Italia, dove politiche più vicine ed attente sono riuscite a rendere alcune razze, esempio la chianina, un motivo di vera attrazione e di richiamo per intere aree e comprensori. Mi ritengo costernata perché una vicenda di tipo burocratico, ovvero il mancato emendamento di un regolamento, cagionerà danni ad aziende come la mia che con grandi sacrifici investono sul territorio. Determina sconforto nel mio stato d’animo l’aver letto nella citata comunicazione del Parco Nazionale del Pollino: “a fronte di tale percorso interlocutorio tra le Regioni e il Parco, l’Ente ha pubblicato il Bando di Fida Pascolo per l’anno 2016 sui terreni di proprietà ricadenti solo sul versante lucano, escludendo quelli di Morano Calabro, per i quali, alla luce delle modifiche normative, è necessario procedere alla stesura di un nuovo regolamento da sottoporre a una nuova approvazione da parte dei competenti uffici della Regione Calabria”. In Basilicata si, in Calabria no! Dopo quattro anni dall’approvazione della legge regionale n. 45 del 2012 viene evidenziato un suo mancato recepimento da parte degli uffici, a causa del quale non saranno date in fida aree e superfici necessarie per una intera categoria produttiva, ovvero per gli allevatori di podolica, i quali più di tutti necessitano delle superfici ricadenti nel Parco. Per tali ragioni, mi appello alla Sua sensibilità, perché si tuteli la podolica e si proceda ad una rapida modifica del regolamento in modo da consentire a chi opera nel settore dell’allevamento di poter svolgere la transumanza anche Distinti saluti. Candida Cerbino Castrovillari anche quest’anno sede della seconda edizione di Dialoghi d’Autore, che il LUA – Laboratorio di Urbanistico ed Architettura svolge annualmente sui temi della Città e della sua rigenerazione urbana. L’attenzione sulla città di Castrovillari centro urbano del Pollino ci conduce a questo secondo appuntamento che in continuità con la prima edizione del maggio 2015 e approfondisce i temi del progetto urbano ragionando sulle problematiche cittadine. I lavori si svolgeranno a partire dal 28 maggio con la presentazione di esperienze progettuali avviate in altri contesti, presi ad esempio come metodo di lavoro ed approccio progettuale, e saranno sviluppati nel laboratorio urbanistico nei 15 giorni successivi. Dal quartiere Olivitello della prima edizione a quello Macrino di quest’anno, con la significativa presenza di una ritrovata emergenza urbana, quella del nuovo Convitto Vescovile dei Sacri Cuori che verrà riattivato, quella invece sottoutilizzata dell’ex Tribunale, nonché della presenza di una delle poche piazza della città: Piazza Matteotti, ancora una volta oggetto di riflessioni. Gli autori illustreranno i loro progetti il 28 maggio alle ore 18,00 nella Sala Convegni Don Salvatore Di Marco della Chiesa dei sacri Cuori, per continuare nei giorni successivi alla Galleria d’Arte la Bilancia con la mostra permanente ed il laboratorio urbanistico. Laboratorio a cui ci si potrà iscrivere all’apertura dei lavori, per il quale sarà distribuito un DVD con i materiali minimo per le proposte di progetto che gli iscritti andranno ad elaborare, da presentare alla chiusura alle ore 18,00 dell’11 giugno. Gli autori ed i progetti protagonisti della prima giornata saranno l’arch. Sabrina Mainieri e l’arch. Gaetano Leto, progettisti della ristrutturazione e rifunzionalizzazione dell’ ex Convitto Vescovile dei Sacri Cuori; l’arch. Roberta Lucente, la prof.ssa Brunella Canonaco e l’arch. Rosanna Anele, responsabili scientifici del I Workshop “Abitare Morano”; l’arch. Anna Cundari, l’arch. Monica Levantino, l’arch. Rosanna Anele e il geom. Fabio Petrantuono ,progettisti del progetto di Rigenerazione Urbana del Centro Storico di Verbicaro ai quali si aggiungeranno altre riflessioni di autori che si iscriveranno. Costruire e pensare la città come bene comune è il concetto di base a cui si dovrà guardare per le prospettive future. Un approccio che tiene insieme interessi e temi diversificati che necessariamente devono dialogare tra loro,che intersecano le sfere culturali e professionali di quanti si occupano di disegno urbano e territoriale, di quanti gravitano intorno al mondo dell'architettura, di quanti amministrano le nostre città e il nostro territorio o studiano e scrivono e riscrivono le regole per il loro governo ma soprattutto la galassia di quanti, singoli o organizzati, si sentono cittadini e non sudditi, di quanti a un parallelo e progressivo disinteresse, contrappongono un'idea di cittadinanza attiva, consapevole e direttamente partecipe nel determinare il futuro dei luoghi in cui vivono. In ricordo del prof. Domenico Sanfilippo Ho conosciuto il prof. Domenico Sanfilippo in una circostanza purtroppo tragica, ovvero la morte della figlia Enza. Da allora, tra di noi si è stretto un sincero legame, che si è consolidato nel corso degli anni. Quando lo si incontrava per strada era sempre sorridente, così come era sempre pronto a dare una mano a chi si rivolgeva a lui per districarsi nei meandri della normativa scolastica. La sua scomparsa ha lasciato un vuoto in quanti lo conoscevano, ma il suo ricordo resterà per sempre vivo. Sono sicuro che anche da lassù continuerà a dispensare i suoi consigli. Arrivederci professore. Ci mancherai. Domenico Fortunato IL DIARIO di CASTROVILLARI e del POLLINO Registrazione Tribunale di Castrovillari n. 1/2005 Iscrizione R.O.C. n. 13126 Edito da Associazione Culturale PromoIdea Pollino Sede operativa: Corso L. Saraceni, 97 - Castrovillari Stampa: AGM – Zona PIP - Castrovillari - tel. 0981.483001 Tiratura: 5.000 copie Distribuzione gratuita il sabato e la domenica a Castrovillari, Civita, Frascineto, Morano Calabro, San Basile, Saracena, Mormanno Direttore editoriale - Angelo Filomia 328.1046251 Direttore responsabile - Luigi Troccoli Pubblicità –328.1046251 La collaborazione alla testata è libera e gratuita. 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Scriveteci a: [email protected] Visitate il sito web ww.ildiariodicastrovillari.it Francesco Varcasia eletto coordinatore dei Comitato di Quartiere Nella tarda serata di martedì 24 maggio il presidente del Comitato di quartiere n.2, Francesco Varcasia, è stato eletto all’unanimità, dai membri dei direttivi che costituiscono la Rappresentanza del territorio municipale, Coordinatore e, quindi, “cinghia di trasmissione” sussidiaria tra i comitati di quartiere e l’Amministrazione comunale. Una scelta dettata dalla volontà unanime, nel rispetto delle diversità, di ottimizzare ruolo e funzione di queste espressioni, finalizzate per una partecipazione , la più diffusa possibile, alla vita amministrativa dell’Ente e per una maggiore crescita dell’esistente, tra lo sviluppo del bene comune e la promozione del Territorio. Al momento era presente anche la delegata del Sindaco per il progetto Verticalia, Cristina Cosentino. Durante l’incontro ciascun rappresentante ha sottolineato la bontà della scelta, funzionale ad una migliore elaborazione delle necessità che presenta la città tra capacità, risorse ed esigenze di qualità della vita. Dato sottolineato e richiamato dal Coordinatore che si è impegnato ad essere efficace trait d’union di questa ulteriore sperimentazione che sta vivendo il capoluogo del Pollino per volontà dell’Amministrazione Lo Polito, impegnata a coinvolgere i cittadini su differenti versanti per un più idoneo affronto delle problematiche che non possono prescindere da una appropriata e consapevole partecipazione civica. Lo stesso Varcasia, nel ringraziare i rappresentanti dei Comitati di Quartiere per la scelta effettuata e la fiducia riposta nella sua persona, ha richiamato l’importanza del momento proprio per quei principi democratici che si vogliono accrescere, bisognosi sempre più di sinergia al fine di ottimizzare ciascuna Autonomia- come quella che si Rappresenta con norme e regole comunemente accettate entro le quali ciascuno possa avere lo spazio per la sua espressione e capacità di presenza- rispetto ai propri obblighi ed all’organismo istituzionale di governo con cui ci si deve rapportare. “Tutto ciò solo e semplicemente – ha dichiarato il coordinatore Francesco Varcasia a margine della riunione- per supportare la crescita della comunità che necessita di azioni condivise e adeguatamente programmate e supportate. ” Primavera dei Teatri, guida agli spettacoli IL DIARIO anno XIV n. 17 PAG. 11 Domenica 29 maggio Ore 19, Capannone Autostazione Una produzione Hermit Crab Giovanna d’Arco – La rivolta (75’) // prima nazionale Il paguro Hermit Crab (Ester Tatangelo, Luchino Giordana e Valentina Valsania) ci porge una versione audace e alternativa della pulzella d’Orleans, dall’eccellente testo d’esordio di Carolyn Gage. Una Giovanna anoressica e visionaria, in fuga da un copione (di vita) miserevole e inaccettabile perché privo di sogni e di speranze, tragica e ribelle nella sua lotta per «trasformare la vergogna in orgoglio». Una straordinaria figura di donna prende forma, e voce, in un frammento di teatro di rara intensità. Ore 21, Teatro Sybaris Una produzione Teatrodilina e Progetto Goldstein Gli uccelli migratori (70’) Una storia di attese, in una casa immersa nel verde di un tempo sospeso. Oggetti, ricordi, persone che attendono un arrivo. Paura e felicità. Qual è la ragione di questa vita? Dov’è la bussola che dovrebbe guidarci? Cosa provano gli uccelli quando volano per la prima volta? E come mai, lanciati nel vuoto, sembrano cadere ma poi all’improvviso rimangono su? Quando il racconto diviene azione emotiva e si concentra, arguto e ironico, su storie e personaggi colti nella non linearità di tutti i rapporti umani… Lunedì 30 maggio Ore 19, Capannone Autostazione Una produzione Fratelli Dalla Via Drammatica elementare (75’) Da “un’impresa famigliare che costruisce storie” (e una delle più brillanti e fertili realtà della scena contemporanea italiana) un esperimento di linguistica elementare, un gioco di parole – quei segni che sono la nostra casa, la nostra stessa vita – per seguire le trasformazioni del linguaggio cogliendone gli alterni ritmi e la forza descrittiva. Un abbecedario in fieri, con lo sguardo gettato sull’oggi. In fondo un modo fabuloso per cercare di capire chi siamo, cosa siamo (diventati). Ore 21, Teatro Sybaris Una produzione Compagnia Oyes Vania (75’) Un piccolo paese di provincia. Un professore, pura evocazione drammaturgica, che vive attaccato ad un respiratore artificiale. E una “famiglia”. Che, proprio come nello Zio Vanja di Cechov, si compone di personaggi profondamente a disagio in una vita che forse non è la loro. Cambiare sarebbe possibile ma la paura di invecchiare, i sensi di colpa, il timore della propria inadeguatezza agiscono da freni potenti generando i mostri (talora tragicomici) di nuove frustrazioni e nuove paure. Martedì 31 maggio Ore 19, Capannone Autostazione Una produzione Nerval Teatro Ma perché non dici mai niente? (70’) // anteprima nazionale Protagonista del monologo è Mary, figura esemplare di donna sola ed emotivamente provata, che vive ai margini della vita, in attesa di un marito andato via non si sa quando né perché. La sua attesa è segnata da voci che si rincorrono, da sparizioni e attraversamenti, dai balenii confusi di un passato popolato di ombre. Ma queste ombre, per quanto invadenti proiezioni di un’anima sconvolta, non sono anche i silenziosi testimoni di un mai domo attaccamento alla vita, di un amore puro per l’esistenza? Ore 21, Teatro Sybaris Una produzione Vico Quarto Mazzini Little Europa (70’) // prima nazionale Dalla pièce Il piccolo Eyolf di Henrik Ibsen, un dramma concentrato sui dialoghi tra un marito e una moglie che, persi nel rinfacciarsi le reciproche colpe, non si avvedono del figlio che sta annegando in mare. Tra le pieghe di un rapporto in crisi, una lucida riflessione sulla vita, sulla costruzione delle relazioni sociali e le ragioni che spingono gli esseri umani a distruggerle con le proprie mani. E al contempo un’intelligente metafora della condizione di un’Europa incapace di guardare dentro se stessa. Mercoledì 1° giugno Ore 19, Capannone Autostazione Una produzione Piccola Compagnia Dammacco Esilio (65’) // prima nazionale La storia di un uomo qualunque. Di un uomo che perde il lavoro e un ruolo sociale. E che finisce con lo smarrire la propria identità, il senso di sé. Solo e senza risposte, deve trovare il bandolo della matassa cominciando a riconoscere il peso delle proprie ossessioni. Drammaturgicamente molto interessante la scelta di un linguaggio che batte le vie del surrealismo e dell’umorismo. Il lavoro d’attore su testo e messinscena consente di affrontare parecchie contraddizioni esistenziali. Ore 21, Teatro Sybaris Una produzione Guinea Pigs Trittico della guerra (90’) // prima nazionale I tre quadri (Mosche sul miele, Un angolo di buio e La regola del branco) in cui si articola lo spettacolo nascono da un tema comune, quello delle guerre contemporanee, nascoste e invisibili, che la società non riconosce come tali ma che non per questo sono meno drammatica- Saracena, accoltella la convivente e poi si butta dal balcone e muore Furibonda lite tra una coppia di pensionati si trasforma in tragedia. Protagonisti un uomo di ottantuno anni, Leone Mario Vuono e la compagna, una vedova sessantottenne con la quale viveva. Nel primo pomeriggio di mercoledì 25 maggio, l’anziano da tempo divorziato avrebbe iniziato a litigare con la convivente. Un’accesa discussione scaturita dalla morte del padre della donna avvenuta ieri alla quale sarebbe dovuta seguire la partenza di quest’ultima per Torino dove domani dovrebbero celebrarsi i funerali. Un viaggio a cui l’anziano non avrebbe dato il proprio assenso di buon grado tentando di convincere la compagna a desistere dall’intento di voler partecipare alle esequie del proprio congiunto. Il diverbio pare sia poi degenerato e Vuono, armato di un coltello da cucina, avrebbe prima ferito la sessantottenne alla testa e poi si sarebbe lanciato dal balcone. Precipitato nel vuoto da un’altezza di sei metri l’anziano è morto sul colpo. Il pensionato che aveva diversi problemi di salute e soffriva di turbe psichiche dalle prime indiscrezioni trapelate sembrerebbe avesse già tentato il suicidio in un’altra occasione. A ritrovare il suo corpo riverso a terra tra le strade dei borghi del centro storico di Saracena sono stati i militari della locale stazione allertati dalla telefonata ricevuta da un passante che aveva soccorso la donna fuggita in strada dopo l’aggressione. La vedova, che non ha riportato ferite estremamente gravi, è stata ricoverata nell’Ospedale di Castrovillari e non verte in pericolo di vita. Sul caso indagano i carabinieri della compagnia di Castrovillari intenti a verificare l’esatta dinamica dei fatti. mente reali. Nella visione scenica estremamente fluida di Guinea Pigs, lavoro e moderna schiavitù, violenza e bullismo, il corpo della donna come oggetto di desiderio e terra di conquista diventano i colori (violenti) di un aspro affresco sociale. Ore 22.45, Teatro Sybaris Una produzione Contromano Teatro Pop corn (90’) // prima nazionale Altro frammento della famiglia moderna. Esploso dalla vita monolitica di una coppia di coniugi, di età indefinita, borghesemente insoliti e inquietanti. Dalla lora casa-bunker, seduti sul divano davanti al televisiore sempre acceso, i due scrutano, ascoltano, giudicano, attendono. Severi giudici della quotidianità e della morale. Fino a quando la realtà non collassa, verità e finzione si confondono e i mostri televisivi si sostituiscono a sogni e persone vere. E tutto diventa lecito, concesso, estremo… Giovedì 2 giugno Ore 19, Capannone Autostazione Una produzione Atir Teatro Ringhiera 32’’.16 (75’) // prima nazionale Basato sulla storia di Samia Yusuf Omar, una ragazza somala che ha provato a dimenticarsi delle sue origini per inseguire il suo sogno «di correre alle olimpiadi di Londra, dopo essere riuscita a partecipare a quelle di Pechino nel 2008, pur arrivando ultima sui 200 metri». Una storia che inizia dalla speranza e finisce nel mare. Senza lieto fine. Narrata attraverso i malumori di tre becchini – simboli di un Occidente inebetito – costretti a seppellire gente di fuori, di un’altra razza, per cui non valgono emozioni e lacrime. Ore 21, Teatro Sybaris Una produzione Principio Attivo Teatro Opera nazionale Combattenti presenta I giganti della montagna atto III (80’) Sapida riscrittura dei “Giganti della montagna” di Pirandello, metateatro giocato sul filo della piacevolezza e dell’amarognolo, tra paradosso e sogno. Un’ampia e arguta riflessione sul mestiere dell’attore, giustamente costruita sull’incompiutezza, ovvero sulla scia di quell’ultimo atto mai scritto del dramma pirandelliano, e sulla presenza in scena di una compagnia «di anziani o di variamente disadattati fuori dal tempo». Il teatro, nella sua essenza, non muore mai… Venerdì 3 giugno Ore 19, Capannone Autostazione Una produzione Scena Verticale Il Vangelo secondo Antonio (75’) // prima nazionale Sulla malattia, sull’amore, sulla vita. Il difficile, scioccante attraversamento di una frontiera e l’approdo (di un malato molto particolare e delle persone a lui più vicine) in un territorio sconosciuto, in una nuova esistenza dove niente sarà più come prima. Fino a quando non succede di dimenticare di dimenticarsi. La vita può essere sorprendentemente ricca anche nel dolore e nello sperdimento, e il racconto di una malattia impietosa quanto incurabile l’occasione di abbattere un tabù e il pretesto per una riflessione su fede e spiritualità. Ore 21, Teatro Sybaris Una produzione Proxima Res Geppetto e Geppetto (100’) // anteprima nazionale Due uomini che sono una famiglia. Un desiderio di paternità che li spinge a seguire le orme del Geppetto della favola collodiana e a “dare” vita al loro figlio con la pratica dell’utero in affitto. Seguono anni felici, la morte del padre biologico e il rifiuto da parte del giovane Pinocchio (che di nome farebbe Matteo) di accettare la propria condizione di “figlio non riconoscibile” e la presenza nella sua vita del genitore sopravvissuto. Quando si dice dei rapporti umani che seguono le vie più indecifrabili… Sabato 4 giugno Ore 19, Capannone Autostazione Una produzione Quotidiana.com Lei è Gesù (60’) // prima nazionale Terzo capitolo di “Tutto è bene quel che finisce bene”, in cui si rappresenta il tentativo di rompere con quel plurisecolare schema secondo cui la donna non può ricoprire ruoli per tradizione e consuetudine riservati agli uomini. Quotidiana.com la combina grossa e prende di mira il ruolo maschile più irraggiungibile, quello di Gesù appunto, con le due donne in scena che, a dispetto di un orgoglioso pragmatismo, nel progetto di ridefinirne immagine e insegnamento dovranno fare i conti con tutta l’arduità del compito. Ore 21, Teatro Sybaris Una produzione Gli Omini Ci scusiamo per il disagio (60’) Una stazione ferroviaria. Gente che corre e si intreccia, che si nasconde e si ignora, che osserva e dimentica. Mentre una voce avvisa di un treno dirottato su un altro binario. Una stazione come emblema di un microcosmo popolato da persone che sfuggono alla marginalità, dove il vuoto diventa possibilità e il non essere assurge a potenziale. Senza dubbio uno dei lavori più innovativi presenti nel cartellone di P.d.T 2016, da una compagnia giovane ma battagliera nella ricerca di una nuova drammaturgia. http://www.asteriscoduepuntozero.it Comitato del Pollino per il “Sì” E’ stato costituito ufficialmente, in seguito alla registrazione sul sito www.bastaunsi.it, anche sul Pollino il comitato che sosterrà la scelta del“Sì” nella campagna politica che porterà al referendum confermativo della riforma costituzionale approvata dal Parlamento. Il voto è previsto il prossimo autunno. In sintesi, le modifiche, che apporterà la riforma, consistono nel superamento del bicameralismo perfetto, la riduzione del numero dei parlamentari (Palazzo Madama ospiterà 100 senatori), il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del titolo V della Costituzione”. Il decreto Boschi prevede un’importante modifica della nostra Costituzione, modifiche che incidono in modo significativo anche sulla struttura organizzativa del nostro Paese. Perché abbiamo deciso di costituire il comitato? Un comitato è il mezzo più efficace per spiegare il significato di quest'importante riforma ai cittadini. E’ un’iniziativa che non ha connotazione politica, ma ha lo scopo di fornire le nostre competenze, la nostra passione, a coloro che desiderano approfondire e partecipare a questo campagna. Lo spirito è quello di garantire il massimo coinvolgimento della cittadinanza. L'obiettivo primario è far diventare i cittadini protagonisti di un dibattito che dura da oltre trent’anni. Questa riforma permetterà infatti di superare finalmente il bicameralismo perfetto. Le richieste di adesione possono essere inviate a [email protected]. Coordinatrice del comitato sarà Cristiana Viola, presidente Ugo Rizzuti. Numerosi le adesioni già pervenute accanto ad esponenti della politica locale, rappresentanti del PD e del mondo accademico, si segnala la presenza di numerosi giovani. IL DIARIO anno XIV n.17 PAG. 12 La delegazione FAI-Pollino ha presentato “Film Pollino Film” Il 22 Maggio 2016, nella sala del Circolo Cittadino di Castrovillari, si è svolto un incontro dal titolo “Film Pollino Film”, teso a far conoscere nelle sue bellezze e nelle sue risorse paesaggistiche, floro- faunistiche e storico-archeologiche il Parco del Pollino, ignote o parzialmente sconosciute a tanti cittadini. L’incontro, organizzato dalla Delegazione FAI- Pollino, si è tenuto nella meravigliosa cornice di una sala prestigiosa, messa come sempre a disposizione da una lungimirante Presidenza, e arricchita dalle tele di Mimmo Sancineto, ispirate appunto dal patrimonio naturalistico del Parco. La manifestazione ha visto come relatori il prof. Giuseppe Roma, docente di Archeologia Cristiana dell’Università della Calabria, e il prof. Francesco Caruso, delegato FAI all’Ambiente per la Delegazione del Pollino. Introducendo l’incontro, la Capodelegazione prof.ssa Laudadio, nell’illustrare le tante iniziative già effettuate, che hanno fatto conoscere luoghi come Frascineto, la Civita di Castrovillari e il Santuario del Castello, le bellezze di Morano e di Mormanno, ha evidenziato la necessità che i cittadini stessi segnalino le problematiche ed i luoghi da salvare, collaborando in modo attivo con la Delegazione; si è poi ripromessa una più stretta collaborazione con le associazioni affini; ha illustrato le iniziative da mettere in cantiere per l’anno in corso, tra le quali la scelta del Luogo del Cuore , del Luogo di Primavera, dei luoghi in cui effettuare le maratone del FAI; e ancora dei luoghi , anche fuori della nostra Regione, in cui effettuare viaggi di conoscenza, ed ha infine ringraziato i giovani e le scuole, attiva- mente motivati dalla Delegata prof.ssa Aprile, che hanno costituito il vero motore della Delegazione. Il prof. Roma, introdotto con la consueta sensibilità e competenza, dallo storico prof. Gianluigi Trombetti, ha evidenziato il suo impegno in scavi di rilievo internazionale in vari siti archeologici ed in varie zone del mondo; ha successivamente offerto la visione meravigliosa dei reperti archeologici, frutto delle sue ricerche, gelosamente conservati nei siti del Parco del Pollino, suscitando grandissimo interesse nel pubblico attento e partecipe. Ha poi evidenziato come, atteso il grande patri- Quel degrado del Polisportivo Egr. Direttore, vorrei chiederle se, eventualmente ne fosse a conoscenza, con quale frequenza a Castrovillari hanno luogo gare di lancio del martello, del disco, del peso, del giavellotto o, eventualmente, gare di salto in alto. Io in tanti anni che vivo nella mia città del Pollino non ho mai saputo dello svolgimento di simili competizioni, anche nel corso di quei pochi meeting di atletica leggera che ci sono stati negli anni. Mi chiedo, allora, perché far ridurre in pessime condizioni, lasciati all’aperto e all’incuria da sempre, la rete protettiva ed il materasso del salto in alto, quando bastava semplicemente conservarli in un luogo chiuso e utilizzarli al bisogno. Evidentemente al degrado e allo spreco non c’è mai fine. Dott. Pasquale Arcidiacono monio archeologico che la Calabria possiede, il flusso del turismo culturale potrebbe costituire una straordinaria risorsa, anche economica, della nostra Regione, se vi fosse stata, in tanti anni, una “ governance “ politica capace di una vera programmazione , attrattiva di correnti turistiche adeguatamente formate alla fruizione dei beni culturali. Ha poi vibratamente sottolineato che i reperti vanno lasciati nei contesti storici di pertinenza, pena l’assoluta perdita d’identità dei luoghi maldestramente depredati e dei reperti medesimi . Il prof. Caruso, mettendo a frutto la sua pluriennale esperienza di ambientalista impegnato in vari movimenti, ha tracciato, attraverso una documentazione da lui personalmente raccolta negli anni, una breve storia del Parco stesso, dei mutamenti normativi intervenuti, delle inefficienze della classe politica non sempre attenta all’evoluzione delle tematiche ambientaliste, soffermandosi alfine su alcune proposte assai significative, quali la creazione di un Ecomuseo, frutto di una rete museale diffusa, di un laboratorio di biodiversità, della necessità di creare un’economia del Parco, costruita sulle attività sostenibili, ed infine su un’idea di Mediateca, attraverso la quale egli si augura di riuscire ad ottenere, attraverso la collaborazione dei cittadini e delle istituzioni, una grande collazione di audiovisivi delle risorse del Parco, assai utile per la ricostruzione della memoria storica. Nelle sue conclusioni, il Presidente del Parco, dr. Domenico Pappaterra, ha comunque messo in evidenza la qualità e la quantità dei progetti e degli interventi attraverso i quali, in questi ultimi anni, la politica del Parco si è messa in moto, creando nuove opportunità; ha evidenziato anch’egli la carenza di una “ governance “ calabrese delle risorse del Parco, a differenza di quanto è avvenuto in Basilicata, attraverso una politica virtuosa. Infine, si è ripromesso una più intensa collaborazione con il FAI e con le altre associazioni ambientaliste, ma soprattutto con l’Università della Calabria, per diffondere la conoscenza di questa splendida realtà, e di lavorare ancor più intensamente per questa risorsa che è anche un’opportunità di sviluppo. La Delegazione FAI -Pollino IL DIARIO anno XIV n.17 PAG. 13 Filomena sfiora l’oro ai Campionati Italiani di Pizza Api Bellissima affermazione per Filomena Palmieri al 16° Campionato Italiano Assoluto di pizza organizzato da API al Pala Terme di Fiuggi. La nostra chef made in Castrovillari sfiora l’oro nella categoria “Pizza in teglia”. Un secondo posto che si è giocata testa a testa con il vincitore separata da solo 4 punti sugli oltre1500 assegnati. Una percentuale infinitesimale che gli ha tolto la soddisfazione del titolo, ma non la consapevolezza di esser ormai stabilmente collocata ai vertici nella sua categoria. Filomena Palmieri ha affrontato questa gara con una pizza particolarmente innovativa a base di mozzarella, caciotta fresca, cipolle selvatiche, salmone affumicato e melassa di fichi. Una competizione, quella organizzata dall’associazione Pizzaioli Italiani, in cui non basta saper condire e cuocere una pizza, bensì occorre dimostrare di saper usare i vari metodi di lievitazione, di capire le caratteristiche chimico fisiche dei prodotti di base, imparando a valutare le differenze qualitative dei materiali di consumo anche attraverso una accurata ricerca degli ingredienti. Per Filomena questo ennesimo successo va al di là della pura e semplice competizione agonistica, in quanto la partecipazione a questi eventi in giro per l’Italia li considera come una sorta di formazione professionale continua, attraverso i quali apprendere e confrontarsi con le eccellenze della cucina italiana al fine di migliorarsi sempre più. E se arriva il successo ben venga, così come è accaduto a Fiuggi laddove Filomena ha conquistato anche l’argento anche nella competizione a squadre, rappresentando la Calabria insieme ai colleghi Gianluca D’Acunto di Fuscaldo e Giacomino Bartolotta di San Marco Argentano. Complimenti Filomena per il risultato ottenuto ma soprattutto per la tua passione e professionalità che sta lievitando giorno dopo giorno! Angelo Filomia Argento anche nella competizione a squadre DAI CENTRI DELLA ZONA IL DIARIO anno XIV n.17 PAG. 14 Celebrata la giornata dello sport MORANO CALABRO L’Amministrazione comunale, rappresentata dal sindaco Nicolò De Bartolo e dagli assessori Sonia Forte e Biagio Angelo Severino, ha partecipato alla giornata conclusiva del progetto “Sport in classe” promosso dal MIUR/CONI/CIP e realizzato presso la sede del locale Istituto Comprensivo per iniziativa della dirigenza dell’agenzia formativa moranese e del Comitato dei genitori presieduto da Pina Amato. Alla presenza del corpo docenti, degli esperti insegnati di scienze motorie Giusy Zucco, Paola Anzaghi, Sabrina Zuppa, dei collaboratori del preside, Walter Bellizzi (assente per motivi istituzionali), Lidia Rende e Angela Renda, del personale ATA, di tante mamme e papà intervenuti ad ammirare i propri beniamini, gli alunni dei tre ordini dell’I.C., Infanzia, Elementari e Medie, si sono concentrati nel piazzale della “Gaetano Scorza” alle 9.30 e in un clima di festa, minacciato da una pioggerillina fortunatamente passeggera, hanno accolto i due bimbi tedofori cantando l’inno di Mameli per poi procedere, come suol farsi nelle circostanze ufficiali, alla simbolica accensione del braciere sistemato in bella vista nell’area giochi. Prima di dare il via alle competizioni il Primo cittadino ha salutato il coloratissimo parterre plaudendo all’iniziativa e agli organizzatori, sottolineando, altresì, l’eccezionale valore dello sport nella vita e nella formazione dei ragazzi. «La pratica dell’attività fisica – ha detto De Bartolo – non può e non deve ridursi a un solo momento ludico e di divertimento. Ma, insieme e con esso, forgiare lo spirito per traguardi superiori. Un corpo sano ha bisogno di una mente sana. E le due cose devono viaggiare sul medesimo binario. Distinte eppure legate. Come due rami di un unico tronco la cui linfa alimenta e dona sostanza ad entrambi». Il Sindaco ha poi concluso facendo rilevare «il grande lavoro compiuto sinora dall’Amministrazione comunale per rendere accoglienti, funzionali e moderni gli ambienti didattici». Similmente l’assessore alla Pubblica Istruzione Sonia Forte, il quale nel suo telegramma introduttivo ha evidenziato come lo «sport sia sinonimo di lealtà, e come l’educazione fisica nelle scuole, stante la sua eclettica valenza, influisca positivamente sui processi di crescita dei ragazzi, i quali vengono così indirizzati verso stili di vita corretti e salutari, lontani da pericolose devianze». Forte ha terminato ringraziando i promotori e i ragazzi, che con la loro verve e la semplicità che li distingue, riescono a «trasformare in festa ogni occasione». Apprezzamento per l’«entusiasmante manifestazione» ha espresso l’assessore Biagio Angelo Severino. Il quale, nel ribadire quanto affermato dal sindaco, ha ricordato «l’impegno profuso dall’Esecutivo nei confronti dell’universo scolastico» e come la singolare circostanza sia un «formidabile strumento di aggregazione». Campionato Regionale Veterani a Castrovillari TENNISTAVOLO Nei Campionati Regionali Veterani, disputati il 22 maggio 2016 a Castrovillari presso la palestra F. Filpo del Polisportivo, arrivano 4 podi per la società del Pollino. A conquistarli sono Antonio Rosario Lombardi,medaglia D'oro nel singolo e argento nel doppio 50/60. Giuseppe De Gaio, medaglia d'argento nel doppio e Bronzo nel singolo 50/60 Domenico Veltri e Gianfranco Turco medaglia di bronzo nel doppio 40/50. Presenti alla manifestazione il Presidente Regionale Fitet Calabria Giuseppe Petralia , il Sindaco della Citta di Castrovillari Domenico Lo Polito e il presidente della Polisportiva del Pollino Città di Castrovillari Luigi Filpo che a fine manifestazione hanno premiato gli atleti vincitori e la società del Polistena risultata prima nella classifica di società a fine stagione agonistica 2015/16 e consegnando al presidente Ciccio Ferraro la prestigiosa Coppa Calabria . Morano C./Al via i festeggiamenti in onore di san Francesco di Paola Sabato scorso, con l’inaugurazione al castello normanno della mostra di opere in legno d’ulivo realizzate dal m. Riccardo Magarò e la messa in scena in serata, all’auditorium comunale, della commedia in vernacolo calabrese “A padda de focu”, scritta da Mirella Turco Magno e allestita dall’associazione “Smile… Sorridiamo insieme”, hanno avuto inizio i festeggiamenti organizzati dal Comitato Promotore del VI Centenario della nascita di san Francesco di Paola e dall’Esecutivo locale moranese in onore del Taumaturgo paolano. La giornata, densa di incontri per il sindaco Nicolò De Bartolo e la sua squadra di governo, ha segnato l’avvio ufficiale della kermesse culturale, che vivrà il suo momento clou sabato prossimo, 28 maggio, nell’assegnazione del Premio san Francesco di Paola a un cittadino moranese particolarmente distintosi per il suo impegno in campo sociale, culturale e religioso. E proprio nella conferenza di presentazione delle opere scultoree del m. Magarò, visitabili sino al 5 giugno nella sala multifunzione della rocca medievale, il Primo Cittadino ha rivelato a sorpresa il nome della persona cui sarà attribuito il prestigioso riconoscimento. Si tratta dell’arciprete p. Flavio Paladino ofm, parroco da oltre quarant’anni della chiesa dei ss. apostoli Pietro e Paolo di Morano, “per aver saputo magnificamente gestire – così De Bartolo - il complesso chiesastico affidatogli e dirigere le anime in un contesto storico difficile, cogliendo le sfide, ma anche difficoltà, i disagi e le sofferenze di uomini e donne del nostro tempo, e operando instancabilmente, con ogni mezzo, per lenire il peso della fatica quotidiana nel nome di Gesù Cristo”. In serata, poi, in un affollato auditorium, la vita e le opere del nostro Santo, sono state sapientemente trasposte e rappresentate da bravi attori che hanno emozionato la platea, nell’unico intento di incoraggiarne la conoscenza e favorirne la devozione e Francesco. Nella medesima circostanza è stata, altresì, onorata la memoria di p. Agostino Donadio, illustre sacerdote dei Frati Minimi, nato a Morano nel XIX sec, ricordato con un busto bronzeo nel piazzale antistante il convento di Paola Civita: in piazza con Telethon Nel mese di maggio la Fondazione Telethon promuove la campagna di primavera per informare e raccogliere fondi per la ricerca scientifica sulle malattie genetiche rare. Anche il piccolo borgo arbëresh di Civita con le Associazioni ANAS e la PROLOCO domenica 22 maggio, ha contribuito alla raccolta fondi, per sostenere la ricerca.Un sostegno piccolo, ma di vitale importanza grazie al quale la Fondazione Telethon lavora e continua a fare passi avanti nella cura e nel miglioramento della qualità della vita dei pazienti che sono da sempre al centro della sua missione. Per il secondo anno consecutivo, la Fondazione Telethon organizza una Campagna di raccolta fondi che prevede la distribuzione del loro prodotto simbolo: i Cuori di Biscotto, prodotti dal rinomato Biscottificio Grondona e confezionati elegantemente in scatole di latta argentata. I biscotti sono racchiusi in una scatola di latta, decorata dall’illustratrice Annalisa Beghelli, pensata per essere riutilizzata e per poter continuare a vivere nelle case come elegante contenitore.“Io sostengo la ricerca con tutto il cuore” è il messaggio che si legge sulla confezione per ricordare l’importanza della generosità e della voglia di donare per sostenere la ricerca scientifica. L'iniziativa, ha l'obiettivo da una parte di continuare a sensibilizzare sull'importanza del sostegno alla ricerca scientifica per la cura delle malattie genetiche rare e dall'altra di ricordare l’impegno della Fondazione Telethon durante tutto l’anno.Grazie a questo sostegno la Fondazione Telethon lavora ogni giorno per continuare a fare importanti passi avanti nella cura e nel miglioramento della qualità della vita dei pazienti che sono al centro della sua missione.Da quando è nata, nel 1990, Telethon ha investito in ricerca oltre 450 milioni di euro, ha finanziato oltre 2500 progetti coinvolgendo più di 1500 ricercatori e ha studiato più di 470 malattie. Ogni minuto nel mondo nascono dieci bambini affetti da una delle oltre seimila patologie genetiche rare finora conosciute. I sintomi possono comparire a ogni età, ma nel 70% si manifestano nei primi cinque anni di vita. Possono colpire ogni organo e compromettere funzioni fondamentali per la vita quotidiana; quasi sempre sono nemiche terribili che creano sofferenza al malato e ai familiari che lo assistono. Ecco perché bisogna combatterle, ogni persona ha diritto alla speranza e la ricerca scientifica è l'unica strada per dare risposte concrete ai pazienti. Flavia D’Agostino Il Castrovillari batte il Venafro ed approda alla finalissima nazionale per la serie D IL DIARIO anno XIV n.17 PAG. 15 Ed è finale. Proprio come accadde dieci anni fa. Il Castrovillari batte nel doppio confronto i molisani del Venafro ed approda alla finalissima nazionale. Dieci anni fà il Castrovillari incontrò il Gragnano, ora sul cammino dei lupi del Pollino ci sarà la formazione siciliana della Sancataldese. Il 5 giugno l'andata in Sicilia, il 12 giugno il ritorno al "Mimmo Rende". Date storiche per i tifosi rossoneri, come scolpito nella mente di molti rimarrà il doppio confronto con il Venafro. Squadra veloce e combattiva che però il Castrovillari di Franco Viola ha nell'arco dei 180 minuti controllato e a tratti dominato. All'andata domenica scorsa imponendosi per 1-0 grazie alla rete di Vitale e sciupando diverse occasioni da rete , al ritorno espugnando il "Marchese Del Prete" per 2-1 grazie alle reti di D'Angelo e Lupacchio. Un doppio confronto che ha confermato la solidità difensiva rossonera e la voglia di una squadra diventata sempre più gruppo di voler scrivere nuovamente la storia del sodalizio rossonero. Per farlo manca sol l'ultimo ostacolo, il quale seppur difficile è certamente alla portata dei lupi del Pollino. Grande euforia tra i tifosi che hanno sostenuto in massa i propri beniamini al Mimmo Rende e con altrettanto entusiasmo li hanno seguiti in terra molisana . A loro certamente la dedica per questo traguardo da parte dei protagonisti di questa avventura che ci si augura possa finire con una storica vittoria. E' ciò che vuole Fabio Lupacchio, bomber rossonero autore di una pregevole marcatura a Venafro. "Ne avevo bisogno e sono contento per me stesso" commenta Lupacchio. "La rete di Venafro la dedico a Noemy la figlia di un caro tifoso che mi ha sempre sostenuto e a tutti i sostenitori del Castrovillari. Alla società ai miei compagni di squadra al mister Viola e allo staff tecnico in particolare al mio preparatore che mi sopporta il prof Gangemi”. Una dedica generale per Lupacchio che ora pensa già alla Sancataldese. “La speranza è di farne uno in finale, ma ancor di più di vedere il Castrovillari in serie D”. Grande entusiasmo in tutta la dirigenza come si evince dalle parole del Presidente Agostini: “E’ una grande festa per il Castrovillari. Abbiamo fatto un grande doppio confronto con il Venafro e siamo felicissimi per aver conquistato meritatamente questa finale. Complimenti a tutti, staff tecnico e giocatori ed un elogio particolare a capitan Musacco che oggi non si è fermato un attimo nel rettangolo di gioco di Venafro” afferma Agostini che ringrazia Franco Viola per quanto fatto fino ad ora ed i tifosi . “ Un grazie al tecnico per averci regalato questo sogno ed ai tifosi che ci stanno seguendo ovunque. Ora ci tocca la Sancataldese, un osso duro certamente, un avversario di ottima fattura, ma noi siamo pronti per questa battaglia e riportare il Castrovillari nella serie che gli compete. La serie D. Forza ragazzi tutti in Sicilia”. Non poteva mancare Alessandro Di Dieco in questa grande festa. E' lui certamente l'artefice principale dei successi del Castrovillari. Il co-presidente dopo averla sfiorata questa finale due anni fa ora è pronto ad entrare nella storia. "Si è ciò che vogliamo tutti. Dopo anni di sacrifici e anche di delusioni siamo pronti a regalare e regalarci un prestigioso traguardo. Un traguardo importante che merita Castrovillari. Ora però la festa deve finire, bisogna ritornare a lavoro, manca ancora un ostacolo da superare, certamente il più difficile. Ma noi ci crediamo...serie D vogliamo conquistarti". Michele Martinisi