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31 maggio 2016...è trascorso un anno senza Padre Adolfo

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31 maggio 2016...è trascorso un anno senza Padre Adolfo
IL DIARIO
anno XIV n. 17 - In distribuzione venerdì 27 maggio 2016
di CASTROVILLARI e del POLLINO
Filomena sfiora l’oro
ai Campionati Italiani di Pizza Api
Argento anche nella
competizione a squadre
Castro in finale come dieci anni fa
Allora battemmo il Gragnano
ora è la Sancataldese
l’ultimo ostacolo per la serie D
31 maggio 2016...è trascorso
un anno senza Padre Adolfo
Forza Italia denuncia il degrado dei trasporti pubblici
IL DIARIO anno XIV n. 17 PAG. 2
Di chi è la colpa del degrado dell’Autostazione e
del trasporto pubblico inefficiente a Castrovillari e nel Pollino? L’Interrogativo lo pone Francesco Martino Responsabile del Dipartimento
Trasporti di Forza Italia Castrovillari.
L’Autostazione situata al centro della città che
dovrebbe essere uno dei “fiori all’occhiello”,
versa nell’assoluto abbandono e degrado con
sporcizia ovunque, senza un bagno pubblico
dove l’utenza che arriva non può espletare i propri bisogni e priva di sicurezza nelle ore notturne dovuto ad una scarsissima illuminazione
tipica di cimitero.
Così come la corsa diretta Castrovillari – Catanzaro, da tempo memorabile che si parla per disporre una linea diretta che colleghi Castrovillari
Il Consiglio comunale di Castrovillari ha approvato, con i soli voti della maggioranza, nella serata del 23 maggio il bilancio di previsione
2016/2018, con gli altri punti propedeutici, illustrati dall’Assessore Giovanna Leonetti con l’Apporto dell’Assessore Aldo Visciglia sul Piano
Triennale delle Opere Pubbliche modificato ed
il Piano di Alienazione, che punta la sua azione
continuando a impegnare risorse proprie ed intercettate sul sociale, l’integrazione, la cultura, il
turismo, l’ istruzione, le attività produttive con
attenzioni per il Consorzio PIP-le produzioni
agricole-il commercio per aree pubbliche, l’arredo urbano, il verde pubblico,i servizi-senza aumentare la pressione fiscale come è stato
affermato tra l’altro dal Sindaco Domenico Lo
Polito a conclusione della seduta-nonostante i
ridotti trasferimenti erariali rispetto al 2015 di
oltre 300mila euro, i vincoli imposti dal Fondo di
Rotazione, dalla razionalizzazione e rigore della
spesa, dal patto di stabilità interno , dal principio
di prudenza, nonché dall’obbligatorietà di costituire un Fondo Crediti di dubbia esigibilità, secondo le norme vigenti, che di fatto, limita le
scelte programmatiche dell’amministrazione le
quali , comunque, si muovono con determinazione- come è stato detto- per rilanciare lo sviluppo della collettività senza perdere di vista
l'ottimizzazione possibile dell'esistente attraverso più azioni.
All'unanimità il regolamento del baratto amministrativo
Passati all'unanimità solo il regolamento del baratto amministrativo ed uno dei punti propedeutici al Bilancio che non prevede alcun
incarico di collaborazione autonoma per il 2016.
Il baratto amministrativo ( già posto dalle Civiche nel giorno dell’'insediamento dell'odierno
Consiglio) prevede , in forma sperimentale, la
resa di servizi da parte di cittadini che non
hanno potuto onorare i tributi locali; questo è
stato illustrato dalla presidente della 3^ Commissione Era Rocco, dopo aver chiesto l’inversione del punto. Nell’introduzione la stessa ha
ringraziato la minoranza per la forte collaborazione. La consigliera Guaragna a nome delle Civiche poi ha richiamato la portata dell’azione
proposta dal suo Gruppo e l’importanza della sinergia da cui nasceva il regolamento.
al Capoluogo di Regione e che in passato è stato
oggetto di richieste e petizioni affinché questa
tratta venisse istituita.
Siamo rammaricati che il nostro assessore regionale al ramo, nonché nostro concittadino, la
pensi in modo contrario, così come ha dichiarato pubblicamente, in quanto i costi sarebbero
esorbitanti.
Vogliamo sperare che quanto detto sia frutto di
una “frettolosa analisi” e non di altro, ricordando
che per raggiungere Catanzaro (da Castrovillari)
il tempo di percorrenza e di oltre tre ore sempre
ché, non si perda la coincidenza a Cosenza!!!
A nostro avviso, la soluzione non solo non comporta costi aggiuntivi, ma riduce anche il costo
dell’azienda che espleta tale servizio, tale da
rendere agevole raggiungere Catanzaro (da Castrovillari) e viceversa in un tempo più che ragionevole e senza mille peripezie.
Il Responsabile del Dipartimento Trasporti ,
pone l’accento su come di continuo, le varie
aziende di trasporto pubblico, mettano sotto assedio la Giunta e il Consiglio regionale, per l’erogazione delle somme a loro destinate. “Milioni
di euro sborsati per un sistema di servizi spesso
carente e non conforme alle esigenze del territorio“, ha dichiarato Martino secondo cui “occorre cambiare rotta, utilizzando nel migliore
dei modi gli strumenti a disposizione per l’ammodernamento e la riorganizzazione del trasporto pubblico”.
Il coordinatore Cittadino Roberto Senise, nel
Approvato il bilancio
di previsione
CONSIGLIO COMUNALE
Interpellanze delle Civiche
Il consiglio ha anche affrontato due interpellanze delle Civiche. Alla prima, presentata dal
consigliere Onofrio Massarotti sulla situazione
della nuova ubicazione in città dell'Agenzia
delle Entrate, ha risposto il Sindaco, Domenico
Lo Polito, assicurando che l'iter del trasferimento
a palazzo Gallo sta per definirsi appena gli uffici
concluderanno le procedure per la documentazione riguardante l'antincendio. Mentre sull'altra illustrata dal consigliere Peppe Santagada
per avere informazioni certe circa la mancanza
di alcuni arredi a palazzo Varcasia, il primo cittadino ha assicurato che presto , da parte degli Uffici, verrà consegnata una risposta scritta con le
opportune informazioni richieste.
Le critiche delle Civiche sul Bilancio
Ritornando al cuore del Consiglio : il Bilancio di
previsione, si è registrato che il documento contabile, con gli altri punti propedeutici , è stato
affrontato con una discussione complessiva , ma
votato per argomenti come proposto dalla
maggioranza attraverso il presidente, Piero Vico.
Qui si sono succedute , senza mezzi termini, le
critiche delle Civiche evidenziando inconsistenza, incongruenze nelle sezioni programmatiche e strategiche, nei dati del DUP, nulla
riscossione dei tributi, sulla somma di mille euro
per il PIP, per non parlare delle finalizzazioni ,
secondo loro più vicine a messaggi politici che
a vere e concrete risposte alle tante urgenze ed
esigenze di crescita e di attesa della popolazione e delle capacità presenti nel territorio.
Nelle varie analisi di critica non sono mancati i richiami alla massa debitoria, alla tombatura e
chiusura della discarica di Campolescia, alle caratteristiche d’inclusione e partecipazione su cui
si è mosso ed improntato il Bilancio perché , an-
puntare il dito contro l’Amministrazione Comunale latitante su questioni igienico sanitarie e di
pubblica sicurezza dovuto al degrado dell’Autostazione, ha dichiarato: “Un efficiente trasporto
pubblico incide sulla qualità della vita dei cittadini, ma a Castrovillari e nel Pollino la situazione
è drammatica, con collegamenti difficili che
contrasta la forte vocazione turistica del territorio, e la Regione non può permettersi un simile
livello di arretratezza costringendo i cittadini ad
un continuo calvario quotidiano. Una situazione non più sostenibile, che comporta perdita
di tempo, di ore lavorative e di salute, ribadendo
la necessità di costruire un sistema viario efficiente e moderno che non penalizzi il Pollino
ed il Territorio”.
Un bilancio improntato alla crescita ed all’inclusione sociale secondo la maggioranza
Per la maggioranza il nuovo documento contabile, con gli altri elementi che lo consistono ed il
Piano Triennale delle Opere ,secondo le direttrici
strategiche già presenti nel Documento Unico
di Programmazione, oltre ad essere espressione
di un percorso d'inclusione sociale e di una partecipazione trasversale a più livelli con più soggetti, è la traccia chiara, semplice e al momento
possibile per rilanciare una nuova crescita.
Senza pensare a cose non realizzabili bensì ad
obiettivi concreti e certi per il bene comune.
Tutto ciò rimandando al mittente i dubbi e le critiche pure sulla discarica di Campolescia per la
quale l’Amministrazione è impegnata per metterla in sicurezza a tutela del territorio, dell’esistente e del comparto; sul Pip, sull’impegno per
la scuola, per il Teatro CineVittoria per il quale
sono stati spiegati gli impegni e per la crescita
dei Comitati di quartiere per i quali il primo cittadino ha annunciato che presto avranno una
loro sede nel rione Civita.
Queste le iniziative che il bilancio contempla ed
oggetto del confronto: interventi nel sociale attraverso risorse del Comune per circa 120mila
euro, finalizzati al sostegno dei portatori di
handicap, dei minori in difficoltà, dell’inserimento al lavoro (borse-lavoro), alle necessità di
famiglie bisognose a rischio emarginazione.
Altre risorse provenienti dallo Stato sono per la
gestione dello SPRAR ( l’accoglienza di richiedenti /titolari di Protezione internazionale e dei
loro familiari); per la cultura e promozione turistica le risorse ammontano a circa 100mila euro
oltre ad iniziative volte a far decollare questo
territorio anche oltre i confini comunali utilizzando bandi regionali come quello per il progetto CIVITA NOVA D.U.E.; risorse per 770mila
euro, di cui 500mila euro provenienti da Stato e
Regione, riguardano, poi, interventi nell’istruzione da destinare alle strutture scolastiche, al
funzionamento delle stesse e nella collaborazione per la formulazione di progetti col MIUR.
Non mancano Interventi a sostegno delle attività produttive attraverso la creazione di un
fondo garanzia confidi (con uno stanziamento
iniziale di 15mila euro ) che possa facilitare l’accesso al credito ed uno sguardo alla valorizzazione dei prodotti agricoli del nostro territorio,
stanziando un piccolo badget di 3mila euro – è
stato precisato-nella consapevolezza della opportunità di attivare delle iniziative per ‘agricoltura. Tra le spese in conto capitale, è stato
segnalata la riqualificazione del CSV (Centro servizi volontariato) di Canal Greco, opera già destinataria di finanziamento, e la sistemazione
della viabilità della frana Madonna del Castello,
opera anch’essa già coperta da finanziamento
senza perdere di vista il dissesto idrogeologico
che interessa un versante del Colle dove insiste
il Santuario. Altri interventi sono programmati
per gli anni 2017 e 2018, secondo il piano triennale delle opere pubbliche, già approvato con
Delibera di Giunta Comunale, illustrati dall’assessore Visciglia che prevedono una decina di
obiettivi. Le entrate previste per gli oneri di urbanizzazione pari a 350 mila euro - è stato ricordato- sono state destinate prevalentemente
alla manutenzione delle strade, degli immobili e
dell’arredo urbano, oltre che alla eliminazione
delle barrire architettoniche.
Il piano delle alienazioni che prevede la valorizzazioni di alcuni immobili e fondi da destinare
ai giovani presentato dall’Assessore Visciglia e
la verifica delle quantità e qualità delle aree e
fabbricati da destinarsi alla residenza o attività
produttive e terziare palesate dall’Assessore
Leonettic he potranno essere cedute in proprietà o diritto di superfice riguardanti l’area artigianale di piccola industria o ex Area Pip con
il DUP hanno poi disegnato le intenzioni e le
idee che ha l’amministrazione per valorizzare il
patrimonio e renderlo a quelle capacità che dell’intrapresa fanno la loro capacità di essere.
L’Assemblea dei lavoratori del Comune di Castrovillari, svoltasi nei giorni scorsi nel salone del
palazzo di città, ha affrontato diffusamente le
questioni legate al contratto decentrato, alla liquidazione del salario accessorio 2014/2015 ed
ai part time, decidendo per questi ultimi l’aumento dell’orario di lavoro.
L’urgenza improrogabile per i part time, scaturita dal dibattito, è stata riconsegnata alla rappresentanza sindacale unitaria ed ai Territoriali
che dovranno chiedere un incontro all’Amministrazione comunale per concretizzare tale esigenza e inserirla in un contesto più generale di
riorganizzazione degli uffici.
Forte e chiaro, in più passaggi, da parte di queste unità, l’importanza di avere riconosciuto
questo diritto dopo anni d’impegno, creando le
condizioni per dare soluzione definitiva alle diverse posizioni anche alla luce dei pensionamenti che si succedono nell’ente.
Presenti per l’occasione, oltre la rappresentanza
sindacale unitaria, i dirigenti territoriali di categoria Franco Spingola per la Cgil, Antonello Borsani per la Cisl e Silvano Scarpino per la Uil che,
in più modi e da diverse angolazioni, hanno richiamato , spiegato e rilanciato l’impegno unitario del Sindacato per le legittime istanze e per
il contratto decentrato.
I lavori sono stati introdotti dal coordinatore
Pino Basile - che ha convocato i dipendenti- e
contrassegnati da diversi interventi sul perché
del momento e sull’importanza di coinvolgimenti e gesti del genere.
L’assemblea durante il confronto ha espresso
pure esigenze ed urgenze legate all’organizzazione del personale che , nell’ultimo incontro
della delegazione trattante con la parte pubblica, sono state affrontate con l’Amministrazione e la dirigenza alla luce di una ventilata
rimodulazione dell’esistente per ottimizzare la
“macchina municipale”.
cora per le Civiche, il documento non era stato
valutato da tutti i Comitati di quartiere . Ancora,
secondo le Civiche, il Piano delle opere non
prevede la costruzione di pozzi d’acqua per
sganciarsi dalla Sorical.
Affrontate le questioni legate al contratto decentrato
alla liquidazione del salario accessorio ed ai part time
ASSEMBLEA DEI LAVORATORI DEL COMUNE DI CASTROVILLARI
31 maggio 2016...è trascorso un anno senza Padre Adolfo
IL DIARIO anno XIV n.17 PAG. 3
Ricordare Padre Adolfo oggi significa ricordare
la storia di un uomo, ma anche la nostra di storia, quella di una comunità colpita al cuore,
quella mattinata del 31 maggio 2015, il giorno
della Santissima Trinità, il giorno in cui tornava
alla casa celeste padre Adolfo Della Torre, indimenticabile parroco della chiesa di San Francesco. «Per noi castrovillaresi - così ne traccia il
profilo Antonio Paiella - Padre Adolfo è sempre
stato un punto di riferimento, egli incarnava la
vera sequela del santo di Assisi, povero fra i poveri. Distribuiva sorrisi ed incoraggiamenti a
tutti, aveva sempre una parola di speranza e di
conforto per tutti, instancabile missionario di
semplicità e di amore. Nelle sue omelie, brevi
ma incisive, concludeva sempre dicendo che
siamo nati per conoscere, amare e servire il Signore: questa era la sua missione, questa voleva
che fosse la nostra. Nessun fedele poteva uscire
dalla messa senza ricordare almeno una frase
della sua predica, frase evangelica che rimaneva impressa nella mente e accompagnava
l’intera giornata illuminandola di senso.Con il
suo vocione inconfondibile soleva ripetere il
motto dei cristiani martiri di Abitene: “Sine Dominico non possumus!” (“Senza la domenica
non possiamo vivere!”).E’ riuscito a far riavvicinare molti alla Chiesa, grazie al suo modo diretto di comunicare ed alla sua bontà, che non
escludeva nessuno, incapace di pregiudizi di
sorta. Alla fine della messa domenicale scendeva dall’altare e si avvicinava sempre ai parrocchiani semplicemente per parlare con loro,
per scambiare qualche simpatica battuta e per
strappare un sorriso, per accogliere e per servire. Girava sempre nel quartiere della parrocchia, non c’era persona di cui non ricordasse
mestiere, nome dei figli, vicissitudini familiari».
Nel 2005 ottenne il premio di cittadino dell’anno conferito dalla testata “il Diario di Castrovillari” alle personalità che si sono
particolarmente contraddistinte nella vita sociale e culturale della città con la seguente motivazione: «Per il costante impegno in favore
della comunità sociale, a difesa, soprattutto,
degli emarginati e dei più deboli, Padre Adolfo
della Torre costituisce, da tempo, un vero e proprio punto di riferimento per la comunità castrovillarese. Di carattere schivo, la sua missione
si svolge nell’ombra, e ben lo sanno quanti, costretti da bisogni materiali o spirituali, necessitando di una parola di conforto e di speranza, o,
a volte, anche di un piccolo sostegno di natura
economica, a lui si rivolgono, sapendo che, seppur nella sue modeste possibilità, potrà dar
loro una mano. Padre Adolfo della Torre, rappresenta, pertanto, a giusto diritto, per la comunità cittadina, un esempio da seguire».
Un esempio per tutti quelli che lo hanno incontrato e amato, per i poveri che in lui hanno trovato consolazione e aiuto, per chi credeva e
grazie a lui ha rafforzato la sua fede, per chi non
credeva e si sentiva accolto e amato. La sua vita
è stata un vangelo vivente, lui è stato un testimone appassionato e appassionante di quel Dio
Amore, di quella roccia sulla quale si costruisce
la casa e che né il vento né le tempeste potranno mai portare via. Padre Adolfo ha saputo
mostrare il volto bello della Chiesa, quello di una
madre che ama sempre, nonostante tutto, i suoi
figli, una figura che mostrava come la potenza
della grazia di Dio operi nelle persone, un prete
che sembrava conoscere solo le cose normali,
un prete che al primo sguardo sembrava avere
in sé qualcosa di speciale.
Padre Adolfo appartiene indissolubilmente a
Castrovillari e alla sua storia, l’ha segnata nei
Beatificazione del sacerdote calabrese
monsignor Francesco Maria Greco
Delegazioni del comune di Castrovillari e di San Basile
Si è svolta, sabato 21 maggio, a Cosenza,
presso lo stadio comunale “Marulla”, la celebrazione per la beatificazione del sacerdote calabrese, monsignor Francesco Maria Greco,
fondatore delle Suore Piccole Operaie dei Sacri
Cuori, istituto che opera anche nel capoluogo
del Pollino con particolare attenzione verso il
disagio e il bisogno.
Per il Comune di Castrovillari era presente la
Presidente della quarta Commissione, Serena
Carrozzino, la quale ha partecipato all’evento in
seguito all’invito proprio delle Piccole Operaie
“che quotidianamente – ha sottolineato la rappresentante istituzionale- operano per la pro-
mozione della dignità umana attraverso azioni
didattiche e di servizio alle urgenze ed esigenze
della comunità. “
“Particolare ringraziamento- ha aggiunto la
Carrozzino- va alla Piccola Operaia, Suor Angela, e a don Nicola Arcuri, quest’ultimo parroco della SS. Trinità, per avermi coinvolto in
questa bella esperienza che mi ha lasciato
tanto e che non dimenticherò mai, anche per
le sensazioni che mi ha suscitato, grazie ad un
coinvolgimento umano che porterò sempre
con me e che mi guiderà nell’impegno per lo
sviluppo e la crescita del bene comune.”
«Non una semplice passerella istituzionale, ma
un profondo sentimento di partecipazione per
dare risalto ad una figura che ha tanto da insegnare al nostro tempo ed alle giovani generazioni».
Anche il sindaco di San Basile, Vincenzo Tamburi, ha partecipato nei giorni scorsi alla beatificazione del sacerdote calabrese, monsignor
Francesco Maria Greco, fondatore delle Scuore
Piccole Operaie dei Sacri Cuori, con un nutrito
gruppo di rappresentanti della cittadina (ben
tre pullman).
«La passione e l'attenzione che il beato Francesco Maria Greco aveva verso il disagio e il bisogno della società sono da pungolo per noi
fatti e nei sentimenti. Ha dato voce a chi non
l’aveva e dignità a chi era ai margini e il patrimonio che ha lasciato continua a dare frutti
nella sua Comunità, che si è appropriata della
sua passione e della sua capacità di dialogare
con tutti: lo incontravi e non ti dava mai l’impressione di avere fretta, sul suo volto nonostante qualche ruga, era assente la frenesia di
chi si sente sempre inseguito dagli impegni.
Oggi, nella vigilia del primo anniversario della
sua scomparsa, naturalmente ci troviamo a ricordarlo con maggiore forza, e, così come a San
Francesco a Castrovillari, Padre Adolfo verrà ricordato anche alla Basilica dell’Immacolata a Catanzaro. Nel ricordare Padre Adolfo, non
dimenticheremo di “non aver paura di andare
verso le periferie della vita”, come ci ha invitato
a fare papa Francesco e non dimenticheremo
che Padre Adolfo voleva una Chiesa che accoglie, che ama, che non distoglie lo sguardo di
fronte agli ultimi.
Addio fratello nostro, non hai lasciato sola questa comunità, il tuo ricordo è più forte di qualsivoglia distacco.
Angelo Filomia
amministratori affinchè davvero restiamo vigili
ed attenti verso gli ultimi e coloro che soffrono.
La sfida educativa, politica e sociale del nostro
tempo è proprio questa - ha continuato l'amministratore di San Basile - riuscire a costruire,
isituzioni laiche ed ecclesiali insieme, quella
rete di ascolto e risposta che può davvero cambiare la storia, il presente ed il futuro delle persone che abitano sui nostri territori»
La partecipazione presso lo Stadio comunale
“Marulla” ha visto la presenza del Sindaco Vincenzo Tamburi accompagnato da una delegazione di ragazze con l'abito tipico nuziale
arbereshe, il parroco don Basilio e suor Myriam
e Suor Placida che appartengono alla comunità
religiosa fondata da monsignor Greco con sede
nella cittadina del Pollino e tantissimi cittadini
di San Basile. Presenza nutrita e partecipata per
esprimere la vicinanza della comunità tutta nel
ricordo di questa mirabile figura di uomo - sacerdote impegnato per il bene comune. Una figura da raccontare e tenere viva nelle
generazioni future che non hanno avuto la possibilità di conoscerlo in vita, ma possono crescere apprendendo dalla sua opera di servizio.
IL DIARIO anno XIV n. 17 PAG. 4
Padre Adolfo Della Torre: il frate di tutti
In occasione del 1° anniversario della
morte terrena del mio caro amico P.
Adolfo, ho voluto ricordarlo realizzando un dipinto dove lo raffiguro in
atteggiamento di ascolto, verso tutte
le persone che si rivolgevano a lui,
meditando e offrendo al Signore le
sofferenze e le richieste di aiuto, impegnandosi in modo concreto, per
tutti indistintamente.
Allego una lettera scritta da un giornale di Chiari, piccolo paesino della
provincia di Brescia, dove è nato e ha
iniziato la sua vocazione umana e sacerdotale. In essa si descrive ciò che è
stata la sua missione religiosa. Un
uomo che ha dato la sua vita al Signore, offrendosi totalmente a Lui, attraverso la sua dedizione ai bisognosi.
Maestro Franco Zaccaro
Monsignor Rosario mi ha incaricato di
stilare queste righe per ricordare la figura di padre Adolfo Della Torre,
mancato lo scorso 31 maggio all’età
di 74 anni. Non lo conoscevo personalmente, ma alcune gentili persone
che gli sono state amiche mi hanno
messo a disposizione il materiale necessario. Una sensazione mi ha subito
pervaso quando ho incominciato a
consultare i documenti: quella di trovarmi davanti a una figura di uomo e
sacerdote di grandissima statura morale e religiosa. Padre Adolfo era nato
a Chiari il 26 Agosto 1940 e , nella
religiosità della sua famiglia, nei sacerdoti del suo oratorio e della sua
parrocchia, trovò le ragioni di una
profonda vocazione. Fu ordinato sacerdote nella primavera del 1966, una
stagione irripetibile in cui cinque giovani clarensi (con lui padre Teofilo Malinverno, padre Enzo Faglia, don
Gianni Festa e padre Luciano Marini)
risposero congiuntamente alla chiamata del signore e il 26 giugno celebrarono la santa messa in Duomo
assieme a don Giuseppe Grazioli, nel
cinquantesimo di messa, e al vescovo
Luigi Morstabilini. Alcuni non più giovani ricordano ancora con gioia
quella domenica così singolare. Padre
Adolfo svolse il suo ministero a Rivoltella del Garda dal 1966 al 1970 a
Roma presso i Santi Pietro e Paolo all’
EUR dal 1970 al 1976, a Verona dal
1976 al 1982, in Spagna a Berriozar
dal 1982 al 1989 e a Elizondo dal 1989
al 1991, quindi a Trieste dal 1991 al
1992, a Catanzaro nella Basilica dell’Immacolata dal 1992 al 1995, a Ca-
strovillari nella Parrocchia San Francesco di Paola dal 1995 al 2007, infine
di nuovo a Catanzaro dal 2007 al 31
maggio 2015, festività della Santissima Trinità, quando è tornato alla
Casa del Padre. Due settimane prima,
durante l’omelia dell’Ascensione,
aveva giusto accennato, con parole
premonitrici, a quella casa “a cui tutti
torneremo…”. Se oggi Papa Francesco incoraggia il ritorno a una chiesa
povera, essenziale, vicina agli ultimi,
possiamo dire che padre Adolfo ne è
stato una specie di precursore.
Quando terminava la celebrazione
della Messa era solito scendere tra i
banchi e salutare tutti, uno per uno,
stringendo mani, accarezzando volti,
sorridendo ai più distanti. Non vi
viene in mente qualcuno? Lo si incontrava nelle strade, nelle piazze, nei
negozi, nelle sedi istituzionali; sapeva
capire l evolversi dei tempi, i nuovi bisogni e le nuove povertà senza distinzioni di razza o religione. Fu
sostenitore della Caritas, pioniere nell’accoglienza, aiuto concreto per chi
aveva fame di pane e di casa. Dedicò
particolare attenzione ai disabili, considerandoli una risorsa, e così i vecchi
e i bambini. Volle che la parrocchia
fosse un luogo d’incontro per tutti:
singoli, associazioni, gruppi, movimenti laici e religiosi, primi e ultimi.
Favorì il dialogo nel segno della Parola e del carisma francescano. Fece il
suo “NO alla guerra!” di San Giovanni
Paolo secondo esponendo sul campanile la bandiera della pace, incurante delle critiche che pure
arrivarono numerose. Nel 2004 fu
eletto “cittadino dell’anno”. Nel 2007 i
suoi superiori lo destinarono ad altra
sede, dopo 12 anni a Castrovillari, e la
cittadina quasi si rivoltò: gli venne
persino conferita la cittadinanza onoraria - evento più che straordinario –
per riconoscergli i numerosi meriti,
ma anche per far pressione sui suoi
superiori affinché recedessero dal
proposito. Non ci riuscirono, ma il
segno del suo passaggio era rimasto,
indelebile. Quando gli chiesero se lui,
uomo del Nord, si sentisse calabrese,
rispose che si sentiva figlio della terra
in cui viveva e quindi si, ormai era un
uomo di Calabria e in quella terra
volle essere sepolto. I solenni funerali
si sono celebrati lo scorso 3 giugno
alla presenza del vescovo di Cassano
allo Jonio, mons. Francesco Savino. Vi
hanno partecipato numerose persone giunte da tutte le parrocchie in
cui aveva prestato servizio in quasi
cinquant’anni di sacerdozio. Nell’occasione il commissario straordinario
di Castrovillari ha proclamato il lutto
cittadino, atto spontaneo nato dalla
sollecitazione di semplici cittadini,
istituzione, militari, politici, rappresentanti dell’economia e della cultura.
Adesso le spoglie di padre Adolfo riposano nel cimitero della cittadina
calabra, tuttavia la sua voce potente,
complici le moderne tecnologie, non
si è per nulla spenta. Antonio di Lieto,
insegnante di religione, alcuni anni fa
fu richiamato all’interno della Basilica
dell’Immacolata a Catanzaro dalla
voce potente del sacerdote che in
quel momento stava predicando. Gli
parve che lo stesse chiamando, o meglio che volesse dare una scossa alle
sue ansie e alle sue paure. Allora si
presentò, gliene chiese l’autorizzazione, e cominciò a riprendere le sue
omelie e a pubblicarle sul sito
www.bellanotizia.it/omelie.html. In
breve cominciarono ad arrivargli messaggi da molte parti d Italia e del
mondo di persone che aspettavano di
sentire la sua parola. Le omelie sono
170, registrate negli ultimi sei anni:
vale la pena ascoltarle. Si capisce che
cosa vuol dire “parlar chiaro” in tempi
confusi in cui, di chiarezza, si sente un
gran bisogno. Contenuto della lettera
scritta da Roberto Bedogna
La messa sarà celebrata martedì 31
Maggio 2016 alle ore 18:30 nella
Chiesa di San Francesco di Paola a
Castrovillari.
I Baratta: una grande famiglia massonica (prima parte)
IL DIARIO anno XIV n. 17 PAG. 5
L’antica e nobile famiglia Baratta è tra
quelle che hanno fatto la storia di Castrovillari. Protagonisti indiscussi
delle vicende sociali, economiche e
culturali della nostra città i Baratta
sono stati intellettuali, scrittori, politici, patrioti, medici (alchimisti?) e soprattutto massoni. Secondo il Fiore
erano strettamente imparentati con i
principi Sanseverino, come riporta
l’Archivio Segreto Vaticano (reg.
lat.1047 ff.265v 267v) che cita Artale
Baratta familiare del principe di Bisignano, Bernardino Sanseverino.
Come cita un altro storico, Cristoforo
Pepe, nelle “Memorie Storiche della
Città di Castrovillari” la famiglia Baratta Dragone è giunta a Castrovillari
al seguito dei Normanni già nel XI secolo e, infatti, in alcuni documenti
storici figurano nomi di chiara derivazione normanna, come in un rogito
del 1337, Ruggiero Dragone (o Drogone) soprannominato il Baratta
(questo soprannome che viene attestato in Italia, a Genova, in documenti
del 1150 e a Firenze «in forma di cognome» già nel 1268, secondo alcuni
esperti potrebbe avere alla base la
voce celtica “barad”, irl “brath”, cimbro
“brad” che verrebbe attribuito a funzionari politici che si occupavano
degli “affari” pubblici per conto dei signori del tempo ossia i Normanni) e
in una pergamena del 1340, Guglielmo Baratta. Ancora il Pepe ci ricorda che la famiglia Baratta aveva
legami di parentela con gli Angioini:
Ugone Baratta da Castrovillari era familiare e cameriere della regina Giovanna I^ (tale onorificenza che
corrisponderebbe oggi alla carica di
“consigliere” personale era destinata
esclusivamente a persone molto vicine alla famiglia reale o comunque
legate da vincoli parentali alla stessa),
cavaliere gerosolimitano e fondatore
di vari luoghi pii; Normanno fu cavaliere della regina Giovanna II^ e duca
di Rugiano (ed è con lui che la famiglia ottiene il titolo ducale); Alessandro oratore di Carlo II Re di
Spagna[...]». Da una pergamena del
1368 sappiamo che la regina Giovanna I dà l’investitura del feudo di Bidona, territorio confinante con i fiumi
Coscile e Garga a Giovannuzzo, figlio
del castrovillarese Pietro Romano. Il
feudo che doveva trovarsi nella contrada Cammarata, era formato di
grandi estensioni di terreno variamente coltivate e di un villaggio. Passato, poi, sotto il dominio della
famiglia Dragone Baratta, il villaggio
fu distrutto. Come ci ricorda anche Ettore Miraglia nei suoi scritti, il nobile
Roberto Baratta fu uno dei più strenui
difensori e sostenitori della libertà di
Castrovillari contro l’odiato giogo baronale, ma ciò gli valse soltanto patimenti, persecuzioni ed esilio.
Nell’anno 1536 quando fu Sindaco
dei Nobili di Castrovillari convocò il
pubblico parlamento contro il feudatario Giovan Battista Spinelli, il giovane Duca di Castrovillari, chiedendo
il regio demanio. Nel gennaio del
1568 da Napoli inviava una missiva al
N.H Marco Antonio Baratta Sindaco e
agli eletti dell’Universitas di Castrovillari. Egli pare si trovasse a Napoli per
depositare quei mille ducati che do-
vevano servire per sostenere le spese
di giudizio durante la causa tra l’Universitas castrovillarese e gli Spinelli. Il
Duca non gli perdonò il suo impegno
e, costretto a lasciare la città, trovò
asilo alla corte di Pietro Antonio Sanseverino, principe di Bisignano. Ancora il Pepe scrive come «[...]sul finire
del Settecento le idee di libertà, di
uguaglianza e di giustizia sociale portate dalla Rivoluzione Francese trovarono sostenitori entusiasti anche a
Castrovillari. Così sorse anche nel nostro paese la prima setta liberale, animata dalla famiglia Baratta e
sostenuta dalle famiglie Gallo, Giannitelli, Pellegrini ecc. che risvegliò il
popolo castrovillarese. Quando poi,
nel 1799, i francesi entrarono a Napoli
e proclamarono la Repubblica partenopea, a Castrovillari per tutta una
notte si ballò e si cantò intorno all’albero della Libertà eretto in Piazza
Gallo e fu preparata la vendetta per
tutte le ingiustizie subite durante i
trecentottanta anni di schiavitù feudale[...]». In realtà la famiglia Baratta
«era diventata il fulcro dell’attività cospirativa castrovillarese, centro e
anima delle riunioni massoniche, sostenuta e coadiuvata dai Pellegrini ai
quali i Baratta erano legati peraltro da
vincoli di parentela». Anche se dal Catasto Onciario di Castrovillari del 1743
pubblicato in “Castrovillari 1743. Uno
spaccato di vita d’altri tempi” di Salvatore Bugliaro e Antonio Sitongia, apprendiamo che nel rione Motta,
ubicato alle spalle del Conservatorio
delle Pentite, in prossimità della Porta
di Fiumicello, sorgevano le case delle
famiglie illustri come quella dei Baratta, tuttavia il noto palazzo della famiglia ubicato su Corso Garibaldi e
recante la data del restauro del 1885,
ha sicuramente origini più antiche del
XIX secolo. Qui è possibile ammirare
il portale in pietra, l’unico della città
di Castrovillari, a forma di “compasso”
(lo avevate mai notato?). All’interno
del palazzo da me visitato sotto la
preziosa guida del sig.N.H. Paolo Baratta, uno dei discendenti della suddetta famiglia, rimane un bassorilievo
molto particolare: un corpo centrale
(parte di un ramo?) dal quale si dipartono, in modo simmetrico, due rametti a V, verso destra, e due verso
sinistra. E’ probabile che il bassorilievo abbia subito qualche restauro
fatto da mano inesperta, e che in origine presentasse qualche particolare,
adesso non più visibile, tuttavia si ravvisano, in mezzo ai rametti, due fiori
di giglio araldico (più preciso ed evidente quello sulla sinistra di chi
guarda). Il prof. Enrico Iaccino, studioso di esoterismo ed alchimia e mio
grande amico, esaminando il simbolo
ha aggiunto che «il Fiore di Giglio
araldico corrisponde alla Rosa Ermetica: unito alla croce ha lo stesso significato, ossia quello di Rosacroce.
Ciò significa che nel palazzo hanno
abitato dei personaggi che praticavano le Scienze Ermetiche; in questo
caso i due rametti a V ( il n. 5 Romano),
possono simboleggiare la doppia
Quintessenza (uniti per i vertici, formano una X ( il 10 Romano), numero
della grande Opera Alchemica. Inoltre, tutto il bassorilievo, ha la forma di
una croce che, unita al giglio, può fare
pensare che il palazzo sia stato dimora di un Rosacroce, ossia di un vero
maestro ermetico». Nella sala principale che affaccia sul corso, il sig. N.H.
Paolo Baratta ha fatto eseguire una
“ricostruzione” dei decori dei soffitti
ormai andati perduti, in trompe l’oeil,
da una prestigiosa ditta di Monopoli
che ancora oggi si ispira alle antiche
tecniche di un suo illustre concittadino decoratore, Ignazio Perricci,
(Monopoli 18/12/1834 - Napoli
4/05/1907) che eseguì numerosi lavori al castello ducale di Corigliano
tra cui il soffitto con effetto appunto
in trompe l’oeil del Salone degli Spec-
chi, senza dimenticare che è anche
l’autore delle decorazioni della Sala
degli Specchi al Quirinale. La ditta ha
riproposto, in particolare, una copia
del famoso oculo della Camera Picta,
capolavoro di Andrea Mantegna eseguito nella stanza collocata nel torrione est del castello di Mantova tra il
1466 e il 1474. Tale rifacimento mette
in risalto il motivo decorativo del pavone poiché sembra che l’animale
fosse ampiamente raffigurato negli
stessi decori originali, tra cui quelli
degli ambienti dove un tempo era lo
studio medico dei Baratta. Ho avuto
modo di ammirare anche l’emblema
della famiglia Baratta, concesso loro
dagli Angioini intorno 1379-1380,
precisamente da Giovanna I d’Angiò
(concessione voluta e dovuta grazie
al passaggio del feudo di Bidona ai
Baratta che in quell’occasione ottennero il titolo di baroni). Come emblema gli fu concesso il capo d’Angiò,
privilegio dato solo alle famiglie di
grande fedeltà o comunque con legami di parentela con la famiglia
reale. Il primo stemma dei Baratta
aveva sulla cima la corona di barone
poi sostituita con quella attuale con
titolo ducale poiché Normanno Baratta ebbe il titolo di duca di Rugiano
intorno al 1420 da Giovanna II d’Angiò. (tale titolo rimane in essere su
ogni primogenito maschio lasciando
al secondogenito il titolo cadetto di
barone). Lo stemma ha esternamente
il manto araldico, ha come scudo
quello francese moderno ed è diviso
secondo il capo d’Angiò, ossia di azzurro (Angiò - Plantageneti) carico di
tre gigli d’oro ordinati in fascia ed alternati da quattro denti di un lambello rosso nella parte superiore
(onorificenza introdotta in Italia da
Carlo d’Angiò nel 1295 e divenuta distintiva della parte guelfa) e di rosso
(Angiò-Plantageneti di Sicilia) nella
parte inferiore, con il leone dorato
simbolo della casata Angiò di Sicilia.
Lo stemma è posto su una sorta di caminetto murato che farebbe pensare
piuttosto ad un antico accesso, forse
un passaggio segreto ad altri ambienti (lo studio di un alchimista? una
sala per le riunioni massoniche?)
Sempre secondo il prof. Enrico Iaccino, a proposito dello stemma e del
“finto” caminetto, «il Leone che rappresenta la potenza, l’incorruttibilità
e la perfezione è simbolo dell’ oro (alchemico e naturale). I testi alchemici
denominano Leone la materia che,
nella preparazione del solvente, accoglie in sé lo Spirito Universale o Fuoco
Segreto (ciò spiegherebbe anche il
campo rosso). Il giglio araldico, come
già accennato, è il segno dell’adeptato e della sublime conoscenza; essendo tre, potrebbero indicare le tre
dottrine ermetiche Ermetiche: Alchimia, Magia e Astrologia. Il fatto che i
tre gigli si trovino sotto una forma
d’architrave che li copre, avvalora
l’ipotesi ermetica[...]. Soprattutto, stra-
ordinario è quello che dovrebbe essere un caminetto chiuso e che in realtà somiglia molto all’ entrata di un
Tempio Massonico, con le due colonne Jachin e Boaz». Poco conosciuto, ma molto interessante fu don
Michele Baratta: «Figlio di Matteo,
nacque a Castrovillari nella prima
metà del sec. XVI; era prete regolare
della diocesi di Mantova, allorché, nel
giugno del 1581, venne imprigionato
nelle locali carceri vescovili per aver
detto che “il figliuolo in divinis era
minor del padre quanto alla divinità” e
per aver mostrato “haver desiderio
della vittoria degli Ugonotti contro i Catholici et che haveva appresso di se al-
cuni libri scritti a mano sospetti d’heresia”. Nel corso del processo non nascose le sue idee[...] e con vigore disse
di credere “che nel giorno del giudizio
della generation humana sarà maggior
il numero dei salvati che dei dannati”.
Avendo però abiurato per salvare la
vita, venne condannato, “inter alias
penitentias sibi impositas ab officio
sancte Inquisitionis”, a far “elemosina
ad alcuni luoghi pii in quella quantità
e modo che da noi ti sarà imposto[...]Morì a Mantova intorno all’anno
1590.
(continua...)
Ines Ferrante
1944: il dott. Ladislao Swhwarz lamenta
le cattive condizioni dell’ospedale civile
IL DIARIO anno XIV n. 17 PAG. 6
Un documento, consegnatoci dalla prof.ssa Ines
Ferrante, durante un lavoro di ricerca storica relativa alle Confraternite e Opere Pie (tratto dall’Archivio Storico Comunale, alla categorie
Opere Pie) contiene una nota di garbata protesta che il dott. Ladislao Swhwarz, nel 1944, indirizzava al comune di Castrovillari, per lamentare
le cattive condizioni dell’ospedale civile della
città.
L’ospedale in questione è quello che era allocato nello stabile nel quale attualmente si trova
l’Archivio di Stato. Subito dopo la conclusione
delle II guerra mondiale e fino al varo del servizio sanitario nazionale, in quel palazzo operava
l’ECA, l’Ente Comunale di Assistenza.
Bene, l’ospedale di Castrovillari, negli anni ’40
era situato proprio presso il Ponte della Catena.
Sovrintendeva al suo corretto funzionamento il
medico condotto, che all’epoca era il dott. Salvatore Bisciglia.
Il dott. Schwarz, come tutti sanno, in quanto
ebreo straniero subì l’internamento, come tanti
suoi correligionari. L’ultimo “campo” nel quale fu
rinchiuso è stato quello di Ferramonti di Tarsia,
che fu attivo dal mese di giugno del 1940 fino
al 14 settembre del 1943, allorché le truppe alleate liberarono gli internati e smantellarono il
regime di confino al quale erano costretti. Alcuni lasciarono Ferramonti, altri continuarono a
rimanervi, in una condizione completamente diversa dal passato, avendo dato vita ad un’autogestione del campo.
Il dott. Schwarz, che, prima dello scoppio della
guerra, aveva conseguito la laurea presso l’uni-
Egregio Sig. Sindaco
Castrovillari
La pioggia torrenziale di stanotte penetrò attraverso il tetto in tutte le stanze di questo
ospedale Civile, allagando tutti gli ambienti,
danneggiando i soffitti e mettendo nel massimo disagio i tre malati ivi ricoverati, uno dei
quali operato di recente.
Il danno non è dovuto soltanto alla forza
maggiore, ne è solo colpa del passato regime
che preferiva proferire milioni nella costruzione di ospedali nuovi e lesinare le cento lire
per la manutenzione di quelli già esistenti.
Da due mesi che sto pregando il comune di
far aggiustare le tegole del tetto. Ebbi a scriverne anche a Lei qualche settimana fa. Ho
dato più di un mese fa un anticipo di Lit. 800
al capo muratore affinché inizi i lavori
quando i ritardi burocratici. Con l’\ unico risultato che l’altro ieri due muratori hanno
fatto delle passeggiate sul tetto, togliendo
delle tegole e lasciando il tetto in ....
...parte scoperto. Ieri 28 corrente m. fino la
sera giornata bellissima i due operai non si
sono fatti vivi. Idem stamattina ieri sera dopo
mesi di buon tempo, sopravvenne quel temporale che prima o dopo era qui da aspettare,
causando i danni che descrissi. Egregio Sig.
Sindaco. Questo Comune ha la fortuna o la
disgrazia di possedere un ospedale e questo
ospedale deve essere mantenuto in efficienza.
Ciò non è gestione di convenienza o di buona
o cattiva volontà è una fatalità. Lei stesso in
questa sola settimana mi inviò due poveri per
ricovero. La prego dunque di dedicare maggiore cura e dimostrare più interesse per questo ospedale il quale in fondo è l’unica
istituzione che non solo con parole ma con i
fatti può aiutare ad alleviare le sofferenze
della parte più povera del popolo. Non lasci
che gli amici che dimostrino un interesse per
questo ospedale, siano le autorità alleate.
(Essi solo mi hanno regalato della biancheria,
del materiale, e si interessano continuamente
delle sue necessità).
...La prego di richiamare gli operai colpevoli
di tanta pigrizia e trascuratezza e di agire
energicamente affinché i lavori di manutenzione (ancora relativamente piccoli)
siano speditamente eseguiti.
La prego di considerare questa mia, non
come una lettera ufficiale, ma come una
chiacchierata amichevole fatta a viva voce.
Colga l’espressione della mia più sincera
stima e simpatia per la sua persona con distinti saluti.
Castrovillari il 29-XI-44
Ladislao Schwarz
versità di Catania, nel mese di dicembre del
1943 venne assunto come medico preso l’ospedale di Cosenza, dove rimase fino al maggio del
‘44. Nel mese di agosto del 1944, il dott. Bisciglia presentava al commissario prefettizio del
comune di Castrovillari, avv. Silvio Saraceni,
istanza per essere collocato in aspettativa per
motivi di famiglia per la durata di un anno. Nella
delibera del 19 agosto 1944, il commissario prefettizio Saraceni accoglieva la domanda del medico condotto e gli concedeva un anno di
aspettativa per motivi di famiglia, senza stipendio; nella stessa delibera, esaminata la domanda
del dott. Schwarz e lette le buone referenze rilasciate dall’ospedale Principe di Piemonte di
Cosenza, nominava in vece del Bisciglia il dott.
Schwarz.In questa veste, il 29 novembre dello
stesso anno, il nuovo medico condotto segnalava lo stato in cui si trovava l’ospedale civile di
Castrovillari, dopo l’allagamento provocato
dalle piogge torrenziali di quei giorni. La lettera
era diretta al nuovo primo cittadino, il sindaco
Benedetto Salerni.
Luigi Troccoli
Gemellaggio Frascineto - Celle Ligure in nome di Andrea Croccia
Quel comunista-anarchico che non si piegò alla prepotenza fascista
Una memorabile giornata a Frascineto, per
non dimenticare Andrea Croccia. Un corteo si è mosso dalla Casa del popolo (donazione dello stesso Croccia) alla casa dove
abitava la sua famiglia, in un vicolo, dietro
il Municipio e dove oggi vi abita la signora
Santagada.
Qui, alla presenza dei sindaci di Frascineto
e di Celle Ligure, dell’on. Enza Bruno Bossio e del presidente del Parco Nazionale del
Pollino Mimmo Pappaterra, è stata scoperta una lapide ricordo dell’antifascista
arbereshe.
Poi, il corteo ha proseguito fino al salone
delle Scuole elementari, dove si sono
svolta una commemorazione coordinata
da Caterina Adduci, che nei vari passaggi
ha illustrato i momenti principali della vita
politica di Andrea Croccia. Il sindaco di Frascineto, Angelo Catapano ha ricordato che
“Croccia si batteva per i giovani, per i suoi
ideali di libertà e che era soprattutto un
uomo del dialogo”.
Il sindaco Renato Zunino di Celle Ligure ha
parlato dell’attività nella cittadina della Liguria, dove fu consigliere comunale di op-
posizione e fondatore di una Cooperativa
agricola. Croccia era stato un operaio nelle
Ferrovie che si batteva per i diritti dei contadini. Nella Prima guerra mondiale perse
le gambe, ma non si stancò di combattere.
La sua azione politica si svolse anche nei
paesi dell’Alto Jonio cosentino, tra Oriolo,
Farneta, Alessandria del Carretto e Albidona Il prof. Pietro Armentano, autore del
libro “Andrea Croccia –Il comunista che sognava l’anarchia (Edizioni Promoidea Pollino di Castrovillari, 2014) ha tracciato un
lungo excursus sull’azione politica di Croccia e ne ha ricordato i suoi “allievi” diventati
quasi tutti sindaci di Frascineto: Agostino
Pirrone, i Ferrari, Scornavacca e altri. Rocchino Mitidieri, nipote del Croccia, si è intrattenuto, con pause di commozione sui
suoi ricordi personali della vita dello zio. Ha
parlato anche Lina, sorella di Rocchino.
Il Dr. Leonardo Larocca, medico a S. Lorenzo B. lo ha ricordato nei suoi rapporti
con Alessandria e S. Lorenzo Bellizzi. Infine,
sono intervenuti Tommaso Ferrari, Luigi
Pandolfi e altri ancora.
Giuseppe Rizzo
Il Paganini della parola
IL DIARIO anno XIV n. 17 PAG. 7
INTERVISTA ESCLUSIVA DI CRISTIANA ORECCHINI CON LO SCRITTORE FRANCO SCILLONE
Viaggio nell’inesauribile e sfaccettata produzione
del poliedrico giornalista e uomo di cultura
ROMA - Un dono naturale, quello di riuscire a
condensare una grande saggezza dentro piccole frasi.
Nell’era delle banalità quest’uomo d’altri tempi,
migliori per profondità di sentimenti, regala ai
fortunati che incrociano il suo percorso delle
vere e proprie “illuminazioni”. Cultura, politica,
mafia, religione, ecologia, moda, sesso, amore,
antropologia, non v’è situazione umana che
Scillone non traduca con la sua straordinaria capacità di sintesi e acutezza. Lontano dal voler essere un moralista, è piuttosto un generoso
dispensatore di quella verità che può scaturire
soltanto da un grande rispetto per la vita e per
l’umanità intera. “Schegge”, libro che raccoglie
500 sue massime, è un piccolo scrigno prezioso
che custodisce i segreti del vivere. La chiave per
aprirlo è la semplicità, formula magica che
rende tutto accessibile, anche ai più “ciechi” e
“sordi”. Ed è solo una piccola parte della immensa produzione letteraria dello scrittore: “Di
massime, a oggi ne ho scritte 40.000, un record mondiale. Ma anche 3100 colmi inediti,
oltre a diversi racconti sociali. In cantiere ho
300 massime sui cani e sui gatti”.
Giornalista, collaboratore di vari quotidiani e
settimanali satirici, il suo nome è stato accostato
a quello di Fellini, Marotta, Campanile, Peynet,
Jacovitti, Mosca, Giannini. Nel 1963 scrisse “Tam
Tam in Calabria”, saggio economico che denunciava l’abbandono, da parte delle Istituzioni, di
San Morello, piccola frazione della provincia cosentina. Ci volle la coscienza di Franco Scillone e
il suo amore “materno e filiale” per la Calabria,
perché quel luogo di miseria e arretratezza si
trasformasse in un atto d’accusa e motivo di disonore per la classe politica del periodo. “Il libro
divenne un best seller – racconta Scillone – fu
l’opera più recensita del ‘63, ne scrissero tutti
i quotidiani dell’epoca e i più grandi giornalisti. Unito alla protesta che quei dignitosi
abitanti attuarono disertando in massa le
urne elettorali, catturò l’attenzione dell’allora ministro dei Lavori Pubblici, Giovanni
Pieraccini, che mi invitò ad andare a San Morello con lui. Furono finalmente realizzate
delle opere pubbliche, delle strade. Prima, si
poteva contare solo sull’asino-tram e sulla
mula-taxi”.
Un racconto quanto mai attuale, d’insegnamento e monito, che è stato pubblicato nuovamente a quarant’anni dalla sua prima edizione.
E ritroviamo lo stesso impegno sociale nella pluripremiata favola ecologica “Il gabbiano Micky e
il leprotto Gin”, testo di alto valore didatticoeducativo adottato nelle scuole. “Qui c’è tutto
il mio amore per la Natura, un amore che ho
desiderato trasmettere ai giovani e anche
agli adulti. L’uomo deve smetterla di continuare a distruggere il meraviglioso patrimonio che lo circonda. Ne va di mezzo la nostra
stessa sopravvivenza. Di questa opera è
pronta una seconda edizione, in attesa di essere accolta: esiste già una traduzione in inglese e una in Braille curata dall’UICI –
Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti – di
Udine”.
Un uomo poliedrico, Scillone, con un profondo
senso di giustizia e riconoscimento della bellezza intrinseca a ogni cosa. E che non smette di
sorprenderci: “Ho scritto diversi testi per canzoni romane, napoletane, calabresi. Sono
mie le parole di “Davvero”, famoso brano dei
THE LATINS, band romana popolare negli
anni ‘60. E’ contenuto nel 33 giri “Foglie gialle
“La felicità dell’attesa” di Carmine Abate
Quando i migranti erano gli italiani
INCONTRO CON L’AUTORE ALL’ITIS “E. FERMI” DI CASTROVILLARI
Nella giornata del 23 maggio, presso l’aula magna dell’Istituto Tecnico Industriale “E. Fermi” di Castrovillari, lo
scrittore Carmine Abate ha presentato il suo ultimo romanzo “La felicità dell’attesa”. Parole come “bellezza”, ”felicità”, “amore”, “nostalgia” si fondono in quello che è il
tema centrale del racconto: l’emigrazione. In uno scenario quale quello attuale Carmine Abate ci parla anche
della famiglia e della terra, delle radici, di sacrifici, di uomini e donne coraggiosi partiti lontano per rendere “studiati” i propri figli. Rammentando la sua appartenenza a
tre generazioni, l’autore ha voluto tracciare le coordinate
di un inquadramento nuovo, di chi è costretto a lasciare
la propria terra, visto non come persona sradicata, ma
come persona che mette radici, aggiungendo alle sue
altre radici. Vivere per “addizioni” deve essere un messaggio positivo in quei percorsi obbligati dalla carenza di
lavoro.Vincitore del premio Campiello, pluripremiato a livello internazionale per le sue opere, Abate è un uomo
di questa terra, che ama profondamente la sua Calabria.
Nel corso della giornata, emozionando con la lettura della
“sua” partenza da Hora, l’amata Carfizzi, ha lanciato un
messaggio di positività e ha ricordato che «dobbiamo
valorizzare le nostre ricchezze paesaggistiche e culturali,
le nostre bellezze, puntare sulla generosità e la dignità
della nostra gente migliore, quella che combatte e che
resiste, per far sì che la nostra terra diventi un polo di attrazione turistica». L’augurio finale è destinato ai giovani,
affinché abbiano la possibilità di scegliere se partire o
restare. Una giornata all’insegna delle emozioni, fortemente voluta e curata dal D.S. Prof.ssa Rossana Perri con
l’obiettivo di ribadire il valore della lettura quale elemento
chiave della crescita personale, culturale e civile. L’iniziativa parte dall’impegno dalle docenti di lettere: prof.sse
Tricoli, Aprile, Cavaliere, D’addino, Grisolia, Marcovecchio,
Pugliese coordinate dalla funzione strumentale, prof.ssa
L’Avena e rientra nella manifestazione nazionale “il maggio dei libri”.
Ha introdotto la presentazione un canto popolare in lingua arbereshe dal titolo “Lule Lule” eseguito da un
gruppo di studenti che indossavano gli antichi vestiti di
origine albanese. . Di seguito gli studenti hanno interpretato in maniera creativa i temi esposti nel libro e letto
brani dell’opera. All’evento hanno partecipato il vice sindaco, nonché docente di lettere, Angela Lo Passo, il D.S
prof.ssa Tina Iannuzzi, il DS.S. Di Stasi , il D.S. F.Grimaldi ,
docenti e studenti delle scuole di Castrovillari. Un evento
davvero riuscito, ricco di sentimenti e valori che fanno di
ognuno di noi degli uomini perfetti, “quelli per cui l’intero
mondo è un paese straniero”.
Raffaele Miceli, 5°AC
Dopo vent' anni riconosciuta una corresponsabilità
dell' ANAS nella causazione del sinistro
L' Associazione " Basta Vittime Sulla Strada Statale 106 " intende esprimere
i propri complimenti all’Avv. Giuseppe Morero, del foro di Castrovillari il
quale, dopo 20 anni, nel dicembre 2015, ha ottenuto una sentenza, emessa
dalla Corte d' Appello di Catanzaro che ha riconosciuto una corresponsabilità dell' ANAS nella causazione del sinistro occorso ad un cittadino di
Cassano Jonio mentre percorreva la S.S. 106, in prossimità del camping "
Raganello ". L’Associazione precisa che la suddetta sentenza è stata ottenuta dopo che il Tribunale di Castrovillari prima e la Corte d'Appello di Catanzaro poi, avevano rigettato la domanda di risarcimento danni proposta
dagli eredi del defunto. La Corte di Cassazione, però, con una sentenza che
farà giurisprudenza, ha riconosciuto l'errore che aveva commesso la Corte
d'Appello di Catanzaro e ha cassato con rinvio alla Corte d'Appello di Catanzaro in diversa composizione che, con la sentenza del dicembre 2015,
ha riconosciuto la corresponsabilità dell'ANAS nella causazione del detto
incidente. Il presidente Fabio Pugliese ha subito contattato – per esprimere la massima soddisfazione dell’intera Associazione “Basta Vittime Sulla
Strada Statale 106” – l’Avv. Giuseppe Morero il quale ha affermato che “i
motivi preminenti che mi hanno fatto accettare il mandato per la detta
causa sono stati due: quella di far ottenere giustizia ad una delle tante vittime che da tempo immemore causa la maledetta S.S. 106; la grande convinzione che ho nella giustizia che, fortunatamente, nel dicembre 2015, è stata fatta ". L’Associazione evidenzia, oltre
ai meriti conseguiti dall’Avvocato in campo legale, anche quelli umani: per una serie di ragioni Morero già dalla fine
degli anni 90' ha deciso di anticipare di tasca propria le spese vive senza nulla chiedere ai propri assistiti fino all'emissione delle sentenza.
Associazione “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106”
all’imbrunire”, la musica scritta da Franco
Marcangeli, fondatore del gruppo. Il pezzo fu
cantato anche dalla mitica Josephine Baker
alla Bussola di Viareggio”.
Fonte inesauribile di esperienze di vita, questa
intervista è un mero tentativo di condensarne
una “scheggia”. Ciò che rimane impresso di
Franco Scillone, al termine di questo straordinario incontro a cuore aperto, è soprattutto l’elevato spessore umano, quello che lo ha fatto
definire “monumento immenso alla civiltà vera”
e “Paganini della parola”, dal grande poeta candidato al Nobel, Dante Maffia.
XIX corso di formazione
AVO di Castrovillari
E’’ sempre in fermento l’attivita’ dell’AVO
Tra aprile e maggio 2016, presso la sala Convegni dell’Ospedale “Ferrari”
di Castrovillari si è tenuto e il XIX corso di formazione per nuovi aspiranti volontari AVO.
La presenza assidua, l’attenzione, la partecipazione, dimostrate con
opportuni interventi e note da parte dei nuovi volontari che desiderano entrare nel mondo AVO, hanno messo in luce una volontà ferma
ed un impegno a ”donare” parte del tempo ad una attività sociale,
quella del servizio agli ammalati. Questo momento di intensa attività
coincide con l’elezione del nuovo Presidente, Giuseppe Belluscio, già
professore di estimo ed economia nelle scuole superiori, una persona
integra moralmente, di indole buona, amante della concordia, animato da grande spirito di solidarietà e disponibilità nel gruppo famiglia –Avo soprattutto nei riguardi di chi vive nel disagio. Noi volontari
che lo abbiamo fortemente voluto, siamo certi che con lui l’associazione crescerà sempre di più ed intensificherà gli obiettivi che da sempre si propone, quelli di dare amore , conforto, aiuto a chi soffre senza
nulla aspettarsi in cambio. Il corso ha visto l’avvincendarsi di relatori
esperti e competenti che hanno trattato validi argomenti di ordine formativo, organizzativo, di evoluzione dell’AVO, ma anche di motivazioni
della sfera morale ed interiore. Ha aperto il corso il Presidente Giuseppe
Belluscio che,dopo aver salutato e ringraziato i presenti, ha presentato
l’AVO un’associazione al servizio del malato, mentre Gianna Pugliese, la
segretaria, nr ha illustrato la storia, gli scopi e l’evoluzione. Varie ed interessanti le tematiche trattate che hanno messo in risalto quali siano
i doveri principali del volontario e le regole che deve seguire, come
deve comportarsi, enfatizzando il tipo di servizio che deve essere qualificato, volontario e gratuito. Ci si è soffermati sulla motivazione che
deve essere ben radicata e richiede una autoesplorazione interiore
profonda, cercando in sé la vera ragione che fa operare la scelta di essere volontario. L’aspirante volontario ha appreso che il suo ruolo consiste nell’impegno ad interessarsi dell’altro, a soccorrerlo mentre è alle
prese con le ferite ed i drammi della vita e che, requisito indispensabile, è il rispetto della persona e di quanto comunica. Si è parlato della
qualità che il volontario deve possedere, della sua specificità che è la
presenza e l’ascolto, dell’atteggiamento che è docile, rispettoso e soprattutto umile. Tutto questo ed altro è stato detto. Dopo il corso di
formazione seguirà il colloquio ,come secondo momento del percorso formativo AVO per chi ha partecipato ad almeno 8 lezioni, come
terzo momento il tirocinio presso una divisione ospedaliera per la durata di almeno 80 ore di servizio, portato a termine entro 16 mesi dalla
data di inizio. Il volontario sarà accompagnato da un tutor . Un colloquio finale porterà all’ammissione al servizio effettivo
Carmelina Battipede Volontaria Avo
Pubblicità sul Diario
info:
346.2245173
388.8521221
IL DIARIO annoXIV n.17 PAG. 8
Premio nazionale “Fondazione Falcone” a sei studenti castrovillaresi
Premio nazionale “Fondazione Falcone” a
sei studenti castrovillaresi. Si tratta di Eva
Iannuzzi, Federica Tricarico, Mattia Graziano, Maria Elena Grande , Salvatore Moliterni e Viviana Di Vasto. della II C del
Liceo Classico Giuseppe Garibaldi di Castrovillari vincitori del “Premio Nazionale
Fondazione Falcone”che gli è stato consegnato a Palermo il 23 maggio scorso. Gli
studenti accompagnati dai docenti Katia
Tinari e Antonella Ventura sono stati premiati da Maria Falcone e dal ministro della
Pubblica Istruzione Stefania Giannini durante una cerimonia nell’aula bunker dell’Ucciardone di Palermo. La Fondazione
Falcone ogni anno indice questo concorso
insieme al Ministero e all’Università che invita tutti gli studenti italiani delle Istituzioni Scolastiche di ogni ordine e grado a
riflettere sull'importanza dei tragici eventi
delle Stragi di Capaci e Via D’Amelio, sul
valore della loro memoria e dell’importanza della cultura e pratica quotidiana
della legalità e della lotta alla mafia. Complimenti ancora una volta alla scuola castrovillarese e ai suoi ragazzi per questo
importante riconoscimento nazionale che
premia il loro lavoro e quello dei loro docenti . I sei ragazzi hanno vinto nella sezione video del concorso "Riprendiamoci i
nostri sogni - Palermo chiama Italia , presentando un lavoro in cui ipotizzano che
la bellezza sia un antidoto per resistere alle
organizzazioni malavitose. Quattro minuti
di immagini dove la bellezza intesa non
solo come bellezza esteriore ma soprattutto interiore diventa fulcro fondamentale della quotidianità dove ognuno deve
essere protagonista di una società sana e
vivibile.
Mic. Mar.
Divulgare la cultura della salute. I Lions nelle scuole di Castrovillari
“PROGETTO MARTINA”
Per l’Anno Scolastico 2015/2016, il Club Lions di
Castrovillari, presieduto da Francesco Attanasio,
si è voluto impegnare per divulgare la cultura
della salute tra i giovani delle scuole medie superiori, con una serie di iniziative che hanno
visto partecipare ragazzi di età compresa tra i
16 e i 18 anni. Da tempo i Lions a livello nazionale promuovono diversi Services, uno di questi è il “Progetto Martina” programma di
informazione ed educazione rivolto ai giovani
per la cura della propria salute, che prende
spunto dalla storia di una giovane donna di
nome Martina, cresciuta a Campodarsego (PD),
e morta di tumore. Nel suo testamento ha chiesto espressamente – e a gran voce – che i giovani vengano accuratamente informati ed
educati ad aver una maggior cura della propria
salute e una maggiore attenzione al proprio
corpo. La promessa fatta a Martina e trasformata in progetto è un atto di amore verso le
nuove generazioni. Anche a Castrovillari i Lions
hanno voluto promuovere nelle scuole incontri
con gli studenti che hanno abbracciato una
serie di argomenti. Dall’inizio dell’Anno Scolastico Vincenzo Stivala, Medico Anestesista e Coordinatore Locale delle Donazioni e Trapianto
di Organi e Tessuti nonché socio Lions, si è impegnato a promuovere nelle scuole questo progetto, parlando di tumori ai giovani e
specificamente di fattori di rischio correggibili,
attraverso la somministrare di slides video-proiettate. Gli Istituti Scolastici dove si sono espletati gli incontri sono stati il Liceo Classico G.
Garibaldi, il Liceo Artistico A. Alfano, e il Liceo
Scientifico E. Fermi di Castrovillari. Gli argomenti trattati attraverso diversi incontri sono
stati il progetto Martina, prevenzione dei tumori ai giovane, donazione di organi e tessuti,
sviluppando un più ampio approfondimento
sul concetto di morte cerebrale, infezioni sessualmente trasmesse, prevenzione e profilassi e
rianimazione cardio-polmonare, principi di BLS
e prova pratica su manichino. Alla fine degli incontri la platea ha potuto aprire una discussione tecnica su chiarimenti e approfondimenti
relativi all’argomento durante i quali i ragazzi
hanno potuto manifestare ogni loro dubbio.
IL DIARIO anno XIV n.17 PAG. 9
Il gruppo folklorico “Città di Castrovillari” incanta Valona in Albania
Il gruppo folklorico “Città di Castrovillari” ha partecipato dal 12 al 15
maggio all’ VIII edizione dell’Aulona Folk Festival che si è svolto nella
città di Valona in Albania. L’international Aulona Folk Festival è uno dei
più prestigiosi raduni del folklore al quale partecipano i migliori gruppi
folkloristici del Mediterraneo e dell’Est europeo. Presenti, infatti, alla
manifestazione anche i gruppi della Polonia, Macedonia, Bulgaria, Kosovo oltre a numerosi altri gruppi, provenienti dalla stessa Albania. Il
gruppo Città di Castrovillari era accompagnato dalla rappresentanza
istituzionale del Comune, nella figura del vice Sindaco, Prof. ssa Angela
Lo Passo ed ha riscosso un notevole successo sia per l’originalità dei
costumi, sia per la briosità e l’allegria trasmessa nei canti e nelle danze.
Il vicesindaco ha rimarcato la vicinanza tra i due popoli, quello albanese e quello italiano, vicinanza particolarmente marcata nel territorio
di Castrovillari laddove sin dal 1500 si sono stanziate popolazioni albanesi che ancora oggi perpetuano la loro lingua, i loro canti, i loro costumi e le loro tradizioni.
Antonio Notaro, Presidente del gruppo folk “Città di Castrovillari” si è
detto entusiasta per la meravigliosa accoglienza riservata al gruppo folklorico castrovillarese e particolarmente felice di aver dato inizio a
questa collaborazione con gli organizzatori del prestigioso Festival di
Valona, ponendo così le basi, in un futuro prossimo, per lo svolgimento
di altre iniziative culturali Italo-Albanesi nella nostra città.
Il linguaggio del folklore - ha continuato il presidente Notaro - è un linguaggio globale che abbatte le barriere del tempo e dello spazio per
lanciare un messaggio forte di fratellanza e di integrazione sociale e
culturale. Con semplicità il folklore coglie un risultato di grandissimo
valore che sottolinea l'uguaglianza dei popoli nella loro diversità. Questo il motivo principale che ci spinge ad operare da anni con la nostra
associazione culturale per favorire l'uguaglianza e l'integrazione dei popoli.
EVENTI & NEWS
IL DIARIO anno XIV n.17 PAG. 10
Fida pascolo: in Basilicata sì
e in Calabria no!!!
“La Città come Bene Comune”
Egr. presidente del Parco Nazionale del Pollino, sono la titolare di un’azienda agricola zootecnica a Castrovillari e le
scrivo in relazione alla mancata pubblicazione del “Bando
Fida Pascolo Terreni Ente Parco 2016” per i terreni del versante calabrese di proprietà di codesto Ente.
Ho concorso ai relativi Bandi per la Fida Pascolo nelle
scorse annualità, nonostante la presenza di una normativa
regionale non recepita nel regolamento, ottenendo, con
notevoli difficoltà, la concessione di alcune superfici di proprietà di codesto Ente, superfici per me indispensabili essendo allevatrice della Podolica, razza autoctona del Parco
Nazionale del Pollino.
La transumanza necessita, infatti, di grandi superfici e di
punti di abbeveraggio, in ossequio alle disposizioni attinenti la normativa sanitaria e veterinaria, ma anche in considerazione della necessità della tipicità del bestiame, che
va necessariamente nutrito al pascolo brado.
Per aziende agricole come la mia è indispensabile l’assegnazione dei terreni per la transumanza e la mancata pubblicazione del relativo bando rischia di mettere in
ginocchio, oltre la mia azienda, l’intera categoria di allevatori del Pollino.
Il mio rammarico scaturisce dalla constatazione di non vedere premiata l’imprenditoria, nel mio caso femminile, che
crede nel territorio e nello sviluppo di un allevamento tipico quale la podolica, che potrebbe avere una ricaduta
economica anche sul profilo turistico e ristorativo, come
accade in altre zone d’Italia, dove politiche più vicine ed
attente sono riuscite a rendere alcune razze, esempio la
chianina, un motivo di vera attrazione e di richiamo per intere aree e comprensori.
Mi ritengo costernata perché una vicenda di tipo burocratico, ovvero il mancato emendamento di un regolamento,
cagionerà danni ad aziende come la mia che con grandi
sacrifici investono sul territorio.
Determina sconforto nel mio stato d’animo l’aver letto
nella citata comunicazione del Parco Nazionale del Pollino: “a fronte di tale percorso interlocutorio tra le Regioni
e il Parco, l’Ente ha pubblicato il Bando di Fida Pascolo per
l’anno 2016 sui terreni di proprietà ricadenti solo sul versante lucano, escludendo quelli di Morano Calabro, per i
quali, alla luce delle modifiche normative, è necessario procedere alla stesura di un nuovo regolamento da sottoporre
a una nuova approvazione da parte dei competenti uffici
della Regione Calabria”. In Basilicata si, in Calabria no!
Dopo quattro anni dall’approvazione della legge regionale
n. 45 del 2012 viene evidenziato un suo mancato recepimento da parte degli uffici, a causa del quale non saranno
date in fida aree e superfici necessarie per una intera categoria produttiva, ovvero per gli allevatori di podolica, i
quali più di tutti necessitano delle superfici ricadenti nel
Parco.
Per tali ragioni, mi appello alla Sua sensibilità, perché si tuteli la podolica e si proceda ad una rapida modifica del regolamento in modo da consentire a chi opera nel settore
dell’allevamento di poter svolgere la transumanza anche
Distinti saluti.
Candida Cerbino
Castrovillari anche quest’anno sede della seconda edizione di
Dialoghi d’Autore, che il LUA – Laboratorio di Urbanistico ed
Architettura svolge annualmente sui temi della Città e della
sua rigenerazione urbana. L’attenzione sulla città di Castrovillari centro urbano del Pollino ci conduce a questo secondo
appuntamento che in continuità con la prima edizione del
maggio 2015 e approfondisce i temi del progetto urbano ragionando sulle problematiche cittadine.
I lavori si svolgeranno a partire dal 28 maggio con la presentazione di esperienze progettuali avviate in altri contesti, presi
ad esempio come metodo di lavoro ed approccio progettuale,
e saranno sviluppati nel laboratorio urbanistico nei 15 giorni
successivi.
Dal quartiere Olivitello della prima edizione a quello Macrino
di quest’anno, con la significativa presenza di una ritrovata
emergenza urbana, quella del nuovo Convitto Vescovile dei
Sacri Cuori che verrà riattivato, quella invece sottoutilizzata
dell’ex Tribunale, nonché della presenza di una delle poche
piazza della città: Piazza Matteotti, ancora una volta oggetto
di riflessioni.
Gli autori illustreranno i loro progetti il 28 maggio alle ore
18,00 nella Sala Convegni Don Salvatore Di Marco della Chiesa
dei sacri Cuori, per continuare nei giorni successivi alla Galleria d’Arte la Bilancia con la mostra permanente ed il laboratorio urbanistico.
Laboratorio a cui ci si potrà iscrivere all’apertura dei lavori, per
il quale sarà distribuito un DVD con i materiali minimo per le
proposte di progetto che gli iscritti andranno ad elaborare, da
presentare alla chiusura alle ore 18,00 dell’11 giugno.
Gli autori ed i progetti protagonisti della prima giornata saranno l’arch. Sabrina Mainieri e l’arch. Gaetano Leto, progettisti della ristrutturazione e rifunzionalizzazione dell’ ex Convitto
Vescovile dei Sacri Cuori; l’arch. Roberta Lucente, la prof.ssa
Brunella Canonaco e l’arch. Rosanna Anele, responsabili scientifici del I Workshop “Abitare Morano”; l’arch. Anna Cundari,
l’arch. Monica Levantino, l’arch. Rosanna Anele e il geom.
Fabio Petrantuono ,progettisti del progetto di Rigenerazione
Urbana del Centro Storico di Verbicaro ai quali si aggiungeranno altre riflessioni di autori che si iscriveranno.
Costruire e pensare la città come bene comune è il concetto
di base a cui si dovrà guardare per le prospettive future. Un
approccio che tiene insieme interessi e temi diversificati che
necessariamente devono dialogare tra loro,che intersecano le
sfere culturali e professionali di quanti si occupano di disegno
urbano e territoriale, di quanti gravitano intorno al mondo
dell'architettura, di quanti amministrano le nostre città e il nostro territorio o studiano e scrivono e riscrivono le regole per
il loro governo ma soprattutto la galassia di quanti, singoli o
organizzati, si sentono cittadini e non sudditi, di quanti a un
parallelo e progressivo disinteresse, contrappongono un'idea
di cittadinanza attiva, consapevole e direttamente partecipe
nel determinare il futuro dei luoghi in cui vivono.
In ricordo
del prof. Domenico Sanfilippo
Ho conosciuto il prof. Domenico Sanfilippo in una circostanza
purtroppo tragica, ovvero la morte della figlia Enza. Da allora,
tra di noi si è stretto un sincero legame, che si è consolidato
nel corso degli anni. Quando lo si incontrava per strada era
sempre sorridente, così come era sempre pronto a dare una
mano a chi si rivolgeva a lui per districarsi nei meandri della
normativa scolastica. La sua scomparsa ha lasciato un vuoto
in quanti lo conoscevano, ma il suo ricordo resterà per sempre vivo. Sono sicuro che anche da lassù continuerà a dispensare i suoi consigli. Arrivederci professore. Ci mancherai.
Domenico Fortunato
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Francesco Varcasia eletto
coordinatore dei
Comitato di Quartiere
Nella tarda serata di martedì 24 maggio il presidente del
Comitato di quartiere n.2, Francesco Varcasia, è stato eletto
all’unanimità, dai membri dei direttivi che costituiscono la
Rappresentanza del territorio municipale, Coordinatore e,
quindi, “cinghia di trasmissione” sussidiaria tra i comitati di
quartiere e l’Amministrazione comunale.
Una scelta dettata dalla volontà unanime, nel rispetto delle
diversità, di ottimizzare ruolo e funzione di queste espressioni, finalizzate per una partecipazione , la più diffusa possibile, alla vita amministrativa dell’Ente e per una maggiore
crescita dell’esistente, tra lo sviluppo del bene comune e la
promozione del Territorio.
Al momento era presente anche la delegata del Sindaco
per il progetto Verticalia, Cristina Cosentino.
Durante l’incontro ciascun rappresentante ha sottolineato
la bontà della scelta, funzionale ad una migliore elaborazione delle necessità che presenta la città tra capacità, risorse ed esigenze di qualità della vita.
Dato sottolineato e richiamato dal Coordinatore che si è impegnato ad essere efficace trait d’union di questa ulteriore
sperimentazione che sta vivendo il capoluogo del Pollino
per volontà dell’Amministrazione Lo Polito, impegnata a
coinvolgere i cittadini su differenti versanti per un più idoneo affronto delle problematiche che non possono prescindere da una appropriata e consapevole partecipazione
civica.
Lo stesso Varcasia, nel ringraziare i rappresentanti dei Comitati di Quartiere per la scelta effettuata e la fiducia riposta nella sua persona, ha richiamato l’importanza del
momento proprio per quei principi democratici che si vogliono accrescere, bisognosi sempre più di sinergia al fine
di ottimizzare ciascuna Autonomia- come quella che si
Rappresenta con norme e regole comunemente accettate
entro le quali ciascuno possa avere lo spazio per la sua
espressione e capacità di presenza- rispetto ai propri obblighi ed all’organismo istituzionale di governo con cui ci
si deve rapportare. “Tutto ciò solo e semplicemente – ha dichiarato il coordinatore Francesco Varcasia a margine della
riunione- per supportare la crescita della comunità che necessita di azioni condivise e adeguatamente programmate
e supportate. ”
Primavera dei Teatri, guida agli spettacoli
IL DIARIO anno XIV n. 17 PAG. 11
Domenica 29 maggio
Ore 19, Capannone Autostazione
Una produzione Hermit Crab
Giovanna d’Arco – La rivolta (75’) // prima nazionale
Il paguro Hermit Crab (Ester Tatangelo, Luchino
Giordana e Valentina Valsania) ci porge una versione audace e alternativa della pulzella d’Orleans, dall’eccellente testo d’esordio di Carolyn
Gage. Una Giovanna anoressica e visionaria, in
fuga da un copione (di vita) miserevole e inaccettabile perché privo di sogni e di speranze, tragica e ribelle nella sua lotta per «trasformare la
vergogna in orgoglio». Una straordinaria figura
di donna prende forma, e voce, in un frammento di teatro di rara intensità.
Ore 21, Teatro Sybaris
Una produzione Teatrodilina e Progetto Goldstein
Gli uccelli migratori (70’)
Una storia di attese, in una casa immersa nel
verde di un tempo sospeso. Oggetti, ricordi, persone che attendono un arrivo. Paura e felicità.
Qual è la ragione di questa vita? Dov’è la bussola che dovrebbe guidarci? Cosa provano gli
uccelli quando volano per la prima volta? E
come mai, lanciati nel vuoto, sembrano cadere
ma poi all’improvviso rimangono su? Quando il
racconto diviene azione emotiva e si concentra,
arguto e ironico, su storie e personaggi colti
nella non linearità di tutti i rapporti umani…
Lunedì 30 maggio
Ore 19, Capannone Autostazione
Una produzione Fratelli Dalla Via
Drammatica elementare (75’)
Da “un’impresa famigliare che costruisce storie”
(e una delle più brillanti e fertili realtà della
scena contemporanea italiana) un esperimento
di linguistica elementare, un gioco di parole –
quei segni che sono la nostra casa, la nostra
stessa vita – per seguire le trasformazioni del linguaggio cogliendone gli alterni ritmi e la forza
descrittiva. Un abbecedario in fieri, con lo
sguardo gettato sull’oggi. In fondo un modo fabuloso per cercare di capire chi siamo, cosa
siamo (diventati).
Ore 21, Teatro Sybaris
Una produzione Compagnia Oyes
Vania (75’)
Un piccolo paese di provincia. Un professore,
pura evocazione drammaturgica, che vive attaccato ad un respiratore artificiale. E una “famiglia”. Che, proprio come nello Zio Vanja di
Cechov, si compone di personaggi profondamente a disagio in una vita che forse non è la
loro. Cambiare sarebbe possibile ma la paura di
invecchiare, i sensi di colpa, il timore della propria inadeguatezza agiscono da freni potenti
generando i mostri (talora tragicomici) di nuove
frustrazioni e nuove paure.
Martedì 31 maggio
Ore 19, Capannone Autostazione
Una produzione Nerval Teatro
Ma perché non dici mai niente? (70’) // anteprima nazionale
Protagonista del monologo è Mary, figura esemplare di donna sola ed emotivamente provata,
che vive ai margini della vita, in attesa di un marito andato via non si sa quando né perché. La
sua attesa è segnata da voci che si rincorrono,
da sparizioni e attraversamenti, dai balenii confusi di un passato popolato di ombre. Ma queste
ombre, per quanto invadenti proiezioni di
un’anima sconvolta, non sono anche i silenziosi
testimoni di un mai domo attaccamento alla
vita, di un amore puro per l’esistenza?
Ore 21, Teatro Sybaris
Una produzione Vico Quarto Mazzini
Little Europa (70’) // prima nazionale
Dalla pièce Il piccolo Eyolf di Henrik Ibsen, un
dramma concentrato sui dialoghi tra un marito
e una moglie che, persi nel rinfacciarsi le reciproche colpe, non si avvedono del figlio che sta
annegando in mare. Tra le pieghe di un rapporto in crisi, una lucida riflessione sulla vita,
sulla costruzione delle relazioni sociali e le ragioni che spingono gli esseri umani a distruggerle con le proprie mani. E al contempo
un’intelligente metafora della condizione di
un’Europa incapace di guardare dentro se
stessa.
Mercoledì 1° giugno
Ore 19, Capannone Autostazione
Una produzione Piccola Compagnia Dammacco
Esilio (65’) // prima nazionale
La storia di un uomo qualunque. Di un uomo
che perde il lavoro e un ruolo sociale. E che finisce con lo smarrire la propria identità, il senso di
sé. Solo e senza risposte, deve trovare il bandolo
della matassa cominciando a riconoscere il peso
delle proprie ossessioni. Drammaturgicamente
molto interessante la scelta di un linguaggio che
batte le vie del surrealismo e dell’umorismo. Il
lavoro d’attore su testo e messinscena consente
di affrontare parecchie contraddizioni esistenziali.
Ore 21, Teatro Sybaris
Una produzione Guinea Pigs
Trittico della guerra (90’) // prima nazionale
I tre quadri (Mosche sul miele, Un angolo di buio
e La regola del branco) in cui si articola lo spettacolo nascono da un tema comune, quello
delle guerre contemporanee, nascoste e invisibili, che la società non riconosce come tali ma
che non per questo sono meno drammatica-
Saracena, accoltella
la convivente e poi si butta
dal balcone e muore
Furibonda lite tra una coppia di pensionati si trasforma
in tragedia. Protagonisti un uomo di ottantuno anni,
Leone Mario Vuono e la compagna, una vedova sessantottenne con la quale viveva. Nel primo pomeriggio di
mercoledì 25 maggio, l’anziano da tempo divorziato
avrebbe iniziato a litigare con la convivente. Un’accesa discussione scaturita dalla morte del padre della donna avvenuta ieri alla quale sarebbe dovuta seguire la partenza
di quest’ultima per Torino dove domani dovrebbero celebrarsi i funerali. Un viaggio a cui l’anziano non avrebbe
dato il proprio assenso di buon grado tentando di convincere la compagna a desistere dall’intento di voler partecipare alle esequie del proprio congiunto. Il diverbio
pare sia poi degenerato e Vuono, armato di un coltello da
cucina, avrebbe prima ferito la sessantottenne alla testa e
poi si sarebbe lanciato dal balcone.
Precipitato nel vuoto da un’altezza di sei metri l’anziano è
morto sul colpo. Il pensionato che aveva diversi problemi
di salute e soffriva di turbe psichiche dalle prime indiscrezioni trapelate sembrerebbe avesse già tentato il suicidio in un’altra occasione. A ritrovare il suo corpo riverso
a terra tra le strade dei borghi del centro storico di Saracena sono stati i militari della locale stazione allertati dalla
telefonata ricevuta da un passante che aveva soccorso la
donna fuggita in strada dopo l’aggressione. La vedova,
che non ha riportato ferite estremamente gravi, è stata ricoverata nell’Ospedale di Castrovillari e non verte in pericolo di vita. Sul caso indagano i carabinieri della
compagnia di Castrovillari intenti a verificare l’esatta dinamica dei fatti.
mente reali. Nella visione scenica estremamente
fluida di Guinea Pigs, lavoro e moderna schiavitù, violenza e bullismo, il corpo della donna
come oggetto di desiderio e terra di conquista
diventano i colori (violenti) di un aspro affresco
sociale.
Ore 22.45, Teatro Sybaris
Una produzione Contromano Teatro
Pop corn (90’) // prima nazionale
Altro frammento della famiglia moderna.
Esploso dalla vita monolitica di una coppia di
coniugi, di età indefinita, borghesemente insoliti e inquietanti. Dalla lora casa-bunker, seduti
sul divano davanti al televisiore sempre acceso,
i due scrutano, ascoltano, giudicano, attendono.
Severi giudici della quotidianità e della morale.
Fino a quando la realtà non collassa, verità e finzione si confondono e i mostri televisivi si sostituiscono a sogni e persone vere. E tutto diventa
lecito, concesso, estremo…
Giovedì 2 giugno
Ore 19, Capannone Autostazione
Una produzione Atir Teatro Ringhiera
32’’.16 (75’) // prima nazionale
Basato sulla storia di Samia Yusuf Omar, una ragazza somala che ha provato a dimenticarsi
delle sue origini per inseguire il suo sogno «di
correre alle olimpiadi di Londra, dopo essere riuscita a partecipare a quelle di Pechino nel 2008,
pur arrivando ultima sui 200 metri». Una storia
che inizia dalla speranza e finisce nel mare.
Senza lieto fine. Narrata attraverso i malumori di
tre becchini – simboli di un Occidente inebetito
– costretti a seppellire gente di fuori, di un’altra
razza, per cui non valgono emozioni e lacrime.
Ore 21, Teatro Sybaris
Una produzione Principio Attivo Teatro
Opera nazionale Combattenti presenta I giganti della montagna atto III (80’)
Sapida riscrittura dei “Giganti della montagna”
di Pirandello, metateatro giocato sul filo della
piacevolezza e dell’amarognolo, tra paradosso
e sogno. Un’ampia e arguta riflessione sul mestiere dell’attore, giustamente costruita sull’incompiutezza, ovvero sulla scia di quell’ultimo
atto mai scritto del dramma pirandelliano, e
sulla presenza in scena di una compagnia «di
anziani o di variamente disadattati fuori dal
tempo». Il teatro, nella sua essenza, non muore
mai…
Venerdì 3 giugno
Ore 19, Capannone Autostazione
Una produzione Scena Verticale
Il Vangelo secondo Antonio (75’) // prima nazionale
Sulla malattia, sull’amore, sulla vita. Il difficile,
scioccante attraversamento di una frontiera e
l’approdo (di un malato molto particolare e
delle persone a lui più vicine) in un territorio
sconosciuto, in una nuova esistenza dove niente
sarà più come prima. Fino a quando non succede di dimenticare di dimenticarsi. La vita può
essere sorprendentemente ricca anche nel dolore e nello sperdimento, e il racconto di una
malattia impietosa quanto incurabile l’occasione di abbattere un tabù e il pretesto per una
riflessione su fede e spiritualità.
Ore 21, Teatro Sybaris
Una produzione Proxima Res
Geppetto e Geppetto (100’) // anteprima nazionale
Due uomini che sono una famiglia. Un desiderio
di paternità che li spinge a seguire le orme del
Geppetto della favola collodiana e a “dare” vita al
loro figlio con la pratica dell’utero in affitto. Seguono anni felici, la morte del padre biologico e
il rifiuto da parte del giovane Pinocchio (che di
nome farebbe Matteo) di accettare la propria
condizione di “figlio non riconoscibile” e la presenza nella sua vita del genitore sopravvissuto.
Quando si dice dei rapporti umani che seguono
le vie più indecifrabili…
Sabato 4 giugno
Ore 19, Capannone Autostazione
Una produzione Quotidiana.com
Lei è Gesù (60’) // prima nazionale
Terzo capitolo di “Tutto è bene quel che finisce
bene”, in cui si rappresenta il tentativo di rompere con quel plurisecolare schema secondo cui
la donna non può ricoprire ruoli per tradizione e
consuetudine riservati agli uomini. Quotidiana.com la combina grossa e prende di mira
il ruolo maschile più irraggiungibile, quello di
Gesù appunto, con le due donne in scena che, a
dispetto di un orgoglioso pragmatismo, nel progetto di ridefinirne immagine e insegnamento
dovranno fare i conti con tutta l’arduità del compito.
Ore 21, Teatro Sybaris
Una produzione Gli Omini
Ci scusiamo per il disagio (60’)
Una stazione ferroviaria. Gente che corre e si intreccia, che si nasconde e si ignora, che osserva
e dimentica. Mentre una voce avvisa di un treno
dirottato su un altro binario. Una stazione come
emblema di un microcosmo popolato da persone che sfuggono alla marginalità, dove il
vuoto diventa possibilità e il non essere assurge
a potenziale. Senza dubbio uno dei lavori più innovativi presenti nel cartellone di P.d.T 2016, da
una compagnia giovane ma battagliera nella ricerca di una nuova drammaturgia.
http://www.asteriscoduepuntozero.it
Comitato del Pollino per il “Sì”
E’ stato costituito ufficialmente, in seguito alla registrazione
sul sito www.bastaunsi.it, anche sul Pollino il comitato che
sosterrà la scelta del“Sì” nella campagna politica che porterà al referendum confermativo della riforma costituzionale approvata dal Parlamento. Il voto è previsto il prossimo
autunno. In sintesi, le modifiche, che apporterà la riforma,
consistono nel superamento del bicameralismo perfetto, la
riduzione del numero dei parlamentari (Palazzo Madama
ospiterà 100 senatori), il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del titolo V della Costituzione”.
Il decreto Boschi prevede un’importante modifica della nostra Costituzione, modifiche che incidono in modo significativo anche sulla struttura organizzativa del nostro Paese.
Perché abbiamo deciso di costituire il comitato? Un comitato è il mezzo più efficace per spiegare il significato di quest'importante riforma ai cittadini. E’ un’iniziativa che non ha
connotazione politica, ma ha lo scopo di fornire le nostre
competenze, la nostra passione, a coloro che desiderano
approfondire e partecipare a questo campagna. Lo spirito
è quello di garantire il massimo coinvolgimento della cittadinanza. L'obiettivo primario è far diventare i cittadini protagonisti di un dibattito che dura da oltre trent’anni. Questa
riforma permetterà infatti di superare finalmente il bicameralismo perfetto. Le richieste di adesione possono essere
inviate a [email protected].
Coordinatrice del comitato sarà Cristiana Viola, presidente
Ugo Rizzuti. Numerosi le adesioni già pervenute accanto ad
esponenti della politica locale, rappresentanti del PD e del
mondo accademico, si segnala la presenza di numerosi giovani.
IL DIARIO anno XIV n.17 PAG. 12
La delegazione FAI-Pollino ha presentato “Film Pollino Film”
Il 22 Maggio 2016, nella sala del Circolo Cittadino di Castrovillari, si è svolto un incontro dal titolo “Film Pollino Film”, teso a far conoscere nelle
sue bellezze e nelle sue risorse paesaggistiche,
floro- faunistiche e storico-archeologiche il
Parco del Pollino, ignote o parzialmente sconosciute a tanti cittadini. L’incontro, organizzato
dalla Delegazione FAI- Pollino, si è tenuto nella
meravigliosa cornice di una sala prestigiosa,
messa come sempre a disposizione da una lungimirante Presidenza, e arricchita dalle tele di
Mimmo Sancineto, ispirate appunto dal patrimonio naturalistico del Parco. La manifestazione
ha visto come relatori il prof. Giuseppe Roma,
docente di Archeologia Cristiana dell’Università
della Calabria, e il prof. Francesco Caruso, delegato FAI all’Ambiente per la Delegazione del Pollino.
Introducendo l’incontro, la Capodelegazione
prof.ssa Laudadio, nell’illustrare le tante iniziative già effettuate, che hanno fatto conoscere
luoghi come Frascineto, la Civita di Castrovillari
e il Santuario del Castello, le bellezze di Morano
e di Mormanno, ha evidenziato la necessità che
i cittadini stessi segnalino le problematiche ed i
luoghi da salvare, collaborando in modo attivo
con la Delegazione; si è poi ripromessa una più
stretta collaborazione con le associazioni affini;
ha illustrato le iniziative da mettere in cantiere
per l’anno in corso, tra le quali la scelta del
Luogo del Cuore , del Luogo di Primavera, dei
luoghi in cui effettuare le maratone del FAI; e
ancora dei luoghi , anche fuori della nostra Regione, in cui effettuare viaggi di conoscenza, ed
ha infine ringraziato i giovani e le scuole, attiva-
mente motivati dalla Delegata prof.ssa Aprile,
che hanno costituito il vero motore della Delegazione.
Il prof. Roma, introdotto con la consueta sensibilità e competenza, dallo storico prof. Gianluigi
Trombetti, ha evidenziato il suo impegno in
scavi di rilievo internazionale in vari siti archeologici ed in varie zone del mondo; ha successivamente offerto la visione meravigliosa dei
reperti archeologici, frutto delle sue ricerche,
gelosamente conservati nei siti del Parco del
Pollino, suscitando grandissimo interesse nel
pubblico attento e partecipe.
Ha poi evidenziato come, atteso il grande patri-
Quel degrado del Polisportivo
Egr. Direttore, vorrei chiederle se, eventualmente ne fosse a conoscenza, con quale frequenza a Castrovillari hanno luogo gare di lancio del martello, del disco, del peso, del giavellotto o, eventualmente, gare di salto in alto. Io in tanti anni che vivo nella mia città del Pollino non ho mai saputo
dello svolgimento di simili competizioni, anche nel corso di quei pochi meeting di atletica leggera
che ci sono stati negli anni. Mi chiedo, allora, perché far ridurre in pessime condizioni, lasciati all’aperto e all’incuria da sempre, la rete protettiva ed il materasso del salto in alto, quando bastava
semplicemente conservarli in un luogo chiuso e utilizzarli al bisogno. Evidentemente al degrado
e allo spreco non c’è mai fine.
Dott. Pasquale Arcidiacono
monio archeologico che la Calabria possiede, il
flusso del turismo culturale potrebbe costituire
una straordinaria risorsa, anche economica,
della nostra Regione, se vi fosse stata, in tanti
anni, una “ governance “ politica capace di una
vera programmazione , attrattiva di correnti turistiche adeguatamente formate alla fruizione
dei beni culturali. Ha poi vibratamente sottolineato che i reperti vanno lasciati nei contesti
storici di pertinenza, pena l’assoluta perdita
d’identità dei luoghi maldestramente depredati
e dei reperti medesimi .
Il prof. Caruso, mettendo a frutto la sua pluriennale esperienza di ambientalista impegnato
in vari movimenti, ha tracciato, attraverso una
documentazione da lui personalmente raccolta
negli anni, una breve storia del Parco stesso, dei
mutamenti normativi intervenuti, delle inefficienze della classe politica non sempre attenta
all’evoluzione delle tematiche ambientaliste,
soffermandosi alfine su alcune proposte assai
significative, quali la creazione di un Ecomuseo,
frutto di una rete museale diffusa, di un laboratorio di biodiversità, della necessità di creare
un’economia del Parco, costruita sulle attività
sostenibili, ed infine su un’idea di Mediateca, attraverso la quale egli si augura di riuscire ad ottenere, attraverso la collaborazione dei cittadini
e delle istituzioni, una grande collazione di audiovisivi delle risorse del Parco, assai utile per la
ricostruzione della memoria storica.
Nelle sue conclusioni, il Presidente del Parco, dr.
Domenico Pappaterra, ha comunque messo in
evidenza la qualità e la quantità dei progetti e
degli interventi attraverso i quali, in questi ultimi anni, la politica del Parco si è messa in moto,
creando nuove opportunità; ha evidenziato anch’egli la carenza di una “ governance “ calabrese delle risorse del Parco, a differenza di
quanto è avvenuto in Basilicata, attraverso una
politica virtuosa. Infine, si è ripromesso una più
intensa collaborazione con il FAI e con le altre
associazioni ambientaliste, ma soprattutto con
l’Università della Calabria, per diffondere la conoscenza di questa splendida realtà, e di lavorare ancor più intensamente per questa risorsa
che è anche un’opportunità di sviluppo.
La Delegazione FAI -Pollino
IL DIARIO anno XIV n.17 PAG. 13
Filomena sfiora l’oro ai Campionati Italiani di Pizza Api
Bellissima affermazione per Filomena Palmieri al 16° Campionato Italiano Assoluto di pizza
organizzato da API al Pala
Terme di Fiuggi. La nostra chef
made in Castrovillari sfiora l’oro
nella categoria “Pizza in teglia”.
Un secondo posto che si è giocata testa a testa con il vincitore
separata da solo 4 punti sugli
oltre1500 assegnati. Una percentuale infinitesimale che gli
ha tolto la soddisfazione del titolo, ma non la consapevolezza
di esser ormai stabilmente collocata ai vertici nella sua categoria. Filomena Palmieri ha
affrontato questa gara con una
pizza particolarmente innovativa a base di mozzarella, caciotta fresca, cipolle selvatiche,
salmone affumicato e melassa
di fichi. Una competizione,
quella organizzata dall’associazione Pizzaioli Italiani, in cui
non basta saper condire e cuocere una pizza, bensì occorre
dimostrare di saper usare i vari
metodi di lievitazione, di capire
le caratteristiche chimico fisiche dei prodotti di base, imparando a valutare le differenze
qualitative dei materiali di consumo anche attraverso una accurata ricerca degli ingredienti.
Per Filomena questo ennesimo
successo va al di là della pura e
semplice competizione agonistica, in quanto la partecipazione a questi eventi in giro per
l’Italia li considera come una
sorta di formazione professionale continua, attraverso i quali
apprendere e confrontarsi con
le eccellenze della cucina italiana al fine di migliorarsi sempre più.
E se arriva il successo ben
venga, così come è accaduto a
Fiuggi laddove Filomena ha
conquistato anche l’argento
anche nella competizione a
squadre, rappresentando la Calabria insieme ai colleghi Gianluca D’Acunto di Fuscaldo e
Giacomino Bartolotta di San
Marco Argentano.
Complimenti Filomena per il risultato ottenuto ma soprattutto per la tua passione e
professionalità che sta lievitando giorno dopo giorno!
Angelo Filomia
Argento anche nella competizione a squadre
DAI CENTRI DELLA ZONA
IL DIARIO anno XIV n.17 PAG. 14
Celebrata la giornata
dello sport
MORANO CALABRO
L’Amministrazione comunale, rappresentata dal sindaco Nicolò De Bartolo e dagli
assessori Sonia Forte e Biagio Angelo Severino, ha partecipato alla giornata conclusiva del progetto “Sport in classe” promosso dal MIUR/CONI/CIP e realizzato
presso la sede del locale Istituto Comprensivo per iniziativa della dirigenza dell’agenzia formativa moranese e del Comitato dei genitori presieduto da Pina
Amato. Alla presenza del corpo docenti, degli esperti insegnati di scienze motorie
Giusy Zucco, Paola Anzaghi, Sabrina Zuppa, dei collaboratori del preside, Walter
Bellizzi (assente per motivi istituzionali), Lidia Rende e Angela Renda, del personale ATA, di tante mamme e papà intervenuti ad ammirare i propri beniamini, gli
alunni dei tre ordini dell’I.C., Infanzia, Elementari e Medie, si sono concentrati nel
piazzale della “Gaetano Scorza” alle 9.30 e in un clima di festa, minacciato da una
pioggerillina fortunatamente passeggera, hanno accolto i due bimbi tedofori cantando l’inno di Mameli per poi procedere, come suol farsi nelle circostanze ufficiali,
alla simbolica accensione del braciere sistemato in bella vista nell’area giochi.
Prima di dare il via alle competizioni il Primo cittadino ha salutato il coloratissimo
parterre plaudendo all’iniziativa e agli organizzatori, sottolineando, altresì, l’eccezionale valore dello sport nella vita e nella formazione dei ragazzi. «La pratica dell’attività fisica – ha detto De Bartolo – non può e non deve ridursi a un solo
momento ludico e di divertimento. Ma, insieme e con esso, forgiare lo spirito per
traguardi superiori. Un corpo sano ha bisogno di una mente sana. E le due cose
devono viaggiare sul medesimo binario. Distinte eppure legate. Come due rami di
un unico tronco la cui linfa alimenta e dona sostanza ad entrambi». Il Sindaco ha
poi concluso facendo rilevare «il grande lavoro compiuto sinora dall’Amministrazione comunale per rendere accoglienti, funzionali e moderni gli ambienti didattici». Similmente l’assessore alla Pubblica Istruzione Sonia Forte, il quale nel suo
telegramma introduttivo ha evidenziato come lo «sport sia sinonimo di lealtà, e
come l’educazione fisica nelle scuole, stante la sua eclettica valenza, influisca positivamente sui processi di crescita dei ragazzi, i quali vengono così indirizzati verso
stili di vita corretti e salutari, lontani da pericolose devianze». Forte ha terminato ringraziando i promotori e i ragazzi, che con la loro verve e la semplicità che li distingue, riescono a «trasformare in festa ogni occasione».
Apprezzamento per l’«entusiasmante manifestazione» ha espresso l’assessore Biagio Angelo Severino. Il quale, nel ribadire quanto affermato dal sindaco, ha ricordato «l’impegno profuso dall’Esecutivo nei confronti dell’universo scolastico» e
come la singolare circostanza sia un «formidabile strumento di aggregazione».
Campionato Regionale
Veterani a Castrovillari
TENNISTAVOLO
Nei Campionati Regionali Veterani, disputati il 22 maggio 2016 a Castrovillari presso la
palestra F. Filpo del Polisportivo, arrivano 4 podi per la società del Pollino.
A conquistarli sono Antonio Rosario Lombardi,medaglia D'oro nel singolo e argento nel
doppio 50/60. Giuseppe De Gaio, medaglia d'argento nel doppio e Bronzo nel singolo
50/60 Domenico Veltri e Gianfranco Turco medaglia di bronzo nel doppio 40/50. Presenti
alla manifestazione il Presidente Regionale Fitet Calabria Giuseppe Petralia , il Sindaco
della Citta di Castrovillari Domenico Lo Polito e il presidente della Polisportiva del Pollino
Città di Castrovillari Luigi Filpo che a fine manifestazione hanno premiato gli atleti vincitori e la società del Polistena risultata prima nella classifica di società a fine stagione
agonistica 2015/16 e consegnando al presidente Ciccio Ferraro la prestigiosa Coppa
Calabria .
Morano C./Al via i festeggiamenti
in onore di san Francesco di Paola
Sabato scorso, con l’inaugurazione al castello normanno della mostra di opere in legno d’ulivo realizzate dal m. Riccardo Magarò e la messa in scena
in serata, all’auditorium comunale, della commedia in vernacolo calabrese “A padda de focu”, scritta
da Mirella Turco Magno e allestita dall’associazione
“Smile… Sorridiamo insieme”, hanno avuto inizio i
festeggiamenti organizzati dal Comitato Promotore del VI Centenario della nascita di san Francesco di Paola e dall’Esecutivo locale moranese in
onore del Taumaturgo paolano.
La giornata, densa di incontri per il sindaco Nicolò
De Bartolo e la sua squadra di governo, ha segnato
l’avvio ufficiale della kermesse culturale, che vivrà
il suo momento clou sabato prossimo, 28 maggio,
nell’assegnazione del Premio san Francesco di
Paola a un cittadino moranese particolarmente distintosi per il suo impegno in campo sociale, culturale e religioso. E proprio nella conferenza di
presentazione delle opere scultoree del m. Magarò, visitabili sino al 5 giugno nella sala multifunzione della rocca medievale, il Primo Cittadino ha
rivelato a sorpresa il nome della persona cui sarà
attribuito il prestigioso riconoscimento. Si tratta
dell’arciprete p. Flavio Paladino ofm, parroco da
oltre quarant’anni della chiesa dei ss. apostoli Pietro e Paolo di Morano, “per aver saputo magnificamente gestire – così De Bartolo - il complesso
chiesastico affidatogli e dirigere le anime in un
contesto storico difficile, cogliendo le sfide, ma
anche difficoltà, i disagi e le sofferenze di uomini e
donne del nostro tempo, e operando instancabilmente, con ogni mezzo, per lenire il peso della fatica quotidiana nel nome di Gesù Cristo”.
In serata, poi, in un affollato auditorium, la vita e le
opere del nostro Santo, sono state sapientemente
trasposte e rappresentate da bravi attori che
hanno emozionato la platea, nell’unico intento di
incoraggiarne la conoscenza e favorirne la devozione e Francesco.
Nella medesima circostanza è stata, altresì, onorata
la memoria di p. Agostino Donadio, illustre sacerdote dei Frati Minimi, nato a Morano nel XIX sec,
ricordato con un busto bronzeo nel piazzale antistante il convento di Paola
Civita: in piazza con Telethon
Nel mese di maggio la Fondazione Telethon promuove la campagna di primavera per informare e raccogliere
fondi per la ricerca scientifica sulle malattie genetiche rare. Anche il piccolo borgo arbëresh di Civita con le
Associazioni ANAS e la PROLOCO domenica 22 maggio, ha contribuito alla raccolta fondi, per sostenere la ricerca.Un sostegno piccolo, ma di vitale importanza grazie al quale la Fondazione Telethon lavora e continua
a fare passi avanti nella cura e nel miglioramento della qualità della vita dei pazienti che sono da sempre al
centro della sua missione. Per il secondo anno consecutivo, la Fondazione Telethon organizza una Campagna
di raccolta fondi che prevede la distribuzione del loro prodotto simbolo: i Cuori di Biscotto, prodotti dal rinomato Biscottificio Grondona e confezionati elegantemente in scatole di latta argentata. I biscotti sono racchiusi in una scatola di latta, decorata dall’illustratrice Annalisa Beghelli, pensata per essere riutilizzata e per
poter continuare a vivere nelle case come elegante contenitore.“Io sostengo la ricerca con tutto il cuore” è il
messaggio che si legge sulla confezione per ricordare l’importanza della generosità e della voglia di donare
per sostenere la ricerca scientifica. L'iniziativa, ha l'obiettivo da una parte di continuare a sensibilizzare sull'importanza del sostegno alla ricerca scientifica per la cura delle malattie genetiche rare e dall'altra di ricordare l’impegno della Fondazione Telethon durante tutto l’anno.Grazie a questo sostegno la Fondazione
Telethon lavora ogni giorno per continuare a fare importanti passi avanti nella cura e nel miglioramento della
qualità della vita dei pazienti che sono al centro della sua missione.Da quando è nata, nel 1990, Telethon ha
investito in ricerca oltre 450 milioni di euro, ha finanziato oltre 2500 progetti coinvolgendo più di 1500 ricercatori e ha studiato più di 470 malattie. Ogni minuto nel mondo nascono dieci bambini affetti da una
delle oltre seimila patologie genetiche rare finora conosciute. I sintomi possono comparire a ogni età, ma
nel 70% si manifestano nei primi cinque anni di vita. Possono colpire ogni organo e compromettere funzioni
fondamentali per la vita quotidiana; quasi sempre sono nemiche terribili che creano sofferenza al malato e
ai familiari che lo assistono. Ecco perché bisogna combatterle, ogni persona ha diritto alla speranza e la ricerca
scientifica è l'unica strada per dare risposte concrete ai pazienti.
Flavia D’Agostino
Il Castrovillari batte il Venafro
ed approda alla finalissima
nazionale per la serie D
IL DIARIO anno XIV n.17 PAG. 15
Ed è finale. Proprio come accadde dieci anni fa. Il
Castrovillari batte nel doppio confronto i molisani del Venafro ed approda alla finalissima nazionale. Dieci anni fà il Castrovillari incontrò il
Gragnano, ora sul cammino dei lupi del Pollino ci
sarà la formazione siciliana della Sancataldese. Il
5 giugno l'andata in Sicilia, il 12 giugno il ritorno
al "Mimmo Rende". Date storiche per i tifosi rossoneri, come scolpito nella mente di molti rimarrà il doppio confronto con il Venafro.
Squadra veloce e combattiva che però il Castrovillari di Franco Viola ha nell'arco dei 180 minuti
controllato e a tratti dominato. All'andata domenica scorsa imponendosi per 1-0 grazie alla
rete di Vitale e sciupando diverse occasioni da
rete , al ritorno espugnando il "Marchese Del
Prete" per 2-1 grazie alle reti di D'Angelo e Lupacchio. Un doppio confronto che ha confermato la solidità difensiva rossonera e la voglia di
una squadra diventata sempre più gruppo di
voler scrivere nuovamente la storia del sodalizio
rossonero. Per farlo manca sol l'ultimo ostacolo,
il quale seppur difficile è certamente alla portata
dei lupi del Pollino. Grande euforia tra i tifosi che
hanno sostenuto in massa i propri beniamini al
Mimmo Rende e con altrettanto entusiasmo li
hanno seguiti in terra molisana . A loro certamente la dedica per questo traguardo da parte
dei protagonisti di questa avventura che ci si augura possa finire con una storica vittoria. E' ciò
che vuole Fabio Lupacchio, bomber rossonero
autore di una pregevole marcatura a Venafro.
"Ne avevo bisogno e sono contento per me
stesso" commenta Lupacchio. "La rete di Venafro
la dedico a Noemy la figlia di un caro tifoso che
mi ha sempre sostenuto e a tutti i sostenitori del
Castrovillari. Alla società ai miei compagni di
squadra al mister Viola e allo staff tecnico in particolare al mio preparatore che mi sopporta il
prof Gangemi”. Una dedica generale per Lupacchio che ora pensa già alla Sancataldese. “La speranza è di farne uno in finale, ma ancor di più di
vedere il Castrovillari in serie D”. Grande entusiasmo in tutta la dirigenza come si evince dalle parole del Presidente Agostini: “E’ una grande festa
per il Castrovillari. Abbiamo fatto un grande doppio confronto con il Venafro e siamo felicissimi
per aver conquistato meritatamente questa finale. Complimenti a tutti, staff tecnico e giocatori ed un elogio particolare a capitan Musacco
che oggi non si è fermato un attimo nel rettangolo di gioco di Venafro” afferma Agostini che
ringrazia Franco Viola per quanto fatto fino ad
ora ed i tifosi . “ Un grazie al tecnico per averci regalato questo sogno ed ai tifosi che ci stanno seguendo ovunque. Ora ci tocca la Sancataldese,
un osso duro certamente, un avversario di ottima fattura, ma noi siamo pronti per questa battaglia e riportare il Castrovillari nella serie che gli
compete. La serie D. Forza ragazzi tutti in Sicilia”.
Non poteva mancare Alessandro Di Dieco in
questa grande festa. E' lui certamente l'artefice
principale dei successi del Castrovillari. Il co-presidente dopo averla sfiorata questa finale due
anni fa ora è pronto ad entrare nella storia. "Si è
ciò che vogliamo tutti. Dopo anni di sacrifici e
anche di delusioni siamo pronti a regalare e regalarci un prestigioso traguardo. Un traguardo
importante che merita Castrovillari. Ora però la
festa deve finire, bisogna ritornare a lavoro,
manca ancora un ostacolo da superare, certamente il più difficile. Ma noi ci crediamo...serie D
vogliamo conquistarti".
Michele Martinisi
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