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il ruolo delle religioni
“ISLAM, EBRAISMO E CRISTIANESIMO”
IL RUOLO DELLE RELIGIONI NEL DIALOGO FRA LE CIVILTA’
La linfa alla quale le religioni attingono è prima di tutto, nell’ottica del
credente, Dio stesso, l’Assoluto, l’unico vero Dio nel caso delle tre grandi religioni
monoteiste. In secondo luogo le religioni attingono linfa dal cuore stesso dell’uomo,
il “cuore” in senso biblico, cioè la parte più profonda e autentica dell’uomo, la parte
più spirituale, più vicina a Dio.
Mircea Eliade, un grande storico delle religioni, ha bene evidenziato questo
aspetto parlando di un bisogno del “sacro” che pervade l’uomo di tutti i tempi e di
tutte le culture. E’ una constatazione importante il fatto che non esista cultura, civiltà,
popolo che non sia “religioso”. Lo stesso autore sostiene che è sempre parziale un
approccio al fenomeno religioso che privilegi solo un aspetto, sia quello
antropologico, sociologico o psicologico. L’uomo religioso rappresenta l’uomo
nella sua totalità, che sa vedere oltre l’apparenza la realtà più profonda ed è capace
di “fondare” il mondo, di dare “significato” alla realtà. Occorre perciò un metodo più
totale storico-fenomenologico ed ermeneutico.
Le religioni rispondono ai grandi interrogativi dell’uomo: “ da dove vengo
?”, “chi sono ?”, “dove vado ?”: rappresentano cioè sistemi di significato forti, capaci
di rispondere in modo profondo alle grandi domande di senso. In particolare le tre
grandi religioni monoteiste richiamano l’attenzione dell’uomo sul significato ultimo
dell’esistenza, su un senso forte da dare alla vita.
In sintesi l’uomo non viene dal caso, da una combinazione fortuita di molecole, di
elementi chimico-fisici, ma da una azione creatrice di Qualcuno, di un Dio personale
che si è rivelato. L’uomo è frutto di un Progetto preciso che si rivela come Progetto
di Amore.
La fede è una fiducia, una speranza, non è un possesso tranquillo e al sicuro
ma uno sforzo continuo che sempre si mette in discussione e rinasce. Un teologo
italiano contemporaneo, Bruno Forte, ha riassunto acutamente questa dinamica del
credente dicendo che “il credente non è che un ateo che ogni giorno si sforza di
cominciare a credere”.
Nicola Abbagnano, filosofo esistenzialista, ha affermato che “Dio è un rischio
filosofico che si può correre senza più essere tacciati di oscurantismo…. La
religione si profila come una via aperta che nessuna posizione filosofica può
escludere in linea di principio……indica una via di salvezza, una speranza di
salvezza. La religione si presenta come una possibilità che la scienza stessa si trova
costretta ad ammettere.”
Un’altra sfera importante delle religioni, forse la più importante per il
nostro tema, è rappresentata dal risvolto etico e quindi morale. Tutte le grandi
religioni ma in particolare le grandi religioni monoteiste, sono state e sono
fondamentali per la fondazione di un’etica, cioè per la loro straordinaria capacità di
fondare “VALORI”, di distinguere ciò che nella vita conta di più da ciò che conta o
vale di meno. In altri termini sono depositarie di una chiara demarcazione fra ciò che
è “bene” da ciò che è “male”. Il garante di questa distinzione è Dio stesso.
Ne era pienamente cosciente J.P. Sartre, filosofo esistenzialista francese,
quando nel 1945, in una conferenza al “Club Maintnant” di Parigi (poi stampata con
il titolo “L’esistenzialismo è un umanesimo”), cercava di spiegare il suo
esistenzialismo ateo: “….non si può togliere di mezzo Dio con la minima
spesa…..L’esistenzialista pensa che sia molto scomodo che Dio non esista, perché
con Dio svanisce ogni possibilità di ritrovare dei valori in un cielo intelligibile; non
può più esserci un bene a priori perché non c’è nessuna coscienza infinita e perfetta
per pensarlo; non sta scritto da nessuna parte che il bene esiste, che bisogna essere
onesti…..” . E, riprendendo Dostoevskij che ne “L’Idiota” aveva affermato che “se
Dio non esiste tutto è permesso”, continua dicendo che “…effettivamente tutto è
lecito se Dio non esiste e di conseguenza l’uomo è abbandonato perché non trova
né in sé né fuori di sé possibilità di ancorarsi……Se Dio non esiste non troviamo
davanti a noi dei valori che possano legittimare la nostra condotta”.
Anche A. Einstein attribuiva alle religioni la competenza specifica su valori e
fini dell’uomo.
Questo aspetto etico, della fondazione dei valori penso che rappresenti il
contributo più alto che le religioni possono dare al dialogo tra le civiltà.
La cosa più interessante consiste nel fatto, veramente importante, che
questi valori di cui sono portatrici le religioni risultano essere sostanzialmente
gli stessi nelle varie tradizioni religiose.
Certo, ci sono differenze ed è utile, anzi necessario metterle in evidenza, per non
cadere in un vuoto sincretismo, ma ci sono anche profondi punti in comune.
C’è anche da dire che in ogni religione esiste una gerarchia delle verità, ci
sono cioè delle verità più importanti di altre. Poco importa se su alcune verità
marginali non c’è accordo, quando esiste profonda concordanza sui temi
fondamentali. Sono illuminanti a proposito alcuni pensieri sull’argomento, di
Gandhi: “Le varie religioni sono come le foglie di un albero. Non ce ne sono due
uguali, ma non vi è alcun antagonismo tra esse e tra i rami su cui crescono”.
“L’anima delle religioni è una sola, anche se racchiusa in una moltitudine di
forma”. “Le religioni non esistono per separare gli uomini gli uni dagli altri, ma
per vincolarli reciprocamente”.
Un versetto della Upanishad recita così :
”La verità è una, gli uomini la chiamano con nomi diversi”.
In senso cristiano la verità fondamentale sulla quale poggiano tutte le altre è
che Dio è Amore e per Amore ha creato l’universo e l’uomo, questi con una
particolarità unica, ad immagine di Dio. Un Dio che per amore si è fatto come noi per
abbassarsi al nostro livello e da qui, nella croce, portarci in alto, salvarci con la sua
Risurrezione. Il Credo (la professione di fede dei cattolici) sintetizza le verità
cristiane fondamentali, ma ce ne sono altre ugualmente importanti e direttamente
ricavabili dai testi evangelici e da tutta la Bibbia : il Dio cristiano è un Dio del
dialogo, della pace, dell’interiorità (guarda al cuore dell’uomo); Gesù non ama il
formalismo ed il legalismo, non rispetta le leggi se queste non rispettano la
dignità dell’uomo. E’ un Dio libero che libera dalla sofferenza e dalla morte.
E’ necessario lasciare da parte ogni fanatismo religioso ( che non è religione), e
far proprio un atteggiamento di rispetto per l’altro e per la sua diversità, in uno
spirito di ricerca sincera. Occorre valorizzare le reciproche differenze come ricchezza
culturale e spirituale e mettere l’accento sui molti aspetti comuni alle varie fedi
religiose.
Il tema della “PACE” può veramente rappresentare il punto di incontro per
eccellenza tra le religioni. Occasioni importanti i numerosi incontri tra rappresentanti
delle varie tradizioni religiose, a cominciare dall’Incontro di Assisi del 1986.
Esperienze significative esistono anche nella nostra zona, come ad Agliati, una
località nei pressi di Palaia, dove da diversi anni si promuovono incontri di preghiera
e di dialogo tra fedeli cristiani cattolici, anglicani, evangelici, musulmani, ebrei,
buddhisti, indù.
In un clima come quello attuale caratterizzato da un dilagante materialismo,
le religioni si trovano concordi nell’affermare la necessità di un richiamo allo
spirituale e al trascendente. Di fronte alla mentalità materialistica e consumistica di
oggi, sicuramente il vero nemico della pace e della giustizia, le religioni
promuovono i grandi valori della Pace, della Giustizia, della Fratellanza.
Rappresentano quindi un terreno fertile per un pacifico dialogo tra civiltà.
Ancora Gandhi diceva che “ La non-violenza è il fine di tutte le religioni” e che
“La via della pace è la via della verità. La menzogna è la madre della violenza.”
Le violenze, le guerre, il terrorismo, che insanguinano il mondo non sono frutto
delle religioni: sono figlie di contraddizioni legate ad interessi economici e politici e
più in generale ad una ingiustizia sociale tra nord e sud del mondo, non più
sostenibile. Il fanatismo e il terrorismo, da qualunque parte provengano, non
hanno nulla a che fare con la religione e chi, in nome di qualunque Dio, usa
violenza, tradisce i valori autentici della propria religione e della propria cultura.
Giovanni Casalini
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