Non chiamatelo venditore Ora il sales manager è uno «stratega»
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Non chiamatelo venditore Ora il sales manager è uno «stratega»
www.corrierecomunicazioni.it [email protected] DELLE 24 n°12. 7 luglio 2014 JobIct Non chiamatelo venditore Ora il sales manager è uno «stratega» Le aziende si aspettano consulenti specializzati capaci di contribuire allo sviluppo del business dariobanfi F are il venditore di almanacchi ai tempi di Internet non è per niente facile: la contrazione della spesa IT da una parte e la fortissima competizione dall’altra sono i maggiori ostacoli che incontrano, ogni giorno, i venditori di tecnologia. Il mestiere del sales manager non è più quello di una volta, ripetono i direttori commerciali. Si è complicato, chiede uno sforzo continuo di adattamento e strategie nuove. Le imprese si aspettano venditori-consulenti, personale specializzato, molto supporto tecnico in fase di prevendita, interlocutori che sappiano cioè toccare questioni fondamentali per lo sviluppo del business. Fino a un ventennio fa ciò che poneva la trattativa di vendita in discesa era la relazione di fiducia. Oggi non basta più, il contenuto supera persone, marchi, relazioni e perfino i singoli strumenti. Al punto che senza un’adeguata visione del mercato e delle imprese acquirenti chi rivende tecnologia rischia di bruciarsi contatti e opportunità in brevissimo tempo. Per Marco Becattini, Vice President sales Italy per Adp, un buon sales manager deve avere in dote almeno tre caratteristiche professionali: in primo luogo la capacità di lavorare e il linguaggio per confrontarsi con ambienti diversificati e stakeholder diversi, in grado di far confluire i propri interessi sul medesimo obiettivo. Vendere, cioè, non è più soltanto una questione individuale, ma coinvolge tecnici, system integrator e perfino istituti di credito o business partner. Un venditore deve mettere insieme i pezzi del puzzle per chiudere bene la trattativa. In secondo luogo deve conoscere il mercato prima ancora dei prodotti. Avere, cioè, una prospettiva sull’uso delle soluzioni proposte, in modo da trovare la collocazione corretta e una giustificazione di spesa. Infine, secondo Beccattini, c’è il fattore individuale. Serve passione. “In questo tipo di mestiere viene richiesta un’elevata disponibilità di tempo. Occorre essere sempre ‘always on’ e proattivi. E lo fai se ami davvero il tuo lavoro”. In linea con questa visione Vittorio Carosone, direttore commerciale CA-Technologies Italia, che ricorda come le relazioni di fiducia nascano soltanto dopo avere raggiunto il successo con i propri clienti. “Non siamo più nella situazione di qualche decennio fa, quando per fare affari bastava una buona relazione con il cliente. Il valore concreto sul business de- presentare qualsiasi contratto sul tavolo. Distinguersi come venditori, tuttavia, è complesso: il mercato è ricco di figure commerciali e iniziano a spopolare sul Web i siti di società che organizzano ve venire prima, occorre mostrare Roi e vantaggi reali della tecnologia comperata. I sales manager di oggi sono ‘challenger’, persone che accettano sfide. Per rimanere nell’agenda delle grandi aziende bisogna cioè portare valore reale”. Quali caratteristiche deve dunque avere un buon venditore? Per Carosone gli elementi chiave sono tre: possedere i contenuti di vendita, ovvero conoscere meglio di ogni altro soluzioni e offerta, anche in confronto al mercato; essere persone “di impatto”, in grado di guidare il posizionamento con esempi e in maniera positiva; avere una serie di tecniche di comunicazione e relazionali di base molto forti. Quest’ultimo punto è fondamentale, visto che gli interlocutori sono subissati da messaggi che arrivano da ogni direzione: mailing, telesales, social media. Conta comunicare bene prima di reti di vendita esterne. Soltanto i profili Linkedin che includono la definizione di “sales manager”nel proprio curriculum per i settori dell’hardware, software, IT, servizi e Tlc in Italia arrivano a quota 31.200. “Eppure, paradossalmente, è proprio nei momenti di staticità del business e di eccesso d’offerta che possono emergere i migliori”, continua Carosone. “Sono i venditori che hanno deciso di cambiare marcia, e non adagiarsi al ruolo o alle relazioni già stabilite. Le opportunità di lavoro non mancano, ma bisogna essere bravi, scommettere sulla formazione, su sistemi di accelerazione e premiazione delle performance e sul continuo affinamento delle tecniche di vendita. Che il mercato sia ridotto non è affatto vero. Alcuni fenomeni stanno aprendo nuove opportunità: big data, cloud, mobility, la spinta sul digital e sui social. Sono temi cross industry che riaprono oggi il mondo delle vendite”. Sebbene la curva di apprendimento sulle tecnologie sia molto elevata, serva esperienza e un buon vocabolario tecnico, il mondo dei sales manager per l’IT non è chiuso o pregiudiziale. C’è spazio per giovani neolaureati e perfino per chi arriva da altri settori. L’importante, dicono i direttori commerciali, è uscire da zone di comfort, sicurezze pregresse e “ascoltare i movimenti del mercato, come fosse un metronomo, a cui allineare offerte e servizi”. L’intervista marco guarna managing director Modis (gruppo Adecco) «Buone chance per i giovani con doti relazionali e technical skills» N onostante un mercato del lavoro in difficoltà, il mondo dei professionisti dell’area commerciale ha mantenuto in questi anni una buona mobilità nel settore hi-tech. Ne parliamo con Marco Guarna, managing director di Modis, società del gruppo Adecco, specializzata nella selezione di profili IT. Guarna, come va il mercato per i sales manager? Bene. Le aziende li cercano, in questo momento forse più con obiettivi di breve termine, ma si può dire che non abbiano mai smesso di averne bisogno. Insieme ai venditori sono richiesti anche key account e technical account manager. Su quali tecnologie serve esperienza? Come per i trend tecnologici anche nell’ambito vendite emergono alcune specializzazioni: il mobile, il mondo delle app, quello degli analytics e la security. L’ambito più in crescita è quello degli analytics: le imprese stanno sempre più maturando l’idea che per fare business e definire strategie efficaci si debba partire dai dati. Verso quali settori industriali c’è interesse? In questo momento due ambiti attirano di più i sales manager: chi offre tecnologie per il mondo finance e quello che si rivolge all’healthcare. Sono due settori trainanti, con richieste maggiori rispetto al passato. In molti cercano venditori capaci di trattare con banche, assicurazioni e in generale istituzioni finanziarie. Sull’altro fronte vediamo una domanda crescente di chi si rivolge all’ambito sanitario sia pubblico sia privato. Serve un background molto spe- cifico, che in questo momento è assai richiesto. Dove si cercano venditori? Principalmente a Milano e Roma. Nell’ambito finance più a Milano, in quello dell’healthcare e della PA più a Roma. C’è spazio per figure giovani? Sì, in particolare nella prevendita e tele-selling. Si tratta di figure per attività di vendita basata via telefono, che gestiscano il ciclo di prevendita per passare poi i prospect a venditori più esperti. Hanno buone chance giovani con ottime doti relazionali, buono standing telefonico, specializzazione tecnica, magari con due-tre anni di esperienza. Anche i tecnici possono lavorare nel mondo vendite? Certamente, oggi sono richiesti molti technical account manager. Svolgono funzioni di supporto su problematiche tecniche, aiutando chi svolge trattative commerciali, e cooperano nelle fasi di upselling per migliorare i servizi e prodotti già acquisiti dai clienti. Il loro valore è proprio quello di stare al confine tra aree di vendita e di delivery. E chi proviene da altri settori? Il mondo delle tecnologie non è ancora così aperto da apprezzare sales manager provenienti da altri contesti. L’unico passaggio che stiamo registrando è dall’IT alle Tlc e viceversa. Possono avere buone opportunità, eventualmente, i venditori che arrivano dall’engineering o che hanno un background tecnologico importante. D.B.