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Il Focus Group
Il Focus Group Che cos’è Una tecnica particolarmente adatta alla lettura dei bisogni e delle percezioni ed alla ricerca qualitativa E’ una tecnica per lo sviluppo di discussioni guidate di gruppo centrate su uno specifico argomento. Nato negli anni 50 dal lavoro di Merton nel campo della ricerca sociale, diffusamente utilizzato nella pubblicità e nei sondaggi di mercato, l’uso del Focus Group si è col tempo esteso anche nell’ambito di numerosi progetti ed iniziative di animazione e sviluppo locale come strumento per rilevare i bisogni e la percezione dei partecipanti rispetto ad un prodotto/servizio che si sta sviluppando o su un dato fenomeno che si sta osservando. Strumento particolarmente adatto allo sviluppo di indagini qualitative, il Focus Group non deve in alcun modo essere confuso con altri strumenti di progettazione partecipata. E’ invece particolarmente adatto a comprendere i bisogni specifici dei destinatari finali di un progetto, o degli utenti di un servizio, a partire da un campione rappresentativo di questi ultimi, analizzando in profondità ciò che le persone pensano al di là delle opinioni superficiali che possono avere. Come funziona Un sistema di lettura partecipata dei bisogni basato sulla formulazione di una serie di domande Si distingue tra Focus Group strutturati, semi e non strutturati. Il Focus Group è uno strumento semplice e potente di lettura dei bisogni e delle percezioni di un gruppo di persone rispetto ad un determinato argomento. E’ costruito sull’idea che raccogliendo le diverse opinioni e punti di vista delle persone, ed osservando come i partecipanti interagiscono all’interno di un gruppo e modificano le proprie opinioni di partenza, sia possibile raccogliere un maggior numero di informazioni che attraverso semplici interviste individuali. In un Focus Group tutte le discussioni vengono moderate da un facilitatore e sintetizzate in un report finale. Normalmente il lavoro di gruppo può durare un tempo variabile tra i 90 ed i 120 minuti, e coinvolgere tra le 8 e le 12 persone. A volte può essere utile organizzare su uno stesso argomento più Focus Group, onde verificare la bontà dei risultati allargando il campione su cui viene svolta l’analisi qualitativa. Nella sua formulazione originaria un Focus Group si sviluppa come una discussione strutturata guidata in modo abbastanza rigido da un facilitatore attraverso una serie di 10 – 15 domande, predisposte prima dell’incontro, a cui i partecipanti sono invitati a rispondere. Col tempo le tecniche di gestione dei Focus Group sono cambiate, diventando meno rigide ed utilizzando procedure più flessibili per la gestione del gruppo. In questi casi si parla di Focus Group semi strutturati e non strutturati. Nei Focus Group semi strutturati la gestione del gruppo è in parte guidata dal facilitatore ed in parte lasciata ai componenti del gruppo, che possono ad esempio porre domande agli altri partecipanti. In quelli non strutturati la discussione è completamente autogestita dai partecipanti, che in autonomia pongono domande agli altri componenti del gruppo. I criteri di selezione dei partecipanti, così come il ruolo del facilitatore cambiano ovviamente a seconda del tipo di focus group che si organizza. Quando utilizzarlo Uno strumento di indagine qualitativa estremamente flessibile Un Focus Group può essere utilizzato in una molteplicità di casi diversi. Per conoscere il gradimento di un prodotto, i bisogni dei destinatari di un progetto, il grado di soddisfazione degli utenti di un servizio, la bontà di un lavoro svolto ed in tutti i casi in cui sia necessario approfondire la conoscenza qualitativa di un dato fenomeno, o dei bisogni di una determinata popolazione. Per questo è uno strumento molto utile nella fase di progettazione, quando ad esempio occorre approfondire i bisogni dell’utenza che il progetto andrà a soddisfare. Può essere usato anche in fase di valutazione, quando si tratta di capire la percezione di un dato fenomeno/servizio da parte dei suoi Autore: de luzenberger Data: 07/01/2010 Pagina 1 di 1 utilizzatori. Si pensi, ad esempio, al grado di soddisfazione dei partecipanti ad un corso di formazione, o a quello degli utenti di un servizio di orientamento al lavoro. Nel campo della progettazione partecipata i Focus Group vengono in particolare utilizzati nelle fasi di avvio dei percorsi partecipati, soprattutto per definire i temi su cui svolgere le diverse attività di laboratorio o per comprendere il grado di soddisfazione dei partecipanti ad un workshop. Setting Per fare un focus group non sono necessarie attrezzature particolari Per fare un Focus Group servono delle attrezzature molto semplici. Una stanza capace di contenere comodamente le persone del gruppo ed il facilitatore, un tavolo tondo a cui tutti possano sedere. Nella stanza è bene attrezzare un angolo per i coffee break, in modo da evitare che per prendere una pausa sia necessario allontanarsi dalla stanza. E’ infine utile che ogni partecipante abbia un block notes per prendere appunti, ed utilizzare dei badge in modo che tutti possano chiamarsi per nome. A seconda del lavoro che si è chiamati a fare, si possono poi prevedere una serie di altri strumenti. In alcuni casi, soprattutto quando si fanno ricerche di mercato, si possono usare delle stanze con una parete a specchio trasparente, in modo che sia possibile osservare il comportamento dei partecipanti senza essere visti. Per non perdere informazioni può inoltre essere utile attrezzarsi per registrare tutte le cose che sono state dette. Anche in questo caso si può semplicemente prevedere la presenza di un verbalizzatore, o di un sistema di registrazione audiovisiva. Facilitare un Focus Group In linea generale chi faciliti questo tipo di iniziative deve preoccuparsi di creare le Chi facilita un condizioni più favorevoli al lavoro del gruppo. In particolare egli dovrà sempre: focus group deve sempre • cercare di mantenere la conversazione ad un livello informale, in modo da creare le creare le condizioni perché i partecipanti possano esprimere le proprie opinioni condizioni con il maggior grado di libertà possibile; perché il • aiutare il gruppo a restare focalizzato sul tema da discutere. gruppo lavori al meglio Il lavoro di un facilitatore cambia al variare del grado di strutturazione di un Focus Group. Il grado di controllo del gruppo varia a seconda del tipo di Focus Group che si sta conducendo Il lavoro del facilitatore varia a seconda del tipo di Focus Group che si è organizzato Nei Focus Group strutturati il facilitatore esercita un grado molto forte di controllo del gruppo. Egli guida la discussione chiedendo di volta in volta ai partecipanti di esprimere la propria opinione. In quelli semi strutturati egli esercita un controllo medio del gruppo, lasciando ai partecipanti una certa libertà nell’influenzare lo sviluppo del lavoro. In quelli non strutturati esercita un grado di controllo ridotto, lasciando al gruppo grossa autonomia nella gestione del proprio lavoro. Nei Focus Group strutturati il facilitatore guida il gruppo utilizzando un set di 10-15 domande prestabilite a cui i partecipanti sono chiamati a rispondere. Nei Focus Group semistrutturati egli utilizza solo alcune domande guida, lasciando poi spazio ad altre domande che possono sorgere sia da parte del facilitatore che dei partecipanti durante il lavoro del gruppo. Nei Focus Group autogestiti, infine, il facilitatore si preoccupa soprattutto di fornire indicazioni e stimoli utili ad aiutare il lavoro del gruppo, facendo in modo che siano gli stessi partecipanti a porre domande ai propri colleghi ed evitando che essi abbandonino il tema di discussione. Autore: de luzenberger Data: 07/01/2010 Pagina 2 di 1 E’ possibile porre diverse tipologie di domande in un Focus Group Le domande giocano un ruolo fondamentale nei Focus Group. Per questo è opportuno ragionare su come debbano essere utilizzate. Durante un Focus Group si possono utilizzare diverse tipologie di domande: • Domande a risposta aperta: sono domande che non hanno una risposta univoca, e che solitamente richiedono risposte articolate. Normalmente iniziano con come, cosa, quando, chi, o dove. Sono utili per recuperare un elevato numero di informazioni, poiché non delimitano un campo di risposte ben preciso e rivelano il reale pensiero degli intervistati. ES: “Come risolverebbe il problema del traffico nella nostra città?” • Domande a risposta chiusa: sono domande a cui si può rispondere solo in due modi, generalmente come ad esempio con un si o con un no. Sono particolarmente utili per arrivare a delle conclusioni, ed in questo modo interrompere una conversazione che sta durando troppo senza sembrare scortesi. Inoltre possono essere usate per chiarire un dubbio. ES: “La condizione dei passaggi pedonali la soddisfa?” • Domande specifiche: sono domande che richiedono una risposta ben precisa. Sono utili quando, per esempio, è necessario quantificare un fenomeno, si devono eliminare dei dubbi o indirizzare la conversazione. ES: “Quanti passaggi pedonali ci sono nel suo quartiere?” • Domande di approfondimento: sono domande che approfondiscono risposte date in precedenza. Servono ad ottenere informazioni utili su uno specifico argomento. Aiutano ad approfondire le opinioni di un particolare partecipante ed a far emergere le differenze d’opinione. ES: (Dopo aver ascoltato un intervento) “Perché pensa proprio questo?” oppure “Cosa la spinge ad avere questo atteggiamento?” La selezione dei partecipanti è cruciale per il successo del Focus Group Ad un Focus Group normalmente partecipano tra le 8 e le 12 persone. La selezione dei partecipanti è particolarmente importante. Deve essere fatta in funzione dell’argomento da discutere e del tipo di informazioni che si vogliono raccogliere. Se ad esempio si vuole fare un’indagine sull’efficienza del servizio ferroviario in una data tratta, i partecipanti dovrebbero essere selezionati tra: • viaggiatori abituali; • viaggiatori occasionali; • dipendenti delle ferrovie; • persone che si spostano suola stessa tratta utilizzando altri mezzi di trasporto. Nei primi tempi di applicazione dei Focus Group le regole per la selezione erano Come piuttosto ferree: selezionare i partecipanti ad 1. i partecipanti dovevano appartenere ad un gruppo omogeneo di un Focus Group persone; 2. i partecipanti non dovevano conoscersi fra di loro 3. non dovevano conoscere il facilitatore. Col tempo questa rigidità si è in parte abbandonata, ed oggi ad esempio può capitare che i partecipanti ad un Focus Group si conoscano. Autore: de luzenberger Data: 07/01/2010 Pagina 3 di 2 Al termine del Focus Group il facilitatore ha il compito di redigere il report finale. I risultati del Normalmente il report raccoglie le informazioni più rilevanti sui lavori svolti, da conto Focus Group delle discussioni ed offre una interpretazione dei principali risultati del gruppo. Ecco la sono raccolti in struttura tipo del report di un Focus Group: un report finale • Informazioni di base sul progetto; • Obiettivi e risultati attesi dal Focus Group; • Breve illustrazione dei lavori; • Le domande poste ai partecipanti; • Sintesi delle risposte e dei risultati ottenuti; • Analisi e valutazioni finali. Autore: de luzenberger Data: 07/01/2010 Pagina 4 di 4