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Il tempo e i tempi del nido
Comune di Lecco Settore Politiche Sociali e di sostegno alla famiglia Servizio Infanzia e Famiglia Asili nido L’arca di Noè e Arcobaleno Il tempo e i tempi del nido orientamenti culturali ed educativi, prassi di lavoro degli asili nido Comune di Lecco Editore Il tempo e i tempi del nido orientamenti culturali ed educativi, prassi di lavoro degli asili nido presentazione È con vivo piacere che presento le pubblicazioni “Il tempo e i tempi del nido” e “Dire, fare, giocare... in uno spazio aperto per le famiglie”. Grazie a questi strumenti l’Amministrazione Comunale può infatti promuovere la conoscenza dei propri servizi educativi e aprire il confronto tra tutti coloro che credono valga la pena muoversi in una prospettiva comune nell’educazione dell’infanzia, tutelando una cultura che riconosca il bambino come persona competente, come bene per la comunità. Il Comune di Lecco ha infatti sempre posto e tuttora pone grande attenzione all’aggiornamento continuo degli operatori dei servizi per l’infanzia, garantendo tempi e luoghi adeguati di elaborazione di un pensiero educativo condiviso, nella convinzione che investire sulla crescita professionale delle educatrici, significhi investire sui bambini e sulle famiglie, offrendo concrete e significative opportunità di crescita, di incontro e di condivisione della responsabilità educativa. Insieme all’auspicio che questo contributo possa essere per tutti gli adulti, a diverso titolo impegnati nel processo educativo, occasione di confronto e che favorisca la promozione di servizi sempre più attenti alla qualità dell’offerta, voglio esprimere il mio vivo ringraziamento a tutte le persone, genitori, educatrici, formatori che, in modi diversi ma con la stessa passione, hanno contribuito alla realizzazione di queste pubblicazioni. Cinzia Bettega Assessore alle Politiche Sociali il tempo e i tempi del nido .3 il tempo e i tempi del nido .2 Questo è il motivo che ha spinto il personale dei nidi e del centro per le famiglie a documentare e comunicare quello che ha appreso in questi anni attraverso il contributo delle famiglie, l’incontro con altri servizi e la possibilità di una formazione permanente. indice capo 1 Da genitore a genitore capo 2 Il tempo del nido pag. 9 » 11 » 17 » 29 La storia dei nidi in breve Il tempo delle famiglie La famiglia destinataria e partner del nido I “primi passi” della famiglia al nido Il primo incontro con il servizio “I pomeriggi al nido” “L’invito al nido” L’inserimento Il consolidamento dell’inserimento Il momento quotidiano del lasciarsi e del ritrovarsi I colloqui Le riunioni e gli incontri con i genitori Le uscite, le feste e i laboratori per i genitori capo 4 Il tempo dei bambini Il bambino al nido Gli orientamenti metodologici: L’osservazione L’ascolto delle emozioni del bambino La ritualità La cura dei particolari Il gruppo di appartenenza eterogeneo Il gruppo di riferimento omogeneo Le prassi: L’inserimento La quotidianità: - l’accoglienza e il ricongiungimento - “l’isola di felicità” Gli spazi e le esperienze di gioco: Il bambino è inventore L’ambiente “contenitore affettivo ” La stanza di riferimento il tempo e i tempi del nido .5 il tempo e i tempi del nido .4 capo 3 indice Gli spazi e le proposte dei laboratori La manipolazione La narrazione Il gioco psicomotorio Il gioco simbolico Il gioco con il suono Il gioco con la luce capo 5 Il tempo degli operatori pag. 41 71 I ruoli La coordinatrice L’educatrice di riferimento L’educatrice di supporto L’educatrice di sostegno La funzione del lavoro di gruppo Le modalità del lavoro del gruppo delle educatrici Gli ambiti di lavoro Il grande gruppo Il piccolo gruppo La formazione e l’aggiornamento il tempo e i tempi del nido .6 capo 6 Il tempo delle relazioni con i servizi per l’infanzia e i servizi del territorio Il documento è frutto di un lavoro collettivo e ha visto coinvolte più persone nell’ideazione, nella stesura, nella rilettura e nella revisione del testo: le responsabili » » Postfazione » 90 Indicazioni bibliografiche » 93 Marina Panzeri, pedagogista, direttore del Settore Politiche Sociali del Comune di Lecco Nicoletta Anghileri, direttore del Servizio Infanzia e Famiglia Anna Valpolini, coordinatrice del nido Arcobaleno le educatrici Cristina Airoldi Elisa Bergonzi Cristina Bertoletti Maura Boscolo Giuseppina Brusadelli Patrizia Castagna Chiara Cillo Paola Dell’Oro Isabella Isacchi M. Giuseppina Manciucca Simona Mattarelli Anna Micheli Elena Mori i consulenti e i formatori hanno contribuito a costruire la cultura e l’esperienza del nido: Manuela Tomisich, docente di teoria e tecnica della mediazione familiare e comunitaria presso l’Università Cattolica di Milano Claudia Marabini e Grazia Gacci consulenti e formatrici dello Studio APS di Milano Serafina Secchi neuropsicomotricista, formatrice e consulente nell’ambito dei servizi per l’infanzia e la disabilità Laura Formenti professore associato della facoltà di scienze della formazione presso l’Università degli Studi Milano-Bicocca 83 I rapporti con la scuola dell’infanzia Le proposte per le famiglie non frequentanti La conduzione e la partecipazione al Tavolo distrettuale di coordinamento dei servizi per la prima infanzia La collaborazione con il Servizio Minori La collaborazione con i servizi specialistici e con l’ASL La collaborazione con gli operatori dei corsi di accompagnamento alla nascita I rapporti con le università e le scuole gli autori Magda Pomoni Donatella Rigo Giuseppina Riva Laura Riva Rosangela Rota Susanna Sacchi Gabriella Sala Paola Testi Fulvia Tocchetti Sonia Valsecchi Morena Zubani Katia Zucchi il tempo e i tempi del nido .7 capo 1 Carlo Arrigone e Gigi Campagner psicanalisti Giulio Rusconi consulente psicologico i genitori con il loro racconto e i loro appassionati contributi hanno reso più “credibile” questa pubblicazione. Ideazione, coordinamento del lavoro di elaborazione e redazione di Emanuela Pizzardi, consulente formatrice del Consorzio Consolida. Un sentito ringraziamento agli operatori dei servizi comunali e territoriali che hanno dato il loro prezioso contributo nella redazione finale del testo. da genitore a genitore… Prendetevi un po’ di tempo per leggere questo documento. Magari alla sera, quando vi godete quell’inusuale silenzio che scende sulla casa dopo che i bambini si sono addormentati, o riprendendo fiato sul treno che vi porta al lavoro … Ovunque siate, trovate il tempo per leggerlo con calma, senza farvi scoraggiare da qualche frase scritta con un linguaggio forse un po’ tecnico, cui non si è abituati. Perché questa non è una lettura qualsiasi: parla del nido, dell’esperienza che stanno vivendo i nostri bambini e che ci tocca profondamente come genitori. Il documento non è stato scritto per dare informazioni, per questo c’è la carta dei servizi. È piuttosto un invito a “guardare lo spettacolo dietro le quinte”, mentre in scena c’è la vita del nido per intero, con tutti i suoi protagonisti: i bambini, le educatrici, e anche noi genitori naturalmente. Note per la lettura Il documento presenta l’esperienza del nido da più punti di vista. Per questo alcuni argomenti vengono trattati più volte in capitoli/ ‘tempi’ diversi come nel caso dell’inserimento, raccontato dal punto di vista dei genitori, del bambino e dell’educatrice. Le citazioni che non hanno un riferimento sono tratte da contributi dei genitori e delle educatrici o da strumenti di lavoro elaborati dal servizio. L’uso nel testo del termine bambino al maschile è da intendersi riferito a entrambi i generi e risponde solo a esigenze di semplicità del testo. Per questo è consigliabile affrontarla dopo il periodo dell’inserimento, quando lasciamo il nostro bambino al nido senza avere un nodo in gola per il suo pianto sconsolato o, al contrario (ma fa ugualmente male), per la sua tranquillità nel salutarci. Proprio qui sta il punto: quanto più i nostri bambini, frequentando il nido, dimostrano di sapere diventare autonomi, di provare piacere nel ritrovare ogni giorno gli amici e le educatrici, di imparare/scoprire cose nuove giocando e di rispettare con naturalezza regole che ci mettono a dura prova a casa, tanto più migliora la qualità del tempo che noi genitori passiamo lontano da loro o con loro. Come e quando ce ne accorgiamo? È semplice: se ci dimentichiamo di chiedere se ha mangiato, dormito…, per interessarci invece a come sta, a che cosa ha fatto di nuovo, di interessante; se la giornata di lavoro che ci separa dai nostri bambini non ci pesa, se un po’ di il tempo e i tempi del nido .9 il tempo e i tempi del nido .8 È una buona lettura perché aiuta a comprendere meglio ciò che abbiamo sperimentato e sperimentiamo quotidianamente. capo 1 Da genitore a genitore capo 2 nido ci segue a casa (o addirittura in vacanza) nei racconti, nelle storie e nei giochi dei nostri bambini, attraverso le presenze degli amici e delle educatrici, allora vuol dire che il nostro e il loro tempo, grazie al nido, è buono. Potete leggere questo documento tutto di seguito o scegliere solo le parti che vi interessano in relazione a quello che sta vivendo il bambino; in ogni caso e in ogni parte vi ritroverete perché, al di là della quantità di tempo che riusciamo a trascorrere al nido, “il nido ci pensa”... Buona lettura il tempo e i tempi del nido .10 un gruppo di genitori dei nidi L’Arca di Noè e Arcobaleno il tempo del nido Gli asili nido comunali di Lecco hanno una storia pluridecennale, interessante da raccontare perchè permette di ripercorrere la storia stessa del servizio asilo nido in Italia, con le sue evoluzioni nel tempo. Conservare la memoria del “tempo del nido” aiuta a comprendere la profondità delle trasformazioni socio-culturali avvenute negli ultimi decenni nella famiglia e conseguentemente nel servizio: dal modello dell’accudimento del bambino della fine degli anni ’60 fino al modello dell’offerta personalizzata per la famiglia degli anni 2000. il tempo e i tempi del nido .11 capo 2 Il tempo del nido capo 2 La storia dei nidi in breve Nell’agosto del 1977 viene aperto il secondo nido comunale a Pescarenico. 1 il tempo e i tempi del nido .12 Le brevi note che ripercorrono le tappe della storia del servizio asilo nido del Comune di Lecco aiutano a comprendere meglio il nido raccontato dal documento: un vero e proprio sistema di relazioni che si è costruito nel tempo, attento a cogliere i cambiamenti sociali e a rispondere alle esigenze delle famiglie e del territorio. 1967-1975 La nascita dell’asilo nido Nel 1967 il Comune di Lecco offre alla città l’asilo nido. Il servizio viene gestito dall’associazione C.O.E. (Centro Orientamento Educativo), ente morale di Barzio. Il nido ha sede nel quartiere di S. Giovanni. La sua funzione principale in questo periodo è quella di rispondere al bisogno delle lavoratrici madri di affidare a un luogo sicuro e protetto i propri bambini. Il modello di questa primissima fase di vita del nido è quello dell’accudimento in cui sono centrali gli aspetti igienico-sanitari. 1976-1979 Il Comune assume la gestione diretta del nido Con l’assunzione della gestione diretta da parte del Comune si riconosce la funzione educativa dell’asilo nido e si cerca di individuare standard che rispondano ai bisogni dei cittadini. Il modello di funzionamento a cui il Comune fa riferimento è quello della scuola: leggi, decreti, concorsi, definizione degli organici e dei ruoli, contratti nazionali e programmazione sono gli strumenti utilizzati per rafforzare gli aspetti istituzionali e organizzativi del servizio. La professionalità degli operatori assume nuove valenze. I genitori modificano le richieste rivolte il nido: avanzano diritti, formulano nuove domande. Da qui l’esigenza di normare e regolamentare il servizio. 1. Fonte fino al 1998: G. Gacci, C. Marabini, Di nido in nido, ed. Junior, Bergamo, 1998 Il tempo del nido 1980-1985 Gli anni della spinta alla partecipazione In questo periodo la spinta ideologica è molto forte: non si tratta solo di tutelare i diritti delle donne e dei bambini, ma di stimolare, far crescere e acquisire competenze. La partecipazione alla gestione dei servizi è fortemente auspicata: si costituiscono organismi collegiali che prevedono incontri di confronto e proposta tra Amministrazione, genitori e operatori sulla gestione del servizio. L’Amministrazione Comunale fa propri i nuovi orientamenti nazionali che riconoscono le assistenti dei nidi come educatrici cui è chiesta competenza e maggiore professionalità. Anche per le coordinatrici si apre uno spazio per la definizione del proprio ruolo. Nei primi anni ’80 il nido si dota di risorse e strumenti per lo sviluppo della professionalità (pedagogista, formazione, metodi di lavoro, organizzazione del lavoro d’equipe…). Anche il bambino comincia a essere visto come soggetto portatore di diritti e di domande proprie a cui dar voce. Il tema della cura assume una marcata valenza socio-educativa. I genitori sono riconosciuti come interlocutori importanti da attivare e coinvolgere nelle attività del nido. 1986-1990 Consolidamento e innovazione Nella seconda metà degli anni ’80 avviene un importante cambiamento qualitativo nella visione del nido. Il territorio e il livello politico-amministrativo si interrogano sulla funzione sociale del servizio. Si rafforza una nuova immagine di nido, riconosciuto come servizio con funzione educativa rivolto a tutte le famiglie con bambini fino a tre anni. il tempo e i tempi del nido .13 capo 2 Il tempo del nido Sono gli anni in cui il Comune comincia a collaborare con la cooperazione sociale per la gestione del nido, anni in cui il servizio entra in una rete di relazioni più ampia, con l’adesione al Coordinamento Lombardo dei Nidi. il tempo e i tempi del nido .14 1991-1998 La costruzione dell’offerta personalizzata per la famiglia Negli anni ’90 nel nido si avverte la necessità di ridefinire i contenuti e i ‘processi di lavoro’ ponendo in primo piano le esigenze dei diversi destinatari del servizio: il bambino, la sua famiglia e il contesto sociale. Comincia a emergere il modello organizzativo dell’offerta personalizzata, con l’introduzione degli elementi di flessibilità: orario di ingresso libero e disponibilità nei confronti di varie esigenze dei genitori. Il bambino è sempre più visto come soggetto portatore di diverse richieste, desideri e possibilità. I genitori sono riconosciuti a tutti gli effetti come partner del nido, compartecipi, pur nella diversità dei ruoli, delle scelte educative. dal 1999 Il nido di qualità In questo periodo l’“eredità” degli anni ’90 rispetto al lavoro con le famiglie, con i bambini e con gli interlocutori del territorio si sviluppa in modo significativo. A partire dal 1999 comincia il sistematico lavoro di confronto tra i servizi provinciali per la prima infanzia. In particolare, il Comune, con i propri servizi per l’infanzia, conduce il lavoro del Tavolo di Coordinamento del distretto di Lecco (formato dai responsabili dei servizi per la prima infanzia). In questo ambito, i nidi comunali contribuiscono in modo significativo all’individuazione dei fattori e degli indicatori di qualità del servizio nido, mettendo a disposizione la propria storia ed esperienza nel lavoro con bambini e famiglie. capo 2 Il tempo del nido Il concetto di qualità dei nidi comunali è così sintetizzato nel documento di riferimento provinciale “Identificare e rilevare la qualità dei servizi per la prima infanzia” elaborato dal Tavolo di coordinamento: “Il servizio di qualità è in grado di dialogare con la famiglia reale, tiene conto delle esigenze e delle caratteristiche del bambino piccolo, cura la professionalità educativa del personale e ha un’organizzazione flessibile e pensata, capace di comunicare gli orientamenti culturali nelle pratiche quotidiane e non solo nei dichiarati.” è un posto strano per chi, come noi, ❝… Lecco ci è arrivato da Milano. Si mescolano cose conosciute e cose nuove: provincia e immigrazione, orizzonti con le montagne e industrie. Il nido ci è sembrato - e così è stato una buona opportunità, fra le altre, per conoscere meglio la nostra nuova città …” La collaborazione con la cooperazione sociale La collaborazione con la cooperazione sociale ha garantito ai servizi per la prima infanzia e la famiglia del Comune di Lecco, la possibilità di mantenere un alto livello qualitativo e nello stesso tempo di ampliare l’offerta di servizi alle famiglie (flessibilità oraria, ampliamento dei periodi di apertura …). Dal 2006, grazie alla coprogettazione, la collaborazione tra pubblico e privato-sociale ha visto un ulteriore sviluppo delle competenze nella progettzione e gestone dei servizi. La cooperazione sociale ha migliorato la propria imprenditività e la capacità di reperire e mettere a disposizione della comunità risorse aggiuntive: economiche, organizzative, professionali e strutturali. per la nostra famiglia, pur non essendo ❝Illa nido casa, con il tempo è diventato uno spazio che, di diritto, è entrato a far parte della nostra quotidianità.” il tempo e i tempi del nido .15 capo 3 il tempo delle famiglie Affidare per alcune ore il proprio bambino, quando è molto piccolo, non è facile per i genitori. Il tempo delle famiglie al nido è fatto di momenti quotidiani programmati e informali: colloqui, riunioni, scambi giornalieri, feste e occasioni di socialità. È anche il tempo dell’incontro con altre famiglie e sempre più della formazione alla genitorialità. La proposta dei nidi comunali per i genitori negli anni è diventata sempre più ricca e attenta ad accogliere la famiglia reale, con le sue domande e caratteristiche. il tempo e i tempi del nido .17 il tempo e i tempi del nido .16 Per questo il tempo che le famiglie passano al nido è importante e il servizio deve averne particolare cura. capo 3 Il tempo delle famiglie La famiglia destinataria e partner del nido il tempo e i tempi del nido .18 mi ricorderò dei tuoi consigli non dati, ❝… non ti ho mai sentito dire “fai così” ma alle mie domande “cosa posso fare? mi hai sempre risposto ”tu cosa pensi sia giusto?”2 Il servizio nido oggi svolge un ruolo sociale importante perché, accogliendo il bambino, è chiamato a lavorare anche con la sua famiglia. Per questo, i nidi comunali si mettono in gioco nei confronti delle famiglie, interessati a conoscerle, disponibili all’incontro e all’ascolto, cercando di modularsi in base alle loro caratteristiche, esigenze e domande. I genitori che incontrano il nido vivono una nuova esperienza, entando spesso per la prima volta in un ambito istituzionale. Si interrogano su quanto sta avvenendo nella relazione con il loro bambino, sul compito educativo che stanno scoprendo e chiedono di essere accompagnati nella comprensione del loro ruolo. Considerare le famiglie partner del nido significa riconoscere che i genitori, qualunque sia la loro esperienza, hanno competenze e risorse educative che permettono di costruire con loro un rapporto di alleanza e di collaborazione per il benessere del bambino. Fondamentale in questo senso è l’aspetto della corresponsabilità tra nido e famiglia, la tensione verso una sintonia educativa, in modo tale che il bambino senta che c’è un filo che lega l’esperienza che vive al nido con quella che vive a casa. I genitori rappresentano anche degli interlocutori capaci di allargare il sapere del nido perché, grazie all’ascolto delle loro domande, all’attenzione a conoscere le loro caratteristiche, il servizio è aiutato a restare in contatto con il contesto sociale e a comprendere le trasformazioni delle famiglie. La crescente presenza di famiglie immigrate all’interno dei nidi porta a confrontarsi con atteggiamenti 2. Fonte: rivista Bambini, settembre 2005 capo 3 Il tempo delle famiglie e saperi diversi. La famiglia proveniente da un paese straniero rappresenta un’occasione di incontro tra due “mondi”, un’opportunità reciprocamente arricchente. L’obiettivo è creare un ponte tra le due culture per agevolare un processo di integrazione. Per queste famiglie il nido rappresenta uno spazio per raccontarsi, essere ascoltate e ricevere sostegno nel condividere difficoltà che vivono quotidianamente: “l’isolamento” per l’assenza di una rete familiare, la scarsa padronanza della lingua o la problematicità dell’inserimento nel mondo del lavoro. I genitori per il nido sono il punto di riferimento del percorso di crescita e di educazione del bambino: attraverso il racconto della famiglia l’immagine del bambino si completa, si arricchisce di particolari, si carica di significati. Diventa così più facile per gli educatori seguirlo nella sua crescita, valorizzandone le potenzialità e supportandolo nei momenti di fragilità. Il nido incontra quindi i genitori cercando di farli sentire accolti. Ciò in concreto si traduce nel garantire uno spazio alle famiglie per esprimere i pensieri e gli interrogativi che provano nell’essere genitori, senza il timore di sentirsi giudicati dal servizio o confrontati con un’immagine ideale di “buon genitore”. Ciò significa che il nido deve offrire un ascolto empatico, che accoglie le emozioni e i sentimenti che i genitori provano in un determinato momento, che cerca di capire il significato delle parole al di là dal loro contenuto esplicito. Per questo, tutte le proposte che il nido fa alle famiglie, presentate nelle pagine seguenti, diventano occasioni d’ascolto, in un contesto dove si percepisce il piacere della condivisione, dove si cerca di non dare delle soluzioni, ma di ascoltare le esigenze, di condividerle e di accompagnare la famiglia nella riflessione. Si tratta dunque di uno scambio che non offre ricette, ma che permette ai genitori di riconoscere le proprie risorse educative, individuando e condividendo insieme al nido il percorso più significativo per il loro bambino. il tempo e i tempi del nido .19 capo 3 Il tempo delle famiglie Perché questo sia possibile è indispensabile costruire un rapporto di fiducia che si raggiunge per gradi, nell’incontro di ricchezze, diversità e fatiche, che, grazie agli scambi di ogni giorno, permette di riconoscersi nel tempo reciprocamente alleati nella costruzione di un progetto comune. È attraverso la quotidianità fatta di piccoli gesti, di incontro e di ascolto reciproco che si offre gradualmente ai genitori l’opportunità di raccontarsi. È sul racconto della famiglia che si costruisce allora la storia di “quella famiglia”, di “quel bambino”, che entra a far parte pienamente della storia del nido e del suo progetto educativo. Questa è la modalità ricercata dal nido nel costruire il rapporto con le famiglie. Un ascolto che si avvia fin dal primo contatto, quando i genitori si rivolgono al nido per verificare la possibilità di iscrizione del bambino, e che caratterizza il “tempo delle famiglie” nel loro percorso al nido. il tempo e i tempi del nido .20 mi ha trasmesso molto l’importanza ❝Ildelnido tempo, della qualità del tempo: gustarsi i momenti passati con i nostri figli, fermarsi, su suggerimento dell’educatrice, per scrivere loro una lettera, oppure a pensare se c’è qualche cosa che non va quando al nido ti dicono che è qualche giorno che tuo figlio è diverso dal solito…” Il primo incontro con il servizio I “primi passi” della famiglia al nido La famiglia incontra, nel suo primo contatto, la coordinatrice. In questo incontro può conoscere l’organizzazione e le caratteristiche generali del servizio, di visitarlo, di avere gli elementi necessari per una scelta consapevole, rispondente alle esigenze famigliari e del bambino. Avvenuta l’iscrizione, alla famiglia viene proposto, poco prima dell’inserimento, un colloquio con la coordinatrice. capo 3 Il tempo delle famiglie È un momento in cui i genitori comunicano le proprie aspettative e le curiosità, ma anche i timori legati all’ingresso del bambino al nido. È l’avvio di una conoscenza reciproca sulla quale si costruisce un’alleanza che vede famiglia e servizio insieme nell’identificare il percorso del bambino al nido. I “pomeriggi al nido” ❝ Incontrarsi e scoprire per conoscersi …” Il “pomeriggio al nido” è una proposta d’incontro fra il servizio e le famiglie in lista d’attesa, offerta una volta al mese. Il servizio organizza questo momento perché riconosce l’importanza per le famiglie iscritte di sentirsi “pensate” dal nido nel periodo che precede l’inserimento del bambino. Grazie ai “pomeriggi al nido”, i genitori hanno infatti l’opportunità di cominciare a conoscere l’ambiente, di chiedere informazioni pratiche e organizzative, di incontrare altri genitori con cui condividere vissuti ed emozioni. Attraverso la predisposizione di uno spazio dove sono offerte proposte di gioco per i bambini, specificamente pensate per questo momento, i genitori possono sperimentare le modalità di relazione che caratterizzano il servizio. Cominciano a conoscere l’immagine di bambino che orienta la proposta educativa del nido, un bambino da “stimare” e che quindi può sperimentarsi. Le educatrici offrono ai genitori un tempo di accoglienza e di ascolto personale, a partire da bisogni e desideri che ciascuno di loro esprime nell’avvicinarsi all’ambiente che diventerà familiare per sé e il proprio bambino. Durante i “pomeriggi al nido” i genitori hanno la possibilità di incontrarsi, confrontarsi tra loro in una dimensione di gruppo, che il servizio considera come un valore importante sia per gli adulti sia per i bambini. Grazie ai “pomeriggi al nido”, le famiglie nella fase dell’inserimento vero e proprio si sentono più a proprio agio nell’entrare in un ambiente già conosciuto insieme ad altri genitori che condividono la stessa esperienza. il tempo e i tempi del nido .21 capo 3 il tempo e i tempi del nido .22 L’invito al nido Il tempo delle famiglie ❝ … conoscersi per riconoscersi …” L’“invito al nido” è la proposta di un incontro per le famiglie che vivranno dopo poco tempo l’esperienza dell’inserimento. È pensata per facilitare la conoscenza reciproca in un clima più disteso rispetto a quello che i genitori vivranno durante l’inserimento vero e proprio, caratterizzato invece da un clima emotivamente intenso. Le educatrici predispongono la “stanza di riferimento” con proposte di gioco pensate in base all’età e al numero dei bambini, prevedendo anche uno spazio per i genitori. Durante “l’invito al nido” è il genitore che si prende cura del bambino. Per il genitore l’“invito al nido” è il primo momento d’incontro e di conoscenza delle educatrici del gruppo in cui sarà inserito il bambino. Si è scelto di proporre questo momento, e non il colloquio individuale, perché il servizio ritiene importante trasmettere ai genitori che tutto il gruppo delle educatrici diventerà affettivamente significativo per il loro bambino e non solo l’educatrice di riferimento. In particolare, in quest’occasione, il genitore ha la possibilità di comunicare all’educatrice di riferimento le abitudini del proprio bambino (giochi preferiti, rituali di addormentamento, abitudini alimentari, …) e nello stesso tempo di ricevere indicazioni pratiche riguardo l’organizzazione delle due settimane d’inserimento. Infine, per i genitori l’“invito al nido” rappresenta anche la possibilità di osservare e percepire le modalità di relazione del bambino nel nuovo ambiente con gli adulti, con i coetanei. È un’opportunità per conoscere con il bambino lo spazio che diverrà per lui più significativo al nido, la stanza di riferimento con i suoi angoli e i suoi giochi. ❝… riconoscersi, fidarsi per affidarsi …” L’inserimento All’“invito al nido” segue il tempo dell’inserimento: due settimane di frequenza del bambino con l’accompagnamento del genitore. L’inserimento è un’esperienza capo 3 Il tempo delle famiglie di conquista e scoperta di nuove possibilità, di costruzione di nuovi equilibri per tutti: per il bambino, per i genitori e per le educatrici. Si propone nella stanza di riferimento del gruppo di appartenenza, che il bambino scopre e conosce nella certezza della presenza del genitore che lo sostiene e lo rassicura. La stanza è lo spazio affettivo in cui il bambino vive emozioni forti legate all’affidarsi a un nuovo adulto e contemporaneamente al saluto dai genitori, ma è anche lo spazio in cui scopre nuove possibilità di relazione, di azione e di autonomia. La proposta di un periodo di due settimane d’inserimento nasce dalla convinzione che, per il bambino e per i genitori sia fondamentale vivere questa esperienza in modo graduale. Infatti, la vicinanza del genitore per un tempo adeguato rassicura il bambino, lo sostiene e lo incoraggia ad aprirsi al nuovo spazio e ai nuovi adulti che entrano in relazione con lui. La scelta di proporre l’inserimento con un’educatrice che si occupa contemporaneamente di un piccolo gruppo di bambini (tre/quattro) facilita la possibilità di una conoscenza reciproca graduale, e, nello stesso tempo, dà al bambino l’opportunità di sperimentare fin dall’inizio l’appartenenza ad un gruppo e la condivisione dell’adulto di riferimento. Analogamente, la presenza di più genitori che vivono quest’esperienza insieme facilita il confronto, la vicinanza e la condivisione di emozioni, vissuti, scoperte e timori. Il ruolo del genitore durante l’inserimento è quello di essere la “base” da cui il bambino attinge la sicurezza emotiva che gli serve per investire e rendere significativo il suo essere al nido. Per il genitore è un’esperienza che segna l’inizio di un rapporto di collaborazione con il servizio; è un tempo che gli permette di osservare, essere rassicurato rispetto all’attenzione individualizzata che l’educatrice offre al suo bambino attraverso la ricerca di gesti, rituali e strategie educative che possano facilitare il suo benessere al nido. il tempo e i tempi del nido .23 capo 3 Il tempo delle famiglie Pensando alle emozioni che gli adulti vivono nell’affidare il loro bambino, nel vederlo capace di autonomia e curiosità, ma anche di qualche fatica, nei primi giorni si offrono spazi riservati al gruppo dei genitori con la presenza della coordinatrice. Qui viene data la possibilità di raccontare il proprio vissuto e di conoscere le modalità con cui le educatrici cominciano a costruire una relazione significativa con i bambini. Nell’arco delle due settimane la permanenza del genitore si riduce progressivamente, permettendo al bambino di sperimentare tempi più lunghi in autonomia. È soprattutto attraverso l’alleanza tra nido e genitori che i tempi e le modalità previste per l’inserimento possono essere modificate, cercando insieme una risposta che tenga conto delle caratteristiche di ogni bambino e delle sue eventuali fatiche o incertezze. è l’inizio della costruzione ❝L’inserimento di un ponte fra nido e famiglia, il tempo e i tempi del nido .24 un ponte su cui i bambini possono camminare sicuri e autonomi.” Il “consolidamento” dell’inserimento Dopo le due settimane in cui il genitore è presente con il bambino, l’inserimento continua secondo i tempi e le esigenze individuali dei bambini. Nel periodo immediatamente successivo all’inserimento, le relazioni con i genitori e gli scambi quotidiani sono particolarmente significativi e utili. Il genitore può trovare conferma delle attenzioni e dell’accoglienza individualizzata nei confronti del proprio bambino, ma ha anche la possibilità di esprimere dubbi, domande, emozioni, che accompagnano in modo particolarmente intenso l’inizio del percorso al nido. Il momento quotidiano del “lasciarsi” e del “ritrovarsi” il magone mio e di mio figlio nel lasciarci ❝… così viene consolato nello stesso momento dall’abbraccio delle educatrici, senza giudizi, capo 3 Il tempo delle famiglie senza imposizioni, senza alimentare quei sensi di colpa che tanto spesso continuano ad infastidirci.” Il tempo in cui il genitore saluta il bambino affidandolo al nido, e il tempo in cui il genitore e il bambino si ritrovano dopo essere stati per alcune ore distanti, rappresentano due momenti “di confine”, tanto intensi quanto brevi. In questi momenti accadono cose importanti: si passano informazioni, si ascoltano bisogni, si vivono emozioni, si comunicano le conquiste e le ansie della giornata. Questi piccoli frammenti di quotidianità concorrono a costruire l’alleanza con i genitori, perchè la “cultura” del nido e quella della famiglia qui si incontrano a partire da ciò che concretamente accade ogni giorno. Sono momenti che hanno una valenza speciale perchè la famiglia, nel gesto dell’affidare il proprio figlio, affida all’educatrice un pezzetto della sua storia che le faciliterà il vivere la giornata con il bambino. Nello stesso tempo, il genitore è desideroso di “gustarsi”, anche solo per un istante, l’immagine del proprio bambino che progressivamente conquista autonomia e piacere di stare al nido. Nel ritrovarsi dopo alcune ore i fili si riallacciano e “passano di mano”: è il nido a raccontare ciò che è accaduto e offrire al genitore la possibilità di sostenere il racconto del bambino, perché l’esperienza della giornata non si interrompa sulla soglia del nido ma possa continuare, pur in modi diversi, anche a casa. Per facilitare la conoscenza di aspetti più pratici, ogni genitore, oltre ai momenti di scambio con l’educatrice, può conoscere, attraverso un foglio informativo, tutto quanto riguarda la routine (alimentazione, sonno…) I colloqui consapevolezza del mio ruolo di genitore ❝La è cresciuta e gestisco meglio le mie paure e le mie incertezze. il tempo e i tempi del nido .25 capo 3 Il tempo delle famiglie il tempo e i tempi del nido .26 So dove poter trovare un confronto e non paragono il mio bimbo a nessun altro …” Il colloquio è uno spazio relazionale tutelato offerto alla famiglia, nel quale i genitori possono riflettere insieme all’educatrice di riferimento su quello che il bambino manifesta nella vita famigliare e al nido, mettendo in comune le scoperte e le difficoltà che segnano l’esperienza del bambino. Il servizio dà una grande importanza a questo momento d’incontro con la famiglia, garantisce ai genitori la possibilità di avere un colloquio tre volte l’anno o più a richiesta. Il colloquio è il luogo privilegiato di dialogo e di confronto sulla concretezza della relazione con il bambino. Permette infatti, di mettere in contatto punti di vista diversi, di esplicitare dubbi, domande e di esprimere incertezze che, per il solo fatto di poter essere comunicate, permettono di acquisire maggiore consapevolezza della situazione e facilitano una conoscenza più ampia del bambino. È un tempo fondamentale per l’intrecciarsi dei saperi diversi che permettono ai genitori e all’educatrice di comprendere meglio quanto sta accadendo, facilitando l’individuazione di nuove strategie di approccio, di collaborazione, di gestione di un particolare evento della vita del bambino. È un luogo dove il genitori hanno l’opportunità di conoscere i particolari dell’esperienza quotidiana che il proprio bambino vive al nido. è stato una risorsa per “rafforzare” ❝Illa nido mia identità di mamma.” Le riunioni e gli incontri con i genitori comincia a venire agli incontri ❝Siperché si spera di ricevere la chiave magica che ci permetterà di capire come risolvere i problemi con il nostro bambino, poi si continua a venire ad ogni incontro capo 3 Il tempo delle famiglie perché anche se non ci sono magie ci sono ben altre cose. Il confronto, la condivisione, perché comunque si condividono delle emozioni, alcune anche molto forti e questo crea un legame tra le persone … qualche parola magica l’abbiamo ricevuta, e come sono cresciuti i nostri bambini siamo cresciuti anche noi.”3 Il nido propone alle famiglie durante l’anno diverse occasioni d’incontro con altri genitori. Sono previsti: incontri rivolti a tutti i genitori dei bambini frequentanti il nido, incontri di gruppo, incontri di approfondimento su tematiche d’interesse (ad es. su aspetti che riguardano la crescita del bambino, l’educazione, la famiglia …). In tutti i casi, il nido cerca di utilizzare una modalità attiva e interattiva. Facilita così il confronto su problematiche educative a partire dalla quotidianità e dà spazio alla partecipazione dei genitori alla vita del nido. Per le famiglie queste proposte sono anche occasioni di conoscenza reciproca, creano dei legami, e danno la possibilità ai genitori, se lo desiderano, di raccontarsi e di condividere le proprie esperienze, diventando così più consapevoli della propria storia attraverso la storia dell’altro. Le uscite, le feste e i laboratori per i genitori I momenti d’incontro informale, di festa, di convivialità sono importanti nella vita del nido perché contribuiscono a rafforzare i legami tra le famiglie e con il servizio. Le gite, le uscite e le feste di Natale e di fine anno rappresentano infatti, momenti piacevoli di incontro che fanno sentire la vicinanza tra il servizio e le famiglie in modo diverso rispetto alla quotidianità. I laboratori invece sono occasioni d’incontro in cui, attraverso la possibilità di vivere in prima persona l’attività del colore, della manipolazione, del suono…, i genitori 3. Fonte: rivista Bambini, settembre 2005 il tempo e i tempi del nido .27 capo 3 Il tempo delle famiglie capo 4 hanno l’opportunità di riassaporare il piacere del gioco e quindi di creare, di costruire, di incontrare e incontrarsi, provando le esperienze che quotidianamente i bambini vivono al nido. Questo facilita la comprensione di ciò che sperimenta il proprio bambino, delle sue emozioni e dei suoi vissuti. Gli adulti, riscoprendo il piacere di giocare, possono “toccare con mano” l’immagine di bambino che il lavoro del nido sostiene. È un “momento speciale” con il bambino, in cui la fretta della quotidianità può lasciare spazio e tempo al piacere di stare insieme condividendo un’esperienza. quando cerchiamo di far parlare nostra figlia ❝… della sua esperienza quotidiana al nido, il tempo e i tempi del nido .28 abbiamo poco successo. Ma se è lei a scegliere il momento e l’argomento, allora nasce un dialogo sorprendente. Così la nostra bambina ci ha aiutato a capire che ci sono cose e persone che possono essere più importanti di noi, e questa è certamente una ricchezza …” il tempo dei bambini L’idea di bambino del nido è quella di un bambino intraprendente, da stimare, che ci può insegnare. Lo sguardo sul bambino che attraversa tutte le proposte del nido, ogni momento della routine come ogni attività, è quello che lo accoglie nel rispetto dei suoi tempi e con la sua maniera originale di essere al mondo, di viverlo, di scoprirlo, di conoscerlo, con il suo bisogno e il suo desiderio di conoscersi e di sperimentarsi. il tempo e i tempi del nido .29 capo 4 Il tempo dei bambini Il bambino al nido in questi due anni di nido, i nostri ❝Vedere, bambini condividere spazi , giocare, emozionarsi, il tempo e i tempi del nido .30 imparare fianco a fianco ad altri bambini in piena armonia e serenità è stata per noi la più grande gioia, ma soprattutto la conferma di quanto si può imparare dai bambini.” Ogni bambino al nido viene considerato come persona unica, con le sue caratteristiche e le sue particolarità. Il bambino pensa, desidera, sceglie, prova emozioni profonde. Si muove ed esprime continuamente il suo modo di essere e di sentire in gesti, azioni, espressioni. È quindi importante che gli adulti che gli sono accanto si mettano in una posizione d’ascolto, perché per il bambino sentirsi ascoltato significa sentirsi stimato, apprezzato e questo gli permette di avere fiducia in se stesso per andare verso il mondo. Il bambino ama essere trattato con cura, cioè ama essere trattato seriamente, non ama essere vezzeggiato come fosse un “bambolotto”. La stima da parte dell’adulto è la condizione indispensabile perché l’esperienza della relazione con la realtà che lo circonda, possa essere per il bambino un’esperienza che lo soddisfa, e che quindi lo incuriosisce, attivandolo nella scoperta del mondo. Il bambino può vivere ogni cambiamento come un’opportunità di nuove scoperte ed esperienze, ma anche con fatica, per il timore di perdere le sue certezze. Se si trova di fronte a un adulto che gli infonde fiducia, che gli permette di costruire la propria storia e di entrare in relazione con la realtà che lo circonda, il cambiamento diventa un’esperienza di conquista e di scoperta di sé e delle proprie capacità. Per quanto piccolo il bambino, è in grado di vivere l’esperienza del nido in prima persona, da protagonista. Sentirsi stimato, accolto e accettato per come è, facilita il bambino nel vivere positivamente l’esperienza del- capo 4 Il tempo dei bambini l’appartenenza al nido, che diventa per lui un luogo significativo, la “base sicura” che gli permette di distanziarsi dal genitore con la certezza del suo ritorno; un luogo in cui sperimentarsi nella ricchezza delle relazioni con i coetanei e con gli adulti, confermandosi giorno dopo giorno nella sua identità personale. Il nido è spesso per i bambini il primo luogo di integrazione sociale. Questo assume una valenza particolare per i bambini di famiglie provenienti da paesi stranieri; infatti questi bambini sono chiamati a costruire un’identità plurale e complessa a partire da riferimenti culturali diversi; la spontaneità del loro essere bambini nel nido facilita questo percorso. diversamente abile ❝… ma normalmente bambino!” Tutto quanto detto, vale a maggior ragione se il bambino è disabile o in una situazione di difficoltà sociale. La significativa esperienza maturata negli anni dal servizio ha dimostrato che il nido rappresenta una preziosa risorsa sia per il bambino sia per la sua famiglia, proprio perché è in grado di essere un luogo che accoglie ciascuno con le sue particolarità. I bambini con difficoltà, infatti, hanno al nido la possibilità di essere sostenuti e stimolati all’interno di relazioni significative, di avere un luogo privilegiato per fare esperienza di sé, del proprio corpo, al di là dei loro limiti, sentendosi adeguati, attraverso l’opportunità di interazioni e scambi spontanei con coetanei, per i quali rappresentano, a loro volta, una risorsa4. 4. Un’ulteriore possibilità per i bambini disabili e le loro famiglie, è quella legata all’iniziativa di “Risorse in gioco” del Centro per le famiglie. Si tratta di uno spazio di proposte e di gioco che risponde ai bisogni di benessere di genitori e bambini, un’opportunità per facilitare esperienze di esplorazione, scoperta e apprendimento all’interno di legami e relazioni significative, riscoprendo così il piacere della relazione. Da parte delle famiglie è inoltre l’occasione di raccontarsi per condividere le esperienze del proprio essere genitori. il tempo e i tempi del nido .31 capo 4 Il tempo dei bambin capo 4 piace pensare che il quotidiano vissuto al nido ❝Mi possa essere la base per la crescita di una personalità L’ascolto delle emozioni del bambino avviene attraverso l’empatia, cioè la capacità di mettersi all’ascolto di quanto il bambino ha bisogno di raccontare. Le educatrici sono consapevoli che, per permettere al bambino di sentirsi profondamente accolto, è necessario mettersi a disposizione, porsi all’ascolto delle sue emozioni, siano esse di gioia, eccitazione, ma anche di rabbia, paura o tristezza. I bambini esprimono le loro emozioni nelle diverse modalità a loro conosciute: il corpo, attraverso l’immobilità e il movimento, le vicinanze e le distanze, i gesti, il tono della voce, il modo in cui occupano lo spazio o le modalità di gioco e di relazione con i compagni, o ancora attraverso il sonno o il pasto… L’educatrice che si mette all’ascolto di emozioni, a volte dichiarate, altre tenute ben nascoste, deve avere uno sguardo molto raffinato su ciò che accade al bambino. Si dà un tempo per osservare, per capire, mettersi a disposizione attraverso il corpo con posture aperte e accoglienti, offrendo al bambino contenimento e, nello stesso tempo, disponibilità ad ascoltare le sue emozioni. L’ascolto empatico rassicura, senza cercare di soffocare la fatica del bambino con l’offerta di stimoli di gioco che lo distraggano, ma lascia piuttosto parlare le sue emozioni, dandogli la certezza di una presenza affettiva. La capacità dell’educatrice di prestare attenzione alle sfumature e ai particolari, fatti di sguardi, sorrisi, espressioni e atteggiamenti, unita alla capacità di ascoltare e osservare il bambino, di comunicargli stima e accoglienza, riconoscendogli la possibilità di raccontarsi nel modo più vero e profondo, rappresenta un tratto qualificante e distintivo della professionalità richiesta al nido. aperta e rispettosa del prossimo. Io per prima.” non sono più sorpresa di fronte a un piccolo con gli occhi a mandorla o color cioccolato, o disabile, o più lento o vivace nel giocare e apprendere. Tutti insieme si può giocare e imparare.” il tempo e i tempi del nido .32 Gli orientamenti metodologici L’osservazione La scelta del metodo osservativo permette la costruzione di un progetto educativo che si struttura passo passo sull’ascolto di quanto esprimono e raccontano i bambini e le famiglie che vivono l’esperienza del nido. Ciò significa non dare niente per scontato, interrogarsi continuamente su quali siano le concrete priorità che richiede l’intervento educativo. Osservare è diverso dal semplice guardare: è l’avvio di un processo di conoscenza e d’attribuzione di significati ai dati raccolti, ovvero a ciò che accade nella quotidianità. Il metodo dell’osservazione aiuta l’educatrice a porre al centro dell’attenzione il bambino, la famiglia con le sue specificità. Grazie all’osservazione si crea uno spazio per recepire e cogliere le tracce lasciate dai bambini, dai loro genitori e dagli stessi operatori, evitando il rischio di dare risposte precostituite che non tengono conto delle emozioni che si vivono. Questa modalità di osservare implica un ascolto “empatico”, vale a dire la capacità di mettersi nei panni dell’altro, tenendo conto sia delle emozioni dell’altro sia delle proprie. La ritualità L’ascolto Le scelte attuate (educative, organizzative…) possono delle emozioni così essere via via riviste e rimodulate, costruendo così del bambino una progettazione educativa attenta al “qui e ora” e aderente a quanto emerge nella concretezza delle situazioni. Il tempo dei bambini Attraverso i gesti, gli spazi e i tempi che ogni giorno le educatrici propongono, si costruisce una cornice invisibile che contiene le emozioni del bambino, che gli offre un contesto rassicurante perchè prevedibile. Il ritmo e la continuità che il bambino sperimenta per- il tempo e i tempi del nido .33 capo 4 Il tempo dei bambini mette, infatti, la costruzione di un legame stabile con il nido che gli consente di acquisire via via la certezza di sentirsi “parte”, di dare valore al suo abitare quello spazio che diventa familiare, quindi affettivo. I rituali aiutano il bambino a scandire il ritmo della giornata e a collocarsi all’interno di essa; gli danno la possibilità di costruirsi un “orologio emotivo” che lo aiuta a prefigurarsi, nello scorrere di esperienze significative, il tempo del ritrovarsi con mamma e papà. capo 4 Il gruppo di riferimento omogeneo il tempo e i tempi del nido .34 All’interno del gruppo d’appartenenza, si costituiscono dei sottogruppi di bambini con età omogenea, affidati ad una figura di riferimento, definiti gruppi di riferimento. L’esperienza del piccolo gruppo comincia con l’inserimento e si struttura giorno dopo giorno (vedi “isola di felicità”) attraverso la proposta di gesti e rituali quotidiani che favoriscono la costruzione di legami significativi. Sono legami inizialmente fatti di sguardi, osservazioni reciproche, vicinanze …, per poi divenire legami tra bambini che si aspettano reciprocamente, si cercano per condividere, sperimentare, raccontarsi costruendo insieme alla loro figura di riferimento la storia speciale di quel gruppo. La cura dei La scelta di avere attenzione alla cura dei particolari è particolari alla base degli orientamenti del nido. La cura delle relazioni, degli ambienti, dell’organizzazione e della scansione del tempo, soprattutto attraverso un linguaggio corporeo non verbale, vuole comunicare a ognuno, adulto o bambino, che è stato pensato, desiderato, accolto. Avere cura anche delle piccole cose, di particolari che possono apparire non necessari, (l’uso della tovaglia, la cura degli ambienti e la scelta dei giochi e del materiale….) significa esprimere rispetto e stima per l’altro, accoglierlo, raccontargli dell’importanza che la sua presenza assume per tutti coloro che incontra al nido. Il gruppo Il gruppo d’appartenenza è costituito da ventiquattro d’appartenenza bambini di diverse età (dai dieci mesi ai tre anni con eterogeneo quattro educatrici).Questa scelta permette relazioni significative che si modulano sulle richieste individuali. I bambini piccoli chiedono una forte vicinanza fisica ed emotiva da parte delle educatrici. I più grandi chiedono di potersi sperimentare nella relazione con i compagni e la relazione affettiva con l’educatrice si gioca più a distanza, attraverso lo sguardo che sostiene l’esperienza del bambino con una forte empatia alla sperimentazione di nuovi legami. Il gruppo eterogeneo permette all’educatrice di dedicare tempi speciali ad ogni bambino, alternandosi in un equilibrio emotivo tra vicinanza e lontananza, che permette ad ognuno di sentirsi accolto. Il tempo dei bambini Le prassi Attorno all’idea di bambino protagonista e attraverso gli aspetti metodologici descritti si concretizza l’esperienza del bambino al nido. L’inserimento La sintesi del pensiero educativo del nido si esprime nel momento dell’inserimento. L’ingresso di nuove famiglie e bambini con le loro aspettative, le loro prefigurazioni, i timori e le incertezze, insieme alla tutela dei bambini già frequentanti che guardano i nuovi arrivati con curiosità, ma anche con il timore di perdere le certezze conquistate, chiede al nido un grande impegno. Il carico di emozioni che si incontrano tra famiglie, educatrici e bambini, acquista significato se è accolto, trattato e restituito attraverso un’organizzazione attenta, curata e flessibile, disponibile a modularsi su quanto il tempo e i tempi del nido .35 capo 4 Il tempo dei bambini capo 4 viene portato nel nido dalle famiglie, osservato dalle educatrici, trattato nel gruppo di lavoro per condividere nuove strategie e proposte. È attraverso questo delicato lavoro di intreccio tra la cultura del nido, la storia delle famiglie, le emozioni, l’organizzazione e il lavoro di gruppo che il nido e le famiglie avviano il loro percorso. Il rito del ricongiungimento serve a dare continuità, consente il passaggio tra dentro e fuori; mentre gli adulti sanno cosa accade prima e dopo, i bambini vanno aiutati, vanno preparati al momento del lasciare il nido. L’educatrice è regista di questo rito: accompagna il bambino a riconoscere che il ritorno di mamma e papà è vicino e, nello stesso tempo, si allea con la famiglia per facilitare l’uscita dal nido. Quando il rapporto si è riallacciato, ripreso, l’educatrice può distanziarsi e congedarsi dalla coppia. Nell’accoglienza e nel ricongiungimento, protagonisti sono il bambino, l’adulto che lo accompagna e l’educatrice. In questi due momenti “di confine”, avviene uno scambio che va oltre il passaggio d’informazioni riguardanti gli aspetti concreti della quotidianità, ma che riguarda il racconto di esperienze e di emozioni che il bambino ha vissuto nella giornata al nido o a casa. Tenendo annodato quel filo che passa nelle mani del nido il mattino e che la sera torna alla famiglia, si permette al bambino di sentirsi protagonista dentro un progetto comune. La quotidianità una cosa è leggere, ad esempio, che bambino ❝…certo e genitore vengono accolti e accompagnati il tempo e i tempi del nido .36 insieme per vivere pienamente l’esperienza del nido, altra cosa è ricevere una telefonata inattesa della sua educatrice, dopo un momento di distacco dal bambino particolarmente difficile, per sentirsi tranquillizzare sulla continuazione della sua mattinata al nido …” L’accoglienza L’accoglienza è il tempo dell’ingresso quotidiano del bame il ricongiun- bino nel gruppo d’appartenenza. Avviene preferibilmente gimento nella stanza di riferimento del gruppo, cioè nello spazio più carico affettivamente e più famigliare per il bambino. Ogni bambino con la sua famiglia viene accolto con le proprie particolarità, desideri, insicurezze. Il clima che incontra permette al genitore di salutare il bambino con tranquillità e di raccontare all’educatrice quanto è avvenuto a casa per rendere più gradevole la giornata al nido. Lo spazio è strutturato per facilitare il gruppo già accolto, affinché possa continuare nella proposta di gioco in modo sufficientemente autonomo, permettendo all’educatrice di dedicare un tempo alla coppia genitore/bambino per un’accoglienza personalizzata. Il ricongiungimento con il genitore è un momento altrettanto delicato e importante. Il compito dell’educatrice è di restituire al genitore quanto è avvenuto in sua assenza, e di riavviare il contatto e la comunicazione sospesa dal saluto nel momento dell’accoglienza. Il tempo dei bambini L’ “isola di felicità” L’isola di felicità è la parte della giornata che il bambino vive quotidianamente con la figura di riferimento, e i bambini di età omogenea che compongono il suo gruppo. Si struttura attraverso l’esperienza del pasto, cambio, isola d’intimità, e sonno. Questi momenti di routine sono proposti sempre nello stesso spazio e con la medesima sequenza temporale, garantendo sicurezza e stabilità al bambino che così può sentirsi pensato e protagonista al nido. La proposta dell’isola di felicità permette al bambino di cogliere la scansione dei momenti che si ripetono quotidianamente, facilitando il prefigurarsi della successione della giornata. I rituali e la scansione dei tempi rappresentano il cuore della sicurezza, delle relazioni emotive che vive il bambino al nido fino al ricongiungimento con i genitori. il tempo e i tempi del nido .37 il tempo e i tempi del nido .38 capo 4 Il tempo dei bambini L’isola di felicità permette al bambino di sperimentare e riconfermare ogni giorno la relazione privilegiata con l’educatrice di riferimento, condivisa con gli altri bambini. Attraverso la relazione con l’adulto e la condivisione di rituali, il bambino sperimenta la piacevolezza di vivere il gruppo, acquisendo gradualmente quel senso di appartenenza che lo rassicura. All’interno del ritmo della giornata al nido, per il bambino, il pasto con i coetanei e la figura di riferimento è un momento tutelato e curato, sia nella strutturazione e organizzazione dello spazio sia nell’attenzione al cibo e alla sua preparazione. In particolare, rispetto a quest’ultimo aspetto, il nido offre una dieta varia, concordata con gli esperti dell’ASL e personalizzata nei casi di intolleranza alimentare, allergia o nel rispetto del credo religioso. Il momento del pasto è ricco di scambi tra “bambino e educatrice” e “bambino e bambino” ed è un graduale percorso che favorisce ogni bambino a scoprire la piacevolezza nella relazione col cibo e una propria autonomia. In particolare, l’isola di intimità è il momento in cui l’educatrice di riferimento si ritrova con il proprio gruppo: lo spazio diventa un po’ magico perché sono pensati e proposti oggetti e giochi che i bambini possono incontrare solo lì, e che vengono proposti come unici, segreti e speciali. Ritrovati quotidianamente, diventano evocativi per i bambini e per la storia del gruppo. Questo consente la creazione di uno “spazio” in cui si sperimentano legami ed emozioni significativi che diventano la base dell’esperienza del bambino al nido. capo 4 Il tempo dei bambini Gli spazi e le esperieze di gioco Il bambino è inventore 5 Il bambino è inventore: attraverso l’utilizzo di diversi materiali scopre, crea, combina e trasforma. Ha però bisogno di sapere che il suo desiderio di esplorare e creare è qualcosa di positivo, che l’adulto riconosce e sostiene nel percorso di scoperta. L’esperienza creativa permette ai bambini di vivere il loro desiderio esplorativo, di essere veramente degli inventori: rappresenta la possibilità di utilizzare in modi diversi la realtà. Con il passare del tempo, il bambino, che al nido ha la possibilità di sperimentare, rafforza la sicurezza e la fiducia in se stesso attraverso il raggiungimento di quanto si è proposto utilizzando le proprie capacità. L’ambiente come “contenitore affettivo” Quello che l’ambiente comunica con una modalità silenziosa è la sensazione di sentirsi contenuti e protetti in spazi pensati per facilitare la conquista della propria autonomia e, quindi, della propria individualità. Sono spazi affettivi in cui si giocano vissuti ed emozioni e che quindi devono essere accoglienti, rassicuranti, con elementi di familiarità, continuità affettiva e stabilità. Spazi circoscritti, raccolti, in cui, accanto alla sperimentazione, ognuno possa ritrovare se stesso. Ciò che l’ambiente racconta suscitando curiosità e creando possibilità, contribuisce in modo peculiare a strutturare la qualità e le caratteristiche delle esperienze che il bambino vive al nido. La scelta dei materiali e degli arredi è molto importante per la predisposizione di ambienti piacevoli, in cui l’offerta è chiara, in cui i bambini si sentono accolti, non frastornati da un sovraccarico di stimoli, facilitati a stare in gruppo o da soli, nel rispetto dei tempi e dei desideri 5. Dal percorso formativo condotto da Serafina Secchi “gli Atelier: spazi concreti e spazi mentali per la relazione, l’esperienza concreta, la vita di bambini ed adulti” nei servizi alla prima infanzia … il tempo e i tempi del nido .39 capo 4 Il tempo dei bambini il tempo e i tempi del nido .40 individuali. Questo richiede l’attenzione a strutturare spazi in cui, accanto al poter vivere serenamente le relazioni con i compagni (vicinanza, lontananza, imitazione, cooperazione, scoperta, trasformazioni), il bambino possa individuare spazi e tempi personali dove stare anche un po’ “da solo”. La stanza L’ambiente che più di altri rappresenta la sintesi deldi riferimento l’esperienza di gioco e delle relazioni del bambino al nido è la stanza di riferimento, abitata da ogni singolo gruppo d’appartenenza presente al nido. Qui si svolge l’inserimento, comincia e finisce la giornata del bambino al nido. È quindi la stanza che più di altri spazi racconta le emozioni e la storia dei bambini e delle educatrici che la abitano. È anche lo spazio pensato per l’incontro fra bambini e genitori, fra bambini ed educatori e tra i bambini. È il luogo in cui si sperimenta il piacere di ritrovarsi dopo aver esplorato il nido, è la base sicura in cui si intrecciano saluti e incontri, conquiste e fatiche, in cui si ritrova la sicurezza, il piacere di appartenere a un gruppo. La stanza è organizzata in vari angoli di gioco perché i gruppi di bambini di età eterogenee possano trovare giochi adatti alla loro età. In questo luogo ogni cosa ha una sua collocazione precisa così che ogni bambino entrando, dopo la prima volta, possa riconoscerlo come “luogo noto”. capo 4 Il tempo dei bambini Le proposte dei laboratori poi ci siamo accorti che la casa ❝…enon è neppure quel recinto sicuro; anzi, è un luogo “pericoloso”, dove tendi a distrarti oppure a essere iperprotettivo. Il nido invece mette beneficamente il bambino in relazione con il pericolo.” Ci siamo accorti che la nostra bambina ha imparato a correre, a toccare gli oggetti, a salire e scendere le scale, esplorare, oltre le nostre paure e protezioni …” È a partire dalla stanza di riferimento, “luogo noto” e carico affettivamente, che il bambino, sicuro del suo sentimento di appartenenza, si muove alla conquista di nuove esperienze. Da qui la strutturazione e l’offerta degli spazi dei laboratori. I laboratori sono spazi allestiti per offrire al bambino esperienze di gioco diversificate. Sono spazi organizzati che permettono al bambino di orientarsi nel nido, ma anche di avere la consapevolezza dell’esperienza che l’educatrice propone e di poter scegliere tra diverse proposte. Il laboratorio della manipolazione, del motorio, del suono, della luce, del colore, della casetta… sono spazi che, pur modulandosi sulle caratteristiche dei bambini, sui tempi del nido, sui bisogni dei gruppi e sulle storie raccontate, si strutturano mantenendo come base l’offerta di alcuni giochi tipici del nido che facilitano la scoperta del bambino. il tempo e i tempi del nido .41 capo 4 Il tempo dei bambini La manipolazione La possibilità di lavorare con materiali e strumenti diversi, permette al bambino di dare corpo alle sue idee, creando e dando forma al materiale che utilizza. Le proposte si modulano in relazione all’età, all’esperienza e alle emozioni che i bambini raccontano nell’uso dei materiali. I bambini, attraverso la manipolazione dei materiali, possono sperimentare la loro capacità di modificare e trasformare la realtà, di raccontare il pensiero, le emozioni, di scoprire le capacità e i limiti, di affinare le proprie competenze cognitive, relazionali e motorie. L’offerta più tipica comprende le proposte indicate di seguito. capo 4 Il tempo dei bambini inventare, scoprire, percepire Il “materiale euristico” o “materiale povero” Sono offerti ai bambini oggetti differenti per forma, dimensione, e non “strutturati” che il bambino tocca, sperimenta, scopre, studia e organizza secondo il suo progetto senza un fine precostituito dall’oggetto stesso. I travasi Sono proposte granaglie, farine, riso soffiato, acqua, insieme a contenitori differenti per forma e dimensioni con attrezzi di diverso tipo (paletta, setaccio, imbuto…). Il colore In queste esperienze vengono utilizzati i colori a dita insieme a vari materiali (fogli, scatole…) e strumenti diversi (pennelli, spugne, macchinine, foglie…). La colla I bambini utilizzano la colla con una varietà di oggetti in cui sperimentano l’ipotesi di un progetto, la costruzione, il tridimensionale… il tempo e i tempi del nido .43 il tempo e i tempi del nido .42 Gli impasti L’offerta di materiali naturali come sabbia o terra, di impasti con la farina, di creta o didò permettono al bambino, attraverso l’esplorazione sensoriale, di sperimentare materiali diversi che attraverso la sua creatività può trasformare in forme nuove e impreviste. capo 4 Il tempo dei bambini il gioco euristico capo 4 Il tempo dei bambini inventare, scoprire, percepire Il gioco euristico risponde alle esigenze dei bambini più piccoli fino circa ai diciotto mesi. La proposta si struttura osservando i bambini e il loro gioco. Scelte • utilizzare materiale non strutturato progettuali e materiale naturale • porre i materiali in contenitori di vetro o in grandi sacchi applicando su ciascuno un elemento del materiale contenuto, in modo che sia ben visibile, permettendo ai bambini di trovare facilmente il materiale a disposizione, scegliere e fare richieste. Ruolo • predispone la stanza con l’attenzione a non dare un “prepensato”, quindi a non scegliere i materiali dell’adulto seguendo propri schemi mentali e le possibili combinazioni • permette al bambino di essere l’attore della scoperta senza mostrare possibili modi di utilizzo del materiale • coglie lo spunto dei bambini mettendosi in gioco, se il gruppo lo richiede • osserva ed è sostegno emotivo. il tempo e i tempi del nido .45 il tempo e i tempi del nido .44 Il gruppo • il piacere di essere inventore e di poter dei bambini scoprire-creare, combinare, trasformare racconta attraverso l’utilizzo di diversi materiali • il desiderio di sperimentare l’utilizzo del materiale senza dover raggiungere risultati predefiniti • il piacere di fare esperienze sensitivo-sensoriali e sperimentare la conoscenza dei contrasti: del dentro e del fuori, il gioco di riempire e di svuotare, del pieno e del vuoto… capo 4 Il tempo dei bambini il tempo e i tempi del nido .46 il gioco euristico capo 4 Il tempo dei bambini inventare, scoprire, percepire il tempo e i tempi del nido .47 capo 4 Il tempo dei bambini il colore e la colla capo 4 Il tempo dei bambini scegliere, colorare, costruire Il laboratorio è uno spazio in cui si colora, si incolla, si lascia una traccia, si costruisce, si “fa”. Il lavoro del singolo diventa un “prodotto”, inteso come espressione di ciascuno. Il gioco del singolo può evolvere in un gioco collettivo, di cooperazione. Scelte • rendere visibili i materiali da incollare progettuali e per colorare (es. sui contenitori è incollato un pezzetto del materiale contenuto) • proporre, accanto ai classici fogli, altri materiali da usare per colorare e incollare (scatole, stoffa, polistirolo...) • offrire l’oppurtunità ai bambini di andare in laboratorio due giorni consecutivi ritrovando il lavoro fatto il giorno precedente Ruolo • predispone l’ambiente pensando di lasciare degli dell’adulto spazi in cui il bambino possa scegliere quali colori usare, quali strumenti utilizzare per lasciare traccia, quali materiali incollare • lascia a disposizione dei bambini i materiali che verranno scelti da loro anche in tempi diversi • osserva le interazioni tra i bambini e come le stesse vengano suscitate dai materiali • osserva in che modo un bambino diventa ricchezza e stimolo per l’altro • sostiene emotivamente i bambini accompagnandoli nella loro esperienza. il tempo e i tempi del nido .49 il tempo e i tempi del nido .48 Il gruppo • il desiderio di lasciare traccia di sé, anche dei bambini scegliendo autonomamente il materiale da usare, racconta la voglia e l’interesse nel costruire • il desiderio che il proprio “lavoro” sia ritenuto concluso quando loro lo scelgono: quindi anche arricchito in più volte, con “andate e ritorni” • il bisogno che il loro “prodotto” sia valorizzato sentendosi così stimati e apprezzati. capo 4 Il tempo dei bambini il tempo e i tempi del nido .50 il colore e la colla capo 4 Il tempo dei bambini scegliere, colorare, costruire il tempo e i tempi del nido .51 capo 4 Il tempo dei bambini il tempo e i tempi del nido .52 La narrazione Sentirsi raccontare una storia per il bambino è mettersi in relazione con l’adulto, cogliere il tono e il ritmo della sua voce è rassicurante; dà la possibilità di ritrovare nella magia dei personaggi le proprie emozioni, le proprie paure, tracce della propria storia. Per il bambino, l’esperienza del conoscere è data dal partecipare alle cose che accadono, e ciò avviene attraverso l’uso di oggetti, ma anche attraverso situazioni e persone. Nella narrazione avviene l’incontro tra il “sapere” del bambino e il significato che attribuisce agli eventi e ai personaggi. Il racconto e la lettura stimolano nel bambino la capacità d’ascolto, dilatano i tempi d’attenzione e favoriscono la creazioni di immagini mentali. Il racconto è un momento in cui è possibile ascoltare, ma anche prendersi un tempo per toccare, sfogliare, guardare, curiosare libri sensoriali, di storie o di fiabe. capo 4 Il tempo dei bambini osservare, ascoltare, immaginare il tempo e i tempi del nido .53 Il tempo dei bambini la narrazione capo 4 Il tempo dei bambini osservare, ascoltare, immaginare Lo spazio della biblioteca è il luogo della tranquillità in cui, attraverso il libro raccontato, sfogliato o letto il bambino immagina, fantastica, si emoziona, ritrova frammenti della sua storia e delle sue emozioni: leggendo si mette in relazione con gli amici e con l’adulto e incontra se stesso… Scelte • creare un luogo in cui siano possibili spazi progettuali individuali e spazi di incontro con gli altri dove sia possibile ascoltare, sfogliare, guardare, curiosare e toccare il libro scelto • offrire libri di diverso tipo: cartonati ma anche più delicati e fragili, in stoffa… • offrire libri d’immagini, ma anche da leggere • lasciare i libri a disposizione dei bambini; solo i più preziosi, speciali, unici sono da condividere con l’adulto • utilizzare strumenti come l’episcopio perché le immagini possano diventare più grandi e magiche, se proiettate sul muro. Ruolo • ricerca e sceglie il materiale da proporre, per dare la più ampia gamma possibile d’immagini dell’adulto • garantisce uno spazio individuale per ognuno • allarga la relazione dalla coppia adulto/bambino, all’adulto/piccolo gruppo • si pone in posizione di ascolto attivo e si muove sempre partendo dalla suggestione nata dal bambino. il tempo e i tempi del nido .55 il tempo e i tempi del nido .54 Il gruppo • il desiderio di toccare, manipolare, guardare un libro dei bambini • il piacere di provare a raccontare le immagini, racconta con linguaggi del tutto personali • il desiderio di ascoltare e lasciarsi coinvolgere dal racconto fatto dall’adulto • il desiderio di trovare uno spazio individuale dove concentrarsi o il piacere di condividere, con gli amici e gli adulti significativi, il racconto del libro scelto. capo 4 il tempo e i tempi del nido .56 Il gioco psicomotorio Il tempo dei bambini La proposta psicomotoria è il luogo privilegiato dove il bambino con il suo corpo esplora, conosce e si riconosce. Il corpo a questa età è il mezzo attivo per accedere a conoscere lo spazio-mondo, le relazioni con gli altri, costruendo contemporaneamente l’immagine di sé, delle proprie caratteristiche, abilità, preferenze e quanto va a caratterizzare via via l’identità di ognuno. Questo fa si che spazio, corpo e movimento siano costantemente e intimamente legati e vissuti dal bambino affettivamente. Il gioco psicomotorio, caratterizzato da esplorazione, libertà, avventura, imprevisto… vuole così favorire l’espressione dell’individualità e delle emozioni del bambino attraverso il corpo, senza la mediazione del linguaggio. Tramite la proposta di materiali, spesso offerti in grande quantità o di grandi dimensioni, il bambino diventa protagonista e gli viene data la possibilità di sperimentare con il suo corpo oggetti che, caricati di un significato unico e speciale per lui, gli permettono di liberare le proprie paure e le proprie emozioni. Il gioco psicomotorio spesso diventa un canale privilegiato di comunicazione delle emozioni più profonde, che nella quotidianità fanno fatica ad essere raccontate da un bambino così piccolo. Quest’attività offre la possibilità ai bambini di conoscersi e sperimentarsi, di esprimere tramite il linguaggio corporeo vissuti emotivi che vengono accolti dall’adulto in un contesto protetto e tutelato dove è possibile sia condividere il piacere e l’emozione della scoperta sia comunicare paure e superare difficoltà. Sono quindi momenti preziosi anche per le educatrici che hanno l’opportunità di ascoltare attraverso il gioco del bambino le sue emozioni più nascoste, autorizzandolo a raccontarle nella certezza di essere accolto e accompagnato. capo 4 Il tempo dei bambini conoscersi, sperimentarsi, esprimersi Si propongono percorsi psicomotori pensati, progettati e valutati dalle educatrici in base alle letture e osservazioni dei bambini. Vengono offerti ai bambini grandi quantità di materiali non strutturati generalmente di unico tipo (es. carta, stoffa…). Sono individuati rituali iniziali e finali (togliere le scarpe, oscurare parzialmente l’ambiente, proporre brani musicali...) che hanno funzione di contenimento emotivo della proposta. Nello spazio, le educatrici sono sostegno emotivo e compagne di gioco; osservano, contengono e partecipano in relazione alle richieste e ai bisogni dei bambini. È un’esperienza significativa di relazione con gli adulti e i coetanei che favorisce, crea, rafforza i legami. il tempo e i tempi del nido .57 Il tempo dei bambini il gioco psicomotorio Lo spazio dove viene proposto il gioco psicomotorio è un luogo d’intimità dove il bambino attraverso il suo corpo in gioco, riesce a raccontare le emozioni. il tempo e i tempi del nido .58 • il bisogno di esprimersi attraverso il movimento e l’utilizzo del corpo Il gruppo dei bambini • il desiderio di conoscersi e sperimentarsi racconta • il bisogno di esprimere vissuti emotivi, anche difficili, che vengono accolti dall’adulto • il piacere di vivere momenti intensi di contatto corporeo con l’adulto • il bisogno di sperimentare l’esperienza dei contrasti: il dentro-fuori… Scelte In questo spazio, il canale privilegiato è quello motorio, progettuali che permette la relazione tra il corpo e il materiale. È un luogo dove ci si può sperimentare in sicurezza e libertà: la verticalità, il lasciarsi andare, il vuoto, l’altezza e l’utilizzo degli oggetti come prolungamento di sé, ma anche luogo dove fermarsi, rilassarsi e ritrovarsi, sperimentando l’intimità. Lo spazio è diviso in due parti: • una parte con tappeti e arredi morbidi per sperimentare la verticalità, il vuoto, l’altezza, il lasciarsi andare e il prolungamento di sé. Questo luogo dà anche la possibilità di costruire una tana in cui rilassarsi, che si possa trasformare in montagna, grotta, barca …, di inventare raccontandosi e potendosi ritrovare, sperimentando momenti di intimità con l’adulto o con se stessi • una parte vuota, dove si ha a disposizione il materiale (contenuto in un carrello) per offrire al bambino altre possibilità di gioco: costruire (cartoni, arredi, aste, cerchi, …), rilassarsi (coperte, stoffe, …), osservarsi (specchio, …), giocare con le palle rotolarsi, giocare con l’altro, calciare, correre… capo 4 Il tempo dei bambini conoscersi, sperimentarsi, esprimersi Ruolo • è punto di riferimento per i bambini, dando loro dell’adulto sicurezza e fiducia • è sostegno emotivo: accoglie i bisogni dei bambini. • è compagno di gioco: condivide con emozione l’esperienza • contiene e interviene, quando è necessario, per definire i limiti e ristabilire i confini dell’esperienza • è richiesta all’adulto grande capacità di ascolto e la disponibilità a non condurre ma a lasciarsi andare alla fantasia e alle suggestioni dei bambini. il tempo e i tempi del nido .59 capo 4 Il tempo dei bambini il tempo e i tempi del nido .60 Il gioco Attraverso il gioco del “far finta”, il bambino rappresimbolico senta il suo mondo e lo racconta all’adulto. Nel “far finta” il bambino intreccia la sua visione della realtà con la sua immaginazione, con le emozioni; racconta attraverso il gioco dei ruoli le gioie e le paure; così la sua storia si inserisce nella storia dei compagni con cui sta giocando, contribuendo alla costruzione di un racconto comune. Il gioco simbolico si caratterizza per la possibilità di scelta da parte del bambino di temi, parti, ruoli di condivisione o meno con il gruppo. capo 4 Il tempo dei bambini far finta, inventare, raccontare il tempo e i tempi del nido .61 capo 4 Il tempo dei bambini il tempo e i tempi del nido .62 Il gioco Questo spazio di gioco permette ai bambini di ascoltare con il suono e scoprire le diverse sfumature sonore di oggetti e strumenti differenti. È uno spazio privilegiato per l’ascolto dell’altro che produce suoni diversi sullo stesso oggetto in base alle modalità con cui lo sperimenta muovendosi, soffiandolo, battendo…, favorisce l’espressione del bambino attraverso la propria voce e il proprio corpo in movimento, è un opportunità per raccontare le emozioni del momento di rabbia, di gioia… Il gioco consiste nella sperimentazione di strumenti musicali, ma anche di oggetti sonori e materiali che hanno un loro suono (carte, catenelle….). Si possono creare ambienti sonori appendendo delle carte, proponendo vestiti che suonano… oppure installazioni sonore utilizzando pannelli e tende con svariate sonorità. capo 4 Il tempo dei bambini giocare con il suono il tempo e i tempi del nido .63 capo 4 Il tempo dei bambini_allegato 5 capo 4 Il tempo dei bambini il gioco con il suono ascoltare, esplorare il suono Il laboratorio sonoro è il luogo del possibile, dove il bambino può esplorare, scoprire, esprimersi imitare, “parlare di sé”, alleandosi con l’altro. Per il bambino, utilizzare la voce significa riempire di sé lo spazio. • sottolinea e rimanda quello che fanno i bambini, mettendosi in gioco con loro, (soprattutto con il gruppo di bambini grandi) • osserva come i bambini si muovono all’interno dello spazio, quali suoni piacciono o no, quali sono quelli che ascoltano, per fare un percorso il più possibile vicino ai loro interessi • rilancia i suoni e i rumori, rispettando anche i momenti di silenzio • offre materiali sonori, ma anche di contenimento • riprende, quando cala l’interesse, alcune modalità proposte dai bambini • trasforma l’interazione tra due bambini in gioco collettivo, dando il messaggio che ciò che hanno fatto è bello e lo possono condividere • è attento alla proposta della musica, consapevole che può evocare emozioni diverse in ciascun bambino: propone quindi musiche che riproducono i suoni naturali (es. temporale, pioggia, vento,…) Il gruppo • il desiderio, con il semplice movimento, di provocare dei bambini suoni differenti racconta • il piacere di sperimentare e scoprire liberamente i vari suoni, ma anche ascoltare e ascoltarsi • la curiosità di scegliere, di volta in volta, quale strumento od oggetto sperimentare, ascoltare o far ascoltare • il piacere di “esplorare” il suono nelle sue diverse forme. il tempo e i tempi del nido .64 Scelte • un tappeto con tende sonore realizzate con materiali diversi progettuali • un angolo con un tappeto dove si può suonare sia con strumenti classici, sia con materiali di recupero (latte, scatole, pentole…) • strumenti collocati in modo accessibile ai bambini • pannelli di legno dove sono applicati i campanelli, gli interruttori, una pentola, una ruota di bicicletta, pezzi di legno di varie misure, una valigia contenente vestiti sonori realizzati con campanelli, catenelle… Ruolo • allestisce lo spazio che può essere modificato al momento e durante l’esperienza avendo dell’adulto l’attenzione di proporre materiali per le loro “caratteristiche sonore” • offre inizialmente materiali che non producono eccessivo rumore nel rispetto del vissuto emotivo di ciascuno • fa evolvere gradualmente il progetto senza strutturarlo a priori il tempo e i tempi del nido .65 capo 4 Il tempo dei bambini il tempo e i tempi del nido .66 Il gioco La luce, con le sue forme e i suoi colori, e il buio offrono con la luce ai bambini la possibilità di sperimentare le molteplici varianti e “sfumature” della realtà percepita: le ombre e le immagini proposte attraverso diapositive, lavagne visive… diventano così elementi base di un gioco che si caratterizza per la sua dimensione magica, da scoprire ed esplorare… capo 4 Il tempo dei bambini coprire, scoprire, stupirsi il tempo e i tempi del nido .67 capo 4 Il tempo dei bambini il gioco con la luce capo 4 Il tempo dei bambini coprire, scoprire, stupirsi Il laboratorio della luce è uno spazio in cui si ha la possibilità di fare esperienze uniche, particolari, di vivere emozioni date dal contrasto luce-ombra e per questo motivo si presenta parzialmente oscurato Il gruppo • il piacere di nascondersi sotto il lenzuolo con le torce dei bambini • il desiderio di giocare con le diapositive e il fascio racconta di luce del proiettore • la curiosità nel lasciarsi colorare con la luce, indossando mantelline bianche • lo stupore di poter dare forma diversa alla luce con tubi luminosi di svariati colori • il divertimento di disegnare sulle diapositive proiettate sul muro, di giocare con luci e ombre. Ruolo • predispone lo spazio, è attivo e propositivo, con dell’adulto un’attenzione a modulare le proposte secondo gli spunti che vengono dal bambino • tutela le emozioni del bambino. il tempo e i tempi del nido .69 il tempo e i tempi del nido .68 Scelte • Lo spazio si presenta parzialmente oscurato, progettuali vuoto e con una serie di materiali a disposizione dell’adulto: proiettore con diapositive, valigie luminose, tubi illuminati, materiale “remidiano”, vari tipi di carte e cartoni, pennarelli, mantelline bianche, telo per proiettore. capo 5 il tempo degli operatori Il bambino piccolo e la sua famiglia mettono quotidianamente alla prova la professionalità degli operatori, perché al nido la comunicazione passa attraverso le esperienze, la cura dell’ambiente e dei particolari, più che attraverso le parole. L’organizzazione del servizio nido comunale assegna un ruolo centrale al lavoro di gruppo, al confronto tra gli operatori e alla loro formazione, individuando in questo un elemento indispensabile e irrinunciabile per garantire un’elevata qualità del tempo dei bambini e delle famiglie al nido. il tempo e i tempi del nido .71 il tempo e i tempi del nido .70 La qualità del servizio è frutto di un’attenzione dell’organizzazione ai bisogni delle famiglie e dei bambini, alla costante formazione degli operatori e ai processi quotidiani di lavoro. capo 5 Il tempo degli operatori I ruoli può generare solo se si è diversi.” ❝SiManuela Tomisich cogliere nelle persone le loro risorse ❝Saper aiutandole a riconoscerle e ad utilizzarle, permette ad ognuno di poter esprimere la propria individualità e di sentirsi utile e significativo all’interno del progetto del servizio.” il tempo e i tempi del nido .72 Grazia Gacci, Claudia. Marabini La coordinatrice La figura della coordinatrice all’interno del servizio è diventata nel corso degli anni sempre più importante sia perché l’attività “tipica” del nido si è fatta più complessa, sia perché le relazioni con il contesto territoriale sono entrate a far parte a tutti gli effetti dell’operatività quotidiana del nido. La specificità del ruolo della coordinatrice è quella di raccogliere le domande interne al nido o che provengono dall’esterno, assumendo una funzione integratrice tra le diverse sollecitazioni e la capacità di risposta del servizio nel suo complesso. La coordinatrice nei nidi comunali ha principalmente le seguenti funzioni: di coordinamento pedagogico, di cura delle risorse umane, di relazione con le famiglie e con il territorio, organizzative/gestionali. Il coordinamento pedagogico riguarda il “cuore” dell’offerta del nido: la dimensione educativa. La coordinatrice elabora, in collaborazione con le educatrici, il progetto educativo e la sua programmazione e offre supporto in tutte le fasi della sua realizzazione. La cura delle risorse umane è un altro aspetto centrale: la competenza e la professionalità del personale determinano la qualità della proposta educativa e sono, per le famiglie, il principale indicatore di qualità del servizio. 6. Cfr. “Il tempo delle relazioni con i servizi per l’infanzia e con i servizi del territorio” capo 5 Il tempo degli operatori L’obiettivo del nido è quello di costruire e rendere riconoscibile alle famiglie un comune codice professionale e, contemporaneamente di valorizzare le caratteristiche personali di ciascuno. La funzione della coordinatrice consiste pertanto nel riconoscere le risorse che gli operatori possiedono per farle confluire sul compito di lavoro. Altra importante funzione della coordinatrice è quella di aiutare il gruppo di lavoro a costruire un senso di identità e appartenenza al servizio, riconoscendo il gruppo stesso come punto di riferimento all’interno del quale le difficoltà sono accettate e utilizzate come risorsa. Per questo tratta i problemi che via via si presentano, condividendone i significati con il gruppo e facilitando così l’assunzione delle decisioni da parte degli operatori. Nello stesso tempo, la coordinatrice dà attenzione alle singole educatrici, raccordando le richieste individuali agli obiettivi e alle finalità organizzative. Nelle relazioni con le famiglie, la coordinatrice è il punto di riferimento sia per le questioni organizzative (informazioni, iscrizioni, richieste legate alla frequenza, …) sia per gli aspetti educativi. Per quanto riguarda questi ultimi, data la sua posizione, la coordinatrice ha la necessaria vicinanza e distanza dalle situazioni per essere una risorsa per le famiglie e per le educatrici nell’individuare ipotesi di lettura e di intervento. L’esercizio delle funzioni organizzative/gestionali consente l’operatività del servizio, coerentemente con la sua mission e con le risorse e i vincoli presenti: economici, legati alle risorse umane... La coordinatrice svolge questa funzione in stretta connessione con la dirigenza del Settore Politiche Sociali e di sostegno alla famiglia e con la cooperazione sociale, partner del Comune nella gestione del servizio. La coordinatrice è responsabile delle relazioni con gli interlocutori del territorio, cioè con altri servizi legati al disagio, alla disabilità e servizi educativi per l’infanzia. Già da alcuni anni inoltre, nel territorio lecchese è presente un ambito di lavoro condotto dal il tempo e i tempi del nido .73 capo 5 Il tempo degli operatori capo 5 Comune di Lecco, il Tavolo di coordinamento dei servizi per la prima infanzia, al quale partecipano i coordinatori dei nidi comunali mettendo a disposizione riflessioni ed esperienze. Fin dai primi giorni di inserimento, è il volto che il bambino carica affettivamente, che lo accoglie, lo rassicura e lo accompagna nel nuovo ambiente che diventerà per lui famigliare. La figura di riferimento vive con il proprio gruppo di bambini la parte della giornata dedicata ai tempi del pasto, del cambio, del sonno: un tempo privilegiato di scambi relazionali, di gesti quotidiani, di contatto corporeo che creano vicinanza affettiva e offrono rassicurazione. Accoglie e riconosce i tempi individuali di ogni bambino, per la costruzione di un rapporto che diventa sempre più significativo. È lei che si fa carico di accompagnare e sostenere il bambino nella scoperta di nuove relazioni, dei compagni, delle altre educatrici e dei nuovi ambienti del nido. I bambini percepiscono immediatamente la dimensione di gruppo, individuando la figura di riferimento come la persona in grado di accoglierli, ma nello stesso tempo, da condividere con i compagni, ed è grazie all’attenzione e alla sensibilità dell’educatrice che i bambini sperimentano il piacere di aprirsi agli altri. Anche per le famiglie l’educatrice diventa un punto di riferimento stabile e competente. Ciò facilita l’instaurarsi di un rapporto di fiducia e un’alleanza con i genitori nella individuazione del progetto educativo per ogni bambino. Nei confronti del gruppo di lavoro, ha la funzione di garantire che il bambino sia il centro del lavoro comune. A questo scopo, ha la responsabilità delle scelte del progetto educativo per i bambini di cui è riferimento, osservando e confrontando, insieme alle altre educatrici, la congruenza del progetto con le esigenze e i desideri dei bambini. tuo abbraccio è così caldo che contiene ❝Ilanche il genitore, non c’è mai stato un giorno il tempo e i tempi del nido .74 che non ci hai dedicato un momento, che non ci hai salutato guardandoci negli occhi.” L’educatrice Quando all’educatrice viene affidato un nuovo gruppo di di riferimento bambini di cui diventerà “riferimento” emotivo e affettivo, il carico di emozioni è grande. La consapevolezza della responsabilità di fronte ai bambini e i loro genitori, l’accogliere nella diversità le loro storie, la delicatezza di entrare nel loro mondo in punta di piedi, permettendo ai bambini e alle famiglie di fidarsi affidandosi, chiede all’educatrice grande sensibilità, disponibilità e discrezione. L’attesa che tutto ciò avvenga, mettendosi all’ascolto delle emozioni dei bambini e dei genitori, ma anche delle proprie, si concretizza nel piacere di incontrarli, nella curiosità, ma anche nella paura e nel timore che qualcosa “non vada”. Riconoscere queste sue emozioni, aiutata dallo sguardo del gruppo di lavoro, permette all’educatrice di esserne consapevole, quindi di affrontare il suo compito con maggior disponibilità e di tollerare l’incertezza fin quando il bambino le racconterà che è pronto ad affidarsi. L’educatrice di riferimento ha un gruppo stabile di bambini di età omogenea. Accompagna il bambino dall’inserimento fino al passaggio alla scuola dell’infanzia e ha con lui un rapporto individualizzato e privilegiato, che si costruisce giorno per giorno, con il piacere di ritrovarsi. L’educatrice di riferimento permette di avere un’attenzione particolare per ogni bambino, è il “collante” tra nido, famiglia e bambino. Il tempo degli operatori L’educatrice di supporto All’interno di ogni gruppo l’educatrice di supporto non ha un gruppo di bambini, il suo ruolo si differenzia da quello dell’educatrice di riferimento perché non è direttamente coinvolta negli inserimenti. il tempo e i tempi del nido .75 capo 5 Il tempo degli operatori il tempo e i tempi del nido .76 Svolge le stesse attività delle educatrici di riferimento, e collabora in alcuni momenti dell’“Isola di felicità” in relazione ai bisogni dei bambini; grazie all’educatrice di supporto, l’educatrice di riferimento può rivolgere ai bambini un’attenzione individualizzata. Inoltre, cura l’organizzazione del gruppo delle educatrici: verbali, quaderno di gruppo, turni e tutto ciò che aiuta il buon funzionamento del lavoro. È la persona che svolge un importante lavoro di “regia” all’interno del gruppo, facilitando i processi di lavoro, perchè ha l’opportunità di avere uno sguardo più ampio e più globale sia sul gruppo bambini sia sui genitori. È una presenza indispensabile all’interno del gruppo in quanto, avendo più possibilità di osservare relazioni e dinamiche, il suo contributo nelle riflessioni e discussioni sul lavoro educativo e organizzativo è utile per cogliere elementi particolari dei bambini, per avere una visione allargata dei problemi, arrivando a individuare ipotesi di intervento più mirate. L’educatrice L’educatrice di sostegno, quando si valuta necessaria la di sostegno sua presenza, è prevista nel caso un bambino con difficoltà significative sia inserito nel gruppo. È presente per alcune ore della giornata, non ha un rapporto esclusivo con il bambino disabile, ma ha piuttosto un ruolo di facilitatore: aiuta l’educatrice di riferimento e fa in modo che il bambino possa utilizzare pienamente tutte le proposte del nido. La figura di sostegno con le colleghe del gruppo crea le condizioni affinché il bambino possa fare esperienze significative di gioco con i compagni e con altri adulti del nido. L’attenzione della figura di sostegno nei confronti delle esigenze del bambino, delle sue particolarità, potenzialità e limiti, accompagna pian piano il piccolo a sperimentarsi in situazioni nuove anche con le altre educatrici del gruppo, valorizzando e riconoscendo le sue risorse. capo 5 Il tempo degli operatori La funzione del lavoro di gruppo a imparare, imparare a risolvere ❝Imparare i problemi, a prendere decisioni o, più precisamente, imparare circa l’incertezza, il disagio, l’ansia connessi con la risoluzione dei problemi, il lavoro il creare.”7 E. Jaques Il lavoro di gruppo è la dimensione essenziale sia per la progettazione del servizio sia per la gestione della quotidianità. Ogni operatore, indipendentemente dal ruolo, ha nel gruppo di lavoro un punto di riferimento per la lettura di ciò che accade e per la definizione delle ipotesi e delle modalità di intervento. “Costruire storie nuove e inserirsi in un fiume di storie pregresse”8 non è quindi per il servizio un’immagine suggestiva ma, una prassi quotidiana: il lavoro di gruppo è la modalità privilegiata per coniugare le scelte di ogni giorno con la storia e la cultura del servizio. Questa modalità di lavoro è così importante che la disponibilità/capacità di lavorare in gruppo è una competenza professionale ritenuta indispensabile dal nido. Il lavoro di gruppo non solo aiuta a superare la concezione individualistica dell’educazione centrata sulle caratteristiche di ogni singola educatrice ma, attraverso il confronto tra i diversi punti di vista degli operatori, offre la possibilità di conoscere in modo più approfondito i bisogni dei bambini e delle famiglie e di elaborare un progetto educativo rispondente alle loro esigenze e caratteristiche. Permette di dichiarare le diverse attese personali e nello stesso tempo di richiamare gli obiettivi organizzativi. Aiuta a verificare costantemente e a modulare le scelte del servizio a partire dai dati di realtà. Affinché il lavoro di gruppo sia efficace, è necessario che ci sia condivisione e chiarezza sul compito di lavoro da 7. E.Jaques, Lavoro, creatività, giustizia sociale, Ed. Boringhieri, pag. 73 8. Manuela Tomisich in un corso di formazione il tempo e i tempi del nido .77 capo 5 Il tempo degli operatori capo 5 parte delle educatrici. Così il gruppo può sviluppare un’attività finalizzata alla comprensione dei problemi più che alla ricerca immediata di spiegazioni o di soluzioni. È importante che il lavoro di gruppo dia spazio, in un contesto tutelato, al racconto delle motivazioni e dei vissuti personali degli operatori, ovvero all’affettività e alle emozioni, perché siano esplicitate ed elaborate razionalmente in termini professionali. Il lavoro di gruppo, infine, riconoscendo i diversi ruoli organizzativi e le specificità personali, rafforza tre competenze basilari nel lavoro educativo: l’ascolto non giudicante, la capacità di comunicare in modo costruttivo e la capacità di prendere decisioni in presenza di punti di vista differenti. La scelta di partire dalle esperienze concrete richiede un metodo rigoroso e preciso; non tutto infatti, può essere affrontato in modo approfondito o risolto in tempi brevi. Il lavoro quindi richiede: • l’individuazione delle priorità del momento nel gruppo bambini e tra gli adulti, rispetto alle famiglie o al territorio • la condivisione delle esperienze, delle percezioni, della lettura delle situazioni, con l’attenzione a dare uno spazio significativo all’ascolto dell’altro • il riferimento costante agli orientamenti del nido • la valorizzazione delle caratteristiche personali di ciascuno, delle capacità e degli stili relazionali delle colleghe, dei bambini, delle famiglie, con la consapevolezza che le diversità condivise entro “binari” riconosciuti, rappresentano una ricchezza per il gruppo di lavoro e per il progetto comune • la capacità di lavorare in gruppo con metodo, definendo con chiarezza l’esito atteso del lavoro, rispettando i tempi, riconoscendo la significatività del contributo di ogni persona, prendendo decisioni sostenibili e individuando le conseguenti azioni di cambiamento. La modalità di lavoro del gruppo delle educatrici il tempo e i tempi del nido .78 queste pagine ho trovato un’ulteriore ❝Leggendo conferma che la fiducia e la stima che nutro per le operatrici del nido non è solo una questione “di pelle”, ma si fonda su una professionalità attenta, sensibile e discreta.” professionalità si vive nell’istante: ❝La nell’azione sostenuta dal pensiero.” 9 Gli ambiti di lavoro è formato da più educatrici, ❝Iladgruppo ognuna tocca una parte di lavoro Marina Panzeri La modalità di lavoro delle educatrici ha come caratteristica quella di essere accompagnata da un pensiero fortemente ancorato al ”fare educativo”, ovvero a tutto quanto le educatrici osservano, vivono e sperimentano nella quotidianità. Dal contributo di ognuna, portato e condiviso con le colleghe, nascono idee, riflessioni, richieste d’approfondimento che gradualmente conducono alla definizione di nuovi orientamenti culturali e organizzativi. 9. Incontro di grande gruppo asilo nido “L’Arca di Noè”. 2004-2005 Il tempo degli operatori Il grande gruppo e responsabilità È l’incontro mensile previsto in ogni nido, cui partecipano tutte le educatrici e la coordinatrice. È l’ambito in cui si discutono e si elaborano gli orientamenti culturali del servizio e si formano ipotesi di lavoro su problemi concreti. Si affrontano temi che riguardano la progettualità del servizio: aspetti educativi e organizzativi in relazione alle esigenze dei bambini e delle famiglie, o, ancora, argomenti che riguardano la collabo- il tempo e i tempi del nido .79 capo 5 Il tempo degli operatori razione con gli altri servizi del territorio. Ogni educatore può portare le proprie proposte sui temi trattati nella convinzione che il confronto tra le esperienze aiuta a scoprire nuove risorse, ipotesi di cambiamento e di soluzione rispetto alle criticità. È il luogo in cui nascono, si sviluppano, si approfondiscono e si assumono i nuovi orientamenti educativi e organizzativi. È sulla trama delle scelte condivise, che le educatrici nella quotidianità sperimentano, modificano, correggono le prassi, permettendo che le idee prendano forma e diventino il “fare educativo“ che, verificato, viene riportato al grande gruppo e diventa nuovo materiale su cui lavorare. più numerose saranno le prove, le correzioni, ❝… gli aggiustamenti e più sarà il progetto il tempo e i tempi del nido .80 ad adattarsi al bambino e non il bambino al progetto …” Il piccolo gruppo, con cadenza settimanale, è l’ambito di Il piccolo lavoro delle quattro educatrici che seguono lo stesso grupgruppo po di bambini e famiglie. È dedicato allo scambio, al confronto, alla rielaborazione di quanto fatto ed osservato nella quotidianità, alla progettazione e all’organizzazione delle proposte. È il luogo di costruzione del progetto educativo, dove vengono fatti aggiustamenti, così che il percorso si adatti al bambino con elementi di concretezza. È lo spazio in cui gli interventi verso il bambino e la famiglia sono ridiscussi e ripensati alla ricerca di un metodo educativo comune. In alcuni casi, quando il gruppo si trova a trattare specifiche situazioni o problemi, è prevista la partecipazione di esperti (coordinatrice, pedagogista, psicomotricista). capo 5 Il tempo degli operatori ci hanno permesso, con un aggiornamento ❝… costante, di crescere sempre …” 10 La formazione e l’aggiornamento Il lavoro educativo del nido é sempre stato sostenuto da percorsi di formazione in ambiti e tempi riconosciuti dall’Amministrazione. La formazione aiuta, attraverso la riflessione, a sviluppare nuove conoscenze e approfondimenti, a qualificare la professionalità degli operatori, cui è richiesta la capacità di mettersi in contatto con esigenze e domande sempre più complesse di bambini e adulti. La formazione è l’ambito in cui viene rivisitato il percorso educativo, con uno sguardo attento alla relazione con le famiglie reali e con il territorio. La progettazione degli interventi formativi con esperti vede il coinvolgimento delle educatrici che propongono i temi di maggiore interesse, sempre a partire da ciò che accade nella quotidianità del nido. L’approccio attivo e la trasferibilità degli apprendimenti sono caratteristiche comuni a tutte le proposte formative realizzate dal servizio. Inoltre, la formazione rappresenta per gli operatori del nido una preziosa opportunità d’incontro e di confronto con gli operatori d’altri servizi per la prima infanzia, del centro per le famiglie in primo luogo, che fa parte del Servizio Infanzia e Famiglia. 10. M.Grazia Barbisan - convegno “da una perla…una collana” Comune di Buccinasco- febbraio 2006 il tempo e i tempi del nido .81 alla collaborazione tra i Servizi ❝L’apertura del territorio ha favorito processi di integrazione sugli interventi, connettendo le risorse a disposizione. Se consideriamo le radici etimologiche del termine “risorsa”, scopriamo che nel suo significato più ampio è “mezzo che può venire in aiuto in caso di necessità”. Se ci si trova in condizioni critiche si tratta di capire a cosa sì può fare ricorso per gestirle. Ed è probabile che questo non sia immediatamente a portata di mano, ma vada cercato e inventato introducendo altri modi di vedere, altre rappresentazioni entro cui ci muoviamo.”11 Grazia Gacci, Claudia Marabini il tempo delle relazioni con i servizi per l’infanzia e con i servizi del territorio capo 6 Il nido non è un “piccolo mondo” chiuso in se stesso, ma una vera e propria risorsa per la comunità. La storia dei nidi dimostra quanto oggi sia superata e distante l’immagine di nido ad esclusivo servizio dei genitori che lavorano. I nidi comunali sono diventati ormai parte di un sistema di relazioni con il territorio: con gli altri servizi per l’infanzia, con i servizi sociali e specialistici, con le scuole per la formazione degli educatori. il tempo e i tempi del nido .82 Le potenzialità del nido per favorire l’integrazione sociale, per prevenire e intervenire precocemente nelle situazioni di disagio sociale, per la formazione dei genitori, sono ampiamente provate, ma forse non ancora pienamente espresse. 11. G.Gacci, C.I.Marabini, Di nido in nido, ed. Junior, Bergamo, 1998 il tempo e i tempi del nido .83 capo 6 il tempo delle relazioni con i servizi per l’infanzia e con i servizi del territorio il tempo e i tempi del nido .84 I rapporti con la scuola dell’infanzia L’asilo nido, al fine di costruire una cultura per l’infanzia sempre più condivisa, propone un progetto d’incontro con la scuola dell’infanzia che vede come attori il bambino e la sua famiglia, la scuola dell’infanzia e il nido. Per il bambino entrare nella scuola dell’infanzia insieme all’educatrice del nido significa percepire un legame importante di continuità tra i due servizi. L’esperienza è pensata affinché il bambino possa sperimentare in un contesto progettato, l’emozione di vivere la scoperta del nuovo ambiente attraverso l’incontro con altri adulti e bambini e la conoscenza di nuovi spazi e materiali. L’alleanza tra la famiglia e il nido nel sostenere il bambino in questo percorso, permette di condividere un momento di passaggio. L’individuazione di piccole strategie facilita il bambino nel sentirsi capace di affrontare la nuova proposta, costruendosi piccoli punti di riferimento, che gli permettono di mantenere vivo il ricordo dell’esperienza fino all’inserimento nella scuola dell’infanzia. L’incontro tra l’asilo nido e la scuola si gioca nel riconoscere e coniugare le reciproche culture di riferimento, trovando punti d’incontro che valorizzano le proposte e le particolarità di ogni servizio, attraverso la costruzione di una proposta che sia significativa per tutte le parti coinvolte. La proposta di quest’esperienza, realizzata insieme a tutti i servizi per l’infanzia della città, offre un’ulteriore possibilità per allargare e confrontare sguardi diversi nella costruzione sul territorio di una cultura per l’infanzia condivisa. Le proposte per le famiglie non frequentanti per la prima infanzia propositivi ❝Servizi non solo verso le famiglie frequentanti, ma a tutte le famiglie del territorio.” capo 6 il tempo delle relazioni con i servizi per l’infanzia e con i servizi del territorio Serate, feste, animazione nei parchi e nelle piazze della città sono proposte rivolte a tutte le famiglie per far conoscere, attraverso l’offerta del gioco o di momenti di riflessione, la proposta educativa che i servizi per la prima infanzia promuovono quotidianamente. Nelle occasioni di animazione e festa si può condividere un’esperienza con/tra i genitori e i bambini. Le famiglie frequentanti e non frequentanti i servizi, hanno l’opportunità di vivere con i propri bambini una situazione “speciale” dove si può osservare il proprio bambino mentre gioca con altri. In questo tipo di iniziative, i bambini, insieme ai genitori, possono esplorare diverse opportunità di gioco, materiali nuovi e inusuali e sperimentare il piacere della relazione. Le famiglie possono inoltre ritrovarsi a condividere insieme ad altre, anche iniziative intorno ai problemi dell’educazione, a domande attuali e vicine all’esperienza dei genitori. Tutto ciò, aiuta a creare una sensibilità e una concreta attenzione nei confronti della promozione della cultura dell’infanzia. La conduzione e la partecipazione al tavolo distrettuale di coordinamento dei servizi per la prima infanzia che dialogano tra loro offrono già ❝Servizi un elemento di qualità per le famiglie.” 12 Il Tavolo di coordinamento è costituito da enti (comuni, privato sociale) del distretto di Lecco che gestiscono servizi per la prima infanzia. L’attuale Tavolo è l’esito di un processo di interazione tra i servizi avviato alla fine degli anni ’90, grazie, a un lavoro di ricerca-azione nell’ambito dei servizi per la prima infanzia, promosso dalla Provincia e dal Comune di Lecco. 12. Dal documento ”Identificare e rilevare la qualità dei servizi per la prima infanzia” - a cura del Tavolo di coordinamento dei servizi per la prima infanzia del distretto di Lecco - 2007 il tempo e i tempi del nido .85 capo 6 il tempo delle relazioni con i servizi per l’infanzia e con i servizi del territorio il tempo e i tempi del nido .86 La reciproca, approfondita conoscenza, la collaborazione costruttiva su oggetti di lavoro di comune interesse, hanno favorito il crearsi di un rapporto di fiducia tra i servizi, tale da consentire al gruppo di diventare un ambito di promozione della cultura dell’infanzia nel territorio lecchese. Il ruolo dei servizi per la prima infanzia comunali è stato determinante in questo processo per il contributo dato alla riflessione e, in particolare, per la costruzione in forma condivisa di comuni riferimenti territoriali in tema di qualità, così da rispondere in modo sempre più adeguato ai bisogni della famiglia con bambini fino a tre anni. Grazie al lavoro sulla qualità dei servizi per la prima infanzia, ogni singola organizzazione del territorio potrà fare riferimento a standard comuni e nello stesso tempo evidenziare la peculiarità della propria offerta alle famiglie. Ciò sarà di grande aiuto sia ai servizi, sia alle famiglie, che avranno la possibilità di scegliere secondo le proprie necessità avendo garantito un livello qualitativo di base. La collaborazione con il servizio minori per la prima infanzia propositivi ❝Servizi non solo verso le famiglie frequentanti, ma a tutte le famiglie del territorio.”13 Grazia Gacci, Claudia Marabini Tra il Servizio Minori e il Servizio Infanzia e Famiglia esiste da anni un rapporto di collaborazione in particolare per l’inserimento di bambini appartenenti a famiglie in difficoltà. Si sono così individuate modalità di lavoro comune che, mettendo in gioco competenze professionali diverse, permettono di intrecciare sguardi complementari sulle situazioni e quindi un maggior approfondimento e definizione di interventi più adeguati. 13. Ibidem capo 6 il tempo delle relazioni con i servizi per l’infanzia e con i servizi del territorio Si tratta quindi non solo di scambiarsi informazioni sulla singola situazione, ma anche costruire letture convergenti sui problemi che sostengano la progettazione e l’intervento. In particolare, nell’ambito della collaborazione tra il Servizio Infanzia e Famiglia e il Servizio Minori, accanto all’attuale disponibilità degli spazi dei nidi e del centro per le famiglie per gli incontri protetti, è emersa l’ipotesi del loro possibile utilizzo per l’osservazione in situazioni particolarmente delicate, per le quali una lettura dinamica e allargata delle risorse e delle fragilità della coppia adulto - bambino può aiutare il servizio sociale a definire il progetto e le modalità di intervento. La collaborazione con i servizi specialistici e con l’ASL La collaborazione dei nidi comunali con i servizi specialistici (Neuropsichiatria Infantile, La Nostra Famiglia) è ormai da molti anni prassi di lavoro e si è via via rafforzata grazie al riconoscimento degli specialisti della validità dell’esperienza per i bambini e per i genitori. Le famiglie sono sollecitate a frequentare i servizi per la prima infanzia come ambienti in cui vivere un’esperienza di socialità. In un contesto attento alle diverse esigenze dei bambini è possibile vivere la personale esperienza di bambino e di genitore senza un approccio riabilitativo. Sono previsti incontri periodici con gli operatori e gli specialisti, che rappresentano un momento nodale in cui le diverse specifiche competenze si confrontano e integrano sul progetto del bambino. All’interno dei nidi è presente settimanalmente l’infermiera pediatrica dell’ASL che vigila sugli aspetti igienicosanitari e sull’alimentazione, tenendo anche i contatti con i referenti responsabili dell’ASL. il tempo e i tempi del nido .87 capo 6 il tempo delle relazioni con i servizi per l’infanzia e con i servizi del territorio La collaborazione con gli operatori dei corsi di accompagnamento alla nascita ❝ L’incontro di professionalità diverse che si rendono disponibili allo scambio, diventa risorsa non solo per le famiglie, ma per i servizi stessi, perché conoscersi è fonte di ricchezza reciproca.”14 il tempo e i tempi del nido .88 Grazia Gacci, Claudia Marabini Il Servizio Infanzia e Famiglia si è attivato per mettersi in rete con i servizi che si occupano dei corsi di accompagnamento alla nascita, ritenendo che quest’azione abbia un importante valore preventivo e sia utile sia ai servizi, sia alle famiglie. Il tempo della gravidanza è, infatti, riconosciuto come un buon periodo per accompagnare i futuri genitori a comprendere quale possa essere il servizio che meglio può rispondere ai desideri e alle loro esigenze. Nell’ambito dei corsi d’accompagnamento alla nascita tenuti dalle ostetriche o dalle infermiere pediatriche, le educatrici del nido danno informazioni sui servizi per la prima infanzia e la famiglia del territorio e raccolgono le sollecitazioni, le curiosità o i dubbi portati dai genitori presenti. L’esperienza fin qui realizzata, ha dimostrato che in queste occasioni di incontro, i genitori non sono solo alla ricerca di informazioni pratiche sui servizi (quali sono, dove sono, …), ma apprezzano l’aiuto ad orientarsi tra le diverse possibilità, anche a partire da criteri educativi, alle modalità di lavoro dei servizi. Questo permette loro di fare scelte attente e adeguate non solo dal punto di vista pratico. Si tratta di un’opportunità preziosa perché, quando i genitori cominciano a prefigurarsi l’arrivo del nuovo nato, possono prepararsi a scegliere l’eventuale servizio avendo, insieme alle informazioni, anche alcuni fondamentali indicatori di qualità che li possono orientare nella scelta. 14. Dal “Progetto di collaborazione nei corsi di preparazione alla nascita” - anno ’06/07 capo 6 I rapporti con le università e le scuole I servizi per la prima infanzia comunali sono sede di tirocinio universitario. È questo un modo concreto per mettere a disposizione di organizzazioni che si occupano della formazione degli educatori la consolidata esperienza dei nidi. La cultura educativa per la prima infanzia si costruisce soprattutto attraverso il “fare”: gli educatori in formazione, per imparare, devono potere sperimentare, interrogarsi e confrontarsi con altri operatori esperti in un contesto reale. Nel contempo, la collaborazione con le università è utile al servizio perché porta ad interrogarsi continuamente sui propri orientamenti e sulle scelte educative. il tempo e i tempi del nido .89 postfazione postfazione Da tempo si evidenziava la necessità di uno strumento che potesse dar ragione di tutte le scelte e dei pensieri che identificano il servizio asilo nido del Comune di Lecco. Il libro di Grazia Gacci e Claudia Marabini “Di nido in nido” (1998), così prezioso nel far conoscere i nidi comunali lecchesi, per alcuni aspetti non rendeva più ragione delle riflessioni e delle esperienze realizzate nell’ultimo decennio. con la realtà, alla ricerca di un pensiero aperto che tenga in considerazione tutti gli aspetti in essa presenti. Dalla nostra esperienza questo significa essere capaci di osservare, cogliere e riflettere su quanto accade nella quotidianità, nelle relazioni e nel territorio dove si opera. Riflettere perché desiderosi di cogliere i segnali, gli elementi espliciti e quelli impliciti, le domande e gli interrogativi, i pensieri che muovono le azioni e le relazioni. È nata così l’idea di scrivere quelli che, magari con un po’ di enfasi, abbiamo chiamato gli “orientamenti culturali e metodologici” del nido, al fine di presentare, in modo dettagliato e preciso, ciò che è all’origine dell’esperienza del servizio con le famiglie, i bambini, gli operatori e con gli altri servizi territoriali. Questo ha portato a valorizzare e a fare buon uso - così crediamo - di ogni incontro. Da quello con le famiglie e i loro bambini, con la ricchezza degli sguardi portati, che ogni volta aiutano a essere il più possibile attenti e congruenti; a quello con gli operatori che hanno condiviso significativamente il cammino e che consentono, con le loro caratteristiche e i loro stili personali, di comporre uno sguardo più attento e nuovo sulla realtà; a quello con gli altri servizi, che costituiscono la ricchezza del territorio con la specificità del loro approccio nel lavoro con le famiglie e per l’identità culturale che li ha generati. Si è così deciso di realizzare un percorso di lavoro corale e condiviso, grazie al quale le educatrici hanno segnalato gli elementi di spicco del pensiero del nido che possono meglio sottolineare la specificità dell’approccio educativo del servizio, selezionando i diversi materiali e documenti prodotti in questi ultimi anni. Il risultato è un testo che consente al lettore di “entrare” insieme alla famiglia nel nido e di conoscere, fin dal primo sguardo, ciò che accade nella quotidianità, che presenta sia il “perché” che il “come” di quanto viene fatto, le riflessioni e le consapevolezze che portano a costruire quell’offerta o quella proposta. Nel rimettere mano ai documenti prodotti nel tempo, nel rivedere insieme i percorsi formativi effettuati e nel rileggere le condizioni che hanno consentito di realizzare con altri servizi condivisioni e accordi, una volta di più, si è evidenziato quanto sia vitale e importante per i servizi costruire/garantire, prima di tutto, luoghi di pensiero che si alimentano dell’ascolto e del confronto tra i diversi soggetti con cui si lavora. L’aspetto che meglio identifica il cammino che in questi anni è stato compiuto all’interno del nido è la scelta di mettersi in una posizione curiosa, attenta e dialogante Infine, a quello con i consulenti/formatori, buoni maestri di pensiero e di riflessione sulle prassi, che hanno consentito di comporre e dare forma agli orientamenti culturali che sono stati presentati nelle pagine precedenti. Questa pubblicazione, come “Di nido in nido”, segna un punto di arrivo del cammino fin qui fatto e nello stesso tempo un punto di partenza per il servizio, nella consapevolezza che lo sforzo di comunicare l’esperienza rappresenti una condizione per un suo proseguimento intelligente e attento sia alla continuità sia all’apertura alle novità e alle scoperte che continuamente la realtà pone davanti agli educatori e a chi vuole condividere con loro questa esperienza. Marina Panzeri Direttore del Settore Politiche Sociali e di sostegno alla famiglia il tempo e i tempi del nido .91 il tempo e i tempi del nido .90 indicazioni bibliografiche Bettelheim Bruno Un genitore quasi perfetto Edizioni Feltrinelli (1987) Bowlby Attaccamento e perdita Bompiani Editore (1983) Campagner Luigi È una questione di soddisfazione. Genitori in dialogo” Il sentiero - cooperativa sociale. Il tempo per pensare (2005) Campagner Luigi Fiabe per pensare. Contributo in chiave psicologica sull’ascolto e il racconto delle fiabe Edizioni junior (2005) Formenti Laura, Gemelli Ivano Quella volta che ho imparato. La conoscenza di sé nei luoghi dell’educazione Raffaello Cortina Editore (1998) Gacci Grazia, Marabini Claudia Di nido in nido Comune di Lecco, Servizi Asili Nido Edizioni Junior (1998) il tempo e i tempi del nido .93 il tempo e i tempi del nido .92 Campagner Luigi Child like! La competenza del bambino e i suoi aiuti Il sentiero - cooperativa sociale. Il tempo per pensare (2005) indicazioni bibliografiche indicazioni bibliografiche Goldschmied Elionor, Jackson Sonia Persone da zero a tre anni. Crescere e lavorare nell’ambiente del nido Edizioni Junior (1996) Spitz A. Renè Il primo anno di vita del bambino. Studio psicoanalitico sullo sviluppo delle relazioni oggettuali Armando Editore (1973) Lapierre André e Anne L’adulto di fronte al bambino Cortina Stern N. Daniel Diario di un bambino Mondadori Editore (1990) Mahler Margaret, Pine Fred, Bergman Anni La nascita psicologica del bambino Bollati Boringhieri Editore (1978) Stern N. Daniel Il mondo interpersonale del bambino Bollati Boringhieri Editore (1985) Mantovani Susanna, Restuccia Saitta Laura, Bove Chiara “Attaccamento e Inserimento. Stili e storie dell’inserimento al Nido” Franco Angeli Editore (2000) il tempo e i tempi del nido .94 Juul Jesper Il bambino è competente. Valori e conoscenze in famiglia Edizioni Feltrinelli (1995) Pas Bagdadi Masal Ho sentito battere il tuo cuore. Un metodo educativo per comunicare con bambini e adolescenti Edizioni Franco Angeli (2006) Solter J. Aletha Il bambino consapevole. Un nuovo modo di essere genitori Edizioni La meridiana (1994) Riva Crugnola Cristina La comunicazione affettiva tra il bambino e i suoi partner Raffaello Cortina Editore (1999) Vegetti Finzi Silvia, Battistin A. Maria A piccoli passi. La psicologia dei bambini dall’attesa ai cinque anni Mondadori Editore (1994) Winnicot W. Donald I bambini e le loro madri Raffaello Cortina Editore (1987) il tempo e i tempi del nido .96 © Comune di Lecco Editore La riproduzione del testo è autorizzata, tranne che a fini commerciali, purché se ne indichi la fonte. Finito di stampare nel mese di novembre 2009 da Grafiche Riga srl - Annone Brianza (Lc) Progetto grafico: www.mariangelatentori.it Asilo nido L’arca di Noè Lecco - San Giovanni viale Adamello 15 tel./fax 0341 495427 [email protected] Asilo nido Arcobaleno Lecco - Pescarenico via Ghislanzoni, 73A tel./fax 0341 369311 [email protected] Gli asili nido comunali sono gestiti in coprogettazione con via Belvedere, 19 23900 Lecco - tel 0341 286419 [email protected] - www.consorzioconsolida.it € 5,00