poche novita, tutte pro-cemento / trieste la bella addormentata il
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poche novita, tutte pro-cemento / trieste la bella addormentata il
n.170 0tt0bre 2011 distribuzione gratuita il mensile del vivere naturale resurrezione dell'informazione nel mondo della rete ` tutte pro-cemento / trieste la bella addormentata poche novita, il ponte sul canal grande: elemento che unisce o divide? / torneranno i tram? Konrad è on line all'indirizzo www.konradnews.it Inviate commenti e suggerimenti a [email protected] Cercaci anche su Facebook konrad 170 - ottobre 2011 SOMMARIO 3 4 Poche novità, tutte pro cemento Resurrezione dell'informazione nel mondo della rete 5 A proposito dell'intervista di Loris Rosenholz 6 Il ponte sul Canal Grande: elemento che unisce o divide? 7 Trasporti e ambiente Torneranno i tram? 8 Un mondo diverso è possibile 9 Trieste la bella addormentata 10 Libri Elogio del silenzio 11 Giovani Un articolo per Giuseppe "Peppino" Impastato 11 Tre canti per Luciano 12 Rubrika.pika.si Salve, come stai? 13 Le farfalle e le cavallette Sabbie ferrose e tartarughe 14 Radio Natura 15 Siamo tutti intelligenti Facciamo un rebus? 16 Percorsi d'arte Biennale di Venezia, Padiglione Italia, FVG 17 Tra isole e mare 18 Turismo consapevole nella Russia di Putin (I) 19 Montona, passato e presente 20 Cinema La fine del mondo all'italiana 21 Teatri di confine Dieci spettacoli per una stagione 22 Alimentazione Mal di zucchero 23 Capofonte, un bene storico distrutto e dimenticato 24 Colonna vertebrale Ernia del disco cervicale 25 Brevi 26 Gli appuntamenti di ottobre Konrad Mensile di informazione di Naturalcubo s.n.c. Redatto dall’Associazione Konrad via Corti 2a - 34123 Trieste Fax 1782090961 [email protected] www.konradnews.it Aut. Trib. di Udine n. 485 del 5/9/80 Aut. fil. di Trieste Direttore editoriale: Roberto Valerio Direttore responsabile: Dario Predonzan Pubblicità: Alex Cibin cell. 340 4000934 [email protected] Hanno collaborato: Beatrice Achille, Maria Grazia Beinat, Nadia e Giacomo Bo, Michele Colucci, Stefano Crisafulli, Adriana De Caro, Giorgio Dendi, Giorgia Facis, Sergio Franco, Alessandro Giadrossi, Francesco Gizdic, Mauro Mollo, Óscar García Murga, Luisella Pacco, Giuliano Prandini, Livio Prodan, Riccardo Redivo, Lino Santoro, Tanja Seganti, Marco Segina, Gianni Ursini, Patrizia Vascotto, Barbara Žetko. Progetto grafico e impaginazione: Erratacorrige, Trieste www.erratacorrige.org Stampa: Tip. Villaggio del Fanciullo - Opicina Trieste Konrad non è responsabile della mancata pubblicazione degli annunci o di eventuali inesattezze. 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Konrad ne ha scritto ripetutamente, l’ultima volta con un riassunto aggiornato (“A volte ritornano”) nel numero 169 di settembre. Nel mese trascorso da allora, poco o nulla è successo di quanto annunciato, salvo che il cemento ha ripreso a colare. Gli ambientalisti avevano chiesto di poter esaminare i progetti presentati, conformi alla variante “illyana” n. 66, il cui iter di approvazione è ricominciato – e quelli che sono stati presentati ex novo – dopo la decadenza delle norme di salvaguardia imposte con l’adozione della variante “dipiazzesca” n. 118. Richiesta rimasta ancora senza esito. Nel frattempo però, si è appreso dalla stampa, 12 progetti per complessivi 17.432 metri cubi hanno ottenuto il permesso di costruire e altri 5 – per 4.286 mc – verosimilmente l’otterranno a breve. Ci sono poi altri 28 progetti, per complessivi 48.842 metri cubi. Molti di questi riguardano zone di pregio ambientale e paesaggistico, sul Carso (Basovizza, Opicina), nelle zone verdi periferiche (Scala Santa, Vicolo delle Rose, ecc.) e sulla fascia costiera (Contovello, viale Miramare, ecc.). Sono gli effetti, ampiamente prevedibili e previsti, della “finestra” apertasi dopo l’abbandono della variante 118, la conseguente decadenza delle norme di salvaguardia ed il ritorno in vigore della precedente variante 66, che prevede edificazioni massicce anche – e soprattutto – in aree verdi di pregio e in zone prive di infrastrutture (viabilità di accesso, fognature, ecc.) adeguate. Costruttori e speculatori immobiliari, però, saranno contenti e d’altronde il sindaco Cosolini dichiarava sul PICCOLO del 23 settembre che «La paventata corsa al cemento non si è materializzata per niente. I permessi rilasciati riguardano iniziative sostenibili dal punto di vista ambientale. E per fortuna che ce ne sono, almeno un po’ di quelle, pure l’edilizia è un’attività economica, che fa girare l’economia del nostro territorio». Peccato che la “sostenibilità” effettiva dei progetti approvati (anche un piccolo edificio può produrre danni gravi, se piazzato in un’area paesaggisticamente delicata) non si sia potuta verificare, come detto, né verosimilmente si potrà verificare quella dei progetti ancora in istruttoria. Gli ambientalisti avevano anche chiesto che (per un elementare principio di trasparenza) tutti i progetti edilizi vengano divulgati nel sito internet del Comune, per consentire a chiunque di esaminarli e – se del caso – formulare pareri ed osservazioni in merito. Anche in questo caso, nessuna risposta. Il nodo principale è tuttavia quello del nuovo piano regolatore, annunciato con grande enfasi dal sindaco. La divulgazione della bozza delle direttive, atto preliminare alla stesura del piano, era stata annunciata per Ferragosto: doveva seguire un ampio “processo partecipativo”, coinvolgendo categorie economiche, ordini professionali, associazioni ambientaliste, ecc. Il tutto con l’obiettivo dell’approvazione definitiva delle direttive entro metà settembre. La bozza delle direttive è stata consegnata invece il 21 settembre agli ambientalisti e alle categorie interessate. Seguirà un “processo partecipativo” rapidissimo: entro il 27 saranno raccolte le osservazioni sulla bozza, che sarà quindi eventualmente rielaborata il 28 e discussa in un’assemblea “plenaria” il 29. Subito dopo la Giunta comunale approverà in via preliminare il testo delle direttive, vi aggiungerà le norme di salvaguardia (che la bozza non contiene) e si avvierà l’iter istituzionale, con la raccolta dei pareri delle Circoscrizioni, l’esame nella Commissione urbanistica del Consiglio comunale ed il voto finale nell’aula del Consiglio entro il 15-20 ottobre. Peccato che la bozza consegnata – oltre che priva, come detto, delle norme di salvaguardia - sia di sconcertante genericità e priva del benché minimo contenuto concreto. Si tratta sostanzialmente di una serie di vaghi auspici e indicazioni, nella totale assenza di obiettivi chiari e strategie precise. Perfino le direttive del 2007, predisposte in funzione di quella che diventò poi la variante 118, pur carenti anch’esse sotto molti punti di vista (forti furono allora le pressioni del mondo delle costruzioni per “annacquarne” i contenuti), appaiono di gran lunga più concrete della bozza cosoliniana. Un testo, insomma, da riscrivere completamente, se si vuole che abbia la valenza di direttive vere e proprie, in grado di indirizzare la redazione del nuovo piano. Ma lo si vuole? WWF, Legambiente e Italia Nostra hanno perciò proposto di integrare il testo della bozza con una serie di obiettivi strategici precisi: riduzione dei perimetri delle zone residenziali “B” (estese in modo abnorme nella variante 66), eliminazione delle zone di espansione “C”, riuso - con priorità alle strutture scolastiche e di ricerca e all’edilizia sovvenzionata – per le aree dismesse (ex caserme, ex fiera, ecc.), eliminazione delle nuove aree industriali, commerciali e turistiche previste sull’altopiano carsico e sulla fascia costiera, tutela per gli elementi caratteristici del paesaggio (pastini, siepi alberate, doline, muretti a secco, ecc.) e così via. Al momento in cui scriviamo è impossibile sapere se le direttive saranno integrate e migliorate, oppure no. Si può star certi, però, che se non lo saranno, sarà anche di fatto impossibile costruire norme di salvaguardia efficaci, in grado di impedire l’attuazione di quanto permesso dalla variante 66. Ne beneficerebbe soltanto l’attività edilizia “che fa girare l’economia del territorio”. E che distrugge, però, quando aggredisce aree verdi e di pregio ambientale (anziché dedicarsi alla riqualificazione e al riuso dell’immenso stock edilizio esistente, in condizioni di degrado e spesso inutilizzato), un patrimonio dell’intera comunità per l’interesse speculativo di pochi. Dario Predonzan lucci l a v ig n e t t a d i c o 4 Konrad ottobre 2011 Resurrezione dell'informazione nel mondo della rete Sul controverso rapporto tra internet e informazione abbiamo intervistato Sergio Maistrello, giornalista freelance e docente in Giornalismo e nuovi media all’Università di Trieste. A partire dalle modalità di accesso dei cittadini all’informazione online per arrivare al nuovo ruolo del giornalista ci siamo trovati di fronte ad un punto di vista estremamente interessante e propositivo. Lei afferma che internet ci permette di essere noi stessi filtro delle informazioni. Non si tratta di una finta libertà, dal momento che sono i motori di ricerca ad indirizzarci verso un sito piuttosto che un altro in base alle nostre ricerche precedenti? No, penso che sia una sinergia. L’algoritmo del motore di ricerca ci indirizza ad un sito piuttosto che ad un altro cercando man mano di capire ciò a cui siamo interessati. Lo fa in modo potente ed automatico, imparando costantemente dalle persone. In questo modo il motore di ricerca non è più uno strumento neutrale No, ma non lo è già da molti anni ormai ed è un meccanismo che funziona bene. Se una persona è interessata ad una notizia, su internet è abbastanza facile che ci arrivi. Gli adolescenti americani addirittura dicono: se una notizia mi interessa mi arriva da sola. Non leggo i giornali perché se è utile che una notizia mi arrivi lo fa attraverso i motori di ricerca, i filtri dei social network, gli aggregatori. Non si rischia di escludere dalla fruibilità del lettore altri contenuti che potrebbero comunque interessargli? Sì, in teoria sì. Nei fatti però ognuno esplora la rete ed ha la responsabilità di trovare il meglio per sé stesso. Non c’è più qualcuno che seleziona le notizie per un lettore che si limita a leggere più giornali possibile e guardare la televisione per avere un’idea abbastanza completa di quello che succede. Oggi c’è un mondo enorme di informazione con dei confini molto labili, nel quale la funzione della testata si attenua molto. L’abbattimento di questi confini non rende tutto dispersivo, dando lo stesso valore ad informazioni più e meno importanti? Io insisto sulla responsabilità di ognuno. Ciascuno di noi è responsabile di trovare nella rete il meglio per sè stesso, questa è la vera sfida. Ciò implica un avvicinamento, un addestramento alle culture digitali che noi oggi stiamo sottovalutando enormemente. Non si può pensare alla rete come si pensa ad un giornale. Il funzionamento è molto diverso, così come è molto diversa la partecipazione di ciascuno di noi. Ed è un processo ancora in evoluzione Certo, e la situazione è già migliorata tantissimo rispetto a cinque anni fa. Il cambiamento sta nel capire che una notizia di qualità non è più quella che tutti dovrebbero leggere, ma quella che interessa al singolo fruitore in un determinato momento. Quali libri dovrei assolutamente leggere nella mia vita? Non li leggerò mai tutti, leggerò quelli che mi capitano per caso, attraverso i suggerimenti, gli stimoli che ricevo o per qualche altro motivo. Il lettore medio però non ha sempre la possibilità di verificare che la notizia che gli interessa sia attendibile. Non dovrebbe comunque esserci, pur magari in una forma diversa da quella a cui siamo abituati, una qualche struttura che controlli e verifichi? I giornalisti. Non è pensabile un’autorità garante della qualità di tutte le cose che contiene la rete perché le dimensioni la renderebbero inattuabile. Ciò non toglie che ci sia bisogno di persone che con la continuità di una professione abbiano la capacità di capire le informazioni meglio del lettore medio. C’è bisogno di esperti che nel loro piccolo condividano le proprie specializzazioni. Ma c’è bisogno anche che ognuno di noi riesca, come già in molti casi succede, ad aiutare gli altri a discriminare le informazioni sugli argomenti che conosce meglio. Ogni informazione che arriva su internet per definizione è falsa fino a prova contraria. Se si ragionasse così il rapporto con internet sarebbe già molto più sano. Ognuno poi dovrebbe imparare a trovare quel minimo di puntelli per farsi un’idea formata e definitiva delle cose. Il giornalismo in Italia però non sembra interessato ad avere fonti oggettive, e questo si riflette in rete dove viene privilegiata un’informazione emotiva che guarda in modo preferenziale da una parte piuttosto che dall’altra. Per questo c’è bisogno per il bene di tutti di molta freddezza e di molta oggettività. Come si possono preparare i giornalisti a gestire una situazione del genere? Una volta la scuola di giornalismo era la redazione, oggi probabilmente la scuola di giornalismo è sguazzare nella rete. Bisogna diventare utenti molto consapevoli, persone che hanno pienamente compreso come funzionano le reti sociali e come utilizzarle al meglio. Ci sarà sempre la necessità di andarsi a trovare una storia, però in un certo senso, portando il discorso all’estremo, le storie oggi cadono in mano. La capacità del giornalista diventa quindi quella di ricostruire. Se l’informazione è un flusso continuo in cui tutte le notizie si accavallano ci dev’essere qualcuno che riesca a costruire, a trovare dei punti fermi inquadrando la notizia in un panorama molto più ampio. Un giornalista può riuscire a mantenersi con questo tipo di lavoro? In questo momento non c’è nessuna garanzia. È una delle cose che bisogna inventarsi da zero. Vedo questa fase come un passaggio molto drammatico e complesso dall’industria pesante all’artigianato dell’informazione: immagino un giornalista come un buon artigiano che tanto più è in grado di vivere la sua professione quanto migliore è la sua capacità di gestire la notizia. Certo c’è bisogno di buttarsi, di investire molto sulle proprie capacità e sulle proprie specificità. Oggi i giornalisti sono sempre più spesso freelance che vengono assunti per singoli pezzi. Il dibattito all’interno di una redazione più o meno stabile è dunque destinato a non esserci più? Quello che vedo adesso è molta più discussione nelle scelte che fanno le redazioni. Il prodotto finale viene comunque discusso dai lettori con i commenti online. A volte addirittura si mettono insieme le competenze dei lettori con quelle del giornalista per creare un prodotto migliore. Anche il lavoro di un freelance che lavora sul suo sito in modo indipendente è esposto ad una grande quantità di occhi critici di persone che possono fargli le pulci e spesso gliele fanno, e questo mi sembra a prescindere meglio di un dibattito che rimane chiuso all’interno della redazione. Bisognerà trovare un equilibrio in questo senso. Quanto durerà questa ricerca di equilibrio secondo lei? Dipenderà dalla capacità di conservazione, dalla tenacia che avranno le grandi produzioni di giornalismo industriale. Non è facile per le grandi 5 Konrad ottobre 2011 strutture editoriali adeguarsi a questo mondo. Lo stanno facendo, con i loro tempi. Alcune abbastanza velocemente, altre meno. Io sono più ottimista per chi riesce ad inventarsi giornalista artigiano che fa pezzi unici pensando alle persone e non al datore di lavoro. Diverse redazioni in tutto il mondo hanno reagito a questo cambiamento e si stanno muovendo velocemente facendo cambiamenti anche molto radicali. Com’è la situazione italiana? L’Italia si sta muovendo molto poco e molto timidamente, con un tasso di conservazione molto più alto rispetto alla capacità di innovare e di sperimentare. Credo che in questo momento l’unico vero errore sia non sperimentare. Salvo alcune eccellenze, in Italia non c’è ancora una linea di produzione che considera il web come canale preferenziale, nonostante sia quello sempre disponibile e su cui si può lavorare in continuazione. E questo è dovuto a componenti diverse. C’è sicuramente una dose di preoccupazione e di conservazione della professione ma anche grosse rigidità sindacali e limiti editoriali. Ad esempio? Editori che finchè non vedono un guadagno diretto in rete non sono pronti ad investire su di essa. Inoltre il giornalismo italiano ha tutta una serie di norme che a livello sindacale creano resistenza. Ormai il giornalista della carta deve vivere in qualche modo dentro al sito. Questo ancora in Italia non è possibile, i due ruoli rimangono separati. Cè una chiusura, nel modo in cui la professionalità è organizzata, che impedisce di innovare. Bisogna scardinare certi meccanismi: è meglio proteggere oggi quel poco che abbiamo e che va sempre più in crisi o è meglio abbracciare l’innovazione e cercare di rinnovare, di trovare nuove possibilità? Forse sarebbe meglio trovare un equilibrio tra protezione e innovazione Certo, ma il rischio oggi è che si protegga Sergio Maistrello quel poco che c’è e che tra cinque anni non ci sarà più in ogni caso. L’alternativa è che si conceda di più, si prendano certi rischi, si accettino certe forzature rispetto a come oggi è concepito il giornalista. Il giornalista oggi in Italia è ancora considerato un’entità al di sopra delle parti che dev’essere protetto nella sua indipendenza che però nei fatti non esiste già più. I giornali oggi non sono interamente scritti da una casta di giornalisti professionisti duri e puri votati alla verità suprema. La battaglia di principio va bene, ma confrontiamoci anche con la realtà. Non prendere oggi certi rischi o non fare delle scommesse su uno strumento che bene o male condizionerà l’informazione futura non conviene, bisogna cominciare a cercare la via più breve per arrivare ad una situazione migliore. Giorgia Facis ...a proposito dell'intervista a Loris Rosenholz Nella trascrizione di un’intervista l’omissione, come un taglio, può eliminare le sfumature, i processi teorici che preparano, introducono o svolgono determinati argomenti e determinate riflessioni: questa nota serve a mettere in chiaro alcuni di questi punti della mia intervista, uscita sul precedente Konrad (n°169), allo psicopedagogista Loris Rosenholz. Il primo punto che preme ampliare è quello del passaggio sulle educatrici: quel non avere loro nessuna preparazione o cultura va riferito a un sistema (lo Stato, le Leggi) che trascura, da sempre, il lavoro con l’infanzia. Per cui, la mancanza di preparazione le mette in condizione di dover spesso improvvisare: molte lo fanno bene, ma altre non ci riescono perché non ne hanno la capacità; se avessero però una costante supervisione esterna (di un psicologo, di un esperto, che Rosenholz suggerisce da anni) ne sarebbero all’altezza. Il secondo punto riguarda le madri, cioè le vecchie madri, le nonne che, puntualmente, per una serie di motivi storici e culturali della città (per es. nell’educazione austroungarica, vecchio retaggio di un’educazione antiquata), si opponevano (e si oppongono tutt’ora: questo è il problema) a che i bambini siano messi in un nido. Solo in questo caso il loro comportamento risulta dannoso, altrimenti sono da considerare come figure estremamente favorevoli alla crescita dei bambini. Riccardo Redivo 6 Konrad ottobre 2011 IL PONTE SUL CANAL GRANDE : ELEMENTO CHE UNISCE O DIVIDE? Il dibattito sviluppatosi a Trieste sull’utilità o meno di costruire un nuovo ponte sul Canal Grande, e in tal modo modificare la prospettiva verso la chiesa di S. Antonio Taumaturgo, infiamma gli animi non solo di politici e tecnici, ma anche, e forse soprattutto, di semplici cittadini. Le questioni sono principalmente due. La prima riguarda l’utilità di spendere denaro pubblico per un’opera considerata non indispensabile in un momento di crisi economica. La seconda è legata invece a un giudizio estetico, assolutamente soggettivo, che tocca la sensibilità di buona parte della cittadinanza. La controversia rispecchia, seppure in misura decisamente minore, quella sviluppatasi qualche anno fa con la costruzione di un altro ponte, sempre sul Canal Grande, ma questa volta in una città innegabilmente più delicata da un punto di vista architettonico, quale è Venezia. La costruzione, progettata dal grande architetto e ingegnere spagnolo Santiago Calatrava, suscitò all’epoca innumerevoli polemiche, soprattutto da un punto di vista funzionale, perché il ponte non garantiva la sicurezza dei passanti, risultando pericoloso a causa del cambio di ritmo delle pedate, ma anche da un punto di vista economico, perché il costo preventivato si dimostrò di gran lunga inferiore a quello effettivamente sostenuto. Minori furono invece le polemiche sul valore estetico dell’opera e sul fatto che le sue forme non Il ponte di Calatrava sul Canal Grande a Venezia cercassero in alcun modo di rifarsi a quelle degli altri tre ponti veneziani esistenti sul Canal Grande. Come architetto formatosi all’Università di Venezia posso affermare che mai mi è stato trasmesso l’insegnamento che l’esteticamente valido è sinonimo di mimetico. Ogni epoca ha un suo linguaggio e questo vale sia per la musica, sia per la pittura o per le altre arti figurative. L’architettura non fa eccezione e non possiamo pretendere di parlare oggi con un linguaggio di cento o duecento anni fa. Le mode cambiano, i materiali si trasformano, le tecnologie si evolvono e l’architettura deve necessariamente seguire i mutamenti che sono dovuti allo scorrere del tempo. Il problema sta nel fatto che i gusti della maggior parte di noi cambiano un po’ più lentamente e si adeguano al nuovo con estrema difficoltà. Alle architetture del passato, invece, e al susseguirsi di elementi compositivi e decorativi anche fortemente diversificati, ci siamo lentamente abituati. La città è un organismo vivo e come tale deve modificarsi. Una cosa statica è una cosa morta; una cosa in movimento, in trasformazione, è una cosa viva. Cosa vogliamo che siano le nostre città? Dei musei all’aperto, utilizzati solamente dai turisti per trascorrevi il fine settimana, o preferiamo piuttosto partecipare alla loro crescita e sostenere progetti innovativi e soluzioni all’avanguardia? Lo sviluppo delle città e del turismo ad essa collegato si basa anche su proposte coraggiose. Basti pensare a cosa è successo a Bilbao, dove il museo di arte contemporanea progettato dall’architetto Frank Gehry ha portato alla città spagnola enormi vantaggi sia economici sia di immagine e l’ha trasformata in un importante centro di attrazione turistica. Molti probabilmente rabbrividirebbero davanti alle forme inconsuete dell’opera del grande architetto canadese e anche in questo caso innumerevoli furono le critiche, ma i vantaggi che ne derivarono furono talmente tanti, che anche i più severi oppositori dovettero rassegnarsi ed accettare l’opera. Pur essendo in linea di principio contraria alla globalizzazione del linguaggio architettonico e credendo che esista un genius loci, ossia uno spirito, un ca- rattere particolare in ogni luogo, per cui ciascuna architettura deve dimostrarsi compatibile con esso ed entrare in sintonia con tutto ciò che la circonda, credo però che certi segni forti e marcati, certi modi espressivi propri di un grande architetto, ben si inseriscano in qualsiasi contesto, sia esso un centro storico medievale, un quartiere ottocentesco o una periferia degli anni cinquanta. Le scelte di dialogare con l’esistente, di adeguarsi al clima o ad una situazione particolare, non implicano il doversi inserire in maniera anonima e senza carattere. L’architettura sostenibile è certamente quella che si integra con l’ambiente circostante, ma ciò non vuol dire che si annulli, si appiattisca e si mimetizzi fino a scomparire. Le nostre città hanno bisogno di elementi puntuali che valorizzino le aree circostanti, che rappresentino un punto significativo attorno a cui si possano riqualificare parti o quartieri che fino ad ora sono rimasti ai margini della trasformazione urbana e quindi non valorizzati o sottoutilizzati. Vorrei rivolgermi a coloro che, seppur armati delle più buone intenzioni, vogliono fare la guerra a quelle che possono sembrare delle offese alla qualità architettonica della loro città. È pur vero che certe architetture altro non sono che autocelebrazioni di progettisti megalomani, desiderosi di lasciare ai posteri un segno forte del loro passaggio in questo mondo, ma molti sono di converso i progettisti sensibili che si rendono conto del carattere sociale del costruire e dell’impatto che un intervento necessariamente ha sullo spazio urbano, e di conseguenza sulla qualità della vita. Vorrei esprimere le mie forti perplessità per quei suggerimenti rivolti ai progettisti del ponte sul Canal Grande da persone non sempre competenti che vorrebbero veder realizzata una struttura leggera e quasi invisibile che non stoni con il contesto, ma si inserisca armoniosamente in esso, richiamando possibilmente anacronistiche forme ottocentesche, considerate le più adatte per l’inserimento di una struttura che dovrebbe esercitare pur sempre un certo impatto sull’ambiente circostante. Pur essendo convinta che la partecipazione attiva dei cittadini alla trasformazione della città debba essere un motivo di orgoglio per ogni Paese democratico, e che la città appartenga ai cittadini che la guardano, la usano e la vivono, mi preme sottolineare quanto distorte possano essere a volte le convinzioni della popolazione in merito al bello e al brutto, spesso condizionate dai mezzi di comunicazione di massa. La libertà dei cittadini di vedere, capire e apprezzare viene messa in pericolo da chi, per puro opportunismo, cerca di insinuare modelli di città e di vita tali, da consentire la tutela degli interessi di ristretti gruppi di persone, ma non certamente della collettività. Siamo diventati insensibili al brutto, ma nemmeno ce ne rendiamo conto, siamo circondati da costruzioni scadenti, ma ormai siamo anestetizzati e non le vediamo neanche. Possono costruire attorno a noi autostrade, aeroporti, aprire cantieri ovunque, ma quasi non ce ne accorgiamo. La televisione non viene usata per informare, istruire, educare al gusto e all’armonia. L’architettura sembra non esistere, non avere alcuno spazio all’interno della nostra vita. Due mondi separati, quello dei progettisti e quello dei fruitori, che non comunicano e non si scambiano opinioni o suggerimenti, ma tutt’al più si criticano e scambiano accuse reciproche. E la politica, che dovrebbe svolgere un ruolo di mediatore, resta impegnata in altre battaglie e non sembra interessata a far dialogare le due parti. Così, di critica in critica, si alzano muri di incomprensione e si alimenta un malessere generale che nuoce non solo allo sviluppo della città, ma soprattutto ai suoi abitanti. Alla fine può succedere che un ponte, nato per unire due parti, si ritrovi ad assolvere un compito che non gli è consono: dividere. Sarebbe invece auspicabile che l’opera rappresentasse il punto di partenza per una proficua collaborazione di tutte le parti in causa, con l’intento comune di proseguire sulla strada del miglioramento dell’ambiente urbano in generale e della valorizzazione dell’area circostante in particolare. Come più volte in passato abbiamo potuto constatare, la pedonalizzazione di vie utilizzate perlopiù come parcheggi fungerebbe da volano alla riqualificazione di tutta l’area. Ma questo è un altro discorso, su cui varrebbe la pena di soffermarsi con più calma. Nel frattempo invito i lettori ad esprimere la loro opinione in merito, scrivendo a: [email protected] Barbara Žetko trasporti e ambiente Torneranno i tram? 7 Konrad ottobre 2011 Dibattito sul trasporto pubblico a Trieste Il 30 agosto u.s. si è svolto nella redazione di “Konrad” un dibattito tra persone qualificate sul trasporto pubblico a Trieste. Vi hanno partecipato il dr. Vittorio Zollia, assessore provinciale ai trasporti, il dr. Mario Ravalico, consigliere comunale di Trieste e presidente della commissione urbanistica, il sig. Claudio Ermani, attento osservatore e conoscitore del settore trasporti sia in Italia che negli altri Paesi d’Europa. La discussione ha riguardato sopra tutto la situazione di Trieste e la sua provincia. L’assessore Zollia ha aperto la riunione, attirando l’attenzione sul fatto fondamentale che il trasporto pubblico locale è regolato sulla base del piano regionale per le 4 province del Friuli Venezia Giulia. Senza modificare il piano regionale non è possibile introdurre alcuna novità. Dal punto di vista della disponibilità chilometrica e del budget finanziario, le caratteristiche gestionali per la provincia di Trieste sono le seguenti: l’area servita è di 212 Kmq, la rete si estende per 340 km, gli autobus impiegati ammontano a 272, 13 milioni sono i chilometri percorsi in un anno, 70 milioni i passeggeri trasportati, 1.400 le fermate presenti nell’ambito territoriale. Zollia ha ricordato che la spesa è stata di 46 milioni, più 19 milioni di euro derivati dalla vendita dei biglietti (dati riferiti ad un anno), sicché soltanto il 30 % del costo è stato coperto dagli introiti. Percentuale di tutto rispetto, ha ricordato Zollia, se paragonata ai bilanci delle altre aziende di trasporto pubblico in Italia. Infatti quella di Trieste si colloca ai primi posti nella graduatoria nazionale. Ha precisato che la convenzione esistente fra la provincia di Trieste e la Trieste Trasporti è stata prorogata sino al 31 dicembre 2014. Il consigliere Ravalico interviene per ricordare che nel programma del Sindaco Cosolini si prevedono nuove modalità di trasporto “più agili” lasciando, peraltro, campo libero alle possibili soluzioni praticabili. Ricorda che molte città sono tornate al tram e al filobus. Gli esempi non mancano anche in centri urbani delle dimensioni di Trieste. Lo scopo sarebbe anche quello di ridurre l’inquinamento atmosferico. Un’ipotesi (da approfondire e valutare attentamente) potrebbe essere quella di pensare ad una linea filoviaria dal centro alla riviera di Barcola (attuale autobus 36 estivo). Certamente per introdurre queste novità sarà opportuno procedere gradualmente. Interviene Ermani per ricordare che il tram ha un costo elevato all’inizio, che viene però ammortizzato con gli anni. Palermo si appresta ad impiantare 5 linee tranviarie, mentre Padova, Firenze, Salerno hanno dato vita a sistemi di metropolitana dal centro alla periferia. A Padova e a Mestre sono stati introdotti tram su gomma (ad evitare le strutture fisse come i binari). Il servizio pubblico, comunque, sottolinea Ermani, non deve mirare al profitto. L’assessore Zollia ribatte polemicamente che il trasporto pubblico è pur sempre un’impresa economica e non un ente di beneficenza. Per quanto riguarda il trasporto a trazione elettrica, Zollia si esprime a favore di una “metropolitana leggera” in provincia di Trieste, tanto più che il progetto “Adria A” prevede una serie di collegamenti ferroviari sino a Venezia. Ma si badi, precisa Zollia, che la metropolitana in questione dovrebbe avere una estensione territoriale che ne consenta la profittabilità da ogni punto di vista. Non certamente su un percorso breve come quello ipotizzato tra Campo Marzio e Aquilinia. Al momento, tuttavia, esistono solamente studi di fattibilità. Interviene Ravalico per dichiararsi a sua volta favorevole alla ipotesi di metropolitana leggera, questa sì espressamente prevista nelle linee programmatiche di Cosolini. Riprende la parola Ermani, per affermare la necessità di cambiare mentalità e di guardare al trasporto pubblico come organizzato in altri Paesi d’Europa. Per quanto riguarda il servizio di trasporto pubblico a Trieste, Ermani lamenta, inter alia, l’eccessivo numero di fermate di bus in città, che appesantiscono inutilmente il sistema. A questa affermazione ribatte prontamente Zollia, ricordando che con la frequenza delle fermate si viene incontro alle esigenze del pubblico. Ermani insiste che in tutta la zona pianeggiante della città sarebbe possibile e utile ripristinare le linee tranviarie. Zollia afferma invece che per migliorare la situazione del traffico sarebbe importante aumentare il numero delle corsie preferenziali per gli autobus. Ravalico concorda con tale proposta e ricorda a tale proposito che purtroppo la città è ancora priva del nuovo piano del traffico, in gestazione da molti, troppi anni. Ermani illustra brevemente la situazione del trasporto pubblico in alcune città europee, caratterizzata dovunque dalla presenza congiunta di metro e linee tranviarie. Verso la conclusione dell’incontro, Zollia ricorda che incessante è lo sforzo della Provincia di far fronte alle esigenze del pubblico. Ricorda che per ogni chilometro di percorrenza bus aggiunto si affronta un costo aggiuntivo di circa 3,5 euro. Rammenta ancora che bisognerà riuscire ad ottenere in futuro un budget provinciale per non venire sacrificati nell’ambito della Regione. Sottolinea che i controlli della Provincia sull’operato della Trieste Trasporti sono frequenti ed accurati, anche con l’ausilio di mezzi tecnici avanzati. Non si dimentichi, inoltre, l’impegno della Provincia a favore dei disabili, volto ad incrementare l’uso delle pedane di accesso ai mezzi. Ricorda, infine, la positività del trasporto via mare per Muggia e le località della costiera. Ravalico, non volendo assolutamente passare per un ”nostalgico del buon tempo antico”, ribadisce la necessità che a Trieste non si elimini l’argomento in modo pregiudiziale e che, al contrario, si realizzi una seria analisi tecnico-economica sulle possibilità di reintrodurre un sistema di trasporto pubblico a trazione elettrica. Ricorda l’importanza del tram di Opicina, da migliorare e potenziare anche in funzione turistica (di cui si scorgono segni crescenti di sviluppo a Trieste), come avviene da anni per ferrovie e tranvie simili alla nostra in Paesi vicini (soprattutto Austria e Svizzera). Ermani chiude ribadendo la sua posizione di assoluto favore al ripristino delle linee tranviarie, sia pure con la necessaria gradualità. “Konrad” ha ringraziato vivamente i partecipanti al dibattito, nella convinzione che sia sempre utile discutere i problemi della collettività con uno sguardo rivolto all’avvenire. Sergio Franco Un mondo diverso è possibile Letture di fine estate In queste giornate di fine estate mi sono dedicato alla lettura di due stimolanti saggi. Il primo, di Nunzia Penelope, Soldi rubati, descrive un’Italia levantina (tante scuse ai levantini), in cui dominano evasione ed elusione fiscali, riciclaggio di denaro sporco, illegalità, corruzione, abusi edilizi, lavoro nero, truffe, criminalità organizzata; tutti o in gran parte in qualche modo correlati fra loro come esito di un medesimo disegno, di una gestione perversa del Paese, in cui i concetti di etica sociale e di solidarietà non sono un vanto di civiltà, ma un demerito da relegare a coloro che peccano di scarsa furbizia e difettano di sagacia politica. L’altro saggio offre invece un quadro consolatorio: di fronte al dramma della crisi globale che sconvolge il mondo, dove il 2% della popolazione adulta si arricchisce con la speculazione finanziaria, quanto più la crisi avanza, possedendo oltre la metà di tutta la ricchezza mondiale, potrebbe esistere una via d’uscita: l’economia dei beni comuni. Il saggio di Enrico Grazzini si intitola infatti Il bene di tutti. L’economia della condivisione per uscire dalla crisi. Il saggio della Penelope, che è supportato da un’ampia, dettagliata e puntuale analisi di dati pubblicati da agenzie ufficiali, presenta il quadro dell’area perversa dell’economia del nostro Paese, in cui annualmente l’evasione fiscale ammonta a 120 miliardi di euro, vengono distribuiti 60 miliardi per corrompere, cui vanno aggiunti oltre 500 miliardi nascosti nei paradisi fiscali (secondo la seguente filiera: si evade, si nascondono i soldi, si corrompe per nasconderli, e poi una volta ripuliti attraverso il riciclaggio, si usano per corrompere ulteriormente), la criminalità organizzata fattura 100 miliardi, l’economia sommersa vale 350 miliardi, il che corrisponde al 20% della ricchezza nazionale, Solo sommando i 120 di evasione con i 60 di corruzione e moltiplicando per 10 (10 anni di evasione e corruzione) si ottengono i 1.800 miliardi, corrispondenti allo stock del debito pubblico italiano. Si chiede la Penelope se il malaffare in Italia sia ormai strutturale, se il nostro sistema economico, o almeno una sua parte consistente, abbia fatto dell’illegalità il suo asset principale. Del resto in Italia nuove leggi hanno indebolito la lotta al crimine economico e finanziario: scudi fiscali, depenalizzazione del falso in bilancio, riduzione dei tempi di prescrizione dei processi, tanto per ricordarne alcune. La tesi di Penelope è che se fosse recuperato almeno in parte questo enorme flusso di denaro, ovvero se evasione, corruzione etc. raggiungessero un livello fisiologico tipico degli altri Paesi dell’occidente europeo, l’Italia potrebbe potenziare il trasporto su ferrovia, le infrastrutture, gli ospedali, le scuole, raddoppiare l’importo della cassa integrazione, incrementare le pensioni fino a un livello dignitoso, estendere a tutti i senza lavoro un’indennità mensile paragonabile a quella degli altri Paesi europei. E noi potremmo aggiungere: risolvere i problemi dell’adeguamento antisismico degli edifici in particolare, e quelli degli interventi sul dissesto idrogeologico del territorio, finanziare la cultura e la ricerca, per renderla completamente indipendente, incentivare lo sviluppo e le applicazioni tecnologiche della green economy. Con 250 miliardi recuperati all’illegalità si potrebbe investire per il recupero economico del mezzogiorno, dotare Nunzia Penelope Soldi rubati Ponte Alle Grazie pp. 335, 14,60 € Enrico Grazzini Il bene di tutti. L’economia della condivisione per uscire dalla crisi. Editori Internazionali Riuniti pp. 367, 16,00 € 8 Konrad ottobre 2011 tutta l’Italia della banda larga, raddoppiare le risorse per la scuola pubblica, impedire la fuga dei cervelli. E così via. Come è detto nella prima di copertina del testo di Grazzini, esistono beni che non possono e non devono essere commercializzati . L’acqua, il territorio, internet, la cultura, le reti di trasporto e di comunicazione, le conoscenze sono commons, cioè beni di tutti. Difenderli deve essere il compito principale delle politiche e delle economie dei Paesi di tutto il mondo sostenendo un’economia diversa, che rispetti i cittadini e le comunità e ostacoli il mondo della finanza senza scrupoli, colpevole di averci gettato nel tunnel senza uscita della crisi mondiale. Nella prima parte del saggio Grazzini esamina le dinamiche della crisi, il ruolo oscuro del mondo bancario che si divide fra credito e finanza, dove il grosso delle transizioni finanziarie avviene al di fuori dei mercati regolamentari tramite derivati, credit default swap, subprime, ed altri prodotti “innovativi” venduti direttamente o indirettamente ad aziende, enti pubblici e anche al largo pubblico p.e. tramite i fondi d’investimento. I valori più rischiosi sono collocati in società finanziarie ad hoc spesso situate nei paradisi fiscali e promosse per gestire gli affari più rischiosi da non consolidare nei bilanci. Ed è il capitalismo e in particolare il modello neoliberista, nato nella famigerata scuola di Milton Friedman all’Università di Chicago, che ormai pervade, sotto varie interpretazioni, il mondo occidentale, ma ha conquistato anche la Russia, e in parte anche la Cina e l’India oltre a parte del Sud America. L’economia finanziaria soverchia l’economia produttiva e ne gestisce la sorte. La crisi economica mondiale è quindi la crisi inevitabile del capitalismo nella sua più deteriore manifestazione. Grazzini individua tre scenari di uscita dalla crisi: uno conservatore, caratterizzato dal “tutto come prima o quasi”; l’altro progressista favorevole “al capitalismo buono ed equilibrato”; e un terzo che contiene delle proposte “alternative” al sistema attuale. Viene scartato il primo scenario perché non prospetta nessun cambiamento sostanziale a livello della distribuzione dei redditi e del potere, ma anche il secondo perché seppur progressista non può superare le contraddizioni del sistema, ovvero le cause che hanno generato la speculazione. Il terzo scenario invece propone soluzioni di “economia alternativa” ed è promosso da una pluralità di forze sociali e culturali spesso non rappresentate o sotto-rappresentate dal sistema politico: le forze sindacali e gli intellettuali più radicali e di sinistra, gli ecologisti, le forze religiose più sensibili ai problemi della giustizia e della povertà, le organizzazioni non governative, i movimenti new global. È uno scenario che propone delle decise riforme strutturali e prevede che accanto al mercato e all’intervento pubblico, si sviluppi un terzo settore economico basato sulla gestione dei beni comuni e sulle organizzazioni no profit e forme di democrazia diretta che dovrebbero prevedere la partecipazione dei lavoratori ai boards delle aziende, perché la drammatica crisi energetica ed ecologica richiede una sostanziale trasformazione dei modelli produttivi e di consumo. Grazzini non si illude di aver scoperto la soluzione a tutti i problemi: la realtà è complessa e l’analisi dei tre scenari e l’interpretazione delle loro conseguenze non forniscono una soluzione immediatamente percorribile. Quello che si riesce a percepire è che è necessario un cambiamento che conservazione e riformismo non sono in grado di prospettare, mentre è necessario sviluppare sia sul piano culturale sia su quello pratico alcuni elementi di economia alternativa, ovvero un’economia della condivisione. Che si sta effettivamente realizzando nell’ambito dei beni comuni immateriali come le economie di rete, con lo sviluppo di relazioni sia a livello scientifico sia a livello di comunicazione generale attraverso la diffusione di internet, che favorisce la diffusione non mercantile delle conoscenze. Sta facendosi strada quindi una innovativa comunità di rete, esempio di democrazia diretta che organizza la partecipazione a manifestazioni di protesta e che ha avuto un ruolo importante nei cambiamenti degli scenari geopolitici in corso, dove si assiste a uno scontro culturale fa conservazione e innovazione. Con quale esito? Lino Santoro 9 Konrad ottobre 2011 Trieste la bella addormentata Beniamino Pagliaro Trieste. La bella addormentata Edizioni Biblioteca dell’immagine, pp. 148, € 12,00 Chi sono i destinatari di un libro dedicato all’analisi degli ultimi eventi politici e sociali di una città? In generale i cittadini stessi, ma se Trieste è la città in questione, allora la curiosità può toccare un campo di lettori più esteso. Non molto più esteso, ovviamente, si parla sempre dello sparuto plotone di lettori italiani. Stiamo parlando del libro Trieste, la bella addormentata, di Beniamino Pagliaro, giovanissimo giornalista con collaborazioni all’Ansa, Messaggero Veneto e La Stampa e vogliamo affrontare il punto di vista di due tipi di lettore: di chi certi fatti li conosce bene perché a Trieste vive e lavora, e magari di alcuni episodi è stato attore, anche se di secondo ordine, e di chi di Trieste ha solo un ricordo. Come infatti scrive lo stesso autore molti che ci sono nati o che ci hanno abitato ora si sono spostati altrove per lavoro. Pur non potendo essere considerati a pieno titolo cittadini, sono comunque avidi di notizie: scrutano tra le righe il ritratto della città amata come si farebbe nel cercare di riconoscere da una foto recente i tratti di una persona che non s’incontra da tempo. Inoltre, specie nell’anniversario dei centocinquant’anni d’Italia, questa città, che è stata uno dei luoghi sacri della costruzione di un’identità nazionale, può costituire un caso esemplare per chi voglia esplorare l’evoluzione del nostro Paese. Dei modi per accostarsi al libro, pertanto, quello di quest’ultimi è farsi raccontare la città com’è oggi; l’altro, quello dei cittadini, ascoltare un’altra voce del dibattito in corso, per capire, concordare o negare. Non a caso nella presentazione del libro, per quello che si può intendere dalla cronaca, si è parlato, più che del libro stesso, della protagonista: Trieste. Per chi si accosta al libro nel primo modo, per curiosità intellettuale o nostalgia, la prima cosa che salta agli occhi è ancora il carattere arcaico della città, un piccolo paradiso terrestre dove la qualità di vita è altissima pur essendoci, a detta dei triestini, tantissimi problemi. Una città il cui scenario politico è ancora la pagina cittadina de “Il Piccolo”, il quotidiano locale, in anni in cui altre prestigiose testate fronteggiano un futuro buio per la scomparsa dei lettori. Una città dove la pausa pranzo, che altrove basta appena per guadagnare un bar affollato e trangugiare un panino, qui permette di raggiungere Barcola e fare un tuffo in mare. Dove l’aria è mondata da un vento estroso ma immancabile, e comunque è rinnovata da due polmoni naturali, tra i quali l’area abitata è racchiusa: il mare e il Carso. Certo, il senso di colpa italiano per le offese e le amnesie del dopoguerra hanno viziato l’economia che oggi è in grande maggioranza dipendente dallo Stato. Con vicini industriosi come veneti e “furlani”, per contrasto questo sembra un male. Che il vecchio ruolo di porto dell’Est sia sempre più lontano così come molti giovani debbano lasciare la città in mano a vecchi longevi e in salute, anche. Tuttavia, a chi vive afflitto dalla nebbia, dall’inquinamento, dal traffico, dai ritmi ossessivi delle industrie in crisi appare così criticabile il ruolo di una “bella addormentata”? La risposta è no e l’analisi di Pagliaro, peraltro mai prolissa ma precisa ed esauriente, lo conferma, anche se da triestino avanza tutte le preoccupazioni ed i dubbi del caso. A Trieste d’altra parte il libro non è passato inosservato. Ha suscitato inte- resse ed è andata subito esaurita la sua prima edizione. I lettori triestini, non molti ma notoriamente voraci, non erano abituati agli instant book o ai libri sulla storia più recente della città. Mancava un’analisi degli ultimi vent’anni di governo della città. Pagliaro disegna i ritratti personali dei tre sindaci, Riccardo Illy, Roberto Dipiazza e Roberto Cosolini. Il momento da cui il libro parte è quello dell’uscita della democrazia italiana dal sistema dei partiti che coincise con l’elezione diretta dei sindaci da parte dei cittadini. In assenza di un rapporto con le forze politiche che li espressero, essendo queste ultime a loro volte entrate in crisi quali enti esponenziali degli interessi dei cittadini, Illy e Dipiazza operarono in apparente autonomia. Dietro il secondo si stagliava l’ombra del senatore, Giulio Camber. Il libro include un’intervista a questo personaggio, certamente atipico nell’odierno panorama politico, che molti hanno voluto mitizzare forse non avendo mai avuto l’interesse, il coraggio o la statura per affrontarlo. Pagliaro, di questi personaggi, tratteggia le origini, il carattere, i vezzi. La penna scorre veloce sul taccuino dell’intervistatore. Non è quella del giornalista d’inchiesta, non si intrufola in quella palude intricata di piccoli interessi imprenditoriali, professionali e di bottega che in questi anni hanno strizzato l’occhio all’uno e all’altro sindaco, che ne hanno sostenuto le campagne elettorali con l’aspettativa di favori ed incarichi. Quello che fa bene è l’analisi spigliata e intelligente di dati demografici e statistici ben noti. Pagliaro confronta questi numeri con l’assioma: Trieste si piace troppo per cambiare. Ecco che “la bella addormentata” si trasforma in un Narciso che si specchia nella sua immagine dorata, quella che la fa amare da chi ci vive, da chi ci ha vissuto e da chi l’ha visitata e compresa. Roberto Cosolini nel libro trova poco spazio. È al futuro che vogliamo guardare, ed è forse questo limitarsi all’analisi della dinamica del momento che frena l’autore a cercare una risposta diversa. Per esempio quella di una cittadinanza assai più moderna e matura rispetto ad altre, che non si fa abbindolare dalle proposte che le organizzazioni imprenditoriali triestine sono state sempre pronte a sostenere, senza un minimo di autonomia di giudizio. Se fosse per loro dovremmo compiacerci di avere una Ferriera che associazioni e comitati sostengono ammorbi la città, accogliere felici due rigassificatori nel Golfo, far finta di non aver contaminato la zona industriale e di aver realizzato due discariche a mare di rifiuti pericolosi, a pochi passi dai più frequentati stabilimenti balneari. I triestini certamente sono preoccupati per il futuro della città. Constatano l’inesistenza di una classe politica, contestano gli enti incapaci di gestire anche la manutenzione del loro patrimonio immobiliare (un esempio sono le scuole), vedono la città sprofondare nelle classifiche nazionali sulla qualità della vita quando si tratta dei temi della raccolta differenziata, dell’uso delle energie alternative e delle piste ciclabili. Chi vive a Trieste sa che basta qualche scelta sbagliata per rendere Trieste meno bella con la soddisfazione di aver sacrificato il proprio appeal turistico ad esempio per assumere la funzione di polo energetico nazionale. Un buon governo, invece, potrà rendere questa città “bellissima” o conservarla “nobilissima” secondo la definizione che Croce volle per la sua Napoli. Roberto Cosolini ha ricevuto dai cittadini il mandato di amministrare Trieste. Per ottenere degli ottimi risultati non è necessario essere il principe che sveglia la “bella addormentata”: basta volerla ben amministrare. Mauro Mollo – Alessandro Giadrossi %PUUTTB.POJDB$JHBS #JPMPHB/VUSJ[JPOJTUB %JFUBQFSTPOBMJ[[BUB "OBMJTJEFMMBDPNQPTJ[JPOFDPSQPSFB WEFM.POUF5SJFTUF JOGP!NPOJDBDJHBSJU libri Boris Biancheri Elogio del silenzio 2011, Feltrinelli 228 pagine, € 17,00 elogio del silenzio Il giorno in cui ho scoperto questo libro ero reduce da un imbarazzante incontro con una persona prodigiosamente loquace e invadente, quel genere di individuo che, se ti chiede da che parte vai, merita una sola risposta: “Dall’altra!”. E non ti resta che sgambettare sperando che non ti segua… Con le orecchie fumanti, la testa ingombra di confidenze non richieste, non poteva non attrarmi quel titolo benedetto che occhieggiava dallo scaffale: Elogio del silenzio. Autore (autorevole), Boris Biancheri, classe 1930, diplomatico dalle prestigiose origini (figlio di un diplomatico e di una baronessa, nonché nipote di Giuseppe Tomasi di Lampedusa) e dalla luminosa carriera. Morto lo scorso luglio, Biancheri è stato ambasciatore italiano a Tokyo, a Londra, a Washington, e infine è stato segretario generale del Ministero degli Affari esteri, cioè la più alta carica della diplomazia italiana. Già autore di altri libri (L’ambra del Baltico: carteggio immaginario con Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Il ritorno a Stomersee, Il quinto esilio, tutti editi da Feltrinelli, per non parlare dei saggi di politica internazionale) alla presentazione di Elogio del silenzio Biancheri aveva dichiarato che da anni pensava a come rendere omaggio al silenzio, al suo valore morale, al suo mistero. Gli sarebbe piaciuto scrivere un saggio, ma – lo ammetteva con encomiabile modestia – era un progetto superiore alle sue forze. E così, aveva optato per un romanzo, una narrazione pura che più pura non si può: personaggi eterei, molti dei quali senza nome; un paese, forse europeo, non identificato; una città latente, diafana, che fa da sfondo leggero (ricorda certe Città invisibili di Italo Calvino); una trama trasparente come l’ala di una farfalla, ma densa di metafore. E una fine che si presta a molte interpretazioni. Il protagonista è Felix. Lo conosciamo bambino piccolo, in quell’età in cui sarebbe naturale che iniziasse a parlare, o almeno a provarci, puntando il ditino e sillabando il nome di ciò che vede. Ma Felix, attento intelligente e mite, non parla. I genitori ne sono costernati prima, e disperati poi. Temono per lui una vita da sordomuto, chiamano i dottori. Quel bimbo troppo quieto è per loro un oggetto oscuro, che quasi li imbarazza. Dopo anni, come se fosse naturale così, Felix pronuncia finalmente una parola: “Bello”. Ne dirà altre, pian piano. Comunque poche. Parlerà sempre con avarizia, prudenza, come se sapesse che in fondo sarebbe preferibile tacere. Ma Felix ha anche delle doti eccezionali. Ha una memoria visiva e uditiva straordinarie. Negli anni del silenzio totale, ha osservato e memorizzato tutto. Ha classificato i ricordi come un archivista, attribuendo a ogni ricordo un numero. A cosa corrisponde il numero 21? Felix ormai adulto (arrivato ormai oltre le migliaia di ricordi catalogati) saprà dirlo... Il 21? Ah sì, quella volta in cui a due anni sono entrato da solo in una vasca di ferro smaltato... Ricordi minimi, personalissimi, e per la maggior parte inutili. Solo un professore intuisce che il suo talento va indirizzato meglio, e gli insegna a interessarsi a tutto. Se memoria dev’essere, che sia memoria del mondo e non solo di se stesso. Discutono di politica, arte, costume. Aperta la mente, Felix si iscrive alla facoltà di filosofia, e lì conosce il Gran Presidente che, oltre ad essere docente universitario, è anche Presidente del Consiglio. Anch’egli si accorge di Felix, del suo genio stralunato e taciturno. Ne fa il suo assistente, segretario particolare, allievo, pupillo, confidente, erede… Il Gran Presidente ha uno strano modo di governare – non fare assolu- 10 Konrad ottobre 2011 tamente niente – ed è apprezzato per questo. È bonario, affabile, cortese con tutti, i suoi discorsi non sono decifrabili, l’obiettivo primario è evitare che le cose accadano, che i problemi si pongano. Esemplare è il caso che gli viene sottoposto dal capo dei servizi segreti. In un carcere sta per scoppiare una rivolta ed è un ben determinato gruppo di detenuti a soffiare sul fuoco. Che fare? Ebbene, il Gran Presidente suggerisce che questi vengano trasferiti, che vicino alla frontiera si finga un incidente stradale, che le guardie voltino opportunamente le spalle... I carcerati certamente fuggiranno, oltrepassando il confine, ed ecco che il problema sarà risolto! Un giorno, il Gran Presidente viene ucciso da un pazzo. Si pone il problema della successione. Felix, che ha fama di esserne l’erede morale e intellettuale, è subito designato. La sua impassibilità, la sua pacatezza, il modo di ascoltare, piacciono. Ma questo modo di governare lo mette a disagio. Felix non è poi così nullafacente come il defunto presidente, ritiene che i problemi vadano almeno affrontati se non risolti. Felix, insomma, sente un insopprimibile bisogno di verità. La verità doveva essere messa al centro di ogni azione degli uomini e di chi li governa, perché veniva prima della sicurezza, prima della libertà, prima della legge stessa. E la verità era questa: che il paese stava affondando, insieme alle infinite piccole macerie di cose ignorate, rinviate e non fatte, tra il disprezzo di molti e l’indifferenza dei più. A questo lui avrebbe cercato di porre rimedio con una energica azione del suo Governo. Occorreva risvegliare gli spiriti sonnolenti per dare maggior giustizia a tutti e maggior benessere a chi lo meritava. Sapeva di correre il rischio di commettere sbagli, ma aveva fiducia nei mezzi che la sorte gli aveva dato e nel sostegno dei presenti. Presenti che, invece, non hanno mai sentito nulla di simile, e delle intenzioni di Felix capiscono poco... Felix si ritira nella casa del padre, per scrivere in pace un discorso che abbia forza, rigore e prospettive. Il giorno fissato, si reca alla sede del Parlamento, dove tutti attendono di ascoltarlo. Ma a Felix non esce parola. Muove la bocca, agita le mani, ma dalla sua gola non proviene alcun suono. L’imbarazzo è generale. Viene accompagnato fuori, si pensa o si vuol pensare a un malore. Sarebbe l’unica spiegazione onorevole. Ma Felix non sta male. In lui è scattato qualcosa di profondo e autentico. Si rende conto che non potrà continuare a fare politica, men che meno come presidente. Prende un treno, va alla frontiera, in un bar beve un cognac e chiede dove si trova. Gli risponde un uomo, vago e sapiente. Chi può dire esattamente dove si trova, in ogni momento della sua vita? Quel che posso dire è che qui la città finisce. [...] Un piccolo muro. Al di là di quello, non c’è nulla. Solo il mare, verso il quale Felix si incammina sereno, deciso, mentre dietro di lui rimane il paese, la città, putridi di parole bugiarde. Decide di morire? Potrebbe sembrare, ma la domanda resta intatta. Le domande dopotutto sono intriganti quanto il silenzio. Qual è il messaggio di questo romanzo elegante e incorporeo, elusivo e misterioso? Che cosa voleva dirci, della politica, un uomo come Biancheri che l’ha vista da una prospettiva così delicata e profonda come quella diplomatica? Forse, che in politica non c’è spazio per la verità. Se si volesse dirla - ma dirla davvero - mancherebbero le parole, i suoni. La politica non ha nulla a che vedere con la verità. Il Gran Presidente, buon’anima, era lì per non dire e non fare nulla di vero, ed era questo che lo rendeva, paradossalmente, un politico perfetto... Luisella Pacco giovani Un articolo per Giuseppe "Peppino" Impastato Il giornalino della mia scuola tende ad autocensurarsi, ovvero sono gli studenti stessi ad evitare il dialogo e la discussione, ma non è solo paura. Parlare di mafia infatti è definito “troppo di parte”, parlare di razzismo è definito “troppo di parte”, criticare la scuola è definito “troppo di parte”. Pensare è “troppo di parte”. Ecco perché mi sono rifugiata in Konrad per poter pubblicare un articolo sulla mafia, un semplice scritto, niente di più, ma che almeno possa ricordare un eroe. Sognai, in una notte qualsiasi, di ritrovarmi seduta ad un bar di Cinisi, vicino a Palermo. Sorseggiare il solito caffè, leggere il consueto giornale e mentre ammiravo il sole cocente del Mezzogiorno una voce carismatica catturò la mia attenzione. Battute, imitavano qualcuno, ma io non riuscivo a capire cosa stessero dicendo quelle voci finchè non riconobbi la sigla: “Radio Aut”. Mi svegliai. Purtroppo. Per un secondo provai una sensazione terribile: una fitta al cuore, le lacrime che pulsavano negli occhi, la testa che bruciava e urlava: “Non è possibile lui è morto! Morto, non tornerà mai più! Lo hanno ucciso, ucciso!”. Ora che ci ripenso mi metto a ridere, appena mi svegliai dal sogno mi sembrò di essere stata catapultata in un’altra realtà, non ero più a Cinisi e Peppino era stato ucciso anni e anni fa, eppure mi sembrava tutto così reale, mi era apparso per davvero di sorseggiare quel capuccino, ne sentivo l’amarezza impressa tra le labbra, percapivo concreta tra le mie mani la carta del giornale, provavo veramente il calore sulla mia pelle del sole estivo, come Giuseppe "Peppino" Impastato la voce di Peppino nelle orecchie sembrava così vicina a me. Peppino Impastato fu, ed è ancora, un punto fermo, una certezza assoluta, un dogma indiscutibile. Sarà per sempre uno degli eroi che più ammiro e rispetto. Averlo percepito vivo per un solo secondo anche in sogno mi spezzò il cuore. E come se s’immaginasse ad occhi aperti il proprio idolo che ti abbraccia, ti bacia, ti protegge, chiacchiera con te e dopo in un momento di chiarezza, in cui i piedi toccano di nuovo terra, rendersi conto che questo mito non esiste più fa male. Sarà perché a 15 si divinizza tutti e tutto, ma io Peppino l’ho fatto anche diventare la mia stessa forza: se ho un problema ripenso a lui e tutto mi sembra così stupido. Fu lo Stato ad ucciderlo non solo la mafia. Lo ammazzarono con violenza e una ferocia disumana solo perché parlava. La libertà è uno dei nostri pochi diritti, lui fu uno dei pochi ad avere il coraggio di combattere per ricordare agli Italiani che questo diritto non ci deve essere tolto. Fu lo Stato ad ucciderlo perché gli fu resa giustizia solo nel 2002 (Peppino fu assassinato nel 9 maggio del 1978). La madre aspettò 24 anni per vedere Tano Badalamenti condannato dalla corte italiana. 24 anni di lotta senza tregua. Sopravvisse al figlio e gli diede giustizia dopo che Peppino sopravvisse alla mafia e rimase nel cuore di moltissimi italiani. Quello che ho scritto non mi è mai apparso “troppo di parte” ma mi inchino a cotanto giudizio se si ritiene che le mie parole abbiano il solo scopo di propaganda politica. Beatrice Achille tre can ti per luc ian o Con Luciano Comida c’era molto non detto che aspettava di dirsi pian piano, di scoprirsi, ma il tempo preferì fermarsi a una primavera acerba. Una coincidenza però può forse rendere l’idea di questo inespresso: chiacchierando prima ancora che andasse in ospedale, credo fosse fine novembre, scoprimmo che stavamo facendo la stessa identica cosa e ce la scambiammo subito: tutti e due stavamo lavorando contemporaneamente a un racconto-cornice (di quello scambio mi rimangono i suoi appunti, le sue correzioni e i suoi suggerimenti, che conservo come tesori). Da tre lustri ormai sono solito scrivere poesie, che non leggo mai al di fuori della piccola cerchia del mio cuore. Ne ho scritto una (il cui nucleo risale al 25 maggio) in tre tempi, per Luciano, forse neppure delle più belle, ma estremamente sentita. Insomma, la sua incerta bellezza viene battuta dall’intensità della sua stesura. Per lui ora la trascrivo a voi, per la prima volta oltre il mio cuore. Mi si perdoni la voce. Riccardo Redivo I. Trasformazioni dell'’altrove Se esisti in qualche consapevolezza alleggerisci il dolore ai tuoi noi. Se la tua volontà ha una forma e può volare, le fia mme placa della lontananza e rigarrisci, rondine emigrata a primavera, lettera illuminata dal sole. Superiore all'’esplosione è il silenzio che ne segue ma il ricordo del boato porta il vento oltre il deserto verso il mondo che occupiamo. II. Recisione meno, Il prato del futuro ha un fiore in ato pass il rci tocca allarga in un diverso orizzonte. III. Leggerezza Lo sappiamo tutti che Idef ix lo nascondevi dentro la barba perché a lui piaceva quella stoffa, giocare del vento fra nuvole e inchiostro. rubrika.pika.si Salve , come stai? Benvenuti al secondo appuntamento con rubriKa. piKa.si (rubrica punto si). Nell’articolo di settembre si è parlato del suffisso –ica presente nelle parole lipica (leggi lipizza, tiglietto) e kavica (leggi cavizza, caffettino). Ricordo brevemente che il suffisso –ica viene usato per creare i diminutivi e i vezzeggiativi dei sostantivi di genere femminile. Facciamo un ultimo esempio con il suffisso –ica. Il termine streha significa tetto. L’accento cade sulla e. In sloveno esistono vari tipi di accento. Tanto per fare un esempio la vocale e può essere lunga e chiusa (é) , lunga e aperta (ê) oppure breve e aperta (è). La e di streha è lunga e chiusa: stréha. Negli esempi successivi l’accento non verrà tuttavia approfondito. Ci limiteremo a sottolineare la lettera che porta l’accento (streha). Per chi si avvicina allo studio dello sloveno un’ulteriore difficoltà consiste nel fatto che l’accento di solito non viene segnalato. Torniamo alla nostra streha (tetto). Per pronunciare correttamente questa parola occorre aggiungere che l’ h slovena non è mai muta, ma viene pronunciata con un suono molto aspirato. Alla parola streha posso aggiungere l’ormai noto suffisso –ica e creare così la parola strešica (leggi strescizza). Il primo significato di questa parola è piccolo tetto, tettuccio, un tettuccio che potrebbe stare per esempio sopra una porta d’ingresso. Immaginiamo ora di disegnare una casetta con un tettuccio (strešica), di rovesciare la nostra strešica e di collocarla sulla lettera s. Otteniamo così la š. Con il termine strešica (leggi strescizza) si designa quindi anche il simbolo grafico che si trova su tre lettere slovene. In italiano viene chiamato pipa o pipetta. Vediamo ora come si pronunciano queste lettere. La prima che ho citato è la š. Il suono della š è presente anche in italiano nella parola sci. La š corrisponde quindi alla sc italiana. Scuola in sloveno si dice šola e si legge sciola. La seconda lettera slovena che porta la strešica è la č. La lettera č si pronuncia come la c di ciliegia. Cioccolato in sloveno si dice čokolada e si legge ciocolada. L’ultima lettera slovena che porta la pipetta è la ž. Essa non trova in italiano un suono corrispondente. Il suono della ž è presente nella lingua francese nel termine gigolo. Palla in sloveno si dice žoga e si legge quindi come la g di gigolo. Nell'articolo di settembre Tigli, tiglietti e caffè abbiamo visto come si invita in sloveno qualcuno a bere un caffè. Vediamo ora come si saluta in sloveno un amico. Il saluto informale è živio (leggi žiujo, ž di gigolo, j come Jesolo) e corrisponde all'italiano salve, ciao. Dopo il saluto segue di solito il come stai: Živio (leggi žiujo), kako si? (leggi caco si – la k si legge come la c di cane) La domanda kako si? significa come stai, letteralmente come sei. Kako significa come, si equivale al verbo sei. Questa domanda ricorda molto l'inglese how are you? Anche in inglese infatti per chiedere come stai si usa il verbo essere. Fate bene attenzione all'accento di kako. Durante la mia esperienza d'insegnamento ho notato che i corsisti di madrelingua italiana tendono a mettere l'accento sulla prima a di kako: invece di pronunciare kako dicono kako. Questo è forse dovuto al fatto che in italiano la parola come porta l'accento sulla prima sillaba. Viene quindi spontaneo porre anche in sloveno l'accento sulla prima sillaba pronunciando kako. Ma se dico kako si? sto formulando la domanda in croato. La somiglianza tra le due lingue è in questo caso eclatante: basta spostare l'accento e si passa dallo sloveno kako si? al croato kako si? Entrambe le espressioni significano come stai. Lo sloveno e il croato appartengono al gruppo delle lingue slave meridionali. Allo stesso gruppo linguistico appartengono anche il serbo, il macedone e il bulgaro. Tutte queste lingue slave hanno un avo comune: esse derivano infatti da un'antica lingua chiamata protoslavo. Di questo avo si sono perse le tracce. Si sa che è esistito perché le lingue slave presentano molte affinità. Il protoslavo è una lingua di cui non si ha alcuna testimonianza 12 Konrad ottobre 2011 scritta. Essa veniva parlata dai popoli slavi presumibilmente fino al V, inizio VI secolo dopo Cristo. Il protoslavo è stato ricostruito grazie alla linguistica comparata. Detto in altri termini: studiando le corrispondenze fra le lingue slave moderne i linguisti sono riusciti a ricostruire abbastanza verosimilmente il protoslavo. Nonostante le somiglianze tra lo sloveno e il croato di cui si parlava poco fa, vorrei specificare che si tratta pur sempre di due lingue, ognuna delle quali segue le proprie regole grammaticali. Non basta quindi spostare l'accento per imparare il croato. Torniamo all'incontro con il nostro amico sloveno che chiameremo Borut. Živio (leggi žiujo, ž di gigolo, j di Jesolo ), kako si?, Borut risponde: Dobro. In ti? Questa risposta significa bene (dobro) e tu (in ti)? Per semplificare il più possibile apporterò una sola variante al dialogo. Borut potrebbe infatti rispondere alla nostra domanda in svariati modi. Citiamone alcuni: Živio (leggi žiujo), kako si? Borut: V redu (leggi uredu). In ti? V è una preposizione. Essa corrisponde all'italiano in. Per non complicare troppo diremo che la preposizione v viene pronunciata come una u. La risposta v redu (leggi uredu) significa letteralmente in ordine. In italiano potremmo tradurre con tutto a posto. Passiamo ora alla seconda variante: Živio (leggi žiujo), kako si? Borut: Odlično. In ti? Odlično è un avverbio che significa ottimamente, magnificamente. Ricordiamoci che la č va pronunciata come la c di cena. Vediamo ora la terza variante: Živio (leggi žiujo), kako si? Borut: Gre. In ti? (la g è sempre gutturale, come la g nella parola gufo) In questo caso Borut risponde con un verbo. Si tratta del verbo andare coniugato alla terza persona singolare. Gre significa va. Confrontando le risposte dobro (bene), v redu (leggi uredu, in ordine), odlično (ottimamente) con gre (va) è chiaro che da quest'ultima risposta non traspare alcuna positività. Nella battuta gre si cela uno stato d'animo neutrale: non va né bene, né male. Ma se incontrassimo il nostro amico Borut in uno stato di malessere, lui alla domanda kako si? risponderebbe slabo (leggi sslabo, la s viene letta come se fosse doppia). Slabo è un avverbio che significa male. La pronuncia corretta esige l'accento sulla o finale. Nella parlata slovena del Carso e di Trieste sentirete l'accento spostato sulla a, sentirete quindi slabo (leggi sslabo). Per concludere questa seconda lezione di sloveno aggiungerò un'ultima versione del dialogo, in cui rispondiamo a Borut. Salutiamolo quindi per l'ultima volta e chiediamogli come sta: Živio (leggi žiujo), kako si? Borut: Hvala, dobro. In ti? Tudi dobro. Hvala significa grazie, la parola va pronunciata con l' h aspirata, la v va in questo caso pronunciata come v perché segiuta da vocale. Nella parlata slovena locale che comprende Trieste e il Carso, si tende a pronunciare la parola hvala con la u. Sentirete quindi la forma non corretta huala. La risposta che ho scelto per completare il dialogo è tudi dobro. Tudi significa anche, dobro – ormai lo sappiamo – significa bene. Qui finisce il nostro secondo approfondimento della lingua e cultura slovena. Vi chiediamo cortesemente di inviare le vostre osservazioni, critiche e suggerimenti al seguente indirizzo mail: [email protected] Tanja Seganti le farfalle e le cavallette 13 Konrad ottobre 2011 Sabbie ferrose e tartarughe Molti mari, tra cui il Mediterraneo, stanno morendo. In Italia, tra il 14 e il 19 giugno scorso, il WWF ha organizzato la settimana dedicata alle tartarughe marine. Ogni anno sulle coste del Mediterraneo ne muoiono oltre 40.000 esemplari per l’inquinamento, per la distruzione dell’habitat naturale, per le grandi opere antropiche, per la pesca a strascico (le tartarughe muoiono annegate) e per la pesca a palangrese con fili lunghi chilometri e con migliaia di esche, adoperati per la cattura del pesce spada, che nascondono ganci dai quali l’animale non può liberarsi. In Europa molti tipi di tartarughe sono ormai estinte. La tartaruga marina è un animale preistorico che abita il pianeta da milioni di anni. La tartaruga deve oggi affrontare un’altra lotta: l’uomo, suo nemico, ha scoperto sulle coste del Pacifico l’esistenza di sabbie ricche di materiale ferroso. In nuova Zelanda, nella provincia di Taranaki, nel lontano 1841 si è parlato per la prima volta di queste sabbie come di una base per la produzione di ferro e per 40 anni molti scienziati, studiosi e industriali hanno cercato un processo per adoperare queste sabbie, contenenti anche titanio, allo scopo di produrre il ferro a costi sostenibili. Nel 1881, nella regione di Onehunga, venne utilizzato il sistema di riduzione diretta inventato da un industriale del New Jersey (USA). Dopo un breve interessamento di Henry Bessemer, la società di Onehunga, che attraversava un periodo di crisi economica, venne assorbita dalla Banca della Nuova Zelanda. Per studiare il sistema di estrarre industrialmente il ferro da queste sabbie sono stati consultati scienziati della Germania, della Norvegia, della Gran Bretagna e degli USA, che hanno risolto i problemi tecnici nel 1972, ma non l’opposizione delle popolazioni autoctone maori che, per la loro cultura, consideravano i coloni europei predatori dei loro diritti sulla costa e sul mare di Taranaki. La questione è stata risolta con un accordo, in realtà non molto rispettato, nel 2005. È da considerare comunque che la produzione di ferro della Nuova Zelanda non riusciva a raggiungere il 10% della produzione australiana. Di conseguenza il gigante australiano Broken Hill Proprietary BHP ha assorbito la proprietà neozelandese. L’istmo centroamericano ha una curiosa conformazione: si trova tra due oceani ed è una zona con più di 40 vulcani, tra i quali diversi particolarmente attivi. In America Centrale, sulla costa del Pacifico le sabbie sono nere e ricche di ferro. Le spiagge del Pacifico hanno zone dove le tartarughe sono protette e ogni 3-4 anni, come per un miracolo della natura, ritornano a deporre le uova sulle stesse spiagge dove erano nate (100 uova ognuna), riattraversando migliaia di chilometri senza mai perdere l’orientamento. La Cina ha bisogno di ferro per la produzione dell’acciaio. Una società cino-australiana è venuta a conoscenza che in America Centrale, sulla costa del Pacifico, si trova in forma di sabbia ferrosa il 12% dei giacimenti di ferro di tutto il mondo. I costi d’estrazione sono inferiori a quelli della Nuova Zelanda e nella sabbia si trova pure titanio: un’eventuale fonte addizionale di guadagno. La società cino-australiana è riuscita ad avere tre licenze per esplorare le spiagge maggiormente ricche di ferro. Dopo l’esplorazione dovrà però essere fatta una valutazione dell’impatto ambientale e dovranno essere proposte eventuali mitigazioni e bonifiche. Nella lavorazione delle sabbie si adopera il vanadio, che è un metallo pesante molto inquinante e dannoso per la salute. Il processo comprende: – l’escavazione della sabbia fino a 10-20 o 50 metri di profondità – il trasporto della sabbia a una prima unità di concentrazione del prodotto – il prodotto concentrato viene depositato all’aperto formando piccole colline artificiali – il prodotto concentrato passa poi a una seconda unità di macinazione e separazione magnetica per formare un altro deposito di prodotto all’aperto in colline artificiali – il trasporto fino alle grandi navi da carico e il carico alla rinfusa per il trasporto fino in Cina. Il tutto significa un enorme impatto ambientale. Non è noto quali siano le proposte di mitigazione dell’impatto ambientale e le proposte per la ricollocazione della sabbia estratta a processata. Óscar García Murga a r u t a N o i d a R La volta scorsa abbiamo visto come l’invenzione per antonomasia, la ruota, sia stata realizzata dalla natura ben prima di noi. E che dire di un’invenzione umana molto più recente – e complessa – come quella della radio? La risposta è che anche in questo caso siamo stati preceduti. Ovviamente la natura non fa uso di valvole, transistor o microchip, in compenso vi sono molti corpi celesti che per vari meccanismi fisici producono emissioni radio. Interessante è il caso delle pulsar, scoperte nel 1967 da Jocelyn Bell e Anthony Hewish, i quali catturarono un segnale talmente regolare – quanto un orologio atomico – che sembrava incredibile potesse essere di origine naturale. Motivo per cui tale segnale fu scherzosamente chiamato “LGM”, ovvero Little Green Men (piccoli omini verdi). Anni dopo l’origine di questi impulsi fu individuata in una nuova classe di corpi celesti denominati pulsar. Si tratta di oggetti densissimi che hanno un periodo di rotazione che va da qualche secondo a pochi millisecondi (sic!). Ma anche le stelle normali, il Sole e i pianeti generano vari segnali radio, caratteristici per ogni corpo celeste. La Nasa ha realizzato dei CD sui suoni assurdi e un po’ inquietanti prodotti nel sistema solare. Su YouTube se ne possono sentire alcuni campioni. Sembrano alieni che giocano con il sintetizzatore. La stessa Terra è un’autentica miniera di segnali di questo tipo. Fenomeni estremamente diversi l’uno dall’altro – come le meteore, le aurore boreali, i fulmini e i terremoti – sono in grado di generare onde elettromagnetiche a frequenze molto basse, che nel loro insieme costituiscono quella che viene pittorescamente chiamata “Radio Natura”. Le frequenze di Radio Natura vanno dai pochi hertz a qualche decina di migliaia di hertz. A frequenze così piccole corrispondono lunghezze d’onda enormi: la banda più bassa dello spettro radio, denominata ELF, che va dai 3 ai 30 hertz, corrisponde a lunghezze d’onda tra i 10000 e i 100000 km. L’antenna ideale per captare questi segnali dovrebbe raggiungere le stesse dimensioni, ma per fortuna ci si può accontentare di una frazione di questa lunghezza. Personalmente alcuni anni fa ho realizzato un interessante esperimento, con un’antenna autocostruita, un piccolo amplificatore audio e un computer portatile per elaborare il segnale. Ciò è stato sufficiente per captare i segnali emessi dalle “lacrime di San Lorenzo”, ovvero lo sciame meteorico il cui picco cade attorno al 12 agosto di ogni anno. L’impatto delle rocce spaziali con l’atmosfera produce degli sfrigolii e dei crepitii caratteristici. Al riguardo, capita a volte che coloro che vedono cadere una meteora sentano dei suoni, come botti, fischi e borbottii, suoni che però non sempre vengono uditi dagli altri testimoni dell’evento. Inoltre tali suoni vengono percepiti contemporaneamente allo stimolo visivo, senza alcun ritardo, come dovrebbe accadere, e come avviene ad esempio con il tuono che segue il fulmine. Per queste ragioni un tempo si pensava fosse un fenomeno di origine psicologica e allucinatoria. Invece si è scoperto poi che in determinate circostanze le onde elettromagnetiche, interagendo con oggetti metallici e non (ad esempio alberi, steccati e perfino le stanghette degli 14 Konrad ottobre 2011 occhiali o i capelli) riescono a convertirsi direttamente in onde acustiche, percepibili dall’orecchio. Tale fenomeno è noto con il nome di “elettrofonìa”. Anche le aurore boreali, che si formano a 100 km e più di altezza, dove è impossibile che si producano suoni, possono a volte farci sentire la loro “musica”. Anche i movimenti tellurici producono disturbi elettromagnetici. È possibile che, per il fenomeno sopra descritto, alcuni animali riescano a percepire delle onde sonore che li avvisano dell’approssimarsi di un terremoto. Ne sappiamo molto poco al riguardo, resta comunque una possibilità interessante. In Italia siamo stati fra i primi, una dozzina di anni fa, a studiare le onde elettromagnetiche come possibili precursori sismici. A portare avanti questi studi sono soprattutto appassionati e radioamatori. Il Giappone nel 1996 ha dato il via al progetto internazionale IFREQ per il monitoraggio e lo studio delle onde elettromagnetiche collegate ai movimenti del sottosuolo. L’esatto meccanismo con cui i terremoti producono onde radio è tuttora da comprendere. Una delle teorie più accreditate è la piezoelettricità, ovvero la capacità di certe rocce di produrre corrente elettrica se vengono compresse. Anche i fulmini e i temporali sono dei potenti generatori di onde elettromagnetiche, rilevabili a centinaia di chilometri di distanza. Vengono emessi diversi tipi di segnali udibili nella banda radio, come le cosiddette sferiche, che sembrano degli scoppi, i whistler (fischi), gli hiss (sibili). Un altro segnale molto singolare è il “chorus”, prodotto talvolta dalla levata del sole, in particolare nei periodi caratterizzati da tempeste magnetiche. Assomiglia al cinguettio di centinaia di uccelli. Anche le aurore boreali producono un simile “concerto”, mescolando cinguettii, fischi ed ogni sorta di suoni, in una sinfonia sempre diversa. Gli esseri umani invece usano molto poco queste particolari bande. Questo perché per trasmettere sulle frequenze di Radio Natura servono potenze enormi, antenne gigantesche e la quantità di informazioni che è possibile veicolare per unità di tempo è molto piccola. Esistono pochissimi trasmettitori di questo tipo al mondo, e servono per lo più per comunicare con i sommergibili. Le onde ELF sono infatti le uniche in grado di penetrare sott’acqua, anche se per poche decine di metri. In compenso, a livello di inquinamento elettromagnetico, siamo ben presenti anche su queste frequenze: i cavi della corrente alternata, infatti, creano un potente e ronzante disturbo a 50 hertz. Per questo motivo per ascoltare le frequenze di “Radio Natura” è necessario allontanarsi dai centri abitati. Per chi fosse interessato, rimando al sito di Stephen McGreevy, http:// www-pw.physics.uiowa.edu/mcgreevy/, ricco di notizie e di campioni audio di questo affascinante fenomeno. McGreevy ha tra l’altro realizzato dei CD con i suoni più interessanti. Segnalo inoltre l’unico libro in italiano sull’argomento: “Radio Natura”, di Renato Romero, edizioni Sandit 2006. Francesco Gizdic [email protected] www.bazardelbizzarro.net Nelle immagini, da sinistra: – fulmini durante un temporale. – suna pioggia di meteore – un'aurora boreali SLOVENO SI UTILE E BELLO DA SAPERE Corsi a vari livelli gratuiti e a pagamento Inizio settembre e ottobre lezioni pausa pranzo, pomeriggio e sera Iscrizioni: Ente Italiano per la conoscenza e della lingua e cultura Slovena, a Trieste dal 1970 in via Valdirivo 30, II piano orario di segreteria dalle 17.00 alle 19.00 Tel. 040 761470 in altri orari cell. 338 2118453 e-mail: [email protected] B io l if e 15 Konrad ottobre 2011 Le porte scorrevoli si aprono e il mondo del biologico e dei prodotti naturali mi accoglie, nello stesso luogo di sempre ma con una nuova veste, un nuovo nome e una nuova indipendenza. La biolife, unendo esperienza e professionalità nel campo del biologico e del naturale dal 1997, si trasforma in un superbiomercato. Parola nuova, dal suono lungo ma particolare che unisce un luogo ad un concetto in maniera armoniosa, scandendo nella mente il suo significato. Mi piace, come del resto apprezzo l’eleganza di questo supermercato di prodotti naturali che sa ridisegnarsi con grande cura e molta attenzione ai particolari, da sempre quelli che danno un tocco di classe e di distinzione. Contestualizzato in un’era moderna di continui cambiamenti, è in grado di soddisfare il cliente, da sempre e ora in maniera tuttavia maggiore, offrendo prodotti biologici naturali a prezzi competitivi grazie ad una nuova politica di eliminazione di costi superflui come per esempio tessere, raccolte punti e promozioni stampate su volantini. Questa strategia incide favorevolmente sul prezzo finale al consumo e comporta un minor impatto ambientale. In un mondo in cui la carta è diventata un bene prezioso da non sprecare, offerte, promozioni e iniziative in corso arriveranno direttamente tramite Newsletter, oppure potranno essere visualizzate direttamente on-line sul sito www.superbiomercato.it. In questo contesto vengono rivalutati con particolare attenzione molti pro- spazio a cura dell'inserzionista dotti regionali, sostenendo in questo modo l’economia del Friuli Venezia Giulia e offrendo genuinità e freschezza. In un negozio in cui l’attenzione è totalmente puntata sul benessere della persona, non manca un angolo dedicato alla cultura. Molti i libri in vendita. Si parte da una vasta scelta di Macro Edizioni, passando attraverso libri per e sui i bambini, muovendosi poi attraverso diete e salute giungendo quindi a Steiner, grande filosofo, pedagogista e ispiratore della agricoltura biodinamica. Un modo per conoscere o riscoprire questo nuovo mondo è partecipare all’inaugurazione, contemporanea nei tre punti vendita di Trieste, Udine e Monza, che si terrà sabato primo ottobre dalle 9.30 alle 19.30, quando il superbiomercato vi farà scoprire i suoi prodotti con degustazioni offerte durante tutto l’arco della giornata. Io ci sarò sicuramente. E spero anche voi. ADC siamo tutti intelligenti Facciamo un rebus? Chiacchierando in redazione, mi è stato chiesto come si fa un rebus… mi sembra una bella domanda, e adesso cercheremo di rispondere. Intanto un rebus è formato da una vignetta, un disegno, con delle lettere, chiamate “grafemi”. Bisogna interpretare gli oggetti segnati dai grafemi, e dare loro un nome; unendo questo nome al grafema, si ottiene una nuova frase. Ci possono essere più oggetti, e il nome dell’oggetto può precedere o può seguire i grafemi. Ad esempio, se ci fosse un’oca con sopra la lettera F, la soluzione sarà “oca F”, oppure “F oca”, e il buon senso ci dice che la risposta esatta è FOCA. Invece che dare il nome ad un oggetto, potrebbe capitare di dover interpretare un’azione: la persona P che varca la porta, mediante il ragionamento “P esce” conduce alla soluzione PESCE. Componiamo ora noi un rebus? Sì, ovviamente. Pensiamo ad un personaggio dal nome facile, che verrà raffigurato. Mi piacciono i film di Albertone, e allora penso ad una frase con all’interno “SORDI”: mi viene in mente la parola ESORDI che si otterrà ponendo il grafema E sulla foto di Sordi; ora trovo un aggettivo che sia attinente agli ESORDI, che mettono ansia, e quindi potrebbero esser TEMUTI; ecco, per rappresentare TEMUTI posso inserire la foto di Ornella MUTI con i grafemi TE. Soluzione: E Sordi, TE Muti = Esordi temuti. Il pregio è che le due immagini stanno bene vicine, data la professione dei due protagonisti. Ora penso al sindaco di Trieste, COSOLINI, e vediamo se viene fuori qualcosa. Siccome nessuna parola contiene COSOLINI, devo dividere la parola in due o più parti. Posso fare ???COSO - LINI???, in quanto esistono parole terminanti per COSO e altre inizianti per LINI, ma nessuna delle frasi ottenute mi pare decente. Ad un tratto, penso di dividere COSO – L - INI e la frase potrebbe essere BELLICOSO, L’INIZIO… o qualcosa del genere. Con un paio di rimaneggiamenti, ottengo V orti, Cosolini ZI, O danno = vorticoso, l’inizio d’anno. In questo rebus andranno disegnati degli ORTI, il sindaco COSOLINI, e un’ammaccatura, un DANNO, sulla carrozzeria di un’auto. Il sindaco di Gorizia, ROMOLI, può entrare in frasi del tipo magRO MOLIsano, che non riesco a completare, oppure… ecco la soluzione: su dei mappamondi, alle estremità, c’è il grafema C, e sul sindaco Romoli i grafemi BRO. Soluzione: poli C, Romoli BRO = policromo libro. Vorrei dedicare un rebus al mio amico Luciano COMIDA, dal cui cognome la prima frase che mi viene è il mitiCO MIDA, ma non saprei completare; ecco però ora un’idea, ed ecco il rebus che ne è uscito. Spero sia agevole per tutti risolverlo (le lettere delle singole parole sono: 6 1’5 7). Se avete piacere, pensate ora ai cognomi dei vostri amici, e vedete se c’è qualche frase che li potrebbe contenere. Tra i cognomi conosciuti da molti triestini, mi vengono in mente ROVIS (ROVIStare…), MAGRIS (MAGRI Sciatori), SANTIN (peSANTI N…), SABA (rovinoSA BAttaglia). Io mi chiamo DENDI, e adesso cercherò qualcosa con adDENDI… Non è semplice, e i primi rebus non sempre sono dei capolavori, ma casomai venga fuori qualcosa… significa che siamo tutti intelligenti. I coraggiosi possono mandare alla redazione i risultati ottenuti. Ciao. © Giorgio Dendi percorsi d'arte padiglione italia, friuli venezia giulia Mi incammino verso l’ormai famoso magazzino 26. La strada verso l’arte è costeggiata da abbandono e disuso ma non agita l’animo. Sembra di percorrere un cammino dimenticato e la mente ritorna al lontano Ottocento quando tutto questo era in fervente attività, attività senza sosta, quando l’Impero Asburgico aveva scelto la nostra Trieste come sbocco dell’Austria, quando l’abbandono che si legge in questa parte della città era inimmaginabile. Alla fine degli anni settanta, nella parte iniziale del Porto Vecchio arrivavano ancora piccole navi, greche, albanesi. Bagnarole al confronto delle navi odierne che solcano i mari. Erano costruite con la classica stiva dove si trasportavano le merci che venivano caricate e scaricate mediante gru con funzionamento idraulico ad acqua. Storia narra che vicino all’attuale magazzino 26 ci sia stata una centrale termica a carbone che pompava l’acqua necessaria alle gru. Il camino che l’occhio intravede uscendo dal magazzino era il camino della centrale. Gli inverni erano meno miti di ora e spesso la temperatura scendeva sotto lo zero, facendo ghiacciare l’acqua nelle tubature con il conseguente blocco di ogni attività. Altri tempi. Ora, il mondo in cui viviamo è in continua evoluzione, denso di cambiamenti continui e mai come oggi, nulla è per sempre. Il trasporto marittimo si è evoluto e quelle piccole, antiche, insicure navi non solcano più i mari, le loro stive sono vuote ormai da tempo e le gru ad acqua non scaricano più nulla in alcun luogo del porto. Le merci viaggiano in container e questa parte di città, dal sapore antico, è stata dimenticata dai più che fino a poco tempo fa non avevamo mai avuto l’occasione nemmeno di vederla. Ora le porte si sono aperte e lasciano intravedere quello che fu e quello che potrebbe essere. Edifici dimenticati, abbandonati ma sopravvissuti e pieni ancora di un’anima silente da poter ascoltare con l’udito del cuore. Il magazzino 26 è un esempio di quello che si può fare di eccellente in questa tanto discussa città. È stato trasformato in un luogo bellissimo, la sua anima è intatta seppur variata nei dettagli e l’atmosfera che vi si respira ha qualcosa di magico. Le sue ampie sale uniscono sapientemente mura bianche, di un bianco ottico e luminoso, a parti in muratura di sapore genuino e artistico. Grandi colonne in pietra si ergono alte e forti a sorreggere i ricordi persi negli anni e vivi nei soffitti di questo magazzino antico. Il magazzino 26 è l’esempio di come non occorre sempre distruggere tutto per ricreare. L’esempio di come, a volte se non spesso, sia meglio costruire sull’antico, mantenere il buon gusto che fu e non costruire senza anima e troppo “futuristicamente”. L’esempio di come anche le costruzioni hanno un’anima. La sala dedicata alla fotografia ospita opere molto grandi di vari fotografi che si amalgamano tra loro nella loro diversità. Immagini moderne di bellezza condivisibile o meno, opere classiche, immagini di antico sapore, si stagliano prendendo vita propria e offrendosi al visitatore che le scruta, le critica, le ammira. Elio Ciol, Ulderica Da Pozzo, Pierpaolo Mittica sono solamente alcuni dei nomi presenti in questa sala. Il piano superiore accoglie i visitatori con ambienti grandissimi, diversi da quelli visti in precedenza ma con il denominatore comune di eleganza, buon gusto e particolarità. Travi in acciaio si intersecano con soffitti di cemento armato, donando al visitatore un aspetto moderno e antico allo stesso tempo. Lo sguardo viene attratto immediatamente sulla vastità e sulla perfezione ’ Biennale di Venezia 16 Konrad ottobre 2011 tecnica di Rossana Longo con la sua splendida opera Centaurochia in sanguigna su carta da scenografica in cui il culto della Madre Terra si fonde con battaglie di cavalli, natura e uomini, opera che si offre al visitatore in una lunghezza di venti metri. Francesca Martinelli presenta un’installazione in cui vestiti si amalgamano con chiome, cornici con posate, lettere con fotografie antiche nella sua opera dedicata al mito delle agane, creature appartenenti al mito delle tre madri, tre parche, mezze fanciulle e mezze streghe in un contesto di modernità di non donna, non madre, non fertile il cui nome, Le cattive madri, nasconde un significato profondo. Particolarissima l’installazione di Paola Pisani che trasporta il visitatore tra giardini dimenticati, suoni magici appartenenti alla natura e finestre dove luoghi sospesi ci riportano al coraggio di abbandonarli mentre il classico viene ritrovato con Marta Reale che offre un acquerello capace di infondere pace e armonia denso di colore. Sempre un piacere ammirare un’opera di Serse, matita su carta incollata su alluminio dal titolo Ai Sali d’argento in cui ogni singolo tratto possiede vita donando anima e cuore alla sua immagine. Claudio Palcic con la sua Listen amalgama con sapienza colore e raffinatezza del tratto, Lucio Perini con la sua fotografia su pannello Virgo Fidelis alla soglia di un violento non bello ma esistente e da accettare. E ancora Consuelo Rodriguez con la sua Essenza e Forma in cui calore e sensualità si fondono in un percorso interiore che la tela rispecchia nel tempo. Le opere sono intervallate da immagini fotografiche, come ad esempio quelle di Olga Micol e Isabella Pers. Olga Micol presenta un’immagine del porto surreale, fantastica dove toni del rosso sfociano nel bianco intersecandosi con il nero, che vuole rappresentare lo stato irreale in cui vive il Porto Vecchio ora e ci ricorda lo stato di triste abbandono in cui si trova mentre Isabella Pers offre una visione di scie di memorie future dove modelle e veli sinuosi si appoggiano ad ampi scaloni, in cui il tempo cessa di esistere. E ancora armadi da cui fuoriescono le sabbie dei tempi e dell’illusione di Claudio Bach che ci immerge in un senso di staticità che si sovrappone al mondo affollato di esseri inventati (o no?) e rielaborati di Gaetano Bodanza. Le opere si mescolano le une con le altre armoniosamente, senza fastidio per l’occhio. È proprio la diversità delle opere che racchiude un valore speciale in queste sale immense. Le opere sono tantissime e lo spazio poco. Molti gli artisti emergenti e molti quelli di antica esperienza. L’arte che trova posto all’interno del magazzino 26 può essere condivisa o meno, può essere di buon gusto o meno, ma è arte e abbellisce un contesto magnifico colorandolo e donandogli un’eleganza di tocco speciale. Visitabile fino al 27 novembre da lunedì a giovedì dalle 10 alle 21 e da venerdì a domenica e festivi dalle 10 alle 23. Adriana De Caro Liceo artistico G. Sello, Udine 17 Konrad ottobre 2011 tra isole e mare a passo lento dall'istria al quarnero Back to nature. Bello slogan, l’utopia della modernità cui tanti, forse troppi, anelano. Mangiare naturale, farsi l’orto sul terrazzo, scegliere i mercati alternativi, fare la spesa in erboristeria, affidarsi alla medicina omeopatica. Eppure, tutto ciò rischia di essere semplicemente un ulteriore boccone per il mercato del consumismo, che non ha perso tempo a trovare spazi per riviste specializzate, linee di prodotti alimentari e cosmetici rispettosi dell’ambiente, rubriche di agricoltura fai-da-te, lasciandoci nella dolce illusiane di essere Buoni Selvaggi del Ventunesimo secolo che si dedicano a cantucci di naturalità ritagliati nelle individuali frenesie quotidiane. Ma la vera meta è la conquista di un ritmo nuovo, e quindi va fatto l’elogio della lentezza: vogliamo solo raccontare di un viaggio particolare, un viaggio guidato da un amico – Marino Vocci – che sa fondere la voglia di andare e il senso del tempo con l’amore per la terra, per i suoi frutti trasformati in cibo e la sua cultura tradotta nella vita quotidiana. Un viaggio con uno spirito speciale, quindi, che può ispirare ciascuno di noi, in ciascun momento, con qualunque meta. Basta attenersi al filo conduttore che, riformulato in titolo, potrebbe essere La rivincita del passo lento. Tanto per cominciare, mettersi in strada affidandosi ai mezzi pubblici, che ci impongono tempi lunghi, decretati dai chilometri, dai limiti di velocità, dalle condizioni atmosferiche, ma che garantiscono di sprecare meno risorse e inquinare di meno. Bus catamarano e di linea ci portano da Trieste a Fiume, e a Cherso, a Lussino e a Ilovik – le nostre mete isolane. E poi, affidarsi al passo, cadenzato dal piacere della scoperta a piedi. Sull’isola dell’Asinello (Ilovik), divisa dal mare ma unita dalla storia a San Pietro in Nembi che le sta difronte, è facile: è una piccola terra nel mare, che non concede comunque spazio alle automobili. Costeggiare il profilo che si immerge nelle acque trasparenti e invitanti; infilarsi nelle macchie mediterranee per uscire in brevi radure accompagnati da lentisco, mirto e corbezzolo; salire su modesti rilievi dove una chiesa o un monastero, una fortezza o un castelliere o un bunker, hanno pur sorvegliato passaggi di navi, di pirati, di mercanti, di soldati e di inavveduti intrusi. Abbandonarsi al dolce struggimento di una cena consumata nell’abbraccio del vento di bora, al gusto irripetibile del pesce di quel mare e non di altri (esotici ma estranei), al silenzio dei vicoli ormai vuoti perché la stagione è finita, alle voci dei paesani rimasti e al profumo intenso di elicriso e di fiori sbocciati in un finale d’estate caldissimo. E lasciarsi andare alle onde del tramonto, farsi rubare dal sonno avvolto di stelle, e rapire al risveglio dall’aurora che ha ancora le dita rosate cantate da Omero. Ma il passo lento è anche quello della parola. Ascoltare. Marino, che ci apre la via e ci consegna la chiave per farci capire la strada; Sandro, che dall’isola viene, che ne conosce ogni foglia e ogni zolla, ogni pagina di storia, ogni schizzo di mare, che ci offre i sapori di erbe aromatiche. Paolo, che sull’isola è nato, che racconta la vita – il passato e il presente, che ci apre la casa, che ci insegna a guardare ogni piega del vento, che ci spiega le carte. Elsa, che trasforma il cibo in piacere, il servizio in sorriso. Sabina, che fila spedita sul mare, che governa le onde, che traghetta noi – turisti ansiosi di essere piuttosto viaggiatori, sul versante più nudo della grande elegante Signora del Mare, Lussino. E ci avvinghia subito, Lussino, con l’intensità del suo mantello verde, con l’impervia salita alle sue vette affanticandoci il passo, ma appagandoci i sensi con un fiordo simile a un lago alpino, con l’arcipelago quarnerino disegnato nel golfo, con i tetti di Lussingrande accovacciati ai piedi della cappella di San Giovanni. E la sera nel porto il sapore lento del tempo che scorre depositandosi adagio nell’anima, per farsi gustare fino all’ultima goccia. Ossero – minuscola, cinta da mura, sovrastata dal monte – ha due anime: lussiniana e chersina. È avamposto di pietra per Cherso, battuta dal vento, puntinata di arbusti e di ulivi. San Martin-Martinščica dalle semplici case disposte sulle onde che luccicano. Lubenice aggrappata a strapiombo sul mare e irrorata di sole. Cherso città sul mandracchio pieno di barche e colori, Caìsole – antico luogo romano dove volano alti i grifoni. Ed è lui, un grifone imponente, che decide di darci il viatico per il nostro ritorno alla vita di mondo. Vola, altissimo sul mare, bassissimo sulla nostra strada, affiancandoci mentre filiamo sulla dorsale dell’isola diretti all’imbarco, rubandoci gli occhi (e gli obiettivi). Vola, le ali arcuate all’insù con le penne che sembrano dita, con la testa diritta, gli occhi puntati alla rotta. Vola, come vorremmo fare anche noi, almeno una volta. Ma noi siamo uomini. E ci tocca volare coi piedi per terra. Patrizia Vascotto Tur ismo cons ape vole nell a Russ ia di Puti n (I) ’ 18 Konrad ottobre 2011 Arrivo a Mosca, all’albergo “Peking”. Costruito nel 1955, faceva parte assieme alle “Sette Sorelle”, i famosi grattacieli neogotici, del piano di ricostruzione postbellica voluto da Stalin. Percorro il lungo corridoio di quella che un tempo era proprietà del Kgb, immagino la babuska che guarda sospettosa, i funzionari delle delegazioni che scivolano via di fretta. Oggi tutto è cambiato. Il personale sorride ed è cortese, nella sala al pianterreno una gigantografia della New York degli anni trenta, un video alterna Elvis Presley a Bruce Springsteen, e in atrio gruppi di turisti iniziano la visita della città. Allo “Stagno del Patriarca”, è vicino, cerco di immedesimarmi nella conversazione dei “due cittadini” con cui Bulgakov apre “Il Maestro e Margherita”. È un luogo tranquillo, circondato da edifici liberty, con le mamme e i bambini che giocano, e sulle panchine attorno al laghetto degli anziani. Non posso non andare alla Piazza Rossa. Entro nella Cattedrale di San Basilio con le piccole e alte “chiese” e poi ai magazzini Gum, con prodotti di lusso e le firme dei più noti stilisti. Mi fermo di fronte alla tomba del milite ignoto per il cambio della guardia. Poche settimane prima la polizia aveva impedito a un gruppo di manifestanti gay di deporvi una corona. Faccio fatica a trovare la sede di Amnesty International, l’ingresso è in un cortile appartato, non c’è targa. Incontro Friederike, la responsabile: “le persone non si avvicinano ad Amnesty facilmente, sono preoccupate, temono di mettersi nei guai. Ad esempio degli insegnanti che avevano partecipato ad un corso sull’educazione ai diritti umani furono poi interrogati dal FSB (Servizi Federali di Sicurezza, l’ex KGB). Subiamo molte restrizioni imposte dalla legge. Le autorità hanno creato un’immagine ostile delle Ong (organizzazioni non governative - NdR), sostengono che sono anti- russe, lavorano per governi stranieri, ricevono molto denaro dall’estero, denaro che non viene usato per aiutare la gente di qui....La situazione rispetto a dieci anni fa è molto peggiorata. Il tentativo di organizzare una qualsiasi manifestazione (sulla tortura, sui gay...) viene immediatamente impedito e i partecipanti arrestati. Bisogna avere il permesso anche per la più piccola iniziativa. Le autorità temono una “colour revolution” come quelle avvenute in Ucraina e Georgia...È importante che le persone di tutto il mondo continuino a spedire gli appelli, a far pubblicare le denunce sui giornali. Ciò crea un forte impatto e le Ong russe lo apprezzano molto”. Prendo la metropolitana, le stazioni sono opere d’arte monumentali volute da Stalin. Volevo vedere qui, e poi a San Pietroburgo, i pittori russi. La Galleria Nazionale Tretjakov è la più grande collezione d’arte russa. Trascorro un intero mattino passando dalle icone di Andrej Rublyov ai quadri di Ivanov, Perov, Repin. Mosca ha vastissime aree verdi. Il parco Izmailovo, uno dei più grandi della città, è meta favorita dei moscoviti durante il fine settimana. Al Gorky Park passeggio lungo le rive della Moscova. Poi entro nella Nuova Galleria Tretjakov con i capolavori di Kuzma Petrov-Vodkin, Tatlin, Malevich, Kandinsky, Chagall, Goncharova. Altre sale espongono quadri del socialismo reale e quadri anti- conformisti e di “protesta”. Nella sede di Memorial, la più importante Ong russa, incontro Oleg Orlov, il presidente. È stato da pochi giorni assolto dall’accusa di diffamazione contro il presidente della Cecenia Ramzan Kadyrov. Nessuno se lo aspettava. Oleg aveva dichiarato di ritenere Kadyrov responsabile dell’omicidio di Natalia Estemirova, un’altra esponente di Memorial, rapita e uccisa in Cecenia nel luglio 2009. Gli dico degli appelli inviati anche da Trieste. Per ricordare Natalia, nel secondo anniversario della morte, viene proiettato il documentario “Chi ha ucciso Natascia?”. Il nuovo lavoro affronta i motivi che hanno causato la morte dell’attivista per i diritti umani e denuncia il sistema di violenza contro chi parla apertamente di violazioni in Cecenia. Il monastero di Novodevichij è il più bello della città. Costruito nel XVII secolo in stile barocco moscovita, è cinto da un lungo muro con torri. Accanto, il cimitero monumentale con le tombe dei “grandi” della Russia, da Krusciov a Cechov, da Bulgakov a Prokofiev. Arbat ha perso il fascino bohémien del periodo sovietico e si è ridotta a un banale insieme di caffè, ristoranti, chioschi. Unico interesse, alla fine della strada pedonalizzata, la Casa Museo di Puškin, dove il poeta visse alcuni mesi e l’attigua Casa Museo dello scrittore simbolista Andrej Belyi. Imperdibile il capolavoro liberty della Casa Museo di Gorkij, che Stalin assegnò allo scrittore dopo il suo rientro dall’Italia. Qui Gorkij visse fino alla morte nel 1936. In Piazza Puškin manifesti pubblicitari invitano al concerto di beneficienza con star internazionali, c’è anche il nostro Bocelli, per soccorrere gli ospedali, sprovvisti di tutto. Il battello “Bulgaria” affonda sul Volga, sono oltre cento le vittime. Precipita un altro antiquato aereo, un An-24, questa volta in Siberia; il presidente Medvedev interviene, ma non ci sono i mezzi per sostituirli. Il gigante russo fa fatica a rialzarsi. Le autorità e lo stesso presidente non sembrano accorgersene, hanno appena approvato un piano per più che raddoppiare entro vent’anni l’area coperta dalla capitale russa. Dall'alto in basso: – L’albergo “Peking” con la statua del poeta Mayakovsky. – Lo “Stagno del Patriarca”; qui ha inizio “Il Maestro e Margherita” di Bulgakov. – La cattedrale di San Basilio celebra il 450° anniversario della fondazione. – La chiesa di Nostra Signora di Smolensk all’interno del monastero di Novodevichij. Giuliano Prandini mont ona, pass ato e pres ente Negli ultimi anni assistiamo in Istria ad una tendenza molto interessante: diversi comuni sostengono la pubblicazione di monografie con l’intento di registrare e tramandare alle future generazioni il proprio patrimonio storico e culturale. L’iniziativa è lodevole poichè spesso proviene da piccoli comuni dell’interno, con un bilancio limitato, ed implica un notevole sforzo finanziario. Anche il Comune di Montona si è fatto promotore di una tale iniziativa con la pubblicazione del volume Motovun-Povijest i Sadašnjost (Montona-Passato e Presente). Si tratta degli atti di un convegno tenutosi nel dicembre del 2004, in concomitanza con il milleduecentesimo anniversario della prima menzione scritta del nome di Montona nel documento Placito di Risano dell’ 804. La monografia contiene gli interventi di numerosi autori, docenti universitari e studiosi, che trattano i vari aspetti del passato e della situazione attuale della pittoresca cittadina posta in cima ad un colle (277 m) nella media valle del fiume Quieto-Mirna. Nel libro viene descritto come la fertilità del suolo, l’abbondanza di sorgenti d’acqua e la vicinanza del fiume, attraverso la cui valle arriva la mite aria del mare, abbiano favorito la presenza umana fin dalla preistoria, come dimostra il ritrovamento di frammenti di ceramiche preistoriche e di una accetta di bronzo. Con la conquista romana del II.sec.a.C. Montona venne a fare parte dell’ager parentino, delimitato a sud dal Canale di Leme-Limski kanal e a nord dal fiume Quieto, importante via di comunicazione allora navigabile fino alle rinomate terme di S.Stefano (Istarske toplice). Sul suo territorio alcune famiglie senatoriali romane avevano i loro estesi possedimenti, in particolare l’importante famiglia senatoriale Statilia che diede a Roma ben quattro consoli. Le numerose epigrafi romane trovate a Montona e nel circondario, attualmete visibili nel lapidario situato sotto la Porta nuova 19 Konrad ottobre 2011 all’ingresso della cittadina, ne testimoniano l’intensa vita economica e culturale in epoca romana. Come accennato, il nome di Montona compare per la prima volta nello storico documento del Placito di Risano. All’assemlea, convocata dagli inviati di Carlo Magno nell’ 804 parteciparono 172 deputati, di cui 15 rappresentanti di Montona. Leggiamo che Montona assunse l’aspetto attuale di città fortificata a cominciare dal XIII - XIV secolo quando passò sotto il governo della Serenissima, diventando il più importante centro amministrativo, economico e militare dell’ Istria centrale veneta, data la sua posizione strategica. Proprio in quell’ epoca vennero erette le sue possenti mura, lunghe 426 m, che insieme alla superstitte torre campanaria, rappresentano l’ esempio meglio conservato di fortificazione medievale in Istria, oggi meta prediletta di migliaia di visitatori. Può essere interessante ricordare che il bosco di Montona forniva a Venezia il prezioso legname per il suo Arsenale. Nel libro viene ricordato, inoltre, che al nome di Montona sono legati alcuni illustri personaggi tra cui Andrea Antico da Montona, noto musicista, compositore e stampatore rinascimentale e Joseph Ressel, sovrintendente imperiale al bosco, inventore dell’elica, ai quali sono dedicate rispettivamente le due principali piazze dette Piazza di Sopra e Piazza di Sotto. Naturalmente molti interventi sono dedicati alla ricchezza del patrimonio storico - artistico presente ed egregiamente salvaguardato e restaurato e da alcuni di essi trapela il timore che la cittadina e tutta l’area circostante non riescano a contrastare il lento decadimento demografico, iniziato nel secondo Dopoguerra. Nel discorso d’apertura del convegno il sindaco Slobodan Vugrinec auspica che il turismo culturale ed enogastronomico possano portare ad una crescita economica trattenendo sul territorio i più giovani. Ricorda, inoltre, che Montona è stata proposta da parte del Ministero della Cultura della Croazia come sito candidato alla lista dell’UNESCO dei patrimoni dell’umanità. Conosci i migliori prodotti bio? erboristeria Il Fiore dell’arte di sanare del dott. Dario Blasich Ronchi dei Legionari (GO) - Via Carducci 21 - Tel. 0481 475545 Auto Livio Prodan Essenze, fiori di Bach, aura-soma, incensi, cristalli, fitocosmesi, miele, alimenti biologici, libri... realizzazione e se r v izio a ll’umanità Meditazione - Ser vizio so ciale i Y Corsi d oga e cucina v e g etariana Cene indiane per benefic en za Ananda Marga Organizzazione Umanitaria Cordenons PN - Piazza San Pietro 10 Tel. 0434 931364 - Cell. 348 9035858 www.apnu.net Via San Giuliano, 35 - Pordenone tel./fax: 0434 28043 - [email protected] 20 Konrad ottobre 2011 cinema La fin e de l mo nd o al l'i ta lia na Cari lettori. Nel numero precedente avevo scritto ben 5 recensioni, e qualcuno mi ha detto che forse erano un po’ troppe. Così adesso ne ho confezionato solo due. Olè! Dopo l’orgia estiva di filmoni americani spettacolari e commerciali, sono cominciati ad arrivare sugli schermi alcuni film italiani provenienti dalla Mostra del Cinema di Venezia. Tra essi Cose dell’altro mondo di Francesco Patierno, che aveva suscitato forti polemiche negli ambienti della Lega Nord, tanto che alcuni esponenti di quel partito hanno esplicitamente invitato il pubblico a boicottarlo. In realtà il film è dichiaratamente il remake di una co-produzione messicana-spagnola-statunitense del 2004, Un giorno senza messicani di Sergio Arau. Il film di Arau mostrava le conseguenze catastrofiche della sparizione improvvisa per un evento soprannaturale di tutti gli otto milioni di messicani che abitano lo stato della California e che sono disprezzati da buona parte della popolazione di razza bianca. Nel film italiano a sparire invece sono gli immigrati, ma le conseguenze sono praticamente le stesse. La pellicola getta uno sguardo satirico sulla vasta gamma di effetti che un simile avvenimento provocherebbe nella popolazione italiana: sconcerto, paura, rabbia, disperazione. Ci sono le famiglie agiate che non sanno cosa fare senza camerieri e badanti. Ci sono i ricchi proprietari terrieri che improvvisamente non hanno più manodopera per la raccolta dei pomodori ed altri prodotti della terra. Cantieri edili, ospedali, officine, botteghe artigiane, ristoranti, ogni cosa si blocca per l’assenza di lavoratori. Non a caso la bella colonna sonora cantata da Simone Cristicchi parla della fine del mondo. Tutta codesta emergenza nazionale però viene osservata dal punto di vista di una piccola cittadina del nord Italia dove quasi tutti votano Lega e l’industriale Golfetto (Diego Abatantuono), che non sopporta gli immigrati nella maniera più assoluta, scarica tutta la sua xenofobia in uno spazio a lui riservato nella tv locale che finanzia. Altri personaggi sono Ariele (Valerio Mastandrea), un poliziotto con la madre malata di Alzheimer, e Laura (Valentina Lodovini), una maestrina che aspetta un figlio da un africano. La storia si sviluppa in questo microcosmo con ritmo serrato, alternando i punti di vista dei tre protagonisti, che fanno ridere amaramente e che, pur nella loro complessità e nei loro dualismi, rappresentano attitudini verso lo straniero che ben conosciamo: falso buonismo, condanna urlata, indifferenza. Il film procede bene in tutta la prima parte, ma poi finisce per mettere una quantità eccessiva di carne sul fuoco, e nel finale molto triste lascia troppe cose in sospeso. Comunque contiene una coraggiosa condanna del razzismo italico, e va apprezzato per questo. Rimaniamo in argomento e passiamo ad un altro film apocalittico, L’ultimo terrestre di Gianni Pacinotti, maggiormente conosciuto nel mondo del fumetti come Gipì. Al posto di una “Prodigiosa Scomparsa” qui abbiamo un vero e proprio “Avvento Cosmico”. Il film La Bottega delle Spezie erboristeria dott. Manuela Zippo spezie e tè dal mondo - cioccolate selezionate integratori alimentari - fitocosmesi via combi 12 - trieste - tel. 040 303555 presenta un ritratto del Belpaese ancora più triste e disperato di quello mostrato in Cose dell’altro mondo, anche se diciamo pure che Pacinotti nella sua “opera prima” ha ammorbidito leggermente i toni dell’agghiacciante romanzo grafico di Giacomo Monti Nessuno mi farà del male (pubblicato dalle edizioni Canicola nel 2011,) al quale il suo film è ispirato. In un’Italia berlusconizzata dove impera una spaventosa miseria morale, l’annuncio dell’arrivo sulla Terra di una missione di pacifici extraterrestri viene accolto nella più grande indifferenza. Ognuno pensa per sé e continua a farsi gli affari propri, tutti chiusi nel loro piccolo mondo egoistico ed ipocrita. Gli unici ad essere interessati sono i soliti venditori di fumo, che ne approfittano per imbrogliare i gonzi e far loro credere di essere in contatto con le intelligenze provenienti dallo spazio profondo. Come nel vecchio film di Vittorio De Sica Il Giudizio Universale (1961), il vero obbiettivo del regista sembra essere quello di mostrare le reazioni della gente comune di fronte ad un evento straordinario di portata ultramondiale. Per farlo si serve di attori bravissimi pressoché sconosciuti, come Gabriele Spinelli ed Anna Bellato. La presenza del grande attore teatrale Roberto Herlitzka nobilita ulteriormente l’operazione. Facciamo così conoscenza con Luca Bertacci, un uomo solo che lavora come cameriere in un allucinante ristorante di nome Bingo, vessato da colleghi beceri e maligni. Oltretutto Luca è stato abbandonato dalla madre in tenera età ed è rimasto talmente traumatizzato da avere un’enorme difficoltà a rapportarsi con il gentil sesso. La giovane vicina di casa che lui adora da lontano, va a letto con un bellimbusto presuntuoso ed arrogante, che arriva addirittura ad ammazzarle il gatto di nascosto perché disturbato dai suoi miagolii. L’unico amico di Luca è un transessuale conosciuto fin dall’infanzia, sfigato pure lui e preso in giro da tutti. Sembrerebbe una situazione senza speranza, ma l’arrivo degli alieni spariglia le carte ed offre nuove opportunità agli sfortunati, ai deboli ed ai poveracci, perché i piccoli alieni argentei dai grandi occhi luminosi e dalla testa rotonda, sono molto meno pacifici di quello che sembrano. All’inizio appaiono come dei semplici osservatori, che si manifestano nei posti più impensati, ma ben presto si rivelano spietati nel punire la cattiveria, la meschinità e l’egoismo che imperano nel mondo contemporaneo. Nulla viene perdonato, nemmeno l’uccisione di un semplice gattino. I malvagi vengono puniti con il fuoco, ed inceneriti nel corpo e nello spirito. I puri di cuore, gli onesti e gli innocenti invece vengono chiamati verso un luogo diverso dalla nostra Terra, in un esodo di proporzioni bibliche. L’Umanità intera è stato giudicata da un tribunale cosmico, ed il verdetto non è stato favorevole. Solo pochi eletti avranno il permesso di rimanere sul nostro pianeta, ed uno di essi sarà proprio Luca Bertacci. A lui nessuno farà più del male. Così termina il film, e così finisco questa mia recensione. Gianni Ursini 21 Konrad ottobre 2011 teatri di confine die ci spe tta col i per una sta gio ne Nonostante la crisi, nonostante i tagli, the show must go on. E visto che settembre è arrivato, puntuale come una zanzara al crepuscolo, siamo nuovamente qui a parlar di teatro. Rossetti, Contrada, Miela e Sloveno a Trieste, Nuovo e Contatto a Udine, il Comunale di Monfalcone e quello di Pordenone (oltre a tutte le altre realtà regionali), stanno scaldando i motori per la stagione in arrivo. Molti di questi teatri hanno già presentato il calendario 2011/2012. Ma questa rubrica, stavolta, non farà un mero e noioso elenco: l’idea è quella di mettere in risalto i dieci migliori spettacoli da vedere in regione. È chiaro che neppure lo scrivente può sapere già adesso se gli spettacoli scelti confermeranno le aspettative, oppure no. Lo sapremo solo a fine stagione. Ad ogni modo, il catalogo è questo: 1) 18 mila giorni. Il pitone - Teatro Comunale di Monfalcone, 26/3/2012. Testo di Andrea Bajani, regia di Alfonso Santagata. Ma è soprattutto la straordinaria bravura di Giuseppe Battiston ad annunciare che questo spettacolo potrebbe essere uno dei più belli della stagione. Se poi ci aggiungi un cantautore del calibro di Gianmaria Testa, allora forse non c’è nemmeno bisogno di usare il condizionale. 2) Reportage Chernobyl - Teatro Comunale di Monfalcone, 26/1/2012. Di e con Roberta Biagiarelli, regia di Simona Gonella (coautrice). Un viaggio tra ‘L’atomo e la vanga, la scienza e la terra’, per ricordare il disastro della centrale atomica ucraina e lanciare un ulteriore monito a chi gioca con le vite degli altri per rincorrere il mito del nucleare sicuro. Con un intervento video di Roberto Herlitzka. 3) Sconcerto - Teatro Comunale G. Verdi di Pordenone, 24 e 25/10/2011. Con il grande Toni Servillo, che cura anche la regia, e il testo di Franco Marcoaldi. Un ‘one man show’ con controcanto orchestrale. 4) 2984 - Teatro Nuovo Giovanni da Udine, 6/2/2012. (anche a Pordenone) Inserito nella sezione ‘Cross Over’ del cartellone udinese, la rivisitazione del 1984 orwelliano è opera del ‘Teatro della TossÈ, nelle persone di Enrico Remmert e Luca Ragagnin. Uno spettacolo necessario, che utilizza numerosi video e monitor per ricostruire un mondo che dalla letteratura si è ormai trasferito nella realtà. Partecipazione video di Enrico Ghezzi. 5) L’innocenza di Giulio. Andreotti non è stato assolto. Teatro Comunale di Monfalcone, 29/11/2011. Di e con Giulio Cavalli, regia di Renato Sarti e con la collaborazione di Giancarlo Caselli e Carlo Lucarelli. In effetti il titolo ha ragione, Andreotti non è stato assolto e questa pièce di teatro civile racconterà perché. Musiche dal vivo di Stefano ‘Cisco’ Bellotti, ex leader dei Modena City Ramblers. 6) Berline, elsewhere - Teatro Palamostre di Udine, 29/10/2011. Teatro danza di importazione, porta la firma registica e coreografica di Constanza Macras, allieva di Pina Bausch. Nella stagione del Giuseppe Battiston e Gianmaria Testa in 18.000 giorni – Il pitone Teatro Contatto. 7) Rumore di acque - Teatro Comunale G. Verdi di Pordenone, 10 e 11/2. Il Teatro delle Albe porta in scena un lavoro polifonico e suggestivo su Mazara del Vallo, con il patrocinio di Amnesty International. Protagonisti Marco Martinelli e Ermanna Montanari. Musiche dei fratelli Mancuso. 8) La resistibile ascesa di Arturo Ui - Teatro Rossetti di Trieste 8-12/2. Un Brecht d’annata con Umberto Orsini e la regia di Claudio Longhi. Con inquietanti somiglianze tra il personaggio Arturo Ui e i dittatori di turno. 9) ITIS Galileo - Rossetti di Trieste 11-16/10. (anche a Udine e Monfalc.) Marco Paolini è una garanzia, può raccontare qualsiasi cosa e il pubblico lo sta ad ascoltare. Vedremo cosa ne sarà della storia di Galileo. 10) Il principe di Homburg - Teatro Nuovo Giovanni da Udine, 12-16/10 Dopo ‘Il vecchio e il cielo’, Cesare Lievi mette in scena il testo di Von Kleist, che aveva affascinato anche il cineasta Marco Bellocchio. Da questa lista molti spettacoli sono rimasti fuori, ma avrebbero anche potuto esserci. Penso ad Organon, storia inedita della filosofia per mezzo del corpo danzante di Marta Bevilacqua, al Palamostre di Udine, o al Racconto d’inverno shakespeariano reinventato da Ferdinando Bruni e Elio De Capitani, al Nuovo, o ancora all’intramontabile Paolo Poli che alla Contrada porterà Il Mare, dai racconti di Anna Maria Ortese. Certo è che a Trieste ci si aspettava qualcosa di più dalla sezione ‘Altri percorsi’ del Rossetti. Com’è possibile che uno spettacolo come 18mila giorni qui non sia arrivato? E perché bisogna andare a Monfalcone o a Udine per assistere a messe in scena meno rassicuranti e tradizionali? Stefano Crisafulli A PORDENONE DALL'UNO ALL ‘OTTO OTTOBRE ARRIVA LA 30° EDIZIONE DELLE GIORNATE DEL CINEMA MUTO Le Giornate del cinema muto compiono trent’anni ! Un traguardo invidiabile per una manifestazione nata quasi in sordina nel 1982, con una piccola rassegna dedicata al comico Max Linder, quando l’associazione “Cinemazero” di Pordenone aveva appena 4 anni di vita. Oggi le Giornate del cinema muto sono diventate una prestigiosa rassegna internazionale che ospita personaggi famosi nell’ambiente del cinema, e polarizza l’attenzione dei collezionisti e degli amatori di tutto il mondo. Nonostante ciò non è stata risparmiata dai tagli operati dal Governo nel mondo dello spettacolo, e l’anno scorso a Pordenone sono stati costretti a ridimensionare alcune importanti manifestazioni collaterali. La rassegna si articolerà in otto giornate dall'1 all’8 ottobre con proiezioni nel pomeriggio ed alla sera al cinema – teatro Verdi di Pordenone dove si potranno apprezzare parecchie decine di pellicole provenienti da tutto il mondo. Tra le chicche The white shadow, un film britannico inedito del 1924 recentemente ritrovato in uno scantinato della Nuova Zelanda con il grande Alfred Hitchcock come aiuto regista, mentre la serata inaugurale del 1° ottobre sarà dedicata al cinema russo con la proiezione de La nuova Babilonia, di Grigori Kozintsev & Leonid Trauberg. Questa volta il manifesto ufficiale della rassegna pordenonese è dedicato a Charlie Chaplin, ed infatti sono in programma molte pellicole del genio statunitense, tra cui Il Circo, L’avventuriero, Strade pericolose, ed altri. Ma è impossibile descrivere la mole enorme del materiale a disposizione, tra cui alcuni rarissimi esempi del cinema italiano degli inizi del secolo ventesimo, pellicole introvabili risalenti al 1912 ed al 1913. Dagli albori del cinema di animazione giapponese ai primi esperimenti cinematografici nella Georgia sovietica, fino alla primavera del cinema muto magiaro di Mihàly Kertesz , le Giornate del Cinema Muto offrono una panoramica insuperabile del cinema senza parole. Tutte le pellicole sono accompagnate da professionisti al pianoforte, e nelle serate più importanti le musiche saranno eseguite da una vera e propria orchestra secondo la partitura originale dell’epoca. Un appuntamento imperdibile per tutti veri appassionati di cinema e per gli amanti delle cose perdute. Gianni Ursini alimentazione 22 Konrad ottobre 2011 Mal di zucchero Cosa si nasconde dietro questa polverina bianca... Cominciamo con un po’ di storia: lo zucchero è un composto organico della famiglia dei carboidrati, il cui nome scientifico è disaccaride saccarosio. Le sue origini si perdono nella notte dei tempi: Si ritiene che sia stato portato dagli abitanti delle isole polinesiane in Cina e in India. Qui i persiani di Dario I lo trovarono coltivato nel 510 a.C. Nel 325 a.C. Alessandro Magno portò la notizia che nei territori orientali si trovava un “miele che non aveva bisogno di api”. Nell’XI secolo i Genovesi e i Veneziani presero ad importare modeste quantità di ciò che veniva chiamato sale arabo che le crociate resero ancora più diffuso. Lo zucchero restò per molto tempo una spezia rara e preziosa, venduta dagli speziali e dai farmacisti a carissimo prezzo come medicina in uso per sciroppi, impacchi ed enteroclismi. Solo i ricchi potevano permettersi di usarlo come dolcificante. Con la scoperta delle Americhe gli spagnoli introdussero la coltivazione della canna da zucchero a Cuba e nel Messico, i portoghesi in Brasile, inglesi e francesi nelle Antille, in quei territori cioè dell’America centrale e meridionale che ancora oggi ne sono tra i maggiori produttori. Nacque un fiorente traffico di importazione che rese il prodotto, per quanto di lusso, più comune. Dobbiamo però aspettare gli inizi del ‘900 con l’abbattimento delle numerose accise ed imposte che gravavano sullo zucchero, e parallelamente lo sviluppo della coltivazione della barbabietola da zucchero in tutta Europa, per vedere crollare i prezzi e quindi rendere accessibile a tutti questa sostanza così amata. Dall’inizio dello scorso secolo lo zucchero conobbe uno sviluppo impressionante, tanto che oggi il consumo procapite in Europa è di 32kg all’anno! Tutto questo zucchero fa bene o fa male? Finora gli studi scientifici (e soprattutto la pubblicità delle industrie produttrici) hanno sempre sostenuto che lo zucchero sia importante per la salute, in quanto apporta energia, soprattutto al cervello che si nutre appunto di glucosio. Già però da molti anni l’Organizzazione Mondiale della Sanità avverte che un consumo eccessivo può portare carie, obesità e diabete, anche se poi non viene mai specificata la quantità massima da assumere giornalmente. Alcuni nutrizionisti sostengono che il fabbisogno quotidiano di zucchero sia di 90g, ma bisogna tener presente che molti cibi, come la pasta, il pane, la frutta e il latte, per non parlare della pasticceria, ne contengono già molto. Sul Corriere della Sera (14 settembre 2011) viene pubblicato un articolo dal titolo allarmante: “Mai più di otto cucchiaini al giorno”. secondo gli esperti della Società italiana di diabetologia (Sid) occorre rimanere sotto il limite di 8 cucchiaini al giorno (circa 50 grammi per gli uomini, e 40 per le donne, ancor meno per i bambini), Superarlo mette a rischio, soprattutto a lungo termine, la salute, portando scompensi sui trigliceridi nel sangue e sull’insulino resistenza, le complicanze dunque del diabete che è fattore di rischio cardiovascolare perché la glicemia alta, soprattutto dopo i pasti, fa male al cuore. Ma c’è di più: sempre il "Corriere della Sera" (21 gennaio 2010) da notizia !"#$%&'(#)%"#!*#+,!)%-#)%"#*(#'."/.-#)%"#*%#,0!&!/% GYROTONIC ® � �GYROKINESIS locale climatizzato 1112+,!%$%&'(,/34!%2!/ P.S. per un maggior approfondimento sui danno dello zucchero raffinato consigliamo il libro “Sugar Blue’s – il mal di zucchero” di William Dufty (Macro Edizioni). Elisir di Elisabetta Turati Trieste Via Crispi, 17 tel 040 3480704 ® yoga * tai chi * reiki * feldenkrais® Corsi colletivi e lezioni individuali di una ricerca scientifica in cui si dimostra chiaramente che se lo zucchero a disposizione scarseggia, le cellule normali vivono più a lungo, quelle pre-tumorali muoiono. C’è dell’altro: valutando l’espressione e l’attività di alcuni geni-chiave delle cellule i ricercatori si sono accorti che una dieta a basso contenuto di zucchero stimolava un aumento dei livelli di telomerasi, l’enzima che «mantiene giovani» i telomeri (le strutture terminali dei cromosomi che si accorciano man mano che si invecchia); inoltre, la scarsità di glucosio riduceva l’attività di un altro gene che invece rallenta la funzione della telomerasi. Riassumiamo i risultati delle principali ricerche scientifiche sullo zucchero di questi ultimi 10 anni: L’assunzione di zucchero raffinato sottrae vitamina C all’organismo come fanno le sigarette, uccide alcuni batteri simbionti che nel nostro organismo producono vitamine del complesso B e altera il ciclo di regolazione glicemica. Il pancreas reagisce allo zucchero puro con una ipersecrezione di insulina, cui segue da una parte una ipoglicemia, dall’altra a lungo andare il surplus di lavoro del pancreas può portare al diabete. L’assunzione di zucchero inoltre causa sonnolenza post pranzo, altera il metabolismo e influisce sugli ormoni, decalcifica le ossa e può portare alle carie dentarie. Anche l’aumento dei casi di cancro è correlato all’assunzione sempre più elevata di zucchero. I popoli che non conoscono ancora lo zucchero non conoscono nemmeno il cancro. Il più basso livello di casi di cancro si è registrato in Olanda due anni dopo l’occupazione nazista, quando zucchero e caffè erano quasi scomparsi dalla tavola: tutti gli studi sulla prevenzione e la cura naturale del cancro (regolazione alimentare e metabolica) confermano che più si mangia zucchero e più si rischia di sviluppare il tumore. Ci sono inoltre studi che dimostrano il legame fra zucchero e ulcera, fra zucchero e malesseri psicologici, fra zucchero e allergia...la situazione è grave: sia per gli effetti che per l’assordante silenzio di chi dovrebbe tutelare la salute dei cittadini. Un ultimo avvertimento: da molti anni si pubblicizza il consumo dei dolcificanti artificiali, come l’aspartame e così via, ma sempre più studi stanno dimostrando che sono ancora più tossici dello zucchero bianco. Che fare dunque? Prima di tutto ridurne il consumo, sia diretto che indiretto (quello presente nei cibi e nelle bevande – una lattina ne può contenere 38g!). Poi sostituirlo con lo zucchero integrale, il miele o meglio ancora il malto di cereale (che si trova principalmente nei negozi di alimenti biologici). Infine, fare movimento fisico subito dopo l’assunzione in modo da consumarlo e quindi evitare che si depositi nell’organismo. !"#$%!$ &'(()*+',-).+/),0 1212310045,6,78719:8219 [email protected] Nadia e Giacomo Bo www.ricerchedivita.it Capofonte, un bene storico distrutto e dimenticato Sembra incredibile, eppure nonostante le numerose segnalazioni e proteste da parte dei cittadini che chiedevano la tutela dell’Acquedotto Teresiano, bene di proprietà pubblica dal grande valore storico e culturale risalente al XVIII secolo e come tale sottoposto a tutela ope legis ai sensi dell’art. 12 D.Lgs.42/2004 (codice Urbani), nessuno sembra più ricordarsi dello scempio perpetrato nel corso dei lavori di consolidamento della strada soprastante, preliminari alla ristrutturazione delle case Ater di Borgo San Pelagio, nel rione di San Giovanni a Trieste. La Procura della Repubblica sta in silenzio, la Soprintendenza ai Beni Architettonici del Friuli Venezia Giulia e gli altri enti coinvolti non rispondono alle richieste dei cittadini, il Direttore dei Civici Musei sembra disinteressarsi del caso. In una prima lettera indirizzata al sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza e alla presidente dell’Ater di Trieste, Perla Lusa, datata 9 maggio 2008, infatti, il Direttore regionale per i beni culturali e paesaggistici del Friuli Venezia Giulia, architetto Roberto Di Paola, invitava le amministrazioni a riferire in merito, sospendendo cautelativamente qualsiasi operazione che potesse mettere in pericolo il bene storico. In una successiva lettera del 13 agosto 2008, la Direzione elencava dettagliatamente i danni riportati dall’edificio storico riscontrati durante un sopralluogo effettuato in data 30 giugno 2008 e sottolineava la necessità di un restauro, previa presentazione di un progetto esecutivo alla competente Soprintendenza per i beni architettonici e il paesaggio e per il patrimonio storico, artistico e demoetnoantropologico del FVG. Allo stesso tempo la Direzione suddetta segnalava che - se accertate - le alterazioni del regime idrico sotterraneo, causate dai maldestri lavori di consolidamento dell’Acquedotto Teresiano, avrebbero potuto compromettere le condizioni di conservazione dello stesso. Le Associazioni Il Capofonte Onlus, WWF Trieste, Italia Nostra presentavano in data 12 maggio 2008 un esposto alla Procura della Repubblica di Trieste (le indagini, a quanto è dato sapere, sono ancora in corso), con ampia documentazione inerente i lavori per la messa in sicurezza del bene storico e i conseguenti gravi danni causati durante il posizionamento della soletta superiore di protezione proposta e progettata dall’Ater e accettata dagli uffici tecnici del Comune di Trieste. Nella relazione consegnata al magistrato, si evidenziava come durante i lavori di scoprimento dell’estradosso della galleria interna, fu intercettato il flusso d’acqua che normalmente scorreva dalle gallerie superiori tramite una tubazione di ghisa. Tale tubazione fu successivamente ostruita dal cemento nel corso dell’attività di infissione dei micropali, causando l’innalzamento della soglia di travaso dell’acqua a 98,2 metri sopra il livello del mare. Era stato infatti accertato, in data 27 aprile 2008, l’allagamento di tutte le gallerie superiori con un innalzamento di circa 2,3 metri e un accumulo d’acqua pari ad almeno 500 metri cubi. Il fatto veniva divulgato tramite conferenza stampa dall’Associazione Il Capofonte, e i tecnici Ater decidevano di intervenire per rimediare al danno vuotando, con l’utilizzo di apposite pompe, le gallerie superiori e creando un pozzetto drenante per raccogliere le acque che non scorrevano più nella loro sede originale. Durante questo ulteriore intervento veniva però abbattuta la parete interna di chiusura della galleria e, con estrema fretta, coperto lo scavo, precludendo di fatto ogni possibilità di intervenire sulla regolazione dei flussi idrici a monte del Capofonte Teresiano. Più volte è stato ribadito il concetto che il bene storico doveva essere tutelato nella sua complessità sia strutturale sia funzionale, tanto è vero che negli anni furono effettuati numerosi sopralluoghi e convocate diverse Commissioni consiliari congiunte (lavori pubblici, trasparenza, cultura) del Comune di Trieste. I danni furono verificati di persona anche dal dott. Dugulin dirigente dell’area Cultura e dall’ing. Tevini per l’area Lavori Pubblici del Comune di 23 Konrad ottobre 2011 Trieste, nonché dal presidente della VI Circoscrizione Gianluigi Pesarino Bonazza. Preme ricordare che in data 3 giugno 2008 l’architetto Anselmi della Soprintendenza dichiarava in Commissione Lavori Pubblici che il Capofonte Teresiano è un bene culturale e in quanto tale va mantenuto nelle sue funzioni, e ancora le dichiarazioni del consigliere comunale Sasco, che definiva il manufatto storico e architettonico di importanza primaria e sottolineava che il regime idrico non andava modificato o danneggiato. Ribadiva anche la necessità del ripristino originale ed evidenziava l’importanza primaria di decidere chi avrebbe dovuto eseguire l’intervento ulteriore, chi lo avrebbe pagato e chi avrebbe verificato la corretta esecuzione dei lavori. Alle proteste dei cittadini, che nel giugno 2008 in 1.600 sottoscrissero una petizione in favore dell’attività svolta dall’Associazione “Il Capofonte”, riconoscendone l’operato di manutenzione e conservazione della zona boschiva e delle risorse naturali ipogee ed epigee presenti, nonché l’attività di salvaguardia dell’Acquedotto Teresiano, rispose ancora una volta la IV Commissione consiliare permanente del Comune, nella riunione del 12 marzo 2009, quando dopo una discussione nella quale si prendeva atto Da sinistra a destra: – Interno delle Gallerie Superiori allagate dell’Acquedotto Teresiano – Il grave degrado in cui versa il Capofonte Teresiano attualmente di un danno esistente, chiedeva che venisse eseguita in tempi brevissimi una perizia idrogeologica al fine di verificare la situazione e intervenire per un ripristino dopo aver individuato le responsabilità. Da allora fino ad oggi di studi e verifiche tecniche non si è più parlato: gli abitanti rimangono preoccupati della situazione, mentre le Associazioni hanno ribadito la necessità di una perizia idrogeologica urgente nell’area. Solo attraverso un’adeguata valutazione del rischio idrogeologico, infatti, sarà possibile accertare la reale situazione del cambiamento dei flussi idrici sotterranei. La preoccupazione tangibile è che con la consegna dei nuovi alloggi Ater del Borgo San Pelagio tutta la vicenda cada nel dimenticatoio e nulla venga più fatto per ripristinare l’opera ingegneristica di captazione e trasporto idrico delle acque voluta dall’Imperatrice Maria Teresa d’Austria, che con l’editto del 19 novembre 1749 ordinò la costruzione dell’acquedotto per far fronte alle necessità idriche dovute all’aumento della popolazione di Trieste nel XVIII secolo. Il Capofonte e le gallerie di captazione dell’acqua hanno un grande valore storico e culturale e devono essere salvaguardati perché testimonianza preziosa per la storia della nostra città. Maria Grazia Beinat Presidente dell’Associazione Il Capofonte ONLUS dott. Majaron Leonarda Bilanciamento craniosacrale - Cromopuntura Test intolleranze alimentari - Fiori di Bach Dieta Psicosomatica Associazione Regionale Via San Lazzaro, 7 - Trieste Biodinamica Cranio Sacrale 347 6910549 www.bcstrieste.it Centro Trattamento e Formazione [email protected] colonna vertebrale 24 Konrad ottobre 2011 Er ni a de l di sc o ce rv ic al e Lo scorso numero abbiamo affrontato l’argomento della “brachialgia” e viste le richieste di maggiori informazioni abbiamo ritenuto opportuno approfondire l’argomento con una delle cause tipiche di “brachialgia” acuta: l’ernia del disco cervicale. È un problema frequente, i più colpiti sono gli adulti sopra i 30 anni e sotto i 60. Ogni anno infatti vi sono circa 83 nuovi casi ogni 100.000 abitanti. L’ernia può essere “molle”, o “dura” a seconda della “consistenza”. Tipicamente si manifesta con dolore e debolezza al collo e ad un’arto superiore. Quando però l’ernia è particolarmente voluminosa, essa può determinare anche compressione sul midollo spinale, compromettendo la forza e la sensibilità degli arti inferiori. Ernia “molle” È la classica ernia del disco: consiste nella fuoriuscita del nucleo polposo (parte centrale del disco) attraverso una lacerazione completa dell’anulus fibroso (anello che lo contiene) con la conseguente compressione (nel 90% dei casi) di una o più radici nervose spinali e/o del midollo. Cause: tipicamente vi è un’usura progressiva dell’anulus con continue micro lacerazioni e debordamento progressivo, (condizione detta bulging o protrusione discale) fino al suo completo cedimento con conseguente erniazione del nucleo. Posture errate protratte, movimenti ripetitivi in posizioni scorrette e carichi elevati sugli arti superiori sono cause tipiche di usura dell’anulus. Anche traumi importanti possono essere la causa scatenante di un’ernia ma raramente essi sono sufficienti a lesionare un disco perfettamente integro, generalmente sono determinanti solo su dischi già quantomeno parzialmente lesionati. Recentemente poi è stata scoperta una certa famigliarità, (fattori genetici) a determinare la predisposizione di ognuno di noi a soffrire d’ernia del disco. Usualmente si riscontra prima dei 50 anni. Il livello più colpito è C6-C7 (70%), segue C5-C6 (20%). La manifestazione prevalente è il dolore al braccio ed al collo, che spesso insorge acutamente al risveglio mattutino. Tipicamente è presente anche forte rigidità del collo, con dolore acuto nei movimenti. Tipicamente il dolore al braccio può spingersi sino alle dita della mano, con formicolii od altri sintomi, il dito indice ed il medio nella maggioranza dei casi, il mignolo ed il pollice sono coinvolti meno frequentemente. Talvolta possono essere presenti solo i sintomi al braccio e/o dita senza che apparentemente vi siano problemi al collo. È importante ricordare che un’ernia C5-C6 può portare ad avere sintomi simili a quelli di un infarto miocardico mentre la sofferenza di C8 invece può accompagnarsi a una “sindrome di Horner” incompleta, ossia un’alterazione del diametro pupillare. Ernia “dura” L’ernia “dura” è un falso nome per indicare un conflitto radicolare sostenuto da un becco osseo al margine del corpo vertebrale (osteofitosi margino-somatica). Questa condizione generalmente insorge dopo i 55 anni ed una radiografia in posizione obliqua può essere sufficiente a mostrare la riduzione del canale neurale, la dove la radice nervosa esce dal canale vertebrale. L’insorgenza dei sintomi è solitamente più graduale dell’ernia “molle”, con dolore radicolare a cui spesso si associano deficits muscolari ed alterazioni dei riflessi. Talora sono coinvolte più radici, perché il processo spondilotico, a differenza della semplice ernia “molle”, normalmente interessa più di un livello. Diagnosi Mentre per l’ernia molle prevalgono i segni radicolari, ossia dolore e debolezza al braccio, in caso di ernia dura bisogna discernere l’interessamento radicolare da quello midollare. Infatti all’ernia “dura” è spesso associata la sofferenza del midollo spinale ed il coinvolgimento degli arti inferiori. L’iter diagnostico-terapeutico comunque presenta delle similitudini. Terapia La terapia medica mira al controllo dell’infiammazione e del dolore. I farmaci più comunemente impiegati sono i FANS (farmaci antinfiammatori non steoirdei) che associano in proporzioni più o meno diversa, anche un’attività analgesica. Altri farmaci possono essere prescritti dal medico quando si vuole un’azione più intensa. Siccome l’irritazione meccanica prodotta da certi movimenti del collo contribuisce ad esacerbare i sintomi, risulta efficace la Fisioterapia attraverso l’identificazione di quei movimenti ed esercizi specifici, contrari a quelli nocivi, che possono aiutare a ridurre la compressione radicolare e favorire la risoluzione del processo infiammatorio. Inoltre alcune terapie fisiche come la Tecar-Terapia, o le manipolazioni, possono avere un effetto decontratturante ed antalgico e possono contrubuire a superare la fase acuta con minor dolore e disabilità. Chirurgia? Di solito questa strada viene scongiurata (salvo nei rari casi di urgenza e/o nei casi con importanti deficit di forza/sensibilità o di compressione midollare) e generalmente viene considerata solamente una volta esaurite le possibilità offerte da un appropriato approccio fisioterapico. (che andrebbe tentato almeno 1 mese prima di poter trarre delle conclusioni). Nella maggior parte dei casi infatti la Fisioterapia specifica, in sinergia agli eventuali approcci medici conservativi, (es. farmaci prescritti dallo specialista dove necessari) a circa 2 mesi dall’episodio acuto, porta ad una remissione soddisfacente dei sintomi ed ad un buon recupero. Dott. Ft. Marco Segina Meraviglie ed enigmi di un capolavoro del Rinascimento egiziano 25 Konrad ottobre 2011 7 ottobre, Conferenza pubblica del prof. Francesco Tiradritti, Sala San Nicolo', via Dante 6, ore 17,30. Dal 1996 la Missione Archeologica Italiana a Luxor è attiva nello scavo del Complesso funerario di Harwa e Akhimenru a Luxor. Si tratta di due sepolcri della prima metà del VII secolo a.C., periodo che corrisponde alla fase finale del dominio di sovrani di stirpe nubiana (XXV dinastia) sull’Egitto. Le ricerche effettuate sino a questo momento hanno consentito di riportare alla luce decorazioni di fattura e delicatezza mirabili ispirate al passato delle civiltà faraonica che hanno portato a coniare il termine per l’epoca in cui furono prodotte di “Rinascimento egiziano”. La vastità della Tomba di Harwa (4000 metri quadrati) è prova tangibile dell’importanza di questo personaggio. Nel corso degli scavi è stata ritrovata una statuina funeraria che lo ritrae con in mano le insegne della regalità faraonica. Il problema è di stabilire se questa effigie è soltanto espressione di velleità personali o rispecchia una realtà di fatto che attribuirebbe a Harwa il ruolo di governatore plenipotenziario di tutto l’Egitto meridionale. Francesco Tiradritti, direttore della missione ed egittologo, prima di dare inizio alle ricerche presso il complesso funerario di Harwa e Akhimeru ha compiuto scavi in Italia, Sudan e in Egitto, dove lavora dal 1988. Ha lavorato tredici anni come consulente presso la collezione egizia delle Civiche Raccolte Archeologiche di Milano ed è stato docente presso l’Istituto Universitario “Suor Orsola Benincasa” di Napoli e l’Università di Foggia. Nel 2004-2005 ha ottenuto la cattedra di eccellenza in Storia dell’Arte presso l’Università di Memphis (Tennessee). Ha fatto parte della commissione per lo studio del piano di prefattibilità del Nuovo Museo di Giza e per il progetto di rinnovamento del Museo Egizio di Torino. Ingresso libero; [email protected] Open day delle foreste in Friuli Venezia Giulia Il Friuli Venezia Giulia presenta una grande varietà di ambienti naturali che si differenziano per tipo, clima, suolo e altitudine. Le sue foreste, che ammontano a circa 324.000 ettari - il 41 % del territorio regionale - per la loro elevata biodiversità, rappresentano uno scrigno di elementi naturali floristici, faunistici e geomorfologici di interesse internazionale. Nell’ambito dell’ ”Anno Internazionale delle Foreste” - proclamato dall’ONU a sostegno della gestione forestale sostenibile, della protezione e della valorizzazione di alberi e foreste di tutto il mondo - il Corpo forestale regionale, in collaborazione ad altri enti ed associazioni del Friuli Venezia Giulia e del Veneto, ha organizzato per la giornata di domenica 2 ottobre un “open day” di sensibilizzazione in cinque caratteristiche foreste della regione. Dalle 8.00 alle 16 .00 sarà possibile usufruire dell’accompagnamento di forestali e di esperti naturalisti per una serie di facili visite guidate nella Foresta di Fusine a Tarvisio, nel Bosco del Cansiglio, nella Selva di Arvonchi a Muzzana del Turgnano, nel Bosco Plessiva e nel Bosco Igouza a Basovizza. In ogni bosco sarà realizzato un punto di accoglienza dove i visitatori potranno registrarsi, ricevere informazioni sulle varie opportunità di visita nell’arco della giornata e raccogliere i materiali divulgativi preparati dalle varie organizzazioni che hanno collaborato all’evento. Presso la “reception”, inoltre, potranno assistere ad alcune dimostrazioni pratiche dell’attività istituzionale del Corpo forestale regionale e statale. Sarà quindi possibile scegliere tra diverse escursioni e attività, alcune delle quali riservate ai bambini, cimentarsi su percorsi di orienteering, partecipare a passeggiate mirate all’osservazione dell’avifauna, seguire escursioni storiche, geologiche o floristiche, ascoltare intermezzi musicali proposti da alcuni cori, visitare musei e centri visite naturalistici, osservare dimostrazioni di pratiche forestali quali l’ abbattimento, l’allestimento, la classificazione del legname e altro ancora. Il programma completo degli eventi nei cinque boschi è reperibile sul sito della Regione www.regione.fvg.it. VENERDI 7 OTTOBRE IMMAGINI DAGLI USA AL DOPOLAVORO FERROVIARIO DI TRIESTE Ogni primo venerdì del mese alle ore 20.30 da parecchi anni presso la sala riunioni del palazzo delle ferrovie in piazza Vittorio Veneto a cura della Sezione diapositive dell’Associazione Dopolavoro Ferroviario di Trieste vengono proiettate immagini da tutto il mondo, ma non solo. Numerose sono state anche le proiezioni scientifiche e culturali dedicate a Trieste e dintorni. Ma venerdì 7 ottobre grazie al socio Walter Skof, la protagonista sarà la famosa Monument Valley, uno spettacolare fenomeno naturale presente nell'Arizona (USA) e conosciuto in tutto il mondo grazie ai film western del regista John Ford. Un tempo presso il DLF di Trieste vi erano svariate sezioni dedite al teatro, alla biblioteca, alla pittura, alla filatelia ed altro. Negli ultimi anni invece gradualmente sono state privilegiate le attività sportive. Oggi tra le attività culturali è rimasto solo il Museo Ferroviario di Trieste Campo Marzio, vero fiore all’occhiello dell’ associazione, sostenuto dal gruppo S.A.T. , tutti volontari appassionati di treni e ferromodellismo. Ma esiste, sia pure in tono minore, l’impegno nel settore audiovisivo che resiste sulla breccia dal oltre 15 anni. Tutto iniziò nel novembre 1994, quando in una saletta laterale del Museo Ferroviario che oggi è stata trasformata nella Sala Apparati Centrali ebbe luogo la proiezione di oltre 300 diapositive di una socia che aveva viaggiato a lungo nel Madagascar. La mancanza di riscaldamento suggerì ai soci di trasferirsi con l’accordo dell’allora Presidente del DLF Franco Bandelli nella sala riunioni del DLF che allora era situata in via Galatti. Fu in essa che ebbe luogo la seconda proiezione dal titolo La Montagne di Kugy perché proprio in quel periodo cadeva il 50° anniversario della morte del grande scrittore e scalatore triestino Julius Kugy. Fin dall’inizio come leader del gruppo si affermò il macchinista in pensione Luciano Muran, e tale è rimasto ancora oggi, nonostante abbia già superato gli ottanta anni di età. Dopo 15 anni il numero di proiezioni effettuate dal gruppo è salito ad oltre un centinaio, ma l’attività continua senza soste, con l’appoggio dell’attuale Presidente dell’Associazione DLF Claudio Vianello. Attualmente le proiezioni di diapositive a dissolvenza incrociata stanno lasciando il posto alle immagini digitali. Gli incontri sono aperti a tutti i soci che amano le immagini, i viaggi, le foto, la compagnia di un gruppo di amici. Se volete proiettare le vostre diapositive, contattate il DLF al 040-3794.620- Oppure il sig.Luciano Muran, tf. 040-910484 . 26 Konrad ottobre 2011 APPUNTAMENTI DI OTTOBRE Trieste 1 sabato ingresso libero Francese e musica per bambini Laboratorio gratuito dai 4-5 anni in su per scoprire la musicalità della lingua francese attraverso giochi, canzoni e filastrocche accompagnate dal piano. 16.3017.30. Comitato pro-ELIC Via Mazzini 30, 3° piano Info 040 260239, 320 0488202. 1 sabato ingresso libero Dualità e non-dualità nella tradizione vedica e biblica. L’Institute of Yogic Culture invita all’incontro con fr. Martin Kuvarapu (sw. Sahajananda) alle ore 20 al centro Veritas in via Monte Cengio 2. Info 040 635718. 1 sabato ingresso libero Alla scoperta del Tai Chi Pomeriggio di illustrazione e sperimentazione con il Tai Chi Chuan, movimento armonioso fonte di benessere e longevità, presso l’ass. OmNiaction, via San Francesco 15, ore 15-18. Info 3284253103. 1 sabato ingresso libero Scuola Ayurveda Abyangam Joytinat Alle ore 17 presentazione del programma dettagliato della Scuola “International College of Ayurveda Joytinat” del Maestro Swami Joythimayananda. Il programma illustrato sarà in accordo con le disposizioni europee in materia. La Scuola può essere seguita sia in forma culturale che professionale. Ass. Joytinat Yoga Ayurveda via Felice Venezian 20 - segreteria lun-mer-ven ore 18/20. Info 040 3220384, www.joytinat-trieste.org 1 sabato ingresso libero L’entrata di urano in ariete: uno sguardo sul futuro. Conferenza della Facoltà di Cosmobiologia dell’UNINT - Università Internazionale della Magna Fraternitas Universalis. ore 18.30 Via Mazzini 30 3° p. Info 040 2602395, 333 4236902. 2 domenica ingresso libero Open day della foresta a Basovizza Nell’anno internazionale delle foreste, anche in provincia di Trieste sarà organizzato l’ “Open day della foresta” con l’apertura dalle ore 10 alle ore 18 del Centro visite del Centro didattico naturalistico di Basovizza (loc.Basovizza,224) e dalle ore 8 visite guidate con attività nel bosco Igouza. Programma in visione su www. regione.fvg.it. Info 040 3773677. 2 domenica ingresso libero Meditazione guidata al Joytinat Per festeggiare il 15° anno della fondazione della nostra associazione, abbiamo scelto il giorno simbolico della nascita di Gandhi per ricordare il nostro percorso svolto con semplicità, impegno, professionalità e servizio. Alla meditazione seguiranno tisane, dolcetti e fiori. Ore 18 in via Felice Venezian 20. Info 040 3220384, Om Shanti Shanti Shanti. 2 domenica ingresso libero Giornata mondiale della Nonviolenza Giornata mondiale della Nonviolenza voluta dalle Nazioni Unite, Anniversario del- la nascita del Mahatma Gandhi in Piazza della Borsa alle ore 11.30. Riflessioni sulla condizione del Popolo Palestinese a cura del Comitato Pace Convivenza e Solidarietà “Danilo Dolci” e di altre Associazioni. Info 338 1652364. 2 domenica - 23 domenica Corso di euritmia L’insegnante B. Berden guiderà il corso di Euritmia presso la Casa-Dom Brdina Opicina v.di Prosecco 109 Ip. ore 10-12. Organizza l’Ass. Agricoltura Biodinamica. Info 333 7864810. 3 lunedì ingresso libero Presentazione corso di conoscenza Presentazione del corso: Ampliamento alla conoscenza per scegliere in libertà ovvero: macro-sofia. Alle ore 20,30 c/o Settimocielo Edizioni via della Guardia 13. Il corso inizierà il 17 ottobre. info e prenotazioni 040 7606402, Centro Il Settimocielo. 3 lunedì ingresso libero Iniziati i corsi di Tai ji/Kung Fu Lezione di prova: lunedi 3 Tai ji ore 1920.30 con Walter Mauri presso A.S.D. Avvolgere in via Carducci 12. Domenica 9 inizia il corso di massaggio (Tuina) sui meridiani con il dott. Zhao Ning Jun. Info 328 7352067, [email protected] 3 lunedì ingresso libero A.y.a.: dedicato a Yoga mamme Dalle ore 10.30 alle 12 invitiamo Mamme in attesa a partecipare ad un programma esperenziale basato su pratiche di Yoga e Ayurveda. Associazione Joytinat Yoga Ayurveda via Felice Venezian 20 - segreteria lun-mer-ven ore 18/20. Info 040 3220384, www.joytinat-trieste.org 3 lunedì ingresso libero San Giovanni si prepara... ad incontrare il Sindaco. Alle ore 18, al centro rionale di San Giovanni, via San Cilino 40/2, incontro pubblico tra i cittadini interessati a preparare le domande da rivolgere al sindaco in occasione della sua venuta in rione del 4 ottobre. Info 338 2118453, [email protected] 3-31 ogni lunedì ingresso libero Meditazione di luce per la terra Un invito di cuore a tutti e a chi si chiede il perchè dei cambiamenti in atto, dove stiamo andando, perchè siamo qui ora? Il Salto quantico 2012, meditazione di Luce per la Terra e l’ Umanità, guidata da Arleen Sidhe, in connessione i regni della natura e rete di luce del pianeta; l’incontro sarà introdotto da una breve spiegazione a titolo informativo, e dopo la meditazione seguirà un aggiornamento sull’Ascensione, la situazione attuale del passaggio di frequenza e cambiamento di coscienza della Terra. Ogni lunedì alle 20.30 presso Assoc. Lam-Il Sentiero, in piazza Benco 4. Info ArtLight 347 2154583, [email protected] 4 martedì ingresso libero Elaborazione del lutto La Società Antroposofica organizza ogni primo martedi del mese un incontro con il gruppo di sostegno per l’elaborazione del lutto, seguendo il testo “Confrontarsi con la morte” Ed. Novalis in via Mazzini 30, su www.konradnews.it gli annunci di novembre entro il 21 ottobre I p - ore 18.15-19.45. Info 339 7809778, [email protected], www. rudolfsteiner.it 4 martedì ingresso libero Casa internazionale delle donne Presentazione del laboratorio di autostima: Il governo delle donne alle ore 17 in via Pisoni 3. Alle ore 18 l’ass. Antica Sorgente presenta Spagyria: le piante di casa nostra. 4 martedì ingresso libero Corso base di avvio al buddhismo Corso di base di avvio al Buddhismo, meditazione e concentrazione sarà tenuto dalla monaca Sherab Choden (Malvina Savio) tutti i martedì ore 19 presso il Centro Sakya di via Marconi 34 Trieste. Info 040 571048. 4 martedì Corso di yoga Inizio corso di Yoga, con Antonio Contini, ogni martedì, dalle 18.30 alle 20, presso il Centro Joytinat di via Madonnina n. 3 a Trieste. info 040 7600131, 338 4593395. 4 martedì ingresso libero Lo yoga, la sua base fisiologica... e il suo significato. Conferenza organizzata dal Centro Culturale di Yoga Jñanakanda ore 17.30 presso la Libreria Borsatti, via Ponchielli 3. Info 040 2602395, 333 4236902. 4 martedì ingresso libero Il Sindaco incontra i cittadini... a San Giovanni. Alle ore 18, nel tendone chiesa, in piazzale Gioberti. Verranno trattate varie problematiche del territorio, comprese quelle legate al futuro piano regolatore. Info 338 2118453, [email protected] 5 mercoledì Acsd Ombellyki Danza Orientale Risveglieremo la Dea che è in noi in un percorso di conoscenza e consapevolezza che riduttivamente chiamiamo “Danza del Ventre”. Corsi ogni Mercoledì dal 5 ottobre ore 19.45-20.45 Base e 20.4521.45 Intermedio-Avanzato c/o ArteffettoDanza, via Machiavelli 17 I°p. Prova gratuita. Su richiesta corsi in altri orari ed incontri mensili. info 333 4573184, www. ombellyki.it, [email protected] 5 mercoledì ingresso libero Il Respiro che trasforma Alle 20.30 presso Il Giardino di piazza Benco 1 si terrà la conferenza gratuita di “Transformational Breath” (Il Respiro che trasforma), cui seguiranno 4 seminari. La conferenza sarà condotta da Peter Puschel (trainer di TB). Info 040 671940, 335 7523100, Peter Puschel. 5 e 19 mercoledì Corso di pittura L’Ass. Agricoltura Biodinamica organizza un corso guidato dalla pittrice Barbara Donadel sul tema “Esperienza di diversi paesaggi” presso la sede di v.Mazzini 30 I p. ore 17.45-19.30. Info 333 7864810. 6 giovedì ingresso libero I geroglifici egizi Fondamenti Simbolici ed Archetipici dei Geroglifici Egizi. Lettura dei Segni Sacri volta a risvegliare la facoltà intuitiva del pensiero, essenziale per accedere al mondo arcano dei Misteri. Conferenza tenuta dal dott. Roberto Colautti, ore 20,30 presso La Casa della Musica (Auditorium) Via Capitelli, 3 Trieste. Info 349 8901350, ass Tra Cielo e Terra wwf trieste conversazioni a casa del panda Mercoledì 5 ottobre, ore 18:00 – Conflitti ambientali: esperti, politica e istituzioni nelle controversie ecologiche. Il caso del rigassificatore di Porto Viro, con gli autori dell’omonimo libro, di recente edito da Il Mulino, Giorgio Osti e Luigi Pellizzoni, docenti di sociologia dell’ambiente nell’Università di Trieste. La conferenza si terrà presso la sede dell’Associazione. Mercoledì 26 ottobre, ore 18:00 – Presentazione del libro Per Aquileia. Realtà e programmazione di una grande area archeologica, di Andrea Benedetti, docente all’IUAV di Venezia e Luigi Fozzati, Soprintendente per i beni archeologici del Friuli Venezia Giulia. La conferenza si terrà presso la sede dell’Associazione. Venerdì 14 ottobre, dalle ore 10:00 alle ore 17:00, WWF: da 40 anni a Trieste per la tutela dell’ambiente, il Convegno si terrà presso Spazio Villas nel Parco dell’ex Ospedale psichiatrico. Una ventina di relatori proporranno un’analisi comparativa della questione ambientale tra l’inizio degli anni “70 e oggi, evidenziando nelle conclusioni – per i rispettivi settori di competenza – quali siano gli indirizzi d’azione che l’Associazione di Trieste dovrà perseguire. Ulteriori informazioni e il programma completo sul sito wwftrieste.blogspot.com 27 Konrad ottobre 2011 APPUNTAMENTI DI ottobre Trieste 6 giovedì Oli essenziali Prevenire e contrastare lo stress con gli oli essenziali. Corso con la Dott.ssa Miriam Pinausi. Info presso Erboristeria Aromatica, via Lazzaretto Vecchio 18/1, 040 3229675. 6 giovedì Acsd Ombellyki Danza Orientale Soft Da Giovedì 6 ottobre ore 11-12.15 Corso per mamme in attesa, zie che hanno atteso abbastanza e nonne che non è mai troppo tardi! Partecipazione solo su prenotazione telefonica. Info 333 4573184, Prova gratuita 6 giovedì ingresso libero Presentazione di Konrad In prossimità delle scelte sulle direttive per il nuovo Piano Regolatore di Trieste, alle ore 18, al centro rionale di S. Giovanni in via S. Cilino 40/2, avrà luogo la presentazione pubblica del numero di ottobre della rivista Konrad. Si entrerà nel merito del ruolo che questo strumento informativo gratuito offre ai cittadini, alle associazioni e ai comitati. Alcuni membri della redazione si soffermeranno su articoli che trattano temi di attualità e di pubblico interesse. Saranno disponibili anche materiali di WWF, Legambiente e Italia Nostra che informano sulle diverse questioni che impegnano queste associazioni a livello locale, regionale e nazionale. Abituiamoci a ritrovarci una volta al mese per leggere insieme Konrad ed altri materiali utili proposti dalle varie associazioni ambientaliste Invito divulgato dal Coordinamento Più verde meno cemento e da altre associazioni. Info 338 2118354, [email protected] 6-27 ogni giovedì ingresso libero Mamme & papà separati Associazione per la tutela dei diritti dei figli nella separazione, rivolge i propri servizi a chiunque sia coinvolto direttamente o indirettamente nelle problematiche inerenti le separazioni coniugali in presenza di figli, offre gratuitamente sostegno psicologico e legale servendosi del volontariato di professionisti quali psicologi, avvocati e pedagogisti, nonché della presenza di Soci che già hanno vissuto in prima persona le esperienze della separazione. Incontri ogni giovedì alle ore 20.30 nella sede di Banca Etica in via Donizetti 5/a. Info 040 9896736, trieste@mammepapaseparati. org, www.mammepapaseparati.org 7 venerdì Corso sulla dieta zona Inizio Corso sulla Dieta Zona in 3 giornate il 7 ottobre alle 18.30 tenuto dalla dott.ssa nutrizionista Lidia Mosca Zone Consultant in via San Maurizio 2. Info e iscrizioni 339 150509, 040 636469. 7 venerdì ingresso libero Alimentazione ragionata Quali cibi sono adatti alla nostra alimentazione? Come possiamo combinarli al meglio? Serata colloquiale con Shanti Benussi alle ore 20.30 all’Associazione Culturale Shanti Trieste in via Carducci 12. Info www.shanticenterts.it 7 venerdì Percorsi di arteterapia Sono aperte le iscrizioni ai corsi di arteterapia: Corso di Pittura e Disegno Sensibile Base e Avanzato, seminari di Tessitura di Vita e seminari a Tema- Associazione Reiki... la via del Cuore. Info 333 3462198. 7 venerdì ingresso libero I primi tre anni del bambino Nel ciclo dedicato al sostegno alla genitorialità, la Metamorphosis soc. coop. soc. Onlus, organizza la conferenza con la relatrice Annamaria Zuccherato di Venezia presso il Circolo Culturale “Ivan Grbec” in via di Servola 124 alle ore 20. Info 040 229474, 366 9300300, info@ ilpiccolocarro.org 7 venerdì ingresso libero Gli esodi nella storia Conferenza del Centro di Studi Generali - CEGEN con il Dr David Juan Ferriz Olivares della Magna Fraternitas Universalis alle ore 17.30 alla Libreria Borsatti, via Ponchielli 3. Info 040 2602395, 333 4236902. 8 sabato Sabato nella piramide Un’intera giornata per provare personalmente gli effetti energetici, ringiovanenti della piramide e conoscerne i molteplici benefici. Con Shanti Benussi e Federico Sangermano. Dalle 8 alle 20 su appuntamento entro il 7 ott. all’Associazione Culturale Shanti Trieste in via Carducci 12. Info www.shanticenterts.it 8 sabato Incontri di Tai Chi Da ottobre corsi di Tai Chi serali e mattutini. Sklad Mitja Čuk, Opicina (TS), via di Prosecco 131. Info 040 212289, info@ skladmc.org 8 sabato ingresso libero Fiori di Bach: fiori del benessere A chi e quando servono, conoscerli per utilizzarli meglio: indicazioni e controindicazioni per trovare vero beneficio. Alle ore 20 in via Imbriani 4, studio Spachtholz. Info 335 5409328, www.tecnichedelbenessere.com sabato 8, 13, 25 Arte_Scuola del Vedere Iniziano i nuovi corsi di: nudo (disegnato e/o modellato con creta) con modella, ritratto, disegno, pittura, anche per bambini e ragazzi (con insegnanti qualificati e metodi comprovati). Info 040 311885, www.scuoladelvedere.it 9 domenica Progr. Neuro Visiva (psicocybernet) Ore 10/18 1° liv. Programmare la propria guarigione attraverso la visualizzazione e la meditazione consapevole. Un corso che cambia la visione della vita. Via Imbriani 4 studio Spachtholz. Info 335 5409328, www.tecnichedelbenessere. com prenotazione obbligatoria. su www.konradnews.it gli annunci di novembre entro il 21 ottobre 10 lunedì ingresso libero L’attenzione nella pratica meditativa Meditare non significa rinchiudersi in un isolamento interiore quanto piuttosto imparare, anche con l’aiuto di tecniche specifiche, a prestare attenzione a 360 gradi nella vita quotidiana. Conferenza del dott. Piero Vattovani, nell’ambito del corso “Meditazione e medinamica” - Ass. Espande, ore 20.30, via Coroneo 15. Info 380 7385996, www.trieste.espande.it 10 lunedì ingresso libero Aya: dedicato a massaggio neonati Dalle ore 10.30 alle 12 invitiamo Mamme e Papà a partecipare ad un incontro divulgativo-dimostrativo sull’importanza di massaggiare i propri figli fin dal momento della nascita. Associazione Joytinat Yoga Ayurveda via Felice Venezian 20 - segreteria lun-mer-ven ore 18/20. Info 040 3220384, www.joytinat-trieste.org 11 martedì Corso base di fotografia digitale Tecnica generale, composizione delle immagini, gestione file digitali, con particolare riguardo alla fotografia di viaggio. 8 lezioni ogni martedì ore 18 - 20 all’Ass. Culturale Shanti, via Carducci 12. Info 040 3478445, Paolo 366 1005124. 11 martedì Incontri per genitori corso con la dott.sa Miriam Pinausi: Come favorire l’autonomia e l’autostima nei bambini. Info Erboristeria Aromatica 040 3229675. 11-25 martedì Workshop fotografia naturalistica Nei luoghi più belli del Carso triestino e goriziano insieme a fotografi professionisti amanti della Natura! Dall’11 al 25 ottobre lezioni in aula e escursioni. Info Rogos 333 4056800, inforogos@gmail. com, www.riservanaturalegradina.com 12 mercoledì ingresso libero La psicologia al caffè Nella splendida cornice dell’antico caffè S. Marco sarà possibile prendere una consumazione e parlare di psicologia. Incontri aperti a tutti a cura dell’Ass. Psicoattività. Dott. M. Pizzi psicologo-psicoter. dott.ssa L. Marghi psicologa-psicoter.: Sessuologia 2.0, viaggio all’interno della coppia nel Duemila. Dieci anni di consulenza in internet. Alle ore 18 al Caffè S. Marco in via Battisti 18. Info www.psicoattivita.it 12 mercoledì ingresso libero Bioenergetica Inizio del Laboratorio Bioenergetico 201112, per regalarsi uno spazio di riconquista del proprio benessere psico-corporeo. Il Laboratorio è aperto a tutti per una prova gratuita. Alle ore 20 all’Ass. Il ricordo di Sé in via XXX Ottobre 4. Per prenotare la prova e info Stefano 328 7429516, [email protected] 12 mercoledì ingresso libero Conoscere il Pranic Healing Un insegnamento straordinario che ci introduce nel mondo dei trattamenti energetici, per migliorare il benessere fisico ed emotivo attraverso l’uso del prana (o energia vitale) e della meditazione. Pres- so New Age Center, via Nordio 4. Info Elisa Del Forno 340 6858339. 12 mercoledì ingresso libero Mal di schiena e mal di collo Conferenza informativa aperta a tutti sulle tecniche riabilitative innovative del “Centro Rieducazione Colonna Vertebrale” a partire dalle 18 presso Poliambulatorio Fisiosan di Via Genova 21 Trieste. Posti limitati. Info e prenotazioni 040 3478678. 13 giovedì 2012 cosa accadrà? La scienza spiega Spiegazioni e slide per sapere cosa accadrà nel 2012 e cosa sta già accadendo. Preparazione per la meditazione che si effettua ogni mese. Via Imbriani 4 studio Spachtholz 335 5409328 gradita prenotazione 13 giovedì ingresso libero Punto vegetariani Incontro in-formativo mensile con Susanna Beira e Marco Bertali, medici delegati dell’Ass.Vegetariana It. Via Donizetti 5/a; dalle 17 alle 18.30. 13 giovedì ingresso libero Sos cervello Campagna sociale di psicofarmaco-vigilanza. Incontro in-formativo mensile con lo psichiatra Marco Bertali. Via Donizetti 5/a, dalle 18.45 alle 20.15. 14 venerdì ingresso libero Fra i Dinka del sud Sudan quando “costruire una scuola” non è solo “costruire una scuola”. Incontro con Orsola Pignatti e Paolo Gallina alle 20.30 presso l’Institute of Yogic Culture, v.S.Francesco 34. Info 040 635718. 14 venerdì ingresso libero 2012 e ascensione planetaria Continuano gli incontri mensili sul 2012, con i nuovi aggiornamenti aperti a tutti: Cosa accadrà? I grossi cambiamenti a livello individuale, sociale e planetario, segnali di risveglio di coscienza e spirituale. Messaggi guida di condivisione per vivere al meglio questi momenti di trasformazione interiore, nel corpo, nell’ anima, nel quotidiano. Tema di oggi: Relazioni e stili di vita nella nuova energia e l’ umanità galattica. Conduce Arleen Sidhe, operatrice per l’Ascensione planetaria e trasformazione quantica, terapeuta del Suono, riequilibri energetici esseni e lettura dell’Aura. Alle ore 20.30 presso Associazione LAM-Il Sentiero, in piazza Benco 4. Info ArtLight 347 2154583, [email protected] 15 sabato ingresso libero Giornata aperta e sede rinnovata Leviedelblu amplia i propri spazi e ti aspetta sabato 15 ott dalle ore 9 alle 17 con dimostrazioni pratiche delle attività e dei trattamenti individuali proposti in via San Francesco 15. Info 320 1431175. 15 sabato Oli curativi ed oleoliti fai-da-te Preparati con oli essenziali, fiori di Bach, spezie, erbe officinali, ecc. Con attestato ed oleolita da portare a casa. A cura di Susanna Berginc naturopata. Info 347 9842995, [email protected] 28 Konrad ottobre 2011 APPUNTAMENTI DI ottobre Trieste 15 sabato ingresso libero Tavolo sul trasporto degli animali La Sede Territoriale della LAV (lega Anti Vivisezione) sarà presente in via San Lazzaro angolo via Ponchielli con un tavolo informativo sul trasporto di animali in Europa. Al tavolo si potrà firmare la petizione per abolire i viaggi della morte che durano più di 8 ore. 15 sabato Una pianta al mese: il carciofo Sei incontri mensili su botanica, uso tradizionale e officinale delle piante, forme ed indicazioni per l’uso con cenni d’anatomia e fisiologia degli organi interessati alla loro azione 16-17.30 Magna Fraternitas Universalis v. Mazzini 30. Info 040 2602395, 333 4236902. 16 domenica Kundalini: un’esperienza occulta Come risvegliare l’energia dormiente presente in ognuno di noi? Come poter utilizzare a pieno le nostre potenzialità? Seminario teorico pratico con Shanti Benussi. Dalle 13,30 alle 18,30 all’Associazione Culturale Shanti Trieste in via Carducci 12. Info www.shanticenterts.it 16 domenica L’astuzia del Golem Il Golem è simbolo dell’identificazione egoica e degli errori terribili che si commettono mettendo la propria vita nelle mani di tale mostro. Sauro Tronconi conduce un seminario di rivelazioni ove incontreremo il nostro personale Golem e lo metteremo alla prova con rebus e indovinelli, con emozioni e verità sino a ricondurlo al suo posto od annientarlo. Info 380 7385996, www.trieste.espande.it 19 mercoledì ingresso libero L’aspetto fisico dell’energia Alle ore 20.15 conferenza introduttiva al metodo Qi Ray, relatrice Sonia Rizzi. La conferenza sarà interattiva in quanto si avrà l’opportunità di sperimentare alcune tecniche insegnate nel percorso. Seguirà in data 12 e 13 novembre il primo livello. In via Palestrina 8, presso il Centro Studi e Ricerche Olistiche. Info 338 7592945,www.qi-ray.it, [email protected] su www.konradnews.it gli annunci di novembre entro il 21 ottobre 21 venerdì ingresso libero La fine è il mio inizio Per il ciclo: Il viaggio come metafora, alla ricerca del senso della vita e della morte. Serata colloquiale con filmato guidata da Clara Dessenibus alle ore 20 all’Associazione Culturale Shanti Trieste in via Carducci 12. Info www.shanticenterts.it 24 lunedì Corso sulla dieta zona e altro Inizio Corso sulla Dieta Zona ed educazione alimentare adeguata di 3 giornate il 24 ottobre tenuto dalla dott.ssa nutrizionista Lidia Mosca Zone Consultant in via San Maurizio 2. Info e iscrizioni 339 150509, 040 636469. 21 venerdì ingresso libero Riflessioni leggere sul (nostro) tempo. Il tempo nella vita e nella fisica... Incontro con Fabio Benatti alle ore 20.30 presso l’Institute of Yogic Culture, v.S.Francesco 34. Info 040 635718, [email protected] 25 martedì ingresso libero La famiglia in trasformazione La Società Antroposofica organizza l’incontro mensile per una possibile comprensione delle tematiche familiari, seguendo il testo “La famiglia in trasformazione” Ed.Novalis in v.Mazzini 30, I p ore 18.1519.45 Info 339 7809778, [email protected], www.rudolfsteiner.it 22 sabato Sabato di test Ayurvedici Un’ intera giornata dedicata alla scoperta del proprio dosha per sapere come raggiungere un elevato stato di benessere e di equilibrio. Con Shanti Benussi e Federico Sangermano. Dalle 8 alle 20 su appuntamento entro il 21 ott. all’Associazione Culturale Shanti Trieste in via Carducci 12. Info www.shanticenterts.it 22 sabato Primo livello Reiki Usui Corso di Primo livello Reiki Usui, presso l’associazione Reiki... la via del cuore in via Marconi 14, dalle ore 09 alle 18. Prenotazione obbligatoria. Info 333 3462198. 22 sabato ingresso libero Linux day 2011 a Trieste! L’Associazione culturale LUGTrieste organizza il Linux Day, dalle ore 9 dell’edificio H2 dell’Università di Trieste. Info e preregistrazione http://trieste.linux.it 22-30 sabato-domenica Festival del cinema Latino Americano Al teatro Miela è in programma la XXVI edizione del Festival del Cinema Latino Americano. Decine di pellicole inedite provenienti dal Sud America, documentari, incontri, dibattiti e mostre fotografiche. 23 domenica Chakra, fiori bach, oli essenziali Sentire, comprendere e riequilibrare i chakra con i rimedi dell’anima ed esercizi. A cura di Susanna Berginc naturopata. Info 347 9842995, naturalmente.it@ libero.it 26 mercoledì ingresso libero La psicologia al caffè Nella splendida cornice dell’antico caffè S. Marco sarà possibile prendere una consumazione e parlare di psicologia. Incontri aperti a tutti a cura dell’Ass. Psicoattività. Dott. A. Vegliach psicologo-psicoterapeuta presso Strutt. Compl. Dipendenze Sost. Legali A.S.S.n.1 Triestina: Le nuove modalità del bere patologico: dall’alcoolismo ai problemi alcolcorrelati. Alle ore 18 al Caffè S. Marco in via Battisti 18. Info www.psicoattivita.it 28 venerdì ingresso libero Ernia del disco e stenosi Incontro aperto con gli esperti del “Centro Rieducazione Colonna Vertebrale” sulle tecniche fisioterapiche innovative adottate dal centro per trattare queste patologie. A partire dalle 18.15 presso Poliambulatorio fisiosan in Via Genova 21, Trieste. Posti limitati. Info e prenotazioni 040 3478678. 28 venerdì ingresso libero Cure di luce per la nuova terra Terapie essene e lettura dell’ Aura; Un incontro con sè stessi, di guarigione e armonia interiore, fisica e sottile; il sistema dei chakra e relativi organi, la circolazione pranica e sottile dei nadi, il Suono, gli oli essenziali, i campi aurici e i corpi di luce; il legame e origine delle malattie e le Forme Pensiero; Un aiuto alle problematiche, le disarmonie, i disagi del corpo e dell’anima, secondo gli insegnamenti di Anne e Daniel Merois-Givaudan. Conferenza di Arleen Sidhe, terapeuta certificata alla scuola di formazione di terapeuti di Anne Givaudan e del dott. Antoine Achram, alle ore 20.30 presso Assoc. Lam-Il Sentiero, piazza Benco 4. Info 347 2154583, [email protected] 27 giovedì ingresso libero Introduzione alla Kinesiologia Vieni ad imparare gratuitamente come eseguire il test muscolare utilizzato nella kinesiologia Touch For Health, con Contini Antonio, istruttore e kinesiologo professionale, alle ore 19, presso il Centro Joytinat di via Madonnina n.3 a Trieste. Info 040 7600131, 338 4593395. 29-30 sabato e domenica Pranic Healing: corso base Il Pranic Healing è una tecnica che utilizza il Prana o Energia Vitale per migliorare la salute fisica ed emozionale. In questo corso esperienziale imparerete a conoscere l’anatomia sottile dell’essere umano, percepire le aure ed i centri energetici del corpo, trattare i disturbi più comuni. Presso l’Associazione Alma, via Tor San Pietro 16. Info Istituto Pranic Healing Italia 0432 691448, Elisa 340 6858339. 28 venerdì ingresso libero Nuove pillole di felicità :-) La nuova serata di ChAngel per imparare a coltivare la tua saggezza interiore e vivere più felice. Seminario alle ore 20.30 al Centro Yoga di via San Francesco 34. Prenotazione obbligatoria. Info 393 9895861 Marta. 29-30 sabato e domenica Sistema Inochi® Seminario di primo livello del Sistema Inochi®, Trainer Maurizio Battistella, presso il Centro Studi e Ricerche Olistiche, Via Palestrina 8, Trieste. Il corso è a numero chiuso. Info ed iscrizioni 338 7592945, www.inochi.it, [email protected] 28 venerdì ingresso libero Pillole di felicità, capitolo 2 Serata gratuita di formazione per continuare ad allenare la saggezza interiore, organizzata da ChAngel presso Institute of Yogic Culture, v.S.Francesco 34. E’ richiesta la prenotazione. Info 327 8458086. 29-30 sabato e domenica Scuola Istruttori Yoga UISP Riapre la scuola per diventare istruttori Yoga che fornisce diploma UISP (CONI). Info 347 1312034, www.metamorfosys. org, in via Milano 18 Trieste, associazione Metamorfosys. Una donna da non dimenticare Concorso letterario annuale intitolato a Elca Ruzzier indetto dalla Casa Internazionale delle Donne di Trieste e dalla Sezione della Regione Friuli Venezia Giulia della Società Italiana delle Letterate Elca Ruzzier ha lavorato molto per la nascita della Casa Internazionale delle Donne di Trieste e ne ha condiviso gli obiettivi. Con questo premio vogliamo curare la memoria di questa donna straordinaria e diffondere la conoscenza e la valorizzazione di figure di donne da non dimenticare del presente e del passato. Il concorso si articola in tre sezioni: 1) Scritture soggettive: lettera, pagine di diario, memorie, con al centro una figura di donna da non dimenticare. 2) Saggio breve o presentazione narrativa di una donna della Regione Friuli Venezia Giulia da non dimenticare. 3) Saggio breve o presentazione narrativa di una donna da non dimenticare di altri luoghi nazionali e internazionali. Si concorre inviando entro il 30 ottobre 2011 una singola opera di lunghezza non inferiore alle 5.000 battute e non superiore alle 14.000 battute spazi inclusi. Sono ammesse al concorso opere inedite in lingua italiana, slovena, friulana o altre lingue con traduzione in italiano non premiate in altri concorsi. Il premio consisterà nella pubblicazione di un'antologia degli scritti vincitori. Opere d’arte, diplomi e menzioni speciali sono previsti per gli scritti selezionati. Regolamento e altre informazioni vanno richiesti all'indirizzo [email protected] APPUNTAMENTI DI ottobre Trieste Corsi di Restauro Ligneo Il Laboratorio D’Eliso & Tomè organizza, presso la propria sede, corsi amatoriali di restauro del mobile e dei manufatti lignei. Potete visitarci in via Alfieri 10\a, a Trieste. Info 040 763116, www.restaurodelisotome.it Tarocchi intuitivi Con lo studio di questo mezzo di predizione impareremo ad analizzare le situazioni del presente per proseguire verso un futuro di consapevolezza e conoscenza. Info consulti e corsi 347 1098771. Associazione enosis: Yoga Integrale Corsi di Yoga lunedì e giovedì ore 19 e ore 20.15, mercoledì ore 13.15, presso Accademia Europea in via della Geppa 2. Info 340 2768293, 328 4717996, www.associazione-enosis.it Affittasi Ad uso lavori di gruppo, seminari, conferenze, affitto ad ore o week-end splendida sala mansardata di 50mq. con parquè, bagno in zona Ponterosso. Info 348 0348772, 335 8413293. Corso Arti visive Corsi di Disegno, Pittura, Scultura, ecc. con la prof.ssa Isabel Carafi. Lezioni private e collettive una volta alla settimana dalla durata di 3 ore. Info 348 2824306, www.isabelcarafi.it Società Antroposofica di Trieste Ogni martedì 20-21.30 studio sul testo di R. Steiner “Massime antroposofiche”. Ogni sabato 17.30-19 studio sul testo “Teosofia” di R.Steiner. Le attività sono gratuite presso la sede via Mazzini 30, I p. Info 339 7809778, lorenzolucchetti18@ gmail.com, www.rudolfsteiner.it Ass. Agricoltura Biodinamica Ogni mercoledì 20-21.30 incontro con la Sezione di Biodinamica di Trieste e Gorizia sul testo di R. Steiner “Uomo sintesi armonica” presso la sede v.Mazzini 30, I p. Info 333 7864810 . Danza del ventre e Tribal Raks Sharki Danza del Ventre stile classico Egiziano, American Tribal e Tribal Fusion a La Noce via degli Artisti 7/A. Tecnica cultura spiritualità danza del velo. Lez.di prova gratuita. Info 339 5732712. Mostra sulle Osmize in via Ponziana Visto il grande successo, la Mostra etnografica sulle Osmize e sulle rivendite di vino al dettaglio nella Provincia di Trieste organizzata al Bar Franco di via Ponziana 1 a cura di Gianni Ursini e Silvio Stefani, viene prorogata a tutto il mese di ottobre. Mostra “Le Vie delle Foto” Dall’1 al 31 Ottobre verrà organizzata la mostra fotografica collettiva itinerante “Le Vie delle Foto”. Info www.leviedellefoto.it Jing Tao® - essenza in movimento Sono iniziati i corsi di Jing Tao® con orari mattutini, pomeridiani e serali. Ancora pochi posti disponibili. Info ed iscrizioni 338 7592945, www.jingtao.it, [email protected] Lezione di prova gratuita.Trainer Sonia Rizzi. L’unione creativa Seminario esperienziale di crescita interiore con uso del colore. Info e prenotazioni 333 3462198, 347 7269731, Manuela & Manuela - Associazione Reiki… la via del Cuore, Trieste Via Marconi 14. Incontri con legambiente Puoi trovarci ogni mercoledì dalle 18 alle 20 nella sede di via Donizetti, 5/a (presso il punto informativo dei soci di Trieste della Banca Popolare Etica). Circolo Verdeazzurro di Legambiente Trieste. Info 040 577013, 366 3430369, fax 040 9890553, [email protected], Segui le nostre iniziative su www.legambientetrieste.it Changel: cambiamenti possibili Innovativi, trasformativi, rigeneranti: iniziano i corsi di ChAngel! Comunicazione, Public speaking, Emotional coaching, Relazione di coppia, Circoli di Felicitá e Viaggi. Chiedici di piú! Info 393 9895861, [email protected] Corso di Tai Chi Tai Chi, morbidezza e forza nel movimento armonioso fonte di benessere e longevità, presso l’ass OmNiaction, via S. Francesco 15; martedì e giovedì principiati 18.30, intermedi 19.30. Info 328 4253103. Fisico, mente e spirito in forma Fisioforma Studio, Trieste Galleria Fenice 2, organizza corsi collettivi di Gyrokinesis Yoga Feldenkrais Ginnastica Posturalerigenerante Tai-Chi. Ambiente luminoso climatizzato. info e prenotazioni 040 4702286, 393 0519405, [email protected] Affitto sala Fisioforma Studio Galleria Fenice n.2 Trieste, affitta sala 80 mq uso seminari ore serali e weekend ambiente climatizzato e confortevole. Info 393 0519405, 040 4702286. Inzio corsi di Grafologia Iniziano i corsi di Grafologia per l’anno 2011 - 2012, presso la scuola di Grafologia Trieste A.g.i. Info 040 367034, www. grafologiatrieste.it Associazione Officine Artistiche Sono aperte le iscrizioni ai corsi di danza d’espressione africana e danza con i tamburi bassi con Donatella Bolognini. Percussioni dal vivo. Info Donatella 338 9861752, www.officineartistiche.it Corso di Riflessologia Plantare Sono aperte le iscrizioni al corso di base di Riflessologia Plantare. Info 040 29 Konrad ottobre 2011 su www.konradnews.it gli annunci di novembre entro il 21 ottobre 3223500, 3334691092, www.shiatsuilgiardino.it Corso di Massaggio Pediatrico Sono aperte le iscrizioni al corso di Massaggio Pediatrico, il corso si rivolge a genitori con bambini fino a 8 anni. Info 040 3223500, 333 4691092, wwww.shiatsuilgiardino.it Associazione culturale Mamaya Aperte le iscrizioni ai corsi di percussioni africane per principianti - intermedi avanzati a Trieste. Info 349 5720522, [email protected] Nadayoga, il canto il suono la voce L’uso del suono e della voce quale mezzo riequilibrante del benessere psicofisico; NadaYoga e Mantra; Ricerca del proprio Suono fondamentale o tonica individuale; Effetti e uso consapevole delle scale e intervalli musicali; Risonanza corporea e organi interni; Gestualità, voce e corpo; Canti, stili, espressione; Armonizzazione dei chakra e dei corpi sottili; I Suoni creatori di luce, forme e colori; Il Canto Armonico e Overtones. Lezioni individuali, frequenza e orari personalizzati; a richiesta si organizzano corsi, laboratori e seminari di gruppo; con Arleen Sidhe, Info ArtLight 347 2154583, arleensoundlight@ libero.it Musica e canto celtico Riprendono i corsi di Canto tradizionale curati anche nello stile e nei linguaggi delle aree celtiche (gaelico, bretone...), e degli strumenti in uso nella tradizione: feadog (flauto irlandese), bodhran (tamburo celtico), chitarra per accompagnamento. A cura di Arleen Sidhe Sfregola, cantante, musicista e insegnante formatrice del settore da 25 anni. Info Arleen 347 2154583, [email protected] Shiatsu nuevo Uno Shiatsu rinnovato, che mantiene tutto quello che di meglio é emerso dall’espeirenza dei trent’anni della Scuola di Shiatsu di Trieste e vicino alle esperienze energetiche più moderne. Riconosciuto dalle associazioni nazionali di operatori. Info Marta Crasnich 3282487818. I Piccoli Musici di Trieste Sono aperte le iscrizioni ai corsi di musica e di strumento (pianoforte, chitarra, violino, flauto, sax) per bambini dai 3 anni, ragazzi e adulti e agli incontri dimostrativi gratuiti nella sede di Viale XX Settembre 40. Info 040 630510, 349 5593299. Corsi di Yoga associazione Joytinat Sono iniziati corsi di Yoga Maternità, Yoga Principianti, Yoga della Tradizione e Yoga Pranayama, con orari mattino, pomeriggio, sera. Info 040 3220384, Segreteria lun-mer-ven ore 18-20, www. joytinat-trieste.org Laboratori artistici Laboratori Artistici di Pittura e Modellaggio presso lo Studio Rosetta. Info 333 5930 594. Via Beccaria 6 (Trieste) Presso S. Antroposofica. Gorizia 4 martedì ingresso libero Esercizi di Bioenergetica Inizio delle classi d’esercizi di Bioenergetica condotte da Claudia Marega diplomata SIAB Società italiana di analisi bioenergetica. Associazione Spazio di via Marega 26 a Lucinico-Gorizia ore 20.30 Info 346 4717858. Associazione Spazio organizza: Corsi di Yoga Hatha-Raja il lunedì dalle ore 9 alle ore 10.30 e il martedì dalle ore 17.30 alle ore 19, con inizio lunedì 10 ottobre 2011; Corso di Qi Gong (ginnastica tradizionale cinese) il giovedì dalle ore 17.15 alle ore 18.15, con inizio giovedì 6 ottobre 2011, presso la Palestra Spazio via Marega 26 Lucinico. Info 0481 32990. Associazione Wu Zhen italy organizza: Corsi di Yoga Hatha-Raja ogni lunedì e mercoledì dalle ore 18 alle ore 19.30 e dalle ore 20 alle ore 21.30, ed ogni giovedì mattina dalle ore 9.30 alle ore 11, con inizio lunedì 3 ottobre 2011, a Ronchi dei Legionari presso la Palestra Corpo Libero di via Roma 15. Info 0481 777737, Anna 0481 32990. Fondiamo una scuola democratica Sono disponibile a fondare una scuola libertaria-democratica-laica nella zona bassa friulana-isontino per materneelementari-medie inferiori. Invito pertanto genitori interessati e altri insegnanti-educatori a contattarmi per incontrarci. Sono visibile, curriculum compreso su: www. ortodidattico.it. Info Cristina Boccanegra 331 9981850. Pordenone 5 mercoledì ingresso libero Alimentazione Naturale Consapevole Incontro con Marino Lusa alle ore 20.30 nella scuola elementare in via Boito 2 a Romano Vigonovo Fontanafredda Pn. Prenotare per posti limitati. Info 349 2879089, [email protected] 9 domenica ingresso libero Numerologia I numeri e la nostra vita per comprendere chi siamo, dove siamo e verso cosa stiamo andando. Incontro con Angela Rech alle ore 9.30 nella scuola elementare in via Boito 2 a Romano Vigonovo Fontanafredda Pn. Prenotare per posti limitati. Info 349 2879089, [email protected] 10 lunedì ingresso libero Crisi economica Il progetto Scec, soluzione concreta e accessibile a tutti. Conferenza con Federico Varutti alle ore 20.30 nella scuola elementare in via Boito 2 Romano Vigonovo Fontanafredda PN Info e prenotazioni 349 2879089, [email protected] 30 Konrad ottobre 2011 APPUNTAMENTI DI ottobre 19 mercoledì ingresso libero Ridere di gusto quando tu ridi tu cambi e quando cambi il mondo intorno a te cambia-Lo yoga della risata con Cinzia Visentin Leader Laughter Inernational School Dr.Kataria ore 20.30 sc.element.Via Boito, 2 Romano Vigonovo Fontanafredda Pn. Info e prenotazioni 349 2879089, cinzia@ cerchiumvitae.it 21 venerdì ingresso libero Eft conferenza informativa Eft Friuli propone un incontro informativo per presentare questa innovativa tecnica energetica, alle ore 20.30 a Pordenone al Villaggio del Fanciullo Padiglione D. Info 335 8445140 Franco, www.eft-friuli.it 24 lunedì ingresso libero Genitori e figli con le costellazioni familiari. Incontro alle 20.30 con Leontien Homulle presso la sc.element. Via Boito 2 Romano Vigonovo di Fontanafredda PN. Info e prenotazioni 349 2879089, cinzia@ cerchiumvitae.it 26 mercoledì ingresso libero Come restare giovani consigli per il nostro benessere. Conferenza con Walter Pansini alle 20.30 nella sala riunioni della scuola elementare in via Boito 2 a Romano Vigonovo Fontanafredda Pn. Info 349 2879089, cinzia@ cerchiumvitae.it 29-30 sabato e domenica Corso professionale di Shiatsu Inizia il corso di Shiatsu della Scuola Il Soffio di Pordenone, certificata da ASSI (Associazione Scuole Shiatsu Italiane) per la qualità formativa e professionale della scuola e degli insegnanti. Info 347 5102713, 338 9075470, [email protected], www.ilsoffio.net Udine 1-2 sabato e domenica Campane tibetane e Raja Yoga Seminario esperenziale dedicato a coloro che desiderano trovare la propria centralità e serenità in una atmosfera di benessere e armonia. Centro Rashmi Udine Info 328 3919462. 3 lunedì Corsi Yoga alla scuola Sangha Le iscrizioni ai corsi Yoga Tradizionale sono aperte: 1°livello: lunedì dalle 19 alle 21 e giovedì dalle ore 8 alle 9.30. Qualora si dovessero ricevere richieste in orari diversi, si vaglieranno le proposte. Info Gianna 340 2233994, giannashanti@ libero.it, www.sanghaudine.com 3 lunedì ingresso libero Esercizi di Bioenergetica Inizio delle classi d’esercizi di Bioenergetica condotte da Claudia Marega diplomata SIAB Società italiana di analisi bioenergetica presso il Ristorante Riviera di Pradamano. Info 346 4717858. da 3 a 9 lun.-dom. ingresso libero Power Yoga Italy a.c.s.d. a Udine Apre Power Yoga Italy A.C.S.D. Ti invitiamo a provare gratuitamente tutte le lezioni che vuoi dal 3 al 9 ottobre, visita il sito www. poweryogaitaly.com. Info 334 3529943. 4 -5 martedì e mercoledì Meditazioni attive di Osho Un percorso di consapevolezza attraverso il Movimento e l’Osservazione senza giudizio. Otto incontri a UD il martedì e a Magnano il mercoledì (h.21-22.30). Info Aditi 349 2828221, [email protected] 5 mercoledì ingresso libero Il significato dell’Arte Il significato dell’Arte e l’Arte dell’educazione. Conferenza dell’Associazione Parsifal alle ore 20.45 presso il Cinema Visionario. Info 331 4580638, [email protected], www.parsifaludine.it 7 venerdì ingresso libero Ascoltare l’Anima: verso una medicina della consapevolezza. Conferenza con il Dott. Stefano Clauti, medico alle ore 20.30 alla Bioteca in via Villa Glori 41. 12 mercoledì ingresso libero Rebirthing - la salute del respiro Una potente tecnica che sblocca le emozioni trattenute, scioglie le tensioni e gli stress, aiuta la salute psicofisica e dona pace. Conferenza con Giacomo Bo - via S. Rocco 142 - ore 20.30. Info 0432 728071. 13 giovedì ingresso libero Incontro di Costellazioni Familiari Per conoscere in prima persona questo straordinario metodo che fa emergere le dinamiche nascoste responsabili dei problemi di vita. Via S. Rocco 142 - ore 20.30. Info Giacomo Bo, www.lecostellazionifamiliari.net 14 venerdì ingresso libero Meditazione e preghiera Conferenza con Fusaro Andrea, teosofo, studioso della Scienza Dello Spirito, insegnante di Raja Yoga e Meditazione, alle ore 20.30 alla Bioteca in via Villa Glori 41. Info 348 6805377. 14 venerdì ingresso libero Conoscere la meditazione Presentazione video dell’Intensivo di Illuminazione, straordinario ritiro di meditazione famoso in tutto il mondo. Via S. Rocco 142 - ore 20.30 Info Giacomo Bo, www.intensivodiilluminazione.it 15 sabato Arte per l’Ambiente L’unl’Altro danza, in collaborazione con WWF, presentano lo spettacolo Nothing’s Impossible, al Teatro comunale Gustavo Modena di Palmanova alle ore 20.30. Regia e coreografia di Daniel Heuline, con Alessio de Franzoni, Elena Pontini e l’ensemble L’unl’Altro danza FVG. Co-coreografo Jorge Rizzardi, testi di Cristina Marchesan, scenografie di Nevia Geronazzo. Lo spettacolo è ispirato all’Anno internazionale delle foreste, indetto dall’ONU per il 2011, contro la deforestazione e in difesa del suolo boscato. su www.konradnews.it gli annunci di novembre entro il 21 ottobre 16 domenica L’altra nostra guancia... Incontro di meditazione e condivisione sulla tematica del conflitto nella vita quotidiana. Un’occasione per osservare i nostri meccanismi di azione o re-azione quando ci sentiamo colpiti. Organizzato dall’AIET con OdA, dalle ore 9.30 alle 17.30 c/o la sala civica di Tavagnacco. Info e adesioni Egidio Karam 335 8424860. 17 lunedì ingresso libero Aiutare per aiutarsi: insieme si può I gruppi di auto mutuo aiuto. Conferenza con il dott. Daniele Boschi, psicologo e Raffaella Rattazzi, facilitatrice gruppi a.m.a. alle ore 20.30 alla Bioteca in via Villa Glori 41. 18 martedì ingresso libero Scuola Counselling H.Q.I. Presentazione della nuova Scuola di Counselling Naturopatico Integrativo HQI a cura del dott. G.Giacconi, mart. 18 ott. ore 20.30 presso Centro di Salute Integrata Via Stiria 36/2A Udine. Info 0432 602530. 20 giovedì ingresso libero Invito alle Costellazioni Familiari Incontro dimostrativo e pratico di questo particolare metodo che risolve le dinamiche familiari passate che impediscono il successo nella vita. Via S. Rocco 142 - ore 20.30. Info Giacomo Bo, 0432 728071. 21 venerdì ingresso libero Le radici dell’aggressività Le radici dell’aggressività e le sue fonti. Conferenza con Donatella Baccin, fondatrice della Scuola L’Angelo Solare, terapeuta, insegnate di Raja Yoga e Meditazione, alle ore 20.30 alla Bioteca in via Villa Glori 41. Info 335 7082203. 21 venerdì ingresso libero L’arte della stregoneria La stregoneria del presente, le nuove frontiere della mente umana, le nuove tecnologie: una visione del futuro. Ce ne parla Fabio Ghioni alle 20.30 all’Ass. Waira-aiar in via S.Rocco 2/a, Udine. da venerdì 21 a domenica 23 Corso di massaggio lomi-lomi Rivolto a professionisti e principianti per apprendere l’antica arte del Massaggio Hawaiano in cui mani e avambracci scivolano sul corpo come le onde del mare. Info Aditi 349 2828221, [email protected] 26 mercoledì Corso di Meditazione e Raja Yoga Meditazione Arte della Conoscenza di sé, potente mezzo per ripristinare i flussi energetici della coscienza. Corso con la Dr Pigani Psicologa Insegnante Yoga. Da mer. 26 ott al Centro Rashmi Udine. Info 339 7496155. 28 venerdì ingresso libero Shiatsu ed acqua alcalina ionizzata Lo Studio Shiatsuhaus della Dott.ssa Patrizia Bortolotti organizza un incontro sui benefici delle Terapie energetiche e dell’acqua alcalina come strumenti di benessere. Ore 20.40 all’associazione GEM in via Canova 13, Feletto Umberto (UD) info 347 5896872, www.shiatsuhaus. sanuslife.net 28 venerdì ingresso libero Il coma, una esperienza di premorte Valter Maestra ci racconta cosa ha vissuto durante le giornate passate in coma, alla luce delle sue conoscenze e dei suoi studi sulle energie sottili. Appuntamento alle 20.30 presso l’Ass. Waira-aiar in via San Rocco 2/a, Udine. 28 venerdì ingresso libero Ricette della Bibbia: Ricette della bibbia: tutto era già stato scritto nel libro sacro. Conferenza con la Dott.ssa Teresa De Monte, pediatra e medico ayurvedico alle ore 20.30 alla Bioteca in via Villa Glori 41. da domenica 30 a martedì 1 Intensivo di illuminazione Straordinario ritiro di meditazione sulle montagne della Carnia alla scoperta di se stessi. Tre giorni immersi nella natura, a meditare sul vero Sé e sul valore della vita. Info Giacomo Bo, www.intensivodiilluminazione.it Corso di musicoterapia Corso di Formazione in Musicoterapia in ambito educativo e preventivo 21 e 22 gennaio e 11 e 12 febbraio 2012. Presso il Centro ArteMusica di Campoformido via Zorutti 115/11. Info 320 8974581, www. centroartemusica.it Corso di massaggio Pressel Associazione Parsifal organizza a Mortegliano (Ud) un corso di formazione per Massaggio del dr. Pressel tenuto da Barbara Kuchelmeister della durata totale di 30 gg. lavorativi con rilascio di attestato. Primo incontro 31/10-10/11/2011. Sono richieste basi conoscitive di Antroposofia. Info 331 4580638, [email protected], www.parsifaludine.it Conoscersi attraverso il movimento Riprendono le attività dell’associazione Gruppo Ricerca Metodo Feldenkrais che propone lezioni di gruppo, individuali e seminari. Info su dove e quando 347 8188431, 328 9580419, www.grmfeldenkrais.it Associazione enosis: Yoga Integrale Corsi di Yoga il lunedì a Udine ore 20, il mercoledì a Latisana ore 20.15 e il giovedì a Cervignano ore 20.30. Info 340 2768293, 333 1822378, www.associazione-enosis.it Escursioni 23 domenica Yoga e natura Escursione nel Cividalese con osservazioni ambientali e semplici pratiche yoga, con Franco Salvi dell’Institute of Yogic Culture. Info e adesioni (per l’organizzazione!) 040 635718. ! e n o i z a r Inaugu e r b o t t o 1 o t Saba ! i o n n o c a i g Festeg p e r to e r b o r is ta un es i d li ig s n o c i , o n r io tu tt o il g i n io z o -s to p ! ta n s 0 u g .3 e 19 d e ll te a n a 0 T .3 9 e ll e n ti , d a li c i i tt tu r e p lo a g e r e un bel o g n i g io rn o ta n te p ro m o z io n i anche s u lle n o v it à e d i p ro d o tt i re g io n a li TRIESTE Via Economo 12/9 Tel. 040 314653 amici UDINE Viale Venezia 406 Tel. 0432 534085 Scuola di Arti Marziali