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poche novita, tutte pro-cemento / trieste la bella addormentata il

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poche novita, tutte pro-cemento / trieste la bella addormentata il
n.170 0tt0bre 2011 distribuzione gratuita
il mensile del vivere naturale
resurrezione dell'informazione nel mondo della rete
` tutte pro-cemento / trieste la bella addormentata
poche novita,
il ponte sul canal grande: elemento che unisce o divide? / torneranno i tram?
Konrad è on line all'indirizzo www.konradnews.it
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konrad 170 - ottobre 2011
SOMMARIO
3
4
Poche novità, tutte pro cemento
Resurrezione dell'informazione nel
mondo della rete
5 A proposito dell'intervista di Loris Rosenholz
6 Il ponte sul Canal Grande:
elemento che unisce o divide?
7 Trasporti e ambiente
Torneranno i tram?
8 Un mondo diverso è possibile
9 Trieste la bella addormentata
10 Libri
Elogio del silenzio
11 Giovani
Un articolo per Giuseppe "Peppino" Impastato
11 Tre canti per Luciano
12 Rubrika.pika.si
Salve, come stai?
13 Le farfalle e le cavallette
Sabbie ferrose e tartarughe
14 Radio Natura
15 Siamo tutti intelligenti
Facciamo un rebus?
16 Percorsi d'arte
Biennale di Venezia, Padiglione Italia, FVG
17 Tra isole e mare
18 Turismo consapevole nella Russia di Putin (I)
19 Montona, passato e presente
20 Cinema
La fine del mondo all'italiana
21 Teatri di confine
Dieci spettacoli per una stagione
22 Alimentazione
Mal di zucchero
23 Capofonte, un bene storico distrutto e dimenticato
24 Colonna vertebrale
Ernia del disco cervicale
25 Brevi
26 Gli appuntamenti di ottobre
Konrad
Mensile di informazione
di Naturalcubo s.n.c.
Redatto dall’Associazione Konrad
via Corti 2a - 34123 Trieste
Fax 1782090961
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del 5/9/80 Aut. fil. di Trieste
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Direttore responsabile:
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Hanno collaborato:
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e Giacomo Bo, Michele Colucci, Stefano
Crisafulli, Adriana De Caro, Giorgio Dendi,
Giorgia Facis, Sergio Franco, Alessandro
Giadrossi, Francesco Gizdic, Mauro Mollo,
Óscar García Murga, Luisella Pacco, Giuliano
Prandini, Livio Prodan, Riccardo Redivo, Lino
Santoro, Tanja Seganti, Marco Segina, Gianni
Ursini, Patrizia Vascotto, Barbara Žetko.
Progetto grafico
e impaginazione:
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3 Konrad ottobre 2011
Poche novità, tutte pro-cemento
Somiglia sempre più ad una farsa la vicenda del nuovo piano regolatore
di Trieste. Konrad ne ha scritto ripetutamente, l’ultima volta con un riassunto aggiornato (“A volte ritornano”) nel numero 169 di settembre.
Nel mese trascorso da allora, poco o nulla è successo di quanto annunciato, salvo che il cemento ha ripreso a colare.
Gli ambientalisti avevano chiesto di poter esaminare i progetti presentati,
conformi alla variante “illyana” n. 66, il cui iter di approvazione è ricominciato – e quelli che sono stati presentati ex novo – dopo la decadenza
delle norme di salvaguardia imposte con l’adozione della variante “dipiazzesca” n. 118. Richiesta rimasta ancora senza esito.
Nel frattempo però, si è appreso dalla stampa, 12 progetti per complessivi
17.432 metri cubi hanno ottenuto il permesso di costruire e altri 5 – per
4.286 mc – verosimilmente l’otterranno a breve.
Ci sono poi altri 28 progetti, per complessivi 48.842 metri cubi.
Molti di questi riguardano zone di pregio ambientale e paesaggistico, sul
Carso (Basovizza, Opicina), nelle zone verdi periferiche (Scala Santa, Vicolo
delle Rose, ecc.) e sulla fascia costiera (Contovello, viale Miramare, ecc.).
Sono gli effetti, ampiamente prevedibili e previsti, della “finestra” apertasi
dopo l’abbandono della variante 118, la conseguente decadenza delle
norme di salvaguardia ed il ritorno in vigore della precedente variante 66,
che prevede edificazioni massicce anche – e soprattutto – in aree verdi di
pregio e in zone prive di infrastrutture (viabilità di accesso, fognature, ecc.)
adeguate.
Costruttori e speculatori immobiliari, però, saranno contenti e d’altronde
il sindaco Cosolini dichiarava sul PICCOLO del 23 settembre che «La
paventata corsa al cemento non si è materializzata per niente. I permessi
rilasciati riguardano iniziative sostenibili dal punto di vista ambientale.
E per fortuna che ce ne sono, almeno un po’ di quelle, pure l’edilizia è
un’attività economica, che fa girare l’economia del nostro territorio».
Peccato che la “sostenibilità” effettiva dei progetti approvati (anche un
piccolo edificio può produrre danni gravi, se piazzato in un’area paesaggisticamente delicata) non si sia potuta verificare, come detto, né verosimilmente si potrà verificare quella dei progetti ancora in
istruttoria.
Gli ambientalisti avevano anche chiesto che (per un
elementare principio di trasparenza) tutti i progetti edilizi
vengano divulgati nel sito internet del Comune, per consentire a chiunque di esaminarli e – se del caso – formulare pareri ed osservazioni in merito. Anche in questo caso,
nessuna risposta.
Il nodo principale è tuttavia quello del nuovo piano regolatore, annunciato con grande enfasi dal sindaco.
La divulgazione della bozza delle direttive, atto preliminare alla stesura del piano, era stata annunciata per
Ferragosto: doveva seguire un ampio “processo partecipativo”, coinvolgendo categorie economiche, ordini
professionali, associazioni ambientaliste, ecc. Il tutto con
l’obiettivo dell’approvazione definitiva delle direttive entro
metà settembre.
La bozza delle direttive è stata consegnata invece il 21
settembre agli ambientalisti e alle categorie interessate.
Seguirà un “processo partecipativo” rapidissimo: entro
il 27 saranno raccolte le osservazioni sulla bozza, che
sarà quindi eventualmente rielaborata il 28 e discussa in
un’assemblea “plenaria” il 29.
Subito dopo la Giunta comunale approverà in via preliminare il testo delle direttive, vi aggiungerà le norme di
salvaguardia (che la bozza non contiene) e si avvierà l’iter
istituzionale, con la raccolta dei pareri delle Circoscrizioni,
l’esame nella Commissione urbanistica del Consiglio
comunale ed il voto finale nell’aula del Consiglio entro il
15-20 ottobre.
Peccato che la bozza consegnata – oltre che priva, come
detto, delle norme di salvaguardia - sia di sconcertante genericità e priva del
benché minimo contenuto concreto. Si tratta sostanzialmente di una serie di
vaghi auspici e indicazioni, nella totale assenza di obiettivi chiari e strategie
precise.
Perfino le direttive del 2007, predisposte in funzione di quella che diventò
poi la variante 118, pur carenti anch’esse sotto molti punti di vista (forti
furono allora le pressioni del mondo delle costruzioni per “annacquarne” i
contenuti), appaiono di gran lunga più concrete della bozza cosoliniana.
Un testo, insomma, da riscrivere completamente, se si vuole che abbia la
valenza di direttive vere e proprie, in grado di indirizzare la redazione del
nuovo piano. Ma lo si vuole?
WWF, Legambiente e Italia Nostra hanno perciò proposto di integrare il
testo della bozza con una serie di obiettivi strategici precisi: riduzione dei
perimetri delle zone residenziali “B” (estese in modo abnorme nella variante 66), eliminazione delle zone di espansione “C”, riuso - con priorità
alle strutture scolastiche e di ricerca e all’edilizia sovvenzionata – per le
aree dismesse (ex caserme, ex fiera, ecc.), eliminazione delle nuove aree
industriali, commerciali e turistiche previste sull’altopiano carsico e sulla
fascia costiera, tutela per gli elementi caratteristici del paesaggio (pastini,
siepi alberate, doline, muretti a secco, ecc.) e così via.
Al momento in cui scriviamo è impossibile sapere se le direttive saranno
integrate e migliorate, oppure no. Si può star certi, però, che se non lo
saranno, sarà anche di fatto impossibile costruire norme di salvaguardia
efficaci, in grado di impedire l’attuazione di quanto permesso dalla variante
66. Ne beneficerebbe soltanto l’attività edilizia “che fa girare l’economia del
territorio”. E che distrugge, però, quando aggredisce aree verdi e di pregio
ambientale (anziché dedicarsi alla riqualificazione e al riuso dell’immenso
stock edilizio esistente, in condizioni di degrado e spesso inutilizzato), un
patrimonio dell’intera comunità per l’interesse speculativo di pochi.
Dario Predonzan
lucci
l a v ig n e t t a d i c o
4 Konrad ottobre 2011
Resurrezione dell'informazione nel mondo della rete
Sul controverso rapporto tra internet e informazione abbiamo intervistato
Sergio Maistrello, giornalista freelance e docente in Giornalismo e nuovi
media all’Università di Trieste. A partire dalle modalità di accesso dei
cittadini all’informazione online per arrivare al nuovo ruolo del giornalista
ci siamo trovati di fronte ad un punto di vista estremamente interessante
e propositivo.
Lei afferma che internet ci permette di essere noi stessi filtro delle informazioni. Non si tratta di una finta libertà, dal momento che sono i motori
di ricerca ad indirizzarci verso un sito piuttosto che un altro in base alle
nostre ricerche precedenti?
No, penso che sia una sinergia. L’algoritmo del motore di ricerca ci indirizza
ad un sito piuttosto che ad un altro
cercando man mano di capire ciò a cui
siamo interessati. Lo fa in modo potente
ed automatico, imparando costantemente dalle persone.
In questo modo il motore di ricerca non è
più uno strumento neutrale
No, ma non lo è già da molti anni ormai
ed è un meccanismo che funziona bene.
Se una persona è interessata ad una
notizia, su internet è abbastanza facile
che ci arrivi. Gli adolescenti americani
addirittura dicono: se una notizia mi interessa mi arriva da sola. Non
leggo i giornali perché se è utile che una notizia mi arrivi lo fa attraverso i
motori di ricerca, i filtri dei social network, gli aggregatori.
Non si rischia di escludere dalla fruibilità del lettore altri contenuti che
potrebbero comunque interessargli?
Sì, in teoria sì. Nei fatti però ognuno esplora la rete ed ha la responsabilità di trovare il meglio per sé stesso. Non c’è più qualcuno che seleziona
le notizie per un lettore che si limita a leggere più giornali possibile e
guardare la televisione per avere un’idea abbastanza completa di quello
che succede. Oggi c’è un mondo enorme di informazione con dei confini
molto labili, nel quale la funzione della testata si attenua molto.
L’abbattimento di questi confini non rende tutto dispersivo, dando lo
stesso valore ad informazioni più e meno importanti?
Io insisto sulla responsabilità di ognuno. Ciascuno di noi è responsabile di
trovare nella rete il meglio per sè stesso, questa è la vera sfida. Ciò implica un avvicinamento, un addestramento alle culture digitali che noi oggi
stiamo sottovalutando enormemente. Non si può pensare alla rete come
si pensa ad un giornale. Il funzionamento è molto diverso, così come è
molto diversa la partecipazione di ciascuno di noi.
Ed è un processo ancora in evoluzione
Certo, e la situazione è già migliorata tantissimo rispetto a cinque anni fa.
Il cambiamento sta nel capire che una notizia di qualità non è più quella
che tutti dovrebbero leggere, ma quella che interessa al singolo fruitore in
un determinato momento. Quali libri dovrei assolutamente leggere nella
mia vita? Non li leggerò mai tutti, leggerò quelli che mi capitano per caso,
attraverso i suggerimenti, gli stimoli che ricevo o per qualche altro motivo.
Il lettore medio però non ha sempre la possibilità di verificare che la notizia che gli interessa sia attendibile. Non dovrebbe comunque esserci, pur
magari in una forma diversa da quella a cui siamo abituati, una qualche
struttura che controlli e verifichi?
I giornalisti. Non è pensabile un’autorità garante della qualità di tutte le
cose che contiene la rete perché le dimensioni la renderebbero inattuabile. Ciò non toglie che ci sia bisogno di persone che con la continuità
di una professione abbiano la capacità di capire le informazioni meglio
del lettore medio. C’è bisogno di esperti che nel loro piccolo condividano
le proprie specializzazioni. Ma c’è bisogno anche che ognuno di noi
riesca, come già in molti casi succede, ad aiutare gli altri a discriminare
le informazioni sugli argomenti che conosce meglio. Ogni informazione
che arriva su internet per definizione è falsa fino a prova contraria. Se
si ragionasse così il rapporto con internet sarebbe già molto più sano.
Ognuno poi dovrebbe imparare a
trovare quel minimo di puntelli per farsi
un’idea formata e definitiva delle cose.
Il giornalismo in Italia però non sembra
interessato ad avere fonti oggettive,
e questo si riflette in rete dove viene
privilegiata un’informazione emotiva che
guarda in modo preferenziale da una
parte piuttosto che dall’altra. Per questo
c’è bisogno per il bene di tutti di molta
freddezza e di molta oggettività.
Come si possono preparare i giornalisti
a gestire una situazione del genere?
Una volta la scuola di giornalismo era
la redazione, oggi probabilmente la
scuola di giornalismo è sguazzare nella
rete. Bisogna diventare utenti molto consapevoli, persone che hanno
pienamente compreso come funzionano le reti sociali e come utilizzarle al
meglio. Ci sarà sempre la necessità di andarsi a trovare una storia, però
in un certo senso, portando il discorso all’estremo, le storie oggi cadono
in mano. La capacità del giornalista diventa quindi quella di ricostruire.
Se l’informazione è un flusso continuo in cui tutte le notizie si accavallano
ci dev’essere qualcuno che riesca a costruire, a trovare dei punti fermi
inquadrando la notizia in un panorama molto più ampio.
Un giornalista può riuscire a mantenersi con questo tipo di lavoro?
In questo momento non c’è nessuna garanzia. È una delle cose che
bisogna inventarsi da zero. Vedo questa fase come un passaggio molto
drammatico e complesso dall’industria pesante all’artigianato dell’informazione: immagino un giornalista come un buon artigiano che tanto più
è in grado di vivere la sua professione quanto migliore è la sua capacità
di gestire la notizia. Certo c’è bisogno di buttarsi, di investire molto sulle
proprie capacità e sulle proprie specificità.
Oggi i giornalisti sono sempre più spesso freelance che vengono assunti
per singoli pezzi. Il dibattito all’interno di una redazione più o meno stabile
è dunque destinato a non esserci più?
Quello che vedo adesso è molta più discussione nelle scelte che fanno
le redazioni. Il prodotto finale viene comunque discusso dai lettori con i
commenti online. A volte addirittura si mettono insieme le competenze dei
lettori con quelle del giornalista per creare un prodotto migliore. Anche
il lavoro di un freelance che lavora sul suo sito in modo indipendente è
esposto ad una grande quantità di occhi critici di persone che possono
fargli le pulci e spesso gliele fanno, e questo mi sembra a prescindere
meglio di un dibattito che rimane chiuso all’interno della redazione. Bisognerà trovare un equilibrio in questo senso.
Quanto durerà questa ricerca di equilibrio secondo lei?
Dipenderà dalla capacità di conservazione, dalla tenacia che avranno
le grandi produzioni di giornalismo industriale. Non è facile per le grandi
5 Konrad ottobre 2011
strutture editoriali adeguarsi a questo mondo. Lo stanno facendo, con i
loro tempi. Alcune abbastanza velocemente, altre meno. Io sono più ottimista per chi riesce ad inventarsi giornalista artigiano che fa pezzi unici
pensando alle persone e non al datore di lavoro.
Diverse redazioni in tutto il mondo hanno reagito a questo cambiamento
e si stanno muovendo velocemente facendo cambiamenti anche molto
radicali. Com’è la situazione italiana?
L’Italia si sta muovendo molto poco e molto timidamente, con un tasso
di conservazione molto più alto rispetto alla capacità di innovare e di
sperimentare. Credo che in questo momento l’unico vero errore sia non
sperimentare. Salvo alcune eccellenze, in Italia non c’è ancora una linea
di produzione che considera il web come canale preferenziale, nonostante sia quello sempre disponibile e su cui si può lavorare in continuazione.
E questo è dovuto a componenti diverse. C’è sicuramente una dose di
preoccupazione e di conservazione della professione ma anche grosse
rigidità sindacali e limiti editoriali.
Ad esempio?
Editori che finchè non vedono un guadagno diretto in rete non sono pronti
ad investire su di essa. Inoltre il giornalismo italiano ha tutta una serie
di norme che a livello sindacale creano resistenza. Ormai il giornalista
della carta deve vivere in qualche modo dentro al sito. Questo ancora in
Italia non è possibile, i due ruoli rimangono separati. Cè una chiusura, nel
modo in cui la professionalità è organizzata, che impedisce di innovare.
Bisogna scardinare certi meccanismi: è meglio proteggere oggi quel poco
che abbiamo e che
va sempre più in crisi
o è meglio abbracciare l’innovazione e
cercare di rinnovare,
di trovare nuove
possibilità?
Forse sarebbe meglio
trovare un equilibrio
tra protezione e
innovazione
Certo, ma il rischio
oggi è che si protegga
Sergio Maistrello
quel poco che c’è
e che tra cinque anni non ci sarà più in ogni caso. L’alternativa è che si
conceda di più, si prendano certi rischi, si accettino certe forzature rispetto
a come oggi è concepito il giornalista. Il giornalista oggi in Italia è ancora
considerato un’entità al di sopra delle parti che dev’essere protetto nella
sua indipendenza che però nei fatti non esiste già più. I giornali oggi non
sono interamente scritti da una casta di giornalisti professionisti duri e puri
votati alla verità suprema. La battaglia di principio va bene, ma confrontiamoci anche con la realtà. Non prendere oggi certi rischi o non fare delle
scommesse su uno strumento che bene o male condizionerà l’informazione futura non conviene, bisogna cominciare a cercare la via più breve per
arrivare ad una situazione migliore.
Giorgia Facis
...a proposito dell'intervista a Loris Rosenholz
Nella trascrizione di un’intervista l’omissione, come un taglio, può eliminare le sfumature, i processi teorici che preparano, introducono o svolgono determinati argomenti e determinate riflessioni: questa nota serve a mettere in chiaro alcuni di questi punti della mia intervista, uscita sul precedente Konrad
(n°169), allo psicopedagogista Loris Rosenholz.
Il primo punto che preme ampliare è quello del passaggio sulle educatrici: quel non avere loro nessuna preparazione o cultura va riferito a un sistema (lo
Stato, le Leggi) che trascura, da sempre, il lavoro con l’infanzia. Per cui, la mancanza di preparazione le mette in condizione di dover spesso improvvisare:
molte lo fanno bene, ma altre non ci riescono perché non ne hanno la capacità; se avessero però una costante supervisione esterna (di un psicologo, di un
esperto, che Rosenholz suggerisce da anni) ne sarebbero all’altezza.
Il secondo punto riguarda le madri, cioè le vecchie madri, le nonne che, puntualmente, per una serie di motivi storici e culturali della città (per es. nell’educazione austroungarica, vecchio retaggio di un’educazione antiquata), si opponevano (e si oppongono tutt’ora: questo è il problema) a che i bambini siano
messi in un nido. Solo in questo caso il loro comportamento risulta dannoso, altrimenti sono da considerare come figure estremamente favorevoli alla
crescita dei bambini.
Riccardo Redivo
6 Konrad ottobre 2011
IL PONTE SUL CANAL GRANDE : ELEMENTO CHE UNISCE O DIVIDE?
Il dibattito sviluppatosi a Trieste sull’utilità o meno di costruire un nuovo
ponte sul Canal Grande, e in tal modo modificare la prospettiva verso la
chiesa di S. Antonio Taumaturgo, infiamma gli animi non solo di politici e
tecnici, ma anche, e forse soprattutto, di semplici cittadini. Le questioni
sono principalmente due. La prima riguarda l’utilità di spendere denaro pubblico per un’opera considerata non indispensabile in un momento di crisi
economica. La seconda è legata invece a un giudizio estetico, assolutamente soggettivo, che tocca la sensibilità di buona parte della cittadinanza.
La controversia rispecchia, seppure in misura decisamente minore, quella
sviluppatasi qualche anno fa con la costruzione di un altro ponte, sempre
sul Canal Grande, ma questa volta in una città innegabilmente più delicata da un punto di vista architettonico, quale è Venezia. La costruzione,
progettata dal grande architetto e ingegnere spagnolo Santiago Calatrava,
suscitò all’epoca innumerevoli polemiche, soprattutto da un punto di vista
funzionale, perché il ponte non garantiva la sicurezza dei passanti, risultando pericoloso a causa del cambio di ritmo delle pedate, ma anche da
un punto di vista economico,
perché il costo
preventivato
si dimostrò di
gran lunga inferiore a quello
effettivamente
sostenuto.
Minori furono
invece le
polemiche sul
valore estetico
dell’opera e
sul fatto che le
sue forme non
Il ponte di Calatrava sul Canal Grande a Venezia
cercassero in
alcun modo di
rifarsi a quelle degli altri tre ponti veneziani esistenti sul Canal Grande.
Come architetto formatosi all’Università di Venezia posso affermare che
mai mi è stato trasmesso l’insegnamento che l’esteticamente valido è
sinonimo di mimetico. Ogni epoca ha un suo linguaggio e questo vale sia
per la musica, sia per la pittura o per le altre arti figurative. L’architettura
non fa eccezione e non possiamo pretendere di parlare oggi con un linguaggio di cento o duecento anni fa. Le mode cambiano, i materiali si trasformano, le tecnologie si evolvono e l’architettura deve necessariamente
seguire i mutamenti che sono dovuti allo scorrere del tempo. Il problema
sta nel fatto che i gusti della maggior parte di noi cambiano un po’ più
lentamente e si adeguano al nuovo con estrema difficoltà. Alle architetture
del passato, invece, e al susseguirsi di elementi compositivi e decorativi
anche fortemente diversificati, ci siamo lentamente abituati.
La città è un organismo vivo e come tale deve modificarsi. Una cosa statica
è una cosa morta; una cosa in movimento, in trasformazione, è una cosa
viva. Cosa vogliamo che siano le nostre città? Dei musei all’aperto, utilizzati
solamente dai turisti per trascorrevi il fine settimana, o preferiamo piuttosto
partecipare alla loro crescita e sostenere progetti innovativi e soluzioni
all’avanguardia? Lo sviluppo delle città e del turismo ad essa collegato si
basa anche su proposte coraggiose. Basti pensare a cosa è successo a
Bilbao, dove il museo di arte contemporanea progettato dall’architetto Frank
Gehry ha portato alla città spagnola enormi vantaggi sia economici sia di immagine e l’ha trasformata in un importante centro di attrazione turistica. Molti
probabilmente rabbrividirebbero davanti alle forme inconsuete dell’opera del
grande architetto canadese e anche in questo caso innumerevoli furono le
critiche, ma i vantaggi che ne derivarono furono talmente tanti, che anche i
più severi oppositori dovettero rassegnarsi ed accettare l’opera.
Pur essendo in linea di principio contraria alla globalizzazione del linguaggio
architettonico e credendo che esista un genius loci, ossia uno spirito, un ca-
rattere particolare in ogni luogo, per cui ciascuna architettura deve dimostrarsi
compatibile con esso ed entrare in sintonia con tutto ciò che la circonda, credo
però che certi segni forti e marcati, certi modi espressivi propri di un grande
architetto, ben si inseriscano in qualsiasi contesto, sia esso un centro storico
medievale, un quartiere ottocentesco o una periferia degli anni cinquanta. Le
scelte di dialogare con l’esistente, di adeguarsi al clima o ad una situazione
particolare, non implicano il doversi inserire in maniera anonima e senza carattere. L’architettura sostenibile è certamente quella che si integra con l’ambiente circostante, ma ciò non vuol dire che si annulli, si appiattisca e si mimetizzi
fino a scomparire. Le nostre città hanno bisogno di elementi puntuali che valorizzino le aree circostanti, che rappresentino un punto significativo attorno a cui
si possano riqualificare parti o quartieri che fino ad ora sono rimasti ai margini
della trasformazione urbana e quindi non valorizzati o sottoutilizzati.
Vorrei rivolgermi a coloro che, seppur armati delle più buone intenzioni,
vogliono fare la guerra a quelle che possono sembrare delle offese alla
qualità architettonica della loro città. È pur vero che certe architetture altro
non sono che autocelebrazioni di progettisti megalomani, desiderosi di
lasciare ai posteri un segno forte del loro passaggio in questo mondo, ma
molti sono di converso i progettisti sensibili che si rendono conto del carattere sociale del costruire e dell’impatto che un intervento necessariamente
ha sullo spazio urbano, e di conseguenza sulla qualità della vita. Vorrei
esprimere le mie forti perplessità per quei suggerimenti rivolti ai progettisti
del ponte sul Canal Grande da persone non sempre competenti che vorrebbero veder realizzata una struttura leggera e quasi invisibile che non
stoni con il contesto, ma si inserisca armoniosamente in esso, richiamando
possibilmente anacronistiche forme ottocentesche, considerate le più adatte per l’inserimento di una struttura che dovrebbe esercitare pur sempre un
certo impatto sull’ambiente circostante.
Pur essendo convinta che la partecipazione attiva dei cittadini alla trasformazione della città debba essere un motivo di orgoglio per ogni Paese democratico, e che la città appartenga ai cittadini che la guardano, la usano e
la vivono, mi preme sottolineare quanto distorte possano essere a volte le
convinzioni della popolazione in merito al bello e al brutto, spesso condizionate dai mezzi di comunicazione di massa. La libertà dei cittadini di vedere,
capire e apprezzare viene messa in pericolo da chi, per puro opportunismo,
cerca di insinuare modelli di città e di vita tali, da consentire la tutela degli
interessi di ristretti gruppi di persone, ma non certamente della collettività.
Siamo diventati insensibili al brutto, ma nemmeno ce ne rendiamo conto,
siamo circondati da costruzioni scadenti, ma ormai siamo anestetizzati e
non le vediamo neanche. Possono costruire attorno a noi autostrade, aeroporti, aprire cantieri ovunque, ma quasi non ce ne accorgiamo. La televisione non viene usata per informare, istruire, educare al gusto e all’armonia.
L’architettura sembra non esistere, non avere alcuno spazio all’interno della
nostra vita. Due mondi separati, quello dei progettisti e quello dei fruitori,
che non comunicano e non si scambiano opinioni o suggerimenti, ma tutt’al
più si criticano e scambiano accuse reciproche. E la politica, che dovrebbe
svolgere un ruolo di mediatore, resta impegnata in altre battaglie e non
sembra interessata a far dialogare le due parti. Così, di critica in critica, si
alzano muri di incomprensione e si alimenta un malessere generale che
nuoce non solo allo sviluppo della città, ma soprattutto ai suoi abitanti.
Alla fine può succedere che un ponte, nato per unire due parti, si ritrovi ad
assolvere un compito che non gli è consono: dividere. Sarebbe invece auspicabile che l’opera rappresentasse il punto di partenza per una proficua
collaborazione di tutte le parti in causa, con l’intento comune di proseguire
sulla strada del miglioramento dell’ambiente urbano in generale e della valorizzazione dell’area circostante in particolare. Come più volte in passato
abbiamo potuto constatare, la pedonalizzazione di vie utilizzate perlopiù
come parcheggi fungerebbe da volano alla riqualificazione di tutta l’area.
Ma questo è un altro discorso, su cui varrebbe la pena di soffermarsi con
più calma. Nel frattempo invito i lettori ad esprimere la loro opinione in merito, scrivendo a: [email protected]
Barbara Žetko
trasporti e ambiente
Torneranno i tram?
7 Konrad ottobre 2011
Dibattito sul trasporto pubblico a Trieste
Il 30 agosto u.s. si è svolto nella redazione di “Konrad” un dibattito tra
persone qualificate sul trasporto pubblico a Trieste.
Vi hanno partecipato il dr. Vittorio Zollia, assessore provinciale ai
trasporti, il dr. Mario Ravalico, consigliere comunale di Trieste e presidente della commissione urbanistica, il sig. Claudio Ermani, attento
osservatore e conoscitore del settore trasporti sia in Italia che negli altri
Paesi d’Europa. La discussione ha riguardato sopra tutto la situazione
di Trieste e la sua provincia.
L’assessore Zollia ha aperto la riunione, attirando l’attenzione sul fatto
fondamentale che il trasporto pubblico locale è regolato sulla base del piano
regionale per le 4 province del Friuli Venezia Giulia. Senza modificare il
piano regionale non è possibile introdurre alcuna novità. Dal punto di vista
della disponibilità chilometrica e del budget finanziario, le caratteristiche
gestionali per la provincia di Trieste sono le seguenti: l’area servita è di 212
Kmq, la rete si estende per 340 km, gli autobus impiegati ammontano a
272, 13 milioni sono i chilometri percorsi in un anno, 70 milioni i passeggeri
trasportati, 1.400 le fermate presenti nell’ambito territoriale. Zollia ha ricordato che la spesa è stata di 46 milioni, più 19 milioni di euro derivati dalla
vendita dei biglietti (dati riferiti ad un anno), sicché soltanto il 30 % del costo
è stato coperto dagli introiti. Percentuale di tutto rispetto, ha ricordato Zollia,
se paragonata ai bilanci delle altre aziende di trasporto pubblico in Italia.
Infatti quella di Trieste si colloca ai primi posti nella graduatoria nazionale.
Ha precisato che la convenzione esistente fra la provincia di Trieste e la
Trieste Trasporti è stata prorogata sino al 31 dicembre 2014.
Il consigliere Ravalico interviene per ricordare che nel programma del Sindaco Cosolini si prevedono nuove modalità di trasporto “più agili” lasciando,
peraltro, campo libero alle possibili soluzioni praticabili. Ricorda che molte
città sono tornate al tram e al filobus. Gli esempi non mancano anche in
centri urbani delle dimensioni di Trieste. Lo scopo sarebbe anche quello di
ridurre l’inquinamento atmosferico. Un’ipotesi (da approfondire e valutare
attentamente) potrebbe essere quella di pensare ad una linea filoviaria dal
centro alla riviera di Barcola (attuale autobus 36 estivo). Certamente per
introdurre queste novità sarà opportuno procedere gradualmente.
Interviene Ermani per ricordare che il tram ha un costo elevato all’inizio, che
viene però ammortizzato con gli anni. Palermo si appresta ad impiantare 5
linee tranviarie, mentre Padova, Firenze, Salerno hanno dato vita a sistemi
di metropolitana dal centro alla periferia. A Padova e a Mestre sono stati introdotti tram su gomma (ad evitare le strutture fisse come i binari). Il servizio
pubblico, comunque, sottolinea Ermani, non deve mirare al profitto.
L’assessore Zollia ribatte polemicamente che il trasporto pubblico è pur sempre un’impresa economica e non un ente di beneficenza. Per quanto riguarda
il trasporto a trazione elettrica, Zollia si esprime a favore di una “metropolitana
leggera” in provincia di Trieste, tanto più che il progetto “Adria A” prevede una
serie di collegamenti ferroviari sino a Venezia.
Ma si badi, precisa Zollia, che la metropolitana in questione dovrebbe avere
una estensione territoriale che ne consenta la profittabilità da ogni punto di
vista. Non certamente su un percorso breve come quello ipotizzato tra Campo
Marzio e Aquilinia. Al momento, tuttavia, esistono solamente studi di fattibilità.
Interviene Ravalico per dichiararsi a sua volta favorevole alla ipotesi di metropolitana leggera, questa sì espressamente prevista nelle linee programmatiche di Cosolini.
Riprende la parola Ermani, per affermare la necessità di cambiare mentalità
e di guardare al trasporto pubblico come organizzato in altri Paesi d’Europa.
Per quanto riguarda il servizio di trasporto pubblico a Trieste, Ermani lamenta, inter alia, l’eccessivo numero di fermate di bus in città, che appesantiscono inutilmente il sistema. A questa affermazione ribatte prontamente
Zollia, ricordando che con la frequenza delle fermate si viene incontro alle
esigenze del pubblico. Ermani insiste che in tutta la zona pianeggiante della
città sarebbe possibile e utile ripristinare le linee tranviarie. Zollia afferma
invece che per migliorare la situazione del traffico sarebbe importante
aumentare il numero delle corsie preferenziali per gli autobus. Ravalico concorda con tale proposta e ricorda a tale proposito che purtroppo la città è
ancora priva del nuovo piano del traffico, in gestazione da molti, troppi anni.
Ermani illustra brevemente la situazione del trasporto pubblico in alcune
città europee, caratterizzata dovunque dalla presenza congiunta di metro e
linee tranviarie.
Verso la conclusione dell’incontro, Zollia ricorda che incessante è lo sforzo
della Provincia di far fronte alle esigenze del pubblico. Ricorda che per ogni
chilometro di percorrenza bus aggiunto si affronta un costo aggiuntivo di circa 3,5 euro. Rammenta ancora che bisognerà riuscire ad ottenere in futuro
un budget provinciale per non venire sacrificati nell’ambito della Regione.
Sottolinea che i controlli della Provincia sull’operato della Trieste Trasporti
sono frequenti ed accurati, anche con l’ausilio di mezzi tecnici avanzati. Non
si dimentichi, inoltre, l’impegno della Provincia a favore dei disabili, volto
ad incrementare l’uso delle pedane di accesso ai mezzi. Ricorda, infine, la
positività del trasporto via mare per Muggia e le località della costiera.
Ravalico, non volendo assolutamente passare per un ”nostalgico del buon
tempo antico”, ribadisce la necessità che a Trieste non si elimini l’argomento in modo pregiudiziale e che, al contrario, si realizzi una seria analisi
tecnico-economica sulle possibilità di reintrodurre un sistema di trasporto
pubblico a trazione elettrica. Ricorda l’importanza del tram di Opicina, da
migliorare e potenziare anche in funzione turistica (di cui si scorgono segni
crescenti di sviluppo a Trieste), come avviene da anni per ferrovie e tranvie
simili alla nostra in Paesi vicini (soprattutto Austria e Svizzera).
Ermani chiude ribadendo la sua posizione di assoluto favore al ripristino
delle linee tranviarie, sia pure con la necessaria gradualità.
“Konrad” ha ringraziato vivamente i partecipanti al dibattito, nella convinzione che sia sempre utile discutere i problemi della collettività con uno
sguardo rivolto all’avvenire.
Sergio Franco
Un mondo diverso è possibile
Letture di fine estate
In queste giornate di fine estate mi sono dedicato alla lettura di due stimolanti saggi. Il primo, di Nunzia Penelope, Soldi rubati, descrive un’Italia
levantina (tante scuse ai levantini), in cui dominano evasione ed elusione
fiscali, riciclaggio di denaro sporco, illegalità, corruzione, abusi edilizi,
lavoro nero, truffe, criminalità organizzata; tutti o in gran parte in qualche
modo correlati fra loro come esito di un medesimo disegno, di una gestione perversa del Paese, in cui i concetti di etica sociale e di solidarietà non
sono un vanto di civiltà, ma un demerito da relegare a coloro che peccano
di scarsa furbizia e difettano di sagacia politica. L’altro saggio offre invece
un quadro consolatorio: di fronte al dramma della crisi globale che sconvolge il mondo, dove il 2% della popolazione adulta si arricchisce con la
speculazione finanziaria, quanto più la crisi avanza, possedendo oltre la
metà di tutta la ricchezza mondiale, potrebbe esistere una via d’uscita:
l’economia dei beni comuni. Il saggio di Enrico
Grazzini si intitola infatti
Il bene di tutti. L’economia della condivisione
per uscire dalla crisi.
Il saggio della Penelope, che è supportato da
un’ampia, dettagliata e
puntuale analisi di dati
pubblicati da agenzie
ufficiali, presenta il quadro dell’area perversa
dell’economia del nostro
Paese, in cui annualmente l’evasione fiscale
ammonta a 120 miliardi
di euro, vengono distribuiti 60 miliardi per
corrompere, cui vanno
aggiunti oltre 500 miliardi nascosti nei paradisi
fiscali (secondo la seguente filiera: si evade,
si nascondono i soldi, si corrompe per nasconderli, e poi una volta ripuliti
attraverso il riciclaggio, si usano per corrompere ulteriormente), la criminalità organizzata fattura 100 miliardi, l’economia sommersa vale 350 miliardi, il che corrisponde al 20% della ricchezza nazionale, Solo sommando i 120 di evasione con i 60 di corruzione e moltiplicando per 10 (10 anni
di evasione e corruzione) si ottengono i 1.800 miliardi, corrispondenti allo
stock del debito pubblico italiano. Si chiede la Penelope se il malaffare in
Italia sia ormai strutturale, se il nostro sistema economico, o almeno una
sua parte consistente, abbia fatto dell’illegalità il suo asset principale. Del
resto in Italia nuove leggi hanno indebolito la lotta al crimine economico e
finanziario: scudi fiscali, depenalizzazione del falso in bilancio, riduzione
dei tempi di prescrizione dei processi, tanto per ricordarne alcune.
La tesi di Penelope è che se fosse recuperato almeno in parte questo
enorme flusso di denaro, ovvero se evasione, corruzione etc. raggiungessero un livello fisiologico tipico degli altri Paesi dell’occidente europeo,
l’Italia potrebbe potenziare il trasporto su ferrovia, le infrastrutture, gli
ospedali, le scuole, raddoppiare l’importo della cassa integrazione, incrementare le pensioni fino a un livello dignitoso, estendere a tutti i senza
lavoro un’indennità mensile paragonabile a quella degli altri Paesi europei. E noi potremmo aggiungere: risolvere i problemi dell’adeguamento
antisismico degli edifici in particolare, e quelli degli interventi sul dissesto
idrogeologico del territorio, finanziare la cultura e la ricerca, per renderla
completamente indipendente, incentivare lo sviluppo e le applicazioni
tecnologiche della green economy. Con 250 miliardi recuperati all’illegalità
si potrebbe investire per il recupero economico del mezzogiorno, dotare
Nunzia Penelope
Soldi rubati
Ponte Alle Grazie
pp. 335, 14,60 €
Enrico Grazzini
Il bene di tutti. L’economia della
condivisione per uscire dalla crisi.
Editori Internazionali Riuniti
pp. 367, 16,00 €
8 Konrad ottobre 2011
tutta l’Italia della banda larga, raddoppiare le risorse per la scuola
pubblica, impedire la fuga dei cervelli. E così via.
Come è detto nella prima di copertina del testo di Grazzini, esistono
beni che non possono e non devono essere commercializzati . L’acqua, il territorio, internet, la cultura,
le reti di trasporto e di comunicazione, le conoscenze sono commons, cioè
beni di tutti. Difenderli deve essere il compito principale delle politiche e
delle economie dei Paesi di tutto il mondo sostenendo un’economia diversa, che rispetti i cittadini e le comunità e ostacoli il mondo della finanza
senza scrupoli, colpevole di averci gettato nel tunnel senza uscita della
crisi mondiale.
Nella prima parte del saggio Grazzini esamina le dinamiche della crisi, il
ruolo oscuro del mondo bancario che si divide fra credito e finanza, dove
il grosso delle transizioni finanziarie avviene al di fuori dei mercati regolamentari tramite derivati, credit default swap, subprime, ed altri prodotti
“innovativi” venduti direttamente o indirettamente ad aziende, enti pubblici
e anche al largo pubblico p.e. tramite i fondi d’investimento. I valori più
rischiosi sono collocati in società finanziarie ad hoc spesso situate nei
paradisi fiscali e promosse per gestire gli affari più rischiosi da non consolidare nei bilanci. Ed è il capitalismo e in particolare il modello neoliberista,
nato nella famigerata scuola di Milton Friedman all’Università di Chicago,
che ormai pervade, sotto varie interpretazioni, il mondo occidentale, ma ha
conquistato anche la Russia, e in parte anche la Cina e l’India oltre a parte
del Sud America. L’economia finanziaria soverchia l’economia produttiva e
ne gestisce la sorte. La crisi economica mondiale è quindi la crisi inevitabile del capitalismo nella sua più deteriore manifestazione.
Grazzini individua tre scenari di uscita dalla crisi: uno conservatore,
caratterizzato dal “tutto come prima o quasi”; l’altro progressista favorevole “al capitalismo buono ed equilibrato”; e un terzo che contiene delle
proposte “alternative” al sistema attuale. Viene scartato il primo scenario
perché non prospetta nessun cambiamento sostanziale a livello della
distribuzione dei redditi e del potere, ma anche il secondo perché seppur
progressista non può superare le contraddizioni del sistema, ovvero le
cause che hanno generato la speculazione. Il terzo scenario invece propone soluzioni di “economia alternativa” ed è promosso da una pluralità
di forze sociali e culturali spesso non rappresentate o sotto-rappresentate
dal sistema politico: le forze sindacali e gli intellettuali più radicali e di sinistra, gli ecologisti, le forze religiose più sensibili ai problemi della giustizia
e della povertà, le organizzazioni non governative, i movimenti new global.
È uno scenario che propone delle decise riforme strutturali e prevede che
accanto al mercato e all’intervento pubblico, si sviluppi un terzo settore
economico basato sulla gestione dei beni comuni e sulle organizzazioni
no profit e forme di democrazia diretta che dovrebbero prevedere la partecipazione dei lavoratori ai boards delle aziende, perché la drammatica
crisi energetica ed ecologica richiede una sostanziale trasformazione dei
modelli produttivi e di consumo. Grazzini non si illude di aver scoperto la
soluzione a tutti i problemi: la realtà è complessa e l’analisi dei tre scenari
e l’interpretazione delle loro conseguenze non forniscono una soluzione
immediatamente percorribile. Quello che si riesce a percepire è che è
necessario un cambiamento che conservazione e riformismo non sono in
grado di prospettare, mentre è necessario sviluppare sia sul piano culturale sia su quello pratico alcuni elementi di economia alternativa, ovvero
un’economia della condivisione. Che si sta effettivamente realizzando
nell’ambito dei beni comuni immateriali come le economie di rete, con lo
sviluppo di relazioni sia a livello scientifico sia a livello di comunicazione
generale attraverso la diffusione di internet, che favorisce la diffusione non
mercantile delle conoscenze. Sta facendosi strada quindi una innovativa
comunità di rete, esempio di democrazia diretta che organizza la partecipazione a manifestazioni di protesta e che ha avuto un ruolo importante
nei cambiamenti degli scenari geopolitici in corso, dove si assiste a uno
scontro culturale fa conservazione e innovazione. Con quale esito?
Lino Santoro
9 Konrad ottobre 2011
Trieste la bella addormentata
Beniamino Pagliaro
Trieste. La bella addormentata
Edizioni Biblioteca dell’immagine,
pp. 148, € 12,00
Chi sono i destinatari di un libro dedicato all’analisi degli ultimi eventi politici e
sociali di una città? In generale i cittadini stessi, ma se Trieste è la città in questione, allora la curiosità può toccare un campo di lettori più esteso. Non molto
più esteso, ovviamente, si parla sempre dello sparuto plotone di lettori italiani.
Stiamo parlando del libro Trieste, la bella addormentata, di Beniamino
Pagliaro, giovanissimo giornalista con collaborazioni all’Ansa, Messaggero
Veneto e La Stampa e vogliamo affrontare il punto di vista di due tipi di
lettore: di chi certi fatti li conosce bene perché a Trieste vive e lavora, e
magari di alcuni episodi è stato attore, anche se di secondo ordine, e di chi
di Trieste ha solo un ricordo.
Come infatti scrive lo stesso autore molti che ci sono nati o che ci hanno
abitato ora si sono spostati altrove per lavoro. Pur non potendo essere considerati a pieno titolo cittadini, sono comunque avidi di notizie: scrutano tra
le righe il ritratto della città amata come si farebbe nel cercare di riconoscere
da una foto recente i tratti di una persona che non s’incontra da tempo.
Inoltre, specie nell’anniversario dei centocinquant’anni d’Italia, questa città,
che è stata uno dei luoghi sacri della costruzione di un’identità nazionale,
può costituire un caso esemplare per chi voglia esplorare l’evoluzione del
nostro Paese.
Dei modi per accostarsi al libro, pertanto, quello di quest’ultimi è farsi raccontare la città com’è oggi; l’altro, quello dei cittadini, ascoltare un’altra voce
del dibattito in corso, per capire, concordare o negare. Non a caso nella
presentazione del libro, per quello che si può intendere dalla cronaca, si è
parlato, più che del libro stesso, della protagonista: Trieste.
Per chi si accosta al libro nel primo modo, per curiosità intellettuale o
nostalgia, la prima cosa che salta agli occhi è ancora il carattere arcaico
della città, un piccolo paradiso terrestre dove la qualità di vita è altissima pur
essendoci, a detta dei triestini, tantissimi problemi.
Una città il cui scenario politico è ancora la pagina cittadina de “Il Piccolo”,
il quotidiano locale, in anni in cui altre prestigiose testate fronteggiano un
futuro buio per la scomparsa dei lettori.
Una città dove la pausa pranzo, che altrove basta appena per guadagnare
un bar affollato e trangugiare un panino, qui permette di raggiungere Barcola e fare un tuffo in mare.
Dove l’aria è mondata da un vento estroso ma immancabile, e comunque
è rinnovata da due polmoni naturali, tra i quali l’area abitata è racchiusa: il
mare e il Carso.
Certo, il senso di colpa italiano per le offese e le amnesie del dopoguerra
hanno viziato l’economia che oggi è in grande maggioranza dipendente
dallo Stato. Con vicini industriosi come veneti e “furlani”, per contrasto
questo sembra un male. Che il vecchio ruolo di porto dell’Est sia sempre più
lontano così come molti giovani debbano lasciare la città in mano a vecchi
longevi e in salute, anche.
Tuttavia, a chi vive afflitto dalla nebbia, dall’inquinamento, dal traffico, dai
ritmi ossessivi delle industrie in crisi appare così criticabile il ruolo di una
“bella addormentata”?
La risposta è no e l’analisi di Pagliaro, peraltro mai prolissa ma precisa ed
esauriente, lo conferma, anche se da triestino avanza tutte le preoccupazioni ed i dubbi del caso.
A Trieste d’altra parte il libro non è passato inosservato. Ha suscitato inte-
resse ed è andata subito esaurita la sua prima edizione. I lettori triestini, non
molti ma notoriamente voraci, non erano abituati agli instant book o ai libri
sulla storia più recente della città. Mancava un’analisi degli ultimi vent’anni
di governo della città. Pagliaro disegna i ritratti personali dei tre sindaci,
Riccardo Illy, Roberto Dipiazza e Roberto Cosolini. Il momento da cui il libro
parte è quello dell’uscita della democrazia italiana dal sistema dei partiti che
coincise con l’elezione diretta dei sindaci da parte dei cittadini. In assenza
di un rapporto con le forze politiche che li espressero, essendo queste
ultime a loro volte entrate in crisi quali enti esponenziali degli interessi dei
cittadini, Illy e Dipiazza operarono in apparente autonomia. Dietro il secondo
si stagliava l’ombra del senatore, Giulio Camber. Il libro include un’intervista
a questo personaggio, certamente atipico nell’odierno panorama politico,
che molti hanno voluto mitizzare forse non avendo mai avuto l’interesse, il
coraggio o la statura per affrontarlo.
Pagliaro, di questi personaggi, tratteggia le origini, il carattere, i vezzi. La
penna scorre veloce sul taccuino dell’intervistatore. Non è quella del giornalista d’inchiesta, non si intrufola in quella palude intricata di piccoli interessi
imprenditoriali, professionali e di bottega che in questi anni hanno strizzato
l’occhio all’uno e all’altro sindaco, che ne hanno sostenuto le campagne
elettorali con l’aspettativa di favori ed incarichi.
Quello che fa bene è l’analisi spigliata e intelligente di dati demografici e
statistici ben noti. Pagliaro confronta questi numeri con l’assioma: Trieste si
piace troppo per cambiare.
Ecco che “la bella addormentata” si trasforma in un Narciso che si specchia
nella sua immagine dorata, quella che la fa amare da chi ci vive, da chi ci ha
vissuto e da chi l’ha visitata e compresa.
Roberto Cosolini nel libro trova poco spazio. È al futuro che vogliamo guardare, ed è forse questo limitarsi all’analisi della dinamica del momento che
frena l’autore a cercare una risposta diversa.
Per esempio quella di una cittadinanza assai più moderna e matura rispetto
ad altre, che non si fa abbindolare dalle proposte che le organizzazioni
imprenditoriali triestine sono state sempre pronte a sostenere, senza un
minimo di autonomia di giudizio. Se fosse per loro dovremmo compiacerci di
avere una Ferriera che associazioni e comitati sostengono ammorbi la città,
accogliere felici due rigassificatori nel Golfo, far finta di non aver contaminato la zona industriale e di aver realizzato due discariche a mare di rifiuti
pericolosi, a pochi passi dai più frequentati stabilimenti balneari.
I triestini certamente sono preoccupati per il futuro della città. Constatano
l’inesistenza di una classe politica, contestano gli enti incapaci di gestire
anche la manutenzione del loro patrimonio immobiliare (un esempio sono le
scuole), vedono la città sprofondare nelle classifiche nazionali sulla qualità
della vita quando si tratta dei temi della raccolta differenziata, dell’uso delle
energie alternative e delle piste ciclabili.
Chi vive a Trieste sa che basta qualche scelta sbagliata per rendere Trieste
meno bella con la soddisfazione di aver sacrificato il proprio appeal turistico
ad esempio per assumere la funzione di polo energetico nazionale.
Un buon governo, invece, potrà rendere questa città “bellissima” o conservarla “nobilissima” secondo la definizione che Croce volle per la sua Napoli.
Roberto Cosolini ha ricevuto dai cittadini il mandato di amministrare Trieste.
Per ottenere degli ottimi risultati non è necessario essere il principe che
sveglia la “bella addormentata”: basta volerla ben amministrare.
Mauro Mollo – Alessandro Giadrossi
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libri
Boris Biancheri
Elogio del silenzio
2011, Feltrinelli
228 pagine, € 17,00
elogio del silenzio
Il giorno in cui ho scoperto questo libro ero reduce da un imbarazzante incontro con una persona prodigiosamente loquace e invadente, quel genere
di individuo che, se ti chiede da che parte vai, merita una sola risposta:
“Dall’altra!”. E non ti resta che sgambettare sperando che non ti segua…
Con le orecchie fumanti, la testa ingombra di confidenze non richieste, non
poteva non attrarmi quel titolo benedetto che occhieggiava dallo scaffale:
Elogio del silenzio.
Autore (autorevole), Boris Biancheri, classe 1930, diplomatico dalle
prestigiose origini (figlio di un diplomatico e di una baronessa, nonché
nipote di Giuseppe Tomasi di Lampedusa) e dalla luminosa carriera. Morto
lo scorso luglio, Biancheri è stato ambasciatore italiano a Tokyo, a Londra,
a Washington, e infine è stato segretario generale del Ministero degli Affari
esteri, cioè la più alta carica della diplomazia italiana.
Già autore di altri libri (L’ambra del Baltico: carteggio immaginario con
Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Il ritorno a Stomersee, Il quinto
esilio, tutti editi da Feltrinelli, per non parlare dei saggi di politica internazionale) alla presentazione di Elogio del silenzio Biancheri aveva dichiarato
che da anni pensava a come rendere omaggio al silenzio, al suo valore
morale, al suo mistero. Gli sarebbe piaciuto scrivere un saggio, ma – lo
ammetteva con encomiabile modestia – era un progetto superiore alle sue
forze. E così, aveva optato per un romanzo, una narrazione pura che più
pura non si può: personaggi eterei, molti dei quali senza nome; un paese,
forse europeo, non identificato; una città latente, diafana, che fa da sfondo
leggero (ricorda certe Città invisibili di Italo Calvino); una trama trasparente
come l’ala di una farfalla, ma densa di metafore. E una fine che si presta a
molte interpretazioni.
Il protagonista è Felix. Lo conosciamo bambino piccolo, in quell’età in cui
sarebbe naturale che iniziasse a parlare, o almeno a provarci, puntando il
ditino e sillabando il nome di ciò che vede. Ma Felix, attento intelligente e
mite, non parla. I genitori ne sono costernati prima, e disperati poi. Temono
per lui una vita da sordomuto, chiamano i dottori. Quel bimbo troppo quieto
è per loro un oggetto oscuro, che quasi li imbarazza. Dopo anni, come se
fosse naturale così, Felix pronuncia finalmente una parola: “Bello”. Ne dirà
altre, pian piano. Comunque poche. Parlerà sempre con avarizia, prudenza, come se sapesse che in fondo sarebbe preferibile tacere.
Ma Felix ha anche delle doti eccezionali. Ha una memoria visiva e uditiva
straordinarie. Negli anni del silenzio totale, ha osservato e memorizzato
tutto. Ha classificato i ricordi come un archivista, attribuendo a ogni ricordo
un numero. A cosa corrisponde il numero 21? Felix ormai adulto (arrivato
ormai oltre le migliaia di ricordi catalogati) saprà dirlo... Il 21? Ah sì, quella
volta in cui a due anni sono entrato da solo in una vasca di ferro smaltato...
Ricordi minimi, personalissimi, e per la maggior parte inutili.
Solo un professore intuisce che il suo talento va indirizzato meglio, e gli
insegna a interessarsi a tutto. Se memoria dev’essere, che sia memoria
del mondo e non solo di se stesso. Discutono di politica, arte, costume.
Aperta la mente, Felix si iscrive alla facoltà di filosofia, e lì conosce il Gran
Presidente che, oltre ad essere docente universitario, è anche Presidente
del Consiglio.
Anch’egli si accorge di Felix, del suo genio stralunato e taciturno. Ne fa il
suo assistente, segretario particolare, allievo, pupillo, confidente, erede…
Il Gran Presidente ha uno strano modo di governare – non fare assolu-
10 Konrad ottobre 2011
tamente niente – ed è
apprezzato per questo. È
bonario, affabile, cortese
con tutti, i suoi discorsi non
sono decifrabili, l’obiettivo
primario è evitare che
le cose accadano, che i
problemi si pongano.
Esemplare è il caso che gli
viene sottoposto dal capo
dei servizi segreti. In un
carcere sta per scoppiare
una rivolta ed è un ben determinato gruppo di detenuti a soffiare sul fuoco. Che fare? Ebbene, il Gran
Presidente suggerisce che questi vengano trasferiti, che vicino alla frontiera
si finga un incidente stradale, che le guardie voltino opportunamente le
spalle... I carcerati certamente fuggiranno, oltrepassando il confine, ed ecco
che il problema sarà risolto!
Un giorno, il Gran Presidente viene ucciso da un pazzo. Si pone il problema
della successione. Felix, che ha fama di esserne l’erede morale e intellettuale, è subito designato. La sua impassibilità, la sua pacatezza, il modo di
ascoltare, piacciono.
Ma questo modo di governare lo mette a disagio. Felix non è poi così nullafacente come il defunto presidente, ritiene che i problemi vadano almeno affrontati se non risolti. Felix, insomma, sente un insopprimibile bisogno di verità.
La verità doveva essere messa al centro di ogni azione degli uomini e di chi li
governa, perché veniva prima della sicurezza, prima della libertà, prima della
legge stessa. E la verità era questa: che il paese stava affondando, insieme
alle infinite piccole macerie di cose ignorate, rinviate e non fatte, tra il disprezzo di molti e l’indifferenza dei più. A questo lui avrebbe cercato di porre rimedio
con una energica azione del suo Governo. Occorreva risvegliare gli spiriti
sonnolenti per dare maggior giustizia a tutti e maggior benessere a chi lo
meritava. Sapeva di correre il rischio di commettere sbagli, ma aveva fiducia
nei mezzi che la sorte gli aveva dato e nel sostegno dei presenti.
Presenti che, invece, non hanno mai sentito nulla di simile, e delle intenzioni
di Felix capiscono poco...
Felix si ritira nella casa del padre, per scrivere in pace un discorso che
abbia forza, rigore e prospettive. Il giorno fissato, si reca alla sede del
Parlamento, dove tutti attendono di ascoltarlo. Ma a Felix non esce parola.
Muove la bocca, agita le mani, ma dalla sua gola non proviene alcun suono.
L’imbarazzo è generale. Viene accompagnato fuori, si pensa o si vuol
pensare a un malore. Sarebbe l’unica spiegazione onorevole.
Ma Felix non sta male. In lui è scattato qualcosa di profondo e autentico. Si
rende conto che non potrà continuare a fare politica, men che meno come presidente. Prende un treno, va alla frontiera, in un bar beve un cognac e chiede
dove si trova. Gli risponde un uomo, vago e sapiente. Chi può dire esattamente
dove si trova, in ogni momento della sua vita? Quel che posso dire è che qui la
città finisce. [...] Un piccolo muro. Al di là di quello, non c’è nulla.
Solo il mare, verso il quale Felix si incammina sereno, deciso, mentre dietro
di lui rimane il paese, la città, putridi di parole bugiarde. Decide di morire?
Potrebbe sembrare, ma la domanda resta intatta. Le domande dopotutto
sono intriganti quanto il silenzio.
Qual è il messaggio di questo romanzo elegante e incorporeo, elusivo e
misterioso? Che cosa voleva dirci, della politica, un uomo come Biancheri
che l’ha vista da una prospettiva così delicata e profonda come quella
diplomatica?
Forse, che in politica non c’è spazio per la verità. Se si volesse dirla - ma
dirla davvero - mancherebbero le parole, i suoni. La politica non ha nulla a
che vedere con la verità. Il Gran Presidente, buon’anima, era lì per non dire
e non fare nulla di vero, ed era questo che lo rendeva, paradossalmente, un
politico perfetto...
Luisella Pacco
giovani
Un articolo per Giuseppe
"Peppino" Impastato
Il giornalino della mia scuola tende ad autocensurarsi, ovvero sono
gli studenti stessi ad evitare il dialogo e la discussione, ma non
è solo paura. Parlare di mafia infatti è definito “troppo di parte”,
parlare di razzismo è definito “troppo di parte”, criticare la scuola è
definito “troppo di parte”. Pensare è “troppo di parte”. Ecco perché mi sono rifugiata in Konrad per poter pubblicare un articolo sulla mafia, un semplice scritto, niente di più, ma che almeno
possa ricordare un eroe.
Sognai, in una notte qualsiasi, di ritrovarmi seduta ad un bar di
Cinisi, vicino a Palermo. Sorseggiare il solito caffè, leggere il consueto giornale e mentre ammiravo il sole cocente del Mezzogiorno
una voce carismatica catturò la mia attenzione. Battute, imitavano
qualcuno, ma io non riuscivo a capire cosa stessero dicendo quelle
voci finchè non riconobbi la sigla: “Radio Aut”.
Mi svegliai. Purtroppo. Per un secondo provai una
sensazione terribile: una fitta al
cuore, le lacrime che pulsavano
negli occhi, la testa che bruciava e
urlava: “Non è possibile lui è morto! Morto, non tornerà mai più! Lo
hanno ucciso, ucciso!”. Ora che ci
ripenso mi metto a ridere, appena
mi svegliai dal sogno mi sembrò di
essere stata catapultata in un’altra
realtà, non ero più a Cinisi e Peppino era stato ucciso anni e anni
fa, eppure mi sembrava tutto così
reale, mi era apparso per davvero
di sorseggiare quel capuccino, ne
sentivo l’amarezza impressa tra
le labbra, percapivo concreta tra
le mie mani la carta del giornale,
provavo veramente il calore sulla
mia pelle del sole estivo, come
Giuseppe "Peppino" Impastato
la voce di Peppino nelle orecchie
sembrava così vicina a me. Peppino Impastato fu, ed è ancora, un punto fermo, una certezza
assoluta, un dogma indiscutibile. Sarà per sempre uno degli eroi
che più ammiro e rispetto. Averlo percepito vivo per un solo secondo anche in sogno mi spezzò il cuore. E come se s’immaginasse
ad occhi aperti il proprio idolo che ti abbraccia, ti bacia, ti protegge,
chiacchiera con te e dopo in un momento di chiarezza, in cui i piedi
toccano di nuovo terra, rendersi conto che questo mito non esiste
più fa male. Sarà perché a 15 si divinizza tutti e tutto, ma io Peppino
l’ho fatto anche diventare la mia stessa forza: se ho un problema
ripenso a lui e tutto mi sembra così stupido.
Fu lo Stato ad ucciderlo non solo la mafia. Lo ammazzarono con
violenza e una ferocia disumana solo perché parlava. La libertà è
uno dei nostri pochi diritti, lui fu uno dei pochi ad avere il coraggio di
combattere per ricordare agli Italiani che questo diritto non ci deve
essere tolto. Fu lo Stato ad ucciderlo perché gli fu resa giustizia
solo nel 2002 (Peppino fu assassinato nel 9 maggio del 1978). La
madre aspettò 24 anni per vedere Tano Badalamenti condannato
dalla corte italiana. 24 anni di lotta senza tregua. Sopravvisse al
figlio e gli diede giustizia dopo che Peppino sopravvisse alla mafia e
rimase nel cuore di moltissimi italiani.
Quello che ho scritto non mi è mai apparso “troppo di parte” ma mi
inchino a cotanto giudizio se si ritiene che le mie parole abbiano il
solo scopo di propaganda politica.
Beatrice Achille
tre can ti per luc ian o
Con Luciano Comida c’era molto non detto che aspettava di dirsi pian piano, di scoprirsi, ma il tempo preferì fermarsi a una primavera acerba. Una
coincidenza però può forse rendere l’idea di questo inespresso: chiacchierando prima ancora che andasse in ospedale, credo fosse fine novembre, scoprimmo che stavamo facendo la stessa identica cosa e ce la
scambiammo subito: tutti e due stavamo lavorando contemporaneamente
a un racconto-cornice (di quello scambio mi rimangono i suoi appunti, le
sue correzioni e i suoi suggerimenti, che conservo come tesori).
Da tre lustri ormai sono solito scrivere poesie, che non leggo mai al di
fuori della piccola cerchia del mio cuore. Ne ho scritto una (il cui nucleo
risale al 25 maggio) in tre tempi, per Luciano, forse neppure delle più
belle, ma estremamente sentita. Insomma, la sua incerta bellezza viene
battuta dall’intensità della sua stesura. Per lui ora la trascrivo a voi, per la
prima volta oltre il mio cuore. Mi si perdoni la voce.
Riccardo Redivo
I. Trasformazioni dell'’altrove
Se esisti in qualche consapevolezza
alleggerisci il dolore ai tuoi noi.
Se la tua volontà ha una forma
e può volare, le fia mme placa
della lontananza e rigarrisci,
rondine emigrata a primavera,
lettera illuminata dal sole.
Superiore all'’esplosione
è il silenzio che ne segue
ma il ricordo del boato
porta il vento oltre il deserto
verso il mondo che occupiamo.
II. Recisione
meno,
Il prato del futuro ha un fiore in
ato
pass
il
rci
tocca allarga
in un diverso orizzonte.
III. Leggerezza
Lo sappiamo tutti che Idef ix
lo nascondevi dentro la barba
perché a lui piaceva quella stoffa,
giocare del vento
fra nuvole e inchiostro.
rubrika.pika.si
Salve , come stai?
Benvenuti al secondo appuntamento con rubriKa.
piKa.si (rubrica punto si).
Nell’articolo di settembre si è parlato del suffisso
–ica presente nelle parole lipica (leggi lipizza, tiglietto) e kavica (leggi cavizza, caffettino). Ricordo
brevemente che il suffisso –ica viene usato per
creare i diminutivi e i vezzeggiativi dei sostantivi di
genere femminile.
Facciamo un ultimo esempio con il suffisso –ica. Il
termine streha significa tetto. L’accento cade sulla e.
In sloveno esistono vari tipi di accento. Tanto per fare un esempio la vocale e
può essere lunga e chiusa (é) , lunga e aperta (ê) oppure breve e aperta (è).
La e di streha è lunga e chiusa: stréha. Negli esempi successivi l’accento non
verrà tuttavia approfondito. Ci limiteremo a sottolineare la lettera che porta
l’accento (streha). Per chi si avvicina allo studio dello sloveno un’ulteriore
difficoltà consiste nel fatto che l’accento di solito non viene segnalato.
Torniamo alla nostra streha (tetto). Per pronunciare correttamente questa
parola occorre aggiungere che l’ h slovena non è mai muta, ma viene pronunciata con un suono molto aspirato. Alla parola streha posso aggiungere
l’ormai noto suffisso –ica e creare così la parola strešica (leggi strescizza).
Il primo significato di questa parola è piccolo tetto, tettuccio, un tettuccio
che potrebbe stare per esempio sopra una porta d’ingresso. Immaginiamo
ora di disegnare una casetta con un tettuccio (strešica), di rovesciare la
nostra strešica e di collocarla sulla lettera s. Otteniamo così la š. Con il
termine strešica (leggi strescizza) si designa quindi anche il simbolo grafico
che si trova su tre lettere slovene. In italiano viene chiamato pipa o pipetta.
Vediamo ora come si pronunciano queste lettere.
La prima che ho citato è la š. Il suono della š è presente anche in italiano
nella parola sci. La š corrisponde quindi alla sc italiana. Scuola in sloveno si
dice šola e si legge sciola.
La seconda lettera slovena che porta la strešica è la č. La lettera č si
pronuncia come la c di ciliegia. Cioccolato in sloveno si dice čokolada e si
legge ciocolada.
L’ultima lettera slovena che porta la pipetta è la ž. Essa non trova in italiano
un suono corrispondente. Il suono della ž è presente nella lingua francese
nel termine gigolo. Palla in sloveno si dice žoga e si legge quindi come la g
di gigolo.
Nell'articolo di settembre Tigli, tiglietti e caffè abbiamo visto come si invita in
sloveno qualcuno a bere un caffè. Vediamo ora come si saluta in sloveno
un amico. Il saluto informale è živio (leggi žiujo, ž di gigolo, j come Jesolo) e
corrisponde all'italiano salve, ciao.
Dopo il saluto segue di solito il come stai:
Živio (leggi žiujo), kako si? (leggi caco si – la k si legge come la c di cane)
La domanda kako si? significa come stai, letteralmente come sei. Kako
significa come, si equivale al verbo sei. Questa domanda ricorda molto
l'inglese how are you? Anche in inglese infatti per chiedere come stai si usa
il verbo essere.
Fate bene attenzione all'accento di kako. Durante la mia esperienza
d'insegnamento ho notato che i corsisti di madrelingua italiana tendono a
mettere l'accento sulla prima a di kako: invece di pronunciare kako dicono
kako. Questo è forse dovuto al fatto che in italiano la parola come porta
l'accento sulla prima sillaba. Viene quindi spontaneo porre anche in sloveno
l'accento sulla prima sillaba pronunciando kako. Ma se dico kako si? sto
formulando la domanda in croato.
La somiglianza tra le due lingue è in questo caso eclatante: basta spostare
l'accento e si passa dallo sloveno kako si? al croato kako si? Entrambe le
espressioni significano come stai.
Lo sloveno e il croato appartengono al gruppo delle lingue slave meridionali. Allo stesso gruppo linguistico appartengono anche il serbo, il macedone
e il bulgaro. Tutte queste lingue slave hanno un avo comune: esse derivano
infatti da un'antica lingua chiamata protoslavo. Di questo avo si sono perse
le tracce. Si sa che è esistito perché le lingue slave presentano molte
affinità. Il protoslavo è una lingua di cui non si ha alcuna testimonianza
12 Konrad ottobre 2011
scritta. Essa veniva parlata
dai popoli slavi presumibilmente fino al V, inizio
VI secolo dopo Cristo. Il
protoslavo è stato ricostruito
grazie alla linguistica comparata. Detto in altri termini:
studiando le corrispondenze
fra le lingue slave moderne
i linguisti sono riusciti a
ricostruire abbastanza verosimilmente il protoslavo.
Nonostante le somiglianze
tra lo sloveno e il croato di cui si parlava poco fa, vorrei specificare che si
tratta pur sempre di due lingue, ognuna delle quali segue le proprie regole
grammaticali. Non basta quindi spostare l'accento per imparare il croato.
Torniamo all'incontro con il nostro amico sloveno che chiameremo Borut.
Živio (leggi žiujo, ž di gigolo, j di Jesolo ), kako si?,
Borut risponde: Dobro. In ti?
Questa risposta significa bene (dobro) e tu (in ti)?
Per semplificare il più possibile apporterò una sola variante al dialogo. Borut
potrebbe infatti rispondere alla nostra domanda in svariati modi. Citiamone
alcuni:
Živio (leggi žiujo), kako si?
Borut: V redu (leggi uredu). In ti?
V è una preposizione. Essa corrisponde all'italiano in. Per non complicare
troppo diremo che la preposizione v viene pronunciata come una u.
La risposta v redu (leggi uredu) significa letteralmente in ordine. In italiano
potremmo tradurre con tutto a posto.
Passiamo ora alla seconda variante:
Živio (leggi žiujo), kako si?
Borut: Odlično. In ti?
Odlično è un avverbio che significa ottimamente, magnificamente. Ricordiamoci che la č va pronunciata come la c di cena.
Vediamo ora la terza variante:
Živio (leggi žiujo), kako si?
Borut: Gre. In ti? (la g è sempre gutturale, come la g nella parola gufo)
In questo caso Borut risponde con un verbo. Si tratta del verbo andare
coniugato alla terza persona singolare. Gre significa va. Confrontando le
risposte dobro (bene), v redu (leggi uredu, in ordine), odlično (ottimamente) con gre (va) è chiaro che da quest'ultima risposta non traspare alcuna
positività. Nella battuta gre si cela uno stato d'animo neutrale: non va né
bene, né male.
Ma se incontrassimo il nostro amico Borut in uno stato di malessere, lui alla
domanda kako si? risponderebbe slabo (leggi sslabo, la s viene letta come
se fosse doppia). Slabo è un avverbio che significa male. La pronuncia
corretta esige l'accento sulla o finale. Nella parlata slovena del Carso e
di Trieste sentirete l'accento spostato sulla a, sentirete quindi slabo (leggi
sslabo).
Per concludere questa seconda lezione di sloveno aggiungerò un'ultima
versione del dialogo, in cui rispondiamo a Borut. Salutiamolo quindi per
l'ultima volta e chiediamogli come sta:
Živio (leggi žiujo), kako si?
Borut: Hvala, dobro. In ti?
Tudi dobro.
Hvala significa grazie, la parola va pronunciata con l' h aspirata, la v va in
questo caso pronunciata come v perché segiuta da vocale. Nella parlata
slovena locale che comprende Trieste e il Carso, si tende a pronunciare la
parola hvala con la u. Sentirete quindi la forma non corretta huala.
La risposta che ho scelto per completare il dialogo è tudi dobro. Tudi
significa anche, dobro – ormai lo sappiamo – significa bene.
Qui finisce il nostro secondo approfondimento della lingua e cultura slovena. Vi chiediamo cortesemente di inviare le vostre osservazioni, critiche e
suggerimenti al seguente indirizzo mail: [email protected]
Tanja Seganti
le farfalle e le cavallette
13 Konrad ottobre 2011
Sabbie ferrose e tartarughe
Molti mari, tra cui il Mediterraneo, stanno morendo.
In Italia, tra il 14 e il 19 giugno scorso, il WWF ha organizzato la settimana
dedicata alle tartarughe marine. Ogni anno sulle coste del Mediterraneo
ne muoiono oltre 40.000 esemplari per l’inquinamento, per la distruzione
dell’habitat naturale, per le grandi opere antropiche, per la pesca a strascico
(le tartarughe muoiono annegate) e per la pesca a palangrese con fili lunghi
chilometri e con migliaia di esche, adoperati per la cattura del pesce spada,
che nascondono ganci dai quali l’animale non può liberarsi. In Europa molti
tipi di tartarughe sono ormai estinte. La tartaruga marina è un animale
preistorico che abita il pianeta da milioni di anni.
La tartaruga deve oggi affrontare un’altra lotta: l’uomo, suo nemico, ha
scoperto sulle coste del Pacifico l’esistenza di sabbie ricche di materiale
ferroso.
In nuova Zelanda, nella provincia di Taranaki, nel lontano 1841 si è parlato per la prima volta di queste sabbie come di una base per la produzione
di ferro e per 40 anni molti scienziati, studiosi e industriali hanno cercato
un processo per adoperare queste sabbie, contenenti anche titanio, allo
scopo di produrre il ferro a costi sostenibili. Nel 1881, nella regione di
Onehunga, venne utilizzato il sistema di riduzione diretta inventato da
un industriale del New Jersey (USA). Dopo un breve interessamento di
Henry Bessemer, la società di Onehunga, che attraversava un periodo di
crisi economica, venne assorbita dalla Banca della Nuova Zelanda. Per
studiare il sistema di estrarre industrialmente il ferro da queste sabbie
sono stati consultati scienziati della Germania, della Norvegia, della Gran
Bretagna e degli USA, che hanno risolto i problemi tecnici nel 1972,
ma non l’opposizione delle popolazioni autoctone maori che, per la loro
cultura, consideravano i coloni europei predatori dei loro diritti sulla costa
e sul mare di Taranaki. La questione è stata risolta con un accordo, in
realtà non molto rispettato, nel 2005. È da considerare comunque che
la produzione di ferro della Nuova Zelanda non riusciva a raggiungere il
10% della produzione australiana. Di conseguenza il gigante australiano
Broken Hill Proprietary BHP ha assorbito la proprietà neozelandese.
L’istmo centroamericano ha una curiosa conformazione: si trova tra due
oceani ed è una zona con più di 40 vulcani, tra i quali diversi particolarmente attivi. In America Centrale, sulla costa del Pacifico le sabbie sono
nere e ricche di ferro. Le spiagge del Pacifico hanno zone dove le tartarughe sono protette e ogni 3-4 anni, come per un miracolo della natura,
ritornano a deporre le uova sulle stesse spiagge dove erano nate (100
uova ognuna), riattraversando migliaia di chilometri senza mai perdere
l’orientamento.
La Cina ha bisogno di ferro per la produzione dell’acciaio. Una società
cino-australiana è venuta a conoscenza che in America Centrale, sulla costa del Pacifico, si trova in forma di sabbia ferrosa il 12% dei giacimenti di
ferro di tutto il mondo. I costi d’estrazione sono inferiori a quelli della Nuova
Zelanda e nella sabbia si trova pure titanio: un’eventuale fonte addizionale
di guadagno.
La società cino-australiana è riuscita ad avere tre licenze per esplorare
le spiagge maggiormente ricche di ferro. Dopo l’esplorazione dovrà però
essere fatta una valutazione dell’impatto ambientale e dovranno essere
proposte eventuali mitigazioni e bonifiche.
Nella lavorazione delle sabbie si adopera il vanadio, che è un metallo
pesante molto inquinante e dannoso per la salute.
Il processo comprende:
– l’escavazione della sabbia fino a 10-20 o 50 metri di profondità
– il trasporto della sabbia a una prima unità di concentrazione del prodotto
– il prodotto concentrato viene depositato all’aperto formando piccole
colline artificiali
– il prodotto concentrato passa poi a una seconda unità di macinazione e
separazione magnetica per formare un altro deposito di prodotto all’aperto
in colline artificiali
– il trasporto fino alle grandi navi da carico e il carico alla rinfusa per il
trasporto fino in Cina.
Il tutto significa un enorme impatto ambientale. Non è noto quali siano le
proposte di mitigazione dell’impatto ambientale e le proposte per la ricollocazione della sabbia estratta a processata.
Óscar García Murga
a
r
u
t
a
N
o
i
d
a
R
La volta scorsa abbiamo visto come
l’invenzione per antonomasia, la
ruota, sia stata realizzata dalla
natura ben prima di noi. E che dire
di un’invenzione umana molto più
recente – e complessa – come
quella della radio?
La risposta è che anche in questo
caso siamo stati preceduti. Ovviamente la natura non fa uso di
valvole, transistor o microchip, in
compenso vi sono molti corpi celesti
che per vari meccanismi fisici producono emissioni radio. Interessante è il
caso delle pulsar, scoperte nel 1967 da Jocelyn Bell e Anthony Hewish, i
quali catturarono un segnale talmente regolare – quanto un orologio atomico
– che sembrava incredibile potesse essere di origine naturale. Motivo per cui
tale segnale fu scherzosamente chiamato “LGM”, ovvero Little Green Men
(piccoli omini verdi). Anni dopo l’origine di questi impulsi fu individuata in una
nuova classe di corpi celesti denominati pulsar. Si tratta di oggetti densissimi
che hanno un periodo di rotazione
che va da qualche secondo a pochi
millisecondi (sic!). Ma anche le stelle normali, il Sole e i pianeti generano vari segnali radio, caratteristici
per ogni corpo celeste. La Nasa ha
realizzato dei CD sui suoni assurdi
e un po’ inquietanti prodotti nel
sistema solare. Su YouTube se ne
possono sentire alcuni campioni.
Sembrano alieni che giocano con il
sintetizzatore.
La stessa Terra è un’autentica miniera di segnali di questo tipo. Fenomeni
estremamente diversi l’uno dall’altro – come le meteore, le aurore boreali,
i fulmini e i terremoti – sono in grado di generare onde elettromagnetiche a
frequenze molto basse, che nel loro insieme costituiscono quella che viene
pittorescamente chiamata “Radio Natura”.
Le frequenze di Radio Natura vanno dai pochi hertz a qualche decina di
migliaia di hertz. A frequenze così piccole corrispondono lunghezze d’onda
enormi: la banda più bassa dello spettro radio, denominata ELF, che va dai
3 ai 30 hertz, corrisponde a lunghezze d’onda tra i 10000 e i 100000 km.
L’antenna ideale per captare questi segnali dovrebbe raggiungere le stesse
dimensioni, ma per fortuna ci si può accontentare di una frazione di questa
lunghezza.
Personalmente alcuni anni fa ho realizzato un interessante esperimento,
con un’antenna autocostruita, un piccolo amplificatore audio e un computer
portatile per elaborare il segnale.
Ciò è stato sufficiente per captare
i segnali emessi dalle “lacrime di
San Lorenzo”, ovvero lo sciame
meteorico il cui picco cade attorno
al 12 agosto di ogni anno. L’impatto
delle rocce spaziali con l’atmosfera
produce degli sfrigolii e dei crepitii
caratteristici.
Al riguardo, capita a volte che
coloro che vedono cadere una
meteora sentano dei suoni, come
botti, fischi e borbottii, suoni che
però non sempre vengono uditi dagli altri testimoni dell’evento. Inoltre tali
suoni vengono percepiti contemporaneamente allo stimolo visivo, senza
alcun ritardo, come dovrebbe accadere, e come avviene ad esempio con il
tuono che segue il fulmine. Per queste ragioni un tempo si pensava fosse un
fenomeno di origine psicologica e allucinatoria. Invece si è scoperto poi che
in determinate circostanze le onde elettromagnetiche, interagendo con oggetti metallici e non (ad esempio alberi, steccati e perfino le stanghette degli
14 Konrad ottobre 2011
occhiali o i capelli) riescono a convertirsi direttamente in onde acustiche,
percepibili dall’orecchio. Tale fenomeno è noto con il nome di “elettrofonìa”.
Anche le aurore boreali, che si formano a 100 km e più di altezza, dove
è impossibile che si producano suoni, possono a volte farci sentire la loro
“musica”.
Anche i movimenti tellurici producono disturbi elettromagnetici. È possibile
che, per il fenomeno sopra descritto, alcuni animali riescano a percepire
delle onde sonore che li avvisano dell’approssimarsi di un terremoto.
Ne sappiamo molto poco al riguardo, resta comunque una possibilità
interessante.
In Italia siamo stati fra i primi, una dozzina di anni fa, a studiare le onde
elettromagnetiche come possibili precursori sismici. A portare avanti questi
studi sono soprattutto appassionati e radioamatori. Il Giappone nel 1996
ha dato il via al progetto internazionale IFREQ per il monitoraggio e lo
studio delle onde elettromagnetiche collegate ai movimenti del sottosuolo.
L’esatto meccanismo con cui i terremoti producono onde radio è tuttora
da comprendere. Una delle teorie più accreditate è la piezoelettricità,
ovvero la capacità di certe rocce di produrre corrente elettrica se vengono
compresse.
Anche i fulmini e i temporali sono dei potenti generatori di onde elettromagnetiche, rilevabili a centinaia di chilometri di distanza. Vengono emessi
diversi tipi di segnali udibili nella banda radio, come le cosiddette sferiche,
che sembrano degli scoppi, i whistler (fischi), gli hiss (sibili).
Un altro segnale molto singolare è il “chorus”, prodotto talvolta dalla levata
del sole, in particolare nei periodi caratterizzati da tempeste magnetiche.
Assomiglia al cinguettio di centinaia di uccelli. Anche le aurore boreali
producono un simile “concerto”, mescolando cinguettii, fischi ed ogni sorta
di suoni, in una sinfonia sempre diversa.
Gli esseri umani invece usano molto poco queste particolari bande.
Questo perché per trasmettere sulle frequenze di Radio Natura servono
potenze enormi, antenne gigantesche e la quantità di informazioni che è
possibile veicolare per unità di tempo è molto piccola. Esistono pochissimi
trasmettitori di questo tipo al mondo, e servono per lo più per comunicare
con i sommergibili. Le onde ELF sono infatti le uniche in grado di penetrare
sott’acqua, anche se per poche decine di metri.
In compenso, a livello di inquinamento elettromagnetico, siamo ben
presenti anche su queste frequenze: i cavi della corrente alternata, infatti,
creano un potente e ronzante disturbo a 50 hertz. Per questo motivo per
ascoltare le frequenze di “Radio Natura” è necessario allontanarsi dai
centri abitati.
Per chi fosse interessato, rimando al sito di Stephen McGreevy, http://
www-pw.physics.uiowa.edu/mcgreevy/, ricco di notizie e di campioni audio
di questo affascinante fenomeno. McGreevy ha tra l’altro realizzato dei CD
con i suoni più interessanti. Segnalo inoltre l’unico libro in italiano sull’argomento: “Radio Natura”, di Renato Romero, edizioni Sandit 2006.
Francesco Gizdic
[email protected]
www.bazardelbizzarro.net
Nelle immagini, da sinistra:
– fulmini durante un temporale.
– suna pioggia di meteore
– un'aurora boreali
SLOVENO SI
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Corsi a vari livelli gratuiti e a pagamento
Inizio settembre e ottobre
lezioni pausa pranzo, pomeriggio e sera
Iscrizioni: Ente Italiano per la conoscenza e della lingua e cultura
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B io l if e
15 Konrad ottobre 2011
Le porte scorrevoli si aprono
e il mondo del biologico e dei
prodotti naturali mi accoglie,
nello stesso luogo di sempre
ma con una nuova veste, un
nuovo nome e una nuova indipendenza.
La biolife, unendo esperienza e professionalità nel campo del biologico e
del naturale dal 1997, si trasforma in un superbiomercato. Parola nuova,
dal suono lungo ma particolare che unisce un luogo ad un concetto in maniera armoniosa, scandendo nella mente il suo significato. Mi piace, come
del resto apprezzo l’eleganza di questo supermercato di prodotti naturali
che sa ridisegnarsi con grande cura e molta attenzione ai particolari, da
sempre quelli che danno un tocco di classe e di distinzione.
Contestualizzato in un’era moderna di continui cambiamenti, è in grado
di soddisfare il cliente, da sempre e ora in maniera tuttavia maggiore,
offrendo prodotti biologici naturali a prezzi competitivi grazie ad una nuova politica di eliminazione di costi superflui come per esempio tessere,
raccolte punti e promozioni stampate su volantini. Questa strategia incide
favorevolmente sul prezzo finale al consumo e comporta un minor impatto
ambientale. In un mondo in cui la carta è diventata un bene prezioso
da non sprecare, offerte, promozioni e iniziative in corso arriveranno
direttamente tramite Newsletter, oppure potranno essere visualizzate
direttamente on-line sul sito www.superbiomercato.it.
In questo contesto vengono rivalutati con particolare attenzione molti pro-
spazio a cura dell'inserzionista
dotti regionali, sostenendo in
questo modo l’economia del
Friuli Venezia Giulia e offrendo genuinità e freschezza. In
un negozio in cui l’attenzione è
totalmente puntata sul benessere della persona, non manca un
angolo dedicato alla cultura. Molti i
libri in vendita. Si parte da una vasta
scelta di Macro Edizioni, passando attraverso
libri per e sui i bambini, muovendosi poi attraverso diete e
salute giungendo quindi a Steiner, grande filosofo, pedagogista e
ispiratore della agricoltura biodinamica.
Un modo per conoscere o riscoprire questo nuovo mondo è partecipare all’inaugurazione, contemporanea nei tre punti vendita di Trieste,
Udine e Monza, che si terrà sabato primo ottobre dalle 9.30 alle 19.30,
quando il superbiomercato vi farà scoprire i suoi prodotti con degustazioni
offerte durante tutto l’arco della giornata.
Io ci sarò sicuramente. E spero anche voi.
ADC
siamo tutti intelligenti
Facciamo un rebus?
Chiacchierando in redazione, mi è stato chiesto come si fa un rebus… mi
sembra una bella domanda, e adesso cercheremo di rispondere.
Intanto un rebus è formato da una vignetta, un disegno, con delle lettere,
chiamate “grafemi”. Bisogna interpretare gli oggetti segnati dai grafemi,
e dare loro un nome; unendo questo nome al grafema, si ottiene una
nuova frase. Ci possono essere più oggetti, e il nome dell’oggetto può
precedere o può seguire i grafemi. Ad esempio, se ci fosse un’oca con
sopra la lettera F, la soluzione sarà “oca F”, oppure “F oca”, e il buon
senso ci dice che la risposta esatta è FOCA. Invece che dare il nome ad
un oggetto, potrebbe capitare di dover interpretare un’azione: la persona
P che varca la porta, mediante il ragionamento “P esce” conduce alla
soluzione PESCE.
Componiamo ora noi un rebus? Sì, ovviamente. Pensiamo ad un personaggio dal nome facile, che verrà raffigurato. Mi piacciono i film di Albertone, e allora penso ad una frase con all’interno “SORDI”: mi viene in
mente la parola ESORDI che si otterrà ponendo il grafema E sulla foto di
Sordi; ora trovo un aggettivo che sia attinente agli ESORDI, che mettono
ansia, e quindi potrebbero esser TEMUTI; ecco, per rappresentare TEMUTI posso inserire la foto di Ornella MUTI con i grafemi TE. Soluzione:
E Sordi, TE Muti = Esordi temuti. Il pregio è che le due immagini stanno
bene vicine, data la professione dei due protagonisti.
Ora penso al sindaco di Trieste, COSOLINI, e vediamo se viene fuori
qualcosa. Siccome nessuna parola contiene COSOLINI, devo dividere la
parola in due o più parti. Posso fare ???COSO - LINI???, in quanto esistono parole terminanti per COSO e altre inizianti per LINI, ma nessuna
delle frasi ottenute mi pare decente. Ad un tratto, penso di dividere COSO
– L - INI e la frase potrebbe essere BELLICOSO, L’INIZIO… o qualcosa
del genere. Con un paio di rimaneggiamenti, ottengo V orti, Cosolini ZI,
O danno = vorticoso, l’inizio d’anno. In questo rebus andranno disegnati degli ORTI, il sindaco COSOLINI, e un’ammaccatura, un DANNO,
sulla carrozzeria di un’auto.
Il sindaco di Gorizia, ROMOLI, può entrare in frasi del tipo magRO
MOLIsano, che non riesco a completare, oppure… ecco la soluzione: su
dei mappamondi, alle estremità, c’è il grafema C, e sul sindaco Romoli i
grafemi BRO. Soluzione: poli C, Romoli BRO = policromo libro.
Vorrei dedicare un rebus al mio amico Luciano COMIDA, dal cui cognome
la prima frase che mi viene è il mitiCO MIDA, ma non saprei completare;
ecco però ora un’idea, ed ecco il rebus che ne è uscito.
Spero sia agevole per tutti risolverlo (le lettere delle singole parole sono: 6
1’5 7). Se avete piacere, pensate ora ai cognomi dei vostri amici, e vedete
se c’è qualche frase che li potrebbe contenere. Tra i cognomi conosciuti
da molti triestini, mi vengono in mente ROVIS (ROVIStare…), MAGRIS
(MAGRI Sciatori), SANTIN (peSANTI N…), SABA (rovinoSA BAttaglia). Io
mi chiamo DENDI, e adesso cercherò qualcosa con adDENDI…
Non è semplice, e i primi rebus non sempre sono dei capolavori, ma casomai venga fuori qualcosa… significa che siamo tutti intelligenti. I coraggiosi possono mandare alla redazione i risultati ottenuti. Ciao.
© Giorgio Dendi
percorsi d'arte
padiglione italia, friuli venezia giulia
Mi incammino verso l’ormai
famoso magazzino 26.
La strada verso l’arte è costeggiata da abbandono e disuso
ma non agita l’animo. Sembra di
percorrere un cammino dimenticato e la mente ritorna al lontano
Ottocento quando tutto questo
era in fervente attività, attività
senza sosta, quando l’Impero
Asburgico aveva scelto la nostra
Trieste come sbocco dell’Austria,
quando l’abbandono che si legge
in questa parte della città era
inimmaginabile.
Alla fine degli anni settanta, nella
parte iniziale del Porto Vecchio
arrivavano ancora piccole navi,
greche, albanesi. Bagnarole al
confronto delle navi odierne che
solcano i mari. Erano costruite
con la classica stiva dove si
trasportavano le merci che
venivano caricate e scaricate mediante gru con funzionamento idraulico
ad acqua. Storia narra che vicino all’attuale magazzino 26 ci sia stata
una centrale termica a carbone che pompava l’acqua necessaria alle gru.
Il camino che l’occhio intravede uscendo dal magazzino era il camino
della centrale. Gli inverni erano meno miti di ora e spesso la temperatura
scendeva sotto lo zero, facendo ghiacciare l’acqua nelle tubature con il
conseguente blocco di ogni attività. Altri tempi.
Ora, il mondo in cui viviamo è in continua evoluzione, denso di cambiamenti continui e mai come oggi, nulla è per sempre. Il trasporto marittimo
si è evoluto e quelle piccole, antiche, insicure navi non solcano più i mari,
le loro stive sono vuote ormai da tempo e le gru ad acqua non scaricano
più nulla in alcun luogo del porto. Le merci viaggiano in container e questa
parte di città, dal sapore antico, è stata dimenticata dai più che fino a poco
tempo fa non avevamo mai avuto l’occasione nemmeno di vederla. Ora
le porte si sono aperte e lasciano intravedere quello che fu e quello che
potrebbe essere. Edifici dimenticati, abbandonati ma sopravvissuti e pieni
ancora di un’anima silente da poter ascoltare con l’udito del cuore.
Il magazzino 26 è un esempio di quello che si può fare di eccellente in questa tanto discussa città. È stato trasformato in un luogo bellissimo, la sua
anima è intatta seppur variata nei dettagli e l’atmosfera che vi si respira ha
qualcosa di magico. Le sue ampie sale uniscono sapientemente mura bianche, di un bianco ottico e luminoso, a parti in muratura di sapore genuino e
artistico. Grandi colonne in pietra si ergono alte e forti a sorreggere i ricordi
persi negli anni e vivi nei soffitti di questo magazzino antico. Il magazzino
26 è l’esempio di come non occorre sempre distruggere tutto per ricreare.
L’esempio di come, a volte se non spesso, sia meglio costruire sull’antico,
mantenere il buon gusto che fu e non costruire senza anima e troppo “futuristicamente”. L’esempio di come anche le costruzioni hanno un’anima.
La sala dedicata alla fotografia ospita opere molto grandi di vari fotografi
che si amalgamano tra loro nella loro diversità. Immagini moderne di
bellezza condivisibile o meno, opere classiche, immagini di antico sapore,
si stagliano prendendo vita propria e offrendosi al visitatore che le scruta,
le critica, le ammira. Elio Ciol, Ulderica Da Pozzo, Pierpaolo Mittica sono
solamente alcuni dei nomi presenti in questa sala.
Il piano superiore accoglie i visitatori con ambienti grandissimi, diversi da
quelli visti in precedenza ma con il denominatore comune di eleganza,
buon gusto e particolarità. Travi in acciaio si intersecano con soffitti di
cemento armato, donando al visitatore un aspetto moderno e antico allo
stesso tempo.
Lo sguardo viene attratto immediatamente sulla vastità e sulla perfezione
’
Biennale di Venezia
16 Konrad ottobre 2011
tecnica di Rossana Longo con la sua splendida opera Centaurochia in
sanguigna su carta da scenografica in cui il culto della Madre Terra si fonde con battaglie di cavalli, natura e uomini, opera che si offre al visitatore
in una lunghezza di venti metri. Francesca Martinelli presenta un’installazione in cui vestiti si amalgamano con chiome, cornici con posate, lettere
con fotografie antiche nella sua opera dedicata al mito delle agane, creature appartenenti al mito delle tre madri, tre parche, mezze fanciulle e mezze
streghe in un contesto di modernità di non donna, non madre, non fertile
il cui nome, Le cattive madri, nasconde un significato profondo. Particolarissima l’installazione di Paola Pisani che trasporta il visitatore tra giardini
dimenticati, suoni magici appartenenti alla natura e finestre dove luoghi
sospesi ci riportano al coraggio di abbandonarli mentre il classico viene
ritrovato con Marta Reale che offre un acquerello capace di infondere pace
e armonia denso di colore.
Sempre un piacere ammirare un’opera di Serse, matita su carta incollata
su alluminio dal titolo Ai Sali d’argento in cui ogni singolo tratto possiede
vita donando anima e cuore alla sua immagine. Claudio Palcic con la sua
Listen amalgama con sapienza colore e raffinatezza del tratto, Lucio Perini
con la sua fotografia su pannello Virgo Fidelis alla soglia di un violento non
bello ma esistente e da accettare. E ancora Consuelo Rodriguez con la
sua Essenza e Forma in cui calore e sensualità si fondono in un percorso
interiore che la tela rispecchia nel tempo. Le opere sono intervallate da
immagini fotografiche, come ad esempio quelle di Olga Micol e Isabella
Pers. Olga Micol presenta un’immagine del porto surreale, fantastica dove
toni del rosso sfociano nel bianco intersecandosi con il nero, che vuole
rappresentare lo stato irreale in cui vive il Porto Vecchio ora e ci ricorda
lo stato di triste abbandono in cui si trova mentre Isabella Pers offre una
visione di scie di memorie future dove modelle e veli sinuosi si appoggiano
ad ampi scaloni, in cui il tempo cessa di esistere. E ancora armadi da
cui fuoriescono le sabbie dei tempi e dell’illusione di Claudio Bach che ci
immerge in un senso di staticità che si sovrappone al mondo affollato di
esseri inventati (o no?) e rielaborati di Gaetano Bodanza.
Le opere si mescolano le une con le altre armoniosamente, senza fastidio
per l’occhio. È proprio la diversità delle opere che racchiude un valore
speciale in queste sale immense.
Le opere sono tantissime e lo spazio poco. Molti gli artisti emergenti e
molti quelli di antica esperienza.
L’arte che trova posto all’interno del magazzino 26 può essere condivisa o
meno, può essere di buon gusto o meno, ma è arte e abbellisce un contesto magnifico colorandolo e donandogli un’eleganza di tocco speciale.
Visitabile fino al 27 novembre da lunedì a giovedì dalle 10 alle 21 e da
venerdì a domenica e festivi dalle 10 alle 23.
Adriana De Caro
Liceo artistico G. Sello, Udine
17 Konrad ottobre 2011
tra
isole
e
mare
a passo lento dall'istria al quarnero
Back to nature. Bello slogan, l’utopia della modernità cui tanti, forse
troppi, anelano. Mangiare naturale, farsi l’orto sul terrazzo, scegliere i
mercati alternativi, fare la spesa in erboristeria, affidarsi alla medicina
omeopatica.
Eppure, tutto ciò rischia di essere
semplicemente un ulteriore boccone
per il mercato del consumismo, che
non ha perso tempo a trovare spazi
per riviste specializzate, linee di prodotti alimentari e cosmetici rispettosi
dell’ambiente, rubriche di agricoltura
fai-da-te, lasciandoci nella dolce
illusiane di essere Buoni Selvaggi del
Ventunesimo secolo che si dedicano
a cantucci di naturalità ritagliati nelle
individuali frenesie quotidiane.
Ma la vera meta è la conquista di un
ritmo nuovo, e quindi va fatto l’elogio
della lentezza: vogliamo solo raccontare
di un viaggio particolare, un viaggio guidato da un amico – Marino Vocci – che
sa fondere la voglia di andare e il senso
del tempo con l’amore per la terra, per i
suoi frutti trasformati in cibo
e la sua cultura tradotta nella vita
quotidiana. Un viaggio con uno spirito
speciale, quindi, che può ispirare ciascuno di noi, in ciascun momento, con
qualunque meta. Basta attenersi al filo conduttore che, riformulato in
titolo, potrebbe essere La rivincita del passo lento.
Tanto per cominciare, mettersi in strada affidandosi ai mezzi pubblici,
che ci impongono tempi lunghi, decretati dai chilometri, dai limiti
di velocità, dalle condizioni atmosferiche, ma che garantiscono di
sprecare meno risorse e inquinare di meno. Bus catamarano e di linea
ci portano da Trieste a Fiume, e a Cherso, a Lussino e a Ilovik – le
nostre mete isolane.
E poi, affidarsi al passo, cadenzato dal piacere della scoperta a piedi.
Sull’isola dell’Asinello (Ilovik), divisa dal mare ma unita dalla storia a
San Pietro in Nembi che le sta difronte, è facile: è una piccola terra nel
mare, che non concede comunque spazio alle automobili. Costeggiare
il profilo che si immerge nelle acque trasparenti e invitanti; infilarsi nelle
macchie mediterranee per uscire in brevi radure accompagnati da
lentisco, mirto e corbezzolo; salire su modesti rilievi dove una chiesa o un
monastero, una fortezza o un castelliere o un bunker, hanno pur sorvegliato passaggi di navi, di pirati, di mercanti, di soldati e di inavveduti intrusi.
Abbandonarsi al dolce struggimento di una cena consumata nell’abbraccio
del vento di bora, al gusto irripetibile del pesce di quel mare e non di altri
(esotici ma estranei), al silenzio dei vicoli ormai vuoti perché la stagione è
finita, alle voci dei paesani rimasti e al profumo intenso di elicriso e di fiori
sbocciati in un finale d’estate caldissimo. E lasciarsi andare alle onde del tramonto, farsi rubare dal sonno avvolto di stelle, e rapire al
risveglio dall’aurora che ha ancora le dita rosate cantate
da Omero.
Ma il passo lento è anche quello della parola. Ascoltare. Marino, che ci apre la via e ci consegna la chiave
per farci capire la strada; Sandro, che dall’isola viene,
che ne conosce ogni foglia e ogni zolla, ogni pagina di
storia, ogni schizzo di mare, che ci offre i sapori di erbe
aromatiche. Paolo, che sull’isola è nato, che racconta la
vita – il passato e il presente, che ci apre la casa, che ci
insegna a guardare ogni piega del vento, che ci spiega
le carte. Elsa, che trasforma il cibo in piacere, il servizio
in sorriso. Sabina, che fila spedita sul mare, che governa
le onde, che traghetta noi – turisti ansiosi di essere
piuttosto viaggiatori, sul versante più nudo della grande
elegante Signora del Mare, Lussino.
E ci avvinghia subito, Lussino, con l’intensità del suo
mantello verde, con l’impervia salita alle sue vette
affanticandoci il passo, ma appagandoci i sensi con un
fiordo simile a un lago alpino, con l’arcipelago quarnerino
disegnato nel golfo, con i tetti di Lussingrande accovacciati ai piedi della cappella di San Giovanni. E la sera nel
porto il sapore lento del tempo che scorre depositandosi
adagio nell’anima, per farsi gustare fino all’ultima goccia.
Ossero – minuscola, cinta da mura, sovrastata dal monte – ha due anime: lussiniana e chersina. È avamposto di pietra per Cherso,
battuta dal vento, puntinata di arbusti e di ulivi. San Martin-Martinščica dalle
semplici case disposte sulle onde che luccicano. Lubenice aggrappata a
strapiombo sul mare e irrorata di sole. Cherso città sul mandracchio pieno di
barche e colori, Caìsole – antico luogo romano dove volano alti i grifoni.
Ed è lui, un grifone imponente, che decide di darci il viatico per il nostro
ritorno alla vita di mondo. Vola, altissimo sul mare, bassissimo sulla nostra
strada, affiancandoci mentre filiamo sulla dorsale dell’isola diretti all’imbarco,
rubandoci gli occhi (e gli obiettivi). Vola, le ali arcuate all’insù con le penne
che sembrano dita, con la testa diritta, gli occhi puntati alla rotta. Vola, come
vorremmo fare anche noi, almeno una volta. Ma noi siamo uomini. E ci
tocca volare coi piedi per terra.
Patrizia Vascotto
Tur ismo cons ape vole nell a Russ ia di Puti n (I) ’
18 Konrad ottobre 2011
Arrivo a Mosca, all’albergo “Peking”. Costruito nel 1955, faceva parte assieme alle “Sette Sorelle”, i famosi grattacieli neogotici, del piano di ricostruzione postbellica voluto da Stalin.
Percorro il lungo corridoio di quella che un tempo era proprietà del Kgb, immagino la babuska che guarda
sospettosa, i funzionari delle delegazioni che scivolano via di fretta. Oggi tutto è cambiato. Il personale sorride
ed è cortese, nella sala al pianterreno una gigantografia della New York degli anni trenta, un video alterna Elvis
Presley a Bruce Springsteen, e in atrio gruppi di turisti iniziano la visita della città.
Allo “Stagno del Patriarca”, è vicino, cerco di immedesimarmi nella conversazione dei “due cittadini” con cui
Bulgakov apre “Il Maestro e Margherita”. È un luogo tranquillo, circondato da edifici liberty, con le mamme e i
bambini che giocano, e sulle panchine attorno al laghetto degli anziani.
Non posso non andare alla Piazza Rossa. Entro nella Cattedrale di San Basilio con le piccole e alte “chiese” e
poi ai magazzini Gum, con prodotti di lusso e le firme dei più noti stilisti. Mi fermo di fronte alla tomba del milite
ignoto per il cambio della guardia. Poche settimane prima la polizia aveva impedito a un gruppo di manifestanti
gay di deporvi una corona.
Faccio fatica a trovare la sede di Amnesty International, l’ingresso è in un cortile appartato, non c’è targa. Incontro
Friederike, la responsabile: “le persone non si avvicinano ad Amnesty facilmente, sono preoccupate, temono di
mettersi nei guai. Ad esempio degli insegnanti che avevano partecipato ad un corso sull’educazione ai diritti umani
furono poi interrogati dal FSB (Servizi Federali di Sicurezza, l’ex KGB). Subiamo molte restrizioni imposte dalla
legge. Le autorità hanno creato un’immagine ostile delle Ong (organizzazioni non governative - NdR), sostengono
che sono anti- russe, lavorano per governi stranieri, ricevono molto denaro dall’estero, denaro che non viene usato
per aiutare la gente di qui....La situazione rispetto a dieci anni fa è molto peggiorata. Il tentativo di organizzare una
qualsiasi manifestazione (sulla tortura, sui gay...) viene immediatamente impedito e i partecipanti arrestati. Bisogna avere il permesso anche per la più piccola iniziativa. Le autorità temono una “colour revolution” come quelle
avvenute in Ucraina e Georgia...È importante che le persone di tutto il mondo continuino a spedire gli appelli, a far
pubblicare le denunce sui giornali. Ciò crea un forte impatto e le Ong russe lo apprezzano molto”.
Prendo la metropolitana, le stazioni sono opere d’arte monumentali volute da Stalin. Volevo vedere qui, e poi a
San Pietroburgo, i pittori russi. La Galleria Nazionale Tretjakov è la più grande collezione d’arte russa. Trascorro un intero mattino passando dalle icone di Andrej Rublyov ai quadri di Ivanov, Perov, Repin.
Mosca ha vastissime aree verdi. Il parco Izmailovo, uno dei più grandi della città, è meta favorita dei moscoviti
durante il fine settimana. Al Gorky Park passeggio lungo le rive della Moscova. Poi entro nella Nuova Galleria
Tretjakov con i capolavori di Kuzma Petrov-Vodkin, Tatlin, Malevich, Kandinsky, Chagall, Goncharova. Altre sale
espongono quadri del socialismo reale e quadri anti- conformisti e di “protesta”.
Nella sede di Memorial, la più importante Ong russa, incontro Oleg Orlov, il presidente. È stato
da pochi giorni assolto dall’accusa di diffamazione contro il presidente della Cecenia Ramzan Kadyrov. Nessuno se lo aspettava. Oleg aveva dichiarato di ritenere Kadyrov responsabile dell’omicidio di Natalia Estemirova,
un’altra esponente di Memorial, rapita e uccisa in Cecenia nel luglio 2009. Gli dico degli appelli inviati anche
da Trieste. Per ricordare Natalia, nel secondo anniversario della morte, viene proiettato il documentario “Chi ha
ucciso Natascia?”. Il nuovo lavoro affronta i motivi che hanno causato la morte dell’attivista per i diritti umani e
denuncia il sistema di violenza contro chi parla apertamente di violazioni in Cecenia.
Il monastero di Novodevichij è il più bello della città. Costruito nel XVII secolo in stile barocco moscovita, è cinto
da un lungo muro con torri. Accanto, il cimitero monumentale con le tombe dei “grandi” della Russia, da Krusciov a Cechov, da Bulgakov a Prokofiev.
Arbat ha perso il fascino bohémien del periodo sovietico e si è ridotta a un banale insieme di caffè, ristoranti,
chioschi. Unico interesse, alla fine della strada pedonalizzata, la Casa Museo di Puškin, dove il poeta visse
alcuni mesi e l’attigua Casa Museo dello scrittore simbolista Andrej Belyi.
Imperdibile il capolavoro liberty della Casa Museo di Gorkij, che Stalin assegnò allo scrittore dopo il suo rientro
dall’Italia. Qui Gorkij visse fino alla morte nel 1936.
In Piazza Puškin manifesti pubblicitari invitano al concerto di beneficienza con star internazionali, c’è anche il
nostro Bocelli, per soccorrere gli ospedali, sprovvisti di tutto. Il battello “Bulgaria” affonda sul Volga, sono oltre
cento le vittime. Precipita un altro antiquato aereo, un An-24, questa volta in Siberia; il presidente Medvedev
interviene, ma non ci sono i mezzi per sostituirli. Il gigante russo fa fatica a rialzarsi.
Le autorità e lo stesso presidente non sembrano accorgersene, hanno appena approvato un piano per più che
raddoppiare entro vent’anni l’area coperta dalla capitale russa.
Dall'alto in basso:
– L’albergo “Peking” con la statua del poeta Mayakovsky.
– Lo “Stagno del Patriarca”; qui ha inizio “Il Maestro e
Margherita” di Bulgakov.
– La cattedrale di San Basilio celebra il 450° anniversario
della fondazione.
– La chiesa di Nostra Signora di Smolensk all’interno del
monastero di Novodevichij.
Giuliano Prandini
mont ona, pass ato e pres ente
Negli ultimi anni assistiamo in Istria ad una tendenza molto interessante:
diversi comuni sostengono la pubblicazione di monografie con l’intento di
registrare e tramandare alle future generazioni il proprio patrimonio storico
e culturale. L’iniziativa è lodevole poichè spesso proviene da piccoli comuni
dell’interno, con un bilancio limitato, ed implica
un notevole sforzo finanziario. Anche il Comune di Montona si è fatto promotore di una tale
iniziativa con la pubblicazione del volume Motovun-Povijest i Sadašnjost (Montona-Passato
e Presente). Si tratta degli atti di un convegno
tenutosi nel dicembre del 2004, in concomitanza con il milleduecentesimo anniversario della
prima menzione scritta del nome di Montona
nel documento Placito di Risano dell’ 804. La
monografia contiene gli interventi di numerosi
autori, docenti universitari e studiosi, che trattano i vari aspetti del passato e della situazione
attuale della pittoresca cittadina posta in cima
ad un colle (277 m) nella media valle del fiume
Quieto-Mirna.
Nel libro viene descritto come la fertilità del
suolo, l’abbondanza di sorgenti d’acqua e la
vicinanza del fiume, attraverso la cui valle
arriva la mite aria del mare, abbiano favorito
la presenza umana fin dalla preistoria, come
dimostra il ritrovamento di frammenti di ceramiche preistoriche e di una accetta di bronzo.
Con la conquista romana del II.sec.a.C. Montona venne a fare parte
dell’ager parentino, delimitato a sud dal Canale di Leme-Limski kanal e a
nord dal fiume Quieto, importante via di comunicazione allora navigabile
fino alle rinomate terme di S.Stefano (Istarske toplice). Sul suo territorio
alcune famiglie senatoriali romane avevano i loro estesi possedimenti,
in particolare l’importante famiglia senatoriale Statilia che diede a Roma
ben quattro consoli. Le numerose epigrafi romane trovate a Montona e
nel circondario, attualmete visibili nel lapidario situato sotto la Porta nuova
19 Konrad ottobre 2011
all’ingresso della cittadina, ne testimoniano l’intensa vita economica e
culturale in epoca romana.
Come accennato, il nome di Montona compare per la prima volta nello
storico documento del Placito di Risano. All’assemlea, convocata dagli
inviati di Carlo Magno nell’ 804 parteciparono 172 deputati, di cui 15
rappresentanti di Montona.
Leggiamo che Montona assunse l’aspetto attuale di città fortificata a
cominciare dal XIII - XIV secolo quando passò sotto il
governo della Serenissima, diventando il più importante
centro amministrativo, economico e militare dell’ Istria
centrale veneta, data la sua posizione strategica. Proprio
in quell’ epoca vennero erette le sue possenti mura, lunghe 426 m, che insieme alla superstitte torre campanaria,
rappresentano l’ esempio meglio conservato di fortificazione medievale in Istria, oggi meta prediletta di migliaia di
visitatori. Può essere interessante ricordare che il bosco
di Montona forniva a Venezia il prezioso legname per il
suo Arsenale.
Nel libro viene ricordato, inoltre, che al nome di Montona
sono legati alcuni illustri personaggi tra cui Andrea Antico
da Montona, noto musicista, compositore e stampatore
rinascimentale e Joseph Ressel, sovrintendente imperiale
al bosco, inventore dell’elica, ai quali sono dedicate
rispettivamente le due principali piazze dette Piazza di
Sopra e Piazza di Sotto.
Naturalmente molti interventi sono dedicati alla ricchezza
del patrimonio storico - artistico presente ed egregiamente salvaguardato e restaurato e da alcuni di essi trapela
il timore che la cittadina e tutta l’area circostante non
riescano a contrastare il lento decadimento demografico,
iniziato nel secondo Dopoguerra. Nel discorso d’apertura del convegno
il sindaco Slobodan Vugrinec auspica che il turismo culturale ed enogastronomico possano portare ad una crescita economica trattenendo sul
territorio i più giovani. Ricorda, inoltre, che Montona è stata proposta da
parte del Ministero della Cultura della Croazia come sito candidato alla
lista dell’UNESCO dei patrimoni dell’umanità.
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20 Konrad ottobre 2011
cinema
La fin e de l mo nd o al l'i ta lia na
Cari lettori. Nel numero precedente avevo scritto ben 5 recensioni, e
qualcuno mi ha detto che forse erano un po’ troppe. Così adesso ne
ho confezionato solo due. Olè! Dopo l’orgia estiva di filmoni americani
spettacolari e commerciali, sono cominciati ad arrivare sugli schermi
alcuni film italiani provenienti dalla Mostra del Cinema di
Venezia. Tra essi Cose dell’altro mondo di Francesco
Patierno, che aveva suscitato forti polemiche negli
ambienti della Lega Nord, tanto che alcuni esponenti di
quel partito hanno esplicitamente invitato il pubblico a
boicottarlo. In realtà il film è dichiaratamente il remake
di una co-produzione messicana-spagnola-statunitense
del 2004, Un giorno senza messicani di Sergio Arau.
Il film di Arau mostrava le conseguenze catastrofiche
della sparizione improvvisa per un evento soprannaturale di tutti gli otto milioni di messicani che abitano lo
stato della California e che sono disprezzati da buona
parte della popolazione di razza bianca. Nel film italiano
a sparire invece sono gli immigrati, ma le conseguenze
sono praticamente le stesse. La pellicola getta uno
sguardo satirico sulla vasta gamma di effetti che un
simile avvenimento provocherebbe nella popolazione
italiana: sconcerto, paura, rabbia, disperazione. Ci
sono le famiglie agiate che non sanno cosa fare senza
camerieri e badanti. Ci sono i ricchi proprietari terrieri
che improvvisamente non hanno più manodopera per
la raccolta dei pomodori ed altri prodotti della terra.
Cantieri edili, ospedali, officine, botteghe artigiane, ristoranti, ogni cosa si blocca per l’assenza di lavoratori.
Non a caso la bella colonna sonora cantata da Simone
Cristicchi parla della fine del mondo. Tutta codesta
emergenza nazionale però viene osservata dal punto
di vista di una piccola cittadina del nord Italia dove
quasi tutti votano Lega e l’industriale Golfetto (Diego
Abatantuono), che non sopporta gli immigrati nella
maniera più assoluta, scarica tutta la sua xenofobia in
uno spazio a lui riservato nella tv locale che finanzia.
Altri personaggi sono Ariele (Valerio Mastandrea), un poliziotto con la
madre malata di Alzheimer, e Laura (Valentina Lodovini), una maestrina
che aspetta un figlio da un africano. La storia si sviluppa in questo microcosmo con ritmo serrato, alternando i punti di vista dei tre protagonisti,
che fanno ridere amaramente e che, pur nella loro complessità e nei loro
dualismi, rappresentano attitudini verso lo straniero che ben conosciamo:
falso buonismo, condanna urlata, indifferenza. Il film procede bene in
tutta la prima parte, ma poi finisce per mettere una quantità eccessiva di
carne sul fuoco, e nel finale molto triste lascia troppe cose in sospeso.
Comunque contiene una coraggiosa condanna del razzismo italico, e va
apprezzato per questo. Rimaniamo in argomento e passiamo ad un altro
film apocalittico, L’ultimo terrestre di Gianni Pacinotti, maggiormente
conosciuto nel mondo del fumetti come Gipì. Al posto di una “Prodigiosa
Scomparsa” qui abbiamo un vero e proprio “Avvento Cosmico”. Il film
La Bottega delle Spezie
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presenta un ritratto del Belpaese ancora più triste e disperato di quello
mostrato in Cose dell’altro mondo, anche se diciamo pure che Pacinotti
nella sua “opera prima” ha ammorbidito leggermente i toni dell’agghiacciante romanzo grafico di Giacomo Monti Nessuno mi farà del male
(pubblicato dalle edizioni Canicola nel 2011,) al quale il
suo film è ispirato. In un’Italia berlusconizzata dove impera
una spaventosa miseria morale, l’annuncio dell’arrivo sulla
Terra di una missione di pacifici extraterrestri viene accolto
nella più grande indifferenza. Ognuno pensa per sé e
continua a farsi gli affari propri, tutti chiusi nel loro piccolo
mondo egoistico ed ipocrita. Gli unici ad essere interessati
sono i soliti venditori di fumo, che ne approfittano per
imbrogliare i gonzi e far loro credere di essere in contatto
con le intelligenze provenienti dallo spazio profondo. Come
nel vecchio film di Vittorio De Sica Il Giudizio Universale
(1961), il vero obbiettivo del regista sembra essere quello
di mostrare le reazioni della gente comune di fronte ad
un evento straordinario di portata ultramondiale. Per
farlo si serve di attori bravissimi pressoché sconosciuti,
come Gabriele Spinelli ed Anna Bellato. La presenza del
grande attore teatrale Roberto Herlitzka nobilita ulteriormente l’operazione. Facciamo così conoscenza con Luca
Bertacci, un uomo solo che lavora come cameriere in un
allucinante ristorante di nome Bingo, vessato da colleghi
beceri e maligni. Oltretutto Luca è stato abbandonato dalla
madre in tenera età ed è rimasto talmente traumatizzato
da avere un’enorme difficoltà a rapportarsi con il gentil
sesso. La giovane vicina di casa che lui adora da lontano,
va a letto con un bellimbusto presuntuoso ed arrogante,
che arriva addirittura ad ammazzarle il gatto di nascosto
perché disturbato dai suoi miagolii. L’unico amico di Luca
è un transessuale conosciuto fin dall’infanzia, sfigato pure
lui e preso in giro da tutti. Sembrerebbe una situazione
senza speranza, ma l’arrivo degli alieni spariglia le carte
ed offre nuove opportunità agli sfortunati, ai deboli ed
ai poveracci, perché i piccoli alieni argentei dai grandi
occhi luminosi e dalla testa rotonda, sono molto meno pacifici di quello
che sembrano. All’inizio appaiono come dei semplici osservatori, che si
manifestano nei posti più impensati, ma ben presto si rivelano spietati
nel punire la cattiveria, la meschinità e l’egoismo che imperano nel
mondo contemporaneo. Nulla viene perdonato, nemmeno l’uccisione di
un semplice gattino. I malvagi vengono puniti con il fuoco, ed inceneriti
nel corpo e nello spirito. I puri di cuore, gli onesti e gli innocenti invece
vengono chiamati verso un luogo diverso dalla nostra Terra, in un esodo
di proporzioni bibliche. L’Umanità intera è stato giudicata da un tribunale
cosmico, ed il verdetto non è stato favorevole. Solo pochi eletti avranno
il permesso di rimanere sul nostro pianeta, ed uno di essi sarà proprio
Luca Bertacci. A lui nessuno farà più del male. Così termina il film, e così
finisco questa mia recensione.
Gianni Ursini
21 Konrad ottobre 2011
teatri di confine
die ci spe tta col i per una sta gio ne
Nonostante la crisi, nonostante i tagli, the show must go on. E visto che
settembre è arrivato, puntuale come una zanzara al crepuscolo, siamo
nuovamente qui a parlar di teatro. Rossetti, Contrada, Miela e Sloveno a
Trieste, Nuovo e Contatto a Udine, il Comunale di Monfalcone e quello
di Pordenone (oltre a tutte le altre realtà regionali), stanno scaldando i
motori per la stagione in arrivo. Molti di questi teatri hanno già presentato
il calendario 2011/2012. Ma questa rubrica, stavolta, non farà un mero e
noioso elenco: l’idea è quella di mettere in risalto i dieci migliori spettacoli
da vedere in regione. È chiaro che neppure lo scrivente può sapere già
adesso se gli spettacoli scelti confermeranno le aspettative, oppure no.
Lo sapremo solo a fine stagione. Ad ogni modo, il catalogo è questo:
1) 18 mila giorni. Il pitone - Teatro Comunale di Monfalcone, 26/3/2012.
Testo di Andrea Bajani, regia di Alfonso Santagata. Ma è soprattutto la
straordinaria bravura di Giuseppe Battiston ad annunciare che questo
spettacolo potrebbe essere uno dei più belli della stagione. Se poi ci
aggiungi un cantautore del calibro di Gianmaria Testa, allora forse non
c’è nemmeno bisogno di usare il condizionale.
2) Reportage Chernobyl - Teatro Comunale di Monfalcone, 26/1/2012. Di
e con Roberta Biagiarelli, regia di Simona Gonella (coautrice). Un viaggio
tra ‘L’atomo e la vanga, la scienza e la terra’, per ricordare il disastro
della centrale atomica ucraina e lanciare un ulteriore monito a chi gioca
con le vite degli altri per rincorrere il mito del nucleare sicuro. Con un
intervento video di Roberto Herlitzka.
3) Sconcerto - Teatro Comunale G. Verdi di Pordenone, 24 e 25/10/2011.
Con il grande Toni Servillo, che cura anche la regia, e il testo di Franco
Marcoaldi. Un ‘one man show’ con controcanto orchestrale.
4) 2984 - Teatro Nuovo Giovanni da Udine, 6/2/2012. (anche a Pordenone)
Inserito nella sezione ‘Cross Over’ del cartellone udinese, la rivisitazione
del 1984 orwelliano è opera del ‘Teatro della TossÈ, nelle persone di Enrico Remmert e Luca Ragagnin. Uno spettacolo necessario, che utilizza
numerosi video e monitor per ricostruire un mondo che dalla letteratura si
è ormai trasferito nella realtà. Partecipazione video di Enrico Ghezzi.
5) L’innocenza di Giulio. Andreotti non è stato assolto. Teatro Comunale
di Monfalcone, 29/11/2011. Di e con Giulio Cavalli, regia di Renato Sarti
e con la collaborazione di Giancarlo Caselli e Carlo Lucarelli. In effetti il
titolo ha ragione, Andreotti non è stato assolto e questa pièce di teatro
civile racconterà perché. Musiche dal vivo di Stefano ‘Cisco’ Bellotti, ex
leader dei Modena City
Ramblers.
6) Berline, elsewhere
- Teatro Palamostre
di Udine, 29/10/2011.
Teatro danza di importazione, porta la firma
registica e coreografica
di Constanza Macras,
allieva di Pina Bausch.
Nella stagione del
Giuseppe Battiston e Gianmaria Testa in 18.000 giorni – Il pitone
Teatro Contatto.
7) Rumore di acque
- Teatro Comunale G. Verdi di Pordenone, 10 e 11/2. Il Teatro delle Albe
porta in scena un lavoro polifonico e suggestivo su Mazara del Vallo,
con il patrocinio di Amnesty International. Protagonisti Marco Martinelli e
Ermanna Montanari. Musiche dei fratelli Mancuso.
8) La resistibile ascesa di Arturo Ui - Teatro Rossetti di Trieste 8-12/2. Un
Brecht d’annata con Umberto Orsini e la regia di Claudio Longhi. Con
inquietanti somiglianze tra il personaggio Arturo Ui e i dittatori di turno.
9) ITIS Galileo - Rossetti di Trieste 11-16/10. (anche a Udine e Monfalc.)
Marco Paolini è una garanzia, può raccontare qualsiasi cosa e il pubblico
lo sta ad ascoltare. Vedremo cosa ne sarà della storia di Galileo.
10) Il principe di Homburg - Teatro Nuovo Giovanni da Udine, 12-16/10
Dopo ‘Il vecchio e il cielo’, Cesare Lievi mette in scena il testo di Von
Kleist, che aveva affascinato anche il cineasta Marco Bellocchio.
Da questa lista molti spettacoli sono rimasti fuori, ma avrebbero anche
potuto esserci. Penso ad Organon, storia inedita della filosofia per mezzo
del corpo danzante di Marta Bevilacqua, al Palamostre di Udine, o al
Racconto d’inverno shakespeariano reinventato da Ferdinando Bruni e
Elio De Capitani, al Nuovo, o ancora all’intramontabile Paolo Poli che alla
Contrada porterà Il Mare, dai racconti di Anna Maria Ortese. Certo è che a
Trieste ci si aspettava qualcosa di più dalla sezione ‘Altri percorsi’ del Rossetti. Com’è possibile che uno spettacolo come 18mila giorni qui non sia
arrivato? E perché bisogna andare a Monfalcone o a Udine per assistere
a messe in scena meno rassicuranti e tradizionali?
Stefano Crisafulli
A PORDENONE DALL'UNO ALL ‘OTTO OTTOBRE ARRIVA LA 30° EDIZIONE DELLE GIORNATE DEL CINEMA MUTO
Le Giornate del cinema muto compiono trent’anni ! Un traguardo invidiabile per una manifestazione nata quasi in sordina
nel 1982, con una piccola rassegna dedicata al comico Max Linder, quando l’associazione “Cinemazero” di Pordenone
aveva appena 4 anni di vita. Oggi le Giornate del cinema muto sono diventate una prestigiosa rassegna internazionale
che ospita personaggi famosi nell’ambiente del cinema, e polarizza l’attenzione dei collezionisti e degli amatori di tutto il
mondo. Nonostante ciò non è stata risparmiata dai tagli operati dal Governo nel mondo dello spettacolo, e l’anno scorso
a Pordenone sono stati costretti a ridimensionare alcune importanti manifestazioni collaterali. La rassegna si articolerà in
otto giornate dall'1 all’8 ottobre con proiezioni nel pomeriggio ed alla sera al cinema – teatro Verdi di Pordenone dove si
potranno apprezzare parecchie decine di pellicole provenienti da tutto il mondo. Tra le chicche The white shadow, un film
britannico inedito del 1924 recentemente ritrovato in uno scantinato della Nuova Zelanda con il grande Alfred Hitchcock
come aiuto regista, mentre la serata inaugurale del 1° ottobre sarà dedicata al cinema russo con la proiezione de La
nuova Babilonia, di Grigori Kozintsev & Leonid Trauberg. Questa volta il manifesto ufficiale della rassegna pordenonese è dedicato a Charlie Chaplin, ed infatti sono in programma molte pellicole del genio statunitense, tra cui Il Circo,
L’avventuriero, Strade pericolose, ed altri. Ma è impossibile descrivere la mole enorme del materiale a disposizione, tra
cui alcuni rarissimi esempi del cinema italiano degli inizi del secolo ventesimo, pellicole introvabili risalenti al 1912 ed al
1913. Dagli albori del cinema di animazione giapponese ai primi esperimenti cinematografici nella Georgia sovietica, fino alla primavera del cinema muto magiaro di Mihàly Kertesz , le Giornate del Cinema Muto offrono una panoramica insuperabile del cinema senza parole. Tutte le pellicole sono accompagnate da
professionisti al pianoforte, e nelle serate più importanti le musiche saranno eseguite da una vera e propria orchestra secondo la partitura originale dell’epoca.
Un appuntamento imperdibile per tutti veri appassionati di cinema e per gli amanti delle cose perdute.
Gianni Ursini
alimentazione
22 Konrad ottobre 2011
Mal di zucchero
Cosa si nasconde dietro questa polverina bianca...
Cominciamo con un po’ di storia: lo zucchero è un
composto organico della famiglia dei carboidrati,
il cui nome scientifico è disaccaride saccarosio.
Le sue origini si perdono nella notte dei tempi:
Si ritiene che sia stato portato dagli abitanti delle
isole polinesiane in Cina e in India. Qui i persiani
di Dario I lo trovarono coltivato nel 510 a.C. Nel
325 a.C. Alessandro Magno portò la notizia che
nei territori orientali si trovava un “miele che non
aveva bisogno di api”. Nell’XI secolo i Genovesi e i
Veneziani presero ad importare modeste quantità di
ciò che veniva chiamato sale arabo che le crociate
resero ancora più diffuso. Lo zucchero restò per
molto tempo una spezia rara e preziosa, venduta
dagli speziali e dai farmacisti a carissimo prezzo
come medicina in uso per sciroppi, impacchi ed
enteroclismi. Solo i ricchi potevano permettersi di
usarlo come dolcificante. Con la scoperta delle
Americhe gli spagnoli introdussero la coltivazione
della canna da zucchero a Cuba e nel Messico, i
portoghesi in Brasile, inglesi e francesi nelle Antille, in quei territori cioè
dell’America centrale e meridionale che ancora oggi ne sono tra i maggiori
produttori. Nacque un fiorente traffico di importazione che rese il prodotto,
per quanto di lusso, più comune. Dobbiamo però aspettare gli inizi del ‘900
con l’abbattimento delle numerose accise ed imposte che gravavano sullo
zucchero, e parallelamente lo sviluppo della coltivazione della barbabietola
da zucchero in tutta Europa, per vedere crollare i prezzi e quindi rendere
accessibile a tutti questa sostanza così amata. Dall’inizio dello scorso
secolo lo zucchero conobbe uno sviluppo impressionante, tanto che oggi il
consumo procapite in Europa è di 32kg all’anno!
Tutto questo zucchero fa bene o fa male? Finora gli studi scientifici (e
soprattutto la pubblicità delle industrie produttrici) hanno sempre sostenuto
che lo zucchero sia importante per la salute, in quanto apporta energia,
soprattutto al cervello che si nutre appunto di glucosio. Già però da molti
anni l’Organizzazione Mondiale della Sanità avverte che un consumo
eccessivo può portare carie, obesità e diabete, anche se poi non viene mai
specificata la quantità massima da assumere giornalmente. Alcuni nutrizionisti sostengono che il fabbisogno quotidiano di zucchero sia di 90g, ma
bisogna tener presente che molti cibi, come la pasta, il pane, la frutta e il
latte, per non parlare della pasticceria, ne contengono già molto.
Sul Corriere della Sera (14 settembre 2011) viene pubblicato un articolo
dal titolo allarmante: “Mai più di otto cucchiaini al giorno”. secondo gli
esperti della Società italiana di diabetologia (Sid) occorre rimanere sotto il
limite di 8 cucchiaini al giorno (circa 50 grammi per gli uomini, e 40 per le
donne, ancor meno per i bambini), Superarlo mette a rischio, soprattutto a
lungo termine, la salute, portando scompensi sui trigliceridi nel sangue e
sull’insulino resistenza, le complicanze dunque del diabete che è fattore di
rischio cardiovascolare perché la glicemia alta, soprattutto dopo i pasti, fa
male al cuore.
Ma c’è di più: sempre il "Corriere della Sera" (21 gennaio 2010) da notizia
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P.S. per un maggior approfondimento sui danno dello zucchero raffinato
consigliamo il libro “Sugar Blue’s – il mal di zucchero” di William Dufty
(Macro Edizioni).
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di una ricerca scientifica in cui si dimostra chiaramente
che se lo zucchero a disposizione scarseggia, le cellule
normali vivono più a lungo, quelle pre-tumorali muoiono.
C’è dell’altro: valutando l’espressione e l’attività di alcuni
geni-chiave delle cellule i ricercatori si sono accorti che
una dieta a basso contenuto di zucchero stimolava un
aumento dei livelli di telomerasi, l’enzima che «mantiene
giovani» i telomeri (le strutture terminali dei cromosomi
che si accorciano man mano che si invecchia); inoltre,
la scarsità di glucosio riduceva l’attività di un altro gene
che invece rallenta la funzione della telomerasi.
Riassumiamo i risultati delle principali ricerche scientifiche sullo zucchero di questi ultimi 10 anni: L’assunzione
di zucchero raffinato sottrae vitamina C all’organismo
come fanno le sigarette, uccide alcuni batteri simbionti
che nel nostro organismo producono vitamine del
complesso B e altera il ciclo di regolazione glicemica. Il pancreas reagisce allo zucchero puro con una
ipersecrezione di insulina, cui segue da una parte una
ipoglicemia, dall’altra a lungo andare il surplus di lavoro
del pancreas può portare al diabete. L’assunzione di zucchero inoltre causa sonnolenza post pranzo, altera il metabolismo e influisce sugli ormoni,
decalcifica le ossa e può portare alle carie dentarie. Anche l’aumento dei
casi di cancro è correlato all’assunzione sempre più elevata di zucchero. I
popoli che non conoscono ancora lo zucchero non conoscono nemmeno il
cancro. Il più basso
livello di casi di cancro si è registrato in Olanda due anni dopo l’occupazione nazista, quando zucchero e caffè erano quasi scomparsi dalla tavola:
tutti gli studi sulla prevenzione e la cura naturale del cancro (regolazione
alimentare e metabolica) confermano che più si mangia zucchero e più
si rischia di sviluppare il tumore. Ci sono inoltre studi che dimostrano il
legame fra zucchero e ulcera, fra zucchero e malesseri psicologici, fra
zucchero e allergia...la situazione è grave: sia per gli effetti che per l’assordante silenzio di chi dovrebbe tutelare la salute dei cittadini.
Un ultimo avvertimento: da molti anni si pubblicizza il consumo dei dolcificanti artificiali, come l’aspartame e così via, ma sempre più studi stanno
dimostrando che sono ancora più tossici dello zucchero bianco.
Che fare dunque? Prima di tutto ridurne il consumo, sia diretto che indiretto (quello presente nei cibi e nelle bevande – una lattina ne può contenere
38g!). Poi sostituirlo con lo zucchero integrale, il miele o meglio ancora il
malto di cereale (che si trova principalmente nei negozi di alimenti biologici). Infine, fare movimento fisico subito dopo l’assunzione in modo da
consumarlo e quindi evitare che si depositi nell’organismo.
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Nadia e Giacomo Bo
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Capofonte, un bene storico
distrutto e dimenticato
Sembra incredibile, eppure nonostante le numerose segnalazioni e
proteste da parte dei cittadini che chiedevano la tutela dell’Acquedotto
Teresiano, bene di proprietà pubblica dal grande valore storico e culturale
risalente al XVIII secolo e come tale sottoposto a tutela ope legis ai sensi
dell’art. 12 D.Lgs.42/2004 (codice Urbani), nessuno sembra più ricordarsi
dello scempio perpetrato nel corso dei lavori di consolidamento della strada soprastante, preliminari alla ristrutturazione delle case Ater di Borgo
San Pelagio, nel rione di San Giovanni a Trieste.
La Procura della Repubblica sta in silenzio, la Soprintendenza ai Beni Architettonici del Friuli Venezia Giulia e gli altri enti coinvolti non rispondono
alle richieste dei cittadini, il Direttore dei Civici Musei sembra disinteressarsi del caso.
In una prima lettera indirizzata al sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza
e alla presidente dell’Ater di Trieste, Perla Lusa, datata 9 maggio 2008,
infatti, il Direttore regionale per i beni culturali e paesaggistici del Friuli Venezia Giulia, architetto Roberto
Di Paola, invitava le amministrazioni a riferire in
merito, sospendendo cautelativamente qualsiasi operazione che potesse mettere in pericolo il bene storico. In una successiva lettera del 13 agosto 2008, la
Direzione elencava dettagliatamente i danni riportati
dall’edificio storico riscontrati durante un sopralluogo
effettuato in data 30 giugno 2008 e sottolineava la
necessità di un restauro, previa presentazione di
un progetto esecutivo alla competente Soprintendenza per i beni architettonici e il paesaggio e per il
patrimonio storico, artistico e demoetnoantropologico
del FVG.
Allo stesso tempo la Direzione suddetta segnalava che - se accertate - le
alterazioni del regime idrico sotterraneo, causate dai maldestri lavori di
consolidamento dell’Acquedotto Teresiano, avrebbero potuto compromettere le condizioni di conservazione dello stesso.
Le Associazioni Il Capofonte Onlus, WWF Trieste, Italia Nostra presentavano in data 12 maggio 2008 un esposto alla Procura della Repubblica
di Trieste (le indagini, a quanto è dato sapere, sono ancora in corso), con
ampia documentazione inerente i lavori per la messa in sicurezza del
bene storico e i conseguenti gravi danni causati durante il posizionamento
della soletta superiore di protezione proposta e progettata dall’Ater e
accettata dagli uffici tecnici del Comune di Trieste.
Nella relazione consegnata al magistrato, si evidenziava come durante i
lavori di scoprimento dell’estradosso della galleria interna, fu intercettato
il flusso d’acqua che normalmente scorreva dalle gallerie superiori tramite
una tubazione di ghisa. Tale tubazione fu successivamente ostruita dal
cemento nel corso dell’attività di infissione dei micropali, causando l’innalzamento della soglia di travaso dell’acqua a 98,2 metri sopra il livello
del mare. Era stato infatti accertato, in data 27 aprile 2008, l’allagamento
di tutte le gallerie superiori con un innalzamento di circa 2,3 metri e un
accumulo d’acqua pari ad almeno 500 metri cubi. Il fatto veniva divulgato
tramite conferenza stampa dall’Associazione Il Capofonte, e i tecnici Ater
decidevano di intervenire per rimediare al danno vuotando, con l’utilizzo
di apposite pompe, le gallerie superiori e creando un pozzetto drenante
per raccogliere le acque che non scorrevano più nella loro sede originale.
Durante questo ulteriore intervento veniva però abbattuta la parete
interna di chiusura della galleria e, con estrema fretta, coperto lo scavo,
precludendo di fatto ogni possibilità di intervenire sulla regolazione dei
flussi idrici a monte del Capofonte Teresiano.
Più volte è stato ribadito il concetto che il bene storico doveva essere
tutelato nella sua complessità sia strutturale sia funzionale, tanto è vero
che negli anni furono effettuati numerosi sopralluoghi e convocate diverse
Commissioni consiliari congiunte (lavori pubblici, trasparenza, cultura) del
Comune di Trieste.
I danni furono verificati di persona anche dal dott. Dugulin dirigente
dell’area Cultura e dall’ing. Tevini per l’area Lavori Pubblici del Comune di
23 Konrad ottobre 2011
Trieste, nonché dal presidente della VI Circoscrizione Gianluigi Pesarino
Bonazza. Preme ricordare che in data 3 giugno 2008 l’architetto Anselmi
della Soprintendenza dichiarava in Commissione Lavori Pubblici che il
Capofonte Teresiano è un bene culturale e in quanto tale va mantenuto
nelle sue funzioni, e ancora le dichiarazioni del consigliere comunale
Sasco, che definiva il manufatto storico e architettonico di importanza
primaria e sottolineava che il regime idrico non andava modificato o
danneggiato. Ribadiva anche la necessità del ripristino originale ed evidenziava l’importanza primaria di decidere chi avrebbe dovuto eseguire
l’intervento ulteriore, chi lo avrebbe pagato e chi avrebbe verificato la
corretta esecuzione dei lavori.
Alle proteste dei cittadini, che nel giugno 2008 in 1.600 sottoscrissero
una petizione in favore dell’attività svolta dall’Associazione “Il Capofonte”,
riconoscendone l’operato di manutenzione e conservazione della zona
boschiva e delle risorse naturali ipogee ed epigee presenti, nonché l’attività di salvaguardia dell’Acquedotto Teresiano, rispose ancora una volta la
IV Commissione consiliare permanente del Comune, nella riunione del 12
marzo 2009, quando dopo una discussione nella quale si prendeva atto
Da sinistra a destra:
– Interno delle Gallerie Superiori allagate dell’Acquedotto Teresiano
– Il grave degrado in cui versa il Capofonte Teresiano attualmente
di un danno esistente, chiedeva che venisse eseguita in tempi brevissimi
una perizia idrogeologica al fine di verificare la situazione e intervenire per
un ripristino dopo aver individuato le responsabilità.
Da allora fino ad oggi di studi e verifiche tecniche non si è più parlato: gli
abitanti rimangono preoccupati della situazione, mentre le Associazioni
hanno ribadito la necessità di una perizia idrogeologica urgente nell’area.
Solo attraverso un’adeguata valutazione del rischio idrogeologico, infatti,
sarà possibile accertare la reale situazione del cambiamento dei flussi
idrici sotterranei. La preoccupazione tangibile è che con la consegna
dei nuovi alloggi Ater del Borgo San Pelagio tutta la vicenda cada nel
dimenticatoio e nulla venga più fatto per ripristinare l’opera ingegneristica di captazione e trasporto idrico delle acque voluta dall’Imperatrice
Maria Teresa d’Austria, che con l’editto del 19 novembre 1749 ordinò la
costruzione dell’acquedotto per far fronte alle necessità idriche dovute
all’aumento della popolazione di Trieste nel XVIII secolo. Il Capofonte
e le gallerie di captazione dell’acqua hanno un grande valore storico e
culturale e devono essere salvaguardati perché testimonianza preziosa
per la storia della nostra città.
Maria Grazia Beinat
Presidente dell’Associazione Il Capofonte ONLUS
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colonna vertebrale
24 Konrad ottobre 2011
Er ni a de l di sc o ce rv ic al e
Lo scorso numero abbiamo affrontato l’argomento della “brachialgia” e
viste le richieste di maggiori informazioni abbiamo ritenuto opportuno approfondire l’argomento con una delle cause tipiche di “brachialgia” acuta:
l’ernia del disco cervicale.
È un problema frequente, i più colpiti sono gli adulti sopra i 30 anni e sotto
i 60. Ogni anno infatti vi sono circa 83 nuovi casi ogni 100.000 abitanti.
L’ernia può essere “molle”, o “dura” a seconda della “consistenza”. Tipicamente si manifesta con dolore e debolezza
al collo e ad un’arto superiore. Quando però
l’ernia è particolarmente voluminosa, essa può
determinare anche compressione sul midollo
spinale, compromettendo la forza e la sensibilità degli arti inferiori.
Ernia “molle”
È la classica ernia del disco: consiste nella
fuoriuscita del nucleo polposo (parte centrale
del disco) attraverso una lacerazione completa
dell’anulus fibroso (anello che lo contiene) con
la conseguente compressione (nel 90% dei
casi) di una o più radici nervose spinali e/o del
midollo.
Cause: tipicamente vi è un’usura progressiva
dell’anulus con continue micro lacerazioni e
debordamento progressivo, (condizione detta
bulging o protrusione discale) fino al suo completo cedimento con conseguente erniazione
del nucleo. Posture errate protratte, movimenti
ripetitivi in posizioni scorrette e carichi elevati
sugli arti superiori sono cause tipiche di usura
dell’anulus.
Anche traumi importanti possono essere la causa scatenante di un’ernia ma raramente essi
sono sufficienti a lesionare un disco perfettamente integro, generalmente sono determinanti
solo su dischi già quantomeno parzialmente
lesionati. Recentemente poi è stata scoperta una certa famigliarità, (fattori
genetici) a determinare la predisposizione di ognuno di noi a soffrire d’ernia
del disco.
Usualmente si riscontra prima dei 50 anni. Il livello più colpito è C6-C7
(70%), segue C5-C6 (20%). La manifestazione prevalente è il dolore al
braccio ed al collo, che spesso insorge acutamente al risveglio mattutino.
Tipicamente è presente anche forte rigidità del collo, con dolore acuto
nei movimenti. Tipicamente il dolore al braccio può spingersi sino alle
dita della mano, con formicolii od altri sintomi, il dito indice ed il medio
nella maggioranza dei casi, il mignolo ed il pollice sono coinvolti meno
frequentemente. Talvolta possono essere presenti solo i sintomi al braccio
e/o dita senza che apparentemente vi siano problemi al collo.
È importante ricordare che un’ernia C5-C6 può portare ad avere sintomi
simili a quelli di un infarto miocardico mentre la sofferenza di C8 invece
può accompagnarsi a una “sindrome di Horner” incompleta, ossia un’alterazione del diametro pupillare.
Ernia “dura”
L’ernia “dura” è un falso nome per indicare un conflitto radicolare
sostenuto da un becco osseo al margine del corpo vertebrale (osteofitosi
margino-somatica). Questa condizione generalmente insorge dopo i 55
anni ed una radiografia in posizione obliqua può essere sufficiente a
mostrare la riduzione del canale neurale, la dove la radice nervosa esce
dal canale vertebrale. L’insorgenza dei sintomi è solitamente più graduale
dell’ernia “molle”, con dolore radicolare a cui spesso si associano deficits
muscolari ed alterazioni dei riflessi. Talora sono
coinvolte più radici, perché il processo spondilotico, a differenza della semplice ernia “molle”,
normalmente interessa più di un livello.
Diagnosi
Mentre per l’ernia molle prevalgono i segni
radicolari, ossia dolore e debolezza al braccio,
in caso di ernia dura bisogna discernere
l’interessamento radicolare da quello midollare.
Infatti all’ernia “dura” è spesso associata la sofferenza del midollo spinale ed il coinvolgimento
degli arti inferiori. L’iter diagnostico-terapeutico
comunque presenta delle similitudini.
Terapia
La terapia medica mira al controllo dell’infiammazione e del dolore. I farmaci più
comunemente impiegati sono i FANS (farmaci
antinfiammatori non steoirdei) che associano
in proporzioni più o meno diversa, anche un’attività analgesica. Altri farmaci possono essere
prescritti dal medico quando si vuole un’azione
più intensa. Siccome l’irritazione meccanica
prodotta da certi movimenti del collo contribuisce ad esacerbare i sintomi, risulta efficace la
Fisioterapia attraverso l’identificazione di quei
movimenti ed esercizi specifici, contrari a quelli
nocivi, che possono aiutare a ridurre la compressione radicolare e favorire la risoluzione del processo infiammatorio.
Inoltre alcune terapie fisiche come la Tecar-Terapia, o le manipolazioni,
possono avere un effetto decontratturante ed antalgico e possono contrubuire a superare la fase acuta con minor dolore e disabilità.
Chirurgia?
Di solito questa strada viene scongiurata (salvo nei rari casi di urgenza
e/o nei casi con importanti deficit di forza/sensibilità o di compressione
midollare) e generalmente viene considerata solamente una volta esaurite le possibilità offerte da un appropriato approccio fisioterapico. (che
andrebbe tentato almeno 1 mese prima di poter trarre delle conclusioni).
Nella maggior parte dei casi infatti la Fisioterapia specifica, in sinergia
agli eventuali approcci medici conservativi, (es. farmaci prescritti dallo
specialista dove necessari) a circa 2 mesi dall’episodio acuto, porta ad
una remissione soddisfacente dei sintomi ed ad un buon recupero.
Dott. Ft. Marco Segina
Meraviglie ed enigmi di un capolavoro del Rinascimento egiziano
25 Konrad ottobre 2011
7 ottobre, Conferenza pubblica del prof. Francesco Tiradritti, Sala San Nicolo', via Dante 6, ore 17,30. Dal 1996 la
Missione Archeologica Italiana a Luxor è attiva nello scavo del Complesso funerario di Harwa e Akhimenru a Luxor. Si tratta
di due sepolcri della prima metà del VII secolo a.C., periodo che corrisponde alla fase finale del dominio di sovrani di stirpe
nubiana (XXV dinastia) sull’Egitto. Le ricerche effettuate sino a questo momento hanno consentito di riportare alla luce
decorazioni di fattura e delicatezza mirabili ispirate al passato delle civiltà faraonica che hanno portato a coniare il termine
per l’epoca in cui furono prodotte di “Rinascimento egiziano”. La vastità della Tomba di Harwa (4000 metri quadrati) è prova
tangibile dell’importanza di questo personaggio. Nel corso degli scavi è stata ritrovata una statuina funeraria che lo ritrae
con in mano le insegne della regalità faraonica. Il problema è di stabilire se questa effigie è soltanto espressione di velleità
personali o rispecchia una realtà di fatto che attribuirebbe a Harwa il ruolo di governatore plenipotenziario di tutto l’Egitto meridionale.
Francesco Tiradritti, direttore della missione ed egittologo, prima di dare inizio alle ricerche presso il complesso funerario di Harwa e Akhimeru ha compiuto
scavi in Italia, Sudan e in Egitto, dove lavora dal 1988. Ha lavorato tredici anni come consulente presso la collezione egizia delle Civiche Raccolte Archeologiche di Milano ed è stato docente presso l’Istituto Universitario “Suor Orsola Benincasa” di Napoli e l’Università di Foggia. Nel 2004-2005 ha ottenuto la
cattedra di eccellenza in Storia dell’Arte presso l’Università di Memphis (Tennessee). Ha fatto parte della commissione per lo studio del piano di prefattibilità
del Nuovo Museo di Giza e per il progetto di rinnovamento del Museo Egizio di Torino. Ingresso libero; [email protected]
Open day delle foreste in Friuli Venezia Giulia
Il Friuli Venezia Giulia presenta una grande varietà di ambienti naturali che si differenziano per tipo, clima, suolo e altitudine.
Le sue foreste, che ammontano a circa 324.000 ettari - il 41 % del territorio regionale - per la loro elevata biodiversità,
rappresentano uno scrigno di elementi naturali floristici, faunistici e geomorfologici di interesse internazionale.
Nell’ambito dell’ ”Anno Internazionale delle Foreste” - proclamato dall’ONU a sostegno della gestione forestale sostenibile,
della protezione e della valorizzazione di alberi e foreste di tutto il mondo - il Corpo forestale regionale, in collaborazione
ad altri enti ed associazioni del Friuli Venezia Giulia e del Veneto, ha organizzato per la giornata di domenica 2 ottobre un
“open day” di sensibilizzazione in cinque caratteristiche foreste della regione. Dalle 8.00 alle 16 .00 sarà possibile usufruire
dell’accompagnamento di forestali e di esperti naturalisti per una serie di facili visite guidate nella Foresta di Fusine a
Tarvisio, nel Bosco del Cansiglio, nella Selva di Arvonchi a Muzzana del Turgnano, nel Bosco Plessiva e nel Bosco Igouza
a Basovizza. In ogni bosco sarà realizzato un punto di accoglienza dove i visitatori potranno registrarsi, ricevere informazioni sulle varie opportunità di visita nell’arco
della giornata e raccogliere i materiali divulgativi preparati dalle varie organizzazioni che hanno collaborato all’evento. Presso la “reception”, inoltre, potranno assistere ad alcune dimostrazioni pratiche dell’attività istituzionale del Corpo forestale regionale e statale. Sarà quindi possibile scegliere tra diverse escursioni e attività,
alcune delle quali riservate ai bambini, cimentarsi su percorsi di orienteering, partecipare a passeggiate mirate all’osservazione dell’avifauna, seguire escursioni
storiche, geologiche o floristiche, ascoltare intermezzi musicali proposti da alcuni cori, visitare musei e centri visite naturalistici, osservare dimostrazioni di pratiche
forestali quali l’ abbattimento, l’allestimento, la classificazione del legname e altro ancora. Il programma completo degli eventi nei cinque boschi è reperibile sul sito
della Regione www.regione.fvg.it.
VENERDI 7 OTTOBRE IMMAGINI DAGLI USA AL DOPOLAVORO FERROVIARIO DI TRIESTE
Ogni primo venerdì del mese alle ore 20.30 da parecchi anni presso la sala riunioni del palazzo delle ferrovie in piazza
Vittorio Veneto a cura della Sezione diapositive dell’Associazione Dopolavoro Ferroviario di Trieste vengono proiettate
immagini da tutto il mondo, ma non solo. Numerose sono state anche le proiezioni scientifiche e culturali dedicate a Trieste
e dintorni. Ma venerdì 7 ottobre grazie al socio Walter Skof, la protagonista sarà la famosa Monument Valley, uno spettacolare fenomeno naturale presente nell'Arizona (USA) e conosciuto in tutto il mondo grazie ai film western del regista John
Ford. Un tempo presso il DLF di Trieste vi erano svariate sezioni dedite al teatro, alla biblioteca, alla pittura, alla filatelia
ed altro. Negli ultimi anni invece gradualmente sono state privilegiate le attività sportive. Oggi tra le attività culturali è rimasto solo il Museo Ferroviario di Trieste
Campo Marzio, vero fiore all’occhiello dell’ associazione, sostenuto dal gruppo S.A.T. , tutti volontari appassionati di treni e ferromodellismo. Ma esiste, sia pure in
tono minore, l’impegno nel settore audiovisivo che resiste sulla breccia dal oltre 15 anni. Tutto iniziò nel novembre 1994, quando in una saletta laterale del Museo
Ferroviario che oggi è stata trasformata nella Sala Apparati Centrali ebbe luogo la proiezione di oltre 300 diapositive di una socia che aveva viaggiato a lungo nel
Madagascar. La mancanza di riscaldamento suggerì ai soci di trasferirsi con l’accordo dell’allora Presidente del DLF Franco Bandelli nella sala riunioni del DLF
che allora era situata in via Galatti. Fu in essa che ebbe luogo la seconda proiezione dal titolo La Montagne di Kugy perché proprio in quel periodo cadeva il 50°
anniversario della morte del grande scrittore e scalatore triestino Julius Kugy. Fin dall’inizio come leader del gruppo si affermò il macchinista in pensione Luciano
Muran, e tale è rimasto ancora oggi, nonostante abbia già superato gli ottanta anni di età. Dopo 15 anni il numero di proiezioni effettuate dal gruppo è salito ad
oltre un centinaio, ma l’attività continua senza soste, con l’appoggio dell’attuale Presidente dell’Associazione DLF Claudio Vianello. Attualmente le proiezioni di
diapositive a dissolvenza incrociata stanno lasciando il posto alle immagini digitali. Gli incontri sono aperti a tutti i soci che amano le immagini, i viaggi, le foto, la
compagnia di un gruppo di amici. Se volete proiettare le vostre diapositive, contattate il DLF al 040-3794.620- Oppure il sig.Luciano Muran, tf. 040-910484 .
26 Konrad ottobre 2011
APPUNTAMENTI DI OTTOBRE
Trieste
1 sabato ingresso libero
Francese e musica per bambini
Laboratorio gratuito dai 4-5 anni in su
per scoprire la musicalità della lingua
francese attraverso giochi, canzoni e filastrocche accompagnate dal piano. 16.3017.30. Comitato pro-ELIC Via Mazzini 30,
3° piano Info 040 260239, 320 0488202.
1 sabato ingresso libero
Dualità e non-dualità
nella tradizione vedica e biblica. L’Institute of Yogic Culture invita all’incontro con
fr. Martin Kuvarapu (sw. Sahajananda)
alle ore 20 al centro Veritas in via Monte
Cengio 2. Info 040 635718.
1 sabato ingresso libero
Alla scoperta del Tai Chi
Pomeriggio di illustrazione e sperimentazione con il Tai Chi Chuan, movimento
armonioso fonte di benessere e longevità,
presso l’ass. OmNiaction, via San Francesco 15, ore 15-18. Info 3284253103.
1 sabato ingresso libero
Scuola Ayurveda Abyangam Joytinat
Alle ore 17 presentazione del programma
dettagliato della Scuola “International
College of Ayurveda Joytinat” del Maestro
Swami Joythimayananda. Il programma
illustrato sarà in accordo con le disposizioni europee in materia. La Scuola può
essere seguita sia in forma culturale che
professionale. Ass. Joytinat Yoga Ayurveda via Felice Venezian 20 - segreteria
lun-mer-ven ore 18/20. Info 040 3220384,
www.joytinat-trieste.org
1 sabato ingresso libero
L’entrata di urano in ariete:
uno sguardo sul futuro. Conferenza della
Facoltà di Cosmobiologia dell’UNINT - Università Internazionale della Magna Fraternitas Universalis. ore 18.30 Via Mazzini 30
3° p. Info 040 2602395, 333 4236902.
2 domenica ingresso libero
Open day della foresta a Basovizza
Nell’anno internazionale delle foreste,
anche in provincia di Trieste sarà organizzato l’ “Open day della foresta” con l’apertura dalle ore 10 alle ore 18 del Centro
visite del Centro didattico naturalistico di
Basovizza (loc.Basovizza,224) e dalle
ore 8 visite guidate con attività nel bosco
Igouza. Programma in visione su www.
regione.fvg.it. Info 040 3773677.
2 domenica
ingresso libero
Meditazione guidata al Joytinat
Per festeggiare il 15° anno della fondazione della nostra associazione, abbiamo
scelto il giorno simbolico della nascita di
Gandhi per ricordare il nostro percorso
svolto con semplicità, impegno, professionalità e servizio. Alla meditazione seguiranno tisane, dolcetti e fiori. Ore 18 in
via Felice Venezian 20. Info 040 3220384,
Om Shanti Shanti Shanti.
2 domenica ingresso libero
Giornata mondiale della Nonviolenza
Giornata mondiale della Nonviolenza voluta dalle Nazioni Unite, Anniversario del-
la nascita del Mahatma Gandhi in Piazza
della Borsa alle ore 11.30. Riflessioni
sulla condizione del Popolo Palestinese
a cura del Comitato Pace Convivenza e
Solidarietà “Danilo Dolci” e di altre Associazioni. Info 338 1652364.
2 domenica - 23 domenica
Corso di euritmia
L’insegnante B. Berden guiderà il corso
di Euritmia presso la Casa-Dom Brdina
Opicina v.di Prosecco 109 Ip. ore 10-12.
Organizza l’Ass. Agricoltura Biodinamica.
Info 333 7864810.
3 lunedì ingresso libero
Presentazione corso di conoscenza
Presentazione del corso: Ampliamento
alla conoscenza per scegliere in libertà
ovvero: macro-sofia. Alle ore 20,30 c/o
Settimocielo Edizioni via della Guardia
13. Il corso inizierà il 17 ottobre. info
e prenotazioni 040 7606402, Centro Il
Settimocielo.
3 lunedì ingresso libero
Iniziati i corsi di Tai ji/Kung Fu
Lezione di prova: lunedi 3 Tai ji ore 1920.30 con Walter Mauri presso A.S.D.
Avvolgere in via Carducci 12. Domenica
9 inizia il corso di massaggio (Tuina) sui
meridiani con il dott. Zhao Ning Jun. Info
328 7352067, [email protected]
3 lunedì ingresso libero
A.y.a.: dedicato a Yoga mamme
Dalle ore 10.30 alle 12 invitiamo Mamme
in attesa a partecipare ad un programma
esperenziale basato su pratiche di Yoga
e Ayurveda. Associazione Joytinat Yoga
Ayurveda via Felice Venezian 20 - segreteria lun-mer-ven ore 18/20. Info 040
3220384, www.joytinat-trieste.org
3 lunedì ingresso libero
San Giovanni si prepara...
ad incontrare il Sindaco. Alle ore 18, al
centro rionale di San Giovanni, via San
Cilino 40/2, incontro pubblico tra i cittadini
interessati a preparare le domande da
rivolgere al sindaco in occasione della
sua venuta in rione del 4 ottobre. Info 338
2118453, [email protected]
3-31 ogni lunedì
ingresso libero
Meditazione di luce per la terra
Un invito di cuore a tutti e a chi si chiede
il perchè dei cambiamenti in atto, dove
stiamo andando, perchè siamo qui ora? Il
Salto quantico 2012, meditazione di Luce
per la Terra e l’ Umanità, guidata da Arleen
Sidhe, in connessione i regni della natura
e rete di luce del pianeta; l’incontro sarà
introdotto da una breve spiegazione a titolo
informativo, e dopo la meditazione seguirà
un aggiornamento sull’Ascensione, la situazione attuale del passaggio di frequenza
e cambiamento di coscienza della Terra.
Ogni lunedì alle 20.30 presso Assoc. Lam-Il
Sentiero, in piazza Benco 4. Info ArtLight
347 2154583, [email protected]
4 martedì ingresso libero
Elaborazione del lutto
La Società Antroposofica organizza ogni
primo martedi del mese un incontro con il
gruppo di sostegno per l’elaborazione del
lutto, seguendo il testo “Confrontarsi con
la morte” Ed. Novalis in via Mazzini 30,
su www.konradnews.it gli annunci di novembre entro il 21 ottobre
I p - ore 18.15-19.45. Info 339 7809778,
[email protected], www.
rudolfsteiner.it
4 martedì ingresso libero
Casa internazionale delle donne
Presentazione del laboratorio di autostima: Il governo delle donne alle ore 17
in via Pisoni 3. Alle ore 18 l’ass. Antica
Sorgente presenta Spagyria: le piante di
casa nostra.
4 martedì ingresso libero
Corso base di avvio al buddhismo
Corso di base di avvio al Buddhismo,
meditazione e concentrazione sarà tenuto dalla monaca Sherab Choden (Malvina
Savio) tutti i martedì ore 19 presso il
Centro Sakya di via Marconi 34 Trieste.
Info 040 571048.
4 martedì
Corso di yoga
Inizio corso di Yoga, con Antonio Contini,
ogni martedì, dalle 18.30 alle 20, presso
il Centro Joytinat di via Madonnina n. 3 a
Trieste. info 040 7600131, 338 4593395.
4 martedì ingresso libero
Lo yoga, la sua base fisiologica...
e il suo significato. Conferenza organizzata dal Centro Culturale di Yoga Jñanakanda ore 17.30 presso la Libreria Borsatti, via Ponchielli 3. Info 040 2602395,
333 4236902.
4 martedì ingresso libero
Il Sindaco incontra i cittadini...
a San Giovanni. Alle ore 18, nel tendone
chiesa, in piazzale Gioberti. Verranno
trattate varie problematiche del territorio,
comprese quelle legate al futuro piano
regolatore. Info 338 2118453, [email protected]
5 mercoledì
Acsd Ombellyki Danza Orientale
Risveglieremo la Dea che è in noi in un
percorso di conoscenza e consapevolezza che riduttivamente chiamiamo “Danza
del Ventre”. Corsi ogni Mercoledì dal 5
ottobre ore 19.45-20.45 Base e 20.4521.45 Intermedio-Avanzato c/o ArteffettoDanza, via Machiavelli 17 I°p. Prova
gratuita. Su richiesta corsi in altri orari ed
incontri mensili. info 333 4573184, www.
ombellyki.it, [email protected]
5 mercoledì ingresso libero
Il Respiro che trasforma
Alle 20.30 presso Il Giardino di piazza
Benco 1 si terrà la conferenza gratuita di
“Transformational Breath” (Il Respiro che
trasforma), cui seguiranno 4 seminari.
La conferenza sarà condotta da Peter
Puschel (trainer di TB). Info 040 671940,
335 7523100, Peter Puschel.
5 e 19 mercoledì
Corso di pittura
L’Ass. Agricoltura Biodinamica organizza
un corso guidato dalla pittrice Barbara
Donadel sul tema “Esperienza di diversi
paesaggi” presso la sede di v.Mazzini 30 I
p. ore 17.45-19.30. Info 333 7864810.
6 giovedì ingresso libero
I geroglifici egizi
Fondamenti Simbolici ed Archetipici dei
Geroglifici Egizi. Lettura dei Segni Sacri
volta a risvegliare la facoltà intuitiva del
pensiero, essenziale per accedere al
mondo arcano dei Misteri. Conferenza
tenuta dal dott. Roberto Colautti, ore 20,30
presso La Casa della Musica (Auditorium)
Via Capitelli, 3 Trieste. Info 349 8901350,
ass Tra Cielo e Terra
wwf trieste
conversazioni a casa del panda
Mercoledì 5 ottobre, ore 18:00 – Conflitti ambientali: esperti, politica
e istituzioni nelle controversie ecologiche. Il caso del rigassificatore di Porto Viro, con gli autori dell’omonimo libro, di recente edito da
Il Mulino, Giorgio Osti e Luigi Pellizzoni, docenti di sociologia dell’ambiente nell’Università di Trieste. La conferenza si terrà presso la sede
dell’Associazione.
Mercoledì 26 ottobre, ore 18:00 – Presentazione del libro Per Aquileia. Realtà e programmazione di una grande area archeologica, di
Andrea Benedetti, docente all’IUAV di Venezia e Luigi Fozzati, Soprintendente per i beni archeologici del Friuli Venezia Giulia. La conferenza
si terrà presso la sede dell’Associazione.
Venerdì 14 ottobre, dalle ore 10:00 alle ore 17:00, WWF: da 40 anni a
Trieste per la tutela dell’ambiente, il Convegno si terrà presso Spazio
Villas nel Parco dell’ex Ospedale psichiatrico. Una ventina di
relatori proporranno un’analisi comparativa della questione ambientale
tra l’inizio degli anni “70 e oggi, evidenziando nelle conclusioni – per i
rispettivi settori di competenza – quali siano gli indirizzi d’azione che
l’Associazione di Trieste dovrà perseguire. Ulteriori informazioni e il
programma completo sul sito wwftrieste.blogspot.com
27 Konrad ottobre 2011
APPUNTAMENTI DI ottobre
Trieste
6 giovedì
Oli essenziali
Prevenire e contrastare lo stress con
gli oli essenziali. Corso con la Dott.ssa
Miriam Pinausi. Info presso Erboristeria
Aromatica, via Lazzaretto Vecchio 18/1,
040 3229675.
6 giovedì
Acsd Ombellyki Danza Orientale Soft
Da Giovedì 6 ottobre ore 11-12.15 Corso
per mamme in attesa, zie che hanno atteso abbastanza e nonne che non è mai
troppo tardi! Partecipazione solo su prenotazione telefonica. Info 333 4573184,
Prova gratuita
6 giovedì ingresso libero
Presentazione di Konrad
In prossimità delle scelte sulle direttive
per il nuovo Piano Regolatore di Trieste,
alle ore 18, al centro rionale di S. Giovanni in via S. Cilino 40/2, avrà luogo la
presentazione pubblica del numero di
ottobre della rivista Konrad. Si entrerà nel
merito del ruolo che questo strumento
informativo gratuito offre ai cittadini, alle
associazioni e ai comitati. Alcuni membri
della redazione si soffermeranno su
articoli che trattano temi di attualità e di
pubblico interesse. Saranno disponibili
anche materiali di WWF, Legambiente e
Italia Nostra che informano sulle diverse
questioni che impegnano queste associazioni a livello locale, regionale e nazionale. Abituiamoci a ritrovarci una volta al
mese per leggere insieme Konrad ed altri
materiali utili proposti dalle varie associazioni ambientaliste Invito divulgato dal
Coordinamento Più verde meno cemento
e da altre associazioni. Info 338 2118354,
[email protected]
6-27 ogni giovedì
ingresso libero
Mamme & papà separati
Associazione per la tutela dei diritti dei figli
nella separazione, rivolge i propri servizi
a chiunque sia coinvolto direttamente o
indirettamente nelle problematiche inerenti
le separazioni coniugali in presenza di figli,
offre gratuitamente sostegno psicologico
e legale servendosi del volontariato di
professionisti quali psicologi, avvocati e
pedagogisti, nonché della presenza di Soci
che già hanno vissuto in prima persona
le esperienze della separazione. Incontri
ogni giovedì alle ore 20.30 nella sede di
Banca Etica in via Donizetti 5/a. Info 040
9896736, trieste@mammepapaseparati.
org, www.mammepapaseparati.org
7 venerdì
Corso sulla dieta zona
Inizio Corso sulla Dieta Zona in 3 giornate il 7 ottobre alle 18.30 tenuto dalla
dott.ssa nutrizionista Lidia Mosca Zone
Consultant in via San Maurizio 2. Info e
iscrizioni 339 150509, 040 636469.
7 venerdì ingresso libero
Alimentazione ragionata
Quali cibi sono adatti alla nostra alimentazione? Come possiamo combinarli al
meglio? Serata colloquiale con Shanti
Benussi alle ore 20.30 all’Associazione
Culturale Shanti Trieste in via Carducci
12. Info www.shanticenterts.it
7 venerdì
Percorsi di arteterapia
Sono aperte le iscrizioni ai corsi di
arteterapia: Corso di Pittura e Disegno
Sensibile Base e Avanzato, seminari di
Tessitura di Vita e seminari a Tema- Associazione Reiki... la via del Cuore. Info
333 3462198.
7 venerdì ingresso libero
I primi tre anni del bambino
Nel ciclo dedicato al sostegno alla genitorialità, la Metamorphosis soc. coop.
soc. Onlus, organizza la conferenza con
la relatrice Annamaria Zuccherato di
Venezia presso il Circolo Culturale “Ivan
Grbec” in via di Servola 124 alle ore 20.
Info 040 229474, 366 9300300, info@
ilpiccolocarro.org
7 venerdì ingresso libero
Gli esodi nella storia
Conferenza del Centro di Studi Generali - CEGEN con il Dr David Juan Ferriz
Olivares della Magna Fraternitas Universalis alle ore 17.30 alla Libreria Borsatti,
via Ponchielli 3. Info 040 2602395, 333
4236902.
8 sabato
Sabato nella piramide
Un’intera giornata per provare personalmente gli effetti energetici, ringiovanenti
della piramide e conoscerne i molteplici
benefici. Con Shanti Benussi e Federico
Sangermano. Dalle 8 alle 20 su appuntamento entro il 7 ott. all’Associazione
Culturale Shanti Trieste in via Carducci
12. Info www.shanticenterts.it
8 sabato
Incontri di Tai Chi
Da ottobre corsi di Tai Chi serali e mattutini. Sklad Mitja Čuk, Opicina (TS), via
di Prosecco 131. Info 040 212289, info@
skladmc.org
8 sabato ingresso libero
Fiori di Bach: fiori del benessere
A chi e quando servono, conoscerli per
utilizzarli meglio: indicazioni e controindicazioni per trovare vero beneficio. Alle
ore 20 in via Imbriani 4, studio Spachtholz. Info 335 5409328, www.tecnichedelbenessere.com
sabato 8, 13, 25
Arte_Scuola del Vedere
Iniziano i nuovi corsi di: nudo (disegnato
e/o modellato con creta) con modella,
ritratto, disegno, pittura, anche per bambini e ragazzi (con insegnanti qualificati
e metodi comprovati). Info 040 311885,
www.scuoladelvedere.it
9 domenica
Progr. Neuro Visiva (psicocybernet)
Ore 10/18 1° liv. Programmare la propria
guarigione attraverso la visualizzazione
e la meditazione consapevole. Un corso
che cambia la visione della vita. Via
Imbriani 4 studio Spachtholz. Info 335
5409328, www.tecnichedelbenessere.
com prenotazione obbligatoria.
su www.konradnews.it gli annunci di novembre entro il 21 ottobre
10 lunedì ingresso libero
L’attenzione nella pratica meditativa
Meditare non significa rinchiudersi in
un isolamento interiore quanto piuttosto
imparare, anche con l’aiuto di tecniche
specifiche, a prestare attenzione a 360
gradi nella vita quotidiana. Conferenza
del dott. Piero Vattovani, nell’ambito del
corso “Meditazione e medinamica” - Ass.
Espande, ore 20.30, via Coroneo 15. Info
380 7385996, www.trieste.espande.it
10 lunedì ingresso libero
Aya: dedicato a massaggio neonati
Dalle ore 10.30 alle 12 invitiamo Mamme
e Papà a partecipare ad un incontro
divulgativo-dimostrativo sull’importanza di
massaggiare i propri figli fin dal momento
della nascita. Associazione Joytinat Yoga
Ayurveda via Felice Venezian 20 - segreteria lun-mer-ven ore 18/20. Info 040
3220384, www.joytinat-trieste.org
11 martedì
Corso base di fotografia digitale
Tecnica generale, composizione delle
immagini, gestione file digitali, con particolare riguardo alla fotografia di viaggio.
8 lezioni ogni martedì ore 18 - 20 all’Ass.
Culturale Shanti, via Carducci 12. Info
040 3478445, Paolo 366 1005124.
11 martedì
Incontri per genitori
corso con la dott.sa Miriam Pinausi:
Come favorire l’autonomia e l’autostima
nei bambini. Info Erboristeria Aromatica
040 3229675.
11-25 martedì
Workshop fotografia naturalistica
Nei luoghi più belli del Carso triestino e
goriziano insieme a fotografi professionisti amanti della Natura! Dall’11 al 25
ottobre lezioni in aula e escursioni. Info
Rogos 333 4056800, inforogos@gmail.
com, www.riservanaturalegradina.com
12 mercoledì ingresso libero
La psicologia al caffè
Nella splendida cornice dell’antico caffè S.
Marco sarà possibile prendere una consumazione e parlare di psicologia. Incontri
aperti a tutti a cura dell’Ass. Psicoattività.
Dott. M. Pizzi psicologo-psicoter. dott.ssa
L. Marghi psicologa-psicoter.: Sessuologia
2.0, viaggio all’interno della coppia nel
Duemila. Dieci anni di consulenza in internet. Alle ore 18 al Caffè S. Marco in via
Battisti 18. Info www.psicoattivita.it
12 mercoledì ingresso libero
Bioenergetica
Inizio del Laboratorio Bioenergetico 201112, per regalarsi uno spazio di riconquista
del proprio benessere psico-corporeo. Il
Laboratorio è aperto a tutti per una prova
gratuita. Alle ore 20 all’Ass. Il ricordo di
Sé in via XXX Ottobre 4. Per prenotare
la prova e info Stefano 328 7429516,
[email protected]
12 mercoledì ingresso libero
Conoscere il Pranic Healing
Un insegnamento straordinario che ci
introduce nel mondo dei trattamenti energetici, per migliorare il benessere fisico
ed emotivo attraverso l’uso del prana (o
energia vitale) e della meditazione. Pres-
so New Age Center, via Nordio 4. Info
Elisa Del Forno 340 6858339.
12 mercoledì ingresso libero
Mal di schiena e mal di collo
Conferenza informativa aperta a tutti sulle
tecniche riabilitative innovative del “Centro Rieducazione Colonna Vertebrale” a
partire dalle 18 presso Poliambulatorio
Fisiosan di Via Genova 21 Trieste. Posti
limitati. Info e prenotazioni 040 3478678.
13 giovedì
2012 cosa accadrà? La scienza spiega
Spiegazioni e slide per sapere cosa
accadrà nel 2012 e cosa sta già accadendo. Preparazione per la meditazione
che si effettua ogni mese. Via Imbriani 4
studio Spachtholz 335 5409328 gradita
prenotazione
13 giovedì ingresso libero
Punto vegetariani
Incontro in-formativo mensile con Susanna Beira e Marco Bertali, medici delegati
dell’Ass.Vegetariana It. Via Donizetti 5/a;
dalle 17 alle 18.30.
13 giovedì ingresso libero
Sos cervello
Campagna sociale di psicofarmaco-vigilanza. Incontro in-formativo mensile con
lo psichiatra Marco Bertali. Via Donizetti
5/a, dalle 18.45 alle 20.15.
14 venerdì ingresso libero
Fra i Dinka del sud Sudan
quando “costruire una scuola” non è
solo “costruire una scuola”. Incontro
con Orsola Pignatti e Paolo Gallina alle
20.30 presso l’Institute of Yogic Culture,
v.S.Francesco 34. Info 040 635718.
14 venerdì ingresso libero
2012 e ascensione planetaria
Continuano gli incontri mensili sul 2012,
con i nuovi aggiornamenti aperti a tutti:
Cosa accadrà? I grossi cambiamenti a
livello individuale, sociale e planetario, segnali di risveglio di coscienza e spirituale.
Messaggi guida di condivisione per vivere
al meglio questi momenti di trasformazione
interiore, nel corpo, nell’ anima, nel quotidiano. Tema di oggi: Relazioni e stili di vita
nella nuova energia e l’ umanità galattica.
Conduce Arleen Sidhe, operatrice per
l’Ascensione planetaria e trasformazione
quantica, terapeuta del Suono, riequilibri
energetici esseni e lettura dell’Aura. Alle
ore 20.30 presso Associazione LAM-Il
Sentiero, in piazza Benco 4. Info ArtLight
347 2154583, [email protected]
15 sabato ingresso libero
Giornata aperta e sede rinnovata
Leviedelblu amplia i propri spazi e ti
aspetta sabato 15 ott dalle ore 9 alle 17
con dimostrazioni pratiche delle attività e
dei trattamenti individuali proposti in via
San Francesco 15. Info 320 1431175.
15 sabato
Oli curativi ed oleoliti fai-da-te
Preparati con oli essenziali, fiori di Bach,
spezie, erbe officinali, ecc. Con attestato
ed oleolita da portare a casa. A cura di
Susanna Berginc naturopata. Info 347
9842995, [email protected]
28 Konrad ottobre 2011
APPUNTAMENTI DI ottobre
Trieste
15 sabato ingresso libero
Tavolo sul trasporto degli animali
La Sede Territoriale della LAV (lega Anti
Vivisezione) sarà presente in via San
Lazzaro angolo via Ponchielli con un
tavolo informativo sul trasporto di animali
in Europa. Al tavolo si potrà firmare la
petizione per abolire i viaggi della morte
che durano più di 8 ore.
15 sabato
Una pianta al mese: il carciofo
Sei incontri mensili su botanica, uso tradizionale e officinale delle piante, forme ed
indicazioni per l’uso con cenni d’anatomia
e fisiologia degli organi interessati alla
loro azione 16-17.30 Magna Fraternitas Universalis v. Mazzini 30. Info 040
2602395, 333 4236902.
16 domenica
Kundalini: un’esperienza occulta
Come risvegliare l’energia dormiente
presente in ognuno di noi? Come poter
utilizzare a pieno le nostre potenzialità?
Seminario teorico pratico con Shanti
Benussi. Dalle 13,30 alle 18,30 all’Associazione Culturale Shanti Trieste in via
Carducci 12. Info www.shanticenterts.it
16 domenica
L’astuzia del Golem
Il Golem è simbolo dell’identificazione
egoica e degli errori terribili che si commettono mettendo la propria vita nelle
mani di tale mostro. Sauro Tronconi
conduce un seminario di rivelazioni ove
incontreremo il nostro personale Golem
e lo metteremo alla prova con rebus e
indovinelli, con emozioni e verità sino a
ricondurlo al suo posto od annientarlo.
Info 380 7385996, www.trieste.espande.it
19 mercoledì ingresso libero
L’aspetto fisico dell’energia
Alle ore 20.15 conferenza introduttiva al
metodo Qi Ray, relatrice Sonia Rizzi. La
conferenza sarà interattiva in quanto si
avrà l’opportunità di sperimentare alcune
tecniche insegnate nel percorso. Seguirà
in data 12 e 13 novembre il primo livello.
In via Palestrina 8, presso il Centro
Studi e Ricerche Olistiche. Info 338
7592945,www.qi-ray.it, [email protected]
su www.konradnews.it gli annunci di novembre entro il 21 ottobre
21 venerdì ingresso libero
La fine è il mio inizio
Per il ciclo: Il viaggio come metafora, alla
ricerca del senso della vita e della morte.
Serata colloquiale con filmato guidata da
Clara Dessenibus alle ore 20 all’Associazione Culturale Shanti Trieste in via
Carducci 12. Info www.shanticenterts.it
24 lunedì
Corso sulla dieta zona e altro
Inizio Corso sulla Dieta Zona ed educazione alimentare adeguata di 3 giornate
il 24 ottobre tenuto dalla dott.ssa nutrizionista Lidia Mosca Zone Consultant in
via San Maurizio 2. Info e iscrizioni 339
150509, 040 636469.
21 venerdì ingresso libero
Riflessioni leggere
sul (nostro) tempo. Il tempo nella vita e
nella fisica... Incontro con Fabio Benatti
alle ore 20.30 presso l’Institute of Yogic
Culture, v.S.Francesco 34. Info 040
635718, [email protected]
25 martedì ingresso libero
La famiglia in trasformazione
La Società Antroposofica organizza l’incontro mensile per una possibile comprensione delle tematiche familiari, seguendo
il testo “La famiglia in trasformazione”
Ed.Novalis in v.Mazzini 30, I p ore 18.1519.45 Info 339 7809778, [email protected], www.rudolfsteiner.it
22 sabato
Sabato di test Ayurvedici
Un’ intera giornata dedicata alla scoperta
del proprio dosha per sapere come raggiungere un elevato stato di benessere
e di equilibrio. Con Shanti Benussi e
Federico Sangermano. Dalle 8 alle 20
su appuntamento entro il 21 ott. all’Associazione Culturale Shanti Trieste in via
Carducci 12. Info www.shanticenterts.it
22 sabato
Primo livello Reiki Usui
Corso di Primo livello Reiki Usui, presso
l’associazione Reiki... la via del cuore in
via Marconi 14, dalle ore 09 alle 18. Prenotazione obbligatoria. Info 333 3462198.
22 sabato ingresso libero
Linux day 2011 a Trieste!
L’Associazione culturale LUGTrieste organizza il Linux Day, dalle ore 9 dell’edificio H2 dell’Università di Trieste. Info e
preregistrazione http://trieste.linux.it
22-30 sabato-domenica
Festival del cinema Latino Americano
Al teatro Miela è in programma la XXVI
edizione del Festival del Cinema Latino
Americano. Decine di pellicole inedite
provenienti dal Sud America, documentari, incontri, dibattiti e mostre fotografiche.
23 domenica
Chakra, fiori bach, oli essenziali
Sentire, comprendere e riequilibrare i
chakra con i rimedi dell’anima ed esercizi.
A cura di Susanna Berginc naturopata.
Info 347 9842995, naturalmente.it@
libero.it
26 mercoledì ingresso libero
La psicologia al caffè
Nella splendida cornice dell’antico caffè
S. Marco sarà possibile prendere una
consumazione e parlare di psicologia.
Incontri aperti a tutti a cura dell’Ass. Psicoattività. Dott. A. Vegliach psicologo-psicoterapeuta presso Strutt. Compl. Dipendenze Sost. Legali A.S.S.n.1 Triestina:
Le nuove modalità del bere patologico:
dall’alcoolismo ai problemi alcolcorrelati.
Alle ore 18 al Caffè S. Marco in via Battisti 18. Info www.psicoattivita.it
28 venerdì ingresso libero
Ernia del disco e stenosi
Incontro aperto con gli esperti del “Centro
Rieducazione Colonna Vertebrale” sulle
tecniche fisioterapiche innovative adottate
dal centro per trattare queste patologie. A
partire dalle 18.15 presso Poliambulatorio
fisiosan in Via Genova 21, Trieste. Posti
limitati. Info e prenotazioni 040 3478678.
28 venerdì ingresso libero
Cure di luce per la nuova terra
Terapie essene e lettura dell’ Aura; Un
incontro con sè stessi, di guarigione e armonia interiore, fisica e sottile; il sistema
dei chakra e relativi organi, la circolazione
pranica e sottile dei nadi, il Suono, gli oli
essenziali, i campi aurici e i corpi di luce;
il legame e origine delle malattie e le Forme Pensiero; Un aiuto alle problematiche,
le disarmonie, i disagi del corpo e dell’anima, secondo gli insegnamenti di Anne e
Daniel Merois-Givaudan. Conferenza di
Arleen Sidhe, terapeuta certificata alla
scuola di formazione di terapeuti di Anne
Givaudan e del dott. Antoine Achram, alle
ore 20.30 presso Assoc. Lam-Il Sentiero,
piazza Benco 4. Info 347 2154583, [email protected]
27 giovedì ingresso libero
Introduzione alla Kinesiologia
Vieni ad imparare gratuitamente come
eseguire il test muscolare utilizzato nella
kinesiologia Touch For Health, con Contini Antonio, istruttore e kinesiologo professionale, alle ore 19, presso il Centro
Joytinat di via Madonnina n.3 a Trieste.
Info 040 7600131, 338 4593395.
29-30 sabato e domenica
Pranic Healing: corso base
Il Pranic Healing è una tecnica che utilizza il Prana o Energia Vitale per migliorare
la salute fisica ed emozionale. In questo
corso esperienziale imparerete a conoscere l’anatomia sottile dell’essere umano, percepire le aure ed i centri energetici
del corpo, trattare i disturbi più comuni.
Presso l’Associazione Alma, via Tor San
Pietro 16. Info Istituto Pranic Healing Italia 0432 691448, Elisa 340 6858339.
28 venerdì ingresso libero
Nuove pillole di felicità :-)
La nuova serata di ChAngel per imparare
a coltivare la tua saggezza interiore e
vivere più felice. Seminario alle ore 20.30
al Centro Yoga di via San Francesco
34. Prenotazione obbligatoria. Info 393
9895861 Marta.
29-30 sabato e domenica
Sistema Inochi®
Seminario di primo livello del Sistema
Inochi®, Trainer Maurizio Battistella,
presso il Centro Studi e Ricerche Olistiche, Via Palestrina 8, Trieste. Il corso è
a numero chiuso. Info ed iscrizioni 338
7592945, www.inochi.it, [email protected]
28 venerdì ingresso libero
Pillole di felicità, capitolo 2
Serata gratuita di formazione per continuare ad allenare la saggezza interiore,
organizzata da ChAngel presso Institute of
Yogic Culture, v.S.Francesco 34. E’ richiesta la prenotazione. Info 327 8458086.
29-30 sabato e domenica
Scuola Istruttori Yoga UISP
Riapre la scuola per diventare istruttori
Yoga che fornisce diploma UISP (CONI).
Info 347 1312034, www.metamorfosys.
org, in via Milano 18 Trieste, associazione
Metamorfosys.
Una donna da non dimenticare
Concorso letterario annuale intitolato a Elca Ruzzier indetto dalla Casa Internazionale delle Donne di Trieste e dalla Sezione della Regione Friuli Venezia
Giulia della Società Italiana delle Letterate
Elca Ruzzier ha lavorato molto per la nascita della Casa Internazionale delle Donne di Trieste e ne ha condiviso gli obiettivi. Con questo premio vogliamo
curare la memoria di questa donna straordinaria e diffondere la conoscenza e la valorizzazione di figure di donne da non dimenticare del presente e
del passato. Il concorso si articola in tre sezioni:
1) Scritture soggettive: lettera, pagine di diario, memorie, con al centro una figura di donna da non dimenticare.
2) Saggio breve o presentazione narrativa di una donna della Regione Friuli Venezia Giulia da non dimenticare.
3) Saggio breve o presentazione narrativa di una donna da non dimenticare di altri luoghi nazionali e internazionali.
Si concorre inviando entro il 30 ottobre 2011 una singola opera di lunghezza non inferiore alle 5.000 battute e non superiore alle 14.000 battute spazi
inclusi. Sono ammesse al concorso opere inedite in lingua italiana, slovena, friulana o altre lingue con traduzione in italiano non premiate in altri concorsi.
Il premio consisterà nella pubblicazione di un'antologia degli scritti vincitori. Opere d’arte, diplomi e menzioni speciali sono previsti per gli scritti selezionati.
Regolamento e altre informazioni vanno richiesti all'indirizzo [email protected]
APPUNTAMENTI DI ottobre
Trieste
Corsi di Restauro Ligneo
Il Laboratorio D’Eliso & Tomè organizza,
presso la propria sede, corsi amatoriali
di restauro del mobile e dei manufatti
lignei. Potete visitarci in via Alfieri 10\a, a
Trieste. Info 040 763116, www.restaurodelisotome.it
Tarocchi intuitivi
Con lo studio di questo mezzo di predizione impareremo ad analizzare le situazioni
del presente per proseguire verso un
futuro di consapevolezza e conoscenza.
Info consulti e corsi 347 1098771.
Associazione enosis:
Yoga Integrale
Corsi di Yoga lunedì e giovedì ore 19 e ore 20.15,
mercoledì ore 13.15, presso Accademia
Europea in via della Geppa 2. Info 340
2768293, 328 4717996, www.associazione-enosis.it
Affittasi
Ad uso lavori di gruppo, seminari,
conferenze, affitto ad ore o week-end
splendida sala mansardata di 50mq. con
parquè, bagno in zona Ponterosso. Info
348 0348772, 335 8413293.
Corso Arti visive
Corsi di Disegno, Pittura, Scultura, ecc.
con la prof.ssa Isabel Carafi. Lezioni private e collettive una volta alla settimana
dalla durata di 3 ore. Info 348 2824306,
www.isabelcarafi.it
Società Antroposofica di Trieste
Ogni martedì 20-21.30 studio sul testo
di R. Steiner “Massime antroposofiche”.
Ogni sabato 17.30-19 studio sul testo
“Teosofia” di R.Steiner. Le attività sono
gratuite presso la sede via Mazzini 30, I
p. Info 339 7809778, lorenzolucchetti18@
gmail.com, www.rudolfsteiner.it
Ass. Agricoltura Biodinamica
Ogni mercoledì 20-21.30 incontro con la
Sezione di Biodinamica di Trieste e Gorizia sul testo di R. Steiner “Uomo sintesi
armonica” presso la sede v.Mazzini 30, I
p. Info 333 7864810 .
Danza del ventre e Tribal
Raks Sharki Danza del Ventre stile classico Egiziano, American Tribal e Tribal
Fusion a La Noce via degli Artisti 7/A.
Tecnica cultura spiritualità danza del velo.
Lez.di prova gratuita. Info 339 5732712.
Mostra sulle Osmize in via Ponziana
Visto il grande successo, la Mostra etnografica sulle Osmize e sulle rivendite di
vino al dettaglio nella Provincia di Trieste
organizzata al Bar Franco di via Ponziana
1 a cura di Gianni Ursini e Silvio Stefani,
viene prorogata a tutto il mese di ottobre.
Mostra “Le Vie delle Foto”
Dall’1 al 31 Ottobre verrà organizzata la
mostra fotografica collettiva itinerante “Le
Vie delle Foto”. Info www.leviedellefoto.it
Jing Tao® - essenza in
movimento
Sono iniziati i corsi di Jing
Tao® con orari mattutini,
pomeridiani e serali. Ancora pochi posti
disponibili. Info ed iscrizioni 338 7592945,
www.jingtao.it, [email protected] Lezione di
prova gratuita.Trainer Sonia Rizzi.
L’unione creativa
Seminario esperienziale di crescita
interiore con uso del colore. Info e prenotazioni 333 3462198, 347 7269731, Manuela & Manuela - Associazione Reiki…
la via del Cuore, Trieste Via Marconi 14.
Incontri con
legambiente
Puoi trovarci ogni mercoledì dalle 18 alle 20
nella sede di via Donizetti, 5/a (presso
il punto informativo dei soci di Trieste
della Banca Popolare Etica). Circolo
Verdeazzurro di Legambiente Trieste.
Info 040 577013, 366 3430369, fax 040
9890553, [email protected],
Segui le nostre iniziative su www.legambientetrieste.it
Changel: cambiamenti possibili
Innovativi, trasformativi, rigeneranti:
iniziano i corsi di ChAngel! Comunicazione, Public speaking, Emotional coaching,
Relazione di coppia, Circoli di Felicitá e
Viaggi. Chiedici di piú! Info 393 9895861,
[email protected]
Corso di Tai Chi
Tai Chi, morbidezza e forza nel movimento armonioso fonte di benessere
e longevità, presso l’ass OmNiaction,
via S. Francesco 15; martedì e giovedì
principiati 18.30, intermedi 19.30. Info
328 4253103.
Fisico, mente e spirito in forma
Fisioforma Studio, Trieste Galleria Fenice
2, organizza corsi collettivi di Gyrokinesis
Yoga Feldenkrais Ginnastica Posturalerigenerante Tai-Chi. Ambiente luminoso
climatizzato. info e prenotazioni 040
4702286, 393 0519405, [email protected]
Affitto sala
Fisioforma Studio Galleria Fenice n.2
Trieste, affitta sala 80 mq uso seminari
ore serali e weekend ambiente climatizzato e confortevole. Info 393 0519405,
040 4702286.
Inzio corsi di Grafologia
Iniziano i corsi di Grafologia per l’anno
2011 - 2012, presso la scuola di Grafologia Trieste A.g.i. Info 040 367034, www.
grafologiatrieste.it
Associazione Officine Artistiche
Sono aperte le iscrizioni ai corsi di danza
d’espressione africana e danza con i
tamburi bassi con Donatella Bolognini.
Percussioni dal vivo. Info Donatella 338
9861752, www.officineartistiche.it
Corso di Riflessologia Plantare
Sono aperte le iscrizioni al corso di
base di Riflessologia Plantare. Info 040
29 Konrad ottobre 2011
su www.konradnews.it gli annunci di novembre entro il 21 ottobre
3223500, 3334691092, www.shiatsuilgiardino.it
Corso di Massaggio Pediatrico
Sono aperte le iscrizioni al corso di
Massaggio Pediatrico, il corso si rivolge
a genitori con bambini fino a 8 anni. Info
040 3223500, 333 4691092, wwww.shiatsuilgiardino.it
Associazione culturale Mamaya
Aperte le iscrizioni ai corsi di percussioni
africane per principianti - intermedi avanzati a Trieste. Info 349 5720522,
[email protected]
Nadayoga, il canto il suono la voce
L’uso del suono e della voce quale mezzo
riequilibrante del benessere psicofisico;
NadaYoga e Mantra; Ricerca del proprio
Suono fondamentale o tonica individuale;
Effetti e uso consapevole delle scale e
intervalli musicali; Risonanza corporea e
organi interni; Gestualità, voce e corpo;
Canti, stili, espressione; Armonizzazione
dei chakra e dei corpi sottili; I Suoni
creatori di luce, forme e colori; Il Canto
Armonico e Overtones. Lezioni individuali, frequenza e orari personalizzati; a
richiesta si organizzano corsi, laboratori e
seminari di gruppo; con Arleen Sidhe, Info
ArtLight 347 2154583, arleensoundlight@
libero.it
Musica e canto celtico
Riprendono i corsi di Canto tradizionale
curati anche nello stile e nei linguaggi
delle aree celtiche (gaelico, bretone...), e
degli strumenti in uso nella tradizione: feadog (flauto irlandese), bodhran (tamburo
celtico), chitarra per accompagnamento.
A cura di Arleen Sidhe Sfregola, cantante,
musicista e insegnante formatrice del settore da 25 anni. Info Arleen 347 2154583,
[email protected]
Shiatsu nuevo
Uno Shiatsu rinnovato, che
mantiene tutto quello che di
meglio é emerso dall’espeirenza dei trent’anni della
Scuola di Shiatsu di Trieste e vicino alle
esperienze energetiche più moderne.
Riconosciuto dalle associazioni nazionali
di operatori. Info Marta Crasnich
3282487818.
I Piccoli Musici di Trieste
Sono aperte le iscrizioni ai corsi di musica
e di strumento (pianoforte, chitarra, violino, flauto, sax) per bambini dai 3 anni,
ragazzi e adulti e agli incontri dimostrativi
gratuiti nella sede di Viale XX Settembre
40. Info 040 630510, 349 5593299.
Corsi di Yoga associazione Joytinat
Sono iniziati corsi di Yoga Maternità,
Yoga Principianti, Yoga della Tradizione
e Yoga Pranayama, con orari mattino,
pomeriggio, sera. Info 040 3220384,
Segreteria lun-mer-ven ore 18-20, www.
joytinat-trieste.org
Laboratori artistici
Laboratori Artistici di Pittura e Modellaggio presso lo Studio Rosetta. Info 333
5930 594. Via Beccaria 6 (Trieste) Presso
S. Antroposofica.
Gorizia
4 martedì ingresso libero
Esercizi di Bioenergetica
Inizio delle classi d’esercizi di Bioenergetica condotte da Claudia Marega
diplomata SIAB Società italiana di analisi
bioenergetica. Associazione Spazio di via
Marega 26 a Lucinico-Gorizia ore 20.30
Info 346 4717858.
Associazione Spazio organizza:
Corsi di Yoga Hatha-Raja il lunedì dalle
ore 9 alle ore 10.30 e il martedì dalle ore
17.30 alle ore 19, con inizio lunedì 10
ottobre 2011; Corso di Qi Gong (ginnastica tradizionale cinese) il giovedì dalle ore
17.15 alle ore 18.15, con inizio giovedì 6
ottobre 2011, presso la Palestra Spazio
via Marega 26 Lucinico. Info 0481 32990.
Associazione Wu Zhen italy organizza:
Corsi di Yoga Hatha-Raja ogni lunedì e
mercoledì dalle ore 18 alle ore 19.30 e
dalle ore 20 alle ore 21.30, ed ogni giovedì mattina dalle ore 9.30 alle ore 11, con
inizio lunedì 3 ottobre 2011, a Ronchi dei
Legionari presso la Palestra Corpo Libero
di via Roma 15.
Info 0481 777737, Anna 0481 32990.
Fondiamo una scuola democratica
Sono disponibile a fondare una scuola
libertaria-democratica-laica nella zona
bassa friulana-isontino per materneelementari-medie inferiori. Invito pertanto
genitori interessati e altri insegnanti-educatori a contattarmi per incontrarci. Sono
visibile, curriculum compreso su: www.
ortodidattico.it. Info Cristina Boccanegra
331 9981850.
Pordenone
5 mercoledì ingresso libero
Alimentazione Naturale Consapevole
Incontro con Marino Lusa alle ore 20.30
nella scuola elementare in via Boito 2 a
Romano Vigonovo Fontanafredda Pn.
Prenotare per posti limitati. Info 349
2879089, [email protected]
9 domenica ingresso libero
Numerologia
I numeri e la nostra vita per comprendere
chi siamo, dove siamo e verso cosa stiamo
andando. Incontro con Angela Rech alle
ore 9.30 nella scuola elementare in via
Boito 2 a Romano Vigonovo Fontanafredda Pn. Prenotare per posti limitati. Info 349
2879089, [email protected]
10 lunedì ingresso libero
Crisi economica
Il progetto Scec, soluzione concreta e accessibile a tutti. Conferenza con Federico
Varutti alle ore 20.30 nella scuola elementare in via Boito 2 Romano Vigonovo
Fontanafredda PN Info e prenotazioni 349
2879089, [email protected]
30 Konrad ottobre 2011
APPUNTAMENTI DI ottobre 19 mercoledì ingresso libero
Ridere di gusto
quando tu ridi tu cambi e quando cambi
il mondo intorno a te cambia-Lo yoga
della risata con Cinzia Visentin Leader
Laughter Inernational School Dr.Kataria
ore 20.30 sc.element.Via Boito, 2 Romano Vigonovo Fontanafredda Pn. Info
e prenotazioni 349 2879089, cinzia@
cerchiumvitae.it
21 venerdì ingresso libero
Eft conferenza informativa
Eft Friuli propone un incontro informativo
per presentare questa innovativa tecnica
energetica, alle ore 20.30 a Pordenone al
Villaggio del Fanciullo Padiglione D. Info
335 8445140 Franco, www.eft-friuli.it
24 lunedì ingresso libero
Genitori e figli
con le costellazioni familiari. Incontro
alle 20.30 con Leontien Homulle presso
la sc.element. Via Boito 2 Romano
Vigonovo di Fontanafredda PN. Info
e prenotazioni 349 2879089, cinzia@
cerchiumvitae.it
26 mercoledì ingresso libero
Come restare giovani
consigli per il nostro benessere. Conferenza con Walter Pansini alle 20.30 nella
sala riunioni della scuola elementare in
via Boito 2 a Romano Vigonovo Fontanafredda Pn. Info 349 2879089, cinzia@
cerchiumvitae.it
29-30 sabato e domenica
Corso professionale di Shiatsu
Inizia il corso di Shiatsu della Scuola Il
Soffio di Pordenone, certificata da ASSI
(Associazione Scuole Shiatsu Italiane)
per la qualità formativa e professionale
della scuola e degli insegnanti. Info 347
5102713, 338 9075470, [email protected],
www.ilsoffio.net
Udine
1-2 sabato e domenica
Campane tibetane e Raja Yoga
Seminario esperenziale dedicato a
coloro che desiderano trovare la propria
centralità e serenità in una atmosfera di
benessere e armonia. Centro Rashmi
Udine Info 328 3919462.
3 lunedì
Corsi Yoga alla scuola Sangha
Le iscrizioni ai corsi Yoga Tradizionale
sono aperte: 1°livello: lunedì dalle 19 alle
21 e giovedì dalle ore 8 alle 9.30. Qualora si dovessero ricevere richieste in orari
diversi, si vaglieranno le proposte. Info
Gianna 340 2233994, giannashanti@
libero.it, www.sanghaudine.com
3 lunedì ingresso libero
Esercizi di Bioenergetica
Inizio delle classi d’esercizi di Bioenergetica condotte da Claudia Marega
diplomata SIAB Società italiana di analisi
bioenergetica presso il Ristorante Riviera
di Pradamano. Info 346 4717858.
da 3 a 9 lun.-dom.
ingresso libero
Power Yoga Italy a.c.s.d. a Udine
Apre Power Yoga Italy A.C.S.D. Ti invitiamo
a provare gratuitamente tutte le lezioni che
vuoi dal 3 al 9 ottobre, visita il sito www.
poweryogaitaly.com. Info 334 3529943.
4 -5 martedì e mercoledì
Meditazioni attive di Osho
Un percorso di consapevolezza attraverso il Movimento e l’Osservazione senza
giudizio. Otto incontri a UD il martedì e a
Magnano il mercoledì (h.21-22.30). Info
Aditi 349 2828221, [email protected]
5 mercoledì ingresso libero
Il significato dell’Arte
Il significato dell’Arte e l’Arte dell’educazione. Conferenza dell’Associazione
Parsifal alle ore 20.45 presso il Cinema
Visionario. Info 331 4580638, [email protected], www.parsifaludine.it
7 venerdì ingresso libero
Ascoltare l’Anima:
verso una medicina della consapevolezza. Conferenza con il Dott. Stefano
Clauti, medico alle ore 20.30 alla Bioteca
in via Villa Glori 41.
12 mercoledì ingresso libero
Rebirthing - la salute del respiro
Una potente tecnica che sblocca le
emozioni trattenute, scioglie le tensioni
e gli stress, aiuta la salute psicofisica e
dona pace. Conferenza con Giacomo
Bo - via S. Rocco 142 - ore 20.30. Info
0432 728071.
13 giovedì ingresso libero
Incontro di Costellazioni Familiari
Per conoscere in prima persona questo
straordinario metodo che fa emergere
le dinamiche nascoste responsabili dei
problemi di vita. Via S. Rocco 142 - ore
20.30. Info Giacomo Bo, www.lecostellazionifamiliari.net
14 venerdì ingresso libero
Meditazione e preghiera
Conferenza con Fusaro Andrea, teosofo,
studioso della Scienza Dello Spirito, insegnante di Raja Yoga e Meditazione, alle
ore 20.30 alla Bioteca in via Villa Glori 41.
Info 348 6805377.
14 venerdì ingresso libero
Conoscere la meditazione
Presentazione video dell’Intensivo di
Illuminazione, straordinario ritiro di meditazione famoso in tutto il mondo. Via S.
Rocco 142 - ore 20.30 Info Giacomo Bo,
www.intensivodiilluminazione.it
15 sabato
Arte per l’Ambiente
L’unl’Altro danza, in collaborazione con
WWF, presentano lo spettacolo Nothing’s
Impossible, al Teatro comunale Gustavo
Modena di Palmanova alle ore 20.30. Regia
e coreografia di Daniel Heuline, con Alessio
de Franzoni, Elena Pontini e l’ensemble
L’unl’Altro danza FVG. Co-coreografo Jorge
Rizzardi, testi di Cristina Marchesan, scenografie di Nevia Geronazzo. Lo spettacolo è
ispirato all’Anno internazionale delle foreste,
indetto dall’ONU per il 2011, contro la deforestazione e in difesa del suolo boscato.
su www.konradnews.it gli annunci di novembre entro il 21 ottobre
16 domenica
L’altra nostra guancia...
Incontro di meditazione e condivisione
sulla tematica del conflitto nella vita quotidiana. Un’occasione per osservare i nostri
meccanismi di azione o re-azione quando
ci sentiamo colpiti. Organizzato dall’AIET
con OdA, dalle ore 9.30 alle 17.30 c/o la
sala civica di Tavagnacco. Info e adesioni
Egidio Karam 335 8424860.
17 lunedì
ingresso libero
Aiutare per aiutarsi: insieme si può
I gruppi di auto mutuo aiuto. Conferenza
con il dott. Daniele Boschi, psicologo e Raffaella Rattazzi, facilitatrice gruppi a.m.a. alle
ore 20.30 alla Bioteca in via Villa Glori 41.
18 martedì ingresso libero
Scuola Counselling H.Q.I.
Presentazione della nuova Scuola di
Counselling Naturopatico Integrativo HQI a
cura del dott. G.Giacconi, mart. 18 ott. ore
20.30 presso Centro di Salute Integrata
Via Stiria 36/2A Udine. Info 0432 602530.
20 giovedì ingresso libero
Invito alle Costellazioni Familiari
Incontro dimostrativo e pratico di questo
particolare metodo che risolve le dinamiche familiari passate che impediscono il
successo nella vita. Via S. Rocco 142 - ore
20.30. Info Giacomo Bo, 0432 728071.
21 venerdì
ingresso libero
Le radici dell’aggressività
Le radici dell’aggressività e le sue fonti.
Conferenza con Donatella Baccin, fondatrice della Scuola L’Angelo Solare,
terapeuta, insegnate di Raja Yoga e
Meditazione, alle ore 20.30 alla Bioteca in
via Villa Glori 41. Info 335 7082203.
21 venerdì ingresso libero
L’arte della stregoneria
La stregoneria del presente, le nuove
frontiere della mente umana, le nuove
tecnologie: una visione del futuro. Ce
ne parla Fabio Ghioni alle 20.30 all’Ass.
Waira-aiar in via S.Rocco 2/a, Udine.
da venerdì 21 a domenica 23
Corso di massaggio lomi-lomi
Rivolto a professionisti e principianti per
apprendere l’antica arte del Massaggio
Hawaiano in cui mani e avambracci scivolano sul corpo come le onde del mare. Info
Aditi 349 2828221, [email protected]
26 mercoledì
Corso di Meditazione e Raja Yoga
Meditazione Arte della Conoscenza di
sé, potente mezzo per ripristinare i flussi
energetici della coscienza. Corso con la
Dr Pigani Psicologa Insegnante Yoga. Da
mer. 26 ott al Centro Rashmi Udine. Info
339 7496155.
28 venerdì ingresso libero
Shiatsu ed acqua alcalina ionizzata
Lo Studio Shiatsuhaus della Dott.ssa
Patrizia Bortolotti organizza un incontro
sui benefici delle Terapie energetiche
e dell’acqua alcalina come strumenti di
benessere. Ore 20.40 all’associazione
GEM in via Canova 13, Feletto Umberto
(UD) info 347 5896872, www.shiatsuhaus.
sanuslife.net
28 venerdì ingresso libero
Il coma, una esperienza di premorte
Valter Maestra ci racconta cosa ha vissuto
durante le giornate passate in coma, alla
luce delle sue conoscenze e dei suoi studi
sulle energie sottili. Appuntamento alle
20.30 presso l’Ass. Waira-aiar in via San
Rocco 2/a, Udine.
28 venerdì
ingresso libero
Ricette della Bibbia:
Ricette della bibbia: tutto era già stato
scritto nel libro sacro. Conferenza con la
Dott.ssa Teresa De Monte, pediatra e medico ayurvedico alle ore 20.30 alla Bioteca
in via Villa Glori 41.
da domenica 30 a martedì 1
Intensivo di illuminazione
Straordinario ritiro di meditazione sulle
montagne della Carnia alla scoperta di
se stessi. Tre giorni immersi nella natura,
a meditare sul vero Sé e sul valore della
vita. Info Giacomo Bo, www.intensivodiilluminazione.it
Corso di musicoterapia
Corso di Formazione in Musicoterapia in
ambito educativo e preventivo 21 e 22
gennaio e 11 e 12 febbraio 2012. Presso
il Centro ArteMusica di Campoformido via
Zorutti 115/11. Info 320 8974581, www.
centroartemusica.it
Corso di massaggio Pressel
Associazione Parsifal organizza a Mortegliano (Ud) un corso di formazione per
Massaggio del dr. Pressel tenuto da Barbara Kuchelmeister della durata totale di
30 gg. lavorativi con rilascio di attestato.
Primo incontro 31/10-10/11/2011. Sono
richieste basi conoscitive di Antroposofia.
Info 331 4580638, [email protected],
www.parsifaludine.it
Conoscersi attraverso il movimento
Riprendono le attività dell’associazione
Gruppo Ricerca Metodo Feldenkrais che
propone lezioni di gruppo, individuali e
seminari. Info su dove e quando 347
8188431, 328 9580419, www.grmfeldenkrais.it
Associazione enosis:
Yoga Integrale
Corsi di Yoga il lunedì a
Udine ore 20, il mercoledì a
Latisana ore 20.15 e il giovedì a Cervignano ore 20.30. Info 340 2768293, 333
1822378, www.associazione-enosis.it
Escursioni
23 domenica
Yoga e natura
Escursione nel Cividalese con osservazioni ambientali e semplici pratiche yoga,
con Franco Salvi dell’Institute of Yogic
Culture. Info e adesioni (per l’organizzazione!) 040 635718.
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TRIESTE
Via Economo 12/9
Tel. 040 314653
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UDINE
Viale Venezia 406
Tel. 0432 534085
Scuola di Arti Marziali
Fly UP