Busalla: la sincera riconoscenza degli esuli per una città che li
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Busalla: la sincera riconoscenza degli esuli per una città che li
esuli & rimasti sabato 9 marzo 2013 25 Nella ridente località ligure 130 persone si ritrovano in occasione della Giornata del ricordo Busalla: la sincera riconoscenza degli esuli per una città che li accolse a cuore aperto A fine febbraio a Busalla, nel Salone della Società di Mutuo Soccorso fra Liberi Operai, si è svolta ormai tradizionalmente una cerimonia di commemorazione in occasione della Giornata del Ricordo, organizzata dall’Assessorato alla cultura del Comune di Busalla con il patrocinio della Regione Liguria. In prima fila gli studenti del quinto anno dello Scientifico “Primo Levi” e dell’Istituto Comprensivo “Rinaldo Traverso” con i rispettivi insegnanti. La riunione, data l’assenza perché all’estero del Dott. Mauro Valerio Pastorino, sindaco di Busalla, è stata presieduta dal consigliere regionale Aldo Siri, presente con il Gonfalone della Regione Liguria, scortato da guardie in grande uniforme e con moderatore lo stesso assessore alla Cultura, Antonello Barbieri. Questa è stata la settima edizione organizzata a Busalla, ridente cittadina alle spalle di Genova, che può vantare in Italia un’esperienza unica nell’accoglienza ai profughi, testimoniata soprattutto dai fiumani e lussignani. Infatti, finita la guerra, una buona parte di profughi – inizialmente marittimi, statali e petroliferi della raffineria fiumana ROMSA - si diressero verso Genova, dove contavano di trovare nel breve termine un’adeguata occupazione, senonchè qui c’era una grossa penuria di quartieri a causa dei bombardamenti aerei e navali subiti e pertanto, per trovare una casa con un affitto abbordabile, bisognava indirizzarsi nell’immediata periferia genovese. Busalla aveva tutte le carte in regola per questa necessità e cioè tante case e ville, che erano servite per gli sfollati della città e che ora, con la guerra terminata, erano rimaste vuote. Ma i profughi che cercavano queste case, chi erano costoro? Mica erano quei fascisti che erano fuggiti dal Paradiso dei lavoratori di Tito perché avevano la coscienza sporca? Il quotidiano comunista “L’Unità” titolava con compiacimento come a Bologna i ferrovieri minacciassero lo sciopero generale per impedire che la Pontificia Commissione di Assistenza offrisse un brodo caldo al treno di profughi diretti al Campo IMPRESSIONI di Alfredo Fucci Esser fiumani xe esser de un altro mondo. Nissun pol capir questa granda realtà. Mi non so quala che xe la causa, el motivo, ma gente mia, semo proprio diversi. Tuti se piange adosso per qualsiasi monada. I fiumani, che doveria far come i ebrei davanti el muro del pianto, dondolarse e lamentarse a voze alta in singhiozzi infiniti, inveze, i canta in allegria, i se abrazza come in un sposalizio e i se bate le spalle in amicizia, senza mai gaverse visto prima. “Anca ti ti xe fiuman, ma dove ti abitavi? Ah in Salita dell’Aquila. Mi in Gomila”. E via de questo passo. Chi ne vede pensa che semo fradei. E lo semo, de una granda famiglia. Gavemo passa el passabile, zerti de noi ga veramente sofferto el soffribile, ma nissun piangiota. Conto questo perchè son sta, per || Parla il fiumano Paolo Bastianutti, presidente del Consiglio comunale di Busalla. Seduto in primo piano, a sinistra, l’assessore alla Cultura, Antonello Barbieri A cura di Roberto Palisca || Panorama di Busalla “Ugo Botti” di La Spezia, o come a Venezia e Ancona - dove i profughi polesani rimpatriavano con la motonave “Toscana” sotto scorta dei militari - i portuali si rifiutassero di sbarcare le loro masserizie. A Busalla invece la solidarietà verso i profughi si espresse nel modo più umano che si potesse immaginare: il sindaco comunista Antonio Cervetto e l’assessore agli Alloggi socialista, Paolo Martignone, affissero un manifesto destinato alla cittadinanza per invitare i busallesi proprietari di case ad aprire le loro “ville, villette e case sfitte” per gli sventurati fratelli giuliani. Quando il 28 gennaio 1948 il sindaco Cervetto festeggiò il suo compleanno, una delegazione di profughi partecipò alla sua festa e gli presentò una Pergamena, a testimonianza della loro gratitudine per come erano stati accolti, ben al di là dei limitati compiti istituzionali di un piccolo Comune. Sembra un episodio tratto dal libro “Cuore”, con la differenza che mentre l’opera di De Amicis oggi è ignorata dai nostri giovani, la pagina di Busalla – dopo che fu raccontata dal sindaco Pastorino e pubblicata integralmente a puntate in Australia dal bimensile “El Fiuman” – commuove ancora la nostra gente: Alfredo Fucci, Nereo Bulian, Sergio Covacich e Bruno Cesare hanno sfidato la neve per giungere da Monza ed applaudire Busalla e così altri. In tutto circa 130 persone. Nel suo Libro “Fiumani” – scritto nel 1999 – Pastorino ricordava quei tempi quando lui ragazzino a scuola aveva la maestra fiumana, Maria Sclafanim, e in casa altra gente fiumana con strane abitudini e innocenti manìe facili al contagio. Erano profughi che si davano importanza perché - anche se erano arrivati con quattro stracci dentro ad un baule - erano giunti in un posto che era indietro nel tempo rispetto a loro. E lo si vide quando la nostra gioventù si impose nel creare lo sport a Busalla, sotto la guida dell’esperto Ugo Roventini e l’entusiasmo di Oliviero Nardi: calcio, rugby, pugilato, nuoto e soprattutto il basket, dove Busalla mancò l’appuntamento con la Serie C solo per ragioni di cassa. Ma veniamo alla Cerimonia del Ricordo che anche quest’anno è stata divisa in due sezioni: la prima per il ricordo e la seconda per celebrare i campioni sportivi giuliani più rappresentativi. L’anno scorso si scelse di fare una mostra fotografica sui successi di Sergio Endrigo. Dopo una breve introduzione generale del consigliere Siri, di Emerico Radmann, che ha ricordato le sue emozioni quando vide Fiume 50 anni dopo l’esodo, del Dr. Paolo Bastianutti, fiumano e presidente del Consiglio comunale di Busalla, che ha messo in risalto soprattutto l’accoglienza busallina, l’onore della relazione sul ricordo dell’Esodo e delle Foibe è toccato a Gaia Ardossi, studentessa del V Liceo Scientifico “Primo Levi”, che ha vinto il Concorso letterario bandito dalla Regione Liguria su questo argomento. La lettura del suo tema è stata obiettiva e completa sugli avvenimenti accaduti nel nostro confine orientale dal 1942 al 1947, dimostrando che la gioventù di Busalla è ben documentata sulle nostre vicende. Nell’esposizione sportiva, curata dal giornalista Sergio Teddy Di Tonno, Mauro Tiraoro, Giuseppe Polonio e altri hanno ricordato le medaglie di Nino Benvenuti, Tino Straulino, Nico Rode, Luigi de Manincor, Ulderico Sergo, Gianni Cuccelli, Orlando Sirola, Abdon Pamich, Ottavio Missoni, Ezio Loik, Rudi Volk, omettendo tanti altri campioni nazionali per ragioni di tempo. La cerimonia si è conclusa con i ricordi di alcuni nostri concittadini “busallini” che hanno ripetuto lo stesso refrain: “Busalla ùber alles”. Tra questi il Decano Ennio Celli e la signora Ileana Pavlovatz. Tutto ciò mentre in cucina le signore fiumane, sotto la guida di Fernanda Celli, preparavano i tavoli per il pranzo di noi ospiti, a base di jota e gulasch con contorno di “struzze” di strudel, di oresgnazza e di torte di grano saraceno alla fiumana. Rudi Decleva Fiume xe là indove che ghe xe fiumani mia fortuna e grazie ai amici che me ga portà, a Busalla, indove che ne spetava el grande Rudi. Grande per la stella de oro del CONI che ghe brilla sul bavero e per el sorriso aperto col qual el sa rizever i amici. Busalla, un logo indimenticabile per quanto che el ga fato a favor dei esuli. E tuti i ani, sotto l’egida della Region Liguria, l’incontro per el 10 febbraio se trasforma a Busalla in una festa. Una festa de riconosenza, indove non xe piangiotta per l’ofesa che el tratato di Pace ne ga deliberatamente fato, ma indove che esplode la gioia de incontrarse fra de noi. Fiumani, gente speciale, col sorriso sui labri, con l’imancabile cantada dopo che le nostre stupende done fiumane de Busalla ne ga fato la jota con la polenta e con un bel toco de carne, un sugheto peverado e el immancabile strudel, sta volta a opera del grande cogo Rudi Decleva, con tuti i savori de una volta. Fiumani che se incontra in una festa infinida. Sul tavolo de le autorità sentava l’assessor de la cultura, generoso busallese, promotor de questi incontri e altri personaggi autorevoli, ma a quel tavolo xe stadi invitadi a far interventi anche i nostri fiumani, che rievocava le glorie sportive dei nostri indimenticabili eroi, che non elenco, perchè tuti li conossemo. Non xe stada una rievocazion de le sofferenze subide, ma la rievocazion dei trionfi meritadi dei cittadini de una piccola ma grande città, che ne lo sport ga segnado vittorie indimenticabili anca nel “nuovo mondo”. Fiumani grandi nello sport, sul mar, nella vela, ma anca nel lavoro de marittimi. Gavemo de cossa gloriarse, come che savemo, per questo se sentimo gente speciale. Noi che ne consideremo l’ultimo baluardo della civiltà veneta e italica sulle rive dell’Eneo. Dovevi veder come se ga scominzia le cantade, con la guida sonora del nostro Rudi. Subito se ga ingrumà atorno de lui tuti, omini e done. E per done digo le nostre signore fiumane eleganti, che se ga unido al coro con le nostre vecie canzoni. Gavemo fato fatiga a separarse quando che era ora de tornar a casa, tra abrazzi infinidi, in allegria. Ma ve rendè conto? Ogni fiuman presente gaveva el suo vecio calvario vissudo dall’esodo in poi. E inveze era Pasqua per tuti, come se quel calvario passado fossi sta una passegiada, e non lo era affatto. Chi che pensava de ferirne a morte ga fallì l’intento. Fiume non xe solo indove xe quela che ogi se ciama Rijeka. Fiume xe ovunque indove che ghe xe i fiumani. Là rinasse la nostra città e come per magia apare intorno la Tore, San Vito, el Domo, imagini vive e concrete che le nostre canzoni e la nostra allegria ga savudo far riverberar anche sui muri dela accogliente sala de Busalla. El zigo de Rudi in piena assemblea “Grazie Busalla” ga fato eco in tuti i nostri cuori fiumani. Grazie Busalla per quel che ti ga fato per i fiumani e per l’ospitalità che ogni ano ti ne rinovi, per farne riincontrar per far riviver la nostra Fiume dovunque se trovemo nel mondo, ma in particolar modo in quela Busalla che non ne ga tirà sassi e non ne ga ciamà fascisti, ma fradei sfortunadi. Viva Fiume, viva Busalla, viva noi fiumani!