Comments
Transcript
Fusione: si attende la risposta di Bankitalia
ancAperta Periodico della Banca del Cilento e Lucania Sud Impresa del mese: la Bulfaro SpA 6 Socie del mese: Gigliuti e Carpino 8 Anno IV - numero 8 - Dicembre 2015 http://www.bcccilentoelucaniasud.it Filiale del mese: Senise 7 Valsinni: Ciao Ninì 15 Fusione: si attende la risposta di Bankitalia Il punto del Presidente Francesco Castiello Il Credito Cooperativo: “una civiltà di lunga durata” I- In occasione dell’ Assemblea Federcasse (Roma, 20 novembre 2015) il Presidente Azzi ha parlato di un “ Terzo Tempo del Credito Cooperativo”, giunto al suo terzo secolo di vita. Sotto il profilo normativo il primo tempo corrisponde al varo nel 1937 del TUCRA (Testo Unico Casse Rurali e Artigiane) che conformò la categoria come un insieme di piccole banche locali, a operatività ridotta, specializzate nell’erogazione del credito prevalentemente a favore di agricoltori e artigiani. Il secondo tempo ha coinciso con il varo della nuova legge bancaria (TUB, 1993) che ha eretto le BCC a banche “universali”, liberandole dai vincoli della specializzazione opera- segue a pag. 2 Il punto del Direttore Generale Ciro Solimeno Incontri con i soci della Sassano per chiarire l’importanza del piano industriale di fusione Depositato il piano industriale di fusione tra Banca del Cilento e Lucania Sud e BCC di Sassano, si attende la riposta della Banca d’Italia su questa operazione che dovrebbe portare alla costituzione di una grande banca di credito cooperativo al servizio del Mezzogiorno, una BCC con ventitre sportelli operativi in 107 comuni di Gli incontri servono per informare competenza creditizia in tre regioni e quattro province. La base sociale vedrà 5.397 soci e il personale sarà di 153 unità. Il nuovo soggetto di credito coopei soci sui punti essenziali del rativo esprimerà una raccolta di oltre 522ml di euro e 380ml di impieghi. Oltre 246ml di titoli di progetto di fusione proprietà ed oltre 56ml di patrimonio. Il totale dell’attivo complessivamente sarà superiore ai Una serie di incontri per informare i soci della BCC di 721 ml di euro. In questo periodo si svolgono Sassano sul piano industriale della fusione. Emerge in incontri con la base sociale della BCC di Sasmaniera chiara la consapevolezza sulla buona opportusano per chiarire i termini dell’operazione che, nità che si sta presentando e sulla propensione di creper la verità, solo in termini tecnici può essere scita di una nuova banca molto più reattiva allo svilupconsiderata una fusione, ma che ha assunto la po del territorio. “Gli incontri servono per informare i configurazione di una unione di forze per poter soci sullo stato dell’arte e su quello che è il progetto inservire i soci e la clientela su un territorio più dustriale di fusione” afferma il direttore generale della vasto, un’unione di forze su due territorio contiBanca del Cilento e Lucania Sud, dottor Ciro Solimegui senza alcuna sovrapposizione. Come ha ben no, “naturalmente poi, nell’ambito di questi incontri, si evidenziato il direttore generale della Banca del arriva sempre a parlare delle origini segue a pag. 3 Cilento e Lucania Sud, dottor Ciro Solimeno, e dei perché si sia arrivati a questa sul numero scorso di questo house organ, i due In alto: a sinistra la sede amministrativa della BCC di Sassano a Sala Conterritori, quello costiero cilentano, lucano, calabrese, quello interno della Lucania Sud e quello del Vallo di silina, a destra la sede della Banca del Cilento e Lucania Sud a Vallo della Diano e l’area centro-settentrionale del potentino, si uniscono per contribuire, insieme, a creare un nuovo Lucania soggetto bancario con operatività più vasta e con nuove opportunità. Il dato di assoluta novità è la dimensio- Qui sopra: la sede legale della BCC di Sassano a Sassano ne della nuova banca: sarà il primo istituto di credito cooperativo in Campania, Basilicata e Puglia, secondo all’interno del sistema bancario campano non appartenente a gruppi. Questa nuova e maggiore definizione potrà consentire ai soci e alla clientela condizioni creditizie, tassi d’interesse e prodotti più competitivi e decisamente migliori rispetto a quelli attuali delle due banche. Altro fattore di assoluta importanza è che l’area del Vallo di Diano e del potentino centro-settentrionale si inserisce in un progetto di espansione territoriale che la Banca del Cilento e Lucania Sud stava già perseguendo da qualche anno. I buoni rapporti risalgono alla fine del 2011, quando si stipulò un gemellaggio tra le due banche. E’ da sottolineare un altro fattore importante. Il piano industriale di fusione non prevede alcuna chiusura di sportelli della rete commerciale, sono infatti previsti 23 sportelli operativi, i 17 della Banca del Cilento e Lucania Sud e i 6 della BCC di Sassano. Si provvederà a razionalizzare la rete di vendita con tutti gli sportelli operativi e l’area del Vallo di Diano diventerà strategica per la nuova banca per il fatto che sarà una zona centrale tra il Cilento e la Lucania Sud. L’integrazione più evidente avverrà sul piano economico in quanto i territori hanno diversa tipologia econoA pagine 3-4 e 5 mica. L’area costiera della Banca del Cilento e Lucania Sud ha un sistema economico legato ai flussi turistici e quindi ad una maggiore stagionalità, Il punto del Presidente Francesco Castiello Il Credito Cooperativo: “una civiltà di lunga durata” Il “Terzo tempo del Credito Cooperativo”, così il presidente di Federcasse, Alessandro Azzi, ha definito il terzo secolo di vita delle BCC segue dalla prima tiva, ponendole in condizioni di parità concorrenziale con le altre banche, ma salvaguardandone il ruolo localistico e il carattere di mutualità. Il terzo tempo è quello coincidente con l’Autoriforma della categoria in corso di definizione che vede confermate le due anime del localismo e della mutualità che, insieme a quella di impresa bancaria operante in regime di piena concorrenza con gli altri intermediari bancari, continuano a fare delle BCC un unicum nel generale panorama creditizio, ma non più atomisticamente considerate, ma quali componenti di un sistema categoriale integrato. II- La relazione del Presidente della Federcasse esprime la necessità di una “coesione integrata”, al fine di irrobustire il Gruppo delle attuali 370 BCC italiane, rispondendo alle sollecitazioni riformiste di matrice comunitaria. Nell’era dell’Unione Bancaria Europea la singola BCC si ritiene che non abbia concrete prospettive di sopravvivenza in forma atomistica. Ne consegue che l’integrazione nel gruppo assume una funzione di garanzia della perdurante civiltà del Credito Cooperativo e di tutela del mantenimento dell’identità cooperativa e del carattere di mutualità, su cui si fonda il riconoscimento da parte dell’art. 45 della Costituzione della “Funzione Sociale” e il conseguente dovere delle pubbliche autorità, a cominciare dall’Organo di Vigilanza, di incentivazione e di tutela. III - Già ci siamo occupati più volte dei rapporti con la Capogruppo che devono necessariamente ispirarsi alla sintesi equilibrata tra rispetto dell’autonomia delle singole BCC e rispetto della funzione di direzione e coordinamento della Capogruppo stessa, sacrificando l’autonomia delle partecipanti fino e non oltre il limite imposto dal principio comunitario di proporzionalità. Nella presente circostanza preme evidenziare che l’integrazione in un Gruppo coeso può e deve assicurare il mantenimento delle tre anime delle BCC: bancaria, mutualistica e localistica in costante equilibrio tra loro. IV - Il Credito Cooperativo è ormai entrato nel terzo secolo di vita. Costituisce una “civiltà di lunga durata”. Le sue inesauribili risorse consistono nella democraticità dell’assetto organizzativo e gestionale della Banca Cooperativa, nell’assenza di fini speculativi, nell’intonazione mutualistica della propria azione. L’Autoriforma e il “terzo tempo” che la Cooperazione di Credito si accinge a vivere devono, la prima, garantirne, il secondo registrarne, la “biodiversità” all’interno del sistema bancario. La “funzione sociale” che la Costituzione all’art. 45 riconosce ed assegna alle BCC dovrà potersi esprimere, ancora, e con migliorata efficienza rispetto al passato, a favore delle minori imprese, delle famiglie, degli artigiani, degli agricoltori, degli operatori del settore terziario, dei giovani. Come ha ricordato il Presidente della Federcasse a conclusione della sua relazione, l’Italia è lo stato che vanta il maggior numero di microimprese e PMI nell’Unione Europea, con 3,3 milioni di imprese individuali e oltre 900 mila società di persone. Di questo vasto tessuto sociale e produttivo le BCC sono state da sempre, sono e saranno i naturali interlocutori, soprattutto nelle aree periferiche del Paese, dove le comuni banche, condizionate dalla logica speculativa, non sono di regola, presenti. Proseguire il cammino in questa direzione con la rinnovata forza nascente dalla “coesione integrata” su cui si fonda l’Autoriforma significa garantire la perdurante vitalità del Credito Cooperativo confermandone l’identità e l’essenza di “civiltà di lunga durata”. A fianco: il manifesto del tema del Consiglio Nazionale di Federcasse Sotto: Alessandro Azzi nel corso della Relazione al Consiglio Nazionale Federcasse: la Relazione del Consiglio Nazionale La lunga storia del Credito Cooperativo, il processo di autoriforma e i punti essenziali del Bilancio di Coerenza “Il terzo tempo del Credito Cooperativo”, questo il tema che ha fatto da filo conduttore alla Relazione del Consiglio Nazionale di Federcasse letta dal Presidente Alessandro Azzi. Una relazione che ha preso avvio dall’analisi dei profondi cambiamenti all’attività creditizia derivanti dall’Unione Bancaria, la cui progressiva entrata in vigore determinerà importanti novità non solo nell’ambito delle politiche e delle prassi di vigilanza, ma anche nell’organizzazione aziendale delle singole banche di qualsiasi dimensione e natura giuridica, nelle procedure e nell’utilizzo degli strumenti per la prevenzione e la risoluzione delle crisi, nel rapporto con gli azionisti, con i soci e con i clienti. Specifico approfondimento è stato dedicato all’impegno del Credito Cooperativo nella messa a punto del progetto di “autoriforma” che componga le esigenze e gli obiettivi posti dalle Autorità con quelli considerati irrinunciabili dal Credito Cooperativo. All’Assemblea, chiamata in conclusione a rinnovare il Consiglio Nazionale di Federcasse per il triennio 2015 – 2018, sono intervenuti – nell’ordine - il Sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze, Pierpaolo Baretta, il Presidente della Commissione Affari Economici e Monetari del Parlamento Europeo Roberto Gualtieri, il Vice Presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani, il Presidente di Confcooperative Maurizio Gardini, il Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Giuliano Poletti. Per il secondo anno consecutivo in Assemblea Federcasse è stato presentato il “Bilancio di Coerenza del Credito Cooperativo”, dal titolo “L’impronta del Credito Cooperativo sull’Italia – Rapporto 2015”. Quattro gli ambiti sui quali si è focalizzata l’attenzione: l’impronta economica, l’impronta sociale, l’impronta ambientale, l’impronta cooperativa. Per ognuno di questi terreni di elezione delle banche del territorio, dati di sintesi ed infografiche aiutano a comprendere il lavoro essenziale svolto dalle BCC e Casse Rurali a favore delle comunità locali non solo in termini finanziari ma di accompagnamento ad uno sviluppo integrale. fonte: creditocooperativo.it 2 Bilancio di Coerenza 2015 di Federcasse: i punti essenziali 1. Le BCC sono leader nei finanziamenti all’artigianato, all’agricoltura, all’alloggio e ristorazione e al non Profit. Con una quota di mercato, rispettivamente, del 23,7%, del 18,3%, del 17,9% e del 13%. 2. Negli ultimi tre anni (2012-2014), circa 1 famiglia italiana su 5 ha acquistato casa grazie ad una BCC. 3. Nel 2014 ammontava a 92 miliardi di euro l’importo dei mutui BCC (+ 0,5% rispetto al -2,8% dell’industria bancaria). 4. In 3 anni il Credito Cooperativo ha erogato 682 milioni di euro alle PMI con la provvista Cassa Depositi e Prestiti. 5. Le BCC sono tra le banche più patrimonializzate con un Tier1 al 16,1%. 6. Plafond per il credito alle microimprese (Progress). Dei 23 milioni di euro di provvista destinati all’Italia, 10 milioni di euro sono richiesti dal Credito Cooperativo per erogare micro-prestiti alle micro, piccole e medie imprese. 7. Le donne negli organici delle BCC sono aumentate del 2,19% dal 2012 al 2014 contro la diminuzione dell’1,42% registrata nel resto dell’industria bancaria. Nei CDA la percentuale di donne è pari al 13%. 8. E’ stato di oltre 3,5 miliardi il valore aggiunto delle BCC erogato alle comunità nel 2014 (+15%). 9. Le BCC forti anche in iniziative non bancarie: per il 59% sono intraprese a vantaggio delle comunità locali. Soprattutto per lo sviluppo economico e coesione sociale. E anche a favore dei giovani. 10. Sono 81 in tutta Italia i Gruppi Giovani Soci BCC. 11. Le BCC sono leader nel microcredito. Nel 2014, 175 BCC hanno erogato 115 mila microcrediti per un ammontare complessivo di 755 milioni di euro. Il 74% è destinato a superare situazioni di fragilità sociale. Il 31% dei beneficiari sono donne, il 20% giovani, il 4% migranti. 12. Le BCC insieme a Iccrea BancaImpresa hanno finanziato, a tutto il 2014, 7.202 progetti per la diffusione di energie rinnovabili. Per oltre 450 milioni di euro. 13. Partnership BCC - Legambiente. In 8 anni di collaborazione le BCC hanno finanziato 5.679 impianti di energie rinnovabili per oltre 267 milioni di euro. 14. L’impegno BCC sull’ambiente ha evitato l’emissione di circa 29 mila tonnellate di CO©ü nel solo 2014. 15. Laboratorio Italia (Fondazione Tertio Millennio- Onlus). 70 le imprese giovanili sostenute contribuendo a 110 progetti. I contributi erogati (a fondo perduto) superano, dalla prima edizione di progetto del 2003, 1 milione di euro. 16. Non solo Italia. Le BCC promuovono cooperazione di credito in Ecuador, Argentina, Togo e Palestina. BancAperta - Anno IV - Numero 8 - Dicembre 2015 Il punto del Direttore Generale Ciro Solimeno Incontri nel Vallo di Diano per spiegare il piano di fusione “Si è utilizzata solo la formula classica della fusione per incorporazione, ma si tratta di una operazione alla pari sulla base di buoni rapporti datati “ continua dalla prima situazione, ovviamente questo da parte della Sassano. Si comprendono un po’ le amarezze del corpo sociale, però c’è anche da registrare, questo in tutti gli incontri, una consapevolezza da parte dei soci, ormai convinti che sia una buona opportunità e che non la possono perdere. Ecco, direttore, da quanto è emerso in questi incontri, questa fusione sembra più una unione di forze con la BCC di Sassano: nel logo della nuova banca, infatti, rimarrà il nome della Sassano, rimane integra l’operatività di tutte e sei le filiali, come, del resto è avvenuto anche con le filiali della BCC Lucania Sud. Anche in quel caso, infatti, tutte le filiali della BCC sono rimaste attive e stanno crescendo. Alla Sassano, inoltre, va la vicepresidenza vicaria. Verrebbe quasi da chiedere se questa è una vera e propria fusione... Noi abbiamo utilizzato la forma classica che si adotta in questi casi, cioè la fusione per incorporazione, ma questa è solo la formula tecnica. Con la Sassano ci sono stati sempre buoni rapporti che risalgono ad alcuni anni fa: non potevamo non fare in modo che questa fosse una operazione alla pari tanto è vero che, proprio sulla base di questi buoni rapporti datati, siamo andati ben oltre le promesse di altri intermediari che si erano affacciati all’operazione. Ha detto bene il vicepresidente Silvano Lucibello nel suo intervento: abbiamo previsto che alla Sassano andasse la vicepresidenza vicaria, quattro consiglieri del nostro Consiglio di Amministrazione, due membri del Comitato Esecutivo, un membro nel Comitato dei Controlli. Inoltre, una buona parte della Direzione Generale, parlo degli uffici, sarà ubicata nel Vallo di Diano. Altro punto toccato in questa riunione è stato quello della logistica della nuova banca e dell’importanza del Vallo di Diano in quanto centrale per l’assetto territoriale della nuova banca. Ce lo vuole spiegare meglio? E’ assolutamente centrale il Vallo di Diano nell’ambito complessivo del territorio della nuova banca e questo lo pone in posizione preminente proprio nei servizi logistici che è necessario svolgere nella nuova banca. Se, infatti, pensiamo che da qui passa l’autostrada del Sole, si comprende bene come i trasporti ne siano avvantaggiati. E’ più facile e più economico gestire certi servizi e certe necessità da questo territorio anziché da altri nei quali è presente la banca, questo ci dà una grande tranquillità di natura economica perché ci consente ulteriori economie di scala, oltre a quelle tecniche riguardanti la gestione classica della nuova banca. Direttore, questa sera si è potuto notare l’attaccamento dei soci di una banca di credito cooperativo al proprio territorio; questo si era già notato con la fusione precedente, quella con la Banca della Lucania Sud. E’ questa la dimostrazione di quello stretto legame tra banca di credito cooperativo e territorio, che si rafforza in una nuova operazione di concentrazione più grande e più coesa. E’ così? E’ questa la linfa vitale che mantiene il credito cooperativo. Questa l’abbiamo vista anche in altre situazioni, come nel caso della fusione con la BCC Lucania Sud e lo stiamo vivendo anche con la BCC di Sassano. E’ un bene, è un valore che va preservato, tanto è vero che noi pensiamo di dotare il territorio di un ufficio soci adeguatamente rappresentato nel quale devono confluire tutti i soci di riferimento e che deve interfacciarsi con le filiali, con la parte tecnica della banca. Sopra: Banca del Cilento e Lucania Sud, la filiale Vallo 1, sede della banca e, sullo sfondo, la Palzzina della Direzione Generale A fianco: BCC di Sassano, la filiale di Sala Consilina Una operazione sinergica per creare sviluppo nelle aree del Mezzogiorno Obiettivo della fusione è creare una banca più forte, in grado di dare maggiori risposte alle esigenze dei soci e della clientela continua dalla prima l’area del Vallo di Diano, come quella della Lucania Sud, ha invece un sistema economico non stagionale basato su agricoltura, industria manifatturiera e inoltre una rete di piccole e medie imprese. Il nuovo istituto di credito cooperativo potrà servire un territorio nel quale esistono imprese di varia natura e di tutte le tipologie economiche, un territorio del Mezzogiorno d’Italia che ha risentito della crisi economica in misura maggiore perché risente ancora di uno sviluppo non perfezionato, deficitario a volte proprio nell’attività creditizia. E’ la sfida dei soci del credito cooperativo che si uniscono per cercare di portare a soluzione problemi di sottosviluppo. E’ un’operazione di sinergia, di unione di forze, per creare sviluppo non perdendo l’identità dei territori. Questo sembrerebbe difficile, ma solamente con l’unione, con la volontà e con l’impegno dei soci, della clientela e della governance delle due banche si possono ottenere risultati. Cosa importante è che gli obiettivi siano ben definiti e che l’obiettivo prioritario sia quello di servire un territorio: essere emanazione del territorio con uno spirito di servizio verso coloro che ci hanno permesso di rendere grandi queste strutture. Obiettivo di questa unione è creare una struttura più forte. Questo passa attraverso un’operazione che parte dalle migliori qualità e dalle migliori peculiarità di un territorio per portarle ad elevazione massima in termini di sviluppo. Il progetto industriale evidenzia come la diversità dei territori, ognuno con delle proprie caratteristiche economiche, sociali e demografiche, vada a compenetrarsi e come lo scambio finanziario tra i territori possa essere un vantaggio quando diventa funzionale al miglioramento di tutte le realtà economiche presenti sul territorio. Sono infatti molteplici le sfide e le possibilità che scaturiscono da questa nuova iniziativa, gli stimoli che ne vengono fuori sono interessanti. Cosa importante è riuscire a individuare le caratteristiche di priorità per le quali occorre intervenire. Le banche di credito cooperativo intervengono nella realtà economica partendo proprio dalle risorse presenti sul territorio, non sono banche che si approvvigioniamo di raccolta altrove ed impiegano i fondi raccolti a favore dei soci dei clienti e del territorio. In questo modo si riesce a definire una microeconomia, un circuito virtuoso che crea ricchezza e sviluppo. Come più volte è stato sottolineato, se non ci fossero state le banche di credito cooperativo, le aree più depresse sarebbero state relegate ad un ruolo certamente più marginale rispetto a quello attuale. Nella foto: BCC di Sassano, filiale di Tito nell’area industriale della provincia di Potenza BancAperta - Anno IV - Numero 8 - Dicembre 2015 3 Fusione La fusione rappresenta una consequenzialità economica e territoriale Gli incontri nel Vallo di Diano si svolgono affinché i soci possano decidere con cognizione di causa “Noi siamo venuti qui in punta di piedi, rispettando vicedirettore Vito Mancusi. i soci perché, per noi, i soci sono soci, in ogni occa- “Noi siamo stati invitati dalsione.” Così il vicepresidente vicario della Banca la Federazione Campana” ha del Cilento e Lucania Sud, Pasquale Silvano Lu- continuato il vicepresidente cibello, esordisce nel suo intervento dell’incontro Lucibello nel suo intervencon i soci della BCC di Sassano. L’incontro rappre- to “ci hanno contattato e ci senta la terza tappa di Lucibello: “Questo progetto di fusione crea numerose possiun viaggio bilità di sviluppo per un comprensorio vasto, una vasta area per informare i soci del Mezzogiorno: è quindi un progetto serio, ponderato, non della BCC un progetto per mettere insieme dei numeri.” di Sassano sulle specifiche del piano di fusione depositato lo scorso 29 ottobre presso la filiale della Banca d’Italia di Salerno. Questi incontri sono stati programmati con l’assenso di Bankitalia allo scopo di informare sul piano di unione delle due banche; vi partecipano i membri della governance dei due istituti e i rappresentanti della direzione generale. All’incontro di Sassano, oltre al vicepresidente vicario Lucibello, erano presenti Rosa Lefante, presidente della S a s sano, rappresentanti del Consiglio di hanno chiesto se eravamo interessati a partecipare Amministrazione all’operazione di fusione con la BCC di Sassano della Sassano, il dopo che altri istituti di credito cooperativo hanno direttore generale ritenuto di non voler prendere parte a questa opedella Banca del razione. Abbiamo accettato perché i nostri buoni Cilento e Luca- rapporti con la BCC di Sassano sono datati: ci pornia Sud, dottor tano al 2011, anno nel quale abbiamo fatto un geCiro Solimeno, il mellaggio, abbiamo fatto dei corsi di formazionie insieme. Per noi della Banca del Cilento e Lucania Sud, assentire a questo processo di fusione è stato un gesto consequenziale. A livello territoriale, infatti, i nostri territori sono confinanti e non ci sono sovrapposizioni. Quando infatti si fa una fusione, cosa di fondamentale importanza è che i territori si completino e non si sovrappongono: abbiamo due estensioni territoriali diverse e soci completamente diversi che possono integrarsi in un progetto di banca nuova con maggiori possibilità di assistere i soci, i clienti e i territori. L’estensione della vostra banca parte dal Vallo di Diano e va verso l’area potentina di Tito, la nostra banca, invece, parte dal Cilento e va verso la Lucania Sud. Quindi, i due territori si integrano e si rafforzano. Questo progetto di fusione crea numerose possibilità di sviluppo per un comprensorio vasto, una vasta area del Mezzogiorno: è quindi un progetto serio, ponderato, non un progetto per mettere insieme dei numeri.” A sinistra: Silvano Lucibello, vicepresidente vicario della Banca del Cilento e Lucania Sud Sopra: Banca del Cilento e Lucania Sud, la filiale di Sapri Al centro: BCC di Sassano, la filiale di Tito Il piano di fusione è stato redatto con la collaborazione della Federazione Campana I temi su cui si basa il progetto di unione tra il Cilento e il Vallo di Diano sono la solidarietà e la collaborazione Il piano industriale di fusione tra Banca del Cilento e Lu- ritenuto che ci fossero le condizioni per creare una banca cania Sud e la BCC di Sassano è stato redatto con la col- che sapesse meglio rispondere a quelle che erano le esilaborazione della Federezione Campana delle Banche genze del territorio”. Solidarietà e cooperazione, questi di Credito Cooperativo; lo scopo è quello di creare una i due temi fondamentali sui quali si basa l’idea della fubanca con un territorio più ampio e più forte in Lucio Alfieri: “la Cilento ha ritenuto che ci fossero le condizioni per grado di rispondere me- creare una banca che sapesse meglio rispondere a quelle che erano le glio alle esigenze dei soci e della clientela. “La Fe- esigenze del territorio, perché in questo ci deve essere una vocazione derazione Campana” af- alla solidarietà e alla cooperazione” ferma infatti il suo presidente Lucio Alfieri “ha il compito di regia e soprattutto quello di verificare che ci sione: considerando i buoni rapsiano le condizioni affinché le banche possano sviluppare porti tra le due banche, rapporti meglio la propria operatività sul territorio. La Sassano che risalgono al 2011, consideaveva attraversato un momento di difficoltà, la Cilen- rando necessario intervenire per to, che è stata lo sviluppo del territorio, consisempre sensi- derando, infine, che altri istituti bile ad opera- di credito cooperativo avevano zioni straordi- espresso la propria impossibilità narie, perché ad intervenire in una operazione in questo ci complessa come la fusione, la deve essere Banca del Cilento e Lucania Sud una vocazione ha accettato la sfida coinvolgenalla solidarie- do lo staff della Federazione neltà e alla coo- la redazione del piano industriaperazione, ha le. “La Federazione” sottolinea 4 il presidente Alfieri “ha prestato la propria opera affinché questo progetto potesse avere maggiore possibilità di successo. Oggi siamo soddisfatti perché sul territorio c’è una banca che saprà rispondere a quelle che sono le esigenze della clientela”. A sinistra Lucio Alfieri, presidente della Federazione Campana delle BCC. Sotto: BCC di Sassano, la filiale di Polla BancAperta - Anno IV - Numero 8 - Dicembre 2015 Fusione Sassano: la partecipazione dei soci agli incontri Lefante: con questo progetto non si perde la propria identità, ma si rafforza l’efficienza per lo sviluppo del territorio La sala consiliare del Comune di Sassano era piena, i soci hanno partecipato attivamente all’incontro sulla fusione con la Banca del Cilento e Lucania Sud, questo esplica un valore importante e fondamentale, tipico negli istituti di credito cooperativo: l’attaccamento del territorio, dei soci e delle aziende alla propria banca. Nel sistema cooperativistico non vale il contributo economico che ogni singolo socio porta con sé, vale il socio in quanto individuo. Questo è stato evidente nell’incontro. I soci hanno partecipato in maniera attiva alle vicende della banca, alcune volte anche con spunti dialettici hanno manifestato le proprie opinioni sul senso e sul significato di questa unione di forze: è stata una dialettica costruttiva. Il desiderio dei soci era quello di comprendere il senso della fusione, di percepirne il significato sul piano dello sviluppo territoriale. “Questo è il terzo incontro che stiamo facendo con i soci della BCC di Sassano” afferma la presidente della BCC di Sassano, Rosa Lefante “stiamo portando a conoscenza dei soci questo progetto di unione che abbiamo presentato, con il piano industriale di fusione, lo scorso 29 ottobre presso la filiale della Banca d’Italia di Salerno dalla quale aspettiamo una risposta entro novanta giorni. Lo scopo di questi incontri con i soci è quello di portarli a conoscenza di tutte le problematiche che potrebbero nascere, apportare chiarimenti, esplicazioni. Rispondiamo alle domande dei nostri soci sulle ragioni di questa fusione. Anche perché, presidente, i due territori sono contigui, ma sono anche diversi sul piano economico. Sono territori un pochino diversi, sia dal punto di vista economico, sia sul piano sociale e questo implica una diversa attività sul piano della funzione di fare banca. La Banca del Cilento e Lucania Sud, ad esempio, basa la sua attività soprattutto sul settore turistico ed artigianale, la BCC di Sassano, invece, svolge attività soprattutto con la piccola e media impresa. Questa unione è quindi necessaria per sviluppare ed integrare meglio i territori, quello del Cilento con quello del Vallo di Diano, quello della Lucania Sud con quello centrale e settentrionale della Basilicata. Queste riunioni hanno anche lo scopo di tranquillizzare i soci e prospettare le nuove propensioni di sviluppo di un più grande istituto bancario che uscirà dalla fusione. V’è una partecipazione attiva a queste riunioni e questo è un punto di forza che deriva dall’attaccamento dei soci alla BCC. Sì, ovviamente. La nostra è una banca che ha ventinove anni. In questo momento alcuni soci ritengono che la BCC di Sassano possa perdere la propria identità, ma non è così: è sicura, infatti, la permanenza di tutte le fi- liali attualmente presenti sul nostro territorio, questo è stato ribadito con forza anche in questo incontro. Le nostre filiali continueranno ad operare come hanno sempre fatto a favore dei soci, a favore dei clienti e a favore del territorio. Quindi, con la nuova banca, la BCC di Sassano non perde la propria identità e continua a rimanere legata al territorio? Sì, è così. Devo aggiungere che la nuova banca avrà maggiore capacità di assistere i soci, la clientela e le imprese del nostro territorio. I soci stiano tranquilli: tutte le filiali saranno operative e i dipendenti manterranno i livelli occupazionali Il credito cooperativo è nato per dare assistenza finanziaria alle piccole e medie imprese rurali ed artigiane, il nuovo istituto che uscirà dall’unione tra la Banca del Cilento e Lucania Sud potrà aprire nuove opportunità per le attività economiche del territorio che corrisponde alla storica regione della Grande Lucania. E’ un progetto nato per lo sviluppo delle imprese del territorio e per assistere i soci e le famiglie al fine di assicurare benessere collettivo. E’ questa la sfida, ma è questa anche la mission del credito cooperativo. Il progetto di fusione in atto anticipa i termini dell’autoriforma del sistema cooperativistico, va proprio nella direzione di assicurare ai soci, alle famiglie e alle imprese, attori dello sviluppo economico e sociale dei territori, una banca con dimensioni maggiori in grado di seguire con maggiore efficienza le dinamiche finanziarie delle aree del Mezzogiorno. Questo piano di fusione anticipa i tempi, perché con l’autoriforma i piccoli istituti di credito sono destinati a scomparire. Il presidente della BCC di Sassano, Rosa Lefante, ha ulteriormente rimarcato il concetto dell’operatività di tutte le filiali della banca: i dipendenti continueranno a mantenere i livelli occupazionali e rimarranno tutte le sei filiali, tanto quelle che operano nel Vallo di Diano, quanto quelle che operano in provincia di Potenza. Sopra: a sinistra la presidente della BCC di Sassano, Rosa Lefante, a sinistra: Banca del Cilento e Lucania Sud, filiale di Colobraro A fianco: BCC Sassano: filiale di Sant’Angelo Le Fratte La cartina sotto mostra il territorio di competenza e le filiali delle due banche di credito cooperativo. L’area della Banca del Cilento e Lucania Sud, in colore più scuro, si estende da Acciaroli a Tortora lungo la fascia costiera tirrenica per arrivare sino a Valsinni e Colobraro in Lucania, lungo la Valle del fiume Sinni. Il territorio di competenza si articola in 17 filiali e 45 sportelli bancomat in tre regioni, Campania, Basilicata e Calabria, e quattro province, Salerno, Potenza, Matera e Cosenza. Il territorio della BCC di Sassano si estende nel Vallo di Diano e nell’area occidentale del potentino con 6 filiali. BancAperta - Anno IV - Numero 8 - Dicembre 2015 5 Impresa del mese: la Bulfaro SpA Infrastrutture, edilizia e ambiente: i primi quarant’anni dell’azienda La Bulfaro SpA rappresenta l’eccellenza lucana in tutta Italia, negli ultimi anni ha diversificato il suo impegno nel settore ricettivo e ristorativo Grandi opere infrastrutturali pubbliche e private, progetti di edilizia civile e residenziale, attività nel settore dell’ingegneria ambientale e delle fonti rinnovabili, la Bulfaro SpA è presente sul mercato da quarant’anni. Da ditta individuale per opere pubbliche in subappalto a grande società nazionale. Incontriamo Antonio Bulfaro, storico socio della Banca del Cilento e Lucania Sud, nella sede legale dell’azienda a Senise. “Abbiamo circa 150 dipendenti” afferma Bulfaro “al momento, nonostante la grande crisi non ci possiamo lamentare nonostante. Stia- mo approfittando un po’ dei lavori sulla SA-RC e di appalti che abbiamo vinto un po’ in giro per l’Italia, perché noi spaziamo dal Sud, da Reggio Calabria, fino all’estremo Nord. Come nasce e, soprattutto, come si evolve il gruppo Bulfaro? Ho avviato la prima azienda a livello individuale quarant’anni fa, siamo poi cresciuti. Attualmente rappresento un gruppo di sei aziende di proprietà della famiglia Bulfaro. Una lunga storia, ma soprattutto un duro lavoro… I tempi si sono certamente evoluti. Dobbiamo dire che il governo non aiuta molto la classe imprenditoriale e noi siamo purtroppo sottoposti sempre a sacrifici ulteriori. Nel mio caso quest’anno compio quarant’anni di azienda. Quarant’anni di attività nel sistema economico del Sud e dell’intera penisola, le aziende, oltre al fattore prettamente imprenditoriale, hanno una valenza sociale nel senso che hanno anche responsabilità nel contesto sociale nel quale operano. Questo è più visibile nel dare lavoro ad operai e maestranze, ma è possibile notarlo anche nello svolgimento della propria attività quotidiana. In che modo la Bulfaro SpA svolge questa funzione, considerando il fatto che Lei è anche sindaco del comune di Roccanova? Noi non badiamo solo a un discorso redditizio, ma ci rendiamo conto che nel sociale ci sono grosse difficoltà. Quindi, miriamo ad andare avanti e per fortuna i fatturati sono anche aumentati e questo ci permette di mantenere se non addirittura di aumentare il personale che avevamo. Speriamo di poterci riuscire anche negli anni a venire perché si rischia di impoverirsi sempre di più. Com’è andato questo periodo di crisi? Fino al 2008, per la verità, si andava abbastanza bene. Dal 2008 abbiamo subito questa forte crisi, noi l’abbiamo superata con enormi sacrifici. La nostra è una gestione familiare. E’ coinvolta tutta la famiglia, in primis i due figli, ma anche la moglie. Quindi anche se la Bulfaro è una società per azioni, è a conduzione familiare. Negli anni, abbiamo cercato di diversificare nel campo dell’immobiliare e nel campo della ristorazione alberghiera, questo anche per cercare di contribuire a quell’aspetto sociale dell’impresa di cui parlavamo prima. Il segreto di questa impresa è anche quello di essere stati al passo coi tempi, di specializzarsi in vari settori. E’ così? I tempi si sono evoluti. Con l’entrata dei figli in azienda, uno è tecnico e uno è commercialista, abbiamo certamente innovato con contabilità industriale. Ab- biamo cercato di stare al passo con i tempi e questo ci ha permesso di competere anche sul piano nazionale. Ora stiamo guardando anche all’estero perché i confini nazionali cominciano ad essere un po’ stretti per i fatturati che stiamo portando avanti. Da imprenditore a sindaco. Lei è primo cittadino di Roccanova, il comune nel quale vive. In questa veste, la funzione sociale è maggiormente evidente, soprattutto in questo periodo di tagli dei trasferimenti statali. Come nasce questa passione per la politica? Mah, devo dire che io sono un imprenditore prestato all’amministrazione più che alla politica, opero facendo il sindaco con la stessa mentalità, perché ritengo che in un individuo la formazione sia sempre la stessa. Mi sono prestato all’amministrazione di un piccolo paese con grandi problemi, ma per dare una mano nel sociale, perché è il paese dove vivo, perché tanti amici mi hanno pregato di ricandidarmi, perché l’ho fatto in precedenza per dodici anni, per cercare, fin dove è possibile, di portare avanti un paese e di dare una mano. E’ un comune povero considerando che, purtroppo, il governo non dà una grande mano in questo momento. Lei è uno dei soci storici della BCC Lucania Sud che poi si è fusa con la Banca del Cilento, dando vita alla BCC del Cilento e Lucania Sud…. Anzitutto, io sono stato socio della Cassa Rurale e Artigiana di Roccanova, che è stata poi inglobata nella ex BCC del Pollino, da questa è diventata poi BCC Lucania Sud e poi, ancora, Banca del Cilento e Lucania Sud. E’ stata, la CRA, una piccola banca che man mano è cresciuta ed oggi è una realtà abbastanza grossa. Cosa è cambiato nei suoi rapporti con la BCC? Direi che non si è perso il contatto con la dirigenza, partendo dal rapporto con la filiale dove opero fino alla direzione generale. Io ritengo di avere un ottimo rapporto con una banca che è fortemente radicata sul territorio, le risposte sono abbastanza celeri. E’ stato un lungo commino che sta andando abbastanza bene. Cosa è cambiato, a suo avviso, dopo la fusione tra la Lucania Sud e la Cilento? Il rapporto di radicamento si è irrobustito, ho avuto modo di dichiararlo anche in un’assemblea dei soci. Quando è avvenuta la fusione con la Cilento, c’era qualche perplessità perché, essendo inglobati da una banca più grossa, si temeva di non avere più quel potere contrattuale di prima. Invece il rapporto è rimasto invariato, anzi è migliorato e poi, con una patrimonializzazione superiore, si sono avute risposte anche in termini di numeri più consistenti. Cosa ne pensa di questo nuovo cammino intrapreso con la BCC di Sassano? In questo voglio far riferimento alla mia esperienza personale e imprenditoriale. Partendo dal nulla, io, infatti, sono partito dal nulla, ho tenuto sempre sotto controllo l’evolversi della situazione. Vedo bene questa ulteriore fusione con la Sassano, pur non conoscendone i dettagli e lo stato patrimoniale. Vedo bene questa nuova fusione perché si vanno ad allargare i confini territoriali, un invito che mi sento di fare alla governance è quello di vigilare, cosa che sicuramente hanno fatto e faranno, perché nel momento in cui si pere il filo si potrebbe rischiare il peggio. Sopra: la sede legale della Bulfaro SpA a Senise A sinistra. Sopra: Antonio Bulfaro, amministratore della Bulfaro SpA. Sotto: uno dei cantieri dell’azienda. Da ditta individuale a Società per Azioni: i quarant’anni dell’azienda Bulfaro Nel 1975 nasce la Ditta Bulfaro Antonio, impresa individuale che inizia la propria attività realizzando opere pubbliche in subappalto. La prima attività di grande rilievo per la società è la prestazione di trasporto terra per l’impresa Lodigiani durante la costruzione dell’invaso di Monte Cotugno, la più grande diga d’Europa in terra battuta. Nel 1978 la ditta ottiene la prima iscrizione all’Albo Nazionale Costruttori. Nel ’94, inizia il percorso di crescita della ditta Antonio Bulfaro che, allargata la zona di intervento a tutto il Sud Italia, costruisce il suo primo stabilimento di estrazione e lavorazione degli inerti e di produzione di conglomerati cementizi (Stabilimento di Serrapotamo di Castronuovo, in provincia di Potenza. L’anno successivo la ditta individuale si trasforma in Società a Responsabilità Limitata Bulfaro Costruzioni S.r.l. A solo un anno dalla costituzione della Bulfaro Costruzioni S.r.l. , l’azienda estende ulteriormente i confini della propria attività e apre i cantieri per il Comune di Courmayeur, provincia di Aosta e dell’Ente Magistrato del Po, dando inizio ad un percorso di crescita continuo che le ha permesso di diventare un importante player a livello nazionale. Nel 2001, la posizione dell’impresa nel mercato della produzione di conglomerati cementizi e bituminosi é consolidata e potenziata dall’acquisizione della Società Sinnica Strade S.r.l., già leader da decenni nel mercato. Nel 2006 la Bulfaro Costruzioni S.r.l. acquisisce S.M.I.M.A S.r.l., società operante nell’estrazione e nella trasformazione degli inerti prelevati dalla cava di proprietà e nella produzione 6 di conglomerati cementizi, al fine di perseguire l’obiettivo di garantire il controllo dell’intero ciclo produttivo. Con questa operazione la Bulfaro Costruzioni diventa leader nell’area di riferimento anche per la fornitura di calcestruzzo, asfalti e inerti. Nel 2009, la società decide di diversificare e ampliare le attività strategiche d’impresa attraverso l’acquisizione del Midi Hotel, struttura alberghiera che svolge anche attività di ristorazione e convegnistica , situata a cento metri dallo svincolo autostradale della Salerno - Reggio Calabria e all’ingresso di Lagonegro. Attraverso un’operazione di fusione per incorporazione, inoltre, la società Sinnica Strade S.r.l. e S.M.I.M.A. S.r.l. si fondono nella Bulfaro Costruzioni S.r.l. Nel 2010 la crescita raggiunta attraverso le operazioni di acquisizione e fusione e la realizzazione del nuovo piano industriale determinano la trasformazione della Bulfaro Costruzioni S.r.l. in Bulfaro S.p.A.: inoltre, l’acquisto del ramo d’azienda della Sinnica Beton S.r.l. comprendente lo stabilimento di Lagonegro consente di aumentare in modo rilevante la produzione di CLS. In questi ultimi anni, nell’ottica di complementare l’attività svolta dall’impianto di CLS di Lagonegro, inizia la costruzione dello Stabilimento di Lauria che comprende due impianti di betonaggio, di frantumazione e selezione inerti e integrerà la produzione di Lagonegro per le forniture a servizio della realizzazione dell’autostrada SA-RC. BancAperta - Anno IV - Numero 8 - Dicembre 2015 Una filiale al mese: Senise La vivacità di una filiale storica della Valle del Sinni Giuseppina Morano: “mi faceva piacere calarvi nella realtà del senisese e farvi conoscere l’aspetto dell’imprenditoria femminile” Donne in azienda e negli istituti di credito in un tessuto sociale e produttivo molto vivace che non si limita al solo comparto agrario ed enogastronomico, ma che è attivo anche nella grande e media impresa e nel commercio. Potrebbe essere questa la sintesi della realtà di Senise, sono queste le attività produttive nelle quali opera la filiale di Senise della Banca del Cilento e Lucania Sud, alla cui guida è una donna, Giuseppina Morano. “Senise è una delle filili della ex Pollino” ci racconta infatti la dottoressa Morano “comunque è una filiale storica. Mi faceva piacere, visto che avevo notato che nelle interviste precedenti era stato dato poco risalto alla figura della donna, raccogliendo, in varie occasioni, le sollecitazioni da parte dei nostri clienti e soci, mi faceva piacere, dicevo, calarvi direttamente nella realtà del senisese e farvi conoscere anche questo aspetto dell’imprenditoria femminile. Mi faceva molto piacere anche perché, da donna, era importante sottolineare questa particolarità. Il territorio della filiale di Senise, quindi, è molto vivace: si tocca con mano un certo interesse a fare impresa non soltanto da parte dei giovani, ma anche delle donne? Abbiamo diversi clienti, anche socie donne, soprattutto in una fascia di età media: è evidente l’attaccamento e il radicamento al territorio. Senise è una delle poche realtà della zona che non vive, in maniera evidente, il fenomeno dello spopolamento ed è veramente importante. Io, ritornando a Senise da esperienze lavorative al Nord, ho notato questa conferma di imprenditorialità da parte di giovani e di donne, in tutti i settori, da quello prettamente agricolo a quello manifatturiero, finanche ad attività tipicamente maschili come abbiamo potuto notare per l’attività della signora Brunella Gigliuti. (cfr. pagina successiva) Come va la filiale e quali sono le sue masse? La filiale di Senise, a livello di masse, ha registrato circa 25ml di euro di raccolta, più o meno siamo sotto i 10ml a livello di impieghi. Quanti ai rapporti di conto corrente, che sono poi quelli che più denotano la caratteristica della tecnicità della banca, abbiamo più o meno 900 rapporti. Questo è stato un anno positivo perché le masse sono state mantenute, sono state anche incrementate. E’ stato considerevole anche l’aumento della raccolta, questo fa piacere e conforta soprattutto in questo periodo. Leggevo l’altro giorno del decreto salvataggio delle banche e quindi i clienti sono in qualche modo preoccupati anche in prospettiva delle nuove normative. Ci conforta questo discorso di attaccamento alla banca, forse perché nel credito cooperativo c’è sempre stato questo senso di vicinanza della banca al territorio e del territorio, attraverso i nostri clienti, alla banca. fine riusciamo a comprenderci. A Senise sembra vi sia una certa effervescenza imprenditoriale anche nel mondo giovanile, è così? Guardi, le faccio un esempio. Mi è rimasta impressa, nell’ultimo anno, l’idea di un ragazzo, figlio di nostri clienti, che, nel ripostiglio di casa, si è inventata l’attività on line di commercializzare i rifiuti speciali: raccoglie toner dei computer, dischetti ed Lei ha avuto esperienze di lavoro nel mondo del credito cooperativo anche in altri territori italiani, ci sono, a suo avviso, delle differenze rispetto a BCC che operano in territori più vasti rispetto a questo? Tecnicamente qualche differenza c’è. Io conosco Senise da quando ci venivo al liceo, tra i nostri clienti ci sono anche persone con cui, magari, sono andata a scuola, quindi anche se a livello di criteri di conduzione della banca questo discorso non fa tanto testo, perché sappiamo bene quali sono i paradigmi da seguire, però questo è diverso rispetto ad una realtà quale può essere Roma, piuttosto che Milano. Mi spiego meglio, i principi del credito cooperativo, della cooperazione e del mutualismo sono sempre gli stessi perché ci contraddistinguono, però, necessariamente, per forza di causa maggiore, c’è una peculiarità diversa rispetto alle grandi realtà. Il cliente viene in banca anche perché vede la banca come consulente…. Come consulente, come il confessionale del prete. Tante volte, soprattutto negli ultimi tempi di crisi, la gente viene a piangere, come si suol dire, ma anche a parlare di quelli che sono i sogni, le aspettative che si hanno rispetto al futuro; è come se ci fosse un sorta di rapporto familiare molto stretto. A volte è anche difficile perché questo, tecnicamente potrebbe non permettere di essere lucida anche nella gestione, però alla altre cose del genere, in qualche modo li ricicla e li rivende. Questa vivacità giovanile è positiva perché ci permette di sperare nel futuro. Speriamo anche negli interventi che ci saranno a livello regionale. Voglio agganciarmi al discorso del Piano di Sviluppo Regionale che è stato appena approvato: se ricordo bene saranno finanziate oltre seicento attività agricole, quindi considerando il contesto economico locale, che si basa principalmente sull’agricoltura, è noto, ad esempio, il famoso peperone senisese, credo che si possano avere buone aspettative. Ecco, Lei ha citato il peperone di Senise, il famoso crusk o zafaran, che nel 1996 ha ottenuto il marchio IGT. Questo farebbe pensare che Senise sia un comprensorio essenzialmente agrario, invece non è così: esistono e sono attivi anche altri comparti. E così? Esiste un tradizionale comparto agricolo, ma, non di meno, in questi ultimi anni vi è stato uno sviluppo diverso: ci sono impianti produttivi, come quelli che abbiamo visitato, ci sono realtà grosse a livello in- dustriale, c’è la Pangaro, la Italmico, che trasforma la produzione agricola per cui parte dal seme, crea il prodotto poi dopo lo trasforma e lo commercializza, c’è la Italgraniti che comunque è un’azienda a livello mondiale che ha stabilimenti anche nel Sud America e nel Nord Africa, quindi c’è una vivacità economica abbastanza variegata. Banca e crisi, un binomio di cui spesso negli ultimi tempi si legge con frequenza sulla carta stampata, in che modo la filiale di Senise della Banca del Cilento e Lucania Sud ha aiutato i soci e la clientela in questo periodo di crisi? Guardi, a mio avviso, l’argomento della crisi non è un discorso da cui si può dire di essere scampati; è ovvio che se ne risente ogni giorno nell’operatività. Ci sono stati dei momenti nei quali abbiamo dovuto far fronte a situazioni difficili perché magari si era nel pieno della crisi e non si riusciva ad arrivare a fine mese, però, anche in quei momenti, abbiamo cercato d’essere vicini alle famiglie e al piccoli imprenditori. Lo abbiamo fatto anche attraverso proposte innovative, ad esempio l’anno scorso abbiamo lanciato il prestito di fine esercizio proprio per essere vicini alle piccole e medie imprese, un finanziamento per far fronte alle scadenze di fine anno rimborsabile in dodici rare con dei tassi assolutamente vantaggiosi. Abbiamo cercato di mantenere questo discorso di vicinanza col territorio in tutti i suoi aspetti. A sinistra: la filiale di Senise In alto: interno della filiale. Qui sopra: il personale della filiale (da destra: Gulfo Mariano, addetto commerciale fidi, Morano Giuseppina, preposto di filiale, Larocca Nicola, operatore, De Pizzo Concetta, vice preposto, Mastrosimone Anna Maria Stefania, cassiera. Oltre ai presenti in foto il personale di compone di Modarelli Sandro, nucleo manovra. Senise è un comune di più di settemila abitanti che ha contenuto il flusso di spopolamento Senise è un comune della provincia di Potenza con 7.245 abitanti. Questa popolazione residente fa sì che il comune sia al nono posto per numero di abitanti in provincia e diciassettesimo in Basilicata. E’ il centro più importante della Valle del Sinni. Nel corso degli anni, il comune, rispetto ai territori limitrofi, ha contenuto in misura consistente il flusso di spopolamento. Nel grafico sotto viene riportata la variazione percentuale della popolazione di Senise in raffronto alla popolazione provinciale e regionale tra il 2002 e il 2014. Si nota come le variazioni negative si concentrino negli anni che vanno dal 2008 al 2012, andamento che inizia molto più tardi rispetto al riferimento provinciale e regionale. Sin può notare, inoltre, come nel 2013 questo andamento negativo si blocchi per arrivare nell’anno successivo ad un saldo positivo di +0,7%, rispetto alle percentuali negative degli altri due dati presi in considerazione. Il centro storico di Senise è caratterizzato da gradinate e da piccole stradine, attraverso le quali si arriva all’imponente Castello con torri e merlature costruito nel 1200 e rifatto nel 1400. Bella è la chiesa di San Francesco, al cui interno sono conservati un crocifisso ligneo del XIV sec., un coro del XVI sec., un organo del XVII sec., alcune tele del XVIII sec., affreschi del XIV e XV secolo ed un importante polittico del 1523 di frate Simone da Firenze. Notevole è la chiesa Madre dedicata a Santa Maria della Visitazione. Poco fuori dall’abitato si trova l’antico Convento dei Cappuccini fondato nel 1596. Nel comune di Senise, a poca distanza dal centro, è la “Diga di Monte Cotugno”, la più grande d’Europa in terra battuta, con una superficie di 20 Kmq. BancAperta - Anno IV - Numero 8 - Dicembre 2015 7 Soci del mese: Maria Brunella Gigliuto e Maria Rosa Carpino Una donna a capo di un’azienda lucana di estrazione e lavorazione inerti “L’impresa è cresciuta di anno in anno, non mi vergogno di dire che per me è come se fosse il terzo figlio” Ha quasi trent’anni l’impresa di estrazione e lavorazioni inerti di Maria Brunella Gigliuto a Senise, fornisce le maggiori imprese della Basilicata. E’ stata una bella avventura. Quando siamo andati a trovarli in azienda ci raccontano dei sacrifici e del lavoro duro dei primi anni, poi l’impresa è cresciuta, anche se ora la burocrazia regionale rischia di rallentare i progetti futuri di sviluppo. “L’azienda nasce nel 1987” ci racconta la signora Gigliuti, titolare dell’azienda socia della Banca del Cilento e Lucania Sud “è cresciuta anno per anno ed io non mi vergogno di dire che è il terzo figlio perché ogni anno abbiamo cercato di fare dei miglioramenti. I problemi ci sono stati, problemi che tuttora esistono e che sono soprattutto relativi alla troppa burocratizzazione, perché noi abbiamo bisogno di concessioni regionali. Questo è il nostro handicap: stiamo riscontrando, tanto immobilismo a livello regionale” Questo frena l’attività dell’impresa? Questo ci frena tantissimo perché potremmo fare degli ulteriori passi avanti soprattutto in questo momento, in cui noto da parte della banca con cui opero da tanti anni, la filiale di Senise della Banca del Cilento e Lucania Sud, tanta disponibilità venirci incontro, a darci una mano anche nella fase di investimento. Invece dobbiamo rinunciare di fronte all’incertezza assoluta. Avevamo in mente di ampliare, con altri mezzi e altri progetti, volevamo assumere altro personale, purtroppo a fine anno se le cose non cambiano saremo costretti a licenziare. Quanto personale avete ora in azienda? In questo momento abbiamo tre dipendenti a tempo indeterminato e poi ci sono io, c’è mio figlio e mio marito. Attualmente, quindi, siamo in sei. Ci sono stati momenti in cui i dipendenti erano sedici, però parliamo di altri tempi, periodi nei quali non c’era questa crisi e si lavorava. Ripeto, i progetti erano di assumere almeno altre tre figure che aveva già individuato, però, di fronte alla incertezza di avere la possibilità di lavorare, siamo costretti a fermarci per il momento. Oltre ai problemi legati alle concessioni, quali sono le altre problematiche del fare impresa nel Mezzogiorno? Diciamo che il mondo dell’imprenditoria è un mondo strano perché nell’arco di una settimana ti cambiano le cose, nel senso che se hai degli insoluti, se hai degli effetti che non ti vengono pagati, chiaramente devi farvi fronte con le tue capacità. Personalmente, devo essere sincera, ogni volta che ho avuto un problema, perché purtroppo i problemi esistono e in questo caso parliamo di problemi economici, ho sempre cercato di chiarire questo problema, di portare il mio problema in banca e ho sempre trovato una solu- zione. Questo a suo avviso avviene perché su questo territorio insiste una banca di credito cooperativo oppure perché dipende anche dal fatto che questa banca si avvale di persone che ben conosce i clienti e i soci? Credo che sia la sintesi di tutte e due le cose. Il fato che ci siano persone che ti conoscono da tanti anni, sanno il tuo modo di operare, è importante. È importante stabilire un rapporto basato su tante cose, sulla fiducia, sulla conoscenza della persona. Questo credo che sia importante in ogni tipo di rapporto Lei è una donna a capo di un’azienda la cui composizione è essenzialmente maschile. Come nasce questa idea? Ho ripreso un progetto che già esisteva. Questo impianto già esisteva. È sembrato strano che a riprenderlo sia stata proprio io. All’inizio ricordo, parecchi colleghi, gestori di impianti del genere, mi avevano consigliato di rinunciare oppure di associarmi, perché questa figura femminile era vista strana. Consideri poi che, con la mia titolarità, siamo partiti nel 1987, quindi un bel po’ di anni fa, quando ancora la figura della donna aveva dei limiti, soprattutto in questo campo. Nelle cose, però, bisogna crederci, non bisogna dare tanto retta agli altri. Sono dell’avviso che se si ha un’idea e ci si crede, bisogna portala avanti. Lei ha due figli: uno è un ingegnere aerospaziale, vive e lavora fuori, un altro, più piccolo, vuole seguire le orme dei genitori e attualmente sta lavorando in azienda. In questo momento di crisi, che cosa si sente di dirgli? Sono sentimenti contrapposti, perché da un lato, da un punto di vista egoistico, mi fa piacere che uno dei figli abbia deciso di rimanere qua. Dopo tanti sacrifici, questo ragazzo che non decide di lasciare il paese, di non lasciare l’azienda, ti rende felice ed orgogliosa nello stesso tempo. Dall’altro lato, l’incertezza è troppa e mi preoccupo per il suo futuro. Lei è una socia storica della BCC, era già socia della Banca del Pollino prima che diventasse Banca della Lucania Sud e poi Banca del Cilento e Lucania Sud. A distanza di anni da questa ultima fusione ormai andata a regime, cosa ne pensa? All’inizio, devo essere sincera, da noi soci di questa zona, la fusione non era vista bene, col passare del tempo, però, ci siamo ricreduti perché abbiamo la coscienza di operare in una banca che ha più peso e questo per noi è importante oltre che come soci anche come clienti. E’ stata una cosa positiva. Positiva in che senso? Far parte di una banca più grande significa lavorare a livelli più alti, livelli che una banca più piccola non ti può offrire. Vorrei che anche in questa banca, nel CdA, fossero più presenti le donne perché da quello che ho visto la figura femminile è quasi inesistente. Questo l’ho sempre detto. Anche noi donne, volendo, sappiamo essere brave come gli uomini. Anzi, le dico di più, credo che uno dei complimenti più brutti che si possa fare ad una donna è quello di dire che ha gli attributi come un uomo: non abbiamo bisogno di quello. A sinistra: in alto Maria Brunella Gigliuti, titolare dell’azienda di estrazione e lavorazione inerti, in basso, una parte dell’impianto Sopra: la signora Gigliuti col figlio Il commercio di un marchio nazionale nelle mani di una giovane donna di Senise Maria Rosa Carpino: “Siamo a Senise da circa quindici anni e abbiamo iniziato a lavorare direttamente con questa filiale della banca” “Siamo a Senise da circa quindici anni e abbiamo iniziato a lavorare direttamente con questa filiale” così descrive il rapporto con la realtà commerciale di Senine, Maria Rosa Scarpino, titolare di 8 un negozio della Sisley. Cinque lustri fa partiva la scommessa di una giovane donna, un’attività commerciale legata ad un marchio nazionale molto gettonato tra i giovani, certamente sono stati anni di duro lavoro aggravati dalla crisi dei consumi che seppur in maniera indiretta ha un po’ inciso sulle propensioni all’acquista. “Fino ad ora nonostante le prospettive non fossero così rosee stiamo ancora in piedi” afferma orgogliosa Maria Rosa Scarpino “nonostante la crisi e un po’ di contrazione dei consumi riusciamo a sopravvivere” In che modo la filiale di Senise della Banca del Cilento e Lucania Sud vi ha affiancati? Il rapporto con la banca si può dire che sia un rapporto familiare perché si impronta su un rapporto di fiducia e conoscenza, non si hanno difficoltà ad interloquire con il dipendente o col preposto, anzi sto con loro perché si è instaurato questo rapporto di amicizia. Come è cambiata l’attività in questi anni di crisi? In questo periodo si cerca di approfittare della scontistica, anche se il nostro marchio è un marchio che tira soprattutto tra i giovani che acquistano anche quando non è periodo di sconti. Devo dire che per quanto riguarda il nostro marchio a livello di vendita non vi è stata una vera BancAperta - Anno IV - Numero 8 - Dicembre 2015 e propria crisi, più o meno la situazione è rimasta uguale. In che modo la BCC vi ha affiancato? L’affiancamento è avvenuto e avviene quando ci sono da fare anticipazioni. Nel nostro settore vi sono delle operazioni di carattere commerciale per le quali l’affiancamento di un istituto di credito è importante ed è importante che questo avvenga attraverso una banca che riesce a vedere la fiducia perché conosce le potenzialità della persona. Si riesce così a stabilire un rapproto di fiducia reciproca. Maria Rosa Carpino: titolare di un negozio della Sisley a Senise Riforma del Credito Cooperativo Commissione Finanze della Camera: incontro sulla riforma delle BCC Federcasse: le BCC non saranno ridotte a “semplici filiali” di un gruppo, ma vi sarà ampia partecipazione e condivisione Il tema della riforma del Credito Cooperativo, nella fase di avvicinamento all’atteso provvedimento governativo che definirà il nuovo assetto organizzativo di sistema, è stato oggetto di un incontro informale, a metà novembre, organizzato dai Gruppi parlamentari di maggioranza della Commissione Finanze della Camera. L’incontro, al quale per Federcasse (la Federazione italiana delle Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali) ha partecipato una delegazione guidata dal Presidente Alessandro Azzi, ha consentito ai parlamentari di maggioranza della Commissione di svolgere ulteriori approfondimenti su alcuni temi specifici del progetto di autoriforma, così come evidenziati dal dibattito che lo scorso 15 ottobre si era tenuto nell’ambito del Seminario Istituzionale organizzato a Palazzo Madama dalle Commissioni Finanze e Tesoro di Camera e Senato. Nel corso dell’incontro hanno preso la parola sia Presidenti di Federazioni provinciali, regionali e interregionali sia Presidenti e Direttori di singole BCC. Il presidente Azzi ha ringraziato il presidente della Commissione, on. Maurizio Bernardo, il capo gruppo del PD on. Michele Pelillo, e i parlamentari presenti sia per l’attenzione al progetto di autoriforma, sia per l’opportunità offerta di confronto. Ha inoltre espresso gratitudine, loro tramite, per l’occasione inedita e preziosa concessa dal Governo per contribuire a scrivere le nuove norme. Azzi ha anche ricordato come Federcasse rappresenti 360 su 368 BCC oggi attive in Italia e come il percorso di elaborazione, discussione e sintesi sia stato particolarmente intenso e partecipato sia a livello nazionale sia livello territoriale. L’intensità del confronto sviluppatosi negli ultimi mesi è stato ricordato anche da alcuni altri esponenti del Credito Cooperativo intervenuti nel corso dell’incontro. Dopo aver ripreso alcuni dei 10 punti del progetto di autoriforma condiviso ed approvato dal Consiglio Nazionale sin dal mese di giugno e per tempo consegnato alle Autorità, ha ribadito come la missione di Federcasse - la cui governance è affidata a un Comitato esecutivo composto dai Presidenti di tutte e quindici le Federazioni Locali che sono anche presidenti di altrettante BCC - sia quella di contribuire a costruire (nel solo assetto possibile e sostenibile, vale a dire quello dell’unità pur con le indispensabili razionalizzazioni) le migliori condizioni di contesto regolamentare per lo sviluppo delle attività delle BCC e di tutto il Credito Cooperativo italiano, affinché possano esprimere tutta la propria biodiversità e la propria inimitabile natura mutualistica. Una proposta che prevede già in norma primaria l’autonomia per la singola banca cooperativa commisurata alla propria meritevolezza, che conferma la sovranità delle basi sociali se la propria BCC è in buone condizioni di salute, che precisa esplicitamente come il Gruppo Bancario Cooperativo debba essere funzionale allo sviluppo delle finalità mutualistiche della singola BCC. Il tema dell’autonomia della BCC, graduata in modo proporzionale alla propria rischiosità oggettivamente misurata sulla base di parametri predefiniti, e il tema dell’integrazione a gruppo su base contrattuale (una realtà dai profili innovativi quale dovrà essere il Gruppo Bancario Cooperativo) sono stati sviluppati in modo articolato, richiamando il concetto che la singola cooperativa bancaria a mutualità prevalente, nella nuova éra dell’Unione Bancaria, non è più considerata sostenibile. Le BCC non saranno dunque ridotte a “semplici filiali” del Gruppo. Anzi. E’ uno dei punti qualificanti di un progetto condiviso in modo ampio all’interno della categoria secondo i meccanismi di partecipazione e rappresentatività interna che la stessa si è data. Azzi ha anche rimarcato come sostanzialmente tutte le proposte di Federcasse siano state ritenute opportune e funzionali dalla Banca d’Italia (in questo senso l’intervento del Responsabile del Dipartimento Vigilanza dell’Autorità di Vigilanza, dr. Carmelo Barbagallo al Seminario del 15 ottobre scorso in Senato), tra le quali il controllo della maggioranza del capitale della capogruppo da parte delle BCC. E l’indipendenza è un principio antico e modernissimo del Credito Cooperativo che viene oggi confermato, diversamente da quanto previsto dalla bozza di decreto del gennaio scorso. Altro tema affrontato, quello della possibilità - naturalmente confermata - per le BCC che non intendessero aderire al Gruppo Bancario Cooperativo di potersi trasformare in una banca popolare o società per azioni. “Il patrimonio indivisi- BancAperta - Anno IV - Numero 8 - Dicembre 2015 bile delle BCC (oltre 17 miliardi di euro su un totale di 20 miliardi di fondi propri complessivi) è frutto delle scelte e del lavoro di diverse generazioni di soci, non è nella disponibilità degli attuali e le norme prevedono in tal senso percorsi coerenti con quanto previsto dalla Costituzione”, ha ricordato ancora il presidente di Federcasse. Infine, il tema dell’unità del Credito Cooperativo italiano. “Oltre ad essere l’unica prospettiva sostenibile nel medio e lungo periodo - ha spiegato Azzi - risulta anche una opzione strategica preferibile e funzionale al rafforzamento del sistema, come sottolineato recentemente sia da esponenti del Governo sia dal Governatore della Banca d’Italia. Una scelta motivata da ragioni economiche, industriali, di stabilità”. “La riforma delle BCC - ha ribadito - dovrà portare ad un’unica realtà che valorizzi le eccellenze dei gruppi industriali già presenti nel Credito Cooperativo e dovrà avere dimensioni idonee ad attrarre capitali esterni, a investire consistentemente in innovazione e sviluppo, ad assicurare stabilità, a prevenire e sostenere eventuali criticità”. La presenza di più gruppi bancari cooperativi porterebbe intuitivamente ad una frammentazione che indebolisce tutto il sistema, ad affievolire la propria capacità di stare sul mercato, ad una nefasta concorrenza interna, al rischio di escludere una parte delle BCC. Azzi ha concluso il proprio intervento esprimendo fiducia nella possibilità che si possa varare presto e bene una riforma efficace e lungimirante. Fonte: creditocoopertivo.it In basso a sinistra: Montecitorio, sede della Camera dei Deputati 9 La BCC nel 2015: gli interventi nel sociale La nuova statua di San Bartolomeo per la chiesa di Pellare L’estate prossima l’opera dello scultore Emanuele Stifano sarà posta sul sagrato della chiesa di Pellare Un parallelepido di marmo di Carrara di una settantina di quintali per un’opera d’arte a favore della comunità di Pellare: lo scultore cilentano Emanule Stifano sta lavorando alla statua che rappresenterà il martirio di San Bartolomeo. L’iniziativa parte dalla Banca del Cilento e Lucania Sud, dal presidente Francesco Castiello. Un paio di anni fa, lo scultore cilentano venne premiato con la medaglia d’oro del Presidente della Repubblica in occasione della manifestazione “Cento Pittori e Scultori per Vallo”. L’opera premiata rappresentava il martirio di San Bartolomeo, una statua immensa e bellissima, a forma piramidale. Nacque allora l’idea di posizionare quell’opera nella chiesa di Pellare, ma era già stata venduta. Si sviluppa così il progetto di acquistare un nuovo blocco di marmo e scolpire un nuovo martirio finanziando il tutto con i fondi dell’indennità presidenziale. L’opera è in corso d’opera, ne abbiamo potuto scattare qualche foto mentre lo scultore era al lavoro. La figura del santo è longitudinale, rappresenta il momento dello scorticamento, “E’ proprio il martirio di San Bartolomeo” afferma lo scultore “è il momento dello scorticamento, sarà scolpito con un lembo di pelle staccato dall’opera”. La scultura verrà installata sul sagrato della chiesa di Pellare, dedicata al santo martire. L’inaugurazione avverrà nel corso della festività di San Bartolomeo, patrono della comunità di Pellare e rimarrà nel sagrato della chiesa come dono alla comunità da parte della Banca del Cilento e Lucania Sud. A fianco: lo scultore Emanuele Stifano alle prese con l’operazione di sgrossatura del blocco di marmo di Carrara che diventerà la statua del martirio di San Bartolomeo da posizionare nel sagrato della Chiesa di Pellara. Sopra: lo scultore Il genio del marmo e le opere che illustrano un territorio Quarant’anni a febbraio prossimo, Emanuele Stifano è uno scultore innamorato del suo territorio che non manca mai di raffigurarlo nelle sue tematiche sociali ed antropologiche più importanti. E’ opera sua, ad esempio, la statua di un cittadino del suo comune, rappresentativo per il suo carattere e la sua allegria. “U furgiaro”, quella persona nel paese che si occupava della lavorazione del ferro e che “forgiava” con sapienza e maestria gli arnesi della civiltà contadina di un tempo. L’aspetto del busto in marmo dà un’aria di allegria, quasi come un antico fauno che conosce la vita e l’arte di una cultura che ormai non esiste più. Tra i suoi lavori in marmo rimane il pregio della statua di San Barolomeo, premiata con la medaglia d’oro del Presidente della Repubblica a Vallo della Lucania in occasione della manifestazione “Cento pittori e scultori per Vallo” nel 2013. Schivo e allegro come nell’indole cilentana, ha un laboratorio nella parte bassa di Pellare, una vera e propria fucina dove lavora il marmo e anche la pietra locale del Cilento La BCC nel 2015: interventi nel sociale Un anno di interventi nelle comunità sociali di Campania, Basilicata e Calabria Solidarietà e cooperazione al servizio della società per assicurare il benessere collettivo Si chiude il 2015, un ano che dovrebbe segnare un punto di svolta nella cappa della crisi nazionale che ha prodotto risultati deleteri soprattutto per la debole economia del Mezzogiorno, una crisi che ha avuto ripercussioni gravi nel tessuto sociale dei territori. La Banca del Cilento e Lucania Sud in un contesto del genere non poteva non intervenire con la sua funzione di istituto cooperativistico e solidaristico riconfermando anche in questo anno trascorso la forte propensione ad intervenire nel sociale, a favore delle comunità locali. Numerosi gli interventi di piccolo aiuto sociale sono stati realizzati attraverso il Fondo Fioralba, un fondo per l’aiuto alle famiglie in particolari difficoltà economiche. Numerosi gli interventi a favore della associazioni di 10 e Lucania Sud nel sociale, sono da menzionare due manifestazioni di pregevolissimo interesse per l’indotto socioeconomico che sono riuscite a determinare: la mostra “Patrimonio Unesco. Il Cilento dalla Preistoria al Risorgimento: storia di una Civiltà” presso i padiglioni fieristici di Vallo della Lucania e la kermesse “Cento Pittori e Scultori per Vallo”, un appuntamento ormai consolidato con l’arte e l’enogastronomia del territorio. volontariato sociale, piccole sponsorizzazioni volte a tenere in piedi manifestazioni di interesse collettivo. Numerosi gli interventi a favore della cultura, da presentazioni di libri di storia locale a kermesse culturali che hanno animato le comunità locali della Campania, Basilicata e Calabria. In questo ambito è da ricordare il sostegno all’istruzione universitaria del Conservatorio “Domenico Cimarosa” di Vallo della Lucania, una realtà che sta crescendo e che sta giungendo al riconoscimento della piena autonomia didattica. Quest’anno è stato attivato un nuovo corso specialistico in etnomusicologia. Tra le kermesse più importanti realizzate attraverso gli interventi della Banca del Cilento A sinistra: i ragazzi del Master del Conservatorio premiati dal presidente Castiello. Le altre due foto rappresentano momenti significativi della kermesse “Cento Pittori e Scultori per Vallo” nell’edizione 2015 BancAperta - Anno IV - Numero 8 - Dicembre 2015 Interventi nel sociale: “Il Cilento dalla Preistoria al Risorgimento” Il successo della mostra presso le Fiere di Vallo della Lucania Un viaggio alla scoperta di un territorio ricco di eccellenze culturali ancora non del tutto valorizzate In seimila hanno visitato la mostra “Cilento Patrimonio dell’Umanità. Dalla Preistoria al Risorgimento: storia di una Civiltà”, svoltasi presso le Fiere di Vallo della Lucania, dalla primavera del 2014 alla primavera del 2015. Il successo della mostra sottolinea il rinnovato interesse e una ritrovata sensibilità verso le emergenze archeologiche e paesaggistiche, tuttavia ancora poco esplorato e poco compreso dalle giovani generazioni. L’esposizione, curata dall’Associazione Identità Mediterranee con la contribuzione della Banca del Cilento e Lucania Sud, oltre ai due partener istituzionali della Sovrintendenza per i Beni Archeologici di Salerno Avellino, Benevento e Caserta, il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni e il comune di Vallo della Lucania, ha voluto sottolineare la ricchezza del territorio sul piano paesaggistico, archeologico e culturale. Il target specifico sono stati i giovani, i ragazzi delle scuole del territorio. Questi, a dire il vero, hanno raccolto l’appello: dalle scuole primarie ai licei del comprensorio hanno partecipato alla passeggiata esemplificativa nella storia del passato. Dalla Preistoria, con i reperti paleontologici delle grotte di Camerota e Palinuro, alle genti che del Cilento hanno fatto la loro patria, come gli Enotri, i Lucani, i Greci, fino ai Romani, ai Basiliani. Poi il paesaggio, le bellezze architettoniche del XV e XVI secolo, sino alla grandezza dell’insuperabile pittore barocco, Paolo De Matteis, che giustamente è stato ritenuto tra i più grandi pittori d’Europa. La passeggiata nella storia finiva col Risorgimento e Brigantaggio, il periodo storico pre e postunitario, che non ha mancato di suscitare un dibattito sul senso stesso dell’Unità d’Italia, culminato con la conferenza del giornalista meridionalista Pino Aprile a Vallo della Lucania. A sinistra e in alto: alcuni padiglioni della mostra a Vallo della Lucania. Al centro: il grafico delle presenze alla mostra, si evidenzia la partecipazione delle scuole che in massa hanno avuto modo di visitare le sezioni della mostra, spesso evidenziando le emergenze territoriali nelle loro scuole di provenienza. Interventi nel sociale: Cento Pittori e Scultori per Vallo Paolo De Matteis è tornato ancora una volta nel Cilento Per la kermesse dei “Cento pittori e scultori per Vallo” una tela del grande pittore cilentano è esposta a Vallo della Lucania “La sfida tra Apollo e Marsia” di Paolo De Matteis e un rametto con Cristo Crocifisso di Luca Giordano, sono state queste le opere di maggiore evidenza che hanno caratterizzato la quarta edizione di “100 Pittori e Scultori Cilentani”, la kermesse dell’arte e della cultura che si svolge a Vallo della Lucania è ormai punto di riferimento e polo di attrazione culturale per tutto il territo- rio. Le due opere del Barocco Napoletano, le opere del maestro Wilkens Hans Desiderio, le opere di Giannino Fatigati, di Mario Modica e di Angela Silvestre hanno rimarcato la propensione della Città di Vallo ad essere centro culturale e vetrina del territorio. Palazzo di Città, per l’occasione si è trasformato in una pinacoteca, uno scrigno in grado di ospitare opere d’arte di illustri rappresentanti del comprensorio. Tutto questo è nato da una proficua collaborazione, un’operazione sinergica volta a creare sviluppo e crescita culturale, tra la Banca del Cilento e Lucania Sud e il comune di Vallo della Lucania. Quattro anni fa, la caparbietà e la determinazione del presidente Francesco Castiello e del CdA della banca hanno fatto in modo che il Cilento potesse avere una vetrina attraverso la quale mostrare la cultura e le produzioni del territorio. La quarta edizione, con la quantità di artisti e di aziende, con l’altezza delle opere esposte, segna la maturità della manifestazione che ormai si apre al territorio in qualità di evento espositivo. Un evento sponsorizzato dalla Banca del Cilento e Lucania Sud ed organizzato dal comune di Vallo della Lucania e dall’associazione “La rosa bianca”. A sinistra: “Apollo e Marsia”, la tela di Paolo De Matteis ancora esposta nel municipio di Vallo della Lucania. A destra: il pittore Wilkens Hans Desiderio BancAperta - Anno IV - Numero 8 - Dicembre 2015 11 Indagine Bankitalia Cauto ottimismo su crescita e dati macroeconomici L’attività economica beneficia del contributo positivo apportato dalla domanda, dal tasso di cambio dell’euro e, dall’andamento delle quotazioni del petrolio Dall’1 al 18 settembre 2015 si sono svolte le interviste dell’indagine trimestrale Banca d’Italia–Il Sole 24 Ore sulle aspettative di inflazione e crescita. Hanno partecipato 987 imprese con almeno 50 addetti, di cui 389 dell’industria in senso stretto, 397 dei servizi e 201 del settore delle costruzioni. Alle imprese è stato chiesto di formulare previsioni sia su temi macroeconomici, quali l’andamento del tasso di inflazione e la situazione generale del sistema produttivo italiano, sia su aspetti legati alla propria operatività. Per alcuni fenomeni le valutazioni prospettiche sono accompagnate da giudizi retrospettivi; dove possibile, si approfondiscono le cause delle dinamiche osservate o attese. I principali risultati sono riassunti di seguito. I principali risultati per le imprese dell’industria in senso stretto e dei servizi Aspettative di inflazione in Italia e variazione dei prezzi di vendita delle imprese In settembre le attese sull’inflazione al consumo sono state riviste al rialzo rispetto alla rilevazione prece- dente su tutti gli intervalli temporali, in misura assai modesta su quelli più distanti: le aspettative a sei mesi e a un anno sono salite a 0,6 e 0,7 per cento, rispettivamente da 0,3 e 0,5 per cento, mentre quelle a due anni e nell’orizzonte compreso fra tre e cinque anni sono state corrette di 0,1 punti percentuali a 0,9 e 1,1 per cento (tav. 1 e fig. 1). Nel complesso, le imprese non segnalano alcuna variazione dei propri prezzi di vendita rispetto a un anno prima (-0,2 per cento in giugno; tav. 2): a una diminuzione tra le imprese di dimensioni maggiori (almeno 1.000 addetti) si è contrapposto un aumento tra le altre aziende. I prezzi di vendita riprenderebbero a crescere moderatamente nei prossimi dodici mesi, sia nell’industria in senso stretto sia nei servizi: nel complesso il rialzo sarebbe in linea con quanto prefigurato nell’indagine di giugno (0,7 per cento). Come in giugno, il recupero dei corsi in euro delle materie prime, l’aumento del costo del lavoro e, in misura modesta, il miglioramento della domanda avrebbero sospinto i listini, mentre le politiche di prezzo dei concorrenti li avrebbero frenati (tav. 3). Valutazioni sulla situazione economica generale dell’Italia. Si è ampliato significativamente il saldo positivo tra giudizi di miglioramento e di peggioramento della situazione economica generale, salito a 25,9 punti per- 12 centuali da 15,8 in giugno. I giudizi di stabilità pur registrando una minor incidenza, restano ancora prevalenti (tav. 4). Anche la probabilità in media attribuita al miglioramento del quadro economico congiunturale nei prossimi tre mesi è cresciuta, al 19,7 per cento (da 17,9; tav. 5). Evoluzione della domanda I giudizi sull’evoluzione della domanda si confermano positivi, pur in lieve diminuzione rispetto alla scorsa rilevazione. Il saldo tra valutazioni di aumento e diminuzione della domanda dei propri prodotti nell’ultimo trimestre si è collocato a 6,6 punti percentuali (da 11,5 in giugno; tav. 6). L’andamento si è rivelato più favorevole tra le aziende dell’industria in senso stretto. Le prospettive a breve termine si sono rafforzate: il saldo tra attese positive e negative sulla domanda è salito di oltre quattro punti percentuali a 21,6; il miglioramento ha interessato le imprese operanti sia nell’industria in senso stretto sia nei servizi (tav. 7). La medesima dinamica favorevole ha caratterizzato i giudizi sulle condizioni della domanda estera corrente e attesa nei prossimi tre mesi: la prima con intensità inferiore a quella registrata nella scorsa indagine, la seconda superiore (tavv. 8 e 9). Valutazioni delle condizioni operative delle imprese Le attese a tre mesi sulle condizioni economiche in cui operano le aziende continuano a essere improntate a un cauto ottimismo, benché i giudizi di stabilità rimangano largamente prevalenti (74,6 per cento da 78,9 in giugno; tav. 10 e fig. 6). Il saldo fra le risposte di miglioramento e di peggioramento, positivo dalla rilevazione di marzo, è salito a 10,2 punti percentuali (da 5,4 in giugno): il rialzo è stato particolarmente accentuato nelle valutazioni delle imprese dell’industria in senso stretto. L’attività economica continuerebbe a beneficiare del contributo positivo apportato dalla domanda, dal tasso di cambio dell’euro e, a differenza della rilevazione precedente, dall’andamento delle quotazioni del petrolio; si rafforza rispetto a giugno, sia pur marginalmente, il freno rappresentato dell’incertezza imputabile a fattori economici e politici (tav. 11). La quota di operatori che segnala una diminuzione del livello di attività ritenuto “normale” negli ultimi due anni è scesa dal 39,5 per cento al 36,2; di contro, il 30,6 per cento ne segnala un aumento (era il 26,0 in giugno; tav. 16). Condizioni per l’investimento Le valutazioni delle imprese sulle condizioni per investire si confermano favorevoli, in misura superiore rispetto alla rilevazione precedente: il saldo tra i giudizi di miglioramento e di peggioramento è salito all’11,5 per cento dall’8,7 (tav. 13 e fig. 7); l’andamento è pressoché analogo nella manifattura e nei servizi. La quota degli operatori che si attende un rialzo della spesa nominale in investimenti nel secondo semestre del 2015 rispetto al primo supera di 12,1 punti percentuali quella delle imprese che prefigurano una flessione: le attese sono particolarmente favorevoli tra le imprese dei servizi e fra quelle medio-grandi (tra 200 e 999 addetti); per quasi il 60 per cento delle aziende la spesa nominale in investimenti si confermerebbe invariata rispetto a quella effettuata nella prima metà dell’anno (tav. 14). Per il complesso del 2015 lo scarto percentuale tra le attese di aumento e di riduzione degli investimenti è aumentato a 17,3 punti (da 14,1 della scorsa rilevazione), principalmente per effetto della correzione al rialzo dei programmi di investimento delle imprese operanti nel Nord-Ovest, nel Sud e nelle Isole; circa la metà delle aziende prevede una spesa in investimenti totali costante rispetto al 2014, come nel sondaggio precedente (tav. 15). Il 44,4 per cento degli operatori dichiara di aver superato nei mesi scorsi la fase più difficile della congiuntura economica, un livello marginalmente superiore a quello rilevato in giugno (43,9; tav. 22); la quota di imprese che si attende un solido miglioramento dei ritmi produttivi nei prossimi mesi è scesa al 43,0 per cento (dal 46,4). Condizioni di liquidità e accesso al credito È proseguita la tendenza al miglioramento delle condizioni di accesso al credito in atto dalla fine del 2012, anche se con un’intensità inferiore rispetto alla rilevazione precedente. Nell’ultimo trimestre il saldo percentuale tra la quota di aziende che segnala un più agevole accesso rispetto al trimestre precedente e quella che indica maggiori difficoltà si è confermato positivo, pur scendendo a 2,7 punti percentuali (da 7,8; tav. 19). In particolare, l’allentamento dei criteri di accesso al credito viene segnalato dal 10,5 per cento delle imprese (14,4 in giugno), mentre il 7,8 per cento ne rileva un inasprimento (contro il 6,6 nel trimestre precedente); il peggioramento è stato più deciso tra le imprese del Nord e tra quelle di maggiori dimensioni. 4 La percentuale degli operatori che ritiene che la posizione di liquidità sarà insufficiente nei prossimi tre mesi è calata al 14,9 per cento (dal 15,6 in giugno); anche la quota di coloro che la reputano più che sufficiente si è ridotta al 21,1 per cento (dal 22,2; tav. 20). In questa indagine è stato domandato alle imprese se nei tre mesi precedenti abbiano ridotto i loro depositi bancari, al netto delle normali oscillazioni stagionali; la quota delle aziende che segnala di non averlo fatto è risultata largamente maggioritaria (76,2 per cento; tav. 17), soprattutto nell’industria. Per coloro che hanno contratto i depositi, il fattore che ha inciso maggiormente è il peggioramento degli incassi. Dinamica dell’occupazione Le attese sulla dinamica dell’occupazione nel breve termine sono lievemente peggiorate: la quota di imprese che stima una crescita del numero di addetti nel prossimo trimestre è scesa al 16,5 per cento (dal 19,1 in giugno), mentre quella delle aziende che ne prefigura una riduzione si è ridotta leggermente al 14,4 (dal 14,9; tav. 21); oltre i due terzi degli operatori si attendono una sostanziale invarianza. Il saldo complessivo, pur restando lievemente positivo (2,1 punti percentuali), riflette dinamiche eterogenee attestandosi su valori negativi per le imprese dei servizi e di grandi dimensioni, e per quelle operanti nel Centro-Sud. BancAperta - Anno IV - Numero 8 - Dicembre 2015 BancAperta - Anno IV - Numero 8 - Dicembre 2015 13 14 BancAperta - Anno IV - Numero 8 - Dicembre 2015 Valsinni Ciao Ninì: la comunità locale in lutto per la morte dell’illustre cittadino Si è spento Rocco Truncellito: medico, presidente della Pro Loco e del Parco Letterario Isabella Morra, socio della BCC Cilento e Lucania Sud di Piera Chierico Valsinni in lutto. Triste risveglio per la cittadina lucana che perde il suo più illustre cittadino. All’età di soli 59 anni si è spento Rocco Truncellito, per gli amici Ninì, medico e storico presidente della Pro-Loco nonché presidente del Parco letterario Isabella Morra. Uomo di spiccata intelligenza e vivacità di spirito ha saputo unire la professione medica alla passione per la poesia. Laureatosi in medicina giovanissimo e a pieni voti presso l’Università di Bari, con successiva specializzazione in Neurologia, è subito diventato medico del paese. Amato e stimato dai suoi pazienti ha sempre onorato la professione portando conforto e sollievo ai malati. Lo si ricorda spesso girare per le viuzze del centro storico con la sua panda rossa per le visite domiciliari. Ha fatto del suo Hobby una ragione di vita. Ha scommesso sul Parco Letterario e su Isabella Morra e ha vinto. Quando tutti pensavano fosse una pazzia, lui con tenacia e con quella caparbietà che lo contraddistinguevano, ha portato avanti il suo progetto e tolto dall’oblio la poetessa Morra e il suo paese natìo. Oggi, grazie a lui, Valsinni è uno dei paesi più visitati della Basilicata. Nasce da una sua idea “ L’ E s a t e d’Isabella” la nota manifestazione estiva dedicata alla Morra, giunta quest’anno alla sua XXV edizione, che rientra tra i grandi eventi della Regione e che nel solo mese di agosto ha registrato circa 15.000 presenze. Con il Parco Letterario ha saputo coniugare arte, cultura e svago facendo conoscere al mondo Isabella e al contempo creando occasioni lavorative per quelli che amava definire i suoi ragazzi, gli animatori del Parco. Fondatore del gruppo teatrale “Il Gafio”, Ninì è autore anche di brillanti commedie scritte in versi e rime con alternanza di parti parlate e cantate, portate in scena nei giorni del Carnevale. Suo il motto “divertiamo divertendoci”, perché calcare il palcoscenico, quel palcoscenico della vita era per lui occasione per far distrarre la gente, sia pure solo per poche ore, dai propri problemi quotidiani ed un momento di aggregazione ed unione. Anche le prove erano momento di scambio di idee e progetti culturali. Tanti i premi vinti grazie al teatro. Suo il premio alla regia in una delle edizioni di “Teatriamo”. Tra le sue commedie più conosciute ricordiamo le parodie di: La mandragola, Belfagor, La bisbetica domata, L’avaro, Il malato immaginario..ma l’elenco è davvero lungo. Davvero Valsinni il 30 novembre ha perso un grande uomo. Un uomo di grande spessore culturale, professionale e artistico. Preparato su ogni argomento, era il “deus ex machina” che risolveva ogni problema. La sua voce tuona- va e tutto tornava al suo posto. Ora solo silenzio e sgomento unito a tanta incredulità. Un silenzio che non vuol dire assenza perché lui vive, vive nel cuore della sua famiglia, dei suoi pazienti, degli amici. Anima del paese vive e vivrà per sempre nelle sue opere. Ha scritto le pagine più belle della storia di Valsinni e ora è entrato a pieno titolo nella storia. Immortale grazie al suo lavoro. Valsinni gli è debitore. Oggi si piange il presidente, l’amico sincero e leale, il padre, marito e fratello, il medico ma soprattutto l’uomo. Voglio ricordarlo con le parole degli animatori del parco: “grazie Ninì per quello che hai realizzato, grazie per aver acceso le luce sul palcoscenico di Valsinni e grazie soprattutto per averci legato “a doppio filo e fatto amare la nostra terra, a volte brulla e solitaria ma che può offrire e donare ancora tanto (…). Uomini di tal fattezza e grandezza non ne nascono tutti i giorni e Valsinni è grata ed onorata per aver dato i natali ed ospitato un sì grande e straordinario uomo. La redazione si unisce commossa al dolore che ha colpito la cittadina. In alto: Rocco Truncellito In basso a sinistra: Valsinni e il Castello Morra Al centro: la poestessa Isabella Morra La Lucania rende l’ultimo omaggio al grande presidente della Pro Loco Lutto cittadino a Valsinni per i funerali dell’uomo di cultura che ha fatto conoscere Isabella Morra nel mondo di Piera Chierico Mercoledì 2 dicembre scorso, durante una tiepida giornata autunnale, si sono svolti nel paese lucano i funerali di Ninì Truncellito. Una folla di gente ha accompagnato il suo medico e “poeta” nell’ultimo viaggio. Tanta la commozione. Sgomento ed incredulità pervade la cittadina, pensando che l’uomo che a Valsinni ha fatto” la differenza” ora ha abbandonato le spoglie mortali. Il Comune ha dichiarato il lutto cittadino. Bandiere a mezz’asta in segno di cordoglio. Truncellito era un grande. Questi i commenti dei suoi concittadini. Medico attento e scrupoloso ma anche uomo di lettere e di cultura, ha portato in auge il suo paese e dimostrato che in fondo si vive bene anche al sud. Ha fatto conoscere Isabella e Valsinni al mondo. Grazie alla sua tenacia e caparbietà, l’antica Favale è oggi diventata meta di turismo con punte che superano le 40.000 presenze l’anno. A rendergli omaggio i politici e tutti gli esponenti delle varie associazioni culturali della regione e d’Italia. In fascia tricolore il sindaco Celano e i sindaci dei paesi limitrofi. Con un messaggio, un fiore o con un semplice gesto, tutti hanno voluto ricordarlo. Alle ore 15.00 del giorno 2 dicembre, Valsinni si è chiuso in un muto silenzio. Commovente la funzione religiosa, toccanti le parole di un emozionato don Rocco Natale: “Quando muore un grande c’è incredulità e paura. Il Signore coglie sempre i fiori più belli dall’albero della vita, ma morto il fiore, rimane il frutto. Ninì vivrà per sempre nelle sue opere”. Uniti e stretti intorno alla salma gli animatori del Parco Letterario, coloro che amava definire “i miei ragazzi”. Vestiti gli abiti d’epoca, hanno scortato il loro maestro e “Mentore” facendogli da ala ai lati del carro funebre. Terminata la funzione religiosa, in piazza si è tenuta una seconda funzione laica dove gli amici di sempre hanno voluto dedicargli un ricordo. Su un palco allestito per l’occasione il sindaco della cittadina Gaetano Celano ha ricordato la “specificità” di Truncellito e portato i saluti dell’intera comunità, con la promessa di continuare il suo lavoro e l’impegno assunto con la pro-loco. Quindi il ricordo di Aldo Zaccone, con Ninì tra i promotori del parco. Toccanti le sue parole: “ti salutiamo a modo tuo, con un ultimo convegno sotto il cielo piccolo di Valsinni. C’è sgomento in questa piazza, c’è terrore e paura nel paese perché da domani nulla sarà più come prima”. A nome della pro-loco e degli animatori, il saluto di commiato è arrivato dal vice presidente Antonietta Dursi, che ha ripercorso le tappe più importanti del suo lavoro parlando delle varie manifestazioni insieme realizzate, con un accenno all’ultima edizione de “L’Estate di Isabella” che grazie a lui ha festeggiato i suoi primi 25 anni. A porgere il suo saluto anche il presidente dell’ordine dei medici di Matera, dott. R. Tataranno che ha ricordato l’impegno e la dedizione assunta da Ninì nel corso della sua professione, autore e relatore di tanti convegni. Ed ancora sul palco Gerardo Di Pietro, sindaco di Morra De Sanctis, paese gemellato, Vincenzo Rinaldi, proprietario del castello Morra, l’on. Enrico Indelli che nel suo intervento ha invitato la pro-loco a proseguire il suo lavoro: “Quello che avete fatto per lui oggi non sia solo testimonianza. Ninì vi ha resi liberi ed uniti con la cultura. Ninì appartiene non solo al passato ma anche al futuro ed a tutti quanti noi”. Toccante anche il saluto del presidente del Gafio, la com- pagnia teatrale fondata da Truncellito, Giovani Olivieri: “Sei uscito dal palcoscenico della vita, ma non uscirai dal palcoscenico dei nostri cuori”. L’ultimo commovente saluto da parte dell’ass. Giuseppe Truncellito che lo ha salutato con il nome di “Issimo”, che sta per grandissimo, come i suoi ragazzi amavano chiamarlo: “Sei stato e sarai sempre per noi quello che Torquato fu per Isabella”. Un grazie è andato anche e soprattutto alla famiglia che ha saputo condividere questo grande uomo con tutta la popolazione. Il feretro è stato scortato nel cimitero del paese natìo tra le note della canzone “Io Canto Isabella” cantata da Livio Trucellito e dai suoi animatori, come ultimo saluto al grande maestro. Ci saranno ancora tante occasioni per piangere, ma ancora tante occasioni per sorridere pensando a lui. Ciao Ninì! Sopra: convegno a Valsinni per i venticinque anni de “L’Estate di Isabella’ BancAperta - Anno IV - Numero 8 - Dicembre 2015 15 Buone Feste Paolo De Matteis (Piano Vetrale 9 febbraio 1662 - Napoli 26 luglio 1728): Natività (olio su tela 1708) La Presidenza, il Consiglio di Amministrazione, la Direzione Generale augurano a tutti i soci e alla clientela